CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 4 dicembre 2013
134.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
COMUNICATO
Pag. 131

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 4 dicembre 2013. — Presidenza del presidente Pierpaolo VARGIU. — Intervengono il viceministro per il lavoro e le politiche sociali, Maria Cecilia Guerra, e il sottosegretario di Stato per la salute, Paolo Fadda.

  La seduta comincia alle 9.10.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2014).
C. 1865 Governo, approvato dal Senato.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016.
C. 1866 Governo, approvato dal Senato, e relativa nota di variazioni C. 1866-bis Governo, approvato dal Senato.

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 14: Stato di previsione del Ministero della salute per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016.
(Relazioni alla V Commissione).
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo, rinviato il 3 dicembre 2013.

Pag. 132

  Donata LENZI (PD) rileva innanzitutto come, rispetto alle manovre finanziarie degli ultimi anni, nel disegno di stabilità in esame i tagli alla sanità si concentrino esclusivamente sul personale, che viene sostanzialmente equiparato alle altre categorie del pubblico impiego. Al riguardo fa presente che, se non è possibile apportare miglioramenti per ciò che concerne le misure sul trattamento economico del personale sanitario, si potrebbe invece pensare di agire sul fronte della contrattazione.
  Con riferimento, poi, alla spending review nel settore della sanità, che, come precisato dal ministro della salute, sarà concordata al tavolo costituito per la predisposizione del nuovo patto per la salute, sottolinea che tutti i risparmi realizzati dovrebbero essere utilizzati nello stesso ambito sanitario, magari finalizzandoli alla spesa per investimenti.
  Condivide, inoltre, le perplessità espresse dal deputato Cecconi nella seduta di ieri a proposito dell'Anagrafe nazionale degli assistiti, in quanto reputa poco opportuno il trasferimento al ministero dell'economia e delle finanze, per il tramite della Sogei, della gestione di dati riguardanti la salute dei cittadini, bypassando tra l'altro le regioni. Ricorda che l'inserimento di una norma siffatta era stato scongiurato in sede di esame del decreto-legge cosiddetto «del fare» ma, evidentemente, il Governo non ha rinunciato a portare avanti tale operazione che, per le ragioni esposte, a suo avviso merita di essere ulteriormente approfondita.
  Per quanto concerne, poi, l'area delle politiche sociali, richiamando alcune considerazioni svolte da parte di deputati intervenuti nella discussione nella giornata di ieri, fa presente che, come già precisato dal viceministro Guerra, il Fondo nazionale per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati è connesso all'esigenza di supportare i comuni, sui bilanci dei quali gravano gli oneri relativi a questa materia e, pertanto, disapprova il fatto che il finanziamento sia previsto solo a partire dal 2015. Precisa inoltre che il Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza non esaurisce tutti gli interventi e le prestazioni erogati a sostegno dell'infanzia, essendo piuttosto legato a quindici città assegnatarie in cui si registrano situazioni di particolare disagio.

