CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 24 luglio 2013
61.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 40

COMITATO PERMANENTE SUGLI ITALIANI NEL MONDO E PROMOZIONE DEL SISTEMA PAESE

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

  Mercoledì 24 luglio 2013. — Presidenza del presidente Fabio PORTA.

  La seduta comincia alle 8.40.

Sul programma dei lavori del Comitato.

  Fabio PORTA, presidente, esprime soddisfazione per la costituzione del Comitato sugli Italiani nel mondo e ne evidenzia la longevità ricordando che è stato costituito in ogni legislatura a partire dal 1971.
  Sottolinea l'importanza dell'azione del Comitato che si rivolge ad una ampio settore della popolazione italiana che risiede all'estero: si tratta di tanti connazionali che vivono e risiedono al di fuori del territorio nazionale ma che mantengono con esso saldi legami.
  Esprime altresì compiacimento per la denominazione assunta dal Comitato in questa legislatura il cui richiamo alla promozione del sistema-Paese rappresenta una lucida indicazione a guardare alla comunità all'estero non più soltanto come portatrice di istanze ed esigenze bensì anche come opportunità da cogliere, specie in un periodo di drammatica crisi economica e sociale come quello attuale.
  Rivolge il proprio ideale saluto all'onorevole Zacchera che ha presieduto il Comitato nella scorsa legislatura ed invita i colleghi a prendere visione della relazione sull'attività allora svolta dal Comitato.
  Nel ringraziare tutti i colleghi presenti, ricorda che il Comitato è aperto anche agli eletti all'estero che non ne facciano parte per cui, se anche per questa legislatura non vi saranno obiezioni, si procederà ad inviare loro le convocazioni. Aggiunge, poi, che sarebbe suo vivo auspicio che il Comitato vedesse spesso la presenza numerosa di parlamentari eletti in Italia poiché ritiene opportuno che l'azione del Comitato sia animata da uno spirito il più possibile inclusivo.
  Evidenzia che il Comitato è naturalmente interlocutore del Consiglio generale degli italiani all'estero e suggerisce di valutare una collaborazione coordinata con il Comitato analogo costituito presso il Senato al fine di evitare inutili sdoppiamenti o sovrapposizioni.
  Fa presente che non intende svolgere un intervento programmatico sui lavori del Comitato poiché è sua intenzione elaborare una scala di priorità alla luce di quanto emergerà dagli interventi dei colleghi.
  Ritiene, invece, di soffermarsi su alcune grandi questioni generali, prima fra tutte la revisione della circoscrizione Estero che emerge dall'attuale dibattito sulle riforme istituzionali. Afferma che su questo punto serve una riflessione profonda e seria poiché si paventa il rischio di retrocedere sul terreno di un diritto nel tempo ed a fatica acquisito dagli italiani residenti all'estero. In secondo luogo intende richiamare l'attenzione sul tema del diritto di cittadinanza, altrettanto attuale nel dibattito politico. Ricorda, poi, la necessità di affrontare, quanto prima, il rinnovo dei COMITES, eletti all'estero sulla base delle circoscrizioni consolari. A tal fine ritiene opportuno un forte coinvolgimento del Governo.
  In chiusura, riserva un accenno ad un altro argomento che riterrebbe utile affrontare, quello legato alla sicurezza sociale dei migranti italiani all'estero che potrebbe poi, specularmente, essere esaminato anche per i migranti stranieri che arrivano nel nostro Paese.
  Nel ribadire la rilevanza dei temi trattati, esprime l'esigenza che i lavori del Comitato possano godere di una forte visibilità e chiede se sia possibile prevederne la massima forma di divulgazione.
  Nel suggerire, per l'avvio dei lavori del Comitato, le audizioni del viceministro Archi e del sottosegretario Giro, cui è attribuita la delega per la cultura e la Pag. 41lingua italiana all'estero, invita tutti i colleghi a formulare osservazioni e proposte sulla programmazione dei lavori.

  Edmondo CIRIELLI (FdI) ringrazia il Presidente al quale formula un sincero augurio per l'incarico assunto.
  Ritiene che il Comitato possa svolgere una forte azione di impulso nei confronti del Governo specie se, come suggerito dal Presidente Porta, si affronterà il tema degli Italiani nel mondo come un'opportunità ed una risorsa, anche economica. Tale chiave di lettura può dirsi rafforzata dalla nuova denominazione del Comitato.

  Marco FEDI (PD), formulando al presidente e al Comitato nel suo complesso auguri di buon lavoro, dichiara di condividere i temi individuati come programma di lavoro a cominciare dalle necessarie audizioni del viceministro Archi e del sottosegretario Giro.
  Propone inoltre lo svolgimento di alcune audizioni con rappresentanti del Ministero dell'Interno sul tema della cittadinanza acquisita per ius sanguinis. Ritiene opportuno un approfondimento su due specifiche questioni: la riapertura dei termini per il riacquisto della cittadinanza e la perdita della cittadinanza italiana per le donne sposate con stranieri prima del 1o gennaio 1948.
  Segnala che vi è una scarsa attenzione della politica nei confronti del nuovo esodo di lavoratori italiani, specializzati e non, rispetto al quale occorre acquisire maggiori elementi di informazione anche per le ripercussioni sulla sicurezza sociale.
  Manifesta preoccupazione per gli accordi recentemente siglati dal Ministero degli esteri con il Touring club italiano in materia di promozione dell'immagine turistica dell'Italia all'estero e con il CNR per promuovere la ricerca e l'innovazione italiane sui mercati esteri, in quanto appaiono segnali di debolezza della rete consolare all'estero.
  Propone lo svolgimento, in analogia con la precedente legislatura, di un'audizione di rappresentanti dell'INPS per continuare a monitorare il pagamento delle pensioni all'estero.

  Marietta TIDEI (PD), nell'associarsi ai colleghi che hanno rivolto il proprio augurio al Presidente, precisa di non essere stata eletta in una circoscrizione estera e ribadisce, con convinzione, l'intenzione di seguire con impegno i lavori del Comitato.
  Nel sottolineare il ruolo del Governo sui temi oggetto di esame specialmente in considerazione delle esigue risorse economiche disponibili, ritiene che gli italiani all'estero debbano essere considerati una opportunità ed una risorsa.
  Concorda con il Presidente Porta quanto alla necessità che sia resa la maggior forma possibile di divulgazione dei lavori del Comitato.

  Fabio PORTA, presidente, nel ringraziare i colleghi intervenuti per i loro contributi, conferma che per il prossimo mercoledì, 31 luglio, è prevista l'audizione del viceministro Archi.

  La seduta termina alle 9.20.

COMITATO PERMANENTE SULLA POLITICA ESTERA E RELAZIONI ESTERNE DELL'UNIONE EUROPEA

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

  Mercoledì 24 luglio 2013. — Presidenza del presidente Deborah BERGAMINI.

  La seduta comincia alle 9.35.

Sul programma dei lavori del Comitato.

