CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 6 agosto 2013
70.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (VI e XII)
COMUNICATO
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ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 6 agosto 2013. — Presidenza del presidente della XII Commissione, Pierpaolo VARGIU. – Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Maria Cecilia Guerra.

  La seduta comincia alle 13.50.

Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante regolamento sulla revisione delle modalità di determinazione e dei campi di applicazione dell'Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE).
Atto n. 18.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

  Le Commissioni proseguono l'esame dello schema di decreto in titolo, rinviato nella seduta del 31 luglio 2013.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, avverte che la V Commissione Bilancio è attualmente convocata per l'espressione dei rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario dello schema di decreto in esame. Pertanto, le Commissioni riunite non potranno votare il parere se non dopo aver ricevuto i suddetti rilievi.
  Avverte inoltre il gruppo MoVimento 5 Stelle ha preannunciato la presentazione di una proposta di parere alternativa.
  Da, quindi, la parola ai relatori affinché illustrino dinanzi alle Commissioni riunite la proposta di parere predisposta.

  Donata LENZI (PD), relatore per la XII Commissione, prima di dare lettura della proposta di parere elaborata insieme al relatore per la VI Commissione, deputato Sandra Savino, fa presente che tale proposta tiene conto di diverse richieste, emerse da più parti, sia nel corso del dibattito sia nell'ambito delle audizioni che si sono svolte presso le Commissioni Pag. 11finanze e affari sociali, nonché del parere deliberato dalle Commissioni 6a e 11a del Senato, rispetto al quale sono state apportate alcune integrazioni.
  Precisa altresì che, nello svolgere il proprio lavoro, i relatori non hanno potuto non tenere conto del fatto che l'ISEE è uno strumento particolarmente delicato in quanto selettivo, e che tale selettività spesso si applica a situazioni particolarmente difficili. Cita, a titolo di esempio, il caso del comune che deve assumere la decisione di far pagare le rette di un centro diurno per disabili, evidenziando che si tratta di scelte che producono effetti nei confronti di persone le quali si trovano in condizioni di difficoltà.
  Fa altresì presente che, sulla base di quanto prevede la legge, l'aggiornamento dell'ISEE deve avvenire senza ulteriori spese.
  Ricorda, quindi, le principali questioni emerse dal dibattito e dalle audizioni svoltesi, a partire dall'esigenza di istituire un «tavolo» al fine di monitorare l'applicazione del nuovo strumento e le eventuali proposte di correttivi, nel quale siano coinvolte le parti sociali e le associazioni nazionali portatrici d'interessi, in modo da creare una sede stabile di confronto con le istituzioni. Precisa, dunque, di aver recepito tale istanza, in un'apposita osservazione inserita nella proposta di parere, evidenziando anche che la banca dati dell'ISEE contiene una serie di informazioni di assoluto rilievo, che consentiranno in futuro di intervenire nel settore sociale, nell'ottica di apportare ulteriori miglioramenti.
  Allo stesso modo, è stata accolta anche la richiesta di segnalare al Governo l'esigenza di intervenire sulle franchigie e di prevedere uno specifico intervento per le famiglie con figli minori disabili.
  Rileva, inoltre, che la proposta di parere tiene conto dell'ulteriore esigenza, che pure è stata sollevata da più parti, di tutelare le famiglie più numerose, sulle quali gli indicatori della situazione patrimoniale sono destinati ad incidere diversamente da quelle con un numero minore di figli o senza figli – segnalando al Governo l'opportunità di rivedere la franchigia massima di euro 10.000, di cui all'articolo 5, comma 6, dello schema di decreto, ai fini della determinazione del valore del patrimonio mobiliare –, nonché della necessità di garantire il genitore solo, non lavoratore e con figli minori, attraverso la previsione della maggiorazione della scala di equivalenza, peraltro già contemplata dalla normativa vigente e ingiustificatamente eliminata nel nuovo ISEE.
  Fa presente, infine, di non aver potuto recepire le argomentazioni di coloro i quali sono intervenuti esprimendo la propria contrarietà in ordine al fatto che lo schema di decreto in oggetto contempli le pensioni di invalidità e gli assegni di accompagnamento tra le fonti di reddito, in quanto tale previsione discende direttamente dal contenuto dell'articolo 5 del decreto-legge n. 201 del 2011 (cosiddetto «salva Italia»). Pertanto, se si vuole modificare tale parametro, occorrerebbe intervenire sulla disposizione legislativa più che sullo schema di decreto, in quanto quest'ultimo non può disattendere la prima.
  Procede, quindi, alla lettura della proposta di parere predisposta (vedi allegato 1).

