CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 7 maggio 2014
229.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (VI e VIII)
COMUNICATO
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RISOLUZIONI

  Mercoledì 7 maggio 2014. — Presidenza del presidente della VIII Commissione Ermete REALACCI.

  La seduta comincia alle 15.30.

Sull'ordine dei lavori.

  Alessandro BRATTI (PD) invita il presidente dell'VIII Commissione a sollecitare il Governo a riferire in Commissione sullo stato di attuazione del decreto-legge «Terra dei fuochi» approvato nei mesi scorsi. In via esemplificativa fa notare come tale decreto preveda l'istituzione di un tavolo tecnico con rappresentanti del Ministero dell'Agricoltura e del Ministero dell'ambiente per determinare la soglia minima di inquinamento dei terreni.

  Ermete REALACCI, presidente, nel rassicurare che sarà sua cura rappresentare al Governo la richiesta formulata dall'onorevole Bratti, fa notare come a oggi molte parti del decreto-legge «Terra dei fuochi» non siano state ancora attuate. Richiama a tale proposto le disposizioni sullo screening sanitario e quello sul divieto di coltivazione dei terreni agricoli.

  Massimiliano MANFREDI (PD) si associa alla richiesta di chiarimenti formulata dall'onorevole Bratti, sottolineando come, con riferimento al divieto di coltivazione dei terreni agricoli, sia stata recentemente emanata una direttiva ministeriale che amplia l'area di indagine rendendo così necessario passare ora dalla fase del monitoraggio a quella dell'eventuale applicazione del divieto di coltivazione.

7-00204 Braga: Misure per il contrasto al disagio abitativo e per favorire l'accesso all'abitazione.
7-00283 Daga: Misure per il contrasto al disagio abitativo e per favorire l'accesso all'abitazione.
7-00344 Lavagno: Misure per il contrasto al disagio abitativo e per favorire l'accesso all'abitazione.
(Discussione congiunta e rinvio).

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  Le Commissioni iniziano la discussione congiunta delle risoluzioni in titolo.

  Ermete REALACCI, presidente, propone, se non vi sono obiezioni, di procedere alla discussione congiunta delle risoluzioni in titolo vertendo su un'identica materia. Formula peraltro l'auspicio che possa giungersi comunque alla predisposizione di un testo unificato.

  Le Commissioni concordano.

  Chiara BRAGA (PD), nell'evidenziare come la risoluzione a sua prima firma fosse stata predisposta prima dell'emanazione del decreto-legge n. 47 del 2014 recante misure urgenti per l'emergenza abitativa, attualmente all'esame del Senato, fa notare come alcune questioni prese in considerazione nell'atto di indirizzo vengano espressamente affrontate nel richiamato decreto-legge. Propone pertanto di avviare nella seduta odierna la discussione delle risoluzioni in titolo rinviando comunque la deliberazione aduna fase successiva alla conversione del decreto-legge n. 47 del 2014 in modo da poter, da una parte, individuare le questioni sollevate dalle risoluzioni che trovano soluzione nel decreto-legge convertito e, dall'altra, verificare quali ulteriori questioni debbano essere oggetto di futuri impegni del Governo.

  Federica DAGA (M5S) evidenzia come l'articolo 5 del decreto-legge n. 47 del 2014 non risolva affatto i problemi sollevati dall'atto di indirizzo da lei presentato. In particolare, denuncia il fatto che il decreto-legge si pone inaccettabilmente contro quei cittadini che, non essendo in grado per ragioni economiche e sociali di esercitare il diritto alla casa sancito dalla Costituzione, cercano con altri mezzi, comprese le occupazioni, di dare attuazione al dettato costituzionale. Allo stesso modo, considera inaccettabili le misure del decreto-legge che consentono di estromettere gli inquilini delle case popolari situati nei centri storici delle città, trasferendoli in immobili di periferia, allo scopo di cedere gli indicati alloggi di pregio anche a terzi che non abbiano titolo per accedere agli alloggi di edilizia popolare. Denuncia, inoltre, il fatto che il decreto-legge n. 47 del 2014 non risolve affatto il grave problema degli sfratti, a partire da quelli in continuo aumento per morosità e per mancato pagamento alle banche delle rate dei mutui. Ribadisce, infine, che a suo avviso, ed è questo il punto centrale della propria risoluzione, lo Stato ha il dovere di dare risposta alla gravissima emergenza casa in atto, mettendo in campo politiche efficaci per la realizzazione e l'assegnazione di alloggi di edilizia sociale e, nell'immediato, acquisendo e trasformando in alloggi sociali quella parte del patrimonio edilizio privato rimasto invenduto a causa della crisi economica. Conclude, quindi, accogliendo l'invito del presidente Realacci a verificare le possibilità di predisporre un testo unificato delle risoluzioni in titolo, segnalando, tuttavia, l'esigenza che le questioni da lei testé prospettate possano rimanere al centro della futura discussione delle Commissioni.

