CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 10 ottobre 2013
100.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 15

RELAZIONI AL PARLAMENTO

  Giovedì 10 ottobre 2013. — Presidenza del vicepresidente Andrea MANCIULLI. — Interviene il viceministro degli affari esteri, Marta Dassù.

  La seduta comincia alle 9.

Relazione sullo stato della spesa, sull'efficacia nell'allocazione delle risorse e sul grado di efficienza dell'azione amministrativa per l'anno 2012 del Ministero degli affari esteri.
Doc. CLXIV, n. 5.

(Esame ai sensi dell'articolo 124, comma 2, del regolamento e rinvio).

  Andrea MANCIULLI, presidente, ricorda che l'esame della Relazione in titolo fa seguito all'esigenza, rappresentata in sede di Conferenza dei presidenti di Commissione, di «parlamentarizzare» lo stato della spesa e del riparto delle relative risorse di ogni singolo Ministero, al fine di razionalizzare il processo di spending review in atto nella pubblica amministrazione.
  Ricordo altresì che al termine dell'esame è prevista da parte della Commissione l'approvazione di una relazione alla Commissione Bilancio, anche in vista dell'esame della legge di stabilità.

  Vincenzo AMENDOLA (PD), relatore, nel fare presente che per la prima volta la Commissione svolge la procedura illustrata dal presidente, di cui si è fatto promotore l'onorevole Boccia, quale Presidente della Commissione Bilancio, osserva che l'esame del documento all'ordine del giorno valorizza e rafforza il ruolo delle Commissioni permanenti, e dunque del Parlamento, in quanto titolari di una funzione di controllo organizzata e sistematica sull'andamento della spesa pubblica.
  Ricorda che l'articolo 3, comma 68, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, ha introdotto l'obbligo di relazione per ogni dicastero sullo stato della spesa, sull'efficacia nell'allocazione delle risorse nelle amministrazioni di rispettiva competenza e sul grado di efficienza dell'azione amministrativa svolta, con riferimento alle missioni e ai programmi in cui si articola il bilancio dello Stato, prevedendo che le relazioni segnalassero, tra l'altro, i risultati conseguiti nel perseguimento delle priorità politiche individuate dal Ministro e le linee di intervento al fine di migliorare l'efficienza, Pag. 16la produttività e l'economicità delle strutture amministrative, nonché i casi di maggior successo registrati.
  Osserva che la Relazione in esame appare conforme al modello prescritto dal dettato normativo richiamato, individuando preliminarmente le priorità politiche del Ministero degli affari esteri, ossia: favorire l'autonomia e la responsabilizzazione dei vari livelli di dirigenza, la semplificazione delle procedure e l'estensione di un efficace sistema di valutazione; rafforzare il ruolo dell'Italia nella comunità internazionale per garantire la stabilità di un sistema internazionale fondato sul rispetto dei diritti umani, sulla legalità e sulla cooperazione allo sviluppo; proseguire nel processo di integrazione; contribuire al rilancio dello sviluppo economico del Paese mediante il potenziamento dell'azione a sostegno del sistema Italia e l'assistenza dei cittadini e delle imprese italiane all'estero assicurando tra l'altro la modernizzazione dei servizi forniti dalla rete all'estero.
  Fa presente che, non potendo dare conto in questa sede di tutti i contenuti del documento in esame, si soffermerà sul grado di realizzazione di alcuni degli obiettivi strategici e strutturali indicati dalla relazione riconducendoli a tre macrocategorie di particolare interesse quali: l'amministrazione in senso lato, la cooperazione allo sviluppo e la promozione del sistema-Paese.
  Relativamente all'amministrazione, evidenzia l'attivazione di un tavolo di coordinamento tra il Ministero degli affari esteri e il Ministero dell'istruzione, università e ricerca per valorizzare la rete degli scienziati e dei ricercatori italiani all'estero, nonché di un tavolo tra il Ministero degli affari esteri, il Ministero della Difesa e il Ministero dello sviluppo economico, volto a favorire la collaborazione dell'industria della Difesa con i Paesi terzi. Di particolare rilievo anche l'organizzazione delle Giornate della trasparenza e per la lotta alla corruzione, l'introduzione dell'autonomia gestionale e finanziaria della rete estera e la finalizzazione del Piano della performance che prevede la valutazione di tutto il personale Ministero degli affari esteri.