  Mario SBERNA (SCpI) ribadisce l'esigenza di considerare seriamente il tema della situazione di povertà nella quale rischiano sempre più di trovarsi i minori in Italia, segnalando in tale contesto l'opportunità di rivedere la formulazione dell'articolo 4, comma 4, lettera b), relativamente all'ammontare della franchigia prevista per i nuclei familiari che risiedano in abitazione di proprietà. A tale proposito ritiene necessario eliminare il tetto massimo di 7.000 euro previsto per la predetta franchigia, in quanto tale previsione non considera i figli a carico oltre il quarto, svilendo in tal modo, in termini del tutto ingiustificati, l'autonoma dignità di tutti i componenti della famiglia, in particolare dei figli. Analoghe considerazioni possono svolgersi con riferimento all'articolo 5, comma 6, il quale stabilisce un tetto massimo alla franchigia prevista con riferimento Pag. 12al valore del patrimonio immobiliare. Anche in questo caso considera necessario sopprimere il tetto massimo, eventualmente riducendo l'ammontare della franchigia aggiuntiva prevista per i singoli componenti del nucleo familiare, ma realizzando l'obiettivo, che reputa fondamentale, di considerare in modo paritario tutti i membri del nucleo familiare.
  Per quanto riguarda la scala di equivalenza prevista dall'Allegato 1 allo schema di decreto, ritiene ulteriormente necessario modificare le maggiorazioni previste dalle lettere a) e b), al fine di considerare tutti i figli a carico, a prescindere dalla circostanza che essi siano o meno minorenni.
  Inoltre, appare necessario incrementare, della misura dello 0,2, la misura delle predette maggiorazioni, uniformandole in tal modo ai valori previsti ai fini della TARES.
  Auspica quindi che i relatori riformulino la loro proposta di parere al fine di tener conto di tali rilievi.

  Giulia DI VITA (M5S) dichiara, a nome del suo gruppo, il voto contrario nei confronti della proposta di parere dei relatori, ricordando – come già annunciato dal presidente Vargiu – che il MoVimento 5 Stelle presenta una proposta di parere alternativa, con la quale si esprime parere contrario allo schema di decreto in esame (vedi allegato 2).
  Precisa, tuttavia, che la contrarietà espressa non equivale a una bocciatura totale del testo del provvedimento, al quale il MoVimento 5 Stelle riconosce alcuni meriti, né della proposta di parere dei relatori, che in parte accoglie alcune istanze sollevate da parte di deputati del gruppo stesso in sede di discussione.
  Tale contrarietà, dunque, attiene a una questione di principio, essendo il suo gruppo radicalmente contrario al fatto che sia stata data applicazione al più volte richiamato articolo 5 del decreto-legge «salva Italia», norma che, a suo avviso, andrebbe completamente rivista.
  Il dissenso espresso attiene, inoltre, all’iter parlamentare che è stato seguito, stigmatizzando la brevità del tempo che i deputati hanno avuto a disposizione per approfondire questioni così complesse, nonché il fatto che alcune associazioni rappresentative dei diritti dei disabili, costituitesi in un comitato che ha manifestato in questi giorni davanti palazzo Montecitorio, non sono state incluse nel ciclo di audizioni svoltesi, alle quali sono state invitate a partecipare solo le associazioni maggiormente rappresentative quali Federazione per il superamento dell'handicap (Fish) e Federazione tra le associazioni nazionali dei disabili (Fand), Forum del terzo settore, Forum delle associazioni familiari.
  Ribadisce, pertanto, il fatto che la contrarietà da parte del gruppo che rappresenta attiene a questioni di tipo etico-morale e di principio, contestando il metodo seguito e, in particolare, la mancata volontà di modificare, in primo luogo, la suddetta norma recata dal decreto-legge «salva Italia», ritenendo inammissibile e offensiva la qualificazione dell'indennità di accompagnamento quale fonte di reddito, in quanto si tratta piuttosto di una forma di indennizzo.
  Dissente totalmente, quindi, dalla scelta, effettuata dall'attuale Governo e avallata dal Parlamento, di lavorare sulla base di una norma a suo avviso sbagliata.

