CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 2 ottobre 2013
94.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO
Pag. 45

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 2 ottobre 2013. — Presidenza del presidente Michele BORDO.

  La seduta comincia alle 14.05.

Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2013.
Doc. LVII, n. 1-bis.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Paolo TANCREDI (PdL), relatore, ricorda che, in relazione al calendario previsto nell'ambito del Semestre europeo, la legge di contabilità pubblica n. 196/2009 dispone che il processo di programmazione economica inizi il 10 aprile, data di presentazione alle Camere del Documento di Economia e Finanza (DEF), al fine di consentire al Parlamento di esprimersi sugli obiettivi programmatici in tempo utile per l'invio, entro il 30 aprile, al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea, del Programma di stabilità e del Programma nazionale di riforma (PNR) contenuti nel DEF.
  Sulla base del PNR e del Patto di Stabilità contenuti nel DEF 2013, la Commissione europea il 29 maggio 2013 ha elaborato le raccomandazioni di politica economica e di bilancio rivolte ai singoli Stati, che nel mese di luglio il Consiglio ECOFIN ha provveduto ad esaminare ed approvare, anche sulla base degli orientamenti espressi dal Consiglio europeo di giugno.
  Si tratta di 6 Raccomandazioni, concernenti rispettivamente la riduzione del debito, l'efficienza e qualità della pubblica amministrazione, il sistema finanziario, il sistema fiscale, il mercato del lavoro ed, infine, la concorrenza. Ad esse è dedicato un apposito paragrafo della Nota, con l'indicazione delle azioni intraprese per attuarle.
  Anche al fine di tener conto delle raccomandazioni formulate dalle autorità europee, la legge di contabilità prevede la presentazione, entro il 20 settembre di ogni anno, di una Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza. Alla Nota di aggiornamento del DEF sono Pag. 46allegate, sulla base dell'articolo 10-bis della legge di contabilità, le relazioni programmatiche sulle spese di investimento per ciascuna missione di spesa del bilancio dello Stato e le relazioni sullo stato di attuazione delle relative leggi pluriennali (Doc. LVII, n. 1-bis – Allegato I, vol. 1 e 2). Alla Nota 2013 in esame risulta, inoltre, allegato il Rapporto concernente i risultati conseguiti in materia di contrasto all'evasione fiscale (Doc. LVII, n. 1-bis – Allegato II).
  Inoltre, secondo quanto previsto dal decreto-legge 8 aprile 2013, n. 35, essa incorpora la Relazione sullo stato di attuazione dei pagamenti dei debiti delle pubbliche amministrazioni.
  Per quanto concerne l'indicazione dei disegni di legge collegati, nella Nota è data indicazione dei disegni di legge che, a completamento della manovra di bilancio 2014-2016, il Governo considera collegati alla decisione di bilancio: Lavoro ed equità sociale; Giustizia civile; Green economy e lotta agli sprechi ambientali; Sviluppo e semplificazioni; Enti locali; Interventi per il rilancio del settore agricolo e agroalimentare. Sugli stessi non sono fornite al momento indicazioni di maggior dettaglio.
  La Nota 2013 presenta una revisione al ribasso delle stime sull'andamento dell'economia italiana per l'anno in corso e per il 2014 rispetto alle previsioni formulate nel DEF di aprile 2013, in considerazione dell'andamento recessivo dell'economia italiana nella prima parte dell'anno. Per gli anni successivi, la Nota espone, invece, una revisione verso l'alto delle previsioni, in considerazione delle prospettive positive della domanda mondiale che prefigurano un recupero più accentuato nel medio periodo.
  La Nota evidenzia inoltre come lo scenario macroeconomico internazionale mostri una ripresa graduale e differenziata tra le varie aree geografiche, sebbene, nel secondo trimestre dell'anno, il commercio e la produzione mondiale abbiano registrato un lieve rallentamento rispetto al primo trimestre. Secondo le ultime proiezioni del Fondo monetario internazionale (FMI), diffuse nel World Economic Outlook Update del 9 luglio 2013, il PIL mondiale è previsto crescere all'incirca del 3,1 per cento nel 2013 e del 3,8 per cento nel 2014, di circa 0,2 punti in meno rispetto a quanto previsto in primavera.
