CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 17 dicembre 2013
144.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 89

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 17 dicembre 2013. — Presidenza del presidente Giancarlo GALAN. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Marco Rossi Doria.

  La seduta comincia alle 16.

Schema di decreto ministeriale recante regolamento di modifica del regolamento di cui al decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca 16 settembre 2005, n. 236, in materia di composizione, funzionamento e modalità di nomina e di elezione dei componenti il Consiglio nazionale per l'alta formazione artistica e musicale.
Atto n. 42.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno.

  Giancarlo GALAN, presidente, avverte che è stato richiesto che la pubblicità dei lavori dell'odierna seduta della Commissione sia assicurata anche attraverso l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

  Gianna MALISANI (PD), relatore, ricorda che la legge 21 dicembre 1999 n. 508 – concernente la riforma delle Accademie di belle arti, dell'Accademia nazionale di danza, dell'Accademia nazionale di arte drammatica, degli istituti superiori per le industrie artistiche, dei conservatori di musica e degli istituti musicali pareggiati – prevede all'articolo 3 la costituzione del Consiglio nazionale per l'alta formazione artistica e musicale (CNAM) e l'emanazione di un decreto del ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica per disciplinare le modalità di nomina e di elezione dei relativi componenti. Il decreto del ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca 16 settembre 2005, n. 536 ha regolato Pag. 90la composizione, il funzionamento e le modalità di nomina e di elezione dei componenti il CNAM. Evidenzia che il regolamento sottoposto alla valutazione della Commissione costituisce una modifica di quello approvato con il decreto del ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca 16 settembre 2005 n. 536, concernente la composizione, il funzionamento e le modalità di nomina e di elezione dei componenti il CNAM, costituito con decreto ministeriale 16 febbraio 2007, prorogato, con legge, inizialmente sino al 30 novembre 2010, successivamente sino al 31 dicembre 2011 e, infine, sino al 31 dicembre 2012.
  Fa presente come le varie proroghe si siano rese necessarie al fine di garantire continuità al lavoro dell'organo in una particolare e delicata fase di completamento della riforma del settore. Ricorda che anche il Consiglio di Stato osserva: «La perdurante inoperatività del CNAM si ripercuote negativamente sull'intero sistema della formazione artistica e musicale». Scartata da parte del Ministero l'opzione zero (non intervento di regolamentazione) in quanto avrebbe comportato la permanenza delle criticità in particolare per l'assenza nel CNAM delle necessarie competenze disciplinari –, le numerose proroghe rendono indifferibile l'emanazione di un nuovo regolamento. Allo stato, non essendo stata prevista una proroga ulteriore, il CNAM è decaduto e risulta pertanto urgente la sua ricostituzione. Ricorda che tale provvedimento si colloca nel quadro normativo delineato dalla legge 21 dicembre 1999, n. 508, recante riforma delle Accademie di belle arti, dell'Accademia nazionale di danza, dell'Accademia nazionale di arte drammatica, degli Istituti superiori per le industrie artistiche, dei Conservatori di musica e degli Istituti musicali pareggiati, dalla legge 16 gennaio 2006, n. 18, recante Riordino del Consiglio universitario nazionale, e dal decreto ministeriale 16 settembre 2005, n. 236, recante Regolamento, recante la composizione, il funzionamento e le modalità di nomina e di elezione dei componenti il Consiglio nazionale per l'alta formazione artistica e musicale.
  Ricorda quindi che lo schema di decreto, il cui obiettivo è la ricostituzione del Consiglio, è composto di 11 articoli – e non da 12 come riportato dalla relazione illustrativa, che peraltro fa riferimento a contenuti degli articoli 11 e 12 errati –, che novellano in più parti il decreto ministeriale n. 236 del 2005, relativamente alla composizione del CNAM, alle modalità di funzionamento dello stesso, all'individuazione dell'elettorato attivo e passivo e alla semplificazione delle procedure per l'individuazione delle candidature; esso reca disposizioni di natura meramente ordinamentale, nonché prive di effetti finanziari. Le principali novità recate dall'intervento normativo in commento sono: la riduzione da sei a quattro degli esperti designati dal Ministro; l'eliminazione dei rappresentanti del Consiglio Universitario Nazionale (CUN); la previsione della rappresentanza degli istituti autorizzati a rilasciare i titoli ai sensi dell'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 8 luglio 2005, n. 212, una per il settore delle arti visive e del design e una per il settore musicale, coreutico e dello spettacolo; la semplificazione delle procedure, attraverso la facilitazione della composizione dei seggi presso le istituzioni, lasciando ai consigli di amministrazione più ampi margini; la necessità di tener conto del nuovo stato giuridico del personale docente in ottemperanza a quanto previsto dagli ultimi contratti collettivi nazionali, attraverso l'eliminazione della distinzione tra prima e seconda fascia ai fini della rappresentatività all'interno del CNAM; la modifica dei criteri di validità delle sedute del CNAM secondo quanto previsto anche per il CUN al fine di semplificare il funzionamento dell'organo in caso di mancata elezione di quei componenti la cui designazione non sia legata direttamente alla rappresentanza dei docenti.
