CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 24 luglio 2013
61.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 90

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 24 luglio 2013.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 9.45 alle 9.55.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 24 luglio 2013. — Presidenza del presidente Giancarlo GALAN. — Intervengono il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Marco Rossi Doria, e il sottosegretario di Stato per beni e le attività culturali e per il turismo, Simonetta Giordani.

  La seduta comincia alle 14.

Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2013.
C. 1326 Governo, approvato dal Senato.

(Relazione alla XIV Commissione).
Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013.
C. 1327 Governo, approvato dal Senato.

(Relazione alla XIV Commissione).
Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2012.
Doc. LXXXVII, n. 1.

(Parere alla XIV Commissione).
(Seguito dell'esame congiunto, ai sensi dell'articolo 126-ter del regolamento, e conclusione – Relazione favorevole con osservazioni sul disegno di legge C. 1326. Relazione favorevole sul disegno di legge C. 1327. Parere favorevole con osservazioni sul Doc. LXXXVII, n. 1).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto, rinviato, da ultimo, nella seduta del 18 luglio 2013.

  Giancarlo GALAN, presidente, ricorda che l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo è stato avviato nella seduta del 18 luglio 2013, con la relazione introduttiva della relatrice Santerini. Ricorda, quindi, che sono stati presentati in Commissione l'articolo aggiuntivo Costantino VII/1326/2.01, che presenta profili di dubbia ammissibilità; gli articoli aggiuntivi Costantino VII/1326/12.01 e VII/1326/12.02, e l'emendamento Costantino VII/1327/3.1. Sono stati altresì trasmessi dalla XIV Commissione, ai fini dell'espressione di parere di competenza, gli articoli aggiuntivi Costantino 12.01 e 12.02, e Pini 13.05 (vedi allegato 1).
  Si passa all'esame del disegno di legge di delegazione europea C. 1326, agli articoli aggiuntivi ad esso riferiti e alle relative deliberazioni.

  Celeste COSTANTINO (SEL) preannuncia il ritiro dell'articolo aggiuntivo VII/1326/2.01.

  Milena SANTERINI (SCpI), relatore, illustra una proposta di relazione favorevole con osservazioni sul disegno di legge C. 1326 (vedi allegato 2), invitando al ritiro, altrimenti il parere è contrario, di tutti gli articoli aggiuntivi presentati in Commissione; esprime parere contrario sugli articoli aggiuntivi trasmessi dalla XIV Commissione. Precisa che le disposizioni contenute nelle proposte emendative indicate sono state recepite nella proposta di relazione da lei presentata.

  Il sottosegretario Marco ROSSI DORIA esprime parere conforme al relatore.

  Celeste COSTANTINO (SEL) ritira gli articoli aggiuntivi VII/1326/12.01 e VII/1326/12.02, presentati in Commissione, preannunciando di aver ritirato gli emendamenti 12.01 e 12.02 trasmessi dalla XIV Commissione per l'espressione del parere di competenza della Commissione.

  La Commissione, con distinte votazioni, esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo 13.05 ed approva la proposta di Pag. 91relazione favorevole con osservazioni sul disegno di legge C. 1326, presentata dalla relatrice (vedi allegato 2).
  Si passa, quindi, all'esame del disegno di legge europea C. 1327, all'emendamento ad esso riferito e alle relative deliberazioni.

  Milena SANTERINI (SCpI), relatore, illustra una proposta di relazione favorevole sul disegno di legge C. 1327 (vedi allegato 3), proponendo parere contrario sull'emendamento Costantino VII/1327/3.1.

  Il sottosegretario Marco ROSSI DORIA esprime parere conforme al relatore.

  Celeste COSTANTINO (SEL) insiste per la votazione del suo emendamento VII/1327/3.1.

  Flavia PICCOLI NARDELLI (PD) con riferimento al parere che la Commissione si accinge ad approvare sul disegno di legge europea 2013, chiede alla relatrice di valutare l'opportunità di inserire un'osservazione nella quale si dia conto che l'Italia debba essere un soggetto attrattivo delle guide turistiche, nell'ambito dell'armonizzazione di tale attività che si svolge nelle singole regioni, in conformità della normativa comunitaria.

  Luigi GALLO (M5S) sottolinea, con riferimento all'articolo 3 del disegno di legge europea 2013, la preoccupazione che l'omogeneizzazione della disciplina ivi contenuta, relativa all'attività di guida turistica in base alla normativa europea, rischi di pregiudicare la specificità dei territori del Paese, di ridurre le risorse e di limitare le capacità italiane in tale settore: bisogna evitare che l'Italia diventi la periferia in Europa in questo campo. Evidenzia inoltre una difficoltà di analizzare il contenuto delle procedure di raccordo, che non sono vere e proprie procedure d'infrazione, che sono alla base delle singole disposizioni del disegno di legge in esame. In particolare, con riferimento al citato articolo 3, vi è la difficoltà di accedere ai dati e alle informazioni relativi all'ivi indicato «Caso EU Pilot 4277/12/MARK». Ribadisce quindi la difficoltà di essere messi a conoscenza delle situazioni che sono alla base delle norme di recepimento della normativa comunitaria, chiedendo conseguentemente alla Commissione di monitorare la situazione esistente, a presidio della specificità dei territori nazionali.

