CAMERA DEI DEPUTATI
Venerdì 16 maggio 2014
236.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
COMUNICATO
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RISOLUZIONI

  Venerdì 16 maggio 2014. — Presidenza del presidente Luca SANI. — Interviene il Ministro per le politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina.

  La seduta comincia alle 9.15.

7-00373 Sani: Sull'attuazione a livello nazionale della riforma della politica agricola comune (PAC).
(Discussione e conclusione – Approvazione).

  La Commissione inizia la discussione della risoluzione.

  Luca SANI, presidente, comunica che il gruppo M5S ha chiesto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sia assicurata anche mediante trasmissione con impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Ricorda quindi che la Commissione sin dall'inizio della legislatura, ha posto al centro dei suoi lavori la riforma della politica agricola comune (PAC) e, una volta che la stessa è stata definita in sede europea, sulle questioni relative alla sua attuazione. In questa direzione, ricorda che sono state svolte numerose audizioni dei rappresentanti delle istituzioni competenti a tutti i livelli, delle organizzazioni interessate e di esperti.
  Ricorda inoltre che, sulla parte relativa alla politica di sviluppo rurale e all'accordo di partenariato sull'utilizzo dei fondi strutturali e di investimento europei, la Commissione si è pronunciata in diverse fasi, prima con una risoluzione e poi esprimendo rilievi sullo schema di accordo di partenariato.
  Per quanto riguarda il primo pilastro della PAC, la Commissione ha avviato da mesi un lavoro in gran parte informale per pervenire, in maniera unitaria, alla definizione di indirizzi al Governo, promuovendo a tal fine la discussione in Assemblea delle numerose mozioni presentate dai gruppi. Si è poi convenuto di discutere una risoluzione, avendo preso atto che ciò non sarebbe stato possibile in tempo utile in ragione dell'andamento dei lavori dell'Assemblea.Pag. 44
  Al riguardo, desidera sottolineare che il lavoro della Commissione si è svolto nell'ambito del vigente contesto istituzionale, nel quale è riconosciuta al Parlamento la funzione di indirizzo nei confronti del Governo e nel quale si svolge parallelamente un confronto tra lo Stato e le regioni per la definizione di un accordo complessivo sull'attuazione della riforma. In tale contesto, il Parlamento vuole contribuire alla definizione di un indirizzo di carattere nazionale.
  Ciò premesso, sottolinea che il testo presentato, che lo vede primo firmatario in qualità di Presidente della Commissione, è il frutto di un lavoro sostanzialmente unitario svolto dai gruppi.
  Nel merito, la risoluzione parte dall'apprezzamento della proposta presentata dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali alle regioni, sulla quale la Commissione ha lavorato per evidenziare alcuni aspetti. Rispetto alle più recenti polemiche in merito alla questione degli aiuti accoppiati, tiene a precisare che la risoluzione parte dalla proposta del Governo per sensibilizzare lo stesso ad un ulteriore approfondimento rispetto a tre settori, secondo quanto emerso dal dibattito svoltosi tra i gruppi in Commissione, fermo restando quanto previsto per gli altri.

  Loredana LUPO (M5S) osserva che non con poche difficoltà e non per causa del suo gruppo finalmente la Commissione è pronta a votare una risoluzione sulla PAC, che indubbiamente assume particolare importanza per il settore agricolo, non solo per i relativi contributi finanziari, ma anche per la rilevanza delle scelte che l'Unione europea demanda agli Stati membri, destinate ad incidere profondamente sulle realtà agricole e rurali.
  È certa che i colleghi degli altri partiti non avranno difficoltà ad ammettere che il Movimento 5 stelle ha lavorato molto alacremente – senza atteggiamenti di parte, ma operando solo ed esclusivamente per il rilancio dell'agricoltura italiana – sui regolamenti europei e sulle flessibilità consentite ai diversi Paesi al fine di tenere conto delle diversità dei sistemi agricoli.
  Con l'atto in esame la sua parte politica intende esprimere quello che vorrebbe diventasse l'agricoltura italiana, ovvero il settore strategico principale sul quale deve puntare il Paese, insieme alla cultura e al turismo. Infatti, nonostante il Paese sia ricco di tradizioni e di storia, l'agricoltura è troppo spesso relegata agli ultimi posti. Si dovrebbe invece parlare, utilizzando un neologismo, di «agricultura», quale direzione da intraprendere prioritariamente per un Governo serio, quello che auspica possa essere interpretato dalla sua parte politica nel prossimo futuro.
  Ritiene infatti che non sia più possibile erogare sostegni a soggetti che solo occasionalmente, o marginalmente, hanno svolto attività agricola, alle aziende cosiddette «senza terra», o ai sofa farmers, e che i sostegni debbano essere riservati a chi davvero fa agricoltura con un impatto rilevante in termini di occupazione e di creazione di valore aggiunto. Queste produzioni e questi comparti devono essere premiati più di altri e pure si deve premiare la qualità dei prodotti nazionali. In tal senso si muove la risoluzione presentata, laddove fornisce indicazioni in favore dell'allevamento estensivo, delle colture proteiche e dell'olivicoltura.
  In sintesi, sottolinea che le tre parole chiave individuate dalla sua parte politica per il futuro dell'agricoltura sono quindi: occupazione, qualità e territorio.
  A tal fine, apprezza il lavoro svolto in Commissione con la collaborazione dei gruppi, che certamente produrrà risultati positivi.