  Illustra quindi lo schema di decreto ministeriale in esame che modifica in più parti il decreto ministeriale n. 236 del 2005, utilizzando la tecnica della novella. La relazione illustrativa allegata allo Pag. 91schema di decreto in esame evidenzia che «la nuova organizzazione didattica delle istituzioni AFAM, a seguito della riforma degli ordinamenti correlati al livello universitario degli studi, rende necessario, al fine di assicurare le necessarie competenze disciplinari, un intervento sulla composizione dell'organo stesso che tenga conto delle rappresentanze non più per categorie di personale, ma per competenze scientifiche riferite ai nuovi settori». Al riguardo, ricorda che, da ultimo, l'articolo 3-quinquies del decreto-legge n. 180 del 2008, convertito in legge n. 1 del 2009, ha disposto che con decreti ministeriali fossero determinati i settori artistico-disciplinari e gli obiettivi formativi delle Istituzioni AFAM. In attuazione per ora sono intervenuti i decreti n. 89 del 2009, n. 90 del 2009, dal n. 123 al n. 127 del 2009, dal n. 16 al n. 17 del 2010 e n. 302 del 2010. All'articolo 2 viene abrogato il comma 2 che disciplina l'elezione di due rappresentanti del CNAM in seno al CUN – come era previsto dall'articolo 3, comma due, lettera d), della legge n. 508 del 1999 –, per cui nel CUN non ci saranno rappresentanti del CNAM. All'articolo 3, che riguarda la composizione del CNAM, il comma 1, lettera a), primo periodo, e b), dello schema, novellando l'articolo 3 del decreto ministeriale n. 236 del 2005, modifica la composizione del CNAM, pur mantenendo immutato il numero complessivo di 34 membri, in particolare: riduce da 6, a 4 il numero dei membri nominati dal Ministero dell'istruzione, dell'Università e della ricerca (MIUR), specificando che gli stessi afferiscono, in numero di uno per ciascuna, alle aree relative alla musica, alle arti visive, alle arti dello spettacolo e al design; aumenta da 26, a 30 il numero dei componenti eletti in rappresentanza del personale docente e non docente e degli studenti. Nell'ambito di tale aumento complessivo, sottolinea come il numero dei rappresentanti degli studenti si riduce da 7, a 5; il numero dei rappresentanti dei docenti delle Accademie di belle arti statali aumenta da 6 a 8; è eliminato il rappresentante dei docenti delle Accademie di belle arti legalmente riconosciute e quello degli Istituti musicali pareggiati; sono introdotti due rappresentanti – in base all'articolo 5, comma 1, lettera d), i direttori – degli istituti abilitati a rilasciare «titoli ai sensi dell'articolo 3» del decreto del Presidente della Repubblica n. 212 del 2005, di cui uno per il settore delle arti visive e del design e uno per il settore musicale, coreutico e dello spettacolo; sono aumentati da 1 a 2 i rappresentanti dei docenti degli ISIA, di cui uno per l'indirizzo di design del prodotto e uno per quello della comunicazione; sono designati in 9 i rappresentanti del personale docente dei Conservatori di musica e dei pianisti accompagnatori dell'Accademia nazionale di danza, rispetto agli originari cinque rappresentanti per i Conservatori di musica, 1 rappresentante del personale docente ex ruolo accompagnatori al pianoforte e pianisti accompagnatori; per gli studenti dei Conservatori di musica e degli Istituti musicali pareggiati è previsto un unico rappresentante, a fronte di due; la rappresentanza del personale amministrativo e tecnico nonché dei direttori amministrativi è limitata alle istituzioni statali; con riferimento ai docenti, inoltre, è eliminata la distinzione tra personale docente di prima e di seconda fascia. Sempre all'articolo 3, ricorda che il 5-quater, prescrive che le sedute del CNAM siano valide se interviene almeno la maggioranza dei componenti «in carica». L'articolo 4 modifica il comma 9 disponendo la partecipazione, senza diritto di voto, del presidente del CNAM ovvero di un suo delegato alle sedute del CUN e viceversa. Gli articoli 5 e 6 intervengono sulle modalità di elezione dei componenti del CNAM e sulla disciplina per l'individuazione delle candidature.