  Matteo ORFINI (PD), con riferimento all'articolo 3 del disegno di legge europea 2013, evidenzia come ci si trovi al momento all'interno di un percorso accidentato iniziato alcuni anni fa. Ricorda infatti che per iniziativa dell'allora Ministro Bersani, fu liberalizzata la professione di guida turistica e ciò consentì allora a molte persone – prive del cosiddetto patentino rilasciato dalla provincia, ma comunque con una professionalità idonea a svolgere tale attività – di uscire dalla situazione di illegalità nella quale si trovavano. A seguito poi dell'approvazione del Codice del turismo, nel 2011, su iniziativa del Ministro Brambilla, tale liberalizzazione fu soppressa. Ponendo in particolare l'attenzione sul comma 3 del citato articolo 3, segnala che tale disposizione, che apparentemente difende gli interessi delle guide turistiche italiane, potrebbe in realtà impedire l'accesso ai siti di particolare interesse storico, artistico o archeologico ivi indicati – per i quali occorre una specifica abilitazione – anche a giovani professionisti italiani che volessero intraprendere questa attività. Sottolinea infine, la necessità che alcuni titoli di studio, come ad esempio la laurea in storia dell'arte, siano anche titoli abilitanti per potere esercitare la professione di guida turistica.

  Flavia PICCOLI NARDELLI (PD) ricorda come l'Unione europea stia predisponendo dei bandi per fare la formazione alle guide turistiche, essendo quindi opportuno che anche tale aspetto sia tenuto in debita considerazione.

  La Commissione, con distinte votazioni, esprime parere contrario sull'emendamento Pag. 92VII/1327/3.1 e approva la proposta di relazione favorevole sul disegno di legge C. 1327, presentata dalla relatrice (vedi allegato 3).
  Si passa, quindi, all'esame della relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2012 (Doc. LXXXVII, n. 1) e alle relative deliberazioni.

  Milena SANTERINI (SCpI), relatore, illustra una proposta di parere favorevole con osservazioni sul provvedimento in esame (vedi allegato 4).

  La Commissione approva quindi la proposta di parere favorevole con osservazioni sulla relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2012, presentata dalla relatrice (vedi allegato 4), nominando il deputato Santerini quale relatore presso la XIV Commissione sui disegni di legge recanti «Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2013» e «Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013» e sulla Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2012.

Modifica all'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, in materia di requisiti di accesso al trattamento pensionistico per il personale della scuola.
Testo unificato C. 249 Ghizzoni e abb.

(Parere alla XI Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Maria MARZANA (M5S), relatore, ricorda che il testo unificato in oggetto, attualmente all'esame in sede referente presso la XI Commissione lavoro, reca disposizioni in materia pensionistica concernente il personale della scuola. Esso è composto di 2 articoli. L'articolo 1 modifica l'alinea del comma 14 dell'articolo 24, del decreto legge n. 201 del 2011 – cosiddetto Salva Italia – al fine di estendere l'applicazione dei requisiti di accesso e il regime delle decorrenze previgenti alla cosiddetta riforma Fornero anche al personale della scuola che abbia maturato i requisiti entro l'anno scolastico 2011/2012, ai sensi dell'articolo 59, comma 9, della legge n. 449 del 1997, come modificato dall'articolo 1, comma 21, del decreto-legge n. 138 del 2011. In base al citato articolo 59, comma 9 della legge n. 449 del 1997 la cessazione dal servizio ha effetto dalla data di inizio dell'anno scolastico e accademico dell'anno solare successivo, con decorrenza dalla stessa data del relativo trattamento economico nel caso di prevista maturazione del requisito entro il 31 dicembre dell'anno. Aggiunge che il 12 giugno 2013, nel corso dell'esame del provvedimento in sede referente presso la XI Commissione, la relatrice Incerti ha ricordato che la riforma pensionistica attuata con il citato articolo 24 del decreto-legge n. 201 del 2011, non ha differenziato la normativa previdenziale relativa al comparto della scuola rispetto alla generalità dei lavoratori, come peraltro effettuato da precedenti provvedimenti analoghi, non tenendo in alcun conto il fatto che i lavoratori della scuola possono andare in pensione un solo giorno all'anno, il 1o settembre, indipendentemente dalla data di maturazione dei requisiti, per le giuste esigenze di funzionalità e di continuità didattica. Sottolinea che la stessa relatrice ha rammentato che l'articolo 24, comma 14, del citato decreto-legge n. 201 ha stabilito che le disposizioni previgenti alla riforma, in materia di requisiti di accesso e di regime di decorrenza dei trattamenti pensionistici, continuino ad applicarsi a determinate categorie di lavoratori, mentre, con specifico riferimento al personale del «comparto scuola», l'articolo 24, comma 5, del medesimo decreto-legge n. 201 ha invece previsto, con esclusivo riferimento ai soggetti che a decorrere dal Pag. 931o gennaio 2012 maturino i requisiti per il pensionamento di vecchiaia ordinario e anticipato, la non applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 1, comma 21, primo periodo, del decreto-legge n. 138 del 2011 – di modifica, come anticipato, dell'articolo 59, comma 9, della legge 27 dicembre 1997, n. 449 – recanti disposizioni speciali in materia di decorrenza dei trattamenti pensionistici per il personale del comparto scuola.
  Rileva, in sintesi, che il testo unificato in esame dispone l'applicazione dei requisiti di accesso e di regime delle decorrenze previgenti alle disposizioni di cui al citato decreto-legge n. 201 del 2011, oltre che ai soggetti già individuati dal comma 14 dell'articolo 24 del medesimo decreto-legge, anche al personale della scuola che abbia maturato i requisiti entro l'anno scolastico 2011/2012, ai sensi dell'articolo 59, comma 9, della legge n. 449 del 1997, secondo il quale la cessazione dal servizio ha effetto dalla data di inizio dell'anno scolastico e accademico dell'anno solare successivo, con decorrenza dalla stessa data del relativo trattamento economico nel caso di prevista maturazione del requisito entro il 31 dicembre dell'anno. Ricorda, altresì, che la relazione illustrativa alla proposta di legge C. 249 afferma che sulla base dell'anagrafe del personale della scuola del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il numero di docenti e di personale amministrativo, tecnico e ausiliario interessato a questo provvedimento è quantificato in 3.500 eventuali beneficiari, sottolineando, inoltre, che non tutti coloro che potenzialmente sarebbero legittimati a fruire di questa opportunità la utilizzeranno effettivamente, dal momento che è abbastanza diffuso nel mondo della scuola il permanere in servizio anche oltre la data in cui si maturano i requisiti per il pensionamento. La predetta relazione evidenzia, inoltre, che un numero rilevante di docenti e di personale ATA interessato al provvedimento ha proposto ricorso dinanzi al tribunale amministrativo regionale per la sospensione dell'efficacia delle determinazioni ai fini pensionistici contenute nella circolare del MIUR n. 23 del 12 marzo 2012. Analoghe considerazioni sono espresse nella relazione illustrativa annessa alla proposta di legge C. 1186, che, dopo aver ricostruito la vicenda in esame, si sofferma, in particolare, sul fatto che sia stata di controversa determinazione sia l'entità della platea dei destinatari della norma che si vorrebbe introdurre, sia la quantificazione dei relativi oneri finanziari. Per quanto concerne la copertura finanziaria del provvedimento in esame, evidenzia che l'articolo 2 del testo unificato dispone che, a decorrere dal 1o settembre 2013, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze siano aumentate le aliquote relative alla birra, ai prodotti alcolici intermedi e all'alcol etilico previste dall'allegato I del Testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative, di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, al fine di assicurare un maggior gettito complessivo pari a 41 milioni di euro per l'anno 2013 e 160 milioni di euro a decorrere dall'anno 2014. Tale copertura finanziaria sarà oggetto di valutazione da parte della Commissione bilancio.
  Propone quindi di esprimere parere favorevole.

