CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 28 gennaio 2014
166.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
Pag. 23

SEDE REFERENTE

  Martedì 28 gennaio 2014. — Presidenza del presidente Francesco Paolo SISTO. – Interviene il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Sesa Amici.

  La seduta comincia alle 9.10.

Disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.
C. 3 d'iniziativa popolare, C. 35 Cirielli, C. 182 Pisicchio, C. 358 Bersani, C. 551 Francesco Saverio Romano, C. 632 Migliore, C. 718 Lenzi, C. 746 Zampa, C. 747 Zampa, C. 749 Martella, C. 876 Francesco Sanna, C. 894 Bobba, C. 932 Giachetti, C. 998 Giorgia Meloni, C. 1025 Rigoni, C. 1026 Rigoni, C. 1116 Nicoletti, C. 1143 Martella, C. 1401 Vargiu, C. 1452 Burtone, C. 1453 Balduzzi, C. 1514 Vargiu, C. 1657 Toninelli, C. 1794 Zaccagnini, C. 1914 Valiante, C. 1946 Lauricella e petizioni nn. 42, 83, 99, 464 e 470.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  Francesco Paolo SISTO, presidente, comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione. Pag. 24
  Comunica quindi che il termine per la presentazione di emendamenti è scaduto alle ore 13 di ieri e che sono stati presentati emendamenti e subemendamenti (vedi allegato).
  Comunico che il gruppo del Partito democratico ha ritirato prima della seduta una serie di proposte emendative che non saranno dunque pubblicate ed avverte quindi che i subemendamenti ad essi riferiti sono stati considerati irricevibili.
  Fa poi presente che gli articoli aggiuntivi Pisicchio 2.017 e Vargiu 2.018 presentano profili critici con riferimento alla loro ammissibilità in quanto, apportando modifiche alla legge n. 18 del 1979, recante «Elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia», intervengono su materia non ricompresa nei progetti di legge in esame.
  Rileva che la presidenza si riserva di valutare ulteriormente e più approfonditamente nel prosieguo dell'esame i profili di ammissibilità delle proposte emendative presentate.

  Gennaro MIGLIORE (SEL), intervenendo sui lavori della Commissione, chiede al presidente se si prevede di sospendere la seduta alle 9.30, ora in cui è convocata la Conferenza dei presidenti di gruppo che dovrà decidere in merito alla calendarizzazione della legge elettorale in Aula.

  Francesco Paolo SISTO, presidente, risponde che non è in generale prevista la sospensione dei lavori delle Commissioni durante le riunioni della Conferenza dei presidenti dei gruppi, ma assicura la propria disponibilità a fare in modo che i presidenti di gruppo presenti alla seduta possano svolgere – con il consenso degli altri commissari – i propri interventi prima degli altri, in modo da potersi poi assentare per partecipare alla Conferenza dei presidenti di gruppo.

  Ignazio LA RUSSA (FdI) rileva come il ritiro di numerosi emendamenti da parte di deputati del gruppo del Partito democratico – emendamenti il cui elenco è stato reso noto solo ora – modifichi in modo sostanziale il quadro delle proposte emendative complessivamente presentate, facendo venire meno anche proposte condivise da altri gruppi. Invita quindi il presidente a valutare l'opportunità di riaprire il termine per la presentazione di subemendamenti agli emendamenti, scaduto alle ore 7.45 di oggi.

  Francesco Paolo SISTO, presidente, rispondendo al presidente La Russa, osserva che il ritiro di emendamenti da parte dei deputati del gruppo del Partito democratico ha semplificato, e non complicato, il quadro delle proposte emendative e ha così creato le condizioni per un più rapido esame degli stessi emendamenti in Commissione. D'altra parte, anche alla luce del regolamento e delle prassi applicative, ritiene che il ritiro di emendamenti non possa costituire una ragione per riaprire il termine per la presentazione delle proposte emendative, anche perché equivarrebbe ad attribuire un potere ostruzionistico.

  Ignazio LA RUSSA (FdI) sottolinea di aver posto, con la sua richiesta di riapertura del termine per la presentazione di subemendamenti, una questione di opportunità, e non di legittimità rispetto al regolamento e alle prassi applicative.
  Nel prendere comunque atto che la presidenza non intende riaprire il termine per la presentazione di subemendamenti né, in generale, concedere più tempo ai commissari per la valutazione delle proposte Pag. 25emendative, annuncia che, con rammarico, non potrà prendere parte al dibattito da questo momento in poi, in quanto, essendo le ore 9.30, è costretto ad allontanarsi dall'aula della Commissione per recarsi alla riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, cui parteciperà al posto della presidente Meloni, assente a causa di impegni istituzionali.

  Francesco Paolo SISTO, presidente, assicura al deputato La Russa la propria disponibilità a cercare il modo per permettergli di intervenire in altro momento, anche dandogli la parola, con il consenso della Commissione, al di fuori dell'ordine delle iscrizioni a parlare.

