CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 11 marzo 2014
196.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO
Pag. 56

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Martedì 11 marzo 2014. — Presidenza del presidente Michele BORDO.

  La seduta comincia alle 14.20.

Comunicazione della Commissione europea: «Per una rinascita industriale europea».
COM(2014)14 final.

Comunicazione della Commissione europea: «Una prospettiva per il mercato interno dei prodotti industriali».
COM(2014)25 final.

(Parere alla X Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto degli atti dell'Unione europea in titolo.

  Adriana GALGANO (SCpI), relatore, ricorda che le due Comunicazioni in esame presentano una forte rilevanza in quanto costituiscono la base delle decisioni che saranno adottate dal Consiglio europeo del 20-21 marzo per attuare una reale politica industriale dell'Unione europea. Esse prefigurano, per un verso, la strategia complessiva che il Consiglio europeo, quale massima istanza politica dell'Unione, dovrebbe avallare per dare un seguito effettivo all'obiettivo, già enunciato da alcuni anni dalla Commissione europea, di rilanciare strutturalmente l'economia reale e bloccare il processo di deindustrializzazione in Europa. Per altro verso, le due Comunicazioni contemplano gli interventi concreti – a livello europeo e nazionale – per attuare tale strategia, al fine, in particolare, di modernizzare la base industriale dell'economia europea e rilanciarne la sua competitività mediante l'adeguamento del quadro regolamentare.Pag. 57
  L'approccio sotteso alle proposte della Commissione è quello di trovare un punto di equilibrio tra l'esigenza di adeguare la normativa e le politiche dell'Unione all'evoluzione tecnologica, economica e sociale, da un lato, e la richiesta dei soggetti industriali di avere periodi di stabilità normativa senza importanti revisioni delle regole. Di conseguenza, le Comunicazioni prospettano, nel breve termine, quale obiettivo primario il consolidamento della normativa e il rafforzamento dei meccanismi di applicazione delle leggi senza gravare ulteriormente sull'industria.
  L'esame delle due Comunicazioni è dunque, al di là delle conclusioni che saranno adottate dal Consiglio europeo, fondamentale per valutare la coerenza della cornice strategica della politica industriale europea e l'adeguatezza delle misure specifiche proposte per la sua attuazione.
  A questo riguardo, occorre considerare che la costruzione di una reale politica industriale europea è un'operazione non semplice in quanto presuppone, per sua natura, un approccio integrato e coerente tra varie politiche pubbliche e tra il livello europeo e nazionale: si tratta, in particolare, di superare quelle evidenti contraddizioni, poste da ultimo in evidenza dall'esame alla Camera del Piano d'azione per la siderurgia, tra disciplina della concorrenza, in particolare degli aiuti di Stato e delle concentrazioni, da un lato, e le misure di promozione dell'ammodernamento degli impianti e della riconversione industriale dall'altro.
  Un primo profilo di interesse della Comunicazione sulla rinascita industriale è costituita dall'analisi, pienamente condivisibile, degli effetti della crisi sull'economia e sul tessuto produttivo europeo.
  La Commissione osserva anzitutto come la crisi abbia ribadito l'importanza dell'economia reale e di una solida base industriale, ricordando che l'importanza economica delle attività industriali è significativamente maggiore di quella suggerita dalla quota del PIL attribuibile all'industria manifatturiera. L'industria è infatti all'origine di più dell'80 per cento delle esportazioni europee e dell'80 per cento delle attività di ricerca e innovazione condotte da privati. Più o meno un posto di lavoro su quattro nel settore privato appartiene all'industria e si tratta spesso di posti di lavoro altamente qualificati. Inoltre, ogni nuovo posto di lavoro creato nell'industria manifatturiera è all'origine di 0,5-2 posti di lavoro in altri settori. Questi dati rivelano che le interazioni dell'industria europea con il resto del tessuto economico vanno ben al di là della sola attività manifatturiera e abbracciano, a monte, le materie prime e le forniture energetiche e, a valle, i servizi alle imprese (ad esempio logistica), i servizi ai consumatori (ad esempio servizi post vendita per i beni durevoli) o il turismo. Le attività industriali sono integrate in catene di valore sempre più ricche e complesse cui partecipano grandi come piccole o medie imprese (PMI) attive nei diversi settori e paesi.
  La Comunicazione sottolinea pertanto la gravità e la pericolosità dell'impatto della crisi sull'industria europea: dal 2008 sono andati perduti 3,5 milioni di posti di lavoro, la quota delle attività manifatturiere rispetto al PIL è scesa nell'ultimo anno dal 15,4 per cento al 15,1 per cento e la resa produttiva dell'UE continua a deteriorarsi rispetto a quella dei concorrenti.
  Questa analisi dell'impatto della crisi sull'industria europea viene coerentemente integrata dalla identificazione dei fattori che hanno ostacolato sinora la ripresa:
   la domanda interna rimane debole e ne consegue una contrazione dei mercati domestici delle imprese europee e un rallentamento degli scambi intraunionali in seguito alla crisi;
   l'ambiente imprenditoriale è migliorato nel complesso nell'UE, ma i progressi rimangono diseguali tra i vari Stati membri;
   la scarsa flessibilità dei meccanismi amministrativi e normativi, le rigidità di alcuni mercati del lavoro ed un'integrazione subottimale sul mercato interno Pag. 58continuano a frenare il potenziale di crescita, soprattutto delle PMI;
   gli investimenti nella ricerca e nell'innovazione rimangono troppo bassi rallentando la necessaria modernizzazione delle nostra base industriale e creando pastoie alla competitività futura dell'UE;
   le imprese dell'UE sostengono prezzi energetici superiori a quelli pagati dai nostri principali concorrenti e hanno difficoltà ad accedere a condizioni abbordabili a fattori produttivi basilari come ad esempio le materie prime, la manodopera qualificata e il capitale.