  Marisa NICCHI (SEL), reputando apprezzabile, sotto molti aspetti, il testo della proposta di parere elaborata dai relatori, fa presente che il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà, con spirito di collaborazione, rinuncerebbe alla presentazione di una proposta alternativa di parere, purché nella proposta della maggioranza vengano ricompresi due punti che considera fondamentali.
  Il primo punto a suo avviso rilevante attiene al fatto che lo schema in esame è tenuto al rispetto delle inique disposizioni stabilite dall'articolo 5 del decreto-legge n. 201 del 2011, evidenziando quindi la necessità di intervenire con opportune iniziative legislative al fine di modificare detto articolo, le cui previsioni comportano il considerare a tutti gli effetti come Pag. 13reddito ai fini ISEE provvidenze assistenziali riservate agli invalidi civili, ciechi, sordi compresa l'indennità di accompagnamento e l'indennità di comunicazione fino ad oggi erogate a prescindere da qualsiasi reddito, nonché indennità percepite a titolo di risarcimento, come nel caso di inabilità per infortunio sul lavoro o per malattia professionale.
  Evidenziando come una giurisprudenza ormai consolidata abbia più volte ribadito la non assoggettabilità all'imposta sul reddito delle persone fisiche degli importi erogati dall'INAIL a titolo di rendita per invalidità, visto il carattere risarcitorio di dette prestazioni, ritiene che nella proposta di parere non si possa non segnalare la necessità di rivedere la suddetta disposizione legislativa.
  Il secondo punto che considera imprescindibile concerne invece l'articolo 2, comma 1, dello schema in esame, laddove si prevede, a suo giudizio positivamente, che la determinazione e applicazione dell'ISEE, costituisce livello essenziale delle prestazioni, ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione, ai fini dell'accesso alle prestazioni sociali agevolate, in modo da assicurare una uniformità su tutto il territorio nazionale, ma contestualmente si prevede che le regioni e i comuni possano introdurre, accanto all'ISEE, ulteriori criteri di selezione finalizzati ad identificare specifiche platee di beneficiari.
  Reputa, dunque, necessario segnalare al Governo, nella proposta di parere, il rischio da scongiurare, ovvero quello che per cui prevista autonomia da parte di comuni e regioni possa portare a un'eccessiva disomogeneità dei servizi garantiti ai cittadini, ciò che rischierebbe di contraddire proprio la previsione dell'ISEE come livello essenziale delle prestazioni, e quindi sostanzialmente come strumento «unico» per tutto il territorio nazionale per l'equo accesso dei cittadini alle prestazioni sociali.