  Desidera altresì evidenziare l'incremento della presenza femminile nell'attribuzione di incarichi di responsabilità ed il potenziamento dell'offerta formativa dell'Istituto diplomatico attraverso giornate di formazione su temi quali il contrasto alla corruzione, le pari opportunità, la comunicazione e le iniziative ecosostenibili.
  Ricorda, poi, la riduzione, rispetto ai costi sostenuti lo scorso anno, del 9,82 per cento delle spese per locazioni residenziali nonché l'incremento delle risorse destinate ad aumentare la sicurezza dei luoghi di lavoro presso la rete estera. Al riguardo, segnala che circa la metà dei costi complessivi relativi al funzionamento della rete, pari a circa 30 milioni di euro annui – secondo quanto osservato dalla Corte dei conti – derivano dai canoni di locazione degli uffici delle sedi, delle residenze dei capi-missione e degli alloggi di servizio.
  Segnala che, per favorire la modernizzazione dei servizi forniti dalla rete all'estero nell'ambito del processo di digitalizzazione in atto, sono state avviate le attività operative riguardanti la creazione del Portale SECOLI – nuovo strumento telematico per i cittadini italiani residenti all'estero che potranno ricevere servizi e informazioni senza doversi recare fisicamente negli uffici – e quelle propedeutiche alla creazione del Sistema pagamenti on line.
  Sottolinea l'approvazione del 100 per cento dei bilanci preventivi delle Sedi estere osservando che, relativamente allo sviluppo delle risorse proprie delle Sedi diplomatiche e consolari, è stato assicurato l'impegno dei fondi disponibili sui corrispondenti capitoli di bilancio in coerenza con i tetti di spesa vigenti. Osserva che è stata, infine, aggiornata la tabella dei diritti consolari a seguito dell'aumento del 10 per cento delle tariffe.
  Relativamente ai servizi consolari, rileva che la relazione segnala l'ottimizzazione e la messa a regime della dotazione degli strumenti di lavoro informatici, gestionali e organizzativi finalizzati a migliorare Pag. 17il grado di soddisfazione dell'utenza e a ridurre i tempi di erogazione di alcuni servizi quali il rilascio dei passaporti (per l'80 percento dei casi) e i visti per affari (rilasciati entro otto giorni nel 70 per cento delle richieste).
  Ancora con riferimento alla categoria relativa all'amministrazione, fa presente che merita attenzione la gestione del sito Internet del Ministero che ha visto il rinnovo dei contratti per l'aggiornamento dei contenuti e per le traduzioni in lingua straniera e la stipula di contratti per la realizzazione di contenuti editoriali multimediali. Segnala, infine, la grande attività svolta dall'Ufficio relazioni con il pubblico che ha gestito quasi 35.000 contatti ed ha contribuito a curare la presenza del Ministero al Forum P.A. del maggio 2012.
  Venendo alla categoria della cooperazione allo sviluppo e richiamando, al riguardo, l'intervento in Aula, dello scorso 8 ottobre, del viceministro Pistelli in risposta ad alcune interpellanze, ricorda che la Direzione generale del Ministero ha continuato a porsi come obiettivo la massima trasparenza dei propri interventi nonché l’ownership democratica e l'allineamento alle priorità dei Paesi partner.
  Segnala che, al fine di ottenere una più elevata qualità degli aiuti allo sviluppo, la Direzione generale competente ha aggiornato le Linee guida triennali strategiche della Cooperazione italiana allo sviluppo approvate dal Comitato Direzionale nel dicembre 2012. Osserva che, in tale sede, sono state approvate nuove misure ed interventi ispirati alla necessità di promuovere la qualità degli aiuti realizzati dalla Direzione generale attuando una maggior concentrazione delle risorse al fine di evitarne la dispersione. I predetti interventi si sono concentrati in un numero limitato di Paesi (dieci in Africa Sub Sahariana, due in Nord Africa, uno nei Balcani, tre in Medio Oriente, quattro in America Latina e Caraibi e quattro in Asia e Oceania).