  Ileana Cathia PIAZZONI (SEL) condivide la proposta del Presidente Realacci e della collega Braga di discutere congiuntamente le risoluzioni, nonché la tempistica prospettata.
  Passando quindi al merito della risoluzione n. 7-00344, di cui è cofirmataria, sottolinea come essa affronti anche la problematica determinata dalla recente sentenza della Corte costituzionale la quale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale di alcune disposizioni del decreto legislativo n. 23 del 2011 che prevedevano notevoli vantaggi per l'inquilino che procedesse alla registrazione di contratti d'affitto di immobili precedentemente non registrati, in particolare per quanto riguarda la durata del contratto e la riduzione del relativo canone annuo. Ritiene quindi che anche su tale aspetto, nonché sugli altri oggetto della risoluzione, occorra comprendere quale sarà la riformulazione del decreto-legge n. 47 del 2014, recante misure per l'emergenza abitativa, all'esito dell'esame in prima lettura del provvedimento, attualmente in corso al Senato. Pag. 44
  A tale proposito sottolinea come il giudizio del suo gruppo sull'attuale testo del predetto decreto-legge sia negativo, sia in quanto il provvedimento risulti carente sotto molti aspetti, sui quali sarebbe stato necessario un confronto con il Parlamento e con i soggetti interessati, sia in quanto molte delle scelte assunte dal Governo con tale intervento legislativo appaiono profondamente sbagliate. Ritiene quindi che la Camera debba essere posta nelle condizioni di apportare ulteriori modifiche al testo del decreto – legge, temendo che, in caso contrario, ben difficilmente sarà possibile intervenire su tali questioni con la necessaria urgenza.

  Ermete REALACCI, presidente, alla luce del dibattito svolto, ritiene che sia opportuno rinviare il seguito della discussione delle risoluzioni in titolo a un momento successivo a quello della conversione in legge del decreto-legge n. 47 del 2014. Nel ringraziare, inoltre, i presentatori delle tre risoluzioni per la disponibilità manifestata, rinnova loro l'invito a verificare, anche informalmente, sulla base delle indicazioni provenienti da tutti i gruppi parlamentari, la possibilità di addivenire alla stesura di un testo condiviso da sottoporre all'approvazione delle Commissioni.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

7-00203 Dallai: Iniziative per la bonifica dei siti inquinati dall'amianto.
7-00335 Zolezzi: Iniziative per la bonifica dei siti inquinati dall'amianto.
7-00354 Lavagno: Iniziative per la bonifica dei siti inquinati dall'amianto.
(Discussione congiunta e rinvio).

  Le Commissioni iniziano la discussione congiunta delle risoluzioni in titolo.

  Ermete REALACCI, presidente, propone, se non vi sono obiezioni, di procedere alla discussione congiunta delle risoluzioni in titolo vertendo su un'identica materia.

  Le Commissioni concordano.

  Luigi DALLAI (PD), segnala, anzitutto, il dato positivo rappresentato dal fatto che le tre risoluzioni in discussione sono ispirate a principi e obiettivi comuni e condivisibili. Con particolare riferimento alla risoluzione di cui è primo firmatario, sottolinea che, oltre a fare il punto sulla situazione, essa affronta sia le questioni relative alla bonifica dei siti inquinati e allo smaltimento dell'amianto sia quelle relative alle misure da mettere in campo per ridare forza al piano nazionale amianto e per incentivare gli investimenti e gli interventi privati di rimozione dell'amianto dagli edifici, a partire dalla definitiva stabilizzazione delle agevolazioni fiscali previste per la ristrutturazione e la riqualificazione energetica degli immobili (cosiddetto ecobonus).
  Conclude, quindi, richiamando le Commissioni alla necessità di procedere in tempi rapidi alla conclusione della discussione sulle risoluzioni in titolo, anche in considerazione della gravità della situazione in atto e del perdurare di un fenomeno inaccettabile oltre che onerosissimo di trasferimento all'estero di gran parte dell'amianto rimosso dagli edifici pubblici e privati.

