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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 771 di venerdì 31 marzo 2017

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

La seduta comincia alle 9,50.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FERDINANDO ADORNATO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

  (È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bindi, Matteo Bragantini, Bratti, Capelli, Castelli, Dellai, Di Gioia, Epifani, Fedriga, Ferranti, Garofani, Losacco, Manciulli, Marazziti, Marcon, Miccoli, Migliore, Morassut, Pes, Picchi, Pisicchio, Portas, Rampelli, Rosato, Sanga, Sani, Valeria Valente e Valentini sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente centosette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 9,52).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Iniziative di competenza, anche in sede di recepimento della normativa dell'Unione europea, volte a contrastare l'inquinamento atmosferico, con particolare riferimento al traffico aereo – n. 2-01714)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interpellanza urgente all'ordine del giorno dei deputati Pellegrino e Marcon n. 2-01714 (Vedi l'allegato A).

Chiedo alla deputata Serena Pellegrino se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente, sottosegretaria. Con questa interpellanza urgente ho voluto porre all'attenzione una questione di cui si parla da tempo, ma purtroppo senza esito.

Il tema è quello dell'inquinamento atmosferico provocato dei gas di scarico delle turbine dei velivoli e di quali siano gli effetti sull'ambiente e sulla salute umana ed animale di una simile attività.

Se negli ultimi anni gli incidenti aerei hanno ucciso circa mille persone l'anno, le emissioni inquinanti provocano, secondo una recente ricerca del MIT, il Massachusetts Institute of Technology, coordinata da Steven Barrett e riferita già dal National Geographic Italia del 13 ottobre del 2010, circa 10 mila vittime.

Negli studi precedenti si presumeva che le emissioni inquinanti danneggiassero le persone durante le fasi di decollo e atterraggio. La nuova ricerca è la prima a fornire una stima complessiva del numero di morti premature determinate dai gas di scarico dei velivoli.

Sempre secondo il citato studio, gli scarichi degli aerei, come quelli degli autoveicoli, contengono una grande varietà di agenti inquinanti, come l'anidride solforosa e gli ossidi di azoto. La maggior parte di queste particelle inquinanti sono minuscole, larghe la centomilionesima parte di un pollice, che è 2,54 centimetri, o sono anche più sottili di un capello umano. È riconosciuto che le cosiddette polveri sottili sono il maggior responsabile dei danni alla salute umana specialmente se, una volta inalate nei polmoni, entrano in circolo nel flusso sanguigno: questo è il giudizio ancora non confutato degli scienziati.

Le simulazioni sono basate su dati sperimentali e hanno registrato sia gli spostamenti delle particelle inquinanti nell'atmosfera sia le emissioni inquinanti causate da trasporti internazionali, specialmente in Asia e Nord America. Lo studio ha tenuto conto della distribuzione della popolazione mondiale e di come le rotte aeree potrebbero accrescere il rischio di morte. Complessivamente il gruppo di ricerca ha stimato che otto mila morti all'anno sono il risultato di inquinamento derivante da aerei che volano ad altitudini di circa 10 mila metri, mentre due mila sarebbero le vittime causate dagli scarichi inquinanti emessi durante le fasi di decollo e atterraggio.

Secondo quanto riferito, è la stessa Organizzazione mondiale della sanità che ritiene che l'inquinamento atmosferico sia una delle cause più comuni delle malattie respiratorie e cardiovascolari, compreso il cancro ai polmoni, fino a causare la morte.

Dobbiamo ammettere che, come legislatori, sottosegretaria, siamo stati miopi di fronte a questo dato oggettivamente allarmante. Il traffico aereo è destinato nel tempo ad aumentare, ma sembra che questo non desti interesse. Nel dibattito comune non si considera mai che dai velivoli esca gas di scarico, ma soprattutto che possa essere nocivo avendolo a così tanta distanza: in fondo un aereo scarica a 10 chilometri sopra le nostre teste, ci sembra lontanissimo.

Ci allarma che negli stessi accordi di Parigi siano stati esclusi gli effetti del traffico aereo dagli impegni dei governi mondiali, compreso il nostro, nella riduzione delle emissioni inquinanti.

Sempre secondo il riferito studio americano, possiamo sapere che, quando un aereo vola ad altitudine da crociera sopra le nuvole, i venti possono spandere lontano gli agenti inquinanti, permettendo ai venti stessi di spostare queste sostanze e farle cascare a terra a distanze fino a 10 mila chilometri ad est dalla rotta dell'aereo. Negli Stati Uniti i morti per le emissioni inquinanti dagli aerei ammontano a 450 ogni anno, appena un settimo di quanto aspettato se gli agenti inquinanti cascassero perpendicolarmente verso terra dall'aereo.

