CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 23 ottobre 2013
109.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (XII e XIII)
COMUNICATO
Pag. 71

RISOLUZIONI

  Mercoledì 23 ottobre 2013. — Presidenza del presidente della XII Commissione, Pierpaolo VARGIU. – Interviene il sottosegretario di Stato per la salute, Paolo Fadda.

  La seduta comincia alle 15.35.

7-00108 Taricco: Iniziative per verificare la compatibilità del sistema di etichettatura nutrizionale inglese con la normativa europea e per la tutela dei prodotti agroalimentari italiani.
7-00128 Binetti: Iniziative per verificare la compatibilità del sistema di etichettatura nutrizionale inglese con la normativa europea e per promuovere una corretta alimentazione a tutela della salute.
(Seguito della discussione congiunta e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00018).

  Le Commissioni proseguono la discussione congiunta delle risoluzioni in titolo, rinviata nella seduta del 16 ottobre 2013.

  Franca BIONDELLI (PD) evidenzia che, a tre anni circa di distanza dalla bocciatura da parte dell'Unione Europea del «semaforo» sui cibi, la Gran Bretagna ci riprova adottando un sistema di etichettatura che mette in guardia il consumatore sulla presenza di sali, grassi e zuccheri nei prodotti alimentari. Si tratta, a suo avviso, di un altro tentativo di «fuga in avanti», senza attendere le nuove regole dell'Unione europea sull'etichettatura nutrizionale previste per il 2014 e, quindi, oltre ad essere privo di consistenza scientifica, si pone in contrasto con l'obiettivo di armonizzazione delle regole UE in materia di informazione ai consumatori.
  In aggiunta delle giuste considerazioni di carattere strettamente giuridico ed economico contenute nella proposta di risoluzione presentata, sottolinea anche un Pag. 72altro aspetto, non meno secondario del primo, che è quello relativo all'impatto sulla salute della popolazione.
  L'etichettatura a semaforo introdotta dal sistema inglese, infatti, non solo non aggiunge nulla rispetto alle informazioni nutrizionali già obbligatorie ma, al contrario, rischia di essere fuorviante ed ingannevole rispetto alle scelte del consumatore, offrendo messaggi paradossali: stando al sistema semaforico inglese, dovrebbe essere considerato pericoloso un prodotto come lo sgombro (pesce sì grasso ma con alto contenuto di omega3 e polinsaturi «buoni»).
  Il predetto sistema, inoltre, potrebbe porsi in contrasto con il mercato unico, in quanto l'eventuale «bollino rosso» potrebbe essere mal compreso dai consumatori come un «allarme» contro il consumo anche di prodotti agro-alimentari con marchi di qualità e rigidi strumenti di controllo a garanzia dei procedimenti di produzione.
  Ritiene, pertanto, che se un merito ha la decisione inglese, è solo esclusivamente quello di riproporre il dibattito concernente il perseguimento di corretti stili di vita, osservando come la strada intrapresa, proprio per l'approccio economicistico e protezionistico da cui parte, si muova verso una direzione sbagliata. In un paese come il Regno Unito, dove il 60 per cento degli adulti e un terzo dei bambini sono in sovrappeso e dove il 50 per cento della popolazione soffre di ipertensione direttamente associata ad un eccessivo apporto di sale, il problema dovrebbe essere, a suo giudizio, quello di come fare una corretta educazione alimentare piuttosto che introdurre strumenti semplicistici per affrontare un problema generalizzato di salute.
  Pertanto, dal punto di vista formativo-informativo, rileva come appaia del tutto velleitario credere di poter modificare le abitudini di consumo di una popolazione con i codici cromatici sulle etichette mentre, piuttosto, servirebbe una seria educazione alimentare a partire dalle scuole e dai medici di base e dai pediatri perché, come ricordato nel testo della risoluzione proposta, non esistono alimenti «buoni» o «cattivi» ma regimi alimentari corretti e non corretti.

