CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 25 giugno 2013
44.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giunta per le autorizzazioni
COMUNICATO
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  Martedì 25 giugno 2013. – Presidenza del Presidente Ignazio LA RUSSA.

  La seduta comincia alle 14.

Seguito delle comunicazioni del Presidente sull'istanza di insindacabilità avanzata da Giorgio Jannone, deputato all'epoca dei fatti.

  Ignazio LA RUSSA, Presidente, ricorda che nella seduta del 29 maggio aveva informato i colleghi dell'istanza in materia d'insindacabilità avanzata da Giorgio JANNONE, deputato nella scorsa legislatura. In quell'occasione la Giunta aveva deliberato di richiedere documentazione idonea a conoscere le condotte oggetto del procedimento giudiziario e il momento in cui erano state poste in essere.
  A tale richiesta hanno fatto riscontro due diverse comunicazioni.
  La prima, pervenuta l'11 giugno 2013 dal Giudice per le indagini preliminari, dott. Palestra, riguarda la reiezione dell'istanza proposta dalla difesa dell'onorevole Jannone circa la insindacabilità delle opinioni oggetto del procedimento penale. Osserva il giudice che, richiesto degli atti, il Pubblico ministero ha ritenuto di non trasmetterli, «anche a tutela del segreto investigativo riguardante “la gran parte degli atti”» e che, dunque, occorre prendere atto che il 30 maggio 2013 lo stesso Pag. 8Pubblico Ministero «comunica che la iscrizione dello Jannone nel registro degli indagati è stata formalmente rettificata nel senso che lo stesso deve considerarsi “soggetto ad indagini per il delitto di cui agli artt. 56-629 c.p. commesso in Bergamo dal 25 marzo 2013” e dunque in epoca successiva» alla scadenza del mandato parlamentare.
  La seconda comunicazione, trasmessa il 13 giugno, proviene invece dalla Procura della Repubblica di Bergamo ed è anche corredata da alcuni atti dell'inchiesta.
  Desidera in questa sede ribadire le sue perplessità sulla circostanza che la pubblica accusa – senza peraltro fornire elementi documentali al Giudice competente – abbia proceduto ad una rettifica della data di iscrizione nel registro degli indagati che non può non ingenerare dubbi. Deve tuttavia constatare che, in ragione di ciò, l'effetto è quello di precludere la cognizione della Giunta.
  Invita, pertanto, a prendere atto che, allo stato, in base ai documenti a disposizione e degli elementi fattuali di cui è a conoscenza, non vi siano le condizioni affinché la Giunta possa esaminare in modo compiuto l'istanza proposta dall'onorevole Jannone.

  La Giunta prende atto.

Comunicazioni del Presidente sull'adozione di criteri generali di applicazione dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione.

  Ignazio LA RUSSA, Presidente, rammenta che nella seduta dello scorso 12 giugno è stata avanzata la proposta da parte dell'onorevole Rossomando – da lui pienamente condivisa – di svolgere una riflessione sui criteri generali di applicazione della prerogativa parlamentare di cui al primo comma dell'articolo 68 della Costituzione, così da orientare le deliberazioni della Giunta in materia di insindacabilità e di conflitti di attribuzione.
  Al fine di assumere utili spunti di dibattito, invita pertanto i colleghi a prendere visione della documentazione concernente i lavori delle ultime due legislature, dedicati alla predisposizione di relazioni, unanimemente adottate dalla Giunta.
  Analogamente al metodo di lavoro seguito in passato, propone quindi di utilizzate quale testo base la Relazione sui criteri generali di applicazione dell'insindacabilità parlamentare approvata dalla Giunta nella scorsa legislatura.
  Naturalmente il documento potrà essere integrato con gli aggiornamenti che si riterranno opportuni. A tal fine invita i gruppi ad indicare i propri rappresentanti – tra cui certamente l'onorevole Rossomando –, a cui conferire il mandato di redigere il testo da portare all'esame del plenum della Giunta. Assicura che – in ogni caso – non farà mancare il proprio contributo a tale lavoro.

  Alessio TACCONI (M5S) dichiara che il suo gruppo si riserva di indicare un proprio membro per partecipare al lavoro promosso dalla Presidenza.