  Manuela GHIZZONI (PD), in qualità di prima firmataria di una delle due proposte di legge che hanno originato il testo unificato in esame, accoglie con soddisfazione la proposta di parere favorevole del relatore. Ricorda che già nella passata legislatura, su tale questione, diversi gruppi hanno espresso un impegno comune a dare soluzione all'attesa dei lavoratori della scuola di vedere riconosciuta la specificità del settore anche dalla recente riforma Fornero in materia pensionistica. Rileva, tuttavia, che quell'impegno non ha sortito gli esiti tanto attesi, ai quali invece ritiene debba approdare il testo in esame. In merito al richiamo della relatrice sulla dimensione della platea dei beneficiari, ritiene utile rinviare alla discussione avvenuta presso la Commissione referente sulla base delle stime prodotte dal MIUR Pag. 94e dall'INPS: essa ha trovato una sintesi condivisa nel testo unificato, che quantifica i beneficiari in 6000 unità. Aggiunge che l'approvazione della proposta di legge in esame non rappresenterebbe solo il riconoscimento di un diritto, peraltro già sancito dalle sentenze favorevoli ai beneficiari che hanno fatto ricorso al giudizio della magistratura, ma significherebbe anche permettere un maggior turn over del personale del comparto, che ad oggi risulta essere il più anziano d'Europa. Auspica, pertanto, che la politica non si sottragga al proprio compito e fornisca le risposte attese.

  Antonio PALMIERI (PdL) preannuncia, anche a nome dei deputati del suo gruppo, il voto favorevole sulla proposta di parere favorevole della relatrice, che ringrazia per il lavoro svolto. Si tratta di un provvedimento atteso che va senz'altro condiviso.

  La Commissione approva, quindi, la proposta di parere favorevole del relatore.

  La seduta termina alle 15.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 24 luglio 2013. — Presidenza del presidente Giancarlo GALAN, indi del vicepresidente Manuela GHIZZONI, indi del presidente Giancarlo GALAN. — Intervengono il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Marco Rossi Doria, e il sottosegretario di Stato per beni e le attività culturali e per il turismo, Simonetta Giordani.

  La seduta comincia alle 15.

Schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per l'anno 2013, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi.
Atto n. 17.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto ministeriale in oggetto, rinviato nella seduta del 23 luglio 2013.

  Giancarlo GALAN, presidente, preannuncia che nel corso dell'esame svolgerà un intervento nel merito del provvedimento, chiedendo quindi alla collega Ghizzoni di assumere la presidenza.

