CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 22 maggio 2013
25.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO
Pag. 33

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Mercoledì 22 maggio 2013. — Presidenza del presidente Daniele CAPEZZONE. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

  La seduta comincia alle 13.05.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

5-00158 Zanetti: Aggiornamento dei programmi informatici relativi agli studi di settore per la compilazione del modello Unico.

  Enrico ZANETTI (SCpI) illustra la propria interrogazione, evidenziando come Pag. 34negli ultimi anni, in modo pressoché sistematico, il rilascio degli aggiornamenti dei software per la compilazione degli studi di settore è avvenuto in modo tardivo, rendendo necessarie proroghe ad hoc delle scadenze, spesso a ridosso delle stesse. In tale contesto l'atto di sindacato ispettivo intende sapere quando saranno disponibili i nuovi software degli studi di settore per la compilazione del modello Unico e, nel caso in cui si prevedano ritardi tali da portare il rilascio delle versioni definitive a ridosso delle scadenze, se il Governo non ritenga opportuno concedere le necessarie proroghe con debito anticipo.

  Il sottosegretario Alberto GIORGETTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Enrico ZANETTI (SCpI), replicando, dichiara di prendere atto della risposta e sottolinea come, nel caso in cui anche quest'anno dovessero arrivare ulteriori aggiornamenti dei software per la compilazione degli studi di settore a ridosso delle scadenze, quanto appena dichiarato dal sottosegretario dovrà essere considerato in modo molto negativo.

5-00159 Capelli ed altri: Proroga della detraibilità al 50 per cento per gli interventi di ristrutturazione edilizia e di efficientamento energetico.

  Renate GEBHARD (Misto-Min.Ling.) illustra l'interrogazione, di cui è cofirmataria, rilevando come essa abbia ad oggetto le detrazioni fiscali per gli interventi di ristrutturazione e di efficientamento energetico, che l'articolo 11 del decreto-legge n. 83 del 2012 ha innalzato dal 36 per cento al 50 per cento delle spese documentate, fino a un ammontare determinato e per un periodo limitato, ossia fino al 30 giugno 2013.
  Poiché ritiene che tali agevolazioni fiscali rappresentino uno strumento per il rilancio dell'economia, chiede al Governo se non ritenga opportuno rendere permanenti, o almeno prorogare di un ulteriore anno, tali agevolazioni, ove possibile ampliando la platea dei beneficiari anche a soggetti, come le madri in aspettativa per maternità o coloro che abbiano perso il posto di lavoro, che risultino temporaneamente incapienti dal punto di vista fiscale.

  Il sottosegretario Alberto GIORGETTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2), rilevando inoltre come ogni proposta che intenda ampliare gli strumenti di sostegno fiscale in materia necessiti di adeguata copertura finanziaria.

  Renate GEBHARD (MISTO), prende atto della risposta, di cui si dichiara parzialmente soddisfatta.

5-00160 Causi: Dati sull'applicazione della cedolare secca ed interventi per la differenziazione delle aliquote IMU a vantaggio delle unità abitative in affitto a canone concordato.

  Marco CAUSI (PD) illustra la propria interrogazione, volta a porre l'attenzione del Governo su una categoria sociale attualmente dimenticata, ossia quella delle famiglie in affitto. Ricorda al riguardo che il regime fiscale della cosiddetta «cedolare secca», introdotta nel 2011, ha sostituito, in forma opzionale, le imposte dovute sulle locazioni, prevedendo la possibilità per i proprietari di optare per un regime sostitutivo con aliquote agevolate, al fine di incentivare i proprietari ad affittare gli immobili disponibili e a favorire l'emersione del nero. Fa presente come, al contrario, il decreto-legge n. 201 del 2011, che ha introdotto l'IMU sperimentale, non preveda alcuna differenziazione a seconda che l'immobile sia dato in locazione o meno, giudicando tale scelta una colpevole disattenzione nei confronti di molte famiglie.
  Cogliendo l'occasione offerta dalla riforma della fiscalità immobiliare che il Governo sta per intraprendere, ritiene necessario che si considerino le esigenze non solo delle famiglie proprietarie di case, ma anche di quelle (più di 5 milioni) che Pag. 35alloggiano in immobili in locazione e che per il 40 per cento versano in una condizione di disagio abitativo, in quanto sono costretti a impiegare più di un terzo del proprio reddito disponibile in spese di locazione. Chiede pertanto al Governo di conoscere quali siano i risultati dell'introduzione della «cedolare secca», anche nella prospettiva dell'annunciata riforma, con particolare riferimento alle locazioni a canone concordato e alle condizioni socioeconomiche delle famiglie che vivono in affitto, e quali siano i possibili interventi sull'IMU, ad esempio con una differenziazione delle aliquote a vantaggio delle unità abitative locate a canone concordato.

