Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 781 di mercoledì 19 aprile 2017

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

La seduta comincia alle 10,35.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 12 aprile 2017.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

  (È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Angelino Alfano, Baretta, Bindi, Buttiglione, Cicchitto, Coppola, De Menech, Luigi Di Maio, Epifani, Fontanelli, Guerra, Marcon, Mazziotti Di Celso, Meta, Pes, Piccoli Nardelli, Piepoli, Rossomando, Rostan, Scanu e Sottanelli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente centosei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettere pervenute in data 18 aprile 2017, i deputati Giulia Di Vita e Riccardo Nuti hanno dichiarato di essersi dimessi dal gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle per aderire al gruppo Misto, cui risultano pertanto iscritti.

Saluto le atlete della squadra giovanile di nuoto sincronizzato di Civitavecchia, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi).

Per una inversione dell'ordine del giorno.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, Presidente. Propongo un'inversione dell'ordine dei lavori per passare al punto 9 iscritto all'ordine del giorno ovvero l'atto Camera n. 3785 in materia di legittima difesa.

PRESIDENTE. Quindi, ho una richiesta di inversione dell'ordine del giorno e a questo punto la devo porre in votazione, dando la parola a un oratore contro e a un oratore a favore.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,43).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Avverto che, essendo stata avanzata una richiesta di tipo procedurale, decorrono da questo momento i cinque minuti, e non i venti minuti, di preavviso per la votazione di tale richiesta.

Si riprende la discussione per una inversione dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Chiedo se vi siano interventi a favore o contro la proposta di inversione dell'ordine del giorno. Ha chiesto di parlare contro l'onorevole Ermini. Prego, onorevole Ermini, ha cinque minuti.

DAVID ERMINI. La ringrazio, signor Presidente. Noi, oggi, siamo qui per votare, per cominciare a votare il testo sulla legittima difesa. Il Partito Democratico è assolutamente pronto a votare il testo, discuterlo, valutare gli emendamenti, parlare sugli emendamenti e dare una risposta a chi ci sta chiedendo di lavorare su questo tema. È altrettanto vero che abbiamo iniziato, ed è all'ordine del giorno, il testamento biologico, che è una materia che i cittadini italiani ci stanno chiedendo da tempo. Siamo entrati da pochi mesi, forse da troppo pochi mesi, anche nel tema dei diritti delle persone e credo che il tema dei diritti, che noi abbiamo sviluppato in questo periodo con tante belle leggi che abbiamo fatto, non possa essere interrotto e quindi è opportuno, credo, terminare il lavoro sul testamento biologico.

Se noi terminiamo il lavoro del testamento biologico in mattinata o in mezza giornata, oggi stesso possiamo cominciare a discutere anche di legittima difesa. Si tratta solo di smettere di continuare a fare l'ostruzionismo sul testamento biologico e di lavorare perché si possa veramente fare tutti e due gli atti, così com'è scritto nel nostro ordine del giorno. Quindi, noi siamo prontissimi a discutere oggi del testamento biologico e della legittima difesa, non vedo perché non si possa fare, oggi, tutto nello stesso giorno, credo che sia importante non rinunciare a terminare quello che le cronache di questi giorni ci fanno capire che è un tema molto importante, che le persone stanno chiedendo da tempo, come del resto anche il lavoro sulla legittima difesa. Lo possiamo fare, ripeto; il Partito Democratico è prontissimo a fare tutto oggi in giornata, finiamo velocissimamente il testamento biologico e iniziamo a lavorare sulla legittima difesa. Io credo che questo sia, al di là delle strumentalizzazioni, delle demagogie, di chi vuole utilizzare un tema o un altro per far campagna elettorale, credo che su questo potremmo essere tutti d'accordo: fare veloce, fare bene e dare soluzione ai problemi che i cittadini ci chiedono, sia sul testamento biologico che sulla legittima difesa. Ecco perché noi siamo contrari, perché possiamo fare tutto nella giornata di oggi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. La ringrazio. L'onorevole Molteni ha facoltà di parlare a favore dalla proposta.

NICOLA MOLTENI. Presidente, prendo atto delle parole del collega Ermini. Proprio perché la legittima difesa viene ritenuta un'emergenza e una priorità per la sicurezza del Paese, il Partito Democratico non avrà alcun problema a discutere subito e immediatamente, Presidente, di una proposta di legge che ormai giace da oltre due anni.

Voglio ricordare che la proposta di legge, che è stata presentata, poi stravolta e completamente modificata da parte del Partito Democratico, presentata dal gruppo parlamentare della Lega, è sostenuta anche da tante altre forze politiche del centrodestra con proprie proposte di legge, che vanno tutte in una medesima direzione, cioè quella di rendere la difesa all'interno dell'abitazione, nei luoghi di lavoro, sempre e comunque legittima. Preso atto di questo, io non vedo, Presidente, quale sia il problema che l'Aula decida di dare una priorità prioritaria - scusate il gioco di parole - a questo tema, rispetto al quale da troppo tempo se ne sta discutendo e da troppo poco tempo il Parlamento è in grado di dare delle risposte serie e concrete.

Noi, Presidente, abbiamo la percezione che invece, da parte del Partito Democratico e anche da parte del Governo, questa volontà di discutere, di affrontare in maniera seria e di risolvere in una direzione estensiva, creando certezza su questo principio e su questo istituto giuridico fondamentale, che già esiste, ma che noi vorremmo migliorare, a differenza del Partito Democratico, che invece non vuole migliorare, noi crediamo che questa esigenza e questa emergenza debba trovare applicazione immediata.

È stato fatto un sondaggio: oltre il 70 per cento dei cittadini italiani nel nostro Paese chiede che il Parlamento metta mano a questo istituto giuridico, chiede che il Parlamento decida di prendere una posizione chiara e inequivocabile, che possa garantire un principio, una certezza, che consenta al cittadino, in determinati luoghi, di potersi difendere, perché difendersi e reagire ad un'aggressione non è mai un reato, ma è sempre un sacrosanto diritto.

Crediamo che sia giunto il momento, dopo che per ben due volte, con un voto di quest'Aula da parte del Partito Democratico con l'avvallo da parte del Governo, si è deciso di rimandare in Commissione, per affossare, la legge sulla legittima difesa e abbiamo la sensazione, la percezione, che questa volontà possa essere reiterata. Chiediamo di non perdere tempo, chiediamo che il Parlamento immediatamente, subito, possa discutere e affrontare questo tema nelle varie proposte di legge che sono state presentate.

Questo è un voto importante, perché chi vota a favore dell'inversione dell'ordine del giorno dimostra la reale volontà di affrontare il tema, chi vota “no” e chi vuole respingere questa proposta da parte della Lega dà la solita dimostrazione di tirare a campare. Sul tema della legittima difesa non si può tirare a campare, il Parlamento non può rimanere inerme e fermo come lo è stato per due anni, per volontà del Governo e del Partito Democratico.

Se il collega Ermini è coerente, rispetto a quello che ha detto, porta tutto il Partito Democratico a votare immediatamente, senza perdere tempo, senza dare adito a pretesti e alibi, la proposta che il capogruppo della Lega ha fatto. Vogliamo discutere di legittima difesa, facciamolo subito, immediatamente, senza ulteriore perdita di tempo. Gli atteggiamenti dilatori vanno esattamente nella direzione opposta, di chi non ha il coraggio, non ha la volontà - come già accaduto due volte - di affrontare questo tema, che è un tema sentito dai cittadini, dalle vittime dei reati, dalle persone oneste e perbene, che all'interno della propria abitazione pretendono di difendere la propria vita e la propria incolumità. Da questo voto si capisce chi vuole modificare e migliorare la legittima difesa e chi invece vuole tirare a campare, per dare il pretesto a ladri e a criminali di continuare a fare, all'interno delle abitazioni, quello che vogliono. Ovviamente il gruppo della Lega è a favore dell'inversione dell'ordine del giorno affinché si discuta subito e immediatamente di legittima difesa (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. La ringrazio. A questo punto, essendo abbondantemente superati i cinque minuti di preavviso … Onorevole Palese, su che cosa? Hanno parlato sia a favore che contro, quindi, a questo punto, io pongo in votazione la richiesta, non prima di aver salutato studenti e insegnanti dell'Istituto Comprensivo Statale di Torre de' Passeri, in provincia di Pescara, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi).

Passiamo, dunque, ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta del presidente Fedriga di inversione dell'ordine del giorno, nel senso di passare al punto numero nove, recante il seguito della discussione della proposta di legge n. 3785-A/R in materia di legittima difesa. Ricordo che la votazione è senza registrazione dei nomi.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge per 186 voti di differenza.

A questo punto, non essendo ancora decorso il termine di preavviso di 20 minuti per lo svolgimento di votazioni con procedimento elettronico, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 11,05.

La seduta, sospesa alle 10,50, è ripresa alle 11,10.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Mantero ed altri; Locatelli ed altri; Murer ed altri; Roccella ed altri; Nicchi ed altri; Binetti ed altri; Carloni ed altri; Miotto ed altri; Nizzi ed altri; Fucci ed altri; Calabrò e Binetti; Brignone ed altri; Iori ed altri; Marzano; Marazziti ed altri; Silvia Giordano ed altri: Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento (A.C. 1142-1298-1432-2229-2264-2996-3391-3561-3584-3586-3596-3599-3630-3723-3730-3970-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 1142-1298-1432-2229-2264-2996-3391-3561-3584-3586-3596-3599-3630-3723-3730-3970-A: Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento.

Ricordo che nella seduta del 5 aprile 2017 è stato da ultimo approvato l'emendamento Amato 1.360 e sono state accantonate alcune proposte emendative riferite all'articolo 1.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 1142-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Chiedo, dunque, alla relatrice, deputata Lenzi, come intenda procedere nell'esame del provvedimento. Prego, relatrice.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Grazie, Presidente. Ricominciamo dall'inizio del fascicolo.

PRESIDENTE. Sì, per i pareri sugli accantonati, d'accordo? Legge lei i numeri?

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Io ho l'emendamento 1.257 Palmieri come primo emendamento.

PRESIDENTE. Sì, alla prima pagina. Prego.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Sull'emendamento 1.257 Palmieri, parere contrario, così come sull'emendamento 1.251 Gigli, parere contrario. Sull'emendamento 1.550 della Commissione, parere favorevole.

Sull'emendamento 1.253 Binetti, parere contrario, mentre sui successivi emendamenti 1.373 Miotto, 1.273 Mucci, 1.274 D'Incecco, 1.276 Locatelli, 1.277 Palmieri, invito al ritiro o parere contrario. Sull'emendamento 1.278 Mantero, invito al ritiro…

PRESIDENTE. Aspetti, l'emendamento 1.279 non è segnalato.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Ero all'emendamento 1.278.

PRESIDENTE. Gli emendamenti Palmieri 1.277 e Mantero 1.278 sono identici.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Sì, parere contrario. Sugli identici emendamenti 1.279 Nicchi e 1.352 Gregori, parere contrario, così come sull'emendamento 1.281 Mantero, parere contrario. Al comma 7, sugli emendamenti 1.295 e 1.315 Silvia Giordano, parere contrario.

Sull'emendamento 1.551 della Commissione…

PRESIDENTE. Ci sono tre subemendamenti.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Sui subemendamenti 0.1.551.2 e 0.1.551.1 Fedriga e 0.1.551.3 Pisicchio, parere contrario. Sull'emendamento 1.551 della Commissione, parere favorevole, mentre sugli emendamenti 1.341 Gigli e 1.343 Mantero, parere contrario. Sull'emendamento 1.552 della Commissione…

PRESIDENTE. Aspetti, c'è un altro subemendamento. 0.1.552.1 Fedriga.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario. Emendamento 1.552 della Commissione, parere favorevole. Articolo aggiuntivo 1.01 Marazziti, parere favorevole con riformulazione.

PRESIDENTE. La legga, per favore.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Allora: “Dopo l'articolo 1, aggiungere il seguente: ART. 1-bis. (Terapia del dolore, divieto di ostinazione irragionevole nelle cure e dignità nella fase finale della vita). Il medico, avvalendosi di mezzi appropriati allo stato del paziente, deve adoperarsi per alleviarne le sofferenze, anche in caso di rifiuto o di revoca del consenso al trattamento sanitario indicato dal medico. A tal fine, è sempre garantita un'appropriata terapia del dolore, con il coinvolgimento del medico di medicina generale e l'erogazione delle cure palliative di cui alla legge 15 marzo 2010, n. 38. Nel caso di paziente con prognosi infausta a breve termine o di imminenza di morte, il medico deve astenersi da ogni ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure e dal ricorso a trattamenti inutili o sproporzionati. In presenza di sofferenze refrattarie ai trattamenti sanitari il medico può ricorrere alla sedazione palliativa profonda continua, in associazione con la terapia del dolore, con il consenso del paziente. Il ricorso alla sedazione palliativa profonda continua o il rifiuto della stessa sono motivati e annotati nella cartella clinica e nel fascicolo sanitario elettronico”.

PRESIDENTE. Relatore Calabrò, mi dà i pareri, per favore?

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Emendamento 1.257 Palmieri, parere favorevole. Emendamento 1.251 Gigli, parere favorevole. Emendamento 1.550 della Commissione, parere favorevole. Emendamento 1.253 Binetti, parere favorevole. Emendamento 1.373 Miotto, parere negativo. Emendamento 1.273 Mucci, parere negativo. Emendamento 1.274 D'Incecco, parere negativo. Emendamento 1.276 Locatelli, parere negativo. Identici emendamenti 1.277 Palmieri e 1.278 Mantero, parere negativo. Emendamento 1.279 Nicchi…

PRESIDENTE. Identici emendamenti 1.279 Nicchi e 1.352 Gregori.

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Parere negativo. Emendamento 1.281 Mantero, parere negativo. Emendamento 1.295 Silvia Giordano, parere negativo. Emendamento 1.315 Silvia Giordano, parere negativo.

PRESIDENTE. Adesso abbiamo i tre subemendamenti. Quindi, subemendamento 0.1.551.2 Fedriga.

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Parere negativo.

PRESIDENTE. Poi abbiamo il subemendamento 0.1.551.1 Fedriga.

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Poi, a seguire, il subemendamento 0.1.551.3 Fedriga.

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Andiamo avanti.

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Emendamento 1.551 della Commissione, parere favorevole.

Emendamento 1.341 Gigli, parere favorevole. Emendamento 1.343 Mantero, parere contrario. Emendamento 1.552 della Commissione…

PRESIDENTE. C'è il subemendamento 0.1.552.1 Fedriga.

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Parere favorevole, anzi, no, scusi, richiesta di ritiro… invito al ritiro. Emendamento 1.552 della Commissione, parere favorevole. Articolo aggiuntivo 1.01 Marazziti, riformulato, parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

DAVIDE FARAONE, Sottosegretario di Stato per la Salute. Il Governo si rimette all'Aula.

PRESIDENTE. Il Governo si rimette all'Aula. La ringrazio.

Allora, cominciamo, colleghi.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.257 Palmieri, con il parere contrario della Commissione, favorevole del relatore di minoranza e sul quale il Governo si rimette all'Aula.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Catanoso. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CATANOSO GENOESE DETTO BASILIO CATANOSO. Grazie, Presidente, solo per annunciare il voto favorevole di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI. Presidente, buongiorno a lei e ben ritrovati a tutte e a tutti quanti. Riprendiamo come abbiamo cominciato, cioè proponendo lo stesso metodo che vi abbiamo proposto instancabilmente le scorse settimane, cioè guardiamo il testo degli emendamenti, guardiamo la proposta e non il proponente. In questo caso il testo dice: “Il medico deve accertarsi che il paziente abbia ben compreso che la sospensione della nutrizione e della idratazione gli comporterà disagi aggiuntivi e avrà come esito la sua morte”. Allora, se vogliamo - e credo che tutti lo vogliamo - che ogni decisione di questo tipo sia presa in modo davvero libero, libero perché consapevole, mi è difficile capire il “no” a questo emendamento che, come avete potuto sentire, specifica unicamente le conseguenze - e chiudo - stante che, come avete detto, siete contro il suicidio assistito e contro l'eutanasia omissiva.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.257 Palmieri, con il parere contrario della Commissione, favorevole del relatore minoranza e sul quale il Governo si rimette all'Aula.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo all'emendamento 1.251 Gigli, con il parere contrario della Commissione e il parere favorevole del relatore di minoranza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dellai. Ne ha facoltà.

LORENZO DELLAI. Solo per dire, Presidente, che su questo emendamento del collega Gigli il gruppo lascia libertà di coscienza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gigli. Ne ha facoltà.

GIAN LUIGI GIGLI. C'era un romanzo, un tempo, che, se non ricordo male, si intitolava Chi ha paura di Virginia Woolf?. Ecco, qui dobbiamo chiederci, in una legge che sembra voler insistere sull'informazione del paziente, in modo che sia pienamente consapevole delle sue scelte e sia in grado di autodeterminarsi, chi ha paura che il medico spieghi al paziente esaurientemente e si accerti che abbia compreso che la sospensione di idratazione e nutrizione artificiali causerà inevitabilmente la sua morte e renderà meno agevole la somministrazione di cure palliative e di sedazione del dolore. Allora, qualcuno davvero ha paura che il medico, se tenuto a far questo, possa far qualcosa di contrario all'interesse del paziente? Assumetevene la responsabilità. Noi riteniamo che la piena informazione sia un diritto del paziente e votiamo a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Amato. Ne ha facoltà.

MARIA AMATO. Grazie, Presidente. Solo per ricordare che - nessuna paura - dopo la riformulazione dell'emendamento Abrignani, al comma 5, l'articolo suona nella sua parte conclusiva in questo modo: “Qualora il paziente esprima la rinuncia o il rifiuto di trattamenti sanitari necessari alla propria sopravvivenza, il medico prospetta al paziente, se questi acconsente, e ai suoi familiari le conseguenze di tale decisione e le possibili alternative, e promuove ogni azione di sostegno al paziente medesimo, anche avvalendosi dei servizi di assistenza psicologica.”

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Prataviera. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRATAVIERA. Grazie, Presidente. Per chiedere di aggiungere la mia firma a questo emendamento.

PRESIDENTE. Va bene. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.251 Gigli, con il parere contrario della Commissione e il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo all'emendamento 1.550 della Commissione, i pareri sono favorevoli.

ALESSANDRO PAGANO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO. Sull'ordine dei lavori, Presidente, siccome dovrei spiegare l'emendamento 1.550 della Commissione, prima di iniziare la spiegazione, se fosse possibile avere i subemendamenti che sono stati presentati, su questo della Commissione, a prima firma Pagano...

PRESIDENTE. No, no, non ci sono subemendamenti...

ALESSANDRO PAGANO. ...più 32 firme.

PRESIDENTE. Quale subemendamento? A questo non c'è subemendamento.

ALESSANDRO PAGANO. No, sono stato poco chiaro. Adesso io dovrò spiegare l'emendamento 1.550 della Commissione, ma a seguire ci sono i subemendamenti presentati da 33 firme, la mia è la prima, che riguardano proprio questo 1.550. Se è possibile avere questi subemendamenti da me presentati.

PRESIDENTE. Allora, io ritengo che lei debba attenersi solamente a questo emendamento, perché sui subemendamenti, poi, avrà modo di leggere la nota. Faccia l'intervento solo sull'emendamento 1.550 della Commissione.

ALESSANDRO PAGANO. Assolutamente, Presidente, però mi serviva per avere completezza di informazione all'Aula, da qui a poco.

PRESIDENTE. Certamente. Prego.

ALESSANDRO PAGANO. Allora, riteniamo di dare il nostro parere contrario a questo emendamento della Commissione, perché il disposto di questo emendamento, più l'emendamento 1.551 - naturalmente la seconda parte la spiegherò da qui a breve -, smaschera chiaramente le intenzioni dei proponenti di questa proposta di legge che si vuole approvare: una proposta di legge - è un refrain che diciamo dal primo minuto - che è una legge liberticida ed è una legge eutanasica, checché se ne dica, checché si voglia negare, checché si voglia minimizzare.

La scelta di autodeterminazione che viene fuori da questo emendamento ne è la prova provata: una delle due, perché anche con l'altro emendamento della Commissione si va in questa direzione.

Provo a leggere cosa dice l'emendamento 1.550 della Commissione: viene soppresso il comma 6, che testualmente diceva: “Il rifiuto del trattamento sanitario indicato dal medico o la rinuncia al medesimo non possono comportare l'abbandono terapeutico. Sono, quindi, sempre assicurati il coinvolgimento del medico di famiglia e l'erogazione delle cure palliative, di cui alla legge (...)” che l'ha istituita. Che cosa significa tutto questo? Che, nel momento stesso in cui viene abrogato questo comma 6, si legittima l'abbandono terapeutico, cioè si snatura la figura professionale del medico. Lo stesso codice deontologico si va a fare benedire, già era abbastanza chiaro questo, ma in questa maniera diventa evidentissimo. E il medico che ha posto un giuramento, che è appunto quello di Ippocrate, ovviamente non varrà più nulla negli studi fatti e nella professionalità acquisita. Ecco, quindi, che, come diciamo sin dal primo istante e qui c'è la prova provata, il medico si trasforma in un mero esecutore della volontà del paziente, compresa quella di non dare l'assistenza nella sua compiutezza. Quindi, da qui, il nostro voto contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Monchiero. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MONCHIERO. Il collega Pagano pone un problema che credo meriti qualche chiarimento. La ragione per cui la formulazione originale del testo è stata, poi, rivista in Commissione e nel Comitato dei nove, tra l'altro su mio suggerimento, è che quella norma, posta nell'articolo 1 e rivolta alla generalità delle fattispecie di incontro e di cura fra medico e paziente, creava un problema tecnicamente e praticamente del tutto irrisolvibile.

Io credo che i colleghi, che avevano pensato la norma com'era prima e che ancora hanno manifestato affezione a quella norma, si riferiscano alle fattispecie che possiamo ricondurre al fine vita, ma non è così. Il consenso informato riguarda tutte le relazioni medico-paziente, anche le più banali. Se il mio dentista mi propone di estrarre un dente gravemente ammalato e con un ascesso e io rifiuto - e ho diritto di rifiutare -, questo rifiuto comporta inevitabilmente l'abbandono terapeutico da parte del mio dentista, perché o prevale la sua volontà o prevale la mia, tertium non datur.

Quindi, scrivere su una legge che il rifiuto di cure non comportava, comunque, abbandono terapeutico avrebbe messo le strutture sanitarie e anche i singoli professionisti nell'impossibilità pratica di assumere qualsiasi decisione.

Per cui, dopo avere a lungo riflettuto su questa situazione, che, ripeto, era rivolta a normare tutte le situazioni del rapporto medico-paziente, si è pensato che in questo caso fosse davvero meglio abolire questa norma e lasciare la previsione delle cure alternative e palliative soltanto nel contesto del malato terminale e del fine vita, che sarà poi ripreso nell'articolo 1-bis, insomma successivamente. Ma in questo contesto, nell'articolo sul consenso informato, era una norma davvero molto pericolosa (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.550 della Commissione, i pareri dei relatori sono favorevoli.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Con questa approvazione sono preclusi quelli che seguono.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.281 Mantero, su cui vi è il parere contrario della Commissione e del relatore di minoranza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mantero. Ne ha facoltà.

MATTEO MANTERO. Presidente, questo emendamento, che adesso si trova orfano dell'articolo di cui era bis e ter, ritengo che sia ancora più importante di quando lo avevamo pensato, perché di fatto va a supplire, nella prima parte, nell'articolo 6-bis, a una mancanza che c'è nella proposta emendativa dell'onorevole Marazziti che, come abbiamo appena visto, ha parere favorevole, e quindi andrà di fatto a sostituire l'intento dell'intero comma 6, perché nella prima parte della proposta emendativa Marazziti, in cui si parla della sospensione delle cure - in questo caso della rinuncia, dell'interruzione di cure appunto di malati che sono nella fase terminale della loro vita o che hanno malattie inguaribili con prognosi infausta e così via -, parliamo sì di cure palliative, ma ci dimentichiamo di specificare che a questi malati ci sarà il diritto anche della sedazione palliativa profonda continua.

Credo che sia una dimenticanza, perché non credo che sia intento del presidente veder soffrire persone che rinunciano a trattamenti vitali, come, ad esempio, nutrizione e idratazione o altri trattamenti del genere, e che avrebbero bisogno, ovviamente, in seguito a questa rinuncia, di essere accompagnati fino alla fine con una sedazione palliativa profonda continua.

Quindi, questo comma 1 è molto importante, perché andrebbe a prendere questa mancanza che c'è appunto nella proposta emendativa dell'onorevole Marazziti, che sostituirà l'intento del comma 6.

In merito alla seconda parte, invece, chiedo alla relatrice di prendere in considerazione anche quella, perché ripete lo stesso principio della sedazione palliativa profonda continua anche presso il domicilio del malato. È una cosa assolutamente fattibile, perché già le cure palliative possono essere somministrate presso il domicilio della persona malata e ritengo che sia importantissimo che un malato possa decidere di rinunciare a un trattamento vitale o comunque ai trattamenti sanitari anche presso la propria abitazione e che, in seguito a questa rinuncia, ci sia la garanzia di venire accompagnati con sedazione continua che non causi sofferenze al malato in seguito alla rinuncia.

Quindi, mi dispiace di questo parere contrario, perché di fatto andrebbe a colmare due buchi che abbiamo dimenticato, perciò vi chiedo di riconsiderarlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Polverini. Ne ha facoltà.

RENATA POLVERINI. Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole del gruppo di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI. Presidente, come abbiamo detto, noi guardiamo le proposte e non i proponenti. In questo caso, questo emendamento, nella sua doppia articolazione, coglie un punto mancante, come il collega Mantero ha appena ricordato. A testimonianza del fatto che non siamo per la sofferenza a tutti i costi, che siamo per la libertà, siamo contro il dolore inutile, ma al tempo stesso siamo a favore del fatto che vengano evitate sofferenze inutili, riteniamo che questo emendamento meriti di essere sostenuto, perché appunto è il completamento della proposta emendativa riformulata dell'onorevole Marazziti, che voteremo di qui a poco.

Per questo motivo, noi lo votiamo e ci auguriamo che nel prosieguo lo stesso trattamento sia riservato a nostri emendamenti che hanno la stessa intenzione, cioè quella di evitare sofferenze inutili, ma anche i morti inutili, che si potrebbero appunto evitare. Questo sarà evidente quando saremo all'articolo 3.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il presidente Marazziti. Ne ha facoltà.

MARIO MARAZZITI. Presidente, l'intenzione, il tema dell'emendamento illustrato dal collega Mantero va in convergenza con il futuro articolo aggiuntivo che porta il mio nome e che tocca il tema della terapia del dolore, appunto del divieto di ostinazione ragionevole nelle cure e di dignità nella fase finale della vita. Ma vorrei chiarire che vi è il problema di evitare sofferenze inutili e di garantire sempre, anche in caso di rifiuto di trattamenti o di cure da parte del paziente, un'adeguata terapia del dolore, addirittura prevedendo anche il caso in cui questo porti magari a non essere più in una struttura pubblica o in una struttura ospedaliera ma a tornare a casa.

Garantire questa lotta al dolore, questa dignità, anche in caso di rifiuto delle cure, questo è compreso, è scritto, nel futuro articolo 1-bis che andremo a votare fra poco.

Vorrei chiarire che, quindi, non c'è nessuna non convergenza su questo punto, e anche che questo piccolo dibattito di adesso, secondo me - mi rivolgo anche all'onorevole Palmieri e agli altri - ci aiuta a capire che qui non siamo di fronte agli amanti del dolore che vogliono a tutti i costi garantire il dolore come espiazione, come in una certa caricatura di mondo cattolico, né, dall'altra, agli amanti della libertà individuale al punto di desiderare la morte anche quando questa non sia né in arrivo né necessaria, o fino al suicidio, garantito magari dallo Stato. Queste due caricature, per fortuna, non sono state e non sono il frutto del futuro emendamento all'articolo 1-bis sulla terapia del dolore, il divieto di ostinazione irragionevole delle cure e la dignità nella fase finale della vita. Quindi, credo che, anzi, la costruzione di questo articolo 1-bis e del consenso attorno ad esso possa aiutare tutti noi a fugare molte delle paure legate all'intero disegno di legge.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

SILVIA GIORDANO. Presidente, i due estremi citati adesso dal presidente Marazziti non sono presenti neanche nel nostro emendamento, tanto che è una parte quella che poi è confluita nella proposta emendativa dell'onorevole Marazziti, che appunto porta la sua prima firma, ma ci sono tante altre proposte all'interno. Ma è fondamentale il secondo comma di quel 6-ter, perché chiediamo, infatti, di poter fare la sedazione continua palliativa profonda quando necessaria e nei casi previsti anche presso il proprio domicilio. Non diciamo che già accade così, perché purtroppo non è esplicito e non è chiaro, in quanto non è esplicito e non è chiaro neanche nella legge sulle cure palliative, perché non si fa esplicito riferimento alla sedazione palliativa continua profonda, motivo per cui lo puntualizziamo anche nell'articolo aggiuntivo “Marazziti”. Quindi, perché non sottolineare anche di poterlo fare presso il proprio domicilio, dove una persona potrebbe essere sedata in modo continuo profondo e sereno presso il proprio domicilio con i propri cari e in tranquillità? Quindi, a questo punto, chiederei di accantonare almeno quest'ultimo periodo, per completare, visto che c'è una comunione di intenti, l'articolo aggiuntivo dell'onorevole Marazziti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Locatelli. Ne ha facoltà.

PIA ELDA LOCATELLI. Signora Presidente, ho accolto volentieri l'invito della relatrice a ritirare il mio emendamento 1.276, perché quell'emendamento chiedeva di fare menzione esplicita della sedazione continua e profonda. Siccome questo riferimento esplicito è stato assunto nell'articolo aggiuntivo presentato dal presidente, volentieri l'ho ritirato, perché mi ritrovo in quella proposta emendativa. Però, perché avevo chiesto che queste parole venissero esplicitate? Perché succede che la sedazione continua e profonda in alcune parti del nostro Paese viene fatta e in altre parti no, e non mi pareva opportuno che venisse affidata alla fortuna di abitare a Bergamo piuttosto che in un'altra realtà italiana la possibilità di avere questo trattamento.

Mi pare che il tema si riproponga rispetto alla possibilità che la sedazione palliativa continua e profonda avvenga presso il proprio domicilio: se non lo diciamo esplicitamente, succederà che in alcune realtà del nostro Paese questo verrà fatto, in altre realtà non succederà, e a me pare che questa garanzia debba essere data a tutti quanti. Quindi, invito ad accogliere, in forma aggiuntiva all'emendamento presentato dal presidente della Commissione, questa parte, il 6-ter, che lo completerebbe.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Murer. Ne ha facoltà.

DELIA MURER. Grazie, Presidente. Anche noi come Movimento democratico e progressista siamo favorevoli all'emendamento 1.281 Mantero che, secondo noi, è molto importante e richiama un emendamento che anche noi abbiamo presentato e che ora è precluso, ed è importante proprio per i due motivi che venivano richiamati. Uno, il fatto che, nel caso in cui il paziente chieda di interrompere i trattamenti sanitari in corso, sia davvero accessibile la sedazione palliativa continua. Questo come veniva detto prima in alcune realtà del Paese viene fatto e in altre no. È una possibilità prevista ma non esplicitata nella legge sulle cure palliative.

Vorrei anche sottolineare l'importanza del secondo comma nel quale si prevede la possibilità di avere sia l'interruzione delle cure sia la sedazione palliativa continua profonda a domicilio. Quindi, per tali motivi noi siamo favorevoli.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Quello che di questo emendamento non convince è il fatto che il paziente, nel momento in cui chiede la sospensione delle cure, automaticamente chiede la sedazione profonda, senza tener conto che tra la sospensione delle cure e l'applicazione delle cure palliative, di cui la sedazione profonda costituisce in un certo senso il momento terminale, c'è un'infinita gamma di altre terapie del dolore che possono essere applicate secondo il criterio della progressività nel controllo del dolore perché la sedazione profonda fa riferimento proprio ad un dolore refrattario. L'abuso della sedazione profonda potrebbe diventare francamente un ulteriore motivo di complicazione nella gestione di questi pazienti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Burtone. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente, credo che questo emendamento e quello del presidente Marazziti che discuteremo dopo diano una risposta piena all'assistenza che non deve mai mancare anche di fronte al rifiuto e vorrei anche fare una riflessione: il collega Mantero chiede che la sedazione profonda si faccia anche a domicilio. Credo che ci sia un problema tecnico perché fare la sedazione profonda significa avere in alcuni casi, non sempre, la necessità anche del respiratore automatico e di intervenire. Quindi, mi permetto di dire, l'impostazione della terapia del dolore e delle cure palliative non può non vedere un impegno anche a domicilio. Tuttavia, sulla sedazione profonda credo che un appunto lo si debba fare e credo che sia importante farlo in una sede attrezzata perché potrebbero porsi anche alcune complicazioni che credo sia giusto evitare.

Quindi, inviterei il collega Mantero a non insistere su un emendamento e ad accettare, invece, l'emendamento Marazziti che complessivamente copre tutte le problematiche che sono relative all'utilizzazione delle cure palliative tenendo conto - lo voglio dire all'Assemblea - che la sedazione profonda non è una sedazione irreversibile. La sedazione profonda è un intervento che può essere assolutamente bloccato e si può ripristinare una condizione ante la sedazione profonda. Quindi, non diamo un significato anomalo anche a quest'intervento che serve in una determinata fase per dare al paziente una condizione di refrigerio rispetto ad un dolore acuto che si presenta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calabrò. Ne ha facoltà.

RAFFAELE CALABRO'. Presidente, per esprimere con maggiore chiarezza il voto contrario dato a questo emendamento. Noi siamo di fronte ad una scelta che abbiamo fatto, ossia di accompagnare questi malati, dove vi fosse la necessità, con la terapia del dolore e, dove ve ne fosse ancora necessità maggiore, con la sedazione profonda.

\\E ciò è ben compreso all'interno dell'articolo aggiuntivo del presidente che ci accingeremo a votare tra poco. La sedazione profonda è qualcosa di estremamente delicato che va fatto misurando una serie di parametri e valutando con attenzione quale è il livello di terapia, il dosaggio della terapia, la maniera di rispondere del paziente alla terapia, che va fatto necessariamente in un ambiente protetto, se vogliamo portare il concetto di sedazione profonda alla sedazione profonda e non ad altre conseguenze che la sedazione più che profonda potrebbe portare. Una cosa del genere non può essere assolutamente realizzata all'interno di un domicilio dove tutto questo non può essere protetto. Pertanto, ritengo che il voto deve essere assolutamente un voto contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Busin. Ne ha facoltà.

FILIPPO BUSIN. Presidente, intervengo per dichiarare il voto contrario del gruppo della Lega Nord a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO. Intervengo a titolo personale, Presidente. All'inizio pensavo di non intervenire su questo emendamento tanto era evidente e chiaro l'intento ipocrita di volere nascondere una volontà di eutanasia: siccome il malato sta male, sta malissimo poi alla fine vi diamo anche tutte le cure palliative possibili e immaginabili in maniera tale che non possa sentire il dolore, addirittura con una sedazione palliativa profonda e continua presso il proprio domicilio.

L'onorevole Burtone dice giustamente - lo dico da un punto di vista tecnico - che questa è una cosa terribile e complicata e non è una cosa facile perché devi andare a lenire il dolore di una persona che sta morendo e avrà mille complicazioni. Quindi, non si può tecnicamente fare. Mi aggancio a questo “non si può tecnicamente fare” per ribadire ancora una volta che qui il parere da parte di qualsiasi uomo di buona volontà è contrario, ma non contrario perché va a minare l'impalcatura del testo, così com'è stata voluta dal PD e dal MoVimento 5 Stelle a livello decisionale e a livello di inciucio, ma perché è evidente che questa è una norma antiumana, è una norma tecnicamente non realizzabile ed è una norma profondamente ingiusta per la dignità dalla persona.

PRESIDENTE. Adesso sono concluse le dichiarazioni di voto, ma la deputata Giordano mi aveva chiesto l'accantonamento. Dunque, vorrei capire se vuole formalizzare tale richiesta… Prendo atto che la deputata Giordano formalizza la richiesta di accantonamento dell'emendamento 1.281 Mantero.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Il parere è contrario perché abbiamo discusso a lungo e il tema viene affrontato successivamente con un articolo aggiuntivo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore dell'accantonamento il deputato Mantero. Ne ha facoltà.

MATTEO MANTERO. Intervengo a favore della richiesta di accantonamento perché, come ho detto prima e come cercherò di spiegare meglio, riteniamo che nell'articolo aggiuntivo Marazziti il tema in realtà non sia affrontato in maniera completa. Primo, perché al comma 1 dell'articolo aggiuntivo Marazziti, quando si parla dell'interruzione dei trattamenti sanitari, non si fa specifico riferimento alla sedazione palliativa continua profonda, che non è un'invenzione che abbiamo fatto qua ma è una tecnica ben conosciuta e ben definita anche dal Comitato nazionale per la bioetica, ma si fa riferimento solo alle cure palliative e, come ripeto, penso che sia stata una dimenticanza, una svista perché riteniamo che vada specificato.

Inoltre, per la parte riguardante i trattamenti a domicilio, non è assolutamente vero che non sono tecnicamente fattibili e che sono cose complicate: i palliativisti sono tecnici che sono in grado di fare questi trattamenti anche a domicilio, tanto è vero che spesso si fanno già a domicilio ma non sono garantiti su tutto il territorio nazionale. Questo tipo di trattamenti avvengono già presso il domicilio delle persone e ci sono medici palliativisti, tecnici che sono in grado di fare questi trattamenti in maniera precisa e tranquilla presso il domicilio delle persone. Quindi, il fatto che non siano fattibili è assolutamente una sciocchezza.

Quello che chiediamo con l'emendamento è che il trattamento che in alcune regioni e in alcune zone viene fatto e che quindi per alcune persone è un diritto diventi un diritto per tutti.

Se non si vuole aggiungere tale disposizione ovvero se non vogliamo aggiungere i trattamenti anche presso il domicilio della persona è chiaro che c'è una volontà politica per bloccare questa disposizione e non una volontà tecnica, perché non è così.

Per tale ragione chiediamo l'accantonamento dell'emendamento 1.281 Mantero e che la relatrice ripensi ad aggiungere nell'articolo aggiuntivo Marazziti almeno la parte in cui la cura palliativa continua profonda possa essere fatta, se è opportuno, anche presso il domicilio del malato.

PRESIDENTE. Allora, a questo punto, passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento dell'emendamento 1.281 Mantero.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge per 74 voti di differenza.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.281 Mantero, con il parere contrario della Commissione e del relatore di minoranza, il Governo si rimette all'Aula.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'emendamento 1.295 Silvia Giordano, con il parere contrario della Commissione e del relatore di minoranza.

Ha chiesto di parlare la deputata Giordano. Ne ha facoltà.

SILVIA GIORDANO. Sì, Presidente. Ho capito il perché del parere contrario e ritiro l'emendamento.

PRESIDENTE. Ritira l'emendamento. Allora procediamo.

Siamo all'emendamento 1.315 Silvia Giordano, con il parere contrario di Commissione e relatore di minoranza. La deputata Giordano chiede di parlare per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SILVIA GIORDANO. Sì, grazie Presidente. Su questo emendamento, invece, insistiamo, e non poco, nel senso che ci siamo lasciati, l'ultima volta che abbiamo votato gli emendamenti sulle DAT, proprio su questo punto. Vi era stato anche un intervento della deputata Carnevali del PD, che appunto affermava che anche lei, in Commissione, aveva presentato l'emendamento, dicendo di non basarsi su evidenze scientifiche, ma che poi, visto che venivano esclusi, ad esempio, gli off-label oppure le cure palliative, allora era stato il caso di riformularlo, in una riformulazione che però, purtroppo, quando è stata data dalla relatrice, aveva poco a che fare solo con le evidenze scientifiche, ma ha preso altro, ossia la deontologia professionale, su cui noi più volte ci siamo espressi in modo del tutto contrario, nel merito legale e non nel merito della deontologia professionale, inserendo poi le buone pratiche clinico-assistenziali.

Nel corso del dibattito abbiamo anche dato un consiglio di riformulazione, che è pervenuto oltretutto dai colleghi di centrodestra, dal deputato Longo, in cui appunto, per ovviare al problema dell'esclusione degli off-label e delle cure palliative, non bisognava dire “o non basati su evidenze scientifiche” ma “contrari a evidenze scientifiche”, che sarebbe stato ben diverso. Tanto che era stato accantonato anche un emendamento Calabrò, che proponeva che il medico potesse astenersi - nella riformulazione che poi era stata data dalla relatrice - dalle buone pratiche.

Pure lì noi abbiamo insistito e Calabrò, proprio in quest'Aula, aveva detto che non ci sarebbero stati problemi a metterci d'accordo sul termine, tanto che, proprio per questo motivo, si era arrivati all'accantonamento dell'1.315 a mia prima firma, proprio perché una riformulazione più corretta, più adeguata, più approfondita, basate su evidenze scientifiche poteva essere presa in considerazione. Purtroppo però non è stato così. In Comitato dei nove questi emendamenti sono stati votati contrari, su questo non ci siamo neanche particolarmente soffermati, ma soprattutto con la grande sorpresa poi di questo emendamento della Commissione che dice “a fronte di tali richieste il medico non ha obblighi professionali”.