  Danilo TONINELLI (M5S) ritiene necessario che i tempi di discussione delle proposte emendative siano ampliati, e ciò alla luce del fatto che i commissari devono avere il tempo di valutare il quadro che si determina a seguito del ritiro di numerosi emendamenti da parte del gruppo del Partito democratico e della presentazione nel frattempo di diversi subemendamenti.
  Esprime quindi l'avviso che, rifiutandosi di rappresentare alla Conferenza dei presidenti di gruppo l'esigenza oggettiva che la Commissione disponga di più tempo per l'esame in sede referente, il presidente non tuteli adeguatamente le prerogative della Commissione stessa. Fa presente che si sta in questo modo ripetendo quanto accaduto nel 2005 in occasione dell'esame parlamentare dell'attuale legge elettorale, quando il testo della nuova legge fu predisposto al di fuori delle aule parlamentari e l'esame in Commissione fu rapidissimo e meramente formale.
  Sottolinea che la legge elettorale è un provvedimento di capitale importanza per l'assetto costituzionale di un Paese e che non è pertanto accettabile che il suo iter in Commissione non avvenga nel rispetto delle norme procedurali e sostanziali che regolamentano l'esame in sede referente e con la piena garanzia dei diritti di tutti i commissari, e in particolar modo di quelli delle opposizioni.
  Invita quindi il presidente a non nascondersi dietro le decisioni della Conferenza dei presidenti di gruppo e a far valere in ogni sede, compresa quella della Conferenza dei presidenti di gruppo che si riunirà a breve, la legittima pretesa che l'esame in sede referente non abbia un carattere meramente formale.

  Francesco Paolo SISTO, presidente, rispondendo al deputato Toninelli, fa presente che un presidente di Commissione ha il dovere di garantire il rispetto delle norme procedurali e sostanziali che regolamentano l'esame in sede referente, insieme ai diritti dei commissari, ma ha anche il dovere di assicurare che la Commissione sia pronta a riferire all'Assemblea nel termine deciso dall'organo competente alla programmazione dei lavori della Camera, vale a dire dalla Conferenza dei presidenti di gruppo, alla quale non partecipano i presidenti di Commissione. Spetta quindi ai presidenti dei gruppi rappresentare in sede di Conferenza dei presidenti le esigenze che suggeriscono di ampliare il tempo di esame in sede referente. Si dichiara, in ogni caso, pronto ad intervenire nella Conferenza dei presidenti di gruppo, ove ne sia richiesto, per fornire tutti i chiarimenti che saranno sollecitati.

  Gregorio GITTI (PI) ritiene che il gruppo del Partito democratico dovrebbe chiarire, attraverso il proprio rappresentante in Commissione, le ragioni del ritiro degli emendamenti già presentati.

  Danilo TONINELLI (M5S) ribadisce che la presidenza deve assicurare un ampliamento dei tempi di esame per mettere i commissari nelle condizioni di prendere cognizione del quadro delle proposte emendative conseguente al ritiro di emendamenti da parte del gruppo del Partito democratico e alla presentazione di subemendamenti. Comunica inoltre che il suo gruppo intende fare propri alcuni degli emendamenti ritirati dal gruppo del Partito democratico, come consentito dall'articolo 86, comma 8, del regolamento.

  Francesco Paolo SISTO, presidente, chiarisce che, per prassi costante, la disposizione Pag. 26dell'articolo 86, comma 8, si applica soltanto agli emendamenti ritirati nel corso della discussione, e non a quelli ritirati prima ancora dell'inizio della discussione, com’è il caso degli emendamenti in questione.

  Danilo TONINELLI (M5S) ritiene che la dichiarazione del presidente si basi una interpretazione ingiustificatamente restrittiva dell'articolo 86, comma 8, del regolamento. Il suo gruppo si riserva quindi di investire della questione interpretativa la Presidenza della Camera e di chiedere che la stessa acquisisca sul punto il giudizio della Giunta per il regolamento.

  Francesco Paolo SISTO, presidente, non essendovi altre richieste di intervento sui lavori della Commissione, dichiara aperta la discussione sul complesso degli emendamenti.

  Matteo BRAGANTINI (LNA) dichiara preliminarmente che, anche a suo avviso, il ritiro di emendamenti da parte del gruppo del Partito democratico modifichi sostanzialmente il quadro delle proposte emendative presentate e rende quindi indispensabile un aggiornamento dei lavori per il tempo necessario a permettere a ciascun commissario di comprendere appieno le proposte effettivamente sul tavolo.
  Ciò premesso, esprime l'avviso che la Commissione – che finora ha concentrato la sua attenzione sulle questioni principali della legge elettorale, quali il premio di maggioranza, le soglie di sbarramento e le preferenze – dovrebbe porre attenzione, nel momento in cui riforma la legge elettorale, anche a parti della attuale disciplina che, per quanto meno importanti sotto il profilo degli effetti politici, hanno comunque bisogno di essere riviste, ad esempio perché ormai anacronistiche, come l'articolo 42 del testo unico n. 361 del 1957, che prevede che nelle sezioni elettorali si allestisca un ingresso separato per le donne.
  A parte le disposizioni anacronistiche, ritiene che dovrebbero essere eliminate le disposizioni che prevedono un compenso, peraltro irrisorio, per i notai che autenticano le firme richieste per la presentazione delle candidature; che dovrebbe essere introdotto il completo divieto di cumulo, per i dipendenti pubblici che vengano eletti, tra retribuzione e indennità parlamentare; che si dovrebbe sopprimere la previsione che permette ai dipendenti pubblici in aspettativa per mandato parlamentare di beneficiare delle progressioni retributive automatiche; che si dovrebbe rivedere la disciplina in materia di incompatibilità e ineleggibilità al fine di prevedere, in forza del principio della separazione dei poteri, l'ineleggibilità assoluta dei magistrati; che si dovrebbe rivedere il termine per la presentazione del simbolo di lista, in modo da disincentivare la modifica continua del simbolo e da scoraggiare la presentazione di simboli «civetta» finalizzati solo a disorientare gli elettori della parte avversa.
  Reputa che la Commissione non dovrebbe invece porre mano alla legge elettorale per il Senato, se è vero quello che la maggioranza dichiara, ossia di voler sopprimere il Senato elettivo.
  Sottolinea come il suo gruppo abbia presentato un numero contenuto di emendamenti, molti dei quali tendenti a rivedere i collegi elettorali della tabella B, che sono definiti in modo del tutto casuale e arbitrario, come dimostra il fatto che non tengono neppure conto di alcune variazioni nei confini di province e comuni intervenute dal 1993 ad oggi.
  Tra gli emendamenti presentati dal suo gruppo, si sofferma poi su quelli che introducono il voto di preferenza, a tal fine proponendo tre alternative: la preferenza pura e semplice, la preferenza con garanzia di genere e la preferenza esprimibile per i soli candidati diversi dal primo della lista; soluzione, quest'ultima, che consente di coniugare la preferenza del partito con la preferenza dei cittadini.
  Riferisce, ancora, che il suo gruppo ha presentato emendamenti per prevedere che la soglia del 35 per cento, al di sopra della quale si attribuisce il premio di maggioranza, sia calcolata non con riferimento al numero dei voti validi, bensì al Pag. 27numero degli elettori aventi diritto al voto, e questo per tenere conto dell'astensionismo, che è elevato; per evitare che vadano a rafforzare le liste maggiori della coalizione i voti espressi dagli elettori per le liste minori che, non avendo raggiunto le soglie di sbarramento, non sono ammesse al riparto dei seggi; per consentire i collegamenti di lista anche in occasione del turno di ballottaggio, e questo in quanto non c’è nulla di scorretto nei confronti dei cittadini se due o più liste decidono, spiegandone le motivazioni, di stabilire alleanze per il turno di ballottaggio; e per abbassare le soglie di sbarramento, che sono eccessive.
  In conclusione, esprime l'auspicio che il relatore e la maggioranza tengano nel debito conto le proposte emendative del suo gruppo e che il dibattito su una legge importante come quella elettorale possa svolgersi con la dovuta attenzione e concentrazione, in vista del miglior risultato possibile nell'interesse del Paese.

