CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 15 luglio 2014
271.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 170

RISOLUZIONI

  Martedì 15 luglio 2014. — Presidenza del vicepresidente Ilaria CAPUA. – Interviene il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega per l'editoria, Luca Lotti.

  La seduta comincia alle 13.45.

Variazione nella composizione della Commissione.

  Ilaria CAPUA, presidente, comunica che ha cessato di far parte della Commissione il deputato Giuseppe Romanini ed è entrata a farne parte la deputata Camilla Sgambato.

7-00395 Zampa: Sul processo di riforma per l'editoria digitale, anche nel settore radiotelevisivo.
(Discussione e rinvio).

  La Commissione inizia la discussione della risoluzione in titolo.

  Ilaria CAPUA, presidente, avverte che è stato richiesto che la pubblicità dei lavori Pag. 171dell'odierna seduta della Commissione sia assicurata anche attraverso l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

  Sandra ZAMPA (PD) illustra la risoluzione in titolo, evidenziando come la crisi strutturale che sta vivendo il sistema editoriale italiano e il conseguente crollo delle vendite dei giornali siano dovuti ad una congiuntura economica negativa e alla profonda trasformazione del mercato dei media, connessa all'innovazione tecnologica. Sottolinea, altresì, che il pluralismo e la libertà dell'informazione sono valori da tutelare come «bene pubblico», in quanto condizioni indispensabili per lo spessore e la qualità della democrazia. Chiede, quindi, al Governo chiarimenti sulle recenti notizie relative alla probabile chiusura di talune testate giornalistiche storiche, auspicando che siano adottate tutte le misure necessarie per fornire ai più giovani gli strumenti idonei a discernere le fonti dell'informazione e valutarne l'attendibilità. Ringraziando il rappresentante del Governo per la sensibilità dimostrata sull'argomento, auspica infine che l'Esecutivo si impegni per modificare la normativa vigente in materia di equo compenso, sottolineando la necessità di stabilire un compenso minimo adeguato e all'altezza degli standard di vita attuali, anche tenuto conto del numero di giornalisti italiani che svolgono un'attività «free lance».

  Antonio PALMIERI (FI-PdL) chiede chiarimenti in ordine al prosieguo dei lavori della Commissione sulla risoluzione in esame.

  Ilaria CAPUA, presidente, comunica che nella seduta odierna la Commissione svolgerà la discussione sulla risoluzione in esame e che la votazione sarà rinviata ad una seduta successiva.