  Deborah BERGAMINI, presidente, nel salutare i colleghi, ricorda che la seduta odierna è finalizzata ad insediare il Comitato per la Politica estera e le relazioni esterne dell'Unione europea di cui la Commissione ha ritenuto di continuare a dotarsi per proseguire l'attività avviata nella scorsa legislatura, alla luce del rafforzamento del ruolo dei Parlamenti nazionali sulla base del Trattato di Lisbona. Sottolinea che l'importanza del Comitato sarà Pag. 42accresciuta dalla prossima Presidenza di turno dell'UE che l'Italia eserciterà nel secondo semestre del 2014. Ricorda, peraltro, che l'anno prossimo si svolgeranno le elezioni europee e si rinnoverà la Commissione per cui potrebbe esserci anche un nuovo Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune.
  Fa presente che il mandato del Comitato prevede la delega da parte della Commissione plenaria per l'esame degli atti europei in materia di politica estera che sono trasmessi al Parlamento, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento. Il Comitato potrà discutere tali atti sulla base di una relazione ed eventualmente predisporre un documento finale da sottoporre alla Commissione.
  Rileva che, per connessione tematica, il Comitato potrà procedere anche all'esame degli atti del Parlamento europeo e delle Assemblee parlamentari internazionali (Consiglio d'Europa, NATO, OSCE, ecc.) che sono trasmesse al Parlamento, ai sensi dell'articolo 125 del Regolamento. Nel fare presente che gli atti delle Assemblee parlamentari internazionali contengono spunti di grandissimo valore e interesse cui generalmente il nostro Parlamento non attribuisce adeguata priorità, segnala che, anche in tal caso, il Comitato potrà discutere tali atti e predisporre una risoluzione da sottoporre alla Commissione.
  Segnala che il Comitato potrà svolgere, nelle forme previste, ogni attività conoscitiva volta ad acquisire elementi di valutazione, sia generali che specifici, nella materia di competenza.
  In particolare il Comitato è chiamato a controllare nello specifico l'azione dell'Italia in seno all'Unione europea nell'ambito della politica estera e delle relazioni esterne, ma anche a monitorare l'azione delle stesse istituzioni europee, vale a dire in modo particolare del Servizio europeo per l'azione esterna guidato attualmente dalla Baronessa Ashton. In proposito, il Parlamento europeo ha appena approvato una risoluzione che rivolge alcune raccomandazioni per il migliore funzionamento di tale servizio, che potremmo utilmente esaminare.
  Osserva che da ciò consegue la possibilità del Comitato di audire sia il competente viceministro ed i diplomatici italiani operanti in ambito europeo, sia i dirigenti del SEAE ed in particolare i rappresentanti speciali per le aree di crisi.
  In via preliminare, desidera aprire una riflessione sull'opportunità di seguire i negoziati in corso per gli accordi commerciali, a cominciare da quello UE-USA e a seguire gli altri di interesse, per il grande rilievo che essi rivestono, come è emerso anche dal recente esame della relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'UE, di cui è stata relatrice. Fa presente, al riguardo, che nella recente audizione del ministro Moavero a seguito dell'ultimo Consiglio europeo, è stata segnalata dal ministro stesso la necessità che il Parlamento italiano valuti la possibilità di opporre l'eccezione culturale nel negoziato commerciale UE-USA, analogamente alla posizione tenuta dalla Francia, ricordando che il Governo non ha adottato una linea pregiudiziale sul tema. Osserva che potrebbe essere promossa un'indagine conoscitiva o comunque un ciclo di audizioni su tale argomento.
  Quanto agli atti da esaminare, è in distribuzione un elenco relativo agli atti trasmessi. Ciascun atto ritenuto interessante potrebbe essere affidato ad un componente del Comitato per relazionarvi.
  Sottopone, infine, alla valutazione dei colleghi l'eventualità di prospettare la convocazione regolare del Comitato per un'audizione del Governo ogni mese in vista delle riunioni del Consiglio Affari esteri. Si profilerebbe in tal modo una forma particolarmente incisiva di controllo parlamentare.

  Pia Elda LOCATELLI (Misto-PSI-PLI), nell'augurare buon lavoro alla presidente Bergamini, condivide la proposta che i lavori del Comitato seguano un filone logico strettamente connesso ai lavori del Consiglio europeo. Osserva, tuttavia, che sarà necessario scongiurare il rischio di non approfondire adeguatamente le questioni in considerazione della frequenza dell'attività consiliare. Nel sottolineare Pag. 43l'importanza delle prossime elezioni europee, auspica che il Comitato possa attivarsi affinché il Parlamento italiano accolga la sollecitazione proveniente dal Parlamento europeo e dalla Commissione europea relativamente alla necessità che i partiti nazionali indichino per tempo a quali partiti europei si riferiscono.

  Carlo SIBILIA (M5S), nel ringraziare la presidente Bergamini per la sua introduzione, esprime apprezzamento per la proposta relativa all'esame degli atti europei da parte dei rappresentanti dei gruppi. Osserva con favore la proposta di approfondimento sul SEAE che potrebbe permettere di dare un contributo effettivo per realizzare una maggiore efficacia dell'azione di tale organismo. Nel condividere l'opportunità di dedicarsi agli accordi commerciali in corso, in primis quello USA-UE, auspica che lo scambio globale sia disciplinato da regole certe ed uguali per tutte le parti in causa e giudica favorevolmente la necessità di approfondire la questione della proponibilità dell'eccezione culturale allo stesso accordo commerciale USA-UE. A suo avviso, infatti, l'Italia deve assumere il ruolo di capofila nella tutela della cultura. Ritiene prioritario che il Comitato segua i lavori del Consiglio Affari esteri organizzando, ove possibile, audizioni del Governo prima e dopo le riunioni del Consiglio medesimo.

  Deborah BERGAMINI, presidente, manifesta apprezzamento per la condivisione espressa dai colleghi circa l'impostazione dei lavori del Comitato sia per ciò che concerne la necessità di avviare attività conoscitive sugli accordi di libero scambio UE-USA e sul ruolo e l'attività del SEAE. Nel chiedere ai rappresentanti dei gruppi di indicare prossimamente quali atti europei intendano esaminare, auspica di poter dare seguito alla richiesta del collega Sibilia prevedendo occasioni di incontro con il Governo prima dei lavori dei Consigli UE al fine di approfondire i temi e le relative posizioni che l'esecutivo intende assumere in seno al Consiglio medesimo. Segnala, infine, che prima della pausa estiva si potrà in ogni caso procedere all'audizione informale dell'Ambasciatore della Lituania in ordine alle priorità della presidenza dell'UE che quel Paese esercita nel corrente semestre.

  La seduta termina alle 10.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 24 luglio 2013. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. – Interviene il viceministro degli affari esteri, Lapo Pistelli.

  La seduta comincia alle 14.40.

Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2013.
C. 1326 Governo, approvato dal Senato.
(Relazione alla XIV Commissione).
Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013.
C. 1327 Governo, approvato dal Senato.
(Relazione alla XIV Commissione).
Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2012.
Doc. LXXXVII, n. 1.
(Parere alla XIV Commissione).
(Esame congiunto, ai sensi dell'articolo 126-ter del Regolamento e conclusione – Relazione favorevole con condizione e osservazione sul disegno di legge C. 1326. Relazione favorevole sul disegno di legge C. 1327 – Parere favorevole con osservazioni sul Doc. LXXXVII, n. 1).