  Irene MANZI (PD), relatore, ricorda che lo schema di decreto interministeriale in esame reca il riparto dei contributi, allocati sul capitolo 3670, da erogare ad enti culturali relativamente all'anno finanziario 2013. La tabella C della legge di stabilità per il 2013, legge n. 228 del 2012, ha determinato lo stanziamento complessivo per i capitoli 3670 e 3671 in 9,7 milioni di euro per il 2013. Come si evince dalla nota riportata in calce nella stessa tabella C, tale importo non tiene conto della variazione in aumento proposta con il disegno di legge di bilancio, ai sensi dell'articolo 23, comma 3, della legge n. 196 del 2009. Sottolinea, pertanto, che il decreto 111878 del 31 dicembre 2012, di ripartizione in capitoli delle unità di voto parlamentare relative al bilancio per l'anno finanziario 2013 e per il triennio 2013-2015, ha assegnato al capitolo 3670 euro 10.069.000 e al capitolo 3671 euro 4.760.000. Ritiene, tuttavia, che la premessa dello schema ponga in evidenza che, successivamente, il Ministero dell'economia e delle finanze ha disposto alcuni accantonamenti ai sensi dell'articolo 2, comma 1, ultimo periodo, del decreto-legge n. 78 del 2010 – convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010 – e dell'articolo 16, comma 3, del decreto-legge n. 98 del 2011 – convertito, con modificazione, dalla legge n. 111 del 2011-, che hanno ridotto lo stanziamento del capitolo 3670 ad euro 9.941.296.
  Osserva che, rispetto allo stanziamento disposto per il 2012 – decreto interministeriale 26 ottobre 2012, non allegato allo schema -, pari ad euro 11.485.537, si registra Pag. 95una riduzione del 13,45 per cento. Segnala che la premessa dello schema indica una riduzione del 13,60 per cento. La relazione per le Commissioni parlamentari chiarisce che si è ritenuto di procedere alla ripartizione delle somme complessivamente disponibili per il 2013 distribuendo equamente su tutte le voci la riduzione. Sempre la relazione aggiunge che il Ministero eroga ad alcuni dei soggetti inclusi nello schema anche ulteriori fondi, in base ad altre autorizzazioni di spesa, e che pertanto si rende necessaria una adeguata riflessione al fine di ricondurre tutte le attribuzioni di risorse «ad una unicità di visione e di conseguente programmazione, che risponda a chiare logiche di politica culturale anche a seguito di analisi e valutazioni complessive sui risultati raggiunti dalle istituzioni e della coerenza di tali risultati con gli orientamenti generali del Ministero in ordine agli sviluppi delle attività culturali». Al riguardo si ricorda, in particolare, che la legge n. 238 del 2012 ha previsto la concessione di un contributo straordinario di un milione di euro ciascuno, a decorrere dal 2013, in favore di quattro soggetti che già ricevono contributi in base allo schema in esame: si tratta di Fondazione Festival dei due mondi, Fondazione Rossini Opera Festival, Fondazione Ravenna Manifestazioni, Fondazione Festival Pucciniano. Rileva che la relazione, infine, evidenzia che, stante l'urgenza della conclusione del procedimento, la programmazione 2013 è stata impostata sui criteri precedenti, basati sulla storicizzazione del contributo iniziale delle diverse istituzioni. Aggiunge che lo schema in esame reca alcune differenze formali di impostazione rispetto agli anni precedenti. In particolare, mentre fino al 2012 l'articolo 1 del decreto recava la ripartizione dell'intero importo stanziato e l'articolo 2 specificava la sottoripartizione tra i singoli destinatari della somma attinente alla prima voce della ripartizione di cui all'articolo 1 – «Contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi» –, lo schema di decreto di riparto 2013 dedica l'articolo 1 interamente alle risorse assegnate alla prima voce – indicando i singoli destinatari e l'importo a ciascuno spettante –, per un totale indicato di euro 6.962.642 – rectius: euro 6.962.643 –, e riserva l'articolo 2 alla ripartizione delle rimanenti somme, per un totale indicato di euro 2.978.654 – rectius: euro 2.978.653. La relazione fa presente che il gruppo di contributi di cui all'articolo 1 include tre finanziamenti da attribuire a seguito di bando e conseguente valutazione, e cinque finanziamenti ad importanti istituzioni culturali. Si tratta, nel primo caso, dei contributi per: convegni culturali, pubblicazioni e per le Edizioni nazionali istituite anteriormente alla legge n. 420 del 1997; premi e sovvenzioni per scrittori, editori, librai, grafici, traduttori del libro italiano in lingua straniera, associazioni culturali; funzionamento di biblioteche non statali con esclusione di quelle di competenza regionale.
  Sottolinea che, per quanto concerne il gruppo delle 5 importanti istituzioni culturali, si tratta dei contributi per: Fondazione Festival dei due mondi di Spoleto; Centro internazionale di studi per la conservazione e il restauro dei beni culturali; Fondazione «La Biennale» di Venezia; Fondazione «La Triennale» di Milano; Fondazione «La Quadriennale» di Roma. Al riguardo, evidenzia che allo schema sono allegati i piani di spesa da cui si evincono i beneficiari, nel 2012, delle voci relative a convegni (euro 151.050 complessivi), pubblicazioni (euro 150.150 complessivi), Edizioni nazionali (euro 263.561,83 complessivi), biblioteche non statali (euro 582.706,30 complessivi), archivi (sovrintendenze archivistiche, per un totale di euro 95.364). Con riferimento ai contributi destinati agli archivi, evidenzia che il decreto di riparto per il 2012 assegnava, in corrispondenza, risorse per euro 87.024,86. Al riguardo, gli uffici del MIBAC hanno chiarito che, limitatamente a tale segmento, la documentazione allegata allo schema è da ritenersi superata – in quanto riferita ad importi precedentemente stimati – e, conseguentemente, hanno trasmesso, per le vie brevi, una nuova versione, sulla base della quale risultano complessivamente assegnati Pag. 96euro 87.025. Inoltre, in tale documentazione sono riportati, a differenza di quanto allegato allo schema, anche i singoli beneficiari dei contributi. Ricorda che per le vie brevi è stata, altresì, trasmessa la documentazione relativa ai contributi per premi e sovvenzioni per traduzioni (per complessivi euro 68.693,46), non presente tra gli allegati trasmessi con lo schema. In particolare, è stato trasmesso il verbale della riunione del 26 febbraio 2013 della Commissione per la ratifica dei premi nazionali per la traduzione edizione 2012, nel corso della quale sono stati individuati i beneficiari di 4 premi maggiori e di 3 premi speciali. La nota di trasmissione del verbale chiarisce, inoltre, che i premi maggiori ammontano ad euro 11.000 ciascuno, che i premi speciali ammontano ad euro 7.400 ciascuno e che euro 2.493,46 sono stati «utilizzati per le spese connesse all'erogazione dei premi». Per quanto concerne la ripartizione disposta dall'articolo 2, la relazione per la Commissione fa presente che il contributo agli archivi privati di notevole interesse storico è da attribuire a seguito di bando e di conseguente valutazione. Aggiunge, altresì, che la Direzione generale per gli archivi ha approvato nell'aprile 2012 la ripartizione dei contributi per l'anno 2013 in favore della suddetta categoria di destinatari: pertanto, la stessa categoria non soggiace alla sospensione dei contributi per interventi conservativi volontari (di cui agli articoli 35 e 37 del decreto legislativo n. 42 del 2004), disposta dall'articolo 1, comma 26-ter, del decreto-legge n. 95 del 2012 a decorrere dal 15 agosto 2012, data di entrata in vigore della legge di conversione.
  Ricorda che, ai sensi dell'articolo 1, comma 77, della legge n. 228 del 2012, legge di stabilità 2013, la sospensione suddetta – disposta fino al 31 dicembre 2015 dall'articolo 1, comma 26-ter, del decreto-legge n. 95 del 2012 – opera ad libitum, fatta eccezione per il pagamento dei contributi già concessi alla data di entrata in vigore della prima disposizione che ha stabilito la medesima sospensione, e non ancora erogati. Ricorda, altresì, che i contributi di cui all'articolo 35 del decreto legislativo n. 42 del 2004 sono destinati agli archivi storici, costituiti dai documenti relativi agli affari esauriti da oltre quaranta anni ed istituiti in sezioni separate, ai sensi del comma 2 del medesimo articolo 35. Al riguardo, si osserva che, a fronte dell'informazione fornita dalla relazione con riferimento ai tempi di approvazione della ripartizione 2013 per gli archivi privati di notevole interesse storico, la stessa ripartizione non risulta allegata allo schema. La ripartizione disposta dagli articoli 1 e 2 dello schema di decreto è riportata in tabella, a raffronto con gli importi relativi agli anni 2010, di cui al decreto interministeriale 30 novembre 2010, 2011, come previsto dal decreto interministeriale 24 gennaio 2012, e 2012, in base al decreto interministeriale 26 ottobre 2012.

