CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 9 aprile 2014
214.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 54

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 9 aprile 2014. — Presidenza del vicepresidente Manuela GHIZZONI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Gabriele Toccafondi.

  La seduta comincia alle 14.10.

Sull'ordine dei lavori.

  Antonio PALMIERI (FI-PdL) chiede che la Commissione proceda ad audire i sottosegretari alla Presidenza del Consiglio dei ministri Graziano Del Rio – delegato per il settore dello sport – e Luca Lotti al quale sono state conferite le seguenti deleghe: informazione e comunicazione del Governo, editoria, pianificazione, preparazione Pag. 55e organizzazione degli interventi connessi alle commemorazioni del centenario della Prima guerra mondiale, promozione e svolgimento di iniziative per le celebrazioni del 70o anniversario della Resistenza e della Guerra di Liberazione.
  Esprime poi solidarietà, a nome del suo gruppo, alla collega Capua, vicepresidente della Commissione, la quale è stata oggetto, lo scorso fine settimana, di un vergognoso attacco recato da un organo di stampa.

  Maria COSCIA (PD), associandosi a quanto testé affermato dal collega Palmieri, esprime anche lei solidarietà alla deputata Capua, essendo sicura che la stessa sarà dichiarata estranea alla vicenda nella quale è stata coinvolta.

  Manuela GHIZZONI, presidente, esprime anche lei solidarietà al vicepresidente Capua.

Schema di accordo di partenariato per l'impiego dei fondi strutturali e di investimento europei nel periodo di programmazione 2014-2020.
Atto n. 86.

(Rilievi alla V Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4, del regolamento, e conclusione).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di accordo di partenariato in oggetto.

  Manuela GHIZZONI, presidente, avverte che è stato richiesto che la pubblicità dei lavori dell'odierna seduta della Commissione sia assicurata anche attraverso l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Ricorda che la Commissione ha chiesto e ottenuto di poter esprimere rilievi alla Commissione bilancio sullo schema di accordo di partenariato per l'impiego dei fondi strutturali e di investimento europei nel periodo di programmazione 2014-2020, che contiene alcune sezioni di interesse primario per la VII Commissione, ad esempio l'obiettivo 10 per quanto concerne l'istruzione e l'obiettivo 6 relativo alle risorse culturali.