  Paola BINETTI (SCpI) osserva che, a fronte di una valutazione positiva che può essere espressa in generale sui documenti di bilancio, occorre poi verificare nel merito l'effettiva ripartizione delle risorse finanziarie disponibili.
  Al riguardo, fa presente di essere particolarmente sensibile ai capitoli di spesa compresi nel programma 24.12, con particolare riferimento agli assegni di maternità e agli assegni ai nuclei familiari, evidenziando l'esigenza di predisporre misure idonee a sostenere le famiglie numerose oltre che a riattivare il tasso di natalità, dal momento che si registra un tasso negativo, come risulta dalle rilevazioni dell'Istat.
  Esprime, quindi, perplessità a proposito della variazione in diminuzione che si registra relativamente alla dotazione del Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, considerato anche che il periodo dell'adolescenza tende ad allungarsi sempre di più e che occorre potenziare la formazione dei giovani anche per consentirne l'accesso al mondo del lavoro.
  Concorda, poi, con le considerazioni svolte dal deputato Lenzi circa il Fondo nazionale per l'accoglienza dei minori stranieri, il cui finanziamento trae origine dalla necessità di sostenere i bilanci dei comuni, essendo questi ultimi gli enti territoriali competenti in materia.
  Condivide, quindi, le perplessità già espresse da alcuni colleghi in merito all'Anagrafe nazionale degli assistiti, disapprovando, in particolare, il fatto che la gestione di dati che riguardano la salute dei cittadini che, dunque, sono dati sensibili, debba essere affidata al ministero dell'economia e delle finanze anziché – come sarebbe più logico – al ministero della salute. Rileva che, al di là della disposizione in oggetto, si tratta di una questione di portata più generale, che ha avuto modo di approfondire, in qualità di Pag. 133relatore, in sede di esame delle proposte di legge in materia di cura e riabilitazione della dipendenza da gioco d'azzardo patologico (C. 101 e abbinate).
  Relativamente al Fondo per le non autosufficienze, osserva che l'attenzione del Governo nel disegno di legge di stabilità, si è incentrata sull'assistenza domiciliare, con specifico riferimento alle patologie gravi e gravissime. A questo proposito rileva che i pazienti che si trovano in tali condizioni costituiscono una percentuale ridotta a fronte dei numerosi cittadini, specialmente anziani, la cui presa in carico ricade completamente sulle famiglie, in quanto i luoghi deputati all'accoglienza molto spesso si rivelano non idonei, al punto che gli anziani diventano oggetto di vere e proprie vessazioni.
  Richiama, inoltre, il tema del personale sanitario, rispetto al quale evidenzia come sia stato trascurato, nel disegno di legge di stabilità, il problema riguardante la formazione specialistica dei medici, al fine di ridurre il divario, peraltro destinato ad aumentare, tra il numero dei laureati in medicina e quello dei posti disponibili presso le scuole di specializzazione. Ricorda come la Commissione affari sociali abbia sottolineato tale problematica questione nel parere espresso alla VII Commissione nell'ambito dell'esame del decreto-legge n. 104 del 2013, in materia di istruzione (C. 1574).
  Esprime, infine, apprezzamento per la disposizione concernente l'effettuazione di screening neonatali per la diagnosi precoce di patologie metaboliche ereditarie, preannunciando un'azione volta, nel corso del successivo iter del disegno di legge di stabilità, ad aumentare la dotazione prevista a tale scopo, pari a cinque milioni di euro.

  Federico GELLI (PD) esprime la propria netta contrarietà nei confronti delle disposizioni recate dai commi 144 e 145 dell'articolo 1 del disegno di legge di stabilità, concernenti l'Anagrafe nazionale degli assistiti, per una questione sia di metodo che di merito.
  Sotto il profilo del metodo, ritiene che sia poco comprensibile il fatto che il Governo abbia inserito nel disegno di legge di stabilità una disposizione che avrebbe effetti dirompenti nei rapporti tra Stato e regioni relativamente alla gestione dei dati concernenti i pazienti.
  Per quanto riguarda il merito, disapprova la scelta di attribuire tale competenza al ministero dell'economia e delle finanze, per il tramite di Sogei, estromettendo così le regioni nella fase costitutiva dell'impianto che si intende realizzare. Solo nella fase dell'attuazione, infatti, si prevede il coinvolgimento della Conferenza Stato-regioni, nell'ambito dell'approvazione di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, volto a definire i contenuti dell'Anagrafe nazionale degli assistiti.
  Ricorda, quindi, come già evidenziato dalla collega Lenzi, che un siffatto tentativo da parte del Governo fu impedito in sede di esame di una disposizione recata dal decreto-legge n. 69 del 2013, cosiddetto «del fare» (C. 1248), inerente al Fascicolo sanitario elettronico.

  Filippo CRIMÌ (PD) si sofferma sulla questione relativa ai medici specializzandi, già richiamata dai deputati Gigli e Binetti, facendo presente che, se qualche risultato è stato conseguito, soprattutto per quanto riguarda la riduzione della durata delle scuole di specializzazione, molti problemi restano ancora aperti, a partire dalla discrasia esistente tra il numero dei contratti – pari a circa 2.500 – e il numero dei laureati in medicina – pari a circa 7.000.
  Alla luce dei dati riportati, ribadisce la necessità di trovare una soluzione a un problema già emerso nel corso dell'esame al Senato del disegno di legge di stabilità senza che si sia trovata una soluzione, e che diventa sempre più urgente, al punto che si potrebbero creare situazioni paradossali, come quella di ricorrere a medici specialisti stranieri.

