CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 4 dicembre 2013
134.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX)
COMUNICATO
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ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 4 dicembre 2013. — Presidenza del presidente Michele Pompeo META.

  La seduta comincia alle 9.15.

Proposta di nomina di Rodolfo Giampieri a presidente dell'Autorità portuale di Ancona.
Nomina n. 16.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

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  La Commissione inizia l'esame della proposta di nomina in oggetto.

  Michele Pompeo META, presidente, come richiesto, propone, se non vi sono obiezioni, che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  Così rimane stabilito.

  Alberto PAGANI (PD), relatore, fa presente che in data 20 novembre 2013 è stata assegnata alla Commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina di Rodolfo Giampieri a presidente dell'Autorità portuale di Ancona (nomina n. 16).
  Rileva che l'ampio curriculum di Rodolfo Giampieri, allegato alla proposta stessa, si caratterizza in primo luogo per l'attività imprenditoriale nel settore del mobile, congiunta ad un prolungato impegno in organi associativi e istituzionali, in relazione al quale Giampieri ha ricoperto vari incarichi nell'ambito di Confcommercio, Federmobili e Unioncamere. Sottolinea che in Confcommercio ha operato come membro della giunta esecutiva nazionale, come consigliere, come rappresentante per l'associazione presso l'ente fieristico di Ancona e, infine, come Presidente della sezione provinciale di Ancona. In questi ruoli Giampieri si è dedicato, in particolare, ai temi dell'interscambio con gli altri Paesi dell'Adriatico e dello sviluppo dei trasporti, della logistica e delle infrastrutture in un'ottica transfrontaliera e internazionale. Nel 2010 è stato nominato Presidente della Camera di commercio di Ancona. In questa veste ha dato impulso al coordinamento dell'Osservatorio sulla piattaforma logistica delle Marche, un organismo costituito con accordo di programma tra soggetti istituzionali a livello regionale e locale e soggetti gestori dei principali nodi infrastrutturali delle Marche (Autorità portuale di Ancona e Interporto Marche SpA). Come Presidente della Camera di commercio ha altresì sostenuto la realizzazione del Progetto «Territorial Center», promosso dal comune di Jesi con la finalità specifica di creare una struttura di coordinamento delle attività di trasporto e di logistica che interessano il territorio. Segnala che altre attività alle quali ha dato impulso nel corso della propria Presidenza hanno interessato i settori del turismo e del marketing territoriale, anche per quanto concerne gli aspetti relativi all'approdo delle grandi navi da crociera nel porto di Ancona.
  Giudica meritevole di attenzione, in quanto direttamente pertinente alla proposta di nomina in esame, l'attività svolta come vicepresidente del Forum delle Camere di commercio dell'Adriatico e dello Ionio. In questa sede Giampieri ha dato un contributo decisivo alla costituzione dell'Osservatorio sui traffici marittimi in Adriatico-Ionio, che annualmente si pone l'obiettivo di analizzare la competitività dei porti dell'area in termini di movimentazioni di merci e di promozione di servizi. Ricorda che il lavoro svolto sul tema infrastrutturale ha trovato un significativo riconoscimento, a livello nazionale, con la designazione da parte di Unioncamere a membro della Commissione infrastrutture della stessa Unioncamere. Rileva che la proposta di nomina in esame si fonda, in conformità con la procedura prevista dalla legge n. 84 del 1994, e successive modificazioni, sull'indicazione di Rodolfo Giampieri da parte della Provincia di Ancona, dei comuni di Ancona e Falconara Marittima e da parte della Camera di commercio. Successivamente sul suo nome il Governo ha acquisito in data 8 novembre 2013 l'intesa con la Regione Marche.
  In considerazione dell'esperienza e delle capacità dimostrate, con particolare riferimento ai profili dello sviluppo infrastrutturale e della promozione degli scambi commerciali, ritiene opportuno che la Commissione esprima un parere favorevole sulla proposta di nomina di Rodolfo Giampieri a Presidente dell'Autorità portuale di Ancona.

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  Mirella LIUZZI (M5S) fa presente che il Gruppo del Movimento 5 stelle ha presentato numerosi atti di sindacato ispettivo tesi a sollecitare la nomina dei presidenti delle Autorità portuali commissariate, compresa quella di Ancona. Prende atto che, ancorché in ritardo, è stata raggiunta la prescritta intesa con la regione Marche su uno dei nomi proposti e precisamente sul nominativo indicato dai due comuni interessati di Ancona e Falconara, dalla Provincia di Ancona e dalla Camera di Commercio e sottolinea con favore che il territorio, anche attraverso i neo sindaci di Ancona e Falconara, il primo eletto in primavera e l'altro riconfermato, si è pronunciato in modo positivo sul nominativo all'esame della Commissione. Coglie l'occasione per esprimere una ferma protesta per la nomina, da parte del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, del commissario straordinario dell'Autorità portuale di Cagliari, dal momento che il Ministro ha nominato proprio l'ex presidente della medesima Autorità, decaduto in seguito ad una sentenza del Consiglio di Stato che lo ha ritenuto non in possesso dei requisiti previsti dalla legge n. 84 del 1994. Giudicando tale atto inaccettabile e chiedendo un'immediata revoca di tale nomina, osserva che il Ministro Lupi in pochi mesi ha annunciato più volte la volontà di ridurre il numero di Autorità portuali prima a una decina, poi a sei, in ultimo a cinque, senza riuscire tuttavia, al pari dei suoi predecessori, a sciogliere quelle di Manfredonia e Brindisi, benché non abbiano mai avuto i requisiti previsti dalla legge n. 84.

