CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 11 giugno 2014
250.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
Pag. 190

INTERROGAZIONI

  Mercoledì 11 giugno 2014. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Teresa Bellanova.

  La seduta comincia alle 14.40.

5-01633 Di Salvo e Boccadutri: Società editrici che si sono avvalse della normativa in materia di prepensionamenti dei lavoratori iscritti alla gestione INPGI.

  Il sottosegretario Teresa BELLANOVA risponde all'interrogazione nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Sergio BOCCADUTRI (SEL), in qualità di cofirmatario dell'interrogazione, si dichiara pienamente soddisfatto della risposta fornita dal rappresentante del Governo, che fornisce in modo puntuale e trasparente le informazioni richieste.

5-02801 Maestri: Chiusura dello stabilimento di Felegara (PR) del consorzio Casalasco del pomodoro.

  Il sottosegretario Teresa BELLANOVA risponde all'interrogazione nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Patrizia MAESTRI (PD), pur ringraziando il rappresentante del Governo per la risposta fornita, prende atto che, di fatto, si rinvia l'individuazione di possibili soluzioni ad un nuovo incontro tra le parti sociali. Ritiene, tuttavia, che l'Istituto sviluppo agroalimentare potrebbe svolgere un ruolo più incisivo a tutela dei livelli occupazionali, ferma restando l'assenza di specifici poteri gestionali.

5-02945 Giancarlo Giorgetti ed altri: Applicazione delle disposizioni in materia di liquidazione del trattamento pensionistico per le lavoratrici in regime sperimentale.

  Il sottosegretario Teresa BELLANOVA risponde all'interrogazione nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Massimiliano FEDRIGA (LNA), in qualità di cofirmatario dell'interrogazione, si dichiara insoddisfatto della risposta del rappresentante del Governo, rilevando come essa, nel definire – impropriamente – la circolare dell'INPS n. 35 del 2012 coerente con la lettera della normativa vigente, ignora che l'interpretazione restrittiva fornita con tale circolare richiede non solo la maturazione dei requisiti entro il 31 dicembre 2015, ma anche il percepimento effettivo del trattamento previdenziale, in netta antitesi rispetto alla volontà originaria del legislatore. Si chiede se, nell'ambito di un sistema democratico a carattere elettivo come quello italiano, abbia ancora un senso continuare a legiferare, considerato il rischio sempre più frequente che le norme siano vanificate da interpretazioni a posteriori peraltro elaborate da organismi non titolari del potere legislativo e sottoposti al controllo del Governo, come l'INPS. Ritiene poi paradossale che l'Esecutivo faccia riferimento all'onerosità di un intervento previdenziale relativo alla cosiddetta «opzione donna», tenuto conto che tale copertura non deriva dalla legge approvata dal Parlamento ma da una interpretazione sbagliata dell'INPS che il Governo neanche avrebbe potuto prevedere all'atto dell'approvazione della norma.

  Cesare DAMIANO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 14.50.

INDAGINE CONOSCITIVA

  Mercoledì 11 giugno 2014. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO.
  La seduta comincia alle 14.50.

Indagine conoscitiva sui rapporti di lavoro presso i call center presenti sul territorio italiano.
Sulla pubblicità dei lavori.

  Cesare DAMIANO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta Pag. 191odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti dell'ISTAT.
(Svolgimento e conclusione).

  Cesare DAMIANO, presidente, introduce l'audizione, avvertendo che i rappresentanti dell'ISTAT hanno consegnato un documento, di cui autorizza la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna.

  Roberto MONDUCCI, Direttore del Dipartimento per i conti nazionali e le statistiche economiche, svolgono una relazione sui temi oggetto dell'indagine conoscitiva.

  Intervengono, per porre quesiti e formulare osservazioni, i deputati Walter RIZZETTO (M5S), Giorgio PICCOLO (PD) e Luisella ALBANELLA (PD).

  Roberto MONDUCCI, Direttore del Dipartimento per i conti nazionali e le statistiche economiche, in sede di replica, rende precisazioni rispetto ai quesiti posti.

  Cesare DAMIANO, presidente ringrazia i rappresentanti dell'ISTAT per il contributo fornito all'indagine e dichiara conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.25.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Mercoledì 11 giugno 2014. — Presidenza del vicepresidente Walter RIZZETTO.

  La seduta comincia alle 15.25.

Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'istituzione di una piattaforma europea per il rafforzamento della cooperazione volta a prevenire e scoraggiare il lavoro sommerso (COM (2014)221 final).
(Esame ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Walter RIZZETTO (M5S), presidente, fa presente che si avvia l'esame della proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'istituzione di una piattaforma europea per il rafforzamento della cooperazione volta a prevenire e scoraggiare il lavoro sommerso. Ricorda che, ai sensi dell'articolo 127, comma 2, del Regolamento, l'esame può concludersi con l'approvazione di un documento finale, in cui la Commissione esprime il proprio avviso sull'opportunità di possibili iniziative da assumere in relazione a tale atto.

  Chiara GRIBAUDO (PD) fa presente preliminarmente che la proposta di decisione di cui oggi la Commissione avvia l'esame mira a porre in campo nuovi strumenti per la prevenzione e il contrasto del lavoro sommerso attraverso un più stretto ed efficace coordinamento e una maggiore cooperazione tra le autorità nazionali degli Stati membri dell'Unione europea. Sottolinea come il lavoro sommerso, definito a livello di Unione europea, come «qualsiasi attività retribuita lecita di per sé ma non dichiarata alle autorità pubbliche, tenendo conto della diversità dei sistemi giuridici vigenti negli Stati membri, rappresenta un fenomeno diffuso, con diversa incidenza, a livello continentale, che determina distorsioni che incidono in modo fortemente negativo sui diritti dei lavoratori e sull'economia nel suo complesso. Il lavoro non dichiarato, infatti, determina evidentemente effetti negativi sulle finanze pubbliche, in quanto comporta una riduzione del gettito fiscale e un Pag. 192mancato introito di contributi previdenziali, ed è suscettibile di alterare gli equilibri concorrenziali, a vantaggio delle imprese che si avvalgano di forme di lavoro sommerso. Vi sono, inoltre, conseguenze negative per la produttività e per lo sviluppo delle competenze, nonché per la formazione e l'apprendimento permanente dei lavoratori. Sul versante della tutela dei diritti, il lavoro sommerso colpisce in modo grave i lavoratori, che si trovano ad operare in una situazione che li priva di tutele circa le proprie condizioni di lavoro e comprime ingiustamente i diritti loro spettanti in materia pensionistica e di accesso all'assistenza sanitaria.
  Segnala come in Italia il lavoro sommerso incide in misura rilevante, coinvolgendo nel 2011, secondo i dati forniti dall'ISTAT, il 12 per cento delle unità di lavoro complessive. Il Mezzogiorno registra l'incidenza del lavoro non regolare più elevata del Paese, oltre il doppio rispetto a quella del Centro-Nord. Il tasso di irregolarità più basso si osserva nel Nord-est (8,4 per cento), seguito dal Nord-ovest (9,0 per cento) e dal Centro (10,1 per cento). Il lavoro sommerso, oltre a essere più diffuso nelle unità produttive di minori dimensioni, è anche caratterizzato da forti specificità settoriali. Nell'agricoltura quasi un quarto dell'occupazione non è regolare, con una variabilità territoriale più contenuta rispetto agli altri settori. Il tasso di non regolarità dell'industria in senso stretto nel 2011 è il più basso a livello nazionale (4,4 per cento), ma raggiunge un livello molto consistente nel Mezzogiorno (15,8 per cento). Lo stesso quadro si registra nel settore delle costruzioni dove il tasso di irregolarità è in linea con la media nazionale, ma nel Mezzogiorno raggiunge il 25,4 per cento. Nei servizi invece, il tasso di irregolarità nazionale è appena al di sopra della media, ma anche in questo settore il Mezzogiorno presenta un'incidenza media del lavoro non regolare molto superiore alla media nazionale, raggiungendo il 19,4 per cento.
  Fa presente altresì che, a livello comparato, il documento di lavoro della Commissione che accompagna la proposta di decisione evidenzia come la quota di economia sommersa e lavoro non dichiarato rappresenti una percentuale significativa del prodotto interno lordo dei singoli Paesi, anche se le stime divergono significativamente a seconda delle rilevazioni. L'economia sommersa nel nostro Paese ammonterebbe a circa il 21 per cento del prodotto interno lordo, collocandosi ai livelli più alti riscontrati nella UE-17, insieme ad Estonia, Grecia, Cipro, Malta e Slovenia.
  Ricorda come, a fronte di questo quadro, l'Unione europea ha mostrato crescente attenzione per il fenomeno del lavoro non dichiarato. Nell'orientamento sull'occupazione n. 7 della decisione del Consiglio 2010/707/UE sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione «incrementare la partecipazione al mercato del lavoro di donne e uomini, riducendo la disoccupazione strutturale e promuovendo la qualità del lavoro» esorta gli Stati membri a prendere iniziative per contrastare l'occupazione precaria, la sottoccupazione e il lavoro non dichiarato. Segnala, altresì, che la lotta al lavoro sommerso, quale mezzo per stimolare la ripresa fonte di occupazione, è uno dei temi dell'analisi annuale della crescita, sia per il 2013 sia per il 2014. Anche nelle raccomandazioni specifiche per Paese, vari Stati membri sono stati destinatari di raccomandazioni in merito alla lotta al lavoro non dichiarato, all'economia sommersa, all'evasione fiscale e in merito alla conformità fiscale. Fa presente, in particolare, che anche nelle recenti raccomandazioni della Commissione riferite all'Italia per l'anno 2014, al punto n. 2, si esorta il nostro Paese ad «adottare misure aggiuntive per contrastare l'economia sommersa e il lavoro irregolare». Al di là del suo valore intrinseco, il contrasto al lavoro sommerso viene considerato nei documenti europei anche uno strumento che può contribuire al perseguimento Pag. 193degli obiettivi in termini di occupazione previsti dalla Strategia Europa 2020, che – come è noto – fissa come traguardo da raggiungere entro il 2020 il conseguimento di un tasso di occupazione del 75 per cento delle persone di età compresa tra i 20 ed i 64 anni.
