CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 3 dicembre 2013
133.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO
Pag. 220

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 3 dicembre 2013. — Presidenza del presidente Michele BORDO.

  La seduta comincia alle 13.40.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2014).
C. 1865 Governo, approvato dal Senato.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016 e relativa nota di variazione.
C. 1866 Governo, approvato dal Senato.
C. 1866-bis Governo, approvato dal Senato.

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016 (limitatamente alle parti di competenza).
(Parere alla V Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto.

  Michele BORDO, presidente, ricorda che lunedì 2 dicembre sono stati assegnati i disegni di legge recanti «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2014)» (C. 1865) e «Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016» (C. 1866), approvati in prima lettura dal Senato.
  Fa presente che, ai sensi di quanto previsto dal secondo periodo del comma 6 dell'articolo 119 del Regolamento, la Commissione dovrà sospendere ogni attività legislativa, fatte salve le attività dovute, finché non avrà espresso il parere di competenza sui predetti disegni di legge. La Commissione potrà pertanto procedere all'esame in sede referente e in sede consultiva dei provvedimenti dovuti, vale a dire i disegni di legge di conversione dei decreti-legge, i progetti di legge collegati alla manovra di finanza pubblica, i disegni di legge di autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali e di recepimento di atti normativi dell'Unione europea, quando dalla mancata tempestiva approvazione Pag. 221dei medesimi possa derivare responsabilità dello Stato italiano per inadempimento di obblighi internazionali o comunitari, nonché i progetti di legge iscritti nel calendario dei lavori dell'Assemblea.
  La Commissione è chiamata oggi a esaminare congiuntamente i predetti disegni di legge, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, per le parti di propria competenza. In particolare, per quanto riguarda il disegno di legge di bilancio, la Commissione esaminerà lo stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle finanze per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016 (Tabella n. 2) per le parti di competenza.
  L'esame si concluderà con la trasmissione alla Commissione bilancio di una relazione per ciascuno degli stati di previsione esaminati e delle connesse parti del disegno di legge di stabilità, e con la nomina di un relatore, il quale potrà partecipare alle sedute di quella Commissione.
  La Commissione potrà esaminare inoltre gli eventuali emendamenti riferiti alle parti di sua competenza.
  Per quanto riguarda, in particolare, il disegno di legge bilancio, ricorda che gli emendamenti recanti variazioni compensative all'interno dei singoli stati di previsione devono essere presentati presso le Commissioni in sede consultiva. Gli emendamenti approvati saranno inclusi nella relazione della Commissione, mentre gli emendamenti respinti potranno essere successivamente ripresentati nel corso dell'esame in Assemblea. Potranno, inoltre, essere presentati e votati in Commissione anche emendamenti concernenti variazioni non compensative ovvero variazioni compensate non all'interno del medesimo stato di previsione; anche tali emendamenti, ove approvati, saranno inclusi nella relazione della Commissione. Nel caso in cui tali ultimi emendamenti fossero respinti, è invece necessario che gli stessi vengano ripresentati alla Commissione bilancio, anche al solo fine di consentire a quest'ultima di respingerli ai fini della ripresentazione in Assemblea.
  Analoghe regole di esame si applicano anche agli eventuali emendamenti riferiti alle parti di competenza della Commissione del disegno di legge di stabilità. Nelle Commissioni in sede consultiva potranno dunque essere presentati e votati emendamenti per le parti del disegno di legge di stabilità di rispettiva competenza. Tali emendamenti, ove approvati, saranno inclusi nella relazione della Commissione; ove respinti, è invece necessario che gli stessi vengano ripresentati alla Commissione bilancio, anche al solo fine di consentire a quest'ultima di respingerli ai fini della ripresentazione in Assemblea. Peraltro, anche in questo caso, è comunque ammissibile la presentazione degli emendamenti direttamente in Commissione bilancio.
  La valutazione circa l'ammissibilità degli emendamenti presentati nell'ambito dell'esame in sede consultiva sarà effettuata dai presidenti delle medesime Commissioni prima che gli stessi vengano esaminati e votati, secondo le previsioni del Regolamento della Camera e della legislazione vigente in materia.