  Mara CAROCCI (PD), relatore, ricorda che lo schema di Accordo di partenariato, formulato dal Governo, sul quale la Commissione VII è chiamata a formulare rilievi alla V Commissione, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4, del Regolamento, è finalizzato a definire il quadro strategico della programmazione dei fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE) per il nuovo settennio 2014-2020. In altri termini, si tratta del documento che definisce la strategia e le priorità di ogni Stato membro, nonché le modalità di impiego dei fondi SIE. Aggiunge che esso costituisce una proposta strategica nuova rispetto agli strumenti utilizzati nei precedenti cicli di programmazione: in particolare, si istituisce un quadro strategico comune per tutti i fondi SIE e si concentra il loro intervento su 11 obiettivi tematici connessi alla strategia Europa 2020. Rileva che lo schema è stato presentato il 9 dicembre scorso alla Commissione europea, per l'acquisizione di osservazioni informali (in base all'articolo 16 del Regolamento n. 1303 del 17 dicembre 2013, relativo alle disposizioni comuni per l'utilizzo dei fondi europei) e che le osservazioni sono pervenute lo scorso 10 marzo e che riguardano sia la strategia individuata, sia la sua coerenza con le raccomandazioni già espresse dall'UE. Ricorda che, in particolare, la Commissione ha segnalato la necessità di una revisione finalizzata a fare in modo che i risultati attesi rappresentino effettivamente i risultati e non gli obiettivi e, per alcuni obiettivi (fra i quali, l'obiettivo riguardante istruzione e formazione), ha formulato l'auspicio di un'articolazione degli interventi a livello nazionale e regionale, anche al fine di comprendere meglio in che modo l'Italia intende intervenire concretamente. Osserva inoltre che, nel frattempo, l'articolo 1, comma 246, della legge di stabilità 2014 ha previsto l'espressione di un parere da parte delle Commissioni competenti per materia nel termine Pag. 56di 20 giorni dalla presentazione del testo alle Camere, decorsi i quali l'Accordo può essere comunque stipulato: il termine per l'espressione del parere scade il 10 aprile. Ricorda che il documento dovrà essere formalmente trasmesso in sede europea entro il 22 aprile e che l'approvazione è prevista entro i successivi quattro mesi, a condizione che le osservazioni formulate dalla Commissione siano state adeguatamente recepite. Rileva, al riguardo, che nella lettera di accompagnamento del documento, è indicato che il Governo, in relazione alle osservazioni della Commissione UE, sta provvedendo, in raccordo con le amministrazioni centrali e regionali, alla stesura definitiva dell'Accordo. Precisa che l'ammontare complessivo delle risorse comunitarie assegnate all'Italia per il settennio di programmazione 2014-2020 è pari a 32,2 miliardi di euro, a valere sui fondi strutturali FESR (Fondo europeo di sviluppo regionale) e FSE (Fondo sociale europeo), mentre a parte sono computate le risorse del FEASR per le politiche rurali (10,4 miliardi di euro) e del FEAMP per le politiche della pesca (il cui ammontare è in corso di definizione). Nel complesso, considerando la quota di cofinanziamento nazionale per i fondi strutturali, la quota di cofinanziamento regionale da destinare ai Programmi operativi regionali e le risorse del Fondo sviluppo e coesione, il volume di risorse per la coesione territoriale nel periodo indicato raggiunge i 130 miliardi di euro.
  Sottolinea quindi che i settori di interesse della VII Commissione sono riconducibili all'intero obiettivo tematico 10, che riguarda l'istruzione e la formazione, e, parzialmente, agli obiettivi tematici 6 (Tutela dell'ambiente e valorizzazione delle risorse culturali e ambientali), 1 (Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione) e 2 (Agenda digitale). Aggiunge che nell'ambito dell'Obiettivo tematico 10 si evidenzia che, per rispondere alle sfide poste dalla Strategia Europa 2020, fattori essenziali sono la qualità dell'istruzione e della formazione, nonché l'innalzamento e l'adeguamento delle competenze. Al riguardo, sottolinea che, nonostante alcuni miglioramenti, l'Italia continua a manifestare notevoli criticità rispetto ai due principali obiettivi posti alla base di tale Strategia, vale a dire la riduzione della dispersione scolastica e l'innalzamento della percentuale di giovani che conseguono un titolo di istruzione terziaria. Per la dispersione scolastica, misurata come percentuale di giovani 18-24enni che hanno abbandonato precocemente gli studi, si evidenzia che, nonostante il fenomeno sia in progressivo calo (oltre 4 punti percentuali rispetto al 2005), a livello nazionale il dato risulta pari, secondo il Programma nazionale di riforma 2013, al 17,6 per cento (21, per cento nell'Area Convergenza), a fronte di un obiettivo europeo del 10 per cento entro il 2020 e di un obiettivo nazionale fissato, entro lo stesso termine, al 16 per cento. Specifica che secondo i più recenti dati Eurostat – ancora provvisori – possiamo tuttavia constatare che, per il 2013, il dato scenderebbe ad un livello del 17,1 per cento. Ricorda poi che, quanto al dato dell'istruzione terziaria, calcolato come quota dei giovani 30-34enni in possesso di un titolo di istruzione universitaria o equivalente, pur in presenza di un incremento dei laureati di 4,7 punti percentuali dal 2005 al 2012, il livello del 21,7 per cento indicato nel PNR 2013 rimane distante sia dall'obiettivo europeo del 40 per cento, sia da quello nazionale fissato al 26-27 per cento. Anche in questo caso, i dati provvisori Eurostat per il 2013 riportano un indice che risulta in miglioramento, ad un livello che si attesterebbe al 22,4 per cento. Aggiunge che per l'obiettivo tematico 10, il documento prevede l'utilizzo di 4.012,4 milioni di euro (al netto delle quote FESR e FEAMP), di cui 807,4 milioni provenienti dal FESR e 3.205 milioni dal FSE. Di essi, 2.488 milioni sono destinati alle regioni meno sviluppate, 215 milioni alle regioni in transizione e 1.309 milioni alle altre 11 regioni più sviluppate e alle due province autonome. Rileva che tuttavia, non è specificata la distribuzione dei fondi fra i 9 obiettivi specifici indicati nell'ambito dell'OT 10. Specifica poi che il primo dei nove obiettivi indicati è la riduzione della dispersione Pag. 57scolastica e formativa, anche attraverso la promozione della qualità dei sistemi formativi e la combinazione di misure compensative e di prevenzione. L'indicatore utilizzato per valutare il raggiungimento di questo obiettivo specifico è la quota dei 18-24enni con al più la licenza media e che non frequenta altri corsi scolastici o svolge attività formative superiori ai 2 anni. Gli interventi sono finanziati con risorse FSE. Rispetto a questo obiettivo, in particolare, la Commissione europea ha osservato che sarebbe opportuno l'utilizzo di un indicatore che dia conto dell'abbandono per fasce di età più precoce rispetto a quella indicata. Aggiunge che il secondo obiettivo – da finanziare con risorse FSE e FESR – è quello del miglioramento delle competenze chiave degli allievi, anche mediante la fornitura di strumenti di apprendimento adeguati ed il supporto dello sviluppo delle capacità dei docenti. Gli indicatori utilizzati sono relativi al miglioramento dei rendimenti degli studenti in italiano e matematica, agli allievi con certificazione linguistica per livello e a quelli con certificazione delle competenze digitali. In proposito, la Commissione europea, nel rilevare che per la misurazione delle competenze non sono state utilizzate le rilevazioni OCSE-PISA più recenti, ha osservato che si potrebbe prendere in considerazione un indicatore sullo sviluppo professionale del personale docente, ad esempio in ragione della partecipazione ad attività di formazione. Rileva poi che il terzo obiettivo, per cui è previsto l'utilizzo di risorse FSE, è l'innalzamento del livello di istruzione della popolazione adulta, con particolare riferimento al conseguimento dei titoli di istruzione primaria e secondaria, che prevede l'utilizzo di un indicatore relativo alla popolazione di 25-64 anni che frequenta un corso di studio o di formazione professionale. Precisa che in merito sono state richieste dalla Commissione informazioni sull'esistenza e sull'operatività di un quadro politico strategico nazionale o regionale per l'apprendimento permanente e sul riconoscimento a livello regionale della certificazione delle competenze. Ricorda inoltre che come quarto obiettivo – per il quale si prevede di utilizzare risorse dei fondi FSE, FEASR e FEAMP – viene indicato l'accrescimento delle competenze della forza lavoro e dell'agevolazione della mobilità, nonché dell'inserimento/reinserimento lavorativo, attraverso il sostegno a percorsi formativi connessi