CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 22 aprile 2014
221.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

  Martedì 22 aprile 2014. — Presidenza del vicepresidente Ignazio ABRIGNANI.

  La seduta comincia alle 13.05.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo interno tra i rappresentanti dei Governi degli Stati membri dell'Unione europea, riuniti in sede di Consiglio, relativo al finanziamento degli aiuti dell'Unione europea forniti nell'ambito del quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020 in applicazione dell'Accordo di partenariato ACP-UE e all'assegnazione di assistenza finanziaria ai Paesi e territori d'oltremare cui si applicano le disposizioni della parte quarta del trattato sul funzionamento dell'UE, fatto a Lussemburgo il 24 giugno 2013.
C. 2083 Governo.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Luigi TARANTO (PD), relatore, sottolinea che l'Accordo in esame, sul quale la X Commissione è tenuta a dare un parere alla Commissione Esteri, è finalizzato a dare continuità al partenariato UE-ACP (Paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico), stante la scadenza del precedente di tali Protocolli nel 2013: il nuovo Protocollo costituisce dunque il punto centrale dell'Accordo interno attualmente all'esame della Commissione Esteri, volto all'istituzione dell'XI Fondo europeo di sviluppo (FES).
  Sottolinea che l'Accordo di Cotonou si inserisce nel solco della ormai storica cooperazione europea con i Paesi del gruppo Africa, Caraibi e Pacifico, a partire dalla Convenzione di Yaoundè del 1963, seguita poi dalle cinque Convenzioni di Lomé (1975-1995). L'Accordo di Cotonou è stato sua volta emendato una prima volta nel 2005 a Lussemburgo, e successivamente, nel 2010, nella capitale del Burkina Faso, Ouagadougou. Nonostante l'evoluzione degli strumenti istituzionali, è rimasto costante l'obiettivo della cooperazione UE-ACP, ovvero la promozione dello sviluppo economico, sociale e culturale dei paesi dell'Africa, Caraibi e Pacifico, contribuendo alla pace e alla sicurezza, nonché alla stabilizzazione del clima politico in senso democratico, con speciale attenzione allo sviluppo sostenibile.
  Lo strumento finanziario che costantemente ha reso possibile la realizzazione della cooperazione UE-ACP è rappresentato dal Fondo europeo di sviluppo (FES), finanziato dagli Stati membri attraverso contributi obbligatori in ragione – attualmente – dell'Accordo di Cotonou.
  L'Accordo interno è volto (articolo 1, comma 1) a istituire l'XI versione del FES: l'Accordo interno è stato votato facendo seguito alla Decisione del Consiglio europeo del febbraio 2013, che ha destinato nel periodo 2014-2020 l'ammontare di 30,5 miliardi di euro al finanziamento della cooperazione con i paesi ACP (articolo 1, comma 2) – con un incremento lieve dello 0,2 per cento rispetto alle risorse del X FES.
  L'Accordo interno stabilisce una ripartizione dei contributi a carico di ciascuno Stato, come anche le risorse messe a disposizione dalla Banca europea degli investimenti (BEI): a questo proposito, la relazione introduttiva al disegno di legge chiarisce come l'Italia manterrà la propria posizione di quarto contributore al FES dopo Germania, Francia e Regno Unito, con un esborso obbligatorio di circa 3.822,429 milioni di euro in sette anni, pari al 12,53 per cento del totale – la percentuale di contribuzione italiana cala rispetto al 12,86 per cento del X FES.
