CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 17 dicembre 2013
144.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giunta per il regolamento
COMUNICATO
Pag. 3

  Martedì 17 dicembre 2013. — Presidenza della Presidente Laura BOLDRINI.

  La seduta comincia alle 10.10.

Richieste di integrazione della composizione della Giunta, ai sensi dell'articolo 16, comma 1, secondo periodo, del Regolamento.

  Laura BOLDRINI, Presidente, ricorda che sono state avanzate alcune richieste di integrazione della composizione della Giunta: si tratta, precisamente, della richiesta, formulata il 3 maggio scorso, dall'on. Giorgia Meloni, Presidente del Gruppo Fratelli d'Italia, composto da 9 deputati e costituitosi il 3 aprile scorso ai sensi dell'articolo 14, comma 2, del Regolamento. L'altra richiesta è quella avanzata dal Presidente del Gruppo Scelta civica, Andrea Romano, il 12 dicembre: il Gruppo, originariamente rappresentato in Giunta, ha perso il suo seggio con la costituzione del Gruppo Per l'Italia avvenuta lo scorso 10 dicembre. Si tratta degli unici due Gruppi non presenti in Giunta.
  Ricorda che nella riunione del 21 novembre era prevalso un orientamento favorevole ad un rinvio della decisione sulla richiesta a quel momento pendente, e cioè quella della Presidente Meloni, in attesa di un quadro più stabilizzato dei Gruppi. Successivamente lo scorso 12 dicembre, i rappresentanti dei Gruppi del Partito democratico, di Forza Italia, del Nuovo Centrodestra e Per l'Italia hanno concordato, in qualche caso anche rivedendo i loro precedenti orientamenti, sull'ipotesi di assegnare un seggio a entrambi i Gruppi assenti. Dunque, nella seduta odierna la Giunta è in grado di esprimere il suo orientamento; chiede, pertanto ai suoi componenti di pronunciarsi sulla richiesta di integrazione nei termini prospettati ai fini dell'espressione del prescritto parere.

  Danilo TONINELLI ricorda di aver espresso in più occasioni, a nome del Gruppo cui appartiene, la contrarietà all'accoglimento della richiesta di integrazione della composizione della Giunta proveniente dal Gruppo Fratelli d'Italia, Gruppo la cui costituzione, ricorda, è stata autorizzata in deroga ai requisiti regolamentari e che, essendo composto da solo nove deputati, non possiede nemmeno i requisiti numerici previsti dal Regolamento per la costituzione di una componente politica del Gruppo Misto. In particolare, ricorda che tra i requisiti regolamentari previsti per autorizzare la costituzione di un Gruppo vi è quello che il Gruppo sia rappresentativo di un partito radicato nel territorio e che nel caso di Pag. 4specie il partito in questione, di recente costituzione, non superando la soglia del 2 per cento, ha avuto accesso alla rappresentanza parlamentare solo in quanto partito con la miglior percentuale inferiore a tale soglia tra quelli rientranti nella coalizione di centro-destra. Fa presente inoltre come in passato i colleghi Vito e Leone, nella XV legislatura, si siano dichiarati contrari a richieste di integrazione a favore di Gruppi costituitisi in deroga ai requisiti regolamentari e che lo stesso deputato Bressa aveva rimarcato la necessità di tener conto di esigenze di complessiva funzionalità parlamentare e di opportunità politica.
  Ritiene dunque che risulterebbe del tutto anomala la presenza di un Gruppo così piccolo in un organo quale la Giunta per il Regolamento, considerato anche che la rappresentanza di tale Gruppo in altri organi è stata garantita – in questa legislatura – mediante il ricorso ad altri meccanismi: si riferisce alla vicenda della composizione della Giunta per le autorizzazioni, nella quale, al fine di consentire l'attribuzione della Presidenza di quell'organo ad un deputato di Fratelli d'Italia, il Gruppo PdL, all'inizio della legislatura, ha rinunciato ad un proprio seggio a favore proprio di Fratelli d'Italia; sicchè, a suo avviso, ove si volesse assicurarne la rappresentanza anche in Giunta per il Regolamento, si dovrebbe procedere allo stesso modo, cioè sostituendo un attuale componente della Giunta e non integrando i seggi.
  Per quanto riguarda i casi relativi ad altri Gruppi di recente costituzione, ritiene opportuno richiamare alla Giunta gli orientamenti seguiti nelle precedenti legislature. In particolare, nella XVI legislatura, il Gruppo dell'IdV, rimasto privo di rappresentante a seguito di modifiche nella composizione, non vide reintegrata la propria rappresentanza in Giunta; nella XV legislatura, erano rappresentati solo 8 dei 14 Gruppi presenti alla Camera, mancando in particolare la rappresentanza di 5 Gruppi (di cui 2 con almeno venti deputati) e del Gruppo Misto. Nella XIV legislatura il Gruppo di Rifondazione, pur autorizzato a costituirsi ai sensi dell'articolo 14, comma 2, all'inizio della legislatura, non ebbe mai un componente nella Giunta; nella XIII legislatura, non fu prevista la rappresentanza in Giunta del Gruppo dell'UDEUR.
  Gli esempi testè citati sono rivelatori, a suo avviso, di una tendenza manifestatasi a partire dalla XIV legislatura, a mantenere stabile la composizione della Giunta e a sottrarla alle influenze delle modificazioni sopravvenute nel corso della legislatura nella geografia parlamentare. Si è proceduto in tal modo, a suo giudizio, proprio al fine di evitare di assecondare l'instabilità politica, mantenendo ferma la composizione di quel particolare tipo di organi – in primis le Giunte – cui spettano da Regolamento delicate funzioni di garanzia e i cui componenti non rappresentano tanto i rispettivi Gruppi di appartenenza, ma l'intero organo. Prova ne sia il fatto che la nomina spetta al Presidente della Camera, che vi procede, secondo il dettato regolamentare, non appena costituiti i Gruppi e quindi senza un obbligo di designazione da parte di questi ultimi (solo in via di prassi si è sviluppata l'acquisizione del preventivo orientamento dei Gruppi stessi); la scelta del Presidente deve essere invece fondata su una valutazione intuitu personae, e cioè sulla valutazione delle qualità dei singoli e della loro idoneità ad assolvere ai delicati compiti di ausilio alla Presidenza nell'interpretazione del Regolamento e nell'iniziativa di modifica dello stesso, cui è chiamata la Giunta.
  La possibilità di integrare la composizione della Giunta – si badi bene possibilità e non obbligo – è volta a favorirne una più adeguata rappresentatività, non parlandosi invece di garanzia della rappresentatività, e deve tener conto, per quanto possibile, di criteri di proporzionalità tra i Gruppi; peraltro, a suo giudizio, tale possibilità di integrazione opera solo all'atto della costituzione dell'organo, e cioè all'inizio della legislatura, essendo finalizzata soltanto a garantire una più adeguata rappresentatività in Giunta degli orientamenti appena espressi dal corpo elettorale. Conseguentemente l'integrazione, Pag. 5possibile ma non necessaria, è rimessa solo alla Presidenza della Camera, cui spetta la decisione finale, mentre alla Giunta stessa spetta solo di esprimere un parere; in ogni caso l'integrazione deve essere contenuta, per non elevare troppo il numero dei componenti fissato dal Regolamento e quindi tendenzialmente immodificabile, a differenza degli organi il cui numero dei componenti non è invece previsto.
  In questa legislatura è stata già prevista un'integrazione della composizione a favore del Gruppo Lega Nord e del Gruppo Misto, con conseguenti ricadute negative sulla proporzionalità; ulteriori integrazioni – nel senso indicato dalla Presidente – determinerebbero uno stravolgimento abnorme del principio della proporzionalità all'interno di un organo che già sconta, al pari degli altri, per effetto del sistema elettorale appena dichiarato incostituzionale, una sovrarappresentanza di alcune forze politiche a scapito di altre.
  Qualora si intenda comunque procedere nel senso prospettato, cui ribadisce di essere contrario, richiede l'integrazione della Giunta con altri due seggi da assegnare al Gruppo MoVimento 5 Stelle. Peraltro segnala che, a voler seguire la linea di ragionamento di alcuni membri della Giunta, ove ci fosse, in ipotesi, un passaggio suo e della collega Dieni al Gruppo Misto, il Gruppo MoVimento 5 Stelle avrebbe diritto alla nomina di altri due membri; e se successivamente vi fosse un ritorno di entrambi nello stesso Gruppo, questi disporrebbe di 4 componenti, in presenza di un principio di stabilità dell'organo; analogamente potrebbe accadere, a titolo esemplificativo, con il collega Gitti, che, pur avendo mutato Gruppo, non ha mutato posizione politica rispetto alle riforme regolamentari e che potrebbe eventualmente tornare al Gruppo originario, il quale però nel frattempo avrebbe visto nominato un altro componente.
  Se la composizione della Giunta inseguisse le modifiche nei Gruppi parlamentari, si finirebbe per assecondare ed incentivare la mobilità parlamentare e il «trasnfughismo», fenomeni considerati unanimemente fra i più problematici del Parlamento.
  Qualora la richiesta di integrazione della Giunta con altri due componenti del suo Gruppo non fosse accolta, chiede in subordine che – sempre che si affermi la rappresentanza di ogni gruppo parlamentare in Giunta – si applichi ad essa un meccanismo in base al quale i voti non si contano, ma si pesano, analogamente a quanto avviene nella Conferenza dei presidenti di Gruppo: ciò considerate le delicate funzioni, non solo di garanzia, ma anche politiche, che spettano alla Giunta, a cominciare dal potere di proporre modifiche regolamentari all'Assemblea, ad essa attribuito in via esclusiva.

