CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 26 febbraio 2014
188.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
COMUNICATO
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  Mercoledì 26 febbraio 2014. — Presidenza del presidente Roberto FICO.

  La seduta comincia alle 20.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Roberto FICO, presidente, comunica che ai sensi dell'articolo 13, comma 4, del Regolamento della Commissione, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso.

Esame dello schema di Contratto di servizio tra il Ministero dello sviluppo economico e la RAI-Radiotelevisione Italiana SpA per il triennio 2013-2015.
(Esame e rinvio).

  Roberto FICO, presidente, ricorda che l'ordine del giorno reca l'esame dello schema di Contratto di servizio tra il Ministero dello sviluppo economico e la RAI-Radiotelevisione Italiana SpA per il triennio 2013-2015, su cui la Commissione è chiamata, ai sensi dell'articolo 1, comma 6, lettera b), numero 10), della legge 31 luglio 1997, n. 249, ad esprimere il proprio parere.
  Prima di cedere la parola al relatore Margiotta, ringrazia quanti, attraverso le numerose audizioni svolte, hanno concorso all'approfondita istruttoria che la Commissione ha svolto.
  Ringrazia anche le colleghe e i colleghi che con la loro partecipazione e soprattutto con i loro quesiti e le loro richieste di chiarimenti hanno contribuito ad approfondire numerosi profili del provvedimento in esame.
  Dà quindi la parola al vicepresidente Margiotta, perché illustri alla Commissione la propria proposta di parere.

  Salvatore MARGIOTTA (PD), relatore, associandosi al Presidente, ringrazia tutti coloro che hanno concorso all'approfondita istruttoria svolta negli scorsi mesi dalla Commissione attraverso una lunga serie di audizioni dalle quali sono emersi importanti contributi sia dei colleghi, sia degli auditi.
  Fa presente di aver fatto proprie molte delle indicazioni ritenute condivisibili e di averle recepite direttamente nella bozza di parere, mentre le altre potranno essere presentate sotto forma di proposte emendative Pag. 57nel corso del dibattito e saranno sottoposte al vaglio della Commissione.
  Suggerisce al Presidente di impostare le varie fasi del procedimento in modo tale che, senza limitare eccessivamente la discussione, si possa però pervenire a una rapida approvazione del parere.
  Nel valutare lo schema di contratto oggi in esame, trasmesso dal Governo molto in ritardo rispetto alla scadenza di quello vigente, fissata al 31 dicembre 2012, ritiene che la Commissione debba tener conto del fatto che questo è l'ultimo Contratto di servizio che verrà adottato con la vigente concessione, in scadenza nel 2016. È per questo che, essendo già trascorso più di un anno dei tre previsti per la durata del nuovo Contratto di servizio, riferito agli anni 2013-2015, è scaturita l'esigenza di prevedere al comma 1 dell'articolo 24, che il Contratto di servizio in esame resti in vigore fino alla scadenza della concessione. È questo un punto un po’ controverso che la Commissione dovrà valutare con grande attenzione.
  Venendo allo schema di contratto, prima di passare all'esame dei singoli articoli di cui si compone con le relative proposte di «condizioni emendative», evidenzia preliminarmente i criteri seguiti nel determinarle e che si muovono lungo delle direttrici ben definite, che tengono conto non solo di quanto emerso nel corso dell'istruttoria, ma anche dell'esperienza applicativa del vigente contratto, che aveva inteso garantire, recependo anche le indicazioni formulate nel parere adottato dalla precedente Commissione, proprio chi appariva meno tutelato e, cioè, l'universo femminile, specie in rapporto alla parità di genere, le persone con disabilità e i minori.
  Sotto questo aspetto, ritiene che la Commissione, ponendosi in continuità con quella della precedente legislatura, debba rappresentare con forza, alla stessa RAI e al Governo, l'esigenza di rafforzare gli impegni dell'azienda volti a garantire effettivamente la parità di genere, a implementare le misure tecnologiche che rendano quanto più possibile fruibile la televisione pubblica per le persone con disabilità sensoriali e, infine, ad ampliare la sfera dei diritti e della tutela dei minori.