  Quanto alla promozione del sistema-Paese, rileva che la relazione dà conto del fatto che nel corso del 2012 è proseguita l'attività di coordinamento e di sviluppo di specifiche iniziative e servizi volti a favorire l'internazionalizzazione del sistema produttivo italiano. Evidenzia che sono state organizzate due riunioni della Cabina di Regia per l'Italia Internazionale istituita con legge n. 214 del 2011, copresieduta dal Ministro degli Affari Esteri e dal Ministro dello Sviluppo Economico con la partecipazione dei principali attori governativi ed economici nazionali e regionali nel settore. Le riunioni hanno avuto il compito di definire le linee guida e di indirizzo strategico, compresa la programmazione delle risorse, in materia di promozione all'estero e internazionalizzazione del sistema produttivo nazionale.
  Sempre nell'ambito della promozione del sistema-Paese ricorda che è proseguita l'attività di promozione coerente ed integrata di economia, cultura e scienza italiana nel mondo attraverso gli Istituti italiani di cultura, la rete delle scuole e dei lettorati di ruolo all'estero. Al riguardo evidenzia la già citata valorizzazione e messa in rete degli scienziati e ricercatori italiani nel mondo; l'avvio di una riorganizzazione nell'erogazione delle borse di studio e la riconfigurazione delle Scuole all'estero a fronte della contrazione delle risorse disponibili con la soppressione di 134 posti.
  Sul tema della promozione e diffusione della lingua e della cultura italiana ricorda che la Direzione generale competente ha organizzato 19.709 corsi per un totale di 366.817 studenti con l'impegno di 4.120 docenti di cui 259 di ruolo. Sono 149 gli Enti gestori e Associazioni destinatari dei contributi.
  Ritiene altresì opportuno richiamare la preparazione allo svolgimento della Presidenza italiana dell'UE nel luglio-dicembre 2014. La relazione sottolinea che grazie ad un finanziamento ad hoc è stato delineato lo scheletro delle azioni da sviluppare per definire obiettivi e programma della Presidenza italiana.
  Osserva che questi significativi risultati amministrativi configurano un percorso virtuoso, avviato dal Ministero degli affari esteri sulla scia della revisione della spesa, nonostante i pesanti tagli lineari subiti che Pag. 18hanno ulteriormente ridotto, rispetto alla media dei grandi paesi europei, la percentuale del PIL destinata alla politica estera.
  Rileva che restano, evidentemente, in tutta la loro criticità alcuni nodi ancora irrisolti, a cui questa legislatura è chiamata a dare una risposta, a partire dalla riforma della legge n. 49 del 1987 per ridisegnare il modello della cooperazione allo sviluppo. Un'analoga esigenza è fortemente sentita anche nel campo della promozione della cultura e della lingua italiana all'estero.
  Quanto alla promozione del sistema-Paese, ritiene occorra verificare la messa in opera del modello riproposto lo scorso anno, che continua a prevedere una sorta di condominio tra Ministero degli affari esteri e Ministero dello sviluppo economico.
  Fa presente che, grazie alla rete estera della Farnesina, l'Italia dispone di un patrimonio di strutture amministrative e di esperienze professionali a disposizione dei cittadini, delle istituzioni e delle imprese. Il relativo processo di razionalizzazione, che è in corso, deve pertanto ispirarsi a criteri di rafforzamento della presenza italiana nel mondo nei nuovi scenari politici ed economici, senza isterilirsi in un calcolo meramente contabile.
  Segnala che è prioritario interesse del Paese svolgere una riflessione adeguata e non estemporanea a questo proposito, anche per delineare un assetto dinamico della rete stessa che possa sperimentare nuove forme di presenza, come ad esempio la cosiddetta «ambasciata leggera» (un solo diplomatico, eventualmente itinerante). Sul tema ritiene opportuno che siano approfondite ed opportunamente valutate tutte le soluzioni alternative proposte.
