CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 24 luglio 2014
278.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO
Pag. 89

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.25 alle 14.35.

RISOLUZIONI

  Giovedì 24 luglio 2014. — Presidenza del presidente Daniele CAPEZZONE. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Enrico Zanetti.

  La seduta comincia alle 14.35.

Sull'ordine dei lavori.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, in considerazione dell'estrema ristrettezza dei tempi a disposizione per la seduta della Commissione a causa dell'andamento dei lavori dell'Assemblea, propone, concorde la Commissione, di rinviare ad altra seduta l'esame dello schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di semplificazioni fiscali (Atto n. 99) e dello schema di decreto legislativo recante composizione, attribuzione e funzionamento delle commissioni censuarie (Atto n. 100), nonché all'esame, in sede referente, della proposta di legge C. 2397 Capezzone, recante riforma della disciplina delle tasse automobilistiche e altre disposizioni concernenti l'imposizione tributaria sui veicoli, procedendo invece al seguito della discussione della risoluzione n. 7-00378 Paglia ed all'avvio dell'esame, in sede consultiva, del disegno di legge C. 2541, recante Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2013 e del disegno di legge C. 2542, recante disposizioni per l'assestamento Pag. 90del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2014.

7-00378 Paglia: Iniziative a sostegno degli esercenti impianti di distribuzione di carburanti e rivendite di generi di monopolio in relazione all'obbligo di accettare pagamenti per l'acquisto di beni e servizi attraverso carte di debito.
(Seguito della discussione e rinvio).

  La Commissione prosegue la discussione della risoluzione, rinviata, da ultimo, nella seduta del 23 luglio scorso.

  Giovanni PAGLIA (SEL) segnala come l'interlocuzione con il Governo sulla tematica posta dalla risoluzione, auspicata nel corso delle precedenti sedute, abbia condotto ad una formulazione condivisa dell'atto di indirizzo.
  Tuttavia, in considerazione dell'estrema ristrettezza dei tempi a disposizione della Commissione nella seduta odierna, ed al fine di permettere l'approfondimento a tutti i componenti della Commissione stessa, si dichiara disposto a rinviare il seguito della discussione ad altra seduta.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia ad altra seduta il seguito della discussione.

  La seduta termina alle 14.40.

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 24 luglio 2014. — Presidenza del presidente Daniele CAPEZZONE. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Enrico Zanetti.

  La seduta comincia alle 14.40.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2013.
C. 2541 Governo.Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2014.
C. 2542 Governo.

Tabella n. 1: Stato di previsione dell'entrata per l'anno finanziario 2014.
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2014 (limitatamente alle parti di competenza).
(Relazioni alla V Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti.

  Paolo PETRINI (PD), relatore, rileva come la Commissione sia chiamata a esaminare congiuntamente, ai sensi dell'articolo 119, comma 8, del regolamento, ai fini della formulazione di relazioni alla Commissione Bilancio, i disegni di legge C. 2541, recante il Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2013, e C. 2542, recante disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2014, relativamente alla Tabella n. 1 (stato di previsione dell'entrata per l'anno finanziario 2014) ed alla Tabella n. 2 (stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2014), limitatamente alle parti di competenza.
  Ricorda preliminarmente che il Rendiconto generale dello Stato è lo strumento attraverso il quale il Governo, alla chiusura del ciclo di gestione della finanza pubblica (costituito dall'anno finanziario) adempie all'obbligo costituzionale di rendere conto al Parlamento dei risultati della gestione finanziaria.
  Il rendiconto generale dello Stato è costituito:
   a) dal conto del bilancio, articolato nel conto consuntivo dell'entrata e, per la parte di spesa, nel conto consuntivo relativo a ciascun Ministero, con l'esposizione Pag. 91dell'entità effettiva delle entrate e delle uscite del bilancio dello Stato rispetto alle previsioni approvate dal Parlamento;
   b) dal conto del patrimonio con le variazioni intervenute nella consistenza delle attività e passività che costituiscono il patrimonio dello Stato.