  Giuseppe BRESCIA (M5S) dichiara, preliminarmente, che l'intento del suo gruppo non è quello di «distruggere» i giornali e i giornalisti, bensì quello più ambizioso di riformare l'informazione, rinnovarla e liberarla dal «giogo» dei partiti e dei pochi editori che ne detengono il controllo. Ritiene che, per raggiungere tale obiettivo, si debba procedere all'abolizione del finanziamento pubblico all'editoria così com’è concepito oggi, in favore di una forma transitoria destinata alla realizzazione di una reale innovazione e pluralismo. Anche alla luce della drammatica situazione in cui versa l'editoria tradizionale, osserva che è compito della politica accompagnare questo settore verso un diverso assetto tempestivamente e nella maniera più indolore possibile per i professionisti coinvolti. Rileva, quindi, che in altri Paesi europei lo Stato, che pure interviene in campo editoriale, incentivi nuove iniziative e promuova l'innovazione, favorendo così l'allargamento del mercato e la stessa occupazione di settore. Evidenzia che in Italia, invece, sembra che i partiti finora abbiano avuto il mero fine di favorire un sistema «complice» con il potere, agevolando gli interessi dei grandi editori e tutelando le grandi firme a discapito di pluralismo, qualità dell'informazione e libertà di stampa. A tal proposito, ricorda che l'Italia occupa il quarantanovesimo posto del ranking 2014 del Reporter senza frontiere sulla libertà di stampa, alle spalle di Paesi come Estonia, Giamaica, Costa Rica, Namibia, Capo Verde, Ghana e altri ancora. Ritiene, infatti, che finora su questa materia la politica abbia agito male e che, pur essendo stati notevolmente ridotti gli stanziamenti a favore del settore negli ultimi anni, il flusso di denaro pubblico continua a essere consistente. Osserva, infatti, che il Dipartimento per l'editoria della Presidenza del Consiglio ha a disposizione circa 140 milioni di euro per il 2014, 140 milioni di euro per il 2015 e altrettanti per il 2016 e che la legge di stabilità ha stanziato ulteriori risorse per il sostegno all'editoria: 50 milioni per il 2014, 40 per il 2015 e 30 per il 2016, destinati all'avvio di nuove imprese editoriali, alle ristrutturazioni aziendali e agli ammortizzatori sociali. Osserva, quindi, come buona parte di tali risorse sarà destinata a giornali di partito o a Pag. 172testate come Avvenire, Europa, Il Foglio, Italia Oggi, il manifesto, l'Unità. Evidenzia come ben più cospicui, anche se difficili da quantificare, siano invece i contributi indiretti. Innanzitutto, osserva che per i quotidiani o i periodici classificati nella categoria dei prodotti «stampabili», è previsto un regime fiscale agevolato, ossia un'aliquota IVA del 4 per cento sul 20 per cento delle copie stampate. Segnala, altresì, che fino al mese di marzo 2010 i contributi indiretti comprendevano anche agevolazioni postali per la spedizione degli abbonamenti, come previsto dal decreto-legge n. 353 del 2003: in base a tale normativa, il Dipartimento per l'informazione e l'editoria provvedeva a rimborsare Poste italiane della somma corrispondente alle riduzioni complessivamente applicate. Al riguardo, rileva che tali agevolazioni sono state sospese, ma i rimborsi pregressi dovuti a Poste non sono stati ancora estinti. Aggiunge, quindi, che anche l'obbligo di pubblicazione sui quotidiani, per estratto, del bando o dell'avviso per l'affidamento dei contratti pubblici nei settori ordinari, fa confluire ogni anno miliardi di euro nelle casse dei giornali. A tale proposito, osserva che tale obbligo, che vige solo nel nostro Paese, era stato eliminato nel Codice degli appalti del 2006, ma successive modifiche normative hanno di fatto reintrodotto questa forma di finanziamento indiretto. Al riguardo, chiede al Governo di far decorrere dal 1o gennaio 2015, e non più dal 1o gennaio 2016, la soppressione dell'obbligo di pubblicazione.
  Rileva, inoltre, alcune criticità presenti nel testo della risoluzione in esame. Innanzitutto, con riferimento ad un passaggio relativo alla tutela del diritto d'autore online, materia su cui è già intervenuta di recente l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, auspica che si possa superare l'approccio finora tenuto in materia di diritto di autore online, che si è limitato alla mera repressione delle condotte di condivisione abilitate dallo sviluppo della rete Internet, per cogliere, al contrario, le straordinarie possibilità offerte dalle reti di comunicazione elettronica in termini di accesso alle opere tutelate dal diritto d'autore, di creazione e di condivisione di nuove opere, di sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali rese possibili dalla rivoluzione digitale. Esprime perplessità anche in relazione ad un passaggio successivo delle premesse, ove si afferma che il sistema di vendita della stampa quotidiana e periodica non costituisce una comune struttura commerciale e che, di conseguenza, l'attività di vendita di giornali e riviste deve ricadere tra le attività escluse dalla liberalizzazione. Al riguardo, sottolinea che in tutti i Paesi dell'Unione europea la vendita di giornali è liberalizzata.
  Esprime, altresì, una valutazione negativa in ordine al primo impegno della parte dispositiva, volto ad «avviare un processo di riforma e di adeguamento della disciplina per l'editoria digitale, definendo il prodotto digitale, anche nel settore radiotelevisivo». Rileva infatti che, essendo il prodotto editoriale già definito dall'articolo l della legge n. 62 del 200l, non sia necessaria una definizione ad hoc in tal senso.
  Esprime soddisfazione per il fatto che la risoluzione contempli, tra gli impegni del Governo, il sostegno, anche attraverso gli strumenti previsti dall'ordinamento per le start up innovative, alle nuove imprese editoriali basate su progetti di innovazione multimediale. Conclude riservandosi di intervenire nuovamente e in maniera più approfondita nel corso della discussione sulla proposta di legge a sua firma C. 1990, prevista per il prossimo giovedì. Comunica, infine, il proprio gruppo presenterà una risoluzione vertente sul medesimo argomento, auspicando che la Commissione possa addivenire all'elaborazione di un testo condiviso ed unitario.