  Alberto ZOLEZZI (M5S) esprime condivisione per molte delle considerazioni svolte dal collega Dallai. Aggiunge, inoltre, che un ulteriore motivo di intervento per le Commissioni è dato dall'inaccettabile numero di decessi provocati ogni anno dall'esposizione all'amianto, circa 5 mila, e dall'ancor più elevato numero di patologie e di invalidità provocate da questo grave fenomeno. Sottolinea, inoltre, come rappresenti un serio problema il fatto che alcune delle discariche autorizzate esistenti sul territorio nazionale, peraltro inadeguate per numero e per dotazione impiantistica, siano gravate di procedimenti giudiziari conseguenti a fenomeni di Pag. 45illegalità, tanto da determinare di fatto un sostanziale blocco delle attività di stoccaggio e di smaltimento dell'amianto rimosso dagli edifici. Ritiene che per tale motivo le Commissioni devono dare una chiara indicazione al Governo circa l'urgenza di riattivare e di potenziare gli strumenti e i meccanismi deputati alla mappatura dei siti inquinati, alla rimozione dell'amianto in essi presente, a partire dai locali pubblici e dagli edifici scolastici, e allo smaltimento dell'amianto rimosso, anche per porre termine all'inaccettabile fenomeno dell'abbandono incontrollato e illegale di tale materiale e ai rischi gravissimi che questo comporta sul piano ambientale e della salute dei cittadini.

  Fabio LAVAGNO (SEL) illustrando la propria risoluzione n. 7-00354, rileva innanzitutto come, a vent'anni dalla legge n. 257 del 1992, che ha messo al bando l'amianto vietandone l'estrazione, l'importazione ed il commercio, l'obiettivo ottimale sarebbe quello di realizzare un nuovo e complessivo intervento normativo sulla materia.
  Ritiene peraltro che, in termini più realistici, si debba puntare in questa fase ad attuare quanto previsto dalle norme già vigenti, le quali risultano tuttora in larga parte inattuate. Ricorda infatti che il Piano nazionale amianto definito nella Conferenza governativa di Venezia del novembre 2012, nel quale sono elencate una serie di obiettivi tra cui la tutela della salute, la tutela dell'ambiente, nonché aspetti di sicurezza del lavoro e previdenziali, nonostante sia stato varato dal Governo Monti nel marzo 2013, deve ancora passare al vaglio della Conferenza Stato-regioni.
  Ritiene pertanto ormai improcrastinabile avviare la realizzazione del citato Piano nazionale, e invita il Governo a provvedere al relativo finanziamento, attraverso un adeguato programma di interventi finalizzati a sviluppare, in primo luogo, puntuali censimenti regionali dei siti contaminati. In tale contesto, cita il caso emblematico della Regione Piemonte la quale, pur essendo una delle più colpite dal problema della presenza di amianto negli edifici, non ha ancora realizzato il relativo censimento, sottolineando quindi come sia necessario effettuare le operazioni del censimento medesimo su tutto il territorio nazionale, così da poter stimare in modo non approssimativo il numero delle vittime dell'amianto e dei siti contaminati.
  Ritiene inoltre prioritario rendere operativo il Fondo nazionale per il risanamento degli edifici, istituito dalla legge finanziaria per il 2008 per sostenere gli interventi diretti a eliminare i rischi per la salute pubblica derivanti dalla presenza di amianto negli edifici pubblici, il quale non è mai stato reso operativo per mancanza di risorse, nonché assumere iniziative per incrementare le risorse assegnate al Fondo per le vittime dell'amianto per garantire benefici, oltre che ai lavoratori colpiti da patologie asbesto-correlate, anche a tutti quei cittadini che siano stati esposti all'agente patogeno.
  Con particolare riferimento agli interventi di bonifica nelle scuole, sottolinea come gli stessi siano rallentati anche a causa delle esigue risorse su cui possono contare gli enti locali. Invita pertanto il Governo a procedere all'assunzione di tutte le iniziative, anche normative, per la completa bonifica dall'amianto negli edifici pubblici, recuperando a tal fine le risorse già stanziate e i fondi europei a ciò destinati, ed escludendo le spese per gli interventi di messa in sicurezza e bonifica dell'amianto dal saldo finanziario rilevante ai fini della verifica del rispetto del patto di stabilità interno per gli enti locali.
  Fa notare che la risoluzione chiede inoltre al Governo di assumere iniziative per definire disposizioni di carattere strutturale volte a stabilizzare il regime delle detrazioni fiscali attualmente previste per gli interventi di bonifica dei manufatti contenenti amianto dagli edifici, anche valutando l'opportunità di incrementare le vigenti percentuali di detraibilità, in considerazione dei positivi riflessi di tali misure sull'economia del Paese.
  Evidenzia quindi come la risoluzione non si concentri sugli ulteriori aspetti Pag. 46relativi alla problematica dello smaltimento dell'amianto, ritenendo che sulla stessa si ponga prima di tutto una questione da affrontare in termini culturali, attraverso un'azione volta a far conoscere all'opinione pubblica i reali rischi connessi alla presenza di impianti per lo smaltimento dell'amianto, evidenziando a tale proposito come le discariche per lo smaltimento dell'amianto, se correttamente gestite e sottoposte a controlli pubblici, comportino rischi per la salute molto minori di quelli connessi ai procedimenti per lo smaltimento di altri materiali.