  Maria AMATO (PD) contesta il modello britannico di etichettatura «a semaforo», rilevando come esso sia tutt'altro che idoneo a contrastare patologie quali l'obesità e le malattie cardiovascolari in quanto non è volto a promuovere una corretta educazione alimentare, ciò che costituisce uno dei pilastri, insieme a uno stile di vita sano e, soprattutto, al movimento fisico, del programma active ageing, promosso dall'Europa.
  Ricordando, poi, che la dieta mediterranea è patrimonio dell'UNESCO, fa presente che del gruppo di prodotti italiani maggiormente esportati nel Regno Unito fanno parte salumi e formaggi, alimenti che sarebbero ingiustamente penalizzati dall'applicazione del predetto sistema di etichettatura.
  Ne deriverebbe, pertanto, una conseguenza paradossale, per cui in Gran Bretagna sarebbero considerati nocivi per la salute alcuni prodotti del made in Italy che, al tempo stesso, richiamano numerosi cittadini inglesi nel nostro Paese, nell'ambito della filiera del turismo enogastronomico.
  Rilevato, quindi, che si tratta del secondo tentativo in atto, in quanto un'operazione simile era stata effettuata dalla Gran Bretagna alcuni anni fa, senza tuttavia giungere a conclusione, evidenzia che nel caso di specie si tratta non solo di assumere iniziative a difesa dei prodotti alimentari made in Italy, bensì di tutelare il nostro patrimonio, di cui fa parte a pieno titolo, come ha ricordato anche Petrini, fondatore di «Slow food», la cultura alimentare.

  Mino TARICCO (PD), constatando che l'impostazione delle risoluzioni è ampiamente condivisa, sottolinea che il sistema volontario di etichettatura nutrizionale istituito nel Regno Unito pone diverse questioni.
  In primo luogo, espone al rischio di una semplificazione fuorviante della comunicazione Pag. 73ai cittadini sulla corretta alimentazione, per i motivi già ampiamente indicati nel corso del dibattito.
  In secondo luogo, rischia di produrre effetti distorsivi per la circolazione dei prodotti agroalimentari italiani nel mercato inglese, che costituisce il quarto mercato di sbocco. Infatti, quasi tutti i prodotti italiani potrebbero avere una valutazione che rischia di penalizzarli pesantemente, anche se il sistema di etichettatura è volontario.
  Infine, oltre che contrastare il sistema descritto, occorre promuovere una corretta alimentazione, nella consapevolezza che la stessa è il risultato di un insieme di fattori, che dipende non solo dal contenuto dei singoli alimenti, ma anche dalle quantità consumate e dal modo in cui gli alimenti vengono integrati fra loro. Inoltre, anche la dieta va inserita in un corretto stile di vita, che comprende anche una regolare attività fisica.
  Sulla base di tali indicazioni, fa presente di aver predisposto, insieme con la collega Binetti, un testo unificato delle due risoluzioni in titolo, nel quale sono riproposti e integrati i contenuti di entrambe (vedi allegato).

  Adriano ZACCAGNINI (Misto), condividendo l'approccio delle risoluzioni in discussione, sottolinea che il Regno Unito, e non solo con il sistema di etichettatura a semaforo, tende a costituire una «testa di ponte» per prodotti che gli Stati Uniti mirano a far circolare liberamente in Europa, attraverso gli accordi di libero scambio. In questo senso, il Regno Unito indica nuove prospettive per l'alimentazione, che preannunciano una posizione aggressiva in sede europea.
  Fa quindi presente di aver presentato, con altri colleghi, la risoluzione n. 7-00135, che prevede, oltre a quanto previsto nelle risoluzioni dei colleghi Taricco e Binetti, l'impegno al Governo a dare mandato alla rappresentanza permanente italiana a Bruxelles affinché i prodotti contengano sull'etichetta la dicitura «Free OGM», dicitura ottenuta solo se in tutti i passaggi della filiera alimentare, non siano stati utilizzati organismi geneticamente modificati, spostando quindi l'attenzione non sui regimi alimentari, adottati dai singoli paesi, come la quantità di grassi e zuccheri, ma sull'assenza di OGM, valorizzando in tal modo il made in Italy, laddove sia realmente genuino e tutelando la salute dei cittadini, incentivando, altresì, tutte le imprese agricole e agroalimentari italiane che crescono in territori ricchi di biodiversità nel non utilizzo degli OGM.
  Sottolinea al riguardo, che in coerenza con le mozioni approvate dalla Camera in tema di OGM, con il sostegno di tutti i gruppi, si dovrebbe promuovere una nuova disciplina europea dell'etichettatura.

