CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 3 aprile 2014
211.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO
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ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Giovedì 3 aprile 2014. — Presidenza del presidente Ettore Guglielmo EPIFANI.

  La seduta comincia alle 15.

Comunicazione della Commissione europea al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni sulla Strategia europea per una maggiore crescita e occupazione nel turismo costiero e marittimo.
(COM)2014) 86 final.

(Esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Emma PETITTI (PD), relatore, sottolinea che l'avvio dell'esame della Comunicazione all'ordine del giorno offre una preziosa occasione per avviare un lavoro, che dovrà impegnare la Commissione anche nel prossimo futuro, di analisi e valutazione delle prospettive del turismo italiano, in una logica prevalentemente industriale.
  Sotto questo profilo, occorre dare atto alla Commissione europea di aver fatto un apprezzabile sforzo per definire in termini organici una strategia volta, in particolare, al sostegno del turismo costiero e marittimo in Europa.
  La comunicazione si inserisce nell'ambito della strategia più generale adottata recentemente dall'Unione europea volta a favorire la ripresa delle attività manifatturiere nel nostro continente e di cui la nostra Commissione già si è occupata e si sta occupando proprio in questo periodo.
  Dopo la strategia sull'industria siderurgica, già esaminata dalla X Commissione, la Comunicazione all'esame dell'odierna seduta costituisce il secondo passaggio di un disegno complessivo di politica industriale non espresso con riferimento ad obiettivi generici ma declinato in termini puntuali e specifici.
  L'iniziativa della Commissione europea appare tanto più apprezzabile in quanto il turismo è stato tradizionalmente escluso dalle politiche europee; con il Trattato di Lisbona per la prima volta si è assegnata una competenza all'Unione europea in proposito, comunque limitata all'obiettivo del completamento dell'azione degli Stati membri per la promozione della competitività Pag. 83delle imprese (articolo 195 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea).
  In sostanza, i margini per un intervento delle istituzioni europee in materia sono abbastanza circoscritti; ciononostante, la Commissione ha inteso adottare la Comunicazione in esame sulla base della considerazione per cui il turismo è un comparto tipicamente trasversale la cui gestione implica interventi su varie materie: i trasporti, la libera circolazione delle persone e dei servizi; la promozione delle piccole e medie imprese; la tutela dei consumatori; la sostenibilità ambientale, oltre che la politica industriale settoriale vera e propria.
  Queste considerazioni valgono in particolare per il settore del turismo costiero e marittimo che riveste particolare importanza in Europa e, nell'ambito del continente, assume carattere prioritario per il nostro Paese, in considerazione della sua conformazione geografica.
  I dati di fondo da cui parte la Commissione europea, sono rappresentati dall'incidenza del settore nell'economia del nostro continente: l'industria del turismo genera oltre il 5 per cento del PIL dell'UE, impiegando circa il 5,2 per cento degli occupati totali (circa 9,7 milioni di posti) in circa 1,8 milioni di imprese. Se si prendono in considerazione i settori correlati, l'impatto del turismo sul PIL europeo sale oltre il 10 per cento e il livello di occupazione a circa il 12 per cento della forza lavoro disponibile.
  Occorre poi considerare che il turismo è un settore in crescita: nel 2013 il numero di pernottamenti nelle strutture turistico-ricettive dell'UE28 ha registrato il massimo storico di 2,6 miliardi, con un aumento dell'1,6 per cento rispetto al 2012. È questo il terzo ramo di attività socioeconomica dell'Unione.
  Le prospettive di crescita sono legate soprattutto all'impressionante incremento atteso di domanda di servizi turistici proveniente dalle cosiddette economie emergenti, a partire dalla Cina: a mano a mano che il processo di sviluppo di questi paesi si consoliderà e l'area del benessere di allargherà, aumenterà più che proporzionalmente la richiesta di servizi turistici.
  L'Europa deve quindi attrezzarsi per intercettare una quota consistente di questa nuova domanda e porre in essere politiche adeguate allo scopo, in modo da mantenere il primato attualmente detenuto e tuttavia pericolosamente minacciato da altre destinazioni. L'Unione europea rappresenta, infatti, la prima destinazione turistica sul mercato mondiale. Nell'ambito dell'Europa, l'Italia è la seconda destinazione, dopo la Spagna.
  Sulla situazione specifica italiana occorrerà svolgere alcune considerazioni. Risulta difficile giustificare la collocazione in questa graduatoria di un Paese, che detiene una quota rilevantissima del patrimonio artistico e culturale mondiale e possiede un territorio che presenta una varietà di paesaggi pressoché unica. È sufficiente al riguardo richiamare gli oltre 5 mila chilometri di costa balneabile. Eppure, l'indice di competitività nel turismo elaborato dal World Economic Forum nel 2013 ci colloca al 26esimo posto tra 131 Paesi.
  Il primo difetto che affligge l'Italia è l'assenza di una governance efficiente e la indisponibilità di adeguate risorse per la promozione turistica del Paese. Occorre, quindi, provvedere al più presto alla predisposizione di un vero piano strategico nazionale che non si limiti alla generica affermazione di obiettivi e principi ma che si traduca in azioni concrete tra cui l'urgente revisione dell'assetto e dell'operatività delle strutture pubbliche specializzate che operano a livello nazionale e regionale nel settore.
  Ciò deve indurci a dedicare una particolare attenzione alle iniziative adottate dall'Unione europea in materia, sulla base di una considerazione che già in molte altre occasioni si è rilevata preziosa: il nostro Paese, troppo spesso incapace di definire le proprie priorità e le strategie, deve cogliere le occasioni offerte dalle iniziative europee per rimediare alla sua strutturale tendenza alla frammentazione e alla dispersione degli interventi e delle politiche. Pag. 84
  La consapevolezza dell'importanza del turismo per l'occupazione, ma anche per lo sviluppo regionale, lo sviluppo sostenibile, la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale e la concretizzazione dell'identità europea, avevano indotto la Commissione a presentare, nel 2010, una strategia politica per il rilancio del settore del turismo (COM(2010)352) articolata in 21 azioni specifiche riunite attorno a quattro assi prioritari:
   stimolare la competitività del settore turistico in Europa;
   promuovere lo sviluppo di un turismo sostenibile, responsabile e di qualità;
   consolidare l'immagine e la visibilità dell'Europa come insieme di destinazioni sostenibili e di qualità;
   massimizzare il potenziale delle politiche e degli strumenti finanziari dell'UE per lo sviluppo del turismo.

