CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 17 dicembre 2015
564.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-07222 Ricciatti: Prospettive industriali e occupazionali della società Saipem.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento a quanto sollevato dagli Onorevoli interroganti, preoccupati dalla riorganizzazione del Gruppo Eni e delle eventuali impatti derivanti dalle loro scelte strategiche di politica industriale ed occupazionale, si rappresenta quanto segue.
  Al Ministero dello Sviluppo Economico non risultano da parte di Eni intenzioni di ridurre gli investimenti nel settore estrattivo, in quanto tutti i programmi, per quanto autorizzati dalle Amministrazioni centrali e periferiche, stanno proseguendo secondo quanto in precedenza pianificato.
  Ciò può dirsi anche per il settore della chimica. Infatti, anche in considerazione dell'importanza che l'industria chimica assume per la ripresa economica del Paese e per il carattere strategico della stessa per l'intero sistema produttivo, il Ministero dello Sviluppo economico intende continuare a promuovere la qualificazione e la reindustrializzazione dei poli chimici, favorendo, in un'ottica di sostenibilità ambientale, il consolidamento della petrolchimica presente, lo sviluppo delle specialità e l'insediamento in queste aree di nuove attività produttive di filiera o comunque ad elevato contenuto innovativo.
  Al riguardo, come dimostrano i progetti di investimento contenuti nei protocolli sottoscritti per Porto Torres e per Gela e nell'accordo di programma per Porto Marghera, una particolare attenzione viene dedicata dal Ministero dello Sviluppo Economico anche alle produzioni chimiche bio based (la cosiddetta Chimica Verde), basate sull'utilizzo di biomasse agricole.
  L'insediamento di nuove iniziative industriali nei poli chimici, permetterà di valorizzare il patrimonio che queste aree rappresentano (in termini di servizi, utilities, stabilimenti dismessi, laboratori di ricerca, risorse umane altamente qualificate, efficienti strutture distributive, vicinanza a importanti infrastrutture di comunicazione) e che oggi, in seguito alla riduzione della domanda, risulta utilizzato solo in parte.
  Il Ministero del Lavoro, relativamente alla questione occupazionale, ha informato che non risultano istanze per la concessione di ammortizzatori, né è stato richiesto alcun incontro per l'esame della situazione occupazionale della società Saipem. Al contempo altresì è stata attivata l'11 novembre scorso una procedura di «raffreddamento e conciliazione» nelle diverse sedi sindacali di riferimento.
  Infine, mi preme rappresentare che, così come evidenziato dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, la Cassa Depositi e Prestiti (CDP) detiene attualmente, tramite ENI S.p.A., una partecipazione indiretta nella società Saipem S.p.A. e, di recente, è stato sottoscritto un contratto di compravendita, soggetto ad alcune condizioni sospensive, per effetto del quale il Fondo Strategico Italiano S.p.A. potrà acquisire una partecipazione del 12,5 per cento in Saipem.
  Tale partecipazione in Saipem si configura, ad oggi, come una partecipazione indiretta e di natura puramente finanziaria, non attribuendo alla stessa Cassa Depositi e Prestiti prerogative di indirizzo o di controllo nelle eventuali scelte gestionali della società e delle sue partecipate.
  Tuttavia, il Ministero dello Sviluppo Economico continuerà a seguire con attenzione le scelte strategiche di politica industriale ed occupazionale del Gruppo ENI.