  Il sottosegretario Alberto GIORGETTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3), assicurando inoltre la piena attenzione del Governo nel raccogliere, nel corso del lavoro legislativo che dovrà svolgere nei prossimi mesi, gli stimoli della Commissione su temi particolarmente sensibili come quello oggetto dell'interrogazione.

  Marco CAUSI (PD) si dichiara soddisfatto della risposta, rilevando tuttavia come gli obiettivi perseguiti con la previsione del regime tributario della cosiddetta «cedolare secca» siano purtroppo ben lontani dall'essere realizzati e come si renda necessario introdurre meccanismi specifici di sostegno atti a favorire agli affitti a canone concordato, i quali costituiscono oggi uno dei principali strumenti utilizzati nei comuni a più elevato disagio abitativo.

5-00161 Barbanti: Modifica delle normative comunitarie in materia di meccanismi di salvataggio delle banche.

  Sebastiano BARBANTI (M5S) illustra la propria interrogazione, premettendo che recenti analisi apparse su organi di stampa hanno evidenziato come le banche non stiano finanziando le piccole e medie imprese in misura adeguata ad avviare e spingere la ripresa economica, anche per una loro tendenza a migliorare il proprio conto economico attraverso il trading su titoli di Stato, piuttosto che finanziando investimenti produttivi.
  Sottolinea come il cambiamento delle condizioni strutturali alle quali le banche raccolgono risorse sul medio e lungo termine, che si rifletterà sulla loro capacità di continuare a sostenere le piccole e medie imprese per le relative necessità di investimento, si annida nell'impatto congiunto di diverse normative europee, l'ultima delle quali è rappresentata dalla proposta di direttiva sulla gestione e risoluzione delle crisi bancaria.
  Fa presente che proprio quest'ultima proposta normativa introdurrà per la prima volta nell'ordinamento italiano lo strumento del bail-in, che prevede la conversione forzosa degli strumenti di debito emessi dalle banche in strumenti di capitale di rischio o, in alternativa, la decurtazione forzosa del valore dei titoli di debito di una banca in crisi, evitando il salvataggio della stessa con il ricorso al denaro pubblico.
  Ritenendo necessario che il piccolo risparmiatore non sia equiparato all'investitore istituzionale, l'interrogazione chiede se il Governo intenda farsi promotore presso l'Unione europea di una modifica nell'applicazione dell'istituto del bail-in e quale sarà la posizione dell'Esecutivo al riguardo al Consiglio europeo che si sta aprendo proprio in queste ore.

  Il sottosegretario Alberto GIORGETTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Sebastiano BARBANTI (M5S) si dichiara soddisfatto della risposta relativamente alla parte in cui il Sottosegretario ha richiamato l'applicazione del principio di proporzionalità nell'attivazione dello strumento del bail-in e l'intendimento di attenersi ad un approccio opportunamente graduato in sede di recepimento della direttiva nell'ordinamento nazionale.
  A tale proposito fa presente l'importanza di riconoscere e tutelare le peculiarità Pag. 36del sistema bancario italiano, auspicando che si proceda ad un'attenta riflessione sulle caratteristiche e le ricadute complessive del nuovo istituto, il quale deve costituire un elemento di tutela dei risparmiatori, nonché evitando che siano questi ultimi e gli investitori a pagare le inefficienze di coloro che gestiscono le banche.

5-00162 Pagano e Bernardo: Riduzione delle sanzioni per irregolarità formali nei casi di inversione contabile a fini IVA dalle quali non derivi evasione d'imposta.

  Alessandro PAGANO (PdL) illustra la propria interrogazione, la quale affronta il tema relativo alla previsione sanzionatoria di cui all'articolo 6, comma 9-bis, del decreto legislativo n. 471 del 1997, in base alla quale chi viola gli obblighi inerenti alla documentazione e alla registrazione di operazioni ai fini dell'imposta sul valore aggiunto è punito con una sanzione amministrativa, e che è stata giudicata eccessiva, già nel 1998, dalla Corte di giustizia europea, qualora la mancata registrazione abbia natura meramente formale e non comporti alcuna evasione d'imposta, come nel caso dell'autofatturazione.
  Al riguardo sottolinea come, nonostante il chiaro orientamento indicato dalla sentenza richiamata, l'Agenzia delle entrate abbia continuato ad applicare la sanzione piena del 100 per cento dell'imposta non autofatturata, tanto che, nella precedente Legislatura, la Camera ha approvato un ordine del giorno a sua prima firma, il quale impegnava il Governo a ridurre le sanzioni per i casi di inadempimento formale, qualora ciò non comportasse evasione d'imposta, e che tuttavia è stato disatteso dal precedente Esecutivo.
  In tale contesto l'interrogazione chiede se il Governo abbia l'intenzione di intervenire in materia, prevedendo la riduzione della sanzione attualmente applicata dall'Amministrazione finanziaria, al fine di recuperare un elemento di equità nel rapporto tra cittadino e Stato.