  Giancarlo GALAN (PdL) preannuncia un giudizio fortemente contrario sullo schema di decreto ministeriale in esame, poiché con il provvedimento in discussione l'Esecutivo rinuncia a svolgere la sua funzione essenziale di governo: quella di scegliere. Ritiene necessario, infatti, non procedere a tagli lineari, come fatto finora, ma scegliere dove allocare le risorse. Rileva invece che nel provvedimento all'ordine del giorno permane un'elargizione a pioggia a favore di molteplici enti, che influisce peraltro per un nonnulla sull'attività degli stessi, a parte l'importante eccezione che riguarda il contributo annuo a favore della Fondazione «La Biennale di Venezia». In molti casi, anzi, l'istruttoria per attribuire i fondi si rileverà più costosa del contributo erogato agli enti beneficiati. Aggiunge che elargire ad istituti, seppur meritevoli, solo due o tremila euro, non modifica la sorte degli stessi, rilevando alla fine solo a meri scopi contabili. Ritiene inoltre che lo Stato non abbia predisposto un rendiconto di come siano spesi i soldi destinati alla cultura. Tiene a precisare, in conclusione, che quanto ha evidenziato ha la mera finalità di dare un forte segnale al Governo, ma non rappresenta una critica al Ministro Bray; piuttosto, anzi, un'autocritica per quello che Pag. 97egli stesso non è riuscito a fare quando era Ministro per i beni e le attività culturali. Auspica, insomma, che si possa prendere spunto dall'esame dell'atto in discussione, per determinare gli eventi anziché subirli, in un settore così importante come la cultura.

  Matteo ORFINI (PD) dichiara di condividere l'intervento del presidente Galan, compresa la parte finale, criticando, in particolare, il metodo dei tagli lineari alla spesa pubblica, inaugurato dall'allora Ministro dell'economia e delle finanze Tremonti. Nonostante ciò, rileva come la situazione drammatica nella quale si trovano gli enti culturali fa sì che se tutti i componenti della Commissione dovessero votare contro lo schema di riparto in esame ciò causerebbe la fine di molti enti che beneficiano delle risorse ivi indicate. Bisogna d'altra parte ridefinire le modalità di distribuzione delle stesse, analogamente a quanto si dovrebbe fare con riferimento al Fondo unico per lo spettacolo, come già evidenziato nel corso della recente audizione del Ministro Bray. Sottolinea inoltre come essendo estremamente limitate le disponibilità finanziarie, bisogna attentamente ragionare su come distribuirle. Preannuncia, in conclusione, il suo voto favorevole sullo schema di decreto in esame, al fine di evitare danni maggiori al settore della cultura.

  Flavia PICCOLI NARDELLI (PD) concorda con quanto affermato dal presidente Galan e dal collega Orfini, sottolineando come 2.000 euro assegnati, ad esempio, per la pubblicazione di un volume siano una cifra spesso inidonea a sostenere i costi di tali opere, non realizzando così l'intento perseguito. Ribadisce che tali stanziamenti non coprono, se non in minima parte, i costi per l'istruttoria. Auspica quindi che la materia in esame sia ricondotta ai principi della legge n. 534 del 1996, recante nuove norme per l'erogazione di contributi statali alle istituzioni culturali, al fine di razionalizzare le risorse stanziate.