  La Comunicazione prospetta quindi gli interventi prioritari necessari per superare questi fattori di criticità, che sono riconducibili a otto principali ambiti.
  Una prima serie di misure sono volte a consolidare il mercato unico europeo, passaggio propedeutico per agevolare i miglioramenti sul piano della produttività, riducendo i costi dei fattori produttivi e incrementando i ritorni dell'innovazione.
  La Commissione ribadisce anzitutto la necessità di adottare rapidamente alcune proposte legislative da essa già presentate per promuovere lo sviluppo delle infrastrutture dei trasporti marittimi, aerei e su rotaia (tra cui il quarto pacchetto ferroviario) e delle reti energetiche e della comunicazione e informazione, nonché di migliorare l'attuazione della normativa in vigore in materia, in particolare, del Terzo pacchetto energia e di quello «Cielo unico europeo».
  Con specifico riferimento alla politica energetica, particolare rilevanza è attribuita alla adozione della proposta di direttiva sullo sviluppo di un'infrastruttura per i combustibili alternativi, alla convergenza delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione con le reti energetiche e logistiche.
  Una forte attenzione è riservata altresì alle infrastrutture spaziali e alle applicazioni e i servizi industriali correlati che, ad avviso della Commissione, presentano potenzialità per stimolare la competitività dell'industria. In questo ambito l'UE deve svolgere un importante ruolo poiché il costo elevato dei progetti spaziali incentiva gli Stati membri a economizzare le risorse mettendo in comune i loro investimenti e traendo tutti vantaggio delle opportunità che ne derivano.
  La Comunicazione pone quindi l'accento su una maggiore integrazione del mercato interno dei beni e dei servizi industriali. Per quanto riguarda i beni viene fatto rinvio alla seconda Comunicazione oggi al nostro esame; con riferimento ai servizi, la Commissione insiste sulla necessità di garantire la piena applicazione della direttiva Servizi che potrebbe sfociare in una crescita complessiva del 2,6 per cento del PIL dell'UE, con grande beneficio per il settore industriale.
  Particolare rilievo è attribuito ad un'efficace definizione degli standard e la tutela della proprietà intellettuale (cui corrisponde il 50 per cento del totale di asset intangibili nell'UE) che, secondo la Commissione, sono essenziali per promuovere l'innovazione e lo sviluppo di nuovi settori tecnologici.
  Una seconda serie di misure attiene al miglioramento dell'ambiente imprenditoriale, del quadro normativo e della pubblica amministrazione.
  La Commissione riconosce che gli oneri amministrativi e la complessità normativa a livello europeo e nazionale vengono eliminati a un ritmo troppo lento e diseguale e certi mercati del lavoro non sono sufficientemente flessibili; conseguentemente l'Unione sta perdendo competitività rispetto ad altre regioni del mondo.
  Le misure prospettate nella Comunicazione per superare tali problemi appaiono, tuttavia, troppo timide, risolvendosi essenzialmente in un uso più intenso di strumenti esistenti, in buona misura non vincolanti, quali:
   la «Relazione sull'andamento e sulle politiche in materia di competitività degli Stati membri», prevista dall'articolo 173 del TFUE, che sarà rafforzata per valutare e correlare chiaramente l'impatto dei miglioramenti dell'ambiente imprenditoriale con i risultati reali in materia di competitività registrati negli Stati membri;Pag. 59
   il Programma di controllo dell'adeguatezza e dell'efficacia della regolamentazione (REFIT);
   le prove di concorrenzialità, già integrate nelle valutazioni d'impatto che la Commissione realizza in merito a tutte le principali proposte che presentano effetti significativi per la competitività;
   gli studi sulle valutazioni dei costi cumulativi, realizzati in diversi settori (acciaio, alluminio) e applicati ad altri (ad esempio industrie chimiche e industria del legno) per stimare ex-post i costi cumulativi dei diversi filoni della normativa nazionale e unionale per i settori industriali.