Questo negli Stati Uniti, e in Europa? Come rappresentato nell'interpellanza, l'Agenzia europea dell'ambiente, nel rapporto “Qualità dell'aria in Europa”, del gennaio 2017, riferisce che l'inquinamento atmosferico è il fattore principale di rischio ambientale per la salute, contribuisce alla diffusione di gravi patologie e causa 467.000 decessi prematuri ogni anno. Mentre l'ISDE, la Società internazionale dei medici per l'ambiente, dichiara che gravi danni alla salute sono prodotti da metalli pesanti e particolato ultrafine. Studi condotti presso l'aeroporto di Zurigo dall'Institute of Atmosferic and Climate Science ci rilevano, attraverso un monitoraggio della composizione chimica dei gas di scarico delle turbine dei velivoli, di numerosi composti metallici mescolati con le particelle di fuliggine, tra cui alluminio, bario, manganese e ferro: tutte sostanze tossiche ed inquinanti, che sono state immesse in atmosfera. Risulta evidente che tali sostanze non voleranno per sempre lontano da noi, ma sono loro stesse l'aria che respiriamo e il cibo che noi mangiamo, con danni all'ambiente e conseguentemente alla nostra salute.

In Italia che cosa accade? Da un'analisi effettuata dall'ARPA Umbria (rapporto RP-2017-211) sono stati riscontrati dati allarmanti, in data 9 gennaio 2017, in zona San Venanzo, all'altitudine di 500 metri, in una zona agricola, con evidenti concentrazioni di sostanze come alluminio e bario ben superiori alla soglia prevista.

Vorrei ricordare che queste preoccupazioni partono da lontano. La Commissione europea, nella risposta del 26 giugno 2007 all'interrogazione posta il 10 maggio dello stesso anno da Erik Meijer, non ha potuto escludere che il rilascio di bario, alluminio o ferro dagli scarichi aerei su larga scala possa produrre effetti sulla salute e sull'ambiente, influenzare le precipitazioni e il cambiamento climatico.

Vi è poi un capitolo che si interseca con quello dell'inquinamento atmosferico e che ci riporta alla geoingegneria, che non è nient'altro che l'illusione dell'uomo di poter agire a suo piacimento attraverso modificazioni del clima per trarne vantaggio.

Credo che nessuno di noi possa rimanere inerme davanti alla risposta del 21 maggio 2012 all'interrogazione posta il 15 marzo 2012 da Oreste Rossi, che ho citato anche nell'interpellanza. In quella risposta la Commissione europea si dichiara a conoscenza di programmi di ricerca che comportano il rilascio da parte di aeromobili di determinate sostanze di marcatura innocua e aggiunge di non essere a conoscenza di emissioni “deliberate” di sostanze tossiche quali i metalli pesanti. E noi, lo siamo, a conoscenza, sottosegretaria?

Ma lo storico delle interrogazioni non finisce qui. Ancor prima, nella risposta del 16 giugno del 2011 all'interrogazione dell'11 luglio 2011, proposta da Nessa Childers, la Commissione precisava che non sono imposti obblighi di sicurezza, dalla legislazione dell'Unione europea, alle imprese che fabbricano, importano e usano sostanze o prodotti chimici per modificare il clima o per applicazioni geoingegneristiche e che numerose lacune esistono ancora in materia.

Sono citati nella mia interpellanza tutti i danni provocati alla salute dall'esposizione a metalli pesanti. Siamo quindi qui a chiedere quali misure il Governo italiano e il Ministero che lei rappresenta intende adottare per mitigare questi effetti nocivi sull'ambiente, quale iniziativa voglia intraprendere nell'ambito delle proprie competenze per garantire, nel recepimento della normativa dell'Unione europea, la tutela del diritto alla salute e alla vita, dell'integrità dell'ambiente e dell'equilibrio degli ecosistemi e delle biodiversità, come intende attivarsi per promuovere tutte le possibili attività di monitoraggio e controllo da parte dell'ANPA sullo stato dell'aria, dell'acqua e del territorio, a cominciare dalle zone circostanti agli aeroporti e avendo riguardo anche al traffico aereo e ai relativi inquinanti in questione.

Se non ritenga, infine, nelle more, di costituire un tavolo tecnico interistituzionale con la presenza dell'Istituto superiore della sanità, dell'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente, dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e di altri soggetti interessati, nell'attesa dell'integrazione, ovviamente, della normativa in questione.

PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare, Silvia Velo, ha facoltà di rispondere.

SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Grazie, Presidente. Con riferimento alle questioni poste, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta in via preliminare che, secondo la ripartizione delle competenze nazionali, è il Ministero dei Trasporti a seguire i gruppi tecnici internazionali in materia di omologazione di veicoli, così come è lo stesso Ministero a procedere al recepimento delle direttive emanate a livello comunitario. Compito del Ministero dell'Ambiente, invece, è fornire supporto al Ministero dei Trasporti su tematiche relative alle emissioni trattate in ambito internazionale.

A tal proposito, si fa presente, con riferimento al monitoraggio sulla qualità dell'aria nelle aree adiacenti agli aeroporti, che ad oggi le norme comunitarie e nazionali in materia di qualità dell'aria già prevedono che tutto il territorio nazionale sia sottoposto a valutazione e, laddove i livelli di inquinamento siano troppo alti, siano adottate opportune misure di mitigazione. Ciò al fine di evitare l'esposizione della popolazione a livelli di inquinamento troppo elevati.

In tale quadro, le regioni, autorità competenti alla valutazione e gestione della qualità dell'aria in Italia, hanno il compito di predisporre i propri programmi di valutazione individuando i siti su cui effettuare il monitoraggio, così come le ulteriori tecniche di valutazione da utilizzare. Spetta, pertanto, a tali soggetti, che conoscono nel dettaglio le proprie fonti di emissione, così come le caratteristiche del territorio, individuare tutti i siti da sottoporre a monitoraggio, compresi quelli che possono essere fortemente influenzati dalla presenza di un aeroporto, al fine, successivamente, di valutare le ricadute sulla qualità dell'aria, e quindi di individuare eventuali misure di risanamento.

Per quanto riguarda, inoltre, la fenomenologia delle “scie chimiche”, l'ISPRA ha fatto presente che è stata effettuata un'approfondita ricerca sul tema. In particolare, la ricerca è stata svolta consultando, presso l'Istituto superiore di sanità, il catalogo online della biblioteca che contiene tutte le pubblicazioni a stampa in arrivo corrente dal 1985 e dove sono, altresì, presenti tutti i titoli di periodici, tutte le monografie edite dal 1977, tutte le pubblicazioni dell'OMS, numerose pubblicazioni in serie e un significativo numero di rapporti scientifici. La ricerca ha incluso, inoltre, numerosi dati ricavati da migliaia di riviste scientifiche.

All'esito di tale ricerca, l'ISPRA ha rappresentato che non sono stati individuati articoli scientifici, monografie, documenti tecnici o altro che trattassero il tema in oggetto. Questo confermerebbe il parere già espresso da numerosi enti governativi e scienziati, i quali hanno ripetutamente negato l'esistenza delle scie chimiche.

Occorre, ad ogni modo, evidenziare che nei gas di scarico dei veicoli aerei sono sicuramente presenti una serie di contaminanti organici e inorganici, inclusi metalli pesanti quali, ad esempio, il bario e l'alluminio, e che, allo stato attuale, per le concentrazioni in aria ambiente, non esistono soglie di riferimento per questi metalli. A tal proposito, si ricorda che il decreto legislativo n. 155 del 2010 sulla qualità dell'aria, di recepimento della direttiva n. 50 del 2008, contempla valori limite di concentrazione solo per un set limitato di metalli nel PM10: l'arsenico, il cadmio, il nichel e il piombo. Ai fini di una completa valutazione della questione in argomento, è opportuno, peraltro, rappresentare alcuni dati in possesso dell'Istituto superiore di sanità.

In particolare, tenuto conto che l'inquinamento atmosferico è costituito da una miscela di sostanze tra le quali il particolato fine e ultrafine, nonché una serie di microinquinanti, inclusi i metalli pesanti, adesi al particolato, il predetto Istituto ha fatto presente che non vi è contraddizione tra le valutazioni dell'Agenzia europea dell'ambiente e quelle dell'ISDE, in quanto gli effetti sanitari che si osservano per l'esposizione all'inquinamento atmosferico sono riconducibili al mix di sostanze in aria a cui si è esposti. Proprio in riferimento alle caratteristiche di questo mix di sostanze, l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro nel 2013 ha classificato l'inquinamento atmosferico cancerogeno per l'uomo, inserendolo nel gruppo 1, in quanto esistono prove sufficienti che sia cancerogeno per gli esseri umani. L'Istituto superiore di sanità ha fatto presente, inoltre, di aver effettuato nel 2015 la misurazione di alcuni metalli pesanti nel particolato sospeso PM10 nell'area dell'aeroporto internazionale di Fiumicino.

Durante il periodo di rilevamento, durato circa due mesi, le concentrazioni medie di alluminio e bario sono risultate dello stesso ordine di grandezza di quanto misurato in aria nelle aree urbane.

