CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 30 aprile 2014
226.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale
COMUNICATO
Pag. 92

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 30 aprile 2014. — Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI.

  La seduta comincia alle 8.15.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle regioni, degli enti locali e dei loro organismi.
Atto n. 92.
(Seguito esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo in oggetto, rinviato nella seduta del 24 aprile 2014.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, ricorda che nella scorsa seduta il relatore Mandelli aveva svolto la relazione introduttiva. Chiede alla relatrice Zanoni, impossibilitata a partecipare alla precedente seduta del 24 aprile, se intenda svolgere alcune considerazioni integrative.

  La senatrice Magda Angela ZANONI (PD), relatore, sottolineando l'importanza dello schema in esame anche alla luce dei limiti operativi che il decreto legislativo n. 118 del 2011 ha evidenziato durante la fase di sperimentazione, effettua alcune considerazioni di carattere generale che riguardano direttamente i cittadini, rinviando ad una fase successiva l'analisi degli aspetti di carattere più tecnico che invece interessano gli organi degli enti territoriali. Ritiene importante, ad esempio, quanto contenuto all'articolo 18 sui termini di approvazione dei bilanci, in quanto le disposizioni relative ai pagamenti e alla tassazione devono essere definite con l'approvazione del bilancio di previsione; è infatti un diritto dei cittadini sapere per tempo quanto dovranno pagare. I tempi di approvazione dei bilanci non sono un atto formale, ma rivestono carattere sostanziale.
  Manifesta alcuni dubbi circa la effettività di una programmazione triennale da parte degli enti, quando attualmente hanno difficoltà perfino a porre in essere una programmazione mensile. Gli enti debbono essere messi nelle condizioni di fare la programmazione.Pag. 93
  Per quanto riguarda il «Piano degli indicatori e dei risultati di bilancio» ritiene che sia bene limitarli a dieci o dodici indicatori di carattere finanziario che, sebbene forniscano indicazioni un po’ grezze, tuttavia non determinerebbero quelle complicazioni che ci sarebbero con un centinaio di indicatori.
  Evidenzia l'importanza di uniformare la contabilità degli enti locali e delle regioni con quella delle società partecipate, per le quali, tuttavia, oltre a evidenti problemi tecnico-contabili, esistono problemi di natura strettamente politica.
  Per quanto riguarda la contabilizzazione dei residui rileva che non si tratta solo di un aspetto tecnico, ma di un fenomeno di dimensioni enormi, poiché la riduzione dei residui attivi rischia di mettere in crisi i bilanci degli enti. Tali residui, infatti, figurano come iscritti in bilancio nelle partite di entrata, con conseguente possibilità per l'ente di potere effettuare le spese. Peraltro l'individuazione dei residui attivi non più utilizzabili, determina anche problemi operativi negli uffici degli enti a causa del numero sempre più limitato di personale addetto, in ragione dei limiti alle assunzioni, con conseguente necessità di dover ricorrere a strutture esterne.

  Il deputato Arianna SPESSOTTO (M5S), chiede, in primo luogo, se siano disponibili i risultati della sperimentazione e dell'attività del gruppo di lavoro interistituzionale. Si domanda per quale motivo nella sperimentazione per il 2014 siano ricomprese anche alcune province, considerato che di tale ente in realtà è stata proposta la soppressione. Sottolinea infine che, sebbene il provvedimento affermi di non comportare oneri per la finanza pubblica, sono evidenti gli oneri che gli enti territoriali dovranno sostenere per la formazione del personale, così come palesa dei dubbi con riguardo agli oneri connessi al funzionamento della Commissione per l'armonizzazione degli enti territoriali. Chiede, infine, di conoscere quali saranno gli indicatori ricompresi nel Piano degli indicatori e dei risultati di bilancio.