  Aggiunge che le modifiche, oltre a contenere disposizioni di coordinamento rispetto alle previsione recate dall'articolo 3 – in particolare, per ciò che concerne l'eliminazione del riferimento alla prima fascia dei docenti – stabiliscono che: settori disciplinari afferenti alle Accademie di belle arti sono funzionalmente accorpati in 8 aree omogenee e quelli relativi ai Conservatori di musica sono funzionalmente Pag. 92accorpati in 9 aree omogenee secondo quanto indicato nella nuova tabella A, quale recata dall'articolo 11; fermo restando che per l'elezione dei rappresentanti delle Accademie di belle arti e dei Conservatori di musica ogni istituzione può presentare, a seguito di votazione a maggioranza assoluta del collegio dei professori, non più di una candidatura per ciascuna delle aree, si prevede che, qualora nelle liste dell'elettorato passivo di ciascuna area risultino iscritti meno di 30 docenti con contratto a tempo indeterminato, le candidature sono presentate mediante sottoscrizione di almeno 10 docenti appartenenti all'area specifica; per gli istituti autorizzati a rilasciare titoli «ai sensi dell'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica n. 212 del 2005», come già osservato per il precedente articolo 3, l'elettorato attivo e passivo è attribuito solo ai direttori delle istituzioni, che possono presentare la propria candidatura; inoltre, ai fini dell'elezione, sono costituiti due distinti collegi elettorali, corrispondenti al settore delle arti visive e del design e a quello musicale, coreutico e dello spettacolo; per gli Istituti superiori per le industrie artistiche e l'Accademia nazionale di arte drammatica, l'elettorato attivo e passivo è attribuito, oltre che al personale docente con contratto a tempo indeterminato, anche al personale docente con contratto annuale. L'articolo 7 reca lievi modifiche all'articolo 7 dell'attuale regolamento in materia di procedure di voto; l'articolo 8 novella l'articolo 9 stabilendo che, fermo restando che le rappresentanze elettive del CNAM relative alle Accademie di belle arti e ai Conservatori di musica devono essere costituite da candidati appartenenti a istituzioni diverse, tale previsione non si applica ai rappresentanti le cui candidature siano state espresse tramite sottoscrizioni. L'articolo 9 modifica l'articolo 10 del regolamento, prevedendo che l'ordinanza elettorale del ministro sia emanata almeno quattro mesi prima della scadenza del CNAM, anziché sei come attualmente previsto; mentre il successivo articolo 10 stabilisce che il CNAM è validamente costituito anche solo con l'elezione dei componenti appartenenti alla categoria dei docenti delle varie istituzioni AFAM. Ricorda quindi che l'articolo 11 sostituisce l'allegato del regolamento modificando i settori disciplinari sia per le accademie di Belle Arti, sia per i Conservatori di musica.
  Ricorda quindi che la relazione illustrativa e tecnica annessa al presente provvedimento, afferma che esso reca disposizioni di natura meramente ordinamentale, ovvero disposizioni prive di effetti finanziari. Evidenzia poi che allo schema di decreto sono allegati la relazione illustrativa, l'analisi di impatto della regolamentazione (AIR), l'analisi tecnico-normativa (ATN), il parere favorevole con osservazioni reso dal Consiglio di Stato il 20 maggio 2013. Di questi documenti, sottolinea in particolare che: la relazione illustrativa descrive analiticamente i contenuti presenti nelle modifiche del regolamento, come già riassunti nella sua relazione; nell'AIR alla Sezione 2 «valutazione dell'opzione di non intervento di regolamentazione (opzione zero)» si afferma che: «l'adozione dell'opzione zero è stata valutata ma avrebbe comportato la permanenza delle criticità evidenziate, in particolare legate alla decadenza dell'organo consultivo in assenza di proroga»; nella Sezione 7 «modalità attuative dell'intervento di regolamentazione» si parla degli «aspetti prioritari da monitorare in fase di attuazione dell'intervento regolatorio e considerare ai fini della verifica di impatto della regolazione (VIR). Tuttavia, come stabilito dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 19 novembre 2009, n. 212, recante disciplina attuativa della verifica dell'impatto della regolamentazione, ai sensi dell'articolo 14, comma 5, della legge 28 novembre 2005, n. 246, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, effettuerà la verifica dopo un biennio dalla entrata in vigore dell'intervento regolatorio attraverso periodici controlli sul grado di raggiungimento delle finalità,. dei costi e degli effetti prodotti, del livello di osservanza delle prescrizioni. Gli aspetti da sottoporre alla VIR saranno: l'effettiva rappresentatività, all'interno del Pag. 93CNAM» dei docenti appartenenti ai nuovi settori disciplinari; l'effettiva semplificazione delle procedure per l'individuazione delle candidature e per l'elezione dei rappresentanti del CNAM; l'effettivo ed efficace funzionamento dell'organo. Va da sé che qualora emergessero eventuali effetti critici riconducibili a lacune insite nell'intervento regolatorio, ovvero problemi relativi alla fase di attuazione dello stesso, saranno prese in esame misure integrative o correttive. Rileva inoltre che sono numerose le considerazioni e osservazioni del Consiglio di Stato: perdurante inoperatività del CNAM che si ripercuote negativamente sull'intero sistema della formazione artistica e