  La Commissione inizia l'esame dei provvedimenti in titolo.

  Eleonora CIMBRO (PD), relatore, osserva che questa prima sperimentazione dei due strumenti previsti dalla legge Pag. 44n. 234 del 2012 testimonia la «tenuta» di un nuovo assetto normativo inteso prioritariamente a porre rimedio a lacune e carenze strutturali della partecipazione del sistema Paese al processo di formazione e di attuazione delle politiche europee, che si erano già manifestate ben prima della adozione del Trattato di Lisbona e si erano acuite con la progressiva evoluzione costituzionale europea.
  Sottolinea che la drammatica crisi economico-finanziaria che attanaglia l'Europa, e la correlata esigenza di definire un nuovo sistema di governance economica, ha reso urgente la definizione di appositi strumenti di controllo parlamentare sulle modalità di partecipazione del nostro Paese alla formazione ed all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea.
  Rileva che, in tale prospettiva, la legge n. 234 ha radicalmente innovato il tradizionale strumento normativo rappresentato dalla «legge comunitaria», sostituendolo con i due distinti atti legislativi al nostro esame, la legge di delegazione europea, il cui contenuto è limitato alle disposizioni di delega necessarie per il recepimento delle direttive e degli altri atti dell'Unione europea e la legge europea, che contiene norme di diretta attuazione volte a garantire l'adeguamento dell'ordinamento nazionale all'ordinamento europeo, con particolare riguardo ai casi di non corretto recepimento della normativa europea.
  Segnala in proposito che, a seguito della mancata approvazione nella passata legislatura dei disegni di legge comunitaria 2011 e 2012, i relativi contenuti sono stati riproposti all'interno dei due nuovi strumenti normativi: le disposizioni di delega nel disegno di legge di delegazione europea, le altre norme, diverse dalle deleghe, nel disegno di legge europea.
  Osserva che per quanto attiene alla legge di delegazione, il provvedimento, a seguito delle modifiche approvate dal Senato, consta di 13 articoli ed è corredato da tre allegati. Gli allegati A e B contengono l'elenco delle direttive da recepire con decreto legislativo; nell'allegato B sono invece riportate le direttive sui cui schemi di decreto è previsto il parere delle competenti commissioni parlamentari.
  Pur non essendovi profili di diretta competenza della Commissione esteri, intende richiamare l'attenzione su alcune materie di interesse internazionale come ad esempio la norma di cui all'articolo 5, introdotto nel corso dell'esame al Senato, che detta specifici criteri di delega per il recepimento della direttiva 2011/36/UE, sulla tratta di esseri umani e la protezione delle vittime, integrando il quadro internazionale vigente.
  Ricorda a tale proposito che gli ultimi dati statistici divulgati dalla Commissione europea nell'aprile scorso sul traffico degli esseri umani forniscono un quadro allarmante non solo sulla diffusione di questo crimine ma anche sulla connessa attenuazione dei diritti umani trai Paesi membri dell'Unione.
  Dal rapporto risulta che le vittime della tratta tra il 2008 e il 2010 sono arrivate a quota 23.632, con un incremento del 28 per cento ed una preoccupante diminuzione delle condanne negli Stati membri dell'Unione (-13 per cento). Le vittime sono soprattutto donne (68 per cento). Ben il 62 per cento delle vittime della tratta sono oggetto di sfruttamento sessuale (68 per cento) e di lavoro forzato (25 per cento). Il dato sorprendente è che il 61 per cento delle vittime proviene da altri Stati dell'Unione. L'Italia poi conquista il primato negativo con 2.381 vittime nel 2010, seguita dalla Spagna con 1.605 vittime.
  Osserva che i suddetti criteri direttivi (comma 1) prevedono che l'attuazione della direttiva avvenga senza pregiudizio alcuno di diritti, obblighi, responsabilità (individuali come statali) posti dal diritto internazionale umanitario, con particolare riferimento alla Convenzione di Ginevra del 1951 sullo status dei rifugiati (ratificata con legge 722 del 1954) e al non respingimento.
  Aggiunge che un peculiare rilievo acquistano altresì le norme di cui all'articolo 6 che introducono specifici criteri di delega – di cui due introdotti nel corso dell'esame del Senato – per recepire la Pag. 45direttiva 2011/51/UE che ha esteso l'ambito di applicazione della direttiva 2003/109/UE, relativa allo status dei cittadini di Paesi terzi soggiornanti di lungo periodo, ai titolari di protezione internazionale (rifugiati e titolari di protezione sussidiaria).
  Il primo specifico criterio direttivo riguarda la previsione meramente facoltativa per gli Stati membri della revoca dello status di soggiornante di lungo periodo, qualora vi sia stata revoca o cessazione della protezione internazionale, quando quest'ultima fosse stata titolo di conferimento dello status di soggiornante di lungo periodo.
  Il secondo criterio direttivo, introdotto dal Senato, interviene in ordine al periodo di residenza utile al calcolo dei cinque anni necessari per ottenere lo status di soggiornante di lungo periodo.
  Rileva che l'articolo in esame introduce l'obbligo di considerare in ogni caso per intero il tempo intercorrente tra la presentazione dell'istanza e il rilascio del permesso di soggiorno, a prescindere se la durata di questo sia superiore o inferiore a 18 mesi.
  Il terzo criterio direttivo, anch'esso introdotto nel corso dell'esame del Senato, prevede un regime agevolato per i beneficiari di protezione internazionale in relazione alla dimostrazione del reddito ai fini dell'accettazione della richiesta del riconoscimento dello status di soggiornante di lungo periodo.
  Segnala che l'articolo 7, introdotto nel corso dell'esame al Senato, stabilisce alcuni criteri direttivi per l'attuazione della direttiva 2011/95/UE recante norme minime comuni sull'attribuzione della qualifica di rifugiato (o di persona altrimenti bisognosa di protezione internazionale) e sul contenuto della protezione riconosciuta. I criteri direttivi stabiliti sono i seguenti: a) mantenere in tutti i casi il livello degli standard di garanzia previsti dalla normativa in vigore; b) in coerenza con quanto stabilito dall'articolo 1 della direttiva 2011/95/UE, uniformare gli status giuridici del rifugiato e del beneficiario di protezione sussidiaria con particolare riferimento ai presupposti per ottenere il ricongiungimento familiare; c) disciplinare gli istituti del diniego, dell'esclusione e della revoca, in conformità con il dettato della Convenzione relativa allo statuto dei rifugiati, di cui alla legge 24 luglio 1954, n. 722, anche con riferimento ai beneficiari di protezione sussidiaria; d) introdurre uno strumento di programmazione delle attività e delle misure a favore dell'integrazione dei beneficiari di protezione internazionale.
  Ricorda che, con lettera di costituzione in mora ex articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, del 24 ottobre 2012, la Commissione europea ha aperto la procedura di infrazione n. 2012/2189, contestando all'Italia di non adempiere agli obblighi imposti dal diritto dell'Unione in riferimento alla limitata capacità dei centri di accoglienza dei richiedenti asilo, e l'inconsistenza di fatto dell'accesso alle condizioni di accoglienza; alle procedure di domanda di asilo, in particolare la mancanza, nella pratica, di un accesso effettivo alla procedura pertinente, sia in generale, sia con particolare riferimento ai richiedenti asilo per i quali è prevista la procedura Dublino.
  Rileva che l'articolo 11 reca invece una delega al Governo per l'adozione di provvedimenti finalizzati al riordino e alla semplificazione delle procedure di autorizzazione all'esportazione di prodotti e tecnologie a duplice uso, nonché alla previsione di nuove fattispecie sanzionatorie previste dalla normativa europea nei settori di riferimento.
  Osserva che i princìpi ed i criteri direttivi della delega prevedono: a) l'adeguamento al regolamento (CE) n. 428 del 2009 del Consiglio, del 5 maggio 2009 e agli accordi internazionali già resi esecutivi o che saranno resi esecutivi entro il termine di esercizio della delega stessa; b) una disciplina unitaria della materia dei prodotti a duplice uso, coordinando le norme legislative vigenti e apportando le integrazioni, modificazioni e abrogazioni necessarie a garantire la semplificazione e la coerenza logica, sistematica e lessicale della normativa; c) la razionalizzazione e semplificazione delle procedure autorizzative, Pag. 46nei limiti consentiti dalla vigente normativa dell'Unione europea; d) la previsione di procedure adottabili nei casi di divieto di esportazione, per motivi di sicurezza pubblica o di rispetto dei diritti dell'uomo, dei prodotti a duplice uso non compresi nell'elenco di cui all'allegato I del citato regolamento (CE) n. 428/2009; e) la previsione di misure sanzionatorie effettive, proporzionate e dissuasive nei confronti delle violazioni in materia di prodotti e di tecnologie a duplice uso e di embarghi commerciali, nonché per ogni tipologia di operazione di esportazione di materiali proliferanti, nell'ambito dei limiti di pena previsti dal decreto legislativo n. 96 del 2003.
  Rileva che le norme di cui all'articolo 11 sono intese a far fronte all'esigenza di accentuare le azioni governative di controllo e restrizione nei confronti dei trasferimenti di materiali, tecnologie e servizi considerati di valenza strategica (in particolare, le armi ed i prodotti di duplice uso), rispondendo alle esigenze prioritarie di evitare la proliferazione delle armi di distruzione di massa e di garantire alle imprese nazionali la possibilità di mantenere flussi di esportazioni, nel rispetto degli impegni e delle normative vigenti ed in linea con le stesse previsioni del Trattato internazionale sul commercio delle armi che mi auguro possa essere rapidamente ratificato dal nostro Paese, così come previsto dalla risoluzione recentemente adottata dalla Commissione esteri.
  Osserva che, a seguito delle modifiche approvate dal Senato, il disegno di legge europea (A.C. 1327) consta di 34 articoli. Nel disegno di legge, secondo quanto previsto dall'articolo 30 della legge n. 234 del 2012, sono inserite le disposizioni finalizzate a porre rimedio ai casi di non corretto recepimento della normativa dell'Unione europea nell'ordinamento nazionale che hanno dato luogo a procedure di pre-infrazione e di infrazione, laddove il Governo abbia riconosciuto la fondatezza dei rilievi mossi dalla Commissione europea.