  Sergio BATTELLI (M5S) rileva che si tratta di un meccanismo di riparto degli stanziamenti che presenta più di una opacità, sia in merito ai criteri di assegnazione fissati da leggi che dispongono l'erogazione diretta di fondi a singoli enti o fondazioni, sia in merito alla distribuzione delle risorse. Salta, in effetti, subito all'occhio come la Fondazione «La Biennale di Venezia», ente che peraltro rappresenta una importante realtà del panorama culturale italiano, capace di attrarre un notevole flusso di investimenti, percepisca da sola circa più di 4 dei quasi 7 milioni di euro, di cui alla prima voce del decreto del MIBAC – di concerto con il Ministero dell'Economia e delle Finanze – con cui si assegnano le risorse per l'esercizio finanziario 2013 – capitolo 3670. Ugualmente, stigmatizza che non è chiaro quale sia il criterio per cui una lista di enti, fondazioni ed associazioni – seppure importanti e storicamente affermate – debba tout court beneficiare di fondi – peraltro, sottolinea, decurtati di più del 13 per cento rispetto allo scorso esercizio finanziario – senza che si proceda ad una selezione dei soggetti più meritevoli di sostegno economico. Aggiunge che, in effetti, solo una parte degli stanziamenti sarà assegnata a seguito di bandi, sotto forma di contributi per convegni culturali, pubblicazioni ed edizioni Nazionali, per quanto riguarda il primo gruppo di destinatari; sotto forma di contributi ad archivi privati di notevole interesse storico, per quanto riguarda la seconda tranche di erogazioni; il resto, come osservato, attraverso una assegnazione diretta, dall'alto, senza che sia opinabile il criterio di distribuzione. Altro aspetto che ritiene assai controverso e meritevole di una riflessione è il passaggio della bozza oggi all'esame: a pagina 1 della relazione si legge che il Ministero, nell'ambito di altre programmazioni, non meglio specificate, eroga finanziamenti a soggetti che, in alcuni casi, sono già inclusi nel riparto di cui alla proposta. Osserva che è di tutta evidenza che tale approssimazione genera perplessità; non vi è chi non veda come nelle pieghe di questa generica affermazione possano nascondersi favoritismi Pag. 98figli delle solite logiche che muovono il denaro in Italia. Ritiene che debba essere seriamente ridiscusso sin dalle fondamenta l'attuale sistema di attribuzione di queste voci di ripartizione, soprattutto nell'era della spending review, che accanto a tagli orizzontali, sorvola distrattamente su tante piccole anse di legislazione oscura in cui si annidano gli sprechi più evidenti.
  Rileva che non è ammissibile un sistema calato dall'alto in cui una serie di leggi premiano singoli soggetti a danno dell'intera collettività di tutti quegli enti, fondazioni ed associazioni che vanno avanti tra mille difficoltà e spesso aggrappandosi al sostegno di singoli privati che hanno a cuore la sopravvivenza delle iniziative culturali. È quindi da censurare in modo netto tale meccanismo e aggiunge che bisogna chiedere che venga ripensato ab origine, nel senso di tutelare tutte le realtà e non solamente quelle di serie A. Inoltre, rimarca in modo netto che non può esser tollerato tale squilibrio nella distribuzione delle risorse, come non può essere ammesso il contributo straordinario a singole realtà in aggiunta a quello proposto dalla bozza di riparto, riferendosi, in particolare, alla contribuzione straordinaria per l'ammontare di 1 milione di euro ciascuno per le seguenti Fondazioni: Fondazione Festival dei due mondi, Fondazione Rossini Opera Festival, Fondazione Ravenna Manifestazioni, Fondazione Festival Pucciniano. Infine, proprio per dimostrare come il gruppo cui appartiene sia contrario a favoritismi e iniquità, ma non al sano sostegno delle iniziative culturali, critica aspramente il taglio di oltre il 13 per cento dei fondi destinati a tale comparto rispetto allo scorso esercizio. In conclusione, chiede, dunque, criteri più trasparenti ed equi di distribuzione e il ripristino della quota decurtata per l'esercizio finanziario 2013.

  Luisa BOSSA (PD) rileva come, da un'analisi dei soggetti beneficiari dei finanziamenti, si evidenzi una concentrazione degli stessi verso aree territoriali dell'area tosco-emiliana d'Italia che certo non condivide, assicurando che si conosce la musica anche nel meridione d'Italia. Manifesta perplessità per taluni specifici soggetti finanziati, quali ad esempio l'Ufficio internazionale concernente l'Unione di Berna per la protezione delle opere letterarie ed artistiche. Ritiene quindi necessario ridefinire i criteri per la distribuzione delle risorse, anche in base ad una più equa distribuzione territoriale delle stesse.

  Nicola FRATOIANNI (SEL) dichiara di condividere molti dei concetti espressi nel corso del dibattito sul provvedimento in esame. In particolare, apprezza l'autocritica svolta testé dal presidente Galan. Evidenzia comunque che non si può, in nome di una situazione di emergenza che sta assumendo carattere permanente, sostenere che le cose non vanno bene e non agire di conseguenza per cambiarle. Ricorda quindi, come, in qualità di assessore regionale, abbia eliminato i contributi a singoli convegni, nella convinzione che i finanziamenti non debbano essere erogati in presenza di un elevato margine di discrezionalità. L'esame dello schema di regolamento all'ordine del giorno implica quindi sia questioni di metodo che di merito, essendo evidente come alcune aree del Paese siano escluse dai finanziamenti erogati dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Dopo aver sottolineato il fatto che il riparto dei fondi per l'anno 2013 giunga nella seconda parte dell'anno di riferimento – il che purtroppo non è una novità –, auspica che la relatrice proponga un parere che solleciti il Governo ad un radicale cambiamento.

  Milena SANTERINI (SCpI) evidenzia come quanto emerso nel corso del dibattito odierno indichi la mancanza di criteri di programmazione nei finanziamenti alla cultura, indice di una lacunosa politica nel settore. Invita quindi la relatrice ad indicare nella proposta di parere che predisporrà criteri che modifichino tale situazione. Pensa a nuovi parametri territoriali, per esempio, ripartendo in maniera equa le risorse sul territorio nazionale; ovvero a parametri per comparti, volti a ripartire i Pag. 99finanziamenti tra i vari settori della musica, dell'archivistica, delle attività espositive e così via. Ritiene necessario, infine, ponderare adeguatamente l'effetto moltiplicatore che i fondi impegnati hanno nel settore nel quale vanno ad intervenire, considerando in particolare la capacità di attrazione di risorse private che hanno talune iniziative culturali. Si possono insomma adottare criteri specifici di qualità anche al settore della cultura che auspica la relatrice voglia adeguatamente considerare.