Seguito delle comunicazioni del Presidente su una domanda di autorizzazione ai sensi del secondo e terzo comma dell'articolo 68 della Costituzione (Doc. IV, n. 2).

  Ignazio LA RUSSA, Presidente, ricorda che risulta ancora pendente la richiesta di utilizzo di intercettazioni di conversazioni del senatore Denis Verdini, di Nicola Cosentino, deputati all'epoca dei fatti, nonché di Marcello Dell'Utri, senatore all'epoca dei fatti, inoltrata dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Roma (nell'ambito del procedimento penale n. 30547/10 RGNR – n. 16607/10 RG GIP).
  L'incarico di relatore è stato già affidato all'onorevole Costa, unitamente al compito di istruire le delicate questioni concernenti la sfera di competenza di ciascun ramo del Parlamento nei confronti dei soggetti interessati. Risulta che l'Ufficio di Presidenza della omologa Giunta del Senato ha affidato alla vicepresidente, senatrice Pezzopane, l'incarico di interfacciarsi Pag. 9con la Giunta della Camera per istruire la questione.
  Quanto alle concrete modalità di interlocuzione con l'altro ramo del Parlamento, aveva già manifestato il proprio orientamento favorevole allo svolgimento di un dibattito in una sede formale. È consapevole, in ogni caso, che – laddove il confronto sulle risultanze istruttorie e sulle conseguenti decisioni non maturi in una sede esclusivamente informale – dovrà essere rimessa alle Presidenze dei due rami del Parlamento l'indicazione sul percorso da seguire per giungere ad una decisione comune.
  Ipotizza, peraltro, che la soluzione relativa al riparto di competenze in ordine alle richieste di utilizzazione di comunicazioni riferite a deputati o senatori che al momento della richiesta dell'autorità giudiziaria sono divenuti membri dell'altra Camera possa anche essere oggetto di un apposito disegno di legge recante norme di interpretazione autentica della disciplina di cui alla legge n. 140 del 2003.
  Conclusivamente, sollecita l'onorevole Costa a riferire quanto prima sugli esiti dei contatti con la collega del Senato.

Sull'ordine dei lavori.

  Ignazio LA RUSSA, Presidente, propone l'inversione dell'ordine del giorno al fine di anticipare l'esame della domanda di insindacabilità avanzata dall'onorevole Pini, avendo quest'ultimo richiesto di essere audito nella seduta odierna.

  Anna ROSSOMANDO (PD) dichiara di non opporsi a tale inversione dell'ordine del giorno purché ciò non pregiudichi la trattazione del successivo punto riferito all'ordinanza della Corte costituzionale n. 56 del 2013, la cui urgenza discende dall'esigenza di trasmettere in tempo utile all'Ufficio di Presidenza della Camera gli orientamenti della Giunta. Segnala, peraltro, che alcuni colleghi saranno impegnati a breve nei lavori delle Commissioni di merito.

ESAME DI UNA DOMANDA DI DELIBERAZIONE IN MATERIA D'INSINDACABILITÀ

Esame di una domanda di deliberazione in materia d'insindacabilità avanzata dal deputato Gianluca Pini, nell'ambito di un procedimento civile pendente presso la corte d'appello di Bologna (atto di citazione del signor Ellero Morgagni).
(Esame e rinvio).