  Pierpaolo VARGIU, presidente della XII Commissione, fa notare al deputato Zaccagnini che la risoluzione n.7-00135 ha un oggetto diverso rispetto alle risoluzioni all'ordine del giorno della seduta odierna.
  Pertanto, le Commissioni valuteranno, in sede di ufficio di presidenza, la calendarizzazione della predetta risoluzione che non potrà che seguire, evidentemente, un iter autonomo.

  Adriano ZACCAGNINI (Misto) rileva che anche la sua risoluzione tratta il tema dell'etichettatura dei prodotti alimentari, al fine di definire la posizione che l'Italia dovrà assumere in sede di Unione europea.

  Pierpaolo VARGIU, presidente della XII Commissione, fa notare che il più generale tema dell'etichettatura degli alimenti può presentare una pluralità di profili, mentre le risoluzioni all'ordine del giorno trattano il tema specifico del sistema di etichettatura nutrizionale adottato dal Regno Unito e non anche il profilo illustrato dal collega Zaccagnini.

  Adriano ZACCAGNINI (Misto) prende atto dei rilievi del Presidente, sottolineando tuttavia che un'etichettatura chiara e completa degli alimenti, anche sotto il profilo degli OGM, costituisce uno strumento per tutelare le filiere agricole e il made in Italy e potrebbe anche essere un Pag. 74argomento per contrastare l'iniziativa inglese.

