CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 9 luglio 2014
268.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
COMUNICATO
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AUDIZIONI INFORMALI

  Mercoledì 9 luglio 2014.

Audizione dei rappresentanti dei movimenti agricoli Associazione medici per l'ambiente (ISDE), Associazione rurale italiana (ARI), Centro internazionale Crocevia, Confederazione delle associazioni e sindacati liberi dei lavoratori europei (Confeuro), Coordinamento europeo Via Campesina, Federazione italiana movimenti agricoli (FIMA) e Rete Semi rurali, nell'ambito dell'esame della proposta di legge C. 302 Fiorio, recante la riforma della normativa nazionale sull'agricoltura biologica, della proposta di regolamento dell'Unione europea relativo alla produzione biologica e all'etichettatura dei prodotti biologici (COM(2014) 180 final) e della Comunicazione della Commissione europea – Piano d'azione per il futuro della produzione biologica nell'Unione europea (COM(2014) 179 final).

  L'audizione informale è stata svolta dalle 13.40 alle 14.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 9 luglio 2014. — Presidenza del vicepresidente Massimo FIORIO.

  La seduta comincia alle 14.40.

DL 90/14: Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari.
C. 2486 Governo.
(Parere alla I Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio).

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  La Commissione prosegue l'esame del disegno di legge, rinviato nella seduta di ieri.

  Massimo FIORIO (PD), presidente, comunica che il gruppo M5S ha chiesto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sia assicurata anche mediante trasmissione con impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Ricorda quindi che nella seduta di ieri il relatore, onorevole Carra, ha svolto la relazione introduttiva.

  Marco CARRA (PD), relatore, illustra una proposta di parere favorevole con una condizione (vedi allegato), che riprende le considerazioni già esposte nella seduta di ieri, tenendo conto anche dell'audizione dell'Unioncamere, svoltasi ieri presso la I Commissione.

  Filippo GALLINELLA (M5S) chiede che il parere non sia votato nella seduta di oggi, in quanto, al di là del merito del provvedimento in esame, ritiene necessario stabilire in linea generale che non si procede alla deliberazione se non sono trascorse 24 ore dalla presentazione della proposta di parere.

  Alessandra TERROSI (PD) dichiara di condividere la proposta del relatore, soprattutto per il richiamo al criterio di gradualità in essa contenuto.

  Luciano AGOSTINI (PD) osserva che la proposta di parere del relatore contiene elementi di ambiguità rispetto alla riforma del sistema delle camere di commercio.
  In particolare, se l'obiettivo di riformare il paese è generalmente condiviso, si verifica che di fronte ad una proposta di riforma si manifestano richieste di allontanarla nel tempo. Per quanto riguarda le camere di commercio, ritiene evidente che l'intervento proposto dal decreto-legge non è sufficiente, perché il sistema camerale appare oggi sovradimensionato e costituisce una delle fonti di spreco di risorse. Da questo punto di vista, il dimezzamento dei diritti camerali non risolve il problema, ma costituisce un punto di partenza.
  Per questi motivi, condivide l'auspicio per una riforma complessiva e ritiene che il richiamo a criteri di gradualità per la riduzione dei diritti camerali risponda ad una logica di compromesso. Non condivide invece la condizione proposta, laddove sembra subordinare tale intervento alla riforma complessiva. Invita perciò a iniziare dalla misura individuata dal decreto-legge per porre le basi per un deciso intervento di riforma o di eliminazione delle camere di commercio.

  Monica FAENZI (FI-PdL), concordando con il deputato Agostini, osserva che anche questa volta, di fronte a provvedimenti pur lievi in favore delle imprese, si devono registrare pressioni di segno opposto per rallentarli, quando invece sarebbe necessario un intervento ben più coraggioso. Sottolinea infatti la necessità di una vera riforma della pubblica amministrazione, ma prevede analoghe difficoltà, come per la soppressione delle province.
  Concorda sulla necessità di un tempo maggiore per esaminare la proposta di parere, ritenendola allo stato attuale non condivisibile.

  Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) ritiene che la proposta di parere del relatore prenda in considerazione anche le preoccupazioni avanzate dal collega Agostini. In essa, infatti, si afferma la riduzione dei diritti camerali, come proposto dal Governo, ma in modo graduale e collegato ad una riorganizzazione efficiente e adeguata dell'ordinamento delle camere di commercio, ad esempio procedendo all'accorpamento delle realtà minori, esigenza già maturata all'interno del mondo camerale; vi è inoltre la necessità di salvaguardare i livelli occupazionali. Pertanto, non vi è una mera difesa dell'assetto esistente. Un intervento graduale non rischierebbe poi di interferire con gli interventi agevolativi a sostegno del credito operato tramite i confidi, che porterebbero all'impiego di 70 milioni di euro, necessari Pag. 165alla vita economica di moltissime imprese, anche agricole, che soffrono per la crisi economica.
  Ritiene quindi che la Commissione possa pronunciarsi sin d'ora sulla proposta del relatore.

  Mino TARICCO (PD) osserva che un'accurata riflessione sul tema delle camere di commercio può impegnare per lungo tempo, visto che le camere di commercio costituiscono una realtà talmente differenziata sui territori da richiedere necessariamente valutazioni estremamente differenziate. A suo giudizio, la realtà camerale dovrebbe invece essere resa il più omogenea possibile in tutto il paese, modulando un intervento di razionalizzazione che porti le camere di commercio ad esprimere al meglio i loro compiti a sostegno delle imprese.
  Nel merito del decreto-legge, paventa le conseguenze negative per la vita delle imprese di un indebolimento dell'attività di sostegno in favore dei confidi. In tal senso, riterrebbe più chiaro definire la riorganizzazione dell'ordinamento camerale quale presupposto necessario «ad» ogni intervento sul sistema di finanziamento.
  Invita pertanto i colleghi a esprimersi, manifestando disponibilità ad una ulteriore riflessione sul ruolo del sistema camerale, che tuttavia certamente non potrà avvenire in tempo utile per la deliberazione del parere.

  Gian Pietro DAL MORO (PD), condividendo l'esigenza di un'ulteriore riflessione prima della deliberazione del parere, osserva che se la realtà delle camere di commercio è variegata, è anche vero che le stesse non rappresentano più la realtà economico-imprenditoriale italiana. Infatti, per esempio, nei relativi organi non è rappresentata l'importante realtà delle imprese e delle società di servizi. Soprattutto, però, vi sono camere di commercio che svolgono attività in favore delle imprese e altre che sono invece divenute centri di potere, che detengono quote di partecipazione in società pubbliche e che esercitano influenze di tipo politico. Queste, pertanto, non destinano le loro risorse solo a sostegno dei confidi, che sono invece promossi dalle associazioni di categoria e sostenuti piuttosto dallo Stato o dalle regioni; peraltro, i confidi devono ora adeguarsi ai requisiti previsti per gli intermediari finanziari.
  Per questi motivi, sottolineando che il Governo operato una scelta, condivide l'esigenza di rivedere l'attuale sistema, che non sembra avere ragione di esistere. In ogni caso, comprendendo l'esigenza di valutare gli effetti del taglio, ritiene che si possano far esplicitamente salvi gli interventi in favore dei confidi.
  In conclusione, rileva l'opportunità di un approfondimento anche in seno al suo gruppo, per poi pervenire ad una sintesi.

  Luciano AGOSTINI (PD), precisando che è suo costume attenersi alle indicazioni del gruppo, fa presente che intendeva semplicemente esprimere una valutazione personale della proposta di parere.
  In particolare, per rendere più comprensibile la pronuncia della Commissione, invita a riformulare la condizione nel senso di limitarsi a richiedere una riduzione graduale dei diritti camerali. Ritiene invece contraddittorio il richiamo al percorso «condiviso» verso una riorganizzazione dell'ordinamento camerale alla quale dovrebbe seguire la riduzione delle risorse.
  Dichiara infine di voler aggiungere alle condivisibili considerazioni del collega Dal Moro sul ruolo attuale del sistema camerale solo una sottolineatura della necessità di una autoriforma.