  Le novità che intende proporre alla Commissione non si limitano a questi soli profili, pure rilevantissimi e di grande valenza sociale, ma si estendono anche ad altri aspetti pure molto importanti e che riguardano il rafforzamento degli impegni della RAI a presidio di un effettivo pluralismo nell'informazione e l'esigenza di una maggiore trasparenza nell'impiego del denaro pubblico, da garantire sia mediante l'eliminazione di possibili situazioni di conflitto di interessi, sia pubblicando sul sito della RAI i compensi di dirigenti e conduttori.
  Sempre nella direzione di una maggiore trasparenza si richiede, infine, un preciso impegno della RAI a procedere, coerentemente con le misure di spending review adottate dal Governo, ad un riordino della spesa che, ferma restando l'esigenza di garantire un servizio pubblico di sempre più elevata qualità, consenta di eliminare gli sprechi e superare, laddove esistente, una gestione inefficiente.
  Passando al preambolo, fa presente che alle lettere a), b) e c) è esplicitata la missione del servizio pubblico che si sostanzia nel rendere disponibile a ogni cittadino una pluralità di contenuti che rispettino i principi di imparzialità, indipendenza e pluralismo.
  Nel condividere il contenuto di queste prescrizioni, propone di integrare le previsioni, precisando, alla lettera b), che il servizio pubblico deve prestare una particolare attenzione alle differenti esigenze, tra l'altro, anche delle minoranze e delle persone con disabilità sensoriali e, alla lettera c), che esso deve veicolare corretti principi rivolti a formare una cultura della legalità e della diversità di genere per la promozione delle pari opportunità.
  Sempre nel preambolo sono poi riportate le principali normative comunitarie che disciplinano i servizi radiotelevisivi pubblici europei. Quanto al successivo passaggio nel quale vengono riportati integralmente gli obblighi del servizio pubblico previsti dall'articolo 45 del Testo unico dei servizi di media audiovisivi e Pag. 58radiofonici, propone di sostituire la riproduzione integrale della norma con un rinvio alla disposizione del testo unico, i cui principi sono ben noti.
  Con riferimento all'articolo 2, ricorda che uno dei punti più controversi dello schema di contratto in esame riguardava proprio l'introduzione, al comma 1, lettera e), del cosiddetto «bollino blu», che consisteva nell'inserimento della frase «Programma finanziato con il contributo del canone», al fine di rendere immediatamente riconoscibile per il telespettatore la programmazione dei generi predeterminati.
  Su questo specifico punto sono pervenuti alla Commissione diversi contributi ed è stato audito anche il direttore generale dell'EBU, dottoressa Ingrid Deltenre, che ringrazia ancora una volta, e che ha fornito alla Commissione importanti spunti di riflessione sul tema, specie in relazione all'esperienza degli altri servizi pubblici europei.
  L'argomento è stato approfondito attraverso un'attenta valutazione della questione, che presenta indubbiamente profili di particolare delicatezza in un momento in cui da più parti è manifestata l'esigenza che vi sia la massima trasparenza nell'impiego del denaro pubblico. È tuttavia dell'avviso che il servizio pubblico debba essere valutato nella sua globalità e che anche l'intrattenimento, secondo la massima del fondatore della BBC, debba esserne considerato parte integrante.
  D'altra parte, dalla contabilità separata, che la RAI è tenuta dal 2005 a redigere, è comunque possibile trarre utili elementi informativi per comprendere come sono attualmente spesi i fondi che l'azienda riceve dallo Stato. In prospettiva, si potrebbe ragionare su come rendere queste informazioni, già oggi disponibili sul sito della RAI, fruibili da tutti i cittadini. In tal senso si potrebbe, ad esempio, creare all'interno del sito aziendale, in cui questi dati sono già attualmente presenti, un'apposita sezione che li evidenzi. Al tempo stesso, al fine di evitare che tra i cittadini-utenti possa ingenerarsi confusione, auspica per il futuro che la stessa azienda eviti, in relazione a trasmissioni indubitabilmente di servizio pubblico, di affermare che sono state interamente o in gran parte finanziate con la raccolta pubblicitaria.
  Per quanto riguarda gli obblighi relativi ai programmi dedicati ai minori, di cui alla lettera g) del medesimo comma 1, è previsto che ne venga garantita la trasmissione, in orari appropriati, sia sulle reti generaliste sia sugli appositi canali tematici.