  Salvatore CAPONE (PD) ritiene che giungere a fare propria una risoluzione mirata a verificare la compatibilità del sistema di etichettatura nutrizionale inglese con quanto previsto dall'Unione Europea e soprattutto a tutelare i prodotti agroalimentari italiani sul mercato britannico e, più in generale, sui mercati mondiali, sia quanto mai urgente considerato l'avvio, dal primo settembre scorso, di questa sorta di new deal alimentare che immagina, grazie all'etichettature semaforica, di poter contrastare efficacemente l'obesità diffusa fra la popolazione del Regno Unito (oltre cinque milioni di sterline sono spesi ogni anno per trattare malattie legate al peso eccessivo dei cittadini britannici, in quanto oltre il 25 per cento è considerato obeso).
  Osserva che la strategia di contrasto varata dal Governo inglese apparirebbe, a qualsiasi nutrizionista, e a qualsiasi persona dotata di buon senso, un controsenso, poiché non mette in moto un percorso di consapevolezza nel consumatore, traducendo tout court o, meglio, fingendo di farlo, la qualità in quantità.
  In proposito, rileva che le due risoluzioni sottolineano in più punti l'evidente tentativo, non nuovo peraltro, di aggirare da parte del Governo britannico i criteri introdotti nel 2011 dall'Unione Europea in fatto di etichettatura, che entreranno in vigore da gennaio, e dove Londra aveva già cercato inutilmente di inserire i suoi semafori. L'etichettatura nutrizionale sarà, invece, obbligatoria dal 2016, per consentire alle imprese, soprattutto piccole e medie, i tempi di adeguamento, e sarà un ulteriore passo in avanti teso a veicolare la «verità» nutrizionale dei prodotti, e a stabilire una sorta di patto di fiducia tra aziende e consumatori.
  Osserva, quindi, che la raccomandazione adottata in giugno dal Governo britannico rischia, se non lo è già, di tradursi in una vera e propria offensiva contro l'agroalimentare italiano e, più in generale, i prodotti agroalimentari dell'area sud dell'Europa, colpendo al cuore la nostra e altre economie europee. Infatti, se il made in Italy è sinonimo di benessere in tutto il mondo, questo è merito anche di un agroalimentare di eccellenza, a partire dalla qualità indiscutibile delle materie prime.
  Fa presente, inoltre, che non è la prima volta – e l'onorevole Paolo De Castro, Presidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale dell'Unione europea, lo ha già sottolineato – che si tenta di mettere in discussione ed indebolire i prodotti alimentari di qualità che per quanto ci riguarda sul mercato britannico valgono circa 2,3 miliardi in termini di export.
  Rileva, poi, che proprio la stampa di questi giorni fa emergere il sospetto per cui, in realtà, attraverso la strategia del semaforo si vogliano promuovere prodotti nazionali surrogati e a basso costo, per combattere l'esercito di denominazione e origine garantite condotto da francesi, italiani e spagnoli.
  Questa offensiva contro i paesi dell'area sud dell'Europea troverebbe alleati anche dall'altra parte dell'Atlantico.
  Al di là delle considerazioni sul valore erga omnes della dieta mediterranea, e sulla sua correttezza nutrizionale, reputa fondamentale per il nostro Paese riuscire a difendere – come già hanno chiesto a gran voce Federalimentare e Coldiretti – le sue imprese e la qualità dei loro prodotti, una qualità che il mondo ci invidia, come dicono peraltro anche i dati di aumento dell’export dei nostri prodotti, e che le contraffazioni minano alla radice.
  Ritiene, dunque, prioritario che, anche grazie al testo delle risoluzioni che le Commissioni si apprestano ad approvare, il Governo si senta doppiamente impegnato in ambito europeo, per contrastare ogni tentativo atto a indebolire i nostri prodotti e le nostre imprese, sostenendo con forza una cultura del ben mangiare e della qualità dei prodotti che appare l'unica in grado di tutelare realmente i consumatori.
  Evidenzia, quindi, l'esigenza per cui nella risoluzione emerga anche la necessità di un impegno a farsi carico di un Pag. 75approccio culturale, sul tema dell'alimentazione, finalmente nuovo, teso a valorizzare la qualità dei prodotti, la sostenibilità delle produzioni, la tutela della salute del consumatore, e della necessità di sostenere compiutamente in Europa questa filosofia in tutte le sedi deputate.

  Loredana LUPO (M5S) annuncia che il suo gruppo condivide la risoluzione unitaria illustrata dal deputato Taricco, che dichiara di sottoscrivere. Rileva infatti che il sistema inglese tenta di depistare il consumatore, fornendo indicazioni fuorvianti ai fini di una corretta alimentazione, per la quale costituisce modello valido quello mediterraneo.

