CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 25 settembre 2013
89.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 26 SETTEMBRE 2013

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RISOLUZIONI

  Mercoledì 25 settembre 2013. — Presidenza del presidente Luca SANI. – Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione.

  La seduta comincia alle 9.10.

7-00106 Sani: Sulla politica di sviluppo rurale in relazione all'Accordo di partenariato sulla programmazione dei fondi europei per il periodo 2014-2020.
(Seguito della discussione e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00013).

  La Commissione prosegue la discussione della risoluzione, rinviata nella seduta del 24 settembre 2013.

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  Luca SANI, presidente, presenta una nuova formulazione della risoluzione all'ordine del giorno, che recepisce le indicazioni pervenute dai colleghi (vedi allegato 1).

  Il sottosegretario Giuseppe CASTIGLIONE esprime la valutazione favorevole del Governo sul nuovo testo presentato dal Presidente, sottolineando che con tale atto la Commissione fornisce un importante contributo alla definizione dell'Accordo di partenariato.

  Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) ringrazia il Presidente per l'opera di sintesi svolta e il Sottosegretario Castiglione, anche per aver voluto coinvolgere la Commissione nella definizione di un atto che interesserà per lungo tempo il settore agricolo, prima che lo stesso sia oggetto di deliberazione in sede europea; ritiene particolarmente utile tale intervento nella fase preparatoria, piuttosto che dover constatare l'esistenza di problemi nelle fasi successive. E ringrazia anche tutti i gruppi, per la disponibilità messa in campo per l'importante risultato del varo della risoluzione unitaria da ascrivere a merito di tutti, a prescindere dalle appartenenze politiche.
  Nel merito, tiene a sottolineare che la risoluzione apre una riflessione di prospettiva sul futuro della politica agricola comune e sulla programmazione della spesa di 52 miliardi di euro nei prossimi sette anni. Sottolinea quindi che i temi essenziali posti nella risoluzione riguardano la centralità dell'impresa e del valore aggiunto creato, con le ricadute positive in termini di crescita e occupazione, le infrastrutture soprattutto idriche, la gestione dei rischi e il credito.

  Franco BORDO (SEL), nel ringraziare il sottosegretario per l'atteggiamento che il Governo ha voluto tenere nell'occasione, ringrazia altresì il Presidente per il lavoro di predisposizione della risoluzione unitaria, che è risultata particolarmente elaborata e che recepisce molte istanze del mondo agricolo e industriale agroalimentare. In particolare, ritiene di particolare interesse l'attenzione rivolta ai giovani agricoltori, al tema dell'accesso al credito delle imprese del settore e al problema del riassetto idrogeologico. Osserva infatti che gli agricoltori possono dare un contributo per migliorare la sicurezza e la tutela del territorio. Analoga importanza è stata data ai temi della semplificazione amministrativa, della filiera corta e della lotta alla contraffazione per difendere il made in Italy. Auspica infine che il Governo mantenga questo tipo di interlocuzione anche nel futuro, nella fase attuativa della politica agricola comune.
  Da ultimo, pur preannunciando l'espressione di un voto favorevole da parte del suo gruppo, non può non rimarcare l'assenza di una specifica previsione relativamente alla questione del sistema dei pagamenti, che necessiterebbe di una riforma dell'AGEA, nonché una scarsa rilevanza data al settore dell'agricoltura biologica.

  Filippo GALLINELLA (M5S) osserva che la risoluzione è frutto di uno spirito di collaborazione che ritiene importante che continui a caratterizzare l'attività della Commissione, al fine di concorrere al rilancio del settore primario, che sta attraversando un periodo di particolare crisi. Ritiene inoltre che sarà responsabilità del Governo e del Parlamento agire in modo tale che i fondi che saranno messi a disposizione possano portare a risultati per l'agricoltura e procedere alla relativa verifica; auspica inoltre che anche la Commissione possa partecipare a tale verifica.

  Mario CATANIA (SCpI) ringrazia il relatore per avere effettuato una sintesi delle numerose proposte avanzate, alla quale aderisce. In proposito, deve rilevare che, seppure non è il tipo di documento che aveva auspicato, esso rispecchia oggettivamente le osservazioni formulate.

  Giuseppe ROMELE (PdL) preannuncia l'espressione di un voto favorevole del suo gruppo, anche in considerazione dell'attenzione rivolta alle zone montane, cui spesso si indirizzano dichiarazioni di intenti prive spesso di risultati effettivi.

