CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 24 luglio 2014
278.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 24 luglio 2014. — Presidenza del vicepresidente Manuela GHIZZONI. — Intervengono il sottosegretario di Stato ai beni e alle attività culturali e al turismo Francesca Barracciu e il sottosegretario di Stato all'istruzione, all'università e alla ricerca Roberto Reggi.

  La seduta comincia alle 9.15.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2013.
C. 2541 Governo.
Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2014.
C. 2542 Governo.
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2014 (limitatamente alle parti di competenza).

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Tabella n. 3: Stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico per l'anno finanziario 2014 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 7: Stato di previsione del Ministero dell'istruzione, università e ricerca per l'anno finanziario 2014.
Tabella n. 8: Stato di previsione del Ministero dell'interno per l'anno finanziario 2014 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 13: Stato di previsione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per l'anno finanziario 2014.
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto, ai sensi dell'articolo 119, comma 8, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto.

  Manuela GHIZZONI, presidente, avverte che è stato richiesto che la pubblicità dei lavori dell'odierna seduta della Commissione sia assicurata anche attraverso l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Ricorda quindi che la Commissione avvia oggi l'esame del disegno di legge di approvazione del Rendiconto del bilancio dello Stato per l'esercizio finanziario 2013 (C. 2541) e del disegno di legge di approvazione dell'Assestamento del bilancio dello Stato per l'esercizio finanziario 2014 (C. 2542).
  Rileva altresì che la Commissione esaminerà gli stati di previsione di propria competenza e concluderà l'esame approvando una Relazione da rendere alla Commissione bilancio per ciascuno di essi. Ricorda poi che anche la Commissione cultura può approvare emendamenti riferiti ai suddetti stati di previsione recanti variazioni compensative interne ai medesimi ovvero modifiche riferite alle stesse. Precisa che, naturalmente, essendo per sua natura il Rendiconto sostanzialmente inemendabile tale facoltà è riferita unicamente al disegno di legge di Assestamento. Sottolinea inoltre che tali emendamenti, ove presentati ed approvati, saranno trasmessi alla Commissione bilancio che li voterà in vista dell'esame in Assemblea. Ricorda poi che gli emendamenti recanti variazioni compensative all'interno delle tabelle possono comunque essere presentati direttamente in Commissione bilancio e che nell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti di gruppo, svoltosi ieri, si è convenuto di concludere l'esame dei due disegni di legge all'ordine del giorno nella giornata di martedì 29 luglio prossimo. Propone, pertanto, di fissare il termine per la presentazione di eventuali emendamenti al disegno di legge di Assestamento alle ore 17 di venerdì 25 luglio.

  La Commissione concorda.

