CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 25 giugno 2013
44.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
COMUNICATO
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ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Martedì 25 giugno 2013. — Presidenza del presidente Pierpaolo VARGIU.

  La seduta comincia alle 13.45.

Programma di lavoro della Commissione europea per il 2013 e relativi allegati.
COM(2012)629 final.
Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea per il periodo 1o gennaio 2013-30 giugno 2014.
(17426/12).
Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2013.
Doc. LXXXVII-bis, n. 1.
(Parere alla XIV Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, ricorda che la Commissione inizia oggi l'esame congiunto, per le parti di competenza, del programma di lavoro della Commissione europea per il 2013 e relativi allegati (COM(2012)629 final), del programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea per il periodo 1o gennaio 2013-30 giugno 2014 (17426/12) e della relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2013 (Doc. LXXXVII-bis, n. 1).
  Ricorda, inoltre, che l'esame dovrà concludersi entro martedì 2 luglio, con l'approvazione di un parere che verrà trasmesso alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), e con la nomina del relatore che può partecipare, per riferirvi, alle sedute della XIV Commissione la quale a sua volta concluderà l'esame dei predetti documenti, con l'approvazione di una relazione per l'Assemblea.

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  Benedetto Francesco FUCCI (PdL), relatore, ricorda che la relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione Europea costituisce il documento che, ai sensi dell'articolo 13 della legge 24 dicembre 2012, n. 234 – concernente la partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea – il Governo è tenuto a presentare entro il 31 dicembre di ogni anno alle Camere per indicare gli orientamenti e le priorità che intenda perseguire nell'anno successivo, nell'ambito del processo di integrazione europea. Osserva che tale strumento era già contemplato dalla normativa previgente in materia e che, dunque, questa è la terza volta che le Camere procedono al relativo esame. Fa altresì presente che la Giunta per il regolamento della Camera, nel parere del 14 luglio 2010, ha disposto che la relazione programmatica sia oggetto di esame congiunto con gli strumenti di programmazione legislativa e politica delle istituzioni europee, secondo la procedura già delineata a questo scopo dalla stessa Giunta il 9 febbraio 2000; la relazione di rendiconto continuerà invece a essere esaminata congiuntamente con il disegno di legge comunitaria, secondo il disposto di cui all'articolo 126-ter del Regolamento.
  Rileva, quindi, che la relazione in oggetto – trasmessa dal Governo al Parlamento il 5 giugno scorso nel medesimo testo che era già stato inviato il 18 gennaio 2013 (quindi nella XVI legislatura) e non esaminato in ragione dello scioglimento delle Camere – tiene conto delle indicazioni contenute nei vari strumenti di programmazione adottati dalle istituzioni dell'Unione europea, in primis il Programma di lavoro della Commissione europea per il 2013 e il Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea.
  Per quanto riguarda specificamente le materie di competenza della Commissione affari sociali, richiama innanzitutto i principali indirizzi della politica dell'UE in materia di sanità, che emergono dai documenti in esame, rilevando come la politica dell'UE in materia di salute umana sia volta ad assicurare ai cittadini europei livelli di salute di qualità, attraverso l'individuazione di standard precisi. A tali obiettivi l'UE intende giungere sia attraverso politiche propriamente sanitarie sia attraverso l'integrazione con le altre politiche, in primo luogo la politica agricola e quella ambientale. La tutela della salute dei cittadini europei avviene su diversi fronti: la lotta contro le droghe e le dipendenze (ultima, in tale campo, è la decisione assunta il 21 giugno dal Consiglio europeo in materia di lavorazione e commercializzazione del tabacco); l'assistenza sanitaria in caso di malattie croniche o di lunga durata (tale approccio acquista un peso sempre più importante, a fronte del progressivo invecchiamento della popolazione europea); la sicurezza dei medicinali ad uso umano (da ultimo, si ricorda l'impegno per la modifica delle norme in materia di sperimentazioni cliniche e di dispositivi medici, anch'essi discussi in occasione del Consiglio salute del 21 giugno scorso); lo sviluppo della ricerca medica e tecnologica in campo medico.