  Il senatore Federico FORNARO (PD), dopo avere ringraziato i relatori, evidenzia come lo schema in esame sia un'occasione per effettuare una riflessione sullo stato di salute dei comuni e delle regioni, la cui normativa in tema di tributi è sottoposta a continui interventi legislativi disposti con provvedimenti di urgenza. Sarebbe necessario tenere conto del grido di dolore dei comuni, che oggi hanno grosse difficoltà a chiudere i propri bilanci.
  Per quanto riguarda il contenuto dello schema ritiene necessario differenziare gli adempimenti contabili, in quanto è assurdo che un piccolo comune debba sottostare agli stessi adempimenti che giustamente deve svolgere una grande città. Per quanto riguarda le società partecipate denota come si stia passando da un eccesso all'altro, in quanto negli anni precedenti il legislatore ha voluto esternalizzare numerose attività con l'obiettivo di una diversa contabilizzazione ai fini del rispetto del patto di stabilità interno; ora, invece, le società partecipate vengono demonizzate e considerate sostanzialmente fonte di spreco, anche quando, invece, diverse società risultano virtuose.
  Segnala come i bilanci degli enti locali non incorporano ancora gli effetti della crisi, cioè della cosiddetta morosità involontaria, in quanto il cittadino vorrebbe pagare, ma non può perché non dispone delle risorse necessarie. Pertanto i comuni continuano a contabilizzare nel bilancio di previsione quanto viene iscritto a ruolo, pur sapendo che tali risorse non potranno essere interamente acquisite. Sarebbe necessario, a suo avviso, che nei bilanci venissero considerate delle «quote prudenziali» per mancati introiti nella misura del 3-4 per cento – una sorta di Fondo rischi – al fine di evitare che tali effetti della crisi economica si vadano a sommare con l'attività di verifica dei residui attivi degli anni passati non più esigibili che, ai sensi dello schema in esame, verranno cancellati dal bilancio degli enti. Ritiene che la Commissione Pag. 94debba procedere ad alcune audizioni, anche per verificare se siano necessari alcuni adattamenti del testo.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, ritiene interessante l'idea del «Fondo rischi», ma si domanda dove sia possibile attingere le necessarie risorse.

  Il deputato Giovanni PAGLIA (SEL) richiama l'attenzione su due aspetti. Il primo riguarda il bilancio consolidato degli enti strumentali, al cui interno sarebbero comprese anche le società private quotate. A suo giudizio le società quotate andrebbero escluse dal bilancio consolidato dell'ente.
  Il secondo aspetto riguarda le scelte da operare nel caso in cui una società veda la partecipazione di una pluralità di azionisti pubblici. Occorre pertanto valutare in quale modo sia possibile offrire indicazioni contabili dei singoli enti territoriali che siano realistiche.

  Il deputato Roger DE MENECH (PD) sottolinea che due questioni – i residui e le società partecipate – presentano un rilievo sia tecnico sia politico. Occorre in primo luogo responsabilizzare i comuni e far sì che essi rispondano pro quota dei passivi delle partecipate. Richiama poi l'attenzione sul fenomeno delle società partecipate dagli enti al 100 per cento e sottolinea l'esigenza che i relativi dati contabili entrino in modo strutturale nel bilancio degli enti territoriali.
  Con riguardo ai residui, occorre tenere presente che in numerosi casi una parte dei crediti dei comuni, specialmente per quelli medio-grandi, sono dovuti dallo Stato che, ad esempio, non provvede a pagare i comuni per le locazioni.
  È senz'altro necessario distinguere tra i comuni che, in sede di bilancio preventivo, effettuano previsioni realistiche e quelli che adottano scelte diverse. È inoltre necessario consentire l'utilizzazione delle plusvalenze attive da parte dei comuni e dare l'opportunità di rientrare progressivamente nel corso del tempo dalle plusvalenze passive.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, sottolinea l'esigenza di pervenire alla definizione di regole coerenti tra i diversi livelli di governo per la contabilizzazione dei residui. Ulteriore aspetto è poi costituito dall'adozione di criteri di maggiore o minore prudenza nella determinazione dei residui stessi.
  Circa le società partecipate, occorre ricordare che per lungo tempo lo Stato ha incentivato il ricorso alle esternalizzazioni da parte degli enti territoriali, mentre adesso prevale una loro demonizzazione.
  In ogni caso, non è possibile ignorare che i grandi assets delle partecipate costituiscono un elemento di rilievo per i comuni. Occorrerà in genere tenere conto quale sia la finalità strategica delle diverse partecipazioni.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 8.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 8.45 alle 8.50.