  Segnala che, come è stato evidenziato anche nella scorsa legislatura, parallelamente al lavoro svolto da una commissione ministeriale, i margini per la revisione della spesa del Ministero degli affari esteri ci sono e sono ben altri che la mera chiusura delle sedi. Riprende al riguardo il parere reso dalla Commissione nell'esaminare il decreto-legge n. 95 del 2012: a) una riduzione degli organici delle sedi europee, anche attraverso ulteriori accorpamenti di rappresentanze presso organizzazioni internazionali, come ad esempio quella presso l'UNESCO, a vantaggio delle sempre più strategiche sedi extra-europee; b) la ricerca di sinergie con il Servizio europeo per l'azione esterna e con i servizi diplomatici di altri Stati membri anche attraverso la reciproca ospitalità; c) la ricerca di sinergie organizzative nell'ambito della rete estera accentrando presso alcune sedi talune funzioni amministrative (ambasciate-hub); d) il contenimento delle spese per la gestione immobiliare, proseguendo ad alienare i beni non più utilizzabili per riconvertirli in modo tale da ridurre le locazioni, valutando altresì l'eventualità di costituire una società di gestione del patrimonio immobiliare all'estero per semplificarne le relative procedure; e) per quanto concerne il personale, soprattutto all'estero, un ampliamento del contingente e dei profili professionali del personale a contratto locale, al fine di adeguarne il bilanciamento; f) sia ridotto al minimo indispensabile ed escluso tendenzialmente presso le sedi bilaterali il ricorso agli esperti ex articolo 168, così come sia altresì limitato a casi di assoluta necessità e qualità il ricorso a nomine per chiara fama presso gli istituti italiani di cultura; g) sia portato avanti il processo di informatizzazione dei servizi consolari, unitamente ad una campagna informativa adeguata presso le comunità italiane all'estero; h) le percezioni consolari siano automaticamente assegnate al bilancio delle singole sedi che le riscuotono. Ritiene che siano indicazioni tuttora utili e da sviluppare nel dialogo tra Parlamento e Governo, ove possibile a partire dall'imminente legge di stabilità.

  Il viceministro Marta DASSÙ, nel ringraziare sentitamente il relatore, ritiene importante la sistematica collaborazione che si sta instaurando tra Parlamento e Governo circa la trasparenza e la performance dell'azione amministrativa. Nel richiamare il rilevante sforzo compiuto dalla Farnesina nell'ambito della spending review, coglie l'occasione per rimarcare il risultato conseguito dall'Italia nel migliorare Pag. 19la sua posizione quale contribuente netto in seno all'Unione europea con riferimento all'ultimo Quadro finanziario pluriennale.
  Dopo avere accennato al significativo lavoro in corso per la riforma della cooperazione allo sviluppo, si sofferma sulla promozione del sistema-Paese, il cui modello, a suo avviso, sta funzionando, come del resto testimonia l'aumento della vitalità estera delle imprese italiane. Facendo riferimento al rapporto appena presentato dall'ANCE, prende atto dell'apprezzamento che proviene dai soggetti economici interessati e ribadisce l'esigenza di incrementare la domanda estera nell'attuale situazione economica nazionale.
  Fatto presente il risultato positivo che pone l'italiano tra le prime cinque lingue più studiate nel mondo, ribadisce l'importanza di proseguire nella ristrutturazione della rete estera, recependo le indicazioni del relatore circa la flessibilità organizzativa delle sedi e la sinergia con il SEAE, che è peraltro in questi mesi oggetto di un processo di revisione. Quanto alla questione delle percezioni consolari, a tutt'oggi considerate entrate erariali sulla base del principio dell'unità del bilancio dello Stato, ricorda come il Ministero degli affari esteri sia comunque riuscito ad assicurarsi almeno in parte le maggiori entrate rivenienti, precisando tuttavia l'opportunità della loro rassegnazione all'amministrazione centrale e non alle sedi periferiche.
  Nel sottolineare lo stridente squilibrio tra il numero delle sedi estere (319) ed il decremento del personale assegnato, segnala come si stia procedendo a spostare risorse umane fuori dall'Europa tanto che nell'ultimo decennio l'organico europeo ha subito una diminuzione pari al 13 per cento. Invita a considerare che analogo comportamento stanno adottando anche altri Paesi, come ad esempio la Francia.