alle domande delle imprese. Per misurare questo obiettivo è previsto un indicatore relativo alla quota di occupati, disoccupati e inattivi che partecipano ad iniziative formative finalizzate all'aggiornamento delle competenze professionali e all'acquisizione di qualificazioni. Specifica che ai fini della verifica di questo obiettivo, la Commissione europea ha richiesto la presentazione di un'autovalutazione degli investimenti in materia di istruzione e formazione professionale. Aggiunge che il quinto obiettivo è l'innalzamento dei livelli di competenze, di partecipazione e di successo formativo nell'istruzione universitaria o equivalente, anche attraverso la pertinenza dei programmi formativi alle esigenze del mercato del lavoro. Gli indicatori scelti sono relativi alla situazione occupazionale dei laureati o dei diplomati a 12 mesi dal conseguimento del titolo di studio, al numero di posti vacanti per mancanza di profili qualificati per titolo di studio universitario e al mismatch dell'offerta di lavoratori laureati rispetto alla richiesta di laureati prevista dalle imprese. I Fondi da impiegare allo scopo sono il FSE e il FESR. Precisa che, al riguardo, la Commissione ha osservato, tra l'altro, che potrebbe essere descritto meglio il contributo dell'istruzione superiore al sistema di innovazione regionale, per esempio con riferimento alla creazione di start-up. Aggiunge che il sesto obiettivo – da raggiungere impiegando risorse FSE e FESR – è rappresentato dalla qualificazione dell'offerta di istruzione e formazione tecnica e professionale, attraverso l'intensificazione dei rapporti scuola-formazione-impresa e lo sviluppo di poli tecnico-professionali. Esso è misurato da un indicatore relativo alla quota di giovani qualificati presso i percorsi di istruzione tecnica e professionale e di istruzione e formazione tecnica Pag. 58superiore. In proposito la Commissione ha segnalato l'esigenza di precisare che l'indicatore attiene anche all'istruzione tecnica superiore svolta attraverso gli Istituti tecnici superiori (ITS). Rileva poi che il settimo obiettivo indicato nel documento è il miglioramento della sicurezza, dell'efficienza energetica e dell'attrattività degli ambienti scolastici, finalizzato ad aumentare la propensione dei giovani a permanere nei contesti formativi. L'indicatore scelto è la quota di edifici in possesso del documento di valutazione antirischi, redatto dai capi di istituto. È prevista l'assegnazione di risorse FESR. Ricorda poi che la Commissione ha osservato che l'intervento del FESR dovrà concentrarsi sul miglioramento delle attrezzature per la didattica. Inoltre, gli interventi per la sicurezza degli edifici scolastici dovranno essere previsti nel quadro dell'obiettivo tematico 5 relativo, tra l'altro, alla prevenzione e alla gestione dei rischi, mentre quelli per l'efficienza energetica dovranno essere previsti nell'obiettivo tematico 4, relativo ad energia sostenibile e qualità della vita. Aggiunge che l'ottavo obiettivo – per il quale è previsto l'impiego dei fondi FSE e FESR – è diretto alla diffusione di nuove tecnologie nel mondo della scuola e della formazione, anche attraverso la promozione di risorse di apprendimento online. L'indicatore che è stato scelto per la misurazione è rappresentato dal rapporto allievi/nuove tecnologie. Rileva poi che il nono e ultimo obiettivo dell'OT 10, per il quale è previsto l'utilizzo di risorse FSE, consiste nel miglioramento delle capacità di autodiagnosi, autovalutazione e valutazione delle scuole che prevede l'utilizzo di un indicatore relativo al miglioramento dei rendimenti degli studenti, da costruire sulla base delle prove INVALSI in italiano e matematica. Passando all'OT 6, relativo alla tutela dell'ambiente e alla valorizzazione delle risorse culturali e ambientali, segnala che ad esso vengono complessivamente destinati 2,7 miliardi dal FESR (oltre a circa 1 miliardo dal FEASR), senza indicare esplicitamente la parte delle risorse dirette all'obiettivo della valorizzazione del patrimonio culturale. In proposito, il documento evidenzia che si intende operare in discontinuità rispetto alle modalità di attuazione sperimentate nel ciclo di programmazione 2007-2013, caratterizzato, fra l'altro, da una cooperazione istituzionale e tecnica inefficace e da una forte frammentazione degli interventi: nel nuovo ciclo di programmazione occorrerà, dunque, puntare alla rapidità nella programmazione e alla cooperazione fra gli attori del processo, tenendo conto della concentrazione di attrattori culturali e della capacità di attivare integrazioni fra il tessuto culturale e sociale e il sistema economico. Il risultato indicato – per il quale è previsto l'impiego di risorse FESR e FEASR – è il miglioramento delle condizioni e degli standard di offerta e fruizione del patrimonio culturale (materiale e immateriale) attraverso la valorizzazione sistemica e integrata di risorse e competenze. Per la misurazione del risultato si prevede l'utilizzo di un indicatore relativo agli indici di domanda culturale del patrimonio statale e non statale. Aggiunge che le sembra utile ricordare che l'agevolazione prevista dall'articolo 9 del decreto-legge cosiddetto «Destinazione Italia», relativa al voucher per l'acquisto di libri di lettura da parte degli studenti degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado, dovrà essere attivata proprio a seguito della definizione della programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali. Per quanto attiene all'obiettivo tematico 1, relativo a ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione, rileva che le risorse sono pari a 3.191 milioni di euro dal FESR e a 500 milioni dal FEASR. In particolare, il documento, considerato l'obiettivo di raggiungere un livello di spesa pubblica e privata in ricerca e sviluppo pari all'1,53 per cento del PIL, a fronte di un obiettivo europeo del 3 per cento, effettua un'analisi delle disparità e dei fabbisogni di sviluppo a livello territoriale e sottolinea che l'Italia si trova non solo ben al di sotto del suo obiettivo nazionale, ma sempre più lontana dalla media comunitaria. Sottolinea, pertanto, la necessità di un cambiamento di rotta nelle politiche di ricerca e innovazione, attraverso la definizione di ambiti Pag. 59tecnologici prioritari di specializzazione e alla luce del concetto di innovazione introdotto dal programma «Horizon 2020». Tra gli obiettivi indicati vi sono quelli relativi all'inserimento nel sistema produttivo di capitale umano altamente qualificato e alla promozione di partenariati pubblico-privato. Ricorda poi che la Commissione, nel ritenere insufficienti le indicazioni per il raggiungimento dell'obiettivo di crescita, ha indicato, fra l'altro, l'opportunità di prevedere meccanismi di coordinamento degli strumenti di finanziamento della ricerca mediante risorse dei fondi europei, da una parte, e dei fondi Horizon 2020, dall'altra, per evitare una sovrapposizione degli interventi. Infine, con riferimento all'obiettivo tematico 2, relativo all'Agenda digitale (a cui sono complessivamente destinati 1.813 milioni del FESR e 140 milioni del FEASR) ricorda che il documento, evidenziata una situazione differenziata e ancora lontana da molti dei target europei, prospetta tre risultati attesi. Si tratta della riduzione dei divari digitali, della digitalizzazione dei processi amministrativi e del potenziamento della domanda di tecnologie dell'informazione e della comunicazione da parte dei cittadini. Il documento sottolinea inoltre la necessità, nella definizione delle priorità strategiche nazionali e regionali per lo sviluppo digitale, di un approccio integrato con altri obiettivi tematici, fra i quali l'OT 1 (Ricerca e innovazione) e l'OT 10 (Istruzione e formazione). Precisa poi che la Commissione europea, nel lamentare, fra l'altro, l'assenza di una regia nazionale con il compito di coordinare e guidare l'attuazione delle azioni relative alla digitalizzazione, ha osservato che l'attuazione della strategia di crescita digitale richiederà uno stretto coordinamento delle misure per garantire l'interoperabilità e l'adozione di piattaforme comuni, soprattutto in settori come l’e-Government, gli appalti elettronici, l’e-Education, il cloud computing (di cui si rileva peraltro l'assenza di menzione nell'ambito dell'obiettivo). Ha rilevato, inoltre l'assenza di obiettivi con riferimento, fra l'altro, a e-Skills, e-Learning e e-Culture. Per ulteriori approfondimenti, anche con riferimento alle misure di recente introdotte nel nostro ordinamento che possono riguardare l'attuazione degli obiettivi indicati, rinvia alla documentazione predisposta dagli Uffici.
  Illustra quindi una proposta di delibera favorevole – con alcuni rilievi – sul provvedimento in esame (vedi allegato 1).