  Nicola BIANCHI (M5S), nel concordare pienamente con la collega Liuzzi, esprime preoccupazione per la nomina in esame, dal momento che il candidato ricopre incarichi importanti presso la Camera di Commercio e presso altre istituzioni. Auspica quindi che, successivamente alla nomina, il candidato dedichi interamente il proprio impegno alla presidenza dell'Autorità portuale, rinunciando agli altri incarichi attualmente ricoperti.

  Rudi Franco MARGUERETTAZ (LNA), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede alla presidenza conferma riguardo alla presenza di un rappresentante del Governo alle sedute nella quale la Commissione esaminerà i disegni di legge di stabilità e di bilancio.

  Michele Pompeo META, presidente, in relazione alle considerazioni della collega Liuzzi, invita i colleghi a riflettere su un'eventuale iniziativa della Commissione che ponga all'attenzione del Governo la delicata e urgente questione dello scioglimento di alcune Autorità portuali non in possesso dei requisiti previsti dalla legge n. 84, tra le quali segnala anche quella di Trapani. In risposta a quanto chiesto dal deputato Marguerettaz, fa presente che è stata più volte sollecitata la presenza del rappresentante del Governo per le sedute richiamate, e auspica quindi che il Governo tenga conto di tali sollecitazioni per il prosieguo dell'esame.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia, quindi, il seguito dell'esame alla seduta già prevista per le ore 14.45, nella quale si procederà alla votazione della proposta di nomina in esame.

  La seduta termina alle 9.30.

RISOLUZIONI

  Mercoledì 4 dicembre 2013. — Presidenza del presidente Michele Pompeo META. — Interviene il viceministro per lo sviluppo economico Antonio Catricalà.

  La seduta comincia alle 14.

7-00120 Bruno Bossio: Sugli interventi a tutela dell'utilizzo per finalità di interesse generale delle reti, degli impianti, dei beni e dei rapporti di rilevanza strategica nel settore delle comunicazioni.

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7-00124 Biasotti: Sugli interventi a tutela dell'utilizzo per finalità di interesse generale delle reti, degli impianti, dei beni e dei rapporti di rilevanza strategica nel settore delle comunicazioni.
7-00146 Romano Paolo Nicolò: Sugli interventi a tutela dell'utilizzo per finalità di interesse generale delle reti, degli impianti, dei beni e dei rapporti di rilevanza strategica nel settore delle comunicazioni.
(Seguito della discussione congiunta e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00029).

  La Commissione prosegue la discussione congiunta delle risoluzioni in oggetto, rinviata nella seduta del 30 ottobre 2013.

  Michele Pompeo META, presidente, come richiesto, propone, se non vi sono obiezioni, che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  Così rimane stabilito.