  Il sottosegretario Paolo FADDA, in merito alla questione segnalata nelle risoluzioni in esame, comunica, innanzitutto, che l'Italia ha richiesto al Comitato permanente per la catena alimentare di esaminare, nella riunione tenutasi a Bruxelles lo scorso 4 ottobre, i possibili impatti, per il mercato unico europeo, derivati dalla Raccomandazione adottata il 19 giugno 2013 dal dipartimento della Salute britannico, riguardante l'utilizzo volontario di uno schema di espressione delle indicazioni nutrizionali sugli alimenti. Con tale richiesta sono stati formulati rilievi tecnici e giuridici nei confronti dell'iniziativa britannica, in quanto ritenuta fondamentalmente lesiva degli interessi dei consumatori, sia quanto ad obiettività sia quanto a trasparenza dell'informazione veicolata.
  Rileva, quindi, che l'iniziativa è potenzialmente distorsiva del mercato interno europeo e discriminante nei confronti di talune categorie di prodotti alimentari che, per loro natura, contengono un tenore più elevato di zuccheri, materia grassa e sale.
  Inoltre, nell'intervento della delegazione italiana si è fatto riferimento al recente scambio di lettere tra il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ed il Commissario europeo alla Salute, Tonio Borg, nel quale, al chiaro auspicio da parte italiana di una approfondita verifica della congruità del sistema britannico alle vigenti norme europee, le risposte della Commissione non sono sembrate né convincenti né esaustive.
  È stato sottolineato, in particolare, come sia estremamente pericoloso qualificare in «buoni» o «cattivi» i prodotti alimentari, apponendo contrassegni colorati sulle confezioni (peraltro secondo una scala semaforica) e condizionando in maniera allarmistica i consumatori, che pure già dispongono di tutte le indicazioni nutrizionali in etichetta.
  Detti rilievi sono stati suffragati da esempi sulla portata concreta del meccanismo, che potrebbe connotare «a rischio per la dieta» alimenti come il pesce – ricco di acidi grassi polinsaturi essenziali – o l'olio di oliva extravergine, anch'esso ricco di acidi grassi polinsaturi, ma anche di sostanze antiossidanti come i fitosteroli ed i polifenoli. Nel caso dei prodotti dolciari, ricchi di zuccheri, si è paventato un massiccio ricorso a dolcificanti sintetici.
  Osserva, quindi, che sotto un profilo di diritto sostanziale, l'iniziativa inglese non pare conforme all'articolo 34 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (TFUE), in quanto incline a creare ostacoli alla libera circolazione delle merci nel mercato interno ed ingiustificata in virtù delle deroghe previste dall'articolo 36 del TFUE, attraverso la potenziale, ma altamente probabile, distorsione delle scelte dei consumatori, rispetto a quelle che potrebbero risultare dalla semplice lettura dell'etichettatura nutrizionale.
  Precisa che si è lamentato anche il contrasto con le prescrizioni di cui all'articolo 35, paragrafo 1, del regolamento (UE) 1169/2011: la Commissione europea dovrebbe pertanto adottare atti di esecuzione, come previsto dal regolamento (UE) 1169/2011, per stabilire un quadro applicativo uniforme a beneficio di consumatori e produttori, oltre a rilevare l'incongruenza con l'obiettivo principale del medesimo regolamento, che è l'armonizzazione delle informazioni sui prodotti alimentari nel mercato interno europeo.
  Fa presente, poi, che si è registrato un interesse generalizzato da parte delle delegazioni intervenute ad approfondire la Pag. 76problematica, con sostanziale condivisione della posizione italiana da parte di numerosi Stati membri (Francia, Romania, Lussemburgo, Spagna, Lettonia, Cipro, Croazia e anche Danimarca ed Irlanda).
  Paventando il rischio di una proliferazione incontrollata delle forme di espressione nutrizionale in Europa, la Commissione europea è stata invitata a rimanere vigile per verificare i reali effetti del provvedimento britannico sul mercato e presso i consumatori.
  Ritiene opportuno, tuttavia, riferire che la Commissione in questa fase si è dimostrata riluttante a condividere in pieno le perplessità dell'Italia; ha tuttavia comunicato la disponibilità a dare seguito ad una ulteriore fase di approfondimento alla presenza del Servizio Giuridico nel corso della riunione del «Gruppo di Lavoro Esperti sul Regolamento Informazioni ai Consumatori sui Prodotti Alimentari», che si terrà il 29 ottobre 2013.
  In sintesi, quindi, la Commissione medesima, pur contestando i rilievi presentati dall'Italia, ha comunicato di essere disponibile a dare seguito ad una ulteriore fase di approfondimento. Resta fermo l'impegno da parte del Governo e di questo Ministero in particolare, a prestare la debita attenzione alla problematica, attraverso ulteriori approfondimenti ed interventi in ambito U.E..
  Entrando nel merito delle risoluzioni in esame, per quanto riguarda l'impegno concernente la puntuale e corretta comunicazione ai consumatori, delineato nella risoluzione n. 7-00128, segnala che il Ministero della salute intende proseguire nella diffusione di campagne informative rivolte a riaffermare l'importanza di una dieta equilibrata e, nel contempo, ad esprimere contrarietà a qualsiasi sistema di etichettatura alimentare basato su approcci che tendano a confondere i consumatori.
  Infatti, le campagne sinora svolte sono state orientate a garantire la comprensione dei contenuti della etichettatura nutrizionale da parte del consumatore medio, al fine di scongiurare l'impiego di schemi semplificati di etichettatura, che rischiano di sostituirsi a quelli obbligatori introdotti dalle norme europee.
  Inoltre, le iniziative di comunicazione rivolte all'adozione di stili di vita salutari hanno riguardato anche la corretta alimentazione e la lotta alla sedentarietà.
  In proposito, ricorda che, tra l'altro è stato prodotto, in collaborazione con la RAI, un originale cartone animato rivolto ai telespettatori più piccoli. Il cartone animato è andato in onda per 26 puntate promuovendo il consumo di un frutto o di una verdura, esaltandone le proprietà salutari.
  In considerazione del buon riscontro di pubblico che ha registrato il cartone animato, in questi giorni si sta verificando la possibilità di produrne una nuova serie, da mandare in onda nel corso del 2014; le prossime puntate riguarderanno la dieta equilibrata e la dieta mediterranea e promuoveranno l'esercizio fisico nei bambini.
  Precisa, altresì, che anche riguardo alla lotta alla sedentarietà, nel corrente anno è stato diffuso sulle tre reti della RAI uno spot televisivo volto a favorire lo svolgimento dell'attività fisica a tutte le età, con la collaborazione gratuita dell'allenatore della Nazionale italiana di calcio.
  Inoltre, inviti a seguire semplici regole salutari riguardanti una dieta sana ed equilibrata, nonché uno stile di vita non sedentario sono contenuti nei vari prodotti editoriali realizzati dal Ministero della salute.
  Sulla base delle valutazioni esposte, esprime parere favorevole riguardo agli impegni contenuti nelle risoluzioni n. 7-00108, di iniziativa del deputato Taricco ed altri, e n. 7-00128, di iniziativa del deputato Binetti ed altri, nonché conseguentemente agli impegni di cui al testo unificato delle due citate risoluzioni, proposto dai presentatori delle medesime.