  Flavia PICCOLI NARDELLI (PD) ringrazia la relatrice per l'esauriente relazione svolta. Rileva, quindi, come le osservazioni espresse dalla Commissione europea siano molto incisive sia come impostazione generale, sia con riferimento ai singoli aspetti tematici. Ritiene quindi che il documento trasmesso dal Governo sia condivisibile e che vadano trasfuse in osservazioni, come è stato fatto nella proposta di rilievi formulata dalla collega Carocci, le indicazioni anche piuttosto «incisive» che sono state formulate dalla Commissione.

  Ilaria CAPUA (SCpI) auspica che si raggiunga, in Italia, l'obiettivo dell'1,53 per cento del PIL di spesa pubblica e privata in ricerca e sviluppo, come prospettato nel documento in esame, che è comunque di molto inferiore all'obiettivo europeo di ben il 3 per cento. Rileva inoltre come le problematiche connesse alla necessità di incrementare le risorse destinate alla ricerca siano proprie sia del provvedimento in esame, sia dell'atto del Governo n. 85, attualmente all'esame della VII Commissione.

  Antonio PALMIERI (FI-PdL) ringrazia la relatrice per l'esauriente lavoro svolto.

  Gianluca VACCA (M5S) rileva come non sia possibile lavorare in Commissione con le modalità con le quali si sta esaminando il provvedimento all'ordine del giorno. Osserva infatti che, in poco tempo, si dovrebbe, oggi, oltre ad incardinare il presente provvedimento, esaminarlo ed esprimere i relativi rilievi: ciò non è chiaramente possibile considerata la complessità Pag. 60e ampiezza dello schema di accordo in esame.

