CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 4 dicembre 2013
134.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
Pag. 60

RELAZIONI AL PARLAMENTO

  Mercoledì 4 dicembre 2013. — Presidenza del presidente Francesco BOCCIA. — Interviene il viceministro dell'economia e delle finanze Stefano Fassina.

  La seduta comincia alle 9.25.

Programma di lavoro recante gli obiettivi e gli indirizzi metodologici dell'attività di revisione della spesa pubblica per il periodo novembre 2014-ottobre 2016.
Doc. XXVII, n. 5.

(Seguito esame ai sensi dell'articolo 124, comma 2, del regolamento e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del Programma di lavoro, rinviato da ultimo nella seduta del 27 novembre 2013.

  Luigi BOBBA (PD), relatore, premette di aver elaborato una proposta di risoluzione volta a recepire le istanze e le esigenze emerse nel corso della seduta precedente. Passa quindi ad illustrare la proposta di risoluzione (vedi allegato 1).

  Il viceministro Stefano FASSINA ringrazia la Commissione per l'egregio lavoro svolto e sintetizzato nella proposta di risoluzione, ritenendo che essa individui e focalizzi compiutamente gli obiettivi da perseguire in materia di revisione della Pag. 61spesa e di destinazione delle risorse in tal modo conseguite. Tuttavia ritiene di poter suggerire delle integrazioni per meglio contestualizzare il lavoro sulla spending review, anche alla luce del lavoro già svolto in merito dal Governo.
  In particolare, per quanto riguarda le premesse, si potrebbe evidenziare che la spesa primaria corrente italiana è tra le più basse dell'Eurozona sia in termini pro-capite che in rapporto al PIL e che la spesa pubblica primaria in termini nominali è, per la prima volta nella storia della Repubblica, diminuita nel triennio 2010-2012. Inoltre, bisogna considerare che le previsioni di spesa a legislazione vigente escludono completamente, dal 2015, finanziamenti al 5 per mille, alla non-autosufficienza, alle politiche sociali, in particolare per il contrasto alla povertà, alla cassa integrazione in deroga, alle agevolazioni fiscali all'autotrasporto, al servizio civile, agli obblighi derivanti da sentenze della Corte Costituzionale, alla salvaguardia degli «esodati», e che tali voci di spesa, che ogni anno ammontano alla non trascurabile cifra di circa 4 miliardi, hanno bisogno di un apposito rifinanziamento e quindi di una copertura finanziaria aggiuntiva. Peraltro, le previsioni di spesa a legislazione vigente includono ipotesi estreme per alcuni rilevanti comparti, come il pubblico impiego, per il quale, in via permanente, è escluso ogni rinnovo contrattuale, assente l'indennità di vacanza contrattuale e considerato un turn-over molto limitato, o come la scuola pubblica o le pensioni, per le quali, anche per importi non elevati, l'indicizzazione ai prezzi è esclusa o parziale.
  In considerazione di ciò, ritiene che nel dispositivo andrebbe precisato che gli obiettivi di risparmio programmati con riferimento alla revisione della spesa da indicare nel Documento di economia e finanza (DEF) e i relativi risparmi di spesa da destinare, unitamente alle risorse derivanti dalla lotta all'evasione fiscale, alla riduzione del cuneo fiscale, debbano essere considerate al netto delle risorse da dedicare a programmi non finanziati (ad esempio sul versante delle politiche sociali) o sottofinanziati (ad esempio la cassa integrazione in deroga, la scuola pubblica e il pubblico impiego).
  Auspica quindi di aver dato un contributo informativo e operativo utile per la formulazione della risoluzione, che potrebbe indubbiamente rappresentare uno strumento efficace per individuare i settori prioritari a cui destinare le risorse rivenienti dal processo di revisione della spesa.

  Angelo RUGHETTI (PD) esprime soddisfazione per la proposta di risoluzione illustrata dal relatore, con particolare riguardo all'attenzione posta ai rapporti tra Governo e Parlamento in ordine alla definizione del programma di revisione della spesa. Ritiene tuttavia opportuno inserire un riferimento esplicito alla questione dei costi e dei fabbisogni standard degli enti locali, mediante una più precisa individuazione delle funzioni da considerare oggetto di valutazione. Con riferimento inoltre all'ultimo capoverso del punto 3) della parte dispositiva della proposta di risoluzione, ritiene opportuno che parte delle risorse derivanti dall'attività di revisione della spesa realizzata dagli enti territoriali vengano destinate al finanziamento del fondo perequativo di cui all'articolo 13 della legge n. 42 del 2009 sul federalismo fiscale.