  Vincenza BRUNO BOSSIO (PD) illustra una proposta di risoluzione, condivisa con il collega Biasotti, che unifica il testo delle proposte di risoluzione 7-00120 a propria firma e 7-00124 a firma del collega Biasotti, nei termini seguenti:
  «La IX Commissione,
   premesso che:
    le telecomunicazioni rappresentano un settore strategico per lo sviluppo economico del Paese, tenuto anche conto che autorevoli studi hanno documentato l'effetto moltiplicatore sul prodotto interno lordo degli investimenti per le reti di nuova generazione in fibra;
    i miglioramenti tecnologici nel medesimo settore avvenuti di recente, hanno inoltre ridotto il cosiddetto “attrito della distanza”, ovvero l'ostacolo che la distanza oppone alle comunicazioni e agli scambi, avvicinando molte aree del sud del mondo, in un processo di globalizzazione inarrestabile e consolidatosi nel corso degli ultimi decenni;
    l'Italia, come documentato dalla Commissione europea, ha accumulato un forte ritardo nei confronti degli altri Paesi europei per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi posti dall'Agenda digitale europea, recepiti nell'ordinamento nazionale attraverso la legge n. 35 del 4 aprile 2012;
    il gruppo Telecom Italia, con oltre 80 mila dipendenti è il principale operatore di comunicazioni elettroniche, titolare delle infrastrutture della rete di accesso che rappresenta una sorta di monopolio naturale, anche perché nel nostro Paese non sono state sviluppate reti televisive via cavo che in altri contesti europei rappresentano, invece, una soluzione alternativa e più economica per la fornitura ai clienti finali di servizi innovativi a banda ultralarga;
    il gruppo Telecom Italia, che detiene la proprietà della rete di accesso, oltre ad essere il principale operatore telefonico del Paese, è uno dei principali attori del mercato finanziario nazionale;
    il valore della rete nazionale posseduta da Telecom Italia si aggira tra gli 8 e i 16 miliardi di euro ed è composta da 110 milioni di chilometri in rame e 4,1 milioni di chilometri in fibra ottica;
    per quanto concerne la rete wireless Telecom Italia registra un patrimonio il cui valore oscilla tra i 500 milioni e il miliardo di euro, con 12 mila antenne Tim;
    nel corso dell'audizione informale dell'amministratore delegato del gruppo Telecom Italia tenutasi presso la IX Commissione della Camera dei deputati in data 27 novembre 2013, questi ha fatto presente che il gruppo Telecom Italia genera un fatturato annuo di 23,6 miliardi di euro, di cui 16,2 in Italia, realizza 4,4 miliardi di euro di investimenti, di cui 3 in Italia, produce una cassa operativa pari a 5,3 miliardi di euro, di cui 4,9 miliardi in Pag. 102Italia e destina alla spesa per interessi sul debito un importo pari a 1,8 miliardi di euro su base annua;
    l'amministratore delegato di Telecom Italia ha fatto presente altresì, che l'impegno finanziario contenuto nel Piano industriale 2014-2016 prevede la conferma di un volume totale di investimenti superiore a 9 miliardi di euro in Italia, con 3,4 miliardi dedicati alle tecnologie più innovative per lo sviluppo delle reti e dei servizi di nuova generazione e precisamente 2 miliardi per lo sviluppo della banda ultralarga su rete fissa e di nuove connessioni internazionali in fibra, 900 milioni per la banda ultralarga mobile e 500 milioni di euro per la realizzazione di nuovi data center e di soluzioni cloud computing;
    sulla base delle risultanze del libro dei soci, delle comunicazioni effettuate alla Consob e alla società ai sensi dell'articolo 120 del decreto legislativo n. 58 del 24 febbraio 1998 e di altre informazioni a disposizione, l'azionariato di Telecom Italia, prima dell'accordo del 24 settembre, vedeva Telco s.p.a. come il principale azionista di Telecom con una partecipazione pari al 22 per cento delle azioni;
    il capitale di Telco era suddiviso in due categorie: azioni A che rappresentavano il 53,82 per cento del capitale azionario posseduto dagli investitori italiani tra i quali, emergevano, Generali, Mediobanca e Intesa e azioni B che rappresentavano il 46,18 per cento del capitale sociale posseduto da Telefónica;
    tutti gli azionisti Telco erano soggetti ad un patto parasociale, firmato in data 28 aprile 2007, che prevedeva il conferimento di tutte le partecipazioni possedute alla stessa Telco;
    il 24 settembre 2013 i soci di Telco, Generali, IntesaSanpaolo, Mediobanca e Telefónica hanno concluso un accordo che modifica il patto parasociale di cui sopra che si articola in due fasi. La prima fase prevede la sottoscrizione da parte di Telefónica di un aumento di capitale in Telco pari al 66 per cento. La seconda fase prevede la sottoscrizione da parte di Telefónica di un ulteriore aumento di capitate sociale Telco di 117 milioni di euro, aumentando la partecipazione di Telefónica in Telco da 66 per cento al 70 per cento. L'accordo prevede inoltre dei percorsi di uscita degli investitori italiani in Telco, consentendo, dunque, a Telefónica di ottenere il 100 per cento delle azioni di Telco e di acquisire la maggioranza nel consiglio di amministrazione di Telco e Telecom Italia;
    Telecom Italia, oltre ad avere un indebitamento netto pari a circa 29 miliardi di euro e un lordo di 38 miliardi, opera in un mercato domestico saturo (caratterizzato da una congiuntura economica negativa) che necessita di continui interventi di ammodernamento della rete;
    sebbene nell'ultimo anno gli utili di Telefónica, grazie soprattutto al mercato brasiliano, siano cresciuti del 21 per cento, l'azienda spagnola Telefónica risulta essere un'azienda molto più indebitata di Telecom. È, infatti, la compagnia Telefónica più indebitata d'Europa, con 57 miliardi di euro di debiti, rispetto a Telecom che ne ha per 40 miliardi;
    occorrerebbe sapere da quale finanziatore la Telco intenda prendere le risorse finanziarie per acquistare Telecom e se non intenda reperire le risorse da una banca spagnola, magari, tratta in salvo dall'Unione europea, con l'intervento del fondo «salva Stati» ESM, il quale, a sua volta, è stato rimpinguato dallo Stato italiano con un versamento di 124 miliardi di euro (prima tranche), presi a debito sui mercati finanziari e che verranno restituiti dai cittadini italiani attraverso il pagamento delle tasse attuali e di quelle future;
    l'Autorità antitrust del Brasile ha avviato un procedimento riferito alle modifiche degli accordi in essere fra i soci dell'azionista di maggioranza relativa Telco SpA (Intesa San Paolo S.p.A., Mediobanca S.p.A., società appartenenti al Gruppo Generali e Telefónica S.A.) e alle possibili conseguenze che potrebbero determinarsi Pag. 103sugli assetti del mercato brasiliano di telefonia mobile. Nell'ambito di tale procedimento l'Autorità ha adottato un parere con cui si prospetta l'applicazione a Telefónica di una sanzione pecuniaria e possibilità di una revisione dell'autorizzazione dell'operazione Telco, richiedendo se siano pervenute proposte di acquisto per la partecipazione detenuta dal Gruppo in Tim Brasil o se sono in corso contatti con potenziali acquirenti;
    Telecom Italia, in un comunicato stampa del 2 dicembre 2013, pur astenendosi dal commentare il procedimento amministrativo avviato dall'Autorità del Brasile, ha ribadito la strategicità della partecipazione in Tim Brasil e del mercato brasiliano per il Gruppo, smentendo che siano in corso contatti con potenziali acquirenti della controllata; ha altresì precisato che in Brasile i Gruppi Telecom Italia e Telefónica continuano a essere concorrenti e parti di un confronto leale, nel rigoroso rispetto delle discipline locali;
    tale recente e complesso patto ha indicato una via d'uscita per Telefónica, che rappresenta la principale azienda di telecomunicazioni spagnola, stabilendo che a determinate condizioni, non sarà obbligata ad acquisire azioni Telecom;
    lo scorso 26 settembre il Presidente della Consob Giuseppe Vegas, in audizione presso le Commissioni riunite VIII e X del Senato ha informato sui termini dell'accordo Telco del 24 settembre;