musicale, tenendo conto delle importanti funzioni consultive e propositive dell'organo, chiamato ad esprimersi in materia di regolamenti didattici degli istituti, di reclutamento del personale docente, di programmazione dell'offerta formativa nei settori artistico, coreutico e musicale. Per il Consiglio di Stato non può trascurarsi, poi, che il CNAM svolge un ruolo consultivo essenziale nella formazione dei regolamenti di cui all'articolo 3, comma 7, della legge n. 236 del 2005, concernenti l'assetto del sistema didattico dell'alta formazione artistica e musicale; l'impianto normativo vigente non è alterato nella sua impostazione originaria, ancorché le innovazioni proposte siano molteplici e tocchino una pluralità di articoli; pertanto, risulterebbe inopportuno riscrivere integralmente tutto il testo regolamentare.
  Precisa, tuttavia, il Consiglio che quanto meno gli articoli o i singoli commi modificati in modo più rilevante, dovrebbero essere riformulati per intero, allo scopo di consentire una migliore comprensione del nuovo quadro normativo. In particolare – in relazione al decreto ministeriale n. 236 del 2005 – la Sezione ritiene opportuna la sostituzione dell'intero articolo 3, dell'articolo 4, comma 1, dell'intero articolo 5, dell'articolo 6, dell'articolo 7, lettere b), c) e d), dell'articolo 9, comma 5, di cui all'articolo 8 del testo in esame; a parere della Sezione, è opportuno che l'Amministrazione compia un'approfondita riflessione sulla effettiva necessità di conservare l'attuale dimensione del CNAM, composto da ben 34 membri. Si dovrebbe verificare, infatti, la possibilità di una riduzione dei partecipanti, ferma restando l'esigenza di assicurare, comunque, una adeguata ed equilibrata rappresentanza dei diversi soggetti coinvolti nel settore dell'Alta formazione Artistica e Musicale; la Sezione evidenzia, inoltre, che la proposta modifica del Regolamento determinerebbe, in ultima analisi, una riduzione del numero complessivo dei rappresentanti degli studenti, a fronte di un aumento dei rappresentanti di altre componenti. Tuttavia, l'ipotizzata riduzione della rappresentanza studentesca prefigurata nello schema di regolamento è destinata a ridimensionare il ruolo dei soggetti principali destinatari dei servizi dell'Alta formazione; per analoghe ragioni, è opportuno che l'Amministrazione valuti attentamente anche le scelte concernenti la nuova determinazione numerica dei rappresentanti del personale docente dei conservatori di musica e dei pianisti accompagnatori, che risulterebbe ora elevata a nove componenti; si raccomanda, poi, di verificare con la massima attenzione, le conseguenze derivanti dalla nuova disciplina prevista dal comma 5 e 5-bis dell'articolo 4, ancorché ispirata dalla vigente disciplina riguardante il funzionamento del CUN.
  Osserva quindi che il comma 5 intende agevolare il funzionamento dell'organo, nella eventualità in cui alcuni componenti, espressamente indicati, non siano nominati o designati. In particolare, si prevede che, in tali eventualità, non si verifica «l'invalidità della costituzione dell'Organo». In questo modo, però, si determina una evidente differenziazione tra le categorie che compongono l'organo collegiale, che sembrerebbe distinguere tra i componenti assolutamente «necessari» – i docenti – e quelli la cui presenza sarebbe, in ultima analisi, solo facoltativa, gli studenti e il personale non docente. Ricorda che il medesimo organo giudicante ha evidenziato quindi che non sembra che la fonte legislativa consenta di operare una distinzione discriminatrice del tipo evidenziato, pur dovendosi riconoscere il ruolo centrale Pag. 94del corpo docente nel sistema dell'Alta Formazione; la disposizione di cui all'articolo 5-bis prevede poi che le sedute del consiglio sono valide se ad esse interviene la maggioranza dei componenti «in carica» del collegio. La disposizione ha indubbiamente il pregio di garantire la piena funzionalità dell'organo, anche in caso del ritardo negli avvicendamenti, vi è però il rischio che, in tal modo, il quorum strutturale possa abbassarsi notevolmente. Per evitare l'inconveniente, il Consiglio di Stato sottopone all'amministrazione l'opportunità di fissare, comunque, un quorum strutturale adeguato, per esempio, un terzo dei componenti «assegnati» all'organo; per analoghe ragioni, la Sezione esprime perplessità sulla previsione dell'articolo 11, comma 1-bis, del decreto ministeriale n. 236 del 2005, in forza della quale il CNAM è validamente costituito con l'elezione dei componenti appartenenti alle categorie di cui all'articolo 3, comma 2, lettere a), d), e), f) e g), a prescindere dalla necessità di un coerente richiamo interno alle lettere ivi indicate, che risulterebbero comunque da modificare alla stregua della suggerita riformulazione dell'intero articolo 3 sopra specificata. Sottolinea quindi che in definitiva, quindi, la Sezione ha espresso un parere complessivamente favorevole, pur con le osservazioni sopra evidenziate. Si riserva quindi di presentare una proposta di parere nel seguito dell'esame.