Ora, Presidente, questo è chiaramente un problema, perché andiamo a dire quando il medico ha obblighi professionali e quando non ha obblighi professionali, ampliando però di molto lo spettro del dovere o non dovere del medico, oltretutto mentre, con un emendamento come il mio, quando andavamo a specificare dei trattamenti contrari a evidenze scientifiche, lo chiarivamo e il paziente non poteva esigere trattamenti che erano contrari alle evidenze scientifiche. Su questo era qualcosa di chiaro, esplicito, palese, e su cui non ci poteva essere interpretazione. Invece non si è voluto accettare, non si è voluto prendere in considerazione, si è fatto e si è continuato sulla interpretazione pura della deontologia professionale e delle buone pratiche, e questo perché, forse, si vuole cercare un accordo verso quella parte politica, che comunque voterà contrario a questo provvedimento, e quindi non capiamo il perché - ma questi sono equilibri politici che per fortuna non ci riguardano -, e si vuole dare anche una possibilità ai medici di non rispettare le volontà del paziente. Quando parliamo di buone pratiche clinico-assistenziali - ma su questo parlerò anche in modo approfondito dopo, all'emendamento successivo -, guarda caso, non si sa mai bene di cosa si sta parlando, perché è vero che l'abbiamo inserito nella legge sulla responsabilità medica, è vero che ne abbiamo già trattato e inserito in una legge, ma a parte che lì era un'altra fattispecie, a parte che noi abbiamo preso un termine anglosassone e portato qui e plasmato su un territorio italiano, ma in realtà non possiamo dire con certezza cosa sono, e non lo potremo mai dire - cosa che è stata affermata anche dagli esponenti del PD in Comitato dei nove - cosa sono le buone pratiche.

Quindi, voi siete certi, avete la certezza assoluta che quando qualcuno, in un qualsiasi ospedale d'Italia, va a chiedere l'interruzione della nutrizione alimentare, della nutrizione artificiale, non ci sarà qualcuno che dice “no, non fa parte delle buone pratiche clinico-assistenziali”, ne avete la certezza assoluta? Purtroppo - e questo è certo – non l'avete e quindi state creando un escamotage nuovamente - e non si sa per quale motivo - per eludere le volontà del paziente. Perché non si sa? Perché, comunque, le persone che voteranno contro, che hanno dichiarato di votare contro all'inizio, voteranno contro questo provvedimento anche adesso. Quindi, noi stiamo rovinando una legge che era partita con i migliori propositi e più andiamo avanti e più, piano piano, si creano scappatoie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mantero. Ne ha facoltà.

MATTEO MANTERO. Grazie, Presidente. Io ricordo che al comma 7 di questo articolo, al primo periodo, noi parliamo del fatto che debba essere rispettata la volontà del paziente di rifiutare un trattamento sanitario o di rinunciare al medesimo. Quindi già aggiungiamo al comma 2 una parte che non c'entra nulla con il comma 1, ovvero che il paziente non possa pretendere trattamenti sanitari contrari alla norma di legge, alla deontologia professionale o alle buone pratiche clinico-assistenziali, che sono appunto cosa che non c'entra nulla con la prima parte. Il fatto di aggiungere questa seconda parte e aggiungere all'emendamento successivo della Commissione il fatto che in questo caso il medico può esimersi dagli obblighi professionali, a nostro avviso è un chiaro modo per dare la possibilità al medico di svicolare al rispetto delle volontà del paziente, perché qualsiasi medico potrà dire che quel paziente gli ha chiesto di interrompere quel determinato trattamento sanitario, ma l'interruzione del trattamento sanitario è contraria alle buone pratiche e, di conseguenza, io non le interrompo. È ovvio che l'interruzione di qualsiasi trattamento sanitario è contraria alle buone pratiche e quindi, di fatto, in questo modo stiamo dando la possibilità a qualsiasi medico di andare in contrasto alla volontà del paziente. Con questo emendamento, invece, noi andiamo a specificare, riducendo il campo di azione in cui il medico può esimersi dal rispettare la volontà del paziente. Sostituire le buone pratiche con la contrarietà a …

PRESIDENTE. Concluda, deputato.

MATTEO MANTERO. …ci sembra più chiaro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Calabrò. Ne ha facoltà.

RAFFAELE CALABRO'. Presidente, questo è uno dei punti che abbiamo trattato più volte nella discussione sull'articolo 1, perché questo mette in rapporto la libertà del paziente, l'autodeterminazione del paziente con la professionalità del medico. Noi non possiamo mettere in contrasto queste due realtà: da una parte, c'è l'autodeterminazione del paziente che va assolutamente rispettata nelle sue scelte, dall'altra parte, c'è un medico con la sua esperienza professionale basata sulle buone pratiche: il concetto di “buone pratiche”, infatti, è un concetto molto chiaro non solo per chi viene dal mondo inglese - non c'entra niente -, ma è riportabile in qualsiasi contesto clinico e si basa anche sulle evidenze scientifiche.

Qui non si critica l'espressione “evidenze scientifiche”: qui si critica - e, quindi, si vota negativamente - che si vuole togliere l'espressione “deontologia professionale”. La deontologia professionale è qualcosa su cui il medico giura prima di iniziare la sua attività professionale: non può assolutamente essere tolta, non può assolutamente essere negata la possibilità di corrispondere a quello che è stato un suo giuramento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Locatelli. Ne ha facoltà.

PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signora Presidente. Lo aveva già detto la relatrice in fase di discussione generale: la contrarietà di alcuni di noi all'introduzione di questa parte finale del comma 7 nasce dall'esperienza dell'applicazione della legge n. 194, la legge sull'interruzione della gravidanza. Ancora una volta, non possiamo non ricordare che è assolutamente impossibile rispettando il diritto all'obiezione di coscienza, è statisticamente impossibile che il 70 per cento dei medici italiani sia obiettore di coscienza e, che, in alcune realtà, l'obiezione di coscienza arrivi al 100 per cento dei casi. Allora, il riferimento alla deontologia professionale a me pare che costituisca una sorta di offerta su un piatto d'argento dell'invito ad obiettare. Per questa ragione noi ci opponiamo a questa parte finale del comma 7.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Burtone. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente, non possiamo però leggere ogni volta il provvedimento pezzo per pezzo e non guardare complessivamente. Noi abbiamo definito il consenso informato, abbiamo definito la possibilità di revoca, abbiamo puntualizzato molti aspetti che riguardano le terapie e l'obbligo per il medico di rispettare l'autodeterminazione. Non c'è dubbio che va precisato che non si può chiedere al medico di fare una pratica che non abbia nulla a che vedere con l'evidenza scientifica, in questo caso, ma anche con quelli che sono gli obblighi di legge.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 1.315, con i pareri dei relatori tutti contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo al subemendamento 0.1.551.3 Pisicchio, sul quale c'è il parere contrario della Commissione e il parere favorevole del relatore di minoranza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà.

GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, io ho assistito con molto piacere a quello che è stato il dibattito precedente, però non ho capito ancora, alla fine, come dobbiamo interpretare questa norma. Perché se fosse vero quello che ci è stato detto, cioè che il medico può effettivamente opporre un rifiuto in considerazione della sua deontologia professionale, non vedo perché al subemendamento Pisicchio sia stato dato parere negativo, in quanto specificava solo meglio che, a fronte di tali richieste o di rifiuti di analogo significato, il medico non ha obblighi professionali.

Allora, viene il sospetto - lo dico così, sommessamente - che il rifiuto del medico sia qualcosa che andrà a finire poi, anche non volendo, nelle aule dei tribunali, perché qualcuno lo interpreterà come la possibilità di rifiutare solo i trattamenti, diciamo così, eterodossi, le cose strane, le cose che non hanno validità scientifica; qualcun altro riterrà di avvalersene per far sì che queste disposizioni non siano in realtà delle disposizioni, ma siano delle dichiarazioni, cioè qualcosa che deve, giustamente, essere tenuto in considerazione dal medico, ma che il medico non è tenuto ad osservare se questo contrasta con la sua coscienza. E questo non solo quando vengano richieste cose strane o eterodosse, ma anche quando ci siano pretese, come, per esempio, la sospensione dell'idratazione e della nutrizione, che contrastino, appunto, con la coscienza dal medico, perché ritiene che sia clinicamente una scelta che non trova giustificazione, se non all'interno di un progetto suicidiario.

Sarebbe bello capire qual è l'interpretazione di tutto questo, perché altrimenti noi - ripeto - lasceremo aperta la porta ad interventi, più o meno a gamba tesa, della magistratura e lasceremo soprattutto aperta la porta ai guai per il medico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Squeri. Ne ha facoltà.

LUCA SQUERI. Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole del gruppo Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI. Grazie. Per corroborare la richiesta fatta dal collega Gigli, cioè di capire bene quali sono gli intenti della proposta che parte della maggioranza, della Commissione fa rispetto a questo comma, questo comma, lo ricordo, è il frutto del lavoro che abbiamo fatto in Commissione. Quindi, da un lato, siamo riusciti con la nostra presenza a migliorare un testo che schiacciava il medico e, di fatto, rendeva impossibile al medico di svolgere la propria attività, però, dall'altro lato, è stato fatto, per così dire, un ircocervo. Da un lato - e concludo, Presidente - si va in questa direzione, cioè riequilibrare la situazione, ma, dall'altro lato, non si ha il coraggio di farlo fino in fondo. Da qui la perplessità di fondo su questo comma e la richiesta del collega Gigli che invito a tenere nella più assoluta considerazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Presidente, questo provvedimento passerà un po' alla storia per una serie di ambiguità che vi sono contenute: cioè, il detto ed esplicito assume delle posizioni che, poi, attraverso una terminologia francamente molto ambigua, non sembra garantire che potranno essere mantenute le cose così come sono state annunciate.

In concreto, l'emendamento Gigli dice semplicemente questo: il medico può sospendere un trattamento, ditegli pure che possa sospendere la sospensione. Cioè sia esplicito e chiaro che il medico, in ogni caso, sia che prescriva sia che sospenda, può assumere la posizione dalla parte della cura e dalla parte della vita, perlomeno in quello che è il riferimento alla sua coscienza, tenuto conto che il grande assente di questo provvedimento è proprio il tema dell'obiezione di coscienza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1.551.3 Pisicchio, con il parere contrario della Commissione e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo alla votazione del subemendamento 0.1.551.2 Fedriga, i pareri dei relatori sono contrari.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO. Presidente, solo perché in questo caso noi ribadiamo quella motivazione al contrario che ci ha messo nelle condizioni di dire “no” all'emendamento della Commissione e ovviamente la rafforziamo con questo subemendamento, che come vede è corposamente sostenuto, in maniera tale che il medico ha degli obblighi professionali garantiti e tutelati dallo Stato. Quindi, di fatto, significa che noi siamo passati da una fase precedente dove lui poteva fare solo l'esecutore testamentario e, invece, noi proponiamo, con questa norma, ovviamente, che venga garantita la figura del medico dallo Stato in quanto tale. E questo, ovviamente, che significato vuole avere? Che se verrà bocciato, significa che il medico sarà un esecutore testamentario. Quindi, di fatto, nella gerarchia il paziente viene molto prima… anzi, il medico viene molto dopo il paziente e, in altre parole, non può più intervenire per la salvezza della vita, nonostante, magari, delle decisioni che da un punto vista medico-scientifico potrebbero reggere. Su questo emendamento, quindi, diamo parere favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1.551.2 Fedriga, i pareri dei relatori sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo alla votazione del subemendamento 0.1.551.1 Fedriga; il parere della Commissione è contrario, favorevole il parere del relatore di minoranza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO. Chiaramente, è un subemendamento paradossale, Presidente. Solo trenta secondi per dire che, addirittura, il medico dovrebbe essere nelle condizioni di denunciare i vertici aziendali qualora volessero imporre a lui delle decisioni che vanno contro la deontologia, contro la sua missione, contro il suo essere medico. Quindi, è un subemendamento chiaramente provocatorio, ma nel senso nobile del termine.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1.551.1 Fedriga.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.551 della Commissione, i pareri dei relatori sono favorevoli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO. Presidente, stavolta, invece, è un intervento forte che mira a sensibilizzare l'Aula. Noi col comma 7 ci siamo veramente lamentati in Commissione, ma non solo, anche nei media, perché sostanzialmente il medico, nella versione originaria, era tenuto a rispettare la volontà del paziente di rifiutare i trattamenti sanitari e in forza di ciò era esente da responsabilità civile o penale. Cioè, della serie: caro medico, dimenticati le cose che hai studiato, tanto sei esentato da qualsiasi responsabilità, ammazzalo tranquillamente. Già ci lamentavamo di questo. Con l'emendamento della Commissione andiamo anche oltre, perché la riscrittura che ha fatto il Comitato dei nove è che il medico non ha obblighi professionali; è una follia, se non ha obblighi professionali che cosa ci sta a fare lì? Deve essere soltanto un ubbidiente a quello che è stato detto anche in tempi remoti, quando la salute del paziente era al massimo, quando c'erano le condizioni per poter esprimere il meglio di sé stessi? No, è evidente che per noi, da questo punto di vista, il medico continua a essere l'angelo della vita e non è un fatto casuale che interventi in questa sede sono venuti proprio dal punto di vista scientifico da più parti, proprio in questi giorni, ripresi da tutti i media. Quindi, siamo assolutamente contrari a questa nuova formulazione della Commissione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI. Per annunciare il voto di astensione di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Longo. Ne ha facoltà.

PIERO LONGO. Signora Presidente. Non ha senso; l'emendamento proposto dalla Commissione è in realtà privo di ogni significato. Il medico ha sempre obblighi professionali, nessuna norma può decidere che egli non abbia obblighi professionali. Nel caso concreto, l'obbligo professionale che gli rimane a carico è quanto meno l'obbligo di informazione, allora vogliamo proprio dire che non ha neanche quest'obbligo? Quindi, esce e va via? No, no, non si può fare così; questa è barbarie giuridica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mantero. Ne ha facoltà.

MATTEO MANTERO. Grazie, Presidente; per dichiarare il nostro voto contrario a questo emendamento della Commissione che, oltre ad essere tecnicamente sbagliato, come ci ha ben spiegato il collega Longo, secondo noi va a insistere su un errore concettuale che abbiamo fatto fino da principio. Come dicevo, nel comma 7, noi prevedevamo che il medico dovesse rispettare la volontà del paziente esclusivamente quando questi decideva di rifiutare o di rinunciare e, quindi, di interrompere un determinato trattamento sanitario. Nella seconda parte del comma 7 abbiamo voluto inserire anche le richieste che il paziente non doveva fare; sono cose assolutamente, a nostro avviso, fuori luogo, inutili, lapalissiane, se vogliamo, perché è evidente che già ora, senza bisogno di scriverlo in questa legge, non cambia nulla rispetto alle richieste del paziente di cose contrarie alle norme di legge o alla deontologia professionale, quindi, non vediamo perché sia necessario specificarlo. Abbiamo ritenuto di specificarlo, va bene, anzi va male, ma, comunque, con questo subemendamento della Commissione andiamo ancora a rafforzare di più, assolvendo appunto il medico dagli obblighi professionali, la facoltà del medico stesso, proprio alla luce del fatto che noi diciamo che il paziente non può richiedere cose contrarie alle buone pratiche (e di fatto il paziente non è titolato a sapere, quando non lo può sapere, probabilmente, neanche il medico, cosa siano le buone pratiche, quali siano le richieste che fanno parte delle buone pratiche né della deontologia professionale) di rispondere, a qualsiasi richiesta del paziente, appunto, di rifiutare o di rinunciare al trattamento, che quelle richieste sono contrarie alle buone pratiche. Voi mi potete dire che non è così? Se io sto facendo la chemioterapia e dico che voglio interromperla, il medico non mi può dire che è contrario alle buone pratiche interrompere la chemioterapia? Se io sono tenuto in vita da una respirazione artificiale, da una ventilazione artificiale, e voglio interromperla perché non riesco più a sopportare le sofferenze che quella condizione mi porta, il medico non mi può dire: è contrario alle buone pratiche, perché di fatto è contrario alle buone pratiche, e quindi in questo modo noi andiamo a dare al medico la possibilità di non rispettare la volontà del paziente e di interrompere i trattamenti sanitari. E quindi, di fatto, stiamo rendendo praticamente inefficace o stiamo in qualche modo trovando una scappatoia, una sorta di obiezione di coscienza su questo tipo di trattamenti, cosa alla quale, come abbiamo già detto, noi non siamo necessariamente contrari. Si può anche stabilire, così come noi non riteniamo che sia opportuno imporre la nostra volontà ad un malato, che deve continuare per forza trattamenti che non vuole, non riteniamo che sia neanche obbligato, quello specifico medico, ad andare a staccare il respiratore o a interrompere l'idratazione e la nutrizione di un malato se è contro la sua etica, ma è necessario che la volontà del paziente sia, comunque, rispettata. E quindi, se noi vogliamo andare a mettere con questo giro di parole una sorta di obiezione di coscienza, a questo punto dobbiamo inserire nella norma l'obbligo per la struttura sanitaria di rispettare comunque la volontà del paziente, anche se il medico decide di non rispettarla. Questo noi non lo facciamo e, quindi, rischiamo di lasciare un buco, che rischia di rendere di fatto inefficace tutto l'impianto della legge. Non capisco perché dobbiamo andare a rischiare di compromettere un lavoro durato un anno e tre mesi, siamo usciti con un buon testo, non capisco perché adesso dobbiamo rischiare di metterlo in forse con degli emendamenti, a nostro avviso, assolutamente impropri.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Questo è sicuramente uno dei punti più difficili della legge, perché noi non abbiamo a che fare con dei bottoni da spingere, abbiamo a che fare con delle persone, e, come abbiamo scritto nel comma 2, nella relazione di cura si incontrano due autonomie: l'autonomia del paziente sulle proprie convinzioni, la propria volontà, il proprio modo di vedere la vita, ma, dall'altra parte, l'autonomia professionale del medico. Siamo continuamente nel dibattito - si sente - spinti, da una parte o dall'altra - ad accentuare una delle due. C'è chi ritiene che l'autonomia del medico professionale debba prevalere e, quindi, sia il suo giudizio clinico - nel nome del bene del paziente, per carità - a dover essere quello che impone la propria decisione e chi ritiene che la decisione del paziente debba essere sempre quella prevalente.

In questo punto noi diciamo due cose, cioè noi diciamo: se il paziente ha detto di “no” o ha detto “adesso basta, interrompete le cure”, quella decisione tutti la devono rispettare: tutti! Vi è, quindi, l'obbligo di rispettare la decisione di rifiuto o di rinuncia delle cure e, ovviamente, ne abbiamo discusso alla seduta precedente, non ci sono conseguenze sul piano penale. Però abbiamo aggiunto: guardate che anche la libertà del paziente incontra dei limiti. Noi non stiamo parlando solo di fine vita, non stiamo parlando solo di nutrizione e idratazione, non stiamo parlando solo di interruzione delle cure, questo è un articolo che riguarda il consenso informato tutto, che riguarda la nostra relazione col sistema sanitario tutto, con tutte le casistiche che possono capitare e che non necessariamente sono drammatiche.

Nella quotidianità tante volte ci si trova di fronte a persone che chiedono al medico, per le migliori ragioni dal loro punto di vista, cose che non si possono fare, cure e farmaci che non si possono acquistare, terapie che vanno contro il dato scientifico, abbiamo avuto Stamina, abbiamo avuto la cura Di Bella. Di fronte a questo, visto che stiamo facendo una norma che non è solo sul fine vita, ma è in generale sul consenso informato in sanità, abbiamo voluto chiarire che il medico a questo si può opporre, che non si può dire sempre e necessariamente di “sì”, ma che il medico ha tutto il diritto, appoggiandosi alla sua competenza professionale, alla sua deontologia professionale, di dire di “no”.

Dice l'onorevole Mantero - che in realtà si è concentrato su un punto solo, naturalmente quello che è il caso più raro, ma che abbiamo in mente tutti -: può rifiutarsi di staccarmi dalla macchina? Perché è chiaro che la rinuncia, ciò che comporta un atteggiamento passivo da parte del medico, ad esempio se la chemioterapia non la vuoi fare, non è che posso chiamare i Carabinieri e mandartela a fare a forza; è successo eh, ci sono casi in cui, a fronte di testimoni di Geova che hanno rifiutato la trasfusione, è stato fatto il TSO, quindi non è che il tema non ci sia, però, in linea di massima, se io rifiuto di fare una cura, non è che prendo la forza pubblica e ti obbligo a farla. Ma il caso in cui io devo essere staccato da una macchina richiede al medico un comportamento attivo e, quindi, richiede un di più, non è sufficiente un'astensione.

Con questa norma, io non ho nessuna difficoltà a dirlo, se il medico ritiene che vada contro alla sua scienza e coscienza come da codice deontologico, può dire ‘mi astengo' e, come dice il codice deontologico, deve farsi carico della cura fino al momento che non arriva il suo sostituto. E quindi abbiamo lasciato e riconosciuto che non possiamo puntare un fucile alla tempia del medico e dire ‘stacca questa persona dalla macchina'. Su questo c'è una divergenza con una parte di noi, nella discussione ci sono state varie posizioni. Questa è la posizione che vi proponiamo oggi. Aggiungo che non è neanche vero che la struttura non sia obbligata, invece, a dare attuazione a quella volontà, perché nel comma 10 dello stesso articolo si dice chiaramente che le strutture devono dare piena attuazione alla legge e, dovendo dare piena attuazione alla legge, sono chiamate a trovare una risposta attiva all'interno del reparto o del settore. Quello che noi non abbiamo voluto è una scelta esplicita, che preveda un meccanismo quale quello della legge n. 194, con gente che, prima ancora di trovarsi di fronte al caso concreto, dice cosa farà o non farà, elenchi di persone disponibili o non disponibili, perché quel sistema ha rivelato di avere dei grandi limiti e non è per noi riproducibile, e perché in questo campo, a differenza di tutti gli altri, ogni scelta del medico e del paziente è un caso a sé, una storia a sé, una coscienza che va affrontata in modo puntuale e preciso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Giordano. Ne ha facoltà.

SILVIA GIORDANO. Grazie, Presidente. A me dispiace vedere proprio la relatrice un po' confusa, perché in realtà al comma 7 si parla esplicitamente di rifiuto e rinuncia, quindi si parla di interruzioni di trattamenti e in più si parla anche di fine vita, cara relatrice, perché noi questo comma lo richiamiamo all'articolo 3 delle DAT, dicendo “fermo restando quanto previsto all'articolo 1, comma 7”, ed è esattamente questo! Quindi, in realtà, noi parliamo di interruzione e, sì, noi parliamo anche di fine vita, perché questo bel malloppo qui di intrecci incasinati ce lo riportiamo anche all'articolo 3, perché ne eravamo così fieri che lo abbiamo voluto richiamare anche all'articolo 3.

In più, se è come dice la relatrice, che parliamo di consenso informato in senso lato e dobbiamo parlare delle due autonomie, noi siamo d'accordo, ma allora che senso ha inserirlo, perché già lo diciamo! Lo diciamo all'articolo 2: “è promossa e valorizzata la relazione di cure e di fiducia tra paziente e medico, che si basa sul consenso informato nel quale si incontrano autonomia decisionale del paziente e la competenza, l'autonomia professionale e la responsabilità del medico”, non c'è alcun bisogno di andare ancora in una diarrea verbale, che sta qui al comma 7, che oltretutto viene richiamato esplicitamente nelle DAT e, quindi, nel fine vita (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, Presidente. Io ringrazio dell'approfondimento fatto dalla relatrice, che convince il nostro gruppo a votare favorevole all'emendamento della Commissione. E la ringrazio anche perché, con le motivazioni che ha dato, ha detto chiaramente che stiamo parlando di eutanasia e di obiezione di coscienza. Ha parlato, la relatrice, esplicitamente di coscienza. Ha detto chiaramente che un medico può vedere che una determinata pratica va contro la sua etica, perché sta di fatto sopprimendo una vita. Quindi, quanto ci è stato raccontato per la giornata e mezza che questa legge non parla di eutanasia, qui siamo in presenza esplicita, ormai riconosciuta anche dalla relatrice, di eutanasia passiva, e stiamo introducendo, senza nemmeno il coraggio di scriverlo in modo esplicito, come sarebbe dovuto, però, l'obiezione di coscienza da parte dei medici.

Penso sia utile a questo Parlamento perlomeno dirci chiaramente di cosa stiamo parlando, perché parliamo della vita delle persone e dobbiamo chiamare le pratiche mediche che mettono in discussione la vita o la morte di una persona con i loro nomi, perché se non abbiamo onestà intellettuale nel trattare questi argomenti rischiamo di scrivere una pessima legge, che non va bene a nessun parlamentare, indipendentemente da come la pensi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Presidente, penso che sia stato molto chiaro l'intervento della relatrice Lenzi, ma vorrei precisare una cosa ulteriore, perché non ci siano dubbi in quest'Aula anche dopo l'intervento del collega Fedriga. Qui abbiamo, come è stato detto, i due temi, lo ripetiamo ogni tanto: libertà del paziente, autodeterminazione; libertà del medico, capacità di rispondere a quelle che sono le proprie competenze professionali, la propria professionalità.

Qui non parliamo di libertà di coscienza in quanto coscienza etica, qui stiamo dicendo che non ha l'obbligo professionale. Che vuol dire? La mia professione mi impone, in quanto professionista, con una conoscenza, una cultura, scienza e coscienza quello che devo fare, di fare o non fare quel determinato atto, è questo che viene salvaguardato. Noi salvaguardiamo l'autodeterminazione del paziente, ma salvaguardiamo la possibilità del medico di poter rispondere a quella che è la sua visione clinica di quel determinato paziente. Non parliamo di una patologia in astratto, parliamo di un malato ben determinato per cui quel medico deve sapere che cosa può fare e che cosa non può fare. Questa sua libertà gli va assolutamente conservata. Quindi, è giusto che in questo punto della legge non si parli di obiezione di coscienza, perché confonderemmo una coscienza etica, che non c'entra niente in questa realtà. Qui stiamo parlando di coscienza professionale, che risponde alle sue capacità professionali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Presidente, non sarà facile spiegare a tante generazioni di medici che differenza c'è tra una coscienza etica e una coscienza professionale, dopo che abbiamo sempre considerato che nella professionalità del medico la dimensione della coscienza etica è parte integrante dei suoi obblighi professionali. Comunque, fatto sta che vi è complessità e ambiguità dei termini che ricorrono in questa legge. A me ha sorpreso - voglio sottolinearlo davanti a tutta l'Aula - la dialettica forte e aspra che si è creata tra la relatrice e la collega Silvia Giordano. Loro rappresentano l'asse forte di difesa di questa legge in quest'Aula, purtuttavia l'una ha messo in contrasto rispetto all'altra l'intrinseca ambiguità di quello che si dice, di ciò a cui ci si riferisce. Mentre la collega Lenzi sottolinea che questa è la parte del consenso informato in automatico, la collega Giordano dice: no, questa è anche la parte del fine vita, perché poi all'articolo 3 lo faremo riportandoci a questo comma. Questa legge è costruita su una terminologia confusa, pericolosa, che aprirà un enorme contenzioso a livello dei magistrati, a livello dell'esercizio professionale, a livello anche del vissuto e delle richieste possibili dei pazienti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Grillo. Ne ha facoltà.

GIULIA GRILLO. Presidente, stupisce questo intervento dell'onorevole Binetti, che vuole buttare in caciara una cosa che è molto più delicata. In realtà, appunto, l'onorevole Binetti ha contraddetto l'onorevole Calabrò, perché questa distinzione che si fa tra coscienza etica e professionale francamente è un po' ridicola. Inserire qui questa frase sugli obblighi professionali è un'obiezione di coscienza camuffata; poi lo possiamo dire in mille modi, ma è così. Peraltro, rispetto a quello che diceva la relatrice, al comma 10, in realtà, si dice che la struttura sanitaria garantisce l'attuazione dei principi della legge, ma non dice - anche perché era stato fatto prima di aggiungere, evidentemente, se passerà questo comma - come deve garantire l'autonomia decisionale del paziente nel momento in cui questa si scontra con l'autonomia decisionale del medico. Quindi, per evitare di trovarci in situazioni come quelle che abbiamo visto sull'interruzione volontaria di gravidanza, per cui non si trova neanche a peso d'oro il medico che la voglia fare in una struttura ospedaliera, vorrei capire come adesso dovrebbe essere modificato questo comma 10 per dare seguito alla modifica adesso introdotta, se passa con quest'ulteriore comma (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Signora Presidente, ci sono diverse parti della proposta di legge presentata non condivise, quindi non cambio giudizio, eccetto, però, il comma 7, così come integrato dall'emendamento della Commissione e soprattutto come illustrato dalla relatrice, perché sono gli atti parlamentari poi che hanno un valore. Se questa proposta di legge verrà approvata in via definitiva, signora Presidente, necessiterà quantomeno di linee guida applicative concordate con le regioni, con il servizio sanitario regionale e anche con gli ordini professionali.

Di fatto, quello che ha detto poco fa la relatrice è una modifica rispetto all'obiezione prevista dalla legge n. 194. La legge n. 194 prevede una possibilità di obiezione di coscienza ante, rispetto a tutti i vari casi che si vengono a profilare dal punto di vista professionale, invece qui è caso per caso, ma viene consentita al medico, e questo è un punto di chiarezza, per questo lo votiamo. Questo era uno dei punti fondamentali, quando abbiamo preteso l'accantonamento di questa parte, ed è un punto fondamentale che consente sicuramente - anche se non alla perfezione, saranno poi le linee guida, mi auguro, a stabilire e a dettagliare meglio la disciplina e le modalità secondo cui le direzioni sanitarie degli ospedali debbono attrezzarsi rispetto a questo - di fare chiarezza rispetto soprattutto all'illustrazione e alla comparazione con la legge n. 194, che poco fa la relatrice ha fatto.

Si tratta di questo, dell'obiezione di coscienza possibile che viene messa nelle mani del medico. Questo, signora Presidente, risolve in parte anche un altro problema che avevamo posto, quello delle strutture a gestione religiosa, perché avevamo detto: lì che cosa succede? C'è la possibilità, anche se non in maniera precisa e in maniera dettagliata, rispetto all'intera struttura, di avvalersi di questa parte. Ecco perché riteniamo che questo sia un motivo fondamentale di chiarezza.

Non concordiamo con tante altre parti della proposta di legge, ma sicuramente questo darà un grande momento di chiarezza rispetto alla possibilità di attuazione della legge stessa, che non sarà una cosa semplice, perché sicuramente innescherà contenziosi e quant'altro rispetto a tutte queste situazioni. Ma soprattutto, quanto resterà agli atti parlamentari, che fanno parte della costruzione procedimentale della proposta di legge da parte della relatrice, mette fine a tante situazioni di poca chiarezza; questo chiarisce in parte.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, di seguito all'intervento della relatrice Lenzi, Forza Italia voterà a favore di questo emendamento. Vota a favore di questo emendamento perché il medico può scegliere, questo è il dato che noi recepiamo in questo emendamento della Commissione. Allorquando stabilisce che il medico non ha obblighi professionali, pone il medico, prima che possano accadere le eventualità previste dal comma 7, nella facoltà di scegliere. Questo noi lo consideriamo sicuramente una conquista, dal punto di vista del provvedimento, dando al medico quindi la facoltà di chiedersi se o meno adempiere a quello che è un compito professionale. Poiché questo è in perfetta linea con la tradizione del nostro partito, cioè la libertà di scelta, noi voteremo a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Murer. Ne ha facoltà.

DELIA MURER. Presidente, il nostro movimento voterà contro la proposta della Commissione, questo perché già avevamo proposto degli emendamenti all'articolo 7 dove ritenevamo utile che si arrivasse a dire che il paziente non può esigere trattamenti sanitari contrari a norme di legge, ma non volevamo fosse aggiunta la deontologia professionale o le buone pratiche clinico-assistenziali. Aggiungere che, a fronte di tale richiesta, il medico non ha obblighi professionali, secondo noi è errato. Mi pare che anche l'onorevole Longo, dal punto di vista giuridico, parlava della perfetta inutilità di questo richiamo.

Comunque, il nostro voto è contrario. Non siamo affatto convinti di questa forzatura che si vuole fare, che non ci piace possa cominciare a stravolgere un testo su cui abbiamo molto lavorato e che vorremmo venisse prodotto e votato in questa Camera mantenendo la qualità del lavoro fatto dalla Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà.

GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, desidero anch'io ringraziare la relatrice Lenzi perché oggi, per la prima volta, abbiamo ascoltato una parola di chiarezza su questo tema. Lei ci ha detto che se un medico fosse richiesto di staccare una macchina e non se la sentisse, sarà libero di rifiutarlo: lo abbiamo ascoltato tutti.

Io aggiungo, che se a un medico verrà richiesto di staccare una cannula per lasciar morire un paziente e non se la sentisse, per la stessa logica il medico potrà rifiutarsi. Questo è lo spirito che noi prendiamo da questo emendamento.

Non capisco soltanto perché, per evitare contenziosi che si apriranno, perché qualche tribunale chiamerà il medico in questione a giustificarsi, non sarebbe stato meglio a quel punto accogliere il subemendamento che, poiché stiamo parlando anche di rifiuti di cure, prevedeva proprio quello che avevo proposto io, cioè che, a fronte di tali richieste o di rifiuti di analogo significato, il medico non ha obblighi professionali.

Abbiamo bocciato il subemendamento: non fa niente. L'importante è che sia stata fatta chiarezza e, quindi, il medico potrà rifiutarsi laddove le sue convinzioni cliniche, che sono anche convinzioni etiche perché non c'è clinica senza etica e sarebbe altrimenti immorale l'esercizio della professione medica, glielo impongano. Voteremo convintamente a favore dell'emendamento dalla Commissione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI. Grazie, Presidente. Intervengo nel minuto che ho a disposizione per annunciare il voto favorevole anche del gruppo di Alternativa Popolare a questo emendamento. Lo ha spiegato bene l'onorevole Calabrò: la nostra posizione su questo provvedimento è nota ma abbiamo sempre chiesto e detto che l'Aula era il luogo dove poterci confrontare e, laddove possibile, migliorare il testo.

Uno dei punti critici era e rimane il ruolo del medico che si rapporta ovviamente con la libertà del paziente. In questo caso, come ha spiegato la relatrice, ci sembra che il lavoro fatto dalla Commissione vada nella direzione almeno di chiarire e migliorare la funzione e il ruolo del medico. Da questo punto di vista, annuncio il voto convinto e favorevole da parte del nostro gruppo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Monchiero. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MONCHIERO. Presidente, non mi stupisco che su una normativa così complessa come questa si possa anche assistere in Aula al fenomeno delle geometrie variabili. Non credo che questo sia un difetto, anzi potrebbe anche essere un pregio: significa che stiamo discutendo tutti serenamente, liberi da vincoli e da pregiudizi politici e soprattutto da vincoli di opportunità o da banali scopi di propaganda.

Tuttavia, ho la sensazione che a questo punto forse non ci capiamo più. L'intervento della collega Murer va nella direzione che sta girando e che mi impedisce di capire dove siamo. Il comma 7 dell'articolo 1 è il tentativo di definire per legge il confine fra la volontà del paziente e la volontà del medico. Era stata scelta nel testo originario la soluzione di consentire piena libertà al paziente nel rifiutare ma che tale libertà non si potesse spingere fino al punto da proporre delle terapie al medico, perché su questo punto al medico giustamente veniva richiesto di dire: no, questa roba non è conforme alla scienza, non fa parte delle buone pratiche e io te la rifiuto. Questa aggiunta, che abbiamo frettolosamente fatto in Commissione - è ovvio che questo mio intervento in questo momento è un ripensamento - aggrava la situazione. Il collega Longo ci ha giustamente fatto osservare che, dal punto di vista tecnico, questa fase non significa nulla perché almeno l'obbligo professionale di spiegare al paziente perché il medico non ritiene di poter aderire alla sua richiesta, questo obbligo ovviamente rimane. Non è possibile che il medico dica: tu mi hai chiesto questo, allora ti chiudo la porta e il dialogo finisce qui.

Pertanto pregherei la relatrice e il presidente della Commissione di accantonare questo emendamento e di riconvocare il Comitato dei nove (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

DANIELE CAPEZZONE. Intervengo a titolo personale per dichiarare il mio voto di astensione su questo emendamento. Chi parla è, com'è noto, un favorevole al provvedimento e alla possibilità di scelta individuale. Sarebbe facile per me, sostenitore dei sistemi di common law rispetto ai sistemi di civil law, ricordare che proprio nei sistemi anglosassoni questi problemi non ci sono perché lì il diritto si curva sul caso singolo e quindi lì è l'interprete, è il giudice che dovrà assicurare che ci sia un medico che possa rispettare la volontà del paziente. Se invece andiamo al diritto scritto, ecco il caos. Ma siamo in un sistema di civil law e occorre dunque fare una legge. Avreste dovuto, colleghi favorevoli come me al provvedimento, fare una cosa semplice. Numero uno, garantire in modo assoluto la libertà del singolo, la mia libertà di decidere sulla mia vita; numero due, garantire l'obiezione di coscienza; numero tre, garantire che tuttavia il legittimo esercizio dell'obiezione di coscienza non vanifichi la mia libertà individuale. Temo che stiate una volta di più pasticciando e creando una zona grigia che consentirà di ostacolare a chi vorrà ostacolare.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

DANIELE CAPEZZONE. Concludo per davvero, signora Presidente. Già siamo alla fine di una legislatura…

PRESIDENTE. Concluda.

DANIELE CAPEZZONE. …già tutti sappiamo che il provvedimento al Senato farà la fine che farà, inserire queste zone grigie e queste ambiguità non rende un buon servizio a chi attende il provvedimento.

PRESIDENTE. Per me questo è l'ultimo intervento, dunque dichiaro aperta la votazione… no, no, revoco l'indizione della votazione.

SILVIA GIORDANO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVIA GIORDANO. Presidente, scusi, ma nell'intervento del collega Monchiero, se non sbaglio, è stata avanzata una richiesta di accantonamento che penso sia formale e, se non l'ha fatta formalmente, la facciamo noi formalmente e chiediamo l'accantonamento.

PRESIDENTE. Chiedo della relatrice di esprimere il parere su tale richiesta di accantonamento.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Presidente, l'emendamento 1.551 della Commissione è l'esito di un lavoro in Commissione, quindi il parere è contrario.

PRESIDENTE. Onorevole Monchiero, insiste per la richiesta di accantonamento?

GIOVANNI MONCHIERO. Insisto per la richiesta di accantonamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore dell'accantonamento l'onorevole Monchiero. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MONCHIERO. Non volevo abusare, avrei gradito che intervenisse qualcun altro. No, la mia richiesta - ripeto - è del tutto esente da qualsiasi pregiudizio di tipo politico e ci mancherebbe: questo testo unificato l'abbiamo pensato e ho sempre apprezzato moltissimo il lavoro fatto dalla relatrice e il lavoro fatto dalla Commissione. Qui però ci è stata fatta un'obiezione anche tecnica su una fase che, a mio umile parere, è quasi priva di senso sotto il profilo strettamente giuridico-formale. Chiedo che, di fronte ad un'obiezione di questo genere, che finisce per stravolgere il comma 7 che è il cuore del testo, sia indispensabile un momento di riflessione. Insisto nella richiesta di accantonamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 1.551 della Commissione.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge per 80 voti di differenza.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.551 della Commissione, con il parere favorevole dei relatori.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.341 Gigli, con il parere contrario della Commissione, favorevole del relatore di minoranza e sul quale si rimette all'Aula il Governo.

Avverto che è stata richiesta dai presidenti dei gruppi Alternativa Popolare e Lega, ai sensi dell'articolo 51, comma 2, ultimo periodo, del Regolamento la votazione a scrutinio segreto sull'emendamento 1.341 Gigli. Tale richiesta può essere accolta in quanto la proposta emendativa in esame incide nel senso chiarito dalla Giunta del Regolamento nella seduta del 7 marzo 2002 sull'articolo 32, secondo comma, della Costituzione, richiamato dall'articolo 49, comma 1, del Regolamento.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà.

GIAN LUIGI GIGLI. Grazie Presidente. Come ricorderete questo emendamento era stato accantonato la scorsa volta e allora vale la pena ripercorrere un minimo di cronistoria. Qui siamo partiti con questa legge negando che la sospensione dell'idratazione e della nutrizione assistite potessero costituire una forma di suicidio assistito o di eutanasia omissiva. Al tempo stesso, ci siamo tutelati, nel caso qualche magistrato avesse avuto dei dubbi, procedendo a specificare poco dopo che le condotte poste in essere con il consenso del paziente sono prive di responsabilità penale e civile. Non è stato riconosciuto il diritto all'obiezione di coscienza per il fatto che ovviamente non era eutanasia e suicidio assistito. Oggi però abbiamo appreso, l'abbiamo fatto poco fa, l'abbiamo appena votato, che il medico potrà comunque far valere le sue ragioni professionali, nelle quali è sempre ricompresa la coscienza, dicendo di rifiutare eventualmente di collaborare proattivamente a richieste che comunque mettono in moto i suoi skills professionali; torno a ripeterlo: chiudere un respiratore, tirar via una cannula e quant'altro. Allora mi sembra che alla fine stiamo continuando a girarci attorno ai problemi in nome di una antilingua - diciamo così - che pensa che possa essere cambiato il significato delle cose semplicemente cambiando ad esse il nome. Ma non è così, io invito a leggere tutti i giornali di questa mattina perché gli ospedali cattolici ai quali si fa riferimento principalmente con questo emendamento, anche se non solo, non se la sono bevuta e sanno benissimo che di eutanasia si tratta.

Allora abbiamo chiarito che il medico può tirarsi indietro, e ne prendiamo atto positivamente, ma cosa succede se all'interno di una struttura non c'è nessun medico che è disponibile a realizzare il disegno suicidario o eutanasico sulla pelle di un paziente? Cosa succede a quella struttura? L'emendamento che io vi invito a votare al comma 10, vuole dare un'uscita di sicurezza anche alle strutture sanitarie. Lo ripeto: è stato un grido di allarme enorme quello che è risuonato questa mattina per bocca dell'Aris in un comunicato estremamente chiaro. Voglio ricordare solo che l'Aris raggruppa 50 mila professionisti della salute, raggruppa strutture sanitarie di grandissimo rilievo e a queste dobbiamo aggiungere (non solo grandi ospedali) anche le strutture che si occupano semplicemente di disabili cronici; pensate a una realtà come quella del Cottolengo.