  Rammenta che il disegno di legge di assestamento costituisce invece il mezzo attraverso il quale è possibile aggiornare, a metà esercizio, gli stanziamenti del bilancio dello Stato, anche sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi accertata in sede di rendiconto dell'esercizio scaduto al 31 dicembre precedente. Il disegno di legge di assestamento si connette funzionalmente con il disegno di legge di rendiconto relativo all'esercizio precedente: l'entità dei residui, sia attivi sia passivi, sussistenti all'inizio dell'esercizio finanziario, che al momento dell'elaborazione e approvazione del bilancio di previsione è stimabile solo in misura approssimativa, viene, infatti, definita in assestamento sulla base delle risultanze del rendiconto.
  Più in particolare fa presente come, con il disegno di legge di assestamento, le previsioni di bilancio siano adeguate in relazione:
   a) per quanto riguarda le entrate, all'eventuale revisione delle stime del gettito;
   b) per quanto riguarda le spese aventi carattere discrezionale, ad esigenze sopravvenute;
   c) per quanto riguarda la determinazione delle autorizzazioni di pagamento (in termini di cassa), alla consistenza dei residui accertati in sede di rendiconto dell'esercizio precedente.

  Rileva quindi come, per quanto concerne le previsioni di entrata, poiché esse sono il frutto di una valutazione di carattere tecnico, eventuali modifiche possano essere determinate dall'evoluzione della base imponibile e dagli effetti derivanti dall'applicazione della normativa vigente. In riferimento alle variazioni di spesa, la legge di assestamento presenta il medesimo vincolo che sussiste per il bilancio di previsione, cioè il rispetto della legislazione sostanziale vigente: non possono pertanto essere modificati, in sede di assestamento, gli stanziamenti di spesa direttamente determinati da norme vigenti.
  Per quanto riguarda il contenuto del disegno di legge C. 2541, recante il Rendiconto 2013, segnala in primo luogo come la gestione di competenza abbia fatto conseguire nel 2013 un miglioramento dei saldi del bilancio, al lordo delle regolazioni contabili e debitorie, rispetto alle previsioni definitive.
  In tale ambito, segnala come tali saldi denotino tutti un peggioramento rispetto ai risultati conseguiti nell'esercizio 2012, ad eccezione del ricorso al mercato. In particolare, il saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato per il 2013 presenta un valore negativo pari a –28.018 milioni di euro, con un peggioramento di 38.805 milioni rispetto al saldo registrato nel 2012 (che si era, invece, assestato ad un valore positivo di 10.787 milioni). Rispetto alle previsioni definitive tale saldo è invece risultato migliore delle aspettative, posto che era previsto attestarsi, nel 2013, ad un valore negativo di –51.188 milioni.
  Al netto delle regolazioni contabili e debitorie, il saldo netto da finanziare nel 2013 è pari a –23.906 milioni, rispetto a quello positivo registrato nel 2012 (20.893 milioni). Anche il saldo delle operazioni correnti (risparmio pubblico) nel 2013 evidenzia un certo peggioramento rispetto all'anno precedente, risultando pari a 39.715 milioni di euro (-8.799 milioni). Anche in questo caso il risultato è tuttavia migliore delle corrispondenti previsioni definitive, in base alle quali il risparmio pubblico avrebbe dovuto attestarsi su valori più bassi (16.307 milioni). Il peggioramento è da porre in relazione all'aumento della spesa corrente (+21.484 milioni) più consistente dell'aumento delle entrate correnti (+12.706 milioni).
  Il ricorso al mercato (costituito dalla differenza tra le entrate finali e il totale delle spese, incluse quelle relative al rimborso Pag. 92di prestiti) si è attestato nel 2013 ad un valore pari a –198.991 milioni. Tale saldo è l'unico che registra un miglioramento rispetto al 2012, attestandosi ad un valore più basso anche rispetto alle previsioni definitive.
  Sia il valore del saldo netto da finanziare sia il valore del ricorso al mercato risultano, nei risultati di gestione 2013, al di sotto dei limiti massimi fissati dalla legge di stabilità per il 2013 (legge n. 228 del 2012), come successivamente novellata dal decreto – legge n. 35 del 2013 e dal decreto – legge n. 102 del 2013, recanti le misure per il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni.