  Laura VENITTELLI (PD), premesso che per ciascuno la provenienza territoriale determina un diverso punto di vista sull'attività svolta dalle camere di commercio, osserva che se si deve razionalizzare il complessivo uso delle risorse non si può non considerare anche il sistema camerale.
  Per quanto riguarda i confidi, la valutazione è necessariamente determinata dalle realtà locali, visto che gli stessi non Pag. 166svolgono una funzione istituzionale e sono attivati con modalità differenziate sul territorio. In ogni caso, la drastica riduzione delle fonti di finanziamento delle camere di commercio non può che metterle in seria difficoltà, laddove non vi sia adeguata preparazione.
  In conclusione, ritiene necessaria una complessiva riforma delle camere di commercio, per renderle funzionali al sistema delle imprese e sottrarle a logiche clientelari. Allo stato, tuttavia, si potrebbe inserire nel parere una indicazione per una riduzione graduale delle fonti di finanziamento, per non compromettere anche le attività meritevoli.

  Mino TARICCO (PD), precisando che i confidi devono adeguarsi ai requisiti patrimoniali previsti dall'articolo 107 del testo unico bancario, fa presente che le camere di commercio destinano risorse in favore dei confidi, ma non partecipano alla relativa gestione. Ne consegue che i finanziamenti che aumentano la massa patrimoniale dei confidi sono importanti, ma non ai fini dell'articolo 107 del testo unico bancario.

  Laura VENITTELLI (PD) sottolinea che le camere di commercio e i confidi costituiscono realtà separate e che l'articolo 107 del testo unico bancario non interessa le Camere di commercio, ma solo i confidi.

  Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) ritiene opportuno, considerata la richiesta del gruppo Movimento 5 Stelle, un rinvio del seguito dell'esame, al fine di poter compiere un approfondimento sulle questioni sollevate dai colleghi. In tale direzione, invita i colleghi ad approfondire anche quanto emerso nell'audizione dell'Unioncamere, tenutasi ieri presso la I Commissione.
  Quanto al giudizio sulle camere di commercio, ritiene che anche da parte sua vi potrebbe essere un giudizio duro, sulla base delle esperienze del suo territorio, ma sottolinea in ogni caso che diversa è la valutazione complessiva delle funzioni del sistema camerale in favore delle imprese.

  Susanna CENNI (PD), manifestando apprezzamento per il lavoro del relatore, sottolinea che il decreto-legge incide solo su un parziale segmento dell'ordinamento delle camere di commercio, mentre il riordino dello stesso riguarda il complesso delle realtà esistenti sul territorio e non solo quelle meno attive. Per esempio, il riordino dovrà essere coerente anche con la redistribuzione delle competenze in materia di sviluppo economico tra le città metropolitane e le regioni, conseguente all'abolizione delle province e al riassetto degli enti locali.
  Da questo punto di vista, ritiene che la proposta del relatore si sia correttamente concentrata sull'articolo 28 del decreto-legge, che nell'immediato determina problemi di funzionamento per le camere di commercio, e abbia indicato coerentemente la necessità di adottare criteri di gradualità. Per il resto, la proposta del relatore può essere anche riformulata, ma non sembra contraddittoria con l'obiettivo della riorganizzazione del sistema camerale.

  Siro MARROCU (PD), premesso che la conoscenza della realtà sarda lo induce a condividere le considerazioni del collega Dal Moro, invita ad evitare che il parere della Commissione possa apparire contrario all'operazione proposta dal Governo. In particolare, ritiene che ci si dovrebbe limitare a indicare un criterio di gradualità nella riduzione delle risorse destinate alle camere di commercio. Sottolinea poi che il criterio della condivisione non dovrebbe mai essere richiamato in relazione ad interventi di riforma, per i quali si può semmai prevedere un «coinvolgimento» delle realtà interessate. Per quanto riguarda le camere di commercio, ritiene in ogni caso necessaria una riforma più ampia, che non si fermi ai tagli, ma incida anche sulle questioni delle partecipazioni societarie e del rapporto con il territorio.

  Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) invita il relatore a considerare una riformulazione della condizione proposta, nel senso di segnalare l'esigenza di rivalutare Pag. 167la riduzione dei diritti camerali prevista dall'articolo 28, prevedendo un percorso graduale in modo da garantire i livelli occupazionali e non compromettere lo svolgimento da parte delle camere di commercio delle funzioni e delle competenze attribuite dalla legge, tra i quali gli interventi in favore dei confidi, per 70 milioni di euro annuali.