  Francesco Paolo SISTO, presidente, considerato che stanno per avere inizio i lavori dell'Assemblea, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 9.55.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Martedì 28 gennaio 2014.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.10 alle 14.15, dalle 22.30 alle 23.35 e dalle 1.45 alle 1.55.

SEDE REFERENTE

  Martedì 28 gennaio 2014. — Presidenza del presidente Francesco Paolo SISTO.

  La seduta comincia alle 14.15.

Disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.
C. 3 d'iniziativa popolare, C. 35 Cirielli, C. 182 Pisicchio, C. 358 Bersani, C. 551 Francesco Saverio Romano, C. 632 Migliore, C. 718 Lenzi, C. 746 Zampa, C. 747 Zampa, C. 749 Martella, C. 876 Francesco Sanna, C. 894 Bobba, C. 932 Giachetti, C. 998 Giorgia Meloni, C. 1025 Rigoni, C. 1026 Rigoni, C. 1116 Nicoletti, C. 1143 Martella, C. 1401 Vargiu, C. 1452 Burtone, C. 1453 Balduzzi, C. 1514 Vargiu, C. 1657 Toninelli, C. 1794 Zaccagnini, C. 1914 Valiante, C. 1946 Lauricella e petizioni nn. 42, 83, 99, 464 e 470.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta odierna antimeridiana.

  Francesco Paolo SISTO, presidente, comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Comunica che uno dei subemendamenti a prima firma Dieni, riferito all'emendamento Balduzzi 1.8, è da considerarsi irricevibile, in quanto non interviene nella parte dell'emendamento che modifica il testo e non è quindi riconducibile alla natura propria di subemendamento.
  Comunica altresì che l'articolo aggiuntivo D'Attorre 1.01, erroneamente collocato nella prima bozza del fascicolo degli emendamenti nell'ambito degli emendamenti riferiti all'articolo 1, sarà posto in votazione – trattandosi di un articolo aggiuntivo – dopo gli emendamenti riferiti all'articolo 1.

  Emanuele FIANO (PD) chiede alla presidenza, per ragioni di economia procedurale, di esaminare e porre in votazione l'articolo aggiuntivo D'Attorre 1.01 recante una delega al Governo sulla definizione dei collegi plurinominali prima delle numerose proposte emendative che si riferiscono alla Tabella B relativa ai collegi medesimi poiché, l'approvazione di tale Pag. 28emendamento precluderebbe l'esame di tutte le proposte emendative finalizzate alla modifica della predetta Tabella B.

  Francesco Paolo SISTO presidente e relatore, replicando al collega Fiano, ricorda che l'articolo 87, comma 3, del Regolamento della Camera, che disciplina l'ordine di votazione degli emendamenti, prevede che gli articoli aggiuntivi vengano posti in votazione per ultimi. In ogni caso, si valuterà nel prosieguo dell’iter parlamentare come procedere.

  Riccardo FRACCARO (M5S) segnala che, nel corso della seduta odierna dell'Assemblea, il collega Toninelli è intervenuto per un richiamo al Regolamento sull'articolo 86, precisando che, poiché è stato permesso ai colleghi del gruppo del Partito democratico di ritirare nella notte alcuni emendamenti, una volta terminati i lavori della Commissione, i deputati del suo gruppo non hanno potuto sottoscriverli, come previsto dall'articolo 86, comma 8, del Regolamento ed hanno altresì vanificato il lavoro svolto ai fini della presentazione dei subemendamenti alle predette proposte emendative. Invita il presidente Sisto a sospendere i lavori della Commissione in attesa che la Giunta per il Regolamento si esprima sul punto.

  Danilo TONINELLI (M5S), condividendo le affermazioni del collega Fraccaro, osserva che se si ritiene che il citato articolo 86, comma 8, del Regolamento, disciplini solo la fase di esame degli emendamenti in Assemblea, allora non dovrebbe essere consentito il ritiro degli emendamenti in Commissione.