  Quanto al contenuto della proposta in discussione, segnala che essa si incentra, essenzialmente, sull'istituzione della piattaforma per il rafforzamento della cooperazione per il contrasto del lavoro sommerso, composta dalle autorità nazionali, designate dagli Stati membri, e dalla Commissione. È prevista la possibilità della partecipazione alle riunioni della piattaforma, in qualità di osservatori, dei rappresentanti delle parti sociali, di rappresentanti di Eurofound e dell'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, dell'organizzazione internazionale del lavoro (OIL) nonché degli Stati del SEE. Ricorda che gli obiettivi della piattaforma, individuati dall'articolo 2, sono il miglioramento della cooperazione fra le autorità competenti degli Stati membri nel contrasto al lavoro sommerso, compreso il lavoro autonomo fittizio; il miglioramento della capacità tecnica di affrontare gli aspetti transfrontalieri del fenomeno; la sensibilizzazione dell'opinione pubblica.
  Fa presente che il Capo II della proposta individua la funzione e i compiti della piattaforma prevedendo, all'articolo 3, che la collaborazione si realizzi mediante lo scambio di migliori pratiche e di informazioni, lo sviluppo di competenze e analisi, nonché azioni operative transnazionali coordinate. Tra i compiti della piattaforma, individuati dall'articolo 4, segnala: l'elaborazione di concetti comuni e di strumenti di misurazione dell'analisi comparativa; lo sviluppo dell'analisi dell'efficacia delle misure adottate; la creazione di strumenti specifici, quali, ad esempio, la banca delle conoscenze delle diverse misure e pratiche; l'adozione di orientamenti non vincolanti per gli ispettori, di manuali e principi ispettivi comuni; lo sviluppo di forme di cooperazione; la ricerca di modalità di miglioramento della condivisione dei dati, verificando la possibilità di utilizzare il sistema di informazione del mercato interno (IMI) e dello scambio elettronico di informazioni sulla sicurezza sociale (EESSI); la formazione permanente per le autorità di contrasto del lavoro sommerso; la valutazione tra pari dei progressi degli Stati membri; la sensibilizzazione dell'opinione pubblica.
  Osserva, altresì, che il Capo III della decisione disciplina il funzionamento della piattaforma. In particolare, l'articolo 5 dispone la nomina da parte di ciascuno Stato membro di un punto di contatto unico, quale membro della piattaforma – ed, eventualmente, di un membro supplente –, che coopera con le autorità nazionali di contrasto. L'articolo 6 disciplina la partecipazione alla piattaforma delle parti sociali in veste di osservatori mentre l'articolo 7 reca le disposizioni per il funzionamento della piattaforma medesima, stabilendo, in particolare, che la Commissione ne coordini i lavori, ne presieda le riunioni e ponga a disposizione della piattaforma un segretariato. Segnala, poi, che l'articolo 8 disciplina le modalità della cooperazione tra la piattaforma e altri gruppi di esperti a livello dell'Unione europea, mentre il successivo articolo 9 dispone che la Commissione rimborsi le spese di viaggio e, eventualmente, di vitto e alloggio di coloro che partecipano all'attività della piattaforma e che i membri, gli osservatori e gli esperti invitati non sono retribuiti per le funzioni esercitate. Infine, ricorda che l'articolo 10 prevede che le risorse destinate all'attuazione della decisione sono stabilite nel quadro del programma per l'occupazione e l'innovazione sociale. Rappresenta, quindi, che il Capo IV reca le disposizioni finali. In particolare, l'articolo 11 prevede che quattro anni dopo l'entrata in vigore della decisione, la Commissione elabori una relazione sull'attuazione della decisione stessa. Gli articoli 12 e 13 recano, rispettivamente, l'individuazione degli Pag. 194Stati membri quali destinatari della decisione e l'entrata in vigore della decisione medesima.
  Quanto alla valutazione complessiva della proposta, ricorda che il Governo, nella relazione trasmessa in attuazione dell'articolo 6 della legge n. 234 del 2012, ha dichiarato di condividerne la finalità generale, evidenziando altresì il rispetto da parte della proposta dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità. È, in particolare, giudicata favorevolmente l'assimilazione al lavoro sommerso del lavoro autonomo fittizio, fenomeno particolarmente rilevante nella realtà italiana, così come si considera positiva la scelta dell'adesione obbligatoria alla piattaforma, ritenuta utile a garantire il coinvolgimento attivo di tutti gli Stati membri. Sul piano interno la relazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali ricorda il piano straordinario di ispezioni per il 2014, che prevede l'effettuazione di almeno 50.000 accessi brevi nelle imprese dei settori nei quali si registra la maggiore incidenza del lavoro sommerso, segnalando come sia da apprezzare l'obiettivo di sensibilizzazione dell'opinione pubblica, previsto per la piattaforma, in relazione anche al diffuso sfavore per le attività ispettive. Ricorda, inoltre, che il Senato si è già espresso favorevolmente sulla proposta, senza formulare osservazioni, con una risoluzione approvata dalla Commissione lavoro il 3 giugno 2014.
  Quanto alla formulazione del testo, ritiene che potrebbe valutarsi la possibilità di richiedere una definizione più puntuale delle modalità di funzionamento concreto della piattaforma, eventualmente fissando in modo più preciso gli obiettivi da raggiungere a livello nazionale, così da garantire un adeguato e costante coinvolgimento degli Stati membri.
  Nell'esprimere, quindi, un giudizio sostanzialmente positivo sulla proposta in esame, si riserva comunque di formulare una proposta di documento finale che tenga conto delle osservazioni che potranno emergere nel dibattito.