  Il sottosegretario Alberto GIORGETTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

  Alessandro PAGANO (PdL), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta, soprattutto con riferimento all'ultima parte, nella quale il Sottosegretario ha ricordato come nel disegno di legge di delega fiscale approvato dalla Camera, ed il cui iter non si è concluso a causa dello scioglimento anticipato della legislatura, fosse prevista una delega al Governo per la revisione del sistema sanzionatorio amministrativo, proprio al fine di meglio correlare le sanzioni all'effettiva gravità dei comportamenti, con la possibilità di prevedere una loro riduzione in relazione alle fattispecie meno gravi.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 13.40.

RISOLUZIONI

  Mercoledì 22 maggio 2013. — Presidenza del presidente Daniele CAPEZZONE. – Interviene il viceministro dell'economia e le finanze Luigi Casero.

  La seduta comincia alle 13.40.

7-00014 Capezzone ed altri: Interventi per una maggiore flessibilità dei meccanismi di riscossione coattiva dei tributi.
(Discussione e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00002).

  La Commissione inizia la discussione della risoluzione.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, illustra la risoluzione, la quale, oltre che da tutti gli altri gruppi, è stata sottoscritta anche dal rappresentante in Commissione Pag. 37del Movimento 5 Stelle successivamente alla sua presentazione.
  In particolare, l'atto di indirizzo prende atto che il sistema della riscossione coattiva delle entrate erariali è stato, nell'ultimo decennio, oggetto di un importante e positivo processo di riforma e che tali risultati devono confrontarsi anche con il nuovo quadro determinato dal complessivo deterioramento della situazione economica del Paese, della cui gravità tutte le istituzioni pubbliche coinvolte, a cominciare dal Parlamento e dal Governo, l'Amministrazione finanziaria, oltre che i concessionari e gli agenti della riscossione, devono avere piena consapevolezza nelle loro scelte normative ed operative.
  In tale contesto la risoluzione segnala la necessità di rivedere alcuni aspetti della riscossione coattiva dei tributi, introducendo ulteriori elementi di flessibilità che consentano di contemperare la tutela degli interessi erariali con quella di salvaguardare la sopravvivenza economica delle famiglie ed imprese colpite dalla crisi.
  In particolare si richiama l'esigenza di impedire un'applicazione eccessivamente rigida e miope dei meccanismi di riscossione, evitando in tal modo ulteriori lacerazioni nel tessuto sociale e produttivo del Paese e riprendendo lo spirito che aveva informato la Commissione Finanze, la quale già nel 2011, aveva approvato, con il concorso di tutti i gruppi, la risoluzione n. 7-00590, con cui si impegnava il Governo, tra l'altro, a introdurre elementi di maggiore flessibilità nelle procedure di riscossione coattiva, a rivedere il meccanismo dell'espropriazione immobiliare, ed a riformare il sistema di calcolo delle sanzioni e degli interessi sulle somme riscosse in via coattiva.
  In tale contesto la risoluzione impegna il Governo a monitorare l'efficacia delle norme introdotte nella scorsa legislatura e a intervenire ulteriormente in materia, al fine di evitare che gli strumenti della riscossione possano pregiudicare la sopravvivenza economica del soggetto debitore; a orientare gli interventi verso la ricerca di soluzioni che consentano un rientro più graduale del debito, in particolare procedendo:
   a) ad ampliare il numero massimo di rate in cui può essere ripartito il debito tributario;
   b) ad escludere l'applicazione degli istituti dell'espropriazione forzata immobiliare e dell'ipoteca sulla prima casa di abitazione del debitore, qualora essa costituisca l'unico bene patrimoniale del debitore;
   c) ad estendere, per quanto concerne le tutele per i beni utilizzati per l'esercizio dell'attività imprenditoriale e professionale, gli attuali limiti previsti ai sensi dell'articolo 515 del codice di procedura civile ai debitori costituiti in forma societaria, previa proposizione di un piano di rientro rateizzato dei debiti;
   d) ad introdurre la possibilità, di sospendere, per un periodo fino a sei mesi, il pagamento delle rate nelle quali è stato ripartito il debito tributario;
   e) ad ampliare il numero di rate non pagate a partire dal quale il debitore decade dal beneficio della rateizzazione del proprio debito tributario;
   f) a dare sollecita attuazione all'articolo 10, comma 13-quater, del decreto – legge n. 201 del 2011, il quale prevede la sostituzione dell'attuale sistema di remunerazione delle attività di riscossione, basato sull’«aggio», con un meccanismo basato invece sul rimborso dei costi fissi legati alle attività di riscossione, come risultanti dal bilancio certificato;
   g) a ridurre l'entità degli interessi di mora gravanti sul contribuente in caso di ritardato pagamento, e ad eliminare ogni forma di anatocismo;
   h) a verificare approfonditamente l'efficacia ed efficienza del nuovo sistema di accertamento e riscossione delle entrate comunali, che dovrebbe entrare in vigore il prossimo 30 giugno 2013, anche valutando l'opportunità di una proroga, e a rivedere la normativa vigente, attraverso la Pag. 38revisione della disciplina dell'ingiunzione di pagamento, le procedure e gli istituti vigenti per la gestione dei ruoli adattandoli alle peculiarità della riscossione locale;
   i) a valutare l'opportunità di limitare in materia tributaria, ove presente, ogni forma di applicazione del principio del cosiddetto «solve et repete» e di rimodulare la disciplina della riscossione frazionata, mantenendo in essere tale previsione solo relativamente alle maggiori somme che risultano richieste al contribuente a fronte di contestazioni che riguardano comportamenti fraudolenti oppure omissivi di dichiarazione di componenti positivi di imposta o basi imponibili, oppure, in subordine, differenziando quanto meno il trattamento sanzionatorio, penale, pecuniario e amministrativo, riconducibile ai diversi presupposti di evasione qui sommariamente ricordati.