    la Commissione europea, nel 2009, aveva avviato una procedura di infrazione circa la normativa italiana in materia di golden power, giudicata troppo “intrusiva”. In particolare, la Commissione, pur riconoscendo la legittimità della previsione di poteri speciali volti a salvaguardare gli interessi vitali dello Stato, sosteneva che tale obiettivo poteva essere conseguito attraverso misure meno restrittive rispetto a quelle previste dalle disposizioni del decreto-legge n. 332 del 1994;
    il successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 giugno 2004 ha definito i criteri di esercizio dei predetti poteri speciali, stabilendo che questi dovessero essere esercitati esclusivamente al ricorrere di rilevanti e imprescindibili motivi di interesse generale, in particolare con riferimento all'ordine pubblico, alla sicurezza pubblica, alla sanità pubblica e alla difesa, in forma e misura idonee e proporzionali alla tutela di detti interessi, anche mediante l'eventuale previsione di opportuni limiti temporali, fermo restando il rispetto dei principi dell'ordinamento interno e comunitario, e tra questi in primo luogo del principio di non discriminazione;
    il Governo, allo scopo di chiudere la procedura di infrazione, ha adottato il decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 maggio 2012, n. 56, che prevede la “tutela” governativa in caso di operazioni “ostili” che portino a “una situazione eccezionale, non disciplinata dalla normativa nazionale ed europea di settore, di minaccia, di grave pregiudizio per gli interessi pubblici relativi alla sicurezza e al funzionamento delle reti e degli impianti...”, nonché, in caso di soggetti esterni all'Unione europea, la notifica dell'acquisto che porti all'assunzione del controllo della società, ai fini di salvaguardia da “grave pregiudizio agli interessi essenziali dello Stato”;
    in base al decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, i poteri speciali previsti dal precedente decreto n. 332 del 1994 continueranno a essere esercitabili, secondo i criteri definiti dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 giugno 2004, con riferimento ai singoli settori, fino all'entrata in vigore dei decreti e regolamenti relativi a ciascun settore;
    il vice-Ministro Catricalà lo scorso 25 settembre, in audizione dinanzi alle Commissioni VIII e X del Senato, ha sottolineato che il cambio di controllo “su una società di questa rilevanza comporta come necessaria conseguenza un confronto chiaro e leale tra il Governo e i soci di riferimento” in particolare “sul mantenimento dei livelli occupazionali; adeguatezza Pag. 104dei nuovi investimenti; mantenimento e miglioramento della qualità del servizio; separazione tra governance della rete e governance del servizio”;
    il vice-Ministro Catricalà ha, inoltre, evidenziato che per il Governo l'obiettivo di separazione tra governance della rete e governance del servizio resta prioritario e dovrebbe prevedere “una partecipazione significativa della Cassa Depositi e Prestiti non in funzione di sostegno o di aiuto, ma come scelta imprenditoriale in un'attività profittevole come si è finora dimostrata quella della gestione delle reti nazionali”;
    in data 30 settembre 2013 il Governo ha trasmesso al Parlamento, ai sensi dell'articolo 1, comma 1, del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 maggio 2012, n. 56, lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante modifiche al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 30 novembre 2012, n. 253, concernente il regolamento recante l'individuazione delle attività di rilevanza strategica per il sistema di difesa e sicurezza nazionale; lo schema di decreto prevede, in particolare, che “ai fini dell'esercizio dei poteri speciali di cui all'articolo 1 del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 maggio 2012, n. 56, rientrano negli attivi di rilevanza strategica nel settore delle comunicazioni le reti e gli impianti utilizzati per la fornitura dell'accesso agli utenti finali dei servizi rientranti negli obblighi del servizio universale e dei servizi a banda larga e ultralarga”;
    sono stati approvati in via preliminare dal Consiglio dei Ministri del 9 ottobre 2013 gli schemi dei regolamenti, con i quali, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, del citato decreto-legge n. 21 del 2012, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari, sono stati individuati gli attivi nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni; a norma dell'articolo 1, comma 8 del citato decreto-legge sono state definite le procedure per l'attivazione dei poteri speciali nei settori della difesa e sicurezza nazionale; a norma dell'articolo 2, comma 9, sono state definite le procedure per l'attivazione dei poteri speciali nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni;
    lo schema di regolamento che, ai sensi dell'articolo 1, comma 2 del citato decreto-legge n. 21 individua, tra gli altri, gli attivi di rilevanza strategica nel settore delle comunicazioni, è stato trasmesso alle Commissioni competenti ai fini dell'espressione del prescritto parere in data 27 novembre 2013;
    tali regolamenti, una volta emanati, attribuiranno al Governo poteri speciali sulla rete, consentendo alla Telecom obblighi di natura comportamentale, sugli investimenti o di carattere strutturale (sulla cessione della stessa rete, ad esempio), prevedendo anche il diritto di veto nel caso sia a rischio la sicurezza nazionale;
    risultano pertanto necessari interventi volti a monitorare il decreto presidenziale, che individua le procedure per l'attivazione dei poteri speciali nei settori della regolamentazione delle comunicazioni, approvati il 9 ottobre 2013, in coerenza con quanto previsto dall'ordinamento comunitario, anche in considerazione di quanto precedente esposto, al fine di garantire il controllo della rete fissa di accesso, considerata il vero asset strategico della principale azienda di telecomunicazioni nazionale;
    sulla base delle previsioni di cui alla direttiva 2009/140/CE del 25 novembre 2009 “recante modifica delle direttive 2002/21/CE che istituisce un quadro normativo comune per le reti ed i servizi di comunicazione elettronica, 2002/19/CE relativa all'accesso alle reti di comunicazione elettronica e alle risorse correlate, e all'interconnessione delle medesime e 2002/20/CE relativa alle autorizzazioni per le reti e i servizi di comunicazione elettronica”, come recepite dal codice delle comunicazioni elettroniche (decreto legislativo 1o agosto 2003, n. 259, modificato dal Pag. 105decreto legislativo 28 maggio 2012, n. 70), l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) ha avviato, anche alla luce delle linee guida sulla separazione funzionale dettate dall'Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche (BEREC), la fase preliminare di valutazione del progetto di separazione funzionale della rete di accesso presentata da Telecom Italia;
    la separazione funzionale della rete di accesso, oltre che rafforzare l'assetto concorrenziale del mercato a vantaggio dei cittadini, appare una precondizione per consentire l'ingresso di nuovi capitali nella costituenda società in grado di sostenere gli investimenti necessari per l'ammodernamento della rete ed il passaggio alla fibra ottica in linea con gli obiettivi fissati nell'Agenda digitale europea che per il 2020 richiede che il 100 per cento della popolazione italiana sia raggiunta da una connessione di almeno 30 megabit/secondo ed almeno il 50 per cento con velocità di 100 megabit/secondo. Come dimostrato dallo scoreboard sui progressi dell'Agenda digitale europea dedicato all'Italia, il nostro Paese vede una copertura della rete NGA (con velocità di connessione di almeno 30mbps) pari al 14 per cento delle abitazioni contro una media europea del 53,8 per cento mentre la penetrazione della fibra ultraveloce (ad almeno 100mbps) appare dei tutto marginale;
    Telecom Italia lo scorso 30 maggio ha reso nota l'intenzione di procedere allo scorporo della rete di accesso con la creazione di una nuova società (Opac) nella quale confluiranno attività e risorse relative allo sviluppo e alla gestione della rete di accesso passiva, sia in rame sia in fibra; la nuova società dovrebbe garantire a tutti gli operatori del mercato (operatori alternativi e la stessa Telecom Italia) l'accesso alla rete fissa, applicando il modello di parità di trattamento denominato a livello europeo di «Equivalence of Input» (EoI),