  Danilo LEVA (PD), relatore, ricorda che la domanda in titolo – che riguarda vicende verificatesi nel corso del giugno 2009 – era stata già avanzata nella scorsa legislatura, in epoca anteriore alla definizione del primo grado di giudizio. La richiesta è stata poi sollecitata il 14 giugno 2012 ma, non essendosi compiuto l'esame in Giunta, essa pende tuttora all'ordine del giorno.
  Lo scorso 5 giugno 2013, nuovamente, la difesa del deputato ha fatto richiesta alla Giunta, «ritenuta la gravità e l'urgenza, stante la mancata concessione della sospensione della provvisoria esecutorietà della sentenza di primo grado e l'omessa pronuncia della Corte di appello sulla pregiudiziale invocata da questa difesa ex articolo 3 L. 140/2003. di calendarizzare e pronunciarsi in merito».
  Ricorda che la controversia scaturisce dalla richiesta di risarcimento dei danni non patrimoniali da parte dell'ACER (Azienda Casa Emilia Romagna della provincia di Forlì-Cesena, in persona del suo rappresentante Ellero Morgagni), nei confronti dell'onorevole Gianluca Pini, che era deputato anche all'epoca dei fatti, per una serie di sue dichiarazioni pubblicate sulla stampa locale nel giugno 2009, recanti espressioni ritenute offensive e non veritiere.
  Le dichiarazioni in oggetto sono state rilasciate in riferimento a due diverse vicende. La prima riguarda un appalto per lavori di ristrutturazione immobiliare, in cui il deputato accusa l'ACER di malcostume, di speculare sulla sicurezza, di svolgere lavori in modo irregolare e, più in generale, di partecipare ad un sistema di favoritismi nella gestione della cosa pubblica «da fare impallidire tangentopoli».Pag. 10
  La seconda vicenda concerne invece il commento dell'onorevole Pini all'azione giudiziaria intentata dall'ACER nel momento in cui l'investimento in titoli della Lehman Brothers si rivela fallimentare («È come se un tossico beccato con della droga si giustificasse denunciando il pusher»).
  Risulta, peraltro, che il tribunale di Forlì abbia aperto un procedimento penale connesso alle suddette vicende, proprio su esposto del deputato Pini, tuttora in corso. Notizie di stampa degli ultimi giorni rivelano gli esiti delle indagini della Guardia di finanza sulla gestione dell'ACER, ai cui organi di vertice sarebbero state contestate condotte illecite legate sia all'utilizzo delle risorse sia alla gestione di appalti.
  Nel giudizio di primo grado non è stata accolta la prospettazione della difesa che invocava il diritto di cronaca e di critica politica, in quanto si è ritenuto che la massima parte dei fatti ascritti alla parte attrice – pur «pertinenti» in quanto intrinsecamente di interesse pubblico – si fossero rivelati falsi o non dimostrati (né si può parlare di «verità putativa», che presuppone comunque un serio e diligente lavoro di ricerca). In più, lungi dal costituire esercizio della libera manifestazione del pensiero – che consente di comunicare la propria interpretazione critica dei fatti anche con un linguaggio aspro e pungente – l'opinione appare divulgata con espressioni «non continenti» ed anzi volgari, umilianti e tali da ledere l'altrui integrità morale.
  Pertanto, essendo stata riconosciuta la natura diffamatoria delle affermazioni a lui attribuite (nonché la sussistenza del dolo generico), il deputato Pini è stato condannato con sentenza provvisoriamente esecutiva al risarcimento dei danni pari a 10.000 euro per l'ACER e altrettanti al suo presidente Morgagni.
  Nell'atto introduttivo del giudizio di secondo grado – proposto dalla difesa dell'onorevole Pini – si argomenta che la fondatezza delle dichiarazioni del deputato non è stata potuta dimostrare per intero in quanto poggia su elementi oggetto di indagini penali coperte da segreto istruttorio e che proprio il procedimento penale in corso giustificherebbe i sospetti, peraltro espressi dall'onorevole sempre con formule dubitative ed ipotetiche. Per tale ragione, già in primo grado, si era chiesta (invano) la sospensione del giudizio civile in attesa della conclusione delle indagini della Procura della Repubblica.
  Per i profili di interesse della Giunta evidenzia che, in primo grado, né gli atti di parte né la sentenza recano alcun riferimento all'istituto dell'insindacabilità parlamentare ovvero ad atti tipici da cui possa emergere un «nesso funzionale» tra le dichiarazioni rese e lo svolgimento del mandato parlamentare.
  Solo nella proposizione dell'appello la difesa del deputato ha formalmente eccepito l'applicazione dell'articolo 68 primo comma della Costituzione, sostenendo che l'onorevole Pini «ha reso le predette dichiarazioni nell'esercizio della propria funzione parlamentare».
  Su tale eccezione la Corte di appello di Bologna ha però omesso di esprimersi.
  Si riserva di formulare una proposta in relazione all'audizione dell'interessato ed all'esito del dibattito.