  Esprime quindi apprezzamento per l'importante novità contenuta nello schema di contratto in esame, e che prevede il divieto per la RAI di trasmettere la comunicazione commerciale sul canale tematico dedicato ai bambini in età prescolare. La sua valenza è tale, tuttavia, che è dell'avviso di chiedere un ulteriore piccolo sacrificio alla RAI, proponendo che il divieto sia esteso a tutti i programmi dedicati ai bambini in età prescolare trasmessi negli altri canali della RAI.
  Tale proposta tiene infatti conto di un'esigenza sollecitata non solo da genitori, psicologi dell'età evolutiva, pediatri e insegnanti, ma anche dell'esperienza maturata in altri Paesi come Finlandia e Svezia.
  Si tratta di una scelta che, se confermata, ancorché comporti degli oneri per la RAI, porrebbe comunque l'azienda all'avanguardia tra le televisioni pubbliche europee. È una scelta che, a suo avviso, appare pienamente coerente con la natura di un servizio pubblico finanziato prevalentemente con il contributo dei cittadini, e che si propone anche di fare da battistrada per analoghe scelte da parte delle televisioni commerciali.
  Sempre con riferimento alla programmazione dedicata ai minori, proprio per l'importanza che essa può avere nella loro formazione, sottolinea l'esigenza di impegnare la RAI, sempre qui alla lettera g), a realizzare contenuti rivolti ai ragazzi e agli adolescenti che promuovano, tra l'altro, anche l'educazione di genere e il rispetto delle persone contro ogni forma di violenza.
  Le successive lettere da h) ad m) sottolineano e ribadiscono gli obblighi per la Pag. 59RAI di promuovere l'immagine del Paese e della cultura italiana all'estero, di garantire l'accesso pluralistico alla programmazione, che deve essere anche rispettosa dei diritti delle minoranze linguistiche e culturali nelle zone di appartenenza. Con riguardo a quest'ultimo profilo, accogliendo un'istanza proveniente dal CORECOM della Sardegna, fondata peraltro su un'espressa previsione normativa (articoli 2 e 12 della legge 15 dicembre 1999, n. 482; articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica 2 maggio 2001, n. 345; Carta europea delle lingue regionali e minoritarie), propone che la RAI debba anche garantire, sulla base di un'apposita convenzione e analogamente a quanto previsto per la lingua friulana in Friuli-Venezia Giulia, l'effettuazione di trasmissioni radiofoniche in lingua sarda per la regione Sardegna.
  Quanto al disposto della lettera r), nella quale si prevede che la programmazione deve rispettare la dignità della persona, non essere discriminatoria e promuovere la parità di genere, propone di integrarlo, come suggerito da un collega, nel senso che la RAI debba anche promuovere nei contenuti trasmessi l'integrazione tra le diverse culture.
  Rispetto al testo in esame, propone poi la riscrittura della lettera s), affinché sia rafforzato l'impegno della RAI a trasmettere contenuti che promuovano un'effettiva rappresentazione plurale della realtà femminile, valorizzandone il ruolo nei diversi settori della società ed evitando la trasmissione di immagini stereotipate o l'uso di espressioni discriminatorie.
  Si segnalano poi, alla lettera t), gli obblighi per la RAI di sostenere, utilizzando le risorse frequenziali già assegnate, l'innovazione tecnologica come fattore strategico del servizio pubblico, e lo sviluppo di tutte le tecnologie trasmissive televisive e radiofoniche. Su questo punto, è tuttavia del parere che sia ragionevole prevedere, allorché si proceda ad innovazioni tecnologiche, un'attenta valutazione degli impatti dei costi di tali scelte sull'industria nazionale e sugli utenti.
  Propone, infine, che sia aggiunto un ulteriore punto, di cui alla lettera u), con cui si impegni la RAI a presentare, entro sei mesi dall'entrata in vigore del presente contratto, un progetto di canale istituzionale dedicato ai lavori parlamentari e in cui si dia adeguato rilievo anche all'attività delle Commissioni. Allo stato attuale, infatti, il servizio fornito dalla RAI è del tutto insufficiente, dal momento che i lavori parlamentari possono essere seguiti principalmente o sul canale satellitare o su Radio Radicale. Il progetto andrebbe realizzato attraverso una stretta collaborazione tra la RAI e i due rami del Parlamento, avendo riguardo anche all'esperienza di altri servizi pubblici europei.
