CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 8 gennaio 2014
152.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 108

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 8 gennaio 2014. — Presidenza del presidente Giancarlo GALAN. – Interviene il sottosegretario di Stato per i beni, le attività culturali e il turismo, Ilaria Carla Anna Borletti Dell'Acqua.

  La seduta comincia alle 12.20.

Modifiche al codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in materia di professioni dei beni culturali.
Ulteriore nuovo testo C. 362 Madia.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 20 dicembre 2013.

  Giancarlo GALAN, presidente, avverte che è stato richiesto che la pubblicità dei lavori della odierna seduta della Commissione sia assicurata anche attraverso l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Comunica inoltre che sull'ulteriore nuovo testo della proposta di legge in esame, anche ai fini del trasferimento alla sede legislativa, si resta in attesa del parere della V Commissione.

  Manuela GHIZZONI (PD), relatore, chiede di valutare l'opportunità di fissare una seduta per il prosieguo dell'esame del provvedimento nella giornata di domani, durante la quale ha l'intenzione di presentare degli emendamenti – peraltro già Pag. 109anticipati ai colleghi in via informale – che recepiscono le condizioni espresse dalle Commissioni di merito in sede consultiva ed in particolare dalla I Commissione. Resta in attesa dell'espressione del parere della V Commissione, pur ritenendo che il testo in esame non presenti aspetti finanziari problematici.

  Giancarlo GALAN, presidente, concorda con quanto testé proposto dalla relatrice e, non essendovi obiezioni, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Istituzione del «Premio biennale di ricerca Giuseppe Di Vagno» e disposizioni per il potenziamento della biblioteca e dell'archivio storico della Fondazione Di Vagno, per la conservazione della memoria del deputato socialista assassinato il 25 settembre 1921.
C. 1092 Distaso.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 28 novembre 2013.

  Giancarlo GALAN, presidente, avverte che sono stati ritirati i seguenti emendamenti: 1.4 Brescia, 1.5 Luigi Gallo, 1.6 D'Uva, 1.8 Marzana, 1.9 Vacca, 1.12 Brescia, 1.13 Luigi Gallo, 1.14 Simone Valente, 1.15 Brescia, 1.16 e 1.11 D'Uva, 1.10 Luigi Gallo, 1.17 Brescia, 1.20, 1.18 e 1.21 Luigi Gallo, 1.27 Di Benedetto, 1.25 Luigi Gallo, 1.31 Di Benedetto, 1.32 Vacca, 2.2 e 2.7 Battelli, 2.8 Luigi Gallo, 2.13 e 3.4 Simone Valente, 3.7 Luigi Gallo, 3.9 Battelli, 3.11 D'Uva, 4.2 Vacca e 4.3 Brescia.

  La Commissione passa quindi all'esame dell'articolo 1 del provvedimento e ai relativi emendamenti.

  Il sottosegretario Ilaria Carla Anna BORLETTI DELL'ACQUA conferma il suo parere conforme a quello del relatore sugli emendamenti presentati e non ritirati.

  La Commissione approva quindi, con distinte votazioni, l'emendamento 1.1 del relatore, l'emendamento Rampi 1.3 e l'emendamento 1.2 del relatore. Approva successivamente l'emendamento Marzana 1.19 (vedi allegato).

  Luigi GALLO (M5S) illustra l'emendamento Simone Valente 1.22, di cui è cofirmatario, raccomandandone l'approvazione. Segnala che lo stesso è ispirato ai principi di trasparenza e meritocrazia, in linea con il contenuto dell'emendamento 1.19, appena approvato dalla Commissione.

  Simone VALENTE (M5S) illustra le finalità del suo emendamento 1.22, chiedendo al relatore e al rappresentante del Governo di riconsiderare il loro parere contrario sullo stesso.

  Marco DI LELLO (Misto-PSI-PLI), relatore, osserva che il contenuto della predetta proposta emendativa Simone Valente 1.22 presenta dei profili problematici di rispetto della privacy, in quanto verrebbero comunicate delle valutazioni riguardanti i singoli candidati magari esclusi e non relative ai criteri di scelta degli stessi.

  Ilaria CAPUA (SCpI) rileva come lo stesso Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca nelle procedure di abilitazione dei professori universitari di prima e di seconda fascia abbia reso pubbliche, tra l'altro, le motivazioni per le quali taluni candidati non sono stati dichiarati idonei. Sottolinea quindi come il trend sembri andare nel senso di far conoscere anche i motivi di un giudizio non positivo su una singola persona in procedure di selezione pubblica.