  Cristina BARGERO (PD) dichiara di volere sottoscrivere la risoluzione presentata dal collega Dallai.

  Alessandro BRATTI (PD) ringrazia i colleghi che hanno presentato le risoluzioni in titolo per l'iniziativa assunta, di cui condivide pienamente lo spirito e le finalità. Chiede quindi di valutare l'opportunità di svolgere un breve ciclo di audizioni dei soggetti maggiormente interessati, a partire dall'INAIL, al fine di acquisire elementi di conoscenza e proposte utili anche per la definizione di un testo condiviso delle risoluzioni. Al tempo stesso, ritiene utile che le Commissioni concentrino l'attenzione sui profili ambientali e sulle misure finanziarie e fiscali a sostegno delle politiche di rimozione e di smaltimento dell'amianto, piuttosto che sui profili sanitari, senza nulla togliere alla gravità delle conseguenze sulla salute dei cittadini derivanti dall'esposizione all'amianto o a materiali contenenti amianto. Sottolinea, infine, l'esigenza di approfondire la riflessione sul tema specifico dei siti e degli impianti per lo stoccaggio e lo smaltimento dell'amianto rimosso, dato che, a suo avviso, una seria politica in questo settore non può eludere il tema della dotazione impiantistica su tutto il territorio nazionale.

  Piergiorgio CARRESCIA (PD) ritiene fuorviante porre l'accento, come ha fatto il collega Zolezzi nel suo intervento, sul tema dell'illegalità, pure presente in questo ambito. A suo avviso, infatti, le questioni più urgenti da affrontare sono quelle relative al miglioramento del quadro normativo esistente e, soprattutto, del rafforzamento delle misure indispensabili per ridurre in modo significativo i rischi per l'ambiente e per la salute dei cittadini conseguenti alla presenza di amianto negli edifici e nei luoghi di lavoro. Segnala, inoltre, la questione, a suo avviso, importante derivante dal fatto che le attività di smaltimento dell'amianto, in quanto rifiuto speciale, non sono soggette ai vincoli territoriali esistenti per i rifiuti urbani e che per questa ragione è forse opportuno prendere in considerazione, anche sotto il profilo finanziario, l'ipotesi di realizzazione di impianti di ambito interregionale.

  Alberto ZOLEZZI (M5S), intervenendo per una precisazione, rileva che il suo riferimento ai fenomeni di illegalità è da intendersi principalmente come indicativo di un ulteriore fattore di blocco delle attività di bonifica dei siti inquinati e di smaltimento dell'amianto, convenendo sul fatto che anche le discariche, se a norma e correttamente gestite, possono essere uno strumento positivo. Aggiunge, inoltre, che a fronte del mancato assolvimento da parte di molte regioni degli obblighi di censimento dei siti inquinati e di realizzazione degli impianti di smaltimento dell'amianto rimosso, la soluzione prospettata dal collega Carrescia di impianti di ambito sovraregionale debba essere attentamente valutata.

  Luigi DALLAI (PD) si associa a quanto detto dal collega Carrescia sull'opportunità che la discussione delle Commissioni resti incentrata, come già avvenuto in occasione della comune discussione sull'ecobonus, sui profili più propriamente ambientali e fiscali posti dalle risoluzioni in titolo.

  Claudia MANNINO (M5S) condivide la richiesta avanzata dal collega Bratti di svolgere alcune audizioni dei soggetti maggiormente interessati. Al tempo stesso, sottolinea l'esigenza fondamentale che le Commissioni concludano in tempi rapidissimi Pag. 47la discussione delle risoluzioni in esame. Nel segnalare, inoltre, la gravità del fatto che molte regioni non hanno ancora eseguito la mappatura dell'amianto contenuto nei luoghi di lavoro e negli edifici pubblici, a partire dalle scuole, chiede che sia posto a disposizione delle Commissioni un quadro conoscitivo il più esaustivo possibile sulla situazione esistente sul tutto il territorio nazionale.

  Ermete REALACCI, presidente, fa presente che, d'intesa fra le presidenze, la richiesta di audizioni avanzata da alcuni deputati sarà sottoposta agli uffici di presidenza delle Commissioni. Quanto alla richiesta avanzata dalla deputata Mannino di porre a disposizione delle Commissioni un quadro conoscitivo sull'attuale situazione, ritiene che essa potrebbe senz'altro essere rivolta ai Ministeri competenti, in vista del prosieguo della discussione sulle risoluzioni in titolo. Conclude, quindi, formulando l'auspicio che i presentatori, anche grazie al contributo proveniente da tutti i gruppi parlamentari, possano addivenire alla predisposizione di un testo unificato delle loro risoluzioni da sottoporre all'approvazione delle Commissioni.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 16.25.