  Generoso MELILLA (SEL), nel condividere l'impianto complessivo della proposta di risoluzione illustrata dal relatore, ritiene tuttavia che alcune questioni meritino un ulteriore approfondimento. A tal fine, comunica di aver già presentato, a nome del proprio gruppo, una risoluzione alternativa, manifestando tuttavia disponibilità al ritiro della stessa qualora nel seguito del dibattito dovessero trovare recepimento le considerazioni che si appresta ad illustrare. In particolare, considerando che si intende perseguire un obiettivo ambizioso di revisione della spesa, pari a 32 miliardi nel solo triennio 2014-2016, ritiene necessario rafforzare il ruolo del Parlamento, prevedendo la presentazione da parte del Governo, oltre Pag. 62che della relazione annuale del Commissario già indicata nella proposta di risoluzione, anche di una ulteriore relazione da presentare nel corso dell'anno. In secondo luogo, ritiene opportuno che i risparmi derivanti dal processo di revisione della spesa non vengano destinati esclusivamente alla riduzione del cuneo fiscale e della tassazione sul lavoro, ma anche alla piena tutela e salvaguardia dello Stato sociale nella sua universalità. Al riguardo, infatti, osserva come sia necessario salvaguardare non solo la parte attiva della popolazione, ma anche coloro che risultino privi di occupazione e quindi fiscalmente incapienti, mediante l'introduzione di misure di carattere sociale, tra cui, ad esempio, forme di reddito minimo garantito. Infine precisa di aver ben chiaro che l'introduzione di istituti quali il reddito di cittadinanza richiede l'impiego di risorse ben superiori a quelle che potrebbero ottenersi ed essere disponibili a seguito della spending review, tuttavia sarebbe opportuno dare una indicazione di priorità politica non dimenticando nell'atto di indirizzo anche le esigenze di tutela del welfare.

  Rocco PALESE (FI-PdL) ritiene che il Parlamento abbia già svolto un proficuo lavoro con l'approvazione della norma istitutiva del Commissario straordinario. Con riferimento alle premesse contenute nella proposta di risoluzione, osserva come sia necessario esplicitare con forza l'impegno, da parte di tutti i soggetti istituzionali coinvolti nel processo di revisione della spesa, a conseguire pienamente gli obiettivi indicati nel programma di lavoro del Commissario, determinando le condizioni più favorevoli al loro raggiungimento. Segnala altresì la necessità di operare un più incisivo riferimento alla ricognizione delle norme già vigenti in materia di revisione della spesa pubblica, di fatto rimaste inattuate, che non sembrano allo stato avere determinato significativi effetti in termini di risparmio, come, ad esempio, quelle in materia di soppressione degli enti inutili e di riduzione degli organici dirigenziali delle pubbliche amministrazioni, di cui al decreto-legge n. 95 del 2012. Con riguardo al comparto sanitario, auspica invece un più esplicito riferimento alla questione relativa all'acquisto di beni e di servizi. Rileva infine l'opportunità di rafforzare l'impianto sanzionatorio nei confronti degli enti locali eventualmente inadempienti, prevedendo anche interventi di tipo sostitutivo.

  Francesco BOCCIA, presidente, in ragione dell'imminente inizio delle votazioni in Assemblea, rinvia il seguito dell'esame alla seduta pomeridiana.

  La seduta termina alle 9.50.

RELAZIONI AL PARLAMENTO

  Mercoledì 4 dicembre 2013. — Presidenza del presidente Francesco BOCCIA. — Interviene il viceministro dell'economia e delle finanze Stefano Fassina.

  La seduta comincia alle 14.35.

Programma di lavoro recante gli obiettivi e gli indirizzi metodologici dell'attività di revisione della spesa pubblica per il periodo novembre 2014-ottobre 2016.
Doc. XXVII, n. 5.

(Seguito esame ai sensi dell'articolo 124, comma 2, del regolamento e conclusione – Approvazione della risoluzione 8-00030).

