CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 8 ottobre 2013
98.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
COMUNICATO
Pag. 154

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 8 ottobre 2013. — Presidenza del presidente Pierpaolo VARGIU. — Interviene il sottosegretario di Stato per la salute, Paolo Fadda.

  La seduta comincia alle 14.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013.
Doc. LVII, n. 1-bis.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole con condizioni).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 3 ottobre 2013.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, avverte che, oltre alla proposta di parere del relatore, è stata presentata una proposta alternativa di parere da parte del gruppo MoVimento 5 Stelle, precisando che quest'ultima verrà posta in votazione solo ove la prima fosse respinta.

  Giovanni MONCHIERO (SCpI), relatore, illustra la proposta di parere, favorevole con condizioni, formulata sulla base di rilievi emersi in sede di dibattito (vedi allegato 1).

  Andrea CECCONI (M5S) illustra la proposta alternativa di parere presentata dal suo gruppo (vedi allegato 2).

  Il sottosegretario Paolo FADDA fa presente, innanzitutto, di aver seguito con interesse il dibattito sul documento in oggetto, che ha avuto luogo presso la XII Pag. 155Commissione nella seduta precedente, condividendo nel merito alcune delle considerazioni che sono state svolte.
  Ritiene, tuttavia, che la nota di aggiornamento del DEF non sia la sede idonea per fare emergere tutta una serie di problematiche attinenti alle politiche sanitarie, come invece si intenderebbe fare attraverso la proposta di parere presentata dal relatore, il cui contenuto risulta comunque riduttivo rispetto alla situazione drammatica che sta attraversando la sanità nel nostro Paese nella fase attuale, ciò che richiederebbe ben altro approfondimento.
  Ribadendo, quindi, che il documento in esame, per la sua stessa natura, non può dare conto di tutte le azioni che dovrebbero essere intraprese dal Governo nei settori della sanità e dell'assistenza, osserva che l'unico punto che a suo avviso merita di essere sottolineato, tra quelli evidenziati nella predetta proposta di parere, concerne l'opportunità di chiarire meglio cosa di intende quando si parla di un sistema sanitario «selettivo», trattandosi, anche a suo giudizio, di un concetto non facilmente intellegibile.

  Giovanni MONCHIERO (SCpI), relatore, pur comprendendo le ragioni addotte dal sottosegretario Fadda, ribadisce che la proposta di parere presentata corrisponde all'intento di recepire i rilievi critici formulati nel corso del dibattito con specifico riferimento al contenuto di una parte della nota di aggiornamento del DEF, che si riferisce alle politiche del Governo nel settore della sanità.

  Andrea CECCONI (M5S) dichiara il voto contrario, da parte del suo gruppo, alla proposta di parere formulata dal relatore in quanto, pur recependo, attraverso la predisposizione di apposite condizioni, molte delle perplessità espresse da varie parti nella precedete seduta della Commissione, contiene comunque un parere favorevole nei confronti del documento in esame.
  Ritiene, dunque, non condivisibile l'espressione di un parere favorevole, pur se condizionato, in considerazione sia della genericità dei contenuti recati dal paragrafo V.12 della Nota di aggiornamento del DEF, concernente le azioni del Governo nel settore sanitario, sia di una sfiducia, in senso politico, nei confronti del ministero della salute.

  Anna Margherita MIOTTO (PD) annuncia, a nome del suo gruppo, il voto favorevole alla proposta di parere del relatore.
  Richiamando la natura del documento in esame, volto a dare conto delle politiche che il Governo intende attuare nel quadro dei cambiamenti intervenuti nello scenario macroeconomico, valuta positivamente il fatto che si preveda espressamente il mantenimento dell'attuale modello di governance del settore sanitario, evidenziando come un mutamento di direzione in questo campo sarebbe stato preoccupante.
  Ciò premesso, ritiene che sia opportuno intervenire su alcuni punti specifici, al fine di migliorare il documento nella parte che riguarda le azioni da realizzare nel settore della salute, auspicando che il contenuto del parere che la XII Commissione si appresta a deliberare sia poi effettivamente recepito nel testo della risoluzione finale, che sarà rivolta al Governo dall'Assemblea della Camera.
  Rileva, altresì, con favore il fatto che la proposta alternativa di parere presentata dal gruppo MoVimento 5 Stelle, pur nell'ambito di un parere contrario sul documento in oggetto, contenga comunque diversi punti condivisibili e in linea con i rilievi critici espressi da più parti nel corso del dibattito.