  Il sottosegretario Paolo FADDA rivolge innanzitutto un ringraziamento a tutti i deputati della Commissione, sia di maggioranza Pag. 134sia di opposizione, per l'atteggiamento tenuto durante il dibattito, che si è svolto in un clima di confronto costruttivo.
  Il dato principale che intende evidenziare è quello per cui, dopo tanti anni, per la prima volta il sistema sanitario non subisce tagli e non è stato introdotto l'aumento dei ticket. Ritiene, quindi, che si tratti indubbiamente di un grande merito del Governo in carica, pur comprendendo che, legittimamente, vi siano comunque rivendicazioni da parte delle varie forze politiche in quanto tutti vorrebbero più risorse per i diversi scopi connessi alla tutela della salute e alla politiche sociali. Pur partendo da questo presupposto fa presente, tuttavia, come non si possano negare i risultati raggiunti sul fronte delle risorse stanziate per i non autosufficienti, laddove si partiva da una situazione tutt'altro che favorevole, per cui sono stati compiuti sforzi enormi.
  Con riferimento alle critiche avanzate da parte di alcuni deputati intervenuti, per cui sarebbero state stanziate risorse in favore di determinati soggetti anziché destinarle più in generale alla ricerca, fa presente che i finanziamenti disposti verso alcuni istituti sono stati effettuati sulla base di leggi vigenti, alcune delle quali recepiscono accordi internazionali. Concorda con l'opportunità di modificare l'impostazione, per cui per i prossimi anni sarebbe opportuno incrementare direttamente il finanziamento del Servizio sanitario nazionale per scopi di ricerca.
  Per quanto riguarda l'altra questione più volte richiamata, concernente il personale sanitario, comunica che nella giornata di ieri si è concluso una accordo tra il Governo e le organizzazioni sindacali, che interviene sul precariato, prorogando i contratti esistenti fino al 2016, oltre a introdurre misure volte a consentire la stabilizzazione. Valuta, pertanto, in modo positivo il fatto che, dopo anni, sia stato raggiunto un accordo sottoscritto da tutti i sindacati del personale sanitario.
  Concorda, poi, con le osservazioni formulate in ordine alla necessità di impedire che le risorse che saranno risparmiate in applicazione della spending review nel settore della sanità siano utilizzate in settori diversi.
  Evidenzia, inoltre, l'esigenza di rivedere anche le condizioni previste per le regioni sottoposte ai piani di rientro, al fine di assicurare anche in queste ultime il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza.
  Per quanto concerne poi il problema dell'accesso alle scuole di specializzazione da parte dei laureati in medicina, dopo aver precisato che si tratta di una questione che rientra nella competenza del ministero dell'istruzione, condivide, tuttavia, l'esigenza di trovare una soluzione a fronte della situazione venutasi a creare, di mancanza di corrispondenza tra il numero dei laureati e quello dei contratti di specializzazione.
  Richiamando, parallelamente, l'applicazione delle misure concernenti il blocco del turn over anche al personale sanitario, fa presente che, date le sue peculiarità, quest'ultimo non può essere, a suo avviso, completamente omologato alle altre categorie del pubblico impiego.
  Infine, con riferimento ai chiarimenti richiesti circa l'Anagrafe nazionale assistiti (ANA), fa presente, anche sulla base delle informazioni ricevute dal ministero dell'economia e delle finanze, che si tratta di un sistema centralizzato di raccolta, gestione e messa a disposizione dei dati attualmente contenuti nell'ambito delle anagrafi degli assisti tenute dalle singole aziende sanitarie locali, finalizzato a integrare le informazioni dei cittadini con i dati necessari alle gestione degli assistiti (tra i quali, medico di famiglia, codice di eventuale esenzione e domicilio). L'ANA, oltre a consentire una razionalizzazione della spesa in termini di sistemi informativi delle aziende sanitarie locali, consente importanti semplificazioni per le medesime aziende, nonché per le altre amministrazioni e per i cittadini. In particolare, con l'ANA diviene possibile: eliminare il libretto sanitario personale che le singole aziende sanitarie devono fornire a tutti i cittadini, ai sensi dell'articolo 27 della legge 23 n. 833 del 1978; supportare, in Pag. 135un'ottica di efficacia e di efficienza, i processi organizzativi strettamente correlati sia alle attività di cura sia alle attività amministrative; migliorare il monitoraggio dell'appropriatezza e della qualità delle prestazioni di cura erogate al cittadino, attraverso l'integrazione delle informazioni in essa contenute con il nuovo sistema informativo sanitario nazionale realizzato dal Ministero della salute; semplificare, per le aziende sanitarie, i comuni e i cittadini, le procedure amministrative legate al cambio di residenza, eliminando gli oneri di comunicazione e di gestione aggiuntivi attualmente previsti per i comuni e le aziende sanitarie, nel rispetto della procedura di cui al comma 2-bis dell'articolo 6 del decreto-legge n. 70 del 2011; consentire a tutte le amministrazioni interessate, nonché agli operatori sanitari autorizzati, l'accesso ai dati dell'ANA, semplificando lo scambio informativo e facilitando eventuali controlli (ad esempio sul tema delle esenzioni); permettere ai cittadini di verificare on line, in modo sicuro, i propri dati contenuti nell'ANA, ferma restando la possibilità di chiederne copia cartacea presso la propria azienda sanitaria.