  La Commissione prosegue l'esame del Programma di lavoro, rinviato da ultimo nella seduta antimeridiana della giornata odierna.

  Francesco BOCCIA, presidente, avverte che è stato richiesto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sia assicurata anche mediante trasmissione tramite impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Pag. 63

  Andrea ROMANO (SCpI), nell'esprimere apprezzamento per il lavoro svolto dal relatore, sottolinea come la destinazione dei risparmi derivanti dalla revisione della spesa alla riduzione del cuneo fiscale rappresenti una rilevante novità politica, anche in vista dell'approvazione della prossima legge di stabilità. In relazione al contenuto della proposta di risoluzione propone, al punto 2), primo capoverso, della parte dispositiva, di omettere l'inciso che fa riferimento alla «eliminazione di sprechi», dal momento che lo stesso, a suo parere, appare troppo generico e di fatto depotenzia le scelte politiche effettuate dalla Commissione. Con riferimento al primo capoverso del punto 3) della parte dispositiva, propone che venga fatto specifico riferimento alla legge di stabilità per l'anno 2014, procedendo ad una precisa quantificazione delle risorse derivanti dal processo di spending review. Rileva altresì la necessità di specificare che le risorse in questione siano destinate non solo alla riduzione delle imposte sulle persone fisiche, vale a dire dell'IRPEF, ma anche sulle imprese e sulla produzione.

  Laura CASTELLI (M5S) rappresenta, preliminarmente, la necessità che sia coinvolto nel procedimento di revisione della spesa pubblica anche l'altro ramo del Parlamento. Osserva inoltre come vada individuata una linea politica di intervento chiara e netta, che richiede il pieno coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali. Ritiene condivisibile l'obiettivo di dare luogo all'attuazione della disciplina vigente in materia di costi e fabbisogni standard già a decorrere dal 2014 e concorda con i colleghi del gruppo SEL in merito all'opportunità che il Parlamento monitori periodicamente l'attività del Commissario straordinario attraverso la presentazione di una relazione infra-annuale, cui dovrà essere conferita adeguata pubblicità. Sottolinea, inoltre, la necessità di dare piena attuazione alle norme che prevedono la soppressione di enti ed organismi inutili, ricordando al riguardo che sono state presentate dai deputati del suo gruppo, in occasione dell'esame di precedenti provvedimenti, proposte emendative che non sono però state approvate. Quanto alla destinazione delle risorse derivanti dall'attività di revisione della spesa pubblica, osserva come vadano evitate soluzioni precipitose e come, in relazione a tale aspetto, vada effettuata una più approfondita riflessione. Nel richiamare infine l'intervento del collega Melilla, fa presente che tali risorse dovrebbero essere destinate prioritariamente alla salvaguardia dei servizi a carattere sociale.

  Giampaolo GALLI (PD) osserva come il complessivo impianto dell'atto di indirizzo, nella versione proposta dal relatore, appaia eccessivamente debole rispetto alle aspettative dell'opinione pubblica in merito alla riduzione della pressione fiscale e alla eliminazione degli sprechi e delle inefficienze della pubblica amministrazione. Rileva, infatti, che la proposta di risoluzione contempla una serie di limiti che, di fatto, rallentano e depotenziano l'attività del Commissario straordinario, soffermandosi, in particolare, sull'introduzione dei cosiddetti indicatori di performance, la cui definizione richiederebbe tempi eccessivamente lunghi e sulle periodiche relazioni che il Commissario straordinario dovrà presentare al Parlamento nel corso del processo di revisione della spesa. Esprime inoltre perplessità in merito al coinvolgimento nel processo di spending review dell'apparato amministrativo pubblico, cui pure si fa riferimento nella proposta di risoluzione, che rischia di bloccare in concreto tale processo. Evidenzia quindi come tale proposta non sia effettivamente idonea a restituire credibilità alla classe politica e a rilanciare l'attività di governo.