  Paola BINETTI (SCpI), dichiarando il voto favorevole alla proposta di parere del relatore, evidenzia come essa riesca in modo chiaro, attraverso alcune «parole chiave», a dare conto dei principali problemi connessi al contenuto della Nota di aggiornamento del DEF, nella parte concernente specificamente le politiche del Governo nel settore sanitario.
  Ricorda, quindi, come tali questioni riguardino soprattutto i seguenti aspetti: il modello di governance, che non può limitarsi Pag. 156a costituire uno strumento di contenimento della dinamica della spesa; le azioni volte alla prevenzione, che non possono trascurare fattori quale l'inquinamento, anche in considerazione di quanto è avvenuto con riferimento al caso dello stabilimento Ilva di Taranto; lo spostamento dalla medicina ospedaliera a quella territoriale, passando attraverso la valorizzazione della medicina generale, secondo quanto previsto dal decreto-legge n. 158 del 2012, rimasto inattuato sotto questo profilo; l'uso dell'aggettivo «selettivo» in relazione allo sviluppo del sistema sanitario, ciò che potrebbe dare luogo a dubbi interpretativi, trattandosi, a suo avviso, di un concetto ambiguo; il rilievo dato alle opzioni assistenziali preferite dai pazienti, senza che sia prevista, contemporaneamente la necessità di assicurare comunque e in ogni caso la scientificità dell'approccio e la comprovata efficacia delle terapie che si vogliono intraprendere.

  Marisa NICCHI (SEL), richiamando le considerazioni critiche già svolte nel corso della precedente seduta, in sede di discussione del documento in titolo, e ritenendo che la proposta di parere presentata dal relatore non le abbia recepite nella maniera dovuta, annuncia la presentazione di una proposta alternativa di parere (vedi allegato 3).

  Pierpaolo VARGIU, presidente, essendosi concluse le dichiarazioni di voto, pone in votazione la proposta di parere presentata dal relatore.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore, favorevole con condizioni.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, avverte che, a seguito dell'approvazione della proposta di parere del relatore, risultano precluse le due proposte alternative di parere presentate, rispettivamente, dai gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà.

DL 104/2013: Misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca.
C. 1574 Governo.
(Parere alla VII Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 26 settembre 2013.