Allora noi non prevediamo adesso nessuna possibilità di astenersi dall'accondiscendere a determinate richieste da parte della struttura. Cosa faremo con quelle strutture? Violenteremo la loro coscienza, cioè provvederemo ad addomesticarla la coscienza, magari togliendogli le convenzioni? Le costringeremo a una sorta di lenta eutanasia pure loro per questi motivi, un po' come viene fatto per le scuole dove togliamo i finanziamenti e mano a mano vanno a morire? Ecco io credo che anche su questo avremmo il dovere di dire una parola di chiarezza. Chiariamo una volta per tutte se strutture come il Policlinico Gemelli, il Bambino Gesù, l'Opera di Padre Pio, il Cottolengo, sono o non sono libere di andare incontro a istinti suicidari di qualcuno o a desideri eutanasici sulla pelle di altri da parte di chi legalmente li rappresenta. Vi invito a votare tutti a favore.

PRESIDENTE. Adesso devo dare una comunicazione: il gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame, ma essendone stata fatta la richiesta, la Presidenza concederà un tempo aggiuntivo, pari alla metà di quello originariamente previsto.

PAOLA BINETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Deputata Binetti, non la posso fare intervenire perché lei è intervenuta sul complesso ed è firmataria, quindi essendo firmataria ed essendo già intervenuta sul complesso, come lei ben sa, non posso darle la parola. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie Presidente. Sorprende che proprio per quel principio di libertà a cui si ispirano gli estensori di questa legge, si voglia invece obbligare determinate strutture, che penso sia legittimo anche in materia sanitaria abbiano una propria etica e un proprio modo di operare, a procedere con delle pratiche contrarie ai loro principi cardine. L'intervento che ha fatto l'onorevole Capezzone antecedentemente su altra materia però ricalca proprio quel principio di libertà. Sorprende che più volte personalmente mi sono trovato d'accordo con l'onorevole Capezzone pur partendo da punti di vista e finalità totalmente diverse. Però, quel principio di libertà a cui si richiamava l'onorevole Capezzone, ovviamente per quanto riguarda la libertà del singolo medico, non può prescindere dalla libertà della singola struttura: una cosa è garantire un servizio, una cosa è obbligare il privato ad agire in quella direzione a prescindere.

Se il servizio viene comunque garantito dal pubblico, non vedo perché obbligare delle strutture private a sottostare a questa logica. Perciò chiediamo che perlomeno - su tante cose che ci vedono in disaccordo - quel principio libertà venga riconosciuto anche alla struttura che opera, ricerca fondi privati, garantisce sanità attraverso fondi privati che vengono da libere erogazioni proprio mirate a quel modo di procedere che esiste e persiste in quella struttura.

Quindi, invito i colleghi, oltretutto essendoci anche voto segreto, anche in questo caso, a far valere quel principio di libertà che non può essere piegato quando la libertà improvvisamente va contro i principi degli estensori della legge. Non si può osannare la libertà soltanto quando quella libertà va in quell'unica direzione. Quando va nella direzione diversa allora non esiste più la libertà e, a quel punto, bisogna obbligare a operare nella direzione voluta dagli estensori della legge.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vignali. Ne ha facoltà.

RAFFAELLO VIGNALI. Grazie Presidente. Già nella scorsa seduta quando si è discusso e richiesto l'accantonamento avevo sottolineato il fatto che trovavo fortemente ingiusto che si obbligassero delle strutture che sono nate ben prima, secoli prima, di quelle dello Stato a comportarsi in un modo che ha un preciso indirizzo anche etico, che è contrario all'etica per cui sono nate, contrario allo scopo per cui sono nate. Io invito tutti i colleghi anche a cogliere l'opportunità del voto segreto, perché intanto sarebbe una violenza credo inaudita rispetto a realtà che sono nate da sempre, da quasi mille anni ormai in alcuni casi, per curare, e non per altro, per assistere, e non per altro.

Ma pensiamo anche alle possibili conseguenze: pensiamo a cosa potrebbe succedere se per caso un ospedale - molti di questi sono ospedali di grandissima eccellenza - decidesse, in base alla propria coscienza, di uscire dal Servizio sanitario nazionale: avremmo fatto un danno a queste strutture o ai pazienti? Se - faccio un'ipotesi - il Bambino Gesù di Roma decidesse di uscire dal Servizio sanitario nazionale, potrà andarci solo chi può pagare? Per curarsi, non per fare altro!

Stiamo attenti su queste questioni, perché io credo che, così come giustamente con il voto dell'emendamento precedente della Commissione si è data la possibilità al medico di non operare contro le sue convinzioni professionali, la stessa cosa la si debba garantire anche a quelle strutture che sono nate sulla base di alcuni convincimenti decisivi: primo tra questi, la sacralità della vita.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Squeri. Ne ha facoltà.

LUCA SQUERI. Per annunciare il voto favorevole di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI. Presidente, ha detto bene il collega Vignali: qui stiamo dentro una grande storia di sussidiarietà, siamo dentro una storia millenaria di chi è andato incontro alla sofferenza ben prima che lo Stato ci pensasse, ben prima che la sofferenza fosse ritenuta un destino ineluttabile, che è andato incontro, e continua ad andare incontro spesso a persone giudicate inguaribili ma non per questo incurabili, e offre un servizio che è pubblico, nonostante chi lo eroga sia una struttura privata. Quindi stiamo dentro questo alveo; e per questo noi chiediamo ancora una volta un sussulto di ragionevolezza alla relatrice e al Partito Democratico, perché cambino il loro parere, e accettino e votino l'emendamento Gigli 1.341.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Locatelli. Ne ha facoltà.

PIA ELDA LOCATELLI. Anch'io invito i colleghi ad un sussulto di ragionevolezza, perché se noi accettiamo l'obiezione di coscienza di una istituzione, a me pare che manchiamo di ragionevolezza. Queste istituzioni sanitarie sono convenzionate con il Sistema sanitario, ricevono dei finanziamenti, sono impegnate a fornire un servizio, e però consentiamo a queste strutture di non applicare una legge approvata dal Parlamento: a me pare che questa sia mancanza di ragionevolezza! All'interno di ogni singola struttura, il singolo medico, il singolo operatore sanitario può avere la sua coscienza, ma l'obiezione di coscienza di struttura mi sembra assolutamente inaccettabile. Voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)-Liberali per l'Italia (PLI)).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cera. Ne ha facoltà.

ANGELO CERA. Questo è il ricatto di una certa cultura di sinistra della parlamentare Locatelli.

Casa Sollievo, che è nata sulle orme di Padre Pio, che vedeva nel sollievo della sofferenza rivolta alla vita, vita come viverla tutti i giorni nella santità e non morire perché ammazzati, che cosa si va a dire, che si dice a tante persone che nel mondo ragionano esattamente come ha ragionato San Pio da Pietrelcina? E lo dico alle coscienze di quest'Aula, che pare sorda a determinati tipi di meccanismi che non stanno più nelle coscienze! Abbiamo perso la dignità di essere uomini, di ragionare con la nostra testa, e stiamo rincorrendo il nulla!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Calabrò. Ne ha facoltà.

RAFFAELE CALABRO'. Presidente, vorrei riprendere concetti che sono stati espressi per aggiungere un dato.

Le strutture private che svolgono un servizio pubblico - quindi, cioè, le strutture private accreditate con il Servizio sanitario nazionale - sono di due tipi: possono essere private, che nascono a scopo commerciale, perché nascono da un mondo privato che vuole investire in un sistema che è il Sistema sanitario nazionale, svolgendo un servizio pubblico molto positivo; oppure strutture private, che nascono, invece, su principi etici molto profondi. Lo diceva il collega Vignali poco fa: nascono ben secoli addietro, ma, a prescindere dal tempo in cui sono nate, i principi sono rimasti gli stessi: sono dei principi profondi, principi etici, che non si possono barattare con il Sistema sanitario per poter avere un accreditamento.

Noi abbiamo strutture private convenzionate che non sono solamente di origine dal “mondo cattolico”, ma che sono di varia origine, che nascono su principi e su valori a cui non possono assolutamente rinunciare. E noi, con questo emendamento, vogliamo assolutamente sottolineare la possibile libertà della struttura di fare una scelta.

Io chiedo alla relatrice di poter riflettere su queste considerazioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Monchiero. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MONCHIERO. Presidente, anche per consentire a qualche collega del mio gruppo di intervenire sostenendo magari una tesi diversa dalla mia, io nella geometria variabile rientro nella geometria che sin qui ha “tri-torno”, nella geometria che sin qui ha proposto questa norma di legge. Ci ritorno un po' più preoccupato di prima, perché l'insistenza e gli argomenti utilizzati a favore di questo emendamento sono, ahimè, almeno nell'intenzione di chi si è espresso sinora, avvalorati dall'infausta formulazione precedente, che sembra introdurre l'obiezione di coscienza.

Ora, in linea di principio, io non ho proprio nulla contro l'obiezione di coscienza dei medici; ma, se volevamo disciplinare l'obiezione di coscienza dei medici, bisognava dedicarle qualche articolo, bisognava esprimersi in modo chiaro, che tutti fossimo certi di quello di cui stavamo parlando.

Invece, noi abbiamo costruito una normativa impiantata sulla libera autonomia del paziente, sul principio costituzionale sancito dall'articolo 32. Di piccola correzione in piccola correzione, adesso ci troviamo di fronte al paradosso dell'obiezione di coscienza delle strutture. Io non posso neanche pensare cosa possa essere l'obiezione di coscienza delle strutture!

I moltissimi meriti acquisiti da eccellenti strutture private del nostro Paese non significano che queste strutture abbiano una sorta di extraterritorialità - anche se il Bambin Gesù ce l'ha - e che qui la Costituzione italiana non abbia più valore.

Qui noi stiamo parlando di disapplicare la Costituzione italiana, lasciando questa scelta alla libera autonomia della struttura: neanche alla libera coscienza del medico, ma alla libera autonomia della struttura!

Io sono assolutamente contrario a questa impostazione e sono un po' preoccupato per le confusioni che possono nascere dall'applicazione di questa norma (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Casati. Ne ha facoltà.

EZIO PRIMO CASATI. Signora Presidente, io sono abbastanza colpito da una serie di interventi che si stanno susseguendo e che mi pare puntino a marcare il territorio, a voler quasi difendere quello che è patrimonio proprio di cultura. Da questa posizione come gruppo vogliamo allontanarci, ribadendo il concetto che non esiste obiezione di coscienza personale e non esiste obiezione di coscienza delle strutture. Cioè, le strutture private convenzionate col sistema sanitario pubblico devono avere chiaro che, se vogliamo rispettare la Costituzione e la legge italiana, devono essere ossequiose rispetto a quello che sottoscrivono: non possono decidere di fare una cosa o un'altra, altrimenti la cosa che possono fare è diventare delle strutture private a tutti gli effetti!

Quindi, chi usufruisce dei loro servizi paga quello che deve pagare, ma assolutamente non può esserci confusione da questo punto di vista. Occorre, quindi, realmente una parola di chiarezza, altrimenti ognuno cerca di tirare realmente verso questa norma, che è una norma equilibrata, che è una norma che dà le risposte appropriate, secondo il proprio convincimento e non secondo quello che c'è scritto. È assolutamente un'altra cosa, non è possibile realmente dire questo.

Voglio concludere dicendo che mi farebbe specie che strutture che hanno con sé la cura della persona nella propria posizione, anche culturale e di collocazione, ad un certo punto dicano “no, guarda, siccome tu hai detto che vuoi o non vuoi questo trattamento, devi firmare e devi andartene a casa”. Secondo me qui c'è non la cultura della cura, ma la cultura dall'abbandono, che non è nemmeno, penso, in molte di quelle strutture, che poi si rifanno a questa che viene richiamata. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 13,15)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.

DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signor Presidente, per parte sua e per ringraziare il collega Fedriga per le parole gentili di stima che, come sa, io assolutamente ricambio nel consenso molto spesso o, come in questo caso, nel dissenso.

Vede, io voterei entusiasticamente questo emendamento, se fossimo in un sistema liberale e liberista, come piace a me e ad alcuni di noi, di “buono sanità”, di “buono scuola”, di “buono università”, in cui la persona e la famiglia può scegliere il suo istituto scolastico, universitario, sanitario, e, in conseguenza di ciò, accettare l'assetto che quella scuola, quella sanità, quell'università prevedono.

Ma se, invece, si resta, come piace alla stragrande maggioranza dei membri di quest'Aula, in un sistema centrato sul sistema sanitario nazionale, con convenzioni e finanziamenti pubblici, è inaccettabile l'idea che ci siano delle enclave dove la legge dello Stato non valga. Grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fossati. Ne ha facoltà.

FILIPPO FOSSATI. Io, nel rapporto tra le strutture private che hanno convenzione con il Servizio sanitario nazionale, non riesco a prefigurare una sorta di accordo sul piano uomo morale e etico che rappresenti per alcune di queste strutture una sorta di evasione dalla legge nazionale, anche perché, molto più prosaicamente, il rapporto deve rimanere un rapporto contrattuale.

Ci sono delle regole per l'autorizzazione, delle regole per l'accreditamento e, poi, c'è un approdo finale, che consente alle strutture che, per motivi qualsiasi legati alla storia, alla proposta terapeutica che vogliono fare, si volessero rifiutare di svolgere alcune operazioni, alcuni interventi, alcuni DRG, semplicemente di non stipulare contratti o convenzioni.

È un lavoro preventivo questo - diciamo - che in un rapporto contrattuale normale si ha. Tutto il resto deve essere escluso (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Io credo che ritenere che vi sia un'obiezione di coscienza di struttura è un falso ideologico chiarissimo. Una struttura è fatta di uomini, di persone, di idee, di principi, quindi non c'è un'obiezione di coscienza della struttura. È scritto in questo emendamento: “Carta dei valori su cui fondano i propri servizi”. Vogliamo dire che questo è un provvedimento che comporta il disconoscimento dei propri valori? Io penso proprio di no. Va lasciato a chi ha un valore, che è umano, ovviamente non è legato ai muri, ma è legato alle persone, il diritto di mantenere questi valori.

Ammettiamo per un attimo che si uscisse dal convenzionamento pubblico; questo, in qualche modo, libererebbe il soggetto che volesse comportarsi diversamente? Certo che no. Quindi, quell'argomento del “poiché hai i soldi pubblici, devi eseguire” è un argomento farlocco, che non ha nessun senso, e ho finito, Presidente.

Geometrie non variabili: qui non si tratta di geometrie non variabili, ma proprio di garantire il rigore dei principi di ciascuna struttura. Se io ho dei principi, non c'è nulla che possa farli venire meno, se sono principi scritti, ratificati, personali e valoriali. Voteremo a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Menorello. Ne ha facoltà.

DOMENICO MENORELLO. Grazie, Presidente. A favore di questo emendamento, perché credo che sia del tutto sbagliato inserirlo nei tipi dell'obiezione di coscienza, così come non è in discussione l'applicazione del comma 2 dell'articolo 32. Qui è in discussione se vogliamo garantire o meno un pluralismo culturale, perché questo impianto normativo di cui ci stiamo occupando ha un'opzione antropologica, ha delle opzioni culturali; lo vediamo, ad esempio, nella nutrizione e nell'idratazione assistite, che non vengono più trattate come funzioni vitali, ma come terapie. Bene, vogliamo consentire che ci possa essere anche un'altra matrice culturale, posto che, invece, senza questo emendamento, il comma 10 dell'articolo 1 impone anche alle strutture esclusivamente private di assumere questo modello antropologico? Crediamo che questo sia assolutamente necessario per i valori costituzionali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Miotto. Ne ha facoltà.

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Grazie, Presidente. Io mi rivolgo ai colleghi che hanno scomodato i valori. Questo emendamento parla di soggetti privati e nei soggetti privati che esercitano l'attività sanitaria per conto del sistema sanitario ci sono quelli no-profit, ma ce ne sono anche tanti for profit. Tutti legittimi - sia chiaro -, tutti legittimi, ma è sintomatico che siano state usate le strutture sanitarie religiose per difendere i privati, tutti, a 360 gradi: prima osservazione.

Seconda: le strutture private vengono accreditate con il sistema sanitario. Se entrano in conflitto con la propria carta dei valori, che non sempre può essere condivisa anche da quest'Aula, per esempio, vuol dire che non richiedono l'accreditamento, decidono di non lavorare per il sistema sanitario nazionale, perché la carta che ci ispira è la 833, è la legge n. 833 e successive modifiche. Quindi, poiché nei proponenti dell'emendamento si pensa che la legge sia eutanasica, è chiaro che non si possono trasformare le cliniche private accreditate in cliniche per l'eutanasia. Su questo state tranquilli, perché questo non è lo spirito della legge (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi. Passiamo dunque ai voti.

Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto. Lo ha già anticipato la Presidente, che ne è stata fatta richiesta, e che la Presidenza lo concede, esistendone i presupposti.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.341 Gigli, con il parere contrario della Commissione, il Governo si rimette all'Assemblea, è favorevole il relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

Nel frattempo avverto che la componente del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano-Liberali per l'Italia ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale componente un tempo aggiuntivo pari alla metà di quello originariamente previsto.

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Siamo all'emendamento 1.343 Mantero.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

MATTEO MANTERO. Sì, molto brevemente, per chiedere un attimo di riflessione alla relatrice. Come hanno detto molti colleghi, negli interventi precedenti, il comma 7 è un po' il cuore di questo provvedimento: nella prima parte del comma 7 abbiamo previsto la facoltà del paziente di rifiutare o interrompere un trattamento sanitario; nella seconda parte prevediamo che il paziente non possa andare a chiedere cose che sono contro la norma di legge, la deontologia professionale o le buone pratiche clinico-assistenziali e diamo facoltà al medico di non fare queste pratiche se vanno in questa direzione.

Quindi, è stato chiarito in quest'Aula che questa è una sorta di obiezione di coscienza che permette al medico di non fare, di non interrompere un trattamento sanitario se questo va contro la sua coscienza, cosa che noi condividiamo. Come ho già detto, non riteniamo che un medico che ritiene contro la sua etica staccare la spina debba essere costretto a farlo. Ma se vogliamo che questo provvedimento abbia comunque un valore, è necessario ribadire la facoltà che venga garantita l'autonomia decisionale del paziente e, quindi, il rispetto della sua volontà.

Il mio emendamento effettivamente non è scritto nella forma più corretta, però invito la relatrice magari a riformularlo, a rivederlo un attimo e ad aggiungere, al comma 10, che le strutture sanitarie, oltre a garantire, come diciamo, la piena e corretta applicazione dei principi della legge, garantiscano anche, nel caso in cui il medico, sfruttando la via di uscita che gli diamo di fatto, non ottemperi la volontà del paziente, l'autonomia decisionale del paziente e, quindi, il rispetto della sua volontà.

Lo riteniamo importante, come hanno detto molti colleghi prima negli interventi, perché questo è proprio l'impianto della legge. Quindi, va benissimo che il medico abbia la sua via di uscita, ma è necessario ribadire in maniera molto chiara ed esplicita - lo abbiamo fatto in maniera chiara ed esplicita dando la via di uscita al medico - che la volontà del paziente di interrompere un trattamento sanitario debba essere rispettata.

Quindi, io chiederei veramente di rivedere un attimo l'emendamento, di accantonarlo un attimo, se la relatrice lo ritiene opportuno, e di inserire in maniera esplicita questa parte nel comma 10. È una preghiera sentita perché, in questo modo, non rischiamo di rendere in qualche modo scivolosa, grigia o, addirittura, inefficace, soprattutto in alcune parti e in alcune strutture, questa legge.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Presidente, l'emendamento Mantero è esattamente l'omologo del precedente emendamento, nel senso che qui si fa obbligo alle strutture di accogliere in ogni caso la richiesta del paziente. Delle due, l'una: o nel precedente non era necessario questo obbligo o nell'obbligatorietà sottolineata in questo momento c'è qualcosa che ci era sfuggito. Quello che è certo è che non c'è nessuna intenzione di assumere la responsabilità di tutela del medico come persona che esercita la sua obiezione di coscienza.

Abbiamo imparato oggi, qui, in quest'Aula, che l'espressione “obiezione di coscienza” fa venire l'orticaria ad alcuni dei colleghi perché richiama un'indebita applicazione della legge n. 194, il vero grande tabù della legislatura italiana, mentre, invece, noi vorremmo che in questo senso le istituzioni potessero garantire la libertà dei professionisti che lavorano al loro interno, che sono quelli che hanno un contratto esplicito di formazione, di esercizio professionale con loro e, quindi, potessero permettere loro, anche in modo collegiale e collettivo, di fare obiezione di coscienza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI. Presidente, intervengo per annunciare il voto contrario di Forza Italia e per dire, avendo sentito gli interventi dei colleghi Miotto e Casati, che, in realtà, la maggioranza dovrebbe accogliere questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Longo. Ne ha facoltà.

PIERO LONGO. Grazie, signor Presidente. Questo emendamento è dettato da buona volontà, ma, in realtà, non dice quello che dovrebbe dire. Dice che sono responsabili le strutture sanitarie: sotto che profilo? Politico? Ideologico? Culturale? Certamente no.

Allora, sotto il profilo giuridico: ma bisogna dirlo, fatte salve le responsabilità penali che incombono sui singoli componenti della struttura. Ma detto così l'emendamento non ha grande senso, mi dispiace.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantero 1.343, con il parere contrario della Commissione e del relatore di minoranza e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo al subemendamento 0.1.552.1 Fedriga, con il parere contrario della Commissione, sul quale il Governo si rimette all'Assemblea e sul quale il relatore di minoranza ha formulato un invito al ritiro.

ALESSANDRO PAGANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Pagano, prego.

ALESSANDRO PAGANO. È ritirato.

PRESIDENTE. Ritirato, passiamo quindi all'emendamento 1.552 della Commissione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.552 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del relatore di minoranza e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

Passiamo alla votazione dell'articolo 1. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI. Presidente, intervengo per annunciare il voto contrario di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

SILVIA GIORDANO. Grazie, Presidente, intervengo solo per fare un'osservazione. L'articolo 1, così come è stato riformulato attraverso le varie aggiunte che, secondo noi, sono state del tutto sbagliate o, meglio, portano a confusione, valuterebbe un voto diverso da quello che poi daremo, nel senso che su alcune cose siamo stati totalmente contrari e, a nostro avviso, potrebbero svuotare di molto l'articolo 1 e, di conseguenza, anche l'articolo 3, perché il fulcro della legge e, quindi, il comma 7, verrà richiamato anche all'articolo 3 e, quindi, nelle disposizioni anticipate di trattamento. D'altronde però, per fortuna, le leggi in questo Parlamento non si fanno per posizioni politiche - almeno in questo campo, in questa materia - e per equilibri politici, ma per cercare di dare delle leggi che possano migliorare la vita delle persone e tutelare la loro dignità. È per questo motivo che, comunque, consideriamo questo articolo un passo avanti: certo, poteva essere fatto in modo migliore e molto meno confusionario, ma, comunque, è un decisivo passo avanti e, quindi, voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calabrò. Ne ha facoltà.

RAFFAELE CALABRO'. Presidente, intervengo per esprimere il voto non favorevole all'articolo 1 da parte del gruppo. Nel processo che ha avuto il lavoro su questo articolo è stato fatto un grosso passo avanti sul ruolo del medico e di questo io e tutto il gruppo siamo grati alla relatrice Lenzi, al presidente, per una serie di attenzioni al tema che ci sono state e, quindi, per la possibilità di capire bene quale deve essere il ruolo del paziente e quale deve essere il ruolo del medico. C'è un vulnus all'interno dell'articolo 1 che è quello di aver stabilito l'idratazione, l'alimentazione e la nutrizione artificiale come terapie; noi abbiamo più volte sottolineato che possono essere terapie se sono veicoli di sostanza, non sono terapie se, invece, rappresentano solamente il sostegno vitale di queste persone. È proprio per questo motivo che noi riteniamo di non poter dare il nostro voto favorevole all'articolo 1, riteniamo che questo rappresenti un punto negativo della legge che non può convincerci a dare un voto positivo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Murer. Ne ha facoltà.

DELIA MURER. Grazie, Presidente. Anch'io voglio annunciare il voto favorevole del nostro movimento, rimarcando, però, un'amarezza per le modifiche che sono state introdotte, oggi, e che, a nostro avviso, depotenziano il testo per come era stato elaborato dalla Commissione. Quindi, il nostro è un voto favorevole per fare un passo in avanti nei confronti dei cittadini e delle persone che possono usufruire della legge, ma con delle perplessità che rimangono rispetto ad alcuni paragrafi di questo articolo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Locatelli. Ne ha facoltà.

PIA ELDA LOCATELLI. Signor Presidente, anche il gruppo Socialista voterà a favore dell'articolo 1. Se mi chiedessero se sono soddisfattissima del contenuto di questo articolo, beh, direi, non proprio al 100 per cento; però, in altre occasioni abbiamo detto che il meglio è nemico del bene. Ecco, noi pensiamo che con questo articolo abbiamo fatto un passo avanti. Certo ci sarebbe piaciuto che un paio dei nostri emendamenti venissero accolti, così come li avevamo formulati; ciò non è stato, però, riteniamo che, davvero, con questo articolo, e poi, alla fine, con questa legge, il nostro Paese farà un passo avanti verso una sorta di civiltà laica che vorremmo vedere affermata con maggiore convinzione nel nostro Paese. È comunque un passo avanti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1.01 Marazziti. Prendo atto che il presentatore accoglie la riformulazione del suo articolo aggiuntivo.

Il parere della Commissione è favorevole, si rimette all'Assemblea il Governo, il parere del relatore di minoranza è favorevole.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

SILVIA GIORDANO. Brevemente, Presidente, solo per spiegare il voto di astensione che il MoVimento 5 Stelle darà a questo emendamento, perché è un passo importante il fatto di scrivere esplicitamente: la “sedazione palliativa continua profonda”, l'avremmo voluto scrivere in modo ancora più esplicito con gli emendamenti che sono stati proposti da, oltretutto, più parti politiche, ma, purtroppo, abolendo il comma 6 dell'articolo 1, sono decaduti.

Ancor di più diamo il voto di astensione, perché, a nostro avviso, è del tutto monco di una cosa che poteva essere inserita grazie anche al nostro emendamento, che era appunto la sedazione palliativa continua profonda nel domicilio della persona malata, e che non si è voluto, per motivi politici, lo abbiamo chiarito, non tecnici, inserire in questo emendamento. Per il resto siamo d'accordo con il principio dell'emendamento e quindi ci asterremo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marazziti. Ne ha facoltà.

MARIO MARAZZITI. Grazie Presidente, come ha detto la collega Silvia Giordano, penso che siamo a un passaggio importante della legge. Questo articolo 1-bis è maturato nel corso dei lavori come una necessità. C'era incertezza, perché non solo ci sono posizioni diverse, ma perché si toccano punti chiave: il tabù della morte e il tabù del dolore, il problema di come umanizzare il morire senza accelerare il morire, garantendo dignità. E tutto questo, nel consenso informato che riguarda tutte le situazioni, creava delle difficoltà e delle confusioni. Per questo, io ho provato a entrare in questo tema, raccogliendo delle esigenze che maturavano man mano nelle nostre difficoltà di portare avanti questo lavoro; questo lavoro, che evidentemente non contiene sempre un'affermazione che va bene a uno o all'altro, cerca un difficile punto di equilibrio che non è mai ambiguità, ma che è sempre il tentativo di raggiungere la soluzione migliore nel bene comune e per garantire il rispetto delle persone. Allora, proprio perché volevamo combattere e vogliamo combattere il dolore che si impadronisce di tutto il corpo, proprio perché dobbiamo uscire da quelle caricature che ho citato prima, per cui sembra che ci sia chi è appassionato del dolore fino all'accanimento terapeutico e chi, invece, pur di evitare il dolore, vorrebbe sempre accelerare la morte di chiunque, due caricature, ho lavorato a lungo, parlando con i colleghi, cercando soluzioni e cercandole assieme alla relatrice. Io credo che questo articolo 1-bis aiuti molto la qualità di questa legge, terapia del dolore, divieto di ostinazione irragionevole nelle cure e dignità nella fase finale della vita. Vuol dire che, sempre, si rifiuta di abbandonare la persona malata, il paziente, anche quando si rifiutassero le cure, vuol dire che si chiede anche al medico generale, al medico di base, e che si garantiscono le erogazioni delle cure palliative. Penso che sia molto importante il secondo comma, quando si dice che nel caso di paziente con prognosi infausta a breve termine o di imminenza di morte il medico deve astenersi da ogni ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure e dal ricorso a trattamenti inutili o sproporzionati; in presenza di sofferenze refrattarie ai trattamenti sanitari il medico può ricorrere alla sedazione palliativa profonda continua in associazione con la terapia del dolore, con il consenso del paziente.

Allora, io credo che, qui, proviamo a dare, per la prima volta, una risposta umana e umanizzante che riduce la medicalizzazione, che accresce l'accompagnamento, che combatte il dolore sempre e comunque, senza forzare i limiti. Credo che sia il punto di incontro che ci può permettere di dare al nostro Paese un modo per accompagnare con dignità tutti i nostri cari e noi stessi, senza forzare i limiti, combattendo il dolore, garantendo la dignità quando la morte è imminente, quando c'è una fase finale della vita e, comunque sempre, combattere il dolore, l'isolamento e la solitudine. Sono molto contento che sia stato dato un parere favorevole, spero che quest'Aula accompagnerà questa proposta emendativa con la stessa convinzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicchi. Ne ha facoltà.

Avverto che questo è l'ultimo emendamento che votiamo per questa mattina.

MARISA NICCHI. Sì, Presidente, vorrei un po' di attenzione, perché c'è un'Aula un po'...

PRESIDENTE. L'attenzione non gliela posso garantire, però posso cercare di fare in modo che i colleghi stiano un po' più in silenzio.

MARISA NICCHI. Allora, noi ci asteniamo su questo emendamento molto importante, che introduce una garanzia, un diritto che noi abbiamo considerato fondamentale, tant'è che abbiamo presentato degli emendamenti in questo senso. E quindi è un passo in avanti ma non completo, tant'è che gli emendamenti presentati erano molto più chiari e anche quelli dei colleghi del MoVimento 5 Stelle completavano. Qui siamo di fronte ad un'ambiguità, ad una non completezza, che, però, non ci fa non riconoscere un passo in avanti, cioè si introduce la possibilità del ricorso alla sedazione continua e profonda per attutire una sofferenza fisica, ma anche una sofferenza psichica, che è legata a quelle condizioni di vita considerate terminali, senza scampo, segnate da una dolorosa perdita del senso umano della vita, perché qui tutto si basa su che cos'è il senso umano della vita. Questa è una legge che è molto in contatto, che vuole essere in contatto con il rispetto del senso umano della vita. È un primo passo, ripeto, continuerò a dire che è un primo passo per un diritto a poter alleviare le sofferenze, anche quelle sofferenze successive all'interruzione o al rifiuto dei trattamenti sanitari che alimentano e idratano meccanicamente. Sono quei trattamenti che fanno dono di una vita, che però si può ritenere - questa è una possibilità - non più degna di essere vissuta e, quindi, noi siamo per riconoscere questa libertà.

Voglio ricordare e introdurre un tema che è un po' aleggiato, che aleggia come un fantasma: qui non si tratta di somministrare i farmaci con il consenso per provocare la fine di una persona, che è una possibilità che - e lo voglio dire con molta chiarezza - penso sia anche necessario cominciare a discutere, per ammettere e regolamentare nel nostro ordinamento, per poter permettere a tutti, liberamente, di porre fine a delle situazioni infauste, di insopportabile ed inutile strazio, situazioni anche non necessariamente legate alle terapie, ai farmaci o a macchine di mera sopravvivenza. Ma non è questa la legge che lo prevede e io dico ‘purtroppo', come invece si sente continuare a dire, come minaccia. Ecco io dico ‘purtroppo', perché questa è una questione complessa, delicata, che rimane aperta e voglio rammentare che su questo tema è aperto e incardinato un provvedimento, che fa i conti con la legge di iniziativa popolare e anche con specifiche proposte parlamentari.

Con questo emendamento si prevede la possibilità di accedere ad una somministrazione di farmaci per ridurre, alleviare e abolire la percezione di un dolore intollerabile e poter accompagnare la persona verso una inesorabile fine. È un mezzo passo avanti per garantire una possibilità, tutta umana, di scegliere come si vuole definire la propria esistenza, senza sofferenza e senza degradazione umana. Riconoscere, sulla base del consenso informato, il diritto a non ricorrere o interrompere trattamenti sanitari e a far valere questa volontà anche nei casi di sopraggiunta incapacità è il senso di questa legge, però io vedo che il lavoro del Parlamento porta ad uno scivolamento di queste equilibrio e metto le mani avanti, perché continuare in questa erosione di un equilibrio raggiunto può essere assolutamente inefficace e farci perdere un'occasione.

In questa legge non si può mettere in discussione - qualsiasi emendamento verrà fatto - la possibilità di scelta delle persone, di intervenire e di decidere su una sfera privata che appartiene solo alle persone, che nessuna legge può valicare in nome di nessun presunto dovere pubblico alla cura o in nome di nessun potere del terapeuta che sovrasta quel volere, quella sfera privata.

Dunque, con questo dispiacere di esprimere solo un'astensione per questa possibilità, metto le mani avanti e dichiaro tutta la nostra preoccupazione per il prosieguo di una discussione, che può, in qualche modo, mettere in discussione un prezioso lavoro fatto in questo anno dalla Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Locatelli. Ne ha facoltà.

PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signor Presidente. Anche noi Socialisti avremmo preferito una maggiore decisione...

PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Mi perdoni, onorevole Locatelli. Colleghi, per favore.

PIA ELDA LOCATELLI. ...avremmo preferito forse maggiore coraggio, forse minore prudenza - non so dire - rispetto al menzionare esplicitamente l'erogazione delle cure palliative che dovessero comprendere anche la sedazione continua e profonda. Abbiamo presentato un emendamento e insistito perché ci fosse menzione esplicita di questa erogazione e questo è nel nell'articolo aggiuntivo ad opera del nostro presidente della Commissione.

Avremmo preferito un'azione più coraggiosa, sì, però, ancora una volta, dico: è un passo avanti e un passo avanti va valorizzato. Voteremo a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI. Per annunciare il nostro voto favorevole. È stato fatto dal presidente Marazziti un lavoro di cesello, c'erano nostre proposte che andavano in questa direzione e, quindi, per questo, lo votiamo convintamente. Peccato che questo sia, in qualche modo, anch'esso un emendamento palliativo e non riesca a medicare interamente il complesso dell'articolo 1.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gigli, con la preghiera ai colleghi davanti a lui e agli altri colleghi di abbassare il tono della voce. Prego, ne ha facoltà.

GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente a titolo personale...

PRESIDENTE. Poi non ho altri interventi.

GIAN LUIGI GIGLI. ...semplicemente per ringraziare, anche da parte mia, la relatrice, per aver accolto l'emendamento dell'onorevole Marazziti e mio, seppur riformulato.

Penso che sgomberi ogni equivoco attorno alla volontà di coloro che certamente non hanno a cuore la sofferenza della gente, ma altrettanto decisamente si oppongono ad una deriva tipo quella appena annunciata dall'onorevole Nicchi, secondo la quale esistono delle vite che non sono degne di essere vissute. Ogni vita è degna di essere vissuta, ma è dovere del medico alleviare la sofferenza sempre e a questo principio etico noi ci riconosciamo.

PRESIDENTE. La ringrazio non ho altri interventi, passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.01 Marazziti, nel testo riformulato, con il favorevole della Commissione e del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

A questo punto sospendiamo l'esame del provvedimento, che riprenderà alle 16,30, mentre la seduta riprenderà alle 15 con lo svolgimento del question time.

La seduta, sospesa alle 13,55, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra della Salute, il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti e il Ministro dell'Economia e delle finanze. Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, considerata la diretta televisiva in corso.

(Elementi in merito alla sperimentazione avviata dalla regione Lazio volta a consentire aborti farmacologici nei consultori regionali - n. 3-02959)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Roccella n. 3-02959 (Vedi l'allegato A). La deputata Roccella ha facoltà di illustrare la sua interrogazione, per un minuto.

EUGENIA ROCCELLA. Presidente, signora Ministro, abbiamo letto sui giornali che c'è, si sta avviando una sperimentazione, di cui però non conosciamo i criteri né le procedure, nel Lazio, per la pratica di aborti farmacologici nei consultori regionali. Ricordiamo che la legge n. 194 non nomina assolutamente i consultori come luoghi per effettuare aborti, in particolare parla di ospedali, case di cura e poi di poliambulatori adeguatamente attrezzati; attrezzati,peraltro, per il ricovero, perché ci sono tre pareri del Consiglio superiore di sanità in cui molto chiaramente si danno indirizzi per la sicurezza dell'aborto farmacologico nominando esplicitamente il ricovero.

Quindi, chiediamo se il Ministero abbia qualche informazione di più sulla sperimentazione avviata dalla regione Lazio, e in che modo questa sperimentazione dell'aborto farmacologico nei consultori si possa conciliare con la legge n. 194.

PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.

BEATRICE LORENZIN, Ministra della Salute. Presidente, rispondo all'onorevole Roccella riferendo, innanzitutto, quanto ci è stato comunicato dalla regione Lazio. Quest'ultima ha chiarito che, per ciò che riguarda la sperimentazione per la somministrazione di farmaci per l'interruzione volontaria di gravidanza nei consultori, i tecnici partecipanti al gruppo di lavoro regionale appositamente costituito procederanno ad elaborare un'ipotesi progettuale per la sperimentazione della durata di diciotto mesi di un protocollo operativo sull'IVG farmacologica presso un consultorio familiare, in collegamento funzionale con il reparto di ostetricia e ginecologia di una struttura ospedaliera di primo livello dotata di strumentazione idonea all'assistenza degli utenti.

Quindi, secondo quanto comunicato dalla regione, la sperimentazione e la somministrazione di farmaci per IVG nei consultori, di cui hanno dato notizia nelle scorse settimane gli organi di stampa, costituisce oggetto di una decisione esclusiva dell'amministrazione regionale, la quale, allo stato attuale, non sembra essere fondata su di alcuno studio sperimentale approvato, né su novità scientifiche sopravvenute né su pareri di comitati etici. Ricordo, infatti, che le condizioni per effettuare l'aborto farmacologico in coerenza con la legge n. 194 sono innanzitutto quelle indicate dalla legge stessa, che ha previsto che esso debba avvenire presso gli ospedali, le case di cura autorizzate dalla regione, presso i poliambulatori pubblici adeguatamente attrezzati e funzionalmente collegati agli ospedali parimenti autorizzati dalla regione. La legge n. 194 non sembra prevedere, quindi, che i consultori possano essere considerati fra le sedi in cui effettuare interventi di interruzione volontaria di gravidanza; è, dunque, evidente che la legge ha voluto garantire, prima di ogni cosa, le massime condizioni di sicurezza per la salute della donna, con riferimento a tutte le possibili modalità di IVG, ivi compresa ovviamente anche quella farmacologica.

Nello specifico dell'aborto farmacologico, devo altresì ricordare che sono ancora in vigore le linee di indirizzo elaborate, sulla base di ben tre pareri del Consiglio superiore di sanità (del 2004, del 2005 e del 2010), da una commissione interna al Ministero stesso ed approvate in data 14 giugno 2010 e tuttora disponibili sul sito istituzionale del Ministero. Tali linee di indirizzo risultano ancora valide, perché, come ricordato dall'onorevole interrogante, non sono cambiati in questi anni i farmaci utilizzati per l'IVG.

PRESIDENTE. La deputata Roccella ha facoltà di replicare, per due minuti.

EUGENIA ROCCELLA. Grazie, Presidente. Ministro, io la ringrazio per aver ricordato i pareri del Consiglio superiore di sanità e le linee di indirizzo che sono state elaborate in seguito a quei pareri e sulla base di quei pareri e per aver ricordato che la legge n. 194 appunto non prevede come sede idonea per fare le IVG, farmacologiche o non che siano, i consultori.

La mia preoccupazione riguarda, prima di tutto, il livello di rischio per le donne dell'IVG farmacologica in una sede appunto inidonea. Ricordo che il New England Journal of Medicine, che è la bibbia della medicina internazionale, pubblicò una statistica sulla mortalità per aborto farmacologico confrontata con l'aborto chirurgico per cui risultava che l'aborto farmacologico ha dieci volte la mortalità dell'aborto chirurgico. Ricordo che nell'ultima relazione al Parlamento, fra l'altro, ci sono due decessi per aborto farmacologico, mentre non mi risulta che in nessuna altra relazione al Parlamento siano stati riportati decessi per aborto chirurgico. Quindi, anche sulla base dei dati a nostra disposizione in Italia, si vede che i dati pubblicati dal New England Journal of Medicine sono confermati anche da quello che è avvenuto da noi.

Quindi, il problema concerne i tre pareri del Consiglio superiore di sanità dati con Ministri diversi ed in fasi diverse, i quali concordano tutti sulla necessità del ricovero, perché le complicazioni da aborto farmacologico proprio implicano un rischio che solo il ricovero, fino ad aborto effettuato, fino ad espulsione avvenuta, come dice appunto uno dei pareri, è l'unica possibilità per assicurare appunto la sicurezza per le donne, perché il punto è questo. Conosco le difficoltà del rapporto tra il Ministero della Salute e le regioni, ma sono convinta e mi auguro che il Ministero continui in un'opera di vigilanza e di dialogo sicuramente, ma soprattutto di vigilanza, su quello che avviene a proposito del rispetto della legge n. 194.