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  Luca SANI, presidente, desidera dare atto alla Commissione di aver saputo elaborare unanimemente un atto di indirizzo, peraltro in tempi particolarmente ristretti, posto che l'accordo di partenariato dovrà essere trasmesso alla Commissione europea entro il prossimo 30 settembre. In proposito, sottolinea che la risoluzione costituisce il primo atto che la Commissione adotta sulla riforma della politica agricola comune (PAC), che – come convenuto dall'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi – costituirà un tema costante dei suoi lavori, anche nella prospettiva dell'attuazione nazionale degli aspetti che la nuova PAC demanda agli Stati membri. Ricorda al riguardo il recentissimo accordo intervenuto nei giorni scorsi in sede europea per la definizione degli aspetti del nuovo regime ancora non definiti. Ricorda poi che già dalla seduta di domani è prevista l'audizione dei rappresentanti della Conferenza delle regioni e delle province autonome.
  Avverte che la nuova formulazione della risoluzione assumerà il numero 8-00013 (vedi allegato 1).

  La Commissione approva infine la risoluzione n. 8-00013.

  La seduta termina alle 9.30.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 25 settembre 2013. — Presidenza del presidente Luca SANI. – Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione.

  La seduta comincia alle 9.30.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2012.
C. 1572 Governo, approvato dal Senato.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2013.
C. 1573 Governo, approvato dal Senato.

Tabella n. 12: Stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto, ai sensi dell'articolo 119, comma 8, del regolamento, e conclusione – Relazione favorevole su C. 1572 – Relazione favorevole con osservazioni su C. 1573).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei disegni di legge.