Pag. 127

ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-07223 Taranto: Riqualificazione e riconversione industriale del sito di Gela.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento a quanto sollevato dagli Onorevoli interroganti in relazione alla questione di Gela ed al relativo indotto, evidenzio che il Ministero dello Sviluppo Economico sta seguendo con attenzione tale problematica.
  Lo scorso 5 ottobre si è svolta, al riguardo, una riunione per la verifica del Protocollo di Intesa per l'area di Gela con la presenza del Presidente della Regione Sicilia, del Sindaco e dell'Assessore allo Sviluppo Economico del Comune di Gela, del management di ENI e Syndial, del delegato di Confindustria Sicilia e dei segretari generali delle maggiori sigle sindacali di settore, unitamente alle RSU Territoriali.
  In tale sede, il management di Eni ha illustrato le attività dell'azienda in merito agli impegni assunti nel Protocollo siglato nel novembre 2014. ENI ha altresì confermato che il Programma di rilancio delle attività industriali sta procedendo secondo quanto già pianificato e che le attività legate alla conversione della Raffineria di Gela in Green Refinery, sono in linea con gli impegni previsti.
  Nel 2016 si apriranno, peraltro, i primi cantieri che verranno affidati a ditte locali. L'iter autorizzativo è già avviato ed è in fase avanzata. Sul progetto offshore a gas di Argo-Cassiopea, sono in corso gli studi per le gare per l'approvvigionamento dei beni e servizi.
  Le attività di risanamento ambientale sono alcune concluse e altre in corso, mentre per le attività di smantellamento e bonifica dell'impianto ISAF, ENI è in attesa delle necessarie autorizzazioni.
  ENI ha, inoltre, informato che nel 2015 la forza lavoro in media supererà le 900 unità, tra cantieri e attività operative, così come indicate nel Protocollo.
  Infine, l'azienda ha confermato l'impegno a completare gli studi di fattibilità nel settore della chimica da fonti rinnovabili e di valorizzazione del gas naturale.
  Mi preme evidenziare che il Comune di Gela, nell'ottica dell'Accordo di programma per la Reindustrializzazione dell'area di Crisi Industriale Complessa, in fase di redazione, ha chiesto ad ENI di anticipare i risultati dell'analisi di mercato e dello studio economico finanziario, al fine di poter valutare, in accordo ai piani strategici nazionali, il possibile sviluppo di impianti di gas naturale liquefatto (GNL).
  Il Comune ha altresì chiesto all'azienda la disponibilità ad anticipare parte delle somme per le opere di compensazione per progetti infrastrutturali. Infine, nell'ottica di tutelare le imprese e i lavoratori dell'indotto e l'impatto occupazionale, la stessa amministrazione comunale ha chiesto ad ENI di anticipare la predisposizione di alcuni cantieri, per la realizzazione degli impianti della raffineria Green, il cui inizio è previsto per la metà del 2016.
  Il Presidente della Regione Sicilia ha confermato che la regione sta adempiendo agli impegni presi nel Protocollo di Intesa e sta lavorando anche per «il riconoscimento di crisi industriale complessa» per il territorio del Comune di Gela e per le aree di localizzazione delle aziende dell'indotto, così come previsto dal decreto del 20 maggio 2015.Pag. 128
  In conclusione, da quanto sin qui da me riferito, risulta che il piano operativo di ENI, previsto con il suindicato Protocollo d'Intesa, sottoscritto nel novembre del 2014 presso il MISE, sta proseguendo sia per quanto riguarda la realizzazione della nuova eco-raffineria, sia per quanto riguarda le attività di smantellamento dei vecchi impianti e di bonifica dell'area; attività che sono in grado di offrire opportunità di lavoro anche all'indotto.
  Restano, purtroppo, ancora aperti problemi per quella parte di lavoratori dell'indotto che si trovano a non poter usufruire di ammortizzatori sociali, a causa della ridotta domanda dovuta alla sospensione delle attività di raffinazione. Su questo il Governo sta comunque lavorando per individuare delle possibili soluzioni.
  Da ultimo, ribadisco, come già accennato, che per Gela è prevista la sottoscrizione di un Accordo di programma rispetto al quale gli Enti territoriali dovranno fornire proposte e progetti di sviluppo, in raccordo con quanto già previsto con il summenzionato Protocollo ENI.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-07224 Vallascas: Tutela delle fasce deboli nella modifica del sistema tariffario dei consumi energetici.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Autorità per l'energia elettrica, con la propria delibera n. 582 del 2015, a valle degli orientamenti finali di cui al Documento di Consultazione n. 293 del 2015, ha inteso dare attuazione al decreto legislativo 102 del 2014 di recepimento della direttiva 2012/27/CE sull'efficienza energetica, definendo il processo di superamento, secondo criteri di gradualità, della vigente struttura progressiva delle tariffe per i clienti domestici.
  La riforma delle tariffe, che sarà avviata a decorrere dal 2016 con le modalità rappresentate dagli Onorevoli interroganti, risponde all'obiettivo di promozione dell'efficienza energetica. Tale obiettivo è perseguito dall'Autorità attraverso l'adozione di una struttura tariffaria che rifletta il costo effettivo del servizio, senza penalizzare i maggiori consumi, promuovendo così l'utilizzo del vettore elettrico rispetto ad altri vettori energetici.
  La nuova struttura tariffaria è finalizzata a rimuovere gli ostacoli regolatori che attualmente esistono verso la diffusione di tecnologie efficienti basate sul vettore elettrico (pompe di calore, auto elettrica, ecc.), con conseguenti ulteriori opportunità di sviluppo e integrazione nel sistema dell'elettricità da fonti rinnovabili.
  Relativamente agli effetti sull'autoconsumo e sulla generazione distribuita, l'effetto sarà verosimilmente più complesso e le implicazioni saranno rigorosamente analizzate.
  Per quanto riguarda il tema che più preoccupa gli interroganti, ossia gli effetti redistributivi di tale riforma, si fa notare che già il decreto legislativo 102/2014, all'articolo 11, comma 3, delinea il percorso più efficace per la tutela dei consumatori economicamente disagiati, ossia il Bonus Elettrico, opportunamente rivisto, in luogo di una struttura tariffaria progressiva.
  A tal riguardo il Ministero dello sviluppo economico, anche sulla base delle proposte presentate dall'Autorità per l'energia elettrica, sta lavorando per la messa a punto dei nuovi criteri per la determinazione delle compensazioni della spesa sostenuta per la fornitura di energia elettrica, sia con riferimento all'esigenza di snellire le procedure di accesso e di rinnovo e aumentare l'efficacia della misura, sia con riferimento alla possibilità di modificare le soglie di ISEE per l'accesso al bonus in modo da intercettare i clienti in condizioni di disagio più esposti agli effetti della riforma tariffaria.
  Questi nuovi criteri saranno coerenti anche con quanto previsto dal DDL Concorrenza 2015, attualmente in discussione al Senato, che lega la nuova disciplina del bonus sociale (sia elettrico sia gas) al completamento della liberalizzazione dei mercati energetici retail a partire dal 1 gennaio 2018.
  In ogni caso, per questa prima fase della riforma, l'Autorità ha previsto di calcolare nuove compensazioni di spesa per il 2016, al fine di controbilanciare gli incrementi di spesa annua derivanti dalla nuova struttura tariffaria.
  I risultati che verranno dal monitoraggio su questa prima fase della riforma orienteranno l'intervento che il Ministero dello sviluppo economico completerà nei prossimi mesi, sia per la revisione del bonus elettrico sia per mettere in atto eventuali messe a punto degli strumenti per l'efficienza energetica e il sostegno all'auto generazione rinnovabile.