(Iniziative di competenza volte a prorogare la validità delle graduatorie dei concorsi regionali per l'assegnazione delle sedi farmaceutiche di cui all'articolo 11 del decreto-legge n. 1 del 2012 - n. 3-02960)

PRESIDENTE. La deputata Mucci ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02960 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

MARA MUCCI. Presidente, Ministra, con il decreto-legge 24 gennaio 2012, detto “Cresci Italia”, era stato previsto il potenziamento del nostro sistema farmaceutico con l'apertura di oltre 4 mila nuovi esercizi. Bene, ad oggi sono stati fatti i bandi, sono stati fatti i concorsi, sono stati fatti solo alcuni interpelli, ma sono pochissime le nuove farmacie che hanno trovato reale apertura. Quindi, chiediamo che cosa lei intenda fare proprio per favorire l'accesso alla titolarità delle farmacie da parte di un più ampio numero di aspiranti aventi i requisiti di legge, proprio come dice questo decreto-legge che è stato approvato dalla Camera e dal Senato, nonché garantire una più capillare presenza sul territorio del servizio farmaceutico, perché ad oggi la situazione assolutamente non corrisponde a quanto previsto dalle leggi.

PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.

BEATRICE LORENZIN, Ministra della Salute. Presidente, gli onorevoli interroganti hanno giustamente richiamato l'attenzione sulle criticità che ha incontrato in questi anni il processo di potenziamento della rete di distribuzione farmaceutica avviato nel 2012 e tuttora in corso. Al riguardo, desidero rassicurare subito gli onorevoli interroganti che è stato già adottato il provvedimento normativo che ha protratto il termine di validità delle graduatorie del concorso straordinario dagli iniziali due anni a ben sei anni decorrenti, peraltro dalla data del primo interpello effettuato per l'assegnazione delle sedi oggetto del concorso straordinario.

La recente disposizione di legge, in vigore dal 1° marzo scorso, consentirà pertanto di non vanificare l'attività concorsuale già svolta finora, offrendo al contempo nuove opportunità per eventuali ulteriori correttivi alla disciplina del concorso straordinario in relazione ad altre criticità che sono già state portate all'attenzione del Ministero della Salute.

Colgo l'occasione per ricordare che il processo di potenziamento della rete di distribuzione farmaceutica in parola risulta ispirato dal meritorio obiettivo di favorire l'accesso alla titolarità di nuove sedi farmaceutiche da parte di un più ampio numero di farmacisti, soprattutto giovani. Esso, inoltre, ha inteso, da un lato, razionalizzare la rete distributiva dei farmaci, in particolare migliorare l'accessibilità al servizio anche in aree scarsamente abitate, e dall'altro assicurare migliori condizioni di concorrenza, rimuovendo a tal fine talune restrizioni all'ingresso da parte di nuovi operatori sul mercato. Tali propositi, come è noto, rischiano tuttavia di essere frustrati da un rilevante contenzioso amministrativo, che ha di fatto impedito l'assegnazione da parte di moltissime regioni della gran parte delle nuovi sedi farmaceutiche.

È proprio al fine di evitare che tali criticità potessero determinare le scadenze delle graduatorie regionali e la vanificazione delle legittime aspettative dei farmacisti che avevano partecipato ai concorsi regionali che mi sono prodigata dunque affinché, in sede di conversione del recente decreto-legge, cosiddetto mille-proroghe del 2017, fosse inserita una specifica disposizione finalizzata, come detto, a determinare la proroga del termine biennale di efficacia delle graduatorie inizialmente previsto dalla normativa del 2012.

PRESIDENTE. La deputata Mucci ha facoltà di replicare.

MARA MUCCI. Grazie. Gentile Ministra, lei ci ha detto cose che effettivamente noi già conosciamo perché la proroga a sei anni, per quanto riguarda la validità delle graduatorie, è effettivamente in essere ma questo non ha contribuito per ora a risolvere il problema, se pensiamo che, ad esempio, l'Emilia Romagna ha saltato l'interpello di fine aprile che è stato quindi rimandato ad ottobre e questo già all'interno quindi della proroga; ci immaginavamo una risposta più efficace se non altro dal punto di vista del controllo perché è vero che questi concorsi sono stati indetti dalle regioni, sono concorsi di tipo regionale ma ricordiamo anche che sono stati fatti attraverso servizi web, quindi sia tutto il percorso, l'emissione della graduatoria, le richieste per i vari interpelli venivano anche compilati tramite questo servizio web che doveva in teoria facilitare il compito sia dei candidati farmacisti sia la compilazione delle graduatorie stesse e quindi l'assegnazione dei posti perché tutto si basava su un meccanismo automatico. Ebbene, anche se sono stati utilizzati questi stratagemmi che dovevano semplificare ed efficientare il sistema, le farmacie non sono ad oggi aperte. È vero che è stata prorogata di sei mesi la validità della graduatoria. Spero che ci sarà un attento e corretto monitoraggio rispetto ai prossimi passaggi perché, al di là dei ricorsi al TAR, al di là dei ritardi delle commissioni regionali che evidentemente sono un grosso collo di bottiglia e che invece dovevano facilitare il compito, ci ritroviamo in una situazione in cui dovevano essere aperti 4.000 nuovi esercizi e a tutt'oggi non sono aperti. In più sono moltissimi gli aspiranti farmacisti. Lei ha detto giustamente una cosa ovvero che questo sistema è stato fatto proprio per facilitare i giovani affinché potessero affacciarsi alla gestione del servizio farmaceutico piuttosto che i soliti noti e chi aveva alle spalle un capitale superiore, però a tutt'oggi questo non ha portato ai risultati auspicati. Ci permettiamo quindi di consigliare un monitoraggio attento perché non è accettabile che una legge dello Stato datata 2012 non sia attuata. Questo non è il primo esempio me ne son capitati diversi: c'è un evidente problema tra la norma che viene evasa e che il Parlamento approva e l'effettiva attuazione della norma stessa. Questo è un fatto grave.

(Iniziative per garantire la piena applicazione della legge n. 194 del 1978 in materia di interruzione di gravidanza, nonché per contrastare la pratica degli aborti clandestini – n. 3-02961)

PRESIDENTE. La deputata Martelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02961 (Vedi l'allegato A).

GIOVANNA MARTELLI. Grazie, signor Presidente. Sull'applicazione della legge n. 194 del 1978 l'Italia torna alla clandestinità. Dal nord a sud l'80 per cento dei ginecologi e oltre il 50 per cento di anestesisti e infermieri non applica più la legge n. 194. La conseguenza è che le donne respinte dalle istituzioni sono costrette a rivolgersi a chi pratica illegalmente l'aborto con grossi rischi per la salute e per la vita stessa delle donne. Il Ministero dalla salute stima 20.000 aborti clandestini nel 2008; 40.000-50.000 probabilmente quelli reali; 75.000 sono gli aborti spontanei nel 2011 dichiarati dall'Istat ma un terzo di questi frutto probabilmente di interventi casalinghi finiti male. Il Comitato per i diritti dell'ONU ha espresso preoccupazione sulla situazione italiana, sottolineando il fenomeno del ricorso all'aborto clandestino, oltre a sottolineare quale dovrebbe essere il ruolo dello Stato. Quindi, chiediamo quali iniziative intenda porre in essere il Governo per garantire la piena applicazione della legge n. 194 così come sottolineato dal Comitato dei diritti umani dell'ONU e contrastare la pratica illegale degli aborti, contribuendo in questo modo anche a combattere il fenomeno delle organizzazione criminali.

PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Lorenzin, ha facoltà di rispondere.

BEATRICE LORENZIN, Ministra della Salute. Ringrazio gli onorevoli interroganti perché mi consentono di ribadire ancora una volta che i principali indicatori della piena ed effettiva applicazione della legge n. 194 dettagliati nella relazione al Parlamento del 7 dicembre 2016 mostrano che a livello nazionale il carico di lavoro per ciascun ginecologo non obiettore è di 1,6 aborti a settimana su 44 settimane lavorative, numero che risulta dimezzato rispetto alla media nazionale del 1983.

Sempre a livello nazionale l'11 per cento dei ginecologi non obiettori è assegnato ad altri servizi e non a quello di IVG: in questi casi cioè il numero dei non obiettori risulta superiore a quello necessario a rispondere adeguatamente alle richieste di IVG e quindi parte di questo personale viene assegnato ad altri servizi. Sono in continua diminuzione i tempi di attesa tra il rilascio della certificazione e intervento. Ora il 65,3 per cento di IVG è effettuato entro 14 giorni dal rilascio del certificato e solo il 13,2 per cento è effettuato oltre le tre settimane: sono tempi che includono la pausa dei sette giorni considerata dalla legge. Il 92,2 per cento delle IVG è effettuato nella regione di residenza e di queste l'87,9 per cento nella provincia di residenza, dati che evidenziano una bassa mobilità comunque in linea con altre prestazioni a carico del Servizio sanitario nazionale. La stima più recente dell'abortività clandestina è stata effettuata dall'Istituto superiore di sanità nel 2012 e non nel 2008 con stime tra i 12.000 e i 15.000 casi per le donne italiane e tra i 3.000 e i 5.000 mila casi per le donne straniere. Tale ultima stima ricavata attraverso l'applicazione di modelli matematici appare confermata dalla recente relazione annuale al Parlamento sul monitoraggio della legge n. 194 condotto dal Ministero della giustizia riferito all'anno 2016 ove si afferma che la violazione delle disposizioni penali previste dalla legge n. 194 è di ridotte proporzioni, essendo sempre caratterizzato da un contenuto numero di procedimenti penali e da un numero di persone iscritte nel registro degli indagati analogamente contenuto. Riguardo alla posizione del Comitato diritti umani delle Nazioni Unite, evidenzio che quest'ultimo Comitato non ha indicato azioni specifiche da attivare con riferimento all'IVG contrariamente a quanto deciso in relazione ad altri settori di competenza né sono state contestate le specifiche risposte fornite dal Governo italiano. Ciò detto, intendo rassicurare gli onorevoli interroganti che è mia ferma intenzione proseguire nell'attività di monitoraggio dell'applicazione della legge n. 194, tenendo alta l'attenzione sulla tutela della donna e verificando concretamente l'operato delle amministrazioni regionali alle quali, come è noto, è attribuita la responsabilità dell'organizzazione del servizio sanitario ivi compreso quello relativo all'IVG. A tale specifico riguardo segnalo che i referenti regionali del servizio di interruzione volontaria di gravidanza sono periodicamente convocati al Ministero della salute per condividere i dati e le informazioni raccolte prima della pubblicazione degli stessi nella relazione annuale al Parlamento. Dal prossimo anno peraltro è mia intenzione pubblicare i dati raccolti anche struttura per struttura oltre che in forma aggregata come ho fatto finora in modo tale che sia possibile verificare per tutti i parlamentari e anche per chi ne ha interesse l'effettiva realizzazione dei tempi di attesa e di interruzione di gravidanza, struttura per struttura, in ogni regione italiana.

PRESIDENTE. La deputata Nicchi ha facoltà di replicare all'interrogazione, di cui è cofirmataria.

MARISA NICCHI. Grazie, Ministra. Lei verrà ricordata o per le sue dannose macchinazioni che ha orchestrato o per la sua dannosa inerzia che abbiamo rilevato anche nelle risposte che, da sempre, dà, le stesse, come una sorta di cliché, quando la interroghiamo su questo tema. Lei continua a non ricordare l'obbligo che la legge n. 194 prevede per assicurare in ogni struttura l'espletamento delle procedure. Lei ancora non dimostra la gravità dei dati che sono molto più gravi nel reale di quanto siano già sconcertanti sul piano ufficiale. Lei continua a non intervenire per evitare che l'affermazione del principio di libertà delle donne nella riproduzione sia affermato sempre insieme al loro diritto alla salute. Continua a non tutelare la professione e la libertà del personale non obiettore perché anche questo è un problema: la tutela del personale non obiettore che, malgrado i carichi di lavoro e le penalizzazioni di carriera, continua ad assicurare il servizio con grandi incertezze per il futuro. Continua a non mostrare un'adeguata preoccupazione per il pericolo di ritorno alle forme di clandestinità. Ancora le relazioni al Parlamento usano modelli antichi, modelli superati per la rilevazione di un fenomeno che è in continua evoluzione.

Noi le indichiamo alcune proposte concrete: quelle di garantire la sperimentazione dell'aborto farmacologico in tutto il territorio nazionale, una metodica che può avvenire con la completa sicurezza e garantendo questa libertà di scelta alle donne, come avviene in tutto il resto dell'Europa e del mondo, per esempio. Noi pensiamo che ci siano molte proposte concrete: abbiamo presentato delle proposte di legge, ci piacerebbe confrontarci nel merito e la vorremmo al lavoro per affermare il suo potere e affermare la piena libertà delle donne di decidere della propria riproduzione.

(Iniziative di competenza per evitare il ricorso ai contratti di somministrazione di lavoro da parte delle strutture del Servizio sanitario nazionale in Campania, favorendo il reclutamento degli iscritti nelle graduatorie di concorso – n. 3-02962)

PRESIDENTE. Il deputato Taglialatela ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02962 (Vedi l'allegato A).

MARCELLO TAGLIALATELA. Presidente, Ministro, circa dieci anni fa, la sanità in regione Campania, quella pubblica, è stata commissariata per effetto della sciagurata gestione finanziaria di quello che, all'epoca, era il presidente della regione, l'onorevole Bassolino. Quel commissariamento ha determinato il blocco delle assunzioni e l'impedimento del turnover, almeno questo fino a qualche mese fa.

Purtroppo, nonostante sia stato sbloccato il turnover, in Campania continua ad essere utilizzato in maniera assolutamente negativa lo strumento del lavoro interinale per utilizzare personale medico o paramedico. Questo nonostante il fatto che il commissario ad acta abbia dato una precisa disposizione in merito per utilizzare i concorsi o, comunque, graduatorie di avvisi pubblici.

Io chiedo al Ministro quali urgenti provvedimenti possa assumere per fare in modo che la disposizione del commissario ad acta venga recepita ed utilizzata in modo obbligatorio da parte dei direttori sanitari delle ASL e delle aziende ospedaliere, perché è evidente che la vergogna del lavoro interinale nel settore della sanità pubblica deve essere assolutamente cancellata.

PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.

BEATRICE LORENZIN, Ministra della Salute. Ringrazio gli onorevoli interroganti, perché mi consentono di illustrare in questa sede le diverse misure che, come Ministro della salute, ho fortemente voluto per pervenire al definitivo superamento delle condizioni di precariato in cui ha operato per troppi anni il personale sanitario a causa dei ben noti vincoli assunzionali. Mi riferisco, innanzitutto, alla legge di stabilità per il 2016, che ha previsto un piano straordinario di assunzioni nel Servizio sanitario nazionale, riservate nel limite massimo del 50 per cento, fissato dalla giurisprudenza costituzionale, al personale precario.

A proposito, segnalo che lo schema di decreto di riforma del Testo unico del pubblico impiego, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 23 febbraio, ha previsto per l'espletamento delle richiamate procedure concorsuali straordinarie un'ulteriore proroga di un anno rispetto a quella già prevista dall'ultimo decreto cosiddetto Milleproroghe, fissando pertanto il termine del 31 dicembre 2018 per la loro indizione e quello del 31 dicembre 2019 per la loro conclusione.

Non ci siamo però fermati ai soli interventi di carattere straordinario nella consapevolezza che il personale del Servizio sanitario nazionale meriti interventi non occasionali, ma strutturali. Ecco perché ho chiesto che nella legge di bilancio del 2017 venisse vincolata, nell'ambito del finanziamento del Servizio sanitario nazionale, una quota pari a 75 milioni di euro per l'anno 2017, a 150 milioni a decorrere dall'anno 2018 per far fronte agli oneri derivanti dai processi di assunzione e stabilizzazione del personale sanitario.

Ricordo, infine, che, nel senso peraltro auspicato dagli stessi onorevoli interroganti di utilizzare le graduatorie ancora valide per l'assunzione di personale, si pone la disposizione contenuta nel già richiamato decreto cosiddetto Milleproroghe che ha prorogato fino al 31 dicembre l'efficacia delle graduatorie dei concorsi pubblici per le assunzioni a tempo indeterminato, ferma restando, ovviamente, la vigenza delle stesse fino alla completa assunzione dei vincitori.

Con specifico riferimento alla regione Campania, devo preliminarmente rammentare che la stessa dal 1° gennaio 2015 non è più sottoposta al blocco automatico del turnover, ai sensi dell'articolo 1, comma 174, della legge n. 311. Peraltro, da quando sono Ministro, la struttura commissariale, con ben tre decreti, ha autorizzato circa 2.800 assunzioni di personale. A queste devono aggiungersi altre 500 assunzioni derivanti dallo sblocco del turnover 2016 che saranno a breve autorizzate con un decreto commissariale di imminente adozione.

Tuttavia, oggi, a causa dei ritardi da parte della regione Campania nell'avvio e nell'espletamento delle procedure concorsuali, sono state immesse in servizio solamente 870 unità di personale, meno di un terzo di quelle già autorizzate. Spero che la regione riesca nei prossimi mesi ad espletare gli altri concorsi.

PRESIDENTE. Il deputato Taglialatela ha facoltà di replicare.

MARCELLO TAGLIALATELA. Ringrazio il Ministro, tenendo conto che quello che è accaduto sostanzialmente negli ultimi dieci anni in Campania con il blocco delle assunzioni ha costretto tantissimi professionisti, pur di trovare lavoro, a fare concorsi e a trovare una sistemazione lavorativa professionale fuori regione, lontano da casa. Questo mentre contemporaneamente, attraverso il lavoro interinale, si praticavano, e si continuano a praticare purtroppo, interessi di tipo clientelare.

Nell'elenco di coloro i quali ripetutamente vengono utilizzati dalle società di lavoro interinale, le cui gare, tra l'altro, sono spesso scadute e si continua nella proroga da parte dei direttori generali delle ASL e delle aziende ospedaliere, figurano, guarda caso, spesso, cognomi di sindacalisti. Sarà un caso, ovviamente, che cognomi di sindacalisti nel comparto della sanità siano quelli che vengono, poi, utilizzati dalle società di lavoro interinale.

Quindi, siamo in presenza veramente di una pratica odiosa che, tra l'altro, mette a repentaglio la qualità, in alcuni casi ovviamente - spero solo in alcuni casi -, della prestazione nella sanità pubblica.

Io sono convinto che, a parte i decreti, le disposizioni legislative, il Ministero possa anche fare un'ispezione per capire i ritardi che la regione Campania ha accumulato, nonostante oramai siano circa due anni e mezzo che il blocco non c'è più e, quindi, in due anni e mezzo le procedure potevano essere utilizzate.

Evidentemente, da parte di chi non le utilizza vi è un interesse clientelare che deve essere assolutamente cancellato. Io sono convinto che il Ministro, come me, farà qualcosa per far sì che questa pratica odiosa, quella del lavoro interinale, venga cancellata.

(Iniziative di competenza per favorire l'apertura dell'ospedale “Mater Olbia” in Sardegna – n. 3-02963)

PRESIDENTE. Il deputato Capelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02963 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

ROBERTO CAPELLI. Signora Ministra, come ricorderà, tra il maggio e l'agosto del 2014, attraverso il provvedimento “Sblocca Italia” si intervenne per consentire alla Qatar Foundation, attraverso la sottoscrizione di un protocollo di intesa Stato-regione-Qatar Foundation, l'acquisizione, il rilancio e il recupero dell'ex San Raffaele di Olbia.

Si volò, per così dire, in quel periodo per garantire le deroghe opportune in tema di posti letto, di assegnazioni di posti letto e per quanto riguarda i tetti di spesa. In tre mesi si riuscì a sbloccare la situazione con l'impegno da parte della Qatar Foundation di aprire la nuova struttura entro il 1° marzo del 2015.

Siamo nel 2017 e ancora non c'è stata l'apertura. La richiamo cortesemente a quanto previsto nel protocollo tra regione-Stato e Qatar Foundation al monitoraggio sulla qualità delle prestazioni, che, ovviamente, ad oggi non sono state effettuate, e sugli impegni previsti dallo stesso protocollo in merito alla realizzazione della nuova apertura dell'ex San Raffaele di Olbia.

PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.

BEATRICE LORENZIN, Ministra della Salute. Rispondo all'onorevole interrogante, evidenziando preliminarmente che la riorganizzazione della rete ospedaliera della regione Sardegna, resasi necessaria in conseguenza dell'entrata in vigore del noto regolamento degli standard ospedalieri, di cui al DM n. 70, non è stata ancora completata.

Per tale motivo, gli uffici del Ministero della salute non sono ad oggi in possesso dei dati definitivi relativi agli assetti della struttura ospedaliera privata accreditata “Mater Olbia”, essendo disponibili solo taluni elementi previsionali relativi alla medesima struttura.

La regione Sardegna, dal canto suo, ha riferito che, nei primi mesi del 2017, è stata avviata un'interlocuzione tra la regione e la società Mater Olbia Spa, finalizzata all'adozione degli atti amministrativi propedeutici all'attività della struttura ospedaliera Mater Olbia.

Lo scorso 11 gennaio 2017, riferisce sempre la regione Sardegna, il competente assessorato regionale ha espresso il parere favorevole di compatibilità per l'autorizzazione all'esercizio della struttura ospedaliera. Le attività previste sono articolate in attività di degenza ed attività di specialistica ambulatoriale, per le quali sono state predeterminate, dal medesimo ente regionale, le prestazioni e le attività erogabili. Le attività di degenza prevedono, in particolare, 33 posti letto nell'area pediatrica e 61 posti letto nell'area chirurgica; inoltre, nell'area internistica sono previsti 48 posti letto, 12 in medicina internistica, 11 in cardiologia, 13 in neurologia, quattro di Stroke Unit, due di cardiochirurgia, due di neurochirurgia e quattro di chirurgia vascolare. Pertanto, il totale dei posti letto destinati ai pazienti acuti è pari a 142. Nell'area della riabilitazione vengono ricompresi 100 posti letto per i pazienti post acuti, 70 per il recupero e la riabilitazione funzionale, 10 in day hospital per il recupero e la riabilitazione funzionale, 20 per la neuroriabilitazione. Sono, altresì, previsti ulteriori 50 posti letto solventi, per le branche specialistiche sopra indicate. Il totale dei posti letto autorizzabili è, dunque, di 292. L'assessorato regionale, infine, ha comunicato di essere in attesa della presentazione dell'istanza di autorizzazione dell'esercizio, completa della necessaria documentazione, affinché possa essere valutata la reale capacità operativa della struttura ospedaliera, sulla base dei requisiti previsti dalla normativa regionale.

Pertanto, solo alla luce degli ulteriori sviluppi della vicenda, sarà possibile valutare la sussistenza dei presupposti per un'eventuale proroga del regime di deroga previsto dalla normativa del 2014 che dovrà, comunque, tenere in debita considerazione l'intervenuta sopravvenienza del già ricordato regolamento degli standard ospedalieri, emanato nell'anno 2015.

PRESIDENTE. Il deputato Capelli ha facoltà di replicare.

ROBERTO CAPELLI. Signora Ministra, mi sembra che siamo di fronte a un caso in cui la deroga è più che opportuna, perché i termini del protocollo citato non sono stati sicuramente rispettati. Ricordo che prevedevano l'apertura, appunto, il 1° di marzo del 2015, della nuova struttura, apertura rinviata poi al dicembre 2015, al giugno 2016, al dicembre 2016, al giugno 2017 e, da ultimo, a fine 2018.

Ora, io credo che, nel caso specifico, il Governo, nel 2014, abbia fatto quanto di propria competenza per accelerare al massimo le deroghe alla normativa nazionale e regionale per quanto riguarda, appunto, l'assegnazione dei 292 posti letto e per quanto riguarda il superamento del tetto di spesa che, lo ricordo, ha un costo di 55 milioni di euro che grava totalmente sul bilancio della regione Sardegna. C'era un'aspettativa di mille posti di lavoro, a fronte di un investimento di circa un miliardo di euro; ad oggi, nulla, purtroppo, è stato realizzato.

Credo che la deroga, signora Ministra, sia più che opportuna, anche, comunque, valutando l'opportunità di riscontrare il perché si è arrivati a consumare tre anni di questo investimento e non avere ancora nessuna certezza sulla realizzazione dello stesso. Dall'altra parte, c'era l'impegno della regione Sardegna di produrre il nuovo piano di razionalizzazione della rete ospedaliera, entro e non oltre il 1° gennaio del 2018. Non si vede ancora, concretamente, la presentazione di questo piano di razionalizzazione; ci chiediamo dove andranno a gravare e come verranno riequilibrati i posti letto del 3,7 per mille, ora ridotti al 3 per mille, per quanto riguarda l'equilibrio della disponibilità di posti letto nella nuova razionalizzazione ospedaliera.

È un grande problema per quel territorio, la Gallura, per tutta la Sardegna, ma anche per la sanità pubblica e privata. Credo che sia più che opportuno tenere ancora in piedi un monitoraggio della situazione, sperando che tutto l'investimento vada a buon fine, ma, ovviamente, rivedendo, anche, le responsabilità di regione e Ministero sull'ennesima incompiuta di questi ultimi tre anni.

(Iniziative per contrastare il consumo di sostanze stupefacenti, in particolare da parte dei giovani, e per sostenere le associazioni impegnate in tale ambito – n. 3-02964)

PRESIDENTE. Il deputato Rondini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02964 (Vedi l'allegato A).

MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Vi è un dato che emerge da una ricerca condotta dai ricercatori dell'Istituto di fisiologia clinica del CNR, Espad Italia, che è preoccupante, assolutamente preoccupante. Stando alla ricerca che ha coinvolto un campione di studenti italiani compresi nella fascia tra i 15 e i 19 anni, sarebbero 650 mila gli studenti delle scuole superiori che nell'ultimo anno hanno fatto uso di droghe, dalla cannabis fino alla cocaina, all'eroina e agli allucinogeni, evidenziando, fra l'altro, la ricerca, un aumento del numero di italiani che consuma abitualmente hashish - ammonterebbero a 3 milioni, tra gli under 35-, mentre la cocaina sarebbe in diminuzione, utilizzata da 430 mila persone.

Il dato che, però, deve destare maggiore allarme, secondo noi, è invece la crescita del numero di utilizzatori di eroina, una droga che sembra stia prepotentemente tornando sul mercato, dopo un calo evidenziato negli ultimi anni. Dal rapporto si evince che sarebbero ben 320 mila le persone che, nell'ultimo anno, hanno fumato, sniffato o si sono iniettate eroina. Sarebbe, inoltre, molto preoccupante questo dato perché è diffuso tra i giovani e i giovanissimi.

PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Lorenzin, ha facoltà di rispondere.

BEATRICE LORENZIN, Ministra della Salute. Cari colleghi, rispondo molto volentieri a questa interrogazione, perché, ovviamente, è un tema che mi sta particolarmente a cuore, ma di cui, però, voglio ricordare, non ho assoluta competenza, infatti, come sapete, il dipartimento per le politiche antidroga è incardinato presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Ritengo, però, utile poter dare delle informazioni e per rispondere alla vostra interrogazione ho chiesto al dipartimento preposto le informazioni che voi ci avete, appunto, chiesto.

Secondo le analisi del dipartimento per le politiche antidroga - il quale, ovviamente, è a conoscenza dei risultati dell'indagine Espad richiamati dagli onorevoli interroganti, in particolare del sensibile aumento del consumo di sostanze stupefacenti, soprattutto nei soggetti giovani - costituisce un dato ormai acquisito, quello relativo all'incidenza della rete web nel rendere più agevole ai giovani il rifornimento delle sostanze stupefacenti.

Sulla base di uno studio dell'Istituto nazionale sull'abuso di droghe degli Stati Uniti d'America, il quale rappresenta un punto di riferimento mondiale in materia di ricerca scientifica sulle droghe, è stato evidenziato che la diminuzione della disapprovazione sociale sulla pericolosità dell'uso di droghe contribuisce all'aumento del consumo delle stesse soprattutto nei giovani. Pertanto, il dipartimento ha posto in essere una serie di iniziative volte a favorire la prevenzione, l'informazione e il monitoraggio del fenomeno droga, a tutela della salute soprattutto dei soggetti più giovani.

In particolare, grazie ad un protocollo di intesa tra il citato dipartimento presso la Presidenza del Consiglio ed il MIUR, sottoscritto nel dicembre del 2012, è stato già realizzato e sarà presto divulgato uno spot video e radio intitolato “Giù le mani dai nostri figli”, volto a sensibilizzare i genitori, gli educatori e gli insegnanti sul fenomeno della compravendita di sostanze stupefacenti su Internet da parte dei soggetti minori.

È stato lanciato, inoltre, un bando rivolto al mondo delle associazioni il cui esito sarà a breve reso noto che riguarda la messa a punto di azioni e progetti in due ambiti specifici quali la prevenzione dell'incidentalità stradale alcol-droga correlata (14-35 anni) e la prevenzione dell'uso non controllato di Internet da parte dei minori (11-18).

Tra le altre iniziative è in fase di realizzazione un ulteriore accordo tra il dipartimento presso la Presidenza del Consiglio delle politiche antidroga e il MIUR, allo scopo di proseguire e rafforzare la collaborazione in materia di prevenzione dell'uso di droghe in età scolare che comporti un piano di più largo respiro rispetto al passato, rivolto agli studenti, agli insegnanti e ai genitori.

È stato, inoltre, messo a punto un accordo con le forze di polizia, esteso anche alla Guardia di finanza e all'Arma dei Carabinieri per la prevenzione dell'incidentalità stradale alcol-droga correlata ed è in fase di istruttoria un ulteriore accordo con l'Arma dei Carabinieri, per il potenziamento del monitoraggio delle nuove sostanze psicoattive sulla rete web.

Si è, inoltre, provveduto alla stipula di un accordo con l'Istituto superiore di sanità per il rafforzamento del sistema di allerta nazionale per l'individuazione precoce delle nuove droghe e per l'attivazione delle segnalazioni di allerta sul territorio nazionale.

In conclusione, segnalo che il dipartimento per le politiche antidroga ha comunicato che è in corso la riattivazione e l'implementazione delle funzioni dell'Osservatorio nazionale dipendenze, per un completo monitoraggio del fenomeno che permetta di proporre, sulla base delle evidenze e dei dati forniti dalle amministrazioni del pubblico e del privato sociale accreditato efficaci azioni valutabili in tempo reale.

PRESIDENTE. Il deputato Rondini ha facoltà di replicare.

MARCO RONDINI. Sì, grazie, Presidente. Non siamo completamente soddisfatti, nel senso che noi riteniamo che le azioni poste in atto dal Dipartimento antidroga non abbiano prodotto quegli effetti che si erano posti quale obiettivo, e questo alla luce della denuncia che trova riscontro nella ricerca dell'Espad che ho registrato. La denuncia arriva dalle comunità terapeutiche che ogni giorno si misurano col fenomeno della tossicodipendenza, quelle che hanno il vero polso della situazione e quelle che ci dicono che, negli ultimi anni, si è assistito ad un riavvicinarsi a una droga che si sperava non dovesse più trovare lo stesso spazio che aveva trovato, ad esempio, negli anni Ottanta, il riemergere del problema del consumo di eroina.

Fra l'altro, oggi, ci dicono sempre le comunità terapeutiche, non basta contrastare il fenomeno del consumo di droga, che si agevola attraverso l'acquisto di dosi via Internet, piuttosto che attraverso l'utilizzo dei siti che mettono a disposizione questi prodotti. Serve un contrasto a livello di territorio. Le porto solo un esempio, quello del bosco di Rogoredo, che è diventato, di fatto, uno dei punti dove centinaia e centinaia di giovani riescono a reperire una dose anche a pochi euro e ciò, naturalmente, favorisce l'accesso, in particolare, al consumo di eroina.

Noi conosciamo la sua sensibilità, che traspare anche dalle parole che ha pronunciato, riteniamo che, all'interno del Governo del quale lei fa parte, debba ribadire l'importanza dell'azione portata avanti sul territorio dalle comunità terapeutiche per garantire loro di poter svolgere quell'azione fondamentale per la prevenzione e per la lotta alla tossicodipendenza.

(Elementi in merito agli accordi stipulati dalle società di gestione degli aeroporti con i vettori aerei, con particolare riferimento ai cosiddetti accordi di co-marketing – n. 3-02965)

PRESIDENTE. La deputata Spessotto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02965 (Vedi l'allegato A) per un minuto. Prego, onorevole.

ARIANNA SPESSOTTO. Grazie, Presidente. Signor Ministro, oggi pretendiamo una risposta chiara dal Governo sugli accordi di co-marketing sottoscritti dalle società di gestione con i vettori aerei, un vero e proprio sistema di finanziamenti pubblici mascherati da incentivi che varrebbe - secondo fonti giornalistiche, visto che fonti governative non ne abbiamo - circa 100 milioni di euro e che ha permesso in questi anni di far arrivare direttamente i soldi pubblici alle compagnie low cost. Si parla di circa l'80 per cento di questi soldi che vanno alle compagnie low cost senza passare per le gare d'appalto, eppure esistono precise linee guida nazionali e comunitarie da rispettare in tema di trasparenza e competitività per lo sviluppo delle rotte aeree. Vogliamo sapere, signor Ministro, una volta per tutte, se esiste o meno un elenco aggiornato dei finanziamenti elargiti negli ultimi anni da soggetti pubblici e partecipati sotto varie forme a favore delle compagnie aeree e quanti soldi prendono sistematicamente i vettori low cost dagli aeroporti italiani a titoli di accordi di co-marketing.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Delrio, ha facoltà di rispondere.

GRAZIANO DELRIO, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie Presidente, grazie onorevole. Conosco bene le linee guida, avendole emanate, e anche la legge che lei ha citato, essendo stato parte di quel Governo, quindi so bene di cosa parliamo. Noi abbiamo chiesto e preteso maggiore trasparenza, maggiore pubblicità, sia per la ricerca dei vettori aerei, sia per l'analisi e qualificazione degli accordi di co-marketing che lei ha citato.

Ritengo utile chiarirle che il Ministero non eroga contributi statali in nessun modo e in nessuna modalità, e nemmeno altre forme di finanziamento surrettizio ai vettori aerei. I gestori aeroportuali, invece, erano stati coinvolti, proprio grazie a queste linee-guida e grazie a questa legge del 2013, in un processo di cooperazione finalizzato a pubblicare sui siti societari le policies commerciali che si danno in materia di incentivazioni e a fornire dei dati certi sul volume dei contratti che stipulano con i vettori. ENAC ci ha comunicato che la quasi totalità dei gestori aeroportuali ha sostanzialmente provveduto a pubblicare le policies sui rispettivi siti e, per quanto riguarda i contratti stipulati, sono pubblicati di volta in volta sui siti; quindi, vengono stipulati e sono anche in essere. Alcuni contratti sono rinnovati: di recente, per esempio, la regione Abruzzo ha rinnovato un contratto di co-marketing spontaneamente. L'ENAC ha segnalato di aver ricevuto la comunicazione dei contratti stipulati relativi ai gestori degli scali di Torino, Verona, Venezia, Treviso, Napoli, Catania, Palermo, Alghero, Cagliari e Lamezia Terme, così come è online la pubblicazione della regione Puglia per gli incentivi quinquennali agli aeroporti di Puglia e il già citato caso dell'Abruzzo.

Non tutti gli accordi, però, utilizzano risorse pubbliche, questo va specificato. I gestori sono a volte gestori privati e, quindi, utilizzano risorse private. E quindi alcuni degli accordi afferiscono a risorse proprie del gestore aeroportuale privato. Alcune forme di co-marketing, infine, riguardano promozione diretta del territorio e sono effettuate direttamente dalle regioni senza passare per i gestori aeroportuali. Dai dati in possesso, comunque, risulta che le incentivazioni riconducibili ai finanziamenti degli enti attualmente sotto nostro monitoraggio possono attestarsi attorno ai 40 milioni di euro annui.

Dal monitoraggio effettuato da ENAC, peraltro, si evince come i gestori, per rivitalizzare il proprio business, ritengono fondamentale utilizzare la leva degli incentivi ai vettori, che è consentita dalle normative europee, a patto che vi sia una conformità, il cosiddetto test MEO, cioè al fatto che, attraverso un'analisi ex ante, si stimi che l'incentivo è comunque in grado di stimolare una produzione di ricchezza sul territorio molto maggiore.

Questo tipo di accordi è consentito, è permesso ed è praticato in tutta Europa, quindi non è assolutamente un aiuto di Stato, ha delle caratteristiche precise e, quindi, non va messo dentro a un discorso di incentivazione squilibrata, perché fa parte delle regole attualmente a disposizione degli aeroporti minori. Poiché in Italia gli aeroporti minori sono molto di più che negli altri Paesi, perché l'Italia ha un sistema aeroportuale frammentato e quindi disposto su diverse sedi, è evidente che questo fenomeno è più visibile, ma il test MEO è applicabile a qualsiasi compagnia e a qualsiasi vettore, ed è responsabilità dei gestori.

In ogni caso, abbiamo un accordo con la Commissione europea per un regime quadro nazionale in materia di aiuti di Stato relativi al funzionamento e agli investimenti, che stiamo implementando in accordo proprio con la Commissione europea, per avere un'apposita sezione sugli aiuti alle compagnie aeree al fine di contribuire all'obiettivo di modernizzazione, semplificazione e trasparenza. E comunque, entro luglio, come ha ricordato, dovremmo avere un quadro complessivo sia degli aiuti ai vettori, che delle operazioni di co-marketing presso ENAC.

PRESIDENTE. La deputata Spessotto ha facoltà di replicare. Prego, onorevole.

ARIANNA SPESSOTTO. Grazie Ministro, ma non mi ritengo soddisfatta assolutamente, in quanto, visto che questa storia si protrae da anni ormai, credo che il Governo avrebbe dovuto pretendere già da tempo chiarezza e maggiore trasparenza su questa questione così importante. Infatti, secondo la nostra opinione, siamo di fronte a un finanziamento pubblico camuffato e a un raggiro anche probabilmente della normativa sugli aiuti di Stato. Infatti, i fondi vengono fatti passare dalle amministrazioni locali come spese per lo sviluppo di nuove rotte, a pagare sono le regioni, le province e i comuni, mentre le compagnie low cost godono di contributi pubblici stanziati dagli aeroporti italiani. Come ricordavo prima, le compagnie che più hanno goduto di questi contributi sono proprio le low cost, e hanno anche fatto rimanere aperti aeroporti che altrimenti non sarebbero rimasti aperti perché non si sostenevano. Su questo c'è da fare una riflessione da parte del Governo, ivi saputo di una programmazione infrastrutturale.

Le norme contenute nel decreto “Destinazione Italia” e nelle linee guida ministeriali del 2016, che prevedono l'obbligo per i gestori aeroportuali di esperire procedure concorrenziali per la scelta dei vettori a favore dei quali erogare i contributi, sono rimaste lettera morta. È un dato di fatto che i gestori non comunicano come dovrebbero, né all'ENAC, né all'autorità di regolazione dei trasporti, queste procedure, e non avendo il Governo previsto meccanismi sanzionatori per chi non rispetta l'obbligo di comunicazione, questi dati continuano a rimanere sconosciuti - come lei mi confermava, per la maggior parte degli aeroporti non abbiamo questi dati -, creando una zona d'ombra inaccettabile.

Nessuna trasparenza neanche sull'ammontare dei contributi versati dalle stesse società ai vettori aerei, dati che non sono reperibili anche a causa dei bilanci societari, spesso e volentieri illeggibili. Anche il registro nazionale degli aiuti di Stato, che doveva essere già operativo, rimane bloccato a causa dell'ennesima proroga da parte del Governo.

Signor Ministro, non si possono assegnare fondi per incentivare il turismo, senza che vengano espletate procedure di gara concorrenziali e trasparenti. Se ci sono fondi pubblici da assegnare, allora il Governo non può girarsi dall'altra parte, ma deve far rispettare le regole esistenti, regole che, evidentemente, considerando l'immobilismo di questi ultimi anni, a quanto pare a qualcuno conviene, e molto.

(Iniziative di competenza volte alla riapertura della tratta ferroviaria Alba-Asti - n. 3-002966)

PRESIDENTE. Il deputato Rabino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02966 (Vedi l'allegato A).

MARIANO RABINO. Grazie Presidente. Signor Ministro sono a chiederle - vado al punto - se e come il Governo sia intenzionato a sostenere, nei limiti delle proprie competenze, in sinergia con Rfi, Rete Ferroviaria Italiana, e la regione Piemonte, la riapertura della tratta ferroviaria Alba-Asti. Questo perché ogni giorno in Piemonte sono oltre 160 mila i pendolari che prendono il treno per spostarsi per ragioni di lavoro o di studio, il 9,5 per cento in meno rispetto al 2011. Si tratta del rapporto Pendolaria di Legambiente, secondo cui è questa la più evidente e diretta conseguenza dei tagli al servizio ferroviario regionale che, dal 2010 ad oggi, hanno portato alla soppressione di intere linee, con un taglio complessivo del servizio pari all'8,4 per cento. Tra queste linee anche la tratta ferroviaria Alba-Asti.

Con l'avvenuta elettrificazione invece della linea Alba-Bra l'attenzione delle istituzioni locali è tornata focalizzarsi sul treno quale mezzo di trasporto indispensabile per il Piemonte meridionale, nonché quale strumento in grado di decongestionare le arterie stradali e offrire al pubblico nuove possibilità di mobilità, anche a scopo turistico.

PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Delrio, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

GRAZIANO DELRIO, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie Presidente e grazie all'onorevole Rabino. Sono molto d'accordo con lei che dobbiamo stimolare il trasporto pubblico locale e in quest'ottica, come lei sa, sono aumentati nelle ultime tre finanziarie proprio gli investimenti per i treni regionali, sono stati stipulati contratti di programma, con il Ministero dell'economia abbiamo preparato i contratti di programma di Rfi che hanno dato nove, più nove, più nove miliardi, da ultimo, di investimenti, la gran parte dei quali sulle reti regionali ed è stato preparato un protocollo per la sostituzione dei treni regionali quasi completamente. Quindi, condivido con lei che bisogna avere più attenzione assolutamente al tema dei pendolari che deve essere centrale.