  Mino TARICCO (PD) esprime innanzitutto soddisfazione per il coinvolgimento della Commissione parlamentare, attraverso l'allargamento del tradizionale solco entro cui si sono storicamente decisi i destini della PAC, tracciato tra il Governo e le regioni, e ritiene che tale coinvolgimento potrà essere foriero di un rafforzamento della visione di insieme di cui il Governo è portatore. Il Ministero ha quindi svolto un ruolo proattivo assolutamente Pag. 45molto positivo, non limitandosi ad un ruolo arbitrale nel negoziato tra i territori. Ritiene pertanto che l'avvio della gestione del nuovo Ministro non possa che considerarsi assolutamente positiva.
  Osserva quindi che, parimenti, anche la risoluzione in discussione può essere considerata un buon risultato, quale frutto di un'articolata riflessione sul complesso dell'agricoltura italiana, che formula un indirizzo generale di priorità da sostenere nelle varie sedi e un orizzonte verso il quale orientare le scelte. Si tratta quindi di un punto di equilibrio alto.
  Ritiene pertanto che sarebbe un errore rimettere in discussione il quadro relativo agli aiuti accoppiati, perché vi è la necessità di sostenere alcune filiere sulle quali si regge l'agricoltura e la complessiva tenuta di alcuni territori.
  Il documento di indirizzo che la Commissione si accinge ad approvare ha dunque l'ambizione di aiutare il Ministro a giocare meglio il ruolo di regia in sede nazionale che ha già mostrato di voler svolgere fin dall'inizio del suo mandato.

  Paolo COVA (PD) giudica positivamente il lavoro svolto con la risoluzione, ricordando le difficoltà che l'Italia ha incontrato sin dall'inizio del processo di riforma della PAC e con il taglio strutturale delle risorse finanziarie.
   Condivide appieno le linee strategiche che sono state portate avanti dalla Commissione, specialmente per la loro visione prospettica di lungo termine. Ritiene particolarmente meritoria l'attenzione dedicata alla zootecnia per assicurare alimenti proteici ai cittadini con un investimento di lungo periodo. In tale ambito, apprezza la sottolineatura in favore dello sviluppo della zootecnia estensiva, bovina e anche ovi-caprina, valorizzando i territori montani e collinari, nonché in favore dell'olivicoltura, da cui dipende un importante prodotto tipico italiano.
  In tal senso, ritiene che il lavoro svolto si muova nel senso della valorizzazione delle indicazioni del Ministro, che auspica possano essere ulteriormente valorizzate con il disegno di legge collegato e con l'iniziativa «Campolibero», che andranno a completare il disegno della PAC. Auspica al riguardo che anche su tali provvedimenti si possa svolgere un buon lavoro.