  La Nota evidenzia come i principali rischi del quadro internazionale riguardino: le tensioni geopolitiche in Medio-Oriente con possibili ripercussioni sui prezzi delle materie prime; l'eventualità di un cambiamento di segno della politica monetaria con rialzi dei tassi di interesse e un rallentamento ulteriore della crescita dei paesi emergenti; nuove tensioni nei mercati finanziari e del credito.
  Per ciò che specificamente concerne l'Area dell'Euro, la Nota mette in rilievo come l'economia sia tornata a crescere dopo sei trimestri di contrazione. Secondo i recenti dati Eurostat, infatti, il PIL dell'Area, nel secondo trimestre dell'anno in corso è cresciuto dello 0,3 per cento rispetto al trimestre precedente, in cui si era registrata una variazione negativa del tasso di crescita di -0,2 per cento. Tale andamento non è tuttavia generalizzato, in quanto alcuni paesi dell'Area, tra cui l'Italia e la Spagna, continuano a rimanere in recessione. La Germania e la Francia, invece, hanno registrato tassi di crescita più elevati della media, rispettivamente, dello 0,7 e 0,5 per cento.
  Sulla base dei risultati congiunturali forniti da Eurostat, la Banca Centrale Europea, nel Monthly Bullettin di settembre 2013, stima per il 2013 una contrazione del PIL dell'Area dell'Euro dello 0,4 per cento e una crescita dell'1 per cento nel 2014. Permangono nell'Area, tuttavia – osserva la Nota riprendendo le considerazioni della Banca centrale – una debole domanda interna e una elevata disoccupazione alla quale si aggiungono i timori di una minore domanda proveniente dai paesi emergenti. Allo stesso tempo, rileva la Nota, segnali di una normalizzazione nel mercato finanziario provengono dalla restituzione da parte degli istituti di credito di una parte dei fondi ottenuti dalle operazioni di rifinanziamento a tre anni. Tuttavia, si rilevano rigidità sul mercato del credito, cui peraltro si associa la il calo Pag. 47della domanda dei fondi da parte di famiglie ed imprese, che viene imputato alle prospettive incerte per il futuro.
  Per quanto concerne l'Italia, la Nota di aggiornamento, pur rilevando i primi segnali di una progressiva stabilizzazione del ciclo economico, rivede il quadro macroeconomico evidenziando un peggioramento delle stime di crescita dell'economia italiana per l'anno in corso e per l'anno 2014 rispetto alle previsioni formulate nel DEF di aprile 2013. Soltanto a partire dal 2015 la Nota evidenzia una crescita dell'economia italiana superiore alle previsioni del DEF, che dovrebbe attestarsi, in media all'1,8 per cento negli anni 2015-2017. Per il 2013, la contrazione del PIL italiano è stimata pari a -1,7 per cento, rispetto a -1,3 per cento precedentemente indicato dal DEF.
  Il peggioramento delle stime di crescita è da porre in relazione alla fase recessiva che ha interessato l'economia italiana e che ha raggiunto la sua maggiore intensità nella parte finale del 2012. Secondo la Nota, il trascinamento negativo ereditato dall'anno precedente, è pari ad 1 punto percentuale. L'economia italiana ha, peraltro, mantenuto un andamento recessivo anche nella prima parte dell'anno, con una contrazione del PIL nel primo trimestre del 2013 dello 0,6 per cento, ben superiore alle aspettative, poi attenuatasi nel trimestre successivo (-0,3 per cento). Nella Nota, il Governo ipotizza una stabilizzazione del prodotto interno lordo nel terzo trimestre, dopo otto trimestri consecutivi di contrazione. Nel quarto trimestre, si prevede infatti che il PIL possa finalmente tornare a segnare un aumento, seppure moderato.