  Le ragioni del peggioramento dei saldi di bilancio sopra evidenziato risiedono in una gestione di competenza che evidenzia un'evoluzione positiva dell'andamento degli accertamenti di entrate finali rispetto al 2012, i cui effetti positivi risultano tuttavia compensati da un incremento consistente degli impegni di spesa.
  A tale proposito ricorda che, come evidenziato nella relazione illustrativa al disegno di legge, tale incremento degli stanziamenti di competenza è da porre in relazione ad alcuni provvedimenti adottati nel corso dell'esercizio 2013, che hanno avuto notevoli effetti sul saldo netto da finanziarie, in particolare, a quelli per l'accelerazione dei pagamenti dei debiti delle amministrazioni pubbliche maturati al 31 dicembre 2012. Si tratta dei decreti-legge n. 35 e n. 102 del 2013, con i quali è stata operata una consistente azione di sostegno all'economia, stanziando risorse per favorire lo sblocco dei pagamenti dei debiti delle amministrazioni pubbliche verso i propri fornitori, operando in tal modo una immissione di liquidità nel sistema economico tesa anche ad agevolare una ripresa della crescita. A tale proposito rammenta che il primo provvedimento ha determinato un peggioramento del saldo netto da finanziare per circa 10,5 miliardi di euro, dovuto principalmente all'istituzione di un apposito Fondo per assicurare alle amministrazioni locali la liquidità necessaria ai pagamenti e che ulteriori risorse sono poi state stanziate con il secondo decreto legge, che ha innalzato di altri 7,2 miliardi di euro la dotazione del Fondo sopradetto (contestualmente diminuendolo del medesimo importo per il 2014). Rileva quindi come i due provvedimenti abbiano inciso negativamente sul saldo in questione, come risulta dai corrispondenti decreti di variazione di bilancio, per complessivi 17,7 milioni di euro.
  Per quanto riguarda le entrate ricorda preliminarmente che la legge di bilancio per il 2013 (legge n. 229 del 2012) recava entrate finali in termini di competenza per 568,6 miliardi ed autorizzazioni di cassa per 495,7 miliardi. A seguito delle variazioni intervenute nel corso dell'esercizio gli stanziamenti sono stati determinati in 548,9 miliardi in competenza e in 495,9 miliardi quali autorizzazioni di cassa.
  Analizzando la gestione di competenza, rispetto alle previsioni definitive, segnala come vi siano stati accertamenti di entrate finali (accertamenti) maggiori per 5 miliardi, raggiungendo un valore pari a circa 554 miliardi. Rispetto al consuntivo 2012, le entrate finali hanno registrato nel 2013 un aumento di 8,2 miliardi.
  Più in dettaglio, specifica come tale aumento sia dovuto, per 12,7 miliardi, a maggiori entrate correnti, per la gran parte riferibile alle entrate extratributarie (+10,6 miliardi). Tale incremento è dovuto alla contabilizzazione nel bilancio dello Stato delle entrate e delle spese del bilancio autonomo dell'Amministrazione autonoma dei monopoli dello Stato (AAMS), conseguente alla sua incorporazione nell'Agenzia delle dogane, ai sensi dell'articolo 23-quater del decreto – legge n. 95 del 2012.
  Con riferimento alla gestione dei residui, segnala come i residui complessivi attivi al 1o gennaio 2013 provenienti dai precedenti esercizi ammontassero a 244,1 miliardi. Nel corso dell'esercizio 2013, l'entità dei residui si è andata modificando a seguito sia dell'attività di accertamento e gestione in conto residui sia per la gestione di competenza dell'esercizio 2013, che ha dato luogo alla formazione di nuovi residui. Infatti, rispetto al predetto stock di Pag. 93244,1 miliardi di residui attivi provenienti dagli esercizi precedenti, al 31 dicembre 2013 sono stati accertati residui attivi pari a 190,8 miliardi, di cui solo 25,1 miliardi incassati e 165,6 miliardi ancora da versare o riscuotere. A tale importo di residui pregressi si sono aggiunti 95,5 miliardi di residui di nuova formazione, per un totale di residui attivi, al 31 dicembre 2013, pari a 261,1 miliardi.