  (Viene introdotto il deputato Gianluca Pini).

  Gianluca PINI (LNA) precisa, innanzitutto, che ha ritenuto opportuno essere ascoltato dalla Giunta per integrare la copiosa documentazione già prodotta con una puntuale ricostruzione della vicenda in esame.
  Dichiara di aver subito una condanna sui generis, in quanto, a suo avviso, le dichiarazioni ritenute diffamatorie avrebbero dovuto essere ricondotte nell'ambito delle prerogative che l'articolo 68, primo comma, della Costituzione riconosce a ciascun parlamentare.
  Ricorda che i fatti risalgono alla primavera del 2009, allorché un imprenditore chiese di incontrarlo, essendo lui un deputato rappresentativo di quel territorio e l'unico residente nella città di Forlì, per comunicare alcune irregolarità relative alla gestione degli appalti pubblici e agli Pag. 11investimenti finanziari da parte dell'ACER, con particolare riferimento all'attività di messa in sicurezza dal rischio sismico delle case popolari.
  Dopo aver preso visione della cospicua documentazione in possesso dell'interlocutore, valutò opportuno che la medesima fosse portata a conoscenza dell'autorità giudiziaria, circostanza che avvenne poco dopo nelle mani del dottor Marco Forte, magistrato di turno presso la Procura della Repubblica di Forlì. Subito dopo, ritenne suo dovere di parlamentare informare l'opinione pubblica circa le presunte gravi irregolarità da parte dell'ACER, attraverso dichiarazioni rese alla stampa locale. Tiene a sottolineare che tali dichiarazioni erano sempre rese in forma dubitativa, ovvero subordinando espressamente l'attribuzione delle suddette irregolarità nella gestione dell'edilizia residenziale pubblica alla previa verifica della verità dei fatti da parte della magistratura. In questo contesto si era limitato ad affermare che, qualora le indagini giudiziarie avessero appurato la fondatezza dei fatti denunciati, il presidente dell'ACER Ellero Morgagni, e l'ACER stessa, avrebbero dovuto procurarsi un buon avvocato per difendersi in giudizio.
  Ricorda, inoltre, che le sue dichiarazioni di commento all'azione giudiziaria intentata dall'ACER nel momento in cui l'investimento in titoli della Lehman Brothers si era rivelato fallimentare, erano state rese in un contesto di polemica politica locale e dettate dalla convinzione che investimenti in strumenti finanziari, per di più rivelatisi «tossici», non rientravano nel novero delle attività previste dallo statuto di tale ente.
  Rappresenta di aver successivamente presentato un atto di sindacato ispettivo nel quale si dava conto della notizia diffusa dalla stampa circa l'avvenuta presentazione di un esposto/denuncia all'autorità giudiziaria in relazione alla gestione da parte dell'ACER dell'edilizia residenziale di Forlì.
  Essendo stato citato in giudizio dal signor Ellero Morgagni per il presunto carattere diffamatorio delle suddette dichiarazioni, ha ritenuto necessario adire la Giunta affinché ne venisse riconosciuta l'insindacabilità.
  È poi intervenuta una decisione di condanna in primo grado da parte del Tribunale di Forlì, avverso la quale ha presentato appello con richiesta di sospendere la provvisoria esecutività della sentenza, tenuto conto anche della necessità di attendere la pronuncia della Giunta sui fatti in esame. La Corte d'appello ha respinto tale richiesta con una decisione che, a suo avviso, rappresenta un vulnus all'operatività dell'articolo 68 della Costituzione.
  In relazione alla vicenda giudiziaria che lo riguarda, giudica singolare il fatto che il Tribunale civile di Forlì, condannandolo al risarcimento del danno, abbia ritenuto diffamatorie le sue dichiarazioni che, pur tuttavia, attengono a fatti per i quali è pendente nei confronti del Morgagni un procedimento penale. Aggiunge, a tal proposito, che, secondo recenti notizie di stampa, è stata formulata dal pubblico ministero una richiesta di rinvio a giudizio dei dirigenti dell'ACER, tra cui Morgagni.
  Ribadisce, infine, che le sue dichiarazioni si inseriscono pienamente in un contesto di denuncia politica avente ad oggetto l'attività di prevenzione dal rischio sismico da lui particolarmente avvertita, anche in ragione del fatto che – come detto – era un deputato rappresentativo di quel territorio e – all'epoca, prima di trasferire la sua residenza – l'unico residente nella città di Forlì.