  Con riferimento, poi, alla sanità animale, ricorda l'impegno dell'Unione nel garantire la sicurezza degli allevamenti e della lavorazione delle sostanze animali, al fine di garantire elevati standard di sicurezza alimentare.
  Entrando, quindi, nel merito del contenuto della relazione programmatica su questi temi, rileva innanzitutto come essa dedichi un intero capitolo al comparto sanitario, suddividendolo in due paragrafi, rispettivamente incentrati sulla sanità pubblica e sulla sanità veterinaria.
  La relazione programmatica mette in luce l'intenzione dell'Italia di collaborare alla promozione della salute in tutte le politiche portate avanti dall'UE (c.d «Health in All Policies»), al potenziamento delle reti europee di controllo, informazione, collaborazione e scambio di informazioni e dati. Inoltre, si ribadisce l'impegno al rafforzamento dell'integrazione della ricerca medica, alimentare e veterinaria italiana nelle reti della ricerca europea, partecipando attivamente alla fase Pag. 84ascendente del diritto dell'UE e alla stesura dei piani pluriennali e delle iniziative collaborative da questi previste.
  Pertanto, l'Italia continuerà a finanziare la ricerca italiana nell'ambito dei progetti europei (per esempio, ERANET, TRANSCAN, NEURON). Inoltre, attraverso l'Istituto superiore di sanità, l'Italia continuerà ad essere coinvolta nelle iniziative relative alle infrastrutture europee di ricerca e ad offrire supporto diretto alle attività ESFRI (European Strategy Forum on Research Infrastrucutes) relative alla ricerca transazionale, Trials clinici e biobanche. Infine, nel corso del 2013, si segnala la partecipazione dell'Italia al programma EUROMED, iniziativa nata con l'obiettivo di promuovere il rafforzamento dei sistemi sanitari e dell'offerta di salute all'interno dell'area del mediterraneo, in linea con gli impegni presi nel quadro del «Processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo».
  Rileva, poi, che sempre nell'ambito della sanità pubblica, la relazione evidenzia come costituiscano priorità programmatiche di tipo normativo il recepimento della direttiva 2011/24/UE, diretta ad agevolare l'accesso dei cittadini dell'Unione a un'assistenza sanitaria transfrontaliera, sicura e di qualità e a garantire la mobilità dei pazienti, nonché la partecipazione al processo di revisione della direttiva 2001/37/CE, relativa alla lavorazione, alla presentazione ed alla vendita dei prodotti del tabacco.
  Nel paragrafo dedicato alla materia della sanità veterinaria, la relazione in esame evidenzia come nel 2013, da parte del Governo, sarà prestata attenzione agli sviluppi nel settore dell'igiene degli alimenti di origine animale e della sicurezza della produzione alimentare proveniente da Paesi terzi, in particolare attraverso il rafforzamento delle attività di collaborazione con il Servizio federale per i controlli veterinari e fitosanitari della Federazione Russa.
  Attenzione ulteriore verrà posta alle modifiche normative comunitarie intese all'uso ed al riconoscimento degli additivi alimentari, degli aromi, degli enzimi, dei contaminanti, dei materiali destinati al contatto con gli alimenti e degli organismi geneticamente modificati.