  Dopo la fase recessiva di questi ultimi anni, che ha comportato, per l'Italia, la perdita di oltre 8 punti percentuali di PIL, l'economia italiana, secondo la Nota, sembra pertanto avviata verso una ripresa, anche sulla base dei segnali favorevoli relativi al livello della produzione industriale, agli ordinativi e agli indicatori di fiducia, in particolare, delle famiglie, che prefigurano un miglioramento della domanda interna nei prossimi trimestri.
  Per il 2014, si confermano le prospettive favorevoli di ripresa dell'economia, già prefigurate nel DEF di aprile. Tuttavia, la previsione di crescita del PIL è rivista al ribasso, pari all'1,0 per cento rispetto all'1,3 per cento previsto nel DEF, principalmente per l'effetto di trascinamento negativo del 2013 sul 2014.
  Potrebbe tuttavia agire da freno alla ripresa la dinamica ancora negativa della concessione del credito al settore privato dell'economia, che rischia di attenuare gli effetti espansivi delle misure introdotte dai provvedimenti adottati dal Governo.
  Nonostante il mercato del credito sia ancora fragile, il Governo rileva nella Nota che sembrano esserci i presupposti per una sua graduale normalizzazione, anche in considerazione del miglioramento delle prospettive di crescita, che dovrebbe determinare un progressivo aumento della richiesta di prestiti da parte delle imprese e condizioni di credito più distese dovute alla minore percezione del rischio connesso all'attività d'impresa.
  Quanto al triennio 2015-2017, la Nota evidenzia un rafforzamento progressivo della dinamica del PIL. L'attività economica è prevista crescere a ritmi sostenuti, attestandosi su livelli medi intorno all'1,8 per cento (1,7 per cento nel 2015, 1,8 per cento nel 2016 e 1,9 per cento nel 2017), beneficiando, secondo il Governo, sia del miglioramento della domanda mondiale che degli effetti positivi determinati delle riforme introdotte nelle ultime due legislature. La Nota specifica, al riguardo, che lo scenario presentato si fonda sulla prosecuzione dell'azione riformatrice del Governo. Sul punto viene inoltre precisato che la revisione verso l'alto delle previsioni di medio termine è stata effettuata sulla base di una attenta valutazione degli effetti delle riforme introdotte sino ad ora.
  In particolare, per quanto concerne i provvedimenti di accelerazione dei pagamenti della P.A., l'impatto sull'economia del decreto-legge n. 35 del 2013 e del successivo decreto-legge n. 102 del 2013 – che ha autorizzato per quest'anno un incremento del pagamento dei debiti pregressi degli enti territoriali per ulteriori Pag. 487,2 miliardi di euro in aggiunta ai pagamenti previsti dal decreto-legge n. 35 del 2013, pari a 20 miliardi – sono valutati nell'ordine di un aumento complessivo del PIL dello 0,3 per cento nel 2013, circa dello 0,9 per cento nel 2014 e dello 0,3 per cento nel 2015.
  Le misure per il rilancio dell'economa finora adottate si tradurrebbero, rispetto allo scenario di base, in un aumento del prodotto interno lordo pari allo 0,1 per cento a partire dal 2013. Per il 2013 tale incremento è ascrivibile quasi esclusivamente agli incentivi per il risparmio energetico e per le ristrutturazioni edilizie (decreto-legge n. 63 del 2013) che concorrono a espandere gli investimenti. Dal 2014 in poi, invece, l'impatto maggiore discende dalle misure in materia di semplificazione che accrescono sia i consumi delle famiglie sia gli investimenti.
  Per quanto concerne le principali componenti del quadro macroeconomico, tutte manifestano un rallentamento rispetto alle previsioni di aprile.
  Nel dettaglio, i consumi finali si ridurrebbero del -1,9 per cento nel 2013 (0,2 punti percentuali in meno di quanto stimato nel DEF), e all'interno di tale componente, la spesa delle famiglie residenti scenderebbe del -2,5 per cento. Dall'anno successivo, i consumi tornerebbero su valori positivi, mantenendosi tuttavia ancora deboli nel 2014, con una crescita dello 0,3 per cento rispetto all'ipotizzato 0,9 per cento del DEF. Soltanto a partire dal 2015 i consumi tornerebbero su valori di crescita superiori all'1 per cento (1,0 per cento nel 2015, 1,2 per cento nel 2016 e 1,4 per cento nel 2017, superiori rispetto a quanto ipotizzato ad aprile).