  Con riferimento alla presentazione degli ordini del giorno, ricorda che presso le Commissioni di settore devono essere presentati tutti gli ordini del giorno riferiti alle parti di rispettiva competenza del disegno di legge di bilancio e del disegno di legge di stabilità. Gli ordini del giorno accolti dal Governo o approvati dalla Commissione sono allegati alla relazione trasmessa alla Commissione bilancio. Gli ordini del giorno respinti dalle Commissioni di settore o non accolti dal Governo possono essere ripresentati in Assemblea.
  Gli ordini del giorno concernenti l'indirizzo globale della politica economica devono invece essere presentati direttamente in Assemblea.

  Marina BERLINGHIERI (PD), relatore, rileva che la XIV Commissione è oggi chiamata ad esaminare, per le parti di competenza, la Tabella n. 2 relativa allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, per il triennio 2014-2016, del disegno di legge di bilancio, Pag. 222nonché il disegno di legge di stabilità per il 2014, già approvati dal Senato.
  Ricorda che questo è il primo anno in cui si stabilisce una interazione formale tra lo Stato italiano e la Commissione europea nella definizione della manovra di bilancio.
  I documenti di bilancio si collocano infatti nell'ambito dell'esercizio del «Semestre europeo» per il coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri, che si è concluso con la raccomandazione del Consiglio ECOFIN, del 9 luglio 2013, sul programma nazionale di riforma 2013 dell'Italia e sul programma di stabilità dell'Italia 2012-2017, già avallata dal Consiglio europeo del 27-28 giugno.
  In particolare, nella raccomandazione si conferma l'obiettivo, delineato nel Programma di stabilità dell'aprile 2013, di mantenere il deficit al di sotto della soglia del 3 per cento del PIL durante tutto il periodo del programma. Ricordo in proposito che la procedura di deficit eccessivo, avviata nel 2009, è stata chiusa con la decisione del Consiglio UE del 21 giugno 2013.
  Per quanto riguarda l'obiettivo di medio termine (OMT) del pareggio strutturale di bilancio (corretto per il ciclo economico e al netto delle misure una tantum), la raccomandazione del 9 luglio ne fissa il raggiungimento stabile a partire dal 2014, unitamente alla necessità di avviare il rapporto debito/PIL su un percorso di progressiva riduzione.
  A tale riguardo, secondo la raccomandazione, l'aggiustamento strutturale previsto per il 2013 risulterebbe essere adeguato, mentre per il 2014, stando alle previsioni di primavera 2013 dei servizi della Commissione europea (e quindi precedenti alla predisposizione della manovra di bilancio in esame), esso mostrerebbe una deviazione dal percorso di aggiustamento teso al conseguimento dell'OMT. Peraltro, le proiezioni del disavanzo e del debito, inserite nel programma di stabilità, sono subordinate all'attuazione piena delle misure di bilancio e all'adozione delle riforme strutturali, che sono essenziali per rinsaldare la fiducia dei mercati e per promuovere la crescita e l'occupazione.
  L'Italia è quindi esortata a continuare nello sforzo diretto ad ottenere un miglioramento duraturo dell'efficienza e della qualità della spesa pubblica, in attuazione delle misure adottate nel 2012 e perseverando in tal senso mediante revisioni periodiche approfondite della spesa (spending review) a tutti i livelli amministrativi.
  Inoltre, per stimolare la crescita economica, si raccomanda di agire, tra l'altro, sui fronti dell'efficienza e della semplificazione della pubblica amministrazione, della giustizia civile, della corruzione, della gestione dei fondi europei, del sistema creditizio, della produttività del lavoro, del carico fiscale sul lavoro, dell'evasione fiscale, del settore dei servizi e delle infrastrutture.
  Passando ai contenuti del disegno di legge di approvazione del bilancio di previsione dello Stato per il triennio 2014-2016, esso prevede (a legislazione vigente, e al netto delle regolazioni contabili e dei rimborsi IVA), per il 2014, 2015 e 2016, entrate finali rispettivamente per 512, 516 e 526 miliardi di euro.
  Le spese finali sono, invece, previste, per gli stessi anni, a 549, 539 e 528 miliardi di euro, con un conseguente saldo netto da finanziare (deficit) che nel 2014 è previsto in 36,6 miliardi di euro, per passare a 23,2 miliardi nel 2015 e a 1,5 nel 2016.
  Nel ddl di bilancio per l'anno finanziario 2014 le politiche comunitarie sono esposte nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (Tabella 2 allegata al ddl di bilancio) e più precisamente nella Missione 3 – L'Italia nell'Europa e nel mondo.