  Alessandra TERROSI (PD), relatore, illustra il disegno di legge di approvazione del rendiconto 2012, che agli articoli 1, 2, 3 riporta i risultati complessivi riferiti a entrate, spese e gestione finanziaria di competenza. L'articolo 4 riporta la situazione finanziaria del conto del Tesoro. L'articolo 5 definisce l'approvazione dell'allegato n. 1 (Fondo di riserva per le spese impreviste) e l'allegato n. 2 relativo alle eccedenze di impegni e di pagamenti. L'articolo 6 espone la situazione del patrimonio dello Stato, mentre gli articoli da 7 a 10 mostrano i dati relativi ai conti consuntivi delle aziende e amministrazioni autonome. L'articolo 11 dispone l'approvazione del rendiconto generale delle amministrazioni dello Stato e dei rendiconti delle amministrazioni e delle aziende autonome secondo le risultanze indicate negli articoli precedenti.
  Rispetto all'anno 2011 emerge una diminuzione dell'indebitamento netto, che passa dal 3,8 per cento al 3 per cento. Diminuiscono le spese correnti al netto degli interessi, con una riduzione dello 0,5 per cento. Sempre in rapporto al 2011, aumentano le spese per interessi, che contribuiscono al complessivo aumento delle spese correnti. Le entrate complessive aumentano rispetto al 2011, attestandosi al 48,1 per cento del PIL rispetto al 46,6 per cento del 2011. Nel 2012 l'accertato delle entrate finali lorde risulta in aumento del 4,61 per cento.
  Il saldo netto da finanziare migliora rispetto a quanto definito nella legge di stabilità e in termini di incidenza sul PIL Pag. 208è pari all'1,3 per cento, migliorando di poco meno di un punto percentuale rispetto al precedente esercizio.
  Relativamente alla spesa, la Corte dei Conti rileva che nel tempo si è andata formando una massa di debiti pregressi che pone problemi rispetto al principio dell'annualità del bilancio.
  Per quanto concerne i residui, per l'anno 2012 i residui attivi (entrate accertate, ma rimaste da versare e da riscuotere) sono pari a 243.278 milioni di euro, quasi per il 60 per cento pregressi. Infatti, rispetto ai 215.207 milioni di euro provenienti da esercizi precedenti, sono stati accertati alla fine del 2012 residui attivi pari a 169.165 milioni di euro, di cui 23.610 incassati e 145.555 ancora da versare o da riscuotere. A questi si sono aggiunti 97.722 milioni di euro di residui di nuova formazione.
  Per quanto riguarda invece i residui passivi (spese impegnate, ma rimaste da pagare), dei 93.149 milioni di euro provenienti da esercizi precedenti indicati all'inizio del 2012, ne risultano accertati 69.069 milioni, di cui 37.059 pagati e 32.009 da pagare (inferiore rispetto al 2011 denotando quindi un miglioramento nello smaltimento dei residui pregressi). A questi si aggiungono 42.020 milioni di nuova formazione, determinando un ammontare di residui passivi al 31 dicembre 2012 pari a 74.029 milioni di euro.
  La Corte dei conti, nella relazione sul rendiconto generale dello Stato 2012, rileva come l'ammontare dei residui passivi sia ancora eccessiva e segnala alcune cause del fenomeno (dovuto a contenimento della spesa con slittamento dei pagamenti, legislazione non supportata da progetti di fattibilità, procedure complesse, schemi contabili obsoleti, comportamenti gestionali impropri).
  La gestione di competenza nel 2012 fa registrare un miglioramento dei saldi di bilancio. Gli accertamenti di entrata sono risultati pari a 785.575 milioni di euro mentre gli impegni complessivi di spesa ammontano a 749.337 milioni di euro. Complessivamente, il peso della spesa, in rapporto al PIL aumenta dal 44,7 per cento del 2011 al 47,9 del 2012. Un leggero miglioramento interessa anche il saldo corrente (risparmio pubblico).
  Ai fini della gestione della competenza, le spese finali per missioni risultano concentrate in un numero ridotto di missioni, tra cui si segnalano: relazioni finanziarie con le autonomie territoriali (programmi relativi al federalismo e ad altri trasferimenti alle regioni a statuto speciale); politiche previdenziali (programma previdenza obbligatoria e complementare); politiche economiche-finanziarie e di bilancio (regolazioni contabili, restituzioni e rimborsi d'imposta); istruzione scolastica (programmi concernenti la scuola primaria e secondaria di primo grado); diritti sociali, politiche sociali e famiglia.
  Anche in termini di cassa i saldi risultano leggermente migliori rispetto al 2011. Ad incassi complessivi per 711.462 milioni (+4,5 per cento rispetto al 2011) fanno eco pagamenti per 744.376 milioni di euro (+5,5 per cento rispetto al 2011). Gli incassi finali sono dovuti a entrate tributarie ed extratributarie, mentre l'incremento dei pagamenti finali è imputabile a maggiori pagamenti di parte corrente, laddove i pagamenti in conto capitale subiscono una leggera flessione.
  In entrambi i casi, competenza e cassa, si registra un peggioramento nel ricorso al mercato.
  Per quanto riguarda la parte di competenza della Commissione, relativa alla spesa del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, osserva che il quadro di riferimento nel quale è maturata la spesa per l'anno 2012 ha visto una evoluzione dello scenario istituzionale, socio-economico e organizzativo nel quale ha operato l'Amministrazione, della quale è necessario tenere conto per analizzare il rendiconto.