  Una più consistente contrazione si osserva per gli investimenti fissi lordi, attesi in netta riduzione nel 2013, -5,3 per cento rispetto al -2,6 per cento stimato ad aprile. Va segnalato come tale ribasso sia ascrivibile soprattutto alla dinamica negativa nel settore delle costruzioni, per il quale si prevede un calo del 7 (invece del -2,2 per cento precedentemente stimato). Negli anni successivi, gli investimenti fissi lordi tornerebbero su valori positivi, pari a 2,0 per cento nel 2014, per poi risalire al 3,6 per cento nel 2015, 3,8 per cento nel 2016 e al 3,5 per cento nel 2017.
  Per ciò che concerne gli scambi con l'estero, le esportazioni sono previste crescere nell'anno in corso dello 0,2 per cento, sebbene più contenute rispetto a quanto previsto nel DEF, fornendo in tal modo un contributo positivo alla crescita. Le importazioni sono invece stimate contrarsi nell'anno in corso, attestandosi al 2,9 per cento, un risultato più negativo rispetto a quello prospettato nel DEF di aprile. Per gli anni successivi è prevista una graduale ripresa.
  Per quanto concerne il mercato del lavoro, la Nota rivede in senso peggiorativo le stime del tasso di disoccupazione, il quale si attesterebbe nel 2013 al 12,2 per cento e registrerebbe una ulteriore crescita nel 2014, raggiungendo l'12,4 per cento. Nel biennio successivo il tasso dovrebbe tornare a ridursi, fino all'11,9 per cento nel 2017. Nel triennio 2015-2017, mostrerebbe segnali di ripresa, prossima ad un valore positivo dell'1,0 per cento.
  Il peggioramento del quadro macroeconomico rispetto al quadro previsionale contenuto nel DEF 2013 di aprile – con un Pil che oltre a diminuire in termini reali decresce anche in termini nominali (come del resto già avvenuto nel 2012 rispetto al 2011) – si riflette sull'evoluzione della finanza pubblica.
  La Nota, nel rivedere al ribasso i dati di finanza pubblica riportati nel Documento di Economia e Finanza, conferma comunque, pur con alcuni slittamenti temporali degli obiettivi prefissati, il percorso di risanamento finanziario già stabilito nel Documento medesimo, che ha reso possibile, nella recente decisione europea del giugno di quest'anno, la chiusura della procedura per i disavanzi eccessivi nei confronti dell'Italia.
  Nel 2013 l'indebitamento netto supera di 0,2 punti il valore indicato ad aprile, a causa, precisa la Nota, di un andamento delle entrate che risentono del ribasso dell'andamento del prodotto: ciò in conseguenza delle politiche di consolidamento fiscale, la cui intensità ed adozione congiunta Pag. 49in una pluralità di economie tra loro interdipendenti hanno condotto ad una contrazione del livello di attività superiore alle attese. Il peggioramento del dato sull'indebitamento si accentua nel 2014, mentre negli ultimi tre anni del periodo di previsione torna su valori coerenti, ed anzi lievemente migliori, rispetto alle stime DEF. Il suddetto calo si riflette anche sugli altri saldi dell'esercizio, con riferimento sia a quello corrente, inferiore di 0,7 punti percentuali al dato DEF, che, più lievemente (-0,1) al saldo primario.
  Risultano invece in linea con le stime di aprile le spese, che anzi presentano una lieve diminuzione in termini nominali (dovuta in buona parte alla contrazione della previsione di spesa in conto capitale). Le spese correnti al netto interessi si mantengono sul percorso di riduzione già indicato ad aprile, anche se su valori lievemente più elevati e questo, unitamente ad una previsione della spesa per interessi che dal 2015 risulta consistentemente più positiva rispetto alle previsioni di aprile, si riflette su una evoluzione delle spese finali che al termine del periodo di previsione (2017) risulta inferiore di 0,7 punti percentuali di PIL rispetto a quanto iscritto nel DEF.