  Nicola FRATOIANNI (SEL) concorda con quanto appena affermato dalla collega Capua, valutando quindi favorevolmente l'emendamento Simone Valente 1.22. Chiede conseguentemente al relatore e al Governo di riconsiderare il parere contrario espresso.

  Flavia PICCOLI NARDELLI (PD) con riferimento all'emendamento 1.22, suggerisce Pag. 110di sostituire il riferimento al sito della Presidenza del Consiglio dei ministri ove pubblicare le informazioni, con quello del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, oppure, ove esistente, con quello della fondazione Di Vagno.

  Marco DI LELLO (Misto-PSI-PLI), relatore, accogliendo la proposta della collega Piccoli Nardelli, esprime parere favorevole a condizione che il presentatore riformuli l'emendamento 1.22, nel senso di sostituire il riferimento al sito della Presidenza del Consiglio dei ministri con quello del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.

  Maria MARZANA (M5S) chiede conferma in merito al mantenimento del restante contenuto dell'emendamento Simone Valente 1.22.

  Marco DI LELLO (Misto-PSI-PLI), relatore, assicura che la modifica da lui proposta concerne solo il sito ove pubblicare le informazioni, restando inalterato il resto della proposta emendativa.

  Simone VALENTE (M5S) accogliendo la proposta del relatore, riformula conseguentemente il suo emendamento 1.22 (vedi allegato).

  Il sottosegretario Ilaria Carla Anna BORLETTI DELL'ACQUA esprime parere conforme al relatore.

  La Commissione approva quindi l'emendamento Simone Valente 1.22, così come riformulato (vedi allegato).

  Maria MARZANA (M5S) illustra le finalità del suo emendamento 1.23 e dell'emendamento Brescia 1.24, di cui è cofirmataria, chiedendo al relatore e al Governo di riconsiderare il loro avviso negativo sugli stessi.

  Irene MANZI (PD) rileva come eliminare o ridurre il premio destinato a giovani ricercatori, che tra l'altro concorrono in modo trasparente, non fa altro che pregiudicare gli stessi anziché la fondazione Di Vagno.

  La Commissione respinge l'emendamento Marzana 1.23.

  Giuseppe BRESCIA (M5S) illustra il suo emendamento 1.24, volto ad introdurre una riduzione dell'entità del premio, anche secondo quanto affermato dai rappresentanti del gruppo SEL.

  La Commissione respinge quindi l'emendamento Brescia 1.24.

  Francesco D'UVA (M5S) illustra il suo emendamento 1.26, raccomandandone l'approvazione.

  La Commissione respinge quindi l'emendamento D'Uva 1.26.

  Simone VALENTE (M5S) illustra il suo emendamento 1.28, sottolineando come la fondazione Di Vagno abbia già ottenuto il 31 agosto 2012 un finanziamento triennale di 25.000 euro annuali dal 2012 al 2014. Non comprende quindi la motivazione di destinare ulteriori 100.000 euro alla predetta fondazione. Ricorda quindi come nel corso dell'esame del disegno di legge di stabilità del 2014 il deputato Di Gioia abbia anch'egli sollevato la questione dei criteri per l'assegnazione di risorse alle fondazioni culturali, le quali devono essere finanziati ordinariamente dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.

  Flavia PICCOLI NARDELLI (PD) si dichiara soddisfatta della discussione che si è aperta oggi in Commissione concernente il capitolo importante, anche se «doloroso», concernente il finanziamento delle fondazioni culturali. Rileva quindi che la cultura italiana, a partire dalla scuola e dall'università, viva un profondo travaglio che vede coinvolte anche le fondazioni culturali le quali hanno una natura sia privata che pubblica, consentendo ciò alle stesse di avere un'adeguata flessibilità Pag. 111nella gestione. Dopo aver richiamato l'importanza della legge n. 534 del 1996 recante nuove norme per l'erogazione di contributi statali alle istituzioni culturali, osserva come siano molto poche le fondazioni culturali con archivi e biblioteche allocate nel sud dell'Italia, le quali vanno invece in qualche modo sostenute.