  Tale missione comprende sia il Programma 3.1 – Partecipazione italiana alle politiche di bilancio in ambito UE, che fa capo al Centro di responsabilità Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, sia alcuni programmi riguardanti principalmente le relazioni finanziarie internazionali, che fanno capo al Centro di responsabilità Dipartimento del Tesoro: Pag. 223tra questi ultimi si segnala il Programma 3.2 – Politica economica e finanziaria in ambito internazionale.
  Rileva che sul capitolo 7493 relativo al Fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie, istituito dall'articolo 5 della legge n. 183/1987, sono iscritte le risorse nazionali destinate al cofinanziamento degli interventi comunitari nelle aree obiettivo dei Fondi strutturali: ad esso infatti affluiscono disponibilità provenienti sia dal bilancio comunitario che dal bilancio nazionale.
  Quanto al Dipartimento per le politiche comunitarie, ricordo che è uno dei centri di responsabilità di spesa (C.d.R. n. 4) della Presidenza del Consiglio dei ministri, organo che gode di autonomia finanziaria e contabile (D.P.C.M. 22 novembre 2010). La dotazione finanziaria spettante alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per garantirne il funzionamento viene annualmente indicata nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze: in particolare la Presidenza del Consiglio è oggetto del Programma 21.3, che fa capo alla Missione n. 21 (Organi costituzionali, a rilevanza costituzionale e Presidenza del Consiglio dei Ministri).
  Per l'anno finanziario 2014 lo stanziamento inizialmente iscritto nel Programma 21.3 era pari a 442,8 milioni di euro, con una diminuzione di 15,7 milioni di euro rispetto alle previsioni assestate 2013 (458,5 milioni di euro).
  A seguito delle modifiche al disegno di legge di stabilità 2014 approvate dal Senato, nella Nota di variazioni lo stanziamento previsto per il Programma 21.3 risulta essere di 474 milioni di euro, con un aumento di 31,2 milioni di euro rispetto alla previsione iniziale. Rileva che non è ancora disponibile il bilancio di previsione 2014 della Presidenza del Consiglio, e, pertanto, non si conosce la ripartizione delle somme spettanti a ciascun Centro di responsabilità.
  Circa la legge di stabilità per il 2014, essa si inserisce nel quadro degli obiettivi programmatici indicati nei documenti di programmazione di bilancio e finanza pubblica, consentendo il raggiungimento dell'obiettivo di medio termine del pareggio strutturale di bilancio e della progressiva riduzione del debito pubblico, come previsto dagli impegni assunti in Europa.
  Inoltre, il provvedimento persegue l'obiettivo di favorire la crescita e promuovere l'occupazione con misure di riduzione del carico fiscale sulle famiglie e sulle imprese, reperendo risorse con tagli alla spesa di parte corrente e salvaguardando le risorse finanziarie dirette agli investimenti.
  Nel merito degli interventi, la manovra investe cinque macro aree.
  La prima concerne interventi per persone, famiglie e società (che prevedono, tra l'altro, una riduzione dell'Irpef per i lavoratori), disposizioni in favore degli esodati, il rifinanziamento della Cassa Integrazione Guadagni e nuove misure contro la povertà.
  La seconda riguarda gli interventi alle imprese e include la riduzione del costo del lavoro per le imprese, la detrazione dell'Irap per i nuovi assunti, il potenziamento dell'ACE (Aiuto alla Crescita Economica), la rivalutazione dei beni di impresa e delle partecipazioni, l'incremento del Fondo di garanzia per le PMI, l'incremento del Fondo di sviluppo e coesione, l'esclusione dell'aumento IVA per le imprese sociali, il rifinanziamento del Fondo per i contratti di sviluppo e del Fondo per la crescita sostenibile.
  Sono previste, inoltre, misure di investimento dirette al completamento del sistema MOSE di Venezia, alla rete autostradale e a quella ferroviaria, alla ricostruzione dell'Aquila, al trasporto pubblico locale, agli «ecobonus» e alle ristrutturazioni edilizie.
  Come è noto, il disegno di legge di stabilità provvede altresì al riordino del sistema di tassazione locale, con l'istituzione dell'Imposta comunale unica finalizzata a tassare non solo il possesso, ma anche i servizi resi dal Comune.