  Anna ASCANI (PD), relatore, dopo aver evidenziato che i provvedimenti all'esame odierno hanno un accentuato profilo tecnico, con riferimento al disegno di legge recante il rendiconto 2013, ricorda che lo stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca contenuto nella legge di bilancio 2013 recava stanziamenti complessivi di competenza pari a euro 51.141 milioni e di cassa pari a euro 51.253,1 milioni. Osserva poi che, nel corso del 2013, si è registrato un incremento di euro 1.905,3 milioni in termini di competenza e di euro 2.832,7 milioni in termini di cassa e che le previsioni definitive risultano, quindi, pari a euro 53.046,3 milioni per gli stanziamenti di competenza, e a euro 54.085,8 milioni per le autorizzazioni di cassa. Rileva poi che la consistenza dei residui alla fine dell'esercizio è pari a euro 3.792,4 milioni e che l'incidenza percentuale delle risorse per istruzione, università e ricerca, sul bilancio dello Stato, passa dal 9,9 per cento del rendiconto 2012 al 9,2 per cento. Evidenzia inoltre che la dotazione del MIUR (previsioni definitive conto competenza) è principalmente assorbita dalla spesa corrente (94,7 per cento); in particolare, il 77,7 per cento della dotazione è assorbito dalle spese per redditi da lavoro dipendente. Rileva altresì che i pagamenti Pag. 100sono stati pari a euro 52.693,7 milioni (di cui euro 50.767,1 milioni in conto competenza e euro 1.926,6 milioni in conto residui): di questi, euro 50.215,1 milioni hanno riguardato spese correnti, euro 2.446,1 milioni spese in conto capitale ed euro 32,6 milioni rimborso passività finanziarie. Sottolinea inoltre che, nel corso del triennio 2011-2013, l'andamento delle risorse per competenza assegnate al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca registra una lieve diminuzione nel 2013 rispetto al 2012 (- 0,1 per cento), a fronte di una flessione più marcata registrata nel 2012 rispetto al 2011 (-1,9 per cento). In particolare, nel 2013 si registra rispetto al 2012 una riduzione delle previsioni definitive di competenza relative alla spesa corrente (-0,9 per cento), pari a meno della metà di quella registrata nel 2012 rispetto all'anno precedente (-2,1 per cento). Inoltre, con riferimento alla spesa in conto capitale, nel 2013 si registra una variazione positiva rispetto al 2012 (+18,1 per cento), mentre nel 2012 la variazione rispetto all'anno precedente era negativa (-0,5 per cento). Osserva poi che nella documentazione predisposta dagli uffici si può trovare l'andamento degli stanziamenti definitivi di competenza delle 6 missioni iscritte nello stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca nel triennio 2011-2013. Segnala, in particolare, che nell'ambito della missione «Istruzione scolastica» – cui è destinato il 79,4 per cento della dotazione del Ministero –, il programma «Istruzione secondaria di primo grado» assorbe per il 2013 il 33,8 per cento delle risorse, seguito da «Istruzione primaria» (28,2 per cento), «Istruzione secondaria di secondo grado» (21,1 per cento) e «Istruzione prescolastica» (14,9 per cento). Al programma «Istituzioni scolastiche non statali» va l'1,2 per cento delle risorse. Aggiunge che la somma dei programmi di minore importo («Programmazione e coordinamento dell'istruzione scolastica», «Istruzione post-secondaria, degli adulti e livelli essenziali per l'istruzione e formazione professionale», «Realizzazione degli indirizzi e delle politiche in ambito territoriale in materia di istruzione» e «Iniziative per lo sviluppo del sistema di istruzione scolastica e per il diritto allo studio») costituisce lo 0,8 per cento del totale. Osserva poi che nella Relazione sul Rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2013 la Corte dei conti evidenzia che le priorità politiche e gli obiettivi strategici delineati dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca nel 2013 rispondono alle principali priorità del settore e si indirizzano ad un migliore utilizzo delle risorse disponibili e ad azioni di razionalizzazione della spesa che hanno trovato, in parte, espressione nelle disposizioni introdotte con il decreto-legge n. 69 del 2013 e il decreto-legge n. 104 del 2013. Evidenzia inoltre che, con riferimento all'aspetto organizzativo, la Corte – ricordate le riduzioni a livello di uffici dirigenziali generali e non generali, nonché a livello di personale non dirigenziale del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca derivate dall'applicazione del decreto-legge n. 95 del 2012 – sollecita una riorganizzazione degli organi collegiali, al fine di semplificare i procedimenti amministrativi e recuperare risorse umane e strumentali da dedicare alle missioni istituzionali. La medesima Corte rileva, altresì, la necessità di una razionalizzazione degli enti di ricerca, per superare la disomogeneità che vede pochi enti di grandi dimensioni e molti enti di piccole o piccolissime dimensioni. Aggiunge poi, con riferimento alla Missione Istruzione scolastica, che la Corte dei conti segnala anche nel 2013 la difficoltà nel mantenere gli impegni di contenimento previsti in sede di determinazione dell'organico, ascrivibile, in particolare, agli effetti derivanti dalla sentenza della Corte costituzionale n. 80 del 2010 in materia di posti di sostegno. Al contempo, tuttavia, sollecita una coerente politica di immissioni in ruolo per rispondere ad una corretta programmazione delle attività didattiche e organizzative. La medesima Corte sollecita, altresì, una semplificazione della normativa in materia di edilizia scolastica, in considerazione della complessità delle procedure e della pluralità degli attori e delle Pag. 101fonti di funzionamento. Rileva quindi che, dal punto di vista contabile, anche nel 2013 si confermano le criticità conseguenti al mantenimento di quattro programmi di spesa per ciascuno dei quattro gradi in cui si divide l'istruzione scolastica: infatti, tale struttura del bilancio non corrisponde all'organizzazione effettiva delle istituzioni scolastiche, che si ripartiscono fra