CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 3 ottobre 2013
95.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO
Pag. 106

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Giovedì 3 ottobre 2013.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 9.15 alle 9.45.

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 3 ottobre 2013. — Presidenza del vicepresidente Ignazio ABRIGNANI.

  La seduta comincia alle 13.55.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013.
Doc. LVII, n. 1-bis.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Ignazio ABRIGNANI, presidente, comunica che la Nota di aggiornamento e l'allegata documentazione sono state assegnate alla V Commissione (Bilancio) e, per Pag. 107il parere, a tutte le altre Commissioni permanenti e alla Commissione parlamentare per le questioni regionali, che la esamineranno ai sensi dell'articolo 118-bis, comma 4, del Regolamento.

  Luigi TARANTO (PD), relatore, osserva preliminarmente che alla luce delle novità introdotte con la legge n. 196 del 2009, che ha riformato il sistema di contabilità pubblica, la X Commissione è chiamata ad esaminare – per l'espressione del parere alla V Commissione – la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2012, presentata dal Governo alle Camere, che rappresenta il documento per la programmazione finanziaria e di bilancio, cui l'articolo 7 della citata legge n. 196 ha affidato il compito di aggiornare le previsioni economiche in relazione alle informazioni riviste sull'andamento macroeconomico e di finanza pubblica rispetto a quelle utilizzate per il DEF e di rimettere a punto gli obiettivi programmatici (per tenere conto delle eventuali raccomandazioni del Consiglio dell'Unione Europea sull'aggiornamento del Programma di Stabilità) o la loro articolazione.
  Ricorda che le recenti modifiche apportate alla citata legge di contabilità n. 196 del 2009 dalla legge 7 aprile 2011, n. 39, allineandosi con il nuovo calendario stabilito in sede europea, hanno anticipato alla prima parte dell'anno l'intero processo di programmazione nazionale, fissando al 10 aprile la data di presentazione del nuovo Documento di Economia e Finanza (DEF), al fine di consentire alle Camere di esprimersi sugli obiettivi programmatici in tempo utile per l'invio, entro il 30 aprile, al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea, del Programma di stabilità e del Programma nazionale di riforma (PNR) contenuti nel DEF.
  Sulla base del Programma nazionale di riforma (PNR) e del Patto di Stabilità contenuti nel DEF in data 30 maggio 2012 la Commissione europea ha elaborato le raccomandazioni di politica economica e di bilancio rivolte ai singoli Stati. Il 10 luglio 2012 il Consiglio ECOFIN ha esaminato e approvato le raccomandazioni della Commissione.
  Anche al fine di tener conto delle raccomandazioni formulate dalle autorità europee, la citata legge di contabilità prevede la presentazione, entro il 20 settembre di ogni anno, di una Nota di aggiornamento del DEF.
  Come già anticipato, tale nota costituisce uno degli strumenti nei quali si articola il ciclo di bilancio, la cui presentazione è pertanto obbligatoria, in base a quanto dispone l'articolo 7 della sopra richiamata legge di contabilità n. 196 del 2009.
  L'articolo 10-bis della legge di contabilità prevede che la Nota di aggiornamento del DEF contenga:
   l'eventuale aggiornamento delle previsioni macro-economiche e di finanza pubblica per l'anno in corso e per il periodo di riferimento, nonché le eventuali integrazioni al DEF conseguenti alle raccomandazioni del Consiglio europeo sul Programma di stabilità e al PNR;
   l'eventuale aggiornamento degli obiettivi programmatici individuati dal DEF, al fine di prevedere una loro diversa ripartizione tra lo Stato e le amministrazioni territoriali ovvero di recepire le indicazioni contenute nelle raccomandazioni eventualmente formulate dalla Commissione europea;
   l'obiettivo di saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato e di saldo di cassa del settore statale;
   il contenuto del Patto di stabilità interno e le sanzioni da applicare in caso di mancato rispetto del Patto medesimo, nonché il contenuto del Patto di convergenza, e le misure volte a realizzare il percorso di convergenza previsto dall'articolo 18 della legge n. 42 del 2009 di attuazione del federalismo fiscale;
   l'indicazione di eventuali disegni di legge collegati.