In aggiunta a quanto riportato, si fa presente, comunque, che sono in atto progetti di ricerca e sviluppo per definire alternative all'uso di sostanze classificate come “estremamente preoccupanti” in base a quanto previsto dalla normativa REACH sulle sostanze chimiche. Ad esempio, nell'ambito della legge n. 46 del 1982, sono stati stanziati finanziamenti per progetti industriali innovativi volti alla sostituzione nei processi produttivi di sostanze chimiche “estremamente preoccupanti”, come quelle cancerogene/mutagene/tossiche per la riproduzione (CMR), quelle persistenti/bioaccumulabili/tossiche (PBT), quelle molto persistenti/molto bioaccumulabili (vPvB) o interferenti endocrini.

Sono stati presentati numerosi progetti industriali innovativi che hanno riguardato anche il settore aerospaziale, in particolare fabbricazione di aeromobili e missilistica. Data la rilevanza dell'inquinamento atmosferico sulla salute umana, si segnala che l'Istituto superiore di sanità si è reso disponibile a partecipare a un tavolo tecnico con le altre istituzioni per approfondire la tematica.

Alla luce delle informazioni esposte, il Ministero dell'Ambiente, per quanto di competenza, procederà ad attivare i contatti con il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e con il Ministero della Salute al fine di valutare, appunto, la possibilità di costituire un gruppo di lavoro sul tema, anche alla luce delle esperienze e dei dati disponibili sopra esposti.

PRESIDENTE. La deputata Pellegrino ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.

SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. La risposta è stata molto esaustiva; ringrazio la sottosegretaria Velo per i dettagli che ci ha dato e che, purtroppo, confermano anche le nostre preoccupazioni, però devo dire che sono sufficientemente soddisfatta, perché l'impegno che la sottosegretaria si è presa di creare questo tavolo di lavoro con gli altri ministeri credo che sia un grande passo avanti.

Noi dovremmo anche pensare di attrezzarci per i prossimi impegni internazionali, di essere noi, forse anche, magari capofila in questa direzione, perché i cittadini, purtroppo, ce lo richiedono e il principio di precauzione anche ce lo richiede nella stessa misura. Però, come lei saprà, è noto anche che, quando è stato redatto il documento che sanciva gli Accordi di Parigi nel dicembre 2015, dove noi abbiamo partecipato attivamente, il tema inerente il traffico aereo è rimasto clamorosamente escluso, e non certo, ovviamente, perché gli aerei non immettano in atmosfera tonnellate di CO2, visto che utilizzano combustibili fossili, come abbiamo già anche evidenziato e come si è evidenziato nella risposta.

Riteniamo, però, sottosegretaria, che adottare una serie di misure volte a monitorare anche i nostri cieli, non soltanto delegando le regioni, ma anche facendo un'operazione di collettore come Ministero, sia, come dicevo prima, il principio di precauzione e anche di buonsenso, dal momento che si tratta dell'aria che noi tutti respiriamo e abbiamo questa grande responsabilità nei confronti dei cittadini. E vorrei anche che avessimo maggiore attenzione soprattutto per coloro che vivono nelle aree limitrofe agli aeroporti, perché sappiamo che proprio attorno agli aeroporti le concentrazioni di sostanze, come da lei descritto, di alluminio e bario, e non solo, sono ben superiori alla soglia prevista.

E, quindi, io davvero mi aspetto da parte di questo Ministero che tutela l'ambiente, a noi insomma ormai comune, che si impegni; e noi, devo dirle la verità, sottosegretaria, saremo totalmente disponibili con lei in questa direzione.

Vorrei appunto, a tal proposito, ricordare anche che esiste la commissione interministeriale, proprio istituita dal Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare in materia di disciplina dei combustibili aventi rilevanza ai fini dell'inquinamento atmosferico, che però non prende in esame quei vettori che, attraversando l'atmosfera, modificano oggettivamente la qualità dell'aria.

Ritengo, quindi, che forse potrebbe già essere quello un tavolo, quella commissione, che possa ampliare le sue prerogative e i suoi compiti, proprio sulla questione dell'inquinamento atmosferico dovuto ai gas di scarico delle turbine dei velivoli; ciò laddove non fosse possibile eventualmente costituire una nuova commissione, appunto come diceva lei, interministeriale, e che risponda a tutti quei cittadini che tutti i giorni, alzando gli occhi, si ritrovano una cappa quasi opprimente.

Vorrei evidenziare una cosa, però, Presidente, anche in questa sede: una questione spinosa, che ritengo non abbia avuto sufficienti parole nel nostro Paese, ma che per contro è stata oggetto anche di seminari durante la XXI Conferenza delle parti, ovvero le applicazioni geoingegneristiche.