  Vanna IORI (PD) esprime innanzitutto apprezzamento per il principio di fondo che ha ispirato il decreto-legge in esame, che è quello di costruire un sistema scolastico che intende essere efficiente e, al tempo stesso, promotore di eguaglianza delle opportunità. Il decreto destina infatti nuove risorse e prospetta nuove misure di immediata applicazione a favore della scuola e delle altre istituzioni formative, perseguendo l'obiettivo di alleviare le situazioni di difficoltà conseguenti anche agli interventi di riduzione delle spese sull'istruzione effettuati in passato. Senza i principi delle pari opportunità, della promozione dei talenti e del merito ci si troverebbe di fronte a un'istruzione che genera immobilismo sociale e ingiustizia, e il paese rimarrebbe arretrato nei contenuti e nelle conoscenze e quindi più povero.
  I tre capi di cui si compone il decreto, pur differenti tra loro, sono accomunati dall'indicazione espressamente formulata di «rendere effettivo il diritto allo studio», attraverso l'emanazione di disposizioni a favore degli studenti e delle famiglie, della tutela della salute nelle scuole, della messa in sicurezza degli edifici, nonché di norme volte ad arricchire l'offerta formativa per garantire a tutti l'accesso allo studio e alla lotta alla dispersione scolastica.
  In tale prospettiva sono dunque da intendere i 27 articoli che compongono il disegno di legge, dei quali sono a suo avviso particolarmente significativi gli articoli 1 «Welfare dello studente» e 2 «Diritto allo studio».
  Osserva, poi, che l'articolo 4 si sofferma prioritariamente sulla tutela della salute nelle scuole e sulle misure relative ai danni derivanti dal fumo e dalla errata alimentazione. Pag. 157
  A tale proposito, ricorda che il rapporto 2013 dell'Organizzazione mondiale della sanità conferma che il fumo è la prima causa di morte nel mondo: ogni anno muoiono per questa ragione circa sei milione di persone, comprese le vittime del fumo passivo (circa 600 mila). Sempre secondo l'OMS, la situazione italiana vede morire ogni anno 83 mila persone a causa dei danni da fumo. Benché il numero sia in lenta diminuzione, il numero dei fumatori, pari a 10,6 milioni di persone, rimane molto elevato. Inoltre il fumo provoca gravi danni all'apparato respiratorio, all'apparato circolatorio ed alla cavità orale e può causare menopausa precoce nelle donne, osteoporosi grave, perdita di elasticità della pelle. Ma il dato più allarmante riguarda l'età giovanile: la percentuale più alta di chi inizia a fumare (94 per cento) si colloca nella fascia di età compresa tra i 15 e i 24 anni. Tra le tossicofilie il tabagismo è contraddistinto da un grado elevato di dipendenza da nicotina. Il fumo causa più decessi e più malattie di tutti gli altri fattori insieme. Con l'articolo in questione si intende perciò dare attuazione, per quanto riguarda l'ambito scolastico, alle prescrizioni e raccomandazioni formulate dal Consiglio superiore di sanità nel recente parere del 4 giugno 2013, al fine di tutelare la salute umana in una delle fasce di popolazione a maggior rischio di induzione al fumo e di danno per la salute degli adolescenti.
  Per quanto riguarda le sigarette elettroniche, i commi 2, 3, 4 introducono divieti e sanzioni per l'utilizzo di sigarette elettroniche e il potenziamento delle attività di monitoraggio e formazione finalizzate alla prevenzione del rischio di induzione al fumo.
  Segnala, poi, la profonda importanza culturale e comportamentale connessa alla dimensione sanitaria, in termini di costi umani, sociali ed economici, poiché i danni a carico della salute emergono a distanza di tempo ed in forme cronicizzanti. Da qui la necessità di accompagnare la normativa del divieto alla informazione e all'educazione nelle scuole e nelle diverse realtà associative e sportive giovanili. Auspica quindi che, accanto alle azioni sanzionatorie, venga attivata una capillare campagna di prevenzione come migliore forma di azione per ridurre il problema in modo significativo.
  Il comma 5 del medesimo articolo dispone poi l'elaborazione di programmi di educazione alimentare volti ad incrementare il consumo di prodotti ortofrutticoli. Sarebbe utile a tale riguardo aggiungere un importante aspetto inerente l'educazione alimentare: il rapporto stesso con il cibo. Si stima infatti che oggi in Italia anoressia e bulimia colpiscano un numero crescente di persone, soprattutto giovani e soprattutto donne. Secondo il Documento della Conferenza Nazionale sui disturbi del comportamento alimentare (DCA) pubblicato il 12 giugno 2013 dall'Istituto superiore di Sanità, in Italia il rapporto tra femmine e maschi colpiti da questi DCA (anoressia nervosa, bulimia, binge eating, disturbo da alimentazione incontrollata, e altre forme di disturbi sottosoglia) è di circa 9 a 1, anche se il numero dei maschi è in crescita soprattutto in età adolescenziale e pre-adolescenziale. Studi epidemiologici internazionali hanno portato a stimare come possa presentare qualche disturbo collegato all'alimentazione fino al 5 per cento delle ragazze di età compresa tra i 15 e i 18 anni. Nelle ragazze di età compresa tra i 12 e i 22 anni si evidenzia una prevalenza dell'anoressia nervosa (con un'incidenza compresa tra lo 0 e lo 0,9 per cento a seconda della fascia di età) e della bulimia nervosa (con un'incidenza compresa tra l'1 e il 2 per cento a seconda della fascia di età). Tra il 3,7 e il 6,4 per cento della popolazione sarebbe infine affetto dai disturbi del comportamento alimentare non altrimenti specificati: per queste forme di disturbi l'età media d'esordio si colloca intorno ai 17 anni.
  Suggerisce pertanto di includere nei programmi di educazione alimentare anche un'attenzione al corretto rapporto con il cibo.
  Fa presente, poi, che l'articolo 5 reca disposizioni volte a potenziare l'offerta formativa per i docenti, con particolare riferimento alla geografia generale ed economica, Pag. 158alla progettazione didattica in luoghi della cultura (musei in primis) e all'innovazione delle attività dei laboratori scientifico-tecnologici. Si tratta di iniziative pedagogicamente rilevanti che qualificano un'offerta formativa in grado di rinnovarsi, come del resto si evince anche dall'articolo 11 che favorisce l'accesso degli studenti ai contenuti digitali. Si rileva l'opportunità di includere anche laboratori con metodi innovativi e multimediali anche nell'ambito linguistico e letterario, al fine di combattere il forte analfabetismo in aumento tra i giovani. Il rapporto OCSE 2010-13 colloca l'Italia agli ultimi posti con un 5 per cento della popolazione che non è in grado di leggere una semplice parola e un 33 per cento che non è in grado di leggere o scrivere una semplice frase. Fra gli stranieri poi vi sono molti che non sanno leggere e scrivere né nella propria lingua madre né in italiano. Per questo occorrono insegnanti motivati, adeguatamente formati e decorosamente retribuiti, e finalmente assunti a tempo indeterminato, consentendo così di ridurre il turnover delle figure docenti e quindi di costruire relazioni educative che, ove siano invece minate nella permanente precarietà, non dispongono di un effettivo tempo per consolidare la progettualità educativa.
  Ritiene necessario fare una considerazione riguardante il contrasto alla dispersione scolastica, relativamente alla quale l'articolo 7 prevede che sia avviato, già dall'anno scolastico 2013/2014, un programma sperimentale di apertura delle scuole e di didattica integrativa finalizzato ad arrestare l'emorragia di abbandoni. Si tratta dell'articolo che più compiutamente indica l'obiettivo di un effettivo diritto all'accesso alla scuola per tutti, soprattutto per coloro che si trovano in condizione di svantaggio sociale e culturale. Il comma 1 dispone che venga avviato, già dall'anno scolastico 2013-14, il prolungamento del tempo scolastico per gruppi di studenti, con particolare riferimento alla scuola primaria. Si tratta di una misura indispensabile per un reale progetto di inclusione, di garanzia del diritto allo studio, di pari opportunità per i ragazzi in difficoltà, per coloro che si trovano in condizioni di povertà materiale e immateriale, di deprivazione degli strumenti e delle occasioni fondamentali per la loro crescita.
  Ricorda, poi, che in Italia solo il 10 per cento di chi si laurea proviene da famiglie in cui i padri non sono laureati. Aumentare la permanenza a scuola prefigura due vantaggi fondamentali. Il primo è di carattere sociale, in quanto consente di recuperare i ragazzi in situazione di disagio, consentendo loro di rimanere all'interno di una istituzione educativa e di fruire di occasioni di aggregazione giovanile. Tale opportunità accresce, com’è noto, anche l'educazione alla legalità, a fronte di situazioni di abbandono alla strada e alle culture delinquenziali che si alimentano proprio dove la scuola è assente, sostituendosi ad essa, soprattutto in alcune aree geografiche del Paese dove più drammatico è il tasso di abbandoni. In secondo luogo, la maggiore permanenza a scuola svolge una funzione culturale, in quanto consente di rafforzare le competenze di base e quindi di ridurre il gap che colloca l'Italia agli ultimi posti in quasi tutti gli indicatori di conoscenze nel benchmark con gli altri Paesi dell'Unione europea, e quindi di recuperare il ritardo dell'Italia nel raggiungere l'obiettivo Europa 2020 che prevede di ridurre il tasso d'abbandono ad una percentuale inferiore al 10 per cento e di accrescere almeno la percentuale di popolazione in possesso di un titolo di istruzione superiore portandola almeno al 40 per cento. L'incremento del tempo pieno o del tempo prolungato consente perciò di coniugare l'obiettivo di inclusione sociale con la qualità della conoscenza e dell'istruzione. Obiettivo decisivo per generare crescita economica, soprattutto nel tempo delle profonde trasformazioni che richiedono maggiori investimenti sulla formazione per uscire più rapidamente dalla crisi economica.
  L'articolo 15, ai commi 2 e 3, favorisce poi l'incremento del personale docente e la continuità didattica nel sostegno degli alunni con disabilità, rideterminando la dotazione organica di diritto fino a completa Pag. 159copertura prevista nell'anno scolastico 2015/16. Si tratta di un punto particolarmente significativo per la XII Commissione, poiché l'esperienza di integrazione degli alunni con disabilità, in corso da oltre trent'anni, non solo ha modificato la scuola, ma ha prodotto un grande cambiamento culturale, sociale, educativo. Fornire aiuto e sostegno, benessere e dignità a tutti i bambini e ragazzi svantaggiati significa riconoscerli come cittadini e proclamare i loro diritti, anche se portatori di handicap sul piano fisico, mentale o sensoriale. Accrescere il numero degli insegnati di sostegno è una scelta di civiltà, se si pensa che ancora agli inizi degli anni settanta, esistevano in Italia 40 mila persone che vivevano in istituto, 1.400 scuole speciali e circa 800 classi differenziali.
  Osserva, poi, che l'integrazione scolastica ha svolto un importante ruolo educativo nei confronti di tutti i bambini e delle loro famiglie, diffondendo la consapevolezza dei diritti delle persone con fragilità, ampliando la riflessione sulla promozione di pari opportunità e sulle risposte corrispondenti ai reali bisogni. Il superamento dell'istituzionalizzazione ha favorito l'assunzione di consapevolezza, anche fra i normodotati della varie forme di discriminazione a cui sono sottoposte le persone con disabilità.
  Con la legge n. 517 del 1977 si è modificata l'intera scuola italiana nelle sue prospettive pedagogiche e didattiche, soprattutto nei cicli inferiori, si sono introdotte innovazioni metodologiche interessanti, si è assunto un impegno formativo e riabilitativo irrinunciabile per le diverse situazioni di difficoltà.
  Osserva, quindi, che su questa stessa linea si pone l'articolo 16 che prevede una formazione obbligatoria del personale scolastico nelle realtà i cui esiti nelle prove INVALSI abbiano prodotto risultati inferiori alla media nazionale (comma 1 lettera a) o nelle aree ad alto rischio socio-educativo e a forte concentrazione di immigrati (comma 1 lettera b).
  Occorre, a tal riguardo, segnalare che le indicazioni fornite dal comma 3 (ingresso gratuito ai musei ed ai siti di interesse archeologico) non sembra rispondere sufficientemente agli obiettivi pedagogico-didattici di una formazione docente finalizzata ad elevare le competenze e a prevenire o ridurre le problematiche legate alle aree a rischio o a forte presenza migratoria.
  Risulta perciò necessario fornire ai docenti una adeguata formazione sui temi e i metodi della didattica interculturale e disporre progetti specifici e integrati sul bilinguismo e sull'italiano come lingua 2 per le realtà cosiddette «di frontiera» in cui è più difficile rendere stimolante la partecipazione degli studenti. Il rapido aumento della popolazione immigrata non può essere ignorato nella formazione docente. L'integrazione scolastica è un fenomeno decisivo e la scuola multiculturale ha il grande merito di aver prodotto, spesso in emergenza, e quasi «miracolosamente», percorsi di integrazione educativa ed esperienze di eccellenza per qualità pedagogica che devono essere valorizzate e incrementate.