  Elio VITO conferma il parere favorevole già espresso dal suo Gruppo in precedenza.

  Pino PISICCHIO ribadisce anch'egli l'assenso alle integrazioni prospettate dalla Presidenza.
  Intende qui aggiungere due ulteriori ordini di considerazioni che lo spingono a questa posizione favorevole, già espressa in precedenza.
  La prima risiede nel valore che riveste nel nostro sistema costituzionale e parlamentare l'articolo 67 della Costituzione – sul quale, sa bene, il MoVimento 5 Stelle non concorda – e che tuttavia costituisce presidio indefettibile per un Parlamento che voglia dirsi democratico; normalmente solo i Parlamenti sprovvisti di questo carattere di democraticità rinunciano alla prerogativa posta dall'articolo 67.
  In secondo luogo la considerazione che i Gruppi parlamentari, costituitisi in deroga al requisito numerico di 20 deputati, sono Gruppi pleno jure, quindi costituitisi conformemente al Regolamento e non in deroga ad esso; sicchè non vi è dubbio alcuno che, ancorchè con meno di 20 iscritti, un Gruppo parlamentare che risulta legittimamente costituito vanti gli stessi titoli di rappresentanza degli altri. Peraltro, incidentalmente, fa osservare al collega Toninelli che quanto alle componenti Pag. 6politiche del Gruppo Misto il Regolamento ammette la possibilità di costituirne anche, sia pure in presenza di alcuni requisiti, risultino formate da almeno 3 deputati.
  Quanto poi alla decisione sulla integrazione, è vero che essa è affidata in ultima istanza dal Regolamento alla Presidenza della Camera, ma ciò avviene al termine di un percorso procedimentale, definito dall'articolo 16, comma 1, del Regolamento, che vede la Giunta partecipe di questa decisione attraverso l'espressione di uno specifico parere, dal quale la Presidenza non può dunque prescindere, ed al quale ciascun componente concorre con quei caratteri di indipendenza, libertà e autonomia di cui l'articolo 67 della Costituzione è chiara espressione, e che trovano il dovuto riconoscimento anche all'interno dell'organo massimamente competente in materia di regole del Parlamento quale è la Giunta per il Regolamento.
  Ribadisce, conclusivamente, a nome del Gruppo Misto, il parere favorevole alle ipotizzate integrazioni.

  Gianclaudio BRESSA rileva che, per avere contezza della sua opinione in merito all'integrazione della composizione della Giunta, non vi era necessità che l'on. Toninelli si riferisse a dichiarazioni rese in precedenti legislature, essendo sufficiente rifarsi a quelle rese in questa legislatura nel corso delle passate riunioni della Giunta. Ricorda, infatti, di essersi espresso a favore dell'integrazione della composizione della Giunta con il rappresentante del Gruppo Fratelli d'Italia, solo ove si fosse mantenuto il rispetto del criterio della proporzionalità.
  Quanto al carattere necessitato o meno dell'integrazione, conviene sempre con l'on. Toninelli che l'integrazione non è dal Regolamento richiesta necessariamente: cionondimeno egli la giudica assai opportuna, considerato che ci si accinge al più importante intervento di riforma regolamentare da lungo tempo a questa parte, di particolare importanza ed incisività, e che dunque risponde ad un elementare criterio di democraticità che ad esso concorrano tutte le forze presenti alla Camera, a cominciare già da questa fase istruttoria da svolgersi in Giunta.

  Laura BOLDRINI, Presidente, fa presente che il deputato Leone le ha confermato di condividere le integrazioni della composizione della Giunta nei termini illustrati.

  Gianni MELILLA si dichiara d'accordo anch'egli con la proposta di integrazione testè esposta dalla Presidente: al riguardo ricorda, peraltro, che ad essa si giunge dopo che la Giunta ha avuto occasione di discutere di questo tema in più occasioni, con la possibilità per ciascun Gruppo quindi di sviluppare e sedimentare le proprie posizioni.
  Ritiene sommamente opportuno che la Giunta, muovendosi su un terreno così delicato quale quello delle riforme regolamentari, segua una logica inclusiva, che favorisca la presenza anche delle formazioni politiche di recente costituzione.

  Gregorio GITTI rinnova il proprio assenso alle integrazioni prospettate, per le cui motivazioni rinvia all'intervento da lui svolto nella seduta del 12 dicembre scorso.

  Federica DIENI prende atto del cambio di opinione del collega Bressa e, soprattutto, del fatto che si assume una decisione basata non su considerazioni regolamentari, ma di ordine politico.

  Gianclaudio BRESSA tiene a precisare, a scanso di equivoci, che alla base del suo orientamento favorevole all'integrazione, vi è semplicemente la considerazione che sia altamente opportuno dal punto di vista della partecipazione democratica che, nel momento in cui si sta per mettere mano alle regole di funzionamento della Camera, a questo processo prendano parte, fin dalla fase istruttoria, tutti i Gruppi politici legittimamente costituiti in Parlamento.

  Luigi DI MAIO, Vicepresidente della Camera, desidera soltanto consegnare agli atti della Giunta una sua considerazione Pag. 7circa l'assenza, in questo momento, di un equilibrato rapporto tra i due criteri che presiedono alla composizione della Giunta, e cioè tra il criterio di proporzionalità e quello di rappresentatività: vede infatti quest'ultimo prevalere sul primo. Osserva, peraltro, come l'orientamento che i Gruppi oggi esprimono a questo tavolo, nell'odierna composizione della Giunta, comporterà a sua volta una modificazione della futura composizione, nella quale si verificherà tuttavia un'evidente discrepanza tra il suo Gruppo – che conta solo 2 rappresentanti – e altri Gruppi – che avendo un peso elettorale pari a circa un 1/10 o, al più, 1/8 del suo – hanno a loro volta un rappresentante in Giunta.

  Laura BOLDRINI, Presidente, a conclusione del dibattito tiene a ribadire preliminarmente che le decisioni sull'integrazione della Giunta avvengono sulla base di quanto stabilito espressamente dal Regolamento, che prevede a tal fine uno specifico parere della Giunta.
  Per quanto riguarda le posizioni di merito, è emerso l'orientamento favorevole alla integrazione della composizione della Giunta espresso da tutti i Gruppi, con l'unica eccezione del Gruppo MoVimento 5 Stelle. Sarebbe quindi del tutto irragionevole e sconsiderato che, a fronte di una posizione così largamente maggioritaria, la Presidenza, cui spetta la nomina, decidesse in un senso diverso e contrario a quello espresso da una così larga maggioranza, tanto più ove si consideri la necessità di allargare la composizione della Giunta al fine di ricomprendere tutte le forze politiche in un momento così cruciale nel quale ci si appresta a porre mano ad interventi di modifica del Regolamento.
  Prende atto, dunque, del parere favorevole espresso a larga maggioranza dalla Giunta e nomina componenti della Giunta per il Regolamento i deputati Mario Catania e Massimo Enrico Corsaro, disponendo che siano invitati a partecipare al seguito della riunione.

  (Il deputato Catania viene introdotto nell'aula della Giunta).

Seguito dell'esame dello schema di modifica regolamentare predisposta dal Gruppo di lavoro sulle riforme del Regolamento.