primo e secondo ciclo. Con riferimento alla Missione Istruzione universitaria, mentre è positiva, fra l'altro, una più rigorosa procedura di accreditamento dei corsi di studio, resta problematico l'aspetto del finanziamento degli atenei in relazione alla progressiva diminuzione dei fondi statali (FFO), nonché il ritardo nel completamento del quadro normativo concernente i nuovi strumenti per il diritto allo studio, di cui al decreto legislativo n. 68 del 2012. aggiunge che, anche per la Missione Ricerca e innovazione, la Corte dei conti sottolinea la flessione degli stanziamenti, destinati prevalentemente alla ricerca scientifica e tecnologica applicata. Con riferimento poi alle criticità emerse nella gestione del rendiconto, la Corte evidenzia che la sospensione della contrattazione collettiva, derivata dal decreto-legge n. 78 del 2010, ha fortemente ridotto il fenomeno delle eccedenze di spesa (euro 1668,2 milioni) che, viceversa, assumeva dimensioni preoccupanti proprio in sede di applicazione dei rinnovi contrattuali. In ogni caso, le eccedenze di spesa si riconducono ai capitoli di spesa fissa destinati al pagamento delle retribuzioni del personale scolastico. Le economie di spesa sono, invece, in crescita rispetto al precedente esercizio (euro 1.349 milioni). Evidenzia altresì che di particolare rilievo è la situazione debitoria, che ammonta a 50,7 milioni di euro, dei quali 38,8 si riferiscono ai debiti contratti dalle scuole. Si registra, poi, un rilevante accumulo di residui passivi (somme impegnate e non pagate entro il termine dell'esercizio) dovuta, nella maggior parte dei casi, ad un'insufficiente assegnazione di cassa e particolarmente ricorrente nell'ambito dei progetti di ricerca. I residui perenti, pur in diminuzione, sono consistenti anche nel 2013 (euro 3.879 milioni, dei quali 41 di nuova formazione).
  Con riferimento al Ministero dei beni e delle attività culturali, segnala che il relativo stato di previsione, in base alla legge di bilancio per il 2013, recava stanziamenti complessivi di competenza pari a euro 1.546,8 milioni e di cassa pari a euro 1.560,1 milioni. Al riguardo evidenzia, preliminarmente, che il disegno di legge di rendiconto è redatto con riferimento alle missioni e ai programmi afferenti ai soli settori di competenza del Ministero dei beni e delle attività culturali, poiché il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, con il quale è stato operato il trasferimento allo stesso Ministero delle risorse relative al settore del turismo è intervenuto solo il 21 ottobre 2013. Specifica quindi che, nel corso del 2013, si è registrato un incremento di euro 145,4 milioni in termini di competenza e di euro 273,1 milioni in termini di cassa e che le previsioni definitive risultano pari a euro 1.692,2 milioni per gli stanziamenti di competenza, e a euro 1.833,2 milioni per le autorizzazioni di cassa. Rileva poi che la consistenza dei residui alla fine dell'esercizio è pari a euro 257,8 milioni e che l'incidenza percentuale delle risorse per i beni e le attività culturali sul bilancio dello Stato è pari allo 0,3 per cento, invariata rispetto al rendiconto 2012. Osserva poi che la dotazione del Ministero è principalmente assorbita dalla spesa corrente (80,2 per cento); in particolare, il 47,0 per cento della dotazione è assorbito dalle spese per redditi di lavoro dipendente. Aggiunge che i pagamenti sono pari a euro 1.608,8 milioni (di cui euro 1.442,5 milioni in conto competenza e euro 166,4 milioni in conto residui): di questi, euro 1.289,8 milioni riguardano spese correnti, euro 284,4 milioni spese in conto capitale e euro 34,6 milioni rimborso di passività finanziarie. L'andamento delle risorse per competenza assegnate al Ministero dei beni e delle attività culturali nel corso del triennio 2011-2013 presenta una diminuzione delle stesse nel 2013 rispetto al 2012 (- 6,4 per cento), a fronte di valori pressoché stazionari nel 2012 (+ 0,02 per Pag. 102cento) rispetto al 2011. In particolare, nel 2013, mentre è diminuita la spesa corrente (- 6,3 per cento) e ancor più la spesa in conto capitale (- 14 per cento), è aumentata la voce relativa al rimborso delle passività finanziarie (256,8 per cento). La variazione di tale ultima voce è positiva (5,4 per cento) anche nel 2012 rispetto al 2011. Ricorda quindi che, anche in tal caso, nella documentazione predisposta dagli uffici è rinvenibile l'andamento nel triennio 2011-2013 degli stanziamenti definitivi di competenza nell'ambito delle 4 missioni che interessano il predetto Ministero. Al riguardo segnala che, nel 2013 alla missione n. 1, Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici, è destinato il 93,8 per cento degli stanziamenti definitivi di competenza del Ministero. In tale ambito, le risorse del programma per la tutela dello spettacolo assorbono il 29 per cento del totale di competenza, seguite da quelle dei programmi di tutela delle belle arti e del paesaggio (20,9 per cento), di tutela del patrimonio culturale (15,4 per cento), di tutela dei beni archeologici (15 per cento), di tutela dei beni archivistici (8,7 per cento) e di tutela dei beni librari e promozione e sostegno del libro e dell'editoria (8,6 per cento). Il resto dei programmi («Valorizzazione del patrimonio culturale», «Coordinamento e indirizzo per la salvaguardia del patrimonio culturale», «Vigilanza, prevenzione e repressione in materia di patrimonio culturale») rappresenta complessivamente il 2,4 per cento del totale della missione.