  Chiara SCUVERA (PD) esprime particolare apprezzamento per le disposizioni recate dal decreto-legge in titolo, riconducibili al settore delle politiche sociali. In questo senso, ritiene che sia particolarmente innovativo l'articolo 1, concernente il Welfare dello studente, che prevede l'attribuzione di contributi e benefici a favore degli studenti in possesso di determinati requisiti, al fine di evitare che situazioni economiche di disagio possano pregiudicare il raggiungimento dei più alti livelli negli studi.
  A tal proposito, ricorda recenti episodi di minori esclusi dall'erogazione di servizi di ristorazione e di trasporto a causa di mancati pagamenti da parte delle proprie famiglie, evidenziando come eventuali morosità non possono in alcun modo intaccare i livelli essenziali delle prestazioni o tradursi in forme di esclusione sociale.
  Richiama, quindi, altre norme volte a dare effettività al diritto all'istruzione, come l'articolo 7, riguardante il contrasto alla dispersione scolastica, e, per quel che concerne specificamente le competenze Pag. 160della Commissione affari sociali, l'articolo 4, concernente la tutela della salute nelle scuole, che prevede sia l'estensione del divieto di fumo nelle aree all'aperto di pertinenza delle istituzioni scolastiche nonché il divieto di utilizzo delle sigarette elettroniche, sia l'attuazione di programma di educazione alimentare, finalizzati ad incrementare il consumo di prodotti ortofrutticoli.