  Nicola FRATOIANNI (SEL) dichiara il suo avviso contrario sull'emendamento Simone Valente 1.28, e su quelli analoghi che tendono a ridurre i finanziamenti alla fondazione Di Vagno. Rileva quindi come il contributo una tantum previsto nella proposta di legge in esame sia vincolato ad alcune necessità specifiche connesse al riordino e alla fruizione del patrimonio archivistico e bibliotecario della fondazione.

  La Commissione respinge quindi l'emendamento Simone Valente 1.28.

  Luigi GALLO (M5S) illustra il suo emendamento 1.29, segnalando che il suo gruppo è contrario non nel merito, bensì nel metodo di attribuzione di finanziamenti a singole fondazioni culturali. Ricorda come la recente legge di stabilità abbia attribuito un milione di euro ad un'orchestra in realtà non esistente, l'orchestra del Mediterraneo facente capo al Teatro San Carlo di Napoli, sottolineando l'indignazione con cui tutte le altre orchestre italiane hanno accolto la notizia. Ricorda quindi come il suo gruppo abbia chiesto una nota tecnica dettagliata sui singoli enti da finanziare, peraltro mai fornita dal Governo. Ritiene quindi che se si dovessero erogare risorse per la fondazione Di Vagno bene farebbero le altre fondazioni culturali a reclamare di essere state escluse dal medesimo beneficio. In conclusione, ribadisce che se si vogliono prevedere finanziamenti per la fondazione in questione, si dovrebbero aumentare i fondi complessivi da destinare anche ad altre fondazioni.

  Roberto RAMPI (PD) si dichiara in linea di principio d'accordo con lo spirito dell'intervento del collega Gallo, anche se rileva una incongruenza nel fatto di voler ridurre l'entità del premio: se si è contrari allo stesso, si dovrebbe puntare esclusivamente alla sua soppressione. Rivendica poi la capacità della Commissione cultura di valutare, compiendo una scelta, se la fondazione Di Vagno meriti o meno l'assegnazione di determinate risorse. Aggiunge che nella legge di stabilità di recente approvata dal Parlamento è stato disposto un aumento del Fondo unico per lo spettacolo che non è stato per nulla pubblicizzato. Ribadisce quindi che la selezione di alcuni finanziamenti invece di altri, non significhi di per sé il disinteresse per le realtà non previste, ma una semplice valutazione di priorità, pienamente legittima.

  Simone VALENTE (M5S) intervenendo sull'emendamento 1.29, chiede al Governo di chiarire come mai lo stesso non abbia ritenuto in passato di aumentare gli stanziamenti a favore della fondazione Di Vagno.

  Il sottosegretario Ilaria Carla Anna BORLETTI DELL'ACQUA dopo aver evidenziato come sia di difficile valutazione il presente, e quindi ancor più il passato, rileva come vi sia stato nei tempi trascorsi una prevalenza del criterio dell'opportunità su quello dell'oggettività nella scelta di soggetti beneficiari di finanziamenti pubblici. Sottolinea però come il criterio oggettivo stia attualmente prevalendo su quello dell'opportunità. Il ministero che rappresenta sta quindi cercando di definire una serie di criteri oggettivi, sui quali si può discutere, ma che rappresentano comunque un'inversione di tendenza.

  La Commissione respinge quindi l'emendamento Luigi Gallo 1.29.

  Giancarlo GALAN, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Pag. 112

Istituzione di monumento nazionale della Basilica Palladiana.
C. 1363 Galan e C. 1405 Sbrollini.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 20 dicembre 2013.

  Giancarlo GALAN, presidente, avverte che sulla proposta di legge in esame, anche ai fini del trasferimento alla sede legislativa, si resta in attesa del parere della V Commissione.
  Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.05.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 8 gennaio 2014. — Presidenza del presidente Giancarlo GALAN.

  La seduta comincia alle 13.05.

Sui lavori della Commissione.

  Luisa BOSSA (PD) tiene a commemorare il ricordo dell'onorevole Alessandra Siragusa, già componente della Commissione cultura nel corso della XVI legislatura, dando notizia della sua improvvisa e prematura scomparsa. Aggiunge con vibrante commozione che la deputata, già protagonista della primavera di Palermo negli anni Novanta, eletta nelle file del Partito democratico, si è sempre distinta per la sua attività parlamentare competente ed umana, rivolta al sostegno delle esigenze dei più deboli.