  Gian Mario FRAGOMELI (PD), in ordine all'impianto generale dello schema di decreto, evidenzia come esso rechi interventi di modifica che non definiscono criteri e parametri in modo puntuale e specifico, bensì fanno riferimento ad espressioni come, ad esempio, quella di «figlio a carico». A tale proposito, ricorda che, proprio a causa dell'indeterminatezza dei criteri previsti dall'attuale ISEE, si sono aperti numerosi contenziosi che hanno coinvolto gli enti locali e, in particolare, i comuni. In tale contesto invita a specificare meglio i criteri previsti nello schema di decreto, sottolineando come risulti fondamentale non lasciare spazio all'insorgere di futuri contenziosi.
  Evidenzia, inoltre, come già sottolineato in precedenza, la peculiare posizione degli enti locali, che, da una parte, si vedono attribuita la possibilità di determinare criteri ulteriori di selezione e, dall'altra, devono affrontare numerose difficoltà nell'applicazione dell'ISEE, ricordando che, a livello locale, si è creata un'aspettativa, che non merita di essere disattesa, circa la soluzione dei profili problematici emersi nel corso del dibattito.

  Giovanni PAGLIA (SEL) chiede ai relatori di integrare la loro proposta di parere considerando due ulteriori aspetti, che reputa meritevoli di particolare attenzione.
  In primo luogo, rileva la necessità di rivedere il meccanismo di rilevazione della situazione patrimoniale, introducendo un meccanismo di abbattimento del valore del patrimonio anche per quanto riguarda i debiti di piccola entità contratti dalle famiglie per taluni acquisti connessi alle normali esigenze di vita, quali, ad esempio, l'acquisto dell'autovettura: ritiene, infatti, che tale integrazione consentirebbe di evitare distorsioni nelle scelte di risparmio e di spesa che le famiglie stesse devono operare.
  Sotto un ulteriore profilo, esprime perplessità sulla previsione di cui all'articolo 6, comma 3, lettera b), in base alla quale, nei casi di soggetti ricoverati in ambienti residenziali a ciclo continuativo, l'ISEE del soggetto è integrato di una componente aggiuntiva per ciascun eventuale figlio. Ritiene, infatti, che il principio della compartecipazione Pag. 14dei figli alle spese sostenute per il ricovero in strutture residenziali sociosanitarie, il quale può risultare, in astratto, condivisibile, ponga notevoli problemi applicativi, in ragione delle condizioni molto diversificate in cui possono trovarsi i figli, nonché in quanto non si tiene conto della situazione dei nuclei familiari dei figli medesimi. A tale proposito considera necessario impegnare il Governo ad approfondire maggiormente la tematica, per le complessive ricadute che l'applicazione di tale principio può avere, reputando quindi preferibile mantenere la situazione attuale, escludendo del tutto i figli dal calcolo dell'ISEE relativo ai soggetti ricoverati, onde evitare rischi di gravi iniquità.

  Franca BIONDELLI (PD), ringraziando i relatori per il lavoro di sintesi effettuato, e riconoscendo che nella proposta di parere sono state accolte molte delle richieste provenienti dalle associazioni di settore e dalle parti sociali, evidenzia tuttavia come manchi, a suo avviso, il riferimento all'esigenza di escludere, dall'indicatore di reddito, le rendite percepite a titolo risarcitorio.

  Marco CAUSI (PD), con riferimento alla definizione delle componenti attive che devono essere considerate in sede di determinazione dell'ISEE, invita tutti i componenti delle Commissioni a considerare che, sotto questo specifico profilo, le norme contenute nello schema di decreto sono strettamente vincolate dal dettato dell'articolo 5, del decreto-legge n. 201 del 2011, il quale impone di tener conto di tutti tali elementi. Suggerisce quindi di compiere un esercizio di realismo, tenendo conto del fatto che ogni modifica del predetto articolo 5 dovrà essere realizzata attraverso un autonomo intervento legislativo, il quale potrà eventualmente essere valutato dopo la sospensione dei lavori parlamentari per il periodo estivo. Rileva, peraltro, come la citata previsione dell'articolo 5 risponda ad una logica precisa, volta a considerare tutte le componenti di reddito, così come tutte le componenti di spesa.
  Concorda quindi con i relatori circa l'opportunità che il Governo svolga maggiori approfondimenti ed eventualmente apporti alcuni modifiche migliorative, rispetto al tema delle franchigie previste nel provvedimento, sottolineando come tale aspetto costituisca uno dei nodi centrali dell'intervento normativo.
  Suggerisce quindi ai relatori di integrare la lettera h) delle osservazioni contenute nella proposta di parere, al fine di specificare che il valore della giacenza media annua costituisca uno dei parametri, e non il parametro esclusivo, per individuare la consistenza dei depositi e dei conti correnti bancari e postali.