  Laura BOLDRINI, Presidente, ricorda che, nella seduta del 12 dicembre, si sono svolti gli interventi dei colleghi Bressa, Gitti, Melilla, Leone e Pisicchio, che hanno illustrato lo schema di modifica regolamentare predisposto dal Gruppo di lavoro. È stata avviata la discussione di carattere generale, che si è convenuto di non concludere in tale seduta per consentire ai colleghi assenti di prendervi parte. La discussione generale, dunque, si concluderà con gli interventi odierni; la Giunta stabilirà anche le successive tappe.
  Informa quindi la Giunta di aver ricevuto ieri una lettera dei deputati Villarosa e D'Incà, con la quale si reiterano le richieste istruttorie già avanzate dal collega Toninelli in una precedente missiva; esse sono finalizzate in particolare a ricercare quei dati oggettivi di tipo empirico e a svolgere quegli studi comparatistici «sincronici e diacronici» con altri ordinamenti che soli avrebbero potuto, a loro avviso, indicare alla Giunta per il Regolamento se e quali siano i problemi procedurali da affrontare e quali le soluzioni. I deputati del MoVimento 5 Stelle lamentano dunque una mancata istruttoria, ritenendola passaggio preliminare e imprescindibile per la stessa redazione di un articolato.
  Inoltre, i deputati Villarosa e D'Incà chiedono che, come accaduto altre volte in passato, su ciascuna proposta di riforma siano nominati due relatori appartenenti a schieramenti diversi e che in particolare l'on. Toninelli possa svolgere tale funzione in quanto «portatore, almeno su buona parte degli argomenti, di una visione alternativa rispetto a quella accolta dalla maggioranza del comitato».
  La lettera chiede infine di conoscere le modalità con le quali la Presidenza intende organizzare il dibattito, «garantendo all'unico gruppo dissenziente parità di trattamento rispetto agli altri».Pag. 8
  Senza stare ad insistere sul tono inaccettabilmente ultimativo utilizzato nella lettera, che va comunque stigmatizzato – poiché la Giunta si trova all'inizio di un processo di riforma del Regolamento – ritiene che sia necessario fare chiarezza in questa sede anzitutto sulle regole che devono guidare tale processo, evitando di alimentare malintesi ed equivoci.
  Ricapitola dunque i vari passaggi.
  In primo luogo, ricorda di aver svolto, nella riunione della Giunta del 22 maggio, una relazione introduttiva sulle riforme regolamentari, elencando in modo dettagliato i problemi con i quali, non da oggi, si misurano le procedure parlamentari e fornendo argomentazioni e indicazioni.
  Si è aperta quindi una discussione, continuata il 30, nella quale sono intervenuti numerosi colleghi. Lo stesso deputato Toninelli aveva in quella sede dichiarato di condividere «la necessità che si intervenga su molti degli istituti menzionati dalla Presidente» (22 maggio). A conclusione della discussione, si era concordata la costituzione di un Gruppo di lavoro, composto da 8 deputati, in rappresentanza di tutti i gruppi all'epoca presenti in Giunta. L'on. Toninelli, sia il 22 che il 30 maggio, si era pronunciato a favore di questo metodo.
  Nei termini stabiliti in Giunta, i Gruppi hanno quindi depositato appositi documenti, con i quali ciascuno di essi (compreso il MoVimento 5 Stelle) ha messo in campo temi e proposte, talvolta in modo molto dettagliato. L'esame di tali documenti è stato affidato specificamente al Gruppo di lavoro. Dunque, il lavoro in Giunta si è avviato proprio sulla base di un'istruttoria, proseguita poi nel Gruppo di lavoro, che è servita a mettere a fuoco i diversi problemi da affrontare e il loro grado di urgenza.
  Si rammarica dunque del fatto che i colleghi del MoVimento 5 Stelle – nel contestare le modalità con le quali si è pervenuti all'individuazione dei problemi e delle relative soluzioni – abbiano del tutto ignorato tale dato, che è invece di estremo rilievo perché ha definito la cornice entro cui si è sviluppata l'attività del Gruppo di lavoro. Il quale ha tenuto ovviamente conto anche degli elementi ricavabili dalla precedente legislatura (a partire dalla relazione del Presidente Fini nella Giunta del 29 marzo 2012).
  Venendo all'attività svolta dal Gruppo di lavoro, ricorda che la discussione in tale sede si è anche giovata delle proposte e dei dati di esperienza che ciascuno dei suoi membri ha inteso apportare ai lavori, assolvendo così al compito che il Regolamento affida specificamente alla Giunta ed ai suoi componenti, che è quello di individuare «le modificazioni e le aggiunte al Regolamento che l'esperienza dimostri necessarie» (articolo 16). In questo sta, infatti, la peculiarità dell'essere membro di un organo così importante quale è la Giunta, nel farsi cioè portatore e interprete delle esigenze, delle criticità e dei problemi che rendono necessario porre mano ad interventi di riforma regolamentare.
  Rammenta poi che i lavori del Gruppo si sono conclusi, dopo quasi sei mesi, con la predisposizione di un articolato complessivo, trasmesso alla Presidenza da 7 componenti su 8, il quale – come rappresentato da tali colleghi – oltre al favore della maggioranza, «raccoglie, su più aspetti, anche il consenso di una parte delle opposizioni, che hanno comunque convenuto sull'opportunità di proseguire la discussione sul testo in Giunta plenaria. Fa eccezione il rappresentante del Gruppo MoVimento 5 Stelle, il quale ha espresso una radicale contrarietà sul testo».
  Il testo predisposto è stato poi illustrato alla Giunta plenaria lo scorso 12 dicembre da quegli stessi deputati che, nella lettera di trasmissione, se ne sono assunti il compito, non essendo dunque stati nominati relatori in senso tecnico-formale. Al riguardo, precisa che, in quella sede, nessuno ha negato all'on. Toninelli il diritto di intervenire nel dibattito, una volta conclusi gli interventi illustrativi, con la possibilità di replicare punto per punto alle considerazioni svolte, esporre il suo punto di vista sui lavori svolti ed illustrare le sue proposte alternative. È stato piuttosto l'on. Toninelli a sottrarsi a Pag. 9tale confronto per protesta, solo perché non gli era stato consentito di parlare quando avrebbe voluto.
  Quanto alla nomina di due o più relatori in Giunta, fa presente che, nei casi in cui ciò è accaduto in passato, essa ha avuto l'obiettivo di coinvolgere rappresentanti sia della maggioranza sia dell'opposizione nell'istruttoria per la Giunta e nella predisposizione dei testi. Nel caso di specie, proprio per favorire una larga condivisione, è stato scelto un metodo istruttorio ancora più allargato, che ha coinvolto appunto i rappresentanti di tutti i Gruppi e che è stato condiviso da tutti.
  Ciò posto, ritiene evidente che, poichè il relatore alla Giunta è colui il quale – sia che appartenga alla maggioranza sia alle minoranze – si fa portatore di un testo e lo condivide, tale ruolo non può essere assunto da chi ha espresso il proprio totale dissenso sull'articolato e sui relativi obiettivi. Né è prevista in Giunta (come del resto non è prevista in Commissione referente) la figura del relatore di minoranza: chi non si riconosce in un testo può manifestare, al pari di tutti gli altri componenti della Giunta, le sue opinioni e il suo dissenso, intervenendo nelle discussioni, presentando emendamenti, illustrandoli e votandoli.
  Tenuto conto di tutto ciò, non comprende dunque in che cos'altro si possa tradurre la richiesta del MoVimento 5 Stelle di «parità di trattamento», posto che tale parità la Presidenza ha sempre garantito e intende garantire nel prosieguo dei lavori, ovviamente nel più scrupoloso rispetto delle regole.
  Ritiene, con queste precisazioni, di aver dato esauriente risposta ai colleghi Villarosa e D'Incà, cui farà pervenire il resoconto della seduta odierna; la questione posta può pertanto considerarsi chiusa. Chiede infine chi intenda intervenire nella discussione.