  Giancarlo GALAN, presidente, si associa alla commozione espressa dalla collega Bossa, che ringrazia per avere informato della dolorosa notizia la Commissione tutta.

  Giorgio LAINATI (FI-PdL) si unisce alle considerazioni svolte dal presidente Galan e conferma di essere stato colto anch'egli di sorpresa dalla comunicazione dell'evento luttuoso, rispetto al quale esprime profonda vicinanza nei confronti dei familiari della deputata scomparsa.

DL 136/2013: Disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e industriali ed a favorire lo sviluppo delle aree interessate.
C. 1885 Governo.

(Parere alla VIII Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Luisa BOSSA (PD), relatore, ricorda che il decreto legge n. 136 del 10 dicembre 2013 è stato indicato dalla stampa come il provvedimento del Governo sulla Terra dei fuochi. In realtà, sottolinea che esso contiene norme anche su questioni inerenti l'inquinamento delle terre, sempre in Campania, il dissesto idrogeologico e l'Ilva di Taranto. Rileva, tuttavia, che è sulla grave emergenza ambientale legata ai roghi di rifiuti tra Napoli e Caserta che si concentrano parti significative delle misure che illustrerà. Precisa al riguardo che quando si parla di Terra dei fuochi si fa riferimento, nello specifico, ad un fenomeno drammatico e ben delineato, quello dei falò di rifiuti che periodicamente, e con notevole frequenza purtroppo, vengono appiccati in molti luoghi dell'area metropolitana di Napoli. Sono roghi a scopo di lucro: spesso servono ad occultare lo smaltimento illegale di rifiuti tossici, come vernici, stoffe, residui industriali; altre volte vengono appiccati per recuperare materiali vendibili dai rifiuti come il rame. In tutti i casi, evidenzia che rappresentano una fonte allarmante di inquinamento ambientale, che ha indubbie ricadute sulla salute pubblica; anche perché vengono appiccati a ridosso di centri abitati. Aggiunge che, purtroppo, sul tema dei rifiuti in Campania spesso si fa confusione: Pag. 113vengono messi nello stesso discorso i roghi tossici e le discariche, i siti di trattamento dei rifiuti e gli sversatoi abusivi, gli scarichi fuorilegge e gli impianti legali, gli interessi criminali della camorra e gli errori dello Stato. Si costruisce, nell'emergenza, un solo calderone dove diventa, a volte, difficile distinguere il problema dall'opinione, l'emergenza vera dalla posizione ideologica. In realtà, bisogna cominciare a guardare alla questione ambientale facendo le differenze e inquadrando i temi nelle loro specificità. Rileva che ci sono drammi veri, e ci sono opinioni legittime; ci sono mobilitazioni sacrosante legate ad esasperazione e dolore, e altre che hanno, invece, obiettivi politici. Distinguere e differenziare è necessario per capire e inquadrare adeguatamente il tema.
  Osserva che la terra dei fuochi, quindi, va definita nel suo perimetro e nelle sue caratteristiche. Quando si usa questa espressione si parla dei roghi di rifiuti, così come sono stati descritti in precedenza. Evidenzia che il provvedimento in esame si concentra su questo argomento ma non solo; affronta anche il problema dell'interramento dei rifiuti tossici, compiuto negli anni scorsi in modo selvaggio e fuorilegge, soprattutto dalla camorra, che ha determinato un grave inquinamento della vecchia Campania felix, un duro colpo all'agricoltura locale, un rischio enorme per cittadini e consumatori. E affronta il tema delle bonifiche, di queste ed altri luoghi devastati dal traffico dei rifiuti.
  Terre inquinate e roghi tossici non sono i soli aspetti dell'emergenza ambientale campana; quindi il provvedimento in esame certamente non esaurisce tutto il tema ma introduce novità interessanti e utili su un segmento specifico. Aggiunge che il decreto legge in oggetto è in corso d'esame in sede referente – in prima lettura – presso la Commissione ambiente, che ne ha competenza diretta. Precisa che le norme di competenza della VII commissione sono poche e limitate: si riferiscono ad alcuni brevi passaggi presenti nell'articolo 2, commi 1 e 2, e nell'articolo 7, comma 1, lettera e). Si riserva di illustrare tali disposizioni in seguito nel dettaglio; intanto ritiene utile effettuare una ricognizione sull'intero provvedimento, in modo da avere una visione organica e complessiva dell'iniziativa.
  Sottolinea che il decreto si compone di dieci articoli, inclusa l'entrata in vigore disciplinata dall'ultimo articolo, e reca, come detto, disposizioni concernenti diverse emergenze ambientali ed industriali, non solo in Campania. In particolare, l'articolo 1 del provvedimento disciplina lo svolgimento di indagini tecniche per la mappatura, anche mediante strumenti di telerilevamento, dei terreni della regione Campania destinati all'agricoltura (commi 1-4). In esito alle predette indagini, si prevede l'indicazione dei terreni che non possono essere destinati alla produzione agroalimentare, ma esclusivamente a colture diverse, nonché di quelli da destinare solo a particolari produzioni agroalimentari (commi 5-6). Osserva che si tratta di misure necessarie per proteggere la buona agricoltura e per difendere, al tempo stesso, i consumatori nel loro diritto a sapere e ad essere tutelati. L'articolo 