  Ricorda poi che, nella Relazione sul Rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2013, la Corte dei conti evidenzia che, nel confronto con gli esercizi pregressi, restano sensibili gli effetti negativi derivanti dalla flessione delle risorse stanziate per finalità di tutela che, oltre a comportare spesso la possibilità di far fronte solo agli interventi di emergenza, ha suggerito, da un lato, di selezionare progetti capaci di consolidare eccellenze già presenti sul territorio nazionale e ha, dall'altro, imposto l'esigenza di accrescere l'efficienza operativa, attraverso una organizzazione delle strutture più snella e meno costosa. Al riguardo – si ricordino anche in tal caso le riduzioni organiche derivate dall'attuazione del decreto-legge n. 95 del 2012 – la Corte sottolinea, in particolare, la necessità di individuare più efficaci strumenti di raccordo fra le diverse strutture del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e di costituire una banca dati unificata per la gestione dei diversi aspetti conoscitivi. Dal punto di vista contabile, la Corte, poi, condivide le criticità rilevate dal Nucleo di analisi e valutazione della spesa in ordine all'elevato numero dei programmi di spesa, spesso con denominazioni simili in tema di tutela, sostegno e valorizzazione del patrimonio culturale, suscettibili di determinare possibili sovrapposizioni nella concreta attuazione degli interventi e un meno efficace utilizzo delle risorse. Sottolinea, altresì, che, soprattutto in alcuni programmi, appare rilevante la quota di risorse assorbita dalle spese di funzionamento (in particolare, spese per il personale e spese per beni e servizi) rispetto alla quota destinata ad interventi ed investimenti. Aggiunge che, con riferimento alle criticità emerse nella gestione del rendiconto, la Corte dei conti evidenzia la consistente esposizione debitoria del MIBACT, la crescita dei residui passivi (euro 251,5 milioni) – a fronte di una flessione dei residui perenti (euro 10,1 milioni) – il fenomeno delle giacenze presso le contabilità speciali del Ministero che, al 31 dicembre 2013, registrano un importo pari a euro 406,2 milioni. Rileva altresì che, in più punti della relazione, la Corte richiama le novità introdotte con il decreto-legge n. 91 del 2013, (convertito in legge, con modificazioni, dalla legge n. 112 del 2013), con particolare riferimento all'istituzione del tax credit per le attività musicali, agli interventi per il risanamento delle Fondazioni lirico-sinfoniche, alla rideterminazione dei principi per i contributi a valere sul FUS, alla nuova governance per l'attuazione del Grande Progetto Pompei.
  Ricorda poi che, con riferimento al programma «Sostegno all'editoria», Pag. 103iscritto nell'ambito dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, la somma degli stanziamenti iniziali dei capitoli 1501 – che reca le somme, anche pregresse, da corrispondere alle concessionarie dei servizi di telecomunicazioni per rimborsi delle agevolazioni tariffarie per le imprese editrici –, 2183 – relativo al Fondo interventi per l'editoria – e 7442 – Fondo per gli investimenti del dipartimento dell'editoria – era pari, sia in conto competenza che in conto cassa, ad euro 213,9 milioni. Ricorda altresì che, nel corso dell'anno, si è avuta una variazione degli stanziamenti in aumento di euro 10 milioni in conto competenza e di euro 20,4 milioni in conto cassa. Rileva inoltre che le previsioni definitive per il complesso dei capitoli indicati risultano quindi pari a euro 223,8 milioni per stanziamenti di competenza e a euro 234,3 milioni per le autorizzazioni di cassa.
  Osserva poi che, per quanto riguarda il programma «Attività ricreative e sport», anch'esso iscritto nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, il totale degli stanziamenti iniziali nel 2013 corrisponde a euro 611,2 milioni sia in conto competenza che in conto cassa. Nel corso dell'anno sono intervenute variazioni in aumento pari a euro 16,1 milioni in conto competenza ed euro 39,4 milioni in conto cassa, da cui derivano previsioni definitive pari a euro 627,3 milioni per gli stanziamenti di competenza ed euro 650,6 milioni per le autorizzazioni di cassa.
  Aggiunge che, con riferimento al programma «Servizi di comunicazione elettronica e radiodiffusione», iscritto nell'ambito dello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, nella legge di bilancio 2013 erano allocate risorse per euro 96,9 milioni in conto competenza e euro 122,9 milioni in conto cassa in corrispondenza del capitolo 3121, relativo ai contributi alle emittenti radiofoniche e televisive in ambito locale e che, nel corso dell'anno, si sono avute variazioni in aumento sia per quanto riguarda la competenza (euro 26,5 milioni), sia per ciò che concerne il conto cassa (euro 66,5 milioni). Inoltre, si è avuta una variazione in aumento (euro 10 milioni sia in conto competenza che in conto cassa) per il capitolo 3021, recante stanziamenti per il servizio di trasmissione radiofonica delle sedute parlamentari. Precisa che le previsioni definitive per il complesso dei capitoli indicati risultano quindi pari a euro 123,4 milioni per stanziamenti di competenza e a euro 189,4 milioni per le autorizzazioni di cassa.
  Rileva poi che nessuna variazione si è, infine, registrata per il capitolo 7243 dello stato di previsione del Ministero dell'interno, ove sono allocati 103 milioni di euro sia in conto competenza che in conto cassa occorrenti per garantire le gratuità, totale o parziale, dei libri di testo in favore degli alunni.
  Passa quindi ad illustrare il disegno di legge di assestamento. Rileva che lo stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per l'esercizio 2014 reca previsioni iniziali di spesa in conto competenza per complessivi 51.474,7 milioni di euro (di cui, 49.323,1 di parte corrente, 2.127,8 in conto capitale e 23,8 per il rimborso di passività finanziarie) e in conto cassa per complessivi 51.844 milioni di euro (di cui 49.423,1 di parte corrente, 2.396,6 in conto capitale e 24,3 per il rimborso di passività finanziarie). Aggiunge che la consistenza dei residui presunti al 1o gennaio 2014 era pari a 2.042,3 milioni di euro (di cui 1.242,6 milioni per la parte corrente, 753,5 milioni in conto capitale e 46,2 milioni per rimborso passività finanziarie) e che, nel periodo gennaio-maggio 2014, in forza di atti amministrativi, si è registrato un aumento delle dotazioni di competenza, pari a 513,7 milioni di euro, e delle dotazioni di cassa, pari a 570,1 milioni di euro. A dette variazioni si aggiungono quelle proposte