  Francesco Paolo SISTO presidente e relatore, replicando ai colleghi Fraccaro e Toninelli, fa presente di aver evidenziato che, se un emendamento è ritirato prima della seduta della Commissione, come è accaduto in questa occasione, non può essere sottoscritto da altri deputati. Ritiene comunque apprezzabile ogni richiesta di chiarimento interpretativo formulata alla Giunta per il regolamento.

  Danilo TONINELLI (M5S) ribadisce la richiesta di attendere che la Giunta per il regolamento esprima il parere sulla suddetta questione prima di procedere oltre nell'esame in sede referente. Chiede inoltre di poter consentire la presentazione di ulteriori subemendamenti considerato che l'articolo 86, comma 4, del regolamento consente tale facoltà fino ad un'ora prima della seduta nella quale saranno discussi gli articoli a cui si riferiscono. Alla luce del fatto che alle ore 14.30 sono previste immediate votazioni in Assemblea e che, quindi, la seduta della Commissione sarà rinviata al termine delle votazioni pomeridiane dell'Aula di oggi, chiede di poter procedere in tal senso.

  Matteo BRAGANTINI (LNA) considerato che il ritiro di molti emendamenti del Partito democratico è stato comunicato alla Commissione all'inizio della seduta odierna dovrebbe essere applicato il principio testè menzionato dal presidente Sisto per cui è consentito sottoscrivere emendamenti se vengono ritirati nella seduta e tali dovrebbero essere considerati gli emendamenti in questione. Ciò anche al fine di non vanificare il lavoro svolto dai gruppi che hanno redatto e presentato un numero cospicuo di subemendamenti che si vedono così preclusa la possibilità di pubblicarli ed esaminarli perché è stato deciso di ritirarli.

  Antonio LEONE (NCD) chiede maggiori chiarimenti su quanto deciso riguardo alla data di avvio della discussione dei progetti di legge in Assemblea.

  Francesco Paolo SISTO, presidente, chiarisce di essersi attenuto al fatto che nell'ambito dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, non era stato registrato un orientamento maggioritario riguardo alla necessità di chiedere al Presidente della Camera ed alla Conferenza dei presidenti dei gruppi un rinvio della data di avvio della discussione dei progetti di legge in Assemblea, considerato che il Partito democratico e Forza Italia non si erano espressi in tal senso.Pag. 29
  Fa inoltre presente che alle ore 16.30 di oggi è stata convocata una nuova riunione della Conferenza dei presidenti dei gruppi.

  Antonio LEONE (NCD) esprime un ringraziamento al presidente del gruppo del Partito democratico per aver affermato di voler consentire «qualche ora in più» per l'esame della Commissione sui progetti di legge in titolo.

  Francesco Paolo SISTO, presidente, nel ribadire che non è possibile la presentazione di subemendamenti riferiti ad emendamenti ritirati, rileva come a suo avviso non sembra opportuno dare seguito alla richiesta di riapertura dei termini per la presentazione di subemendamenti considerato che la seduta per la discussione degli emendamenti ha già avuto inizio e che vi è già stata la possibilità di presentarli fino ad un'ora prima della seduta di questa mattina, che ha avuto inizio alle ore 8.45, e che infatti numerosi subemendamenti sono stati presentati. Si riserva comunque di svolgere ulteriori valutazioni al riguardo.

  Emanuele FIANO (PD) intende chiarire di aver ritirato gran parte degli emendamenti del suo gruppo nella tarda sera di ieri, subito dopo la conclusione della riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, in cui aveva peraltro già preannunciato l'intenzione di procedere in tale senso. Gli emendamenti in questione sono dunque stati ritirati prima della seduta della Commissione in sede referente, che ha avuto inizio oggi alle ore 8.45.

  Matteo BRAGANTINI (LNA) rileva come sarebbe stato più opportuno annunciare il ritiro degli emendamenti nella seduta che era stata convocata per ieri sera e che poi non si è svolta.

  Danilo TONINELLI (M5S) rileva che il suo gruppo prende atto di questa ulteriore valutazione riguardo alle modalità di procedere, che ritiene ancora più palesemente lesiva delle norme regolamentari e ricorda come il suo gruppo chieda da mesi di preservare il principio della qualità della produzione legislativa, cosa che non è mai avvenuta. Rileva che, trattandosi di una legge in materia elettorale, è richiesta dall'ultimo comma dell'articolo 72 della Costituzione una tutela ancora maggiore nella procedura di approvazione: preannuncia quindi che, come gruppo di minoranza, vi è l'intenzione di presentare un ricorso per conflitto di attribuzione.

  Francesco Paolo SISTO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.35.

SEDE REFERENTE

  Martedì 28 gennaio 2014. — Presidenza del presidente Francesco Paolo SISTO. – Intervengono i sottosegretari di Stato per la giustizia Giuseppe Berretta e Cosimo Ferri.

  La seduta comincia alle 23.35.

Disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.
C. 3 d'iniziativa popolare, C. 35 Cirielli, C. 182 Pisicchio, C. 358 Bersani, C. 551 Francesco Saverio Romano, C. 632 Migliore, C. 718 Lenzi, C. 746 Zampa, C. 747 Zampa, C. 749 Martella, C. 876 Francesco Sanna, C. 894 Bobba, C. 932 Giachetti, C. 998 Giorgia Meloni, C. 1025 Rigoni, C. 1026 Rigoni, C. 1116 Nicoletti, C. 1143 Martella, C. 1401 Vargiu, C. 1452 Burtone, C. 1453 Balduzzi, C. 1514 Vargiu, C. 1657 Toninelli, C. 1794 Zaccagnini, C. 1914 Valiante, C. 1946 Lauricella e petizioni nn. 42, 83, 99, 464 e 470.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta odierna pomeridiana.