  Osserva, quindi, che in materia di nutrizione umana, la relazione evidenzia come saranno approfondite le problematiche concernenti l'applicazione delle misure di cui al regolamento (UE) n. 1169 del 2011 del 25 ottobre 2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori. A tal proposito, ricorda che tale regolamento richiamato, entrato in vigore il 12 dicembre 2011, si applicherà a partire dal 13 dicembre 2014, ad eccezione della parte relativa alla dichiarazione nutrizionale – che troverà applicazione a decorrere dal 13 dicembre 2016 – e di quella relativa a alcuni requisiti specifici per le carni macinate, che si applicheranno a partire dal 1o gennaio 2014. Il regolamento contiene numerose novità, a partire dall'obbligo di etichettatura nutrizionale per gli alimenti preconfezionati e di indicazione di origine per la carne suina, ovina, caprina o di volatili, fino all'obbligo di indicazione della presenza di allergeni, di alimenti congelati e surgelati, dei termini di scadenza e di conservazione dei prodotti e l'origine vegetale di oli e grassi vegetali. Lo stesso regolamento detta norme sugli alimenti «ricomposti», sulla visibilità sulle etichette delle diciture obbligatorie, sulla vendita a distanza, sulle responsabilità in termini di etichettatura che coinvolgono anche i distributori.
  Inoltre, la relazione precisa come nel corso dell'anno proseguirà la partecipazione della delegazione italiana al Gruppo ad alto livello sulla nutrizione e l'attività fisica, la cui azione è volta ad incrementare le politiche nutrizionali degli Stati membri attraverso interventi coerenti con gli orientamenti europei in materia.
  Relativamente al settore degli integratori e degli alimenti destinati ad un'alimentazione particolare, fa presente che la relazione afferma che il Governo intende partecipare attivamente all'adozione del regolamento comunitario sugli alimenti destinati a lattanti e bambini e sugli alimenti destinati a fini medici speciali – si osserva che il regolamento è stato poi Pag. 85definitivamente adottato nei giorni 11 e 12 del corrente mese di giugno; esso sostituisce la direttiva 2009/39/CE sui prodotti destinati ad un'alimentazione particolare. Ulteriore impegno, da parte del Governo, sarà rivolto all'esame di una proposta di regolamento sui nuovi prodotti e i nuovi ingredienti alimentari, adottata dalla Commissione per modificare il regolamento (CE) n. 258/97 del 27 gennaio 1997 in materia.
  Nell'ambito delle attività in materia di benessere animale e di quelle previste dalla Strategia della Commissione europea sulla salute degli animali 2007-2013, la relazione segnala la partecipazione della delegazione italiana all’iter consultivo, portato avanti dalla Commissione, per la predisposizione della proposta legislativa denominata Animal Health Law-AHL (da presentare al Parlamento e al Consiglio), intesa a migliorare e rendere più efficace la normativa in materia di salute degli animali.
  A tale proposito, il Governo evidenzia come intenda implementare il Sistema informativo nazionale veterinario per la sicurezza alimentare (SINVSA) a supporto del sistema di reti di sorveglianza epidemiologica per la sanità animale e la sicurezza alimentare, nonché il Sistema informativo sanitario SINTESI (Sistema integrato per gli scambi e le importazioni), dedicato alla tracciabilità delle merci di interesse veterinario provenienti da altri Paesi membri.
  Fa presente, poi, che un ulteriore impegno indicato nella relazione è costituito dal completamento del quadro normativo relativo alle anagrafi degli animali, anche in previsione dell'imminente modifica del regolamento (CE) n. 1760/2000 del 17 luglio 2000 del Parlamento europeo e del Consiglio, istitutivo di un sistema di identificazione e di registrazione dei bovini e relativo all'etichettatura delle carni bovine e dei prodotti a base di carni bovine, modifica questa che introdurrà la possibilità di identificare gli animali della specie bovina con identificativi elettronici.
  Per contrastare, infine, gli illeciti riguardanti gli animali da compagnia, saranno messi in atto controlli sia nei confronti dell'importazione e della commercializzazione delle pellicce di cane e gatto e dei prodotti che le contengono, sia rispetto all'introduzione illecita di detti animali.