  Giancarlo GALAN, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Proposte di nomina del generale Giovanni Nistri a direttore generale di progetto del Grande progetto Pompei e del programma straordinario di cui all'articolo 2 del decreto-legge 31 marzo 2011, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 maggio 2011, n. 75, nonché del dottor Fabrizio Magani a vice direttore vicario.
Nomine nn. 18 e 19.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame congiunto delle proposte di nomina all'ordine del giorno.

  Luisa BOSSA (PD), relatore, ricorda che la Commissione è chiamata ad esprimere un parere sulle nomine previste dall’ articolo 1, comma 1, del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, convertito, con modificazioni, nella legge n. 112 del 7 ottobre 2013. Rammenta che il decreto-legge n. del 91 aveva come titolo «Disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attivita` culturali e del turismo» e dedicava all'area archeologica di Pompei un'ampia attenzione, con una serie di provvedimenti molto significativi. L'articolo 1 di tale decreto si apriva proprio con le disposizioni urgenti per la realizzazione del Grande Progetto Pompei e per la rigenerazione urbana, la riqualificazione ambientale e la valorizzazione delle aree interessate dall'itinerario turistico-culturale dell'area pompeiana e stabiese, nonché per la valorizzazione di Pompei. Osserva che il Grande Progetto Pompei a cui si fa riferimento è un intervento straordinario che nasce da una azione del Governo italiano il quale, attraverso il decreto legge n. 34 del 2011, articolo 2, ha voluto varare un Programma straordinario ed urgente di interventi conservativi, di prevenzione, manutenzione e restauro dell'area archeologica pompeiana. Con Decisione comunitaria n. 2154 del 29 marzo 2012 il Piano è stato finanziato quale Grande Progetto Comunitario a valere su risorse europee. Il Grande Progetto Pompei si avvale dell'Intesa Interistituzionale Legalità e Sicurezza del 20 Gennaio 2012 tra il Ministro della coesione, il Ministro dei beni e delle attività culturali, il Ministro dell'interno, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca ed il presidente dell'Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici per la sicurezza degli appalti, con la firma del Protocollo di Legalità del 5 aprile 2012. L'intervento impegna ben 105 milioni di euro tra fondi Fesr e nazionali, e mira alla riqualificazione del sito archeologico di Pompei entro dicembre 2015 con i seguenti interventi: Pag. 95riduzione del rischio idrogeologico, con la messa in sicurezza dei terrapieni non scavati; messa in sicurezza delle insulae; consolidamento e restauro delle murature; consolidamento e restauro delle superfici decorate; protezione degli edifici dalle intemperie, con conseguente aumento delle aree visitabili; potenziamento del sistema di videosorveglianza. Si interviene su numerose case dell'antica Pompei, alcune oggi chiuse, altre in serio pericolo.
  Rileva, inoltre, che al fine di potenziare ulteriormente le funzioni di tutela dell'area archeologica di Pompei, di rafforzare l'efficacia delle azioni e di accelerare gli interventi di tutela e di valorizzazione del sito affidati all'attuazione del Grande Progetto Pompei, il decreto legge 91 ha stabilito che il Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, nominasse con proprio decreto, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, un responsabile unico della realizzazione del Grande Progetto e del programma straordinario, denominato «Direttore generale di progetto». Ferme restando le funzioni, i compiti e le attribuzioni della Soprintendenza competente in ordine alla gestione ordinaria del sito, il «Direttore generale» del Grande progetto Pompei, come si legge nel decreto legge 91, dovrà: a) definire e approvare gli elaborati progettuali degli interventi di messa in sicurezza, restauro, e valorizzazione previsti nel quadro della realizzazione del «Grande Progetto Pompei»; b) assicurare l'efficace e tempestivo svolgimento delle procedure di gara dirette all'affidamento dei lavori e all'appalto dei servizi e delle forniture necessari alla realizzazione del «Grande Progetto Pompei», assumendo le funzioni di stazione appaltante; c) assicurare la più efficace gestione del servizio di pubblica fruizione e di valorizzazione del sito archeologico; d) assumere direttive atte a migliorare l'efficace conduzione del sito; e) provvedere ad assicurare le condizioni di supporto organizzativo e amministrativo alle attività di tutela e di valorizzazione di competenza della Soprintendenza. Evidenzia quindi che il direttore generale potrà contare su una apposita struttura operativa, a partire dalla nomina di un vicedirettore generale vicario. La struttura del Grande Progetto Pompei è composta, come si legge nel decreto 91, da un contingente di personale, anche dirigenziale, in posizione di comando, non superiore a venti unità, proveniente dai ruoli del personale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo o delle altre amministrazioni statali, appartenente ai profili professionali tecnico e amministrativo, nonché da cinque esperti in materia giuridica, economica, architettonica, urbanistica e infrastrutturale.
  Ricorda che lo scorso 10 dicembre, in ottemperanza a quanto disposto nel decreto, il Ministro Massimo Bray ha proposto al Presidente del Consiglio dei Ministri la nomina del Generale Giovanni Nistri, quale Direttore generale di Progetto Pompei, e del dottor Fabrizio Magani, quale Vice Direttore generale Vicario. Sulle proposte di nomina è prevista l'acquisizione del parere dalle commissioni parlamentari competenti. L'espressione di un parere dalla VII commissione della Camera dei deputati non può che partire dall'analisi dei curricula di entrambe le personalità indicate, al fine di verificare l'esistenza dei requisiti, sia quelli di natura formale prescritti dalla disposizione normativa, sia quelli di natura morale e della personalità, secondo valutazioni di ordine più strettamente politico. Osserva che il Generale Giovanni Nistri, secondo quanto si evince dal curriculum vitae accluso dal Ministro Bray alla proposta di nomina, è un alto ufficiale dell'Arma dei Carabinieri. È laureato in Giurisprudenza, in Scienze Politiche, in Scienze della Sicurezza e in Scienze della Sicurezza interna ed esterna. Ha conseguito un Master di II livello in Management pubblico e comunicazione di pubblica utilità e un Master di II livello in Scienze strategiche. È idoneo alla professione di Avvocato, ed è iscritto all'Ordine dei giornalisti. Si è occupato a lungo di tutela e sicurezza del patrimonio culturale. È stato componente della Commissione speciale permanente per la sicurezza Pag. 96del Patrimonio culturale nazionale, è stato docente universitario di Sicurezza del patrimonio culturale presso la Lumsa di Roma. Il suo lavoro nell'Arma dei Carabinieri lo ha visto in varie funzioni di Comando territoriale, presso le Compagnie di Urbino e Sanremo, presso il Comando provinciale di Cosenza e di Firenze. Dal 2007 al 2010, da Generale di Brigata, ha retto il Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio culturale.