  Francesco Paolo SISTO, presidente e relatore, comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia Pag. 30assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Comunica che da parte dei deputati del gruppo Movimento 5 Stelle sono stati presentati subemendamenti ad emendamenti riferiti all'articolo 2.
  Comunica, altresì, che un subemendamento a prima firma Nuti riferito all'emendamento La Russa 2.45 è da considerarsi irricevibile, in quanto interviene direttamente sul testo unificato e non è quindi riconducibile alla natura propria di subemendamento, configurandosi bensì come emendamento presentato tardivamente. Il subemendamento non è stato quindi ricompreso nel fascicolo.

  Gianclaudio BRESSA (PD), intervenendo sul complesso degli emendamenti, desidera soffermarsi su alcuni macro temi cui gli stessi sono riconducibili. Quanto al primo tema, riguardante la definizione dei collegi plurinominali, segnala che la Tabella B contenuta nel testo base si riferisce correttamente a due criteri: quello del continuum geografico e quello demografico. Al riguardo rileva che l'ipotesi di conferire una delega legislativa al Governo, contenuta peraltro in un emendamento del suo gruppo, deve essere attentamente valutata poiché, oltre ad avere l'effetto di precludere molti degli emendamenti presentati, potrebbe richiedere tempi brevi ove fossero definiti criteri di delega stringenti quali quello di prendere a riferimento le province ovvero la definizione dei collegi operata dalla Legge Mattarella. Giudica con interesse la proposta emendativa del collega Migliore che attribuisce un ruolo nella definizione dei collegi ad una commissione parlamentare bicamerale. Relativamente alla tematica della trasformazione dei voti in seggi, evidenzia che deve essere garantito al massimo il principio di rappresentatività del voto. Pertanto ritiene che sia necessario operare una scelta politica tra le varie soluzioni in grado di garantire di avvicinarsi il più possibile a tale obiettivo quali, ad esempio, i collegi uninominali, quelli plurinominali ed il voto proporzionale di preferenza. Passando al tema delle soglie, ritiene fondamentale utilizzare strumenti legislativi che permettano di realizzare l'armonia del sistema. Per tale ragione il suo gruppo ha presentato un emendamento che prevede una soglia per il raggiungimento del premio di maggioranza diversa dal testo base che rispetti, tuttavia, il principio di ragionevolezza enunciato dalla Corte costituzionale nella sua recente sentenza sul cosiddetto porcellum. Ritiene, inoltre, utile che si tenga conto, in questa discussione, dell'imminente giudizio di costituzionalità sulla legge elettorale della regione Lombardia. Relativamente alla rappresentanza di genere, sottolinea che si tratta di un problema politico, da sempre all'attenzione del suo gruppo ed evidenzia che sono stati presentati emendamenti trasversali da parte dei vari gruppi sul tema. Ritiene infine importante la proposta emendativa relativa alle primarie in quanto si tratta, a suo avviso, di uno strumento che realizza effettivamente il potere di scelta dei propri eletti da parte degli elettori.

  Massimo PARISI (FI-PdL), intervenendo sul complesso degli emendamenti, intende preliminarmente precisare che il suo gruppo non ha ritirato le proposte emendative presentate poiché, essendo il testo in discussione frutto di un accordo e di una mediazione tra diverse forze politiche, non tutte le soluzioni adottate all'esito di tale accordo soddisfano in pieno i presentatori degli emendamenti appartenenti al suo gruppo. Ricorda che, sia sul sistema elettorale sia sul tema delle soglie, il gruppo Forza Italia preferiva ipotesi diverse da quelle contenute nel testo base quali quelle recate dal sistema spagnolo e, tuttavia, sul punto non sono stati presentati emendamenti. Ritiene, inoltre, che alcune proposte emendative presentate dal suo gruppo siano finalizzate ad apportare miglioramenti tecnici al testo base ed altre, invece, abbiano natura più politica ma non siano comunque in contrasto con l'accordo che ha permesso di addivenire al testo in discussione. Sul tema dei collegi, Pag. 31evidenzia che, a suo avviso, il Parlamento ben può esprimersi senza delegare la materia al Governo. Ricorda che la natura proporzionale del sistema elettorale in discussione limiterebbe fenomeni di distorsione del meccanismo di trasformazione dei voti in seggi legato alla definizione dei collegi. Sottolinea che, anche alla luce della situazione creatasi dopo la sentenza della Corte costituzionale, sarebbe opportuno forzare i tempi per dare vita ad una legge elettorale immediatamente applicativa. Giudica interessante l'emendamento del gruppo SEL che attribuisce ad una commissione parlamentare bicamerale il compito di definire concretamente i collegi plurinominali. Riguardo alla rappresentanza di genere, fa presente che il suo gruppo ha presentato due emendamenti finalizzati a neutralizzare il rischio che la norma che stabilisce una rappresentanza paritaria nelle liste elettorali abbia effetti troppi rigidi tali da causare l'invalidità della lista di un partito politico che non rispettasse tale prescrizione. Ricorda, inoltre, la proposta emendativa finalizzata ad evitare il cosiddetto annullamento improprio della scheda causato dalla previsione contenuta nel testo base secondo cui nella scheda elettorale debbano essere individuati nome e cognome dei candidati. Segnala un emendamento volto, in sede di prima applicazione della norma, a riaprire i termini dei ricambi degli scrutatori e sottolinea l'importanza dell'emendamento Bianconi 1.149 che permette a partiti politici che abbiano una forte presenza sul territorio di non rimanere fuori dal Parlamento, norma doverosa specie in considerazione dell'intenzione più volte manifestata dalle forze politiche di voler attribuire una grande valenza alle autonomie trasformando il Senato in una sorta di Camera delle regioni. Ritiene, poi, importanti le proposte emendative, peraltro presentate anche da altri gruppi, finalizzate a ristabilire, relativamente al Trentino-Alto Adige, le disposizioni recate dal porcellum al fine di permettere ai cittadini, come accaduto per la Valle d'Aosta, di concorrere con il loro voto alla definizione del premio di maggioranza a livello nazionale.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO (SCpI) rileva che il testo base persegue con tutta evidenza la trasformazione del sistema politico da pluripartitico a bipartitico, attraverso l'eliminazione dei partiti minori. In tal senso operano le soglie di sbarramento e l'elevato premio di maggioranza, idoneo ad assicurare la maggioranza potenzialmente anche a un partito che abbia solo poco più del 20 per cento dei consensi. In sostanza, il testo in esame presenta gli stessi vizi, ma aggravati, della legge elettorale vigente, censurata dalla sentenza della Corte costituzionale n. 1 del 2014. È vero infatti che tutti i sistemi elettorali implicano uno scostamento tra i voti espressi e i seggi attribuiti, ma è anche vero che la Corte costituzionale, nella sentenza citata, ha chiarito che gli scostamenti sono più o meno ammissibili a seconda del sistema elettorale che si adotta e che, se si sceglie il sistema proporzionale, il sacrificio della rappresentatività in favore della governabilità deve essere il minore possibile.
  Ciò premesso, chiarisce che gli emendamenti del suo gruppo sono in buona parte finalizzati a evitare l'effetto perverso del parassitismo dei partiti maggiori nei confronti di quelli minori e, quindi, ad assicurare l'uguaglianza costituzionale del voto degli elettori.