  Franco BORDO (SEL) deve evidenziare con rammarico il fatto che si arriva a discutere una risoluzione in Commissione sull'applicazione della PAC avendo mancato l'obiettivo di svolgere un dibattito in Assemblea su mozioni, così come era nelle intenzioni dei gruppi, in considerazione dell'importanza dell'argomento per il settore agroalimentare e del peso che una pronuncia della Camera avrebbe potuto avere nella interlocuzione del Governo con le regioni. Nonostante ciò, il suo gruppo non si è sottratto al lavoro sulla risoluzione, pur volendo mantenere vivo tale rilievo critico.
  In ogni caso, considerato che il confronto con le regioni non si è concluso e rimanendo nel solco della risoluzione, richiama l'attenzione del Ministro e ne sollecita l'azione sugli aspetti relativi agli aiuti accoppiati e al relativo plafond. Ritiene infatti che si dovrebbe venire incontro alla richiesta delle regioni e delle organizzazioni agricole affinché venga utilizzato l'intero plafond del 15 per cento consentito, per poter erogare gli aiuti necessari a tutelare e valorizzare le produzioni che assicurano maggiore occupazione e a rafforzare le filiere agroalimentari strategiche. Inoltre, come già indicato dal Ministro, ritiene necessario perseguire l'obiettivo di utilizzare tutte le risorse che è possibile destinare ai giovani agricoltori, stante l'esigenza di un rinnovo generazionale dell'agricoltura italiana.
  Fermo restando che per la sua formazione politica e culturale valuta positivamente l'attenzione rivolta alla zootecnia estensiva e di montagna, sollecita infine il Governo a tenere nel debito conto il fatto che se si vuole che la zootecnia rimanga un settore strategico non è possibile sottrarre risorse importanti alla zootecnia «classica», della pianura padana, che assicura importanti livelli occupazionali e produttivi.Pag. 46
  In conclusione, sottolinea che la risoluzione sollecita il Governo ad adoperarsi affinché il sistema dei pagamenti degli aiuti della PAC sia migliorato nella sua operatività e, come sempre richiesto dalla sua parte politica, a risolvere il problema dell'accesso al credito delle imprese agricole.

  Roberto CAON (LNA) osserva che le scelte nazionali per l'attuazione della PAC sono oggetto di un negoziato complesso tra il Ministro e le regioni, rispetto al quale la risoluzione si pone in contraddizione. Ritiene pertanto che, più che sul merito, la critica che si deve muovere al documento in esame è soprattutto relativa al metodo e ai tempi dell'intervento parlamentare. Il documento infatti si colloca in un momento non opportuno rispetto all'interlocuzione tra Stato e regioni.
  Per questi motivi, la sua parte politica è contraria alla risoluzione in discussione.

  Colomba MONGIELLO (PD) osserva che la presente risoluzione è il segno di un impegno duraturo del Parlamento, che non poteva esimersi dall'esercitare il suo ruolo di indirizzo politico nella definizione della cornice italiana della PAC. La Commissione Agricoltura ha inteso pertanto – con la partecipazione dei gruppi e la collaborazione del Ministero – esprimere una visione complessiva del sistema agroalimentare italiano, individuando i temi e i settori strategici sui quali investire nel prossimo periodo di programmazione. La Commissione si è ovviamente mossa, come sottolineato dal Presidente, nel contesto istituzionale proprio del Parlamento, ciò che ha anche consentito di superare il rischio di visioni localistiche.
  In conclusione, ricordando di essersi personalmente pronunciata contro il cosiddetto «spezzatino», deve rilevare che la risoluzione configura l'impianto del primo pilastro della PAC verso le filiere di qualità caratterizzanti il made in Italy, una scelta consapevole, anche sofferta, discussa sulla base di simulazioni e di valutazioni sui diversi tipi di impresa, che ha portato anche a considerare l'esigenza di assicurare la tenuta di interi territori. Nel ringraziare in particolare il rappresentante del suo gruppo in Commissione, sottolinea che il positivo risultato è stato possibile anche grazie ad una visione complessiva del settore agroalimentare, che unifica le diverse scelte nell'obiettivo di non mandare dispersa alcuna risorsa. Ricorda infine che la risoluzione non interviene sul secondo pilastro della PAC, ma indica linee complessive per il recupero di quanto è mancato negli anni precedenti, sulla base di una conoscenza profonda del settore e dei territori.