  La Commissione invita gli Stati membri ad adottare misure analoghe a livello nazionale e si impegna a monitorare i progressi compiuti in questo ambito. Inoltre, presenterà un'iniziativa in tema di amministrazioni pubbliche per la crescita tramite la quale presenterà un'ampia rassegna delle pratiche ottimali seguite nelle amministrazioni pubbliche di tutta l'UE, in particolare per quanto concerne gli strumenti di pubblica amministrazione online e gli appalti pubblici.
  Pur costituendo un progresso rispetto alle misure sinora adottate, questo approccio, alla luce dell'esperienza sinora maturata, non appare adeguato rispetto all'esigenza di ridurre gli oneri regolamentari e amministrativi delle imprese, essendo basato soprattutto sulla buona volontà del singolo Stato membro.
  Un terzo ambito di misure proposte dalla Commissione attiene alla modernizzazione industriale, con particolare riferimento agli investimenti nell'innovazione, nelle nuove tecnologie, nei fattori produttivi e nelle competenze. La Comunicazione parte dalla giusta premessa per cui il vantaggio competitivo dell'Europa nell'economia mondiale continuerà a fondarsi su beni e servizi ad elevato valore aggiunto, sulla gestione efficace delle catene di valore e sull'accesso ai mercati di tutto il mondo; pertanto, l'innovazione e il progresso tecnologico sono la principale fonte di competitività per l'industria dell'UE. È dunque preoccupante per il futuro industriale dell'Europa che, dal manifestarsi della crisi economica, si sia registrato un crollo dei livelli di investimento nell'innovazione.
  La Commissione ricorda gli strumenti politici, regolamentari e finanziari già posti in essere per stimolare gli investimenti nell'innovazione:
   il programma Orizzonte 2020, in particolare attraverso il suo pilastro «Leadership industriale», che fornirà fino a 80 miliardi di EUR per la ricerca e l'innovazione, incluso il sostegno alle tecnologie abilitanti fondamentali che ridefiniranno le catene di valore globali;
   i fondi strutturali e di investimento europei (fondi ESI) che destinano, per il periodo 2014-2020, 100 miliardi di EUR per investimenti nell'innovazione, in linea con le priorità della politica industriale;
   la modernizzazione del quadro degli aiuti di Stato per R&S&I e riforma le regole in materia di appalti pubblici.

  La Commissione intende inoltre perseguire, sulla base dei lavori di sei task force istituite un anno fa, le seguenti priorità:
   processi di fabbricazione avanzati a valore aggiunto e istituzione di un partenariato pubblico/privato per l'industria dai processi sostenibili, facendo leva sull'efficienza nell'uso delle risorse e sull'efficienza energetica, sulle fabbriche del futuro, sulla fotonica e la robotica, sul miglioramento della capacità d'innovazione e della competitività del settore manifatturiero europeo;
   le tecnologie abilitanti fondamentali (KET): questa task-force sta lavorando all'identificazione di potenziali progetti KET d'interesse europeo in diversi ambiti, come ad esempio le batterie, i materiali intelligenti, la produzione ad alto rendimento e i bioprocessi industriali, l'agevolazione di un accesso paneuropeo delle PMI all'infrastruttura tecnologica nonché l'ulteriore valorizzazione delle possibilità Pag. 60contenute nel memorandum d'intesa firmato con la Banca europea per gli investimenti;
   l'accesso a materie prime sostenibili e a prezzi di mercato mondiali per la produzione di bioprodotti;
   la costruzione sostenibile e materie prime, costituendo una capacità creditizia della BEI per un importo di 25 miliardi di EUR finalizzata all'efficienza energetica nell'edilizia residenziale e migliorando il riciclaggio e la gestione sostenibili dei residui nel settore della costruzione;
   le reti intelligenti e l'infrastruttura digitale. In particolare, il software di infrastruttura e il software di connettività per l'internet industriale dovrebbero contribuire ad integrare processi ad alto rendimento, compreso il cloud computing.