  Manuela GHIZZONI (PD) rileva che, da tempo, si trova ad affrontare i temi emersi nella discussione odierna, tanto che non è mai successo che la Commissione abbia omesso di evidenziarli nei pareri approvati negli anni passati. Ritiene peraltro che l'unica alternativa per giungere ad una soluzione definitiva sia quella di modificare la disposizione normativa di riferimento: a questo obiettivo, naturalmente, sono chiamati tutti i commissari, che potrebbero far confluire le valutazioni ora espresse in un organico testo di legge, in grado di individuare forme di sostegno all'attività di enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi che non parcellizzino le risorse – tanto da diventare in alcuni casi inessenziali data la loro scarsa consistenza – e che siano orientate da precisi indirizzi di politiche culturali. Nel merito, desidera evidenziare un aspetto trascurato dai precedenti interventi e che attiene ai finanziamenti per il riordino e l'inventariazione di archivi privati di notevole interesse storico. Siano essi appartenenti a famiglie, associazioni o enti ecclesiastici, si tratta, evidentemente, di un patrimonio documentale di valore pubblico oltre che fondamentale per la storia d'Italia e delle comunità locali. Sottolinea infatti che rendere fruibili tali archivi – attraverso le risorse erogate dal provvedimento in parola – è intervento che rientra nell'azione di tutela e valorizzazione disposta dal Codice dei beni culturali, meritevole dell'attenzione della Commissione. Rileva, purtroppo, che la cosiddetta spending review, prevista dal decreto-legge n. 95 del 2012, ha sospeso i contributi per interventi conservativi volontari fino al 31 dicembre 2015, mentre la legge di stabilità per il 2013 ha previsto che la sospensione operi ad libitum. Evidenzia, al proposito, come il combinato disposto delle norme indicate penalizzerà fortemente il settore degli archivi e della ricerca storica, che si avvale della ricerca diretta sulle fonti documentarie. Pertanto chiede alla relatrice di valutare l'opportunità che nel parere si faccia riferimento ad una modifica sostanziale della normativa richiamata.

  Il sottosegretario Simonetta GIORDANI, intervenendo per una precisazione, tiene ad assicurare che il Governo attenderà l'espressione del parere della Commissione sul provvedimento in esame prima della sua adozione definitiva, anche oltre il termine per la sua espressione.

  Sandra ZAMPA (PD), dopo aver affermato di concordare con quanto sostenuto dalla collega Ghizzoni, rileva come sia opportuno realizzare uno studio comparativo sul finanziamento pubblico degli enti culturali degli altri Paesi. Tale attività dovrà dar luogo a delle proposte di modifica e del sistema di finanziamento che il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo dovrà prendere in considerazione, al fine di adottare le decisioni conseguenti. Rileva inoltre come alcuni interventi previsti dallo schema di regolamento in esame appaiano un’elemosina per i soggetti beneficiari, considerata l'esiguità delle risorse impiegate. Dopo aver ricordato che è meglio finanziare integralmente un progetto piuttosto che destinare risorse a progetti che certamente non saranno portati a termine, auspica che stanziamenti destinati al settore culturale possano favorire l'occupazione dei giovani.

  Roberto RAMPI (PD) dopo aver affermato che la Commissione non è chiamata a fare dichiarazioni di intenti, ma a prendere decisioni da legislatore, precisa che in considerazione dell'urgenza di provvedere Pag. 100nel settore in esame potrebbe essere utile che il Governo intervenisse con un decreto-legge per correggere l'attuale meccanismo di ripartizione dei fondi che penalizza anche l'innovazione. È evidente, inoltre, un problema di distribuzione territoriale delle risorse. Aggiunge infatti che devono essere finanziate solo iniziative che abbiano carattere nazionale, mentre spetta agli enti territoriali minori la sovvenzione di eventuali altri interventi di carattere culturale che abbiano rilievo esclusivamente locale.

  Tamara BLAZINA (PD) constata che sugli aspetti generali del tema in esame c’è condivisione tra i membri della Commissione, ciò indicando la volontà di realizzare qualcosa di utile per il settore culturale. Evidenzia quindi l'opportunità che ciascun commissario porti la propria esperienza in Commissione, in relazione alle precedenti esperienze svolte nei territori. Precisa dunque che tra i criteri per l'attribuzione delle risorse va intanto utilizzato quello che fa riferimento alla specificità delle singole aree del Paese; si devono valorizzare, inoltre, le diversi componenti del settore culturale ovvero la musica, l'arte e tutte le altre espressioni della cultura. Ricorda come, in veste di vicepresidente della Commissione cultura della regione Friuli-Venezia Giulia, abbia distinto tra iniziative culturali di carattere regionale e quelle più prettamente locali. Ritiene quindi che il Governo debba privilegiare, anche con riferimento al provvedimento in esame, le iniziative a livello nazionale rispetto a quelle locali. Rileva anch'essa, quindi, come essendosi già nel mese di luglio, le risorse per il 2013 saranno erogate effettivamente solo a fine anno, ciò impedendo agli enti una adeguata programmazione che in realtà dovrebbe avere una prospettiva temporale almeno triennale. Segnala, infine, che la progressiva riduzione dei fondi sta creando rilevanti problemi all'intero settore, che auspica possano essere risolti al più presto.