  Giorgio LAINATI (FI-PdL), nel condividere complessivamente i contenuti della risoluzione in discussione, manifesta un orientamento nettamente contrario alle osservazioni del collega Brescia, pur riconoscendo al suo gruppo una coerenza nel tempo nella posizione di assoluta contrarietà al finanziamento pubblico dell'editoria. Esprime rammarico per la già avvenuta Pag. 173chiusura di quotidiani di partito quali Liberazione e Il Secolo d'Italia che ritiene pregiudichi il pluralismo dell'informazione e il livello di democrazia del sistema. Con riferimento alla questione dell'equo compenso, sollecita il sottosegretario a intervenire presso gli editori per definire compensi dignitosi per i giornalisti.
  Auspica una riforma dei criteri della governance del servizio pubblico e ritiene che l'abolizione del fondo per l'editoria sia perniciosa soprattutto per le micro realtà territoriali che contribuiscono allo sviluppo culturale delle comunità di riferimento. Ricorda che la legge Mammì (n. 223/1990) in modo intelligente lasciò al servizio pubblico e non ai network privati la responsabilità dell'informazione locale regionale. Questa scelta ha comportato peraltro importanti ricadute positive anche in termini occupazionali.
  Nel ribadire, in conclusione, il proprio orientamento favorevole alla risoluzione in discussione, sottolinea tuttavia che non si può chiedere al Governo di risolvere tutti gli annosi e gravi problemi dell'editoria che neanche i Governi precedenti sono riusciti a definire.

  Il sottosegretario Luca LOTTI osserva preliminarmente che la situazione del settore dell'editoria è forse ancora più grave di quella descritta dall'onorevole Zampa, in quanto dati odierni confermano che tutti settori dei media nel 2013 risultano in perdita rispetto al 2012. Il Governo intende rispondere a questa crisi pluriennale dell'editoria con l'istituzione di Fondo straordinario per gli interventi di sostegno all'editoria per il triennio 2014-2016, che ammonta a 120 milioni di euro. I fondo è previsto da un DPCM in attuazione dell'articolo 1 (comma 261) della legge di Stabilità 2014 (legge n. 147 del 2013) in fase di pubblicazione. Il decreto impegna 45 milioni per il 2014 su tre pilastri: prepensionamenti, assunzioni e start-up. Sono destinati ai prepensionamenti 25 milioni di euro, alle assunzioni 12 milioni 500 mila euro, alle start-ut 7 milioni 500 mila euro. La quota maggiore è prevista per i prepensiomenti perché il periodo di crisi impone al Governo un aiuto consistente agli editori. Tuttavia, i finanziamenti possono essere ottenuti solo se ad un prepensionamento corrispondono tre assunzioni. Pertanto un editore non riceve denaro pubblico solo per prepensionare un giornalista, ma per assumerne altri con un rapporto di uno a tre. In nessun caso il giornalista prepensionato potrà essere riassunto nella stessa testata. La misura rappresenta pertanto una sfida nel senso del ricambio generazionale. Aggiunge che oltre 12 milioni sono destinati dal DPCM alle nuove assunzioni sotto forma di sgravi fiscali per gli editori che stabilizzano i rapporti di lavoro. Ancora una volta non si tratta di un regalo agli editori, ma di un sostegno concreto ad un settore in crisi e a giornalisti precari. Il Governo ha inoltre ritenuto opportuno sostenere le start up sull'innovazione digitale, rivolto anche al rinnovamento delle testate esistenti. In questo caso, sono previste misure di accesso al credito e non finanziamenti diretti. Preannuncia che il Governo presenterà due riforme che arriveranno all'attenzione del Parlamento nel prossimo mese di settembre periodo in cui solitamente sono ridistribuiti i fondi diretti alle agenzie e quelli rivolti ai giornali.
  Per quanto riguarda l'equo compenso, sottolinea che nella Commissione per la valutazione dell'equo compenso istituita dalla legge n. 233 del 2012, il Governo ha svolto una parte terza rispetto a altri quattro soggetti che hanno dovuto trovare una mediazione rispetto a questo annoso problema. Il Governo ha preso atto di un accordo che stabiliva per un articolo da 1.600 battute il compenso minimo è di 20 euro. I Governo ha ritenuto accettabile l'accordo raggiunto in sede di commissione su un compenso che, a suo avviso, appare «minimo» più che «equo».
  Con riferimento infine alla questione relativa all'obbligo l'obbligo di pubblicazione sui quotidiani, per estratto, del bando o dell'avviso per l'affidamento dei contratti pubblici nei settori ordinari, sottolinea che la proroga è motivata dall'esigenza Pag. 174di incidere in modo graduale sui bilanci in corso dei soggetti editoriali.