impegna il Governo:

   a pervenire, quanto prima possibile, all'approvazione definitiva dei regolamenti previsti dall'articolo 2 del decreto-legge n. 21 del 2012, con i quali sono individuati le reti e gli impianti, ivi compresi quelli necessari ad assicurare l'operatività dei servizi pubblici essenziali, i beni e i rapporti di rilevanza strategica per l'interesse nazionale nel settore delle comunicazioni e sono emanate le disposizioni attuative in materia di esercizio dei poteri speciali nel medesimo settore delle comunicazioni;
   a garantire una efficace vigilanza, in base ai poteri previsti dalla golden power, sui beni e i rapporti di rilevanza strategica per l'interesse e la sicurezza nazionale nel settore delle comunicazioni;
   ad adottare le opportune iniziative affinché siano garantiti i principi di equità e non discriminazione nell'accesso alla rete di telecomunicazioni da parte degli operatori, anche valutando l'ipotesi di costituire una società della rete la cui governance e i cui assetti siano tali da assicurare che la gestione di una risorsa strategica per il Paese sia effettuata in modo rispondente a finalità di interesse generale;
   ad assicurare piena tutela e valorizzazione dell'occupazione e del patrimonio di conoscenze e competenze di Telecom Italia;
   ad assumere tutte le iniziative di propria competenza per evitare che, anche per effetto degli assetti proprietari del Gruppo che potrebbero determinarsi, venga compromessa la dimensione internazionale del Gruppo medesimo, con particolare riferimento al controllo di Tim Brasil;
   ad avviare ogni iniziativa volta a potenziare il sistema infrastrutturale delle telecomunicazioni, all'interno del piano previsto dall'Agenda digitale, al fine di determinare le condizioni affinché il nostro Paese diventi un vero hub globale delle comunicazioni» anche in considerazione del consolidamento del mercato europeo, ormai inevitabile».

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  Paolo Nicolò ROMANO (M5S) dichiara, a nome del proprio gruppo, di non associarsi alla proposta di testo illustrata dalla collega Bruno Bossio. Evidenzia altresì il rischio che la Commissione vada ad approvare atti di indirizzo privi di una concreta efficacia e, in definitiva, inutili.

  Il viceministro Antonio CATRICALÀ, con riferimento alla proposta di testo unificato presentata unitariamente dagli onorevoli Bruno Bossio e Biasotti, accoglie tutti gli impegni del dispositivo, salvo il quinto, per il quale richiede che venga riformulato sopprimendo le parole «con particolare riferimento a controllo di Tim Brasil». Osserva infatti che di tratta di società quotate in Borsa, per le quali il Governo non può assumere impegni relativi a decisione societarie specificamente individuate. Osserva altresì che sussiste ancora una grande incertezza sugli scenari che potranno determinarsi, per cui indicazioni così puntuali rischiano di essere superate dall'evoluzione dei fatti.

  Vincenza BRUNO BOSSIO (PD) rileva che l'impegno richiesto nella risoluzione trae spunto dalla procedura avviata dall'autorità di regolazione brasiliana che imporrebbe a Telefonica, nel caso in cui assuma il controllo di Telecom Italia, la vendita di una delle due società di telefonia mobile detenute in Brasile. Ricorda altresì che Telecom ha smentito l'ipotesi di una cessione di Tim Brasil, che è rimasto l'unico asset internazionale del Gruppo. Con queste precisazioni accoglie la riformulazione proposta dal rappresentante del Governo.