  Il quadro di riferimento è stato analizzato dall'Organismo indipendente per la valutazione della performance del Ministero, la cui relazione, ai sensi dell'articolo 3, commi 68 e 69, della legge n. 244 del 2007, è stata trasmessa alle Camere dal Ministro delle politiche agricole nello scorso luglio.Pag. 209
  In tale documento, si rileva che nel corso del 2012 si è andato confermando lo scenario che ha visto il mercato europeo, in particolare della zona euro, in una situazione recessiva. L'aumento dei costi dell'energia ha portato a un conseguente innalzamento dei prezzi agricoli. Relativamente all'area comunitaria, fino a dicembre 2012, non era ancora definito il negoziato relativo alla politica agricola comune e attraverso l'accordo raggiunto a dicembre sul mantenimento della quota percentuale spettante all'Italia le risorse hanno subito un primo ridimensionamento. Pertanto, sono state attivate strategie di difesa delle agricolture più efficienti e vocate a produzioni di qualità ad elevato valore aggiunto.
  In sede nazionale, a seguito della applicazione in particolare del decreto-legge n. 95 del 2012 (spending review), sono state definite misure di contenimento della spesa con contrazione di risorse stanziate e misure di riorganizzazione del Ministero con effetti sulla spesa del personale e relativi alla soppressione di alcune agenzie, con trasferimento dei relativi compiti.
  Le linee di intervento definite riguardano in particolare la salvaguardia dei prodotti nazionali, il loro sostegno sul mercato interno e internazionale e la tutela del territorio agricolo, individuata come base per il rilancio del settore agroalimentare. L'obiettivo è stato quello di salvaguardare il reddito degli agricoltori e la sicurezza alimentare, aspetti che più di altri hanno risentito in particolare della crisi economica.
  Il settore della pesca, a livello nazionale, ha visto proseguire le politiche di coordinamento in materia di ricerca scientifica, di coordinamento e gestione in materia di conservazione delle risorse e di misure tecniche relative all'attività di pesca marittima. In sede internazionale, sono stati gestiti rapporti con l'Unione europea e con enti, organismi e organizzazioni multilaterali, con iniziative volte a definire nuove strategie di negoziato per una riforma della politica comune della pesca (PCP) e a dare esecuzione a quanto previsto dai regolamenti europei n. 1198/06 e 498/07, in materia di Fondo europeo per la pesca. Lo stesso Fondo è stato utilizzato per iniziative strutturali al fine di raggiungere gli obiettivi della PCP e per l'attuazione del regolamento (UE) n. 1224/09, relativo alla istituzione di un regime di controlli.
  Le attività del Ministero sono state svolte secondo le priorità politiche individuate in coerenza con il programma del Governo pro-tempore, che ha posto al centro della propria azione le seguenti linee guida: rigore economico amministrativo, al fine di superare la crisi finanziaria e raggiungere la parità di bilancio entro i termini concordati con il Parlamento ed in sede comunitaria; equità nella distribuzione degli oneri nel Paese, al fine di mantenere la coesione sociale e rendere più efficiente l'operato dello Stato; crescita economica e sociale e rilancio dello sviluppo attraverso interventi mirati nei diversi settori produttivi.
  Il ruolo strategico del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali si è incentrato nella realizzazione ed attuazione delle seguenti priorità politiche, contenute nelle note integrative al bilancio 2012-2014:
   1. rilanciare lo sviluppo (priorità politica di governo relativa all'attività dell'intero Ministero, assegnata al centro di responsabilità amministrativa CDR l per il programma «indirizzo politico»);
   2. promozione del ruolo italiano in ambito europeo ed internazionale (priorità politica relativa alle attività svolte per il settore agricolo e della pesca dal CDR 2, inserite nel programma «politiche europee ed internazionali nel settore agricolo e della pesca»);
   3. rilancio della competitività nel settore agricolo (priorità politica relativa alle attività svolte per il settore
   4. agricolo dal CDR 3, inserite nel programma «sviluppo e sostenibilità nel settore agricolo, agroalimentare, agroindustriale e mezzi tecnici di produzione»);
   5. qualità e certezza delle produzioni agricole (priorità politica relativa Pag. 210alle attività svolte per il settore agricolo dal CDR 3, inserite nel programma «sviluppo delle filiere agroalimentari, tutela e valorizzazione delle produzioni di qualità e tipiche»);
   6. riqualificare e razionalizzare la spesa (priorità politica relativa alle attività svolte per il settore agricolo dal CDR 3 e relative al programma istituzionale «servizi generali per le amministrazioni di competenza» ed al programma «fondi da assegnare»);
   7. tutela dei mercati agroalimentari e del consumatore (priorità politica relativa alle attività svolte per il settore agricolo dal CDR 4, inserite nel programma «vigilanza, prevenzione e repressione frodi nel settore agricolo, agroalimentare, agroindustriale e forestale»);
   8. governance del territorio rurale e montano (priorità politica relativa alle attività svolte per il settore
   9. agricolo e forestale dal CDR 5, inserite nei programmi «tutela e conservazione della fauna e della flora e salvaguardia della biodiversità», «sicurezza pubblica in ambito rurale e montano», «interventi per soccorsi»).