La linea Alba-Asti è stata chiusa in conseguenza del crollo della galleria Ghersi interessata dall'attività erosiva del fiume Tanaro e, stante la gravità del dissesto, il piano della riattivazione dell'esercizio a suo tempo è stato articolato in tre fasi distinte per un investimento complessivo di circa 11 milioni di euro. Il dissesto aveva determinato l'interruzione della circolazione nel solo tratto Castagnole-Alba, mentre la circolazione non aveva subito limitazioni sulle tratte afferenti. Solo successivamente per decisione assunta dalla regione Piemonte anche sulle tratte Cantalupo, Nizza, Canelli, Castagnole e Asti Castagnole, il servizio è stato totalmente sospeso. Ovviamente tale decisione ha influito sul piano di investimenti per il ripristino strutturatele della galleria Ghersi e si è provveduto quindi alla realizzazione delle opere provvisionali necessarie a una prima stabilizzazione dei gravi fenomeni di dissesto in atto, all'esecuzione di indagini geotecniche propedeutiche poi alla progettazione esecutiva.

Le osservazioni delle indagini tecniche sulla velocità di evoluzione del fenomeno erosivo del versante che contiene le gallerie prospicienti al fiume Tanaro consigliano di valutare una variante del tracciato che preveda interventi qualificati sulla parete spondale del fiume Tanaro. Premesso quanto sopra, è evidente che occorre un piano complessivo di tutti gli interventi idonei alla rimessa in esercizio della linea e quindi dobbiamo concertare con Piemonte, autorità locali, autorità di bacino del fiume Po, Rfi per individuare la soluzione più appropriata. Noi siamo ovviamente pronti, siamo in contatto con la regione per il Piemonte per ragionare su un piano aggiornato degli interventi necessari alla rimessa in servizio della linea.

PRESIDENTE. Il deputato Rabino ha facoltà di replicare.

MARIANO RABINO. Signor Ministro la ringrazio, naturalmente. Lei ha citato la regione nell'ultima fase del suo intervento, infatti avevo informato e coinvolto l'assessore regionale Balocco sul tema, così come l'assessore comunale di Alba, Rosanna Martini, così come i sindaci, gli amministratori, gli esponenti del territorio (il nostro territorio come sa è diventato patrimonio mondiale dell'UNESCO), e Roberto Cerrato, il presidente del comitato di gestione. Noi per tanto tempo, come Piemonte sud, come provincia di Cuneo, ancora di più come Langhe e Roero, ci siamo vantati di essere un'isola felice. Noi vorremmo continuare a essere felici, ma essere ad un po' meno isola e lei sa bene, perché l'abbiamo interpellata più volte sui temi dell'Asti-Cuneo dove, come lei sa, proprio ieri è avvenuta una disgrazia, una spiacevole disgrazia sulla tangenziale di Fossano che ha visto crollare un cavalcavia. Insomma abbiamo bisogno della massima attenzione, della massima mobilitazione, degli enti e del Governo centrale.

Ha detto bene lei, questo Governo, quello precedente, hanno stanziato nuove importanti risorse a favore del trasporto pubblico locale. Le dico che bisogna sollecitare la regione a riaprire comunque la tratta Neive-Castagnole-Asti perché è vero che la galleria Ghersi va riadattata, evidentemente c'è un problema di erosione del fiume Tanaro (Ministro, non può conoscere i nomi di tutti i fiumi, naturalmente il nostro Tanaro è un fiume importante per noi), ma è anche vero che la linea Neive-Castagnole-Asti non si vede perché debba rimanere chiusa.

Le voglio anche dire di destinare qualche risorsa speciale ad un territorio che ha certamente gli studenti e i pendolari, ma ha sempre di più visitatori, turisti, da ogni parte d'Italia e del mondo.

(Iniziative volte al finanziamento delle opere di riqualificazione della tranvia extraurbana Milano-Limbiate - n. 3-02967)

PRESIDENTE. La deputata Centemero ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02967 (Vedi l'allegato A).

ELENA CENTEMERO. Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, è da quando ci conosciamo che io lotto proprio per questa tranvia che collega Milano a Limbiate. È una realtà molto importante per il nostro territorio, più volte ne abbiamo parlato, più volte abbiamo presentato ordini del giorno che il Governo ha approvato proprio per sottolineare l'importanza della riqualificazione della metrotranvia che collega il comune di Limbiate alla città di Milano. È un percorso molto importante per i nostri pendolari che si recano al lavoro a Milano. La necessità di metterla in sicurezza risale a ben prima del 2008 e ancora oggi, pur la regione avendo stanziato dei fondi, ben 13 milioni e 20 milioni, non sappiamo che intenzioni abbia il Governo. Quindi, chiedo a lei cosa intendiate fare.

PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Delrio, ha facoltà di rispondere.

GRAZIANO DELRIO, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie Presidente. Grazie onorevole, come lei sa, e come ho appena detto, scusandomi per l'accento del fiume, assolutamente il trasporto pubblico locale, soprattutto il trasporto rapido di massa all'interno delle aree urbane, è una delle priorità del Governo che a questo scopo ha approvato proprio recentemente un piano da oltre un miliardo e trecento milioni esattamente per potere servire soprattutto le città metropolitane e le aree metropolitane, la loro accessibilità.

Vi sono diversi milioni di persone che ogni mattina si svegliano e usano le ferrovie suburbane e le tranvie italiane, basti pensare all'importanza che ha il trasporto metropolitano nelle città al punto che l'Italia purtroppo ha un gap molto rilevante in termini di sviluppo delle linee metropolitane e delle linee tranviarie, nonostante che agli inizi del Novecento fosse invece una delle realtà migliori. La voglio rassicurare però che appunto il progetto di riqualificazione della tranvia Milano-Limbiate, che prevede la trasformazione dell'attuale impianto tranviario in una nuova metrotranvia con rifacimento radicale dell'attuale impianto e che era stato parzialmente definanziato, come lei ricorda, in una serie di provvedimenti, è stato però ripristinato completamente con 58.9 milioni di euro. Abbiamo fatto tutto ciò con la delibera CIPE del 1° dicembre, la delibera che ha rifatto il piano operativo infrastrutturale ed è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 14 aprile scorso. Quindi, adesso possono proseguire le operazioni di cui tutti vorremmo vedere una conclusione rapidissima.

PRESIDENTE. La deputata Centemero ha facoltà di replicare.

ELENA CENTEMERO. Grazie Ministro per questa attenzione che ha voluto dare al mio territorio, il territorio di Monza e Brianza, e soprattutto alla riqualificazione della tranvia appunto che collega Milano-Limbiate che, come sottolineato da lei, per le cittadine e i cittadini non solo di Limbiate, ma anche dei comuni tra Limbiate e Milano, è estremamente importante come mezzo di collegamento. Tanti comitati di cittadini si sono attivati e quindi porterò con grande piacere questa notizia, del fatto che è stata rifinanziata, anche grazie al finanziamento che ha messo la regione.

Quindi, tra la compartecipazione della regione Lombardia, che nel complesso ha messo più di 38 milioni di euro, e quelli che mette il Governo, quasi 59 milioni, possiamo assicurare, e spero in tempi molto rapidi, alle cittadine e ai cittadini dei comuni da Limbiate a Milano, che la metroferrotranvia verrà rimessa a posto, perché davvero è un servizio fondamentale per noi che viviamo in un territorio a stretto contatto con le città metropolitane. Sarà, quindi, molto importante che lei, Ministro, solleciti moltissimo anche il sindaco della città metropolitana affinché si ponga favorevolmente rispetto a queste iniziative, che ci sostenga e sostenga, appunto, quello che hanno fatto il Governo e la regione.

(Elementi in ordine al completamento delle opere di ripristino del viadotto Petrulla, situato sulla strada statale n. 626 in Sicilia – n. 3-02968)

PRESIDENTE. Il deputato Lauricella ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02968 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

GIUSEPPE LAURICELLA. Presidente, signor Ministro, il 7 luglio 2014 si è verificato un crollo grave del viadotto Petrulla, che è situato appunto sulla strada statale n. 626 in Sicilia, nel territorio Licata-Ravanusa-Canicattì e Campobello di Licata. Questo crollo ha determinato l'interruzione per tre anni di tutta la viabilità, con gravissime limitazioni per quanto riguarda l'economia del territorio, gravissime limitazioni che si aggiungono alla crisi che già colpisce quel territorio: tranciando tutte le attività che riguardano sia il lato turistico, come tutte le attività commerciali. L'ANAS ha preso subito un impegno nel 2014, e nel 2016 ha proceduto alle gare d'appalto dando inizio ai lavori. Il problema è che, ad oggi, ancora si ha un evidente ritardo, perché c'è solo il 10 per cento dei lavori svolti in avanzamento dei lavori…

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

GIUSEPPE LAURICELLA. …e non c'è una data precisa di ultimazione dei lavori. Quindi, questo noi chiediamo, per quanto riguarda l'intervento del Governo stesso.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Delrio, ha facoltà di rispondere.

GRAZIANO DELRIO, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Presidente, onorevole, come lei ha ricordato, questo è un altro episodio di un crollo di viadotto avvenuto circa appunto tre anni fa, e che fu provocato da un difetto costruttivo nella predisposizione del manufatto. ANAS ha riferito al Ministero che, dopo aver iniziato i lavori l'anno scorso e dopo averli finanziati per complessivi 3,5 milioni di euro, l'intervento si sta svolgendo per la ricostruzione della campata crollata e per la riparazione degli impalcati, e i lavori di consolidamento e ristrutturazione del viadotto riguardano anche la ricostruzione con le travi in acciaio di altre campate, con sostituzione delle parti ammalorate a loro volta; a questo si aggiunge anche un ulteriore intervento di ripristino della pavimentazione dei giunti di dilatazione dei viadotti Lauricella e Perez. Quindi, siccome sono stati aggiunti a seguito di verifica alcuni altri lavori di manutenzione e di ristrutturazione, di consolidamento, l'ANAS ha comunicato che, rispetto all'assicurazione di completare i lavori entro aprile, prevede invece di riaprire tale tratto di strada entro la fine della stagione estiva. Noi abbiamo, però, sollecitato ANAS, per permettere durante la stagione estiva di sfruttare questa arteria di collegamento, di provare ad anticipare ai primi mesi della stagione estiva, quindi entro la fine di giugno, la riapertura finalmente di questo viadotto; e, comunque, sarà mia cura vigilare per valutare e stimolare ulteriormente lo stato di avanzamento lavori, onorevole.

PRESIDENTE. Il deputato Berretta, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

GIUSEPPE BERRETTA. Presidente, signor Ministro, siamo soddisfatti della risposta, saremo molto soddisfatti quando il viadotto sarà effettivamente fruibile. Ci auguriamo che ciò avvenga al più presto. Prendiamo atto, ovviamente, dell'impegno che ella ha assunto, e assieme a lei vigileremo affinché questo impegno si concretizzi.

La vicenda è paradigmatica di una questione ben più ampia che lei ben conosce, perché l'ha seguita in maniera sistematica, che è quella della sicurezza e funzionalità dell'assetto viario siciliano, nel quale ci sono state appunto tutta una serie di problematiche: quella del viadotto in questione, del viadotto Himera, che è stato peraltro l'occasione per una pantomima tragicomica da parte del MoVimento 5 Stelle, con la famosa trazzera della legalità.

Noi siamo convinti che il tema sia invece molto serio, che vada affrontato con altrettanta serietà; siamo convinti che la sicurezza e la funzionalità delle strade siciliane, ma complessivamente il potenziamento della rete infrastrutturale siciliana, siano essenziali per dare forza a quei flebili segnali di ripresa economica che, specie in agricoltura e in turismo, stiamo registrando, e che invece devono diventare un vento molto più forte, che consenta ai siciliani e alla Sicilia tutta, e comunque anche ai turisti, di fruire di quei grandi beni che abbiamo in Sicilia, e che ad oggi vengono sottoutilizzati e sottosfruttati. Quindi, la ringraziamo, e speriamo che davvero al più presto questo problema venga risolto.

(Iniziative per implementare gli investimenti per il potenziamento infrastrutturale del Mezzogiorno – n. 3-02969)

PRESIDENTE. Il deputato Garofalo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02969 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

VINCENZO GAROFALO. Presidente, signor Ministro, esperti, centri studi, fondazioni, politici sottolineano da tempo come l'arretratezza infrastrutturale del Sud sia la causa prevalente del malessere di questa parte importante del Paese: tutti ribadiscono la necessità di investire in infrastrutture per poter rilanciare il Mezzogiorno. Le dichiarazioni che in questi giorni abbiamo letto sui giornali, che anticipavano i contenuti di uno degli allegati al DEF 2017, hanno generato parecchia preoccupazione nel vedere nel Sud invece un rallentamento rispetto alle scelte da fare, per poter appunto andare nella direzione giusta.

Lei spesso parla di cura del ferro, e vorrei dirle: le infrastrutture - a lei che, prima di essere Ministro, è medico - sono come le vene in un corpo umano, sono essenziali affinché un territorio sia rivitalizzato. Per questo noi le chiediamo in che modo il Governo e il suo Dicastero intendono dare un'opportunità al Sud per essere competitivo.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Delrio, ha facoltà di rispondere.

GRAZIANO DELRIO, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Onorevole, intanto la ringrazio perché mette in evidenza il problema delle connessioni nel Mezzogiorno: come lei ha sottolineato, il problema delle connessioni è un problema essenziale per lo sviluppo del Paese. Devo dire che il Governo ha provveduto in questi anni, credo in maniera efficiente, con il precedente, con l'attuale, a provare ad affrontare e a sciogliere alcuni nodi: le ricordo solo, a livello stradale, l'apertura dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, l'autostrada del Mediterraneo, l'apertura dell'autostrada dei Due mari, solo per restare in Calabria, l'apertura recente del primo tronco dell'Agrigento-Caltanissetta, e lo sblocco dei lavori di programmazione della Ragusa-Catania, del project financing Ragusa-Catania che era fermo da anni, l'inizio dei lavori dell'alta velocità sulla Napoli-Bari, con oltre 700 milioni di bandi di gara aggiudicati proprio quest'anno, l'attuale pubblicazione del bando di gara per l'alta velocità in Sicilia; e potrei continuare con una lista anche di opere minori, ma queste sono le principali. La velocizzazione della linea ferroviaria adriatica, la velocizzazione della linea tirrenica, come due elementi essenziali dello sviluppo delle famose quattro direttrici per il Sud, che ho spesso in quest'Aula richiamato come prioritarie, e che si stanno implementando direi in maniera molto efficace; anche perché le risorse messe a disposizione, appunto, permetteranno una programmazione nei prossimi anni dei lavori, e quindi anche speriamo un ritmo di esecuzione dei lavori adeguato.

Solo per richiamare l'allegato al DEF, non ha provocato nessun rallentamento, anzi l'allegato al DEF mette esattamente al centro del suo obiettivo il divario esistente tra le regioni del nord e le regioni del sud Italia. C'è una programmazione nell'allegato su un centinaio di interventi e programmi prioritari: vuol dire che sono interventi che assolutamente il Paese deve darsi per il suo sistema nazionale dei trasporti. Sette programmi di interventi su un totale di quattordici riguardano città metropolitane del Sud; su circa un centinaio di interventi complessivi, la metà riguarda appunto investimenti sulle regioni del Mezzogiorno. Le ricordo anche che degli 11 miliardi che abbiamo destinato nel CIPE per il piano infrastrutture di completamento e contratti di programma, la gran parte, l'80 per cento, sono destinati al Sud, e che oltre il 65 per cento delle risorse del contratto di programma ANAS che abbiamo implementato in questi anni sono destinate al Sud.

Potrei adesso continuare a parlare della connessione dei porti, degli interporti, i porti del Sud, su cui c'è un programma di investimento massiccio. Potrei continuare a dire che appunto vi è, tra gli obiettivi del DEF, la previsione di avere importanti benefici; il corridoio Napoli-Palermo è centrale, per esempio, nel DEF. Inoltre, vi sono numerosi progetti sull'asse Messina-Palermo-Catania. Insomma, credo che vi siano diversi cantieri che già si stanno svolgendo e altri che si apriranno.

Quindi, l'impegno da parte nostra, da parte del Governo, di mettere in priorità la connessione del nostro Mezzogiorno è un impegno assolutamente visibile e concreto. Per esempio, c'è un programma di accessibilità che consentirà a Matera, nel 2019, di essere facilmente raggiungibile. Il completamento della strada statale n. 96 spero avverrà presto. Inoltre, abbiamo finanziato la Ferrandina-Matera, la linea ferroviaria. Quindi, credo che vi sia davvero una massa di interventi che potrà consentire nei prossimi anni di colmare parzialmente quella distanza infrastrutturale che vi è tra Nord e Sud.

PRESIDENTE. Il deputato Garofalo ha facoltà di replicare.

VINCENZO GAROFALO. Grazie, Presidente. Grazie, signor Ministro. Sì, è vero che c'è una pianificazione che riguarda tantissime opere stradali ed è anche vero che con la legge del 2014, con lo “sblocca Italia”, sono stati fatti importanti passi in avanti per pianificare e programmare opere fondamentali. Però, è anche vero che proprio guardando l'allegato al DEF “connettere l'Italia”, ci sono alcune considerazioni che vanno invece lanciate al Governo e una fra tutte è quella che riguarda proprio l'alta velocità che, diciamo, è l'ossatura prevalente di un sistema moderno di collegamento e di accessibilità, come lei ha osato dire. Tra l'altro, è uno degli elementi fondamentali per parlare di competitività, perché il Sud non ha chiesto e non chiede oggi di avere fondi ma chiede di avere opere utili. Tra le opere utili noi non possiamo dimenticare che il corridoio Scandinavia-Mezzogiorno e quella parte che ho citato come “corridoio Sud” appaiono in questo momento in una visione minoritaria di investimenti rispetto a quello che è stato fatto al Nord. Sembra, innanzitutto, che di alta velocità ne parliamo in maniera differente, perché parliamo di una velocità ferroviaria che va fino a 200 chilometri orari e vediamo che le opere da Salerno a Reggio Calabria non sono così avanzate, come è fondamentale. Esse sono fondamentali per potere collegare la Sicilia al resto d'Europa e soprattutto il Mezzogiorno al resto d'Europa e, quindi, il Mediterraneo al resto d'Europa.

Poi, rimane un nodo fondamentale che è il nodo del collegamento nello Stretto, che non può che essere un elemento essenziale di un'alta velocità dal sud al nord. Del resto anche lei, in occasione di un incontro nell'ottobre 2016, ha parlato di investimenti nel collegamento stabile dello Stretto e ne ha parlato dicendo che era un investimento interamente pubblico da fare. Oggi nell'allegato al Documento di economia e finanza c'è una posizione che, a mio giudizio, è critica ed è quella di ritornare a uno studio di fattibilità. Noi abbiamo fatto un'operazione importante, che è quella di mettere insieme ANAS e Ferrovie. Credo che queste due aziende insieme debbano affrontare questo tema prendendo spunto dal progetto esistente ed avanzando.

PRESIDENTE. Grazie…

VINCENZO GAROFALO. Solo così noi potremo dire che facciamo un piano serio di infrastrutturazione del Mezzogiorno e della Sicilia, in particolare.

(Chiarimenti in ordine alle risorse destinate alla stabilizzazione del personale del comparto scuola assunto con contratti a termine, anche alla luce di una recente pronuncia della Corte di cassazione – n. 3-02970)

PRESIDENTE. Avverto che le stime ufficiali di cui al quesito della presente interrogazione devono intendersi del Ministero dell'economia e delle finanze e non del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, come stampato per un mero errore materiale.

Il deputato Giancarlo Giordano ha facoltà, per un minuto, di illustrare l'interrogazione Marcon ed altri n. 3-02970 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

GIANCARLO GIORDANO. Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, poiché il MIUR intende finalmente, sia pure con ritardo, stabilizzare gli organici del personale della scuola, ampliando il cosiddetto “organico di diritto” attraverso l'inclusione di una sola parte dell'organico di fatto; poiché ancora il Ministro Fedeli ha riferito che le risorse disponibili in legge di stabilità - circa 400 milioni - sono sufficiente a stabilizzare 25 mila posti complessivi, includendo nella stima tutti gli oneri, le quote aggiuntive di luglio e agosto, oltre alla progressione di carriera; poiché la Ragioneria dello Stato contesta le stime del MIUR, sostenendo che per la sola progressione di carriera sarebbe necessario il doppio delle risorse stanziate, le chiediamo una doverosa puntualizzazione circa le stime di calcolo…

PRESIDENTE. Onorevole Pagano, per favore. Scusate, ma si sente molto. Prego.

GIANCARLO GIORDANO. …le chiediamo una doverosa puntualizzazione circa le stime di calcolo alla base delle stabilizzazioni del personale.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pietro Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

PIETRO CARLO PADOAN, Ministro dell'Economia e delle finanze. Grazie, signora Presidente. L'articolo 1, comma 366, della legge n. 232 del 2016, cioè la legge di bilancio per l'anno 2017, ha previsto l'istituzione di un Fondo, di 140 milioni di euro nel 2017 e di 400 milioni a decorrere dal 2018, da ripartire, con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. Con il medesimo provvedimento si procederebbe altresì alla determinazione dei posti effettivi dell'organico di fatto del personale docente da consolidare nell'organico dell'autonomia - il cosiddetto “diritto” - per l'anno scolastico 2017-2018, tenuto conto del costo unitario medio contrattuale nonché di quello per ricostruzione e progressione di carriera. Tale parametro, che varia con i diversi gradi di istruzione, incide direttamente sulla determinazione del contingente da stabilizzare, tenuto conto della spesa complessiva autorizzata dalla legge di bilancio.

I tecnici del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca stanno lavorando, insieme con quelli del MEF, per giungere ad una corretta definizione del predetto contingente, tenendo in considerazione tutti i parametri e gli elementi di valutazione a disposizione. In particolare, si deve tener conto di quanto già previsto circa i criteri di ripartizione delle risorse nella relazione tecnica ai commi 373 e 374 della citata legge, ove si specifica che il numero di posti in organico di fatto da far confluire nell'organico dell'autonomia debba essere individuato tenendo conto della spesa annuale di personale, delle progressioni economiche di carriera, degli arretrati e della ricostruzione di carriera nonché degli oneri connessi all'attribuzione della carta elettronica per l'aggiornamento e la formazione del docente di ruolo, dell'importo nominale di 500 euro annui per ciascun posto. L'individuazione dovrà essere ovviamente coerente con i principi contabili generali relativi all'individuazione della copertura finanziaria degli oneri, come disciplinati dall'articolo 81 della Costituzione e declinati dalla legge di contabilità e finanza pubblica del 2009. Le risorse per la stabilizzazione devono avere carattere di stabilità nel tempo e di certezza nell'ammontare.

Sulla base di quanto sopra esposto, il numero di docenti da stabilizzare, tenuto conto del costo annuale unitario medio lordo stato, comprensivo di tredicesima mensilità, dell'onere connesso alla ricostruzione e progressione di carriera e delle risorse stanziate dalla legge di bilancio 2017, potrà essere individuato solo sulla base di informazioni puntuali sullo stato giuridico-amministrativo dei docenti che si intende stabilizzare.

PRESIDENTE. Il deputato Giancarlo Giordano, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

GIANCARLO GIORDANO. Grazie, Presidente. Ministro, dal linguaggio criptico che ha usato in quest'Aula, seppure tecnicamente ineccepibile, si indovina, diciamo così, un modo di calcolare differente tra due Ministeri: uno propagandistico, che lancia numeri enormi e probabilmente impossibili, oltre che illusori per chi in quella condizione di vita si trova, cioè i precari della scuola; uno, invece, tecnico, asettico e realistico. Il suo richiamo alla realtà, di cui la ringrazio, non va rivolto a noi, che le porgiamo una domanda, ma a chi, in queste ore e in questi giorni, sta utilizzando cifre e numeri sproporzionati rispetto alle possibilità reali che abbiamo e che non si vogliono riconoscere e rispetto ai quali si continua, invece, a fare una propaganda che non temo di definire “becera”. Non è certamente sua colpa, ma lei non è esente da colpe in concorrenza - diciamo così - perché è come la condizione di chi, incapace di risolvere una situazione, si trova solo a rincorrere i propri errori. Sono i frutti amari della “buona scuola” che in queste ore sta in qualche modo mostrando la sua faccia vera: ora per i precari; domani saranno le premialità per i dirigenti.

Fate una cosa e la faccia lei, che mi sembra persona responsabile e di misura: parli con la Ministra Fedeli, le spieghi qual è la situazione reale e le spieghi pure che quando si sparano cifre a casaccio si gioca sulla pelle di persone in carne ed ossa che vivono la precarietà come condizione di vita.

Fate uno sforzo, facciamolo insieme, invece, per riconoscere i diritti di queste persone, di questi professionisti della scuola, che hanno visto i loro diritti riconosciuti sia da una sentenza della Corte europea e, da ultimo, da una sentenza della Corte di cassazione. Sono diritti, non sono favori che gli facciamo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Saluto le studentesse e gli studenti dell'Istituto di istruzione superiore “Andrea Fantoni” di Clusone, in provincia di Bergamo, che hanno assistito a tutto il question time. Complimenti! Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 16,30. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 16,20, è ripresa alle 16,35.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Alli, Boccia, Borletti Dell'Acqua, Matteo Bragantini, Bratti, Bueno, Capelli, Dambruoso, De Menech, Dellai, Di Gioia, Epifani, Fedriga, Ferrara, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Garofani, Gelli, Giancarlo Giorgetti, Giorgis, Lorenzo Guerini, Guerra, Laforgia, Locatelli, Losacco, Lupi, Marazziti, Marcon, Mucci, Portas, Rampelli, Rosato, Sani, Schullian, Sottanelli, Speranza, Tabacci, Tofalo, Valeria Valente e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente centotredici, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Si riprende la discussione del testo unificato delle proposte di legge n. 1142-A ed abbinate.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge n. 1142-1298-1432-2229-2264-2996-3391-3561-3584-3586-3596-3599-3630-3723-3730-3970-A: Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento.

Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo approvato l'articolo aggiuntivo Marazziti 1.01.

Avverto che, fuori della seduta, gli emendamenti Bazoli 2.40, 3.18, 3.19 e 3.106, Casati 3.143 e Piccione 3.61, 3.68, 3.126, 3.133, 3.137, 3.150, 4.15, 4.19, 4.29, 4.36, 4.38 e 4.39 sono stati ritirati dai presentatori.

RAFFAELLO VIGNALI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori? Prego.

RAFFAELLO VIGNALI. Sì, Presidente. Riterrei molto utile che, prima di addentrarci nell'articolo 2, su questo articolo e sui suoi emendamenti il Governo si esprimesse, almeno su questo, perché qui, sostanzialmente, perfettamente in linea con questo provvedimento, si sostiene che, nel caso dei minori, chi ne ha la responsabilità, i genitori o il tutore, possano rifiutare il consenso.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Vignali, questo, però, non è un intervento sull'ordine dei lavori. Allora, le darei la parola…

RAFFAELLO VIGNALI. No, è per chiedere che il Governo prima…

PRESIDENTE. Sì, ho capito. Siccome siamo nella fase dei pareri, comunque il Governo si deve esprimere. Prego, comunque concluda rapidamente, perché questo suo intervento non è esattamente sull'ordine dei lavori.

RAFFAELLO VIGNALI. Vorrei porre un problema: visto che il Governo su questo provvedimento si rimette all'Aula, ma su questo articolo e sui pareri di questo articolo credo che ci sia una forte contraddizione tra l'astensione del Governo sul provvedimento e la polemica che abbiamo anche oggi sui giornali sui vaccini, perché, stante questo articolo, qualunque genitore può rifiutarsi di fare vaccinare i figli. E, allora, vorrei capire come si pone la questione.

PRESIDENTE. Va bene, onorevole Vignali.

RAFFAELLO VIGNALI. Forse è il caso almeno chiarire su questo…

PRESIDENTE. Va bene, grazie.

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1142-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 2 segnalati per la votazione.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 2.6 Monchiero con la riformulazione: “La persona minore o incapace ha diritto alla valorizzazione delle proprie capacità di comprensione e di decisione, nel rispetto dei diritti di cui all'articolo 1, comma 1. Deve ricevere informazioni sulle scelte relative alla propria salute in modo consono alle sue capacità per essere messa nelle condizioni di esprimere la sua volontà”.

Li chiama lei gli emendamenti, Presidente?

PRESIDENTE. Sì. I relatori di minoranza fanno ora o facciamo dopo? Onorevole Calabrò: 2.6 Monchiero?

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Sì, diamo solamente il parere sul 2.6 Monchiero o vuole procedere su tutto l'articolo 2?

PRESIDENTE. No, se siete d'accordo, esprimiamo su ogni emendamento parere di maggioranza e di minoranza e poi sentiamo il Governo.

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Come crede. Allora, sull'emendamento Monchiero 2.6 il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.7 Palmieri?

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario, in quanto torna sullo stesso argomento.

PRESIDENTE. Calabrò?

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. 2.7 Palmieri: parere favorevole.

PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.8 Gigli?

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Calabrò?

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. 2.8 Gigli: parere favorevole.

PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.10 Marazziti?

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Calabrò?

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. 2.10 Marazziti: parere contrario.

PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.11 Mantero?

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Calabrò?

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. 2.11 Mantero: parere contrario.

PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.12 Palmieri?

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Calabrò?

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. 2.12 Palmieri: parere favorevole.

PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.13 Fossati?

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Favorevole.

PRESIDENTE. Calabrò?

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. 2.13 Fossati: parere contrario.

PRESIDENTE. Sugli identici emendamenti 2.60 Palmieri e 2.61 Calabrò?

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Calabrò?

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.15 Pagano?

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Calabrò?

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.17 Fossati?

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Calabrò?

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. 2.17 Fossati: parere contrario.

PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.42 Giuditta Pini?

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Calabrò?

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.21 Palmieri?

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Calabrò?

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.25 Silvia Giordano?

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Calabrò?

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.26 Silvia Giordano?

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Calabrò?

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.27 Menorello?

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Calabrò?

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Sugli identici emendamenti 2.29 Piccione, 2.30 Palmieri e 2.32 Calabrò?

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Calabrò?

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.38 Mantero?

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Calabrò?

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.550 della Commissione?

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Calabrò?

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Sull'emendamento 2.41 Mantero?

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Calabrò?

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

DAVIDE FARAONE, Sottosegretario di Stato per la Salute. Mi rimetto all'Aula su tutti.

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli emendamenti: 2.6 Monchiero, c'è una proposta di riformulazione della relatrice, va bene per il proponente? Sì va bene, è accolta la riformulazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.6 Monchiero, così come riformulato dalla relatrice di maggioranza, con il parere favorevole della relatrice di maggioranza e del relatore di minoranza, il Governo si rimette all'Aula.  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

Il successivo emendamento 2.7 Palmieri risulta a questo punto assorbito per contenuto, perché è stato approvato quello precedente.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.8 Gigli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.

GIAN LUIGI GIGLI. Grazie Presidente, qui siamo in un passaggio che è a mio avviso ancor più delicato di tutto ciò che finora abbiamo discusso riguardo all'articolo 1, più delicato perché voglio ricordare ai colleghi che qui stiamo trattando della persona minore o incapace, rispetto alla quale preoccupazioni molto importanti erano state già sollevate durante il lavoro fatto in Commissione, dove pure è stato introdotto, debbo riconoscerlo, un qualche elemento di salvaguardia, nel senso che l'attuale formulazione, nei diversi commi, prevede che il legale rappresentante del minore possa intervenire prendendo decisioni per suo conto, avendo come scopo la tutela della salute psicofisica e della vita della persona.

Ora questa formulazione però mantiene volutamente ancora margini evidenti di ambiguità, perché stabilire che cos'è la salute psicofisica della persona è qualcosa di molto difficile, talora addirittura di aleatorio.

Allora, se non vogliamo vedere il ripetersi di casi Englaro o peggio ancora il moltiplicarsi di iniziative prese sulla pelle appunto di minori o incapaci, io credo che l'introduzione di altri elementi di tutela, peraltro richiamandoci a convenzioni internazionali che l'Italia ha sottoscritto e che quindi dovrebbero vederci tutti concordemente impegnati su questo tema, dovrebbe essere interesse generale, per sgombrare il campo da qualunque possibile abuso o da qualunque tentazione di uso di questa legge a fini eutanasici, sia pure di tipo omissivo.

Nell'emendamento appunto si fa rinvenimento a due convenzioni internazionali che, ripeto, l'Italia ha ratificato: la prima è la Convenzione di Oviedo e segnatamente l'articolo 6 della convenzione che, voglio ricordarlo ai colleghi, recita testualmente che un intervento non può essere effettuato su una persona che non ha capacità di dare consenso, se non per un diretto beneficio della stessa, quindi il diretto beneficio della persona che è incapace di dare consenso; e l'altro richiamo appunto a convenzioni internazionali si riferisce alla convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, che l'Italia appunto ha recepito e resa esecutiva con la legge n. 18 del 2009: all'articolo 25, lettera F, della convenzione appunto di New York, questa che ho appena richiamato, si prevede che gli Stati faranno quanto in loro potere per - leggo testualmente - prevenire il rifiuto discriminatorio di assistenza medica o di cure e servizi sanitari o di cibo e fluidi sulla base della disabilità.

Quindi nessuno potrà essere autorizzato a sottrarre nutrizione e idratazione ad un disabile, arrogando a pretesto che quella vita, come abbiamo ascoltato anche questa mattina, è indegna di essere vissuta. Questo è quello che noi abbiamo sottoscritto a New York ed è quello che io vorrei venisse premesso all'articolo 2 di questo provvedimento. Quindi, Convenzione di Oviedo e Convenzione di New York per poter, per così dire, blindare la tutela della vita del disabile, a dispetto di qualunque tentativo di svalorizzazione della stessa e di decisione presa sulla sua pelle da parte di terzi.

Invito i colleghi a pensarci attentamente, perché questo sarebbe un altro di quegli emendamenti che sminerebbero fortemente il contenzioso e il dibattito attorno a questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Argentin. Ne ha facoltà.

ILEANA ARGENTIN. Preside la ringrazio. Proprio perché parliamo di persone incapaci, vorrei ricordare a quest'Aula che è un falso problema occuparsene solo in un momento, quale quello del fine vita, e non pensarvi durante la quotidianità e la vita di queste persone incapaci, che sono completamente abbandonate alla vita e ai loro genitori. Infatti, i servizi sono carenti o assenti. Perché ricordiamo loro e pensiamo di tutelarli nel fine vita e non nella quotidianità? Credo che sia vergognoso pensare che un genitore, che per tutta la vita si sostituisce alla mente mancata del proprio figlio, visto che nessuno lo tutela o l'appoggia, per qualche motivo, a quel punto, non può decidere. Se può decidere come farlo vivere, come non abbandonarlo da solo, così può decidere che il proprio figlio non soffra. E chiunque pensa diversamente, pur nel rispetto pieno, non è perché la vita sia indegna, ma perché la sofferenza è uguale per tutti. Quando si citano l'ONU o le Nazioni Unite, va ricordato che noi parliamo di una tutela per chi ha un deficit fisico. Ed è diverso dal deficit mentale, perché il deficit mentale, comunque, non è una roba che appare a un certo punto e poi scompare. Il problema intellettivo è, comunque, un problema che dura sempre e la sofferenza forse la riconoscono proprio solo il genitore o il tutore, che per questo io credo possano sopperire a qualunque scelta che un figlio non è in grado di fare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Saltamartini. Ne ha facoltà.

BARBARA SALTAMARTINI. Grazie Presidente, per annunciare il voto favorevole del gruppo della Lega e per sottoscrivere l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Squeri. Ne ha facoltà.

LUCA SQUERI. Per annunciare il voto favorevole di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI. Grazie Presidente. Noi prendiamo sul serio i nostri interlocutori e, quindi, come ha detto il collega Gigli, continuiamo ad offrire clausole di salvaguardia perché, se l'intenzione è quella di non fare una norma eutanasica - questa mattina per ultima ce lo ha ricordato la collega Miotto, che non c'è assolutamente quest'intenzione -, allora noi, appunto, continuiamo a proporre instancabilmente emendamenti di questo tipo, che consentono a tutti di stare tranquilli, come direbbe Perry Mason, oltre ogni ragionevole dubbio.

Al tempo stesso, mi consenta, Presidente, di fare mie le parole della collega Argentin, perché lei ha ragione in quello che ha detto, ma è anche vero che in questo caso noi siamo qui per parlare di questa norma e, in particolare, di quest'articolo che riguarda il consenso informato. Quindi, la preoccupazione è proprio quella che alla debolezza non sia fatta altra violenza, oltre quella che già normalmente si è costretti a subire per le vicende della propria vita.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

DANIELE CAPEZZONE. Grazie signora Presidente, per esprimere, a titolo personale, il mio voto contrario a quest'emendamento e per rivolgermi con rispetto, ma anche con grande stupore, ai presentatori e ai sottoscrittori dell'emendamento.

Io naturalmente ho molto rispetto della loro battaglia, però mentirei se non dicessi di essere rimasto sorpreso e colpito da quest'emendamento. E mi appello alla vostra ragionevolezza laica o, se volete, alla vostra carità cristiana.

Qui stiamo parlando dei genitori: dei genitori! O voi ritenete che sadicamente i genitori, sadicamente il padre e la madre vogliano liberarsi dell'interessato, del piccolo, oppure non comprendo questo desiderio di blindare e di ingabbiare la possibilità di genitori, già così duramente colpiti, nella responsabilità di prendere le decisioni. E chi la deve prendere la decisione?

PRESIDENTE. Grazie…

DANIELE CAPEZZONE. Sto alla conclusione, signora Presidente, mi scusi. Siamo dinanzi a un bivio, qui ci vuole. Gli statalisti siete voi! O la decisione la prende lo Stato, come volete voi - e fate male -, oppure lasciate almeno questi genitori, sofferenti, liberi e responsabili di prendere una decisione drammatica e difficilissima. Ma dove siamo, davvero?

PRESIDENTE. Salutiamo gli studenti e le studentesse dell'Istituto comprensivo “Ugo Betti” di Camerino, in provincia di Macerata, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO. Grazie Presidente. Sono state settimane, durante la discussione in Commissione, in cui abbiamo spiegato che con quest'articolo 2, riguardo a minori e incapaci, ci siamo allineati in un colpo solo con la legislazione olandese che, come è noto, è la più avanzata al mondo da questo punto di vista. Per noi è tutt'altro che un vantaggio. C'è un piccolo particolare, che l'Olanda ha impiegato tre leggi per arrivare allo stesso livello di questa. Allora, qui sorge necessario un articolo premissivo, per essere in coerenza, per essere positivi nel ragionamento costruttivo di tanti che sono nella maggioranza. Infatti, non è che voglio dire che sono tutti in malafede, anzi, esattamente il contrario. Allora il premissivo, che desidero ricordare, va esattamente nella logica che il minore deve essere tutelato dal rappresentante sempre e soltanto quando c'è un intervento di tipo terapeutico, soltanto a vantaggio dello stesso. Mi avvio alla conclusione, Presidente. L'onorevole Capezzone dice: ma chi è quel genitore…

PRESIDENTE. È già esaurito il suo tempo, onorevole, proprio deve concludere.

ALESSANDRO PAGANO. Ho finito, proprio gli ultimi secondi. Dice: ma chi è quel genitore che fa esattamente questo? No, Presidente, ci sono! Dico un caso su tutti: Beppino Englaro. Eluana la volevano tutti viva, le strutture, e il padre ha voluto ben altro. Quindi ci sono casi di questo genere.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.8 Gigli, parere contrario della relatrice per la maggioranza, favorevole del relatore di minoranza, si rimette all'Aula il Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.10 Marazziti, parere contrario della relatrice per la maggioranza e del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.11 Mantero, parere contrario della relatrice per la maggioranza e del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n.18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.12 Palmieri, con il parere contrario della relatrice di maggioranza e favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

Non richiamo mai che il Governo si rimette all'Aula, perché vale per tutti gli emendamenti e i colleghi lo sanno.

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.13 Fossati, con il parere favorevole della relatrice di maggioranza e contrario del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 2.60 Palmieri e 2.61 Calabrò.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Stupisce molto il “no” della relatrice alla più ovvia delle affermazioni: le informazioni devono essere fornite in accordo con i genitori. Qui non si tratta di dire una cosa che è altra dalla situazione reale in cui versa il bambino, oppure in questo caso il soggetto di cui si sta parlando, ma che ci deve essere una condivisione per la conoscenza della situazione interiore del bambino, del suo carattere, del suo modo di essere, del suo modo di fare. Niente di coercitivo sul bambino e invece tutto in una relazione di compliance tra genitori e medici. Veramente risulta ambiguo e contraddittorio questo “no”, laddove non si voglia ancora una volta insinuare una sorta di cultura del sospetto che va nella linea di quello che diceva prima il collega Gigli.

ALESSANDRO PAGANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO. Presidente, solo per aggiungere la firma.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.

DANIELE CAPEZZONE. Scusi, signora Presidente, solo per segnalare, sicuramente sarà una contraddizione che vedo soltanto io, tre emendamenti fa, per i presentatori degli emendamenti, i genitori erano - banalizzo - cattivi e andavano ingabbiati. Adesso i genitori vanno assolutamente coinvolti e io sono d'accordo con questo emendamento e voterò a favore.