  Desidera quindi ringraziare tutti i gruppi politici per l'attiva partecipazione e collaborazione fornita alla formulazione di un atto di indirizzo che segna il primo passo politicamente significativo della Commissione in questa Legislatura. Ritiene, infatti, che la risoluzione rappresenti un'iniziativa che, con concretezza e ragionevolezza, intende fornire un contributo costruttivo per ristabilire un più sereno rapporto tra fisco e contribuente, affrontando alcuni profili prioritari.
  In tale contesto rileva come occorrerà a breve intervenire ulteriormente sul tema specifico dei rapporti tra Equitalia e gli enti locali, presumibilmente attraverso un'ulteriore risoluzione, eventualmente anche procedendo a talune audizioni in materia.
  Avverte quindi di aver riformulato il testo della risoluzione (vedi allegato 6) nel senso di inserire un ulteriore capoverso nelle premesse, con cui si sottolinea l'esigenza di semplificare e migliorare i rapporti fra agente della riscossione e contribuenti, anche aprendo una riflessione di fondo sulla struttura imprenditoriale e sulla forma societaria e di governance di Equitalia S.p.A.

  Filippo BUSIN (LNA) con riferimento alla lettera g) degli impegni, concernente la questione degli interessi di mora gravanti sul contribuente, ritiene opportuno specificare che l'entità di tali interessi deve essere equiparata al tasso ufficiale d'inflazione, al fine di ristabilire un rapporto di equità tra tutela dei diritti del contribuente e interesse erariale.
  In merito alla lettera i) degli impegni, ritiene che essa dovrebbe essere riformulata nel senso di specificare che il meccanismo del «solve et repete» debba essere applicato esclusivamente nei casi di illeciti tributari che costituiscano reato.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, rileva, in linea generale, come la risoluzione debba costituire uno strumento per fornire indirizzi al Governo ai fini dell'esercizio di una successiva, prossima, attività legislativa in materia e come sia pertanto opportuno evitare di addentrarsi in aspetti troppo specifici delle questioni affrontate.

  Giovanni PAGLIA (SEL) sottolinea la necessità di riformulare la lettera b) degli impegni, relativa ai problemi concernenti l'applicazione dell'espropriazione forzata e dell'ipoteca sulla prima casa di abitazione del contribuente, nel senso di non escludere in termini assoluti l'utilizzo di tali strumenti di garanzia del credito tributario, ma, piuttosto, di tener conto di alcuni elementi importanti quali il valore dell'immobile e le circostanze concrete che hanno portato all'atto espropriativo.

  Marco CAUSI (PD), nell'esprimere una valutazione positiva sul complesso della risoluzione, rileva, con riferimento alla lettera b) degli impegni, concernente l'esclusione dell'espropriazione forzata immobiliare e dell'ipoteca sulla prima casa del debitore, come, in sede di predisposizione dell'atto di indirizzo, la sua proposta fosse quella di stabilire una soglia quantitativa di ammontare del debito tributario a partire dalla quale sia possibile applicare i predetti istituti, incrementando l'attuale soglia, che è già stata innalzata nella precedente Legislatura anche grazie ad Pag. 39una specifica iniziativa della Commissione Finanze. Ritiene quindi necessario acquisire l'orientamento del Governo sul punto, rimettendosi alle valutazioni che il Viceministro compierà.
  Per quanto riguarda le considerazioni espresse dal deputato Busin, condivide l'esigenza di rivedere la normativa in materia di interessi di mora addossati al contribuente, al fine di superare l'attuale meccanismo, piuttosto discutibile, che ne collega la determinazione ai tassi bancari attivi: a tale riguardo si potrebbe invece fare riferimento al tasso di interesse pagato dallo Stato sui titoli pubblici oppure al tasso di interesse legale, rimettendosi tuttavia, anche per questo aspetto, alle valutazioni dell'Esecutivo.