  L'articolo 1 dell'Accordo interno in esame prevede altresì che, in caso di adesione di uno Stato all'Unione europea, le quote di ripartizione dei contributi degli Stati membri all'XI FES siano riviste con Decisione del Consiglio, adottata all'unanimità su proposta della Commissione europea (comma 7). Il Consiglio potrà altresì adeguare con Decisione unanime l'ammontare totale delle risorse finanziarie (comma 8). È del pari prevista la possibilità Pag. 21di versare contributi volontari alla Commissione europea o alla BEI da parte di ciascuno Stato membro della UE, che potrà altresì cofinanziare progetti o programmi da esse gestiti (comma 9). Infine, su proposta della Commissione europea, tanto la UE quanto gli Stati membri verificheranno i risultati, con valutazione del grado di esecuzione degli impegni e degli esborsi, oltre che degli effetti dell'aiuto fornito (comma 10).
  Come nota la relazione tecnica, nella dotazione complessiva dell'XI FES potranno confluire a determinate condizioni anche risorse residue dei FES precedenti. L'XI FES avrà durata settennale, così da farne coincidere l'anno di scadenza con quello dell'Accordo di Cotonou, nonché con la cessazione del quadro finanziario pluriennale della UE per il 2014-2020. La relazione introduttiva chiarisce infine che l'Accordo interno appare del tutto coerente con la Posizione comune dell'Unione europea adottata in vista del Quarto Forum ad alto livello sull'efficacia degli aiuti, svoltosi a Busan tra la fine di novembre e l'inizio di dicembre del 2011. La citata Relazione tecnica registra la ripartizione dell'importo complessivo di 30,5 miliardi, nei termini seguenti: 29.089 milioni assegnati al gruppo degli Stati Africa, Caraibi, Pacifico; 364,5 milioni ai paesi e territori d'oltremare del gruppo PTOM; 1.052,5 milioni assegnati (articolo 6 dell'Accordo interno) alla Commissione europea per le spese di supporto associate alla programmazione e all'esecuzione dell'XI FES. Una parte (1.134 milioni) delle risorse destinate ai paesi ACP è inoltre assegnata alla BEI (Banca europea degli investimenti) per il finanziamento del Fondo investimenti; ad eccezione di tale ultimo Fondo, tutte le risorse destinate all'XI FES saranno gestite dalla Commissione europea. In base all'articolo 5, c. 3 proventi e redditi derivanti dalla gestione del Fondo investimenti a titolo del IX, X e XI FES vengono utilizzati per ulteriori operazioni del Fondo.
  I ventuno Paesi e territori d'oltremare (PTOM) dipendono costituzionalmente da quattro Stati membri dell'Unione europea (UE): la Danimarca, la Francia, i Paesi Bassi e il Regno Unito. Sebbene i loro cittadini siano cittadini europei, questi paesi non fanno parte del territorio dell'UE e di conseguenza non sono direttamente soggetti al diritto europeo: essi beneficiano bensì di uno statuto di associati agli Stati membri, conferitogli dal trattato di Lisbona. Lo scopo principale di questa associazione è quello di contribuire al loro sviluppo economico e sociale.
  Il Fondo europeo per gli investimenti (FEI) è stato istituito nel 1994 per sostenere le piccole e medie imprese. Il suo azionista di maggioranza è la Banca europea per gli investimenti, con la quale il Fondo forma il «Gruppo BEI». Il FEI fornisce capitale di rischio alle piccole e medie imprese (PMI), in particolare alle aziende di nuova costituzione e alle attività orientate alla tecnologia. Offre inoltre garanzie a istituzioni finanziarie, ad esempio le banche, a copertura dei loro prestiti alle PMI. Il FEI non è un istituto di credito e non concede pertanto prestiti o sovvenzioni alle imprese, né investe direttamente in alcun tipo di società. Opera invece attraverso banche e altri soggetti d'intermediazione finanziaria avvalendosi dei propri fondi o di quelli affidatigli dalla BEI o dall'Unione europea. Il Fondo opera negli Stati membri dell'Unione europea, in Turchia e nei tre paesi EFTA (Islanda, Liechtenstein e Norvegia).
  L'articolo 2 dell'Accordo interno concerne la ripartizione delle risorse per gli Stati ACP: in particolare, 24.365 milioni di euro sono destinati a programmi nazionali e regionali, questi ultimi miranti a potenziare la cooperazione e l'integrazione regionale tra gli Stati interessati. Qualora gli Stati interessati siano numerosi, ad essi verranno destinati 3.590 milioni. Una parte di tali risorse potrebbe poi riguardare interventi a carattere umanitario e di emergenza, qualora non finanziabili a valere sull'ordinario bilancio della UE.
