CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 23 ottobre 2013
109.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO
Pag. 161

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 23 ottobre 2013.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.50 alle 14.15.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Mercoledì 23 ottobre 2013. — Presidenza del vicepresidente Davide CRIPPA.

  La seduta comincia alle 15.40.

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Piano d'azione per una siderurgia europea competitiva.
(COM(2013) 407 final.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Gianluca BENAMATI (PD), relatore, segnala anzitutto il rilievo della procedura odierna: sulla Comunicazione in titolo, trasmessa in data 20 giugno, la Commissione, ai sensi dell'articolo 127, comma 2, del regolamento, ha deciso di svolgere un esame che può concludersi con l'approvazione di un documento finale.
  Osserva preliminarmente che la Comunicazione si basa su due considerazioni prioritarie:
   una siderurgia forte e competitiva è essenziale per la base industriale europea, essendo l'UE il secondo maggior produttore mondiale di acciaio;
   il settore versa in una situazione difficile: la crisi economica ha contratto l'attività manifatturiera e la connessa domanda di acciaio, con la conseguenza che molti impianti hanno ridotto o cessato la produzione (e relativa perdita di occupazione).

  Ciò che emerge da queste due considerazioni è che la siderurgia è posta di fronte alla necessità di ristrutturare e ridurre la capacità produttiva. La sfida Pag. 162della siderurgia europea inoltre deve anche fare i conti con prezzi elevati dell'energia e la necessità di fare investimenti per adeguarsi all'economia verde.
  Ritenendo la siderurgia una produzione strategica, la Comunicazione della Commissione è volta a definire interventi mirati finalizzati al sostegno del settore siderurgico, dopo aver compiuto una valutazione complessiva delle principali tendenze sul mercato mondiale.
  Il mercato mondiale dell'acciaio è in crescita, trainato dall'industrializzazione dei Paesi emergenti: la Cina domina oggi la produzione mondiale, con un eccesso di produzione a livello interno che determina l'esportazione del prodotto all'estero. La produzione statunitense si va anch'essa avviando verso una potenziale capacità di esportazione e la politica di tale Paese è inoltre caratterizzata da una tendenza protezionistica. In questa situazione è molto difficile per l'Europa mantenere il suo livello di esportazioni e si rende necessario aumentare il valore aggiunto dei prodotti siderurgici e garantire un accesso equo alle materie prime e secondarie. Una variabile interessante in questo contesto è l'aumento dell'impiego dei rottami riciclati nonché la contestuale diffusione delle migliori tecnologie disponibili (BAT). Produrre acciaio da rottami di acciaio significa ridurre l’input energetico del 75 per cento e risparmiare circa il 90 per cento dell’input di materie prime. Ai fini di un reimpiego e di un riciclaggio più agevoli di tali materiali, occorre applicare efficacemente la direttiva sulla progettazione ecocompatibile.
  Il Piano di azione per l'acciaio in esame si orienta su alcuni principali assi di intervento che la Commissione così individua e che quale relatore dapprima elenca per poi dettagliare meglio in seguito:
   quadro normativo;
   strategia di rilancio della domanda interna;
   accesso ai mercati esteri;
   costo dell'energia;
   cambiamenti climatici;
   innovazione;
   dimensione sociale.