  Walter RIZZETTO (M5S), presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame della proposta ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.40.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 11 giugno 2014. — Presidenza del vicepresidente Walter RIZZETTO, indi del presidente Cesare DAMIANO.

  La seduta comincia alle 15.40.

DL 66/2014: Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale. Deleghe al Governo per il completamento della revisione della struttura del bilancio dello Stato, per il riordino della disciplina per la gestione del bilancio e il potenziamento della funzione del bilancio di cassa, nonché per l'adozione di un testo unico in materia di contabilità di Stato e di tesoreria.
C. 2433 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alle Commissioni riunite V e VI).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 10 giugno 2014.

  Marco MICCOLI (PD), relatore, chiede alla presidenza una temporanea sospensione dell'esame al fine di consentire ai gruppi di confrontarsi in via informale sul merito delle questioni da affrontare nel parere per giungere alla elaborazione di una proposta condivisa.

  Walter RIZZETTO (M5S) accogliendo la proposta del relatore, sospende la seduta.

  La seduta, sospesa alle 15.45, riprende alle 16.20.

  Marco MICCOLI (PD), relatore, presenta una proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 4), con la Pag. 195quale ritiene di aver tenuto conto delle osservazioni formulate da tutti i gruppi.

  Massimiliano FEDRIGA (LNA) ritiene che sia strumentale e falso affermare che il provvedimento in esame rechi misure di riduzione del cuneo fiscale, dal momento che esso, lungi dall'intervenire strutturalmente sulle aliquote IRPEF, prevede interventi molto più limitati, che rappresentano piuttosto un bonus fiscale.