  Marco CARRA (PD), nel riprendere le considerazioni del collega Bordo sulla zootecnia cosiddetta «classica», ritiene che da una lettura disattenta della risoluzione tale comparto potrebbe apparire trascurato, pur producendo occupazione e reddito. Tale lettura non è corretta, in quanto la risoluzione richiama esplicitamente nelle premesse il documento di proposta del Ministero presentato alle regioni lo scorso 8 maggio e nel primo impegno, alla lettera e), si limita a lanciare uno stimolo per un confronto ulteriore tra Governo e regioni su alcuni comparti. Al riguardo, ritiene che il Ministero abbia svolto un buon lavoro, nel momento in cui ha avanzato una proposta sulla quale spetta ora alle regioni trovare una posizione di sintesi.
  Stigmatizza pertanto le dichiarazioni dell'assessore all'agricoltura della regione Lombardia, circa una presunta invasione di campo da parte del Parlamento, alle quali il Presidente della Commissione ha giustamente replicato. Rileva infatti che la Commissione sta svolgendo un positivo lavoro di indirizzo al Governo, che si pone come complementare alla proposta del Governo e contribuisce a meglio precisarla e a dare ad essa più autorevolezza.
  Concorda con il collega Cova nell'evidenziare l'importanza dei successivi passaggi che interesseranno le politiche agricole, dal disegno di legge collegato e all'iniziativa «Campolibero». Pag. 47
  In conclusione ribadisce la positività dell'azione parlamentare in relazione all'attuazione della PAC.

  Adriano ZACCAGNINI (Misto) giudica complessivamente positivo l'operato della Commissione, che ha permesso di raggiungere un compromesso accettabile soprattutto rispetto ai modelli seguiti in passato. In particolare, accoglie la scelta del modello irlandese di convergenza e verso le scelte sul sostegno accoppiato.
  Deve tuttavia osservare con rammarico che la sua richiesta di esprimere un indirizzo più chiaro sulle opzioni, previste a livello europeo come facoltative, relative al pagamento per i piccoli agricoltori, al pagamento redistributivo e all'applicazione del cosiddetto capping non è stata recepita. Annunciando la presentazione di appositi emendamenti per la decisa applicazione di tali strumenti, che consentono una effettiva redistribuzione delle risorse, chiede al Governo quale posizione intenda assumere su questi temi e, in generale, sul tema dell'agricoltura contadina, sottolineando che si tratta di un tema sul quale è spesso intervenuto il Commissario Ciolos e che dovrebbe caratterizzare l'indirizzo agricolo del Paese. Esprime invece apprezzamento per il sostegno alle culture proteiche e ai giovani agricoltori.
  In conclusione, si riserva vi valutare l'intervento del Ministro per decidere il suo voto sulla risoluzione in esame.

  Gian Pietro DAL MORO (PD), nel rilevare preliminarmente che la posizione da lui tenuta nel dibattito sulla riforma della PAC è critica nei confronti della procedura seguita, ricorda in generale che l'Italia si trova nella attuale condizione a causa della sua presenza carente in Europa negli anni precedenti; manifesta pertanto sorpresa per le recenti dichiarazioni di esponenti di partiti che sono stati alla guida del Ministero agricolo per anni.
  La soluzione individuata con la risoluzione odierna tampona parzialmente una situazione che non lo vede particolarmente soddisfatto. A suo giudizio, come avvenuto a livello dell'Unione europea con il nuovo ruolo riconosciuto al Parlamento europeo dal trattato di Lisbona, anche in sede nazionale il Parlamento avrebbe dovuto esercitare un ruolo diverso. Ricorda in proposito di aver esplicitamente sollecitato l'apertura di un confronto «trilaterale» tra il Parlamento, il Governo e le regioni. Ciò non per mancanza di fiducia nei confronti del Ministero, che anzi ora con il Ministro Martina ha dimostrato un oggettivo cambio di passo, ma per rafforzare la posizione nazionale rispetto agli interessi territoriali legittimamente rappresentati dalle regioni, laddove un confronto che si svolge solo tra Governo e regioni rischia di portare a una mediazione al ribasso. Giudica pertanto positivamente la posizione del Ministro Martina, che ha avanzato una proposta alle regioni, sottolineato che attende una risposta condivisa da tutte le regioni.
  In questo senso, si avverte ora un disegno complessivo, che in precedenza sembrava mancare. L'agricoltura è un tema importante, come il turismo, e in tale direzione la sua parte politica ritiene che si debbano combattere gli abusi e le malefatte connessi all'EXPO 2015, ma che si debba difendere l'evento. Per questo sui temi in discussione tutti sono partiti da posizioni diverse, ma hanno poi rinunciato ad affermare tutte le rispettive indicazioni per pervenire ad un indirizzo comune, che in parte rimedia alle carenze sinora maturate nel dibattito. Avrebbe preferito che la discussione in Parlamento si fosse svolta prima per rafforzare la posizione del Governo, che comunque, dopo il succedersi di cinque ministri in cinque anni, con il Ministro Martina ha fatto registrare un evidente cambiamento di attenzione verso l'agroalimentare, che appare uno dei fattori principali di sviluppo economico. A tale riguardo, cita l'esempio che viene dalla Francia, dove il rappresentante degli allevatori è stato ricevuto dal Presidente della Repubblica.
  Rileva poi, ringraziando per la disponibilità degli uffici del Ministero agricolo, che al dibattito è mancato un quadro di riferimento complessivo, in particolare per gli aiuti accoppiati, basato sui dati relativi Pag. 48al numero dei beneficiari dei pagamenti e al preciso ammontare delle risorse. Tali dati in effetti dipenderanno da alcune variabili e in particolare dal numero di domande che saranno presentate. Il primo anno di applicazione della riforma consentirà quindi una prima valutazione delle scelte compiute, che potranno essere modificate anche ogni anno. Chiede perciò al Governo l'impegno ad effettuare con il Parlamento un monitoraggio sull'applicazione della riforma e a rendere pubblici, anche sul web, i dati relativi ai pagamenti e al loro andamento rispetto alle varie filiere.
  In merito al sostegno accoppiato, ricordando le discussioni intervenute tra i gruppi circa il ruolo e il futuro dei diversi settori interessati, rileva che naturalmente l'allargamento della platea dei beneficiari determina una riduzione delle risorse destinate a ciascuno di essi. Si rischia quindi di penalizzare settori strategici. Si riferisce in particolare alla zootecnia, e soprattutto a quella intensiva definita «classica» dal collega Bordo, che rischia oggettivamente di pagare conseguenze pesanti. Al riguardo, ferma restando l'esigenza di sostenere l'allevamento e in generale l'agricoltura di montagna, desidera ricordare che quella zootecnia, soprattutto in regioni come la Lombardia e il Veneto, assicura importanti quote di reddito e dà luogo ad una filiera economicamente importante. In questo senso, invita il Governo a scelte prudenti.