  Ilaria CAPUA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia, quindi, il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.45.

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 15 luglio 2014. — Presidenza del vicepresidente Ilaria CAPUA. – Interviene il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo, Francesca Barracciu.

  La seduta comincia alle 14.45.

Proposta di nomina dell'ambasciatore Ludovico Ortona ad amministratore unico della Società per lo sviluppo dell'arte, della cultura e dello spettacolo – ARCUS Spa.
Nomina n. 38.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame della proposta di nomina all'ordine del giorno.

  Roberto RAMPI (PD), relatore, ricorda che il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, con lettera datata 26 giugno 2014, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 10, comma 6, della legge n. 352 del 1997, e dell'articolo 4, comma 4, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95 la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina dell'ambasciatore Ludovico Ortona ad amministratore unico della Società per lo sviluppo dell'arte, della cultura e dello spettacolo-ARCUS Spa. Questa richiesta è stata assegnata alla VII Commissione ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento. Rileva che, nella suddetta lettera, il Ministro Franceschini ha previamente ricordato i precedenti incarichi dell'Ambasciatore Ortona al vertice di ARCUS Spa, prima come presidente della Società per lo sviluppo dell'arte, della cultura e dello spettacolo-ARCUS Spa e, successivamente, quale amministratore unico della stessa, per poi allegare il curriculum vitae dello stesso. Sottolinea che il 9 luglio scorso la 7o Commissione permanente del Senato ha approvato il parere favorevole sulla suddetta proposta di nomina. Informa quindi che, in particolare, nella predetta lettera di trasmissione del Ministro Franceschini viene ricordato che, a seguito della messa in liquidazione della società ARCUS Spa a decorrere dal 1o gennaio 2014, disposta dall'articolo 12, commi da 24 a 30, del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, con decreto interministeriale 17 settembre 2012 l'Ambasciatore Ludovico Ortona è stato nominato amministratore unico della medesima società fino al 31 dicembre 2013. Nelle premesse del predetto provvedimento veniva dato atto dei pareri positivi espressi dalle competenti Commissioni permanenti del Senato e della Camera dei deputati sulla precedente nomina dell'Ambasciatore Ludovico Ortona in qualità di Presidente della società ARCUS Spa, avvenuta con decreto interministeriale 1o luglio 2010. Ricorda che nella suddetta lettera viene rammentato che l'articolo 39, comma l-bis, del decreto legge n. 69 del 2013, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 98 del 2013, ha poi disposto l'abrogazione delle suddette disposizioni del decreto legge n. 95 del 2012 e che si ritiene pertanto di procedere nuovamente alla nomina di un amministratore unico, ai sensi dell'articolo 14 dello Statuto della società ARCUS, essendo scaduto il suddetto termine del 31 dicembre 2013. Al riguardo, è stato quindi comunicato dal Ministro il suo intendimento, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di confermare l'Ambasciatore Ludovico Ortona nell'incarico di amministratore unico della Società per lo sviluppo dell'arte, della cultura e dello spettacolo ARCUS Spa, fino alla data dell'assemblea convocata per l'approvazione del bilancio relativo all'esercizio 2016, sottolineando che l'Ambasciatore Ludovico Pag. 175Ortona è in possesso di elevata competenza gestionale e manageriale e di qualificata esperienza professionale. Con riferimento al curriculum vitae trasmesso, segnala che questo riporta che l'Ambasciatore Ludovico Ortona è nato a Zara (Croazia), nel 1942; che lo stesso si è laureato in giurisprudenza nel 1965 e che è entrato in carriera diplomatica nel 1967. Questi, dopo una prima esperienza come Segretario di legazione in Messico, è stato console a Montreal e poi è stato trasferito a Ginevra alla Rappresentanza permanente presso le organizzazioni internazionali. Tornato a Roma, dopo un periodo al Servizio stampa del Ministero degli esteri è stato posto fuori ruolo presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e quindi trasferito a Washington come Primo consigliere per la stampa. Nel 1985 è stato nominato capo ufficio stampa alla Presidenza della Repubblica con il Presidente Francesco Cossiga, con il quale ha collaborato per l'intero settennato. Nel 1988 viene nominato Inviato straordinario e Ministro plenipotenziario. È stato Ambasciatore a Lisbona dal 1992 al 1995 e a Teheran dal 1995 al 2000. Rientrato al Ministero degli affari esteri nel 2000, ha ricoperto l'incarico di Direttore generale per i Paesi delle Americhe e, nel 2005, è stato nominato Ambasciatore a Parigi, dove è rimasto fino al marzo 2009. Ricorda quindi che il 2 giugno 2008 gli è stata conferita l'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Il 25 maggio 2010 ha ricevuto dal Primo Ministro francese Fran ois Fillon le insegne di Commendatore della Legione d'Onore. Il 1o luglio 2010 – come ricordato – è stato nominato Presidente di Arcus Spa. Il 28 settembre 2011 assume la Presidenza dell'Associazione Parchi e Giardini d'Italia, costituita con finalità di tutela, conservazione, recupero, valorizzazione e promozione del patrimonio di parchi e di giardini su tutto il territorio italiano. Il 31 maggio 2012 è nominato presidente dell'Associazione amici dei musei di Roma. Il 17 settembre 2012, come anticipato, con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e del Ministro per le infrastrutture ed i trasporti, è stato nominato amministratore unico della Arcus Spa. Il 27 maggio 2013 è nominato vicepresidente dell'Institut Européen des Jardins et Paysages di Bénouville. Il 13 giugno 2013 ha ricevuto l'onorificenza di Officier de l'Ordre des Arts et des Lettres della Repubblica Francese. Dal 16 dicembre 2013 ha assunto la Presidenza della Fondazione Nuovi Mecenati, fondazione franco-italiana per la creazione contemporanea sostenuta dall'Ambasciata di Francia in Italia.