  Alla Nota di aggiornamento del DEF sono allegate le relazioni programmatiche Pag. 108sulle spese di investimento per ciascuna missione di spesa del bilancio dello Stato e le relazioni sullo stato di attuazione delle relative leggi pluriennali (Doc. LVII n. 1-bis – Allegato I, vol. 1 e 2).
  Alla Nota 2013 in esame risulta, inoltre, allegato, in attuazione dell'articolo 2, comma 36, del decreto-legge n. 138/2011 il Rapporto concernente i risultati conseguiti in materia di contrasto all'evasione fiscale (Doc. LVII, n. 1-bis – Allegato II).
  Inoltre, secondo quanto previsto dal decreto-legge 8 aprile 2013, n. 35, essa incorpora la Relazione sullo stato di attuazione dei pagamenti dei debiti delle pubbliche amministrazioni, contenente gli elementi informativi relativi allo stato dei pagamenti effettuati dalle amministrazioni pubbliche e alla ricognizione dello stock dei debiti ancora in essere, nonché alle iniziative da intraprendere al fine di completare il pagamento dei debiti delle P.A. maturati alla data del 31 dicembre 2012.
  Per quanto concerne l'indicazione dei disegni di legge collegati, nella Nota è data indicazione dei disegni di legge che, a completamento della manovra di bilancio 2014-2016, il Governo considera collegati alla decisione di bilancio:
   lavoro ed equità sociale;
   giustizia civile;
   green economy e lotta agli sprechi ambientali;
   sviluppo e semplificazioni;
   enti locali;
   interventi per il rilancio del settore agricolo e agroalimentare.