  Sottolinea, quindi, che il profilo del Generale Nistri, unisce a competenze in ordine militare, di guida e di comando, anche quelle più propriamente legate alla tutela del patrimonio culturale del Paese. Appare, quindi, a parere della sottoscritta, possedere i requisiti per svolgere un compito così complesso e delicato come la gestione di un progetto dalle mille facce come quello della Grande Pompei, che mette in circolo azioni culturale ma anche, e soprattutto, appalti e spesa pubblica, su cui è necessario vigilare e gestire con estrema attenzione sia alla qualità dei lavori sia ai requisiti tecnici e morali sia alla tutela del patrimonio anche rispetto ad infiltrazioni della criminalità. Al Generale Nistri viene affiancato, in qualità di vicedirettore generale vicario il dottor Fabrizio Magani, che ha un altro profilo rispetto a quello del generale. Magani, infatti, è storico dell'arte, è dirigente del Ministero dei Beni culturali. Dirige la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell'Abruzzo dal 2010. Nello stesso Abruzzo, ad interim, dirige anche la Soprintendenza per i beni archeologici. Precedentemente ha avuto esperienze simili a Verona, Rovigo e Vicenza, Mantova, Brescia, Cremona, Venezia e Friuli Venezia Giulia. Ha esperienze specifiche di ricerca, studio, insegnamento, direzione delle attività culturali. Ha sperimentato modelli innovativi dell'organizzazione della funzione pubblica, ha seguito e guidato interventi importanti sul patrimonio artistico del Paese, soprattutto per il recupero di chiese, monumenti, complessi artistici danneggiati dal sisma del 2009 che ha colpito l'Abruzzo. In questa veste ha gestito, nel corso dell'anno 2013, nell'area colpita dal sisma, circa 155 milioni di euro. Rileva che anche il dottor Magani possiede, a parere della sottoscritta, i requisiti per ben svolgere le funzioni previste nell'ambito del Grande Progetto Pompei, soprattutto per la sua capacità documentata di accompagnare alle competenze culturali anche una capacità di gestione della funzione pubblica. Ritiene che valga la pena, anche in questa sede, ricordare che cosa rappresenta l'area archeologica di Pompei per il patrimonio culturale italiano. Il sito ha fatto registrare, infatti, oltre un milione di visitatori dal 1 gennaio al 30 giugno 2013, con una crescita di 36 mila visitatori, pari al +15 per cento, rispetto allo stesso periodo del 2012. L'incasso è stato di circa 9 milioni di euro, pari al +12 per cento, in appesa sei mesi, e supera il risultato dello stesso periodo del 2012 e del 2011.
  Rileva che i numeri indicati fanno di Pompei il secondo monumento più visitato di Italia, con una media di 2 milioni e mezzo di turisti l'anno. Moltissimi sono stranieri, letteralmente ammirati dagli scavi che hanno riportato alla luce la Pompei che nell'estate del 79 d.C. fu sommersa da una pioggia di cenere e lapilli che la coprì con uno strato di oltre tre metri. Nel 1997, per preservarne l'integrità e sottolinearne l'importanza, le rovine sono entrate a far parte della lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Aggiunge che negli ultimi anni, purtroppo, si è assistito a una sequenza desolante di episodi di abbandono e degrado, che ha portato Pompei in chiave negativa sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo; ad impressionare soprattutto i crolli delle antiche case e delle mura. Ricorda in specie che il primo avvenne all'alba del 6 novembre 2010 con il cedimento della Schola armaturarum, la scuola dei gladiatori; un mese dopo crollarono anche due muri della casa del Moralista, fortunatamente senza affreschi e da allora è stato uno stillicidio di piccoli e grandi eventi che hanno fatto scattare l'allarme in tutto il mondo. Sottolinea quindi che da ultimo è toccato a buona parte dello stucco della vasca del peristilio, Pag. 97all'interno della Casa del Torello; poi uno squarcio nel muro di cinta delle Terme centrali e prima ancora vari crolli in viale dell'Abbondanza. Osserva dunque che intervenire su Pompei è diventata una priorità, anche se il crono-programma presentato accusa ritardi e fa nascere più di una preoccupazione.
  Evidenzia quindi che nelle ultime settimane, anche da importanti quotidiani nazionali, è arrivata l'invocazione a fare presto. Si è chiesto di dare immediata attuazione al decreto dell'agosto scorso e di procedere rapidamente alle nomine previste al fine di imprimere un'accelerazione alle procedure, nel segno, però, dell'efficienza e della trasparenza. Sottolinea che così il Ministro Bray, finalmente, ha presentato due nomi di rilievo, persone che hanno esperienza, competenza, qualità per ottemperare ad una serie di compiti che saranno decisivi per il futuro di Pompei, sito che non può più attendere. Preannuncia che si è pronti ad aspettarli al lavoro, perché c’è tanto da fare e non si può perdere più tempo, visto che Pompei perde, da anni, un pezzo al giorno ed è necessaria una terapia d'urto sia sul versante della tutela sia su quello della valorizzazione. Ribadisce che le aspettative sono alte perché non sono più accettabili ritardi, inefficienze, disservizi, rilevando che si è arrivati al limite massimo. Precisa che i profili proposti sono sicuramente di alto livello e di indubbia competenza e per questo, considerando sia il curriculum del Generale Nistri, proposto al ruolo di direttore generale, sia quello del dottor Fabrizio Magani, proposto al ruolo di vice direttore generale vicario, ritiene di proporre alla Commissione di esprimere un parere favorevole su entrambe le nomine.