2 disciplina l'istituzione di un Comitato interministeriale e di una Commissione (commi 1-2), con l'obiettivo, il primo, di determinare gli indirizzi e la seconda di individuare o potenziare azioni e interventi di monitoraggio e di tutela ambientale per i terreni agricoli della regione Campania che non possono essere destinati alla produzione agroalimentare, ma esclusivamente a colture diverse, nonché di quelli da destinare solo a particolari produzioni agroalimentari. Alla Commissione, nello specifico, è affidato il compito di coordinare un programma straordinario e urgente di interventi (comma 4) finalizzati alla tutela della salute, alla sicurezza, alla bonifica dei siti, nonché alla rivitalizzazione economica dei predetti territori. Con riferimento all'organo di indirizzo per l'individuazione o il potenziamento delle suddette azioni e interventi, in base all'articolo 2, comma 1, il Comitato interministeriale, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, è presieduto dal Pag. 114Presidente del Consiglio dei ministri o da un Ministro da lui delegato, composto dal Ministro per la coesione territoriale, dal Ministro dell'interno, dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, dal Ministro della salute, dal Ministro per i beni e le attività culturali e dal Presidente della regione Campania. Al Comitato spetta altresì la supervisione delle attività della Commissione di cui al comma 2 dello stesso articolo. Precisa quindi che il comma 2 dello stesso articolo 2 prevede poi che sulla base degli indirizzi stabiliti dal predetto Comitato interministeriale, al fine di individuare o potenziare azioni e interventi di monitoraggio e tutela nei terreni della regione Campania, come indicati ai sensi dell'articolo 1, comma 6 del provvedimento in esame, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la coesione territoriale, entro trenta giorni dall'adozione del primo decreto di cui al medesimo articolo 1, comma 6, sia istituita una Commissione composta da un rappresentante della Presidenza del Consiglio dei ministri che la presiede, e da un rappresentante ciascuno del Ministro per la coesione territoriale, del Ministero dell'interno, del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, del Ministero della salute, del Ministero per i beni e le attività culturali e della regione Campania. Ai componenti della Commissione non sono corrisposti gettoni, compensi, rimborsi spese o altri emolumenti comunque denominati. Segnala come, sia al comma 1 dell'articolo 2, sia al comma 2 del medesimo articolo si faccia ancora riferimento, rispettivamente, al Ministro e al Ministero «per i beni e le attività culturali», anzichè al Ministro e al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, come ormai è stato denominato questo dicastero dal giugno scorso. Si rende opportuno sottolinearlo non solo per produrre una correzione lessicale, ma anche per tornare ad indicare una riflessione politica, utile probabilmente anche in questo caso, visto che la questione ambientale si collega a quella del turismo, e del turismo della cultura in Campania.
  Aggiunge che l'articolo 3, comma 1, introduce nel decreto legislativo n. 152 del 2006 (cosiddetto Codice ambientale) una specifica figura di reato – relativa alla «combustione illecita di rifiuti» – attualmente assente dall'ordinamento. Si rende necessaria proprio per colpire in maniera diretta il fenomeno dei roghi tossici. Il nuovo articolo 256-bis del predetto decreto legislativo n. 152 del 2006 prevede per i roghi illeciti la reclusione da 2 a 5 anni, specifiche ipotesi aggravate, la confisca dei mezzi usati per il trasporto dei rifiuti da bruciare nonché la confisca delle aree dove è commesso il reato. Il comma 2 dell'articolo 3 prevede poi la possibilità che i prefetti delle province della regione Campania, nell'ambito delle operazioni di sicurezza e di controllo del territorio prioritariamente finalizzate alla prevenzione dei delitti di criminalità organizzata e ambientale e nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili, si avvalgano di personale militare delle forze armate. Ricorda quindi che l'articolo 4 aggiunge all'articolo 129 delle Disposizioni di attuazione del codice di procedura penale un comma 3-ter, che estende anche in relazione ai reati ambientali previsti dal Codice dell'ambiente e dal codice penale gli obblighi di informazione del Pubblico ministero in sede di esercizio dell'azione penale. In particolare, l'informazione va trasmessa, oltre che al Ministero dell'ambiente, anche alla regione interessata dal reato ambientale (anche per permettere gli interventi di competenza). Se il reato comporta un concreto pericolo alla tutela della salute, il pubblico ministero deve informare dell'azione penale il Ministero della salute; ove il pericolo riguardi, invece, la sicurezza agroalimentare, l'informazione va trasmessa al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Il successivo articolo 5, comma 1, proroga al 31 dicembre 2015 l'operatività dell'Unità Tecnica-Amministrativa (UTA) istituita per l'emergenza Pag. 115rifiuti in Campania. I commi 2 e 3 dettano ulteriori disposizioni concernenti l'UTA, in quanto il comma 2 disciplina la composizione, il