  Osserva altresì come, oltre al capitolo espressamente dedicato alla sanità, siano presenti altri riferimenti o richiami a materie ed a provvedimenti che possono essere, direttamente o indirettamente, riconducibili all'ambito sanitario, delle professioni mediche e della prevenzione. In quest'ambito, ricorda, inoltre, che la relazione fa riferimento alla proposta di modifica della direttiva 2004/40/CE sulle misure minime di sicurezza per i lavoratori esposti ai campi elettromagnetici, volta a procrastinare il termine di recepimento della direttiva, al fine di consentire un possibile raggiungimento di un compromesso tra Parlamento europeo e Consiglio in merito ad una revisione dell'attuale direttiva.
  Per quanto riguarda, poi, l'altro grande capitolo di competenza della Commissione, concernente le politiche sociali, segnala che negli ultimi anni la politica europea si è impegnata a rendere concreta l'inclusione sociale delle fasce di popolazione più svantaggiate. A tale obiettivo sono riconducibili gli ultimi interventi della Commissione europea relativi alla tutela dell'infanzia e alla tutela dei giovani. Tale ultima politica è orientata all'inclusione sociale dei giovani, specie di quelli che non sono occupati, né frequentano corsi di istruzione o formazione (i cosiddetti NEET).
  Segnala, inoltre, il tema concernente la tutela degli anziani attraverso i diversi aspetti del diritto ad una pensione dignitosa, il diritto alle cure a lungo termine in caso di infermità ed invalidità, sottolineando come tali aspetti assumano un peso crescente dal momento che l'UE dovrà fronteggiare il crescente invecchiamento demografico della sua popolazione, che comporterà, se non intervengono le opportune correzione, un aumento delle Pag. 86spese a carico delle pubbliche amministrazioni, non sostenibile a fronte dell'attuale situazione di crisi economica.
  Entrando, quindi, nel merito del contenuto della relazione programmatica su questi temi, fa presente innanzitutto che l'azione dell'Italia si inserisce nel quadro tracciato dal «Patto per la crescita e l'occupazione» con il quale gli Stati membri dell'UE si sono impegnati a sviluppare ed attuare politiche per combattere la povertà e fornire assistenza alle categorie vulnerabili. Essa, in particolare, sarà indirizzata nel corso del 2013 alla sperimentazione della nuova social card nei comuni con più di 250.000 abitanti e alla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali e della loro articolazione in obiettivi di servizio, da conseguire in tappe progressive.
  Osserva, inoltre, che nella relazione sono messi in luce ulteriori aspetti, considerati prioritari quali: il potenziamento dei servizi socio-educativi per l'infanzia (gli interventi sono volti a proseguire le azioni messe in atto nel quadro del Piano straordinario per lo sviluppo dei servizi socio-educativi per la prima infanzia (2007-2010) e dei successivi stanziamenti annuali. Nel corso del 2013, si prevede di finanziare gli interventi anche attraverso risorse, pari a 70 milioni di euro, messe a disposizione dall'UE per il sostegno delle iniziative nazionali); la promozione di una strategia per l'invecchiamento attivo e solidarietà tra le generazioni (tra le misure specifiche facenti parte della strategia, si segnalano l'elaborazione di una Carta nazionale per l'invecchiamento attivo, vitale e dignitoso in una società solidale; premi per iniziative di promozione dell'invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni; investimenti operati dalle regioni che favoriscano la partecipazione attiva degli anziani alla vita familiare e sociale); le azioni per favorire l'inclusione sociale della gioventù (in particolare, nella relazione programmatica è messa in luce l'importanza dell'individuazione, nell'ambito del negoziato per la definizione del Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020, delle quote di bilancio da attribuire alle linee di intervento in materia di gioventù. Gli interventi saranno volti principalmente a favorire l'inclusione sociale dei giovani, in particolare con le seguenti azioni: sostegno del ruolo dell'animazione socio-educativa di qualità; interventi sulle problematiche relativi ai giovani che si trovano al di fuori del mondo del lavoro e dei percorsi di istruzione e formazione (i cosiddetti NEET); promozione dello sviluppo dello spirito imprenditoriale dei giovani; partecipazione alla cultura); la valorizzazione della funzione sociale dello sport e della pratica sportiva.