  Inoltre, il disegno di legge di stabilità prevede, per l'anno 2014, un allentamento del Patto di stabilità interno per Province e comuni per i pagamenti in conto capitale, per incentivare gli investimenti. Sono Pag. 224inoltre introdotte specifiche deroghe ai vincoli del patto per i territori colpiti da eventi sismici per gli interventi di ricostruzione.
  Infine, il disegno di legge di stabilità stanzia significative risorse per il cofinanziamento dei Fondi strutturali europei del nuovo ciclo di programmazione 2014-2020, e stabilendo le procedure per l'utilizzo delle quote di cofinanziamento nazionale dei programmi europei di coesione.
  Di più diretto interesse per la XIV Commissione sono le disposizioni di cui all'articolo 1, comma 160 (Pagamento sanzioni per pronunce di condanna per mancato recepimento di direttive UE). Il comma prevede che la Presidenza del Consiglio provveda a pagare le somme derivanti da pronunce di condanna per mancato o ritardato recepimento di provvedimenti dell'Unione europea a valere sullo stanziamento appositamente iscritto nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, anche in relazione alle pronunce già depositate o notificate all'entrata in vigore delle legge di stabilità.
  L'articolo 1, comma 174 (Semestre di Presidenza italiana del Consiglio UE) autorizza la spesa di 56 milioni per l'anno 2014 e di 2 milioni per l'anno 2015 per l'adempimento degli impegni connessi con l'organizzazione e lo svolgimento del semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell'Unione Europea nel 2014, e con il collegato funzionamento della Delegazione per la Presidenza.
  Le somme non impegnate nell'esercizio finanziario di competenza possono essere impegnate nel corso dell'esercizio finanziario successivo.
  Le spese di cui al presente comma sono escluse dall'applicazione delle disposizioni – recate all'articolo 60, comma 15 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 – in base alla quale a decorrere dall'esercizio finanziario 2009, le amministrazioni dello Stato, escluso il comparto della sicurezza e del soccorso, non possono assumere mensilmente impegni per importi superiori ad un dodicesimo della spesa prevista da ciascuna Unità previsionale di base (UPB) del bilancio.
  La disposizione in commento prevede inoltre che le attività, gli interventi, la gestione finanziaria e del personale posti in essere dalla Delegazione per la Presidenza restino disciplinati dalla legge 5 giugno 1984, n. 208 (che riguarda appunto il semestre di presidenza italiana della CEE). In particolare, ai sensi dell'articolo 2, comma 2 della legge 208/1984, per l'assegnazione alla Delegazione, potranno essere collocati a disposizione con incarico, per tutta la durata della Delegazione stessa, fino ad un massimo di tre funzionari della carriera diplomatica del Ministero degli affari esteri. All'atto del collocamento in fuori ruolo, è reso indisponibile per tutta la durata di esso un numero equivalente di posti nella dotazione organica dell'amministrazione di appartenenza, al fine di assicurare la neutralità finanziaria della norma in commento – come esplicitamente affermato nella relazione tecnica.
  Inoltre, la disposizione di cui all'articolo 1, comma terzo, della legge 5 giugno 1984, n. 208 – per la quale, in considerazione dell'eccezionalità dei predetti periodi di presidenza italiana del Consiglio dell'UE e dei conseguenti adempimenti i lavori, le forniture e le prestazioni di servizi sono eseguiti in deroga alle norme sulla contabilità generale dello Stato – viene interpretata dalla disposizione in commento nel senso che, nei limiti temporali di operatività della Delegazione e nell'ambito dello stanziamento di cui al presente comma, le spese sostenute dalla Delegazione per consumi intermedi, nonché per il noleggio e la manutenzione di autovetture e per l'acquisto di mobili e arredi non sono computate ai fini del calcolo dei limiti di spesa per il Ministero degli affari esteri derivanti dall'applicazione della normativa vigente.
  La disposizione in commento prevede altresì che nei limiti temporali e di stanziamento richiamati si applichi quanto previsto dall'articolo 7, commi 1, 4 e 6 del decreto-legge n. 227/2012 (proroga missioni), Pag. 225che autorizza il Ministero degli Affari esteri, per interventi determinati, a ricorrere ad acquisti, lavori e attribuzioni di incarichi di consulenza in deroga alle disposizioni di contabilità generale dello Stato.