  Sandro BIASOTTI (FI-PdL) accoglie la riformulazione proposta dal viceministro. Ricorda che nel corso dell'audizione dell'amministratore delegato del Gruppo Telecom Italia, con la quale sono state chiarite molte questioni, è stata ribadita la rilevanza della società Tim Brasil, che costituisce un'attività core dell'azienda, a differenza di Tim Argentina. Invita il Governo a fare una riflessione più generale sulla possibilità che viene data ad una società straniera di controllare il Gruppo Telecom con un impegno finanziario del tutto esiguo. Ritiene pertanto che dovrebbero essere messe in atto tutte le opportune iniziative affinché il controllo del Gruppo Telecom possa rimanere in mani italiane.

  Il viceministro Antonio CATRICALÀ, in relazione alla risoluzione 7-00146 Romano, accoglie i primi tre impegni, accoglie il quarto impegno a condizione che venga riformulato sostituendo le parole «risorse proprie» con «quelle risorse», in modo che risulti chiaro che si chiede il non utilizzo dei finanziamento del Fondo «salva Stati»; accoglie infine il quinto impegno, a condizione che venga riformulato nei termini di cui al testo della proposta di risoluzione unificata degli onorevoli Bruno Bossio e Biasotti.

  Paolo Nicolò ROMANO (M5S), pur esprimendo soddisfazione per l'accoglimento di ampia parte degli impegni contenuti nella propria proposta di risoluzione, ribadisce che, a giudizio del proprio gruppo, si tratta di atti di indirizzo privi di effettiva utilità. Evidenzia come il Senato abbia approvato mozioni con le quali si richiedeva di introdurre con la massima urgenza, anche attraverso l'adozione di un decreto-legge, necessarie modifiche al testo unico della finanza (TUF), in modo da rafforzare i poteri di vigilanza della Consob nell'accertamento di situazioni di controllo di fatto di singoli soci e di aggiungere alla soglia fissa del 30 per cento, già prevista per l'Opa obbligatoria, una seconda soglia legata all'accertata situazione di controllo di fatto. Sottolinea come il Governo non abbia dato alcun seguito a questi impegni. Invita la Commissione a valutare l'opportunità di non procedere alla votazione degli atti di indirizzo in discussione, fino a quando non verrà adottato il provvedimento richiesto nelle citate mozioni.

  Martina NARDI (SEL) nel fare presente che i due testi delle proposte di risoluzione, quello unificato presentato dai colleghi Pag. 107Bruno Bossio e Biasotti e quello presentato dal collega Romano sono assai simili, evidenzia l'esigenza di un approfondimento sulla questione dello scorporo della rete. Rileva infatti che a seguito delle audizioni che si sono svolte presso la Commissione e in particolare quella dei sindacati dei dipendenti del Gruppo, sono emerse perplessità sull'efficacia di una simile soluzione, che originariamente il proprio gruppo appoggiava. Per questo motivo il proprio gruppo non ha sottoscritto la proposta di risoluzione dell'onorevole Bruno Bossio e, qualora fossero mosse in votazione separatamente, non potrebbe che astenersi su entrambi gli atti di indirizzo. Fa presente, al riguardo, che il proprio gruppo ha presentato una mozione che, più in generale, tratta la questione delle crisi aziendali, con riferimento anche al Gruppo Telecom.

  Il viceministro Antonio CATRICALÀ, in considerazione delle osservazioni dell'onorevole Nardi, propone che, nell'ipotesi di un testo unificato di tutte le risoluzioni in discussione, l'impegno relativo alla costituzione di una società della rete, contenuto nella proposta di risoluzione unitaria dei deputati Bruno Bossio e Biasotti, e quello relativo allo scorporo della rete, contenuto nella proposta di risoluzione dell'onorevole Romano, sia formulato nei seguenti termini: «ad adottare le iniziative consentite affinché siano garantiti i principi di equità e non discriminazione nell'accesso alla rete di telecomunicazioni da parte degli operatori, e, nel caso in cui si proceda alla costituzione di una società della rete, affinché la governance e gli assetti siano tali da assicurare che la gestione di una risorsa strategica per il Paese sia effettuata in modo rispondente a finalità di interesse generale».

  Vincenza BRUNO BOSSIO (PD) invita il collega Romano ad aderire ad una proposta di risoluzione che unifichi tutti gli atti di indirizzo in discussione. Osserva infatti che l'impegno relativo al non utilizzo dei finanziamenti del fondo «salva Stati», una volta superate le perplessità del Governo, può essere inserito nel testo unitario. Per quanto riguarda la questione dello scorporo della rete ritiene che la formulazione proposta dal Governo possa essere condivisa, considerato anche il fatto che tiene conto dei motivi di perplessità emersi nel corso delle audizioni. Osserva che in tal modo la Commissione approverebbe un testo condiviso da tutti i gruppi, rilevando in proposito che il testo inizialmente presentato a propria prima firma era già stato sottoscritto anche dai colleghi del gruppo Scelta civica per l'Italia.

  Sandro BIASOTTI (FI-PdL) condivide la formulazione proposta dal Governo dell'impegno del dispositivo concernente l'ipotesi di costituzione di una società della rete.

  Paolo Nicolò ROMANO (M5S) dichiara a nome del proprio gruppo di aderire alla proposta di testo unificato di tutte le risoluzioni in discussione, in cui sia inserito l'impegno relativo al non utilizzo dei finanziamenti del fondo «salva Stati», come riformulato, e l'impegno relativo allo scorporo della rete sia formulato nei termini da ultimo proposti dal rappresentante del Governo.

  Vincenza BRUNO BOSSIO (PD) propone, anche a nome dei colleghi Biasotti e Romano, un testo unificato di tutte le risoluzioni in discussione, come emerso dagli interventi nel dibattito e dalle proposte di formulazione del rappresentante del Governo (vedi allegato).