  Evidenzia che, anche in questo caso non sono presenti disposizioni di specifica competenza della Commissione. Desidera parimenti segnalare, per l'attinenza con gli ambiti d'intervento della Commissione, le disposizioni di cui all'articolo 6, introdotte al fine di prevenire l'avvio di una procedura d'infrazione per erroneo recepimento della direttiva 2009/81/CE in materia di coordinamento delle procedure per l'aggiudicazione di appalti nel settore della difesa e della sicurezza.
  Rileva che l'articolo 6 novella l'articolo 6, comma 1, lettera a) del decreto legislativo numero 208 del 2011, sostituendo il riferimento contenuto nella richiamata disposizione agli «Stati membri» con quello, ritenuto maggiormente aderente alla direttiva 2009/81/CE, ai «Paesi terzi».
  Osserva che, nello specifico, la norma in esame si riferisce alle procedure di aggiudicazione degli appalti nei settori della difesa e della sicurezza e stabilisce, nella versione originaria, che tali procedure non si applicano ai contratti affidati nel quadro di accordi internazionali dei quali siano parti anche solo due o più «Stati membri» in apparente contrasto con la lettera a) della direttiva 2009/81/CE, il quale limita tale esclusione ai soli casi in cui gli accordi siano conclusi con la partecipazione di almeno uno Stato terzo.
  Illustra quindi una proposta di relazione favorevole sul disegno di legge C. 1326 con la condizione che il decreto legislativo previsto dall'articolo 11, comma 1, mantenga – come già accade ora – al Ministro degli Affari esteri la presidenza del Comitato consultivo interministeriale preposto ad esprimere pareri sul rilascio delle autorizzazioni all'esportazione di beni dual use e con l'osservazione che i criteri di delega di cui all'articolo 13, volti al recepimento della direttiva 2010/63/UE sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, siano applicati in modo conforme al dettato della direttiva stessa (vedi allegato 1) nonché una proposta di relazione favorevole sul disegno di legge C. 1327 (vedi allegato 2).
  Passando poi all'illustrazione della relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea (Doc. LXXXVII, n. 1), relativa all'anno 2012, Pag. 47presentata dal Governo lo scorso 12 giugno, ai sensi dell'articolo 13, comma 2, della legge n. 234 del 2012, ricorda che, in base a tale disposizione, la relazione è trasmessa alle Camere, entro il 28 febbraio di ogni anno, «al fine di fornire al Parlamento tutti gli elementi conoscitivi necessari per valutare la partecipazione dell'Italia all'Unione europea» nell'anno precedente.
  Osserva che il combinato disposto del passaggio di legislatura e della congiunzione con le leggi europee rende tuttavia l'attuale esame alquanto intempestivo, anche alla luce del fatto che finisce per coincidere con quello della Relazione programmatica su cui ha relazionato la collega Bergamini.
  Fa presente che la relazione è articolata in una premessa – che delinea in modo sintetico la posizione assunta dall'Italia sui grandi temi e politiche dell'UE – ed in quattro parti. La prima tratta degli sviluppi del processo di integrazione europea e si compone, a sua volta, di tre capitoli (relativi, rispettivamente, al quadro generale, alla politica estera e di sicurezza comune e alle relazioni esterne e ai settori della giustizia e affari interni). La seconda parte illustra la partecipazione dell'Italia alla formazione delle principali politiche settoriali. La terza espone, invece, più in dettaglio la partecipazione dell'Italia al processo normativo dell'Unione ed è articolata in tre capitoli, che danno conto della partecipazione alla fase preparatoria e negoziale degli atti legislativi europei, dell'attuazione della normativa europea in Italia e delle attività di formazione e comunicazione in materia europea svolte dal Governo. La quarta parte, infine, prende in considerazione l'attuazione in Italia delle politiche di coesione, l'andamento dei flussi finanziari tra l'Unione e l'Italia, nonché i risultati conseguiti attraverso il loro utilizzo.
  Osserva che la Relazione è accompagnata da dieci allegati, in attuazione dell'articolo 13, comma 2, della legge n. 234 sopra richiamato, tra cui l'elenco dei Consigli europei e dei Consigli svoltisi nel corso del 2012, con l'indicazione degli argomenti trattati, l'indicazione dei due ricorsi presentati dall'Italia alla Corte di giustizia, nonché l'elenco dei provvedimenti regionali di attuazione di direttive europee.
  Segnala che la relazione riserva, anzitutto, una particolare attenzione ai temi economici e finanziari, formulando un giudizio complessivamente positivo sulle misure adottate al fine di mantenere la stabilità dell'area euro, incluso il nuovo sistema di governance economica. Ad avviso del Governo, gli sforzi compiuti hanno consentito di mitigare gli impatti di una crisi globale del sistema finanziario e di promuovere sia a livello europeo che nazionale, unitamente alle misure di consolidamento dei conti pubblici, una costante azione per favorire la crescita, la competitività e l'occupazione. La relazione riconosce, tuttavia, che la gravità della crisi non ha tuttora consentito agli sforzi compiuti in sede europea e nazionale di produrre effetti visibili in termini di ripresa dell'economia e dell'occupazione.
  Osserva che, in tale contesto, il documento rivendica quale successo dell'azione del Governo, l'adozione da parte del Consiglio europeo del 28-29 giugno 2012 del Patto per la crescita e l'occupazione che articola in modo organico le misure di rilancio dell'economia a livello nazionale ed europeo, da affiancare alla normativa sulla disciplina di bilancio.
  Rileva che un secondo tema generale affrontato dalla relazione è il negoziato sul Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020, su cui è stato definito un accordo lo scorso 27 giugno. La posizione italiana – come ricordato dal documento – è stata caratterizzata dalla necessità di migliorare il saldo netto nazionale, e da un approccio globale, ispirato dai principi dell'uso efficiente delle risorse (in particolare per sostenere la crescita economica), della solidarietà e dell'equità.
  Evidenzia che, con riguardo al terzo grande tema affrontato, la dimensione esterna dell'Unione, la relazione ricorda anzitutto che l'Italia ha mantenuto nel 2012 un convinto sostegno all'obiettivo di rafforzare il ruolo dell'Unione europea Pag. 48sulla scena internazionale, che consenta a quest'ultima di parlare con una sola voce su tutte le principali questioni dell'agenda globale. Il documento ricorda, a questo riguardo, l'adozione della Risoluzione ONU sullo status rafforzato dell'Unione europea in seno all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, un risultato per il quale il Governo si è battuto in prima linea conducendo un'intensa ed estesa azione diplomatica.
  Ricorda che, per quanto riguarda l'allargamento, il Governo si è adoperato per garantire un adeguato riconoscimento dei progressi negoziali registrati dai Paesi candidati, in particolare della Serbia, del Kosovo e del Montenegro.
  Rileva che, con riguardo alla Politica europea di vicinato (PEV), l'Italia ha sottolineato la necessità di fornire risposte adeguate alle istanze espresse dai Paesi in cui si è verificata la cosiddetta «primavera araba», in termini di sostegno politico ed economico alla non facile evoluzione democratica in corso nella regione. La Relazione ricorda, al riguardo, come l'impegno italiano per portare a compimento partenariati privilegiati con i partner mediterranei sia stato coronato dalla definizione dei nuovi piani d'azione con Marocco e Tunisia, e come l'Italia abbia continuato anche a monitorare con attenzione gli sviluppi in Egitto e in Libia.
  Evidenzia che nel settore della cooperazione allo sviluppo, nel corso del 2012, l'Italia si è confermata quarto contribuente al Fondo europeo di sviluppo (FES) e ha sostenuto iniziative di sviluppo concentrate specificatamente sul raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del millennio entro il 2015, con particolare riguardo alla «primavera araba», all'Africa Sub-sahariana e ai Paesi meno avanzati, e al nesso tra migrazione e sviluppo.
  Segnala che con riferimento alla politica commerciale, la relazione ricorda come l'Italia abbia sostenuto con convinzione l'impegno dell'Alto Rappresentante Ashton volto a rafforzare le relazioni con i Paesi terzi (in particolare con partner strategici dell'UE), quale strumento per promuovere la crescita e l'occupazione in Europa.
  Fa presente che allo scopo di tutelare le specifiche caratteristiche del sistema produttivo ed industriale italiano, il Governo si è inoltre impegnato affinché in sede europea venisse raggiunta una soluzione di compromesso per l'adozione di una regolamentazione sull'etichettatura di origine di alcuni prodotti provenienti da Paesi terzi (il cosiddetto regolamento «Made in»). In seguito alla decisione della Commissione di ritirare la proposta, l'Italia ha insistito affinché fossero valutate soluzioni alternative, e fosse effettuata un'analisi giuridica dettagliata per definire uno schema di etichettatura a tutela dei consumatori, della trasparenza sui mercati e della concorrenza leale, suscettibile di non essere considerato un ostacolo tecnico agli scambi internazionali e di contribuire efficacemente a contrastare l'uso ingannevole e fraudolento delle indicazioni di origine europee.
  Rileva che per quanto attiene, infine, alla Politica di sicurezza e difesa comune (PSDC), la relazione ricorda che, tramite le proprie Forze armate, nel corso del 2012 l'Italia è risultata, in media, il quarto Paese contributore, con una partecipazione principalmente incentrata nella lotta alla pirateria.
  Conclude osservando positivamente che, a differenza del passato, la relazione per il 2012 non si limita ad una cronaca di quanto avvenuto a livello europeo ma riporta la posizione rappresentata dal Governo nei negoziati e gli obiettivi generali perseguiti per ciascuna politica dal nostro Paese. Sottolinea che si tratta di un passo avanti ancora non sufficiente, ma certamente significativo nel maggiore coinvolgimento del Parlamento nel processo decisionale europeo, senz'altro ispirato dalla nuova disciplina legislativa introdotta nello scorcio della scorsa legislatura.
  Illustra quindi una proposta di parere favorevole (vedi allegato 3).