  Sempre la Relazione tecnica riferisce che la Commissione europea stabilisce e comunica al Consiglio (articolo 7 dell'Accordo interno), entro il 20 ottobre di ciascun anno, lo stato degli impegni, dei pagamenti e delle richieste annuali di Pag. 22contributi da presentare nell'esercizio in corso e con proiezione ai due esercizi seguenti. Tali quantificazioni dipendono dallo stato di esecuzione dei vari progetti e programmi. Nel medesimo termine del 20 ottobre la Commissione trasmette al Consiglio uno schema di preventivo degli impegni, esborsi e contributi riguardanti i tre esercizi finanziari successivi (articolo 7, comma 5). Le contribuzioni previste dall'Accordo interno sono obbligatorie, poiché derivano da accordi internazionali: pertanto, in caso di inadempienza lo Stato membro è tenuto al pagamento di interessi di mora, come previsto dal regolamento finanziario contemplato dall'Accordo interno.
  Come si è visto, i contributi richiesti agli Stati membri sono basati su previsioni di spesa variabili effettuate dalla Commissione europea, ed è dunque impossibile conoscere anticipatamente lo stanziamento necessario per ciascuno Stato membro della UE – stanziamento che verrà parametrato sulle stime della Commissione europea, e deve essere pertanto quantificato con il disegno di legge di bilancio annuale. La Relazione si spinge tuttavia a ipotizzare uno stanziamento medio di 425 milioni annui per circa nove anni.
  Gli articoli 8 e 9 riguardano rispettivamente il Comitato dell'XI FES – istituito presso la Commissione europea – e il Comitato del Fondo investimenti (presso la BEI), delineandone le procedure di voto e la composizione.
  L'articolo 10 prevede l'adozione all'unanimità, da parte del Consiglio, del regolamento di esecuzione dell'XI FES, su proposta della Commissione europea e sentita la BEI; nonché, a maggioranza qualificata del Consiglio, di un regolamento finanziario, con il parere anche della Corte dei conti europea.
  L'articolo 11 prevede che, per ciascun esercizio finanziario, la Commissione approvi i conti del FES, inviandoli altresì al Parlamento europeo, al Consiglio e alla Corte dei Conti. Anche la BEI invia annualmente una relazione alla Commissione e al Consiglio sulle operazioni finanziate con risorse da essa gestite. La revisione di alcune parti dell'Accordo interno (articolo 12) può avvenire da parte del Consiglio – all'unanimità – su proposta della Commissione ed eventualmente della BEI. L'Accordo interno, prevede l'articolo 13, si applica in conformità alla Decisione 2010/427/UE, con la quale sono stati stabiliti organizzazione e funzionamento del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE).
  Il disegno di legge di autorizzazione alla ratifica dell'Accordo interno tra i rappresentanti dei governi degli Stati membri dell'Unione europea, relativo al finanziamento degli aiuti forniti in applicazione dell'Accordo di partenariato UE-ACP per il periodo 2014-2020, si compone di quattro articoli: il primo reca l'autorizzazione alla ratifica dell'accordo, il secondo il relativo ordine di esecuzione.
  L'articolo 3 contiene le disposizioni relative alla copertura finanziaria del provvedimento, per i cui oneri si rimanda alle risorse individuate in bilancio per la cooperazione UE-ACP, ai sensi della legge n. 81 del 1986 nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, cap. 1647. Segnala a tale proposito che il cap. 1647 risulta finanziato, per ciascuna annualità del triennio 2014-2016, con 470 milioni di euro.
  L'articolo 4 prevede l'entrata in vigore della legge di autorizzazione per il giorno successivo a quello della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