  Elio VITO, intervenendo sull'ordine dei lavori, ritiene non vi siano le condizioni per concludere la discussione di carattere generale nella riunione odierna. Ciò sia per ragioni attinenti ai tempi che sono a disposizione della Giunta, sia per considerazioni di carattere più generale.
  Quanto al primo aspetto, ricorda che, ad oggi, sono intervenuti nella discussione solo i relatori e che egli, al pari di altri colleghi, intende svolgere un intervento di merito disponendo di tempi adeguati.
  Venendo al secondo aspetto, intende porre una serie di questioni pregiudiziali ostative, appunto, alla conclusione della discussione in tempi così rapidi. Come testé ricordato dalla Presidente, l’iter di esame delle riforme regolamentari e, nello specifico, di una proposta di riforma organica del Regolamento, è stato avviato dalla Giunta nello scorso mese di maggio con il consenso di tutti i Gruppi. Oggi, tuttavia, le condizioni, rispetto a quelle di allora, sono profondamente mutate sia da un punto di vista politico sia da un punto di vista istituzionale. Sotto il primo aspetto, si è, infatti, verificata la formazione di nuovi Gruppi parlamentari e il passaggio all'opposizione di Gruppi che, nello scorso mese di maggio, sedevano invece tra le file della maggioranza. Quanto al secondo aspetto, non si può tralasciare di considerare il pronunciamento della Corte costituzionale sulla legge elettorale: su questa materia auspica peraltro che la Camera, alla quale l'esame delle proposte di legge di modifica è stato recentemente trasferito, possa rapidamente procedere.
  Alla luce del mutato quadro politico-istituzionale, ritiene che oggi non si possa più affermare, come invece si era fatto quando l’iter delle riforme regolamentari è stato avviato, che l'intervento sui Regolamenti parlamentari possa anche prescindere dalle complessive riforme istituzionali.
  In particolare, prima che si possa valutare una proposta di riforma organica del Regolamento della Camera, è a suo avviso opportuno che si attenda la pubblicazione della sentenza della Corte costituzionale sulla legge elettorale, per due ordini di ragioni. In primo luogo, la pubblicazione Pag. 10della sentenza potrebbe determinare l'emergere di complesse problematiche – sulle quali è comunque opportuno non pronunziarsi medio tempore – circa la rappresentatività e la funzionalità degli organi parlamentari, compresa quindi anche la Giunta per il Regolamento, la cui composizione non risulta proporzionale al risultato elettorale dei partiti. In secondo luogo, ove la Conferenza dei presidenti di Gruppo dovesse convenire sull'opportunità di concludere l'esame alla Camera della riforma elettorale in tempi molto rapidi, sarebbe a suo avviso opportuno che la Giunta attendesse il completamento del relativo iter. Ciò in quanto le nuove norme regolamentari dovrebbero comunque tenere conto del sistema elettorale: numerosi sono infatti gli istituti (dallo statuto dell'opposizione alla previsione di quorum) la cui configurazione dovrebbe essere ripensata alla luce del sistema elettorale prescelto.
  Da ultimo, riallacciandosi anche alle considerazioni svolte dal deputato Toninelli nella scorsa riunione, lamenta il fatto che la non piena rappresentatività del Gruppo di lavoro – del quale, ad esempio, non ha fatto parte il Gruppo Forza Italia – non gli ha consentito di poter condividere in tale sede l'elaborazione del testo e, oggi, di poter condividere la responsabilità di una relazione.
  Tenuto inoltre conto del fatto che l'attività istruttoria del Gruppo di lavoro si è protratta ben oltre le originarie previsioni, ribadita la necessità di non trascurare gli elementi di fatto nel frattempo occorsi (dalle modifiche intervenute nella composizione dei Gruppi parlamentari, al passaggio di uno di essi all'opposizione, all'imminente pubblicazione della sentenza della Corte sulla legge elettorale) e considerata l'opportunità di attendere la definizione prioritaria della legge elettorale, ribadisce la richiesta che la discussione di carattere generale del testo all'esame non si concluda nella giornata odierna. Ciò lascia ovviamente impregiudicata l'esigenza di addivenire ad una organica riforma regolamentare: tuttavia, tale esigenza deve oggi essere valutata anche alla luce dei cambiamenti politico-istituzionali nel frattempo intervenuti.

  (Il deputato Corsaro viene introdotto nell'aula della Giunta).

  Danilo TONINELLI, in via preliminare, ribadisce – stante la decisione assunta dalla Presidenza di integrare la composizione della Giunta con due ulteriori deputati, portandone così la composizione a quindici membri – la richiesta del suo Gruppo di poter disporre di due ulteriori rappresentanti in seno all'organo, ovvero, in subordine, che sia introdotto in Giunta un sistema di voto ponderato che tenga conto del peso specifico di ciascun Gruppo.
  Richiamati poi i contenuti della lettera indirizzata alla Presidenza dai deputati Villarosa e D'Incà, invita la Presidente a non confondere il metodo con la sostanza dei problemi. E cioè ritiene non si possa ricavare dalla sua assidua e costante partecipazione alle riunioni del Gruppo di lavoro – cui, a differenza di altri colleghi, ha sempre preso parte – la condivisione, da parte sua, del testo elaborato in seno a tale organo.
  Né dalla sua partecipazione al Gruppo di lavoro si può far discendere l'automatica condivisione dei contenuti delle relazioni di accompagnamento al testo elaborato, testo che, ad avviso del suo Gruppo è particolarmente negativo in quanto sposta ulteriormente il baricentro dal Parlamento al Governo nell'esercizio della funzione legislativa.
  Associandosi alle considerazioni svolte dal collega Vito, ritiene che, tra i fattori politico-istituzionali dei quali si deve tenere conto ai fini del prosieguo dei lavori della Giunta, vi sia anche la più volte annunciata proposta di riforma costituzionale in tema di bicameralismo che il Parlamento si accinge ad esaminare. Tale riforma, e l'intento di prevedere che la sola Camera dei deputati abbia carattere elettivo, avrà evidentemente ripercussioni dirette sui lavori della Giunta, risultando a Pag. 11dir poco scellerata un'eventuale riforma regolamentare che dovesse intervenire medio termine.
  Da ultimo, si rammarica del fatto che la Presidente sia intervenuta in relazione al testo elaborato dal Gruppo di lavoro, senza però esprimere opinione alcuna relativamente a questioni di merito, a suo avviso particolarmente gravi, che tale testo pone. Si riferisce, a titolo esemplificativo e rinviando all'intervento organico che svolgerà in discussione generale, alla compressione di molte delle fasi oratorie oggi previste nel procedimento legislativo in Assemblea, attraverso la limitazione dei tempi della discussione sulle linee generali e l'eliminazione di intere fasi procedurali, quali la discussione sul complesso degli emendamenti, alla riduzione del numero di emendamenti che ciascun Gruppo parlamentare può veder posto in votazione, all'introduzione di corsie d'urgenza che consentirebbero al Governo di beneficiare, in relazione a cinque disegni di legge per ciascun programma dei lavori, non solo di procedure accelerate ma anche del voto a data certa. Tali meccanismi procedurali trasformerebbero a suo avviso la nostra Repubblica parlamentare in una dittatura legislativa del Governo, che disporrebbe, in aggiunta a tutto ciò, anche del decreto-legge, le cui procedure di esame rimangono invariate.
  Per tali ragioni, il suo Gruppo esprime il massimo sconcerto per il fatto che la Presidenza non ritenga necessario – e consideri addirittura pretestuoso – che il MoVimento 5 Stelle voglia svolgere una relazione di minoranza. Dopo aver nuovamente richiamato il precedente delle riforme regolamentari nella XIII legislatura – allorché in relazione a ciascun istituto oggetto di riforma, in aggiunta ad un relatore di maggioranza, venne nominato un relatore di minoranza – rinnova la richiesta che, allo scopo di rispettare le basilari esigenze del pluralismo, si segua tale prassi anche oggi.

  Massimo Enrico CORSARO, nel ringraziare la Presidente e la Giunta per il Regolamento di aver consentito l'integrazione della composizione dell'organo a favore di Fratelli d'Italia, chiede anch'egli, ove possibile, di non concludere oggi la discussione di carattere generale: anzitutto per consentirgli un adeguato approfondimento del testo del quale, per forza di cose, non ha potuto che prendere cognizione formalmente solo ora e che richiede una congrua valutazione; ma anche perché gli parrebbe improprio imprimere alle riforme regolamentari un'accelerazione proprio nel momento in cui è in cantiere la riforma della legge elettorale, della quale però non è ancora noto il modello al quale la si intenderà conformare.

  Laura BOLDRINI, Presidente, tiene a precisare che i testi illustrati nella riunione del 12 dicembre sono stati pubblicati sui resoconti di quella seduta e sono dunque, da quel momento, a disposizione di tutti i deputati.