funzionamento e il trattamento economico dell'UTA, mentre il comma 3 dispone che gli enti locali della Regione Campania utilizzino le risorse della Sezione enti locali del Fondo anticipazioni liquidità, di cui al decreto-legge n. 35 del 2013, per il pagamento dei debiti per oneri di smaltimento dei rifiuti maturati al 31 dicembre 2009 nei confronti dell'Unità Tecnica-Amministrativa, ovvero per il pagamento dei debiti fuori bilancio nei confronti della stessa Unità. I commi 4 e 5 dell'articolo 5, invece, recano ulteriori disposizioni che riguardano rispettivamente la disciplina dei versamenti contributivi al personale a tempo determinato, per la gestione degli impianti di collettamento e depurazione di Acerra, Marcianise, Napoli nord, Foce Regi Lagni e Cuma, e la proroga fino al 31 dicembre 2014 delle gestioni commissariali concernenti gli interventi di messa in sicurezza e bonifica nelle aree di Giugliano (Napoli) e dei Laghetti di Castelvolturno (Caserta), nonché la situazione di inquinamento dello stabilimento Stoppani del comune ligure di Cogoleto.
  Rileva quindi che l'articolo 6 reca disposizioni concernenti i commissari straordinari per il dissesto idrogeologico volte, per un verso, a introdurre un termine per l'acquisizione dei pareri sulla richiesta di nomina dei medesimi commissari e, per l'altro, a consentire la nomina a commissari anche dei presidenti o degli assessori all'ambiente delle regioni interessate. Ulteriori disposizioni consentono ai commissari, nell'espletamento dei propri compiti, di avvalersi degli uffici tecnici e amministrativi dei comuni e delle regioni interessati, nonché dei provveditorati interregionali alle opere pubbliche e dell'ANAS. Ricorda ancora che l'articolo 7 novella in più punti l'articolo 1 del decreto legge n. 61 del 2013 recante in via generale, e con specifico riguardo allo stabilimento ILVA di Taranto, il commissariamento straordinario di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale la cui attività produttiva comporti pericoli gravi e rilevanti all'ambiente e alla salute a causa dell'inottemperanza alle disposizioni dell'autorizzazione integrata ambientale (A.I.A). In particolare, il comma 1 dell'articolo 7, alla lettera a) modifica la procedura di approvazione del piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria e interviene anche sulla disciplina di approvazione del cosiddetto «piano industriale», per il quale viene semplicemente prevista l'approvazione con decreto del Ministro dello sviluppo economico, eliminandosi quindi il termine originariamente previsto per l'approvazione (15 giorni dalla presentazione). La lettera b) del comma 1 del medesimo articolo 7 incide, invece, sulla portata del piano di tutela ambientale e sanitaria rispetto all'autorizzazione integrata ambientale. Viene infatti disposto, con riferimento al decreto di approvazione del piano, che esso: conclude i procedimenti di riesame dell'A.I.A.; costituisce integrazione dell'A.I.A. medesima; il suo contenuto può essere modificato con le procedure previste dal decreto legislativo n. 152 del 2006 per il rinnovo, il riesame o l'aggiornamento dell'A.I.A. Ulteriori disposizioni di cui alle lettere c), d) ed f) del comma 1 dell'articolo 7 sono volte a definire i presupposti per la progressiva adozione delle misure dell'A.I.A. da parte del commissario straordinario (prevedendo, alla lettera g), anche una procedura che consente al commissario di utilizzare le somme sequestrate anche per reati diversi da quelli ambientali), nonché a intervenire sull'iter autorizzativo per la realizzazione dei lavori e delle opere prescritti dall'A.I.A. o dai piani ambientale e sanitario attraverso una conferenza di servizi gestita a livello centrale (lettera e). Segnala peraltro che, con riferimento alla determinazione conclusiva della predetta conferenza dei servizi, da adottare con decreto del Ministro dell'ambiente, nel caso di motivato dissenso delle autorità preposte alla tutela ambientale, culturale o paesaggistica, il Consiglio dei ministri si pronuncia sulla proposta, previa intesa con la regione o provincia autonoma interessata, entro i Pag. 116venti giorni successivi all'intesa. Aggiunge che il successivo articolo 8 introduce una speciale procedura per l'autorizzazione alla realizzazione degli interventi previsti dall'A.I.A. e dal piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria (disciplinato dall'articolo 7 del presente provvedimento) nell'area dello stabilimento ILVA di Taranto, mentre l'articolo 9 integra la disciplina dell'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza con un articolo contenente misure per la salvaguardia della continuità aziendale. Precisa al riguardo che nei casi in cui gli atti e i provvedimenti di liquidazione dei beni di tali imprese, siano oggetto di ricorso al tribunale, nelle more della definizione del giudizio, i termini di durata del programma redatto dal Commissario straordinario sono prorogati ed è attribuito al medesimo commissario, il potere di negoziare con l'acquirente modalità gestionali volte a garantire la ordinata prosecuzione dell'attività produttiva.
  In conclusione, si riserva di formulare una proposta di parere nel prosieguo dell'esame.