  Un quarto ambito di interventi prospettati nella Comunicazione attiene all'accesso dell'industria ai finanziamenti. La Commissione riconosce che la scarsa propensione agli investimenti da parte delle banche rende difficile per le imprese accedere al credito bancario, soprattutto per le PMI; denuncia come la crisi abbia frammentato nell'UE il mercato interno del credito bancario e i tassi passivi sono cresciuti in modo sproporzionato in certi paesi. Nonostante la creazione progressiva di un'Unione bancaria la Comunicazione conclude che la creazione di un mercato interno dei capitali in cui le PMI possano avere un accesso transfrontaliero ai finanziamenti rimane ancora un obiettivo irrealizzato. Il rimedio proposto dalla Commissione sembra al momento risolversi in un efficace utilizzo dei fondi strutturali e degli altri strumenti finanziari 2014-2020, nonché dei prestiti e delle garanzie della BEI.
  Un quinto settore oggetto della Comunicazione è quello dell'energia. La Comunicazione ricorda come nel periodo tra il 2008 e il 2012 nell'UE i prezzi al dettaglio dell'elettricità per l'industria europea sono cresciuti in media del 3,5 per cento annuo e quelli del gas dell'1 per cento, raggiungendo livelli doppi rispetto a quelli praticati negli USA e in Russia e del 20 per cento superiori a quelli della Cina stando ai dati dell'Agenzia internazionale per l'energia. Il differenziale di prezzo è maggiore per quanto concerne il gas, da tre a quattro volte più costoso per l'industria dell'UE che per concorrenti quali USA, Russia e India, e più caro del 12 per cento rispetto alla Cina. Inoltre, i prezzi effettivamente pagati dagli utilizzatori industriali possono variare sensibilmente da uno Stato membro all'altro.
  La Commissione ricorda le misure sinora poste in essere, che non sembrano tuttavia sufficienti ad incidere in misura decisiva sui costi:
   il programma Orizzonte 2020, che ha reso direttamente disponibili finanziamenti per la ricerca e l'innovazione in ambito energetico e climatico;
   il completamento di un mercato interno dell'energia;
   l'ulteriore sviluppo di un'infrastruttura paneuropea efficiente per il gas e l'elettricità nonché per il trasporto di materie prime come l'etilene e il propilene. Le condotte esistenti dovrebbero essere collegate in particolare con l'Europa meridionale e orientale per migliorare le sinergie tra le industrie di diversi Stati membri e raggiungere una maggiore efficienza energetica in tutta Europa.

  La Commissione sottolinea la necessità di evitare aumenti sproporzionati dei costi energetici dovuti alle imposte, alle tasse o agli altri strumenti introdotti dagli Stati membri per porre in atto diverse politiche.
  Strettamente connesse sono le indicazioni formulate con riferimento alle materie prime e all'efficienza nell'uso delle risorse. La Comunicazione ricorda che l'industria dell'UE dipende essenzialmente dalle forniture di materie prime provenienti dai mercati internazionali, soprattutto di minerali e metalli non trasformati; è pertanto essenziale migliorare l'accesso sia alle materie prime primarie sia a quelle di recupero lungo l'intera catena del Pag. 61valore (prospezione, estrazione, trasformazione/raffinazione, riciclaggio e sostituzione). La Commissione ricorda di aver avviato sin dal 2008 l'iniziativa «Materie prime» per assicurare un accesso equo e affidabile alle materie prime su scala mondiale offrendo condizioni eque a tutti gli attori del commercio di materie prime e di essere riuscita a negoziare regole sull'esportazione di materie prime nel contesto di accordi commerciali bilaterali e multilaterali.
  Per il futuro, la Commissione intende:
   procedere a una mappatura della diplomazia in corso nel campo delle materie prime per salvaguardare un accesso sostenibile;
   elaborare una comunicazione sul Partenariato europeo per l'innovazione (EIP) in relazione alle materie prime onde conseguire miglioramenti sul piano della ricerca e dell'innovazione, del contesto normativo o della standardizzazione;
   avviare un massimo di 10 progetti pilota volti a promuovere le tecnologie per la produzione e la trasformazione di materie prime primarie e secondarie, per trovare alternative ad almeno tre applicazioni di materie prime critiche e scarse nonché per creare migliori condizioni quadro per le materie prime in Europa;
   presentare nel 2014 un'iniziativa legislativa sull'efficienza nell'uso delle risorse e sui residui;
   proporre, ove necessario, misure per eliminare le distorsioni dei prezzi che impediscono alle imprese europee di accedere a fattori produttivi fondamentali per l'industria ai prezzi di mercato internazionali.