  Per quanto riguarda la gestione di cassa, il disegno di legge espone incassi complessivi per 748.512 milioni (in aumento di circa il 5,2 per cento rispetto agli incassi dell'esercizio precedente) e pagamenti per 731.701 milioni (in diminuzione dell'1,7 per cento rispetto al 2012), con valori di consuntivo più bassi delle relative previsioni, sia iniziali sia definitive.
  Anche in tale caso, così come per la gestione di competenza, la gestione di cassa registra un peggioramento dei saldi rispetto ai risultati dell'esercizio 2012, ad eccezione del ricorso al mercato.
  In particolare, il saldo netto da finanziare è risultato nel 2013 pari a –76.947 milioni, con un peggioramento di 18.183 milioni di euro rispetto al risultato raggiunto l'anno precedente (-58.764 milioni di euro). Tale saldo registra comunque valori migliori delle previsioni, sia iniziali che definitive.
  Il risparmio pubblico ha registrato un valore negativo di 19.492 milioni, segnando un contenuto peggioramento di 389 milioni rispetto al 2012, e un miglioramento di 32.218 milioni rispetto alle previsioni definitive. L'importo del ricorso al mercato, invece, ammonta a circa 248.036 milioni di euro, con un miglioramento di circa 24.662 milioni rispetto al dato del 2012.
  Sotto il profilo delle entrate gli incassi complessivi si riferiscono per 483.665 milioni ad operazioni finali e per 264.847 milioni ad operazioni di accensione di prestiti. Rispetto all'esercizio 2012 gli incassi finali nel 2013, segnano un incremento di 11.987 milioni, risultante dell'aumento di gettito sia delle entrate tributarie (meno cospicuo) sia di quelle extratributarie, mentre diminuisce l'apporto delle entrate per alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali e di riscossione di crediti.
  Rileva, in particolare come le entrate tributarie, pari in termini di cassa a 427.901 milioni, abbiano registrato un incremento di 1.895 milioni di euro rispetto al 2012 (+0,4 per cento). Nello specifico, le entrate relative alle imposte indirette, come risultanti dal conto economico consolidato delle amministrazioni pubbliche, evidenziano una riduzione del 3,6 per cento nel 2013 rispetto al 2012, a fronte di un aumento, tra il 2013 e il 2012, dello 0,6 per cento delle entrate relative alle imposte dirette.
  In dettaglio, segnala come, in termini di competenza, le imposte sul patrimonio e sul reddito segnino, nel confronto con il 2012, un incremento dell'1,6 per cento, determinato dalla riduzione dello 0,2 per cento delle imposte sul reddito persone fisiche, dall'aumento del 4,7 per cento delle imposte sul reddito delle società e dall'incremento del 27,3 per cento delle imposte sostitutive. Per quanto riguarda le imposte indirette, l'IVA segna una flessione dell'1,5 per cento, così come le accise sugli oli minerali decrescono del 2,8 per cento, le accise sugli altri prodotti si riducono dell'1 per cento, le imposte sui generi di monopolio si riducono del 5,9 per cento, mentre le imposte di registro e di bollo segnano un incremento del 13,1 per cento.
  In tale ambito osserva come risulti particolarmente alto l'incremento delle imposte in conto capitale, che segnala, tra il 2013 e il 2012, una crescita del 167,4 per cento. Per quanto riguarda invece le entrate extratributarie, pari a 52.406 milioni, esse hanno evidenziato nel 2013 un forte incremento di 15.030 milioni rispetto al 2012 (+40,2 per cento).
  Rileva inoltre come, rispetto alle previsioni definitive, sia le entrate tributarie sia quelle extratributarie risultino, a consuntivo, inferiori rispetto alle attese.
  Con particolare riferimento al settore dei Monopoli ricorda che dal 2013 le entrate tributarie sono al netto di quelle relative agli utili delle lotterie nazionali, Pag. 94delle lotterie istantanee e del bingo, che a decorrere dal 1o gennaio 2013 sono classificate tra le entrate extratributarie.