  Luigi GALLO (M5S) ringrazia la relatrice per il lavoro svolto, evidenziando peraltro che il decreto-legge in esame si focalizza su un tema che seppure grave come quello della terra dei fuochi non esaurisce il dramma che la Campania vive per la questione dei rifiuti. Si domanda poi chi il Governo abbia ascoltato per intervenire in questo senso, visto che i cittadini campani coinvolti dal Movimento Cinque Stelle sul provvedimento in esame si sono dichiarati unanimemente contrari ad esso non ritenendolo esaustivo dell'emergenza complessiva del territorio. Si riferisce, per esempio, alle scelte di militarizzare in passato le discariche senza definire una puntuale normativa in materia di prevenzione e responsabilità per la situazione esistente. Auspica quindi che si possa intervenire a correggere il provvedimento in discussione, nel senso da lui indicato.

  Giuseppe BRESCIA (M5S) si associa a quanto evidenziato dal collega Gallo, rilevando l'esigenza di affrontare in maniera più adeguata anche la difficile situazione esistente all'Ilva di Taranto. Ritiene necessario che nel decreto-legge siano previste misure diverse da quelle previste dal Governo, soprattutto in riferimento al rilancio di una zona che potrebbe rappresentare una grande opportunità per quel territorio. Pensa a questo proposito a misure analoghe a quelle adottate in altri Paesi, come in Spagna, dove a Bilbao è stato trasformata un'area industriale dismessa nel museo Guggenheim, divenuto uno dei più importanti di quel Paese.

  Giancarlo GALAN, presidente, ritiene che la soluzione da perseguire sia anche quella di investire risorse private per i musei, seppure è convinto che soluzioni innovative come queste troverebbero la contrarietà in molti di coloro che prediligono solo contributi statali, come Settis e Montanari.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.30.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

ATTI DEL GOVERNO

Schema di decreto legislativo recante recepimento della direttiva 2011/77/UE che modifica la direttiva 2006/116/CE concernente la durata di protezione del diritto d'autore e di alcuni diritti connessi. Atto n. 45.

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