  Manuela GHIZZONI, presidente, pur concordando con il collega Vacca sulla difficoltà di lavorare nelle condizioni da lui rappresentate, ricorda come l'ufficio di presidenza della Commissione, integrato dai rappresentanti dei gruppi, aveva previsto l'inizio dell'esame del provvedimento per la giornata di ieri, con un'ulteriore seduta calendarizzata per la giornata di oggi. Ricorda quindi che, purtroppo, a causa degli imminenti lavori in Assemblea che si sono profilati nella seduta di ieri, l'inizio del provvedimento in esame è stato necessariamente procrastinato alla seduta odierna. Osserva, quindi, che essendo il lavoro delle Commissioni legato a quello dell'Assemblea, sarebbe utile che i rappresentanti dei gruppi in Commissione esponessero ai capigruppo la necessità di dedicare almeno un'intera mattina di ciascuna settimana dei lavori parlamentari all'esame degli argomenti all'ordine del giorno delle Commissioni.

  Giancarlo GIORDANO (SEL) rileva come ciò che è stato espresso dal collega Vacca sia un sentimento comune. Con riferimento al merito dello schema di accordo in esame, dopo aver osservato che sarebbe il momento di passare dagli obiettivi che ci si propone a dei risultati concreti, annuncia l'astensione del suo gruppo sulla proposta di deliberazione di rilievi della relatrice.

  Simone VALENTE (M5S) suggerisce, con riferimento a quanto prima affermato dal collega Vacca, di realizzare una forte iniziativa a nome di tutti i gruppi presenti in Commissione, che si concretizzi con la stesura di una lettera da inviare al Presidente della Camera e agli altri membri della Conferenza dei capigruppo, nella quale si esprima il proprio disappunto per le condizioni nelle quali è costretta a lavorare la VII Commissione.

  Maria COSCIA (PD), dopo aver ringraziato la relatrice per l'esauriente lavoro svolto, ritiene che la VII Commissione debba accogliere nel proprio parere le osservazioni presentate dalla Commissione europea. Concorda, poi, con quanto affermato dai colleghi in merito all'impossibilità di lavorare in Commissione esclusivamente nei ritagli di tempo dei lavori dell'Assemblea. Annuncia, quindi, che il Partito democratico si farà carico di segnalare alla Conferenza dei capigruppo le problematiche connesse al coordinamento dei lavori d'Aula con quelli delle Commissioni permanenti.

  Maria MARZANA (M5S) rileva come il problema dell'organizzazione dei lavori non sia legato esclusivamente alle concomitanti attività dell'Aula, bensì anche ad un repentino cambiamento dell'ordine del giorno dei lavori in Commissione, come è accaduto in questa settimana con riferimento alle previste audizioni dei Ministri Giannini e Franceschini, le quali, pur inizialmente programmate, sono state poi rinviate.

  Gianna MALISANI (PD) con riferimento alla proposta di delibera favorevole presentata dalla deputata Carocci, esprime perplessità sul terzo rilievo presente nella stessa, il quale prevede che, rispetto all'Obiettivo tematico 6, appaia necessario distinguere la parte delle risorse dirette all'obiettivo della valorizzazione del patrimonio culturale da quelle che andranno impiegate, più in generale, a fini ambientali. Reputa, infatti, che tali aspetti vadano visti e considerati insieme.

  Maria COSCIA (PD) rileva come il terzo punto del parere della relatrice Carocci recepisca un'osservazione formulata dalla Commissione europea.

  Gianluca VACCA (M5S) ribadisce l'impossibilità di avere una compiuta conoscenza del provvedimento sul quale la Commissione è chiamata ad esprimere i propri rilievi, rilevando anche che il Governo ha trasmesso in ritardo la relativa documentazione. Annuncia, quindi, l'astensione del Pag. 61suo gruppo sulla proposta di deliberazione di rilievi della relatrice.

  Mara CAROCCI (PD), relatrice, ricorda come, in realtà, le osservazioni della Commissione europea siano pervenute solo lo scorso 10 marzo e che quindi il Governo abbia necessariamente trasmesso non appena ha potuto lo schema di accordo in esame. Ricorda, quindi, che i rilievi che lei ha proposto recepiscono le osservazioni della Commissione europea e permettono all'Italia di perfezionare l'Accordo di partenariato per i fondi europei 2014-2020. Auspica quindi l'approvazione della sua proposta di deliberazione di rilievi.

  La Commissione approva la proposta di deliberazione di rilievi della relatrice (vedi allegato 1).

  La seduta termina alle 15.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 9 aprile 2014. — Presidenza del vicepresidente Manuela GHIZZONI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Gabriele Toccafondi.

  La seduta comincia alle 15.30.

Schema di decreto ministeriale per il riparto della quota del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca per l'anno 2013 destinata al finanziamento premiale di specifici programmi e progetti.
Atto n. 85.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e conclusione – Parere favorevole con raccomandazioni).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto ministeriale in oggetto, rinviato, da ultimo, nella seduta dell'8 aprile 2014.

  Manuela GHIZZONI, presidente, avverte che è stato richiesto che la pubblicità dei lavori dell'odierna seduta della Commissione sia assicurata anche attraverso l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Ricorda, inoltre, che è pervenuta una lettera da parte del presidente dell'Istituto nazionale di fisica nucleare, redatta a nome di alcuni enti di ricerca beneficiari dei finanziamenti oggi in esame, e che ha ad oggetto il contenuto del provvedimento all'ordine del giorno, che è stata messa in distribuzione.

