CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 8 agosto 2013
72.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giunta per le autorizzazioni
COMUNICATO
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COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

  Giovedì 8 agosto 2013. — Presidenza del Presidente Ignazio LA RUSSA.

  La seduta comincia alle 13.

Comunicazioni sul conflitto di attribuzione di cui all'ordinanza della Corte costituzionale n. 151 del 2013.

  La Giunta prosegue la discussione rinviata nella seduta del 6 agosto 2013.

  Ignazio LA RUSSA, Presidente, rammenta che nella precedente seduta la Giunta ha avviato l'esame decidendo di rinviare il seguito della discussione e la votazione al fine di compiere alcuni approfondimenti.
  I tempi a disposizione per il supplemento istruttorio effettuato dagli uffici sono stati inevitabilmente limitati. Si è comunque potuto appurare che vi è un numero limitato di casi, esattamente cinque, nei quali la Camera ha deliberato di non costituirsi in giudizio, a fronte di novantuno casi nei quali è stata assunta la decisione di costituirsi in giudizio dinanzi alla Corte costituzionale.
  Non sono stati inoltre reperiti specifici interventi in sede parlamentare in data antecedente al 2008 nei quali vi fosse un qualche riferimento al tema oggetto delle affermazioni dell'onorevole Berlusconi contestate dall'onorevole Di Pietro. Il tema è invece emerso in epoca successiva, quando la Camera è stata chiamata a occuparsi della insindacabilità connessa alle predette affermazioni. In quella sede non sono mancati accenni al fatto che si trattava di una polemica politica risalente nel tempo.
  Nell'ambito degli approfondimenti svolti, infine, non sono stati individuati atti di sindacato ispettivo concernenti la questione in esame.
  Tutto ciò premesso, resta il problema generale di cosa si intenda per dichiarazioni rese intra moenia ovvero extra moenia, atteso che sul punto vi sono orientamenti diversi.
  Egli ritiene comunque di dover confermare in questa sede le conclusioni che aveva preannunziato nella precedente seduta, nel senso di proporre la costituzione in giudizio della Camera, ritenendo che ciò sia giustificato quanto meno dalla esigenza di una coerenza complessiva degli atti deliberati dall'istituzione parlamentare. D'altra parte, non ritiene comunque scandaloso che vi siano posizioni diverse, anche alla luce del fatto che – come emerge dai precedenti che ha richiamato – la decisione della Camera di non costituirsi in giudizio non costituirebbe una novità assoluta.
  Conferma, in conclusione, il proprio orientamento, che ha del resto trovato Pag. 13conforto anche nelle considerazioni espresse nella precedente riunione da parte del collega Farina. Ritiene che, in questa fase, potrebbe essere particolarmente opportuna una valutazione che tenga conto dell'atteggiamento prevalente emerso nel corso degli anni in relazione alle deliberazioni sulla costituzione in giudizio della Camera dinanzi alla Corte costituzionale.

  Marco DI LELLO (Misto-PSI-PLI), richiamandosi alle considerazioni espresse nella precedente seduta della Giunta, conferma l'orientamento favorevole alla costituzione in giudizio della Camera dinanzi alla Corte costituzionale.

  Anna ROSSOMANDO (PD) ringrazia il Presidente per la puntuale relazione e per gli ulteriori approfondimenti istruttori, che ha ascoltato con grande attenzione.
  La Giunta è chiamata oggi ad esprimere i propri elementi di valutazione su un conflitto di attribuzione sollevato dal giudice di pace di Viterbo in relazione ad una delibera di insindacabilità della Camera che è stata già oggetto di altri due conflitti di attribuzione sollevati, rispettivamente, dal tribunale di Bergamo e dal tribunale di Roma. Ricorda che, in relazione al primo conflitto, nella scorsa legislatura l'Assemblea ha respinto la proposta dell'Ufficio di Presidenza – conforme all'orientamento espresso dalla Giunta – di costituirsi in giudizio, e che, con riferimento al secondo, la Giunta si è espressa recentemente in senso contrario alla costituzione in giudizio.
  Trattandosi di casi analoghi a quello oggi in esame, seppur storicamente diversi, è doveroso tener conto delle decisioni assunte precedentemente: conferma quindi l'orientamento contrario dei deputati del suo Gruppo alla costituzione in giudizio.
  Ribadisce che la decisione di costituirsi o meno non deve discendere da un mero automatismo, ma da una valutazione delle specificità dei singoli casi.
  Va inoltre rilevato che la Corte costituzionale si pronunzierà comunque nel merito, indipendentemente dal fatto che la Camera si costituisca o meno in giudizio.
  Chiarisce che l'orientamento contrario alla costituzione in giudizio è dettato da criteri di opportunità tecnico-giuridica: nella maggior parte dei casi riconducibili a fattispecie analoghe, l'esito del giudizio dinanzi alla Corte costituzionale è stato, infatti, negativo per la Camera dei deputati.
  Tale posizione, del resto, è coerente con l'impostazione seguita dal suo Gruppo in casi simili ed è altresì in linea con i criteri generali di applicazione dell'insindacabilità parlamentare approvati all'unanimità dalla Giunta nella XVI legislatura. Ricorda che in quella sede si ritenne di considerare non collegabili all'esercizio della funzione di parlamentare – e dunque sindacabili – le dichiarazioni pertinenti all'attività privata o professionale, come quelle che ricorrono nel caso di specie.
  Per tali ragioni, ribadisce che i deputati del Gruppo Partito Democratico voteranno contro la proposta di costituzione in giudizio.