  In proposito, nella Nota si precisa come l'andamento così prefigurato della spesa per interessi ipotizza una riduzione degli spread di rendimento a dieci anni dei titoli di Stato italiani rispetto a quelli tedeschi a 200 punti base nel 2014, 150 nel 2015 e 100 nel 2016 e 2017.
  Sulla base dell'articolo 10-bis della legge di contabilità, la Nota, presenta poi, oltre alle nuove previsioni macroeconomiche ed al nuovo quadro tendenziale di finanza pubblica un aggiornamento degli obiettivi programmatici di finanza pubblica.
  Nel 2013 l'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche viene posizionato al 3 per cento del PIL, incorporando una correzione di 0,1 punti percentuali rispetto al dato risultante a legislazione vigente, come nell'intendimento del Governo espresso nella Nota. In termini strutturali, ossia al netto della componente ciclica e delle misure una tantum, viene confermato l'obiettivo di risanamento delle finanze pubbliche già prefigurato dal DEF, benché il dato dell'indebitamento netto strutturale risulti ora pari a zero dal 2015, rimanendo comunque su valori prossimi al pareggio (close to balance) già dall'anno 2013. Va altresì rammentato come il valore dell'indebitamento netto strutturale risulti pari per il 2012 a -1,3 per cento e, pertanto, il dato previsto per il 2013 esponga un miglioramento di 0,9 punti percentuali (rispetto al valore di -1,3 per cento del PIL del 2012), ben superiore, come si evidenzia nella Nota, al valore (annuale) di 0,5 punti richiesto dalle regole europee per il conseguimento dell'Obiettivo di Medio Termine.
  Per quanto concerne la pressione fiscale, dopo il consistente aumento, superiore a due punti percentuali di Pil, registrato nel 2012 rispetto all'anno precedente, essa è esposta nella Nota di aggiornamento su livelli analoghi a quelli già stimati nel DEF, posizionandosi al 44,3 per cento del Pil nel 2013 (44,4 nel DEF) diminuendo poi progressivamente di circa lo 0,1 per cento in ciascuno degli anni successivi, fino a posizionarsi al 43,7 per cento nel 2017.
  Per quanto concerne il rapporto debito pubblico/PIL, il quadro programmatico riportato nella Nota di aggiornamento lo rivede in aumento rispetto alle stime contenute nel Documento di Economia e Finanza 2013.
  Il rapporto debito/PIL programmatico (al lordo dei sostegni finanziari agli altri Stati membri dell'UEM e dei debiti pregressi della PA) passa dal 127,0 per cento del 2012 al 132,9 per cento nel 2013, valore che rimane sostanzialmente stabile anche nel 2014 (132,8 per cento), per poi iniziare a ridursi significativamente – anche a seguito dell'esaurirsi dei pagamenti dei debiti commerciali della P.A., previsti in 1,2 punti di PIL nel 2014, precisa la Nota – nel triennio successivo, nel corso del quale dovrebbe diminuire di 12,7 punti percentuali, fino a situarsi al 120,1 per cento nel 2017. Pag. 50
  Il profilo di discesa del rapporto debito/PIL programmato da Governo per gli anni 2014-2017 – che appare decisamente impegnativo in considerazione del breve periodo temporale nel quale lo stesso dovrebbe determinarsi – include gli introiti annuali da privatizzazioni per un ammontare pari a circa 0,5 punti percentuali di PIL all'anno.

  Michele BORDO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali.
C. 750 Dell'Orco e abb.
(Parere alla X Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 1o ottobre 2013.

  Alessia Maria MOSCA (PD), relatore, alla luce del fatto che presso la X Commissione non è stato ancora avviato l'esame degli emendamenti presentati alla proposta di legge in titolo, riterrebbe opportuno rinviare il seguito dell'esame del provvedimento, al fine di consentire alla XIV Commissione di esprimersi sul testo come modificato dagli eventuali emendamenti approvati.

  Dalila NESCI (M5S) condivide la proposta del relatore.

  Michele BORDO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.25.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.25 alle 14.35.