  In conclusione, rilevando, in generale, come le priorità segnalate dal Governo paiono complessivamente condivisibili, dichiara la propria disponibilità pronto ad accogliere osservazioni e proposte che saranno avanzate nel corso della discussione, ai fini della predisposizione del parere da trasmettere alla XIV Commissione.

  Maria AMATO (PD), con riferimento al contenuto dei documenti in titolo, evidenzia alcuni aspetti che, a suo avviso, potrebbero trovare accoglimento nel parere che la Commissione è chiamata a esprimere. In tal senso richiama, innanzitutto, la Strategia Europa 2020 per rilanciare l'economia dell'UE, che prevede cinque obiettivi ambiziosi, in materia di occupazione, innovazione, istruzione, integrazione sociale ed energia, da raggiungere entro il 2020. In particolare, l'obiettivo per la lotta alla povertà estrema passa attraverso la Piattaforma europea contro la povertà e l'emarginazione: si tratta di un'iniziativa tesa a stimolare a tutti i livelli gli sforzi per conseguire l'obiettivo, convenuto dall'UE, di liberare almeno 20 milioni di persone dalla povertà e dall'emarginazione entro il 2020.
  Segnala, quindi, che nella relazione programmatica in esame si sottolinea come anche per l'Italia la strategia per affrontare la povertà, e contrastarla come fenomeno sociale, passa attraverso la modernizzazione delle politiche del mercato del lavoro finalizzata ad un aumento del tasso di occupabilità di giovani, donne, Pag. 87disoccupati di lungo periodo. Precisa, dunque, che il tema della lotta alla povertà ed all'esclusione sociale, impegno chiaro di Europa 2020, che lo considera correttamente come un mezzo per liberare il potenziale umano, lavorativo e creativo dell'Europa, oltre che come un obiettivo con valore politico e sociale proprio, non è però di per sé una novità, in quanto già presente in tutti i testi costitutivi della UE come attività necessaria per realizzare il diritto ad una vita dignitosa ed una parità di accesso ai servizi essenziali per tutti i cittadini europei. In sostanza, la coesione e l'inclusione dipendono quasi esclusivamente dall'inserimento lavorativo e gli esclusi, gli emarginati, i soggetti portatori di handicap, gli immigrati, le donne, i minori, i lavoratori over 50 si «salverebbero» soltanto formandosi e lavorando.
  Fa presente tuttavia come il modello proposto non tenga conto di una evidenza semplice, data dall'aumento dell'area del rischio povertà e dell'area dei marginalizzati, fino ad arrivare all'attuale cifra di 100 milioni di persone a disagio economico pari al 17 per cento della popolazione.
  Rileva, pertanto, come la povertà estrema rappresenti una emergenza globale e come l'obiettivo di una drastica riduzione dell'incidenza della stessa si riproponga negli anni e nei progetti.
  Fa presente, quindi, che la risposta a tale emergenza, indicata nei documenti in oggetto, è data dalla partecipazione al Fondo per il sostegno alle persone più indigenti dell'Unione Europea per il periodo 2014-2020, che sosterrebbe i piani degli Stati membri finalizzati alla fornitura di cibo per le persone più svantaggiate così come alla distribuzione di altri beni essenziali alle persone senza fissa dimora. Poiché il nuovo programma per il 2014-2020 ha supportato nel 2012 oltre 18 milioni di poveri, evidenzia che, ferma restando la cifra dei 18 milioni di poveri – che a suo parere è di gran lunga inferiore alle nuove povertà che vanno ad ingrossare le fila del disagio e della marginalizzazione – la cifra stanziata per ogni povero ammonterebbe a circa 27 euro per ciascun anno.