  Francesco RIBAUDO (PD) ringrazia i relatori per il notevole lavoro svolto su una tematica particolarmente complessa. Sottolinea quindi come il provvedimento realizzi una riforma importante della disciplina vigente, introducendo elementi di maggiore trasparenza e controllo, nella prospettiva di tutelare i diritti delle fasce più deboli della popolazione.
  Passando ad alcuni temi specifici, evidenzia come le franchigie previste dallo schema di decreto possano bilanciare la scelta, compiuta in aderenza al dettato dell'articolo 5, del decreto-legge n. 201 del 2011, di considerare, ai fini della determinazione dell'ISEE, tutte le componenti reddituali, compresi i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari percepiti da amministrazioni pubbliche. In tale contesto ritiene tuttavia necessario approfondire il tema relativo all'inclusione anche delle rendite di carattere risarcitorio erogate nel caso di infortuni sul lavoro, ritenendo che, in particolare in quest'ipotesi, occorra operare adeguate forme di compensazione attraverso il meccanismo delle franchigie.
  Valuta quindi con particolare favore la lettera i) delle osservazioni contenute nella proposta di parere, nella quale si invita il Governo a costituire una sede stabile di confronto con tutti i soggetti interessati, al fine di monitorare l'attuazione della nuova Pag. 15disciplina, di evidenziare gli eventuali aspetti critici e di definire i conseguenti interventi correttivi.
  Più in generale sottolinea come, sebbene sia certamente condivisibile il principio di assicurare a tutti i cittadini la pienezza delle prestazioni e dei servizi sociali, occorra, al tempo stesso, tenere realisticamente conto del fatto che tale obiettivo non può, nella congiuntura attuale, essere realizzato, e come occorra, pertanto, compiere ogni sforzo per garantire i soggetti più deboli.

  Paola BINETTI (SCpI), richiamando l'intervento svolto dal deputato Paglia, si sofferma sul concetto di compartecipazione da parte dei figli ai costi legati all'assistenza alle persone anziane.
  In proposito, osserva che è sufficiente andare in giro per rendersi conto che sempre meno frequentemente gli anziani vivono insieme alle proprie famiglie, trovando piuttosto ricovero nelle residenza sanitarie assistenziali (RSA), i cui costi sono in buona parte a carico dei figli, ciò che causa spesso dissidi familiari, soprattutto nella fase attuale, segnata da una profonda crisi economica, per cui le condizioni economiche delle persone sono sempre più mutevoli e caratterizzate da incertezza.
  Rileva, inoltre, con riferimento alle considerazioni svolte dal deputato Sberna, che al Governo andrebbe segnalata l'opportunità di considerare, ad integrazione del contenuto dello schema di decreto in esame, anche le situazioni familiari, tutt'altro che infrequenti, in cui vi siano figli maggiorenni che continuano ad essere a carico dei genitori.

  Ileana ARGENTIN (PD) fa presente che il proprio ritardo rispetto all'orario di inizio della seduta odierna è scaturito dall'incontro da lei tenuto con associazioni rappresentative di persone con problemi di autismo, che si sono sentite completamente escluse dal provvedimento in esame.
  Evidenzia, a tal proposito, come vi siano soggetti che non hanno voce, che, non facendo parte della Fish e della Fand, non sono stati sentiti dal Governo all'atto della predisposizione dello schema di decreto in oggetto.
  Rileva, quindi, la necessità di creare le condizioni atte ad evitare che le persone con problemi di ritardo mentale e senza un reddito proprio pesino elusivamente sulle famiglie di origine, esercitando diritti che sono il frutto di battaglie alle quali lei stessa ha partecipato.
  Evidenzia, pertanto, l'esigenza di veicolare un messaggio culturale nuovo, teso al riconoscimento dei diritti dei disabili e all'affrancamento dalle relative famiglie, che spesso si trovano nella disperazione, non avendo nemmeno contezza del lavoro che si sta svolgendo nelle sedi istituzionali e che potrebbe riguardarle.