  Tale strategia risulta in linea con gli obiettivi successivamente definiti dalla strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva, nell'ambito della quale la competitività dell'industria turistica UE e la sua capacità di fornire risposte a modelli di domanda in continua evoluzione per specifiche forme di turismo, può rappresentare un elemento decisivo nell'affrontare con successo sfide importanti quali l'invecchiamento della società, la crescente competizione globale e la sostenibilità.
  Nella strategia del 2010 era stata preannunciata la presentazione di un intervento specifico per il turismo costiero e marittimo che è stato tra l'altro oggetto di una consultazione pubblica nel corso del 2012, oltre che figurare tra le cinque priorità indicate dalla Comunicazione sulla crescita blu, che nel 2012 ha inaugurato la strategia a lungo termine per sostenere una crescita sostenibile nei settori marino e marittimo.
  Il settore del turismo costiero e marittimo è stato identificato come un comparto con particolari potenzialità. Nelle sue componenti di turismo balneare, nautico e crocieristico e di navigazione da diporto, è un motore economico fondamentale per molte regioni costiere e isole europee. Occupa quasi 3,2 milioni di persone (tra cui molti giovani. Secondo i dati Eurostat, il 45 per cento degli occupati nel turismo è infatti composto di persone di età compresa fra i 16 e i 35 anni); genera complessivamente un valore aggiunto lordo di 183 miliardi di euro nell'economia dell'UE e conta per oltre un terzo nel prodotto lordo dell'economia marittima.
  Nel 2012 il solo turismo crocieristico ha generato un fatturato diretto di 15,5 miliardi di euro e ha dato occupazione a 330 mila persone; nell'ultimo decennio la domanda di crociere è grossomodo raddoppiata a livello mondiale e in Europa il settore crocieristico ha registrato una crescita annua di oltre il 10 per cento; i passeggeri nei porti europei sono stati 29,3 milioni, con un incremento del 75 per cento rispetto al 2006 Nel 2012 il settore della nautica (cantieristica, produzione di attrezzature navali e per gli sport acquatici, commerci e servizi quali il noleggio di natanti e imbarcazioni) contava in Europa oltre 32 000 imprese (dati per UE, Croazia esclusa, Spazio economico europeo e Svizzera), per un'occupazione diretta di 280.000 persone.
  La metà dei posti di lavoro e del valore aggiunto del turismo costiero gravita sul Mediterraneo.
  Questi dati vanno tuttavia considerati alla luce di alcuni fattori criticità quali:
   il modello del turismo di massa del tipo è soggetto ad una forte volatilità della domanda dal momento che tale modello è costantemente replicato in paesi extra UE a basso costo. Pertanto il turismo di massa presenta limitati potenziali in termini di valore aggiunto, oltre che comportare estensivi problemi ambientali;
   mentre il turismo crocieristico ha una buona tendenza in termini di performance economica, le regioni costiere (inclusi i luoghi di destinazione delle crociere e le zone circostanti) fanno fatica a ricavarne benefici economici e sono sotto pressione in termini di investimenti nei Pag. 85porti. Sia il turismo di massa sia quello crocieristico sono infatti caratterizzati dalla presenza di grandi società e operatori turistici con modelli sofisticati. È urgente dunque la necessità di incrementare la cooperazione tra questi soggetti e gli attori locali, sulla base della condivisione dei benefici economici e degli oneri degli investimenti;
   i modelli del turismo costiero e marittimo ancora soffrono di problemi legati alla scarsa qualificazione dei lavoratori e alla inadeguatezza di molte delle strutture ricettive, al consumo delle risorse naturali, alle conseguenze ambientali per le comunità locali. Il comparto è molto frammentato, per l'alta percentuale di piccole e medie imprese e per la carenza delle necessarie sinergie sia tra grandi operatori turistici e attori locali, sia tra imprese e autorità locali dei bacini marini dell'UE. L'Italia, in particolare, soffre della carenza di tour operatori nazionali di dimensioni comparabili con i maggiori soggetti stranieri che ovviamente tendono a gestire e canalizzare quote consistenti di turisti dirottandoli verso destinazioni con cui intrattengono rapporti consolidati.