  Con riferimento al patrimonio immobiliare, fa presente che l'ipotesi di costituire una società di gestione non è compatibile con l'attuale normativa, mentre risulterebbe, a giudizio dell'Agenzia del demanio, antieconomico procedere a vendite in blocco, per cui l'Amministrazione continuerà a valutare caso per caso, procedendo ove conveniente a singole alienazioni. Con riferimento al personale locale a contratto, rende noto che il relativo contingente è quasi integralmente impiegato, anche a seguito di un'assunzione straordinaria di venti unità per rafforzare la Rappresentanza permanente presso l'Unione europea in vista del semestre italiano di presidenza. Per quanto concerne la nomina dei direttori degli istituti di cultura per chiara fama, avverte che è stato predisposto un documento di indirizzo per rendere più trasparente la procedura, anche alla luce di imminenti importanti avvicendamenti. Ribadisce quindi l'impegno ministeriale per l'informatizzazione dei servizi consolari attualmente in essere in Belgio, Spagna e Portogallo, ma destinata ad essere in breve tempo estesa ad altre nove sedi, tra cui i consolati di Metz e Lione.
  In conclusione, insiste sul peso strategico dell'Amministrazione degli affari esteri che, pur tra luci ed ombre e nonostante la scarsità delle risorse, ha intrapreso una direzione virtuosa come sta dimostrando un ambizioso programma di ristrutturazione della rete estera con l'apertura di nuove sedi nelle aree strategiche del mondo.

  Alessandro DI BATTISTA (M5S) in merito alla relazione presentata dal Ministero degli esteri dà atto della bontà degli obiettivi che la Farnesina ha posto e si dice certo che l'Amministrazione abbia concentrato il massimo sforzo per il loro raggiungimento. Dà altresì atto della progressiva diminuzione di risorse che ha colpito il bilancio del Ministero degli affari esteri.
  Allo stesso tempo ritiene, però, di non potersi assolutamente ritenere soddisfatto.
  Osserva, innanzitutto, che, dal testo che viene sottoposto all'attenzione della Commissione non emerge il reale stato della spesa né, tantomeno, sembra possibile valutare e verificare l'effettiva efficace allocazione delle, poche, risorse stanziate.
  Fa notare che si parla di obiettivi strategici quali il rafforzamento e consolidamento Pag. 20del ruolo dell'Italia nella comunità internazionale, si parla di favorire la sicurezza internazionale, il rispetto dei diritti umani, la solidarietà attraverso la cooperazione allo sviluppo; si parla ancora, di informatizzazione del Ministero e di innovazioni tecnologiche. Ritiene siano cose giuste, ma sottolinea che da una relazione sulla spesa e sull'utilizzo dei soldi degli italiani si sarebbe aspettato qualcosa di più e di meglio.
  Desidera, in particolare, sottolineare come non si sia minimamente tenuto conto di quelle voci di spesa che avrebbero meritato maggiore attenzione e che, proprio in questa sede, sono già state portate all'attenzione dell'Amministrazione, nel corso di indagini conoscitive ed a seguito di audizioni dei sottosegretari pro-tempore e dei segretari generali al Ministero degli affari esteri.
  Osserva, ad esempio, che si parla genericamente di un risparmio di 9,82 per cento per quanto riguarda i costi locativi residenziali, ma si omettono i dati sulla consistenza e sulla localizzazione del patrimonio immobiliare. Per non parlare del capitolo che grava più pesantemente sul bilancio del Ministero degli affari esteri, quello dell'indennità di servizio all'estero dei diplomatici.
  Rileva poi che, più in generale, non sono state affrontate le reali esigenze di riforma o quantomeno di riordino dell'amministrazione anche e soprattutto per quanto concerne le reti diplomatiche nel mondo.
  Segnala che la letteratura al riguardo è copiosa e che gli onorevoli colleghi sapranno certamente di cosa si stia parlando poiché proprio presso la Camera, in varie sedi, sono state svolte indagini conoscitive, audizioni, per non parlare della Commissione sulla spending review del 2012 che pure aveva portato alla redazione di un documento per molti aspetti condivisibile. Osserva che, nonostante ciò, le problematiche non sono mai state affrontate con la dovuta decisione e risolutezza e che di tutti questi studi e lavori nella relazione non vi è cenno alcuno.
  Ritiene necessario ripartire proprio da quei lavori per tentare di riordinare e finalmente di rendere efficiente il Ministero ed auspica che la riunione di oggi possa essere l'occasione per iniziare a percorrere una strada che possa infine condurre ad una riforma dell'intera rete diplomatica e consolare.
  Osserva che sono diversi i punti che meriterebbero un approfondimento ed intende cogliere questa occasione per proporre l'avvio di nuove indagini conoscitive ed audizioni che possano condurre ad un condiviso progetto di riforma.