  Pino PISICCHIO (Misto-CD) esprime un dissenso radicale rispetto all'impianto del testo base, che punta sostanzialmente alla costruzione di un sistema bipartitico. Dopo aver ammonito gli ideatori del testo in questione contro i rischi imprevedibili dello stesso, che, con una non improbabile eterogenesi dei fini, potrebbe portare a conseguenze opposte rispetto a quelle da loro perseguite e dopo aver riepilogato i diversi mutamenti di disciplina della legge elettorale dall'avvento della Repubblica, sottolinea come il testo in esame presenti un impianto di fondo con molti punti di fragilità.
  Innanzi tutto, osserva che, se il rapporto di fiducia con il Governo dovrà Pag. 32essere instaurato con la sola Camera dei deputati e soltanto questa dovrà approvare le leggi, non si vede per quale ragione si debba oggi riformare la legge elettorale del Senato.
  In secondo luogo, evidenzia che le soglie di sbarramento, troppo alte, e la soglia di accesso al premio di maggioranza, troppo bassa, sono meccanismi che distorcono la volontà popolare per ottenere il risultato di trasformare in maggioranza una minoranza, permettendole di utilizzare i voti delle liste coalizzate che non superino la soglia di sbarramento. Sottolinea che il concorso delle due soglie – quelle di sbarramento e quella di accesso al premio – è inaccettabile per la sproporzione di forze che provoca tra i partiti maggiori e quelli minori.
  Quanto alle preferenze, osserva che la Corte costituzionale è stata chiara nel dire che le liste bloccate, anche se corte, non sono rispettose della volontà dell'elettore. Ad avviso del suo gruppo si deve quindi consentire all'elettore di esprimere preferenze e si devono prevedere misure in grado di garantire l'equilibrata rappresentanza di genere.
  Infine, ritiene che la riforma della legge elettorale sia l'occasione giusta per affrontare il tema del conflitto di interessi.

  Renato BALDUZZI (SCpI), illustrando gli emendamenti presentati dal suo gruppo, chiarisce che gli stessi perseguono alcune finalità fondamentali. In primo luogo, gli emendamenti mirano ad assicurare la piena conformità della nuova legge elettorale ai principi ricostruiti dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 1 del 2014: in tale direzione si muovono gli emendamenti riferiti alle soglie di accesso al premio di maggioranza e all'entità del medesimo, che, nell'attuale formulazione del testo, sono sproporzionate e irragionevoli, alla luce dei principi indicati dalla Corte costituzionale. In secondo luogo gli emendamenti nascono dal dubbio – un dubbio, e non una certezza – che le liste bloccate non siano pienamente corrispondenti ai principi costituzionali dell'ordinamento ricostruiti dalla Corte costituzionale, la quale sembra lasciar intendere che liste bloccate corte non siano ammissibili in un sistema elettorale che non abbia tutte le caratteristiche di quello spagnolo. In terzo luogo gli emendamenti tendono a incentivare l'equilibrata rappresentanza di genere. In quarto luogo, tendono a risolvere problemi di coerenza interna al testo base. In particolare, la proposta di collegi uninominali proporzionali permetterebbe, da una parte, di rispondere nel contempo alle obiezioni di coloro che criticano le preferenze e di coloro che criticano le liste bloccate e, dall'altra parte, favorirebbe la competizione elettorale tra i candidati delle liste di fronte agli elettori, e non, per così dire, tra i candidati di una lista per la posizione nella lista stessa. La delega al Governo della determinazione dei collegi, da esercitare con criteri volti ad assicurare indipendenza, trasparenza e pluridisciplinarietà, consentirebbe invece di rispondere a molte obiezioni che sono emerse nel dibattito in merito ai collegi disegnati dalla tabella B. Infine, gli emendamenti tendono a valorizzare la libertà di scelta degli elettori, anche attraverso la previsione di elezioni primarie.