  In tale ambito, la Commissione si prefigge di:
   promuovere un dialogo paneuropeo tra operatori del comparto croceristico, porti e portatori d'interesse nel turismo costiero;
   sostenere lo sviluppo di partenariati, reti e raggruppamenti nonché di strategie di specializzazione intelligenti a dimensione transnazionale e interregionale, invitando gli Stati membri, gli enti regionali e locali e l'industria turistica in genere a impegnarsi e partecipare attivamente. Nell'autunno 2013 è già stato avviato uno studio sulle prospettive di raggruppamento nella regione mediterranee;
   facilitare l'accesso alle risorse, peraltro abbastanza limitate, disponibili, a valere su: il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) che può cofinanziare investimenti nel turismo sostenibile nel quadro di vari obiettivi tematici collegati a ricerca e innovazione, accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e loro impiego, imprenditoria, crescita e competitività delle PMI, efficienza energetica e uso delle energie rinnovabili, adattamento ai cambiamenti climatici, sviluppo del patrimonio culturale e naturale, occupazione e mobilità del lavoro; Horizon 2020, lo strumento finanziario di attuazione della strategia dell'UE per la ricerca e l'innovazione nel periodo 2014-2020, di cui uno dei settori d'intervento è la crescita blu e nel quale è previsto un sostegno specifico alle PMI che intendono sviluppare e applicare soluzioni innovative in vari settori, tra cui il turismo costiero e marittimo; il programma quadro COSME per il periodo 2014-2020, che è volto a migliorare la competitività delle PMI. I suoi obiettivi principali nel settore del turismo sono: aumentare la domanda (soprattutto fuori stagione), diversificare l'offerta e i prodotti, migliorare qualità, sostenibilità, accessibilità, competenze e innovazione, migliorare la conoscenza socioeconomica del settore e promuovere l'Europa come mosaico unico di destinazioni sostenibili e di qualità; il programma Europa creativa (2014-2020) offre possibilità di sinergie con il turismo culturale e naturale, anche in tema di patrimonio costiero e marittimo. Il settore potrebbe trarre beneficio dal programma Erasmus+ (2014-2020) in termini di occupabilità, nuovi programmi d'istruzione specifici e forme innovative di insegnamento e formazione professionalizzanti; il programma LIFE+, che dovrebbe sostenere gli obiettivi della strategia dell'UE sulla biodiversità, presenta margini rilevanti di finanziamento per progetti innovativi in tema di turismo costiero e marino, anche sotto il profilo dello sfruttamento efficiente delle risorse.