  Sugli stessi provvedimenti non sono fornite al momento indicazioni di maggior dettaglio.
  Con riferimento al quadro macroeconomico, la Nota 2013 presenta una revisione al ribasso delle stime sull'andamento dell'economia italiana per l'anno in corso e per il 2014 rispetto alle previsioni formulate nel DEF di aprile 2013, in considerazione dell'andamento recessivo dell'economia italiana nella prima parte dell'anno. Per gli anni successivi, la Nota espone, invece, una revisione verso l'alto delle previsioni, in considerazione delle prospettive positive della domanda mondiale che prefigurano un recupero più accentuato nel medio periodo. La Nota evidenzia come lo scenario macroeconomico internazionale mostri una ripresa graduale e differenziata tra le varie aree geografiche, sebbene, nel secondo trimestre dell'anno, il commercio e la produzione mondiale abbiano registrato un lieve rallentamento rispetto al primo trimestre.
  Per ciò che specificamente concerne l'area dell'euro, la Nota mette in rilievo come l'economia sia tornata a crescere dopo sei trimestri di contrazione. Secondo i recenti dati Eurostat, infatti, il PIL dell'Area, nel secondo trimestre dell'anno in corso è cresciuto dello 0,3 per cento rispetto al trimestre precedente, in cui si era registrata una variazione negativa del tasso di crescita di -0,2 per cento.
  Tale andamento non è tuttavia generalizzato, in quanto alcuni Paesi dell'Area, tra cui l'Italia e la Spagna, continuano a rimanere in recessione. La Germania e la Francia, invece, hanno registrato tassi di crescita più elevati della media, rispettivamente, dello 0,7 e 0,5 per cento.
  Per quanto concerne l'Italia, la Nota di aggiornamento, pur rilevando i primi segnali di una progressiva stabilizzazione del ciclo economico, rivede il quadro macroeconomico evidenziando un peggioramento delle stime di crescita dell'economia italiana per l'anno in corso e per l'anno 2014 rispetto alle previsioni formulate nel DEF di aprile 2013.
  Soltanto a partire dal 2015, la Nota evidenzia una crescita dell'economia italiana superiore alle previsioni del DEF, che dovrebbe attestarsi, in media all'1,8 per cento negli anni 2015-2017.
  In particolare per il 2013, la contrazione del PIL italiano è stimata pari a -1,7 per cento, rispetto a -1,3 per cento precedentemente indicato dal DEF.
  Il peggioramento delle stime di crescita sono da porre in relazione alla fase recessiva che ha interessato l'economia italiana e che ha raggiunto la sua maggiore Pag. 109intensità nella parte finale del 2012. Secondo la Nota, il trascinamento negativo ereditato dall'anno precedente, è pari ad 1 punto percentuale. L'economia italiana ha, peraltro, mantenuto un andamento recessivo anche nella prima parte dell'anno, con una contrazione del PIL nel primo trimestre del 2013 dello 0,6 per cento, ben superiore alle aspettative, poi attenuatasi nel trimestre successivo (-0,3 per cento).
  Nella Nota, il Governo ipotizza una stabilizzazione del prodotto interno lordo nel terzo trimestre, dopo otto trimestri consecutivi di contrazione. Nel quarto trimestre, si prevede infatti che il PIL possa finalmente tornare a segnare un aumento, seppure moderato.
  Dopo la fase recessiva di questi ultimi anni, che ha comportato, per l'Italia, la perdita di oltre 8 punti percentuali di PIL, l'economia italiana, secondo la Nota, sembra pertanto avviata verso una ripresa, anche sulla base dei segnali favorevoli relativi al livello della produzione industriale, agli ordinativi e agli indicatori di fiducia, in particolare, delle famiglie, che prefigurano un miglioramento della domanda interna nei prossimi trimestri.
  Per il 2014, si confermano le prospettive favorevoli di ripresa dell'economia, già prefigurate nel DEF di aprile. Tuttavia, la previsione di crescita del PIL è rivista al ribasso, pari all'1,0 per cento rispetto all'1,3 per cento previsto nel DEF, principalmente per l'effetto di trascinamento negativo del 2013 sul 2014.
  La previsione di crescita nel 2014 riflette anche il rafforzamento della congiuntura economica mondiale e il graduale venir meno dei fattori specifici che hanno penalizzato l'evoluzione congiunturale nel 2013.
  Potrebbe tuttavia agire da freno alla ripresa la dinamica ancora negativa della concessione del credito al settore privato dell'economia, che rischia di attenuare gli effetti espansivi delle misure introdotte dai provvedimenti adottati dal Governo.
  Con particolare riferimento al mercato del credito la Nota rileva in proposito come sul sistema creditizio non si siano ancora pienamente esplicati i benefici effetti dell'allentamento delle tensioni nei mercati finanziari – grazie al programma straordinario di acquisto di titoli di stato (Outright Monetary Transactions) deciso dal Consiglio direttivo BCE – e della significativa riduzione a partire dall'autunno 2012, dello spread tra i rendimenti dei titoli di Stato italiani e tedeschi.