  Il viceministro Maria Cecilia GUERRA, dopo aver ricordato di aver fornito la maggior parte dei chiarimenti richiesti nella seduta di ieri, interviene per alcune precisazioni che si rendono opportune a seguito degli interventi svolti nella seduta odierna.
  Per quanto riguarda le considerazioni svolte dall'onorevole Binetti a proposito degli assegni di maternità e degli assegni ai nuclei familiari, fa presente che non sono intervenute modifiche alla normativa vigente in queste materie e che tali assegni corrispondono, quindi, a capitoli di spese obbligatorie iscritti nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
  Con riferimento, poi, all'incremento del Fondo per le non autosufficienze di ulteriori 75 milioni di euro, da destinare esclusivamente agli interventi di assistenza domiciliare per le persone affette da disabilità gravi e gravissime, ricorda quanto già previsto dal decreto interministeriale 20 marzo 2013, concernente la ripartizione delle risorse finanziarie affluenti a tale Fondo per l'anno 2013, che impegna le regioni a utilizzare prioritariamente tali risorse, e comunque per una quota non inferiore al 30 per cento, per interventi a favore di persone in condizione di disabilità gravissima.
  Per l'anno 2014, è dunque lo stesso disegno di legge di stabilità che finalizza un parte delle risorse del Fondo per le non autosufficienze alla predetta destinazione, anche se successivamente interverrà comunque un decreto che si occuperà di ripartire tra le regioni gli stanziamenti previsti.
  Relativamente al Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, ribadisce che le risorse ivi previste sono destinate a quindici città assegnatarie sulla base di situazioni di particolare disagio ivi riscontrate, mentre la parte restante delle risorse utilizzabili anche in favore dell'infanzia e dell'adolescenza fa parte della dotazione del Fondo nazionale per le politiche sociali. Precisa altresì che per quanto concerne, in generale, il finanziamento degli interventi afferenti al settore delle politiche sociali non esiste un unico fondo, essendo invece ricompreso nell'ambito del finanziamento generale erogato agli enti decentrati.
  Fa presente, quindi, di essere consapevole dell'esiguità complessiva delle risorse, che tuttavia è riconducibile alle stesse modalità con cui è stata strutturata la spesa sociale in Italia. Pertanto, ritenendo che dovrebbe essere modificato l'intero impianto, evidenzia comunque il risultato raggiunto dal Governo in carica, consistente nell'incremento delle risorse confluite nelle politiche sociali, pari a un miliardo di euro.
  Infine, per quanto riguarda il Fondo nazionale per l'accoglienza dei minori stranieri, dopo aver espresso il proprio disappunto per il fatto che esso non è stato finanziato per l'anno 2014, precisa che comunque i finanziamenti per finalità di accoglienza dei minori sono assicurati Pag. 136anche per il prossimo anno, pur essendo a carico dei comuni e non del predetto Fondo.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, avverte che, essendosi concluso il dibattito preliminare sui documenti di bilancio, si procederà nella seduta di domani all'esame degli emendamenti, ricordando che il termine per la loro presentazione scade alle ore 16 della giornata odierna. Rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 4 dicembre 2013. — Presidenza del presidente Pierpaolo VARGIU.

  La seduta comincia alle 14.

Modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari personali.
Nuovo testo C. 631 Ferranti e abb.
(Parere alla II Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Marisa NICCHI (SEL), relatore, ricorda che la Commissione è chiamata ad esprimere alla II Commissione (Giustizia) il parere per le parti di competenza sul testo della proposta di legge C. 631 Ferranti, adottato come testo base, e delle abbinate proposte vertenti sulla medesima materia, recante «Modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari personali», iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire dal 9 dicembre prossimo.
  Il provvedimento all'esame della XII Commissione introduce modifiche alla disciplina sulle misure cautelari personali prevista dal codice di procedura penale, delimitando maggiormente il ricorso ad esse; Per quanto di competenza della Commissione Affari sociali, si ricorda che il testo della proposta di legge C. 631 prevedeva anche una novella dell'articolo 73 del testo unico sugli stupefacenti, riducendo la pena per alcuni illeciti di lieve entità e, conseguentemente, l'applicabilità delle misure cautelari. Tale disposizione è stata soppressa nel corso dell'esame in sede referente.
  Per quanto riguarda in sintesi il contenuto del provvedimento, fa presente che le modifiche alle norme del codice di procedura penale sulle misure cautelari personali sono dirette a produrre effetti certi di deflazione dell'elevatissimo carico penitenziario, intendendo inoltre «ripristinare una cultura delle cautele penali fondate sul pieno rispetto della presunzione d'innocenza e sulla funzione strumentale del processo delle misure di contenimento anticipato» (come precisato nella relazione illustrativa della proposta di legge n. 631).
  Gli articoli 1 e 2 del testo in esame modificano l'articolo 274 del Codice di procedura penale che definisce i presupposti che danno luogo alla possibilità di disporre le misure cautelari. Le condizioni attualmente previste dall'articolo 274 sono: il pericolo di inquinamento delle prove, il pericolo di fuga e il pericolo di reiterazione dei reati. Le novità introdotte dagli articoli in esame prevedono, riguardo al pericolo di fuga, che esso debba essere non solo concreto ma anche attuale, specificando che tale pericolo non possa essere desunto solo dalla gravità del reato e dalle modalità e circostanze del fatto per cui si procede. Analoghe modifiche sono previste per il pericolo di reiterazione dei reati.
  Fa presente, quindi, che l'articolo 4 modifica l'articolo 275 del Codice di procedura penale sui criteri di scelta delle misure di cui deve tener conto il giudice che ne dispone l'applicazione. È, infatti, sostituito il comma 2-bis che attualmente prevede il divieto di applicazione della custodia cautelare quando il giudice ritenga che con la sentenza possa concedersi la sospensione condizionale della pena. Il Pag. 137nuovo comma 2-bis aggiunge anche il divieto di applicazione degli arresti domiciliari qualora il giudice ritenga che possa essere concessa la sospensione condizionale, in ciò codificando quanto già affermato dalla giurisprudenza.
  Anche gli articoli 5 e 6 della proposta di legge novellano l'articolo 275 del Codice di procedura penale. L'articolo 5 riformula il primo periodo del comma 3 dell'articolo 275 del Codice di procedura penale che stabilisce che la custodia cautelare in carcere può essere disposta «soltanto quando ogni altra misura risulti inadeguata»; la custodia cautelare in carcere rappresenta, quindi, l’extrema ratio. La nuova disposizione conferma il carattere residuale della custodia cautelare, con la specificazione che essa può essere disposta soltanto quando le altre misure coercitive o interdittive (anziché «ogni altra misura»), anche se applicate cumulativamente, risultino inadeguate.
  Ricorda, poi, che l'articolo 6 della proposta di legge riguarda l'applicazione della custodia in carcere per alcuni reati più gravi, per i quali opera di fatto una presunzione di idoneità della sola misura carceraria. Si tratta dei reati di particolare allarme sociale di cui all'articolo 51, commi 3-bis (associazione mafiosa o finalizzata al traffico di stupefacenti, riduzione in schiavitù, tratta di persone, sequestro di persona a scopo di estorsione, ecc.), 3-quater (delitti con finalità di terrorismo) del codice di procedura penale, nonché dei delitti di cui agli articoli 575 (omicidio), 600-bis, primo comma (induzione alla prostituzione minorile), 600-ter, (pornografia minorile, esclusa la cessione del materiale, anche gratuita) e 600-quinquies (turismo sessuale) del codice penale, salvo che siano acquisiti elementi dai quali risulti che non sussistono esigenze cautelari. Analogamente, la custodia in carcere si applica in ordine ai delitti previsti dagli articoli 609-bis (violenza sessuale), 609-quater (atti sessuali con minorenne) e 609-octies (violenza sessuale di gruppo) del codice penale, salvo che ricorrano le circostanze attenuanti dagli stessi contemplate.
