CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 30 luglio 2013
65.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 93

COMITATO PERMANENTE SULLA POLITICA ESTERA E LE RELAZIONE ESTERNE DELL'UNIONE EUROPEA

AUDIZIONI INFORMALI

  Martedì 30 luglio 2013.

Audizione dell'Ambasciatore della Repubblica di Lituania, Petras Zapolskas, sulle priorità del semestre di presidenza lituana dell'UE (luglio-dicembre 2013).

  L'audizione informale è stata svolta dalle 9 alle 10.

RISOLUZIONI

  Martedì 30 luglio 2013. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Mario Giro.

  La seduta comincia alle 14.25.

7-00061 Bergamini: Sul contrasto della violenza sessuale nelle situazioni di conflitto e di post-conflitto.
(Discussione e conclusione).

  La Commissione inizia l'esame della risoluzione in titolo.

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  Deborah BERGAMINI (PdL), illustrando la risoluzione di cui è prima firmataria, fa presente che il testo nasce dall'esigenza di impegnare il Governo in un'opera di sensibilizzazione e intervento sul fenomeno sempre più grave delle violenze sessuali ai danni delle donne e dei bambini che si verificano nelle zone di conflitto. Ricorda che secondo le notizie di stampa, tali violenze sessuali non si verificano solo in zone di guerra ma divengono una vera e propria forma di repressione durante gli scontri e le manifestazioni di piazza.
  Segnala il rapporto 2012 del gruppo di esperti delle Nazioni unite su Rule of law/Sexual violence in conflict che ha individuato otto paesi in cui la situazione della violenza sessuale nei conflitti è particolarmente grave: Bosnia-Erzegovina, Repubblica Centraficana, Colombia, Costa d'Avorio, Repubblica Democratica del Congo, Liberia, Sudan e Sud Sudan. Nel sottolineare che i numeri riportati dal Fondo delle Nazioni unite per la popolazione sono impressionanti, cita, ad esempio, che nella sola Repubblica democratica del Congo ci sono stati 16.000 casi di violenza sessuale e, nel 65 per cento dei casi, questi hanno riguardato bambini, bambine e ragazze adolescenti.
  Evidenzia l'importanza non soltanto dell'iniziative intraprese dall'ONU ma anche dai Ministri degli esteri dei Paesi del G8 che, nell'aprile di quest'anno, hanno formulato una dichiarazione sulla prevenzione della violenza sessuale nei conflitti, assicurando la disponibilità di un Fondo pari a 27,5 milioni di euro.
  Nel rilevare che tale fondo potrebbe comunque dimostrarsi insufficiente per realizzare il suo obiettivo, auspica una sensibilizzazione sempre maggiore dei singoli Paesi per accompagnare azioni di prevenzione e di assistenza delle vittime di questo terribile delitto.
  Al riguardo, ricorda l'importanza dell'iniziativa messa in campo dalla Libia che, secondo quanto di recente riferito dal Premier libico alla nostra Commissione, è in procinto di approvare una legge per l'assistenza delle vittime della violenza sessuale.
  A suo avviso, proprio l'assistenza alle vittime, unitamente alla necessità di rendere giustizia a chi ha subito un danno così grave, deve essere l'obiettivo che il nostro paese deve perseguire in ogni sede anche attraverso mirati programmi di cooperazione sul tema.
  Nel ringraziare i colleghi che hanno sottoscritto la risoluzione da lei presentata, rileva che l'approvazione costituirebbe un ulteriore tassello importante che si aggiungerebbe alla recente ratifica della Convenzione di Istanbul nelle iniziative che il nostro Paese sta intraprendendo per contrastare, anche a livello globale, il fenomeno della violenza sulle donne.