  Maino MARCHI (PD), nel ringraziare il relatore per il lavoro svolto, osserva come sia di fondamentale importanza approvare un atto di indirizzo, auspicalmente condiviso, prima di iniziare l'esame della legge di stabilità per l'anno 2014. Rileva come il documento proposto dal relatore abbia pienamente colto lo spirito del dibattito Pag. 64testé svoltosi in Commissione, dal momento che il processo di spending review richiede non solo la soluzione di questioni a carattere tecnico, ma anche e soprattutto scelte di natura politica, che implicano la necessaria collaborazione di tutti i soggetti istituzionali interessati, vale a dire del Parlamento, del Governo, e delle pubbliche amministrazioni coinvolte. Ritiene infatti che tale processo non possa prescindere dal coinvolgimento degli apparati amministrativi pubblici e del relativo personale. Nel precisare che nessun settore della spesa pubblica, ivi compreso quello della sanità, può ritenersi escluso dal processo di revisione, osserva come, nel documento proposto, siano stati individuati dei giusti criteri allo scopo di rendere più efficiente la spesa stessa, potendo le risorse derivanti dalla spending review essere o reinvestite negli stessi settori fatti oggetto di intervento oppure destinate ad altri obiettivi. Con riferimento alla necessità di quantificare le risorse derivanti dal processo di revisione della spesa pubblica, rileva come tale quantificazione possa essere effettuata nell'ambito del Documento di economia e finanza.

  Luigi BOBBA (PD), relatore, rileva come l'approvazione dell'atto di indirizzo proposto costituisca una novità oggettiva rispetto al passato, dal momento che lo stesso prevede la piena corresponsabilità ed il coinvolgimento del Parlamento nel processo di revisione della spesa pubblica. Puntualizza che la risoluzione prevede di utilizzare le risorse rivenienti dalla revisione della spesa già a partire dal 2014, ossia dalla legge di stabilità 2014. A tal proposito evidenzia che la legge di stabilità prevede una riduzione della spesa pubblica pari a 24 miliardi di euro nel triennio 2015-2017, mentre il documento del Commissario prevede una riduzione di 32 miliardi di euro da riferire al triennio 2014-2016, e che, pur essendo tali obiettivi già considerevoli, ci sarebbero spazi per reperire ulteriori risorse. Sottolinea che i vincoli posti nella risoluzione garantiscono che la spesa sociale non sia intaccata, al contrario di quanto avvenuto in passato con i tagli lineari. Quindi lo scopo della revisione della spesa dovrebbe essere quello di una maggiore efficienza, salvaguardando gli ambiti più rilevanti della spesa sociale quali quelli della lotta alla povertà e degli ammortizzatori sociali. Tiene inoltre a precisare che i meccanismi premiali previsti per la partecipazione degli enti territoriali alla spending review sono volti ad ottenere un effetto convergente di tutti gli attori coinvolti a livello nazionale. Infine ritiene che il raggiungimento dell'obiettivo illustrato dal Commissario, di 32 miliardi di euro nel triennio 2014-2016 già rappresenterebbe un risultato di tutto rilievo se confrontato agli scarsi risultati degli anni precedenti. Propone pertanto una nuova formulazione della risoluzione (vedi allegato 2).

  Il Viceministro Stefano FASSINA fa presente, preliminarmente, che gli obiettivi di riduzione della spesa pubblica potranno essere individuati dal Governo e dal Parlamento in occasione dell'approvazione del Documento di economia e finanza pubblica. Al riguardo, sottolinea come il Governo sia disponibile ad accogliere eventuali suggerimenti e richieste di modifica. Rileva inoltre come il processo di revisione della spesa non implichi tagli di tipo lineare, ma piuttosto un'attività di analisi della spesa stessa funzionale alla sua riqualificazione. Fa presente infine che è necessario impiegare una parte delle risorse anche per far fronte a spese non finanziate a legislazione vigente, quali, ad esempio, quelle relative alle missioni internazionali e quelle concernenti gli strumenti di contrasto alla povertà. Osserva quindi come l'atto di indirizzo proposto dal relatore descriva un quadro realistico degli interventi da effettuare e che vi siano le condizioni per esprimere su di esso un parere favorevole.

  Laura CASTELLI (M5S) rileva come l'attività di revisione della spesa, come prospettata dal Commissario straordinario nel suo programma di lavoro, implichi necessariamente l'effettuazione di meri tagli, e non un'attività di riqualificazione Pag. 65della spesa pubblica, come testé affermato dal Viceministro Fassina. Ritiene inoltre prematuro che siano previsti vincoli di destinazione delle risorse derivanti da tale processo già nell'ambito della prossima legge di stabilità.