  Davide BARUFFI (PD) ritiene che il provvedimento in esame vada nella giusta direzione e sia coerente agli impegni assunti dal Governo in materia di riduzione del cuneo fiscale, prevedendo interventi che incidono sostanzialmente sulle buste paga dei lavoratori e che alleggeriscono la pressione fiscale a carico delle imprese. Si tratta, quindi, a suo avviso, di un provvedimento che sostiene i redditi da lavoro secondo principi di equità sociale e che garantisce condizioni di ripresa della domanda interna, ponendo le basi per futuri interventi di riforma strutturale.

  Walter RIZZETTO (M5S), associandosi alle considerazioni del deputato Fedriga, esprime forti perplessità sul provvedimento in esame, anzitutto sottolineando l'incongruenza della copertura finanziaria prevista per l'articolo 1, che sembrerebbe far riferimento a situazioni reddituali risalenti al 2011. Richiamando le osservazioni formulate nei documenti degli uffici della Camera, esprime, inoltre, dubbi sulle coperture finanziarie riferite agli interventi sull'IRAP e sottolinea il carattere una tantum della rivalutazione delle quote di partecipazione alla Banca d'Italia. Segnala inoltre profili critici rispetto alle disposizioni recate dagli articoli 3, in materia di materia di redditi di natura finanziaria, nonché a quelle in materia di società partecipate. Valuta criticamente anche le disposizioni dell'articolo 4 relative al versamento della TASI, che impongono oneri allo Stato in relazione alla mancata adozione delle delibere da parte dei comuni, che beneficiano quindi di un'anticipazione di liquidità. In conclusione, ritiene che il provvedimento avrebbe meritato un maggiore approfondimento, che tuttavia è precluso dalle modalità di esame seguite, che di fatto imporranno alla Camera di ratificare le decisioni assunte presso l'altro ramo del Parlamento.

  Gessica ROSTELLATO (M5S), nel depositare una proposta di parere alternativa a quella del relatore (vedi allegato 5), ne illustra i contenuti. Si sofferma, in particolare, sugli aspetti concernenti la quantificazione degli effetti finanziari delle disposizioni di cui agli articoli 1 e 2, richiamando in proposito le osservazioni formulate dagli uffici della Camera. Pur ritenendo apprezzabile un intervento di sostegno al reddito, come quello previsto dal decreto, reputa necessaria una riflessione più ampia sull'introduzione di istituti di carattere più generale, come il reddito minimo garantito. Richiama, inoltre, i problemi e le incertezze applicative emersi con riferimento all'interpretazione delle disposizioni dell'articolo 1, con particolare riferimento ai casi dei dipendenti che presentino un reddito complessivo superiore ai 26 mila euro a causa della percezione di redditi diversi da quelli di lavoro dipendente. Richiama, inoltre, l'esigenza di ridurre drasticamente il ricorso alle consulenze e ai contratti di collaborazione coordinata e continuativa da parte delle pubbliche amministrazioni, valorizzando piuttosto le competenze interne, anche con possibili nuove assunzioni. In questo contesto occorrerebbe altresì valutare un più efficace utilizzo dell'istituto del comando. Nel segnalare che questi ultimi temi potranno essere affrontati anche in sede di esame dei futuri provvedimenti del Governo in materia di pubblica amministrazione, annuncia che il proprio gruppo si asterrà sulla proposta di parere del relatore, sottolineando come il provvedimento avrebbe potuto essere senz'altro migliorato.

  Antonio PLACIDO (SEL), a nome del suo gruppo, annuncia un voto di astensione Pag. 196sulla proposta di parere del relatore, sottolineando come l'intervento di riduzione del cuneo fiscale sui lavoratori rappresenti senz'altro una inversione di tendenza rispetto alle politiche più recenti. Parimenti giudica con favore l'intervento volto ad incrementare la tassazione delle rendite finanziarie, nonché l'aumento dell'aliquota di imposizione sulla rivalutazione delle quote di partecipazione al capitale della Banca d'Italia. Non nasconde, tuttavia, alcune perplessità, riferendosi, in primo luogo, al carattere strutturale dell'intervento, che non è garantito dal provvedimento in esame, evidenziando altresì come le coperture finanziarie abbiano imposto forti contenimenti di spesa agli enti territoriali che non potranno non riflettersi sui servizi erogati ai cittadini. Condivide, inoltre, l'esigenza di acquisire dati più aggiornati sulla platea dei beneficiari dell'intervento di cui all'articolo 1. Nel sottolineare come il decreto non assicuri benefici ai cosiddetti «incapienti», evidenzia l'esigenza di un intervento più complessivo sul sistema fiscale, in linea con quanto indicato anche dalla Corte dei conti. In particolare, ritiene opportuno in prospettiva assicurare una maggiore progressività dell'imposizione.