  Nell'articolo 3, che definisce l'oggetto del Contratto nazionale di servizio, si evidenzia l'obbligo per la Rai di osservare, nell'espletamento del servizio pubblico radiotelevisivo, oltre alle norme richiamate nel preambolo, anche i principi, i criteri e le regole di condotta contenuti nel Codice etico aziendale, nonché le regole previste: dalla Carta dei doveri e degli obblighi degli operatori del servizio pubblico radiotelevisivo; dal Codice di autoregolamentazione delle trasmissioni di commento degli avvenimenti sportivi, denominato Codice media sport; dal Codice di autoregolamentazione in materia di rappresentazione di vicende giudiziarie nelle trasmissioni televisive e dal Codice media e minori di cui all'articolo 34 del Testo unico.
  Data l'importanza delle disposizioni richiamate, che valgono a connotare l'attività del servizio pubblico, ritiene di integrarle prevedendo che la RAI si debba impegnare altresì ad osservare le determinazioni e le raccomandazioni del Comitato media e minori, il Protocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti (la cosiddetta «Carta di Roma») e gli ulteriori analoghi codici che fossero emanati durante il vigore del presente Contratto.
  L'articolo 4, relativo a qualità dell'offerta e valore pubblico, prevede che la RAI si impegni a promuovere una programmazione di servizio pubblico che sia di qualità e che sia percepita come tale dal Pag. 60pubblico, da sviluppare lungo direttrici ben definite quali la sperimentazione di nuovi formati e linguaggi e la promozione di produzioni audiovisive che migliorino l'immagine del Paese anche all'estero.
  Propone quindi di rafforzare l'impegno già contenuto nello schema di contratto prevedendo che la RAI debba incrementare, analogamente a quanto avviene in altri servizi pubblici europei, la produzione documentaristica.
  In questo articolo si prevede anche che la RAI si impegni a promuovere la conoscenza della costituzione e dello statuto dell'Unione Europea, a diffondere e a promuovere la cultura della legalità e del rispetto della dignità della persona, privilegiando nella programmazione, con la formulazione che si propone, il merito nella scelta dei protagonisti dell'informazione e dell'intrattenimento, superando gli stereotipi di genere.
  Ricorda poi che la RAI è anche impegnata dallo schema di contratto in esame a rafforzare l'impegno sociale e culturale, investendo nella produzione di contenuti che tra l'altro favoriscano, con la proposta emendativa che si suggerisce, anche il rispetto della legalità e della diversità di genere contro ogni forma di violenza.
  Quanto alla qualità dell'informazione di cui all'articolo 5, ricorda che costituisce un imprescindibile presidio di pluralismo, completezza, obiettività, imparzialità e indipendenza.
  In relazione ai numerosi impegni che la RAI assume, al fine di garantire la qualità dell'informazione del servizio pubblico radiotelevisivo, propone alla Commissione alcune integrazioni riferite a profili meritevoli di una particolare valorizzazione. Si riferisce, in particolare, all'esigenza che la RAI impronti la propria programmazione di informazione e approfondimento al rispetto e alla diffusione della cultura di genere, assicurando spazi idonei a contrastare la violenza sulle donne, la prostituzione e la violenza sessuale minorile.
  Inoltre, la RAI si deve impegnare a predisporre, entro sei mesi dall'entrata in vigore del presente contratto, un progetto di riqualificazione e ridefinizione della propria articolazione regionale che, tenendo conto dell'evoluzione tecnologica e nel quadro di una razionalizzazione della spesa, assicuri un miglioramento della qualità dell'informazione locale.
  È questo un profilo cui annette grande importanza, giacché questa può essere l'occasione per la RAI di provvedere, anche alla luce del notevole progresso tecnologico degli ultimi anni e della sempre più avanzata digitalizzazione, a un riordino della propria presenza sul territorio che nell'assicurare un miglioramento nella qualità dell'informazione locale, consenta quei risparmi resi possibili dalle nuove tecnologie.