Colgo anche l'occasione per dire al collega Pagano - sa quanto io lo rispetti nel dissenso - che spero troverà modo in pubblico o in privato di scusarsi con Beppino Englaro (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) per quello che abbiamo sentito poco fa. La si può pensare in qualunque modo e in qualunque forma, ma lasciare intendere che Beppino Englaro sia un assassino non fa onore, non a Beppino Englaro, ma a chi queste cose dice e spero non le pensi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie Presidente. Anche a me sorprende il parere negativo su questi emendamenti identici. Oltretutto lo dico veramente distante da ogni tipo di interesse, non essendo nemmeno presentatore dell'emendamento stesso, ma non sancire in modo chiaro che l'informazione al minore deve essere concordata preventivamente in accordo con i genitori, mi sembra una cosa assolutamente lontana da un principio di rapporto tra medico e paziente, che in questo caso, si tratta di un bambino.

Sono convinto che la volontà degli estensori della legge non sia quella di escludere i genitori, come è scritto al comma 1 dell'articolo 1, però fare un specifica che vada in questa direzione penso possa essere utile per evitare distorsioni della norma che sono convinto neanche voi vogliate. Non penso snaturi il testo che voi avete scritto, penso soltanto che sia una specifica utile.

Invito a riflettere e nel caso, non voglio metterlo ai voti, ma mi affido alla responsabilità della relatrice, a ipotizzare un accantonamento dell'emendamento per fare una riflessione aggiuntiva su un emendamento che non andrebbe a snaturare il vostro testo, ma darebbe una specifica molto importante.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Squeri. Ne ha

LUCA SQUERI. Grazie Presidente. Per annunciare il voto favorevole di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI. Grazie Presidente, per spiegare perché l'emendamento ha una ragionevolezza: il minore va da zero a diciotto anni e quindi è chiaro che nel momento in cui parliamo di ragazzi che possono guidare un motorino, che hanno una capacità di intendere e volere molto, molto accentuata, il fatto del coinvolgimento dei genitori, della famiglia, ci sembra un rafforzativo che va nella direzione giusta, come ha detto il collega Fedriga, senza snaturare l'impianto della legge. Aggiungo a beneficio dei dubbi del mio amico Daniele Capezzone che l'emendamento - tre emendamenti fa - era un premissivo all'intero impianto di questo articolo e quindi lungi da noi ogni tipo di atteggiamento schizofrenico nei rapporti del coinvolgimento dei familiari e della famiglia. Quindi, chiudo, rinnovando l'invito alla relatrice a considerare appunto l'estensione che ha l'età del minore.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. La ringrazio Presidente. Volevo rispondere a questi ultimi interventi. La legge di solito non regola le cose che vanno bene, regola le cose dove ci possono essere dei problemi in generale. Allora, noi abbiamo scritto, accogliendo l'emendamento Monchiero - e nel testo che vi è stato proposto - che deve essere informato il minore e ascoltati i suoi orientamenti a seconda dell'età che ha, perché è ovvio che è diverso un bambino di cinque anni da uno di diciotto. Imporre l'obbligo al medico che l'interlocuzione passi necessariamente attraverso il genitore (“devono essere fornite in accordo con i genitori”) costituisce un problema quando la situazione è conflittuale.

Vi faccio un esempio: questa estate, a Padova, una ragazza che ha appena compiuti i 18 anni muore pochi giorni dopo perché i genitori da tre anni si rifiutavano di sottoporla alla chemioterapia in quanto seguaci di Hamer. Voi non credete che un'occasione diretta di colloquio con quella ragazzina di sedici anni tra i medici e la ragazza stessa, senza l'interlocuzione obbligatorio dei genitori, forse l'avrebbe aiutata in un'altra direzione? Allora, prima di imporre un obbligo così stretto (“devono”), abbiamo ritenuto che affermare i principi generali che ho riportato prima sia sufficiente e abbiamo fiducia che i medici sapranno comportarsi di conseguenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Lega Nord ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. Avverto che sono esauriti i tempi per gli interventi a titolo personale, essendone stata fatta richiesta e, come da prassi, la Presidenza concederà per ulteriori interventi a titolo personale un tempo aggiuntivo pari a un terzo di quello originariamente previsto.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.60 Palmieri e 2.61 Calabrò, con il parere contrario della relatrice di maggioranza e favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

ANTONIO PALMIERI. Chiedo di parlare per richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI. Presidente, un richiamo all'articolo 8, perché lei ha appena annunciato l'esaurimento degli interventi a titolo personale e l'aggiunta di un terzo. Siccome, come è noto, il provvedimento è contingentato, è stato contingentato per scelta della Presidenza e, come è noto, rispetto agli interventi per i gruppi, l'aumento è stato del 50 per cento, io la inviterei, diciamo così, a non lesinare, ecco, a non avere il braccino corto su un provvedimento che ha la sua rilevanza, e si tratta realmente di una manciata di minuti.

PRESIDENTE. Va bene. Grazie, onorevole Palmieri: sottoporremo la sua richiesta alla Presidente Boldrini. Passiamo alla votazione dell'emendamento Pagano 2.15.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Rubo 15 secondi per sottoscrivere la richiesta appena giunta alla Presidenza. Presidente, su questo emendamento, se mi permette, colgo l'occasione, perché stiamo facendo una discussione complessiva, anche per far presente alla relatrice, rispetto alla risposta formulata in merito all'emendamento precedente (sul quale non ho potuto rispondere in quanto ero già intervenuto) che va bene tutto, però prenderci per fessi no, relatrice! E anche i colleghi che hanno applaudito, li invito, su temi del genere, dato che vedo poca attenzione, a riflettere cinque secondi.

Adesso portarmi l'esempio dei genitori che non fanno fare la chemioterapia alla figlia, perché… In quel caso, bisogna togliere loro la patria potestà (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini)! Non è questione in questo caso di dargli, o non dargli: ma di cosa stiamo parlando? Allora se dei genitori sono della religione marziana, e non danno da mangiare ai figli, cosa bisogna dire? Bisogna far la legge? Bisogna toglier loro la patria potestà! Non prendiamoci in giro! Stiamo parlando di temi seri; e la cosa che mi ha sconvolto, guardi, non è stata la sua risposta, che era palesemente una presa in giro, ma tutti i colleghi che l'hanno applaudita!

PRESIDENTE. Grazie, onorevole.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Perché su questi temi non si fermano - mi scusi! - cinque secondi a riflettere…

PRESIDENTE. Bene.

MASSIMILIANO FEDRIGA. … e approvano leggi pessime che influiranno in modo pessimo e drammatico sulla vita dei nostri concittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pagano 2.15, con il parere contrario della Commissione, favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fossati 2.17, con il parere favorevole della Commissione, contrario del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giuditta Pini 2.42, con il parere favorevole della Commissione e del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Palmieri 2.21.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polverini. Ne ha facoltà.

RENATA POLVERINI. Presidente, per annunciare il voto favorevole del gruppo di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI. Presidente, in questo caso, benché il concetto di salute psicofisica non ci entusiasmi, però ci chiediamo perché l'abbiamo messo nei commi precedenti e non lo mettiamo anche in questo. È un assecondare l'itinerario tracciato dalla maggioranza, per dare una completezza e una organicità al testo che loro ci propongono: nuovamente non comprendiamo il perché di questo parere contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palmieri 2.21, con il parere contrario della Commissione, favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 2.25, con il parere favorevole della Commissione, contrario del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

A seguito dell'approvazione di questo emendamento, l'emendamento successivo Silvia Giordano 2.26 è assorbito e l'emendamento Menorello 2.27 è precluso.

Avverto che l'emendamento Piccione 2.29 è stato ritirato.

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Palmieri 2.30 e Calabrò 2.32.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI. Presidente, innanzitutto mi spiace che da parte delle colleghe e dei colleghi del PD si continui a proporre emendamenti che poi vengono ritirati: onestamente, si fa miglior figura a non presentarli nemmeno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente). E questo non depone del fatto che un partito, che si dice democratico, lasci la possibilità ai propri parlamentari evidentemente di potersi esprimere in piena libertà e coscienza.

Ciò premesso, questo emendamento è un emendamento importante perché riporta la norma al titolo originario. La norma ha navigato per oltre un anno in Commissione, e per mesi nel dibattito che ci ha impegnati dall'inizio di questo anno solare, avendo nel titolo la parola “dichiarazioni”, cioè dichiarazioni di trattamento, invece che “disposizioni”: siccome in quest'Aula tutti sapete come funziona la lingua italiana, non devo spiegare evidentemente la differenza tra una dichiarazione e una disposizione. Allora, il tornare all'originario titolo del provvedimento, cioè a “dichiarazione”, risolve tutta la serie di problemi connessi alla norma, nulla togliendo al fatto, ovviamente, della libera espressione dei desideri, dei convincimenti e della volontà da parte della singola persona, ma riporta nel giusto alveo il rapporto, appunto, tra medico e paziente che, come abbiamo già detto più volte, necessariamente deve vedere al centro e protagonista la persona malata, ma che in natura è evidente che è un rapporto sbilanciato e asimmetrico perché io, che sono malato, mi rivolgo a chi penso ne sappia più di me per cavarmi dall'impaccio nel quale mi trovo.

Poi, risolve, con riferimento alle DAT, che vedremo all'articolo 3, il tema delle indicazioni date, appunto, ora per allora, nel senso che ciò che io posso pensare di tenere adesso, in una condizione di buona salute ed età nel mio caso relativamente giovane, è diverso dalla condizione e da ciò che potrei provare e volere quando mi trovassi in una condizione di difficoltà. Tiene conto dei progressi della scienza. Come vedremo nelle DAT, le DAT sono a tempo indeterminato e non c'è alcuna scadenza; viceversa la scienza - e porterò prove al riguardo nel corso del dibattito - continua a fare passi in avanti da gigante, che consentono di curare le persone e di riportarle in una condizione di vita non solo totalmente accettabile ma anche di recupero funzionale spesso molto vicino al 100 per cento, purché ci sia un intervento tempestivo. Risolvono anche il problema su cui ci stiamo accalorando, cioè sul fatto che il testo sia un testo che surrettiziamente propone il suicidio assistito o l'eutanasia omissiva e con i connessi aspetti legati ai temi di idratazione e alimentazione, perché, trattandosi appunto di dichiarazioni e non disposizioni, si perde la perentorietà dell'intimazione fatta al medico. Infine, risolvono anche il problema del momento dell'entrata in vigore delle DAT che, come vedremo, è assolutamente indeterminata e prescinde dal fatto che la perdita di coscienza da parte della persona malata sia temporanea o definitiva e pone una serie di problemi, sui quali torneremo nel corso della discussione sull'articolo 3.

Quindi, per questo motivo invito le colleghe e i colleghi a ripensare a questa norma, a rimettere mano e a riportare il titolo della norma al suo intento originario, appunto alla parola “dichiarazioni”, in modo tale che si riporti il tutto dentro un elemento di equilibrio, perché questo è il punto saliente di questa norma che, così come è, è una norma squilibrata. Noi stiamo cercando di produrre, come mi affanno a dire da settimane, la migliore norma possibile e stiamo cercando di portare a compimento un testo che sia il più giusto possibile, che eviti inutili sofferenze, da un lato, ma che, al tempo stesso, non faccia ulteriore violenza a chi è in una condizione di difficoltà. Per questo motivo - e concludo - invito veramente tutti a riconsiderare il voto su questo l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

DANIELE CAPEZZONE. Presidente, il mio amico, onorevole Palmieri, sa che l'amicizia si nutre di sincerità, altrimenti non è amicizia. E allora anche qui, con grande rispetto ma con grande stupore non per la sua rispettabile battaglia ma per il fatto che l'intero gruppo di Forza Italia sottoscrive questo emendamento, mi congratulo con le firme che non vedo, con le firme assenti. Ma che un partito, che nacque come partito liberale di massa, si schieri ora per derubricare la volontà del singolo, che dovrebbe essere sovrana, da disposizione a mera dichiarazione è la misura, ahimè, di come quel partito liberale di massa abbia fatto la fine che ciascuno può giudicare.

Le parole sono importanti. Un gigante del diritto, come Antonin Scalia, chiamava la sua scuola giuridica “textualism”, perché bisogna stare al testo, alle parole. Se voi togliete “disposizione” e mettete “dichiarazione” questo è il modo in cui considerate la volontà individuale: una dichiarazione che poi può essere valutata, di cui si può tenere conto oppure no.

PRESIDENTE. Grazie…

DANIELE CAPEZZONE. Brutta pagina, brutta pagina, colleghi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marguerettaz. Ne ha facoltà.

RUDI FRANCO MARGUERETTAZ. Grazie, Presidente. Intervengo per approfondire questo emendamento, che apparentemente è così blando e chiede semplicemente di cambiare un sostantivo, da “disposizioni” a “dichiarazione”. Voglio ricordare ai colleghi un fatto accaduto una decina di anni fa, che molti magari ricorderanno. Una decina d'anni fa un paziente testimone di Geova, che fu trasfuso in fase di sedazione e che aveva più volte dichiarato la sua contrarietà alla trasfusione che derivava dalla sua religione, una volta guarito fece causa al medico che, appunto, l'aveva trasfuso. Il tribunale - credo quello di Torino - nel dichiarare l'archiviazione del procedimento e, quindi, di fatto ponendo le ragioni per cui non era il caso di procedere da un punto di vista giudiziario, motivava così questa disposizione di archiviazione: “Lo stato di necessità nel nostro ordinamento giuridico consente di effettuare le cure necessarie a salvaguardare la vita sia pure in presenza di opposizione da parte dell'interessato, che - badate bene - non è titolare del diritto di libera disposizione - ecco la parola che ritorna - del proprio corpo se questa determina atti contrastanti con la salute, l'integrità e la vita dello stesso”.

Chiaramente, se questo emendamento non passerà, il nostro ordinamento, a cui si riferiva quella sentenza, sarà profondamente trasformato e io devo dire che, tra i due, preferisco quello precedente, anche perché mi chiedo, alla luce del nuovo ordinamento che prenderà il via dopo l'approvazione di questa legge, che ne sarebbe stato oppure che ne sarà, se lo guardiamo in prospettiva, di quel medico che aveva subito, appunto, la denuncia. Chiedo, infine, di apporre la mia firma all'emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, è inutile rammentare, a chi livorosamente prende la parola in quest'Aula, pretendendo di esprimere giudizi sul partito al quale apparteneva e che scambia il dibattito parlamentare come un luogo di controversie personali, come l'articolo 7, primo comma, quando si esprime in termini di volontà e rappresenta quella che è la situazione del medico, fa un chiaro riferimento a dichiarazioni e non a disposizioni. Proprio l'articolo aggiuntivo del collega Marazziti dimostra come è indispensabile tornare su “dichiarazioni” anziché su “disposizioni”.

Ma quello che io non posso accettare è che questa scelta, puramente tecnica, venga in quest'Aula fatta contrabbandare come un passo indietro di un partito che è sempre stato liberale. Prima di parlare di partiti altrui, in cui si è stati per tanti anni e da cui si è avuto tutto, bisognerebbe avere il coraggio di tacere, ma il coraggio di tacere molto spesso non è costume di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, Presidente. Con la stessa amicizia, che ha citato l'onorevole Capezzone, vorrei però ricordare al collega che la libera scelta di una persona si ha solo attraverso la conoscenza del fatto contingente. Come possiamo pensare che un imperativo così categorico di dichiarazioni, magari fatte molti anni prima, nel tempo in cui non si è manifestata la patologia o la malattia o il grave problema fisico, senza sapere quali sono le cure a disposizione, diventi un imperativo così categorico che noi lo chiamiamo “disposizione”? Non sarebbe cosa più di buon senso parlare di “dichiarazione”, proprio per lasciare quel margine discrezionale poiché uno, quando fa la scelta, non è a conoscenza di quando e di quale sarà la sua condizione? Non vi sembra buonsenso questo? La mia preoccupazione è che si dica “no” a questo emendamento semplicemente per una posizione ormai ideologizzata.

Ma non si può ideologizzare una legge che riguarda la vita o la morte di una persona, bisogna utilizzare il buonsenso.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 17,30)

MASSIMILIANO FEDRIGA. Voi credete veramente che una persona possa dare disposizioni anni prima senza sapere cosa gli accadrà, se gli accadrà qualcosa e quali saranno le cure? Vi state prendendo in giro da soli, vi invito a riflettere, a utilizzare, in questo caso, quel buonsenso richiamato dall'onorevole che mi ha preceduto e firmatario dell'emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Locatelli. Ne ha facoltà.

PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signora Presidente. Capisco che, essendo molto lontano, non sempre siamo visibili, ma, insomma, avevo chiesto di parlare prima. Allora, a proposito di questo emendamento, ovviamente noi ci auguriamo che, nella relazione di cura tra équipe medico-sanitaria e paziente, ci sia sempre accordo, ce lo auguriamo, lo speriamo, ma non sempre capita. Allora, si pone il problema di quando questo accordo non c'è. Abbiamo cercato di fare una legge che mantenesse come principio di fondo il diritto di una persona di fare una scelta e il rispetto di questa scelta. Questa è la ratio di questa legge. A questo punto, non possiamo rinunciare a questo principio, facendo finta che ci sia scarsa diversità tra disposizioni e dichiarazioni.

E, ripeto, nell'augurarci che medico e paziente vadano d'accordo, quando questo non si verifica, è la volontà del paziente che deve prevalere, e quindi insistiamo nel mantenere il testo come “disposizioni” e non come “dichiarazioni”, e pertanto voteremo contro questo emendamento e invitiamo i colleghi a farlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vignali. Ne ha facoltà.

RAFFAELLO VIGNALI. Grazie, Presidente. Per sostenere questo emendamento pongo nuovamente il problema che ho posto all'inizio, evidentemente essendo stato ignorato. Allora, se il criterio ultimo è l'arbitrio della persona - perché qui, secondo me, non è libertà, ma arbitrio - con che diritto negheremo ai genitori che non vogliono vaccinare i figli di poterli non vaccinare? Con che diritto? Perché in questo caso c'è una ragion di Stato che è superiore alla libertà che invocate? Ma con che diritto, con che diritto si dirà a un medico, che non fa la trasfusione, che deve fare una trasfusione a uno che per fede dice: no, io non la voglio. Vale il suo criterio, va bene. Forse, questo credo faccia capire i limiti di questa legge in sé, compresa questa parte dove i termini, però, sono rivelatori. Se c'è una disposizione, non si venga a raccontare che c'è una parità tra la libertà del paziente e la scienza e coscienza del medico: c'è una disparità assoluta a favore dell'arbitrio.

PRESIDENTE. Nessun altro chiede di intervenire…

ALESSANDRO PAGANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. No, non può parlare, perché ha già parlato l'onorevole Fedriga. La Lega adesso non ha minuti, se non a titolo personale; quindi, è uno per gruppo, ha già parlato l'onorevole Fedriga. Lei è dello stesso gruppo, è la regola.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Le regole le stabilisce lei!

PRESIDENTE. Scusate, le regole non le stabilisco io, le stabilisce il Regolamento, e il Regolamento dice che, quando sono finiti i tempi…

MASSIMILIANO FEDRIGA. È inaccettabile!

PRESIDENTE. È inaccettabile, ma è il Regolamento, lo capisco (Commenti del deputato Fedriga). Allora, per favore, deputato Fedriga, posso parlare senza che lei mi interrompa? Il Regolamento dice che, quando si sono esauriti i tempi, si parla (Commenti del deputato Fedriga)…lei non mi ha fatto richiesta di tempi aggiuntivi.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Come no? L'ho chiesto dieci volte!

PRESIDENTE. Lei non si può esprimere in questo modo! Quando io ho finito, le do la parola. Le sto dicendo che ai banchi della Presidenza non è pervenuta la domanda di tempi aggiuntivi, ergo, il tempo di cui adesso dispone il suo gruppo è a titolo personale, un minuto per tutto il gruppo, questa è la regola. Prego, onorevole Fedriga.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, la ringrazio della specifica. Adesso le rivolgo ufficialmente la richiesta di tempi aggiuntivi per il gruppo della Lega, grazie.

PRESIDENTE. Adesso ci stiamo capendo, grazie. La Presidenza, quindi, concederà un tempo aggiuntivo di un quarto rispetto alla metà che già abbiamo aggiunto. Quindi, a questo punto, posso dare la parola per dichiarazione di voto, a titolo personale, al deputato Pagano, che l'ha chiesta. Prego.

ALESSANDRO PAGANO. Grazie, Presidente. Nel minuto che ho a disposizione continuo nel ruolo che mi sono disegnato e che vedo che dà tanto fastidio, e cioè quello di denunciare il politicamente corretto, che bisogna chiamare ipocrisia. Questo emendamento, qualora venisse rifiutato all'interno della logica del politicamente corretto, è pura ipocrisia, perché è una norma, se non viene corretta dal nostro emendamento, che è di tipo liberticida. Dietro questo acronimo si nasconde una verità per voi terribile - parlo per quelli in buona fede, ovviamente - e cioè il fatto che il medico non ha più la possibilità di decidere e, di conseguenza, diventa subordinato rispetto a mille fattori che possono succedere.

Quindi, la dichiarazione di allora per oggi di una malattia grave che oggi è curabile - provo a dire il tumore al pancreas, che dieci anni fa vedeva morire il 99.9 per cento delle persone, che oggi invece si salvano - oggi per allora, allora per oggi, vedrebbe soccombere il medico, e questa è ipocrisia, questo si chiama politicamente corretto. Mi rivolgo anche all'onorevole Capezzone, che chiede le mie scuse su fatti che sono fuori da tutto. No, questa è la visione oggettiva delle cose ed è bene che i deputati, la stragrande maggioranza che sono in buona fede, riflettano sulla negatività di questa legge.

ANTONIO PALMIERI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI. Grazie, Presidente. Articolo 8 e seguenti del Regolamento. Approfitto del suo ritorno, che saluto con piacere, per rivolgerle la richiesta che ho già posto alla Presidente Sereni: ci è stato comunicato che sono esauriti i tempi per gli interventi a titolo personale e che la Presidenza ha dato un incremento pari a un terzo.

PRESIDENTE. Sì, è corretto.

ANTONIO PALMIERI. Siccome, però, in precedenza, nei giorni scorsi, quando si sono esauriti i tempi a disposizione dei gruppi, l'aumento è stato del 50 per cento…

PRESIDENTE. Giusto.

ANTONIO PALMIERI. …il mio invito era quello, come dicevo prima, a non avere il braccino corto, cioè a non esseri tirchi. Trattasi di una manciata di minuti su un tema così importante. Siamo all'articolo 2: sarebbe auspicabile che, anche in questo caso, per gli interventi a titolo personale, ci fosse il 50 per cento di aumento.

PRESIDENTE. Va bene, d'accordo, accolgo la sua richiesta, onorevole Palmieri, grazie.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà.

GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Questa questione non è solo semantica. Voglio ricordare come la sostituzione del termine “dichiarazioni” con “disposizioni” sia avvenuta un pochino alla garibaldina, durante la redazione del testo unico, senza alcuna motivazione. Voglio anche ricordare come siamo andati ben al di là delle convenzioni internazionali a cui l'Italia ha aderito, perché la stessa Convenzione di Oviedo, che io continuo a richiamare come uno dei capisaldi del rapporto etico nell'esercizio della medicina, prevede che vengano tenuti in considerazione i desideri e le preferenze del paziente; non parla mai, appunto, di disposizioni vincolanti.

Qui, invece, evidentemente, nonostante tutto quello che abbiamo detto stamattina, ed è il motivo per cui alla fine dovremo votare contro questa legge, i margini di ambiguità non vengono risolti. Stamattina sembrava che il medico non fosse più vincolato, ma parlare di disposizioni equivale a riaffermare il principio della vincolatività legato a un qualcosa che poi, attenzione, ci porta molto lontani, perché il fondamento di tutto questo è “il corpo è mio e me lo gestisco io”. Ma, se così è, con quale autorità noi, poi, dopo andremo a bloccare cose che in altri contesti della medicina si sono rivelate aberranti nella loro portata? Voglio citare la vendita del sangue, voglio citare la vendita degli organi, voglio citare la vendita dei gameti.

Il corpo è mio, me lo gestisco io, ne faccio l'uso che voglio, lo vendo e lo compro come una merce qualsiasi. Se questo è il principio, attenzione. Quindi, invito ancora una volta a non parlare in maniera così vincolante, appunto. Dichiarazioni e disposizioni non sono la stessa cosa, e questa mattina era sembrato che voleste finalmente avviare un percorso diverso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Monchiero. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MONCHIERO. Grazie Presidente, ma io credo che su un punto come questo, che è uno dei punti discriminanti della legge, sia anche giusto esprimere la propria opinione con fermezza. Io credo che sia stata una buona scelta quella di usare il termine “disposizioni”. È troppo ovvio che “disposizioni” non è sinonimo di “dichiarazioni” e che “disposizione” ha un significato ben più cogente e ben più vincolante.

È chiaro che tutti gli equivoci che possono insorgere da una disposizione dettata troppo tempo prima, rispetto alla verifica dell'evento nel quale questa viene valorizzata e applicata ci sono nel successivo articolo 3. Quando vedremo l'articolo 3, è chiaro che questi dettagli e questi particolari aspetti saranno risolti in un modo che personalmente ritengo soddisfacente.

Ma qui restiamo un attimo sull'opportunità di usare l'uno o l'altro termine: io non credo che valesse la pena fare una legge per chiedere al medico di tener conto dei desideri vagamente espressi dai pazienti qualche decennio prima, insomma. Credo che sia già difficile, in molti casi, attuare delle disposizioni, ma proprio per questo, questo termine mi pare molto preciso e assolutamente irrinunciabile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Miotto. Ne ha facoltà.

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Presidente, questo è un articolo molto, molto delicato e debbo dire che è stata trattata, questa questione, con molta cautela, prudenza, molto equilibrio, per cui vorrei precisare tre elementi.

Il primo: stiamo parlando del consenso di minori e di incapaci. Perché dico che è molto equilibrato questo testo e quindi rifiuto ogni accusa che è stata fatta qui, anche poco fa, di un testo ambiguo, di un testo che non si capisce, di un testo che lascia spazi e varchi ad arbitrii?

Non è vero, cari colleghi: è scritto in maniera chiara che quando parliamo di minori e incapaci, il legale rappresentante, chi ne ha interesse, l'amministratore di sostegno, i genitori - a seconda delle varie fattispecie - esprimono il consenso, tenuto conto della volontà dell'interessato, “tenuto conto” e le parole sono pesate, sono pesate.

Se però c'è un dissenso fra il tutore, l'amministratore di sostegno, il genitore e il medico, si ricorre al giudice tutelare, come forma di garanzia ulteriore. Quindi l'equilibrio è garantito da questo punto di vista. Tutta la polemica sul termine “disposizioni” in verità non c'entra su questo punto, perché è un inciso, questo; quando si dice, al quarto comma, “in assenza delle DAT”, qui non si definisce cosa sono le DAT, lo vedremo all'articolo 3, ma poiché è stata introdotta una discussione sul termine “dichiarazioni” - voglio ricordare ai colleghi che hanno parlato di ideologia che è una scelta quella di richiamare il termine “disposizioni” ed è una scelta che è stata fatta non fra “dichiarazioni” e “disposizioni”, ma fra tre termini: “dichiarazioni”, “disposizioni”, “direttive”.

Guardatevi un po' la legislazione degli altri Paesi: la scelta delle “disposizioni” è stata fatta a ragion veduta e dico ai colleghi che si sono scandalizzati per questo, che non è la stessa di “direttive”.

Aggiungo, a proposito dei vaccini, che anche qui l'obiezione è immotivata; l'articolo 32 della Costituzione è chiarissimo, caro collega Vignali: la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività.

Interesse della collettività: nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario, se non per disposizioni di legge. Oggi la legge sulla vaccinazione obbligatoria, secondo le caratteristiche che alcuni auspicano, non c'è: sono raccomandate le vaccinazioni, eccetto alcune che sono previste secondo determinate modalità e quindi aderiamo perfettamente all'articolo 32 della Costituzione e non si corre nessun rischio di sollevare obiezioni da parte dei genitori appunto su vaccinazioni che possano essere obbligatorie, tant'è vero che c'è una normativa specifica, che è di natura amministrativa per ora, su questo punto.

Quindi direi un testo ripeto equilibrato, un testo che però è rispettoso, da un lato, dei diritti delle persone minori e incapaci e, dall'altro, della tutela della salute psicofisica e della vita, come è stato richiamato nel comma premissivo del collega Monchiero riformulato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Questo dibattito su questo punto, su una parola, non è uno di quei dibattiti di maquillage linguistico, per cui a qualcuno piace un po' un'espressione piuttosto che un'altra, ma è il vero contenzioso alla base del dissidio che caratterizza questa legge, tra chi una volta di più ha voluto mettere l'accento sul diritto del paziente e ha voluto marginalizzare quella che è responsabilità, competenza, etica professionale e anche etica della competenza da parte del medico.

Questo è un provvedimento che nasce viziato dalle sue fondamenta, mettendo la libertà e l'autonomia del paziente su un piano di gran lunga superiore a quello che è la libertà, l'autonomia, la professionalità, la competenza e l'etica del medico.

Capisco che non ne verremo fuori, ma perché è l'essenza stessa di questo disegno di legge che, nella sua stessa natura, impone al medico decisioni che, per quanto si sia voluto cercare di intervenire in altri emendamenti, sfumandoli in un modo o nell'altro, lo riducono a una marginalizzazione pericolosa, con cui dovremo fare i conti prossimamente

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Menorello. Ne ha facoltà.

DOMENICO MENORELLO. Presidente, a favore dell'emendamento Palmieri, perché è vero quello che afferma l'onorevole Miotto, questa discussione si aggancia all'articolo 3, ma non è vero che l'articolo 3 parla di disposizioni; l'articolo 3 parla di convinzioni e preferenze, sono atti cognitivi che vengono surrettiziamente trasformati in volizioni, in atti volitivi. Ora la differenza fra queste due attività della mente umana è sostanziale. Il legislatore non può pretendere di fare ancora una volta de albo nigrum e di dire che preferenze o convinzioni diventano disposizioni, volontà, ovvero, se vuole farlo, lo dica chiaramente e sostituisca a convinzioni, preferenze, locuzioni assolutamente generiche, la parola “disposizioni”: almeno aiuterà l'interprete a capirci qualcosa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Longo. Ne ha facoltà.

PIERO LONGO. Grazie signora Presidente, a me pare che questa questione sia veramente una mera questione semantica.

La disposizione viene dall'alto, da parte di chi ha il potere di disporre, ma le dichiarazioni si distinguono secondo il contenuto: vi sono dichiarazioni di scienza e dichiarazioni di volontà. Se una dichiarazione ha un contenuto di volontà è uguale esattamente alla disposizione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.30 Palmieri e 2.32 Calabrò, parere contrario della Commissione e favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Siamo all'emendamento 2.38 Mantero, c'è un invito al ritiro o parere contrario della Commissione e parere contrario del relatore di minoranza

DOMENICO MENORELLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DOMENICO MENORELLO. Sul Regolamento, Presidente, perché è stato dichiarato precluso qualche minuto fa il mio emendamento 2.27, con il quale si chiede l'eliminazione di una breve perifrasi dal comma 4. È stato dichiarato precluso, perché è stato approvato l'emendamento 2.25 Silvia Giordano. Ma l'emendamento 2.25 utilizza una parte toccata dall'emendamento 2.27, non nel merito, non per chiedere all'Aula se confermi le parole di cui all'articolo 3, che poi sono riprese nell'emendamento 2.27 - e così si dichiara precluso -, ma solo per indicare la localizzazione delle parole: “o il rappresentante legale di persona minore”. Quindi, il 2.25 Silvia Giordano non tocca, in realtà, la sostanza e la forma dell'emendamento 2.27, ma utilizza le stesse parole solo per indicare dove si vogliono inserire le nuove parole del 2.25. Quindi, io mi permetto di chiederle di rivedere questa preclusione, perché ritengo non abbia ragione di essere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

DANIELE CAPEZZONE. Signora Presidente, trenta secondi per esprimere, a titolo personale, il voto favorevole per l'emendamento 2.38. Capisco le ragioni che inducono i relatori a esprimere parere contrario, però a me pare, invece, che quest'emendamento faccia uno sforzo, a mio avviso molto apprezzabile, proprio nella direzione del common law, di un diritto che si curva sul caso singolo e che fa carico al sistema giuridico di aderire alla personalità, alla storia, alla volontà e alle dichiarazioni della persona interessata. È un esercizio difficile, ma a mio avviso questo è molto apprezzabile.

Colgo anche l'occasione, trenta secondi, signora Presidente. Io ho cercato come posso, da piccolo liberale, di portare in questa discussione degli argomenti condivisibili, non condivisibili, come tutti. Sono stato poco fa destinatario di qualche offesa personale. Pazienza, buon pro faccia a chi l'ha fatta. Segnalo un piccolo rischio freudiano: negli insulti spesso chi offende è autobiografico, crede di parlare degli altri, ma parla di se stesso. Si chiama proiezione, uno pensa di parlare degli altri, ma invece consegna la propria carta d'identità. Molti auguri. Grazie.

PRESIDENTE. Non sono a conoscenza degli insulti. Mi dispiace perché non si dovrebbe mai arrivare a insultare, specialmente in quest'Aula.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.38 Mantero, parere contrario della Commissione e del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.550 della Commissione, i pareri dei relatori sono favorevoli.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

Passiamo all'emendamento 2.41 Mantero, invito al ritiro o parere contrario della Commissione, parere contrario del relatore di minoranza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mantero. Ne ha facoltà.

MATTEO MANTERO. Grazie Presidente. Con quest'emendamento noi cerchiamo di intervenire in una fattispecie che non abbiamo preso in considerazione in questa proposta, ovvero il caso di assenza di Disposizioni anticipate di trattamento, per una persona che si trovi di non essere più in grado di autodeterminarsi, di non essere più in grado di intendere e di volere senza un legale rappresentante. È una condizione che si può verificare abbastanza di frequente, basti pensare a un anziano con l'Alzheimer, per cui non sia stato chiesta, appunto, la presenza dell'amministratore di sostegno. In questo caso, in presenza di una persona, che non è più in grado di autodeterminarsi e che non ha lasciato disposizioni anticipate, a chi va chiesta la possibilità di un intervento, a chi va chiesto di firmare, per capirci, in caso di necessità di intervento sanitario? Mi pare talmente di buonsenso e pareva di buonsenso anche alla relatrice, tant'è vero che era stato inizialmente accolto con una proposta di riformulazione, che diceva nello specifico che il medico era tenuto a consultare - preciso la parole “consultare” - i familiari della persona, per tener conto delle volontà precedentemente espresse da quella persona.

Ora, quest'emendamento, che era stato appunto inizialmente accolto, è stato poi respinto dalla relatrice, perché ci sono stati degli interventi di colleghi, che si sono sempre opposti a questa proposta di legge, che hanno detto che a loro avviso si poteva vedere in quest'emendamento la possibilità di introdurre l'eutanasia. Ora, siccome questi colleghi hanno fatto queste dichiarazioni, a partire dalla prima virgola del comma 1, dell'articolo 1, direi che questa motivazione ha perso un attimo di credibilità. Quindi, chiederei alla relatrice di riconsiderare quest'emendamento, che a nostro avviso è invece molto importante, perché va a prendere in considerazione, per l'appunto, persone che non hanno la possibilità di esprimere la loro volontà e per cui è necessario che qualcuno lo faccia per loro e per cui è necessario che il medico si rivolga ai parenti della persona proprio per avere il consenso. Ci pare buonsenso e ci pare assurdo non accettarlo, perché per qualcuno potrebbe rappresentare l'eutanasia.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.41 Mantero, i pareri dei relatori sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

Deputato Gigli, mi hanno segnalato dopo che lei voleva parlare, dopo che ho indetto la votazione.

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Passiamo alla votazione dell'articolo 2

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà.

GIAN LUIGI GIGLI. Mi dispiace di non essere potuto intervenire prima, per cui dirò ora sull'articolo 2 quello che avrei detto precedentemente. Innanzitutto corre l'obbligo di ringraziare la relatrice per aver espresso parere contrario sull'emendamento proposto dall'onorevole Mantero. Devo dire che, come l'onorevole Mantero ha evidentemente precisato, si apriva attraverso quell'emendamento la possibilità di andare a ricostruire ex post la presunta volontà di un minore o di un incapace. È il caso appunto che si era determinato - il caso di scuola se volete - con la vicenda Englaro, dove fu ricostruita in effetti la volontà di una persona che non aveva lasciato dichiarazioni anticipate di trattamento e fu ricostruita in modo del tutto arbitrario, sulla base di una dichiarazione intervenuta un giorno ascoltata da qualcuno mentre in una chiesa accendeva una candela per una persona che aveva avuto un incidente. Voglio ricordare che in quella vicenda, ed è tutto documentato agli atti processuali, quando la polizia di Stato raccolse altre manifestazioni di volontà tra colleghe di scuola, insegnanti e quant'altro, fu risposto che, trattandosi di un giudizio civile, non avrebbero potuto essere prese in considerazioni queste manifestazioni difformi di volontà e così Eluana Englaro fu lasciata morire e fu lasciata morire nel modo che noi in tutto questo iter legislativo abbiamo cercato di contrastare: fu lasciata morire per disidratazione e per denutrizione.

Perché quindi è stato importante dire di “no” a questo emendamento Mantero? È stato importante dire di “no” per evitare, o quanto meno per ostacolare, il riprodursi di casi analoghi; e di questo, lo dicevo, do atto alla relatrice.

Tuttavia, la barriera che è stata creata contro il ripetersi di situazioni del genere è una barriera che, in assenza del richiamo, che abbiamo tentato di introdurre, alla Convenzione di Oviedo e alla convenzione di New York sui diritti delle persone disabili, è una barriera fragile ed è legata esclusivamente appunto al comma 4, dell'articolo 2, al fatto che ci sia un medico che si opponga ad un desiderio che reputa non corretto di anticipare la fine dell'incapace. Ora, voglio ricordare che questa è una barriera fragile perché, nel caso di scuola di cui si parlava prima, un medico disponibile a far questo lo si era trovato, ed era lo stesso medico che aveva detto che quella paziente era per lui morta da diciassette anni prima, lo ha dichiarato alla stampa, rientrando in ambulanza da Lecco. Allora io quello che voglio dire, lo lascio qui come dichiarazione di voto per esprimere il mio voto contrario su questo articolo 2, è che va benissimo aver respinto l'emendamento Mantero, ma rendiamoci conto che le barriere che abbiamo costruito contro i possibili abusi sulla pelle di gravi disabili sono barriere purtroppo fragili.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Calabrò. Ne ha facoltà.

RAFFAELE CALABRO'. Presidente, solo per esprimere il voto favorevole del gruppo Alternativa Popolare. Una serie di osservazioni sono state accolte dalla relatrice, che ringrazio, e credo che questo abbia trovato spunti di miglioramento dell'articolo 2, per cui noi votiamo favorevolmente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI. Presidente, anche noi voteremo favorevolmente su questo articolo proprio perché siamo fedeli al metodo che ci siamo dati, cioè guardiamo il testo, guardiamo le cose fatte. Questo articolo in Commissione, tutti insieme, lasciatemelo dire, per merito della relatrice, da un lato, ma, dall'altro lato, per merito di coloro i quali hanno portato una serie di argomentazioni, è enormemente migliorato rispetto alla formulazione originaria. Per questo motivo, senza alcun timore, noi voteremo favorevolmente questo articolo.

DOMENICO MENORELLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DOMENICO MENORELLO. Signora Presidente, avevo proposto un richiamo al Regolamento circa la contestazione di una preclusione dell'emendamento 2.27; se cortesemente posso avere una risposta.

PRESIDENTE. Il fatto è che adesso noi siamo in dichiarazione di voto sull'articolo 2, la questione da lei sollevata diciamo che è stata superata, è un po' tardiva, per cui io sono già in dichiarazione di voto sull'articolo 2. Quindi, questa situazione doveva proceduralmente essere sollevata prima che io entrassi in dichiarazione di voto sull'articolo 2. All momento della dichiarazione della preclusione, in quel momento doveva farmi la l'obiezione.

DOMENICO MENORELLO. Presidente, io l'ho fatta al primo momento utile, perché la Presidenza, giustamente, è passata immediatamente dopo a discutere l'emendamento.

PRESIDENTE. Però ci sono stati diversi voti, deputato, nel frattempo, dal momento della preclusione.

DOMENICO MENORELLO. Uno; poi io ho chiesto la parola subito e non mi è stata concessa.

PRESIDENTE. Dal momento della preclusione alle dichiarazioni…

DOMENICO MENORELLO. Alcuni dirigenti, che ringrazio, sono venuti anche qui a discutere, ma non mi hanno convinto. Io l'ho sollevata appena possibile.

PRESIDENTE. Con gli uffici, ma io quando l'ho saputo eravamo già nella dichiarazione di voto dell'articolo 2 e in ogni caso la motivazione che gli uffici hanno sottoposto alla sua attenzione è la motivazione che io ritengo di confermare in questo momento. Quindi, a questo punto, anche proceduralmente siamo andati oltre, siamo alle dichiarazioni di voto dell'articolo 2.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 1142-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Emendamento Pagano 3.2, parere contrario. Emendamento Fucci 3.3, parere contrario. Identici emendamenti Menorello 3.4 e Palmieri 3.188, parere contrario. Emendamento 3.6 Palmieri, parere contrario. Emendamento Palmieri 3.8, parere contrario. Emendamento Palmieri 3.9, parere contrario. Emendamento Palmieri 3.10, parere contrario. Emendamento Menorello 3.14, parere contrario. Emendamento Menorello 3.15, parere contrario.

Emendamento Gigli 3.17, parere favorevole con riformulazione: “dopo aver acquisito adeguate informazioni mediche sulle conseguenza delle sue scelte”.

Emendamento Bazoli 3.18…

PRESIDENTE. È ritirato, è ritirato.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Perfetto, anche il successivo.