  Donata LENZI (PD), relatore per la XII Commissione, ritenendo, d'accordo con l'altro relatore, deputato Sandra Savino, di poter accogliere nella proposta di parere alcune ulteriori sollecitazioni emerse dagli interventi che si sono svolti nella seduta odierna, chiede al presidente Vargiu di sospendere brevemente la seduta, al fine di procedere alla riformulazione della proposta originaria.

  La seduta, sospesa alle 14.55, è ripresa alle 15.10.

  Donata LENZI (PD), relatore per la XII Commissione, anche a nome dell'altro relatore, deputato Sandra Savino, illustra la proposta di parere, come riformulata (vedi allegato 3).
  Si sofferma, in particolare, sulle novità apportate rispetto alla proposta originaria, in accoglimento di alcune istanze avanzate da parte di colleghi intervenuti nel corso della seduta, quali: il riferimento all'opportunità di ricomprendere, nella definizione di «prestazioni agevolate di natura socio sanitaria» di cui all'articolo 1, lettera f), le persone disabili oltre a quelle con limitazioni all'autonomia; l'opportunità che il Governo riveda sia la franchigia sulla prima casa (nel rispetto dell'equivalenza di trattamento tra affittuari e proprietari) Pag. 16sia quella massima di euro 10.000, prevista all'articolo 5, comma 6, ai fini della determinazione del valore del patrimonio mobiliare, a tutela delle famiglie più numerose, sulle quali gli indicatori della situazione patrimoniale sono destinati ad incidere diversamente da quelle con un numero minore di figli o senza figli; il riferimento all'esigenza di intervenire in maniera equitativa aumentando le franchigie e prevedendo uno specifico intervento per le famiglie con figli minori disabili e per i casi di polidisabilità, in modo da venire incontro ai problemi sollevati dalle associazioni dei disabili; la segnalazione al Governo dell'opportunità di estendere le maggiorazioni della scala di equivalenza di cui all'Allegato 1 per le famiglie con più di due figli minorenni, anche ai figli maggiorenni che facciano parte del nucleo familiare ai sensi dell'articolo 3, purché a carico ai fini IRPEF.
  Fa presente, altresì, di non aver potuto recepire le due richieste avanzate dal deputato Nicchi, ribadendo, sotto il primo profilo, che le norme recate dello schema di decreto sono strettamente vincolate dal dettato dell'articolo 5 del decreto-legge n. 201 del 2011, che potrà essere modificato solo attraverso un autonomo intervento legislativo.
  Per quanto riguarda il secondo punto, fa presente che lo schema ora in esame, su cui è stata espressa intesa in sede di Conferenza unificata dopo un lungo confronto, non esente da tensioni, prevede solo alcuni margini di autonomia per le regioni, da ritenersi condivisibili.

  Marisa NICCHI (SEL), pur apprezzando gli sforzi compiuti dai relatori, tuttavia, non essendo stati recepiti nella proposta di parere, anche come riformulata, due punti considerati di assoluta rilevanza dal suo gruppo, presenta una proposta alternativa di parere (vedi allegato 4).

  Nessun altro chiedendo di intervenire, le Commissioni approvano la proposta di parere dei relatori, come riformulata.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, avverte che, a seguito dell'approvazione della proposta di parere dei relatori, risultano precluse le due proposte alternative di parere presentate, rispettivamente, dai gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà.

  La seduta termina alle 15.20.

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