  Laura VENITTELLI (PD) osserva preliminarmente che la risoluzione è l'atto politico con il quale la Commissione esprime la sua visione dell'agricoltura, indicando l'esigenza di valorizzare alcuni settori che rappresentano «bandiere» per il made in Italy attraverso lo strumento del sostegno accoppiato. Al riguardo, ritiene che tra i settori a cui dedicare tale attenzione particolare vada incluso anche il bieticolo-saccarifero, finalità per la quale ha presentato apposito emendamento.
  Ricorda in proposito le difficoltà di approvvigionamento della materia prima che incontrano i quattro impianti nazionali di trasformazione, che saranno acuite con l'anticipo al 2017 della fine del regime delle quote zucchero. Al riguardo, segnala che si tratta di impianti distribuiti sul territorio nazionale e che quindi la sua richiesta non ha carattere localistico e neppure mira solo al sostegno della filiera, ma è ispirata alle stesse ragioni di fondo che hanno portato all'indicazione nella risoluzione di altri settori, che ruotano intorno ad una visione del modello agroalimentare italiano. Un aiuto alla produzione di zucchero bianco da barbabietola avrebbe anche lo scopo di diminuire la forte dipendenza dall'estero e dallo zucchero di canna.

  Luca SANI (PD), presidente, dichiara quindi chiusa la discussione sulle linee generali.