  Considerata, pertanto, l'inadeguatezza di tale cifra, ritiene che, se, da un lato, sembra opportuno sostenere il programma di lungo termine che vede le politiche per la occupazione come strumento del raggiungimento della riduzione del numero dei poveri, occorrerebbe tuttavia che l'Italia si facesse promotore, quale Stato membro, di un appello all'incremento del Fondo per la povertà assoluta almeno per i soggetti senza fissa dimora e per quell'area di disagio estremo che è difficilmente recuperabile a livello occupazionale.
  Con riferimento, poi, ai temi trattati dai documenti in esame in materia di sanità, ne evidenzia l'esiguità complessiva, pur contemplando essi politiche di prevenzione quali la campagna europea contro il tabagismo, la politica di cultura sanitaria delle buone pratiche di vita e la medicina transfrontaliera.
  Ritiene, in particolare, che la lotta al tabagismo necessiti, oltre che della mobilitazione comunicativa nazionale, anche di un programma graduale di riconversione dei lavoratori della filiera del tabacco, al fine di evitare che interessi economici e prevedibili conflittualità sociali rallentino o riducano le possibilità di risultati della lotta al consumo di tabacco e di prevenzione delle patologie correlate.
  Ritiene altresì che dalla relazione programmatica del Governo emerga una certa cautela sul tema della medicina transfrontaliera, ciò che a suo avviso genera il rischio di una ricaduta interna che accentua il divario tra sanità nel nord e nel sud dell'Italia.
  Richiama, inoltre, l'attenzione su ulteriori punti che, pur essendo a suo avviso rilevanti, non sono ricompresi nella relazione programmatica, quali il contrasto alla medicina low cost, che rappresenta un fenomeno economico importante e necessita, quindi, di garanzie di qualità e sicurezza, e il riferimento alla politica del farmaco e, in particolare, alle iniziative da Pag. 88intraprendere per assicurare una maggiore omogeneizzazione e calmierazione dei prezzi dei farmaci.
  Auspica, quindi, che la Commissione accolga le considerazioni da lei svolte, con particolare riferimento all'esigenza per cui l'Italia si faccia promotore di iniziative volte a sollecitare l'implementazione dei fondi per la povertà estrema, nonché alla necessità di imprimere un'accelerazione alla procedura di restrizione normativa che regola la commercializzazione, l'approvvigionamento e la distribuzione del farmaco nel sistema dell'importazione parallela, con prevalente attenzione rivolta alla equa accessibilità.

  Andrea CECCONI (M5S) esprime apprezzamento per alcuni dei temi trattati nella relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, nonché nei documenti programmatici predisposti dalla Commissione europea e dal Consiglio dell'Unione europea, quali, in particolare: la promozione della salute in tutte le politiche portate avanti dall'UE attraverso soprattutto il potenziamento delle reti europee di controllo, informazione, collaborazione e scambio di informazioni e dati, nonché il finanziamento della ricerca italiana nell'ambito dei progetti europei; l'impegno a completare celermente il processo di revisione della direttiva relativa alla lavorazione, alla presentazione ed alla vendita dei prodotti del tabacco; il capitolo relativo alla sicurezza alimentare, cui si riconnette strettamente quello concernente la salute degli animali; il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché, per quanto riguarda specificamente le politiche sociali, le politiche di tutela dell'infanzia e degli anziani e le azioni per favorire l'inclusione sociale della gioventù, soprattutto dei giovani che si trovano al di fuori del mondo del lavoro e dei percorsi di istruzione e formazione.
  Nonostante la presenza dei suddetti argomenti, ritiene tuttavia che ve ne siano altri che, invece, non sono stati affrontati nei richiamati documenti e che, a suo avviso, meriterebbero adeguata attenzione. In tal senso segnala, innanzitutto, la direttiva 2011/62/UE, in materia di farmaci falsificati, che non viene contemplata nella relazione programmatica nonostante sul punto il nostro Paese sia stato messo in mora a causa della mancata attuazione entro il termine previsto dalla direttiva stessa.