  Gianni MELILLA, proprio perché nutre stima politica e personale nei confronti del collega Vito, ne comprende le valutazioni, ma deve al contempo ricordargli come le esigenze poste alla base dell'avvio del processo di riforma del Regolamento restino ancora oggi valide ed attuali. Tanto più che l'articolato predisposto dal Gruppo di lavoro non contiene alcuno stravolgimento delle regole.
  A questo proposito, desidera far presente al collega Toninelli che non si può scambiare per consenso o viltà la mancata reazione sistematica alla inaudita violenza verbale del MoVimento 5 Stelle, violenza che intende qui rispedire al mittente: la mancata reazione è spesso dovuta semplicemente a buona educazione, al rispetto del libero dispiegarsi del confronto politico o, talvolta, anche ad un senso di autocritica. È però assolutamente inaccettabile dichiarare – come ha fatto il deputato Toninelli – che i componenti del Gruppo di lavoro si sarebbero assunti la responsabilità di stravolgere le regole del Parlamento, quando invece essi hanno ispirato la loro attività esclusivamente alla volontà di far funzionare le Istituzioni.
  Comprende l'esigenza, rappresentata dal Presidente Vito, di adeguati spazi di Pag. 12approfondimento, ma gli ricorda che, negli oltre sei mesi di intensissima attività del Gruppo di lavoro, la forza politica alla quale egli apparteneva all'epoca – il Popolo della libertà – era in esso rappresentato dall'onorevole Leone, il quale ha portato avanti, talvolta anche veementemente, istanze di riforma condivise e sostenute dallo stesso onorevole Vito, alcune delle quali sono state accolte. Su questo dato non può certo influire il fatto che quel Gruppo parlamentare abbia poi scelto di dividersi, ciò che comunque è accaduto a ridosso della conclusione delle riunioni del Gruppo di lavoro.
  Sottolinea poi come l'impianto del testo predisposto sia ispirato sostanzialmente ad una sola logica, quella del buon senso, e come – proprio per questo – il richiamo ad un collegamento con le possibili riforme costituzionali o elettorali possa valere fino ad un certo punto. Lo stesso buon senso dovrebbe peraltro indurre a verificare quali delle riforme regolamentari prospettate nell'articolato vadano fatte subito, con la più ampia convergenza, e quali temi richiedano invece qualche tempo in più di riflessione. Quel che va comunque evitato è che, per l'ennesima volta, si stringa sulla spinta riformista una tenaglia che porti a buttare via un lungo, intenso e prezioso lavoro istruttorio.
  Andrebbe più cauto nel richiamare in continuazione il tema dell'asserita illegittima composizione del Parlamento alla luce della recentissima sentenza della Corte costituzionale, peraltro non nota nelle sue argomentazioni perché non ancora pubblicata, ma che potrà essere senz'altro valutata una volta nota: infatti, il sistema delle liste bloccate caratterizza anche le elezioni regionali e un abnorme premio di maggioranza è previsto nel sistema elettorale dei consigli dei comuni con meno di 15.000 abitanti, ossia nella stragrande maggioranza dei casi. Dichiarare oggi – a seguito della sentenza della Corte – che sono «illegittimi» i parlamentari eletti con il premio di maggioranza e quelli eletti con le liste bloccate costituisce una affermazione che non può esaurire quindi i suoi effetti solo alla Camera ed al Senato.
  Desidera inoltre ricordare che, se il premio di maggioranza alla Camera è stato assegnato a livello nazionale alla coalizione vincente, analoga contestazione sulla legittimità della composizione dovrebbe avere ad oggetto il Senato dove, essendo il premio assegnato a livello regionale, ha favorito anche forze diverse dalla coalizione di centrosinistra.

  Laura BOLDRINI, Presidente, desidera precisare che nell'articolato presentato dal Gruppo di lavoro risultano accolte alcune proposte formulate dal MoVimento 5 Stelle, il cui contributo all'attività svolta è stato dunque importante ed effettivo. Tra queste ricorda, quanto al tema della valorizzazione del ruolo del Parlamento nell'ambito del procedimento legislativo, la richiesta di contenimento del ricorso alla posizione della questione di fiducia, alla quale nel testo si corrisponde prevedendo l'inammissibilità dei maxiemendamenti e alcuni divieti circa gli atti su cui è possibile porla; quanto all'obiettivo della valorizzazione delle Commissioni quale luogo privilegiato del confronto parlamentare, il testo prevede una disciplina articolata del procedimento in Commissione ed in particolare una riserva di tempo a favore delle attività istruttorie – che si svolgono anche su richiesta delle opposizioni – nonché la garanzia di un tempo minimo non comprimibile per l'esame in sede referente dei progetti di legge.
  Quanto alla richiesta di rafforzare le prerogative del Comitato per la legislazione, il testo ne reca un'estesa riforma, prevedendo in particolare per le Commissioni l'obbligo di valutare le sue condizioni e conseguentemente, in caso di mancato accoglimento, la presentazione automatica in Assemblea degli emendamenti volti a recepirle.
  Sono inoltre state accolte alcune richieste sul tema della maggiore trasparenza dell'attività parlamentare: in particolare, nell'articolato si prevede l'integrale pubblicità sulla web tv dei lavori delle Commissioni, Pag. 13l'ampliamento dei soggetti che possono essere auditi e l'audizione in seduta pubblica dei candidati a nomine governative. Andando oltre alle richieste avanzate dal MoVimento 5 Stelle, è stata introdotta anche l'audizione dei candidati a cariche elettive di competenza della Camera.
  Infine, sulle garanzie nell'applicazione del Regolamento, nell'articolato è stata prevista la convocazione della Giunta su richiesta di un determinato quorum dell'Assemblea.

  Gregorio GITTI si sofferma sulla peculiarità ed evidente strumentalità del dibattito in corso: la lunga esperienza parlamentare e la sapienza tecnica del collega Vito – dati senz'altro indiscussi – fanno sì che le sue parole ne tradiscano l'intento strumentale. Del resto, in realtà, l'onorevole Vito non potrebbe che compiacersi con soddisfazione del fatto che molte sue proposte sono confluite nel documento presentato dal Gruppo di lavoro.
  Piuttosto, il dato politico nuovo è l'evidente, inedita collaborazione e convergenza di Forza Italia e del MoVimento 5 Stelle sull'obiettivo di bloccare il percorso riformatore e con esso il frutto, faticoso e serio, del confronto realizzatosi nel Gruppo di lavoro, del quale peraltro faceva parte anche l'onorevole Leone in rappresentanza del medesimo Gruppo parlamentare al quale apparteneva – fino a qualche settimana fa – l'onorevole Vito: e con quest'ultimo l'onorevole Leone non avrà certo mancato di rapportarsi (come ogni componente ha fatto con i deputati del proprio Gruppo) nel corso del lavoro istruttorio.
  Deve dare atto al collega Toninelli di una lunga, assidua e fruttuosa presenza nel Gruppo di lavoro, nel corso delle cui riunioni ha formulato e sostenuto con tenacia opinioni e proposte finalizzate ad un miglioramento dei testi. Proposte di cui si è tenuto conto.
  Questo per dire che quanto è stato fatto è senz'altro un buon lavoro e che le ragioni oggi opposte per bloccare il processo sono strumentali e non incidenti sul merito: del resto la discussione di carattere generale avrebbe dovuto essere chiusa già nella riunione del 12 dicembre e, se questo non è accaduto, è stato solo per un gesto di garbo nei confronti di alcuni colleghi assenti, al fine di consentire loro di svolgere un intervento oggi.
  A questo punto però, dopo la discussione approfondita svolta nel Gruppo di lavoro e dopo la conclusione delle attività di quest'ultimo con la consegna della proposta di articolato, la Giunta deve misurarsi in concreto su quest'ultimo.
  Non ha apprezzato, sul piano tecnico (poiché resta ferma, sul piano politico, la legittimità di ogni valutazione), l'asserito raccordo esistente fra riforme regolamentari e modifica del sistema elettorale: posto, infatti, che la legge elettorale è una legge costituzionalmente necessaria, essa incide solo in senso lato sulla forma di governo, influendo semmai più direttamente sul sistema dei partiti. Non gli pare dunque pertinente il richiamo fatto alla sentenza della Corte costituzionale, che peraltro, in quanto non ancora depositata e dunque non nota nelle argomentazioni, ma conoscibile solo attraverso un comunicato stampa della Consulta, non può essere ancora valutata. Resta comunque il fatto che, a suo avviso, le ragioni di quella sentenza non possono influire sul processo di riforma del Regolamento della Camera, sul quale converge una larga maggioranza e che da troppo tempo attende di essere realizzato.

  Laura BOLDRINI, Presidente, ha raccolto diverse richieste di intervento: poiché tuttavia è previsto ora lo svolgimento di una riunione, già convocata, della Conferenza dei capigruppo, propone di sospendere la seduta per riprenderla intorno alle 13,30.

  Elio VITO, Danilo TONINELLI e Gianclaudio BRESSA segnalano le convocazioni delle Commissioni cui appartengono per quell'ora.

  Laura BOLDRINI, Presidente, sottolinea come sia, a suo avviso, necessario svolgere Pag. 14oggi i restanti interventi sul testo dell'articolato proposto dal Gruppo di lavoro, così da poter aprire successivamente – nei tempi che si riserva di definire al termine della discussione – il confronto sui singoli temi trattati nella proposta di modifica.

  Elio VITO, al di là dei problemi di contestualità dei lavori delle Commissioni, insiste sulla richiesta politica di non concludere la discussione di carattere generale prima delle feste natalizie. Condivide l'esigenza di trovare uno spazio – anche oggi – per consentire ai membri della Giunta che lo ritengano di intervenire e si impegna personalmente a parteciparvi; ma la Presidenza non può ignorare la richiesta preliminare di tipo politico che è stata avanzata in rappresentanza di due importanti Gruppi di opposizione, posto che il cammino delle riforme regolamentari deve essere condiviso.