  Il Ministro Maurizio MARTINA ringrazia la Commissione e i gruppi per il contributo che intendono apportare con la risoluzione alla definizione delle misure di attuazione della PAC e sottolinea l'importanza del passaggio parlamentare odierno, che non considera rituale, in quanto fornisce orientamenti importanti per il successivo confronto con le regioni e con il mondo associativo. Ritiene anche corretta la tempistica seguita, in quanto la discussione della risoluzione si inserisce tra la presentazione del documento del Ministero, che la scorsa settimana ha fornito gli elementi fondamentali delle scelte da compiere sulla base di una prima fase di confronto con le regioni, e l'inizio della seconda e conclusiva fase dello stesso confronto. Ritiene inoltre la risoluzione uno strumento valido, anche senza il passaggio in Assemblea, per sviluppare il percorso che si è accelerato nell'ultimo mese e mezzo. Nel segnalare che molti Paesi europei non hanno concluso la definizione delle misure di attuazione della PAC, rileva che il metodo seguito finora rappresenta per l'Italia una novità non solo dal punto di vista temporale. Infatti, con la formalizzazione di un testo base, che constata che la Commissione ha apprezzato, il Governo ha inteso non limitarsi Pag. 49a costruire un campo da gioco per il confronto, ma assumersi la responsabilità di formulare una proposta e indicare un tracciato, con ampia disponibilità a discutere per individuare eventuali soluzioni migliorative e senza la pretesa di aver individuato risposte risolutive. Ha pertanto chiesto alle regioni, lanciando in qualche modo una sfida virtuosa, di arrivare al confronto non appena saranno pronte con proposte migliorative, purché unitarie. In questo senso, mentre comprensibilmente nella prima fase le regioni hanno espresso le loro esigenze territoriali, nella seconda fase occorre compiere un salto di qualità e arrivare a una sintesi.
  Sottolinea positivamente che alcuni punti qualificanti del documento ministeriale, come la black list, la questione decisiva del capping e il sostegno ai giovani, appaiano rafforzati nella risoluzione. Ricorda che una delle questioni strategiche che riguardano il mondo agricolo, da affrontare anche con i prossimi provvedimenti legislativi, in qualche modo collaterali alla PAC, riguarda il problema generazionale e demografico, posto che l'Italia si pone sopra la media europea per quanto riguarda gli agricoltori con più di 60 anni e al di sotto per quanto concerne i giovani con meno di 35 anni.
  Con riferimento al sostegno accoppiato, esprime apprezzamento per l'attenzione che la risoluzione riserva alla complessa questione della zootecnia e all'olivicoltura in quanto assi di sviluppo strategico per l'agricoltura italiana.
  Concorda con l'onorevole Dal Moro sull'opportunità di prevedere un aggiustamento delle politiche di attuazione dopo una prima fase di avvio e ricorda in proposito che il documento ministeriale prevede una prima valutazione nel 2016 dell'impatto delle decisioni assunte, ciò che apre a un cambiamento del lavoro dei prossimi anni e a una prospettiva di correzione delle scelte compiute.
  In relazione alle osservazioni dell'onorevole Zaccagnini ritiene che alcuni spunti, come gli interventi a favore della zootecnia estensiva e dell'agricoltura di montagna, siano già presenti nel documento di proposta presentato. Non sottovaluta l'importanza dell'agricoltura contadina, pur osservando che la normativa europea prevede requisiti soggettivi solo in relazione ai giovani agricoltori. Ritiene in ogni caso opportuna una riflessione per portare avanti anche in questo caso un lavoro di qualità.
  Condivide l'esigenza espressa dall'onorevole Bordo sulla centralità dell'esigenza di assicurare la piena efficienza ed efficacia del sistema dei pagamenti degli aiuti europei e delle relative strutture amministrative. Si tratta pertanto di un tema sul quale si dovrà tornare a discutere.
  Ribadisce, anche sulla base di colloqui avuti con esponenti delle regioni, il suo apprezzamento positivo per l'apporto che il Parlamento può dare al Governo per la definizione dell'accordo con le regioni su aspetti politici cruciali, soprattutto in quanto portatore di una visione nazionale; non si tratta certo di una forzatura e neppure incide sulle prerogative delle regioni. Ringrazia pertanto la Commissione per il lavoro svolto sinora. Desidera in ogni caso sottolineare che non è agevole cercare di tener conto di una visione nazionale e avere come sede di confronto quella della Conferenza Stato-regioni, posto che le regioni legittimamente svolgono un'azione nell'interesse del territorio che rappresentano.

  Luca SANI (PD), presidente, avverte che si passerà ora alle deliberazioni.
  Prendendo atto del parere favorevole del Governo sulla risoluzione, comunica che sono stati presentati quattro emendamenti (vedi allegato).

  Laura VENITTELLI (PD) dichiara di ritirare l'emendamento presentato, sulle base delle assicurazioni fornite dal Ministro circa il mantenimento della proposta di base in merito agli aiuti accoppiati, che comprende una misura per la produzione bieticolo-saccarifera.

  Luca SANI (PD), presidente, in merito agli emendamenti del collega Zaccagnini e senza entrare nel merito delle questioni poste, ricorda che la risoluzione è frutto di una lunga elaborazione che ha impegnato i Pag. 50rappresentanti di tutti i gruppi e il Ministero. Si tratta quindi di un punto di equilibrio il più unitario possibile, fermo restando che ognuno dei colleghi avrebbe preferito vedere evidenziato qualche aspetto diverso o ulteriore. Manifesta pertanto apprezzamento per la collega Venittelli, che ha compreso tale impostazione, e invita il collega Zaccagnini, anche alla luce dell'intervento del Ministro Martina, a ritirare le sue proposte di modifica e a ragionare insieme sulla possibilità di andare nella direzione indicata con altri strumenti.