  Sofia AMODDIO (PD), chiede all'onorevole Pini quando abbia presentato l'atto di sindacato ispettivo al quale ha fatto riferimento.

  Ignazio LA RUSSA, Presidente, dopo aver precisato che l'onorevole Pini ha presentato un'interrogazione a risposta scritta nel mese di ottobre 2009, mentre le dichiarazioni alla stampa risalgono al mese di giugno dello stesso anno, chiede maggiori informazioni in merito alla richiesta di rinvio a giudizio dei dirigenti dell'ACER, tra cui Morgagni.

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  Gianluca PINI (LNA) dichiara di non avere al momento notizie ulteriori al riguardo.

  Ignazio LA RUSSA, Presidente, non essendovi ulteriori richieste di intervento, ringrazia l'onorevole Pini e dichiara conclusa l'audizione.

  (Il deputato Gianluca Pini si allontana dall'aula).

  Ignazio LA RUSSA, Presidente, invita i colleghi a valutare alcuni aspetti emersi dall'audizione del collega Pini, che sembrano avere una certa rilevanza. Si riferisce, in particolare, all'evoluzione che negli ultimi giorni sta avendo l'indagine penale sulle vicende da lui denunciate.

  Danilo LEVA (PD) si riserva di approfondire gli elementi offerti dal collega Pini, anche con riguardo ai possibili collegamenti tra le affermazioni poste a base del procedimento civile nei suoi confronti e l'atto di sindacato ispettivo cui l'onorevole ha fatto riferimento.

  Ignazio LA RUSSA, Presidente, rinvia il seguito dell'esame ad una prossima seduta.

ESAME DI DOMANDE DI DELIBERAZIONE IN MATERIA D'INSINDACABILITÀ

Seguito dell'esame di una domanda di autorizzazione all'utilizzo di conversazioni e comunicazioni nei confronti di Francesco Proietti Cosimi, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV, n. 4).
(Seguito dell'esame e rinvio).

  Ignazio LA RUSSA, Presidente, informa che, come già preannunciato in sede di Ufficio di Presidenza lo scorso 11 giugno, l'onorevole Proietti Cosimi ha trasmesso alla Giunta un'istanza di rigetto della richiesta in titolo.
  Ricorda altresì che, a seguito di quanto statuito nella seduta del 5 giugno, ha provveduto a richiedere all'autorità giudiziaria competente le informative della Guardia di finanza citate negli atti trasmessi alla Giunta ma non allegate alla richiesta di autorizzazione. Comunica, al riguardo, che l'autorità giudiziaria ha trasmesso la documentazione lo scorso 21 giugno.
  Preso atto dell'assenza del relatore, propone di rinviare il seguito dell'esame ad una successiva seduta.

  La Giunta concorda.

Seguito delle comunicazioni del Presidente sul conflitto di attribuzione di cui all'ordinanza della Corte costituzionale n. 56 del 2013.

  Ignazio LA RUSSA, Presidente, ricorda che nella seduta dello scorso 5 giugno aveva sinteticamente riassunto i fatti dai quali è scaturito il conflitto in oggetto e la relativa vicenda processuale.
  Aveva altresì evidenziato come, a suo avviso, ogni qual volta la Giunta sia chiamata a fornire alla Presidenza propri elementi di valutazione in tema di conflitti di attribuzione, sia opportuno che la Giunta stessa si pronunci sempre nel senso della difesa in giudizio della deliberazione assunta dall'Assemblea.
  Questa è la sua proposta in quanto è suo convincimento che solo partecipando al giudizio la Camera possa rappresentare le argomentazioni poste a fondamento delle decisioni a suo tempo assunte, consentendo così alla Corte di poter disporre di tali elementi nel momento in cui è chiamata a decidere sul conflitto.
  Ricorda infine che la Giunta in questa sede è chiamata ad esprimere i propri elementi di valutazione in vista delle conseguenti deliberazioni degli organi parlamentari competenti a formulare la proposta (ovvero l'Ufficio di Presidenza della Camera) e a deliberare sulla medesima proposta (ovvero il plenum dell'Assemblea).
  Al riguardo, tenuto conto dei ristretti tempi disponibili, invita i colleghi a valutare preliminarmente se vi siano le condizioni Pag. 13per svolgere una discussione nel merito o se sia invece opportuno rinviarne il seguito.