  Gian Pietro DAL MORO (PD) ribadisce che comprende la proposta di indicare un criterio di gradualità nella riduzione dei diritti camerali, per quanto anche la misura proposta dal Governo potrebbe considerarsi graduale rispetto ad un possibile azzeramento dei diritti camerali. Infatti, è da anni che si parla di riforma delle camere di commercio, che ormai non rappresentano la realtà economico-imprenditoriale italiana. A suo giudizio, peraltro, il dimezzamento dei diritti camerali non incide sui lavoratori dipendenti e sul sostegno ai confidi, aspetti che potrebbero comunque essere esplicitamente fatti salvi. Occorre però, escludendo il principio della condivisione, dare un segnale chiaro per obbligare le camere di commercio a riformarsi, perché non sono più sedi di rappresentanza delle categorie economiche, ma luoghi di potere, perché gestiscono partecipazioni in società pubbliche rilevanti e finiscono anche per orientare il voto politico e amministrativo in sede locale. Per questo, ritiene che si potrebbe arrivare all'azzeramento dei diritti camerali, se non vi sarà la riforma delle camere di commercio, perché le condizioni del Paese non consentono di procedere ancora come è stato fatto per anni. Si tratta forse di una forzatura, che è tuttavia necessaria per semplificare la macchina dello Stato, obiettivo che comprende peraltro anche una riflessione sul ruolo dei corpi intermedi.

  Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) precisa che, in base alla legge di stabilità 2014, le camere di commercio possono mettere a disposizione dei confidi risorse proprie aggiuntive rispetto a quelle del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. Osserva inoltre che il limitato intervento proposto dall'articolo 28 è coerente con lo strumento del decreto-legge, che non poteva disporre interventi di contenuto più ampio.

  Massimo FIORIO, presidente, constata che dal dibattito emerge un orientamento ad approfondire ulteriormente la questione, senza procedere oggi a deliberazioni.

  Marco CARRA (PD), relatore, fa presente che la sua proposta di parere è coerente con le indicazioni anticipate nella seduta di ieri.
  Nel merito, concordando con la collega Cenni che ha sottolineato il carattere limitato della questione dei diritti camerali, constata che dal dibattito è emersa una sostanziale convergenza sulla necessità di introdurre un criterio di gradualità, mentre vi sono differenze sostanziali circa la «condivisione» di un percorso di riforma. Tuttavia, è sua convinzione che i processi di riforma non possono intervenire con modalità che non tengono conto della sorte delle persone. Se pertanto deve rinunciare alle sue convinzioni, ritiene preferibile rinunciare a svolgere le funzioni di relatore. Per questi motivi, può anche modificare qualche espressione contenuta nella sua proposta, che però già ritiene costituisca una sintesi, rispetto, per esempio, ad una concertazione. Ritiene perciò di dover ribadire le sue convinzioni: decida poi chi ha la responsabilità di decidere.

  Gian Pietro DAL MORO (PD) fa presente che non si chiede al relatore di rimettere il mandato, rispettandone le posizioni espresse. Lo si invita tuttavia a ricercare una sintesi, per la quale ritiene vi sia lo spazio tra la visione di chi pensa che le riforme si possono fare solo d'intesa con le categorie interessate e quella di chi ritiene invece necessari provvedimenti e tempi più stringenti. Ritiene inoltre possibile prevedere una esplicita formula di salvaguardia in favore dei lavoratori interessati Pag. 168e degli interventi in favore dei confidi.

  Marco CARRA (PD), relatore, osserva che la ristrettezza dei tempi a disposizione lo induce a ritenere che non vi sia la possibilità di un lavoro ulteriore.

  Filippo GALLINELLA (M5S) chiede chiarimenti sulle intenzioni del relatore.

  Luciano AGOSTINI (PD) chiede di intervenire per una ulteriore precisazione.

  Massimo FIORIO (PD), presidente, precisa che la Commissione non deve necessariamente esprimersi entro la giornata di domani, ma può decidere il rinvio alla prossima settimana, se vi è la necessità di chiarire alcuni aspetti politici e di metodo.

  Luciano AGOSTINI (PD) desidera precisare che se le sue osservazioni suscitano problemi le ritira; ribadisce inoltre che si attiene alle indicazioni del rappresentante del suo gruppo.

  Massimo FIORIO (PD), presidente, dopo aver segnalato che il deputato Catanoso non ha potuto registrare la sua presenza all'odierna seduta per motivi tecnici, prendendo atto dell'orientamento della Commissione, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta, che sarà individuata dall'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.

  La seduta termina alle 15.35.

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