  Andrea ROMANO (SCpI) ribadisce la necessità che, nella parte dispositiva dell'atto di indirizzo proposto dal relatore, sia fatto esplicito riferimento alla destinazione delle risorse derivanti dalla spending review anche alla riduzione della pressione fiscale gravante sulle imprese.

  Francesco BOCCIA, presidente, ricorda che il coinvolgimento del Parlamento nel processo di revisione della spesa pubblica risponde ad una precisa esigenza politica, emersa nel corso del dibattito svoltosi in Commissione. Quanto al riferimento, nella parte dispositiva dell'atto di indirizzo proposto dal relatore, all'introduzione degli indicatori di performance e all'adozione di iniziative di open government all'interno delle pubbliche amministrazioni, evidenzia come tale riferimento, testé contestato dall'onorevoli Galli, sia stato inserito allo scopo di recepire le proposte formulate dall'onorevole Cariello del gruppo M5S. Sottolinea pertanto che la proposta formulata dal relatore costituisce il risultato di un proficuo lavoro di mediazione tra i vari gruppi parlamentari presenti in Commissione.

  Luigi BOBBA (PD), relatore, ritiene di poter recepire quanto osservato dal deputato Andrea Romano, precisando al punto 3) che i risparmi di spesa derivanti dalla spending review, unitamente alle risorse rivenienti dalla lotta all'evasione fiscale, siano destinati alla riduzione del cuneo fiscale a vantaggio non solamente dei lavoratori, ma anche delle imprese.

  Massimo Enrico CORSARO (FdI) ritiene surreale la discussione che si sta conducendo nella sede odierna. Al riguardo osserva che il Parlamento e il Governo dovrebbero occuparsi di questioni stringenti quali il debito pubblico, che ormai ha sforato i 2 mila miliardi di euro, una spesa pubblica che si attesta a circa 830 miliardi di euro, le difficoltà di contenimento del disavanzo pubblico. Invece si parla di una questione non nuova, come la spending review, come se si affrontasse il problema per la prima volta, mentre, già da quando, nel 2008, è iniziata la crisi finanziaria e poi quella dei debiti sovrani, in seguito diventata anche crisi politica, si è cominciato ad interrogarsi su come contenere la spesa pubblica, anche in considerazione dei vincoli capestro assunti in sede europea. La situazione appare ancora più complicata, se si considera il differenziale dei tassi di interesse pagati sul debito pubblico non paragonabile a quello dei maggiori competitori europei e, più in generale, internazionali.
  Ricorda che negli ultimi anni sono stati assunti impegni roboanti sul piano della riduzione della spesa pubblica con mozioni, provvedimenti legislativi e altri strumenti normativi che spesso sono rimasti solamente sulla carta, come l'esternalizzazione dei servizi svolti da aziende pubbliche soprattutto locali (se ne contano circa 8 mila). In altri casi, sono stati previsti tagli lineari, come il taglio dei trasferimenti agli enti locali che hanno determinato un aumento esponenziale dell'imposizione fiscale locale, pena l'impossibilità di svolgere determinati servizi anche essenziali.
  Ricorda inoltre che, a dispetto dell'esigenza di ridurre il livello della spesa pubblica, anche a seguito dell'entrata in vigore del nuovo titolo V della Costituzione, la spesa regionale, per esempio nel settore sanitario, è esplosa senza una corrispondente riduzione della spesa a livello centrale.
  Rammenta inoltre che, nella scorsa legislatura, la Commissione parlamentare per il federalismo fiscale ha approvato strumenti di indirizzo e legislativi per la razionalizzazione della spesa, per esempio in materia di costi standard, ma ciò non ha prodotto risultati rilevanti sul piano del contenimento della spesa.Pag. 66
  Inoltre, osserva che si è pensato di ricorrere, come extrema ratio, per uscire da una situazione di grave emergenza economica e finanziaria, a un Governo tecnico composto da quella che si riteneva la migliore intellighentia del Paese, ma con scarsi risultati concreti. Si è quindi deciso di incaricare della revisione della spesa specificamente il Ministro Giarda, ma visto che non si era riusciti ad andare oltre la fase di studio e di proposta, il Governo tecnico ha pensato paradossalmente di chiedere aiuto ad un altro tecnico (quindi «un tecnico al quadrato»), nominando un Commissario straordinario alla spending review nella persona di Enrico Bondi.
  Osserva quindi che in seguito, con la nuova legislatura, nelle more della costituzione del Governo, il Presidente della Repubblica ha avuto l'idea geniale di incaricare alcuni «saggi» (quindi dei «supertecnici») di predisporre delle proposte di riforma sul versante sia istituzionale sia economico-finanziario, con riferimento alle quali uno di tali «saggi» è stato colto in una conversazione telefonica intercettata ad esprimere improvvidamente perplessità sull'utilità del lavoro di cui erano stati incaricati.
  Evidenzia quindi come adesso, dopo tali fallimenti, si passa alla nomina di un nuovo Commissario che propone un nuovo Programma di revisione della spesa, esaminandolo come se si partisse da zero, come se le norme precedentemente approvate e disattese non esistessero.
  Esprime, quindi, perplessità su quanto affermato dal viceministro Fassina, secondo cui non si intenderebbe fare una operazione di taglio della spesa, ma una revisione della spesa stessa. Ritiene che ciò significhi giocare con le parole, per l'imbarazzo di parlare di tagli e riduzioni della spesa e per la necessità di ricorrere ad equilibrismi, considerata la divergenza di posizioni or ora espresse da due rappresentanti del gruppo del PD.
  Per tali motivi, giudicando sterile ed inconcludente l'atto di indirizzo in discussione, preannuncia un voto contrario del gruppo Fratelli d'Italia.