  Marilena FABBRI (PD) ritiene possibili ulteriori sviluppi della interessante discussione in corso; sottolinea l'importanza di approvare dopo tanti anni di attesa una nuova legge elettorale e una riforma della Costituzione.
  Si sofferma sul contenuto dei tre emendamenti – sottoscritti da numerose donne parlamentari e da una serie di uomini deputati – che pongono il tema della rappresentanza di genere in Parlamento, tema che non può non ritenersi irrinunciabile, alla luce del testo vigente dell'articolo 51 della Costituzione.
  Fa presente, in particolare, che uno di tali emendamenti chiede di assicurare il 50 per cento delle «capolistature» alle donne poiché se queste vengono relegate agli ultimi posti delle liste sono destinate a svolgere solo un ruolo di testimonianza.
  Rileva che si tratta di una eredità che si vuole lasciare per il futuro e sottolinea Pag. 33che si tratta di una norma che in un futuro potrebbe essere anche a tutela dei parlamentari uomini.
  Evidenzia come un altro tema affrontato da uno degli emendamenti in questione è quello dell'alternanza di genere nella formazione delle liste.
  In conclusione, preso atto che tutti i partiti, come dimostrano gli emendamenti presentati, si sono posti il tema della rappresentanza di genere, auspica che una soluzione possa essere raggiunta.

  Matteo BRAGANTINI (LNA), intervenendo sull'ordine dei lavori, considerato l'esiguo tempo a disposizione della Commissione, chiede alla presidenza che, una volta svolto un intervento da parte di ciascun gruppo sul complesso degli emendamenti, si proceda all'esame degli emendamenti procedendo per macro-temi.

  Enrico COSTA (NCD) richiama la genesi del testo base in discussione e quanto detto poco fa dal collega Parisi riguardo al fatto che la posizione del gruppo di Forza Italia era all'inizio diversa da quella attuale. Ricorda come il suo gruppo avesse evidenziato come una connotazione maggioritaria molto forte, a cui si aggiunge un premio di maggioranza, non sia conforme ai principi costituzionali.
  Ricorda poi come l'evoluzione sia stata differente, in ragione di un dibattito extraparlamentare, e come il testo base adottato dalla Commissione convinca ora il suo gruppo nell'impianto e per il fatto che costituisce la chiave per l'accensione del motore delle riforme. Al contempo, evidenzia come vi siano aspetti da approfondire, alcuni con una valenza costituzionale, che il suo gruppo ha posto con gli emendamenti presentati.
  Richiama il tema delle preferenze, che assicurano un legame tra l'eletto e l'elettore ed una maggiore partecipazione dei cittadini: su questo argomento il suo gruppo ha presentato tre emendamenti di cui uno mutuato dal modello tedesco ed altri due calati più sul testo base adottato dalla Commissione. Questi si agganciano ad un'altra proposta fatta in aderenza con quanto evidenziato dalla Corte costituzionale riguardo al principio per cui una lista lunga può essere consentita se correlata al voto di preferenza. È noto però che le scelte sono state adottate soprattutto sulla base delle proiezioni dei partiti mentre sarebbe stato opportuno assumerle in Commissione.
  Tra i profili di reale incostituzionalità del sistema, ne sottolinea uno che il suo gruppo ha cercato di risolvere con proposte emendative: si tratta del caso paradossale, già rappresentato dal Ministro Quagliariello, del raggiungimento della soglia, attualmente fissata al 35 per cento, con il contributo di un partito della coalizione che consegue il 20 per cento insieme ad altre forze politiche che non superano la soglia di sbarramento. Un partito con il 20 per cento dei consensi ottiene dunque il 53 per cento dei seggi.
  Richiama poi l'ipotesi che, a superare la soglia del 12 per cento, sia una coalizione, all'interno della quale nessuna lista superi la soglia di sbarramento, con esiti paradossali. Ricorda come i meccanismi possibili per superare il problema sono quelli del «migliore sottosoglia» o dello «scorporo», che andrebbero dunque valutati attentamente.
  Evidenzia come un altro aspetto rilevante sia costituito da quello che il suo gruppo ha risolto con la presentazione di un emendamento che reca una delega legislativa al Governo per la definizione dei collegi. Si tratta di un compito che chiaramente non si può affidare al Parlamento ma ad un soggetto neutro che svolga un'istruttoria generale ed astratta, sempre nel rispetto di puntuali criteri di delega fissati in sede parlamentare.
  Infine, richiama il tema che riguarda il Senato, sottolineando che, se realmente si intende collegare la legge elettorale alla riforma del bicameralismo perfetto, non si comprende per quale ragione oggi si voglia disciplinare il sistema elettorale di una camera che, secondo gli intendimenti manifestati, non sarà più tale; la norma di salvaguardia è quella derivante dalla sentenza della Corte costituzionale.