  Circa lo stallo del mercato del credito, in Italia come in altri Paesi, esso viene attribuito all'aumento dei crediti in sofferenza e ad una accresciuta avversione al rischio delle banche, fattori questi che si aggiungono alle esigenze di ricapitalizzazione legate alle indicazioni delle autorità finanziarie e ai nuovi regolamenti internazionali. Le condizioni di credito hanno continuato a deteriorarsi nel secondo trimestre del 2013, soprattutto nel caso di finanziamenti a lungo termine. Secondo il Rapporto congiunturale della BCE di luglio 2013 (Bank Lending Survey) la percentuale netta di banche che segnalano un ulteriore irrigidimento dei criteri di credito sui prestiti alle società non finanziarie rimane invariata rispetto alla precedente rilevazione di aprile.
  La Nota rileva inoltre come continuino a persistere notevoli differenze nel costo medio di finanziamento di nuovi prestiti alle imprese in Italia rispetto ad altri paesi europei (1,3 punti percentuali per l'Italia contro la Germania nel mese di giugno). Tali differenze sono alte per i prestiti alle piccole e medie imprese, che di fatto rappresentano la spina dorsale dell'economia italiana e vengono legate alle esigenze relative al recupero di margini di profitto, ma anche alla frammentazione ancora presente nel mercato monetario dell'euro.
  I dati diffusi della Banca d'Italia nel Rapporto sulla stabilità finanziaria di aprile 2013 indicano una riduzione del credito bancario non solo alle imprese in condizioni finanziarie fragili, ma anche a quelle con bilanci solidi. A tale situazione hanno in parte ovviato le imprese di maggiori dimensioni, finanziandosi con emissioni obbligazionarie, mentre, anche da questo punto di vista, sono le piccole imprese che maggiormente scontano gli effetti della restrizione creditizia.Pag. 110
  Nonostante il mercato del credito sia ancora fragile, il Governo rileva nella Nota che sembrano esserci i presupposti per una sua graduale normalizzazione, anche in considerazione del miglioramento delle prospettive di crescita, che dovrebbe determinare un progressivo aumento della richiesta di prestiti da parte delle imprese e condizioni di credito più distese dovute alla minore percezione del rischio connesso all'attività d'impresa. Inoltre, sebbene la raccolta complessiva risulti ancora in contrazione, sembra essersi riavviato il funding sull'estero.
  Tornando alle prospettive del quadro macroeconomico quanto al triennio 2015-2017, la Nota evidenzia un rafforzamento progressivo della dinamica del PIL. L'attività economica è prevista crescere a ritmi sostenuti, attestandosi su livelli medi intorno all'1,8 per cento (1,7 per cento nel 2015, 1,8 per cento nel 2016 e 1,9 per cento nel 2017), beneficiando, secondo il Governo, sia del miglioramento della domanda mondiale che degli effetti positivi determinati delle riforme introdotte nelle ultime due legislature. La Nota specifica, al riguardo, che lo scenario presentato si fonda sulla prosecuzione dell'azione riformatrice del Governo. Sul punto viene inoltre precisato che la revisione verso l'alto delle previsioni di medio termine è stata effettuata sulla base di una attenta valutazione degli effetti delle riforme introdotte sino ad ora. In particolare, per quanto concerne i provvedimenti di accelerazione dei pagamenti della PA, l'impatto sull'economia del decreto-legge n. 35/2013 e del successivo decreto-legge n. 102/2013 – che ha autorizzato per quest'anno un incremento del pagamento dei debiti pregressi degli enti territoriali per ulteriori 7,2 miliardi di euro in aggiunta ai pagamenti previsti dal decreto-legge n. 35/2013, pari a 20 miliardi – sono valutati nell'ordine di un aumento complessivo del PIL dello 0,3 per cento nel 2013, circa dello 0,9 per cento nel 2014 e dello 0,3 per cento nel 2015.
  Le misure per il rilancio dell'economia finora adottate si tradurrebbe, rispetto allo scenario di base, in un aumento del prodotto interno lordo pari allo 0,1 per cento a partire dal 2013. Per il 2013 tale incremento è ascrivibile quasi esclusivamente agli incentivi per il risparmio energetico e per le ristrutturazioni edilizie (decreto-legge n. 63/2013) che concorrono a espandere gli investimenti. Dal 2014 in poi, invece, l'impatto maggiore discende dalle misure in materia di semplificazione che accrescono sia i consumi delle famiglie sia gli investimenti.
  Con particolare riferimento ai pagamenti dei debiti della P.A. La Nota sottolinea che sui tempi e l'intensità della ripresa inciderà in modo particolare la buona attuazione del provvedimento di accelerazione dei pagamento dei debiti commerciali delle Amministrazioni Pubbliche, volto ad iniettare liquidità ed allentare le difficoltà di finanziamento delle imprese, le cui risorse complessive (40 miliardi) sono state implementate con il recente decreto-legge n. 102/2013, che ha autorizzato pagamenti per ulteriori 7,2 miliardi. Sono già state attivate le procedure per l'attuazione di questa ulteriore immissione di liquidità nel sistema economico. Nella Relazione, si precisa l'impegno del Governo di pervenire alla cifra complessiva di 50 miliardi, sebbene la necessità di individuare ulteriori misure potrà essere compiutamente valutata allorché saranno disponibili le quantificazioni definitive dei debiti ancora in essere, derivanti dalla ricognizione disposta dalla normativa.