  Ilaria CAPUA (SCpI), relatrice, illustra una proposta di parere favorevole con raccomandazioni sul provvedimento in esame (vedi allegato 2), che tiene conto del dibattito svolto dalla Commissione – anche con presenza del Ministro Giannini – e dei contatti intercorsi con la 7a Commissione del Senato.

  Francesco D'UVA (M5S) esprime soddisfazione per la proposta di parere che la Commissione si accinge ad approvare, la quale tiene conto dell'apporto dei vari gruppi in Commissione, compreso il Movimento 5 Stelle. Auspicando che il Governo segua effettivamente le raccomandazioni presenti in tale parere, annuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere testé illustrata dalla relatrice.

  Maria COSCIA (PD) dopo aver ringraziato la relatrice, annuncia – a nome del suo gruppo – il voto favorevole sulla proposta presentata dalla stessa. Tale parere, infatti, affronta le criticità presenti nello schema di provvedimento, senza che vengano penalizzati gli enti beneficiari dei finanziamenti premiali.

  Giancarlo GIORDANO (SEL) esprime solidarietà all'onorevole Capua per l'attacco che ha subito da un organo di stampa. Annuncia, poi, il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere favorevole con raccomandazioni, chiedendo Pag. 62chiarimenti in ordine alla parte della prima raccomandazione che fa riferimento alla previsione che la ripartizione interna delle risorse premiali – da parte degli enti – tenga conto delle valutazioni meritocratiche e dei criteri di trasparenza.

  Bruno MOLEA (SCpI) dopo avere espresso anch'egli solidarietà alla deputata Capua, annuncia voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere.

  Antonio PALMIERI (FI-PdL) annuncia anch'egli, a nome del suo gruppo, voto favorevole sulla proposta di parere favorevole con raccomandazioni sul provvedimento in esame.

  Ilaria CAPUA (SCpI), relatrice, chiarisce con riferimento a quanto richiesto dal collega Giordano, che quando la quota premiale, in quanto aggiuntiva, sarà veramente tale, gli enti di ricerca dovranno rendere conto di quale sia stata la ripartizione delle risorse tra i vari progetti da loro sviluppati.

  Manuela GHIZZONI, presidente, annuncia che si potrebbero tenere insieme all'omologa Commissione del Senato delle audizioni informali in merito al fondo ordinario sugli enti di ricerca.

  Il sottosegretario Gabriele TOCCAFONDI esprime apprezzamento per la proposta di parere che la Commissione si accinge ad approvare all'unanimità. Ricorda come le tre ipotesi che erano state prospettate nella seduta di ieri dal Ministro Giannini non tendessero alcuna di queste a mantenere lo status quo, volendo il MIUR modificare in ogni caso la situazione esistente concernente i fondi premiali per la ricerca.

  La Commissione approva all'unanimità la proposta di parere favorevole con raccomandazioni presentata dalla relatrice (vedi allegato 2).

  La seduta termina alle 15.45.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 9 aprile 2014. — Presidenza del presidente Giancarlo GALAN. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Gabriele Toccafondi.

  La seduta comincia alle 15.45.

Istituzione del Sistema nazionale delle agenzie ambientali e disciplina dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientali.
Testo unificato C. 68 Realacci e abb.

(Parere alla VIII Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Giancarlo GALAN, presidente, avverte che è stato richiesto che la pubblicità dei lavori dell'odierna seduta della Commissione sia assicurata anche attraverso l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