  A seguito della recente giurisprudenza costituzionale in materia, il testo prevede di modificare tale parte dell'articolo 275 del Codice di procedura penale, da un lato, limitando la presunzione di idoneità della misura carceraria in relazione alla sussistenza di gravi indizi di colpevolezza in ordine ai soli delitti di associazione sovversiva (articolo 270 c.p.), associazione terroristica, anche internazionale (articolo 270-bis c.p.), associazione mafiosa (articolo 416-bis c.p.) e, dall'altro, (con riferimento ad altri gravi reati, tra cui l'omicidio, la violenza sessuale, anche di gruppo, la tratta, il sequestro di persona a fini di estorsione, prevede invece una presunzione solo relativa, di adeguatezza della custodia cautelare in carcere, che può essere superata alla luce degli elementi offerti nel caso concreto che consente di applicare una misura diversa dal carcere. In altre parole si prevede solo una presunzione di sussistenza dei presupposti per l'applicazione delle misure cautelari ma non necessariamente in carcere.
  Osserva, poi, che l'articolo 6, infine, sempre al fine di rafforzare il principio di extrema ratio della custodia cautelare in carcere, prevede un più ampio ricorso alla misura degli arresti domiciliari affiancata da forme di controllo elettronico. Si prevede così che il giudice che dispone la custodia cautelare in carcere sia sempre obbligato a motivare espressamente – e senza l'uso di formule di stile – le ragioni per cui non è adeguata nel caso di specie la misura degli arresti domiciliari con controllo elettronico.
  L'articolo 6-bis, nella logica del superamento degli automatismi applicativi della custodia cautelare in carcere, sopprime il comma 1-ter dell'articolo 276 del Codice di procedura penale, che prevede un meccanismo presuntivo di applicazione della custodia cautelare in carcere in caso di violazione da parte dell'accusato della misura degli arresti domiciliari. Infatti, la semplice trasgressione alle prescrizioni degli arresti domiciliari non rappresenta necessariamente un tentativo di fuga e, dunque, non giustifica un automatismo negativo come quello attualmente previsto. Si Pag. 138lascia pertanto alla discrezionalità del giudice la decisione sull'opportunità, alla luce del caso concreto, di applicare la custodia cautelare in carcere o di mantenere la misura in atto. Anche la soppressione del comma 5-bis dell'articolo 284 del Codice di procedura penale disposta all'articolo 6-ter è finalizzata a rimuovere un ennesimo automatismo applicativo della custodia cautelare in carcere.
  L'articolo 8 prevede un innalzamento dei termini di durata delle misure interdittive dai due mesi attuali fino a dodici mesi (articolo 308 cpp). L'obiettivo è quello di consentire un effettivo ricorso alle misure interdittive in chiave di alternativa alla custodia cautelare in carcere.
  L'articolo 8-bis interviene a rimodellare parzialmente la disciplina del riesame delle misure cautelari personali (articolo 309 cpp), mentre gli articoli 8-ter, 8-quater e 8-quinquies sono volti a coordinare la disciplina dell'appello e del ricorso in cassazione con la nuova normativa in materia di misure cautelari.
  Alla luce delle disposizioni testé illustrate, rileva come non vi sia alcuna norma di competenza della Commissione Affari sociali, essendo stata soppressa nel corso dell'esame – come già evidenziato – la norma che novellava l'articolo 73 del testo unico sugli stupefacenti, riducendo la pena per alcuni illeciti di lieve entità e, conseguentemente, l'applicabilità delle misure cautelari.
  Infine si riserva di esprimere un parere a conclusione del dibattito.

  Andrea CECCONI (M5S), nell'evidenziare la complessità tecnica delle disposizioni recate dal provvedimento in esame e considerato che l'unica norma di competenza della Commissione è stata espunta nel corso dell'esame in sede referente presso la II Commissione, ritiene che gli spazi per un intervento della XII Commissione siano piuttosto ristretti. Dopo aver espresso qualche perplessità sull'articolo 6, che al fine di rafforzare il principio di extrema ratio della custodia cautelare in carcere, prevede un più ampio ricorso alla misura degli arresti domiciliari affiancata da forme di controllo elettronico, che ritiene forme di controllo inefficaci.
  In conclusione, propone al relatore di inserire nella proposta di parere una condizione al fine di reintrodurre nel testo la disposizione di modifica dell'articolo 73 del testo unico sugli stupefacenti, riducendo la pena per alcuni illeciti di lieve entità.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.15.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.20 alle 14.40.