  Marco MICCOLI (PD), relatore, fa presente che la seconda osservazione contenuta nella sua proposta di parere tiene conto delle considerazioni espresse dai deputati Rizzetto e Rostellato.

  Massimiliano FEDRIGA (LNA), nell'annunciare il voto contrario del proprio gruppo sulla proposta di parere del relatore, ribadisce come sia improprio parlare di una riduzione del cuneo fiscale, trattandosi piuttosto di un intervento di carattere elettorale, che reca benefici limitati nel tempo. A suo avviso, non si può parlare né di una riduzione dell'imposizione fiscale, in quanto si prevede esclusivamente un bonus, né di un intervento a sostegno del reddito, dal momento che possono beneficiare dell'agevolazione anche soggetti con redditi familiari assai elevati, che non necessitano, quindi, di un aiuto economico. Su un piano più generale, osserva come anche in questo caso vi sia stata una totale chiusura ad un confronto sul merito del provvedimento, che la prossima settimana sarà approvato dalla Camera con un nuovo voto di fiducia. In questo contesto, ribadisce, tuttavia, che parlare di una riduzione del cuneo fiscale nella proposta di parere rappresenti un'autentica presa in giro.

  Cesare DAMIANO, presidente, osserva che è lo stesso testo del decreto a fare riferimento più volte alla riduzione del cuneo fiscale che la proposta di parere si limita a richiamare tale formula.
  Pone, quindi, in votazione la proposta di parere formulata dal relatore, avvertendo che, in caso di sua approvazione, si intende preclusa la proposta alternativa presentata dai deputati Rostellato ed altri.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore (vedi allegato 4).

  La seduta termina alle 16.40.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 11 giugno 2014. — Presidenza del vicepresidente Walter RIZZETTO – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Franca Biondelli.

  La seduta comincia alle 15.45.

Modifiche alla disciplina dei requisiti per la fruizione delle deroghe riguardanti l'accesso al trattamento pensionistico.
Nuovo testo unificato C. 224 Fedriga, C. 387 Murer, C. 727 Damiano, C. 946 Polverini, C. 1014 Fedriga, C. 1045 Di Salvo, C. 1336 Airaudo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 9 aprile 2014.

Pag. 197

  Walter RIZZETTO, presidente, ricorda che nella seduta del 9 aprile 2014 si era preso atto dell'impossibilità di concludere l'esame in sede referente dei provvedimenti in titolo in tempi compatibili con la loro precedente calendarizzazione in Assemblea, anche in considerazione della mancata trasmissione in tempi utili della relazione tecnica da parte del Governo. Tale relazione tecnica, come noto, è successivamente pervenuta e risulta negativamente verificata dal Ministero dell'economia e delle finanze, sia sotto il profilo della quantificazione degli oneri sia sotto il profilo della relativa copertura finanziaria. Ricorda che, nella medesima seduta del 9 aprile 2014, si ritenne opportuno sospendere temporaneamente l’iter di esame, a fronte della disponibilità del Governo di avviare un tavolo di confronto istituzionale tra Parlamento, Governo ed INPS, ai fini dell'individuazione di misure strutturali di salvaguardia dei lavoratori interessati. Rappresenta che la prima riunione del tavolo di lavoro si è svolta il 7 maggio scorso e si è in attesa di ulteriori sviluppi. In questo quadro, ricorda altresì che la Conferenza dei presidenti di gruppo, svoltasi il 29 maggio scorso, ha inserito le proposte di legge n. 224 e abbinate nel calendario del mese di giugno, con inizio della discussione a partire dal prossimo 23 giugno. Chiede, pertanto, alla relatrice onorevole Gnecchi di fare il punto della situazione anche al fine di decidere sulle modalità di prosecuzione dell'esame.