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ALLEGATO 4

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2014/68/UE concernente l'armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative alla messa a disposizione sul mercato di attrezzature a pressione. Atto n.  244.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La X Commissione,
   esaminato il testo dello schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2014/68/UE concernente l'armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative alla messa a disposizione sul mercato di attrezzature a pressione;
   considerato che la direttiva 2014/68/UE risponde all'esigenza di procedere ad una rifusione delle disposizioni vigenti in materia, tenuto conto che la precedente analoga direttiva 97/23/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 maggio 1997, per il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di attrezzature a pressione, ha subito nel tempo sostanziali modificazioni;
   evidenziato che la direttiva 97/23/CE operava una classificazione delle attrezzature a pressione in categorie, a seconda del livello ascendente di pericolo e una classificazione del fluido contenuto nelle attrezzature a pressione a seconda della sua pericolosità, a norma della direttiva 67/548/CEE del Consiglio;
   sottolineato che il 10 giugno 2015 la direttiva 67/548/CEE è stata abrogata e sostituita dal regolamento (CE) n. 1272/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, che attua all'interno dell'Unione il sistema generale armonizzato di classificazione ed etichettatura dei prodotti chimici (Globally Harmonized System of Classification and Labelling of Chemicals, GHS) adottato a livello internazionale nell'ambito della struttura delle Nazioni Unite;
   sottolineato altresì che il regolamento (CE) n. 1272/2008, introducendo nuove classi e categorie di pericolo che corrispondono solo parzialmente a quelle previste dalla direttiva 67/548/CEE, ha reso necessario adeguare la direttiva 97/23/CE al regolamento (CE) n. 1272/2008, mantenendo nel contempo i livelli esistenti di protezione garantiti dalla direttiva;
   evidenziato infine che la direttiva, nel merito, si limita a formulare i requisiti essenziali di sicurezza, senza irrigidirli in specifiche prescrizioni tecniche,
  delibera di esprimere

PARERE FAVOREVOLE