  Marialucia LOREFICE (M5S), pur apprezzando il contenuto di alcune norme recate dal decreto-legge in oggetto, rileva tuttavia come si tratti di interventi frammentari e, comunque, non sufficienti, anche in considerazione dell'entità delle risorse complessive che vengono stanziate, di cui potrà beneficiare un numero troppo esiguo di studenti.
  Entrando nel merito delle disposizioni afferenti alla competenza della Commissione affari sociali, con riferimento all'articolo 4, osserva che, a suo giudizio, i proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie previste in caso di violazione del divieto di utilizzo delle sigarette elettroniche nei locali chiusi delle istituzioni scolastiche dovrebbero essere versati al ministero dell'istruzione anziché, come reca il testo del comma 4 nella versione attuale, al ministero della salute, per il potenziamento di attività di monitoraggio sugli effetti derivanti dall'uso di sigarette elettroniche nonché per attività informative finalizzate alla prevenzione del rischio di induzione al tabagismo.
  Ritiene, altresì, che al comma 5 del medesimo articolo 4 dovrebbe essere prevista espressamente la formazione di coloro che sono chiamati a svolgere programmi di educazione alimentare nelle scuole.
  Con riferimento, poi, all'articolo 15, valutando positivamente la prevista assunzione di insegnanti di sostegno, evidenzia tuttavia come manchi analoga previsione per quanto riguarda gli assistenti addetti alle esigenze di carattere igienico-sanitario.