  Segnala, inoltre, come nella relazione programmatica manchi qualsiasi riferimento a un impegno da parte del Governo nel senso di adottare misure volte a diminuire l'IVA sui prodotti per la prima infanzia.
  Dopo aver evidenziato l'assenza di temi molto importanti come quello delle malattie rare, reputa altresì inadeguata l'attenzione prestata al capitolo della disabilità che, per il modo in cui è trattato, non rappresenta, a suo avviso, una priorità per le politiche sociali europee.
  Ritiene, poi, che sarebbe stato opportuno inserire un richiamo alla necessità di addivenire alla ratifica, da parte di tutti gli Stati firmatari, della convenzione di Istanbul, in materia di violenza sulle donne.
  Reputa, infine, insufficienti le azioni predisposte al fine di combattere la povertà, osservando che, se si vuole seriamente fornire assistenza alle categorie più vulnerabili, misure quale la social card non possono bastare, ma occorrerebbero, invece, interventi più incisivi da parte degli Stati membri.

  Paola BINETTI (SCpI), richiamando genericamente gli indirizzi dell'Unione europea in materia di sanità e di politiche sociali, illustrati dal deputato Fucci nella sua relazione illustrativa, evidenzia come per molti aspetti vi sia una coincidenza di contenuti con i temi trattati dal ministro Lorenzin in sede di esposizione, presso la Commissione affari sociali, delle linee programmatiche dell'azione del ministero della salute. Ricorda, a tal proposito, che nel corso dell'audizione svoltasi il 4 giugno 2013 il ministro si è soffermato su diverse questioni concernenti la tutela della salute, evidenziando il problema principale ad esse sotteso, costituito dalla estrema limitatezza delle risorse finanziarie.Pag. 89
  Con riferimento alle politiche dell'Unione europea in materia di sanità, segnala innanzitutto come vi sia sempre più la tendenza a considerare la tutela della salute in una relazione sinergica con altri settori, in primis l'ambiente e l'agricoltura.
  Uno dei principali obiettivi che, a suo avviso, occorre perseguire è quello della definizione di standard applicabili a livello europeo, in modo che vengano a instaurarsi livelli comparabili, tra i vari Stati membri, sotto il profilo della tutela della salute e della qualità della vita.
  Un altro punto che reputa particolarmente degno di attenzione è costituito dal capitolo della lotta contro le droghe e le dipendenze. In quest'ambito s'inquadra il discorso concernente la lotta contro il tabagismo, anche nelle sue forme più moderne, quale l'uso delle sigarette elettroniche, che richiede un'azione di contrasto particolarmente forte e decisa da parte dello Stato italiano. Fa presente, poi, che, quando si affronta il tema delle dipendenze, non si può trascurare il capitolo concernente la dipendenza da gioco d'azzardo, in considerazione dell'entità che esso ha assunto e delle conseguenze che comporta, come è emerso anche all'esito dell'indagine conoscitiva svolta presso la Commissione affari sociali della Camera nel corso della XVI legislatura.
  Altri temi particolarmente meritevoli di considerazione sono, a suo parere, quello delle garanzie da predisporre a fronte dell'acquisto di farmaci on line, in modo da assicurare comunque la tutela del diritto alla salute, nonché il capitolo inerente alla sicurezza alimentare, già affrontato anche dal ministro Lorenzin nell'ambito della suddetta audizione, in stretta connessione con il capitolo relativo alla sanità animale.
  Dopo aver evidenziato lo spazio che la relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea dedica al finanziamento della ricerca, sottolineandone l'importanza, si sofferma, infine, sulle problematiche connesse al tema delle malattie rare, che richiederebbe un'azione sinergica forte da parte degli Stati membri, ritenendo che tale via rappresenti l'unica soluzione possibili al fine di consentire ai malati di sperare.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.25.

SEDE REFERENTE

  Martedì 25 giugno 2013. — Presidenza del presidente Pierpaolo VARGIU.