  Suggerisce anche di reintrodurre, in quanto non previste nello schema in esame, delle misure che impegnino la RAI ad adottare un adeguato sistema di contrasto alle forme di pubblicità occulta all'interno dei programmi televisivi e radiofonici. Questa previsione, che ricalca sostanzialmente quella contenuta nel vigente contratto, prevede che, in caso di pubblicità occulta, l'azienda possa assumere opportune iniziative che possono comportare anche l'irrogazione di sanzioni nei confronti dei responsabili dei programmi.
  Infine, allo scopo di rafforzare quelle esigenze di trasparenza da più parti rappresentate, si prevede all'ultimo punto dell'articolo l'impegno della RAI ad adottare procedure aziendali che escludano per gli ospiti delle trasmissioni la possibilità di promuovere iniziative o attività a loro riferite, qualora abbiano ricevuto un compenso per la partecipazione al programma.
  L'articolo 6 è volto a disciplinare, come in passato, l'articolazione dell'offerta televisiva di servizio pubblico suddivisa in generi predeterminati aventi specifiche caratteristiche che vengono puntualmente descritte.
  Rispetto ai precedenti generi previsti nel vigente contratto, lo schema in esame ne introduce due nuovi: «Programmi per la valorizzazione della musica» e «Informazione e programmi dedicati allo sviluppo delle competenze e delle culture Pag. 61digitali», ai quali si propone di aggiungere anche l'Intrattenimento, nella ferma convinzione che, sul modello della BBC, anche il servizio pubblico italiano debba svolgere attività d'intrattenimento, che non può essere limitata al solo Festival di Sanremo. Naturalmente, anche l'intrattenimento, coerentemente con la missione di servizio pubblico della RAI, deve essere di qualità.
  Quanto all'informazione e all'approfondimento generale, recependo anche alcuni spunti dei colleghi, suggerisce di integrare il testo in esame, prevedendo che l'informazione debba prestare una particolare attenzione al contrasto della criminalità organizzata di tipo mafioso e al traffico illegale di rifiuti. Un'analoga attenzione deve poi essere prestata, nei programmi e nelle rubriche di servizio ai temi del corretto smaltimento dei rifiuti, al risparmio energetico, ai diritti e ai doveri civili, allo sport sociale, nonché alle tematiche della disabilità.
  Per quel che riguarda i programmi per i minori, è dell'avviso che il testo in esame debba essere integrato nel senso di promuovere valori quali il rispetto dell'altro, la tolleranza, la coesione sociale, l'educazione all'affettività, l'educazione civica e il contrasto alla violenza.
  Un'ulteriore proposta riguarda poi il comma 3 e si riferisce all'impegno della RAI a sperimentare nuovi formati e linguaggi televisivi, avendo però una particolare attenzione ai prodotti destinati al web, nell'ambito dell'attuale percorso di integrazione delle piattaforme web e TV.
  Nello schema in esame, l'articolo 8 regola l'offerta multipiattaforma, con il riferimento alla presenza della programmazione Rai sulle più diffuse piattaforme di tv connesse, tablet e smartphone. Auspica che anche sulla crossmedialità pervengano indicazioni e suggerimenti che integrino il testo trasmesso dal Governo.
  Con riguardo alla programmazione televisiva per i minori di cui all'articolo 9, propone di impegnare la RAI, al comma 3, lettera c), a promuovere modelli di riferimento femminili e maschili paritari e non stereotipati, mediante contenuti che educhino al rispetto della diversità di genere e che contrastino la violenza, e al successivo comma 6, a non trasmettere programmi che possano indurre ad una fuorviante percezione dell'immagine femminile e della violenza sulle donne.
  Con riferimento all'articolo 10, con cui si impegna la RAI ad improntare tutta la programmazione al rispetto della dignità della persona e alla non discriminazione, fa presente di non aver inserito proposte emendative perché già suggerite in altri punti dello schema di contratto.
  L'articolo 11, relativo all'offerta dedicata alle persone con disabilità e alla programmazione sociale, ha costituito uno dei punti su cui si è maggiormente soffermata l'attenzione del relatore e di tutta la Commissione.