  Ileana ARGENTIN (PD), richiamando l'ultima delle osservazioni svolte da ultimo dal deputato Lorefice, fa presente che, per quanto riguarda gli assistenti operanti sul versante igienico-sanitario, a differenza di quanto avviene per gli insegnanti di sostegno, la competenza è dei comuni e non statale.

  Maria AMATO (PD) rileva l'importanza dell'articolo 21, concernente la formazione specialistica dei medici, evidenziando come non si può pensare di avere una medicina di eccellenza senza poter contare su medici adeguatamente preparati.
  Ritiene che il punto di forza dell'articolo in oggetto sia costituito dalla previsione di una graduatoria unica su scala nazionale, ragione per cui la commissione giudicatrice avrà, evidentemente, un potere enorme.
  Partendo da questa considerazione, sottolinea la necessità di prevedere criteri che assicurino un'attenta selezione della suddetta commissione, nonché idonee garanzie in merito alle prove che i candidati devono sostenere per essere ammessi alle scuole di specializzazione.

  Paola BINETTI (SCpI) si sofferma su alcuni profili concernenti la materia oggetto della richiamata disposizione di cui all'articolo 21, richiamando innanzitutto il problema quantitativo, ovvero della discrasia esistente tra il numero delle borse di studio ovvero dei contratti di lavoro disponibili e il numero degli aspiranti. Considerato che il corso di laurea in medicina è di per sé molto lungo, ritiene inaccettabile che i laureati debbano attendere anni prima di poter accedere ai corsi di specializzazione.
  Pertanto, occorrerebbe garantire un numero di borse di studio ovvero dei contratti di lavoro proporzionato a quello di coloro che, secondo quanto si prevede, conseguiranno la laurea in medicina in un determinato anno accademico.
  Inoltre, ritiene che in certi casi sarebbe opportuno rivedere la durata degli stessi corsi di specializzazione, commisurandola a quella in vigore in altri Paesi dell'Unione europea.
  Condivide, poi, le considerazioni svolte dal deputato Amato in merito ai poteri Pag. 161della commissione giudicatrice e, quindi, all'importanza di stabilire criteri volti ad assicurare un'idonea selezione dei suoi componenti nonché volti a garantire la trasparenza e l'imparzialità delle stesse prove di ammissione alle scuole di specializzazione.