  Con specifico riferimento ai proventi di Lotto, lotterie e altri giochi, evidenzia come nel complesso essi registrino una flessione del 15 per cento rispetto al 2012, risultante da un incremento del 6,1 per cento delle imposte sui giochi, da una riduzione delle entrate del Lotto del 2,1 per cento e da una flessione del 78,1 per cento delle entrate da lotterie e altri giochi. Le entrate extratributarie risultano invece incrementate del 15,6 per cento nel 2013 rispetto all'esercizio precedente (+11,6 miliardi) per effetto della contabilizzazione nel bilancio dello Stato delle entrate e delle spese del bilancio autonomo dell'Amministrazione autonoma dei monopoli dello Stato (AAMS), conseguente alla sua incorporazione nell'Agenzia delle dogane.
  Segnala come non sia tuttavia possibile effettuare, sotto questo profilo, una comparazione tra 2012 e 2013, in quanto nel 2012 figuravano all'entrata del bilancio soltanto le somme da versare all'erario a valere sui proventi delle attività dei vari giochi, mentre nel bilancio 2013 sono contabilizzate tutte le entrate relative ai giochi, con l'iscrizione tra le entrate tributarie di quelle da versare all'erario relative ai proventi di alcuni giochi, e tra quelle extratributarie ai proventi delle lotterie nazionali, delle lotterie istantanee e del bingo (fino al 2012 contabilizzate tra le entrate tributarie), che prima figuravano sia in entrata sia in spesa nel bilancio autonomo dell'AAMS.
  In tale contesto segnala come uno specifico capitolo della Relazione della Corte dei conti sul Rendiconto 2013, nella parte riguardante le entrate, riguardi l'analisi dell'attività di controllo e di contrasto dell'evasione fiscale. In tale ambito osserva come, tra i principali elementi evidenziati dalla Relazione, anche nel 2013 si confermi la tendenza, già manifestatasi negli anni precedenti, alla progressiva riduzione del numero dei controlli che, nel settore delle imposte dirette ed indirette, si è attestato su poco più di 713.000 (sono stati 741.000 e 756.000, rispettivamente, nel 2012 e nel 2011). Fa inoltre presente che, con riguardo all'attività di accertamento e controllo dell'Agenzia delle entrate, in termini finanziari si registrano nell'anno 2013 entrate per complessivi 13,1 miliardi, con un incremento – dovuto prevalentemente ai maggiori introiti derivanti dai controlli sostanziali e, in minor misura, da quelli da liquidazione automatizzata – di quasi il 5 per cento rispetto all'anno precedente. Inoltre, pur in presenza di una tendenza alla riduzione nel corso nell'ultimo quadriennio, la Corte segnala come permanga elevato il numero (6,7 milioni nell'anno) di comunicazioni di irregolarità emesse annualmente, a conferma della persistente criticità del sistema: ciò anche considerando, rileva la Corte, come soltanto la metà delle comunicazioni dia luogo a pagamento e che, inoltre, una parte consistente delle stesse (circa il 13 per cento) viene annullata in tutto o in parte su iniziativa del contribuente. Risulta altresì in aumento, seppur in misura limitata, il carico netto dei ruoli da riscuotere affidato annualmente ad Equitalia, pari a 76 milioni nel 2013 (74,2 miliardi nel 2012). Viene peraltro osservato come il volume del riscosso totale a mezzo ruoli risulti pari mediamente, nel periodo 2000-2013, a circa l'11,5 per cento del carico affidato.
  Passando quindi a sintetizzare il contenuto del disegno di legge C. 2542, recante l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2014, rileva come esso evidenzi, in termini di competenza, al netto delle regolazioni debitorie e contabili, un peggioramento del saldo netto da finanziare rispetto alle previsioni iniziali di bilancio, attestandosi ad un valore di –41.582 milioni, rispetto ad una previsione iniziale di –38.308 milioni. Tale peggioramento del saldo netto da finanziare è dovuto essenzialmente alla riduzione delle entrate a seguito delle variazioni proposte dal disegno di legge di assestamento, che riguardano esclusivamente le entrate tributarie (-4.152 milioni), legate al peggioramento del quadro macroeconomico per l'anno in corso, nonché Pag. 95all'andamento del gettito effettivo, e al parallelo incremento delle spese, per la gran parte dovuto a variazioni per atto amministrativo (+5.365 milioni). All'interno di tale ultima cifra, circa 2.866 milioni di euro di maggiori spese derivano dall'applicazione del Meccanismo europeo di stabilità, istituito dal Trattato sottoscritto dagli Stati membri della zona euro il 2 febbraio 2012 e ratificato con la legge n. 116 del 2012, che è finanziato, in deroga ai limiti di saldo stabiliti dalla legge di stabilità 2014, mediante l'emissione di titoli del debito pubblico. Peraltro il disegno di legge di assestamento prevede un decremento delle spese finali, interamente ascrivibile alla riduzione delle spesa per interessi, la cui diminuzione (-3.904 milioni rispetto alle previsioni iniziali, –4,2 per cento circa) è da porre in relazione alla dinamica dei tassi di interesse nella prima parte dell'anno.