  Gianna MALISANI (PD), relatore, rileva che il testo unificato in discussione rappresenta l'unione di 3 proposte di legge – C. 68 Realacci, C. 110 Bratti e C. 1945 De Rosa – per l'istituzione del Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente e disciplina dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che oggi conta 21 tra Agenzie regionali (ARPA) e provinciali (APPA) costituite con apposita legge regionale. Si tratta di «un esempio di sistema federativo consolidato», in cui l'ISPRA garantisce la coesione del Sistema. Ricorda che la materia è stata già oggetto, negli anni recenti, di norme che costituiscono le premesse e i fondamenti del testo proposto. Si tratta: del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, che all'articolo 28 istituiva, sotto la vigilanza del Ministro dell'ambiente e della Pag. 63tutela del territorio e del mare, l'Istituto di ricerca per la protezione ambientale; della legge 6 agosto 2008, n. 133, concernente «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112» che, all'articolo 28, comma 1, istituiva, sotto la vigilanza del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, l'Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), la cui denominazione (comma 4) «Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA)» sostituisce, ad ogni effetto e ovunque presente, le denominazioni: «Agenzia per la protezione dell'Ambiente e per i servizi tecnici (APAT)», «Istituto Nazionale per la fauna selvatica (INFS)» e «Istituto Centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare (ICRAM)»; del decreto ministeriale 21 maggio 2010, n. 123 che concerne il «Regolamento recante norme concernenti la fusione dell'APAT, dell'INFS e dell'ICRAM in un unico istituto, denominato Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), a norma dell'articolo 28, comma 3, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133».
  Osserva quindi, con riferimento alla proposta di legge in esame che già nel 2010 emergeva la necessità di un coordinamento e di un controllo su tutto il territorio nazionale, basato su parametri condivisi e scientificamente accreditati. Le citate proposte di legge, qui unificate, sono volte a riformare il sistema delle agenzie ambientali, attraverso sostanziali innovazioni organizzative e di funzionamento. In particolare – al fine di assicurare omogeneità ed efficacia all'esercizio dell'azione conoscitiva e di controllo pubblico della qualità dell'ambiente, a supporto delle politiche di sostenibilità – viene attribuito rilievo normativo alla connotazione sistemica delle agenzie ambientali, attraverso l'istituzione del Sistema nazionale delle agenzie per la protezione dell'ambiente (articolo 1 del provvedimento in esame). Rileva che del Sistema fanno parte: l'Istituto per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), disciplinato dall'articolo 4; e le agenzie regionali e delle province autonome di Trento e Bolzano per la protezione dell'ambiente, disciplinate dall'articolo 6. Aggiunge che il secondo indirizzo fondamentale del testo in esame è dato dalle finalità del Sistema nazionale a rete (articolo 1, comma 2). Aggiunge che l'articolo 2, comma 1, lettera a), definisce, poi, come Sistema nazionale l'insieme composto dall'ISPRA e dalle agenzie regionali e provinciali – quale rete che attua i Livelli essenziali di prestazioni tecniche ambientali (LEPTA) – nel rispetto della presente legge e delle leggi regionali e delle province autonome vigenti in materia. Ritiene indispensabile, perciò, rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile, stabilire il Livello essenziale delle prestazioni tecniche ambientali, richiamato all'articolo 6, comma 1, lettera a.
  Precisa poi che la definizione dei LEPTA l'abbiamo all'articolo 9, comma 1 del testo unificato e che il comma 3 dell'articolo 9, poi, prevede l'emanazione di apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri – entro un anno dall'entrata in vigore della legge, su proposta del Ministro dell'ambiente, che si avvale dell'ISPRA, di concerto con il Ministro della salute e previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni – per la determinazione: dei citati LEPTA e delle modalità di adozione del Catalogo nazionale dei servizi. Osserva che fin d'ora, però, al comma 2 dell'articolo 7 si stabilisce che «Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano disciplinano con proprie leggi la struttura, il funzionamento, il finanziamento e la pianificazione delle attività delle agenzie, nel rispetto dei LEPTA...». Rileva poi che una importante novità, rispetto ai testi precedenti è costituita da quanto stabilito dall'articolo 3 del testo in esame, recante le funzioni del Sistema nazionale, che esplicita in termini estesi l'attività di ricerca e di studio dell'ISPRA, allineandone le funzioni con le legislazioni già operanti in diversi Paesi europei (Francia, Regno Unito, Germania).
  Per quanto concerne, in particolare, la competenza della VII Commissione, rileva che l'articolo 3, comma 1, lettera g) del Pag. 64testo in esame prevede che, nel rispetto delle competenze delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano, il predetto Sistema nazionale svolga, tra le altre funzioni previste all'articolo 3, la collaborazione con istituzioni dell'istruzione e dell'università per la predisposizione e per l'attuazione di programmi di divulgazione e di educazione ambientale, nonché di formazione e di aggiornamento del personale di enti e di organismi pubblici operanti in campo ambientale. Aggiunge che il medesimo articolo 3, al comma 2, dispone che, ai fini del perseguimento delle finalità di cui al citato articolo 1 e dello svolgimento delle funzioni di cui al comma 1 del medesimo articolo 3, l'ISPRA e le agenzie partecipino e realizzino attività di ricerca e sperimentazione scientifica e tecnica, anche in forma associata tra loro ed in concorso con gli altri soggetti della ricerca. Specifica inoltre che il comma 3, dell'articolo 3, prevede che le funzioni del Sistema nazionale siano svolte anche mediante la redazione di convenzioni con enti pubblici competenti del sistema della ricerca nazionale, come le Università, l'ENEA, il CNR e laboratori pubblici, i quali concorrono alla costruzione del sapere in campo ambientale, per l'acquisizione di specifiche conoscenze necessarie all'assolvimento dei propri compiti di prevenzione, controllo e monitoraggio dell'ambiente. Segnala, infine, il Sistema informativo nazionale ambientale, disciplinato all'articolo 11 del provvedimento in esame. Questo Sistema informativo, avvalendosi di poli territoriali costituiti da punti focali regionali, cui concorrono i sistemi informativi regionali ambientali, costituisce la rete informativa nazionale ambientale, denominata SINANET. Ricorda poi che la divulgazione libera e accessibile, a tutti gli enti della pubblica amministrazione, a tutti gli enti e laboratori di ricerca, a tutti i professionisti ed in generale a tutti i cittadini, della suddetta rete SINANET, è esplicitamente prevista dal comma 3 del medesimo articolo 11.
  Annuncia, quindi, una proposta di parere favorevole con osservazioni sul testo in esame (vedi allegato 3).

  Chiara DI BENEDETTO (M5S) ricordando come il testo unificato in esame sia anche frutto dell'apporto dei deputati del Movimento 5 Stelle presso la Commissione di merito, annuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere testé annunciata dalla relatrice.

  Maria COSCIA (PD) annuncia anch'ella il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere favorevole con osservazioni sul provvedimento in esame.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore (vedi allegato 3).

  La seduta termina alle 15.55.

RISOLUZIONI

  Mercoledì 9 aprile 2014. — Presidenza del presidente Giancarlo GALAN. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Gabriele Toccafondi.

  La seduta comincia alle 15.55.