  Dopo che Laura BOLDRINI, Presidente, si è riservata di valutare la richiesta alla luce della prosecuzione della discussione, Massimo Enrico CORSARO segnala che oggi è convocata la Commissione Bilancio, alla quale egli appartiene: invita pertanto la Presidenza ad individuare un orario per la ripresa della discussione in Giunta compatibile con i lavori di tale organo.

  Danilo TONINELLI conferma la sua richiesta di poter intervenire nella discussione di carattere generale e di non concluderla, rinviandola a gennaio: questo per attendere il deposito della sentenza della Corte costituzionale, che consentirà di conoscerne le motivazioni, e per disporre del testo delle riforme costituzionali e istituzionali che saranno licenziate. Invita la Presidente a decidere su questo punto, evitando di comprimere i lavori in tempi eccessivamente affrettati e tenendo anche conto del momento di particolare attività che impegna in questa fase le Commissioni Affari costituzionali e Bilancio.

  Laura BOLDRINI, Presidente, aggiorna la seduta alle 15 per proseguire la discussione.

  La seduta, sospesa alle 11.20, è ripresa alle 15.20.

  Gianclaudio BRESSA, sull'ordine dei lavori, ritiene che la discussione svolta questa mattina abbia posto, accanto a questioni sulle cui motivazioni non è il caso di entrare, un'esigenza reale, quella cioè di non strozzare il dibattito. Quest'esigenza va valutata però avendo ben presente che ci troviamo in una fase di discussione di carattere del tutto generale, mentre il dibattito più concreto ed analitico, avente ad oggetto i vari temi trattati nell'articolato, si svolgerà in un momento successivo. Comunque, gli sembra possa essere utile accedere alla richiesta – formulata dall'onorevole Corsaro e, sia pure in termini diversi, anche dall'onorevole Vito – di disporre di più tempo per il dibattito preliminare, a tal fine prevedendone la prosecuzione e conclusione giovedì o venerdì prossimi, compatibilmente con l'agenda dei lavori dell'Aula.

  Laura BOLDRINI, Presidente, prende atto che il deputato Pisicchio, che ne aveva fatto richiesta, rinuncia ad intervenire sull'ordine dei lavori.

  Elio VITO, intervenendo sulla proposta dell'onorevole Bressa, precisa che non è richiesto a nessuno di condividere le motivazioni addotte da ciascun deputato per sostenere le proprie proposte, ma condividerne semmai l'approccio e lo spirito: se dunque si condivide l'esigenza di disporre di più tempo per la discussione e l'opportunità di non concluderla oggi, si assuma una decisione coerente con questo spirito e – ferma restando la possibilità di convocare la Giunta anche nella settimana in corso per proseguire la discussione di carattere generale – si stabilisca chiaramente che essa si concluderà solo alla ripresa dei lavori a gennaio, in relazione alla realizzazione degli eventi molto significativi e rilevanti già richiamati nel dibattito.

Pag. 15

  Danilo TONINELLI, sull'ordine dei lavori, ribadisce ancora una volta la volontà del suo Gruppo di intervenire nella discussione generale sul merito dell'articolato, nella data che sarà decisa dalla Presidente. Aggiunge che un rinvio della conclusione della discussione solo di qualche giorno – a giovedì o venerdì prossimi – non avrebbe alcuna utilità alla luce delle motivazioni addotte per chiederne il rinvio a gennaio, connesse a fatti e scadenze che assumono una portata pregiudiziale rispetto allo sviluppo stesso dell’iter della riforma.

  Andrea GIORGIS, intervenendo anch'egli sull'ordine dei lavori, osserva che gli argomenti addotti per sostenere un'ulteriore dilazione dei tempi non gli paiono irrilevanti.

  Dopo che Elio VITO ha precisato che la sua richiesta non può essere considerata di «ulteriore» rinvio, posto che, se rinvii ci sono finora stati, essi sono stati decisi non in Giunta, ma in sedi diverse, cioè nel Gruppo di lavoro, del quale peraltro egli non faceva parte, Andrea GIORGIS sottolinea come i rinvii finora disposti nella conclusione dei lavori del comitato ristretto siano stati motivati dall'esigenza di raggiungere il maggiore coinvolgimento possibile, consentendo di meglio discutere e approfondire i vari temi (Commenti del deputato Vito).

  Laura BOLDRINI, Presidente, ricorda che è stato effettivamente disposto, al fine di favorire i richiesti approfondimenti, un differimento dei tempi rispetto al cronoprogramma delle riforme originariamente stabilito, in base al quale la discussione in Giunta avrebbe dovuto svolgersi dopo la pausa estiva dei lavori. Aggiunge che nella seduta del 12 dicembre – come risulta agli atti – si era convenuto di prevedere entro la settimana in corso la conclusione della discussione di carattere generale per consentire ai deputati assenti – tra i quali l'onorevole Vito – di svolgere il loro intervento.

  Andrea GIORGIS, per fugare ogni polemica, fa presente che il Partito democratico ha finora sempre condiviso tutte le decisioni assunte sulla tempistica delle riforme regolamentari, proprio perché, a prescindere da chi abbia volta per volta avanzato le richieste di differimento, esso ha a cuore l'approfondimento dei temi e l'esigenza del massimo coinvolgimento possibile delle forze politiche.
  Gli sembra però inconferente rispetto al metodo che ci si è dati l'argomento oggi utilizzato per sostenere che non sarebbe possibile concludere la discussione di carattere generale per entrare invece nel merito della proposta di articolato (proposta che costituisce peraltro una bozza aperta e non certo un testo immodificabile).
  Infatti, il richiamo alle motivazioni della sentenza della Corte costituzionale o alla riforma della legge elettorale o, anche, alla futura approvazione di riforme costituzionali che superino il bicameralismo perfetto nulla ha a che vedere con il merito della proposta elaborata dal Gruppo di lavoro, posto che questa tratta per lo più questioni che prescindono dal sistema elettorale o dalla forma di governo o dal tipo di bicameralismo che si deciderà di adottare. In che modo, ad esempio, la revisione della legge elettorale o della forma di governo potrebbero incidere – lo chiede ai rappresentanti di Forza Italia e del MoVimento 5 Stelle – sulle scelte operate dal Gruppo di lavoro sulle modalità di esame dei progetti di legge d'iniziativa popolare ? O sui rapporti fra Commissioni e Assemblea nel procedimento legislativo ? O sulla previsione di corsie legislative con tempi certi per superare l'eccessivo ricorso alla decretazione d'urgenza ? Per non parlare delle proposte sulla pubblicità dei lavori, che gli risultano stare molto a cuore al MoVimento 5 Stelle.
  Ritiene quindi necessario distinguere fra una legittima e comprensibile mancata condivisione dell'articolato nel merito e un atteggiamento ostruzionistico che si spinga fino a delegittimare interamente, ex post, l'attività svolta dal Gruppo di lavoro, attività che si è invece dispiegata, quanto al Pag. 16metodo, in modo condiviso, ferme restando le divergenze e contrapposizioni nel merito in particolare da parte del MoVimento 5 Stelle.