  In merito alla stato di attuazione del decreto-legge n. 35/2013, si ricorda che la Nota reca la Relazione contenente elementi informativi relativi allo stato dei pagamenti effettuati dalle amministrazioni pubbliche e alla ricognizione dello stock dei debiti ancora in essere, nonché alle iniziative da intraprendere al fine di completare il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni maturati al 31 dicembre 2012.
  In base ai dati aggiornati al 18 settembre 2013, risultano messi a disposizione degli enti pubblici debitori 17,9 miliardi (90 per cento delle risorse complessive), i quali hanno provveduto a pagare ai propri Pag. 111creditori i debiti scaduti per un importo pari a 11,3 miliardi, pari al 57 per cento delle risorse stanziate. I pagamenti riguardano per 2,6 miliardi i debiti dello Stato (per la gran parte, in forma di rimborsi fiscali), per 5,3 miliardi i debiti delle regioni (di cui 4,2 miliardi per debiti sanitari), per 3,4 miliardi i debiti di province e comuni (di cui 1,1 miliardi le province e 2,3 miliardi i comuni).
  L'ulteriore elemento indispensabile perché si rafforzi l'inversione delle tendenze recessive nei prossimi trimestri è il miglioramento del contesto in cui operano le imprese italiane, posto che, nei vent'anni precedenti la crisi, il peggioramento dell'ambiente imprenditoriale va considerato come uno dei fattori principali di rallentamento della crescita dell'economia italiana.
  Il peggioramento del quadro macroeconomico rispetto al quadro previsionale contenuto nel DEF 2013 di aprile – con un Pil che oltre a diminuire in termini reali decresce anche in termini nominali (come del resto già avvenuto nel 2012 rispetto al 2011) – si riflette sull'evoluzione della finanza pubblica.
  La Nota, nel rivedere al ribasso i dati di finanza pubblica riportati nel Documento di Economia e Finanza, conferma comunque, pur con alcuni slittamenti temporali degli obiettivi prefissati, il percorso di risanamento finanziario già stabilito nel Documento medesimo, che ha reso possibile, nella recente decisione europea del giugno di quest'anno, la chiusura della procedura per i disavanzi eccessivi nei confronti dell'Italia.
  Nel 2013 l'indebitamento netto supera di 0,2 punti il valore indicato ad aprile, a causa, precisa la Nota, di un andamento delle entrate che risentono del ribasso dell'andamento del prodotto: ciò in conseguenza delle politiche di consolidamento fiscale.
  Il peggioramento del dato sull'indebitamento si accentua nel 2014, mentre negli ultimi tre anni del periodo di previsione torna su valori coerenti, ed anzi lievemente migliori, rispetto alle stime DEF. Il suddetto calo si riflette anche sugli altri saldi dell'esercizio, con riferimento sia a quello corrente, inferiore di 0,7 punti percentuali al dato DEF, che, più lievemente (-0,1) al saldo primario; peraltro quest'ultimo saldo – che, si rammenta, costituisce uno dei principali indicatori di sostenibilità del debito – negli anni successivi risente in misura più accentuata nuovo scenario macroeconomico riportato nella Nota, risultando mediamente inferiore alle stime DEF di circa 0,6 punti percentuali annui. Risultano invece in linea con le stime di aprile le spese (che pertanto, a causa della caduta del prodotto, nella tabella risultano crescenti in quota Pil), che anzi presentano una lieve diminuzione in termini nominali (dovuta in buona parte alla contrazione della previsione di spesa in conto capitale).
  Nel 2013 l'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche viene posizionato al 3,0 per cento del PIL, incorporando una correzione di 0,1 punti percentuali rispetto al dato risultante a legislazione vigente, come nell'intendimento del Governo espresso nella Nota.
  Per quanto concerne la pressione fiscale, dopo il consistente aumento, superiore a due punti percentuali di Pil, registrato nel 2012 rispetto all'anno precedente, essa è esposta nella Nota di aggiornamento su livelli analoghi a quelli già stimati nel DEF, posizionandosi al 44,3 per cento del Pil nel 2013 (44,4 nel DEF) diminuendo poi progressivamente di circa lo 0,1 per cento in ciascuno degli anni successivi, fino a posizionarsi al 43,7 per cento nel 2017.
  Per quanto concerne il rapporto debito pubblico/PIL, il quadro programmatico riportato nella Nota di aggiornamento lo rivede in aumento rispetto alle stime contenute nel Documento di Economia e Finanza 2013. Il rapporto debito/PIL programmatico (al lordo dei sostegni finanziari agli altri Stati membri dell'UEM e dei debiti pregressi della PA) passa dal 127,0 per cento del 2012 al 132,9 per cento nel 2013, valore cui rimane sostanzialmente (al 132,8 per cento) anche nel 2014, per poi iniziare – anche a seguito dell'esaurirsi dei pagamenti dei debiti commerciali Pag. 112della P.A., previsti in 1,2 punti di PIL nel 2014, precisa la Nota – una significativa riduzione nel triennio successivo, nel corso del quale dovrebbe diminuire di 12,7 punti percentuali di Pil fino a situarsi al 120,1 per cento nel 2017.