  Il viceministro Lapo PISTELLI, nel rinviare quanto alla Relazione consultiva Pag. 49sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2012, alle considerazioni svolte dal Governo in occasione della seduta del 16 luglio scorso, intende soffermarsi sulla legge europea e sulla legge di delegazione europea 2013 che rappresentano i nuovi strumenti normativi di recepimento del diritto dell'UE nell'ordinamento italiano previsti dalla legge n. 234 del 2012, in sostituzione della ex legge comunitaria.
  Nel segnalare che gli atti in esame costituiscono lo strumento essenziale per dimostrare nei fatti l'impegno europeo dell'Italia, sottolinea che l'obiettivo del Governo è quello di evitare l'apertura di nuove procedure di infrazione a carico del nostro Paese per mancato recepimento della normativa dell'Unione, consolidando, in tal modo, il percorso virtuoso realizzato nell'ultimo anno sul fronte del tempestivo recepimento del diritto dell'UE. Al riguardo evidenzia che, nel 2012 per la prima volta, dopo molti anni, il numero di procedure d'infrazione a carico dell'Italia è infatti sceso sotto quota 100, ma è ora già risalito, anche per effetto della fine della legislatura scorsa, a 103.
  Rileva che i provvedimenti in esame permetteranno di avviare la chiusura di almeno 20 procedure d'infrazione aperte e di circa 11 casi cosiddetti «EU Pilot» – ossia la richiesta di informazioni allo stato membro, prima di avviare la procedura d'infrazione – e di recepire alcune direttive di imminente scadenza, scongiurando l'apertura di nuove procedure di infrazione.
  Fa presente che il disegno di legge europea 2013 prevede norme di diretta attuazione degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'UE; e contiene quindi disposizioni che vanno ad incidere direttamente sull'ordinamento vigente.
  Osserva che il disegno di legge di delegazione europea 2013 prevede invece il conferimento al Governo di deleghe legislative per il recepimento di 45 direttive e di altri atti dell'Unione europea. Tali direttive sono individuate in dettaglio nei tre allegati – allegato A, che ne contiene 2; allegato B, che ne contiene 38 e allegato C, che ne contiene 5 –. Nel segnalare che la ripartizione fra i tre allegati deriva dalla necessità di differenziarne l’iter di approvazione, evidenzia, per le direttive elencate nell'allegato B che è infatti richiesta una «procedura aggravata», consistente nell'ulteriore esame dello schema del decreto legislativo da parte delle competenti Commissioni parlamentari.
  Desidera rimarcare che tra le direttive elencate all'allegato B, riveste particolare rilievo la n. 2011/36/UE in materia di protezione internazionale. Le priorità strategiche definite dal Consiglio europeo nel dicembre 2009 in materia di Giustizia e Affari Interni, note come «Programma di Stoccolma», attribuiscono infatti molta importanza agli aspetti umanitari delle tematiche migratorie e dell'asilo.
  Ricorda che il recente completamento del Sistema comune d'asilo, previsto dal programma di Stoccolma, rappresenta pertanto un vero e proprio successo nel processo di consolidamento dello Spazio di Libertà. Sicurezza e Giustizia che il Trattato di Lisbona ha individuato tra i capisaldi della nuova architettura dell'Unione Europea. Proprio in questa ottica, a suo avviso, è essenziale che siano adottati i criteri di delega al Governo per il recepimento della direttiva 2011/36/UE per estenderne l'ambito di applicazione ai beneficiari di protezione internazionale.
  Nel segnalare che il termine generale per l'esercizio della delega viene anticipato ai due mesi antecedenti al termine di recepimento indicato in ciascuna delle direttive elencate negli allegati A, B e C, fa presente che nelle precedenti leggi comunitarie il termine coincideva con quello fissato dalle singole direttive. Il motivo di tale anticipo è giustificato dall'esigenza di tenere conto del maggiore rigore introdotto dal Trattato di Lisbona in termini di procedure e sanzioni contro gli Stati membri per le fattispecie di mancato recepimento della normativa dell'Unione.
  Sottolinea che nei due provvedimenti in esame confluiscono gran parte delle disposizioni delle leggi comunitarie 2011 e 2012. Tale considerazione, a suo avviso, dà la misura dell'urgenza dei due provvedimenti Pag. 50in oggetto poiché ritiene fondamentale che il Paese prosegua su una linea virtuosa nel recepimento del diritto europeo e abbandoni quanto prima la posizione di Paese dell'Unione con il più alto numero di infrazioni a carico.