  Giancarlo GALAN, presidente, deve rilevare che il numero di visitatori evidenziato dalla collega Bossa, nel periodo di riferimento citato del primo semestre di quest'anno, non rappresenta una crescita ma una diminuzione. Aggiunge d'altra parte che il numero eccessivo di biglietti omaggio aggrava la situazione degli incassi, già di per sé molto bassi.

  Sandra ZAMPA (PD) ritiene che, al di là delle valutazioni contabili, vada riconosciuto il merito della relatrice che ha diffusamente giustificato la corretta e condivisibile scelta del Governo nelle proposte di nomine in discussione. Preannuncia quindi il voto favorevole anche a nome del suo gruppo sulle proposte di nomine in esame.

  Milena SANTERINI (PI) preannuncia il proprio voto favorevole, evidenziando l'urgenza con la quale il Governo è stato costretto ad operare scelte condivisibili, perché complementari. Precisa quindi che si provvede in questo modo a garantire l'aspetto della sicurezza e dell'efficienza gestionale con quello della competenza culturale e artistica.

  Gianluca VACCA (M5S) preannuncia, anche a nome del suo gruppo, l'astensione sulle due proposte di nomina all'ordine del giorno.

  Celeste COSTANTINO (SEL) preannuncia, anche a nome del suo gruppo, l'astensione dei deputati del suo gruppo sulla votazione delle proposte di nomina in discussione. Rileva che è condivisibile la scelta di risolvere la situazione, ma andava realizzata con scelte che avessero tenuto conto dei profili culturali necessari.

  Giorgio LAINATI (FI-PdL) dopo aver ricordato l'impegno del presidente Galan, profuso in qualità di Ministro dei beni culturali nella tutela e valorizzazione del sito archeologico di Pompei, preannuncia, anche a nome del suo gruppo, il voto favorevole sulle proposte di nomina all'ordine del giorno, prestigiose ed autorevoli come evidenziato dalla collega Bossa.

  Bruno MOLEA (SCpI) preannuncia, anche a nome del suo gruppo, il voto favorevole sulle proposte favorevoli di nomina in esame.

  Gianluca BUONANNO (LNA) ribadisce il suo giudizio fortemente critico sulla gestione di Pompei, dove si sperperano da Pag. 98sempre decine di milioni di euro, con uno scempio tra capannoni inutili adibiti a spogliatoi per il personale e cani randagi lasciati liberi, che lascia esterrefatti. Auspica comunque che le proposte di nomina in esame, che peraltro condivide, consentano di cambiare il disastro finora realizzato, valorizzando un sito che non merita 2 milioni di visitatori l'anno, ma almeno dieci volte tanto. Preannuncia quindi il suo voto favorevole.

  Paolo TANCREDI (NCD) preannuncia, anche a nome del suo gruppo, il voto favorevole sulle proposte di nomina in esame, che considera di altissima qualità. Ricorda in particolare di aver apprezzato il lavoro svolto dal dottor Magani in Abruzzo nella ricostruzione a seguito del terremoto, auspicando che la sua figura sia sostituta con una altrettanto autorevole e preparata.