Richiamo qui la risposta scritta che mi venne proprio rilasciata da lei, sottosegretaria, in Commissione ambiente a seguito dell'interrogazione n. 5-09432 dello scorso anno, di cui mi ritenevo assolutamente soddisfatta, lei se lo ricorderà. In via preliminare si faceva richiamo alle tecniche di geoingegneria ed ai metodi di gestione della radiazione solare, le SRM. La materia oggi è diventata di grande attualità, l'abbiamo visto: sono proprio di questi giorni alcuni servizi giornalistici, non ultimo quello trasmesso il 27 marzo dal TG2 nell'edizione serale. Dalle informazioni si evince che, attraverso una ricerca scientifica condotta dalla prestigiosa università di Harvard, si vogliono rassicurare i cittadini informandoli dell'avvio di questa pratica volta a mitigare il riscaldamento globale attraverso “uno scudo chimico in cielo - lo cito testualmente - condotto con imprecisati palloni aerostatici”. I più attenti si ricorderanno che, in verità, lo studio a cui si fa riferimento non è di imminente attualità, ma risale nel tempo sino al suo padre fondatore Edward Teller. Questo, da una parte.

Ora non si potrà negare, essendo di evidenza pubblica, quella che fu la proposta emersa al termine del convegno svoltosi nell'ambito di COP21 a Parigi, dal titolo (lo dico in italiano così tutti lo comprendono) La CO2 paradosso: rifiuti o risorsa?, di barattare il contenimento delle temperature entro il limite di 1,5 gradi in cambio di CCS, ossia la geoingegneria per la cattura e lo stoccaggio di CO2 nei fondali marini. Attraverso questa tecnica, le società petrolifere proponenti delle operazioni di geoingegneria già in corso da vent'anni, così come dichiarato da loro stesse durante il convegno, continuano a proporre soluzioni per il controllo del clima attraverso lo stoccaggio di gas climalteranti. Questa tecnica, rispetto a quella denunciata recentemente, è però estremamente più costosa: tant'è che proprio in quella sede gli scienziati che erano presenti in quella sede, che rappresentavano i proponenti, avanzarono l'ipotesi di chiedere ai Governi di sovvenzionarla attraverso la carbon tax; io in quella sede sono intervenuta, sottosegretaria, e ho detto che mi sembrava proprio una follia, che attraverso la carbon tax loro stessi poi utilizzassero quella fonte economica per lo stoccaggio della CO2. E come ho già dichiarato più volte, e soprattutto durante la COP21, in questo modo si manterrebbero immutate le emissioni, conservando, da un lato, il predominio delle energie fossili, e affidandosi, dall'altro, a tecnologie rischiose dagli effetti collaterali assolutamente imprevedibili, visto che lo storico è solo di vent'anni.

Io non so se è consapevole il Governo, ma soprattutto lo sono i cittadini, che i protagonisti di quella proposta in quella sede, alla COP21, furono rappresentanti di Exxon e Shell, che pure minacciarono la denuncia contro il Governo italiano indispettiti dalla soppressione del sostegno finanziario alle rinnovabili, dopo che le multinazionali, a detta loro, avevano effettuato un ingente investimento sul solare. Io in quella circostanza ho difeso questa scelta, perché ritengo che gli incentivi debbano essere attivati, ma che poi ad un certo punto debbano camminare con le loro gambe, le economie alternative che noi abbiamo incentivato; e in quella stessa sede, però, ho detto che anche le energie fossili devono poter camminare con le loro gambe, senza gli incentivi o i sussidi che vengono elargiti ogni anno dai Paesi che afferiscono al G20.

Riteniamo sia, quindi, necessario intervenire adottando da subito una serie di misure volte a monitorare la salute dei nostri abitanti, attraverso la cura dei nostri cieli e delle nostre terre, a cominciare dalle zone circostanti gli aeroporti e avendo riguardo anche al traffico aereo e ai relativi inquinanti.

Ecco, io credo che i tempi siano ormai maturi affinché in questo Parlamento siano trattati a viso aperto i temi che ruotano attorno al futuro prossimo, che ci attende in virtù dei richiamati cambiamenti climatici, a cominciare da un attento e scrupoloso monitoraggio dell'aria che respiriamo.

Quanto sta accadendo oltreoceano, il Governo d'oltreoceano ci deve necessariamente preoccupare: tutto quello che è stato messo in campo dai precedenti Governi, a cui era a capo Obama, rischia di essere veramente messo in pericolo. Se non abbiamo nulla da nascondere, potremo così intanto dare una risposta concreta all'inquietudine di tanti cittadini allarmati, che ogni giorno attendono una risposta; e direi che possiamo rivolgerci alla nostra Costituzione, ovvero a quanto sancito dall'articolo 32, che prevede il principio di precauzione. A questo io mi appello, e chiedo anche al Governo veramente un atto politico di coraggio: noi saremo con voi.