con il disegno di legge di assestamento, le quali comportano un aumento di 63,9 milioni di euro delle previsioni di competenza (pressoché completamente attribuibili a spese correnti) e di 745,2 milioni di euro delle autorizzazioni di cassa (di cui 216,4 milioni per spese di parte corrente e Pag. 104528,8 milioni per spese in conto capitale). Al riguardo, fa tuttavia presente che il disegno di legge di assestamento non tiene conto degli effetti finanziari del decreto-legge n. 66 del 2014 (in quanto appena convertito dalla legge n. 89 del 2014). In particolare, per il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, l'articolo 50, comma 1, del decreto-legge n. 66 del 2014 ha previsto che, in relazione alla razionalizzazione della spesa per l'acquisto di beni e servizi dei Ministeri, le disponibilità di competenza e di cassa delle spese per beni e servizi, ad esclusione delle spese per il funzionamento delle istituzioni scolastiche, sono ridotte di 6,3 milioni di euro per il 2014 e di 9,4 milioni di euro a decorrere dal 2015. Precisa che le relative variazioni saranno recepite in bilancio con atto amministrativo. Per quanto riguarda i residui, le variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento comportano un aumento pari a 1.806,5 milioni di euro (di cui 1.022,3 milioni di parte corrente, 761,6 in conto capitale e 22,6 per rimborso di passività finanziarie). Ricorda poi che le variazioni ai residui derivano dalla necessità di adeguare i residui presunti a quelli risultanti dal rendiconto 2013, mentre le variazioni alla competenza sono connesse alle esigenze emerse dall'effettivo svolgimento della gestione. Infine, le modifiche alle autorizzazioni di cassa sono dovute alla necessità di assestare le autorizzazioni stesse in relazione sia alla nuova consistenza dei residui, sia alle variazioni proposte per la competenza, tenuto conto, peraltro, delle concrete capacità operative dell'Amministrazione. Evidenzia che, per effetto delle variazioni già intervenute e di quelle proposte con il disegno di legge di assestamento, le previsioni iniziali di bilancio per l'esercizio 2014 – articolate per Missioni – vengono, quindi, assestate come segue: Istruzione scolastica, 41.769,5 milioni di euro in conto competenza e 42.087,7 milioni di euro in conto cassa; Istruzione universitaria, 7.868,4 milioni di euro in conto competenza e 7.969,5 milioni di euro in conto cassa; Ricerca e innovazione, 1.998,7 milioni di euro in conto competenza e 2.683,9 milioni di euro in conto cassa; L'Italia in Europa e nel mondo, 173 milioni di euro sia in conto competenza sia in conto cassa; Servizi istituzionali e generali delle pubbliche amministrazioni, 50,4 milioni di euro sia in conto competenza sia in conto cassa; Fondi da ripartire, 192,3 milioni di euro in conto competenza e 194,7 milioni di euro in conto cassa. Osserva quindi che il totale per le predette missioni è pari a 52.052,3 milioni di euro in conto competenza e a 53.159,3 milioni di euro in conto cassa.
  Al riguardo, evidenzia che le principali variazioni in conto competenza rispetto alle previsioni iniziali di bilancio riguardano la Missione Istruzione scolastica (+ euro 492,7 milioni) con riferimento alla quale si registra, in particolare, un incremento relativamente ai programmi: 1.5 Istruzione secondaria di II grado (+ euro 203,3 milioni); 1.3 Istruzione primaria (+ euro 135,5 milioni); 1.4 Istruzione secondaria di I grado (+ euro 108,1 milioni); 1.2 Istruzione prescolastica (+ euro 50,3 milioni). Per quanto concerne la Missione Ricerca e innovazione (+ euro 85,9 milioni), si registra, in particolare, un incremento relativamente al programma 3.2 Ricerca scientifica e tecnologica applicata (+ euro 64,1 milioni). Aggiunge che alla Missione Ricerca e Innovazione sono invece attribuibili le principali variazioni in conto cassa (+ euro 671,1 milioni), anche in questo caso dovute principalmente all'incremento registrato per il programma 3.2 Ricerca scientifica e tecnologica applicata (+ euro 592,9 milioni). Variazioni importanti intervengono anche nell'ambito della Missione Istruzione scolastica (+ euro 642,2 milioni), con riferimento alla quale si registrano, in particolare, incrementi relativamente ai già citati programmi 1.5 Istruzione secondaria di II grado (+ euro 259,9 milioni); 1.3 Istruzione primaria (+ euro 160,1 milioni); 1.4 Istruzione secondaria di I grado (+ euro 132,4 milioni); 1.2 Istruzione prescolastica (+ euro 85,4). Più in particolare, nell'ambito della Missione Istruzione scolastica, evidenzia che gli stanziamenti relativi alle competenze fisse e accessorie per il personale della scuola (docenti e ATA) subiscono variazioni positive Pag. 105(pari, per la competenza, a euro 338 e, per la cassa, a euro 338,1 milioni) che portano a previsioni assestate per complessivi euro 36.722,1 milioni in conto competenza e euro 36.722,2 milioni in conto cassa. Aggiunge che le risorse allocate sui capitoli afferenti alle spese per le supplenze brevi passano da uno stanziamento complessivo di euro 677,6 milioni a euro 758,7 milioni, sia per la competenza che per la cassa e che il Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche registra incrementi per euro 49,6 milioni (competenza) e euro 190,1 milioni (cassa), risultando complessivamente pari a euro 934 milioni in conto competenza e a euro 1.074,5 milioni in conto cassa. Con riguardo alla Missione Istruzione universitaria, in particolare, non si registrano variazioni relative alle dotazioni del Fondo per il finanziamento ordinario delle università (FFO), confermandosi, pertanto, uno stanziamento di euro 7.003,6 milioni in conto competenza e di euro 7.103,6 in conto cassa. Nell'ambito della Missione Ricerca e innovazione, il Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca non subisce variazioni rispetto alle previsioni iniziali, risultando pari a euro 1.771,3 milioni in conto competenza e a euro 1.871,3 milioni in conto cassa. Precisa poi che le risorse destinate al Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST), invece, registrano