  Ignazio ABRIGNANI, presidente, nessuno chiedendo di parlare, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.15.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Martedì 22 aprile 2014. — Presidenza del vicepresidente Ignazio ABRIGNANI. — Interviene il viceministro per lo sviluppo economico, Claudio De Vincenti.

  La seduta comincia alle 13.35.

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Sulla pubblicità dei lavori.

  Ignazio ABRIGNANI, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

5-02655 Lacquaniti: Riordino dell'Enea.

  Luigi LACQUANITI (SEL) illustra l'interrogazione in titolo.

  Il viceministro Claudio DE VINCENTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Luigi LACQUANITI (SEL) replicando, si dichiara soddisfatto della risposta del rappresentante del Governo. Esprime apprezzamento per il fatto che il Governo ha ben presente l'urgenza di una revisione delle competenze e dell'assetto dell'Enea alla luce del riordino operato dalla legge n. 99 del 2009. Ritiene inoltre condivisibile il nuovo ruolo riconosciuto ad Enea con riferimento agli interventi di riqualificazione energetica degli edifici pubblici previsti nel provvedimento attuativo della direttiva sull'efficienza energetica. Esprime, infine, qualche perplessità sulla congruità delle risorse finanziarie rese disponibili per l'esercizio delle competenze e delle funzioni attribuite a tale delicato organismo.

5-02656 Da Villa: Salvaguardia del polo industriale di Termini Imerese.

  Marco DA VILLA (M5S) illustra l'interrogazione in titolo.

  Il Viceministro Claudio DE VINCENTI risponde all'interrogazione in titolo ricordando preliminarmente che, per la riqualificazione del polo industriale di Termini Imerese, erano stati proposti quattro progetti industriali riuniti in una short list da Invitalia. In seguito ad un'analisi più approfondita da parte di Invitalia condivisa al tavolo costituito presso il Ministero dello sviluppo economico che ha visto la partecipazione anche delle parti sociali e delle istituzioni locali, l'istruttoria di questi progetti si è conclusa negativamente a causa di insufficienze di carattere industriale o finanziario. Fin dalla metà del 2012 si è proceduto pertanto a cercare di individuare nuovi interlocutori. Le proposte più recenti, riassunte nel tavolo presso il Ministero dello sviluppo economico il 14 aprile scorso, prevedono tre nuovi progetti che presentano maggiore solidità sul piano industriale e delle garanzie finanziarie. Si tratta di progetti ancora in fase di definizione, ma si ritiene vi siano fondati motivi che possano offrire reali prospettive al polo industriale di Termini Imerese. Si tratta, in particolare, di due progetti che riguardano il settore automotive: il primo relativo alla produzione di un veicolo ibrido elettrico-benzina; il secondo riguarda invece la componentistica. In parte sono sinergici tra loro e, in particolare, il progetto relativo alla componentistica ha un mercato di sbocco non solo interno, ma più ampio a livello internazionale. I due progetti avrebbero un impatto molto significativo dal punto di vista occupazionale, soprattutto per i lavoratori in attesa di essere ricollocati, e sull'indotto perché riattiverebbero il tradizionale settore automotive di Termini Imerese. Il terzo progetto riguarda una bioraffineria di seconda generazione. Ricorda al riguardo che l'Italia si è battuta in sede di Consiglio europeo per obiettivi più ambiziosi relativamente allo sviluppo di biocarburanti di seconda generazione. Atteso che non si sono potute utilizzare le somme del vecchio accordo di programma del 2011, sottolinea che è in via di definizione un nuovo accordo di programma per Termini Imerese che fa leva su un analogo ammontare di risorse pubbliche sia nazionali sia regionali, a valere sul ciclo di programmazione 2014-2020, come convenuto Pag. 24al tavolo svoltosi lo scorso 14 aprile presso il Ministero dello sviluppo economico.

  Marco DA VILLA (M5S), replicando, ringrazia il viceministro, ma non può che dichiararsi insoddisfatto della risposta fornita dal Governo che conferma, ancora una volta, come i fondi strutturali europei previsti nell'Accordo tra Ministero dello sviluppo economico e la regione Sicilia non siano stati utilizzati. Ritiene pertanto quanto mai necessario che vengano individuati gli interventi più urgenti per il rilancio del polo di Termini Imerese e delle imprese più colpite dalla crisi del comparto.

5-02657 Benamati: Stato di crisi FN Spa di Boscomarengo.

  Il viceministro Claudio DE VINCENTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Cristina BARGERO (PD), replicando in qualità di cofirmataria, si dichiara soddisfatta della risposta fornita dal rappresentante del Governo. In particolare, esprime apprezzamento per la disponibilità manifestata ad attivare, su richiesta delle parti, un tavolo di confronto al fine di valutare i possibili interventi volti a risolvere le problematiche occupazionali.

5-02658 Allasia: Problematiche delle imprese italiane connesse alla crisi ucraina.

  Ignazio ABRIGNANI, presidente, constata l'assenza del deputato Allasia: s'intende che abbia rinunciato rinunciato all'interrogazione in titolo.
  Dichiara quindi concluso lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 14.