  Il presente comma autorizza inoltre la spesa per l'assunzione di personale con contratto temporaneo – quale previsto dall'articolo 153 del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18, recante ordinamento dell'amministrazione degli affari esteri – per le esigenze di servizio della Rappresentanza Permanente a Bruxelles connesse con il semestre italiano di presidenza del Consiglio dell'Unione Europea, a valere sulle risorse stanziate e nei limiti di 1.032.022 euro per l'anno 2014, in deroga ai limiti quantitativi cui rimanda l'articolo 153 di cui sopra.
  Il comma istituisce infine nello stato di previsione del Ministero degli affari esteri, un Fondo con una dotazione di 10 milioni di euro per l'anno 2014. La ripartizione delle risorse dello stesso Fondo tra le Amministrazioni centrali – diverse dalla Farnesina – competenti a realizzare alcune delle iniziative connesse con il semestre di Presidenza italiana viene demandata ad un decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da adottarsi su proposta del Ministro degli affari esteri, formulata di concerto con il Ministro per gli affari europei. Alle relative spese si applicano le disposizioni di cui al medesimo comma 174, incluse le deroghe ai limiti di spesa dettati dalla vigente normativa (quest'ultimo periodo non era presente nel testo originario del ddl di stabilità 2014).
  Ricorda infine che il 15 novembre 2013 la Commissione europea ha presentato il parere sul documento programmatico di bilancio dell'Italia.
  Il parere si inserisce nel quadro della procedura di monitoraggio e valutazione dei «documenti programmatici di bilancio» degli Stati membri della zona euro, introdotta dal regolamento (UE) n. 473/2013 (uno dei due atti che compongono il cd. Two pack).
  Per quanto riguarda l'Italia, la Commissione rileva, in via generale, il rischio che il documento programmatico di bilancio per il 2014 non assicuri il rispetto delle disposizioni del Patto di stabilità e crescita.
  In particolare, le previsioni della Commissione evidenziano il rischio di non conseguire una riduzione del rapporto debito/PIL in linea con il parametro di riferimento della riduzione del debito. Più specificamente, la Commissione osserva quanto segue:
   secondo le previsioni economiche d'autunno della Commissione europea, la crescita prevista per il 2014 sarebbe inferiore a quella prevista dal documento programmatico di bilancio dell'Italia (0,7 per cento contro 1,1 per cento), e sarebbe trainata da un'accelerazione della domanda esterna, mentre la crescita dei consumi privati e degli investimenti è stata riveduta al ribasso;
   il documento programmatico di bilancio dell'Italia prevede che, dal 3 per cento del 2012 e del 2013, il disavanzo pubblico nel 2014 scenderà al 2,5 per cento del PIL, cioè sarà 0,7 punti percentuali più elevato di quanto previsto nel programma di stabilità; secondo le previsioni della Commissione, invece, nel 2014 il disavanzo sarà pari al 2,7 per cento del PIL;
   la lieve riduzione del cuneo fiscale sul lavoro e la maggiore deduzione per il nuovo capitale societario previste nel documento programmatico di bilancio sono un primo passo per attuare la raccomandazione specifica sull'efficienza tributaria formulata nei confronti dell'Italia nell'ambito del semestre europeo. Tuttavia, si prevede che il nuovo tributo per i servizi comunali, che sarà introdotto nel 2014, potrebbe produrre un gettito inferiore a quello dell'imposta sugli immobili e del tributo per lo smaltimento dei rifiuti cui doveva sostituirsi, riducendo ulteriormente la possibilità di un trasferimento più sostanziale del carico fiscale;
   l'aumento di 1 punto percentuale dell'aliquota IVA ordinaria (salita al 22 Pag. 226per cento) dall'ottobre 2013 non risolve il problema dell'erosione della base imponibile derivante dalla frequente applicazione di aliquote ridotte (del 10 per cento o del 4 per cento).

  Il 15 novembre 2013 la Commissione ha emesso il proprio parere, oltre che nei confronti dell'Italia, sui documenti programmatici di bilancio di altri 12 paesi della zona euro non soggetti ad un programma di aggiustamento economico (tutti tranne Cipro, Grecia, Irlanda e Portogallo, per i quali si applica una disciplina specifica nell'ambito del Six e del Two pack). I pareri danno un'indicazione della conformità o non conformità dei progetti di bilancio nazionali agli obblighi del Patto di stabilità e crescita (PSC), in particolare l'obiettivo di bilancio a medio termine e le soglie per il deficit e il debito.