  Dalila NESCI (M5S) propone di procedere rapidamente alla deliberazione concernente gli orientamenti della Giunta relativamente al conflitto di attribuzione in titolo. Ricorda che i tempi a disposizione della Camera per la costituzione in giudizio sono in gran parte già decorsi e che occorre lasciare il margine di tempo residuo agli organi parlamentari competenti ad assumere le decisioni finali.

  Enrico COSTA (PdL) osserva che i tempi disponibili per la prosecuzione della seduta odierna non sono certamente sufficienti ad una trattazione esaustiva. Invita, peraltro, i membri della Giunta ad assumere le proprie determinazioni senza essere condizionati da prese di posizione assunte nella scorsa legislatura. È al riguardo pienamente consapevole che il Gruppo del Partito Democratico nella scorsa legislatura si era espresso nel senso di negare l'insindacabilità per i fatti da cui è scaturito il conflitto. Rileva, tuttavia, che in questa occasione votare in senso favorevole alla proposta del Presidente sarebbe coerente con il principio, a suo giudizio assolutamente fondamentale, di salvaguardare la continuità della giurisprudenza dell'organo cui appartiene e di evitare, quindi, che decisioni così delicate sulle prerogative parlamentari possano dipendere da mere logiche di schieramento e dunque variare ad ogni cambio di maggioranza. Essendo opportuno riservarsi un maggior approfondimento che i tempi oggi a disposizione della Giunta non consentono, propone di rinviare la decisione finale.

  Anna ROSSOMANDO (PD) dichiara che la sua parte politica è già pronta ad esprimersi in merito agli orientamenti della Giunta da rendere all'Ufficio di Presidenza, che risulta convocato già domani per adottare le decisioni di sua competenza. Ogni valutazione in ordine alla programmazione dei lavori della Giunta dovrà tenere conto dell'organizzazione dei lavori di quest'ultimo organo. Ove necessario, la Giunta potrebbe quindi tornare a riunirsi oggi stesso al termine della seduta dell'Assemblea o, al più tardi, domani mattina.
  Desidera, in ogni caso, evidenziare che il Gruppo del Partito Democratico intende muoversi nel solco della coerenza con i principi generali che la Giunta medesima all'unanimità ha adottato nella seduta del 14 gennaio 2009, approvando la Relazione sui criteri generali di applicazione dell'insindacabilità parlamentare che, evidentemente, copre anche la materia dei conflitti d'attribuzione. Rimarca come, nella scorsa legislatura, le posizioni assunte dal suo Gruppo sono state sempre improntate al rispetto degli orientamenti espressi in quel documento.

  Ignazio LA RUSSA, Presidente, essendo ripresi i lavori dell'Assemblea, prende atto dell'impossibilità di svolgere una compiuta discussione dell'argomento in esame.
  Al riguardo, si riserva di riconvocare tempestivamente la Giunta al fine di far esprimere l'orientamento di sua competenza nel rispetto dei termini previsti per la costituzione in giudizio e comunque in tempo utile perché sia reso all'Ufficio di Presidenza della Camera. Poiché risulta che quest'ultimo è già convocato sul punto per la giornata di domani, mercoledì 26 giugno, sarà sua cura rappresentare alla Presidenza della Camera l'esigenza di consentire alla Giunta di disporre di maggiore tempo. Resta fermo che ogni decisione in materia di convocazione della Giunta, in questa settimana o all'inizio della prossima, sarà assunta in modo compatibile con i lavori dell'Ufficio di Presidenza della Camera.

  La seduta termina alle 15.

AVVERTENZA

  La riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, non ha avuto luogo.