  Mario CATANIA, nel rinnovare il suo saluto a tutti i membri della Giunta, accogliendo le sollecitazioni espresse in tal senso dalla Presidente prima della sospensione della seduta antimeridiana, intende svolgere un breve intervento nella discussione di carattere generale.
  Presa visione degli atti della Giunta e, in particolare, del testo licenziato dal Gruppo di lavoro e delle relazioni svolte nella riunione della Giunta del 12 dicembre scorso, esprime il convincimento che sia, non solo opportuno, ma addirittura necessario proseguire il lavoro finalizzato a «rinfrescare» il Regolamento, non solo per considerazioni di carattere generale – non sfugge infatti che qualsiasi corpo giuridico deve essere periodicamente aggiornato in relazione all'evoluzione dei fatti e del contesto – ma anche perché l'esperienza concreta ha dimostrato i limiti dell'attuale disciplina regolamentare e, soprattutto, delle norme che disciplinano il procedimento legislativo. Tale lavoro deve, a suo avviso, essere effettuato prescindendo da logiche di gruppo e dall'appartenenza a schieramenti di maggioranza o di minoranza.
  Convenendo con quanto osservato dal collega Giorgis, non ritiene vi debba essere un collegamento tra l’iter di esame delle modifiche regolamentari e le eventuali potenziali ricadute del pronunciamento della Corte costituzionale sulla legge elettorale, da un lato, né tra tale iter e la riforma della legge elettorale.
  Infatti la Giunta si deve adoperare per svolgere un lavoro di carattere elevato: negli ultimi vent'anni si è avviato un processo di progressivo spostamento, nella Costituzione materiale, della funzione legislativa dal Parlamento al Governo, al quale si è accompagnata, viceversa, la tendenza delle Camere ad inseguire il Governo sul piano della funzione amministrativa. Pur non potendo essere il Regolamento parlamentare lo strumento idoneo a correggere tali fenomeni, che hanno radici ben più profonde, un buon Regolamento può però, a suo avviso, incentivare un corretto andamento dei processi prima richiamati.
  In questo senso, ritiene che il testo elaborato dal Gruppo di lavoro sia un'ottima base di partenza per svolgere ulteriori approfondimenti che potrebbero portare la Giunta a risultati ancora più ambiziosi, mediante l'ulteriore ripensamento anche di alcuni istituti che hanno mostrato, nell'esperienza concreta, limiti evidenti. Con ciò si riferisce, in particolare, al question time, che, nella sua applicazione pratica, appare istituto scarsamente difendibile, nonché all'esigenza di una razionalizzazione ulteriore – rispetto al lavoro già meritoriamente svolto dal comitato ristretto – degli strumenti di sindacato ispettivo.
  Chiarito il proprio punto di vista, non avrebbe nulla da obiettare se la Giunta ritenesse – per accedere alla richiesta del collega Vito e se ciò fosse funzionale ai lavori dell'organo e a creare una maggiore armonia al suo interno – di rinviare il seguito della discussione generale. Ciò ferma restando la sua convinzione personale – e quella del Gruppo che rappresenta – che la Giunta debba andare avanti sul tema delle riforme regolamentari con ambizione, tenendo a mente i dati dell'esperienza emersi negli ultimi vent'anni e con l'obiettivo primario di razionalizzare le procedure di esame dei progetti di legge, allo scopo di consentire al Parlamento di svolgere al meglio la sua funzione primaria, che è quella legislativa.

  Danilo TONINELLI, intervenendo sull'ordine dei lavori, fa presente che il metodo che la Giunta dovrebbe correttamente seguire – come è peraltro accaduto nelle passate legislature – è quello della massima condivisione. Ebbene, questo spirito di condivisione non c’è mai stato, né nel metodo né nel merito. Erroneamente i colleghi, in relazione all'attività svolta dal comitato ristretto, hanno fatto riferimento ad un lavoro svolto da tutti i membri di tale organo: il MoVimento 5 Stelle pur non Pag. 17avendo mai abbandonato il tavolo, non ne ha infatti mai condiviso né il metodo né le scelte operate nel merito, tutte ascrivibili alla sola maggioranza.
  Per tali ragioni, si rammarica del fatto che la Presidente non abbia inteso informare ufficialmente i membri della Giunta della nomina dei relatori di maggioranza e di minoranza per ciascun argomento oggetto dell'articolato, così come dei relatori, di maggioranza e di minoranza, chiamati a riferire sul complesso del lavoro svolto. Tale informativa non vi è stata, essendosi la Presidenza limitata ad avallare, se non addirittura a ratificare, quanto deciso dalla maggioranza del Gruppo di lavoro.
  Quanto poi alla asserita definizione di un cronoprogramma da rispettare – che, peraltro, a rigore, dovrebbe essere stabilito prima che si entri nel merito delle questioni – segnala che, di esso, fino alla scorsa seduta della Giunta, nessuno dei suoi membri era a conoscenza.
  Infine, in relazione alle considerazioni svolte dal collega Giorgis, non comprende come si possa tenere distinta una riforma regolamentare da una riforma costituzionale che incida sul sistema bicamerale: tale ultima revisione imporrebbe infatti di dover ulteriormente ripensare numerose delle modifiche regolamentari ipotizzate nel testo licenziato dal Gruppo di lavoro, dalla compressione dei tempi di discussione alla riduzione del numero di emendamenti che possono essere posti in votazione.

  Andrea GIORGIS non intende certamente negare il nesso instaurabile in astratto tra forma di governo e contenuto dei Regolamenti parlamentari, nesso evidentemente ben noto e ampiamente studiato: desidera però evidenziare che il complesso delle proposte licenziate dal Gruppo di lavoro attengono in larga parte a profili regolamentari svincolati da una connessione diretta con la scelta di una specifica forma di governo o di uno specifico sistema elettorale e pertanto sul loro esame non può essere avanzata una pregiudiziale quale quella testè prospettata dai colleghi Vito e Toninelli.
  Peraltro la gran parte delle proposte elaborate costituiscono dei punti di equilibrio cui si è pervenuti al termine di discussioni approfondite, ampie, svolte in seno al Gruppo di lavoro con spirito leale e costruttivo: non si spiega dunque la ragione per operare a posteriori una delegittimazione complessiva dell'attività posta in essere.

  Pino PISICCHIO ritiene di dover prendere la parola ancorchè in precedenza vi avesse rinunciato, alla luce delle ulteriori considerazioni emerse nel dibattito.
  In via generale, non può non osservare come in qualsiasi consesso parlamentare si operi, sia esso un collegio informale ristretto, sia essa la Giunta o l'Assemblea, il principio democratico vuole che le decisioni siano assunte a maggioranza e, nel caso dei Regolamenti parlamentari, a norma dell'articolo 64 della Costituzione, a maggioranza assoluta dei componenti dell'Assemblea.
  Ciò premesso, il confronto in seno al Gruppo di lavoro è stato sempre aperto e dialettico e al tempo stesso democratico, intendendosi che democratico sia anche il preciso compito di decidere che sta in capo alla maggioranza.
  Osserva ora che, al termine dell'attività del Gruppo di lavoro, si esprimono qui in Giunta due posizioni di riserva rispetto agli esiti del lavoro svolto dal collegio ristretto, che tuttavia non gli appaiono integralmente sovrapponibili: la prima è quella del Gruppo MoVimento 5 Stelle, che dichiara una radicale contrarietà di merito alle proposte elaborate, che finisce con l'assorbire anche l'opposizione di metodo; la seconda, espressa dal collega Vito, riguarda invece il percorso metodologico da seguire una volta arrivati a questo punto e non disconosce invece le scelte di merito effettuate in seno al Gruppo di lavoro.
  Nel notare queste differenze, ritiene che si possa valutare se accedere alla pausa di riflessione richiesta dal collega Vito, chiarendo tuttavia che l'eventuale accoglimento della sua istanza non può in alcun modo significare che si mette a Pag. 18repentaglio il fruttuoso proseguimento dell’iter di riforma, ma intende essere solo un modo per allargare la base di consenso che sorregge quel testo. Con tali chiarimenti propone dunque alla Presidente di valutare se rinviare direttamente alla prima settimana di gennaio, dopo la pausa natalizia (verosimilmente dunque martedì 7 o mercoledì 8 gennaio), la seduta della Giunta nella quale concludere la discussione introduttiva generale sul testo di riforma.

  Gianclaudio BRESSA ritiene utile, anche a seguito di quanto esposto dal collega Toninelli, precisare due aspetti da lui evocati. Il primo riguarda il richiamo che egli ha fatto alle decisioni che in seno al Gruppo di lavoro sarebbero state assunte solo «dalla maggioranza»: è bene infatti chiarire che la maggioranza evocata dal collega Toninelli non ha nulla a che vedere con la maggioranza governativa, essendo le proposte del Gruppo di lavoro state assunte anche con il consenso dei Gruppi Sel e Lega Nord, che, come è noto, non fanno parte di tale maggioranza. La maggioranza sulle riforme regolamentari è dunque esclusivamente quella che si è coagulata sulle proposte formulate.
  In secondo luogo tiene a precisare che la legittimità del metodo seguito nel percorso di riforma regolamentare, così come quella delle soluzioni predisposte in relazione agli argomenti trattati, non dipendono in alcun modo dalle motivazioni della sentenza della Corte costituzionale, che quindi non possono dispiegare alcun effetto sull'attività che la Camera ha intrapreso al fine di pervenire legittimamente ad un'opera di riforma del proprio Regolamento: è dunque inaccettabile che vengano utilizzati argomenti strumentali per nascondere una opposizione di merito alle scelte di riforma che si vanno definendo. Opposizione di merito e politica, che certamente non intende disconoscere, ma che non può tuttavia nascondersi dietro motivazioni volte a contestare in radice la possibilità di intraprendere un serio cammino di riforma.