  Il sottosegretario Mario GIRO, nel ringraziare l'Onorevole Bergamini per l'illustrazione appena svolta, dichiara l'assenso del Governo al testo della risoluzione in esame.
  Ricorda che il nostro Paese è stato sempre attivo nella campagna internazionale di contrasto al fenomeno della violenza sessuale nelle zone di conflitto, sia interno che fra Stati. Segnala che nei due anni di permanenza in Consiglio di Sicurezza, ossia nel biennio 2007-2008, l'Italia ha fornito un importante contributo all'adozione della risoluzione del Consiglio n. 1820 del 2008 sulla violenza sessuale in situazioni di conflitto, svolgendo un ruolo di prima linea nei negoziati, affinché fosse finalmente riconosciuto il nesso tra sicurezza internazionale e violenza sessuale.
  Evidenzia che l'Italia ha inoltre promosso un gruppo informale di sostegno sulla risoluzione ONU n. 1325 del 2000 «Donne, pace e sicurezza». A conferma del forte impegno italiano nel settore, rileva che è stato adottato un piano nazionale per l'attuazione del dettato di tale risoluzione per rafforzare e coordinare l'impegno nel campo della protezione delle donne, dei fanciulli e delle fasce più deboli delle popolazioni colpite dai conflitti. Il piano, adottato dall'Italia nel dicembre 2010 con valenza triennale, individua tra Pag. 95gli obiettivi prioritari: l'aumento del numero delle donne nelle Forze Armate e di Polizia; il rafforzamento dell'inclusione delle donne nelle operazioni di pace e la promozione dell'inclusione della prospettiva di genere in tutte le attività di peace-building; la protezione dei diritti nelle situazioni di conflitto e post-conflitto inclusi i campi profughi e rifugiati e il rafforzamento della partecipazione delle donne nei processi di disarmo e smobilitazione.
  Fa presente che il piano nazionale, attualmente in fase di aggiornamento, terrà conto nella sua nuova edizione per gli anni 2014-2016 delle indicazioni scaturite dal dibattito internazionale in sede G8, Nazioni Unite ed altri fori multilaterali sul tema della violenza sessuale nei conflitti, adottando tutte le misure utili a scongiurare il fenomeno nell'ambito delle attività di mantenimento della pace e contribuendo all'individuazione e all'imputazione dei colpevoli delle violenze.
  Sottolinea che il nostro Paese ha anche aderito con convinzione all'iniziativa della presidenza britannica del G8 di prevenzione della violenza sessuale nelle zone di conflitto, volta fra l'altro a riportare all'attenzione della comunità internazionale questo fenomeno; ad assistere le vittime delle violenze, in primis donne e bambini, ma in qualche caso anche uomini, e i difensori dei loro diritti umani violati; a razionalizzare e rendere più efficienti le indagini e la raccolta delle prove sui casi di violenza con lo scopo di assicurare alla giustizia coloro che si sono macchiati di questo grave reato, assimilato al genocidio ed ai crimini di guerra.
  Ricorda che l'iniziativa è stata lanciata con l'adozione di una dichiarazione politica nella riunione dei Ministri degli Esteri G8 di aprile. In tale contesto il nostro Paese ha fornito un segnale concreto dell'importanza annessa al fenomeno, nel quadro più ampio della promozione e protezione dei diritti delle donne. A seguito della riunione in questione, rappresenta che sono stati infatti stanziati contributi italiani per programmi di assistenza alle vittime di violenze sessuali attraverso l'Agenzia delle Nazioni Unite UN Women con un contributo pari a 0,5 milioni di Euro, a valere sui fondi della cooperazione, e il Fondo vittime della Corte Penale Internazionale con una somma pari 40.000 Euro a valere sui fondi della legge n. 180 del 1992.
  Desidera segnalare che l'Italia sta inoltre concordando con il Regno Unito un'ulteriore iniziativa diplomatica, che dovrebbe concretizzarsi in occasione dell'inaugurazione della 68a sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il prossimo settembre. Si tratta di una dichiarazione trans-regionale, volta ad allargare la base di consenso, già consolidatasi fra i Paesi del gruppo G8, per la lotta alla violenza sessuale in zone di conflitto.
  Fa notare che il nostro Paese, inoltre, ha sempre affiancato l'impegno in ambito multilaterale con l'azione svolta dalla Cooperazione allo Sviluppo. Solo per l'anno corrente sono previste iniziative, affidate a ONG o realizzate in collaborazione con Agenzie delle Nazioni Unite, per l'assistenza a vittime di stupro o altre gravi forme di violenza sessuale in varie aree di crisi: Darfur – Sudan, Nord Kivu-Repubblica Democratica del Congo, Libano e Giordania, destinate ai profughi siriani. Lo stanziamento per le iniziative in questione ammonta a 3,5 milioni di Euro.
  Ricorda che la tematica è ben presente nelle attività di rafforzamento istituzionale che conduciamo nei settori della sicurezza e della giustizia in Paesi in transizione quali Libia, Afghanistan e Somalia, oltre ad ispirare moduli formativi destinati ai caschi blu dell'ONU di Paesi terzi ospitati presso il COESPU, Centro di eccellenza per la Polizia di Stabilizzazione, gestito dall'Arma dei Carabinieri a Vicenza.
  Ribadisce in conclusione l'assenso del Governo proprio in considerazione del fatto che gli impegni richiamati nella risoluzione oggi in discussione trovano già attuazione nell'ambito delle iniziative assunte e programmate in materia.