variazioni in aumento passando complessivamente da euro 62,6 milioni a euro 82,8 milioni in conto competenza e da euro 62,6 milioni a euro 172,6 milioni in conto cassa. Osserva altresì che una disposizione di interesse è presente anche nell'articolo 3 del disegno di legge di assestamento che, integrando l'articolo 7 della legge di bilancio 2014 (legge n. 148 del 2013), autorizza il Ministro dell'economia e delle finanze ad apportare, con propri decreti, su proposta del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, le variazioni di bilancio compensative, in termini di competenza e di cassa, occorrenti per il riparto dei 3 milioni di euro che l'articolo 5, commi 2 e 3, del decreto-legge n. 104 del 2013 ha destinato, per il 2014, alla realizzazione di progetti didattici nei luoghi della cultura, finalizzati a promuovere la formazione continua dei docenti della scuola e la fruizione del patrimonio culturale da parte degli studenti. Rileva che la previsione deriva, presumibilmente, dalla circostanza che, come si evince dal disegno di legge di bilancio 2014, le risorse di cui all'articolo 5, comma 3, del medesimo decreto-legge sono state allocate su uno solo dei capitoli afferenti il Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche, afferente all'istruzione secondaria di secondo grado.
  Per quanto concerne poi lo stato di previsione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per l'esercizio 2014, osserva che lo stesso reca previsioni iniziali di spesa in conto competenza per complessivi 1.595,3 milioni di euro (di cui 1.340,1 di parte corrente, 215,2 di parte capitale e 40 di rimborso passività finanziarie) e in conto cassa per complessivi 1.630,2 milioni di euro (di cui 1.340,5 di parte corrente, 249,6 di parte capitale e 40 di rimborso passività finanziarie) e che la consistenza dei residui presunti al 1o gennaio 2014 è pari a 120,4 milioni di euro. Rileva altresì che le variazioni intervenute in forza di atti amministrativi nel periodo gennaio-maggio 2014 hanno comportato un incremento delle dotazioni di competenza pari a 26,5 milioni di euro e delle dotazioni di cassa pari a 27,2 milioni di euro (di cui 48,3 milioni per la parte corrente, 72,1 milioni in conto capitale). A dette variazioni, si aggiungono quelle proposte con il disegno di legge di assestamento, le quali comportano un aumento di 60,9 milioni di euro delle previsioni di competenza (di cui, 59,1 per spese di parte corrente e 1,8 per spese in conto capitale) e di 130,7 milioni di euro delle autorizzazioni di cassa (di cui 85 milioni per spese di parte corrente e 45,7 milioni per spese in conto capitale). Precisa che, anche in tal caso, tuttavia, non sono considerati gli effetti finanziari derivanti dal decreto-legge n. 66 del 2014, che prevedono la riduzione delle disponibilità di competenza e di cassa di 5,9 milioni di euro per il 2014 e di 8,9 milioni Pag. 106di euro a decorrere dal 2015. Per quanto riguarda i residui, rileva che le variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento comportano un aumento pari a 138,2 milioni di euro (di cui 103,3 milioni di parte corrente e 34,9 in conto capitale).
  Evidenzia inoltre che, per effetto delle variazioni già intervenute e di quelle proposte con il disegno di legge di assestamento, le previsioni iniziali di bilancio per l'esercizio 2014 – articolate per Missioni – vengono, quindi, assestate come segue: Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici, 1.500,5 milioni di euro in conto competenza e 1.583 milioni di euro in conto cassa; Ricerca e innovazione, 32,8 milioni di euro in conto competenza e 34,4 milioni di euro in conto cassa; Servizi istituzionali e generali delle pubbliche amministrazioni, 36,3 milioni di euro in conto competenza e 37,9 milioni di euro in conto cassa; Fondi da ripartire, 79,2 milioni di euro in conto competenza e 98,9 milioni di euro in conto cassa; Turismo, 33,8 milioni di euro sia in conto competenza sia in conto cassa. Osserva quindi che il totale per le predette missioni è pari a 1.682,7 milioni di euro in conto competenza e a 1.788,1 milioni di euro in conto cassa.
  Al riguardo, evidenzia che la principale variazione di segno positivo sia in conto competenza sia in conto cassa rispetto alle previsioni iniziali di bilancio riguarda la Missione Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici (+ euro 87,8 milioni in conto competenza e + euro 135,5 milioni in conto cassa) per la quale, in particolare, si registra un incremento relativamente ai programmi: 1.6 Tutela dei beni archeologici (+ euro 21,1 milioni in competenza e + euro 33 milioni in conto cassa); 1.12 Tutela delle belle arti, dell'architettura e dell'arte contemporanee (+ euro 19,4 milioni in competenza e + euro 37,5 milioni in conto cassa); 1.9 Tutela dei beni archivistici (+ euro 14,2 milioni e + euro 14,4 milioni); 1.10 Tutela dei beni librari, promozione e sostegno del libro e dell'editoria (+ euro 13,2 milioni e + euro 15 milioni); 1.2 Sostegno, valorizzazione e tutela del settore dello spettacolo (+ euro 1 milioni e + euro 19,2 milioni). Precisa che, in particolare, con riferimento al Fondo unico dello spettacolo (FUS), le previsioni assestate in conto competenza non registrano variazioni rispetto alle previsioni iniziali e che, in conto cassa, le previsioni assestate registrano, invece, un incremento positivo di euro 4,3 milioni. Evidenzia poi che, in base alle previsioni assestate, pertanto, la consistenza del predetto Fondo è pari a euro 406,2 milioni in conto competenza e a euro 410,5 in conto cassa.
  Per quanto concerne il confronto tra le previsioni iniziali e le previsioni assestate per il 2014 con riferimento ai singoli programmi degli stati di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, nonché di altri Ministeri (Ministero dell'economia e delle finanze, Ministero dello sviluppo economico, Ministero dell'interno), per i capitoli di interesse della Commissione cultura, rinvia alle tabelle presenti nella documentazione predisposta dagli uffici.