  Nella prospettiva della Commissione si pone particolare attenzione alla necessità di un forte coordinamento delle politiche del settore tra i diversi attori (pubblici e privati) e i diversi livelli di governo: è questo un aspetto che assume particolare Pag. 86urgenza nel caso dell'Italia dove le politiche per la promozione turistica scontano una dispersione di interventi e la frammentazione delle competenze, con conseguente incapacità di definire strategie sufficientemente solide ed efficaci. L'Italia ha inoltre particolare necessità di cogliere le opportunità offerte dall'UE per intervenire sulla scarsa innovazione e qualificazione che affligge molta parte delle imprese del settore, in ragione della stagionalità che contraddistingue molta parte delle aziende turistiche del nostro paese. Occorre quindi intervenire per migliorare le competenze culturali e professionali degli operatori del settore favorendo le iniziative credibili di formazione qualificata nei servizi turistici. Si deve poi facilitare l'accesso e la disponibilità di servizi informatici adeguati specie alle imprese di minore dimensione: una quota crescente di prenotazioni viene infatti effettuata attraverso soggetti che operano in via informatica, incoraggiando la connettività via internet e promuovere gli strumenti di commercializzazione per via elettronica.
  Occorre inoltre che il nostro Paese si faccia promotore attivo, di iniziative dirette alla tendenziale standardizzazione dei criteri di controllo della qualità dei prodotti turistici, delle aziende e del personale che operano nel settore; puntare su un innalzamento della qualità e della tipicità dei prodotti e dei servizi turistici per fronteggiare l'aumento della concorrenza sul piano mondiale. Con la diminuzione dei prezzi del trasporto, è infatti enormemente aumentata la concorrenza tra le coste europee e le destinazioni a basso costo del resto del mondo. L'Europa, e in particolare l'Italia, possono rispondere a questa sfida non tanto comprimendo i costi che in alcuni casi non possono ovviamente allinearsi a quelli delle imprese che operano in paesi molto più poveri, ma puntando ad un'offerta di qualità, privilegiando prodotti attraenti e sostenibili che si traducano in un'esperienza turistica unica e personalizzata e che promuovano le attrattive e l'accessibilità di filoni quali il turismo archeologico sulla costa e in mare, il patrimonio marino, il turismo subacqueo, il turismo enogastronomico. Sotto questo punto di vista, è auspicabile che il nostro Governo intervenga a livello europeo sostenendo la proposta di raccomandazione presentata dalla Commissione europea di creare un marchio europeo di qualità del turismo. La proposta contiene una serie di principi, cui attenersi su base volontaria. I principi riguardano soprattutto quattro temi: addestramento professionale (deve avvenire sotto la supervisione di un coordinatore della qualità); soddisfazione dei consumatori (i turisti devono poter aver fiducia nel fatto che i loro reclami siano tenuti nel debito conto); pulizia e manutenzione; correttezza e affidabilità delle informazioni (da diffondere almeno nelle principali lingue straniere).
  In sostanza, l'Italia ha il massimo interesse a sostenere l'iniziativa della Commissione europea e a insistere perché la strategia al nostro esame si traduca quanto prima in misure concrete e specifiche. Per questo motivo sarà necessario il massimo impegno a livello europeo per indirizzare le scelte da assumere a favore della promozione del turismo basato sul patrimonio culturale. A questi obiettivi dovrà accompagnarsi una coerente azione a livello nazionale per definire strategie condivise con le regioni (anche a carattere interregionale) che sia in grado di articolare l'offerta turistica anche in relazione alle diverse esigenze di varie fasce di reddito e di età. Al riguardo, non si può prescindere dallo studio dell'evoluzione demografica che determina una crescita rilevantissima di domanda di servizi turistici da parte della sempre più numerosa popolazione anziana.
  Il nostro Paese dovrà pure insistere per indirizzare le scelte europee in materia verso la promozione e il sostegno delle attività turistiche a minore impatto ambientale (promuovere l'ecoturismo e le strategie in materia di prevenzione e gestione dei rifiuti e di scarico di rifiuti in mare).
  Da ultimo, sottolinea che si registrano segnali incoraggianti, da parte delle istituzioni europee, per quanto concerne l'annosa questione della proroga delle concessioni Pag. 87demaniali marittime sono intervenute nel corso del tempo numerose disposizioni normative e pronunce delle istituzioni europee.
  La Commissione europea, ripetutamente intervenuta in materia anche avviando nei confronti del nostro paese una procedura di infrazione chiusa nel febbraio del 2012. In proposito, segnalo che, in occasione dell'incontro tenutosi ad Atene il 18 marzo 2014 tra le Commissioni parlamentari europee per i settori delle attività produttive, del turismo, delle finanze e delle infrastrutture, il Commissario Ue agli Affari marittimi e alle coste, Maria Damanaki, avrebbe prospettato l'intenzione di rivedere l'applicazione della Bolkestein al comparto balneare. In particolare, il Commissario avrebbe ammesso che la direttiva Bolkestein applicata alle concessioni balneari pone vincoli troppo stringenti. Secondo la Damanaki la revisione dovrebbe prevedere meno vincoli per gli operatori e una rimodulazione coerente con le peculiarità di ogni singolo Paese.
  In conclusione, ribadisce che l'esame della Comunicazione rappresenta una occasione da non perdere per avviare un lavoro serio e approfondito interloquendo in primo luogo con le strutture ministeriali competenti in materia e allo stesso tempo, avviando un confronto con gli operatori del settore, le regioni e le strutture pubbliche operanti nel comparto, a partire da ENIT. Per questo motivo, propone che, nell'ambito dell'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, si deliberi lo svolgimento di alcune audizioni per approfondire i contenuti della comunicazione e pervenire all'adozione di un documento che consenta al governo nazionale di intervenire a livello europeo per valorizzare le esigenze specifiche del turismo nel nostro paese.