  Matteo ORFINI (PD) rileva come le proposte di nomina all'esame della Commissione siano l'atto finale di un percorso che la Commissione ha voluto svolgere per porre rimedio alla drammatica situazione determinatasi nel sito archeologico di Pompei. Giudica quindi le scelte del Governo adeguate, a differenza di altre infelici fatte in passato da altri ministri nella gestione del sito di Pompei. Rileva, d'altra parte, che un numero eccessivo di visitatori potrebbe non significare la soluzione del problema ma pregiudicare piuttosto il mantenimento del sito in uno stato soddisfacente di conservazione. Risulta infatti prioritario tutelare tale patrimonio archeologico, rispetto ad un suo sfruttamento economico. Preannuncia quindi voto favorevole sulle proposte di nomina in discussione.

  Giancarlo GALAN, presidente, ricorda come, al momento dell'emanazione del decreto legge n. 91 del 2013, cosiddetto «valore cultura», aveva già manifestato perplessità in ordine alla struttura di vertice del Grande progetto Pompei, che prevede, tra l'altro, oltre a due figure apicali, la nomina di cinque esperti. Deve rilevare d'altro canto che la caduta di muri a Pompei suscita una diversa eco a seconda del Ministro di turno. Nonostante ciò, preannuncia il suo voto favorevole sulle nomine in oggetto proposte dal ministro Bray. Ricorda di aver operato nella sua carriera centinaia di nomine di ingrati, ma sinceramente augura alle persone incaricate di riuscire nell'intento – da tutti auspicato – di tutelare un sito archeologico che è sotto gli occhi di tutto il mondo. Dichiara quindi di votare a favore sia della nomina del generale Nistri, che non ha mai avuto il piacere di conoscere, che di quella del dottor Magagni, che invece ha conosciuto personalmente. Precisa infatti di considerare nella disponibilità di ogni ministro la scelta dei propri collaboratori, senza peraltro, in tale ottica, che si permetterà mai di giudicare le scelte fatte, ma di valutare l'operato dei ministri unitamente a quello dei collaboratori scelti.

  Luisa BOSSA (PD), relatore, intervenendo per una precisazione, ricorda che per Sant'Agostino la gratitudine è il sentimento della vigilia.

  Giancarlo GALAN, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che la Commissione procederà contestualmente alle votazioni per appello nominale relative a ciascuna proposta di nomina.

  La Commissione procede alla votazione per scrutinio segreto della proposta di parere favorevole del relatore sulla nomina n. 18.

  Giancarlo GALAN, presidente, comunica il risultato della votazione sulla proposta di nomina del generale Giovanni Nistri a direttore generale di progetto del Grande progetto Pompei e del programma straordinario di cui all'articolo 2 del decreto-legge 31 marzo 2011, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 maggio 2011, n. 75:

   Presenti  28   
   Votanti  25   
   Maggioranza  13   Pag. 99
   Astenuti   3   
    Hanno votato  25    

  La Commissione approva.

  Hanno preso parte alla votazione i deputati: Ascani, Berlinghieri in sostituzione di Malpezzi, Blazina, Bossa, Bragantini in sostituzione di D'Ottavio, Buonanno, Capua, Carocci, Coscia, Galan, Ghizzoni, Lainati, Malisani, Manzi, Molea, Orfini, Piccoli Nardelli, Raciti, Rocchi, Santerini, Tancredi, Vezzali, Zampa, Zardini in sostituzione di Narduolo, e Zoggia.

  Si sono astenuti i deputati: Costantino, Marzana e Vacca.

  La Commissione procede alla votazione per scrutinio segreto della proposta di parere favorevole del relatore sulla nomina n. 19.

  Giancarlo GALAN, presidente, comunica il risultato della votazione sulla proposta di nomina del dottor Fabrizio Magani a vice direttore vicario di progetto del Grande progetto Pompei e del programma straordinario di cui all'articolo 2 del decreto-legge 31 marzo 2011, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 maggio 2011, n. 75:

   Presenti  28   
   Votanti  25   
   Maggioranza  13   
   Astenuti   3   
    Hanno votato  25.

  La Commissione approva.

  Hanno preso parte alla votazione i deputati: Ascani, Berlinghieri in sostituzione di Malpezzi, Blazina, Bossa, Bragantini in sostituzione di D'Ottavio, Buonanno, Capua, Carocci, Coscia, Galan, Ghizzoni, Lainati, Malisani, Manzi, Molea, Orfini, Piccoli Nardelli, Raciti, Rocchi, Santerini, Tancredi, Vezzali, Zampa, Zardini in sostituzione di Narduolo, e Zoggia.

  Si sono astenuti i deputati: Costantino, Marzana e Vacca.

  Giancarlo GALAN, presidente, avverte che comunicherà i pareri favorevoli testé espressi alla Presidenza della Camera, ai fini della trasmissione al Governo.

  La seduta termina alle 17.05.