  La Commissione non ha constatato in nessuno dei documenti programmatici di bilancio gravi inadempienze rispetto al PSC e, pertanto, non ha chiesto ad alcuno Stato membro la presentazione di documenti programmatici riveduti secondo la procedura sopra indicata.
  La Commissione ha ritenuto tuttavia che i documenti programmatici di bilancio di 5 Paesi (oltre all'Italia, Finlandia, Lussemburgo, Malta e Spagna) rischiano di non rispettare le regole del Patto di stabilità e crescita.
  In merito ad altri Stati dell'eurozona (tra cui la Germania, la Francia e i Paesi Bassi) la Commissione, pur riconoscendo la sostanziale conformità dei rispettivi documenti programmatici al PSC, ha formulato rilievi critici, invitando gli Stati interessati a tenerne conto al momento di completare le decisioni di bilancio per il 2014.
  I pareri sui documenti programmatici di bilancio sono stati presentati all'Eurogruppo del 22 novembre 2013: i Ministri delle finanze dei Paesi dell'eurozona avrebbero convenuto che i DPB per il 2014 sono «appropriati», e che nessuno di essi risulterebbe significativamente non conforme alle regole del Patto di stabilità e crescita. I Ministri dei Paesi per i quali la Commissione ha rilevato il rischio di non conformità al PSC si sarebbero impegnati a valutare tutte le contromisure per evitare tale rischio.

  Michele BORDO, presidente, tenuto conto del fatto che la XIV Commissione è chiamata ad esprimersi entro la settimana corrente, propone di fissare il termine per la presentazione degli emendamenti e ordini del giorno alle ore 12 di domani, mercoledì 4 dicembre.

  Paolo TANCREDI (NCD) ringrazia la relatrice per l'esauriente illustrazione, che opportunamente dà conto di come i dati relativi all'indebitamento netto si discostino dalle previsioni del Documento di economia e finanza per il 2013 e come si debba registrare un peggioramento nella dinamica del prodotto interno lordo. Sul punto si deve peraltro rilevare uno scarto pari a 0,4 punti percentuali tra le stime fornite dal Governo e quelle della Commissione europea. Si tratta di variazioni che rientrano nelle ordinarie dinamiche e che non rischiano di mancare l'obiettivo del mantenimento del deficit al di sotto della soglia del 3 per cento del PIL, ma che sono certamente lontane dai risultati auspicati.
  Con riferimento ai profili di interesse della XIV Commissione, segnala innanzitutto l'assenza di indicazioni, nella relazione, circa la compatibilità tra i dati relativi ai saldi di bilancio e quelli riguardanti il quadro finanziario pluriennale. Chiede alla relatrice assicurazioni in proposito.
  Evidenzia quindi l'assenza, nei documenti presentati dal Governo, di riferimenti puntuali ai contributi dell'Italia agli strumenti di stabilizzazione finanziaria dell'UE, riguardo ai quali riterrebbe utile acquisire dati analitici.

  Arianna SPESSOTTO (M5S) osserva come non si possano che condividere le preoccupazioni della Commissione europea circa l'incapacità del paese di rispettare gli impegni assunti. Pag. 227
  Giudica inoltre eccessive le spese previste per il semestre italiano di Presidenza del Consiglio dell'Unione europea, anche dovute al fatto che si prevede di organizzare riunioni in giro per l'Italia, che si potrebbero con meno oneri svolgere a Roma.
  Ritiene infine troppo ravvicinato il termine per la presentazione di emendamenti indicato dal Presidente, anche in considerazione della complessità e dell'ampiezza dei provvedimenti che la Commissione è chiamata a valutare, assegnati solo nella giornata di ieri.

  Michele BORDO, presidente, rammenta che i tempi di esame del provvedimento sono stati definiti in sede di Conferenza dei Presidenti di gruppo e che la XIV Commissione – al pari di tutte le altre Commissioni competenti in sede consultiva – dovrà esprimersi sui provvedimenti al più tardi giovedì 5 dicembre prossimo. Si riserva in ogni caso di verificare l'organizzazione dei lavori presso le altre Commissioni, ricordando, come già precisato in apertura di seduta, che in ogni caso le proposte emendative possono essere presentate direttamente presso la V Commissione.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.15.