  Giulio MARCON (SEL), replicando al deputato Corsaro, lo invita, se intende adottare misure concrete di riduzione della spesa, a votare gli emendamenti che Sinistra Ecologia Libertà presenterà alla legge di stabilità per tagliare considerevolmente le spese militari.
  Concorda con quanto precisato dal Viceministro Fassina, secondo cui non si tratta di fare una mera operazione di tagli indiscriminati, ma piuttosto una operazione di oculata revisione della spesa. Si tratta infatti di valutare politicamente le priorità ed incidere su spese sovrafinanziate come quelle militari, non intaccando invece – anzi piuttosto incrementando – le risorse destinate alla spesa sociale, per esempio alla scuola pubblica e al contrasto della povertà.
  Esprime apprezzamento per la riformulazione della risoluzione laddove si precisa che le risorse derivanti dalla revisione della spesa siano destinate alla riduzione del cuneo fiscale, senza intaccare la spesa sanitaria e quella destinata al lavoro e alle politiche sociali. Condivide anche la previsione di un controllo e di un progressivo monitoraggio della procedura di revisione della spesa.
  Precisa quindi che, se la risoluzione finale da porre in votazione confermasse il recepimento di tali istanze, il voto del suo gruppo sarebbe favorevole.

  Giampaolo GALLI (PD), anche replicando a quanto affermato dal deputato Corsaro, tiene a puntualizzare che non ravvisa una netta divergenza rispetto alla posizione del suo collega Marchi. Al contrario, precisa di condividere pienamente le osservazioni del deputato Marchi, ma di aver posto un problema di maggiore incisività dell'atto di indirizzo da approvare.
  Concorda con il Viceministro che alcune cose siano state già fatte, ma ritiene necessaria maggiore determinazione nel perseguire la riduzione della spesa pubblica, nella consapevolezza che tale operazione incontrerà sul suo cammino mille difficoltà.
  Più in concreto ribadisce di ritenere controproducente e quindi da cassare il Pag. 67riferimento all'introduzione di indicatori di performance, la cui definizione richiederebbe tempi eccessivamente lunghi e quindi rischierebbe di bloccare praticamente tutta l'operazione di riduzione della spesa.
  Inoltre, ribadisce le proprie perplessità in merito al coinvolgimento nel procedimento di spending review dell'apparato amministrativo pubblico, cui pure si fa riferimento nella proposta di risoluzione, dal momento che se ciò fosse considerato un prerequisito di tale operazione essa sarebbe destinata inevitabilmente a fallire.