  Ignazio ABRIGNANI, presidente, nessuno chiedendo di parlare, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.05.

INDAGINE CONOSCITIVA

  Giovedì 3 ottobre 2013. — Presidenza del vicepresidente Ignazio ABRIGNANI.

  La seduta comincia alle 14.05

Indagine conoscitiva sulla strategia energetica nazionale e sulle principali problematiche in materia di energia.
Audizione dei rappresentanti di Anigas e Assorinnovabili.
(Svolgimento e conclusione).

  Ignazio ABRIGNANI, presidente, propone che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Introduce, quindi, l'audizione.

  L'ingegnere Giovanni SIMONI, vicepresidente di Assorinnovabili, e l'ingegnere Bruno TANI, presidente di Anigas, svolgono le proprie relazioni sui temi oggetto dell'audizione.

  Intervengono quindi per porre quesiti e formulare osservazioni i deputati Davide CRIPPA (M5S), Gianluca BENAMATI (PD), Ignazio ABRIGNANI (PdL) e Vinicio Giuseppe Guido PELUFFO (PD). Il deputato Davide CRIPPA (M5S) formula ulteriori osservazioni. L'ingegnere Giovanni SIMONI, vicepresidente di Assorinnovabili, e l'ingegnere Bruno TANI, presidente di Anigas, rispondono ai quesiti posti.

  Ignazio ABRIGNANI, presidente, ringrazia gli intervenuti per il loro contributo e dichiara conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.15.
  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

ATTI DEL GOVERNO

  Giovedì 3 ottobre 2013. — Presidenza del vicepresidente Ignazio ABRIGNANI. — Interviene il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico Claudio De Vincenti.

  La seduta comincia alle 15.15.

Schema di decreto ministeriale concernente le modalità di utilizzo dei contributi pluriennali stanziati dalla Tabella E allegata alla legge 24 dicembre 2012, n. 228, per l'attuazione dei programmi della Difesa finanziati in base all'articolo 5 del decreto-legge 17 giugno 1996, n. 321, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 1996, n. 421, in materia di sviluppo tecnologico nel settore aeronautico.
Atto n. 28.

Schema di decreto ministeriale concernente le modalità di utilizzo delle risorse stanziate dall'articolo 2195-bis del codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, per l'attuazione dei programmi della Difesa finanziati in base all'articolo 5 del decreto-legge 17 giugno 1996, n. 321, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 1996, n. 421, in materia di sviluppo tecnologico nel settore aeronautico.
Atto n. 29.

(Seguito dell'esame congiunto, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto degli schemi di decreto in titolo, rinviato nella seduta del 25 settembre 2013.

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  Luciano CIMMINO (SCpI) illustra la proposta di parere favorevole sull'atto n. 28 (vedi allegato 1) e la proposta di parere favorevole sull'atto n. 29 (vedi allegato 2).

  Ignazio ABRIGNANI, presidente, avverte che sono state presentate due proposte di parere alternativo da parte del gruppo M5S (vedi allegato 3).

  Mattia FANTINATI (M5S) illustra le proposte di parere alternativo presentate dal proprio gruppo. Nel ribadire la posizione nettamente contraria al finanziamento di programmi di militari e al settore della difesa in generale, stigmatizza l'impegno di 22 miliardi di euro per il programma Forza Nec, superiore a quello previsto per gli F35. Pur comprendendo la necessità di sostenere le aziende e l'occupazione del comparto – che peraltro possono essere ricondotte nell'ambito di Finmeccanica – riterrebbe più opportuno destinare le ingenti risorse previste dagli schemi in esame a finalità civili. Dichiara infine di non comprendere il motivo per cui la Commissione debba esprimere un parere su schemi di decreto che si riferiscono a risorse già stanziate.

  Luigi LACQUANITI (SEL) chiede al relatore che cosa si intenda con la locuzione «ambiente non permissivo».