  Ignazio ABRIGNANI (FI-PdL) esprime apprezzamento per la relazione svolta dalla collega Petitti che, oltre ad affrontare nel merito le questioni poste dalla Comunicazione in titolo, ha toccato le numerose implicazioni richiamate dalla legislazione in materia di turismo sia a livello nazionale sia nel contesto europeo. Nel sottolineare la necessità di modificare il Titolo V della Costituzione restituendo alla competenza primaria dello Stato la materia del turismo, ritiene tuttavia che non debba essere disperso il lavoro svolto in questi anni dalle regioni. Osserva che in Italia manca una politica industriale del turismo, che purtroppo non è considerato un motore di sviluppo del Paese. Ritiene che l'esame della Comunicazione possa rappresentare l'occasione per riconsiderare l'importanza strategica del turismo nello sviluppo del Paese. Concorda con la proposta di effettuare un breve ciclo di audizioni di soggetti qualificati, tra i quali prevedere anche un rappresentante del MIBACT. Sottolinea infine che è importante risolvere, in seguito all'apertura dimostrata dal Commissario europeo degli affari marittimi, Maria Damanaki, l'annoso problema delle concessioni demaniali marittime che penalizza le imprese balneari.

  Mara MUCCI (M5S), nel ringraziare la relatrice per l'articolata relazione, concorda con la proposta di effettuare un breve ciclo di qualificate audizioni. Ricorda che il proprio gruppo ha da tempo sollecitato un'indagine conoscitiva in materia di turismo che auspica possa essere avviata in tempi brevissimi. Ritiene importante modificare il Titolo V della Costituzione in materia di turismo e superare i vincoli posti all'Italia dalla cosiddetta direttiva Bolkenstein.

  Leonardo IMPEGNO (PD) si associa ai colleghi nel ringraziare la collega Petitti per l'esaustiva relazione svolta. Sottolinea che alcuni i dati presenti sono confortanti: si prevede che nel 2020 vi saranno circa 120 milioni di turisti cinesi. Purtroppo, in Italia vi sono difficoltà che al momento le impediscono – nonostante il suo unico patrimonio culturale, artistico e naturale – di diventare una delle piattaforme del turismo europeo. Il Paese è molto indietro rispetto alla Germania nell'intercettare il flusso turistico cinese e sudamericano. L'Italia è la seconda destinazione turistica Pag. 88europea dopo la Spagna, anche se la capacità di governance della Spagna appare superiore a quella italiana. Concorda con la proposta delle audizioni che saranno utili per comprendere come la materia del turismo possa essere nuovamente attribuita alla competenza primaria dello Stato in un'auspicabile riforma del Titolo V della Costituzione.
  Osserva che il sistema dei porti risulta totalmente estraneo alle politiche del turismo con effetti negativi, in particolare sul turismo crocieristico. Sottolinea che il porto di Napoli è al secondo commissariamento, ha perso una notevole quantità di traffici e rischia di perdere anche i flussi di importanti compagnie crocieristiche. Ritiene che l'esame della Comunicazione in titolo, possa rappresentare l'occasione per la proroga delle concessioni demaniali marittime soprattutto in considerazione della peculiarità italiana nella gestione delle imprese balneari.