  Enrico COSTA (PdL) rileva come la collega Rossomando, con l'intervento appena svolto, abbia inaugurato un nuovo criterio di orientamento delle decisioni della Giunta: quello della «tessera di partito».
  Osserva infatti che i precedenti nei quali la Camera ha deliberato di non costituirsi in giudizio sono tutti riferibili ad esponenti del centrodestra. Pur comprendendo il grave imbarazzo nel quale si trova il capogruppo del PD – che avrebbe avuto difficoltà a far digerire al suo Gruppo il voto favorevole alla costituzione in giudizio su una questione riguardante l'onorevole Berlusconi – non può sottacere come la decisione assunta dal Gruppo Partito Democratico comporti una perdita di credibilità per la Giunta, che dovrebbe orientare le proprie decisioni sulla base di valutazioni di natura tecnica. È evidente, a suo avviso, che se la questione non avesse riguardato l'onorevole Berlusconi, la Giunta avrebbe votato all'unanimità a favore della costituzione in giudizio.
  Ritiene dunque molto grave che la maggioranza in seno alla Giunta si appresti ad assumere una decisione dal forte Pag. 14sapore politico, tanto più con riferimento a un fatto la cui rilevanza assoluta è, in effetti, limitata. Si tratterebbe, infatti, di dare coerenza alle decisioni e agli atti della Camera, laddove invece si fanno prevalere valutazioni di carattere politico: la Giunta è un organo a carattere tecnico-giuridico che non può compiere scelte che siano – o che comunque appaiano – orientate politicamente.
  È conscio del fatto che i deputati del Gruppo MoVimento 5 Stelle non erano presenti nella scorsa legislatura e che quindi non si pone per essi un problema di coerenza rispetto a decisioni assunte in quella fase. Nondimeno, dando loro atto di aver dimostrato onestà intellettuale e capacità di astrarsi da valutazioni contingenti e personalistiche, rivolge loro un invito a riflettere sulla importanza di preservare la credibilità dell'organo. Oggi è infatti in discussione la posizione dell'onorevole Berlusconi, domani potrebbe esserlo quella di chiunque altro, ciò che deve essere tutelato è il ruolo della Giunta.

  Dalila NESCI (M5S), dopo aver ricordato che la Giunta ha espresso recentemente l'orientamento contrario alla costituzione in giudizio della Camera in relazione al conflitto sollevato dal tribunale di Roma, che trae origine da dichiarazioni analoghe a quelle oggi in discussione, osserva che, proprio in nome della coerenza invocata dal collega Costa, il suo Gruppo ritiene di confermare, anche in questo caso, il voto contrario alla costituzione in giudizio della Camera.
  Reputa inappropriato il richiamo all'onestà intellettuale fatto dal collega del Popolo della Libertà, poiché la decisione di votare contro la costituzione in giudizio è in linea con l'impostazione generale seguita dal suo Gruppo in materia e prescinde totalmente da considerazioni inerenti al soggetto coinvolto. Invita i colleghi a sgombrare il campo da qualsiasi argomentazione di propaganda politica, auspicando che ciascun Gruppo si assuma le proprie responsabilità in sede di voto.

  Domenico ROSSI (SCpI) conferma l'orientamento favorevole alla costituzione in giudizio secondo quanto già dichiarato nella precedente seduta.

  Matteo BRAGANTINI (LNA), rifacendosi anch'egli alle considerazioni già espresse nella precedente seduta, conferma l'opportunità che la Camera si costituisca in giudizio.

  Daniele FARINA (SEL) ribadisce una certa ’simpatia’ per le dichiarazioni rese dall'onorevole Berlusconi con riferimento all'onorevole Di Pietro, salvo l'aspetto relativo al titolo di studio di quest'ultimo, atteso che per questo profilo esse non hanno trovato riscontro. Per questo motivo si dichiara contrario alla costituzione in giudizio.

  Andrea COLLETTI (M5S) osserva che nel corso della discussione si è entrati nel merito della questione. Sotto questo profilo emerge il reale problema delle affermazioni rese dall'onorevole Berlusconi, che non si è limitato ad esprimere opinioni di tipo politico ma ha fatto affermazioni che non hanno trovato conferma nella realtà dei fatti.
  Per questo, l'orientamento della Giunta non può che essere nel senso della non costituzione in giudizio della Camera.

  Ignazio LA RUSSA, Presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, pone ai voti la proposta di esprimere un orientamento favorevole alla costituzione in giudizio. In caso di reiezione della proposta, si intende che la Giunta esprime l'orientamento di non costituirsi in giudizio.

  La Giunta respinge la proposta con 10 voti contrari e 5 favorevoli.

  Ignazio LA RUSSA, Presidente, comunica che riferirà l'esito della votazione testé svolta alla Presidente della Camera, dando conto altresì delle posizioni emerse nel corso del dibattito.

  La seduta termina alle 13.30.