(Iniziative di competenza volte a verificare l'eventuale danno ambientale e le responsabilità amministrative in ordine all'ampliamento della discarica Cisma, in provincia di Siracusa - n. 2-01733)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Amoddio ed altri n. 2-01733 (Vedi l'allegato A).

Chiedo alla deputata Sofia Amoddio se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

SOFIA AMODDIO. Presidente, in quest'Aula, nel maggio 2016, il Ministro Galletti ha risposto ad una mia interpellanza che riguardava il trasferimento del cosiddetto polverino, cioè il frutto della lavorazione dei rifiuti speciali dell'Ilva di Taranto, polverino che veniva trasportato presso la discarica Cisma di Melilli, in provincia di Siracusa. Il Ministro rispondeva che i rifiuti erano classificati come non pericolosi, che il polverino era stato inviato in Sicilia in via transitoria, e che, una volta attuato il Piano di gestione dei rifiuti speciali aziendali dell'Ilva, i rifiuti sarebbero stati smaltiti presso questo centro Ilva. Invece il polverino ha continuato ad arrivare proprio nella discarica Cisma; e non solo, i gestori hanno accolto positivamente questo arrivo chiedendo l'ampliamento della discarica.

Lo scenario, sottosegretaria, è oggi inquietante, perché il 15 marzo di quest'anno, su disposizione della procura antimafia di Catania, è stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare, tra carcere e arresti domiciliari, che riguarda ben 14 persone e 3 persone sottoposte alla misura interdittiva dell'esercizio della professione: 3 consulenti che hanno svolto accertamenti sia in sede penale che in sede amministrativa.

Le indagini riguardano proprio l'ampliamento di questa discarica Cisma, ed i reati contestati sono traffico illecito di rifiuti, associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, corruzione ed altri.

Le indagini riguardano il procedimento amministrativo di ampliamento della discarica della società Cisma Ambiente Spa, in quanto vi sono stati giudizi del TAR, giudizi del Consiglio di giustizia amministrativa legati proprio al rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale e della valutazione di impatto ambientale.

Il dipartimento regionale della Sicilia aveva avvertito la necessità di sottoporre alla valutazione di impatto ambientale l'ampliamento della Cisma, trattandosi di nuove aree di stoccaggio e nuove aree di triturazione; e che occorreva disporre questa autorizzazione è già certificato dal nucleo operativo ecologico dei carabinieri di Catania.

Il TAR, invece, accoglieva la domanda della società Cisma, e riteneva che l'ampliamento non era soggetto alla valutazione di impatto ambientale, sulla base di accertamenti di un tale ingegnere Naso, consulente del pubblico ministero, depositata in atti la consulenza da parte della Cisma, e sulla base di un altro tecnico d'ufficio, dottor Verace, un consulente d'ufficio. Nella sentenza si legge anche che il rappresentante del comune di Melilli confermava l'ampliamento, e che esso non necessitava della VIA.

Ora, le fonti di stampa riportano che i giudici amministrativi - questo è molto importante - sarebbero stati indotti in errore dalle consulenze dell'ingegner Naso e del dottor Verace. Il dottor Verace, oltre ad essere un funzionario regionale, veniva nominato anche commissario ad acta del TAR nei giudizi che riguardavano proprio l'ampliamento della discarica, ovvero il rilascio dell'autorizzazione AIA, ed era stato nominato anche consulente da un pubblico ministero di Siracusa in un processo penale contro la discarica.

Veniamo alla commissione di illeciti. La commissione di illeciti, sottosegretario, si è resa possibile - sarò breve - proprio in virtù di quest'asse molto pericoloso tra mafia, imprenditoria, funzionari regionali, comunali e consulenti. La notizia è andata su tutti i giornali, e per la Direzione distrettuale antimafia e per il Nucleo operativo dei carabinieri sussisterebbero illeciti ambientali in ordine proprio alla gestione e all'ampliamento di questa discarica, perché ha riguardato una miscelazione di diversi tipi di rifiuti, una triturazione indifferenziata, compreso il polverino Ilva, di cui alla mia precedente interrogazione. Tutti questi rifiuti venivano poi inviati in un inceneritore, sempre in provincia di Siracusa, ovvero ad Augusta. La nota pericolosa, ed anche inquietante, per la salute pubblica, è quella che ha detto il pubblico ministero Raffaella Vinciguerra pubblicamente: i rifiuti bruciati emettevano diossina. Tengo a sottolineare che il prefetto di Catania ed il prefetto di Siracusa avevano applicato l'interdittiva antimafia a questa società che gestisce la discarica, ma queste interdittive erano state annullate in sede amministrativa.