  Mario MARAZZITI (SCpI), nel ringraziare la collega Cimbro ed il viceministro Pistelli per gli interventi svolti, condivide le considerazioni del Governo circa l'importanza dell'approvazione dei provvedimenti in esame che colmano il ritardo imbarazzante accumulato dall'Italia sulla materia del diritto d'asilo. Ritiene, inoltre, che sarebbe interessante ottenere dal Governo chiarimenti in ordine ai risparmi che conseguiranno dalla chiusura delle procedure d'infrazione a carico del nostro Paese.

  Vincenzo AMENDOLA (PD), nell'associarsi alle osservazioni appena svolte dal collega Marazziti, auspica una celere conclusione dell’iter dell'esame dei provvedimenti presso la Commissione competente in sede consultiva accogliendo le indicazioni della collega Cimbro e del viceministro Pistelli.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione, con distinte votazioni, approva la proposta di relazione favorevole con condizione e osservazione sul disegno di legge C. 1326 nonché la relazione favorevole sul disegno di legge C. 1327 ed il parere favorevole con osservazioni sul Doc. LXXXVII, n. 1, nominando l'onorevole Cimbro relatore presso la Commissione Politiche dell'Unione europea.

  La seduta termina alle 15.15.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 24 luglio 2013. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. – Interviene il viceministro degli affari esteri, Lapo Pistelli.

  La seduta comincia alle 15.15.

Schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero degli affari esteri per l'anno 2013, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi.
Atto n. 19.
Schema di decreto ministeriale concernente la tabella relativa agli enti a carattere internazionalistico ammessi al contributo annuale ordinario dello Stato per il triennio 2013-2015.
Atto n. 20.
(Esame congiunto ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione – Parere favorevole con condizione).

  La Commissione inizia l'esame dei provvedimenti in titolo.