  Sulla base delle priorità politiche sono stati definiti gli obiettivi strategici e strutturali dei centri di responsabilità amministrativa, riportati nel documento allegato (vedi allegato 2).
  Per quanto riguarda la riorganizzazione del Ministero, ricorda che essa è avvenuta sulla base del decreto legislativo n. 150 del 2009 e dalla legge n. 196 del 2009.
  Con la legge di stabilità 2012, coerentemente con quanto stabilito dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28 settembre 2011, i maggiori tagli sono stati operati nell'ambito del programma «Sviluppo e sostenibilità del settore agricolo, agroindustriale e mezzi tecnici di produzione» e le risorse derivanti sono state destinate al Piano irriguo nazionale e a settori di rilevanza strategica (assicurazioni agevolate).
  Relativamente al personale, si è proceduto ad una riduzione dei dirigenti non generali da 77 a 62 unità e del personale non dirigenziale di 168 unità. Ad oggi le unità impiegate sono 1539, compreso il personale afferente all'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari. Il risparmio di spesa atteso è pari a 13,5 milioni di euro annui.
  Passando quindi ad illustrare il disegno di legge per l'assestamento del bilancio 2013, ricorda che esso costituisce l'aggiornamento a metà esercizio degli stanziamenti del bilancio dello Stato, in base all'articolo 33 della legge n. 196 del 2009, che reca la legge di contabilità e finanza pubblica.
  Ricorda quindi che il bilancio è articolato in missioni (funzioni principali e obiettivi strategici perseguiti con la spesa), programmi (unità di voto parlamentare, aggregati diretti al perseguimento degli obiettivi definiti nell'ambito delle missioni), macroaggregati (unità previsionali di base articolate a loro volta in capitoli).
  Secondo le nuove disposizioni in materia di flessibilità di bilancio, è possibile apportare variazioni compensative tra programmi della stessa missione con divieto di stanziamenti di conto capitale per finanziare la spesa corrente. Per l'anno 2013 saranno possibili anche proposte di rimodulazione di risorse tra programmi di missioni diverse, ai sensi e per effetto della circolare del Ministero per l'economia n. 24 del 13 maggio 2013.
  La legge di assestamento reca, all'articolo 1, l'approvazione delle variazioni proposte e riportate nelle tabelle specifiche per ciascun Ministero. In ogni tabella vengono indicate la previsione delle entrate, la previsione delle spese e i bilanci delle amministrazioni autonome.
  Le proposte di variazione degli stanziamenti di bilancio in termini di cassa e di competenza riguardano sia le previsioni di entrata sia le previsioni di spesa dei Ministeri. Le suddette variazioni, sommate alla consistenza dei residui, danno la previsione assestata.Pag. 211
  L'articolo 2 dispone modifiche all'articolo 2 della legge di bilancio 2013 (legge n. 229 del 2013). In particolare, al comma 1 definisce l'aumento del limite massimo di titoli pubblici da 24.000 milioni di euro a 98.000 milioni di euro. Il Senato ha apportato un aumento di 18.000 milioni di euro (dagli 80.000 milioni di euro iniziali). Al comma 2 viene definito l'aumento dello stanziamento per il fondo per la riassegnazione dei residui passivi di parte capitale da 1.900 a 2.000 milioni di euro.
  Con riferimento ai saldi di competenza derivanti dal disegno di legge di assestamento, deve essere sottolineato un peggioramento rispetto alla previsione iniziale di entità pari a 24.880 milioni di euro, di cui 9.851 milioni derivanti da proposte del disegno di legge di assestamento. Tale peggioramento è dovuto alla riduzione di entrate finali e all'aumento delle spese finali.
  Il valore del saldo netto da finanziare è pari a –31.065 milioni di euro e comunque rientra nel limite massimo stabilito dalla legge di stabilità per il 2013.
  Anche relativamente ai saldi di cassa risultanti dal disegno di legge di assestamento, è necessario evidenziare un peggioramento rispetto alle previsioni. Il saldo netto da finanziare si attesta a –102.878 milioni di euro, con un peggioramento di 29.187 milioni di euro rispetto alla previsione. Tale aumento è dovuto a diverse concause quali il minore risparmio pubblico, l'aumento del ricorso al mercato, l'aumento delle autorizzazioni ai pagamenti.
  Per quanto concerne i residui passivi, secondo il rendiconto 2012 sono pari a 74.029 milioni di euro, in diminuzione rispetto al rendiconto 2011.
  Con riferimento alla tabella 12, che riporta lo stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, rileva che lo stesso prevedeva una consistenza iniziale della competenza pari a 1257,5 milioni di euro; una consistenza iniziale della cassa pari a 1377,6 milioni di euro; residui al 1o gennaio 2013 pari a 269,3 milioni di euro, di cui 73,8 milioni di euro di parte corrente e 195,5 milioni di euro in conto capitale.
  Le variazioni che vengono proposte sono tutte in aumento e precisamente: competenza +16,3 milioni di euro, di cui 9,5 assegnati alla missione n. 9 «Agricoltura politiche agroalimentari e pesca», programma 9.6 «Politiche competitive, della qualità agroalimentare, della pesca e mezzi tecnici di produzione»; cassa +14 milioni di euro, di cui la variazione più consistente è attribuita alla missione n. 8 «Soccorso civile programma», 8.1 «Interventi per soccorsi»; residui +19,9 milioni di euro.
  Si sofferma quindi sulla questione del pagamento dei debiti pregressi delle amministrazioni centrali dello Stato, ricordando che, a seguito del decreto-legge 8 aprile 2013, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 giugno 2013, n. 64, recante «Disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonché in materia di versamento dei tributi degli enti locali», il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha effettuato nello scorso mese di aprile la prevista ricognizione, dalla quale sono emerse situazioni debitorie pari a euro 33.481.362,79, relativamente alle quali euro 32.139.517,63 si riferiscono alle attività della soppressa Agenzia per lo sviluppo del settore ippico (ASSI) e concernono residui passivi che non sono confluiti nel bilancio del Ministero. Infatti, l'articolo 25-quater, comma 9, del decreto-legge n. 95 del 2012, nel disporre la soppressione dell'ASSI, ha stabilito che, con decreti di natura non regolamentare del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, fossero ripartite tra il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e l'Agenzia delle dogane e dei monopoli le funzioni attribuite alla stessa ASSI dalla normativa vigente nonché le relative risorse umane, finanziarie e strumentali compresi i relativi rapporti giuridici attivi e passivi. La restante cifra pari a euro Pag. 2121.341.845,16 è riconducibile principalmente a situazioni debitorie del Corpo forestale dello Stato (utenze, noleggi, attività di formazione e altro) e per la residua parte ai servizi di gestione unificata del Ministero (fitti passivi, spese per noleggio macchinari eccetera).
  Si riserva in conclusione di formulare nel seguito del dibattito le sue proposte di relazione.

  Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) e Loredana LUPO (M5S) segnalano l'opportunità di rinviare al pomeriggio il seguito dell'esame.

  Luca SANI, presidente, sospende quindi la seduta, avvertendo che la stessa proseguirà al termine della seduta per l'audizione del Presidente della Regione Lombardia.

  La seduta, sospesa alle 9.35, è ripresa alle 15.40.

  Alessandra TERROSI (PD), relatore, illustra le sue distinte proposte di relazione sui disegni di legge in esame, sottolineando che propone di riferire in senso favorevole sul rendiconto (vedi allegato 3) e di riferire in senso favorevole, con osservazioni sull'assestamento (vedi allegato 4).

  Massimiliano BERNINI (M5S) manifesta apprezzamento per il puntuale lavoro svolto dalla relatrice, ma deve esprimere alcune valutazioni critiche rispetto ai provvedimenti in esame.
  Innanzitutto, il suo gruppo prende atto dell'opera di «dimagrimento» della spesa intrapresa dal Ministero agricolo, attraverso l'accorpamento di alcuni enti e la riduzione del personale dirigente, ma deve sottolineare che a tale riguardo molto resta ancora da fare. Rimane tuttora una galassia di enti, che rappresenta uno spreco di risorse pubbliche e che dovrebbero essere ridotti e accorpati. Tuttavia, non vi sono orientamenti del Governo in tal senso.
  Inoltre, nonostante le misure per la riduzione della spesa, si registra una variazione anche consistente di alcune spese. Al riguardo, sottolinea che una tutela dell'agroalimentare «a costo zero» si potrebbe porre in atto rispettando la legge n. 4 del 2011, in materia di etichettatura dei prodotti alimentari.
  Infine, sottolinea in molti Paesi europei il momento della rendicontazione è l'occasione per fare il punto sul controllo di gestione, rispetto al programma e al lavoro del Governo. Ritiene pertanto che anche in Italia si dovrebbe cominciare a svolgere tale attività.
  Per questi motivi, il suo gruppo si asterrà sulla proposta della relatrice riguardante il rendiconto.

  Franco BORDO (SEL) preannuncia l'astensione del suo gruppo sulla proposta di relazione concernente il disegno di legge sul rendiconto. I deputati del gruppo SEL voteranno invece a favore della proposta di relazione concernente il disegno di legge per l'assestamento di bilancio.

  Loredana LUPO (M5S) preannuncia che il suo gruppo voterà a favore della proposta della relatrice concernente il disegno di legge di assestamento.

  Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) dichiara il voto favorevole del suo gruppo su entrambe le proposte di relazione presentate.

  Monica FAENZI (PdL) annuncia che il suo gruppo voterà favorevolmente sulle proposte della relatrice.

  Giuseppe CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, esprime il parere favorevole del Governo.

  La Commissione approva la proposta del relatore di riferire favorevolmente sul disegno di legge relativo al rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2012 (vedi allegato 3).Pag. 213
  La Commissione approva altresì la proposta del relatore di riferire favorevolmente, con osservazioni, sul disegno di legge per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno 2013, con riferimento alla tabella n. 12 – stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, nominando il deputato Terrosi quale relatore presso la Commissione Bilancio (vedi allegato 4).

  La seduta termina alle ore 15.50.

INDAGINE CONOSCITIVA

  Mercoledì 25 settembre 2013. — Presidenza del presidente Luca SANI. – Interviene il Presidente della regione Lombardia, Roberto Maroni.

  La seduta comincia alle 14.30.

Indagine conoscitiva sulla valorizzazione delle produzioni agroalimentari nazionali con riferimento all'Esposizione universale di Milano 2015.
Audizione del Presidente della regione Lombardia, Roberto Maroni.
(Svolgimento e conclusione).

  Luca SANI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
  Introduce, quindi, l'audizione.

  Roberto MARONI, presidente della regione Lombardia, svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

  Intervengono quindi, formulando osservazioni e ponendo quesiti, i deputati Paola CARINELLI (M5S), Paolo COVA (PD), Franco BORDO (SEL), Alan FERRARI (PD), Paolo RUSSO (PdL), Colomba MONGIELLO (PD) e Veronica TENTORI (PD).

  Interviene altresì Luca SANI, presidente.

  Roberto MARONI, presidente della regione Lombardia, interviene in replica.