  Adriano ZACCAGNINI (Misto) accoglie l'invito del Presidente, al fine di dare maggior forza all'atto di indirizzo, sul quale voterà favorevolmente. Riteneva in ogni caso necessario lasciare agli atti la sua sollecitazione, anche per eventuali sviluppi futuri a seguito del monitoraggio sull'attuazione della PAC.

  Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD), intervenendo per dichiarazione di voto, manifesta il suo ringraziamento a tutti colleghi e in particolare al Presidente Sani per il lungo e proficuo percorso, che assicura un importante sostegno all'impostazione contenuta nel documento ministeriale, pur con il rammarico di non avere potuto esaminare le mozioni sull'argomento in Assemblea a causa dell'andamento dei suoi lavori. Ringrazia anche la struttura del Ministero delle politiche agricole, e in particolare i dottori Blasi, Assenza, Caputo e Ambrosio, per avere fornito una preziosa assistenza per chiarire numerosi aspetti tecnici.
  Sottolinea quindi che la Commissione si è mossa nell'interesse generale del Paese senza lasciar prevalere interessi regionali o settoriali. Non a caso la prima firma in calce alla risoluzione è quella del presidente della Commissione seguita da quella del capogruppo del principale movimento di opposizione, proprio per rimarcare il desiderio di pervenire ad un risultato unitario.
  Sottolinea inoltre la considerazione mostrata verso chi coltiva veramente la terra, in particolare nei settori che attualmente si trovano in maggiore difficoltà, guardando anche ai modelli di agricoltura multifunzionale. Richiama in proposito l'attenzione su un recente articolo di Carlo Petrini sul ruolo primario da riservare a chi davvero coltiva la terra e alleva animali, assicurando la produzione di alimenti sani e sicuri e al contempo la vitalità delle zone rurali e la salvaguardia e il presidio del territorio.
  Senza entrare nel merito dei numerosi impegni contenuti nella risoluzione, osserva quindi che la risoluzione può contribuire al rafforzamento della proposta del Governo e che eventuali aggiustamenti saranno possibili con la valutazione prevista nel 2016.
  Quanto agli aiuti accoppiati, ribadisce che il lavoro della Commissione è stato svolto sulla base e nel quadro del documento di proposta del Ministro e che la sottolineatura relativa alla zootecnia bovina da carne, al settore ovicaprino e all'olivicoltura intende solo valorizzare ulteriormente tali settori, per le condizioni di particolare difficoltà vissuta da tali settori.
  Nella stessa cornice ci si è soffermati su altre importanti questioni, come quelle della definizione dell'agricoltore attivo, dei pagamenti minimi (affinché le pratiche burocratiche non siano più costose degli stessi pagamenti) e sui processi di semplificazione, ricordando in questo ambito il prezioso contributo del collega Bordo, che ha sollecitato la previsione di un impegno per il migliore funzionamento delle strutture amministrative deputate alla gestione della PAC. Ricorda altresì la costante attenzione verso il tema dell'agricoltura giovanile, con l'impegno a cercare di utilizzare tutte le risorse possibili, e per le zone svantaggiate. Infine, sottolinea la considerazione per alcune filiere, come quelle delle castagne e della frutta in guscio, del vino e del latte.
  In conclusione, ringraziando i colleghi per avere ritirato le loro proposte di modifica, sottolinea nuovamente la qualità dell'accordo che il Governo, con il contributo del Parlamento, si appresta a sottoscrivere con le regioni, che assicurerà il futuro dell'agricoltura italiana, in vista del Pag. 51quale potrà svolgere un ruolo importante anche il prossimo appuntamento dell'EXPO di Milano.

  La Commissione approva la risoluzione n. 7-00373.

  La seduta termina alle 10.40.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 10.40 alle 10.50.

ERRATA CORRIGE

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari del 15 maggio 2014, a pagina 204, prima colonna, dopo la terza riga, aggiungere le seguenti righe: «*Massimo FIORIO, presidente, avverte che se non vi sono obiezioni, le due risoluzioni all'ordine del giorno, vertendo sulla stessa materia, sono discusse congiuntamente. Così rimane stabilito.».

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