  Manuela GHIZZONI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 9.35.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 24 luglio 2014. — Presidenza del vicepresidente Manuela GHIZZONI. — Interviene il sottosegretario di Stato ai beni e alle attività culturali e al turismo Francesca Barracciu.

  La seduta comincia alle 9.35.

Abolizione del finanziamento pubblico all'editoria.
C. 1990 Brescia.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 17 luglio 2014.

Pag. 107

  Manuela GHIZZONI, presidente, avverte che è stato richiesto che la pubblicità dei lavori dell'odierna seduta della Commissione sia assicurata anche attraverso l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

  Giuseppe BRESCIA (M5S) rileva che la proposta di legge in esame sull'abolizione dei fondi all'editoria è stato il primo esperimento di democrazia diretta on line della storia della Repubblica italiana. Osserva, infatti, che, dopo aver formulato un testo base che prevedeva un'azione meramente abrogativa, il Movimento 5 Stelle ha sottoposto la medesima proposta di legge ai suoi iscritti in rete che hanno potuto proporre modifiche e suggerimenti per circa un mese. Osserva quindi che il ruolo da lui svolto, in qualità di primo firmatario della proposta è consistito nell'esame dei 4456 commenti pervenuti, di cui 3269 suggerimenti, 639 integrazioni, 137 modifiche, 258 obiezioni e 57 vizi di forma. Evidenzia quindi che si è così potuta registrare una fortissima voglia di partecipazione a dimostrazione del fatto che, se forniti di adeguati strumenti, i cittadini hanno il piacere di dire le proprie opinioni. Ritiene quindi che, quanto sopra, ha confermato l'idea che guida l'azione politica del suo gruppo, ossia che i cittadini sono stanchi di subire passivamente le decisioni di pochi potenti e vogliono riprendersi quanto gli spetta di diritto. Ricorda quindi che tutti i commenti alla predetta proposta di legge rimarcavano comunque l'esigenza di un'informazione più libera in Italia e che una delle più ricorrenti integrazioni richieste è stata quella di abolire i fondi all'editoria anche per le pubblicazioni all'estero ed è stata accolta dai componenti della VII Commissione appartenenti al gruppo del Movimento 5 Stelle. Ricorda inoltre che qualcun altro commentatore alla suddetta proposta era contrario all'abolizione dei fondi che finanziano le pubblicazioni per le minoranze linguistiche e che in Commissione il suo Movimento ha deciso di accogliere questa richiesta e quindi di salvaguardare tale settore. Si dichiara inoltre disposto a rivedere quei punti della proposta di legge che possano essere motivo di confusione o incertezza legislativa, segnalati in particolare dai competenti uffici della Camera. Segnala, inoltre, che il rischio principale che molti commentatori hanno ravvisato è stato l'eventuale taglio dei posti di lavoro che potrebbe derivare dall'eliminazione dei fondi. A tal proposito, ricorda di aver accolto la proposta di mantenere in vigore l'articolo 15 della legge n. 62 del 2001 che istituisce il «Fondo per la mobilità e la riqualificazione professionale dei giornalisti». Precisa quindi che tale fondo funge da ammortizzatore sociale per i dipendenti da imprese editrici di giornali quotidiani, da imprese editrici di periodici, nonché da agenzie di stampa a diffusione nazionale. Sottolinea poi, con riferimento alle possibili modalità di investimento delle risorse che si risparmierebbero approvando tale progetto di legge, che la proposta principale in merito è stata quella di usare i fondi risparmiati per finanziari nuovi progetti editoriali giovanili. Aggiunge che altri commentatori hanno proposto di destinare tali fondi alla scuola pubblica o per potenziare la banda larga e che c’è anche stato chi ha suggerito di non abolire dall'oggi al domani tutti i fondi, ma di realizzare un'abolizione graduale, magari continuando per alcuni anni a finanziare solo i giornali che «valgono», utilizzando come parametro di valutazione non le copie stampate ma quelle vendute. Aggiunge che una delle proposte più convincenti è stata quella di eliminare l'obbligo di pubblicazione di tutti i bandi di gara delle pubbliche amministrazioni che porta ogni anno nelle casse dei giornali miliardi di euro, un obbligo che vige solo nel nostro Paese. Rileva inoltre che vi sono state molte richieste d'integrare la presente proposta di legge con l'abolizione dell'ordine dei giornalisti o di prestare particolare attenzione alla questione del conflitto d'interessi, ma, a tal proposito, che il Movimento 5 Stelle ha deciso di lasciare questi altri importanti argomenti fuori dal presente Pag. 108provvedimento, per occuparsene in un secondo momento.
  Rileva quindi che questa proposta di legge, condivisa con migliaia di cittadini, si propone di affrontare la drammatica situazione in cui versa l'editoria italiana e soprattutto la libertà d'informazione, attraverso una trasformazione della modalità di finanziamento adottata finora in una forma transitiva e destinata a favorire la nascita di nuovi progetti editoriali, accompagnandoli nei primi anni di vita, per favorire in tal modo un reale pluralismo dell'informazione. Sottolinea inoltre che, anche negli altri Paesi europei, lo Stato interviene per aiutare il settore editoriale, facendolo però al fine di incentivare nuove iniziative, di promuovere l'innovazione e di aiutare i soggetti piccoli a crescere, favorendo così l'allargamento del mercato e la stessa occupazione del settore. Ritiene fermamente che questo aiuto dello Stato debba essere temporaneo, ricordando che questa tesi del Movimento 5 Stelle è corroborata dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato, che ha espresso tale principio in uno degli ultimi documenti prodotti nell'ambito dell'indagine conoscitiva antitrust, proprio sul tema che stiamo trattando, al punto 127, del seguente tenore: «merita domandarsi se l'assenza di un limite temporale al periodo di assegnazione del contributo non possa determinare la sistematica dipendenza di alcune testate dal sostegno pubblico, riducendo gli stimoli a operare tutto quanto possibile per affrancarsi e ottenere una piena autonomia. Va rammentato che il sistema di sovvenzioni pubbliche concepito nella legge n. 416 del 1981 si proponeva di sostenere le imprese editoriali soltanto per un quinquennio, al termine del quale si riteneva che il settore potesse raggiungere una condizione di autosufficienza».