  Giancarlo GALAN, presidente, auspica anch'egli che le considerazioni emerse nel corso della discussione siano recepite nella proposta di parere del relatore, anche in riferimento all'individuazione di una nuova normativa di riferimento per il riparto dei fondi tra gli enti in questione.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.45.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 24 luglio 2013. — Presidenza del presidente Giancarlo GALAN.

  La seduta comincia alle 15.45.

Modifiche alla disciplina in materia di contributi universitari.
C. 1159 Vacca.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 18 luglio 2013.

  Luigi GALLO (M5S), relatore, riterrebbe opportuno proseguire l'esame del provvedimento, per giungere ad una sua rapida approvazione.

  Maria COSCIA (PD), in considerazione dell'imminenza dell'avvio dei lavori dell'Assemblea e dei successivi punti all'ordine del giorno, stante la complessità della materia, riterrebbe opportuno rinviare l'esame del provvedimento ad altra seduta.

  Luigi GALLO (M5S), relatore, ritiene che la Commissione possa proseguire l'esame del provvedimento, inserendolo all'ordine del giorno della seduta di domani, giovedì 25 luglio 2013.

   Giancarlo GALAN, presidente, assicura che sarà sua cura verificare l'evenienza prospettata dal collega Gallo, tenendo peraltro Pag. 101debitamente conto dei lavori dell'Assemblea.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Dichiarazione di monumento nazionale della Basilica Palladiana di Vicenza.
C. 1363 Galan.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Giancarlo GALAN, presidente e relatore, ricorda che la proposta di legge in esame, composta di un solo articolo, reca la dichiarazione di monumento nazionale per la Basilica Palladiana, sita nella Piazza della Signoria in Vicenza. Sottolinea come la normativa vigente non preveda una specifica procedura da porre in essere per la dichiarazione di monumento nazionale. Al contempo, l'articolo 54 del Codice dei beni culturali e del paesaggio – decreto legislativo n. 42 del 2004 – dispone che sono inalienabili, quali beni del demanio culturale «gli immobili dichiarati monumenti nazionali a termini della normativa all'epoca vigente» e, all'articolo 129, fa salve le leggi aventi specificamente ad oggetto monumenti nazionali. Nei casi analoghi più recenti si è provveduto con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministero per i beni e le attività culturali. Si tratta, in particolare, del decreto del Presidente della Repubblica 2 ottobre 2003, concernente la «Dichiarazione di monumento nazionale per il cimitero delle vittime del Vajont, in Longarone», nonché dei due decreti del Presidente della Repubblica, entrambi del 18 marzo 2008, recanti, «Dichiarazione di Monumento nazionale dell'antica area di San Pietro Infine», e «Dichiarazione di Monumento nazionale dell'isola di Santo Stefano». Ricorda che, con nota con protocollo n. 9206 del 6 marzo 2006, l'Ufficio legislativo del Ministero per i beni e le attività culturali ha osservato come non sia casuale la scelta del Codice di «menzionare i monumenti nazionali in sede di disciplina della circolazione, piuttosto che nell'ambito delle disposizioni concernenti i modi di individuazione dell'oggetto della tutela. Tale scelta connota la considerazione del monumento nazionale non come distinta tipologia di ’cosa’ suscettibile di essere riconosciuta ’bene culturale’. Peraltro, evidenzia che ciò «non esclude che il legislatore possa riconoscere valore storico o culturale ad un immobile, al limite anche qualificandolo monumento nazionale» ed è ciò che si vuole realizzare con questa proposta di legge. Esaminando, quindi, l'oggetto del provvedimento, per esprimere con parole qualcosa che solo il senso della vista può rendere, ritiene di doversi affidare ad un'espressione di Goethe: «Non è possibile descrivere l'impressione che fa la Basilica di Palladio» (Johann Wolfgang von Goethe, Viaggio in Italia, lettera del 19 settembre 1786).
  Rileva, infatti, che entrando in Piazza dei Signori a Vicenza basterà guardarsi intorno per cogliere la magnificenza dell'opera di Palladio, vera protagonista della città. La Basilica Palladiana, opera paradigmatica dell'architettura palladiana, si trova nel luogo più rappresentativo della città che ha accolto e visto crescere il grande architetto, la Piazza dei Signori, che si estende nel luogo già occupato dal foro della città romana e, poi, dalla platea del comune medievale. Ricorda che il nome della Basilica è indissolubilmente legato al ricordo dell'architetto rinascimentale Andrea Palladio, che riprogettò il Palazzo della Ragione, antica sede dell'autorità civile, aggiungendo alla preesistente costruzione gotica le celebri logge in marmo bianco a serliane. È proprio il Palladio a coniare per l'edificio un nome coerente con le sue convinzioni: «Basilica», come nell'antica Roma veniva chiamato il luogo dove si gestivano la politica e gli affari più importanti. Aggiunge che il progetto segna la consacrazione artistica di Palladio e inaugura il nuovo volto di Vicenza, ispirato alla classicità, come indica lo stesso nome di Basilica, assegnato alla costruzione in riferimento agli edifici Pag. 102della Roma antica dove si discutevano politica e affari. Ricorda, al riguardo, che – un tempo sede delle magistrature pubbliche di Vicenza – oggi la Basilica Palladiana, dotata di tre spazi espositivi indipendenti, è teatro di mostre d'architettura e d'arte. Dal 1994, con le altre opere architettoniche realizzate dal Palladio a Vicenza, è annoverata dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) nella lista del patrimonio mondiale dell'umanità. Evidenzia, infine, che la prospettiva è quella di fare della Basilica un vero e proprio catalizzatore delle eccellenze vicentine e propulsore di nuovi stimoli culturali. Per le ragioni esposte, auspica una pronta approvazione della proposta di legge in esame.
  Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.55.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

SEDE REFERENTE

Disposizioni per la celebrazione del centenario della nascita di Alberto Burri.
C. 544 Verini.

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