  Franco BORDO (SEL) propone di integrare il testo unificato delle risoluzioni illustrato dal collega Taricco con l'impegno relativo all'etichettatura «free OGM», contenuto nella risoluzione n. 7-00135.

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  Mino TARICCO (PD) manifesta interesse a trattare il tema dell'etichettatura in modo serio ed esauriente, anche con riferimento agli OGM, ma sottolinea che l'impegno proposto dal deputato Bordo riguarda questione del tutto diversa rispetto all'oggetto delle risoluzioni in discussione e del tutto estranea allo stesso. Peraltro, rileva che, in relazione alla questione generale dell'etichettatura degli alimenti, vi sono altre questioni meritevoli di considerazione. Invita pertanto il deputato Bordo a non insistere sulla proposta avanzata, che porterebbe oggi solo ad un'affermazione di principio, priva di significato, mentre meriterebbe una riflessione più approfondita.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, fa presente al deputato Bordo quanto già dichiarato in relazione alla risoluzione del deputato Zaccagnini. Fa inoltre presente che la risoluzione conclusiva deve riflettere gli argomenti discussi dalle Commissioni.

  Monica FAENZI (PdL) dichiara il voto favorevole del suo gruppo sul testo unificato delle risoluzioni oggi presentata dai deputati Taricco e Binetti, giudicando fuorviante e pericoloso il sistema adottato nel Regno Unito. Ritiene inoltre che il tema dell'etichettatura per i prodotti non-OGM sia diverso e debba essere approfondito in altra sede.