  Marialuisa GNECCHI (PD), relatore, valutato il contenuto della relazione tecnica trasmessa sul provvedimento, ritiene che la Commissione abbia due strade percorribili davanti a sé: la prima – che garantirebbe una soluzione immediata, seppur non risolutiva – richiederebbe un lavoro di affinamento del testo, al fine di renderlo finanziariamente sostenibile, in vista della prossima calendarizzazione del provvedimento in Assemblea; la seconda imporrebbe una interlocuzione con il Governo, nell'ottica di individuare misure magari più strutturali, ma sicuramente meno tempestive, considerata l'esigenza di approfondire tutte le tematiche più complesse di sistema. Ritiene, del resto, necessario un intervento in materia, condiviso non solo all'interno della Commissione lavoro della Camera, ma anche da autorevoli esponenti di diversi orientamenti politici della omologa Commissione del Senato.
  Svolgendo poi considerazioni più generali, evidenzia che la relazione tecnica trasmessa sul provvedimento appare controvertibile, dal momento che – soprattutto in relazione all'articolo 1, comma 2 lettera a), del testo in esame, teso a prevedere la deroga ai nuovi requisiti di accesso al pensionamento in presenza del requisito di 15 anni di contribuzione al 31 dicembre 1992 per coloro che erano stati ammessi alla prosecuzione volontaria dei contributi – non quantifica gli oneri prendendo a riferimento i soggetti che potranno concretamente beneficiare della deroga, ma considera integralmente la platea dei potenziali beneficiari dei trattamenti, che non può che essere più ampia. Fatto notare che i dati statistici ufficiali fanno pensare ad un numero molto più esiguo di beneficiari, considerata la non elevata media annuale di donne che accedono alla pensione di vecchiaia, ritiene che la quantificazione di oltre 34 miliardi di euro riportata nella relazione tecnica sia esagerata e faccia riferimento a posizioni previdenziali e ad interventi non richiesti dal testo in esame. A fronte di una simile valutazione degli oneri fornita dalla Ragioneria generale dello Stato, ritiene, che la Commissione, qualora decida di andare avanti speditamente lungo l’iter di esame, debba concentrarsi sul mantenimento degli interventi più efficaci che consentano di dare una boccata di ossigeno alle categorie più in difficoltà, in attesa di interventi più strutturali. A tale fine, ritiene sia fondamentale, ad esempio, prevedere lo spostamento al 1o gennaio 2016 della decorrenza delle deroghe, in previsione di altre misure più generali che diano una risposta più complessiva a tutti i lavoratori interessati, tra i quali Pag. 198cita, ad esempio, quelli del comparto scuola che dovrebbero beneficiare della cosiddetta «quota 96» nonché i macchinisti e, più in generale, il personale ferroviario. Sempre nell'ottica di assicurare la definizione di un testo pronto per l'inizio dell'esame in Assemblea, ritiene che la Commissione non possa che valutare l'espunzione del citato comma 2, lettera a), dell'articolo 1, pur invitando il Governo a compiere una seria ricognizione in vista di misure che tutelino le categorie previste da tale norma. Giudica altresì possibile un accantonamento delle questioni poste dal comma 3 dell'articolo 1, che prevede l'estensione dei requisiti di accesso ridotti previsti, per i dipendenti privati che maturano i requisiti entro il 31 dicembre 2012, dall'articolo 24, comma 15-bis, del decreto-legge n. 201 del 2011, rinviando ad ulteriori approfondimenti del Governo la valutazione di un possibile ampliamento delle misure al settore pubblico e ai lavoratori autonomi, anche in prospettiva dell'imminente riforma in tema di pubblica amministrazione. Fa notare che, alla luce di tali possibili modifiche, il testo determinerebbe oneri quantificabili in circa 6-7 miliardi di euro, peraltro da «spalmare» in diversi anni, e avrebbe maggiori speranze di giungere a conclusione dell’iter. Ritiene, in ogni caso, che il Governo – dal quale si sarebbe aspettata maggiori risposte nell'ambito del tavolo di confronto istituito in materia – debba manifestare chiaramente il proprio orientamento, rappresentando alla Commissione se condivida la prosecuzione dell’iter o preferisca, piuttosto, un rinvio della discussione in vista di interventi più complessivi che rendano più flessibile e graduale l'uscita dal lavoro.

  Il sottosegretario Franca BIONDELLI, osserva che il Governo ha sempre manifestato grande interesse al tema in discussione, come testimoniato dal tavolo di confronto avviato per individuare soluzioni efficaci nei confronti dei lavoratori coinvolti, pur rilevando che la relazione tecnica in oggetto, che è stata verificata negativamente dalla Ragioneria generale dello Stato, imponga una riflessione seria sul testo in esame, relativamente ai profili di copertura finanziaria. Fa presente, in ogni caso, che sarà sua cura rappresentare al Ministro le proposte testé avanzate dalla Commissione affinché sia presa quanto prima una decisione che vada nella direzione di maggior favore per i lavoratori interessati.