  Il viceministro Antonio CATRICALÀ esprime il proprio assenso sulla proposta di testo unificato delle risoluzioni in discussione, formulato nei termini indicati dall'onorevole Bruno Bossio.

  Michele Pompeo META, presidente, pone in votazione la proposta di testo unificato delle risoluzioni in discussione, come da ultimo formulata (vedi allegato).

  La Commissione approva il testo unificato delle proposte di risoluzione Pag. 1087-00120 Bruno Bossio, 7-00124 Biasotti e 7-00146 Romano Paolo Nicolò (vedi allegato), che assume il numero 8-00029.

  La seduta termina alle 14.40.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 4 dicembre 2013. — Presidenza del presidente Michele Pompeo META. — Interviene il viceministro per lo sviluppo economico Antonio Catricalà.

  La seduta comincia alle 14.45.

Proposta di nomina di Rodolfo Giampieri a presidente dell'Autorità portuale di Ancona.
Nomina n. 16.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame della proposta di nomina in oggetto.

  Michele Pompeo META, presidente, propone, se non vi sono obiezioni, che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  Così rimane stabilito.

  Michele Pompeo META, presidente, dà quindi conto delle sostituzioni effettuate.

  La Commissione procede alla votazione per scrutinio segreto sulla proposta di parere favorevole del relatore.

  Michele Pompeo META, presidente, comunica il risultato della votazione:

   Presenti  38   
   Votanti  38   
   Maggioranza  20   
    Hanno votato  37    
    Hanno votato no  1    
  (La Commissione approva).

  Michele Pompeo META, presidente, avverte che comunicherà il parere favorevole testé espresso alla Presidenza della Camera, ai fini della trasmissione al Governo.

  Hanno partecipato alla votazione: Bergamini, Bianchi Nicola, Biasotti, Bonaccorsi, Brandolin, Bruno Bossio, Burtone in sostituzione di Cardinale, Carella, Castricone, Catalano, Coppola, Crivellari, Culotta, De Lorenzis, Dell'Orco, Ferro, Gandolfi, Garofalo, Iannuzzi Cristian, Liuzzi, Martino Pierdomenico, Mauri, Meta, Mognato, Mura, Nardi, Oliaro, Pagani, Carrescia in sostituzione di Paolucci, Piso, Quaranta, Ragosta, Romano Paolo Nicolò, Rotta, Squeri, Tullo, Vecchio e Velo.

  La seduta termina alle 15.10

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 4 dicembre 2013. — Presidenza del presidente Michele Pompeo META. — Interviene il viceministro per lo sviluppo economico Antonio Catricalà.

  La seduta comincia alle 15.10.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2014).
(C. 1865 Governo, approvato dal Senato).

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016 (C. 1866 Governo, approvato dal Senato) e relativa nota di variazioni (C. 1866-bis Governo, approvato dal Senato).
Tabella n. 3: Stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016 (limitatamente alle parti di competenza).

Pag. 109

Tabella n. 10: Stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016 (limitatamente alle parti di competenza).
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti, rinviato nella seduta di martedì 3 dicembre.

  Stefano QUARANTA (SEL), prima di passare agli aspetti di più stretta competenza della Commissione, ritiene necessario esprimere un forte disappunto sul disegno di legge di stabilità presentato dal Governo Letta, che si pone molto al di sotto delle aspettative seppur minime che gli italiani avevano riguardo ad un intervento di sviluppo e di crescita. Fugando qualsiasi atteggiamento di tipo pregiudiziale e basandosi sulla puntuale analisi degli interventi contenuti nella manovra finanziaria in esame, ricorda che dal 2007 si è ridotta del 9 per cento la produzione di beni e servizi, la disoccupazione è pressoché raddoppiata, il Pil è ai livelli del 1997 e la riduzione della domanda interna non ha precedenti in tempi di pace. Osserva che l'unica nota positiva è rappresentata dall'aumento delle esportazioni, mentre si è registrato un crollo della produzione industriale del 24 per cento, con punte, in alcuni settore, anche del 40 per cento. Fa presente che le imprese hanno serie difficoltà a farsi accordare dei prestiti bancari, come dimostrano i dati Istat dai quali emerge che circa il 12 per cento delle aziende che chiede prestiti non riesce a ottenerli. Rileva che il cuore della manovra finanziaria è rappresentato dal cuneo fiscale, che tuttavia è di entità talmente modesta da non poter rappresentare una via di uscita rispetto alla crisi. Rammenta che le misure previste nel disegno di legge di stabilità ricalcano quelle adottate nel passato, ossia tagli alla spesa, dismissioni, blocco della contrattazione e del turnover nel pubblico impiego, e rileva che non c’è stato alcuno sforzo da parte del Governo nel prevedere misure diverse e più organiche. Sottolinea che la previsione di una riduzione della pressione fiscale di un punto percentuale in tre anni si colloca in uno scenario che ha visto passare l'Iva dal 20 al 21 per cento. Rileva che manca nel disegno di legge una politica del lavoro e, in particolare, una politica per la domanda di lavoro che dovrebbe essere al centro della manovra finanziaria più che quella relativa all'offerta di lavoro che viene attuata attraverso misure inadeguate ed inefficaci. Ritiene invece che avrebbero dovuto essere adottate misure per il recupero del territorio, per l'innovazione tecnologica e che la manovra finanziaria non avrebbe dovuto essere predisposta tenendo conto solo del vincolo posto dall'Europa di mantenere il deficit al di sotto del 3 per cento del Pil. Nel ritenere che questo atteggiamento, a suo giudizio miope, metta in seria crisi l'Europa e l'euro, esprime il proprio disappunto in quanto, a suo giudizio, la manovra finanziaria del Paese è in primo luogo vagliata dalla Commissione europea e solo in seconda battuta dal Parlamento italiano. Osserva che, a suo giudizio, l'austerità procede di pari passo con una vera e propria crisi della democrazia nel Paese. Quanto al disegno di legge di bilancio, esprime la propria contrarietà alle riduzioni effettuate nel settore delle comunicazioni e all'esiguità di risorse per l'attuazione dell'Agenda digitale, sulla quale i Paesi in via di sviluppo e in forte crescita stanno giustamente concentrando i propri investimenti. Sottolinea inoltre l'incoerenza delle riduzioni operate sulla mobilità e sulla logistica, a fronte di stanziamenti assai elevati per la Tav, che costituisce a suo avviso un'opera non condivisibile ma che, qualora lo fosse, non sarebbe da attuare in un momento di forte crisi per il Paese, essendo preferibile in tali situazioni effettuare investimenti che diano un riscontro economico più veloce e che siano in grado di dare al Paese una possibilità reale di uscita dalla crisi. Osserva che anche nel settore dell'autotrasporto si è scelto di Pag. 110proseguire sulla strada dei sussidi pubblici, che non possono risolvere le numerose questioni problematiche che affiggono tale comparto.
  Pur apprezzando lo sforzo del relatore nel presentare i contenuti dei disegni di legge in esame, considera la manovra finanziaria del Governo deludente e priva di misure adeguate allo sviluppo e alla crescita del Paese e preannuncia pertanto il voto contrario del proprio gruppo.