  Luciano CIMMINO (SCpI) osserva che l'Europa, in questo caso, stimola ad una riflessione seria su una materia che non è stata adeguatamente affrontata negli ultimi decenni dalla legislazione nazionale. Lamenta che per il porto di Napoli (che rappresenta la prima industria della Campania) vi sono fondi europei inutilizzati per circa 800 milioni di euro che potrebbero rappresentare una svolta decisiva per il suo sviluppo. Sottolinea che il porto di Napoli nel 2013 ha perso traffico crocieristico e che la compagnia MSC, che dà lavoro a circa 7 mila persone, ha minacciato più volte di abbandonare la destinazione per l'inefficienza della gestione. Sottolinea infine l'importanza del turismo costiero come motore di sviluppo nel prossimo futuro.

  Stefano ALLASIA (LNA) ringrazia la relatrice per la sua relazione di cui condivide i contenuti. Auspica che, dopo numerosi tentativi, si possa trovare finalmente una soluzione almeno ad alcuni degli annosi problemi del turismo italiano, con particolare riferimento ai vincoli posti dalla direttiva Bolkenstein in materia di turismo e di commercio.

  Luigi LACQUANITI (SEL) ringrazia il relatore per il lavoro svolto e sottolinea come il turismo rappresenti senza dubbio una risorsa strategica per il Paese da valorizzare in un'ottica di rilancio complessivo della politica industriale nel prossimo futuro. È necessario aggiornare le politiche in materia di turismo, individuando una serie di misure strutturali nella prospettiva di una riforma costituzionale del Titolo V che restituisca allo Stato la competenza primaria in materia di turismo e di promozione. Sottolinea che la politica del turismo deve essere connessa alle tematiche sostenibilità e della tutela ambientale al fine di attrarre maggiori flussi turistici. Ritiene necessarie misure di promozione più efficaci del turismo balneare e costiero, che superino la visione strettamente regionalistica necessariamente influenzata dalla diversa disponibilità di risorse finanziarie delle singole regioni italiane.

  Ettore Guglielmo EPIFANI, presidente, si unisce al plauso generale per la relazione svolta dalla collega Petitti. Osserva che, pur rimanendo l'Italia uno dei principali Paesi di attrazione turistica, ha registrato nell'ultimo decennio una costante diminuzione di flussi rispetto ad altre realtà europee. Sottolinea che le cifre impressionanti del turismo cinese non interessano l'Italia tra le prime due mete europee per un insieme di fattori che vanno dai collegamenti aerei alle politiche di accoglienza. L'Italia pertanto corre il rischio perdere quote di turismo che sono prontamente intercettate da altri Paesi. A ciò si uniscono le problematiche generate dalla riforma del Titolo V della Costituzione, che nel 2001 ha attribuito alla competenza legislativa delle regioni la materia del turismo, e l'estrema varietà geografica ed economica delle regioni italiane. Ritiene che la materia del turismo e della promozione debba pertanto essere restituita alla competenza primaria dello Stato. Osserva, infatti, che l'identità culturale di un Paese risiede anche nell'offerta turistica e quindi nella capacità dello Stato di saperla adeguatamente promuovere. In conclusione, Pag. 89concorda con il relatore e con i rappresentanti degli altri gruppi parlamentari sull'opportunità di svolgere un breve e qualificato ciclo di audizioni in cui comprendere i rappresentanti delle regioni e degli enti locali, le associazioni del settore, l'ENIT e un rappresentante del Governo.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.45.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

COMITATO RISTRETTO

Disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali.
C. 750 Dell'Orco, C. 947 Iniziativa popolare, C. 1042 Benamati e C. 1279 Abrignani.