  Simone VALENTE (M5S) chiede se sia possibile procedere all'audizione dell'Ambasciatore Ortona prima di proseguire con la votazione sulla proposta di nomina in esame.

  Ilaria CAPUA, presidente, fa presente che l'audizione dell'Ambasciatore Ortona potrà aver luogo solo dopo la sua nomina ad amministratore unico della Società per lo sviluppo dell'arte, della cultura e dello spettacolo-ARCUS Spa.

  Antonio PALMIERI (FI-PdL) ricorda che durante la XVI legislatura, in qualità di relatore della proposta di nomina dell'ambasciatore Ortona a presidente della Società ARCUS, aveva proposto di procedere ad una sua audizione immediatamente dopo la votazione sulla nomina, così come poi è avvenuto. Si associa, pertanto, alla richiesta formulata dai colleghi di convocare l'Ambasciatore Ortona affinché possa riferire alla Commissione sulla sua attività.

  Simone VALENTE (M5S) osserva che ARCUS è una società interamente partecipata dal Ministero dell'economia, ma sotto il diretto controllo del MIBACT, che il Governo Monti, in ottica di spending review, decise di porre in liquidazione. Rileva che, a seguito di un emendamento della collega Centemero al cosiddetto decreto del Fare, si decise di mantenere in vita la società. Osserva che la vera mission Pag. 176di questa struttura, guidata dal 1o luglio 2010 da Ludovico Ortona, sarebbe finalizzata a fornire finanziamenti a pioggia sul territorio e ad interventi spot, che eluderebbero il controllo parlamentare. Condivide pienamente la definizione data alla società da Giuseppe Urbino, segretario nazionale Confsal-Unsa Beni Culturali, di «un ente ad uso e consumo degli uffici dei gabinetti dei ministri». precisa che per questo motivo, durante la discussione sul cosiddetto decreto del Fare, il suo gruppo aveva chiesto di ripristinare le norme del Governo Monti che avevano posto la società in liquidazione. Segnala che ARCUS dovrebbe essere una società operante in house providing del Ministero, che la definisce «ente pubblico strumentale», ma che in realtà, come sostiene l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici nella deliberazione n. 67 del 2011, tale non è. Rileva che mancherebbero infatti due su tre criteri, stabiliti da uno dei decreti Bersani. In particolare, l'Amministratore Unico ha ampi poteri per il raggiungimento della mission, come si evince dallo Statuto. Osserva, inoltre, che le quote del Ministero dell'economia sono inalienabili, ma al capitale possono partecipare enti locali e regionali, soggetti pubblici e privati, previa emissione di nuove azioni. Rileva, infine, che non si registra alcuna attività societaria posta in essere con il MIBACT mediante contratti o convenzioni. Aggiunge che, in sostanza, il MIBACT, che esercita i diritti dell'azionista, non ha alcun potere di controllo e indirizzo. Evidenzia, quindi, l'ulteriore requisito mancante, ossia l'attività prevalente verso l'ente affidante, non segnalata dall'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici. Al riguardo, segnala che la normativa europea e il decreto Bersani prevedono che la società debba svolgere «in maniera prevalente» l'attività dell'oggetto sociale a favore dell'ente affidante, in questo caso il MIBACT (proprio perché esercita i diritti dell'azionista). Rileva tuttavia che tale requisito non è stato rispettato e che pertanto la società non si configura come operante in house providing: qualora compia interventi su beni di proprietà statale, dovrebbe quindi svolgere gare d'appalto di evidenza pubblica. Osserva, quindi, che tali criticità riguardano anche la gemella Ales Spa, «doppione» di Arcus e che la gestione operativa della società non sembra quindi aver comportato alcuna inversione di tendenza. Osserva infine che il Governo con il decreto cosiddetto ART-BONUS ha deciso di eliminare la principale fonte di finanziamento di ARCUS Spa per destinarla al Piano strategico Grandi beni culturali: ciò dimostra a suo avviso l'intenzione di dismettere la società.

  Il sottosegretario Francesca BARRACCIU sottolinea che è primario interesse del Governo dare nuovo impulso alle attività della società, incrementando la possibilità di controllo sugli interventi adottati e sulle priorità definite, al fine di valutare la possibilità che la società continui a svolgere la sua mission.

  Ilaria CAPUA, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.55.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 15 luglio 2014. — Presidenza del vicepresidente Ilaria CAPUA.

  La seduta comincia alle 14.55.