  Maurizio BERNARDO (PdL) sottolinea la grande rilevanza della risoluzione in discussione, la quale affronta una serie di tematiche particolarmente significative, fornendo concrete indicazioni politiche al Governo in merito alla sua azione futura su questi temi.
  Ricollegandosi alle considerazioni espresse dal deputato Causi, ricorda come le iniziative poste in essere congiuntamente dai gruppi di maggioranza e di opposizione in seno alla Commissione Finanze nella scorsa Legislatura, segnatamente con l'approvazione della risoluzione n. 7-00590, abbiano favorito l'innalzamento a 20.000 euro della soglia minima di ammontare dei debiti tributari a partire dalla quale si può procedere all'espropriazione immobiliare. Ritiene, in tale contesto, che la risoluzione in discussione consenta di compiere un ulteriore passo avanti su questo tema, il quale, peraltro, dovrà essere affrontato in termini più specifici in un altro momento, quando si tratterà di predisporre e discutere le norme che si riterrà di adottare in merito.

  Girolamo PISANO (M5S) ritiene che, al fine di affrontare in modo efficace i problemi che attualmente si evidenziano nel settore della riscossione coattiva dei tributi, sia innanzitutto indispensabile rivedere completamente i meccanismi di remunerazione del personale di Equitalia, in primo luogo eliminando i sistemi di incentivazione stipendiale che hanno indotto molto spesso gli agenti della riscossione a inviare ai contribuenti accertamenti e cartelle esattoriali privi di ogni fondamento.
  Più in generale, il primo passo per migliorare il rapporto tra il fisco ed i contribuenti deve essere quello di superare concretamente l'attuale struttura di Equitalia, che costituisce, a suo avviso, una struttura burocratica ridondante, fonte di costi esorbitanti, di livelli stipendiali eccessivi per la dirigenza, e nella quale si sono spesso riscontrati gravi fenomeni di clientelismo.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, sottolinea come la risoluzione in discussione, di cui auspica l'approvazione all'unanimità, costituisca necessariamente un punto di mediazione tra tutti i gruppi presenti in Commissione, rilevando come sulle specifiche questioni affrontate nell'atto di indirizzo, sussistano, spesso, sensibilità ed orientamenti diversi, che, tuttavia, devono essere posti il più possibile a fattor comune.

  Roberto CAPELLI (Misto-CD) con riferimento alle lettere b) e c) degli impegni, si dichiara in linea di principio d'accordo con l'impostazione del testo, ma rileva come escludere totalmente la possibilità di procedere all'iscrizione di ipoteca e all'espropriazione forzata della prima casa o dei beni strumentali all'esercizio dell'attività imprenditoriale del debitore, rischi di avere, indirettamente, effetti negativi sull'erogazione del credito da parte delle banche, le quali potrebbero ravvisare un elemento di rischio anche per loro nel venir meno di tale garanzia reale.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, in riferimento alla considerazione espressa dal deputato Capelli, evidenzia come la mancata iscrizione di ipoteca, da parte dello Stato, su un bene immobile del contribuente, possa rappresentare un vantaggio per le banche che a loro volta fossero creditrici nei confronti di quest'ultimo, in Pag. 40quanto faciliterebbe la possibilità, per gli istituti di credito, di avvalersi in via esclusiva di tali strumenti di garanzia, favorendo in tal modo l'erogazione del credito bancario.
  Per quanto riguarda invece l'ipotesi di stabilire una soglia, sia pure superiore a quella attuale, oltre la quale consentire l'espropriazione forzata della prima casa del contribuente, evidenzia come tale opzione indebolirebbe notevolmente la portata innovativa dell'intervento di riforma, oltre a porre seri problemi per l'identificazione di una soglia adeguata dovendosi tener conto dell'estrema variabilità dei valori immobiliari nelle diverse aree del Paese.

  Alessandro PAGANO (PdL) desidera soffermare la sua attenzione sui temi della rateazione dei debiti tributari, evidenziando come, attualmente, anche il semplice ritardo di un giorno nel pagamento delle rate comporti l'automatica decadenza dal beneficio alla rateizzazione, con l'ulteriore aggravante che, spesso, il contribuente interessato è informato dell'avvenuta decadenza a molti mesi di distanza, quando ha già proceduto a versare ulteriori rate. Ritiene quindi urgente aprire un dibattito approfondito su questo tema, che rappresenta una fonte di numerosissimi abusi.
  Ritiene quindi pienamente condivisibile la risoluzione, che dichiara di sottoscrivere.