Dalla relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sui rifiuti emerge che la fase emergenziale in Sicilia è stata aperta già nel 2010 dal Governo nazionale, che aveva come principale obiettivo quello di predisporre un piano rifiuti, ma a distanza di sei anni questo piano rifiuti non è ancora concluso. Il piano regionale per la gestione dei rifiuti in Sicilia dovrà essere sottoposto a VAS, la valutazione ambientale strategica. Il cronoprogramma che era stato previsto nel 2012 è stato del tutto disatteso; prevedeva un preciso schema in forza del quale, entro gennaio 2014, doveva cessare l'emergenza rifiuti in Sicilia, invece ancora oggi permane la fase straordinaria, dal momento che il piano rifiuti, in Sicilia, e il ciclo rifiuti vengono disciplinati solo attraverso ordinanze contingibili e d'urgenza.

Tutto questo riguarda anche la capacità di smaltimento delle discariche oggetto di questa interpellanza, il trattamento rifiuti. A pagarne le conseguenze sono sempre i cittadini che vivono in prossimità dei territori dove insistono, si ampliano, si costruiscono e si chiede di costruire ancora discariche. Il 4 maggio 2016 il presidente della regione ha ufficialmente chiesto ai competenti organi dello Stato lo stato di emergenza per un periodo di dodici mesi, ma il Governo nazionale non ha concesso questo status speciale alla regione siciliana, per questo è consentito ancora di emanare ulteriori ordinanze urgenti. Mi fermo qui. Con la mia interpellanza ho chiesto che il Ministro dell'ambiente attivi il Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri al fine di verificare se sussista un eventuale danno ambientale e, di conseguenza, anche le eventuali responsabilità amministrative, che sono ovviamente di competenza del Ministro.

PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Silvia Velo, ha facoltà di rispondere.

SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Presidente, intanto, in via preliminare, è bene precisare che non sono di competenza del Ministero dell'ambiente le attività di controllo, prevenzione e contrasto agli illeciti ambientali, compresa l'irrogazione delle sanzioni, che invece sono poste in capo ad altri soggetti, così come stabilito dal decreto legislativo n. 152 del 2006. In particolare, spetta alla provincia di Siracusa il controllo periodico di tutte le attività di gestione dei rifiuti, ivi compreso l'accertamento delle violazioni di cui alla parte IV del medesimo decreto, attività che la provincia di Siracusa potrà svolgere anche attraverso il supporto dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale.

Si evidenziano, inoltre, con riferimento al caso in questione, che le funzioni e i poteri in ordine al procedimento di autorizzazione dell'impianto Cisma Ambiente Spa sono attribuite alla regione siciliana. Tale procedimento, come è noto, avviene a seguito di convocazione di apposita conferenza dei servizi, a cui partecipano, oltre ai responsabili degli uffici regionali competenti, anche i rappresentanti delle autorità d'ambito e degli enti locali sul cui territorio verrà realizzato l'impianto.

In ogni caso, per richiamare la normativa vigente in materia di gestione rifiuti e bonifiche dei siti inquinanti, occorre evidenziare in via generale che il decreto n. 152 stabilisce, tra l'altro, che lo smaltimento dei rifiuti deve essere effettuato in condizioni di sicurezza, e costituisce la fase residuale della gestione dei rifiuti, alla quale si ricorre dopo aver riverificato l'impossibilità tecnica ed economica di procedere ad operazioni di recupero. Tale verifica concerne la disponibilità di tecniche di recupero sviluppate su scala industriale che ne consentano l'applicazione in condizioni economicamente e tecnicamente valide, prendendo in considerazione in tale valutazione anche i costi. Infine, si evidenzia, sempre in via generale, che le attività di smaltimento dei rifiuti in discarica trovano specifica disciplina nel decreto legislativo n. 36 del 2003, di attuazione della direttiva n. 31 del 1999, con la quale vengono fornite le norme tecniche che regolano la gestione degli impianti di discarica.

Per quanto riguarda il caso di specie, secondo quanto riferito dal Ministero della giustizia, la procura distrettuale della Repubblica presso il tribunale di Catania ha relazionato, in merito alle indagini svolte sull'attività di Cisma Ambiente Spa, nell'ambito del procedimento penale che ha portato all'adozione, in data 1° marzo, di un'ordinanza cautelare personale e reale. Secondo quanto riferito dal Ministero della giustizia, è stata adottata ordinanza cautelare di custodia in carcere personale nei confronti di una serie di soggetti per numerosi reati, tra i quali quello di associazione a delinquere di stampo mafioso, intestazione fittizia di valori, traffico illecito di rifiuti, traffico di influenze e falso ideologico. Nell'ambito di questa ampia indagine è emersa la vicenda relativa all'ampliamento della discarica gestita dalla Cisma Ambiente Spa. La vicenda, che ha visto impegnati uffici amministrativi e organi di giustizia amministrativa, si è conclusa con la sentenza del TAR, che, aderendo alle indicazioni del Consiglio di giustizia amministrativa della regione Sicilia, ha accolto il ricorso della Cisma Ambiente sulla base di consulente tecniche svolte in sede penale su incarico del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Siracusa, in forza delle quali, ai fini del progettato ampliamento della discarica, non sarebbe stata necessaria una nuova valutazione di impatto ambientale, trattandosi di progetti sostanzialmente conformi a quelli sui quali tale valutazione era stata precedentemente svolta.