  Walter RIZZETTO, presidente, si dichiara convinto che il rappresentante del Governo saprà agire con convinzione nei confronti del Ministro in modo da sbloccare in senso positivo la situazione dei lavoratori «esodati».

  Davide TRIPIEDI (M5S) ritiene sconcertante che il Governo continui a tergiversare sul tema delle pensioni, dopo che è stato avviato un tavolo di confronto sulla tematica, constatando con amarezza che l'Esecutivo non ha alcuna volontà politica di intervenire sulla riforma di cui al decreto-legge n. 201 del 2011 e appare esclusivamente preoccupato di assecondare le richieste dell'Europa. Ritiene che l'atteggiamento del Governo – peraltro fondato su quantificazioni finanziarie discutibili, come evidenziato dalla relatrice – svilisca il ruolo del Parlamento e prenda in giro i lavoratori, costretti a ritardare l'uscita dal lavoro anche in presenza di condizioni particolarmente usuranti e di un'anzianità contributiva elevata. Ritiene che una nuova riforma previdenziale che abbassi l'età pensionabile sia fondamentale al fine di creare nuova occupazione per i giovani e garantire una ripresa del Paese.

  Walter RIZZETTO, presidente, osserva che il contenuto della relazione tecnica, nonostante possa essere oggetto di diversi rilievi critici, stabilisce comunque una base di partenza oggettiva, suscettibile di suggerire ulteriori interventi sul testo.

  Massimiliano FEDRIGA (LNA) ritiene che l'ipotesi di rinviare l'esame del provvedimento in Assemblea non sia contemplabile, tenuto conto che la questione è da tempo sul tappeto e che il Governo ha Pag. 199persino avviato un tavolo di confronto di carattere istituzionale, sui cui esiti non è stata data alcuna informazione alla Commissione. Giudica pretestuosa qualsiasi richiesta di differimento, sottolineando peraltro la scarsa attendibilità dei dati della relazione tecnica trasmessa sul provvedimento, che fanno riferimento ai potenziali beneficiari e non agli andamenti storici delle domande di pensione presentate. Fa notare che se le quantificazioni prodotte fossero attinenti alla realtà, sarebbe meno onerosa la totale abrogazione della riforma Fornero, che giudica peraltro auspicabile, ricordando che il suo partito ha promosso proprio l'indizione di uno specifico referendum abrogativo di tale normativa. Ritiene, in conclusione, che la Commissione debba procedere speditamente lungo l’iter di esame rispettando la calendarizzazione del provvedimento in Assemblea, il cui inizio dell'esame è previsto a partire dal 23 giugno: fa notare che in quella occasione il Governo e i gruppi si assumeranno la propria responsabilità rispetto alla decisione di garantire o meno l'adozione di misure di salvaguardia nei confronti dei lavoratori interessati, tra le quali giudica fondamentali quelle che spostano al 1o gennaio 2016 i termini di maturazione dei requisiti entro i quali poter accedere alle deroghe.

  Sergio PIZZOLANTE (NCD) fa notare che l'intera Commissione concorda nel sottolineare l'esigenza di un cambiamento della riforma Fornero, a fronte delle misure di innalzamento dell'età pensionabile da essa recate, che appaiono prive di gradualità e imposte da una congiuntura economica particolarmente sfavorevole. Ritiene tuttavia sia sbagliato pensare di risolvere la questione previdenziale con un provvedimento settoriale e limitato come quello in esame, richiedendosi piuttosto valutazioni di più ampio respiro che risolvano in modo strutturale le problematiche pensionistiche. Ritiene, quindi, che il Governo debba seriamente prendere in considerazione tutte le proposte formulate dal relatore, tra le quali è compresa l'eventualità di un rinvio dell'esame in Assemblea, anche in vista di ulteriori accertamenti di natura finanziaria da svolgere nell'ambito di una seria collaborazione tra il Governo e il Parlamento.

  Walter RIZZETTO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 16.20.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 11 giugno 2014.

Predisposizione del programma dei lavori per il periodo giugno-agosto 2014.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 16.40 alle 17.10.

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