  Vittoria D'INCECCO (PD) si associa alle riflessioni svolte dai deputati già intervenuti nel dibattito con riferimento al carattere innovativo costituito dalla commissione giudicatrice chiamata a gestire una graduatoria nazionale e, pertanto, dotata di forti poteri, ciò che rende necessario assicurare che la selezione avvenga alla luce di determinati criteri.
  Condivide, in particolare, le considerazioni emerse dall'intervento del deputato Binetti in merito all'esigenza di stabilire un rapporto proporzionato tra il numero di borse di studio e quello di coloro che, secondo quanto si presume, faranno richiesta per accedervi.

  Andrea CECCONI (M5S) rileva come l'introduzione del concorso nazionale in materia di formazione specialistica dei meriti rappresenti un traguardo, ragione per cui occorre prestare particolare attenzione affinché l'articolo 21 del decreto-legge non venga stravolto, considerati gli interessi particolari della tante università presenti sul territorio.
  Richiamando, poi, recenti episodi di cronaca, da cui si evince che i concorsi vengono gestiti spesso in modo clientelare, ritiene che bisogna prestare particolare attenzione alla fase attuativa, concernente la costituzione della commissione giudicatrice nonché l'espletamento delle procedure concorsuali, all'esito delle quali si forma la graduatoria nazionale.
  Con specifico riferimento a quest'ultima, nutre dei dubbi in ordine alla previsione recata alla lettera b) del comma 1 dell'articolo 21, laddove si prevede che i vincitori «sono destinati alle sedi prescelte», escludendo, dunque, il diritto di opzione tra varie sedi, che normalmente viene esercitato, in base all'ordine di graduatoria.
  Inoltre, per quanto riguarda la questione relativa all'articolo 15 del decreto-legge, concernente il personale di sostegno e gli assistenti operanti nel settore igienico-sanitario, osserva che, se è vero come rilevato dal deputato Argentin che questa materia ricade nell'area delle competenze comunali, è altrettanto vero che spesso i comuni rimangono inerti e, pertanto, si reputa necessario che venga adottato almeno un indirizzo unitario a livello governativo.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.20.

SEDE REFERENTE

  Martedì 8 ottobre 2013. — Presidenza del presidente Pierpaolo VARGIU.

  La seduta comincia alle 15.20.

Disposizioni in materia di donazione del corpo post mortem a fini di studio e di ricerca scientifica.
Nuovo testo unificato C. 100 Binetti, C. 702 Grassi e C. 1250 Dorina Bianchi.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 19 settembre 2013.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, ricorda che sul nuovo testo unificato delle proposte di legge n. 100 e abbinate in materia di donazione del corpo post mortem a fini di studio e di ricerca scientifica è pervenuto il parere favorevole della II Commissione, mentre le Commissioni I e VII devono ancora esprimere il parere di competenza. Pag. 162
  Avverte, altresì, che il presidente della V Commissione, on. Francesco Boccia, in data 25 settembre, ha inviato una lettera mediante la quale fa presente che la copertura finanziaria prevista all'articolo 8 del provvedimento non appare idonea, segnalando l'opportunità di effettuare ulteriori approfondimenti in merito, anche valutando la possibilità di attendere la presentazione del disegno di legge di stabilità per il 2014, al fine di valutare la compatibilità finanziaria complessiva del predetto testo unificato in oggetto.
  Invitando, pertanto, il relatore ad approfondire la questione relativa alla copertura finanziaria del provvedimento in titolo, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.25.

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