  Andrea MANCIULLI (PD), relatore, osserva che i due schemi di decreto ministeriale all'esame della Commissione attuano quanto disposto dalla legge finanziaria 2002 che ha accorpato in un unico capitolo di spesa i contributi a enti, istituti ed altri organismi.
  Rileva che l'Atto n. 19 ripartisce pertanto la dotazione del capitolo 1163 dello stato di previsione del Ministero degli affari esteri per l'anno finanziario 2013. L'entità complessiva è pari a 1.438.150 euro rispetto agli euro 1.367.266 dell'anno precedente. Si registra l'incremento di euro 70.884 che viene ad essere appostato a favore degli enti a carattere internazionalistico sottoposti alla vigilanza del Ministero degli affari esteri, mentre sono confermati i contributi alla Società Dante Alighieri per 555.000 euro e all'UNIDROIT per 100.000 euro, nello stesso importo dell'anno precedente.
  Segnala che ai predetti enti è quindi assegnato lo stanziamento di euro 536.000 per i contributi ordinari, ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 948 del 1982, e quello di euro 247.150, ai sensi dell'articolo 2 della legge medesima, per un totale di euro 783.150. Il predetto incremento è Pag. 51imputato per euro 23.500 ai contributi ordinari e per euro 51.150 ai contributi straordinari.
  Rileva che l'Atto n. 20 provvede a sua volta a ripartire lo stanziamento relativo ai contributi ordinari per il triennio 2013-2015 tra quindici enti rispetto ai ventisei che hanno fatto domanda, riducendo di cinque unità il numero dei beneficiari rispetto al triennio precedente, ma confermandone soltanto dodici, in quanto due enti sono stati rientrati nella tabella ed un ente è invece per la prima volta ammesso a contributo.
  Fa notare che i contributi straordinari sono invece erogati dal Ministero degli affari esteri, a richiesta sia di enti inseriti nella tabella che di altri enti, sulla base di progetti specifici.
  Rammenta che nella precedente legislatura, questa materia ha fatto oggetto di ampia discussione in seno alla Commissione, nonché di una serie di audizioni degli enti interessati. È stata unanimemente riconosciuta l'esigenza di una riforma della disciplina legislativa che tuttavia la fine della legislatura non ha permesso. In buona sostanza, si era riconosciuta la legittimità dell'aspirazione degli enti internazionalistici a ricevere una sorta di riconoscimento ufficiale attraverso l'inserimento nella tabella, ma si era ritenuto di svincolare da tale riconoscimento l'erogazione finanziaria che a sua volta, superata la distinzione tra contributi ordinari e straordinari, avrebbe dovuto indirizzarsi non tanto a singoli enti ma a programmi pluriennali di servizi in campo scientifico, formativo ed editoriale che fossero preferibilmente il frutto di collaborazioni e di sinergie al fine di evitare duplicazioni e sovrapposizioni.
  Osserva però che in assenza della riforma legislativa, gli schemi di decreto ministeriale oggi in esame non possono naturalmente che riproporre la situazione pregressa. Al di là dell'entità delle cifre, non può sfuggire la delicatezza della materia, non solo per la crescente importanza della ricerca geopolitica ed internazionalistica nel mondo contemporaneo, ma anche per la necessità di garantirne il pluralismo promuovendo altresì i partenariati con l'estero e la formazione dei giovani ricercatori.
  Fa notare che purtroppo, la relazione al Parlamento sull'attività degli enti nel 2012 non è ancora stata presentata, per cui l'ultimo documento di riferimento, relativo al 2011 e presentato il 10 ottobre 2012, risulta piuttosto datato.
  Rileva che in via preliminare, con riferimento all'Atto n. 19, si può osservare che il contributo alla Società Dante Alighieri avrebbe potuto essere incrementato, dal momento che la Commissione si era espressa lo scorso anno in tale direzione.
  Quanto all'incremento dello stanziamento per i contributi straordinari agli enti internazionalistici, percentualmente più significativo, rileva che esso non corrisponde se non in minima parte agli indirizzi parlamentari della precedente legislatura che, se è vero che criticavano la contribuzione «a pioggia», delineavano tuttavia una radicale riforma del meccanismo di finanziamento che, come accennato, conduceva al superamento della stessa distinzione tra contributi ordinari e straordinari.
  Per memoria, ritiene si possa cogliere questa occasione per chiedere chiarimenti al Governo sulla sorte dell'Istituto italiano per l'Africa e l'Oriente posto in liquidazione dopo essere stato finanziato su questo capitolo fino al 2011.
  Entrando nel dettaglio, invece, dell'atto n. 20, dà lettura della tabella proposta, rilevando che la ripartizione dei contributi ordinari conferma tutto sommato l'impianto precedente sia per quanto concerne la «gerarchia» tra gli enti sia per quanto concerne la scelta di mantenere un ventaglio di beneficiari seppure ridotto. Tale scelta tuttavia induce inevitabilmente ad un'attenta valutazione delle inclusioni e delle esclusioni, che non è peraltro mancata polemicamente anche sugli organi di stampa. Segnala che la relazione di accompagnamento motiva al riguardo il recupero dell'Archivio Disarmo e del Forum per i problemi della pace e della guerra, così come l'ingresso in tabella, sia pure all'ultimo posto, dell'Istituto di alti studi in Pag. 52geopolitica e scienze ausiliarie. Osserva che non sono però invece riportate dettagliatamente le motivazioni delle esclusioni che riguardano l'Associazione italiana per gli studi di politica estera, la Fondazione Basso, la Società geografica italiana, la Fondazione Magna Charta, la Fondazione per la Sussidiarietà, l'Istituto internazionale di diritto umanitario.
  Ritiene che sarebbe, quindi, opportuno, prima di formulare il parere, acquisire dal rappresentante del Governo tali dettagliate motivazioni, così come un'anticipazione dei contenuti della relazione sull'attività svolta nel 2012, almeno per quanto concerne l'assegnazione dei contributi straordinari che è di stretta competenza ministeriale, restando appunto riservato al Parlamento l'esercizio del controllo.
  In tale ottica, ritiene opportuno sottolineare la necessità di un costante monitoraggio parlamentare su tale materia che non può limitarsi alle scadenze annuali.
  Desidera infine ribadire l'esigenza di una riforma della legge vigente per il futuro; per l'oggi si tratta di verificare lo schema proposto e se del caso parzialmente modificarlo, ma sempre nella consapevolezza che si tratta di una situazione da superare che al tempo stesso non può tuttavia essere sospesa perché non ci si può privare del supporto della comunità scientifica in questo campo.