  Giuseppe L'ABBATE (M5S) sottolinea che il tema dell'etichettatura appare ampio e presenta una pluralità di sfaccettature. Si dichiara pertanto favorevole al testo unificato delle risoluzioni oggi presentato, ma chiede che la risoluzione del deputato Zaccagnini, cui è favorevole nel merito, sia calendarizzata quanto prima.

  Gian Pietro DAL MORO (PD), premesso che non deve stupire il fatto che altri Paesi europei tendano a creare barriere in favore delle produzioni nazionali, riterrebbe più utile pensare ad un sistema di accompagnamento del made in Italy nel mondo.
  Fa inoltre osservare al deputato Bordo che la sua proposta rischia di creare pericolosi equivoci, fermo restando che il tema dei prodotti Ogm andrà affrontato.

  Pierpaolo VARGIU, presidente della XII Commissione, invita i deputati delle due Commissioni a non riaprire un dibattito in merito all'opportunità di trattare il tema relativo agli OGM negli alimenti nell'ambito della proposta di testo unificato presentata – che riguarda, evidentemente, un argomento diverso –, precisando che in sede di ufficio di presidenza, già al termine della seduta odierna, potrà essere valutata la calendarizzazione presso le Commissioni XII e XIII della suddetta risoluzione di cui è primo firmatario il deputato Zaccagnini.

  Marisa NICCHI (SEL), a seguito di quanto precisato dal presidente Vargiu, ritiene che si possa rinunciare a trattare il tema dell'etichettatura dei prodotti non Ogm nell'ambito del testo unificato in esame, rispetto al quale annuncia, quindi, il voto favorevole a nome del suo gruppo.

  Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) desidera esprimere un particolare ringraziamento al sottosegretario Fadda per le espressioni usate nei confronti dell'atteggiamento assunto dalla Commissione europea, che si è dimostrata invece particolarmente severa sulla legge italiana sulle bevande alla frutta e in generale troppo spesso in linea con le esigenze dei Paesi del Nord Europa.
  Dichiara infine il sostegno del suo gruppo al testo unificato delle risoluzioni oggi presentato.

  Franco BORDO (SEL) non insiste sulla proposta emendativa illustrata, ma deve ricordare che pochi giorni fa lo stesso Governo ha affermato che il provvedimento adottato sulla coltivazione di OGM è privo di valore concreto. Ribadisce pertanto la necessità di intervenire sulla questione degli OGM.

  Adriano ZACCAGNINI (Misto) si dichiara favorevole al testo unificato delle Pag. 78risoluzioni e non insiste sulla proposta di integrarlo con riferimento al tema dell'etichettatura dei prodotti non OGM. Si dichiara altresì favorevole a misure di accompagnamento dei prodotti made in Italy sui mercati internazionali.
  Ribadisce tuttavia la necessità di un sistema di etichettatura degli alimenti che dia conto della loro origine e assicuri la relativa tracciabilità. Pertanto occorre non solo contrastare il sistema inglese, ma proporre una revisione complessiva del sistema di etichettatura europeo, di cui l'etichettatura dei prodotti connessa alla presenza di OGM dovrebbe costituire parte qualificante. Invita pertanto a calendarizzare con urgenza le iniziative su tale tema.

  Pierpaolo VARGIU, presidente della XII Commissione, nessun altro chiedendo di intervenire, pone in votazione il testo unificato delle risoluzioni in titolo, ribadendo che, al termine della seduta, avrà luogo la riunione congiunta degli uffici di presidenza delle Commissioni affari sociali e agricoltura, al fine di valutare la calendarizzazione della risoluzione n. 7-00135, di cui è primo firmatario il deputato Zaccagnini.

  Le Commissioni approvano all'unanimità il testo unificato delle risoluzioni, che assume il numero 8-00018 (vedi allegato).

  La seduta termina alle 16.20.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 16.20 alle 16.25.

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