  Michele PELILLO (PD) esprime apprezzamento per aver individuato nelle tematiche della riscossione coattiva dei tributi la prima questione da affrontare in seno alla Commissione, ritenendo particolarmente positivo lo sforzo di definire un atto di indirizzo che individui una posizione comune a tutti i gruppi rispetto agli orientamenti, a volte differenti, che si registrano su tale complessa materia.
  In tale contesto ritiene, peraltro, che i problemi della riscossione debbano essere discussi senza distorcere la realtà dei fatti, tenendo ben presente che il Paese non può in alcun modo fare a meno di un sistema di riscossione coattivo efficace. In questa prospettiva, mentre è certamente opportuno riformare Equitalia e rivederne i meccanismi di funzionamento e gestionali, deve invece essere esclusa ogni tentazione di distruggere l'attuale sistema, che si è finora dimostrato ben più efficace degli assetti precedenti e che ha favorito un maggior livello di equità fiscale nel Paese.
  Sottolinea, quindi, l'opportunità che la Commissione ed il Governo procedano fattivamente nel percorso di riforma che ha oggi inizio.

  Francesco RIBAUDO (PD) sottolinea innanzitutto l'esigenza che i meccanismi di riscossione coattiva dei tributi rimangano in mano pubblica, evidenziando, al contempo, l'opportunità di consentire un ulteriore allungamento della rateizzazione dei debiti tributari, al fine di venire incontro alle esigenze poste dalla drammatica recessione in atto.
  Per quanto riguarda, in particolare, il tema della riscossione delle entrate locali, evidenzia come la fuoriuscita di Equitalia da tale sistema potrà comportare una sperequazione tra i contribuenti, in quanto, mentre i contribuenti dei comuni che procederanno direttamente alla riscossione coattiva non saranno chiamati a corrispondere alcun aggio all'agente della riscossione, tale costo dovrà invece essere sostenuto dai contribuenti debitori di comuni che si avvarranno di un concessionario della riscossione. In tale contesto ritiene dunque auspicabile procedere ad una revisione della normativa in materia, al fine di ridurre i costi a carico dei contribuenti.

  Il viceministro Luigi CASERO ritiene che la risoluzione si ponga nella medesima logica, seguita dal Governo, di combattere l'evasione fiscale nel modo più efficace, con strumenti che tuttavia non pregiudichino la sopravvivenza delle attività economiche e che non imbarbariscano i rapporti tra fisco e contribuenti. In quest'ottica la risoluzione stabilisce alcuni principi fondamentali, in base ai quali le relazioni tra amministrazione tributaria e cittadini Pag. 41devono essere impostati su un piano di equità e di pari dignità, in analogia alle misure per la compensazione dei debiti delle pubbliche amministrazioni contenute nel decreto-legge n. 35 del 2013.
  In tale contesto, successivamente all'approvazione della risoluzione, occorrerà individuare le necessarie soluzioni normative per gli specifici temi affrontati dall'atto di indirizzo, anche attraverso un rapporto di interlocuzione e collaborazione diretta tra le Commissioni Finanze dei due rami del Parlamento ed il Governo, ed in uno spirito, il più possibile condiviso, volto a risolvere le questioni oggetto della risoluzione stessa, le quali hanno trovato, del resto, puntuale rispondenza nel dibattito odierno.
  Nello specifico, ritiene particolarmente interessante il tema degli interessi di mora gravanti sui contribuenti, quello della definizione di una nozione di prima casa, al fine di circoscrivere gli atti espropriativi su tale bene, nonché la questione del superamento del principio del «solve et repete» in materia tributaria, sottolineando tuttavia come tali aspetti dovranno essere approfonditi attraverso specifiche discussioni che dovranno avvenire in altra sede.
  Considera altresì urgente la problematica dei rapporti tra Equitalia e comuni, anche alla luce della prossima scadenza, prevista il 30 giugno 2013, della possibilità di avvalersi di Equitalia per la riscossione coattiva delle entrate locali e dell'impossibilità, per la massima parte degli enti, di svolgere direttamente tale attività.
  Con riferimento alle questioni dell'ampliamento del numero di rate in cui può essere ripartito il debito tributario e dell'allentamento delle previsioni in materia di cause di decadenza dal beneficio alla rateizzazione, occorrerà ritornare su tali punti attraverso un'azione normativa che contempli l'esigenza di assicurare la riscossione con quella di garantire la sopravvivenza economica dei contribuenti.
  Esprime quindi una valutazione positiva sulla risoluzione, come riformulata dai presentatori.