  Un sesto gruppo di indicazioni concerne il miglioramento delle competenze. La Commissione – rilevate le grandi differenze che si registrano nell'acquisizione di competenze e nell'efficacia dei sistemi di formazione professionale nei vari Stati membri e la ridotta mobilità dei lavoratori nell'UE – ricorda i benefici che dovrebbero derivare per l'industria dai programmi e dalle iniziative già poste in essere per la mobilità di studenti e lavoratori, quali EURES ed ERASMUS+.
  Intende inoltre presentare una Comunicazione sulla creazione di posti di lavoro nell'economia verde al fine di concentrare gli sforzi su settori economici chiave che presentano potenzialità di creazione di posti di lavoro e sullo sviluppo dei relativi profili di qualifiche emergenti.
  Un settimo ambito di intervento concerne le piccole e medie imprese. La Comunicazione pone anzitutto l'accento sulla riduzione degli oneri normativi e amministrativi, che possono colpire le PMI in misura dieci volte maggiore rispetto alle imprese di più grandi dimensioni. Rileva opportunamente che le differenze tra le dimensioni delle PMI nei diversi Stati membri: la PMI media in Germania ha 7,6 lavoratori rispetto ai 3,6 in Spagna e ai 3,2 in Italia. Ciò ha conseguenze significative: quanto più piccola è l'impresa, tanto maggiori saranno le sue difficoltà a investire nell'innovazione, a esportare e a integrarsi nelle catene di valore globali con conseguente rischio di perdita di competitività.
  Le condizioni quadro per le PMI sono state migliorate notevolmente da quando, cinque anni fa, è stato adottato lo Small Business Act: i tempi medi e i costi per avviare un'impresa sono stati ridotti (da nove a cinque giorni e da 463 EUR a 372 EUR). Tuttavia, la Commissione riconosce che i tempi e i costi per avviare un'attività commerciale rimangono estremamente elevati in certi Stati membri.
  La Commissione propone pertanto un aggiornamento dello Small Business Act (SBA) che potrebbe indicare nuove misure legislative per avviare in qualsiasi Stato membro un'impresa in non più di tre giorni e a un costo massimo di 100 EUR. Si contemplerà inoltre la definizione dell'obiettivo di un mese per ottenere le necessarie licenze. La Commissione sta inoltre studiando misure per ridurre la durata dei contenziosi giudiziari in materia di recupero di crediti da parte delle imprese, nonché le condizioni per riprendersi da difficoltà finanziarie ed evitare Pag. 62l'insolvenza accedendo a procedure di ristrutturazione del debito efficienti sul piano dei costi ed anche le condizioni per offrire una seconda opportunità agli imprenditori onesti e per agevolare il trasferimento di imprese. La Commissione intende infine promuovere lo sviluppo di reti di imprese e invita gli Stati membri ad introdurre nel loro processo decisionale un test PMI o un sistema equivalente e di ridurre gli oneri amministrativi.
  Un ottavo settore oggetto della Comunicazione concerne la internazionalizzazione delle imprese. Nell'UE il top 10 per cento delle aziende che esportano produce il 70-80 per cento dei volumi di esportazione; pertanto, la Commissione ritiene prioritario accrescere non solo i volumi di esportazione ma anche il numero di imprese esportatrici per agevolare l'integrazione delle imprese unionali nelle catene di valore globali. A questo scopo, la Commissione intende:
   continuare i contatti con i più importanti partner commerciali bilaterali, tra cui l'USA, il Canada, il Giappone e l'India, per perseguire un migliore accesso dell'industria europea ai loro mercati;
   portare avanti i negoziati di accordi di libero scambio globali nonché di accordi sull'accreditamento e l'accettazione dei prodotti industriali tra l'UE e i paesi del Mediterraneo meridionale e quelli del Partenariato orientale;
   adoperarsi nell'ambito degli organi dell'OMC per prevenire ed evitare che paesi terzi creino barriere tecniche agli scambi, anche attraverso il ricorso alla composizione delle controversie ove necessario;
   rafforzare le Missioni per la crescita e valorizzerà i servizi della rete Enterprise Europe per promuovere l'internazionalizzazione delle PMI e sostenere l'organizzazione e il follow-up delle Missioni per la crescita;
   promuovere la cooperazione con i nostri partner internazionali – bilateralmente con gli USA, la Cina, la Russia e il Brasile e multilateralmente nel contesto del Partenariato orientale, della cooperazione industriale EU-MED, dell'allargamento e dei paesi ACP;
   promuovere la definizione di standard internazionali e la cooperazione regolamentare partendo dal ruolo dell'UE quale definitrice de facto degli standard internazionali;
   adoperarsi affinché le imprese dell'UE facciano rispettare i loro diritti di proprietà industriale in tutti i mercati pertinenti, in particolare nei Paesi dell'ASEAN e del MERCOSUR, soprattutto nell'interesse delle industrie creative per la quali la contraffazione rappresenta un problema grave.