  Il viceministro Lapo PISTELLI, nel ringraziare l'Onorevole Manciulli per l'esaustiva relazione svolta, sottolinea che negli ultimi dieci anni vi è stato un vero e proprio crollo di risorse disponibili per gli enti a causa della crisi, dei tagli lineari e della spending review.
  Fa presente, quanto al capitolo 1163, che la legge di stabilità 2013 ha reso disponibile un finanziamento pari a 1.438.150 euro. Segnala che il capitolo ha subito una consistente decurtazione rispetto all'esercizio 2012 a seguito dell'eliminazione dai beneficiari dell'Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente, ente pubblico vigilato dal Ministero degli Esteri, ora in corso di liquidazione. Ricorda che al netto del contributo erogato all'Istituto negli ultimi due esercizi, pari ad 800.000 euro, il capitolo registra un'ulteriore, ancorché lieve, flessione delle risorse disponibili per i restanti beneficiari, pari a 17.850 euro.
  Osserva che la necessità intervenuta nello scorso esercizio di ricorrere alle risorse del capitolo in esame per fronteggiare gli oneri del personale transitato nei ruoli del Ministero degli affari esteri, pari ad un costo complessivo di 889.734 euro, ha fatto sì, peraltro, che le risorse effettivamente disponibili per gli altri beneficiari dello stesso sia aumentata rispetto alla somma a disposizione nel 2012, pari a 1.366.266 euro, ossia per un importo netto di 71.884 euro.
  Nell'evidenziare che nella ripartizione delle risorse disponibili si è tenuto conto delle specificità di ciascuno dei beneficiari e dell'entità dei rispettivi contributi, sottolinea che per gli Enti internazionalistici è stato stanziato per il 2013 un totale di 783.150 euro, a fronte dei 711.200 erogati nel 2012, divisi tra contributi ordinari annuali «a bilancio» (ex articolo 1 della legge n. 948 del 1982) per 536.000 euro, rispetto ai 515.200 euro del 2012; e contributi straordinari «a progetto» (ex articolo 2) pari a 247.150 euro, rispetto ai 196.000 euro del 2012.
  Sottolinea che la scelta di privilegiare i contributi «a progetto» viene incontro ad una precisa indicazione delle Commissioni parlamentari e risponde ad un'obiettiva esigenza di razionalizzazione della materia, tenuto conto del maggior controllo sulla destinazione del finanziamento che tale forma di contributo assicura al Ministero. Segnala che i contributi straordinari sono, infatti, uno strumento operativo a carattere discrezionale di rilevanza fondamentale per la realizzazione di attività di ricerca e analisi in collaborazione con gli enti internazionalistici e permettono di valorizzare progetti specifici, di concreto interesse per le attività del Ministero degli affari esteri e sulla cui qualità finale è possibile effettuare una verifica puntuale. Evidenzia che nel 2013 è in corso di svolgimento il secondo anno di applicazione delle dodici aree tematiche prioritarie di interesse per il Ministero degli Pag. 53affari esteri in materia di ricerca e analisi, che sono state il frutto di un'elaborazione congiunta fra la Segreteria Generale e le varie Direzioni Generali.
  Al riguardo, rileva che sarebbe auspicabile che gli enti non si dedicassero esclusivamente a progetti quali organizzazione di convegni e pubblicazioni ma dessero vita a iniziative che possano essere realmente di ausilio al Parlamento ed al Governo.
  Nel rilevare che, per assicurare la massima trasparenza, le aree tematiche sono pubblicate sul sito istituzionale del Ministero, fa presente che per il biennio 2014-2015 è prevista l'individuazione di nuove tematiche alla luce dell'esperienza maturata finora e sempre con il fine di ottimizzare le attività che coinvolgono gli Enti internazionalistici.
  Si sofferma poi sul decreto che prevede la nuova tabella triennale dei beneficiari di contributi ordinari a bilancio ex articolo 1 della legge n. 948 del 82 per il periodo 2013-2015. Al riguardo, osserva che rispetto alla precedente tabella si è optato per una concentrazione a favore degli enti che per dimensione, autorevolezza internazionale e livello di collaborazione raggiunto con il Ministero, appaiono meritevoli di un sostegno finanziario più consistente, in un'ottica di razionalizzazione ulteriore dell'allocazione delle risorse.
  Segnala che il numero complessivo è così sceso dai venti enti del triennio 2010-2012 ai quindici beneficiari, nella selezione dei quali si è ricorso ai seguenti criteri: effettiva vocazione internazionalistica dell'attività di ricerca e studio svolta, evitando di includere quelle realtà che ne fanno solo una componente accessoria della propria mission; portata e ampiezza dei campi di indagine trattati, evitando però di penalizzare eccessivamente gli enti con una vocazione meno generalista, ma avendo cura di considerare le realtà in grado di coprire i temi salienti dell'attualità internazionale; come terzo parametro si è cercato, infine, di dare spazio a enti di nuova costituzione o ampiamente rinnovati, che rispettino gli altri criteri richiamati, evitando così di creare l'impressione di «rendite di posizione».
  Quanto alla Società Dante Alighieri evidenzia che è previsto un contributo di 555.000 euro, che conferma quello erogato nell'ultimo esercizio. In linea con l'intesa raggiunta lo scorso anno con la Direzione generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie su impulso delle Commissioni parlamentari, questo contributo verrà integrato con un finanziamento pari a 55.000 euro sul capitolo 3122 di competenza di detta Direzione. Verrà rispettata, così, l'indicazione già ricevuta lo scorso anno affinché l'importo complessivo dei contributi ministeriali alla Società Dante Alighieri, pari quest'anno a 610.000 euro, superi la somma di 600.000 euro, indicazione verso cui il Ministero si era impegnato in quella sede.
  Nell'osservare che il Ministero degli affari esteri è perfettamente consapevole dell'inadeguatezza di questo contributo rispetto al volume ed alla rilevanza delle attività della Società Dante Alighieri e all'azione svolta a favore della lingua e cultura italiana, segnala che, tuttavia, solo un intervento legislativo che ripristini un contributo ad hoc per tale ente, con un'adeguata copertura finanziaria, potrebbe permettere di porre rimedio in modo definitivo a questa situazione. Rimarca che la dinamica del capitolo 1163, infatti, è tale che, dopo i consistenti tagli subiti negli ultimi esercizi, ogni ulteriore riduzione viene ad incidere su contribuzioni già inadeguate rispetto alle finalità della normativa di riferimento ed impone un ripensamento dell'intera materia, qualora si intenda tutelarne meglio la funzionalità.
  Quanto all'UNIDROIT, ricorda che il contributo di 100.000 euro, per le medesime ragioni di funzionalità minima sopra richiamate, è finalizzato a garantire a tale organizzazione internazionale ospitata a Roma lo stesso contributo degli ultimi tre esercizi. Fa presente che il Ministero peraltro, ha recepito l'esigenza di riportare il contributo italiano al livello dei membri di prima categoria, tenuto anche conto della Pag. 54sua natura di organizzazione internazionale tutelata da un accordo di sede. Nel rilevare che, affinché lo sganciamento del finanziamento all'Istituto dal capitolo 1163 abbia luogo, è tuttavia necessario che venga ultimato l’iter della ratifica della relativa modifica all'accordo di sede, attraverso la prevista legge di autorizzazione parlamentare, osserva che resta infine ferma l'esigenza di revisione integrale della materia, come peraltro ribadito in modo chiaro e puntuale nei pareri sulla proposta di ripartizione 2012 delle Commissioni Esteri di Camera e Senato.
  Tornando sulla situazione dell'ISIAO, nel ribadire che è in corso la procedura di liquidazione, osserva che il Ministero degli affari esteri, in collaborazione con il Comune di Roma e gli altri Dicasteri competenti, sta cercando di trovare soluzioni adeguate per tutelare l'importantissima collezione storico-artistica posseduta dall'ente, ad esempio mediante la costituzione di una fondazione.
  Nell'evidenziare che il Ministero ha nel frattempo proseguito il proprio sforzo di ulteriore razionalizzazione della gestione del capitolo, restando tuttavia pienamente disponibile a valutare una revisione della disciplina normativa, sottolinea che tale revisione dovrebbe permettere al Ministero di avvalersi di uno strumento operativo più in linea con le note esigenze di contenimento della spesa per le proprie attività che, in un contesto di risorse decrescenti, necessitano di iniziative mirate, specifiche e verificabili.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, esprime l'avviso che non possano essere penalizzati gli enti che svolgono attività internazionalistica in un'ottica interdisciplinare rispetto agli enti che ne fanno invece il loro oggetto esclusivo.

  Andrea MANCIULLI (PD), relatore, illustra una proposta di parere favorevole con la condizione che siano reinseriti in tabella con il contributo ordinario di 11.000 euro l'Istituto internazionale di diritto umanitario, la Fondazione Basso e la Fondazione Magna Charta, riducendo lo stanziamento per i contributi straordinari per l'importo corrispondente (vedi allegato 4).

  La Commissione approva la proposta di parere favorevole con condizione, come formulata dal relatore.

  La seduta termina alle 15.45.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

RISOLUZIONI

7-00061 Bergamini: Sul contrasto della violenza sessuale nelle situazioni di conflitto e di post-conflitto.

Pag. 55