  Mirella LIUZZI (M5S) osserva che il disegno di legge di stabilità e di bilancio presenta numerosi disposizioni che suscitano perplessità. Ricorda innanzitutto che rimangono insufficienti i finanziamenti destinati al contratto di programma con RFI-parte servizi.
  Segnala la previsione, di cui al comma 51, con la quale si revocano i finanziamenti relativi ad opere non individuate per destinarli prioritariamente ad un'opera specifica, come la metrotranvia di Padova, vale a dire della città del Ministro dello sviluppo economico.
  Dichiara di essere sinceramente stupita dalle previsione del comma 53 che sembrano trasferire al bilancio dello Stato risorse spettanti alla società di gestione dell'aeroporto di Trapani, per poi ridestinarle allo sviluppo dell'aeroporto. Osserva come la stessa formulazione della disposizione risulti incomprensibile e sfuggano assolutamente le finalità che si intendono perseguire.
  Segnala altresì che il comma 58, nel ripristinare i circa 20 milioni di euro che erano stati sottratti al piano nazionale della banda larga, opera un intervento finanziario del tutto insufficiente. In proposito preannuncia che il proprio gruppo intende presentare un emendamento con cui sono recuperate risorse da destinare al completamento del piano della banda larga.

  Paolo COPPOLA (PD) richiama l'attenzione da parte della Commissione sugli allegati delle tabelle del bilancio dello Stato. Segnala in particolare come dalla lettura di tali allegati emerga una individuazione del tutto insoddisfacente degli obiettivi e dei relativi indicatori. Con riferimento alla tabella n. 3, recante lo stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, segnala come non sia indicato se il gran numero degli obiettivi relativi al settore delle telecomunicazioni, quali gli obiettivi n. 310, 311, 313, 314, 315, 316, 317 e 327 debbano ritenersi strategici o meno.
  Con riferimento alla tabella n. 10 recante lo stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, rileva che una lettura attenta degli indicatori di obiettivo lascia sconcertati. Segnala che con riferimento all'obiettivo n. 132, concernente il monitoraggio su ANAS e sui soggetti gestori di strade, gli indicatori sono individuati nella presentazione della relazione semestrale, nei decreti trasmessi alla firma del Ministro e nell'esame dei verbali dei consigli di amministrazione e dei collegi sindacali dei soggetti vigilati. Sottolinea che si tratta di meri adempimenti e non di indicatori idonei a valutare il raggiungimento delle priorità perseguite. Segnala altresì come l'atteggiamento, per il quale l'attività dei ministeri si riduce alla mera attuazione di adempimenti per lo più formali, abbia portato all'evidente scadimento qualitativo di tale attività.
  La stessa osservazione può essere effettuata per numerosi altri obiettivi. Tra questi segnala in primo luogo l'obiettivo n. 90 che ha per oggetto la disponibilità dei servizi informatici per gli utenti dell'amministrazione e lo sviluppo di nuovi strumenti per l’office automation, rilevando che in questo caso gli indicatori sono individuati nei contratti stipulati, nella gestione e implementazione del sito internet, nella gestione e manutenzione delle reti. Segnala quindi l'obiettivo n. 113, relativo alla ricerca scientifica nel settore dei trasporti, per il quale sono stanziati soltanto 42 mila euro, una cifra del tutto irrisoria. Osserva che anche per altri obiettivi sono previsti stanziamenti totalmente inadeguati, che si potrebbe perfino valutare di sopprimere. Con riferimento all'obiettivo n. 119, che ha per Pag. 111oggetto la ripartizione di fondi, si può rilevare che la scheda non offre una descrizione completa dell'obiettivo e l'unico indicatore di risultato individuato consiste nel decreto di ripartizione del fondo.
  In conclusione ribadisce che da un'analisi delle schede obiettivo emerge un'impostazione del lavoro del ministero che è profondamente inadeguata e che deve essere radicalmente modificata, se l'amministrazione e lo Stato deve dare un contributo utile alla ripresa e alla crescita del Paese.

  Michele Pompeo META, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.35.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è svolto dalle 15.35 alle 15.40.

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