  La Comunicazione formula alcune raccomandazioni per la legislazione relativa al mercato interno dei prodotti industriali e costituisce l'esito di una valutazione e di una consultazione pubblica sulla normativa dell'Unione nel settore al fine di verificarne la coerenza generale. La Commissione ricorda anzitutto, producendo dati articolati, come la legislazione relativa al mercato interno, riavvicinando le normative nazionali, abbia promosso la competitività industriale, determinando una concorrenza più leale e condizioni di parità tra gli operatori economici. Tuttavia, attraverso la valutazione di esperti indipendenti e la consultazione pubblica degli interessati, sono emersi numerosi elementi problematici nella normativa in vigore o punti suscettibili di miglioramento, in relazione ai quali la Comunicazione formula una serie di raccomandazioni:
   privilegiare il ricorso ai regolamenti piuttosto che alle direttive, in modo da eliminare le differenze nella tempistica di entrata in vigore delle normative nazionali di attuazione e ridurre il rischio di divergenze nel recepimento, nell'interpretazione e nell'applicazione;
   operare revisioni periodiche della normativa relativa ai prodotti industriali al fine di assicurarne la coerenza e di Pag. 63verificare l'esistenza di importanti lacune, incoerenze, oneri normativi o duplicazioni;
   adottare un regolamento orizzontale che stabilisca definizioni comuni e altri elementi comuni validi per l'intera normativa di armonizzazione dell'Unione;
   effettuare un regolare aggiornamento degli orientamenti di carattere non vincolante sul rispetto della normativa di armonizzazione dell'Unione come la «Guida blu» relativa all'attuazione delle norme UE sui prodotti;
   rafforzare la partecipazione delle PMI e delle parti interessate della società civile (per esempio associazioni dei consumatori e associazioni di utenti professionali) nella preparazione di iniziative per l'azione legislativa dell'UE e nei processi di normazione;
   invitare gli organismi nazionali di normazione a mettere a disposizione in maniera gratuita estratti delle norme armonizzate nei rispettivi siti Internet;
   operare una più rapida transizione verso la «vigilanza del mercato elettronico» nella quale gli operatori economici rendano disponibili online, per quanto possibile, informazioni relative alla conformità, agevolando la transizione verso un futuro privo di supporti cartacei;
   concedere una maggiore flessibilità nel soddisfare i requisiti di tracciabilità al fine di promuovere un maggiore utilizzo dell'etichettatura elettronica, accogliendo le preoccupazioni delle imprese;
   stabilire che quando un gruppo di prodotti al momento non armonizzati diventa parte di un gruppo di prodotti armonizzati, si integrino gli atti normativi esistenti piuttosto che proporre una nuova legislazione;
   sviluppare i meccanismi per agevolare la cooperazione e lo scambio di informazioni tra le autorità di vigilanza del mercato e la Commissione come RAPEX e ICSMS;
   migliorare, nella fase di attuazione della normativa di armonizzazione dell'Unione sui prodotti industriali, le sinergie tra SOLVIT, che si occupa della soluzione di problemi generali relativi al non funzionamento del mercato interno, la rete Enterprise Europe, che aiuta le PMI a beneficiare delle opportunità del mercato interno, e i punti di contatto prodotti, che hanno una conoscenza più specializzata in materia di legislazione sui prodotti non armonizzati;
   applicare sistematicamente il test PMI nella fase di elaborazione della legislazione per assicurare che i requisiti amministrativi non impongano oneri sproporzionati alle PMI;
   mettere a disposizione di tutte le imprese un'unica fonte di riferimento relativa alle modifiche apportate alla normativa di armonizzazione dell'Unione sui prodotti industriali nonché agli aggiornamenti delle norme e ai relativi tempi di entrata in vigore;
   promuovere la convergenza internazionale della legislazione e delle norme tecniche sui prodotti industriali, che questo potrebbe contribuire ad abbassare i costi di messa in conformità per le industrie, rafforzando in tal modo la competitività industriale;
   consolidare la vigilanza del mercato e assicurare che gli Stati Membri investano in quest'ultima le necessarie risorse umane e finanziarie. Da un lato, l'applicazione della legislazione europea è uno strumento necessario per salvaguardare interessi pubblici importanti come la salute e la sicurezza, la protezione dell'ambiente e la sicurezza pubblica, nonché la protezione dei consumatori; dall'altro lato, i meccanismi di applicazione delle leggi aiutano a eliminare la concorrenza sleale e a creare condizioni di parità per gli operatori economici. La Commissione valuterà l'elaborazione di una proposta legislativa su come razionalizzare e armonizzare le sanzioni economiche di natura amministrativa o civile per la non conformità con la normativa di armonizzazione dell'Unione;Pag. 64
   procedere alla razionalizzazione e alla semplificazione dell'esistente quadro giuridico comune per la commercializzazione dei prodotti industriali, inclusi la manutenzione e il post-vendita;
   prendere in considerazione l'innovazione e gli sviluppi tecnologici nell'elaborazione di qualsiasi nuova proposta nel settore del mercato interno dei prodotti. La Commissione lancerà altresì un'iniziativa sulla conformità elettronica con cui è possibile dimostrare elettronicamente e in diverse lingue la conformità con la normativa di armonizzazione dell'Unione, per esempio attraverso l'etichettatura elettronica, la vigilanza del mercato digitale e le dichiarazioni elettroniche di conformità in tutte le lingue ufficiali dell'Unione;
   valutare come migliorare i collegamenti tra i prodotti manifatturieri e i servizi nel mercato interno, al fine di assicurarne la complementarità;
   assicurare una maggiore attenzione all'impatto della normativa UE sulla competitività internazionale delle imprese dell'Unione.