7-00276 Vacca: Sui lavori delle commissioni per l'abilitazione scientifica nazionale dei professori universitari.
(Seguito della discussione e rinvio).
7-00327 Ghizzoni: Sui lavori delle commissioni per l'abilitazione scientifica nazionale dei professori universitari.
(Discussione e rinvio).
7-00330 Santerini: Sui lavori delle commissioni per l'abilitazione scientifica nazionale dei professori universitari.
(Discussione e rinvio).

Pag. 65

  La Commissione prosegue la discussione della risoluzione in titolo, rinviata nella seduta del 2 aprile 2014.

  Giancarlo GALAN, presidente, avverte che è stato richiesto che la pubblicità dei lavori dell'odierna seduta della Commissione sia assicurata anche attraverso l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Comunica che sono state assegnate alla Commissione le risoluzioni 7-00327 Ghizzoni e 7-00330 Santerini sui lavori delle commissioni per l'abilitazione scientifica nazionale dei professori universitari. Vertendo su analoga materia della risoluzione 7-00276 Vacca in discussione, ne propone l'abbinamento.

  La Commissione delibera l'abbinamento delle risoluzioni 7-00327 Ghizzoni e 7-00330 Santerini alla risoluzione in discussione.

Sull'ordine dei lavori.

  Gianluca VACCA (M5S) ricorda, solo in quanto l'argomento è stato richiamato all'inizio dei lavori odierni della Commissione, che l'onorevole Capua sembrerebbe essere stata coinvolta in una vicenda – come riportato da un organo di stampa – alla quale egli si auspica la stessa sia estranea. Si riserva comunque – ove dovesse risultare che il vicepresidente Capua sia stata iscritta nel registro degli indagati per una qualche fattispecie di reato, di chiedere formalmente le sue dimissioni dalla carica di vicepresidente della Commissione. Ritiene, infatti, che tale carica richieda, a chi la ricopra, trasparenza, stato d'animo e statura adeguati. Spera comunque che l'onorevole Capua possa dimostrare la sua estraneità ai fatti che le sono stati attribuiti.

  Maria COSCIA (PD) ricorda ai colleghi del Movimento 5 Stelle che l'eventuale iscrizione nel registro degli indagati sia a tutela della persona sottoposta alle indagini e che ciò sia di regola accompagnato da un avviso di garanzia, non dovendosi da questo dedurre una colpevolezza a carico del soggetto coinvolto. Non condividendo l'impostazione data alla vicenda dal collega Vacca, si dissocia anticipatamente dall'eventuale iniziativa da lui prospettata nel caso dovesse emergere una semplice iniziativa giudiziaria di natura penale a tutela del soggetto indagato.

  Antonio PALMIERI (FI-PdL) concorda pienamente con la collega Coscia, augurandosi che i colleghi del Movimento 5 Stelle escano da un «tunnel» che risulta distruttivo. Reputa, quindi, sbagliato sia da un punto di vista di diritto, sia da un punto di vista politico, partire dal presupposto della colpevolezza della collega Capua, nel caso la stessa dovesse essere formalmente indagata in una vicenda di carattere penale.

  Giancarlo GALAN, presidente, reputa sbagliato l'intervento del collega Vacca che, pur essendo corretto nel tono adotta un approccio alla vicenda inaccettabile. Ricorda, quindi, che l'avviso di garanzia è un istituto a tutela dell'indagato e non contro lo stesso e che nel nostro ordinamento sussiste la presunzione di innocenza sino all'eventuale condanna definitiva. Si ritiene quindi orgoglioso, fino a definitiva prova contraria, di avere la collega Ilaria Capua quale vicepresidente della Commissione che ha l'onore di presiedere.

  Gianluca VACCA (M5S) ribadisce di essere intervenuto in quanto ad inizio seduta altri colleghi avevano fatto riferimento alla vicenda che ha coinvolto la deputata Capua. Si ritiene, inoltre, convinto che la stessa sia estranea ai fatti. Reputa comunque che affermare che fino al terzo grado di giudizio una persona non sia colpevole, pur essendo corretto dal punto di vista giudiziario, possa essere fuorviante dal punto di vista politico. Del resto, talvolta, anche dopo una condanna definitiva da parte di alcune forze politiche se ne è contestato il fondamento. Pag. 66Ricorda quindi che nel suo Movimento sia coloro che sono indagati, sia coloro che sono rinviati a giudizio non possono candidarsi. Reputa quindi opportuno che anche il solo sospetto di essere coinvolti in una vicenda di natura penale debba portare alle dimissioni di chi viene indagato, per poi tornare a ricoprire il proprio ruolo dopo che i fatti sono stati chiariti.

  Giancarlo GALAN, presidente, reputa che le sentenze vadano rispettate, ma si possano comunque commentare.

  Roberto RAMPI (PD) contesta la riserva di chiedere le dimissioni del vicepresidente Capua esposta dal collega Vacca, sottolineando come siano diversi gli istituti e i momenti processuali che caratterizzano l'eventuale iscrizione di una notizia di reato, l'avviso di garanzia e le sentenze di condanna di primo o di secondo grado. Contesta, poi, il fatto che chi viene semplicemente indagato debba dimostrare la propria innocenza. Rileva, infine, che è tipico dei regimi totalitari cercare di eliminare i propri avversari politici anche solo sulla base di semplici sospetti.

  La seduta termina alle 16.10.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI.

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