  Infatti, nonostante esso contenesse già nella versione originale previsioni commendevoli, si è inteso però, anche per impulso e suggerimento delle associazioni del settore, rafforzarne in modo deciso le garanzie e rafforzare gli impegni della concessionaria con l'introduzione di una stringente tempistica. Per quanto concerne infatti la garanzia del diritto all'informazione delle persone con disabilità, si è inteso impegnare la Rai a sottotitolare tutte le edizioni dei TG delle reti generaliste e dei TG regionali, i notiziari sportivi e quelli del canale Rainews e a tradurre in lingua dei segni, oltre a un'edizione del TG regionale, anche due edizioni dei TG e di Rainews. Tutto ciò entro il termine del 30 novembre dell'anno corrente. Entro lo stesso termine, la Rai deve garantire l'accesso alla propria offerta multimediale e televisiva sul digitale terreste e sul satellite con particolari accorgimenti tecnologici per le persone non vedenti, ivi compreso l'incremento progressivo e scadenzato della programmazione audio descritta di trasmissioni in cui buona parte delle informazioni sia veicolata da immagini.
  Quanto alla programmazione nel suo complesso, si è previsto il raggiungimento della sottotitolazione della totalità delle trasmissioni delle reti generaliste, secondo una tempistica graduale ma scadenzata in modo puntuale. Gli stessi sottotitoli dovranno essere costituiti secondo precisi Pag. 62criteri, andando ad alimentare un archivio progressivamente aggiornato e affinato.
  Nell'articolo 12 riguardante l'offerta per l'estero, rispetto allo schema trasmesso, le novità proposte si riferiscono alla necessità che la RAI si impegni ad ottimizzare la propria presenza all'estero anche attraverso altre forme di collaborazione con altri operatori istituzionali.
  Inoltre, al fine di massimizzare la veicolazione all'estero dell'offerta della RAI, si suggerisce all'azienda di ampliare il ricorso all'utilizzo del modello della coproduzione a livello nazionale ed europeo, con produttori audiovisivi indipendenti e in collaborazione con gli altri servizi pubblici europei.
  Quanto alla programmazione dell'accesso di cui all'articolo 13, si intende impegnare la RAI a trasmettere i relativi programmi in fasce orarie di buon ascolto. Al tempo stesso, l'azienda si impegna a presentare alla Commissione, non oltre tre mesi dall'entrata in vigore del presente contratto, un progetto di riordino della programmazione per l'accesso, incentrato sulla sperimentazione di nuovi formati editoriali e sull'impiego anche del sito Internet della concessionaria.
  L'articolo 14, già nel testo trasmesso dal Governo presenta una serie di novità significative finalizzate a rafforzare il ruolo e il valore dei prodotti audiovisivi italiani ed europei. Al riguardo, si segnala in particolare l'impegno della RAI a promuovere un'azione effettiva di sostegno alla produzione europea e a quella indipendente anche attraverso negoziazioni con i produttori indipendenti eque, trasparenti, non discriminatorie e facilmente verificabili dalle Autorità competenti; si prevede inoltre l'obbligo di pubblicare sul sito i dati riferiti agli investimenti destinati alla produzione televisiva.
  A tale riguardo, allo scopo di aumentare la competitività nel mercato dei produttori indipendenti, si suggerisce di introdurre un comma 9-bis con cui, anche al fine di attribuire a questi ultimi quote di diritti secondari di cui all'articolo 44 del Testo Unico, la RAI si impegna ad adottare modalità operative coerenti con quanto stabilito dall'Autorità in materia, e comunque compatibili con la conferente normativa comunitaria.
  La Rai attua poi un sistema interno di monitoraggio per la verifica del rispetto delle quote di emissione e di investimento che si impegna a rendere noto, per ciascun anno di vigenza del presente contratto al Ministero, all'Autorità e, con la modifica che si propone, anche alla Commissione parlamentare e alle principali associazioni di categoria degli autori di opere audiovisive e dei produttori indipendenti.
  Infine, allo scopo di garantire una maggiore trasparenza e risolvere potenziali situazioni di conflitto di interesse, suggerisce di aggiungere allo schema trasmesso due ulteriori previsioni e cioè che non può essere commissionata a società di produzione detenute, in tutto o in parte, da agenti di spettacolo la produzione di programmi RAI in cui siano presenti a qualunque titolo gli artisti da loro rappresentati e che parimenti non può essere commissionato a società di produzione detenute, in tutto o in parte, da artisti la produzione e l'esecuzione di programmi della RAI in cui gli stessi siano i soggetti principali. Se sul primo divieto ritiene non vi siano particolari problemi, sul secondo, che appare senz'altro più complesso, chiede invece una riflessione della Commissione.