PRESIDENTE. No…

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Il successivo, emendamento Bazoli 3.19, vi è un invito al ritiro, perché sarebbe superato da…

PRESIDENTE. Sì.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Emendamento Calabrò 3.20, parere contrario. Emendamento Menorello 3.21, parere contrario. Emendamento Mantero 3.24, parere contrario. Identici emendamenti Monchiero 3.25 e Murer 3.26, parere contrario. Emendamento Mantero 3.28, parere contrario. Emendamento Silvia Giordano 3.400, parere favorevole. Identici emendamenti Piccione 3.240 e Rampelli 3.354, invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Emendamento Palmieri 3.30, invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Emendamento Palmieri 3.173, invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Emendamento Palmieri 3.33, parere contrario. Emendamento Calabrò 3.34, parere contrario.

PRESIDENTE. Un secondo, un secondo. Emendamento Calabrò 3.34?

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario. Emendamento 3.35 Palmieri, parere contrario. Emendamento Palmieri 3.38, parere contrario. Emendamento Binetti 3.39, parere contrario. Emendamento Palmieri 3.41, invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Emendamento Pagano 3.43, parere contrario. Identici emendamenti Monchiero 3.44 e Mantero 3.45, parere contrario. Emendamento Palmieri 3.47, parere contrario. Identici emendamenti Palmieri 3.192 e Abrignani 3.193, parere contrario. Emendamento Roccella 3.53, parere contrario. Emendamento Pagano 3.54, parere contrario. Emendamento Pagano 3.56, parere contrario. Emendamento Palmieri 3.58, parere contrario. Emendamento Piccione 3.61…

PRESIDENTE. È ritirato.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Emendamento Mantero 3.401, parere contrario. Emendamento Mantero 3.62, parere contrario. Emendamento Pagano 3.63, parere contrario. Emendamento Pagano 3.64, parere contrario. Emendamento Pagano 3.65, parere contrario. Emendamento Pagano 3.67, parere contrario. L'emendamento Piccione 3.68 è stato ritirato?

PRESIDENTE. Sì.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Emendamento Calabrò 3.69, parere contrario. Emendamento Nicchi 3.70, invito al ritiro, in quanto verrebbe espresso parere favorevole all'emendamento Giuditta Pini 3.183 riformulato togliendo le ultime tre righe, quindi “amministratore di sostegno, ai sensi degli articoli 404 e seguenti del Capo I, Titolo XII, del codice civile”.

PRESIDENTE. L'emendamento Giuditta Pini 3.183 è questo con la riformulazione, va bene.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Emendamento Palmieri 3.71, parere contrario. Emendamento Calabrò 3.72, parere contrario. Emendamento Pagano 3.74, parere contrario. Emendamento Fucci 3.220, parere contrario. Emendamento Palmieri 3.191, invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Emendamento Silvia Giordano 3.76, invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Emendamento 3.79 Mantero, parere contrario. Emendamento Palmieri 3.77, parere contrario. Emendamento Palmieri 3.81, parere contrario. Emendamento Silvia Giordano 3.80, parere contrario. Emendamento Calabrò 3.82, parere contrario. Emendamento Palmieri 3.84, parere contrario. Identici emendamenti Pagano 3.85 e Calabrò 3.86, parere contrario. Emendamento Rampelli 3.185, parere contrario. Emendamento Mucci 3.91, parere contrario. Emendamento Silvia Giordano 3.92, parere contrario.

Emendamento Marazziti 3.195, parere favorevole. Leggo la riformulazione: “al comma 5, primo periodo, sostituire le parole da ‘sussistano terapie' fino alla fine del periodo con: ‘le DAT appaiano palesemente incongrue o non corrispondenti alla condizione clinica attuale del paziente, ovvero sussistano terapie non prevedibili all'atto della sottoscrizione capaci di offrire concrete possibilità di miglioramento delle condizioni di vita”.

Emendamento Fossati 3.96, invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Emendamento Calabrò 3.97, invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Emendamento Silvia Giordano 3.98, invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Emendamento Parisi 3.194, parere contrario. Emendamento Brignone 3.99, invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Emendamento Menorello 3.100, invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Emendamento Murer 3.102, invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Identici emendamenti Mantero 3.103 e Gregori 3.180, invito al ritiro o parere contrario. Emendamento Silvia Giordano 3.104, invito al ritiro o parere contrario. Emendamento Silvia Giordano 3.105, invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Emendamento Bazoli 3.106, invito al ritiro, altrimenti il parere contrario.

PRESIDENTE. È stato ritirato.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Emendamento Pagano 3.108, parere contrario. Identici emendamenti Murer 3.114 e Casati 3.186, parere favorevole. Emendamento Fucci 3.113, parere contrario. Emendamento Roccella 3.115, parere contrario. Emendamento Calabrò 3.116, parere contrario. Emendamento Rampelli 3.184, parere contrario. Emendamento Fucci 3.118, parere contrario. Emendamento Palmieri 3.189, parere contrario. Emendamento Gigli 3.122, parere contrario. Emendamento Palmieri 3.174, parere contrario.

PRESIDENTE. Aspetti, aspetti, che mi sa che ne ha saltato uno.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Ne ho saltato uno?

PRESIDENTE. L'emendamento Palmieri 3.120.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Emendamento Palmieri 3.120, parere contrario.

PRESIDENTE. Sta bene.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Quindi io riprendo con l'emendamento Piccione 3.126, che però è stato ritirato.

PRESIDENTE. Questo è ritirato, sì. Quindi passiamo all'emendamento Gigli 3.128.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Dopo di che, gli emendamenti Gigli 3.128, Palmieri 3.129, Vazio 3.130, Vazio 3.131, Piccione 3.133…

PRESIDENTE. No, questo è ritirato.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Allora, facciamo così: gli emendamenti al comma 6 li accanto, chiedo l'accantonamento.

PRESIDENTE. Quindi, dall'emendamento Gigli 3.128 fino all'emendamento…

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Fino all'emendamento Palmieri 3.140.

PRESIDENTE. Emendamento Palmieri 3.140. Sta bene, li accantoniamo.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Sono accantonati.

Seguono alcuni emendamenti…

PRESIDENTE. Anche l'emendamento Menorello 3.141? Perché mi pare che sia identico.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. No, è non segnalato L'emendamento Menorello 3.141 non è segnalato.

PRESIDENTE. No, ma l'emendamento Marazziti 3.142 sì, però.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Sull'emendamento Marazziti 3.142 vi è un parere contrario della Commissione bilancio, a me risulta.

PRESIDENTE. Sì, però non lo accantoniamo: ha lo stesso…

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. No, ha un parere contrario della Commissione bilancio, quindi… Possiamo anche dare il parere contrario, ma… Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, in quanto vi è un parere contrario della Commissione bilancio.

PRESIDENTE. Allora, mi diceva…

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Sono l'emendamento Marazziti 3.142…

PRESIDENTE. Se lei vuole accantonare tutti quelli del comma 6, dobbiamo arrivare fino all'emendamento Vazio 3.146, a pagina 50.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Va bene, arriviamo fino all'emendamento Vazio 3.146, a pagina 50.

PRESIDENTE. E così abbiamo tolto tutto il comma 6. Va bene?

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Va bene.

Emendamento Mantero 3.147, parere contrario. Emendamento Mantero 3.148, parere contrario. Identici emendamenti Mantero 3.151 e Mucci 3.152, parere contrario. Emendamento Mantero 3.153, parere contrario. Emendamento Pagano 3.154, parere contrario. Emendamento Vazio 3.155, invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, per il parere della Commissione bilancio.

Emendamento Vazio 3.156, invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, a causa del parere della Commissione bilancio. Emendamento Silvia Giordano 3.157, invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, a causa del parere della Commissione bilancio. Emendamento 3.196 Mantero, invito al ritiro o parere contrario, a causa del parere della Commissione bilancio; 3.190 Palmieri, invito al ritiro o parere contrario, sempre per il parere della Commissione bilancio; 3.161 Piccione, lo accantono. Poi, arrivo all'emendamento 3.170 Fossati, parere favorevole…

PRESIDENTE. Aspetti. L'emendamento 3.161 Piccioni è accantonato?

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Sì, l'emendamento 3.161 Piccioni è accantonato.

PRESIDENTE. Va bene. Continui pure, relatrice.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. A pagina 55, sull'emendamento 3.170 Fossati il parere favorevole; sugli emendamenti 3.171 Nicchi e 3.181 Gregori, invito al ritiro o parere contrario; emendamenti 3.172 Nicchi e 3.182 Gregori, invito al ritiro o parere contrario; articolo aggiuntivo 3.02 Murer, invito al ritiro o parere contrario, a causa del parere della Commissione bilancio; articolo aggiuntivo 3.03 Silvia Giordano, invito al ritiro o parere contrario; articolo aggiuntivo 3.05 Silvia Giordano, invito al ritiro o parere contrario, a causa del parere della Commissione bilancio.

PRESIDENTE. Chiedo adesso lo stesso esercizio al relatore di minoranza, deputato Calabrò.

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Presidente, emendamento 3.2 Pagano, parere favorevole; 3.3 Fucci, parere favorevole; identici 3.4 Menorello e 3.188 Palmieri, parere favorevole; emendamenti 3.6, 3.8, 3.9 e 3.10 Palmieri, parere favorevole; emendamenti 3.14 e 3.15 Menorello, parere favorevole; 3.17 Gigli, così come riformulato, parere favorevole; se non sbaglio l'emendamento 3.18 Bazoli è ritirato…

PRESIDENTE. Sì…

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. … così come l'emendamento 3.19 Bazoli.

PRESIDENTE. Sì, anche questo emendamento è ritirato.

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Emendamento 3.20 Calabrò, parere favorevole; 3.21 Menorello, parere favorevole; 3.24 Mantero, parere contrario; identici 3.25 Monchiero e 3.26 Murer, parere contrario; 3.28 Mantero, parere contrario; 3.400 Silvia Giordano, parere favorevole; identici 3.240 Piccione e 3.354 Rampelli, parere favorevole; 3.30 Palmieri, parere favorevole; 3.31 Gigli e 3.173 Palmieri, parere favorevole…

PRESIDENTE. L'emendamento 3.31 Gigli non è stato segnalato; c'è solo l'emendamento 3.173 Palmieri.

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. È vero. Dunque, emendamento 3.173 Palmieri, parere favorevole; 3.33 Palmieri, parere favorevole; 3.34 Calabrò, parere favorevole; 3.35 Palmieri, parere favorevole; 3.38 Palmieri, parere favorevole; 3.39 Binetti, parere favorevole; 3.41 Palmieri, parere favorevole; 3.43 Pagano, parere favorevole; identici 3.44 Monchiero e 3.45 Mantero, parere contrario; 3.47 Palmieri, parere favorevole; identici 3.192 Palmieri e 3.193 Abrignani, parere favorevole; 3.53 Roccella, parere favorevole; 3.54 e 3.56 Pagano, parere favorevole. Mi sembra che l'emendamento 3.61 Piccione sia ritirato.

PRESIDENTE. Prima abbiamo l'emendamento 3.58 Palmieri.

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Emendamento 3.58 Palmieri, parere favorevole.

PRESIDENTE. Poi, l'emendamento 3.61 Piccione è ritirato. Quindi, andiamo agli emendamenti successivi.

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Emendamenti 3.401 e 3.62 Mantero, parere contrario; emendamenti 3.63, 3.64, 3.65 e 3.67 Pagano, parere favorevole. L'emendamento 3.68 Piccione è ritirato?

PRESIDENTE. Sì.

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Emendamento 3.69 Calabrò, parere favorevole; 3.70 Nicchi, parere contrario; 3.183 Giuditta Pini, così come riformulato, parere favorevole; 3.71 Palmieri, parere favorevole; 3.72 Calabrò, parere favorevole; 3.74 Pagano, parere favorevole; 3.220 Fucci, parere favorevole; 3.191 Palmieri, parere favorevole; 3.76 Silvia Giordano, parere contrario; 3.79 Mantero, parere contrario; 3.77 e 3.81 Palmieri, parere favorevole; 3.80 Silvia Giordano, parere contrario; 3.82 Calabrò, parere favorevole; 3.84 Palmieri, parere favorevole; identici 3.85 Pagano e 3.86 Calabrò, parere favorevole; 3.185 Rampelli, parere favorevole; 3.91 Mucci, parere contrario; 3.92 Silvia Giordano, parere contrario; 3.195 Marazziti, così come riformulato, parere favorevole; 3.96 Fossati, parere contrario; 3.97 Calabrò, parere favorevole; 3.98 Silvia Giordano, parere contrario; 3.194 Parisi, parere contrario; 3.99 Brignone, parere contrario; 3.100 Menorello, parere favorevole; 3.102 Murer, parere contrario; identici 3.103 Mantero e 3.180 Gregori, parere contrario; 3.104 e 3.105 Silvia Giordano, parere contrario. L'emendamento 3.106 Bazoli è ritirato.

PRESIDENTE. È ritirato.

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Sul 3.108 Pagano parere favorevole, identici 3.114 Murer e 3.186 Casati parere contrario, 3.113 Fucci parere favorevole, 3.115 Roccella parere favorevole, 3.116 Calabrò parere favorevole, 3.184 Rampelli parere favorevole, 3.118 Fucci parere favorevole, 3.189 Palmieri parere favorevole, 3.120 Palmieri parere favorevole, 3.122 Gigli parere favorevole, 3.174 Palmieri parere favorevole, 3.126…

PRESIDENTE. È ritirato.

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Sul 3.128 Gigli parere favorevole. Qui siamo al comma 6, sono quelli accantonati?

PRESIDENTE. Un secondo, che abbiamo gli accantonati. Allora, qui sono accantonati, quindi andiamo al 3.147 Mantero.

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Parere contrario. Sul 3.148 Mantero parere contrario. Il 3.150 Piccione è ritirato?

PRESIDENTE. Sì.

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Sugli identici 3.151 Mantero e 3.152 Mucci parere contrario, 3.153 Mantero parere contrario, 3.154 Pagano parere favorevole, 3.155 Vazio parere contrario, 3.156 Vazio parere contrario, 3.157 Silvia Giordano parere contrario, 3.196 Mantero parere contrario, 3.190 Palmieri parere favorevole. Il 3.161 Piccione è accantonato?

PRESIDENTE. Sì.

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Sul 3.170 Fossati parere contrario, identici 3.171 Nicchi e 3.181 Gregori parere contrario, identici 3.172 Nicchi e 3.182 Gregori parere contrario. Sul 3.02 Murer parere contrario, 3.03 Silvia Giordano parere contrario, 3.05 Silvia Giordano parere contrario. Il 3.04 Roccella non è segnalato.

PRESIDENTE. Basta, ci fermiamo qui. Grazie, deputato Calabrò.

SILVIA GIORDANO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVIA GIORDANO. Solo per chiedere anche…

PRESIDENTE. Aspetti un secondo, devo chiedere prima il parere al Governo. Prego, sottosegretario.

DAVIDE FARAONE, Sottosegretario di Stato per la Salute. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. La ringrazio. Allora, adesso mi dica, deputata Giordano. Era sull'ordine dei lavori?

SILVIA GIORDANO. Sì, solo perché l'articolo aggiuntivo 3.05, a mia prima firma, a me risulta non avere avuto parere contrario dalla Commissione bilancio, visto che è stato così detto dalla relatrice.

PRESIDENTE. Sì, non ha avuto parere contrario; lo confermo, non ce l'ho segnalato con il parere contrario della Commissione bilancio.

SILVIA GIORDANO. Grazie.

PRESIDENTE. Avverto che, in seguito all'approvazione dell'emendamento 1.372 Amato, nel testo riformulato, che, nella parte consequenziale, ha modificato il comma 1 dell'articolo 3, sopprimendo l'inciso “comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali”, così modificando il testo di tale disposizione, risultano preclusi, oltre all'emendamento interamente soppressivo dell'articolo 3, 3.2 Pagano, anche gli emendamenti interamente sostitutivi del medesimo articolo 3, quindi 3.3 Fucci, 3.4 Menorello e 3.188 Palmieri, quelli sostitutivi del comma 1, che sarebbero 3.6, 3.8, 3.9 e 3.10 Palmieri, nonché quelli volti ad aggiungere parole direttamente riferite all'inciso soppresso, che sarebbero 3.30 e 3.173 Palmieri. Quindi, ammettere all'esame e al voto un emendamento soppressivo ovvero interamente sostitutivo sarebbe in contrasto con la volontà già espressa dall'Assemblea di modificare, e non già di sopprimere o integralmente sostituire, il testo originario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.14 Menorello, con il parere contrario della Commissione e favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.15 Menorello, con il parere contrario della Commissione e favorevole del relatore di minoranza

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Squeri. Ne ha facoltà.

LUCA SQUERI. Per annunciare il voto favorevole di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI. Grazie, Presidente. Adesso entriamo nel merito dell'articolo 3, i cui emendamenti, come avete potuto sentire, sono già stati falcidiati con quanto approvato la settimana precedente. In particolare, uno dei punti salienti che ci vedono contrari a questo articolo è il fatto che le DAT sono descritte in un modo non chiaro. Non è chiarito l'ambito della loro applicazione, non è chiaro il tempo nel quale entrano in vigore, le condizioni del paziente e le modalità attraverso le quali effettivamente esse possono avere l'effetto voluto.

L'emendamento Menorello, che vado a leggere, che vuole aggiungere, dopo la parola “autodeterminarsi”, le seguenti: “come conseguenza di una patologia caratterizzata da inarrestabile evoluzione con prognosi infausta”, vuole, come altri che seguiranno, chiarire appunto l'ambito di applicazione delle DAT, per evitare che un testo generico, come è quello che è attualmente uscito dalla Commissione, si presti da un lato ad abusi, dall'altro a causare delle morti inutili che potrebbero essere evitate semplicemente scrivendo un testo ben fatto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Menorello. Ne ha facoltà.

DOMENICO MENORELLO. Grazie, signora Presidente. È un peccato, credo, non aver potuto discutere degli emendamenti sostitutivi, perché avevano la pretesa di offrire una rappresentazione globale delle DAT, che non è un istituto che viene rifiutato a priori, ma in qualche modo questo emendamento consente di riprendere il senso più essenziale, e cioè quando le determinazioni, le disposizioni, chiamiamole così, senza infingimenti, possono essere ragionevoli, cioè quando evidentemente la persona che sta bene, che è lontana da quel momento, dispone per un momento non più reversibile, dispone di sé per una situazione che non avrà ritorno, che non è transeunte, che non è provvisoria, circa la propria capacità di determinarsi, e quindi che va verso una prognosi non positiva, infausta, inarrestabile.

È necessario, colleghi, precisare quest'ambito, perché, se viene escluso questo paletto, significa che le DAT potranno incidere fatalmente su una incapacità di determinarsi provvisoria, transitoria, dalla quale potrebbe uscirsi, una situazione di incapacità di determinarsi che potrebbe passare, che potrebbe riportare nella propria capacità di coscienza più o meno piena la persona, e quindi, se noi non interveniamo su questo punto, acconsentiamo che questa sia la disciplina del fine vita, perché viene procurato il fine vita, viene consentito l'abbreviamento del fine vita. Non uso volutamente parole che suonano come tabù in modo ipocrita in quest'Aula, ma è così.

Quindi è un accorato appello, colleghi, perché quanto meno questo emendamento possa essere riformulato, ripensato, ma un limite al di là del quale hanno efficacia le DAT deve essere posto e al di qua del quale le DAT non possono avere valore, perché, altrimenti, procurano la morte, deve essere posto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Presidente e colleghi, questo è un altro dei punti chiave di tutto il disegno di legge: non si capisce esattamente quando entreranno in vigore le DAT, perché l'espressione contenuta nell'articolo e nel comma è talmente generica e vaga che, come abbiamo detto più di una volta, può comprendere interventi come - non so - un incidente qualunque, in cui uno perde la coscienza, può essere un intervento anche di un altro genere, di una patologia infiammatoria a cui va incontro: è generico.

Questo espone la persona.

La capacità di intendere e volere senza che sia stata puntualizzato che sia una capacità persistente, che sia una capacità ormai non diciamo più irrevocabile, perché conosciamo gente che si è risvegliata dopo anni e anni, quindi non possiamo più utilizzare l'idea che questa diventi permanente, ma perlomeno persistente - e faccio presente che nella legislatura precedente tra questi due aggettivi, permanente e persistente, si collocò una parte importante del dibattito, perché si escluse permanente proprio in virtù delle persone che a un certo punto dopo anni si risvegliavano, ma si capisce che persistente aveva una consistenza molto più forte che non rispetto a occasionale e del tutto transeunte.

L'articolo così com'è formulato, se voi lo leggete, è assolutamente generico e inapplicabile oppure eccessivamente applicabile.

PRESIDENTE. Concluda deputata, grazie. Colleghi, per favore state nei tempi negli interventi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Longo. Ne ha facoltà.

PIERO LONGO. Grazie, signora Presidente. L'intervento dell'onorevole Menorello non mi ha convinto per nulla: se l'incapacità è transeunte e quando recupera la capacità intellettuale cambia le disposizioni, dov'è il problema?

E poi: come si dice in conseguenza di una patologia caratterizzata da inarrestabile evoluzione con prognosi infausta? A parte l'italiano pesantissimo, questo riguarderebbe soltanto l'incapacità di tipo mentale, ma non dovrebbe riguardare la patologia caratterizzata da inarrestabile evoluzione con prognosi infausta, tipicamente fisica, che lascia integra la capacità di intendere e di volere.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Menorello 3.15, con parere contrario di Commissione e favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.17 Gigli: c'è un parere favorevole con la riformulazione.

Deputato Gigli, accetta la riformulazione? Interviene? Prego.

GIAN LUIGI GIGLI. No, era solo per accettare la riformulazione. Ringrazio la relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.17 Gigli, nel testo riformulato, su cui vi è il parere favorevole della Commissione così come del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.20 Calabrò, su cui vi è parere contrario della Commissione, favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.21 Menorello.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Squeri. Ne ha facoltà.

LUCA SQUERI. Per annunciare il voto favorevole di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI. Grazie Presidente. L'emendamento 3.21 Menorello vuole sopprimere l'inciso “le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari”.

Io per suffragare quest'emendamento rileggo quello che il collega Marguerettaz ha citato, un'ora fa circa, riguardo a quello che è successo al tribunale di Torino, quando i medici curarono, contro la sua volontà, un paziente testimone di Geova che si rifiutava di essere emotrasfuso. Leggo il parere finale, il punto finale della procura: “(…) lo stato di necessità, che nel nostro ordinamento giuridico consente di effettuare le cure necessarie a salvaguardare la vita, sia pure in presenza di opposizione da parte dell'interessato, che non è titolare del diritto di libera disposizione del proprio corpo, se questa determina atti contrastanti con la salute, l'integrità e la vita dello stesso”.

Allora, come si fa a scrivere che una persona nelle DAT esprime “convinzioni e preferenze”? Ma che terminologia è? Convinzioni e preferenze! Uno dei punti deboli di quest'articolato è proprio l'uso di parole e di termini, che sono a dir poco confusi e imprecisi e che - concludo, Presidente - predispongono, di fatto, ad un'inapplicabilità delle DAT.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Menorello. Ne ha facoltà.

DOMENICO MENORELLO. Grazie Presidente. Vorrei leggere il testo, così come risulterebbe, se venisse accolto l'emendamento. Il testo direbbe che attraverso le DAT una persona può esprimere il consenso o il rifiutò rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche a singoli trattamenti sanitari. Cioè, rimane perfettamente il senso - che io non condivido, ma che la proposta introduce - delle DAT.

Quindi, le DAT rimangono tali e quali. La persona può esprimere un consenso o un rifiuto. Ma su cosa? Su specifici trattamenti o su specifici accertamenti terapeutici. Come è già stato rilevato, non si può fare riferimento a dei concetti che sono assolutamente generici, presi da un vocabolario giornalistico o dal frasario di tutti i giorni, come “convinzioni e preferenze”, e pretendere che queste divengano efficaci disposizioni circa conseguenze in materia sanitaria. Non si può, perché si apre un'infinita gamma di possibili interpretazioni. E siccome abbiamo scritto che il medico è esentato da responsabilità solo se si conforma a queste convinzioni e preferenze, che possono essere descritte anche in termini totalmente ampi, totalmente interpretabili, stiamo creando un buco nero nella possibilità di curare, ma forse anche nell'interpretazione stessa della singola persona. Infatti, la singola persona è chiamata a esprimersi lontano dall'evento che le urgerà e quelle convinzioni e preferenze, magari interpretate male, potranno tradire completamente anche quello che, nel momento del bisogno della situazione, la singola persona potrebbe desiderare.

Quindi, davvero credo che togliere queste due parole sia un omaggio alla chiarezza del testo, a prescindere da come si giudichi nel merito la proposta. Togliamo quest'enorme ambiguità che stiamo introducendo nell'ordinamento giuridico!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mantero. Ne ha facoltà.

MATTEO MANTERO. Grazie Presidente. Intervengo per dire che effettivamente concordiamo con quanto detto poco fa dal collega Palmieri, ovvero che “convinzioni e preferenze” ci sembrano termini vaghi e non chiari, tant'è vero che nel prossimo emendamento, a mia prima firma, chiediamo di sostituire “convinzioni e preferenze” con “volontà e desideri”, che ci sembrano molto più chiari, proprio perché, come abbiamo detto, le disposizioni anticipate di trattamento esprimono le volontà del malato rispetto ai trattamenti sanitari futuri.

Quindi pensiamo che il collega vorrà votare favorevolmente quest'emendamento e speriamo anche che la relatrice voglia cambiare il parere rispetto all'emendamento successivo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente. La parola “convinzioni” esprime una visione di carattere generale e astratto. Io dico che questa persona ha convinzioni in generale, su di un tale problema, che sono questo, questo, questo e quello. La parola “volontà” esprime, invece, una decisione concreta e puntuale su quello che va fatto a me, nel momento in cui io mi trovassi in questa situazione. Tra la convinzione e la volontà esiste la stessa differenza che, nell'ambito dell'attività dello Stato, esiste tra il provvedimento legislativo e il provvedimento amministrativo: la legge definisce in generale, il provvedimento amministrativo è sempre un provvedimento puntuale e concreto.

Io posso avere delle convinzioni, per esempio, a favore dell'eutanasia, ma la volta in cui mi trovo io in quella situazione posso non avere la volontà che mi venga praticata l'eutanasia, per fare un esempio, che nulla ha naturalmente a che fare con questa legge, che, come assicurano eminenti colleghi, non è una legge che preveda l'eutanasia.

DONATA LENZI , Relatrice per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATA LENZI , Relatrice per la maggioranza. Io capisco che dire che si esprime il consenso o si esprimano le volontà aiuta dal punto di vista della chiarezza interpretativa di una DAT. Magari ci immaginiamo un bel modulo, con tante crocettine. Vuoi la ventilazione? Sì-no. La nutrizione? Sì-no. Vuoi fare questo? Sì-no.

Lo sforzo, che probabilmente non si è riuscito a tradurre in maniera convincente nei confronti dei colleghi, è di invitare a scrivere un documento in cui ci sia un ragionamento un pochino più complesso. Per esempio dire “preferenze” vuol dire che, di fronte a una determinata situazione, di irreversibilità dello stato in cui mi trovo e via dicendo, allora in quel caso, e solo in quel caso, il mio orientamento è di rifiutare la nutrizione artificiale. Ma in tutti gli altri casi posso invece ritenere di volerla. Se io scrivo le mie convinzioni e sono una persona anziana, non è necessario che vada magari a compilare tutte le caselle, ma dico: guardate, ho avuto una lunga vita, molto soddisfacente, se mi trovo in una situazione tale da non permettermi di recuperare per nulla le forze, lasciatemi tornare a casa mia. È una volontà questa? Sì, è una volontà. Però era il senso di non voler costringere alla logica del consenso, che invece è legata all'espressione del sì e del no rispetto a una precisa proposta terapeutica. Questo era il motivo per cui avevamo articolato diversamente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie Presidente. Penso che l'intervento della relatrice ha chiarito in modo palese la confusione che esiste in questa norma. Ha chiarito la confusione per l'esempio che ha portato. Io posso dire, magari, il caso in cui voglio idratazione e alimentazione, cioè deve fare gli esempi dello scibile umano nel suo ragionamento la persona che non sa quello che avrà, dovrà ipotizzare tutte le cose drammatiche che possono succedere in una vita, ipotizzare tutte le patologie, tutti gli incidenti che possono avvenire in una vita! Da quello, andare a calcolare quando vorrà l'idratazione e l'alimentazione e quando non la vorrà. E a quel punto ci sarà una persona - perché non è più in grado di intendere e volere - che interpreterà. E interpreterà in modi in cui un familiare magari dirà: no, non era proprio quella l'interpretazione, perché in quel determinato caso la pensava in un determinato modo. E magari il medico avrà una terza opinione, rispetto al fiduciario e rispetto al familiare, e dirà: no, perché dal punto di vista medico non si può fare o si deve fare questo trattamento. Allora sarà un giudice che andrà a decidere, se questa persona dovrà proseguire la sua vita o no! Capite su cosa stiamo legiferando? È la follia fatta legge. Fermiamoci! Ragionate cinque minuti. Gli interventi della maggioranza e degli estensori della legge mi convincono sempre di più che questa legge deve trovare un momento di riflessione più approfondita e che si debba fare una norma che abbia un senso e non scrivere queste follie (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Longo. Ne ha facoltà.

PIERO LONGO. Grazie, signora Presidente. Veda, è mio parere che le convinzioni sono una cosa intima che si comunica, ma non hanno un effetto nei confronti degli altri, perché quando qui tutti quanti esprimono delle convinzioni hanno poi effetti modestissimi sulla decisione degli altri, per varie ragioni. Mentre la volontà è il prodotto della intima convinzione nel caso concreto, è la potenza della convinzione che si fa atto, ma se non si fa atto con la comunicazione con i terzi non serve assolutamente a nulla, la convinzione resta fine a se stessa. Va bene la volontà, non va bene la convinzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marotta. Ne ha facoltà.

ANTONIO MAROTTA. Grazie, signora Presidente. È un passaggio importante questo che ci occupa e l'emendamento proposto mi sembra che vada nella giusta direzione, perché guardate noi qui siamo elaborando un testo legislativo, non è che siamo scrivendo un trattato o un romanzo. Allora il testo legislativo deve avere la forza della chiarezza perché, diciamo, interessa tutti e deve essere facilmente capito non solo da chi lo deve attuare, ma soprattutto dall'attore principale, che in questo caso è il paziente. Quando noi usiamo l'espressione “le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari” diciamo che il paziente potrebbe anche stabilire cure o percorsi terapeutici diversi da quello che la scienza attraverso il professionista, il medico, individua. Se si dice “preferenze in materia di trattamenti sanitari”, ciò significa che poniamo la scelta anche della cura rispetto a quella malattia che in quel momento ha, ma immaginiamo che il paziente non sia un tecnico, un medico, ma sia uno che ha avuto una preparazione sommaria, può avere delle idee, certo, ma non può indicare la strada anche rispetto alla cura da intraprendere.

Passa quasi in secondo ordine “nonché il consenso e il rifiuto rispetto alle scelte”. Quindi questo è ciò che noi con il Dat vogliamo affermare, anzi che tutti quanti vogliono affermare, perché io sono sostanzialmente contrario. Mi pare che noi qua privilegiamo una specie di atteggiamento di quasi confidenza, di testamento della vita, rispetto a questa posizione da parte del paziente che si esprime anche attraverso scelte terapeutiche che certo non possono essere affidate a lui, perché se sono affidate a lui è inutile che esistano il Sistema sanitario e la medicina. Non esistono più i medici perché uno sceglie la cura che crede e se la porta avanti, visto e considerato che gli diamo questa possibilità, e mentre una cosa va curata con un certo farmaco, quello decide di curarla con un altro. Ecco perché è pericoloso sul piano proprio della tecnica legislativa. Sembra che con queste Dat il paziente debba scrivere le memorie su quello che ritiene la propria vita, su quello che ha fatto, su come l'ha vissuta, su come si avvia a viverla nella sua parte finale. Non è questo che io penso il legislatore debba fare nel caso di specie. Vogliamo dargli la possibilità di scegliere se continuare a vivere o di dire di sospendere qualsiasi trattamento? Benissimo, accettiamolo, ma togliamo queste ulteriori considerazioni, convinzioni, o scelte, o preferenze, che lui deve dare, perché inquiniamo solamente il percorso legislativo.

Quindi, in questa materia mi pare che l'unica cosa che resti di certo, di veramente certo, è l'incertezza di quello che andiamo a fare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Amato. Ne ha facoltà.

MARIA AMATO. Grazie, Presidente. Faccio parte di quel gruppo di persone che preferirebbe: volontà. Sono molti i tentativi e i moduli utilizzati già sperimentalmente e soprattutto portati in studio in quei corsi di formazione che si occupano della terminalità, ma l'idea è proprio quella di superare il modulo. Moduli che possono essere, se dovessero essere nel dettaglio delle volontà, analitici di tutte le terapie, dei volumi interi. Si chiede l'orientamento, si chiede il desiderio. Il mio desiderio è non morire soffocata. È l'espressione di una paura ed è un'espressione abbastanza diffusa tra coloro che hanno visto i loro cari morire, per esempio, di soffocamento. Questi sono i desideri.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Argentin. Ne ha facoltà.

ILEANA ARGENTIN. Credo che la mia collega che mi ha preceduto sia stata molto esplicita, ma, Presidente, sono qui a dirle che il desiderio non necessariamente spinge alla morte, il desiderio può essere anche un tipo di cura rispetto ad un'altra; che vuol dire questo? Che se io ho, per esempio, la necessità di essere tracheostomizzata, non necessariamente rifiuto la tracheostomia, ma magari rifiuto la PEG, che è un modo di vivere contemporaneamente, perché il mio desiderio è gustare il cibo fino alla fine, mentre invece la possibilità di respirare attraverso un macchinario mi fa meno paura, e quindi desidero che sia posto in questi termini. Non credo che ci sia niente di fittizio o di arrogante in questa richiesta, bensì l'umiltà di scegliere come poter essere avvicinata ad una situazione di qualità migliore della vita.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.21 Menorello, con il parere contrario della Commissione e favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.24 Mantero, i pareri dei relatori sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 19,10)

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 3.25 Monchiero e 3.26 Murer.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monchiero. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MONCHIERO. Ribadisco il concetto più volte espresso che la materia è delicata, e che le opinioni, mai come in questo caso, sono tutte degne di rispetto. Io però faccio appello alla logica semantica: io vorrei che qualcuno… Come sia possibile concepire una disposizione che esprime convinzioni e preferenze, ecco. Una disposizione può solo esprimere volontà, ma proprio per una questione tecnica: non vedo altra soluzione (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

SILVIA GIORDANO. Presidente, paradossalmente mi sento un po' più, dopo il dibattito che c'è stato anche in Comitato, di appoggiare questi due identici emendamenti, e non il nostro, proprio perché abbiamo voluto escludere anche successivamente la parola “desideri”. Ma per un semplice fatto che appunto, come affermava il collega Monchiero, è logico: se si parla di disposizione, io sto in quel momento affermando una mia volontà; che, come oltretutto ha affermato anche il collega Buttiglione in precedenza, non vuol dire che non può essere convinzione, o comunque non è detto che la mia convinzione riguardo ad esempio un trattamento sanitario sia per forza coincidente con la mia volontà, perché io posso essere convinta che un determinato trattamento sanitario possa fare benissimo, ma io non lo voglio, così come posso essere convinta che un trattamento sanitario possa fare malissimo, ma io lo voglio. Quindi le convinzioni non sono per forza coincidenti con le volontà!

Ma al di là di questo, e l'abbiamo detto più volte anche per l'emendamento “dichiarazioni”, quando c'erano gli emendamenti Calabrò e altri, che erano simili, si parlava di dichiarazioni, disposizioni e quant'altro, c'è stato un intervento del collega Longo, che diceva chiaramente che in ogni caso, nel momento in cui si parla di disposizioni o dichiarazioni, si parla di dichiarazioni di volontà, ed è quello di cui stiamo parlando. Poi, uno ci vuole vedere qui dentro una ideologia, una differenza ideologica, ma non è così: parliamo semplicemente di una conseguenza logica, perché, nel momento in cui io vado a dare una disposizione, non posso parlare di preferenza o desideri, o comunque di convinzioni, che, come già detto, possono non coincidere con le volontà, ma parlo di quello che io voglio. Non è che io desidero non morire soffocato: io voglio non morire soffocato! È questa la differenza, ed è per questo che io lo vado a scrivere. Non è un fatto di modulistica, perché io esprimo ciò che voglio o non voglio: è questo il concetto. Per questo ci sentiamo di appoggiare gli identici emendamenti 3.25 Monchiero e 3.26 Murer.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Squeri. Ne ha facoltà.

LUCA SQUERI. Per dichiarare il voto favorevole di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI. Presidente, avete prima bocciato la nostra proposta emendativa, che voleva riportare il testo alla sua formulazione originaria, cioè di dichiarazioni, non disposizioni: una disposizione detta una volontà, è evidente! E siccome, come mi ha sollecitato prima il collega Monchiero a fare, noi siamo coerenti con il metodo che ci siamo dati, sosteniamo questo emendamento e l'emendamento 3.26 Murer, perché è coerente con l'impostazione che voi avete dato al testo. E quindi è l'ennesima prova di un testo confuso: questa parte sulle DAT, Fedriga l'ha detto bene…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ANTONIO PALMIERI. Concludo, Presidente. Lo ridiremo ancora più avanti: è una cosa veramente molto molto poco concepibile, davanti a un foglio bianco la persona si esercita dettando così. È veramente una cosa che ci lascia sconcertati!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signora Presidente, il problema emerge perché questo testo vuole vincolare il medico alla volontà del paziente. Se il medico non fosse vincolato alla volontà del paziente, avrebbe senso che il paziente esprimesse convinzioni e desideri, che il medico interpreta a secondo del confronto con la realtà oggettiva. In un mondo invece che è pieno di fake news, in cui il paziente può con grande facilità essere suggestionato nei modi più diversi, in cui può anche avere fobie e timori scollegati dalla realtà, qual è il senso che noi diamo alle convinzioni e desideri? Quantomeno, coerentemente con l'impostazione del testo, devono esserci delle volontà! Altrimenti viene meno ogni possibilità di coerente interpretazione logica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

MATTEO MANTERO. Hanno già espresso chiaramente i colleghi precedentemente come “volontà” sia un termine più congruo alle disposizioni anticipate. E quindi, ritenendo che la modifica di questo termine vada semplicemente a uniformare, a rendere più fluido il testo, chiediamo alla relatrice se vuole accantonare l'emendamento per ragionarci un attimo su, ed eventualmente modificare.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATA LENZI, Relatrice per la maggioranza. Presidente, visto che c'è una così larga convergenza da tutte le parti sul termine “volontà”, io non ho obiezioni; anche perché ritengo che in realtà nel testo ognuno poi scriverà quello che veramente vuole, e che quindi se vuole articolare delle spiegazioni, non ci sarà un qualche collega che glielo vieti, mi immagino: uno sarà libero di poter scrivere quello che crede in questa indicazione! Quindi cambio il mio parere: do parere favorevole a “volontà”.

PRESIDENTE. Sì, come parere del Comitato… Onorevole Lenzi, mi scusi… Onorevole… Ecco, le chiedevo, onorevole Lenzi, se il suo parere corrisponde all'opinione del Comitato dei nove. Sì. Quindi chiede una sospensione, onorevole Lenzi? Va bene. Onorevole Calabrò, anche lei chiedeva qualcosa; ma a questo punto sospendiamo cinque minuti, per svolgere il Comitato dei nove. Sta bene. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 19,15, è ripresa alle 19,20.

PRESIDENTE. Onorevole Palmieri, onorevole Rosato, riprendiamo i lavori; che ne dite?

Do la parola alla relatrice, onorevole Lenzi, che ci illustra le conclusioni del lavoro del Comitato dei nove.

DONATA LENZI , Relatrice per la maggioranza. La ringrazio, Presidente. Il parere è favorevole.

PRESIDENTE. L'onorevole Calabrò?

RAFFAELE CALABRO', Relatore di minoranza. Presidente, il parere del relatore di minoranza è contrario perché, come è stato espresso anche in una serie di interventi, la parola “volontà” è corrispondente al concetto di disposizioni. Siccome siamo stati sempre orientati per una corretta espressione all'interno di questo testo di dichiarazioni che esprimessero un desiderio del paziente, ma che poi andasse rivalutato alla luce di una serie di considerazioni del momento perché stiamo parlando di qualche cosa detta ora per allora, dunque noi riteniamo che la parola “volontà” sia una parola eccessivamente vincolante e siamo convinti che deve rimanere l'espressione che preesisteva.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo si rimette all'Aula, così come precedentemente espresso.

Prego i colleghi di prendere posto.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.25 Monchiero e 3.26 Murer, con il parere favorevole della Commissione e con il parere contrario del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

A seguito dell'approvazione di questi emendamenti risultano preclusi gli emendamenti 3.64 e 3.65 Pagano. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.28 Mantero.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

MATTEO MANTERO. Grazie, Presidente. Io vorrei farvi riflettere un attimo su questo emendamento - soprattutto la relatrice - perché noi nelle disposizioni anticipate di trattamento diciamo che il paziente può esprimere il consenso o il rifiuto rispetto a un trattamento sanitario, differentemente da quanto facciamo per il paziente in grado di autodeterminarsi rispetto al quale, invece, diciamo che lui può anche esprimere la rinuncia ovvero l'interruzione di un trattamento in corso.