Disciplina generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo.
Nuovo testo C. 2498 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Giulia NARDUOLO (PD), relatore, sottolinea che il disegno di legge di iniziativa Pag. 177governativa in esame – cui sono state abbinate le proposte di legge C. 665 Santerini, C. 832 Marcon, e C. 2201 Spadoni – composto di 33 articoli, è stato approvato in prima lettura dal Senato il 25 giugno 2014. Assegnato alla Commissione Affari esteri della Camera, in sede referente, è stato modificato da quest'ultima con l'approvazione di alcuni emendamenti il 10 luglio 2014. È quindi sul testo risultante dagli emendamenti approvati in tale seduta che la VII Commissione deve esprimere il proprio parere di competenza. Rileva quindi che il presente provvedimento legislativo ha l'intento di riformare la legge n. 49 del 1987 (»Nuova disciplina della cooperazione dell'Italia con i paesi in via di sviluppo») che regolamenta la cooperazione internazionale, dopo oltre un decennio di tentativi di riforma mai andati a buon fine. Nonostante gli aspetti di stretta competenza della Commissione Cultura siano limitati ad alcune disposizioni, l'interesse della nostra Commissione è comunque rafforzato dalla consapevolezza che lo spirito che sottende la cooperazione internazionale ha anche un alto valore culturale ed educativo. Esaminando nello specifico l'articolato, l'articolo 1 indica l'oggetto e le finalità del provvedimento; in particolare, prevede che la cooperazione internazionale per lo sviluppo sostenibile, i diritti umani e la pace siano parte integrante e qualificante della politica estera dell'Italia, ispirandosi ai princìpi della Carta delle Nazioni Unite ed alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea. Prevede inoltre che l'azione della cooperazione allo sviluppo, conformemente all'articolo 11 della Costituzione, contribuisca alla promozione della pace e della giustizia e miri a promuovere relazioni solidali e paritarie tra i popoli, fondate sui princìpi di interdipendenza e partenariato. Inoltre, il comma 4 dello stesso articolo 1 prevede che l'Italia promuova l'educazione, la sensibilizzazione e la partecipazione di tutti i cittadini alla solidarietà internazionale, alla cooperazione internazionale e allo sviluppo sostenibile. Aggiunge che l'articolo 2 indica i destinatari (popolazioni, organizzazioni e associazioni civili, settore privato, istituzioni nazionali e amministrazioni locali dei Paesi partner) e i criteri di realizzazione delle iniziative di cooperazione allo sviluppo, individuati in coerenza con i princìpi condivisi nell'ambito dell'Unione Europea e delle organizzazioni internazionali di cui l'Italia è parte. Rileva poi che l'articolo 3 sancisce l'importanza della cooperazione allo sviluppo svolta dall'Italia con il cambiamento di denominazione del Ministero degli affari esteri, che assume la nuova denominazione di «Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale». Aggiunge quindi che il capo II del provvedimento in esame (articoli 4-10) disciplina gli ambiti di applicazione dell’«aiuto pubblico allo sviluppo» (APS). Ricorda poi che l'articolo 11 indica le competenze del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale – cui è affidata la responsabilità politica della cooperazione allo sviluppo – e del vice ministro della cooperazione allo sviluppo e che l'articolo 12 prevede che il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, predisponga il «Documento triennale di programmazione e di indirizzo e relazione sulle attività di cooperazione»: questo documento deve essere approvato dal Consiglio dei ministri entro il 31 marzo di ogni anno, previa acquisizione dei pareri delle Commissioni parlamentari competenti (così come disciplinato dall'articolo 13), e previa approvazione da parte del Comitato interministeriale di cui al successivo articolo 15. Aggiunge che il nuovo comma 4-bis del medesimo articolo 12 specifica che, al fine di garantire l'assunzione di impegni internazionali