  Con riferimento alla gestione economico-finanziaria della RAI, di cui all'articolo 18, è dell'avviso che le disposizioni di cui al comma 2, debbano essere integrate prevedendo che la RAI si impegni, coerentemente con le norme in materia di spending review, a predisporre entro sei mesi dall'entrata in vigore del presente contratto, un piano di riordino e di razionalizzazione della spesa, che le possa consentire di fornire servizi pubblici di alta qualità al più basso costo possibile per il contribuente.
  Quanto alle modifiche che intende introdurre all'articolo 19, concernente il cosiddetto canone, fa presente che esse riguardano la trasformazione in obbligo della originaria facoltà di costituzione, da parte del Ministero per lo sviluppo economico, Pag. 63di un gruppo di lavoro focalizzato al recupero dell'evasione, nonché il celere impegno da parte dello stesso Ministero e della Rai a stabilire criteri certi per l'esenzione dal pagamento del canone o per la sua riduzione, ampliando le categorie beneficiarie, in rapporto sia a limiti di reddito sia a particolari disabilità. Tali misure diventeranno però operative solo dopo che la RAI abbia recuperato almeno il 5 per cento dell'evasione.
  Con riferimento all'articolo 21, che concerne comunicazioni, vigilanza, controllo e sanzioni, rispetto alla originaria previsione, si suggerisce di introdurre il comma 1-bis, con cui, allo scopo di dare continuità informativa alla Commissione circa i numerosi e complessi adempimenti – anche in riferimento alle esigenze delle persone con disabilità – previsti dal contratto sottoposto al nostro esame e sulla loro tempistica, nonché circa l'andamento del pluralismo dell'informazione, si prevedono audizioni con cadenza bimestrale del presidente e del direttore generale della concessionaria.
  Ritiene altresì opportuno ampliare lo spettro degli adempimenti informativi previsti a carico della concessionaria nei confronti della Commissione, ricomprendendovi i dati di bilancio relativi agli investimenti in prodotti audiovisivi italiani ed europei; i piani industriali, le previsioni economiche, i bilanci consuntivi di esercizio e della contabilità separata e bilanci infrannuali al 30 giugno; le rilevazioni dei messaggi pubblicitari trasmessi, per ciascun palinsesto, con l'indicazione dei rispettivi orari di trasmissione e infine le relazioni, corredate dal relativo piano di sviluppo economico-finanziario, da trasmettere qualora l'azienda intenda avviare eventuali nuovi canali.
  Infine, in relazione all'articolo 23, che prevede l'effettuazione di indagini demoscopiche da parte della RAI in previsione della data di scadenza della concessione del servizio pubblico, fissata al 6 maggio 2016, suggerisce di estenderne l'ambito, stabilendo che la RAI effettui anche consultazioni pubbliche con la società civile e le categorie interessate.

  Il deputato Gennaro MIGLIORE (SEL), intervenendo sull'ordine dei lavori, nel ringraziare il relatore, propone di aggiornare ad altra seduta lo svolgimento della discussione generale, al fine di consentire ai commissari un attento esame della proposta di parere presentata.

  Il deputato Vinicio Giuseppe Guido PELUFFO (PD), nell'aderire alla proposta del collega Migliore, è dell'avviso che si debba rinviare ad altra seduta la discussione generale, dal momento che la relazione del vicepresidente Margiotta prevede interventi importanti sul contratto di servizio, che meritano di essere approfonditi. Propone, quindi, che il seguito della discussione sia rinviato a mercoledì 5 marzo quando la Commissione potrebbe tenere due sedute, rispettivamente alle 14 e alle 20.30.

  Il senatore Alberto AIROLA (M5S) concorda sulle proposte dei colleghi di riunirsi la prossima settimana per la prosecuzione dell'esame.

  Roberto FICO, presidente, nel rinviare ad altra riunione il seguito della discussione, dichiara conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 21.30.

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