  Maria Edera SPADONI (M5S) ringrazia la collega Bergamini per aver portato ancora una volta all'attenzione della Commissione Pag. 96un argomento importante quale quello sulla violenza sulle donne e preannuncia il voto favorevole della sua parte politica sul testo della risoluzione sottoscritta dal collega Di Stefano in qualità di capogruppo.
  Ritiene che il Governo debba continuare a farsi parte attiva nell'azione di sensibilizzazione degli altri paesi su un tema così delicato.

  Mario MARAZZITI (SCpI), nel preannunciare il voto favorevole del suo gruppo sulla risoluzione in discussione, sottolinea l'importanza della condivisione del testo da parte di tutte le forze politiche, incluso il Movimento Cinque Stelle. Ritiene necessario che il Governo si impegni in un'azione finalizzata a reinserire, guarire e curare le ferite delle donne e dei bambini vittime di violenza sessuale nei conflitti. Al riguardo auspica un coinvolgimento nelle aree interessate da questa piaga della Chiesa e delle altre comunità religiose per rendere più efficaci le azioni di sensibilizzazione culturale poste in essere dalle istituzioni.
  Segnala, infine, che il Comitato permanente sui diritti umani di cui è presidente approfondirà adeguatamente le tematiche oggetto della risoluzione.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), nel ringraziare la collega Bergamini per il lavoro svolto, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo alla risoluzione in discussione.
  Ricorda che il Governo italiano può assumere un ruolo fondamentale per contrastare il fenomeno in due paesi quali la Somalia e la Libia.
  Al riguardo, fa presente che proprio il rafforzamento dei meccanismi di tutela delle donne e dei bambini nelle zone di conflitto nonché dei percorsi di reinserimento sociale e di risarcimento dei danni subiti dalle vittime devono divenire elemento qualificante delle politiche di cooperazione sulle quali, peraltro è necessario investire adeguate risorse finalizzate ad un maggiore sostegno di tutte le iniziative su questi temi.

  Maria Rosaria CARFAGNA (PdL), nel preannunciare il voto favorevole del suo gruppo alla risoluzione in titolo, ringrazia la collega Bergamini per aver portato all'attenzione della Commissione un tema così importante.
  Auspica che il Governo continui ad intraprendere azioni efficaci per contrastare il fenomeno della violenza sessuale nelle zone di conflitto che si inseriscano nel solco di quelle iniziative che hanno fatto dell'Italia un paese credibile nei rapporti internazionali per via degli strumenti normativi e amministrativi all'avanguardia previsti dall'ordinamento giuridico interno.
  Chiede al Governo di mantenere alta l'attenzione sui temi della punizione dei colpevoli e del risarcimento dei diritti delle vittime che, come segnalato anche dalla collega Bergamini, spesso non ricevono adeguate risposte dalle istituzioni dai paesi interessati da questa piaga.
  Nell'evidenziare, quindi, la necessità di sostenere l'azione dell'ONU ed il piano del G8, ritiene che tali iniziative possano costituire un importante passo per assicurare adeguata assistenza transnazionale ai paesi colpiti da questo terribile fenomeno.

  Arturo SCOTTO (SEL), nel dichiarare il voto favorevole del suo gruppo al testo della risoluzione, sottolinea la necessità che il tema della violenza sessuale nei confronti di donne e bambini nelle zone di conflitto, analogamente a quanto accaduto relativamente ad altri fenomeni aberranti quali ad esempio l'incesto, possa divenire, in futuro, un argomento universalmente riconosciuto come socialmente e giuridicamente riprovevole.
  Ricorda che, in concomitanza con la presentazione della risoluzione, notizie di stampa rendevano noti episodi drammatici di stupri ai danni delle donne avvenuti in Egitto durante le manifestazioni di piazza.
  Esprime, pertanto, apprezzamento per il contenuto del documento che segnala come la violenza ai danni di donne e bambini sia ormai un vero e proprio strumento di offesa, al pari delle armi, utilizzato conflitti.Pag. 97
  Riprendendo quanto annunciato dal collega Marazziti in relazione all'intenzione di approfondire tali temi in sede di Comitato permanente dei diritti umani, evidenzia che è sua intenzione, quale presidente del Comitato permanente Africa e questioni globali, sottoporre all'attenzione del Comitato stesso tali questioni.