  Marco CAUSI (PD) sottolinea come la risoluzione in discussione costituisca il primo atto politicamente significativo che la Commissione si appresta a votare in questa Legislatura e come sia quindi indispensabile, da parte di tutti, la massima attenzione e responsabilità. Infatti, temi tanto delicati e rilevanti come quelli della riscossione coattiva devono essere affrontati con un grado di consapevolezza degno di una classe dirigente, tenendo in particolare presente che Equitalia rappresenta una società pubblica la quale deriva dal processo di pubblicizzazione dei precedenti concessionari della concessione aventi natura privata. In tale contesto la risoluzione sottolinea opportunamente l'esigenza di una revisione delle strutture e dei meccanismi di governo della stessa Equitalia, senza tuttavia dimenticare la predetta natura pubblica di tale società. Coglie quindi l'occasione per esprimere la propria personale stima nei confronti di tutti gli operatori di Equitalia, i quali si trovano in una situazione delicata anche sotto il profilo della sicurezza, a causa del disagio sociale diffuso nel Paese e degli eccessi che si sono registrati nel dibattito pubblico su tali temi. Ritiene, comunque, che sussistano certamente spazi per migliorare il sistema della riscossione coattiva, ad esempio per quanto riguarda la misura dell'aggio riconosciuto all'agente della riscossione, sottolineando come l'atto di indirizzo consenta di compiere numerosi passi in avanti, che potranno essere ulteriormente perfezionati attraverso un'ulteriore risoluzione specificamente dedicata ai rapporti tra Equitalia e gli enti locali.
  Ribadisce quindi l'invito al Governo a riflettere sulla problematica dell'espropriazione coattiva della prima casa di abitazione del debitore, oggetto della lettera b) degli impegni della risoluzione, rilevando come l'esclusione assoluta di tale istituto possa comportare un disallineamento tra l'ordinamento pubblicistico e quello privatistico in materia di riscossione e garanzia del credito. A tale riguardo, considera opportuno tenere conto delle esperienze in materia maturate in Pag. 42altri Paesi avanzati, quali gli Stati Uniti, nei quali si prevedono soglie di valore, variabili da Stato a Stato, nonché altri meccanismi, basati sulla situazione specifica del contribuente, che regolano il ricorso allo strumento espropriativo. In tale prospettiva, suggerisce di verificare la possibilità di definire criteri, legati alle condizioni soggettive ed oggettive del debitore, a cui connettere la possibilità di procedere all'espropriazione immobiliare.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, comprende l'approccio prudente seguito dal deputato Causi in merito alle problematiche concernenti l'espropriazione forzata della prima casa del contribuente, ribadendo tuttavia come le caratteristiche proprie della risoluzione sconsiglino di addentrarsi in dettagli eccessivi, nonché rilevando come le dichiarazioni in materia espresse in seduta dal Viceministro Casero valgano a fugare timori eccessivi. Peraltro, si dichiara disponibile ad integrare la formulazione della lettera b) nel senso di tenere conto, ai fini dell'esclusione dell'espropriazione forzata e dell'ipoteca, di determinate soglie e delle caratteristiche soggettive del contribuente.

  Francesco RIBAUDO (PD) con riferimento all'ipotesi di riformulazione prospettata dal Presidente, considera preferibile far riferimento al concetto di «capacità contributiva» del contribuente.

  Carla RUOCCO (M5S) ritiene che l'espressione «capacità contributiva» risulti indeterminata e foriera di alcuni problemi, in quanto non chiarisce se si faccia riferimento alla capacità contributiva dichiarata ovvero a quella effettiva, questione evidentemente rilevante in un Paese ad alto tasso di evasione come l'Italia.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) esprime apprezzamento per l'inserimento della parola «soglia» nell'ambito della riformulazione proposta che, in aggiunta a quella di «caratteristiche», che attiene alle circostanze personali del soggetto debitore, introduce un elemento di maggiore oggettività, tenendo conto della forte differenziazione nei valori degli immobili tra le diverse realtà territoriali del Paese.

  Michele PELILLO (PD), ritiene che il tema sotteso all'eventuale esclusione dell'espropriazione coattiva della prima casa sia quello del valore sociale che si intende riconoscere al debito tributario, al quale non può essere riconosciuta valenza minore rispetto ad un qualunque debito privato. In tale prospettiva ritiene che la riformulazione della lettera b), attraverso l'inserimento di una soglia entro la quale limitare il ricorso allo strumento espropriativo sia condivisibile, in quanto consente proprio di evitare l'errore di ridimensionare eccessivamente il regime di garanzia dei debiti tributari.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, con riferimento alla considerazione svolta dal deputato Pelillo rileva come l'eventuale limitazione dei poteri espropriativi nei confronti della casa di prima abitazione siano ampiamente compensati dalla forza del tutto peculiare riconosciuta all'agente della riscossione pubblico, che è data dagli speciali strumenti coercitivi riconosciuti allo Stato per l'esecuzione dei propri crediti tributari.