certi, gli stanziamenti triennali per la cooperazione allo sviluppo individuati nella legge di bilancio non possano subire riduzioni e che le risorse relative a ciascun esercizio finanziario, non impegnate nell'esercizio stesso, siano riportate per intero nell'esercizio successivo. Inoltre, ai sensi dell'articolo 14, al rendiconto generale dello Stato deve essere allegata una relazione che evidenzi gli stanziamenti destinati alla cooperazione Pag. 178allo sviluppo. Con riferimento all'articolo 15, ricorda che questo istituisce nuovamente il Comitato interministeriale per la cooperazione allo sviluppo, con il compito di assicurare la programmazione ed il coordinamento delle attività denominate «aiuto pubblico allo sviluppo» e la coerenza delle politiche nazionali con i fini della cooperazione allo sviluppo. Esso è presieduto dal Presidente del Consiglio dei ministri ed è composto, tra gli altri, anche dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Rileva poi che l'articolo 16 disciplina il Consiglio nazionale per la cooperazione allo sviluppo, composto dai principali soggetti pubblici e privati, profit e non profit, inclusi rappresentanti dei Ministeri coinvolti, delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano, degli enti locali, dell'Agenzia per la cooperazione allo sviluppo di cui al successivo articolo 17, delle principali organizzazioni di cooperazione allo sviluppo e aiuto umanitario, delle università e del volontariato. Aggiunge che il comma 3 del medesimo articolo 16 prevede che, ogni tre anni, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale convochi una Conferenza pubblica nazionale per favorire la partecipazione dei cittadini nella definizione delle politiche di cooperazione allo sviluppo. Evidenzia poi che il capo IV disciplina l'istituzione e il funzionamento dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (articoli 17-19), la quale possiede personalità giuridica di diritto pubblico ed è sottoposta al potere di indirizzo e vigilanza del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, e reca norme sulla Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (articolo 20) e sull'istituendo «Comitato congiunto per la cooperazione allo sviluppo» (articolo 21). Aggiunge che il nuovo articolo 21-bis prevede poi che la Cassa depositi e prestiti S.p.A. possa assolvere ai compiti di Istituzione Finanziaria per la cooperazione internazionale allo sviluppo. Rileva poi che il capo V specifica i soggetti che fanno parte del sistema della cooperazione allo sviluppo (articolo 22) e sottolinea come l'Italia ne favorisca l'apporto e la partecipazione ai processi di sviluppo dei Paesi partner: le amministrazioni dello Stato, le università e gli enti pubblici (articolo 23); le regioni, le province autonome di Trento e di Bolzano e gli enti locali (articolo 24); le organizzazioni della società civile e gli altri soggetti senza finalità di lucro (articolo 25); i soggetti con finalità di lucro – fatta eccezione per le imprese nel settore del commercio di armamenti – qualora agiscano nel rispetto dei princìpi di trasparenza, concorrenzialità e responsabilità sociale (articolo 26). Aggiunge che l'articolo 27 reca disposizioni in materia di personale impiegato all'estero nelle attività di cooperazione internazionale allo sviluppo, promuovendo anche forme di volontariato e servizio civile – ivi compresi i corpi civili di pace – nell'ambito delle iniziative di cooperazione allo sviluppo. Rileva inoltre che l'articolo 28 prevede che l'Italia favorisca l'instaurazione di collaborazioni istituzionali con i Paesi partner, nel rispetto dei princìpi di piena appropriazione dei processi di sviluppo e di efficacia degli aiuti, favorendo anche forme di collaborazione triangolare. Evidenzia poi che il capo VI (articoli 29-33) reca, infine, norme transitorie e finali, concernenti le conseguenti abrogazioni e modifiche di disposizioni vigenti e la copertura finanziaria del provvedimento.
  Formula quindi una proposta di parere favorevole (vedi allegato).