  In relazione poi alla discussione avviatasi la scorsa settimana nella seduta di martedì 15 luglio, concernente la risoluzione Zampa 7-00395 sul processo di riforma per l'editoria digitale, con particolare riferimento a quanto dichiarato dal sottosegretario Lotti in quell'occasione, osserva che il Partito democratico (maggioranza) ha impegnato il Partito democratico (Governo) a realizzare cose su cui il Partito democratico (Governo) è del tutto d'accordo, in quanto le aveva già fatte. Precisa quindi che nella predetta seduta di martedì scorso, la collega Zampa ha esposto la suddetta risoluzione presentata dal suo gruppo, contenente alcuni impegni per il Governo e, in seguito, il sottosegretario Lotti è intervenuto nel dibattito descrivendo semplicemente ciò che il Governo aveva già fatto in materia quando ha istituito il relativo fondo per il sostegno all'editoria, il quale ha come obiettivo quello di «svecchiare» e rinnovare l'editoria italiana. Precisa quindi che il sottosegretario Lotti ha illustrato alla VII Commissione i provvedimenti già adottati dal Governo, parlando, in particolare, del Fondo straordinario per gli interventi di sostegno all'editoria per il triennio 2014-2016, ricordando che il decreto attuativo impegna 45 milioni di euro per il 2014 su tre pilastri: prepensionamenti, assunzioni e start-up. Rileva, a quest'ultimo proposito, che questa idea è stata «copiata» dalla proposta di legge in esame, presentata prima del provvedimento del Governo. Aggiunge che il predetto fondo dovrebbe essere sostitutivo del finanziamento ordinario, quello che riguarda anche i finanziamenti ai giornali di partito, e non aggiuntivo e che tale fondo prevede una distribuzione errata delle risorse. Ricorda quindi che il sottosegretario Lotti ha ricordato che sono destinati ai prepensionamenti 25 milioni di euro, alle assunzioni 12 milioni e 500 mila euro e alle start-up 7 milioni e 500 mila euro, rilevando poi che la quota maggiore è prevista per i prepensionamenti, perché il periodo di crisi impone al Governo un aiuto consistente agli editori e che, tuttavia, i finanziamenti possono essere ottenuti solo se ad un prepensionamento corrispondono tre assunzioni. Dopo aver rammentato quanto ulteriormente riferito in proposito dal sottosegretario Lotti nella seduta della VII Commissione del 15 luglio 2014, osserva che, con riferimento alla suddetta misura assunta dal Governo, il Movimento 5 Stelle preferirebbe le seguenti modifiche: che la Pag. 109quota spettante alle start-up sia maggiore; che l'intero fondo sia sostitutivo dei finanziamenti tradizionali, consigliando che le risorse che attualmente finiscono nei bilanci dei giornali di partito siano trasferite alle start-up; che si preveda un limite temporale per i finanziamenti; che ogni possibile agevolazione non riguardi i grandi editori, ma solo ed esclusivamente micro, piccole e medie imprese del settore. Evidenzia, poi, l'altro ambito non affrontato nella presente proposta di legge, ma di cui ritiene che il Governo debba farsi assolutamente carico, ossia l'annoso e gravissimo problema del conflitto d'interessi. Consiglia quindi di prendere visione della proposta di legge C. 1059, recante «Disposizioni in materia di conflitti di interessi nonché delega al Governo per l'adeguamento della disciplina relativa ai titolari delle cariche di governo locali e dei componenti delle autorità indipendenti di garanzia, vigilanza e regolazione», presentata dal deputato Fraccaro. Evidenzia che in quest'ultima proposta di legge è previsto, all'articolo 5, comma 1, lettera b), che le cariche di governo statali, regionali e locali, nonché quelle di componenti delle Autorità indipendenti di garanzia, vigilanza e regolazione siano incompatibili, tra l'altro con: «la proprietà, il possesso o la disponibilità di partecipazioni superiori al 2 per cento del capitale sociale da parte dei soggetti di cui all'articolo 2, del coniuge o dei parenti o affini entro il secondo grado, nonché di persone stabilmente conviventi salvo che a scopo di lavoro domestico, con il titolare della carica di governo, anche per interposta persona o attraverso società fiduciarie, di un'impresa che svolge la propria attività in regime di autorizzazione o concessione rilasciata dallo Stato, dalle regioni o dagli enti locali, di un'impresa che sia titolare di diritti esclusivi o che operi in regime di monopolio, di imprese che operino nei settori della radiotelevisione e dell'editoria o della diffusione tramite internet, nonché di altre imprese di interesse nazionale».
  Auspica, quindi, un dibattito parlamentare su questo tema.

  Manuela GHIZZONI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 9.45.

COMITATO RISTRETTO

Disposizioni per il riconoscimento e la promozione della funzione sociale dello sport nonché delega al Governo per la redazione di un testo unico delle disposizioni in materia di attività sportiva.
C. 1680 Fossati e C. 1425 Di Lello.

  Il Comitato ristretto si è riunito dalle 9.45 alle 10.15.