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  Gregorio GITTI (PI) come anticipato in sede di ufficio di presidenza, ribadisce come il suo gruppo abbia presentato un emendamento per l'inserimento di una delega al Governo per il disegno delle circoscrizioni e dei collegi elettorali. A questo proposito prende atto dell'ampia disamina compiuta nel suo intervento dal collega Bressa, che ha fatto seguito alla posizione favorevole alla scelta della delega da parte del gruppo del Partito Democratico, espressa dall'onorevole Fiano in sede di ufficio di presidenza.
  Sottolinea come privilegiare tale scelta di configurazione dei collegi potrebbe far aprire un dialogo all'interno del suo gruppo in merito alla questione della preferenza e in particolare della preferenza di genere, su cui il gruppo Per l'Italia ha una posizione decisamente favorevole. Infatti tale scelta potrebbe favorire una configurazione dei collegi più duttile rispetto alla geografia italiana, creando un rapporto più diretto tra eletti ed elettori. Sulla rappresentanza di genere concorda con la collega Fabbri che la ripartizione del 50 per cento dovrebbe riguardare non solo le candidature ma anche i posti di capolista. Su questo punto afferma la volontà del suo gruppo di trattare, ma nei luoghi istituzionali come la Commissione.
  Riguardo alla questione delle soglie, rammenta come con il collega Giorgis in sede di indagine conoscitiva abbia posto agli esperti la questione della mutata posizione della Corte costituzionale che, a differenza della giurisprudenza costituzionale degli anni ’60, con la sentenza n. 1 del 2014 è passata a considerare l'uguaglianza del voto non solamente in entrata ma anche in uscita. Ricorda che in quell'occasione ha parlato di coercibilità con riferimento non solo al ruolo futuro della Corte, ma anche del Presidente della Repubblica che, nel promulgare una nuova legge elettorale, dovrà effettuare un vaglio di costituzionalità avendo come riferimento la tavola dei principi sanciti dalla sentenza n. 1 del 2014.
  Concorda con il collega Balduzzi sulla differenza del calcolo di una soglia di sbarramento in un sistema maggioritario e in un sistema proporzionale.
  Sulla questione della rappresentanza, il suo gruppo ha presentato emendamenti per ridurre dall'8 al 5 per cento la soglia di sbarramento per una lista che si presenta da sola e dal 5 al 3 per cento per una lista che concorre in coalizione con altre liste. Ritiene poi che vada previsto un diritto di tribuna anche per il miglior perdente della coalizione. Rileva poi che un premio di maggioranza crea una distorsione che va compensata sul piano della rappresentanza. Afferma che su questo punto il suo gruppo non è disposto ad aprire una trattativa.
  Ricorda infine, ai gruppi maggiori l'importanza che un gruppo piccolo come il suo può avere alla Camera – dove, ricorda, c’è la previsione del voto segreto, e specialmente al Senato. I conti, quindi, si devono fare alla fine.
  Sulla questione della legge elettorale per il Senato concorda con quanto affermato dal collega Costa. Prevedere una disciplina per la sola Camera garantisce, a suo avviso, serietà a un patto che prevede la riforma costituzionale del Senato. Come clausola di salvaguardia per il Senato è sufficiente la disciplina elettorale autoapplicativa che risulta dalla sentenza della Corte costituzionale.
  Concorda con il collega Pisicchio sulla questione del conflitto d'interesse collegato alla previsione dell'ineleggibilità. Ricorda in proposito un suo saggio di circa quindici anni fa. Sottolinea come non possa essere eletto chi è socio o controlla una società partecipata. Va così salvaguardato il futuro, sulla strada aperta dalla legge Severino, chiudendo definitivamente col passato. Desidera sapere quale sia al riguardo la posizione del Partito Democratico.

  Elena CENTEMERO (FI-PdL) interviene a completamento dell'intervento del collega Parisi, che ha illustrato gli emendamenti presentati dal gruppo di Forza Italia. Sottolinea come si tratta di emendamenti Pag. 35migliorativi del testo base sul piano tecnico, ma che rispecchiano i contenuti dell'accordo raggiunto con il Partito Democratico. Tra gli emendamenti evidenzia in particolare quelli sulla rappresentanza di genere.
  Desidera però in particolare illustrare l'articolo aggiuntivo 2.014, a sua firma che disciplina i requisiti e le modalità per l'esercizio del diritto di voto da parte degli studenti che si trovano all'estero, come ad esempio quelli che partecipano al programma Erasmus, tema su cui ha rilevato la sensibilità anche del Partito Democratico. Viene prevista la modalità del voto per corrispondenza per favorire questi ragazzi, contribuendo all'ampliamento della loro formazione.

  Pia Elda LOCATELLI (Misto-PSI-PLI) interviene per completare quanto esposto dalla collega Fabbri sulla democrazia paritaria. Sottolinea come l'alleanza trasversale che si è registrata tra donne su questi emendamenti potrebbe essere anche trovata tra uomini e donne, con il fine di attuare gli articoli 3 e 51 della Costituzione e a migliorare la qualità della democrazia.
  Evidenzia la necessità di modificare il testo, perché allo stato attuale sarebbe garantita solo una rappresentanza femminile del 20 per cento, mentre l'attuale Parlamento ha raggiunto per la prima volta una quota del 30 per cento, che è il minimo raccomandato dall'Unione europea e dalla Dichiarazione di Pechino.
  Ricorda come con una legge analoga a quella in discussione in Tunisia si sia rimasti al di sotto della soglia del 30 per cento di rappresentanza femminile.
  Rileva, quindi, che per migliorare e non peggiorare la posizione attuale delle donne nel parlamento italiano, bisogna intervenire sulle posizioni di capolista, come propongono gli emendamenti di cui è firmataria.

  Danilo TONINELLI (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, sottolinea che il suo gruppo rinuncia ad intervenire sul complesso degli emendamenti poiché, in considerazione della ristrettezza dei tempi a disposizione della Commissione per completare l'esame del provvedimento in discussione, ritiene più opportuno passare immediatamente alla fase di esame e di votazione degli emendamenti. A tal fine, riterrebbe opportuna la convocazione di un ufficio di presidenza integrato dai gruppi della Commissione per organizzare il prosieguo dei lavori.

  Francesco Paolo SISTO (FI-PdL), ricorda che in questa fase dei lavori della Commissione, dedicata agli interventi sul complesso degli emendamenti, non ha posto alcun limite alla durata e al numero degli interventi. Quindi, non essendovi obiezioni alla richiesta formulata dal deputato Toninelli, avverte che l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, è immediatamente convocato al fine di procedere all'organizzazione delle fasi successive dell'esame del provvedimento in titolo.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 1.45.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

ATTI DEL GOVERNO

Proposta di nomina del professor Pietro Carlo Padoan a presidente dell'Istituto nazionale di statistica (ISTAT).
Nomina n. 23-
bis.

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