  Luciano CIMMINO (SCpI), relatore, precisa che, per «ambiente non permissivo», in caso di intervento civile si intendono tutti quei contesti con situazioni fisiche o meteorologiche estreme. In ambito militare, ci si riferisce sostanzialmente ad operazioni di recupero di militari italiani che operano in territori ostili. Con riferimento all'ultima questione posta dal collega Fantinati, precisa che per legge tutti i finanziamenti al settore militare è previsto un parere parlamentare. Rileva altresì che si tratta di programmi pluriennali la cui interruzione comporterebbe un gravissimo danno alle industrie e all'occupazione del nostro Paese. Osserva infine che le aziende del gruppo Finmeccanica sono le uniche nel panorama italiano a possedere il know how necessario per queste tipo di tecnologie.

  Il sottosegretario Claudio DE VINCENTI ribadisce che il parere richiesto alle Commissioni è previsto dalla legge. Rileva che le aziende AgustaWestland e Selex ES sono individuate sotto la responsabilità esclusiva dell'amministrazione della difesa e che per questa tipologia di imprese è prevista la legislazione speciale in quanto è prioritaria la tutela della sicurezza nazionale. Ricorda altresì che gli schemi di decreto in esame sono sottoposti al controllo preventivo della Corte dei conti.
  Segnala che l'elicottero Combat SAR è ampiamente utilizzato in operazioni civili di soccorso alpino e in mare essendo in grado di operare in situazioni estreme dal punto di vista meteorologico o fisico. Sottolinea che il SI.co.te è un sistema informativo di supporto per i servizi di polizia e dell'Arma dei carabinieri. Aggiunge che aspetti militari sono compresenti all'interno delle forniture richieste a questo settore di aziende.

  Gianluca BENAMATI (PD), nel dichiarare voto favorevole sulle proposte di parere del relatore, ricorda che la Costituzione italiana ripudia la guerra come mezzo per risolvere le controversie internazionali e garantisce la difesa della Nazione. Osserva che i programmi pluriennali in esame si riferiscono a forniture ad elevata tecnologia e sono stati già finanziati, la loro interruzione avrebbe pertanto perniciose ricadute in termini industriali e occupazionali.

  Ignazio ABRIGNANI, presidente, a nome del proprio gruppo, dichiara voto favorevole su entrambe le proposte di parere del relatore.

  Mattia FANTINATI (M5S) ribadisce l'orientamento nettamente contrario del proprio gruppo sugli schemi di decreto in esame, sottolineando che i finanziamenti Pag. 114in esse previsti dovrebbero essere destinati a scopi civili.

  Luigi LACQUANITI (SEL) osserva preliminarmente che il proprio gruppo è favorevole a investimenti nel manifatturiero e per il potenziamento della protezione civile, ma nettamente contrario a qualsiasi finanziamento dell'industria militare. Ritiene che la locuzione «ambiente non permissivo» implichi significati e situazioni ulteriori e poco chiare rispetto a quelle esplicitate dal relatore e dal rappresentante del Governo. Giudica altresì scandaloso un investimento così ingente nel settore della difesa nel momento di crisi gravissima che sta attraversando il Paese. Chiede infine chiarimenti sulla quantificazione degli oneri. Dichiara quindi voto contrario sulle proposte di parere del relatore e voto favorevole sulle proposte di parere alternativo presentate dai colleghi del gruppo M5S.

  Il sottosegretario Claudio DE VINCENTI precisa che gli oneri del programma corrispondente al decreto-legge n. 215 del 2011, ammontano a circa 25 milioni di euro all'anno per sette anni più 125 milioni di euro per due anni. Per quanto riguarda l'applicativo della legge di stabilità 2013, Tabella E, gli oneri corrispondono a 40 milioni di euro all'anno per 15 anni.

  La Commissione approva quindi la proposta di parere favorevole sull'atto n. 28.

  Ignazio ABRIGNANI, presidente, dichiara pertanto preclusa la votazione della proposta alternativa di parere del gruppo M5S relativamente all'atto n. 28.

  La Commissione approva quindi la proposta di parere favorevole sull'atto n. 29.

  Ignazio ABRIGNANI, presidente, dichiara pertanto preclusa la votazione della proposta alternativa di parere del gruppo M5S relativamente all'atto n. 29.

  La seduta termina alle 15.40.

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