  Con riferimento al risparmio pubblico (saldo corrente), rileva come si registri invece un lieve miglioramento rispetto alla previsione iniziale, attestandosi a 14.650 milioni, così come il ricorso al mercato (differenza tra le entrate finali e il totale delle spese, incluse quelle relative al rimborso di prestiti), che evidenzia un miglioramento di oltre 10 miliardi (comprensivo anche delle regolazioni debitorie).
  Al riguardo segnala comunque come sia il valore del saldo netto da finanziare sia il valore del ricorso al mercato che si determinano sulla base delle previsioni di assestamento rientrino nel limite massimo stabilito dalla legge di stabilità per il 2014, come successivamente modificato dal decreto – legge n. 66 del 2014, che ha recato misure per il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni e come la relazione illustrativa allegata al disegno di legge rilevi che le variazioni disposte con il disegno di legge di assestamento risultano coerenti con il rispetto dei saldi di finanza pubblica indicati nel Documento di economia e finanza 2014 presentato ad aprile scorso.
  Per quanto attiene ai profili di competenza della Commissione Finanze, segnala come esso proponga, in termini di competenza e al lordo delle regolazioni debitorie, una diminuzione di 15 miliardi delle entrate complessive (entrate finali + accensione di prestiti). Tale variazione è determinata sostanzialmente da maggiori entrate per 2,1 miliardi derivanti da entrate extratributarie a fronte di una diminuzione delle entrate tributarie per 4,1 miliardi e di una riduzione dell'emissione di titoli di Stato (accensione di prestiti) per 13 miliardi.
  Segnala analoghe variazioni per quanto riguarda le entrate di cassa, per le quali viene indicata una diminuzione delle entrate complessive di soli 10,7 miliardi, in quanto, a parità delle altre voci, sono contabilizzate minori entrate da emissione di titoli di Stato per 8,7 miliardi (laddove in termini di competenza è indicata una riduzione di 13 miliardi). Analizzando le entrate finali assestate (quindi non considerando le entrate da accensione di prestiti, pari a 13 miliardi) osserva che le variazioni per atto amministrativo intervenute nel periodo gennaio-maggio 2014 indicano aumenti per circa 1,5 miliardi, di cui 646 milioni di entrate tributarie, 840 milioni di entrate extratributarie e circa un milione da alienazioni ed ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti. A tale aumento per atto amministrativo, il disegno di legge di assestamento reca, invece, una proposta di riduzione delle entrate finali per complessivi 2 miliardi di euro, risultante dalla diminuzione delle entrate del comparto tributario (-4.152 milioni), a fronte di un aumento delle entrate extra tributarie (+2.112 milioni), nonché delle alienazioni ed ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti (+30 milioni).
  In particolare, nell'ambito delle entrate tributarie, osserva come assumano un particolare rilievo le variazioni in diminuzione relative alle imposte sui redditi delle società (-2.936 milioni), all'IVA (-3.020 milioni), alle imposte sui generi di monopolio (-430 milioni), alle imposte di bollo e registro (- 71 milioni) a quelle gravanti sui giochi (-241 milioni) e sulle lotterie (-128 milioni).Pag. 96
  Per quanto riguarda le variazioni in aumento, segnala soprattutto quelle relative alle imposte sostitutive (complessivamente, +2.697 milioni), all'IRPEF (+1.263 milioni), alle altre imposte dirette (+34 milioni) e all'accisa sui prodotti energetici (+280 milioni) e come l'aumento delle entrate extra-tributarie sia dovuto, in gran parte (1.596 milioni), alla partecipazione agli utili dell'istituto di emissione.