  Afferma di essere consapevole del fatto che si tratti di questioni che sono state ampiamente dibattute ma ritiene che, scorrendo i resoconti stenografici della riunione congiunta delle Commissioni di Camera e Senato della scorsa legislatura, appare evidente che le esigenze da affrontare sono, in linea di massima, condivise.
  Relativamente al punto della riorganizzazione delle rete diplomatico-consolare osserva che, nonostante il bilancio del ministero degli affari esteri non sia poi così abbondante rispetto ad altri stati quali Francia, Germania, Stati Uniti, Spagna (in Italia il più basso in termini assoluti e percentuali rispetto al bilancio statale, 0,22 per cento), l'Italia riesce a garantire un numero di sedi all'estero molto alto (127 ambasciate, 9 rappresentanze permanenti, 92 uffici consolari, 89 istituti di cultura) che pongono il Paese al quarto posto nel mondo.
  Fa presente che la rete diplomatico-consolare è di certo un'importante risorsa che va valorizzata, ma che, allo stesso tempo, è necessario snellirne la struttura e soprattutto riordinarne la distribuzione dal punto di vista geografico. Ritiene sia opportuno un processo di razionalizzazione ed accorpamenti, specie nell'ambito europeo, sia in virtù della sempre crescente integrazione delle comunità italiane negli stati membri sia in funzione delle distanze relativamente più percorribili.
  Ritiene, al riguardo, utile procedere nel senso dell'introduzione della nozione di Ambasciata snella o itinerante che consente di mantenere la presenza italiana in Pag. 21una determinata area pur riducendo i costi. Allo stesso tempo ritiene che nelle aree di forte espansione economica (per tutte Cina, Brasile, India) si dia luogo ad un rafforzamento della presenza diplomatico-consolare.
  In relazione, poi, al tema del personale all'estero, desidera partire da un dato, la cui fonte è la Commissione sulla spending rewiew del 2012, secondo il quale la Farnesina impiega 4.320 unità di ruolo e 2.490 a contratto, per un totale di circa 6.710 unità di personale; i funzionari diplomatici italiani sono invece 918.
  Osserva che il rapporto nelle sedi all'estero fra personale inviato da Roma ed assunto localmente è sostanzialmente alla pari: il 46 per cento del personale all'estero è infatti a contratto. Gli altri stati europei, invece, si avvalgono di una percentuale di impiegati locali oscillante tra il 60 e l'82 per cento del totale del personale.
  A tal riguardo ritiene sia necessario allinearsi alla media europea per quanto concerne il rapporto tra personale inviato all'estero e personale assunto in loco, pur in possesso di adeguate qualifiche professionali.
  Relativamente al trattamento economico dei diplomatici e del personale di ruolo all'estero, intende richiamare l'attenzione sull'ISE, che è un importo di natura non retributiva, che si aggiunge al cosiddetto stipendio metropolitano, che viene corrisposto al netto di tasse ed imposte e che sembra, in mancanza di dati ufficiali, si aggiri dagli 8.000 ai 40.000 euro mensili.
  Pur senza voler mettere in discussione la professionalità nonché la necessità di andare a regolare e disciplinare il trattamento economico dei funzionari diplomatici all'estero con normative speciali, perché di certo speciali sono le funzioni che vengono esercitate, ritiene però che tali somme incidano pesantemente sul bilancio del ministero, quasi per un terzo, in quanto i capitoli di spesa a bilancio, n. 1276 e n. 2503 sono di consistenza pari a circa 460 milioni di euro. Al riguardo, invita a considerare che la tutela dei diritti acquisiti non può prevalere sull'esigenza di garantire il diritto al lavoro anche ai disoccupati.
  Ritiene, dunque, che si debbano necessariamente adeguare le retribuzioni, le spese di rappresentanza e soprattutto l'ISE, alla media europea, per poi redistribuire quelle risorse proprio al fine di rilanciare la politica di cooperazione e sostenere le proiezioni internazionali delle nostre imprese ed il made in Italy.
  Osserva che un altro aspetto che merita un approfondimento è quello del patrimonio immobiliare della rete diplomatica all'estero e delle sedi diplomatiche in locazione.