  La seduta comincia alle 14.25.

Disposizioni in materia di donazione del corpo post mortem a fini di studio e di ricerca scientifica.
C. 100 Binetti e C. 702 Grassi.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame delle proposte di legge in titolo, rinviato nella seduta del 18 giugno 2013.

  Marialucia LOREFICE (M5S) esprime alcuni dubbi con riferimento all'articolato di cui alla proposta di legge n. 100. In particolare, ravvisa una discrasia attinente al contenuto recato dagli articoli 1 e 2, per cui vi sarebbe incertezza in ordine a quali siano i corpi che possono essere destinati allo studio e alla ricerca scientifica. A tal proposito, reputa necessario prevedere con assoluta chiarezza che la donazione del proprio corpo dopo la morte sia riconducibile a una chiara manifestazione del consenso espresso in vita, mentre sarebbe problematico, a suo avviso, consentire la donazione dei corpi di persone sconosciute o prive di relazioni parentali e amicali, in quanto non sarebbe possibile conoscerne ex post la reale volontà.
  Si sofferma, poi, sul concetto stesso di morte, segnalando che negli ultimi anni è cresciuta l'opposizione ai criteri neurologici di morte cerebrale totale e di morte del tronco encefalico, anche da parte di Pag. 90medici e neurologi autorevoli, che hanno cominciato a ripensare la questione della morte cerebrale sulla base di indagini e osservazioni cliniche con lesioni neurologiche denominate «morte cerebrale totale».
  In particolare, evidenzia come tali dubbi si riflettano sulla donazione del corpo post mortem, poiché ci si domanda se il criterio della «morte cerebrale» può essere considerato un criterio attendibile, anche alla luce dei problemi morali connessi.
  A suo avviso, dunque, l'unica soluzione sarebbe quella di consentire al malato cosciente di scegliere consapevolmente, seguendo un criterio eticamente sostenibile.
  Fa presente, quindi, l'accertamento della morte dovrebbe avvenire secondo un sistema simile a quello adottato in Giappone laddove la morte è attestata dalla cessazione delle tre funzioni: respiratoria, circolatoria e cerebrale.
  Reputa fondamentale, pertanto, che il cittadino sia adeguatamente informato sulla possibilità di scelta in ordine alla donazione del proprio corpo; in tal senso, sottolinea l'importanza della cosiddetta biocard.
  Alla luce delle considerazioni svolte, ritiene che la legge n. 578 del 1993 non debba costituire l'unico punto di riferimento della suddetta proposta di legge, in quanto, in base al principio di autodeterminazione, è necessario assicurare all'individuo la possibilità di scegliere circa la donazione del proprio corpo qualora dovesse trovarsi in stato di morte cerebrale.

  Federico GELLI (PD), richiamando le considerazioni svolte dal deputato Lorefice, fa presente che l'accertamento del decesso si svolge con modalità differenti a seconda delle circostanze in cui esso avviene. Evidenzia, in particolare, che l'accertamento della morte cerebrale è richiesto esclusivamente in determinate circostanze, ad esempio nei casi di soggetti tenuti in vita a mezzo della respirazione artificiale, e che esso richiede l'espletamento di una procedura lunga e complessa, che si articola in una serie di passaggi.
  Fa presente, quindi, che il dibattito che in ripetute occasioni ha suscitato grande attenzione, anche presso l'opinione pubblica, riguarda l'accertamento della morte cerebrale, con esclusivo riferimento alla possibilità di procedere all'espianto degli organi, mentre nel caso di specie quest'ultima problematica non rileva affatto.

  Pierpaolo VARGIU, presidente, fa presente che nella prossima seduta potrà proseguire il dibattito sulle linee generali, all'esito del quale potranno avere luogo l'intervento da parte del rappresentante del Governo sul provvedimento in titolo, nonché la replica del relatore. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.35.