  In tale contesto ricorda che la relazione illustrativa al disegno di legge di assestamento evidenzia come le variazioni proposte dal provvedimento per le entrate tributarie scontino l'adeguamento al quadro macro-economico per l'anno corrente, assunto a base nell'elaborazione delle stime contenute nel Documento di Economia e Finanza 2014, nonché l'andamento del gettito. Su tale punto, rileva come la Relazione aggiunga che, per una puntuale quantificazione del gettito dell'esercizio finanziario 2014, non sono al momento conosciuti i dati definitivi concernenti l'autoliquidazione delle imposte sui redditi, considerato che i versamenti a saldo ed in acconto (I rata) relativi alle dichiarazioni dei redditi possono essere effettuati fino al 16 giugno 2014, senza maggiorazione, e successivamente a tale data, entro il 16 luglio 2014, con una maggiorazione dello 0,40 per cento, a titolo di interesse corrispettivo. Per i contribuenti le cui attività sono interessate da studi di settore, tali termini sono differiti, rispettivamente, al 7 luglio 2014 e al 20 agosto 2014.
  Per quanto riguarda le variazioni apportate dal disegno di legge di assestamento allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (Tabella n. 2 allegata al disegno di legge), per quel che concerne gli aspetti di competenza della Commissione Finanze, osserva come assumano principale rilievo i dati relativi alle spese gestite dai centri di responsabilità «Dipartimento delle finanze» e «Guardia di finanza». Con riferimento al centro di responsabilità «Dipartimento delle finanze» assumono rilevanza, in particolare, i programmi: «Regolazione, giurisdizione e coordinamento del sistema della fiscalità», «Prevenzione e repressione delle frodi e delle violazioni agli obblighi fiscali» e «Regolazioni contabili, restituzioni e rimborsi di imposta» ricomprese nella missione «Politiche economico-finanziarie e di bilancio». Per quanto riguarda invece il centro di responsabilità «Guardia di finanza» appare rilevante il programma «Concorso della Guardia di finanza alla sicurezza pubblica» nell'ambito della missione «Ordine pubblico e sicurezza».
  Al riguardo segnala come il disegno di legge di assestamento non apporti variazioni significative a tali programmi.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, informa che la Commissione, secondo quanto richiesto dalla Commissione Bilancio, dovrà concludere l'esame dei provvedimenti entro la giornata di martedì 29 luglio.
  In considerazione dell'imminente ripresa delle votazioni in Aula, rinvia quindi alla prossima settimana il seguito dell'esame del provvedimento.
  In tale contesto, sottolinea come l'imprevedibilità della durata delle votazioni in Assemblea stia rendendo sempre più difficile per le Commissioni svolgere il proprio lavoro con dignità, ricordando di aver segnalato più volte tale questione alla Presidenza della Camera.

  Marco CAUSI (PD), con riferimento alle considerazioni svolte dal presidente Capezzone, ritiene che l'andamento imprevedibile delle votazioni in Aula, più che ledere la dignità del lavoro delle Commissioni, incida sulla funzionalità della stessa Camera, rendendola inefficiente.
  In tale contesto sottolinea come l'atteggiamento di alcuni gruppi, volto a bloccare i lavori del Parlamento, sia strumentalmente teso a dimostrare l'inefficienza dell'istituzione parlamentare, in un quadro suscettibile di sviluppi in senso autoritario, che pregiudicherebbe prima di tutto i diritti dei cittadini.

  La seduta termina alle 14.50.

Pag. 97

AVVERTENZA

  I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

ATTI DEL GOVERNO

Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di semplificazioni fiscali.
Atto n. 99.

Schema di decreto legislativo recante composizione, attribuzione e funzionamento delle commissioni censuarie.
Atto n. 100.

SEDE REFERENTE

Riforma della disciplina delle tasse automobilistiche e altre disposizioni concernenti l'imposizione tributaria sui veicoli.
C. 2397 Capezzone.