  A tal riguardo ritiene che sia preliminare capire la consistenza del predetto patrimonio prima di poter individuare possibili spazi di intervento. Ciò non è mai stato fatto e pertanto chiede ai colleghi di valutare se sollecitare il Ministero a rendere conto dello stato del patrimonio demaniale all'estero.
  Segnala che un'eventuale riforma dovrà andare nella direzione di valorizzare il patrimonio immobiliare nazionale all'estero, di puntare ad una gestione più oculata ma allo stesso tempo più attiva ed incisiva, anche responsabilizzando le sedi all'estero.
  Rileva che, di pari passo, si deve tendere ad una riduzione delle spese sostenute per l'affitto delle sedi della rete diplomatica e consolare. Infatti, sempre dalla commissione sulla spending review, è emerso che la spesa sostenuta per il pagamento degli affitti degli uffici all'estero – circa 20 milioni di euro all'anno – rappresenta oltre il 34 per cento della spesa complessiva destinata alle spese di funzionamento, ad esclusione di quelle del personale. Ritiene sia ora di invertire la rotta.
  Consapevole che non è questa la sede opportuna per parlarne, desidera soltanto fare cenno all'esigenza stringente di mettere a punto una modifica sul sistema di voto all'estero, che garantisca l'esercizio del diritto di voto anche ai tanti giovani che non possono sostenere le spese del viaggio di ritorno in Italia.

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  Laura GARAVINI (PD) manifesta viva soddisfazione per la «parlamentarizzazione» della revisione della spesa, dopo che in passato le Commissioni parlamentari sono state poste davanti a fatti compiuti. Menzionando in particolare la pratica delle chiusure delle sedi estere, osserva come spesso i risparmi previsti sono assolutamente fittizi, mentre sarebbe molto più produttive perseguire ipotesi alternative di razionalizzazione della spesa, ad esempio accorpando le sedi di Parigi oppure chiudendo quella presso la Santa Sede, i cui uffici potrebbero essere ospitati tranquillamente presso il Ministero. A suo avviso, un altro ambito in cui risparmiare sarebbe quello del rimborso delle spese per trasloco, sui cui in passato si è fatta poca attenzione.
  Nell'apprezzare gli sforzi di miglioramento della rete logistica, ritiene che si possano senz'altro ridurre gli organici in Europa, ma senza comprimere la qualità dei servizi, che peraltro potrebbero collocarsi presso le autorità locali, al fine di non penalizzare non solo le comunità italiane, ma anche tutti i cittadini e le imprese degli altri Paesi interessati all'Italia, nello spirito del programma lanciato dal Presidente del Consiglio con la denominazione «Destinazione Italia».
  Si tratta, a suo avviso, di uno dei non pochi elementi di contraddizione che sono presenti nella Relazione. Al riguardo menziona anche l'obiettivo di integrare i corsi di italiano nelle scuole locali, che viene compromesso dalla riduzione del personale di ruolo destinabile all'estero. Esprime quindi profonda preoccupazione per le ventilate ipotesi di chiusura anche di sedi di istituti di cultura, in aperto contrasto con la promozione del sistema-Paese, ricordando peraltro come i corsi di lingua non solo si sostengano da sé ma producano anche significativi margini finanziari.

  Il viceministro Marta DASSÙ considera molto importanti i temi trattati nella discussione, a cui vuole offrire alcuni primi elementi di replica. Per quanto concerne l'ISE, nel ricordarne l'onnicomprensività, fa presente che non risulta comparabile per tale ragione con le indennità previste da altri ordinamenti, ma segnala che una riduzione, corrispondente ai sacrifici che la crisi ha imposto a tutta la pubblica amministrazione, è comunque intervenuta. In ogni caso, a titolo personale, ritiene opportuna una riflessione su un'eventuale suddivisione della stessa ISE in più voci, così come avviene in altri Paesi, anche al fine di mettere a tacere le tante polemiche che essa suscita. Ribadisce quindi l'impegno del Governo ad andare avanti nella ristrutturazione della rete estera confrontandosi con il Parlamento. Ribadisce altresì la tendenza ad aumentare il personale locale a contratto, ma fa presente che esiste comunque un limite invalicabile, derivante dalla natura stessa di talune funzioni diplomatiche e consolari.

  Andrea MANCIULLI, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 10 alle 10.20.