  Nessuno chiedendo di parlare, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 15.10.

SEDE REFERENTE

  Martedì 15 luglio 2014. — Presidenza del vicepresidente Ilaria CAPUA.

  La seduta comincia alle 15.10.

Pag. 179

Disposizioni per il riconoscimento e la promozione della funzione sociale dello sport nonché delega al Governo per la redazione di un testo unico delle disposizioni in materia di attività sportiva.
C. 1680 Fossati.

(Seguito dell'esame e rinvio – Abbinamento della proposta di legge C. 1425 Di Lello).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 29 maggio 2014.

  Ilaria CAPUA, presidente, comunica che è stata assegnata alla Commissione la proposta di legge C. 1425 Di Lello, recante «Disciplina delle associazioni sportive dilettantistiche e disposizioni per la promozione della loro attività». Vertendo su analoga materia della proposta di legge in esame, ne propone l'abbinamento alla proposta di legge in esame.

  La Commissione concorda.

  Ilaria CAPUA, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.15.

COMUNICAZIONI DEL GOVERNO

  Martedì 15 luglio 2014. — Presidenza del vicepresidente Manuela GHIZZONI. – Interviene il ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini.

  La seduta comincia alle 20.45.

Sulle prospettive di riorganizzazione del dicastero dei beni e delle attività culturali e del turismo, in base a quanto previsto dall'articolo 16, comma 4, del decreto-legge n. 66 del 2014, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2014, n. 89.
(Svolgimento e conclusione).

  Manuela GHIZZONI, presidente, avverte che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

  Il ministro Dario FRANCESCHINI rende una comunicazione sull'argomento in titolo.

  Intervengono per porre quesiti e formulare osservazioni i deputati Antonio PALMIERI (FI-PdL), Flavia PICCOLI NARDELLI (PD) e Gianna MALISANI (PD), ai quali risponde il ministro Dario FRANCESCHINI.

  Manuela GHIZZONI, presidente, pone ulteriori domande cui replica il ministro Dario FRANCESCHINI.

  Manuela GHIZZONI, presidente, ringrazia il ministro Franceschini e dichiara conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 21.15.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta odierna è pubblicato in un fascicolo a parte.

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