Secondo me è opportuno inserire anche questa fattispecie, perché ci possono essere casi in cui un determinato trattamento sanitario - e io penso proprio a idratazione e nutrizione, che abbiamo stabilito essere, appunto, trattamenti sanitari per questo provvedimento - possa essere iniziato, ad esempio in un reparto di rianimazione, mentre il paziente viene tenuto in stato vegetativo, in coma farmacologico come si dice, per i primi interventi per evitare l'edema celebrale e altro ancora e poi a un certo punto ci si rende conto che il paziente non si può più riprendere e, quindi, è in coma irreversibile. Quindi, si viene al caso in cui un trattamento già iniziato debba essere interrotto, oppure io nella… io vorrei che la relatrice mi ascoltasse, perché secondo me ci siamo dimenticati…

PRESIDENTE. Onorevole Lenzi, onorevole Lenzi, l'onorevole Mantero si rivolgeva a lei. Forse lei ascoltava…

MATTEO MANTERO. Credo che ci sia sfuggita l'importanza di prevedere l'interruzione di un trattamento sanitario anche per un paziente non in grado di autodeterminarsi. Come dicevo prima, si potrebbe iniziare, ad esempio in un reparto di rianimazione, un trattamento di idratazione e di nutrizione artificiale, perché io devo tenere in stato di coma farmacologico il paziente per fare i primi interventi e poi posso capire che il paziente non può recuperare, e quindi è in uno stato irreversibile, oppure il paziente stesso nelle DAT può dire: “Voglio che siano iniziati tutti i trattamenti, ma se vi rendete conto che non posso più tornare indietro interrompeteli”.

Quindi, ci possono essere casi in cui un trattamento sanitario viene iniziato. Penso proprio al caso dei reparti di rianimazione in cui la prima cosa che si fa, ad esempio in caso di incidente stradale, è creare un coma farmacologico e mantenere il paziente in coma e, quindi, ovviamente gli si mette un sondino o si fa un trattamento di idratazione e di nutrizione artificiale. A quel punto se ci rendiamo conto che il paziente è in come irreversibile e se il paziente aveva espresso la volontà di non ricevere quel trattamento ma questo è già iniziato, secondo me è importante che noi includiamo anche la possibilità di interrompere o, come abbiamo scritto in altre parti del testo, di rinunciare al trattamento sanitario.

Chiedo di rifletterci un attimo perché credo che sia forse opportuno aggiungerlo, come abbiamo fatto nel caso del paziente in grado di autodeterminarsi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.28 Mantero, con il parere contrario della Commissione e del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.400 Silvia Giordano, con il parere favorevole della Commissione e del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

I successivi identici emendamenti 3.240 Piccione e 3.354 Rampelli sono assorbiti dalla votazione dell'emendamento 1.372 Amato, che abbiamo fatto precedentemente, così come sono preclusi, sempre dall'emendamento 1.372 Amato, il successivo emendamento 3.30 Palmieri e gli identici 3.31 Gigli e 3.173 Palmieri.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.33 Palmieri.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Squeri. Ne ha facoltà.

LUCA SQUERI. Presidente, per annunciare il voto favorevole di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI. Vi invito a leggere il testo dell'emendamento, che dice: le dichiarazioni anticipate di trattamento si applicano dal momento in cui è accertato che l'incapacità di intendere e di volere del paziente abbia carattere di irreversibilità. Uno dei punti dolenti di questa norma, così come finora è stata congegnata, è proprio la sua indeterminatezza, cioè quando entrano in vigore le DAT? Lo abbiamo già detto, lo ripetiamo: nel caso io avessi un evento traumatico che mi causa una perdita di coscienza che sia, appunto, di natura transitoria, ma io abbia scritto in quel famoso foglio bianco, cui faceva riferimento prima la relatrice Lenzi, che non voglio assolutamente in nessun caso essere rianimato qualora ci fosse il pericolo di rimanere menomato, e invece questa possibilità, cioè di guarire completamente, ci sia se l'intervento è fatto in modo tempestivo - e dopo porteremo prove a questo riguardo -, allora per questo noi diciamo che le dichiarazioni anticipate di trattamento si applicano nel momento in cui l'incapacità di intendere e volere sia irreversibile, a tutela della persona malata, per evitare morti inutili.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castiello. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie, Presidente. Per esprimere il voto favorevole da parte del gruppo della Lega e sottoscrivere l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marotta. Ne ha facoltà.

ANTONIO MAROTTA. Grazie, Presidente. È un passaggio importante, noi riteniamo di condividere questo emendamento, perché, nel momento in cui si ha la certezza che la malattia abbia caratteri di irreversibilità, allora c'è la possibilità di utilizzare questo sistema che abbiamo introdotto con le DAT. Questo come condizione, direi, quasi di possibilità di rivitalizzare questa dichiarazione, che resta una dichiarazione nella disponibilità della parte, che può in qualsiasi momento ritirarla o modificarla. E, allora, per poter effettivamente far sì che abbia degli effetti - e sappiamo quali sono gli effetti e l'importanza di questi effetti - mi pare giusto che sia valutato questo emendamento che affidi la possibilità di riferirsi al contenuto di quello che il soggetto, il paziente, ha voluto nel tempo indicare solo nel momento in cui veramente ci sia la irreversibilità della capacità di intendere e di volere del soggetto.

Infatti, è chiaro che l'uno nega l'altro: se c'è ancora la capacità o c'è un'incapacità passeggera, transeunte, diciamo, allora, chiaramente, ritorna nella piena volontà del paziente la possibilità di revocare o cambiare quello che ha detto. Quindi, la effettiva utilizzabilità della volontà del paziente può venire fuori solo nel momento in cui si ha la certezza che la capacità di intendere e di volere è del tutto scemata e non c'è possibilità più di ritorno con una, anche se modesta, ritrovata capacità che gli consenta di esprimere la propria volontà. Quindi, mi pare che questo debba essere inserito, perché è un ulteriore momento di certezza rispetto a tante lacune che questa normativa presenta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO. Grazie, Presidente. Per manifestare la mia soddisfazione perché questo giusto emendamento, che noi sappiamo essere oggetto di grande attenzione, in verità è stato anche sottoscritto da altri parlamentari. Presidente, mi perdoni, chiedo scusa anche all'Aula, ma di quale emendamento stiamo parlando?

PRESIDENTE. Stiamo parlando dell'emendamento 3.33 Palmieri.

ALESSANDRO PAGANO. Presidente, chiedo scusa, ritiro l'intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Menorello. Ne ha facoltà.

DOMENICO MENORELLO. Grazie, Presidente. Anche in occasione di questo emendamento abbiamo la possibilità di riportare a ragionevolezza e ad opportunità la norma dell'articolo 3. Il collega Palmieri propone che le DAT si applichino quando vi è una situazione di irreversibilità, cioè l'incapacità di determinarsi sia irreversibile. Se così non fosse - così colgo l'occasione anche per spiegarmi meglio rispetto al precedente intervento, che mi spiace il collega avvocato e mio maestro Longo abbia frainteso - se invece le DAT si applicano lì dove la situazione non è irreversibile, la renderanno irreversibile. Ad esempio, se le DAT chiedono che non ci sia una intubazione e c'è un trauma cranico che fa perdere capacità di determinarsi provvisoria, la mancata pratica terapeutica può determinare la morte, e non la determinerebbe se venisse, invece, effettuata, perché un'intubazione, in quel caso, riporterebbe a coscienza il paziente, e quindi a vita.

Ora, che questo sia un concetto su cui mi permetto di insistere umilmente perché la relatrice voglia considerare, magari accantonando, questo emendamento, lo dimostra non il parere di Palmieri o certamente non di chi parla, ma autorevolissimi esponenti del Partito Democratico; segnatamente, la presidente del Friuli, Serracchiani, ha approvato fra le prime una legge sulle DAT, la legge regionale del Friuli-Venezia Giulia 13 marzo 2015, n. 4, ove, all'articolo 2, comma 3, si specificava che le DAT erano la volontà del singolo di essere o meno sottoposto a trattamenti sanitari in caso di malattia o lesione cerebrale che cagioni una perdita di coscienza e volontà - virgolette - permanente e irreversibile. Questo lo dice la legge regionale del Friuli- Venezia Giulia, voluta da un'autorevolissima esponente del Partito Democratico. Questo a testimoniare la necessità di porre un limite all'applicazione delle DAT, altrimenti l'esito eutanasico, nei fatti, sarà inevitabile. Mi appello, pertanto, all'attenzione e alla saggezza della relatrice nel chiedere che si voglia riflettere su questo concetto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Penso di non comprendere veramente le motivazioni del perché si sia espresso parere negativo su questo emendamento. Questo è un emendamento che determina un'estrema chiarezza, soprattutto nel contesto della possibilità dell'applicazione, del momento dell'applicazione, dal punto di vista clinico in particolare, in riferimento alla irreversibilità della condizione clinica del paziente o del soggetto interessato. Ora, se non c'è questa precondizione, allora siamo in un altro contesto: siamo nel contesto dell'eutanasia vera e propria. Noi qui stiamo oggi trattando una proposta di legge che ha come presupposto cardine la situazione dell'irreversibilità nei confronti del paziente.

Per questo, siccome l'emendamento dice che le dichiarazioni anticipate di trattamento si applicano dal momento in cui è accertato che l'incapacità di intendere e di volere del paziente abbia carattere di irreversibilità, non si riesce a comprendere onestamente, signora Presidente, il motivo del perché non si dia parere favorevole a questo emendamento, che dà un contributo incredibile di chiarezza.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Palese, chiarissimo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie Presidente, anch'io non comprendo il parere negativo su questo emendamento e dico di più: rispetto alle considerazioni espresse dai colleghi, qui si supera il concetto di eutanasia volontaria, qui c'è un'eutanasia passiva indifferentemente dall'accertarsi della volontà del paziente.

Molto peggio, molto peggio, perché se ci fosse anche la possibilità di verificare, nella situazione contingente, un miglioramento delle condizioni del paziente e quindi la possibilità di esprimersi da parte del paziente, della propria volontà, nella situazione contingente, questa viene superata, perché si dice: anche se ci fosse la possibilità che il paziente si riprenda e possa esprimersi, no, noi ce ne infischiamo e diciamo che ormai la DAT è stata sottoscritta e anche se la situazione non è irreversibile, quella DAT la si deve applicare!

Io ragionerei con cautela, perché addirittura si supera la volontà del paziente, quindi chiedo agli estensori della norma e al Comitato dei nove di fare una valutazione nel merito.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Burtone. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente, noi non stiamo facendo una legge che renderà obbligatoria la DAT. La DAT viene formulata da un cittadino, liberamente, quando è in grado di intendere e di volere e poi lo stesso chiede che venga applicata quando non sarà in queste condizioni.

Chi chiederà di poter formulare la DAT e averla rispettata? Cerchiamo di avere rispetto un poco di cittadini che hanno patologie gravi: chiederanno di fare la DAT coloro i quali hanno una patologia terminale, quelli che hanno una malattia degenerativa grave e vi assicuro che questi soggetti sono consapevoli di quello che sarà l'esito della propria malattia, la prognosi, il decorso e quindi chiederanno a un certo punto di poter fermare la macchina della scienza.

Non sarà obbligatorio, ci saranno cittadini che non faranno mai la DAT, ma quelli che la faranno dovranno essere rispettati, dovranno essere rispettati.

Ecco perché noi abbiamo insistito sull'autodeterminazione di fronte al consenso informato e continuiamo ad insistere anche nella DAT, perché questa sia una cosa seria.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Monchiero. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MONCHIERO. Rapidissimamente, Presidente, un piccolo contributo: io riconosco che le preoccupazioni che stanno a monte di questo emendamento, e magari anche di qualcuno successivo, sono meritevoli di attenzione.

Detto questo, però, ricordo che il comma 8 dell'articolo 1, disciplinando le situazioni di emergenza, dovrebbe porre al riparo il paziente dal rischio che la sua volontà possa essere espressa malamente, in un contesto nel quale lui non la esprimerebbe, ecco.

Per cui, una volta che il paziente non è più in emergenza , il ricorso alle DAT mi sembra il giusto rispetto della sua volontà e quindi condivido pienamente quello che diceva or ora il collega Burtone.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie Presidente, come sempre l'interpretazione delle norme deve essere sistematica; nel momento in cui, al primo comma, si legge: “un'eventuale futura incapacità di autodeterminarsi”, io credo che non si possa voler dire che si tratta di un'incapacità assolutamente irreversibile, perché se così non fosse si correrebbe il rischio che ad una incapacità transeunte possa corrispondere il momento in cui si applica la DAT, cioè attenzione a questo passaggio.

Noi stiamo legittimando un giudizio medico incerto, invece il medico si deve assumere la responsabilità dell'irreversibilità di quella situazione di incapacità di autodeterminarsi.

Vogliamo un medico che sia consapevole? Abbiamo detto che il medico addirittura è libero da obblighi deontologici in certi frangenti? Bene, il medico si assuma la responsabilità di dire che la DAT si applica quando è irreversibile. Glielo vogliamo dire al medico?

PRESIDENTE. Grazie onorevole Sisto. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Solamente per dichiarare il voto di coscienza del nostro gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. D'accordo, a titolo personale, mi scusi, era la prima del suo gruppo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gigli. Ne ha facoltà.

GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, io credo che il dottor Burtone abbia equivocato tra il comma 8 dell'articolo 1, che si riferisce al consenso espresso da una persona capace di intendere e di volere, e appunto le dichiarazioni anticipate di trattamento.

Guardate, faccio questo mestiere da quarantun anni ormai e posso assicurarvi che le perdite di coscienza transitorie sono numerose e alcune di esse vanno avanti per giorni: che cosa facciamo con queste persone? Costringiamo il medico a dare esecuzione, perché di questo si tratta, in tutti i sensi, alla volontà del paziente, che andrà sicuramente a morte, perché “chi ha avuto ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato ha dato” e non c'è ritorno da questo, oppure lo mettiamo nella condizione di forzare la volontà del paziente, assumendosi la responsabilità, se qualcosa poi va male, che qualcuno lo denunci?

Vi rendete conto di che cosa stiamo legittimando? Io credo che questo è assolutamente da evitare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Calabrò. Ne ha facoltà.

RAFFAELE CALABRO'. Grazie Presidente, come le persone che mi hanno preceduto, anch'io ritengo che in qualche modo bisogna rappresentare in una maniera chiara quando è il momento in cui le dichiarazioni anticipate di trattamento - continuo a chiamarle dichiarazioni - abbiano la loro effettiva funzionalità e a questo proposito io vorrei raccontare un aneddoto, un aneddoto che non è mio.

PRESIDENTE. Ha solo un minuto.

RAFFAELE CALABRO'. Ho solo un minuto? L'aneddoto è un po' lungo e allora lo riassumiamo: un paziente operato, che quindi dopo l'intervento non ha capacità di intendere e di volere e deve rimanere in rianimazione senza capacità di coscienza, se all'improvviso ha bisogno di terapie urgenti che deve fare, tipo una dialisi, siccome ha scritto che laddove si fosse trovato in condizioni di non poter capire non gli andava fatto nulla, questo soggetto rischia di non fare la dialisi e di morire, quando invece con la dialisi si sarebbe salvato.

Quindi, attenzione a non mettere un momento di chiarezza su questo punto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Miotto. Ne ha facoltà.

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Anche su questo siamo chiari, abbiamo il dovere di essere chiari, colleghi: la questione dell'attualità della DAT viene trattata al comma 5, non a questo punto, e al comma 5 si prevede: primo, che c'è il fiduciario; secondo, alcune condizioni nelle quali il medico può disattendere ciò che è scritto nella DAT, alla luce delle richieste che vengono formulate, se ritenute incongrue oppure se non tengono conto di innovazioni di natura medico-scientifica che sono intervenute nel frattempo.

Non siamo così proprio sprovveduti di fronte alla temporanea incapacità di intendere e volere, ne abbiamo parlato per tante ore: pazienza che lo dica chi lo legge per la prima volta, ma non colleghi che su questa questione per giorni, giorni e ore hanno discusso e trovato le soluzioni più opportune (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Con i 60 secondi che in qualche modo ho a disposizione, vorrei invece porre il problema di un'altra tipologia di paziente, il paziente con Alzheimer: quando è che il paziente con Alzheimer non è più in grado di intendere e volere? Qual è quel momento chiave critico, rispetto al quale io potrò applicare o dovrò, secondo la questione diciamo coercitiva che sta assumendo l'articolato della legge, potrò in questo momento intervenire, perché lui non debba andare incontro a ulteriori disagi e sofferenze?

Che cosa significa? Perché noi non stiamo parlando soltanto del paziente critico o del paziente che è postoperatorio, parliamo di queste patologie in cui la perdita di capacità di intendere e volere è lenta e progressiva e costante e continua.

Quando arriva il momento in cui, se lui aveva detto non voglio la PEG, non voglio la nutrizione artificiale, in quel momento, io potrò intervenire per occasionare la sua morte?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marazziti. Ne ha facoltà.

MARIO MARAZZITI. Io penso che il nostro provvedimento, quello su cui stiamo lavorando, sia uno sforzo di convergenze, di equilibrio e di risposta saggia e non estrema, su situazioni che possono essere anche molto diverse e molto estreme. Quindi, gli interventi a favore e contro di singoli emendamenti sarebbe sempre meglio farli, avendo presente l'evoluzione del testo nel suo complesso, e anche dove sta andando il testo, cioè i commi successivi e, anche avendo ascoltato i pareri dati dalla relatrice sui vari emendamenti, avendo un'idea di quali dei temi, magari affrontati in uno o in un altro emendamento, potrebbero o forse troveranno - anzi troveranno perché è stato dato un parere favorevole - a un emendamento che arriva più tardi.

Quindi interverrò di nuovo più tardi, al comma 5, ma volevo rassicurare i tanti dei miei colleghi, che sono intervenuti, che molte delle considerazioni e dei problemi che loro hanno espresso…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole.

MARIO MARAZZITI. …vengono espressi e risolti all'articolo 5, comma 3, nell'emendamento che ho presentato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Avverto che è stata richiesta dal presidente del gruppo Forza Italia, ai sensi dell'articolo 51, comma 2, ultimo periodo del Regolamento, la votazione a scrutinio segreto dell'emendamento 3.33 Palmieri. Tale richiesta può essere accolta in quanto la proposta emendativa in esame incide nel senso chiarito dalla Giunta per il Regolamento, nella seduta del 7 marzo 2002, sull'articolo 32, secondo comma, della Costituzione, richiamato dall'articolo 49, comma 1, del Regolamento. Onorevole Palese? Per sottoscrivere? Sì.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.33 Palmieri, parere contrario della relatrice per la maggioranza, favorevole del relatore di minoranza. Scrutinio segreto.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, alle ore 9,30.

Proposta di trasferimento a Commissione in sede legislativa di una proposta di legge (ore 19,54).

PRESIDENTE. Comunico che sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di domani l'assegnazione, in sede legislativa, della seguente proposta di legge, della quale la sotto indicata Commissione, cui era stata assegnata in sede referente, ha chiesto, con le prescritte condizioni, il trasferimento alla sede legislativa, che proporrò alla Camera, a norma del comma 6 dell'articolo 92 del Regolamento:

alla II Commissione (Giustizia): Verini ed altri: “Modifiche alla tabella A allegata all'ordinamento giudiziario, di cui al regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, relative alle circoscrizioni dei tribunali di Perugia e di Terni, e alla tabella A allegata alla legge 21 novembre 1991, n. 374, relative a uffici del giudice di pace compresi nelle medesime circoscrizioni” (A.C. 2962).

Interventi di fine seduta (ore 19,55).

PRESIDENTE. Hanno richiesto alcuni colleghi di intervenire a fine seduta, chiederei pertanto ai colleghi che intendono uscire dall'Aula di farlo con una certa tranquillità e abbastanza in silenzio.

RAFFAELLA MARIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA MARIANI. Grazie Presidente. Negli ultimi giorni e anche in queste ore, a Lucca e in molte parti del nostro Paese, sono nate spontaneamente mobilitazioni a favore di Gabriele Del Grande, giornalista freelance trattenuto in Turchia presso il centro di identificazione di Mugla. C'è grande emozione. Da oltre dieci giorni Gabriele è trattenuto lontano dalla sua famiglia e con i colleghi Quartapelle, Moscatt, Fanucci e molti altri, senza clamore, stiamo seguendo l'evoluzione della vicenda, in stretto rapporto con il Ministero degli esteri e la diplomazia.

Importante - e ci auguriamo decisivo - è stato oggi il contatto diretto del Ministro Alfano con il suo omologo turco. Da questa telefonata, dal rapporto tra i due ministri, abbiamo avuto rassicurazioni circa il rispetto dei diritti inerenti l'assistenza legale e consolare e le rassicurazioni circa una soluzione rapida della vicenda.

A noi preme confermare alla famiglia la vicinanza e la solidarietà e riaffermare il pieno riconoscimento dei diritti, che a Gabriele sono temporaneamente negati. Noi stiamo con Gabriele e ci auguriamo che tutta l'Aula condivida, senza alcuna strumentalizzazione, un'azione comune in favore di una sua rapida liberazione (Applausi).

MARISA NICCHI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARISA NICCHI. Grazie Presidente. Gabriele Del Grande è un giornalista regista italiano, che si trovava nella zona meridionale della Turchia per fare il suo lavoro. È stato trattenuto, gli è stata tolta la libertà di muoversi. Non è colpevole di niente, se non di avere svolto la sua professione, una professione che ha documentato con il suo osservatorio il fenomeno delle vittime delle migrazioni, delle guerre, dei morti nel Mediterraneo. Ha denunciato l'assurdità delle persecuzioni dei profughi con il film “Io sto con la sposa”, da rivedere in questi giorni, anche come un segno di sostegno al suo prezioso e coraggioso lavoro.

Gabriele Del Grande deve essere rilasciato immediatamente e per questo noi sosteniamo tutte le iniziative istituzionali in corso per la sua liberazione, per la quale chiediamo al Governo la massima determinazione. La Turchia, se vuole dimostrare di essere un Paese rispettoso dei diritti umani, ha l'occasione per farlo, liberando subito Gabriele Del Grande e, nel frattempo, assicurandogli l'assistenza sanitaria e legale indispensabile.

Questa sera a Lucca si svolgerà una manifestazione di solidarietà, altre si moltiplicheranno nelle prossime ore. Noi siamo vicini a tutti i familiari di Gabriele, alla compagna, ai suoi piccoli, agli amici che coraggiosamente hanno deciso di unirsi a Gabriele nello sciopero della fame. Speriamo che questa storia finisca presto e continueremo a mobilitarci per la liberazione di Gabriele Del Grande (Applausi).

COSIMO LATRONICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

COSIMO LATRONICO. Signor Presidente, io la ringrazio per questa opportunità. La giunta regionale della Basilicata, venerdì scorso, ha deliberato la sospensione delle attività del Centro ENI di Viggiano, il centro petrolifero più importante d'Europa. In seguito allo sversamento di serbatoi di petrolio - due su tre serbatoi hanno sversato petrolio -, l'inquinamento è arrivato, signor Presidente, a ridosso del fiume Agri, il fiume che alimenta la diga del Pertusillo. Parliamo della diga che alimenta la Puglia e la Basilicata. I volumi di contaminazione, nei punti osservati, superano cinque volte le soglie consentite. Dopo mesi manca la definizione del perimetro interessato allo sversamento, non sappiamo quanto greggio sia stato sversato, quanto siano state interessate le falde acquifere del bacino idrografico del Pertusillo, a conferma che non esiste una rete di monitoraggio credibile.

Il Governo, signora Presidente, deve venire immediatamente in Aula a riferire, di fronte a un accadimento che potrebbe trasformarsi - e Dio non voglia - in una catastrofe ambientale, sociale ed economica per i riflessi su migliaia di lavoratori e centinaia di imprese. Non si può lasciare da sola una regione, la Basilicata, che ha dato tutto in questi venti anni, senza ricadute reali di fronte allo spettro di una catastrofe ambientale. I lucani chiedono che siano messi in campo da parte del Governo centrale, stante l'acclarata inadeguatezza dei poteri locali, tutte le misure per preservare l'ambiente, per valorizzare il distretto produttivo, per evitare altri danni e conseguenze nefaste (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

MARIA EDERA SPADONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA EDERA SPADONI. Grazie Presidente, a Reggio Emilia ci sono quattro cooperative che hanno subito un crac, un crac di un miliardo e mezzo di euro, stiamo parlando della Unieco, della Coopsette, della CMR e della Orion. Con la liquidazione di Coopsette e Unieco e i concordati CMR e Orion, sono stati sbriciolati seicento milioni di euro in tre anni. Ieri ci sono state 400 persone davanti alla prefettura per una manifestazione organizzata da Federconsumatori. Queste 400 persone sono uomini e donne, sono lavoratori e pensionati, che hanno perso tutto. Hanno perso tutti i loro risparmi per colpa di questi crac. Sono soci che hanno creduto nella cooperazione e hanno depositato i loro risparmi per sostenere la collettività.

I soci chiedono garanzie, trasparenza, vigilanza e soprattutto un fondo che risarcisca. Chi ha causato danni irreparabili a centinaia di famiglie deve pagare. La verità è che in Emilia-Romagna nessuno ha mai capito dove iniziasse il mondo delle cooperative e dove finisse quello della politica. Chiediamo che il Governo intervenga immediatamente.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Grazie Presidente. Il codice della strada è impostato in maniera tale da fare in modo che le amministrazioni, i comuni, non siano particolarmente incentivati a fare cassa con le multe, perché devono destinare delle quote molto specifiche di quelle entrate alla sicurezza stradale. Questo riguarda sia le multe in genere, sia le multe in particolare con gli autovelox.

Su questo secondo argomento in particolare, la Camera si è espressa in maniera unanime, col Governo favorevole, per fare in modo che ci sia una normativa molto più stringente in ordine alla destinazione di queste multe che impedisca ai comuni di far cassa proprio con gli autovelox. Ora io nel sollecitare un'interrogazione al Governo su quando e come intenda adempiere agli impegni che si è preso in quest'Aula, con un voto all'unanimità, anche in relazione al deposito dell'elenco dei comuni che adempiono all'obbligo di consegnare la relazione su quante multe fanno, quante ne fanno con gli autovelox, e credibilmente anche di come queste multe vengano gestite, Presidente, denuncio in questa Assemblea che i bene informati sostengono che il Governo stia preparando un provvedimento che, di fatto, lascerebbe mano libera ai comuni più grandi, cioè alle città metropolitane, di fare multe selvagge destinandole genericamente alla funzione di viabilità e alla polizia locale, il che significa di fatto coprire interamente le poste di queste spese di bilancio con le multe e quindi creare una situazione assolutamente selvaggia e indiscriminata.

FABIANA DADONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIANA DADONE. Grazie Presidente, ieri in provincia di Cuneo, per la precisione a Fossano, è crollato un viadotto della tangenziale, avete visto le immagini che sono passate su tutti i giornali. Per fortuna non c'è stata nessuna vittima rimasta schiacciata sotto l'auto dei carabinieri che facevano un posto di blocco e che per fortuna si sono spostati in tempo. Non è la prima volta nella nostra nazione che crolla una strada così, in testa a delle persone. Per fortuna ieri non ci sono state vittime, lo ripeto. In alcuni casi è stato per vizi di manutenzione, invece pare che il crollo di ieri sia addirittura per vizio di costruzione, quindi volendo anche peggio della mancanza di manutenzione.

Abbiamo presentato un'interpellanza stamattina in merito per chiedere al Ministero di vigilare su quelle che sono le funzioni dell'ANAS, all'ANAS di documentare i controlli che effettivamente fanno, perché le questioni delle manutenzioni delle strade sono prioritarie per i cittadini.

Io so che all'interno di questo palazzo sembra tutto differente e si discute per settimane di argomenti che non sono così nodali per i cittadini, ma alle persone non importano le grandi opere quanto piuttosto la manutenzione di quelle che sono le opere principali come le strade su cui passano tutti i giorni e su cui purtroppo certe volte perdono la vita a causa dei crolli.

Io faccio questo intervento per sottolineare l'attenzione del Parlamento e dei colleghi che sono rimasti fino a quest'ora in Aula e del Governo a non far calare l'attenzione su questo argomento, visto che probabilmente domani calerà, ma è importante invece che lo si monitori e si faccia qualcosa veramente utile per il Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

ERNESTO PREZIOSI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERNESTO PREZIOSI. Gianfranco Sabbatini nasce a Pesaro l'11 settembre del 1932, nella città delle Marche trascorre l'intera sua esistenza sino alla morte, giunta nell'aprile scorso. Laureato in giurisprudenza nell'Ateneo urbinate ha esercitato la professione di avvocato che ha caratterizzato la sua biografia insieme all'impegno politico e al ruolo svolto dal mondo del credito.

Si forma nelle file della Gioventù Cattolica di Carlo Carretto dove stringe un forte legame di amicizia con l'allora presidente diocesano Gianfranco Gaudiano che diventerà in seguito sacerdote animatore di numerose opere sociali. Si iscrive giovanissimo alla Democrazia cristiana che a Pesaro ha come principali referenti Arnaldo Forlani e Giovanni Venturi. La militanza politica nelle file della Dc lo vede spendersi nella vita del partito e nell'impegno amministrativo negli anni in cui dopo la ricostruzione si pongono le premesse dello sviluppo del territorio. Della DC sarà segretario provinciale, segretario regionale, eletto a più riprese in consiglio comunale, sarà anche capogruppo di minoranza. Si segnalerà sempre per la capacità di dialogo e di collaborazione nell'interesse della città e dei suoi abitanti. Nel 1972 è eletto al Parlamento vi starà per tre legislature fino al 1983, ricoprendo vari incarichi importanti: membro della Commissione giustizia, di cui sarà anche vicepresidente, sarà relatore del nuovo codice di procedura penale. Negli anni della segreteria De Mita è chiamato all'incarico di responsabilità degli enti locali. Nella seconda metà degli anni Novanta, dopo la fine dell'esperienza democratico-cristiana, Sabbatini aderisce al Partito Popolare prima e quindi alla Margherita e al Partito Democratico. La politica non è più quella dei suoi tempi degli anni giovanili e gli riserva varie delusioni. Resta l'attenzione per i problemi del territorio, per la città, per le sue dinamiche sociali ed economiche. La sua lettura dei fatti, il suo punto di vista, costituiscono sempre un valido confronto, anche per questo può essere ricordato alle nuove generazioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Organizzazione dei tempi per l'esame di un disegno di legge (ore 20,08).

PRESIDENTE. Avverto che nell'allegato A del resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicato lo schema recante l'organizzazione dei tempi per l'esame del disegno di legge 3671-ter-A e abb. “Delega al Governo in materia di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza”.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Giovedì 20 aprile 2017, alle 9,30:

1.  Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

MANTERO ed altri; LOCATELLI ed altri; MURER ed altri; ROCCELLA ed altri; NICCHI ed altri; BINETTI ed altri; CARLONI ed altri; MIOTTO ed altri; NIZZI ed altri; FUCCI ed altri; CALABRO' e BINETTI; BRIGNONE ed altri; IORI ed altri; MARZANO; MARAZZITI ed altri; SILVIA GIORDANO ed altri: Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento. (C. 1142-1298-1432-2229-2264-2996-3391-3561-3584-3586-3596-3599-3630-3723-3730-3970-A)

Relatori: LENZI, per la maggioranza; CALABRÒ, di minoranza.

2.  Assegnazione a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 2962.

3.  Seguito della discussione delle mozioni Vezzali ed altri n. 1-01511, Di Vita ed altri n. 1-00293, Lenzi ed altri n. 1-01437, Cimbro ed altri n. 1-01494, Rondini ed altri n. 1-01567, Gregori ed altri n. 1-01568, Palese ed altri n. 1-01570, Vargiu ed altri n. 1-01572, Calabrò e Bosco n. 1-01573, Gigli ed altri n. 1-01574, Rampelli ed altri n. 1-01575 e Centemero e Occhiuto n. 1-01576 concernenti iniziative volte alla prevenzione dell'HIV/AIDS e delle malattie sessualmente trasmissibili.

4.  Seguito della discussione della proposta di legge:

DAMBRUOSO ed altri: Misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell'estremismo violento di matrice jihadista. (C. 3558-A)

Relatori: POLLASTRINI, per la maggioranza; LA RUSSA, di minoranza.

5.  Seguito della discussione della proposta di legge:

S. 119-1004-1034-1931-2012 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: D'ALI'; DE PETRIS; CALEO; PANIZZA ed altri; SIMEONI ed altri: Modifiche alla legge 6 dicembre 1991, n. 394, e ulteriori disposizioni in materia di aree protette (Approvata, in un testo unificato, dal Senato). (C. 4144-A)

e delle abbinate proposte di legge: TERZONI ed altri; MANNINO ed altri; TERZONI ed altri; BORGHI ed altri. (C. 1987-2023-2058-3480)

Relatore: BORGHI.

6.  Seguito della discussione delle mozioni Lupi ed altri n. 1-01525, Palese ed altri n. 1-01545, Sorial ed altri n. 1-01546, Franco Bordo ed altri n. 1-01548, Allasia ed altri n. 1-01550 e Marcon ed altri n. 1-01555 concernenti iniziative volte all'estensione dei cosiddetti poteri speciali del Governo al fine di salvaguardare gli assetti proprietari delle aziende italiane di rilevanza strategica.

7.  Seguito della discussione dei disegni di legge:

Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo di cooperazione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo degli Emirati Arabi Uniti, nell'ambito della cultura, arte e patrimonio, fatto a Dubai il 20 novembre 2012; b) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Malta in materia di cooperazione culturale e di istruzione, fatto a Roma il 19 dicembre 2007; c) Accordo di cooperazione scientifica e tecnologica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Montenegro, fatto a Podgorica il 26 settembre 2013; d) Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Senegal, fatto a Roma il 17 febbraio 2015; e) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica slovacca sulla cooperazione in materia di cultura, istruzione, scienza e tecnologia, fatto a Bratislava il 3 luglio 2015; f) Accordo di collaborazione nei settori della cultura e dell'istruzione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Slovenia, fatto a Roma l'8 marzo 2000. (C. 3980-A)

Relatore: FEDI.

S. 2194 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo di Barbados per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, fatta a Barbados il 24 agosto 2015 (Approvato dal Senato). (C. 4226)

Relatrice: LA MARCA.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo di Costa Rica sullo scambio di informazioni in materia fiscale, con Allegato, fatto a Roma il 27 maggio 2016. (C. 4254)

Relatrice: LA MARCA.

Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo euromediterraneo nel settore del trasporto aereo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e il Governo dello Stato d'Israele, dall'altro, fatto a Lussemburgo il 10 giugno 2013; b) Accordo sullo spazio aereo comune tra l'Unione europea e i suoi Stati membri e la Repubblica moldova, fatto a Bruxelles il 26 giugno 2012; c) Accordo sui trasporti aerei fra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, gli Stati Uniti d'America, d'altro lato, l'Islanda, d'altro lato, e il Regno di Norvegia, d'altro lato, con Allegato, fatto a Lussemburgo e Oslo il 16 e il 21 giugno 2011, e Accordo addizionale fra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, l'Islanda, d'altro lato, e il Regno di Norvegia, d'altro lato, riguardante l'applicazione dell'Accordo sui trasporti aerei fra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, gli Stati Uniti d'America, d'altro lato, l'Islanda, d'altro lato, e il Regno di Norvegia, d'altro lato, fatto a Lussemburgo e Oslo il 16 e il 21 giugno 2011. (C. 2714)

Relatore: FEDI.

8.  Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

FIORIO ed altri; CASTIELLO ed altri: Disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico.

(C. 302-3674-A)

Relatrice: TERROSI.

9.  Seguito della discussione del disegno di legge:

Disposizioni per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci e Raffaello Sanzio e dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. (C. 4314-A)

e dell'abbinata proposta di legge: GIANLUCA PINI ed altri. (C. 4252)

Relatrice: PICCOLI NARDELLI.

10.  Seguito della discussione della proposta di legge:

ERMINI: Modifica all'articolo 59 del codice penale in materia di legittima difesa. (C. 3785-A/R)

e delle abbinate proposte di legge: MOLTENI ed altri*; LA RUSSA ed altri; MAROTTA e SAMMARCO;   MOLTENI ed altri; FAENZI; GELMINI ed altri; GREGORIO FONTANA ed altri; FORMISANO e PORTAS; MOLTENI ed altri. (C. 2892-3380-3384-3419-3424-3427-3434-3774-3777)

Relatori: ERMINI, per la maggioranza; LA RUSSA e MOLTENI, di minoranza.

*Tutti i deputati firmatari della proposta di legge hanno ritirato la propria sottoscrizione dopo la conclusione dell'esame in sede referente.

11.  Seguito della discussione delle mozioni Marcon ed altri n. 1-01589, Capezzone ed altri n. 1-01600, Caso ed altri n. 1-01601, Melilla ed altri n. 1-01602 e Brunetta n. 1-01604 concernenti la questione dell'inserimento del cosiddetto Fiscal compact nei Trattati europei, nonché le politiche economiche e di bilancio dell'Unione europea.

12.  Seguito della discussione delle mozioni Rosato ed altri n. 1-01508, Binetti ed altri n. 1-01558, Cominardi ed altri n. 1-01559, Rampelli ed altri n. 1-01561, Ricciatti ed altri n. 1-01562, Palese ed altri n. 1-01571, Allasia ed altri n. 1-01607 e Catalano ed altri n. 1-01608 in materia di robotica ed intelligenza artificiale.

La seduta termina alle 20,10.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

  nelle votazioni nn. 1 e 2 la deputata Gnecchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 1, 2 e 39 il deputato Senaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 9 il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 4 il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 5 e 28 la deputata Bargero ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 6 il deputato Catanoso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni dalla n. 10 alla n. 14 la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare;

  nella votazione n. 14 le deputate Paola Bragantini e Braga hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 14 il deputato Nastri ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

  nella votazione n. 14 i deputati D'Ambrosio, Nicola Bianchi e Simone Valente hanno segnalato che hanno erroneamente votato a favore mentre avrebbero voluto astenersi dal voto;

  nella votazione n. 15 la deputata Iacono ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni nn. 15, 31 e 38 il deputato Manfredi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni dalla n. 16 alla n. 18 e nelle votazioni nn. 30 e 39 il deputato Manfredi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 21, 22 e 25 la deputata Tartaglione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 23 e 24 il deputato Matteo Bragantini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 23, 24 e 26 la deputata Tartaglione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 24 il deputato Marazziti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni nn. 25 e 32 il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 26 il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 29 la deputata Bargero ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 29 la deputata Locatelli ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

  nella votazione n. 30 i deputati Giovanna Sanna, Matarrese, Vargiu e Dambruoso hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 32 il deputato Matteo Bragantini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 32 le deputate Sarti e Bonomo hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 32 alla n. 38 il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 33 il deputato Pagani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 37 la deputata Businarolo ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

  nella votazione n. 38 la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare;

  nella votazione n. 38 la deputata Stella Bianchi ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

  nella votazione n. 38 la deputata Paris ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 39 i deputati Paris e Senaldi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale T.U. Pdl 1142-A - em. 1.257 365 363 2 182 57 306 81 Resp.
2 Nominale em. 1.251 372 370 2 186 61 309 81 Resp.
3 Nominale em. 1.550 383 381 2 191 360 21 78 Appr.
4 Nominale em. 1.281 408 404 4 203 146 258 75 Resp.
5 Nominale em. 1.315 407 403 4 202 113 290 75 Resp.
6 Nominale subem. 0.1.551.3 399 373 26 187 50 323 74 Resp.
7 Nominale subem. 0.1.551.2 403 401 2 201 72 329 73 Resp.
8 Nominale subem. 0.1.551.1 402 366 36 184 39 327 74 Resp.
9 Nominale em. 1.551 411 401 10 201 281 120 70 Appr.
10 Segreta em. 1.341 417 417 0 209 82 335 69 Resp.
11 Nominale em. 1.343 383 380 3 191 99 281 69 Resp.
12 Nominale em. 1.552 380 375 5 188 374 1 69 Appr.
13 Nominale articolo 1 390 384 6 193 326 58 69 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale art. agg. 1.01 rif. 337 244 93 123 240 4 69 Appr.
15 Nominale em. 2.6 rif. 344 322 22 162 321 1 98 Appr.
16 Nominale em. 2.8 383 377 6 189 65 312 92 Resp.
17 Nominale em. 2.10 378 376 2 189 55 321 92 Resp.
18 Nominale em. 2.11 387 380 7 191 108 272 92 Resp.
19 Nominale em. 2.12 390 378 12 190 70 308 91 Resp.
20 Nominale em. 2.13 393 367 26 184 320 47 90 Appr.
21 Nominale em. 2.60, 2.61 400 395 5 198 73 322 89 Resp.
22 Nominale em. 2.15 400 368 32 185 37 331 89 Resp.
23 Nominale em. 2.17 398 392 6 197 328 64 89 Appr.
24 Nominale em. 2.42 399 375 24 188 374 1 89 Appr.
25 Nominale em. 2.21 409 402 7 202 75 327 88 Resp.
26 Nominale em. 2.25 404 398 6 200 379 19 88 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 2.30, 2.32 404 396 8 199 66 330 89 Resp.
28 Nominale em. 2.38 399 396 3 199 112 284 88 Resp.
29 Nominale em. 2.550 403 401 2 201 400 1 88 Appr.
30 Nominale em. 2.41 404 398 6 200 110 288 87 Resp.
31 Nominale articolo 2 402 398 4 200 376 22 87 Appr.
32 Nominale em. 3.14 396 391 5 196 72 319 83 Resp.
33 Nominale em. 3.15 399 396 3 199 72 324 82 Resp.
34 Nominale em. 3.17 rif. 409 301 108 151 301 0 83 Appr.
35 Nominale em. 3.20 404 399 5 200 70 329 82 Resp.
36 Nominale em. 3.21 401 385 16 193 64 321 83 Resp.
37 Nominale em. 3.24 401 347 54 174 114 233 82 Resp.
38 Nominale em. 3.25, 3.26 338 335 3 168 313 22 79 Appr.
39 Nominale em. 3.28 368 364 4 183 104 260 79 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 41)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale em. 3.400 373 366 7 184 325 41 79 Appr.
41 Segreta em. 3.33 375 375 0 188 71 304 79 Resp.