  Maurizio BERNARDO (PdL) evidenzia come la Commissione abbia davanti due possibili soluzioni: la prima è quella di riformulare il testo della risoluzione presentata, accogliendo i contributi che sono pervenuti da parte dei colleghi nel corso del dibattito, mentre la seconda è quella di procedere ad una votazione della risoluzione, mantenendone inalterato il testo, il quale riconosce adeguatamente il positivo ruolo svolto da Equitalia, introducendo al contempo ulteriori elementi a garanzia dei diritti dei contribuenti.
  Nel rilevare come si tratti del primo atto di indirizzo che la Commissione si trova ad esaminare, come la risoluzione sia stata sottoscritta all'unanimità dai gruppi e come il Viceministro Casero ne abbia ampiamente apprezzato i contenuti, Pag. 43propone, anche a nome del suo gruppo, di mantenere inalterato il testo, al fine di valorizzare al meglio il lavoro svolto finora dalla Commissione, la quale potrà cogliere altri momenti, nel proseguo dei propri lavori, per entrare in aspetti più specifici dei temi trattati.

  Pasquale MAIETTA (FdI), concordando con il collega Bernardo, ritiene opportuno che il testo della risoluzione rimanga inalterato ed esprime apprezzamento, a nome del gruppo Fratelli d'Italia, per la scelta di trattare in via prioritaria argomenti tanto importanti per la vita dei cittadini.
  Ricorda quindi come il tema della prima casa presenti caratteristiche di strettissima attualità, anche alla luce del grave disagio sociale, e come esso sia attualmente al centro di un ampio dibattito, ritenendo opportuno che il Governo riceva dalla Commissione un ampio mandato per avviare la sua attività legislativa su queste problematiche.

  Giovanni PAGLIA (SEL), preso atto che dal dibattito è emersa un'ampia convergenza sull'opportunità di riformulare la lettera b) della parte dispositiva della risoluzione, avanza la proposta di sostituire il concetto di esclusione dell'applicazione degli istituti di espropriazione forzata immobiliare e dell'ipoteca sulla prima casa di abitazione del debitore con quello di limitazione di tali strumenti.

  Daniele PESCO (M5S) esprime apprezzamento per il dibattito svoltosi e l'apporto fornito dal Viceministro Casero, dichiarando quindi, con riferimento alla proposta di riformulazione avanzata dal deputato Paglia, di essere favorevole al mantenimento del testo iniziale della risoluzione, sottoscritto da tutti i gruppi presenti in Commissione.

  Gian Mario FRAGOMELI (PD), alla luce delle considerazioni svolte dai colleghi, propone di approfondire il tema in un secondo momento e di approvare la risoluzione conferendo un valore meno prescrittivo alla lettera b) degli impegni, senza introdurre difformità troppo pronunciate tra il regime dei debiti tributari e quello dei debiti vantati dai soggetti privati.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, sottolinea come, al di là di alcune differenti sensibilità in merito a taluni aspetti di dettaglio, la discussione finora svolta dimostri la piena condivisione di tutti i gruppi sulla quasi totalità del testo della risoluzione, sottolineando quindi ulteriormente l'auspicio di non perdere l'occasione di approvare all'unanimità l'atto di indirizzo.
  Ribadisce quindi la sua disponibilità ad aggiungere, alla fine della lettera b) degli impegni, le seguenti parole: «, sempre tenendo conto di adeguate soglie e delle caratteristiche soggettive del contribuente»: ritiene, infatti, che tale formulazione tenga conto di tutti gli orientamenti emersi nel corso del dibattito e consenta di approvare all'unanimità il testo.

  Il viceministro Luigi CASERO, nel condividere la proposta del Presidente, sottolinea come, in questa fase, non sia in discussione un testo legislativo, ma un atto di indirizzo al Governo. Al riguardo dichiara fin d'ora l'impegno dell'Esecutivo a prendere spunto dal contenuto della risoluzione per l'attività normativa che occorrerà compiere a breve in materia, nella piena consapevolezza delle diverse sensibilità emerse su alcuni punti nel corso del dibattito. In tale prospettiva ritiene che su alcuni aspetti saranno probabilmente opportuni approfondimenti specifici, attraverso un confronto che potrebbe svolgersi in Commissione, ma che, ove lo si ritenesse, potrebbe coinvolgere anche l'Assemblea.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, riformula ulteriormente la risoluzione, nel senso appena indicato (vedi allegato 7).

  La Commissione approva la risoluzione, come da ultimo riformulata, che assume il n. 8-00002.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, ringrazia tutti i gruppi per la disponibilità e Pag. 44serietà dimostrata nel corso del dibattito, con particolare riferimento a quei gruppi che hanno compiuto un particolare sforzo politico per consentire l'approvazione di un testo condiviso da tutta la Commissione.

  La seduta termina alle 14.30.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 22 maggio 2013.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.30 alle 14.50.

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