  Rocco PALESE (FI-PdL), premettendo di apprezzare la nomina del Commissario straordinario e il Programma da questi presentato al Parlamento, ritiene che il documento di indirizzo predisposto, come riformulato dal relatore, presenti ancora alcune lacune con riferimento alle questioni da lui sollevate nella seduta antimeridiana.
  Al riguardo, osserva che, fin dal 2006, sono state adottate una serie di norme sulla riduzione della spesa, molte delle quali sono rimaste sostanzialmente non attuate. Pertanto occorre fare una ricognizione sulla concreta attuazione di tali disposizioni, conferendo al Commissario straordinario, con una norma da inserire già nella legge di stabilità, il potere di intervenire in via sostitutiva e cogente laddove si ravvisi una carenza di applicazione di tali misure.
  Richiama, per esempio, la previsione, ad oggi non ancora attuata, secondo cui nel 2013 si sarebbe dovuto provvedere a ridurre del venti per cento gli organici dei dirigenti della pubblica amministrazione e del dieci per cento gli organici del restante personale del settore pubblico.
  Inoltre, ritiene che vada prevista una norma che rafforzi l'obbligo di avvalersi per le pubbliche amministrazioni della piattaforma CONSIP per l'acquisto di beni e servizi, se è vero che tramite gli acquisti centralizzati si sono potuti risparmiare circa 2 miliardi per contratti del valore di 10 miliardi. Al riguardo, in caso di inottemperanza della pubblica amministrazione, andrebbero previste adeguate sanzioni e il potere di intervento sostitutivo di un commissario. Richiama inoltre la previsione, anch'essa concretamente non attuata per resistenze varie, di soppressione degli enti inutili.
  Pertanto andrebbe previsto nella risoluzione che, con una norma da inserire nella legge di stabilità, siano predisposti tali strumenti che permettano una effettiva e cogente attuazione alle previsioni volte alla riduzione della spesa. Se tali istanze fossero così accolte nella risoluzione, il voto del gruppo Forza Italia sarebbe favorevole, altrimenti sarebbe inevitabile un voto contrario.

  Luigi BOBBA (PD), relatore, replicando al deputato Palese, lo invita a considerare che quanto da lui richiesto viene accolto sostanzialmente con la previsione nella parte dispositiva della risoluzione che il conseguimento di risparmi di spesa, già a partire dal 2014, sia assicurato anche attraverso la piena attuazione della disciplina vigente in materia di costi e fabbisogni standard, di cui al decreto legislativo n. 216 del 2010.

  Rocco PALESE (FI-PdL) osserva invece che ciò soddisfa solo parzialmente quanto da lui richiesto, poiché nella proposta di risoluzione manca qualsiasi riferimento alla soppressione degli enti inutili e all'applicazione di sanzioni nei confronti degli enti inadempienti, nonché alla centralizzazione di beni e servizi attraverso la CONSIP. Andrebbero invece previste tali misure per evitare che scatti la clausola di salvaguardia prevista dal disegno di legge di stabilità secondo cui, ove al 1o gennaio 2015 non si realizzino i previsti risparmi di spesa, si provvede a reperire tali risorse mediante riduzione delle agevolazioni e detrazioni fiscali.

  Guido GUIDESI (LNA) non comprende, sul piano del metodo, l'utilità della risoluzione, dal momento che si discute della destinazione di risorse che non si sa quando e per quale importo saranno ottenute. Dubita, visti anche i precedenti, Pag. 68che sia realizzabile l'obiettivo di ottenere dalla revisione della spesa 32 miliardi di euro nel triennio 2014-2016, ma se il Commissario fosse così bravo da riuscirci, si dovrebbe discutere della loro destinazione solamente quando tali risorse fossero certe.

  Girgis Giorgio SORIAL (M5S) ritiene che, se si continuasse a tergiversare sulla risoluzione in esame, poiché viene sottratto tempo alla discussione del disegno di legge di stabilità, potrebbe rendersi necessario uno spostamento del termine per gli emendamenti.

  Francesco BOCCIA (PD), presidente, precisa che alla votazione della risoluzione si provvederà già nella seduta odierna, non appena il relatore avrà provveduto a presentare una nuova versione volta a recepire le indicazioni da ultimo emerse nel corso del dibattito. Osserva che l'obiettivo è quello di adottare un atto di indirizzo, da trasfondere poi nella legge di stabilità, con una disposizione volta alla riduzione del cuneo fiscale, come richiesto a gran voce dalle parti sociali.