  Laura BOLDRINI, Presidente, ricapitola i diversi passaggi che hanno fin qui caratterizzato l'articolato percorso di riforma, avviatosi dopo le prime riunioni della Giunta plenaria con la costituzione del Gruppo ristretto ai cui lavori, dispiegatisi nell'arco di sei mesi attraverso numerosissime riunioni, hanno partecipato e contribuito tutti i suoi componenti. Arrivati a questo punto, la prima fase preliminare di lavoro sulle riforme può, a suo avviso, ritenersi conclusa e si tratta di proseguire entrando nella discussione di merito delle singole proposte contenute nell'articolato. Già nella passata riunione sarebbe stato possibile, a suo avviso, terminare la fase introduttiva della discussione di carattere generale; al fine di consentire però l'intervento a deputati non presenti in quella seduta, ha ritenuto opportuno convocare la riunione odierna e si dichiara disponibile a prevederne una ulteriore, da fissare nella giornata di giovedì o di venerdì prossimo, per consentire a tutti di avere un ulteriore lasso di tempo per formulare considerazioni introduttive di carattere generale e concludere questa fase.
  Diversamente operando, l'ulteriore allungamento dei tempi rischia di suonare anche come un modo per non prendere in seria considerazione e conseguentemente sminuire il complesso lavoro che il Gruppo ha svolto, anche nel rispetto di una tempistica che, ancorchè rivista più volte – e sempre al fine di favorire la più ampia istruttoria, discussione e partecipazione – ne aveva comunque guidato e orientato l'attività.

  Elio VITO tiene a precisare di aver richiesto alla Presidente non di poter disporre di uno o due giorni ulteriori, ma di attendere la ripresa dei lavori dopo la pausa natalizia prima di concludere la discussione, al fine di poter verificare la compatibilità delle ipotesi di riforma avanzate con gli enunciati della Corte costituzionale, nonché con gli orientamenti che in questo lasso di tempo si andranno definendo in sede parlamentare in materia di riforme, segnatamente in materia di legge elettorale. Gli appare di tutta evidenza Pag. 19il legame delle riforme regolamentari con questo tipo di scelte e le soluzioni proposte possono rivelarsi più o meno idonee a seconda che, in campo istituzionale od elettorale, si vada in una direzione piuttosto che in un'altra. Con questo non vuole mettere in discussione la necessità di operare riforme regolamentari, necessità che ha più volte richiamato anche nel corso di suoi interventi in Assemblea; ricorda, però, che i suoi appelli alle riforme sono rimasti inascoltati e che è stato necessario del tempo prima di arrivare a proporre quelle modifiche che egli stesso invocava e che non giungevano. Arrivati a questo punto, sottopone alla Presidenza l'esigenza di aver del tempo ulteriore – nei termini che ha testè indicato – per poter maturare una posizione alla luce degli importantissimi elementi di novità che stanno per emergere e che possono influenzare profondamente il quadro. Qualora la sua richiesta non venisse accolta e si mantenesse la chiusura della discussione entro la settimana in corso, dichiara che non interverrà alla riunione della Giunta e che non riconosce al momento la sussistenza delle condizioni per poter partecipare al processo di riforma del Regolamento, salva riserva di una nuova verifica a gennaio.

  Laura BOLDRINI, Presidente, ritiene che il periodo a disposizione per maturare una prima preliminare posizione sul tema delle riforme regolamentari sia stato adeguato: ciononostante ribadisce di non voler assolutamente negare alla Giunta un altro lasso di tempo ragionevole per ulteriori spazi di riflessione e di discussione generale, superati i quali tuttavia si dovrà entrare nella fase di discussione di merito delle proposte, nell'ambito della quale potranno essere avanzate anche quelle modifiche che gli elementi indicati dal collega Vito, nel frattempo chiaritisi, rendessero necessarie.

  Alfredo D'ATTORRE osserva come dalla discussione in corso emerga il rischio di una confusione tra due piani che invece vanno identificati con molta chiarezza. Se, infatti, la questione posta è quella di poter disporre di un periodo di tempo ulteriore per poter riflettere, analizzare i testi e maturare una posizione politica, non vi è certamente indisponibilità, a suo avviso, né da parte della Presidenza nè da parte delle altre forze politiche. Se, invece, la questione è – cambiando con ciò radicalmente le precedenti posizioni in materia di riforme regolamentari, la cui urgenza il collega Vito ha sempre e costantemente riconosciuto – che prima di mettere mano alla riforma del Regolamento occorre attendere gli esiti delle riforme costituzionali ed elettorali, allora anche il rinvio ai primi di gennaio risulta del tutto artificioso e strumentale, non potendo certo essere definiti a quel momento gli elementi cui si pretende di legare le riforme regolamentari.
  La richiesta avanzata si concretizzerebbe sostanzialmente invece in una richiesta di rinvio sine die e, quindi, in un sostanziale blocco del procedimento di riforma.
  Invoca su questo punto la necessaria chiarezza, per evitare di avviare un percorso che sarebbe sostanzialmente destinato ad un binario morto.
  Ritiene, al pari di altri colleghi che si sono pronunciati analogamente, che il pacchetto di riforme avanzato dal Gruppo di lavoro sia valido indipendentemente e a prescindere dallo sviluppo delle riforme costituzionali ed elettorali; prova ne sia che la questione maggiormente legata al tema della riforma elettorale, e cioè quella della disciplina dei Gruppi, è stata stralciata e rimessa alla successiva valutazione della Giunta plenaria.

  Danilo TONINELLI osserva come anche la discussione odierna svoltasi presso la Giunta abbia chiaramente evidenziato che la maggioranza delle larghe intese anche sul fronte regolamentare non esiste più e ha lasciato il posto ad una maggioranza molto più ristretta, circostanza che la Presidente non può fare a meno di considerare. Se dunque si intende proseguire nel cammino delle riforme, è necessaria, a Pag. 20suo avviso, una essenziale condivisione sul merito delle proposte, che nella formulazione licenziata dal Gruppo incontrano al momento, tiene a ricordarlo, la più radicale contrarietà del Gruppo cui appartiene. La permanenza al tavolo delle riforme del Gruppo MoVimento 5 Stelle è dunque subordinata alla richiesta – che rinnova ancora una volta alla Presidenza – che sia consentito ad una rappresentante del suo Gruppo di svolgere le funzioni di relatore di opposizione: in proposito informa la Giunta che il suo Gruppo ha elaborato un testo di riforma riguardante non tutti gli articoli del Regolamento investiti dalle proposte del Gruppo di lavoro, ma segnatamente quelli più rilevanti ed attinenti al procedimento legislativo, che avrà modo di illustrare e che chiede sia pubblicato in allegato al resoconto della Giunta non appena gli sarà consentito di svolgere il suo intervento nella discussione generale.
  Tiene infine a precisare che il numero delle riunioni del Gruppo di lavoro sulle riforme regolamentari è stato, in realtà, pari a 18 e che il numero complessivo delle ore in cui esso ha lavorato non può essere rappresentato in modo veritiero dall'arco di tempo di sei mesi lungo il quale queste riunioni si sono svolte.

  Gregorio GITTI ritiene di dover prendere nuovamente la parola stimolato da alcuni ulteriori spunti di riflessione che gli interventi pomeridiani gli hanno indotto.
  Le proposte di riforma regolamentare elaborate non sono il frutto di un lavoro di 18 riunioni o di 20 e passa ore; sono invece il risultato e la confluenza di una serie di proposte e di idee che in Parlamento si stanno discutendo da parecchi anni e che oggi trovano finalmente un'ampia maggioranza politica in grado di sostenerle, conformemente a quanto richiesto dall'articolo 64 della Costituzione. E sottolinea quest'aspetto della maggioranza, che se, in termini numerici appare più ristretta rispetto all'inizio della legislatura, in termini politici gli appare decisamente più forte, anche perché vede – sulle riforme regolamentari – la convergenza di forze dell'opposizione.
  Deve al riguardo constatare una singolare convergenza su posizioni di conservatorismo istituzionale dei Gruppi di Forza Italia e del MoVimento 5 Stelle, posizioni che emergeranno con plastica evidenza al momento in cui le riforme regolamentari saranno discusse ed approvate, essendo la maggioranza assolutamente determinata nel loro perseguimento. Al riguardo desidera, peraltro, osservare come la posizione del presidente Vito gli appaia motivata solo da considerazioni di carattere politico – che egli giudica del tutto legittime e degne del massimo rispetto – ma non nasconde di pensare che invece lo stesso presidente Vito sia, nel merito, sostanzialmente consenziente alla tipologia di riforme prospettate.

  Laura BOLDRINI, Presidente, rinvia il seguito della discussione ad una seduta da convocare per venerdì prossimo, in un orario che si riserva di stabilire.

  La seduta termina alle 16.05.

ERRATA CORRIGE

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 139 del 12 dicembre 2013, a pagina 16, seconda colonna, venticinquesima riga, sostituire la parola «parlamentare» con la parola: «popolare».