  Luca SANI, presidente, dichiara quindi conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.40.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 25 settembre 2013. — Presidenza del presidente Luca SANI. – Interviene il Sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione.

  La seduta comincia alle 15.50.

Modifica all'articolo 2 della legge 11 febbraio 1992, n. 157, e altre disposizioni per il contenimento della propagazione delle nutrie e dei piccioni.
C. 1166 Caon.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame della proposta di legge.

  Mino TARICCO (PD), relatore, fa presente che la proposta di legge in esame introduce talune disposizioni volte a risolvere la situazione venutasi a creare soprattutto in ambito agricolo a causa dell'elevata diffusione delle nutrie e dei piccioni.
  Al riguardo, osserva che la presenza sul territorio di fauna selvatica, e in particolare di specie alloctone, pone problemi complessi, che riguardano la tutela delle Pag. 214produzioni agricole, la tutela della biodiversità e in generale la coesistenza tra animali e attività umane.
  Per quanto concerne le nutrie, l'eccessiva diffusione di tale specie comporta problemi per le opere di sistemazione idraulica sul territorio, per la tenuta degli argini e dei sistemi di irrigazione a scorrimento. I piccioni costituiscono una specie che ha modificato le modalità di stazionamento sul territorio, creando danni significativi alle produzioni e problemi di coesistenza sul territorio anche in ambito non agricolo.
  I danni provocati dalle specie indicate sul territorio e i costi relativi assumono una consistenza significativa.
  La proposta di legge C. 1166 propone, all'articolo 1, di modificare l'articolo 2, comma 2, della legge n. 157 del 1992, sulla protezione della fauna selvatica e il prelievo venatorio, al fine di includere le nutrie e i piccioni tra le specie alle quali non si applica la tutela prevista dalla legge medesima. L'articolo 2, comma 2, della predetta legge prevede, infatti, che la legge non si applica alle talpe, ai ratti, ai topi propriamente detti, alle arvicole, cui verrebbero aggiunti le nutrie ed i piccioni.
  L'articolo 2 prevede, al fine di contenere la riproduzione incontrollata delle nutrie, che le province dispongano, previo parere dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), piani di controllo e di abbattimento delle nutrie (comma 1). Tali piani (comma 2) possono essere attuati dalle guardie venatorie dipendenti dalle province che possono avvalersi di: proprietari o conduttori dei fondi sui quali si attuano gli stessi piani, purché muniti di licenza per l'esercizio venatorio; guardie forestali; agenti venatori volontari provinciali; guardie comunali munite di licenza per l'esercizio venatori; guardie dipendenti dalle aziende faunistico-venatorie; operatori espressamente autorizzati dalle province, selezioni attraverso specifici corsi di preparazione. Il comma 3 specifica che le disposizioni di cui ai commi precedenti si applicano anche nei parchi naturali e nelle aree protette, d'intesa con l'ente parco o con l'organismo di gestione dell'area naturale protetta.
  L'articolo 3, infine, detta norme finalizzate a contenere la propagazione dei piccioni, prevedendo che il comune possa adottare interventi urgenti per contenere e ridurre il numero degli esemplari attraverso l'utilizzo di mangime sterilizzante a base di nicarbazina (comma 1). I commi successivi specificano, al riguardo, che per avere contezza della presenza numerica dei piccioni nella città, vengano effettuati sopralluoghi per individuare i punti di nidificazione; successivamente a tale accertamento, possa essere effettuata la somministrazione del mangime indicato con un programma stabilito dai comuni (viene, quindi, indicato che la distribuzione del mangime deve avvenire per cinque giorni alla settimana seguendo cicli costanti, con particolare riferimento al periodo da marzo ad ottobre di ogni anno).
  Sottolinea quindi che l'intervento legislativo proposto richiede una approfondita valutazione tecnico-giuridica, dal punto di vista della sua compatibilità con la normativa europea, in particolare per quanto riguarda l'intervento concernente i piccioni. Ritiene pertanto che la Commissione dovrebbe dedicare particolare rilievo a tale aspetto.

  Marco CARRA (PD) preannuncia la presentazione di una proposta di legge in materia, chiedendo pertanto che il seguito dell'esame prosegua successivamente, così da tenerne conto.

  Roberto CAON (LNA) ritiene importante pervenire ad un risultato concreto sul tema in discussione, che costituirebbe un buon servizio che la politica rende al territorio.
  Sottolinea quindi che i problemi causati dalla diffusione delle nutrie riguardano i danni agli argini e alle opere idrauliche, i raccolti agricoli, la diffusione di malattie come la leptospirosi, nonché gli incidenti connessi alle cattive condizioni delle «strade bianche» situate sugli argini. Con riferimento ai piccioni, evidenzia che l'Italia non dovrebbe consentire che tale specie possa mettere a rischio i suoi più importanti settori economici, come il turismo e l'agroalimentare.Pag. 215
  Chiede infine alla Commissione di consentire l'esame della proposta di legge in sede legislativa.