  Edmondo CIRIELLI (FdI), nel preannunciare il voto favorevole del suo gruppo alla risoluzione in discussione, rileva che tale atto tende a favorire iniziative che costituiscono un passo avanti della civiltà giuridica in Paesi caratterizzati da un tessuto sociale sempre più violento e degradato.
  Evidenzia che, in tali contesti le donne subiscono violenza sia in quanto fisicamente soggetti più deboli sia in ragione semplicemente della propria sessualità.
  Segnala tuttavia che il Governo e la maggioranza, dall'inizio di questa legislatura, stanno adottando provvedimenti che non sono sempre coerenti con le finalità di tutela dei più deboli perseguite con questa risoluzione e da sempre all'attenzione del suo gruppo. Si riferisce ad esempio al recente disegno di legge in materia di messa alla prova e pene alternative ovvero al decreto-legge recante disposizioni urgenti in materia di esecuzione della pena.

  Andrea RIGONI (PD) dichiara di sottoscrivere la risoluzione in discussione.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva quindi all'unanimità la risoluzione n. 7-00061.

  La seduta termina alle 14.45.

INTERROGAZIONI

  Martedì 30 luglio 2013. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Mario Giro.

  La seduta comincia alle 14.45.

5-00122 Garavini: Sul decesso di un cittadino italiano detenuto nel carcere francese di Grasse.

  Il sottosegretario Mario GIRO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Laura GARAVINI (PD), replicando, si dichiara soddisfatta per la risposta resa dal Governo ad una interrogazione che è stata motivata da una preoccupazione legittima dovuta al fatto che, nel giro di pochi anni, si sono verificati due decessi di nostri connazionali nella stessa struttura carceraria. Nell'esprimere apprezzamento per il lavoro svolto dalla diplomazia italiana sulla vicenda e per la vicinanza dimostrata ai parenti delle vittime, chiede al Governo di tenere alta l'attenzione riguardo agli esiti dell'inchiesta, in particolare relativamente ai risultati degli esami tossicologici disposti nei confronti della vittima.

5-00326 Tidei: Sul caso di cinque agenti cubani condannati negli USA.

  Il sottosegretario Mario GIRO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Marietta TIDEI (PD) replicando, si dichiara soddisfatta per la risposta resa dal Governo che testimonia la timida ripresa di un dialogo fra gli Stati Uniti e Cuba.
  Auspica che si mantenga alta l'attenzione sulle conclusioni del gruppo di lavoro sulle detenzioni arbitrarie delle Nazioni unite, costituito nel 1991 dalla estinta Commissione sui diritti umani dell'ONU, che nel 2005 stabilì l'arbitrarietà della decisione di privare della libertà i detenuti cubani violando, in tal modo, le Convenzioni ONU sui diritti umani.
  Evidenzia l'importanza di garantire ai detenuti un adeguato trattamento nel corso della loro detenzione, posto che è stato accertato che agli stessi erano addirittura negate le visite.
  Nell'accogliere con favore la notizia della liberazione di uno dei carcerati, Pag. 98ricorda tuttavia che le pene attribuite agli agenti cubani paiono spropositate specie se confrontate con quelle comminate dagli Stati Uniti in casi simili quale, ad esempio, quello di un soggetto accusato di essere un agente non registrato del governo di Saddam Hussein condannato nel 2004 a tre anni e dieci mesi di reclusione.

5-00618 Bueno: Sulla ratifica del Trattato italo-brasiliano per il trasferimento delle persone condannate del 27 marzo 2008.

  Il sottosegretario Mario GIRO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Renata BUENO (Misto-MAIE-API), replicando, si dichiara soddisfatta per le esaurienti risposte rese dal Governo, auspicando una celere conclusione del procedimento di ratifica del Trattato del marzo 2008, anche in anticipo rispetto alla data di convocazione della V edizione del Consiglio di Cooperazione italo-brasiliano in programma a Roma il 25 ottobre prossimo. Tale ratifica permetterebbe ai detenuti italiani nelle carceri brasiliane di scontare la pena in Italia, con un significativo risparmio per lo Stato e per le famiglie, considerate le spese di viaggio, soggiorno e assistenza legale da queste affrontate.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 15.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

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