  La comunicazione parte da una considerazione preliminare concernente la necessità di un corretto quadro normativo, essenziale per lo sviluppo sostenibile e il corretto funzionamento del mercato interno. Tale quadro normativo deve essere concepito in modo intelligente e ambizioso, perseguendo obiettivi ambientali rigorosi e regole armonizzate. L'industria siderurgica sta mettendo a punto il marchio dei prodotti siderurgici da costruzione ad alto livello di sostenibilità ambientale che può rappresentare un'importante potenzialità per aggredire quote di mercato.
  A fronte di un eccesso di capacità produttiva presente a livello mondiale, la sovracapacità nell'UE è di circa 80 milioni di tonnellate rispetto a una produzione totale di 217 tonnellate; la domanda interna proviene da pochi settore industriali chiave che utilizzano l'acciaio: le costruzioni e l'industria automobilistica in particolare, che si rende quindi necessario promuovere.
  Un focus particolare deve inoltre essere posto sul dato che, a fronte dell'UE che si pone quale mercato aperto, spesso i Paesi terzi produttori di acciaio applicano restrizioni commerciali, di natura tariffaria e non. Occorre in tal senso una politica europea decisa nell'assicurare il rispetto degli impegni internazionali a condizioni di parità e nel contrastare pratiche commerciali sleali. A questo proposito, la Commissione ha regolari contatti con la autorità dei Paesi terzi per garantire il rispetto delle norme dell'OMC in materia di misure di salvaguardia, compensative ed antidumpimg.
  La Commissione sostiene inoltre con forza il processo di liberalizzazione degli scambi internazionali nel quadro dell'OMC.Pag. 163
  Una riflessione particolare è stata dedicata dalla Commissione ai costi dell'energia, che rappresentano fino al 40 per cento dei costi operativi: l'industria europea fa fronte a costi energetici più elevati rispetto ai competitor (il doppio ad esempio di quelli statunitensi). La quota delle energie rinnovabili nel mix energetico incide sul prezzo dell'energia, ed è quindi necessario che il costo delle energie rinnovabili cali e che i regimi nazionali di sostegno siano efficaci sotto questo profilo; altro costo aggiuntivo per l'energia elettrica è rappresentato dal sistema di scambio di quote di emissione (ETS). La Commissione ha convenuto sulla necessità di un monitoraggio puntuale dei costi energetici e del loro impatto.
  L'UE genera solo l'11 per cento delle emissioni di gas ad effetto serra a livello mondiale e dunque appare indispensabile un intervento efficace a livello internazionale e individuare le modalità di finanziamento degli obiettivi climatici: l'UE è impegnata ad affrontare i problemi di competitività legati alle sue politiche in materia di cambiamenti climatici, poiché in assenza di condizioni di parità i produttori siderurgici concorrenti dei paesi terzi godono di un vantaggio concorrenziale sleale che provoca una distorsione nel mercato mondiale dell'acciaio.
  In tutta una serie di applicazioni l'acciaio contribuisce alla riduzione delle emissioni di CO2 e al risparmio energetico – settore automobilistico, cantieristica, costruzioni, macchinari –: le potenzialità di risparmio legate al corretto uso dell'acciaio sono superiori alle emissioni che l'acciaio comporta. L'acciaio è completamente riciclabile senza perdere qualità: l'approccio giusto deve quindi essere quello rivolto al ciclo di vita, all'incremento dei tassi di riciclo e al migliore impiego dei sottoprodotti.
  Per quanto concerne l'innovazione, occorre precisare che i più moderni impianti siderurgici dell'UE sono prossimi ai limiti delle possibilità tecnologiche attuali e sarà quindi difficile per l'industria dell'acciaio ridurre ancora le emissioni di CO2 senza l'introduzione di tecnologie innovative che impiegheranno anni per essere individuate: una serie di progetti in questo senso sono in corso (ULCOS) e sono stati finanziati dalla Commissione per 40 milioni di euro.
  Una volta individuate le nuove tecnologie, esse dovranno poi essere introdotte su vasta scala e ciò dipenderà dalla possibilità di ottenere costi di produzione competitivi.
  Infine, la Commissione ha posto la sua attenzione alla dimensione sociale della produzione di acciaio: le prospettive occupazionali nel settore sono preoccupanti e meritano grande attenzione da parte della politica.
  Perché il settore conservi il suo carattere strategico per l'industria manifatturiera europea e l'occupazione, occorre adottare misure temporanee urgenti a fianco di provvedimenti a lungo termine: mettere ad esempio a punto forme di lavoro temporanee per non disperdere le capacità professionali e riqualificare i lavoratori nei periodi di bassa congiuntura.
  È fondamentale prevedere la necessità di ristrutturazione dell'industria siderurgica per attenuarne gli effetti sociali negativi. Contestualmente si assiste ad una trasformazione senza precedenti della forza lavoro nel settore dell'acciaio: quasi il 30 per cento della forza lavoro effettiva uscirà dal settore entro il 2025: occorre quindi che – sebbene in un periodo di crisi – il comparto sia in grado di attrarre forza lavoro giovane e creativa, nonché scienziati e manager altamente qualificati.
  In base, infine, alle norme europee in materia di aiuti di Stato il settore siderurgico può usufruire di varie forme di aiuti, sia per quanto concerne la ricerca, lo sviluppo e l'innovazione, sia per quanto riguarda la formazione e l'occupazione, sia in relazione alla promozione della tutela dell'ambiente.
  Conclude mettendo in evidenza che la siderurgia in Italia è e rimane uno dei più grandi asset industriali, e per tale produzione l'Italia in Europa ha un posto di grande rilievo. Ribadendo l'importanza Pag. 164dell'atto in esame, riterrebbe opportuno svolgere un breve ciclo di audizioni che consenta di approfondire adeguatamente la questione in tutte le sue rilevanti implicazioni.

  Davide CRIPPA, presidente, assicura che la questione sarà affrontata nel prossimo Ufficio di Presidenza.

  La seduta termina alle 16.05.