  Luca SANI, presidente, fa presente che la sussistenza dei requisiti per chiedere il trasferimento alla sede legislativa potrà essere valutato nel seguito dell'esame.

  Chiara GAGNARLI (M5S) dichiara che il suo gruppo è contrario a modificare la legge n. 157 del 1992, in quanto la stessa già consente adeguati interventi di contenimento della fauna.
  Sottolinea inoltre che la proposta di legge presenta evidenti problemi di compatibilità con la normativa europea, in un settore nel quale ripetutamente l'Italia è incorsa nelle censure della Commissione europea.
  Nel merito, richiama poi l'attenzione sugli effetti negativi sulla riproduzione delle specie interessate prodotti dalle misure di abbattimento, che peraltro non raggiungono i risultati attesi. Ritiene inoltre che i rischi sanitari della presenza delle specie in questione siano più potenziali che reali e invocati solo per giustificare gli abbattimenti. Dichiara altresì contrarietà alla previsione di interventi nelle aree protette.
  Per questi motivi, il suo gruppo ritiene che l'intervento legislativo proposto sia da bocciare integralmente.

  Monica FAENZI (PdL), premesso di condividere la proposta in esame, ricorda le numerose audizioni svolte dalla Commissione in questa e nella passata legislatura sul tema dei danni provocati all'agricoltura dalla fauna selvatica. Sulla base dell'esperienza maturata negli scorsi anni, in relazione a specifici progetti di legge, invita tuttavia a tenere separati gli interventi legislativi riguardanti le diverse specie animali, considerato che ciascuna di esse presente problematiche distinte. In tal modo, ritiene che si possano più agevolmente conseguire gli obiettivi voluti.
  Con riferimento all'intervento della deputata Gagnarli, sottolinea che la realtà e l'entità dei danni prodotti dalle specie in questioni trova conferma nei fatti, di cui è anche personalmente a conoscenza.

  Paolo COVA (PD) tiene a sottolineare, sotto il profilo sanitario, che 4 delle 5 zoonosi di cui sono portatori i piccioni sono trasmissibili all'uomo. La presenza di tali animali comporta quindi evidenti ricadute sulla salute.

  Massimiliano BERNINI (M5S) precisa che il suo gruppo non intende sottovalutare le problematiche connesse ai danni provocati dalla fauna selvatica, in particolare all'agricoltura, ma segnalare che la proposta di legge in esame non aggiunge alcuno strumento utile rispetto a quanto già prevede l'articolo 19 della legge n. 157 del 1992, in deroga alle generali norme di tutela. Il comma 2 di tale articolo stabilisce infatti che le regioni, per la migliore gestione del patrimonio zootecnico, per la tutela del suolo, per motivi sanitari, per la selezione biologica, per la tutela del patrimonio storico-artistico, per la tutela delle produzioni zoo-agro-forestali ed ittiche, provvedono al controllo delle specie di fauna selvatica anche nelle zone vietate alla caccia. Tale controllo, esercitato selettivamente, viene praticato di norma mediante l'utilizzo di metodi ecologici su parere dell'Istituto nazionale per la protezione e la ricerca ambientale. Qualora l'Istituto verifichi l'inefficacia dei predetti metodi, le regioni possono autorizzare piani di abbattimento.
  Non si comprende pertanto la necessità dell'intervento legislativo proposto, quando basterebbe applicare le norme citate.

  Luca SANI, presidente, fa presente che in sede di Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, si potranno valutare le modalità del successivo esame, con riferimento alle altre proposte di legge presentate e preannunciate in materia analoga.
  Tenuto conto dell'imminente inizio della seduta dell'Assemblea, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

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Disposizioni per la salvaguardia degli agrumeti caratteristici.
C. 55 Cirielli, C. 341 Catanoso, C. 440 Mongiello, C. 741 Oliverio, C. 761 Russo e C. 1125 Caon.

(Rinvio del seguito dell'esame – Abbinamento della proposta di legge C. 55).

  Luca SANI, presidente, avverte che è stata assegnata alla Commissione la proposta di legge C. 55 Cirielli che, vertendo sulla stessa materia delle proposte di legge C. 341 e abbinate, di cui è già iniziato l'esame, è stata a queste abbinata ai sensi dell'articolo 77 del regolamento.
  Rinvia quindi ad altra seduta il seguito dell'esame.

  La seduta termina alle 16.05.

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