  L'esame delle due Comunicazioni, alla luce della pluralità e delle eterogeneità degli interventi da esse proposti a livello nazionale ed europeo, richiede un adeguato approfondimento attraverso attività conoscitive. A questo scopo, si potrebbe verificare la possibilità di svolgere una serie di audizioni congiuntamente alla Commissione Attività produttive, competente per il merito.

  Michele BORDO, presidente, si riserva di assumere le opportune iniziative al fine di concordare con la Commissione Attività produttive un programma di audizioni, non appena la X Commissione avrà a sua volta avviato l'esame degli atti.

  Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.35.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 11 marzo 2014. — Presidenza del presidente Michele BORDO.

  La seduta comincia alle 14.35.

DL 4/2014: Disposizioni urgenti in materia di emersione e rientro di capitali detenuti all'estero, nonché altre disposizioni urgenti in materia tributaria e contributiva e di rinvio di termini relativi ad adempimenti tributari e contributivi.
C. 2012 Governo.

(Parere alla VI Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 10 marzo 2014.

  Adriana GALGANO (SCpI), relatore, rileva che la Commissione Finanze, a causa del protrarsi dei lavori dell'Assemblea, non ha ancora proceduto alla soppressione dell'articolo 1 del provvedimento, come ipotizzato nella seduta di ieri. Ritiene pertanto opportuno rinviare a domani la deliberazione sul provvedimento, al fine di conoscere le determinazioni che la VI Commissione vorrà assumere.

  Michele BORDO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.40.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.40 alle 14.50.