INTERROGAZIONI

  Martedì 22 aprile 2014. — Presidenza del vicepresidente Ignazio ABRIGNANI. — Interviene il viceministro per lo sviluppo economico, Claudio De Vincenti, e il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Teresa Bellanova.

  La seduta comincia alle 14.

5-00600 Albanella: Apertura di un tavolo di concertazione tra l'azienda Avis Autonoleggio e i sindacati.

  Il sottosegretario Teresa BELLANOVA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Luisella ALBANELLA (PD) replicando, si dichiara soddisfatta della risposta e invita il Governo a seguire con attenzione e a contrastare i processi di delocalizzazione avviati dall'azienda Avis. Auspica altresì l'apertura di un tavolo di confronto presso il Ministero dello sviluppo economico.

5-01149 Fabbri: Ipotesi di cessione dell'azienda BredaMenarinibus.

  Luigi TARANTO (PD) dichiara di aver sottoscritto l'interrogazione in titolo.

  Il viceministro Claudio DE VINCENTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Luigi TARANTO (PD), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta dalla quale emerge la volontà del Governo di riqualificare l'industria italiana della produzione di autobus. Auspica quindi l'apertura di un tavolo a livello nazionale con tutte le parti sociali per il rilancio dell'azienda BredaMenarinibus.

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5-01312 Peluffo: Inerzia dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas nell'attuazione dell'articolo 33, comma 5, della legge n. 99 del 2009.

  Luigi TARANTO (PD) dichiara di aver sottoscritto l'interrogazione in titolo.

  Il viceministro Claudio DE VINCENTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

  Luigi TARANTO (PD), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta.

5-02032 Prodani: Rilancio del comparto nautico e istituzione di un tavolo ministeriale con l'azienda Wärtsilä Italia Spa.

  Il viceministro Claudio DE VINCENTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 6).

  Aris PRODANI (M5S), replicando, auspica che sia quanto prima richiesta dai soggetti interessati la costituzione di un tavolo presso il Ministero dello sviluppo economico. Paventa l'approvazione da parte dell'azienda di un ulteriore piano di ristrutturazione con conseguente riduzione del personale. Ritiene infine necessario affrontare con metodo sistemico la crisi del settore navale in tutte le realtà produttive della filiera.

5-02162 Lacquaniti: Situazioni di potenziale conflitto di interesse in capo a posizioni apicali della Camera di commercio di Milano.

  Il viceministro Claudio DE VINCENTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 7).

  Luigi LACQUANITI (SEL) replicando, prende atto che le disposizioni della legge di stabilità 2014 (legge n. 147 del 2013) si applicano anche alle figure apicali delle Camere di commercio. Assicura che verificherà la compatibilità degli incarichi esterni attribuiti a dirigenti della Camera di commercio di Milano.

5-02215 Rizzetto: Profili catastali relativi a immobili che ospitano impianti fotovoltaici.

  Il viceministro Claudio DE VINCENTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 8).

  Walter RIZZETTO (M5S) replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta. Paventa che le recenti misure relative alla disincentivazione del fotovoltaico produrranno ulteriore incertezza nelle aziende del settore che anche nel passato sono state notevolmente danneggiate, ad esempio, dalle disposizioni recate dal cosiddetto «decreto Romani». A testimonianza della grave crisi del settore, ricorda che recentemente persino la famiglia della nuova presidente dell'ENI, Emma Marcegaglia, ha dismesso a Taranto uno stabilimento per la produzione di celle fotovoltaiche. Lamentato che i costi di incentivazione del CIP 6 ammontano a circa 60 miliardi di euro, sottolinea che con le nuove regole, d'ora in avanti, anche i costi di smaltimento dei pannelli esauriti saranno a carico dei privati. Rileva altresì che, qualora il privato o l'impresa decidesse di non utilizzare più il fotovoltaico, dovrebbe procedere a un diverso accatastamento del proprio immobile. Paventa infine che l'installazione di contatori di produzione negli impianti di scambio sul posto possa preludere a una tassazione dell'energia autoprodotta.

  Ignazio ABRIGNANI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 14.50.

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