  Luigi BOBBA (PD), relatore, alla luce delle indicazioni emerse nel corso del dibattito, propone una ulteriore nuova formulazione della risoluzione (vedi allegato 3).

  I deputati Maino MARCHI (PD, Giulio MARCON (SEL), Andrea ROMANO (SCpI) e Barbara SALTAMARTINI (NCD), nel preannunciare il proprio voto favorevole, sottoscrivono la risoluzione, come da ultimo riformulata dal relatore.

  Il Viceministro Stefano FASSINA esprime un parere favorevole sulla risoluzione, come da ultimo riformulata dal relatore.

  La Commissione approva la proposta di risoluzione del relatore, come da ultimo riformulata.

  La seduta termina alle 16.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 4 dicembre 2013. — Presidenza del presidente Francesco BOCCIA. — Interviene il viceministro dell'economia e delle finanze Stefano Fassina.

  La seduta comincia alle 16.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica di Albania, la Repubblica greca e la Repubblica italiana sul progetto «Trans Adriatic Pipeline», fatto ad Atene il 13 febbraio 2013.
C. 1710-A Governo, approvato dal Senato.

(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Parere favorevole – Parere su emendamenti).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto e delle proposte emendative ad esso riferite.

  Fulvio BONAVITACOLA (PD), relatore, ricorda che il provvedimento, già approvato dal Senato della Repubblica, recante ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica di Albania, la Repubblica greca e la Repubblica italiana sul progetto «Trans Adriatic Pipeline», fatto ad Atene il 13 febbraio 2013, è stato esaminato dalla Commissione bilancio nella seduta del 27 novembre 2013 e che, in quell'occasione, la Commissione ha espresso un parere favorevole sul disegno di legge.
  Rileva che, nella medesima giornata, la Commissione affari esteri ha concluso l'esame in sede referente del provvedimento, senza apportare modifiche al testo.
  Segnala che il testo all'esame dell'Assemblea non sembra pertanto presentare profili problematici dal punto di vista finanziario. Propone, quindi, di esprimere in merito un parere favorevole.
  Fa presente inoltre che, in data 4 dicembre 2013, l'Assemblea ha trasmesso il fascicolo n. 1 degli emendamenti.
  Con riferimento alle proposte emendative che presentano profili problematici Pag. 69dal punto di vista finanziario, segnala: l'emendamento Pannarale 3.1, volto a sopprimere l'articolo 3 del provvedimento, recante la copertura finanziaria degli oneri derivanti dall'articolo 10 dell'Accordo oggetto della ratifica, connessi alle spese di missione per la partecipazione di rappresentanti italiani alle riunioni della Commissione di attuazione di cui al predetto articolo 10; l'emendamento Pannarale 3.2, volto a sopprimere il comma 2 dell'articolo 3 del provvedimento, il quale autorizza il Ministro dell'economia e delle finanze ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
  A suo avviso, le restanti proposte emendative trasmesse non sembrano presentare profili problematici dal punto di vista finanziario.

  Il Viceministro Stefano FASSINA concorda con il relatore.

  Fulvio BONAVITACOLA (PD), relatore, formula quindi la seguente proposta di parere:
  «La V Commissione,
   esaminato il disegno di legge C. 1710 Governo, approvato dal Senato, recante Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica di Albania, la Repubblica greca e la Repubblica italiana sul progetto “Trans Adriatic Pipeline”, fatto ad Atene il 13 febbraio 2013, e gli emendamenti ad esso riferiti contenuti nel fascicolo n. 1;
   preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo,
  esprime
   sul testo del provvedimento in oggetto:

PARERE FAVOREVOLE

   sugli emendamenti trasmessi dall'assemblea:

PARERE CONTRARIO

   sugli emendamenti 3.1 e 3.2, in quanto suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura;

NULLA OSTA

   sulle restanti proposte emendative».

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 16.05.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 16.05 alle 16.25.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

SEDE REFERENTE

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2014).
C. 1865 Governo, approvato dal Senato.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016.
C. 1866 Governo e relativa nota di variazioni C. 1866-
bis Governo, approvato dal Senato.

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