Sempre secondo quanto riferito dal Ministero della giustizia, gli accertamenti compiuti dalla procura distrettuale di Catania hanno consentito di appurare che le relazioni dei consulenti, grazie alle quali la Cisma Ambiente ha ottenuto l'accoglimento del ricorso al TAR, risultano ideologicamente false ed entrambe tendenti a fare ottenere illegittimamente alla predetta società un'autorizzazione alla gestione di rifiuti illegittima in assenza di nuova valutazione di impatto ambientale. A seguito della predetta ordinanza del GIP di Catania, la regione Siciliana ha fatto presente di aver avviato il procedimento di secondo grado per la revoca del decreto del commissario ad acta n. 669 del 17 agosto 2015 e della nota 67313 del 27 ottobre 2011 dell'assessorato territorio e ambiente Dipartimento regionale dell'ambiente, Servizio 1 VAS-VIA, relativi alla gestione degli impianti IPPC sito in contrada Bagali di Melilli, gestore IPPC società Cisma Ambiente Spa, nonché del procedimento ex articolo 208 del decreto legislativo n. 152 del 2006 rilasciato con DDG del 13 febbraio 2017 alla Cisma. Ad ogni modo, per quanto di competenza, il Ministero dell'ambiente continuerà a tenersi informato al fine di valutare l'eventuale coinvolgimento di altri soggetti istituzionali.

PRESIDENTE. La deputata Sofia Amoddio ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.

Prima di darle la parola, saluto studenti e docenti della classe V elementare della scuola paritaria “Piccole Ancelle del Sacro Cuore” di Roma che seguono i nostri lavori (Applausi). Prego, collega.

SOFIA AMODDIO. Grazie, Presidente. Grazie, sottosegretaria Velo, sono abbastanza soddisfatta. Certamente - voglio puntualizzare -, io non ho chiesto quello che non è di competenza del Ministero, ovvero di verificare illeciti ambientali, lungi da me questa richiesta. Quindi, ringrazio la sottosegretaria per le puntuali informazioni che ha dato, ripercorrendo anche da un punto di vista descrittivo la vicenda penale che è accaduta. La vicenda penale è, ovviamente, sotto indagine della procura: nella mia interpellanza io ho puntualizzato ed evidenziato quello che ho appreso anche dalle fonti di stampa e ho fatto tutta la mia premessa proprio per far comprendere la gravità dei fatti e affinché il Ministero dell'ambiente possa valutare in base alle sue competenze - ripeto - se c'è stato un disastro ambientale, il reato che noi del PD abbiamo inserito nel Codice penale. Io ritengo che questo disastro ambientale si possa delineare per le notizie che leggo e che ho appreso.

Voglio concludere, ringraziando la sottosegretaria delle notizie e per l'attenzione che vorrà porre in questo caso, perché riguarda la devastazione di un territorio da parte di coloro che, per affari, non si fanno scrupoli e giocano sulla salute dei cittadini. Un territorio, sottosegretaria, che riguarda una grossa parte della provincia di Siracusa, che è già penalizzata dal più grande polo industriale d'Europa, che oggi soffre una grossa crisi ambientale, una crisi occupazionale e che, ogni giorno, è soggetta ad inquinamento atmosferico, in base ad altre mie interrogazioni depositate in quest'Aula.

Noi non vogliamo assolutamente diventare la “terra dei fuochi”, non vogliamo clonare la “terra dei fuochi”: ho chiesto ufficialmente che venga anche in missione la Commissione d'inchiesta che indaga sugli illeciti legati al ciclo dei rifiuti, ma chiedo anche e sollecito accoratamente che possa venire anche il Ministro dell'ambiente, perché questo farebbe sentire la presenza dello Stato ai cittadini, che, ancora una volta, vedono svenduto il loro diritto alla salute in uno dei territori più inquinati, più ad alto rischio ambientale d'Italia.

Sono ben certa che saranno i giudici a valutare cosa è accaduto in ambito degli illeciti ambientali, però potrebbe delinearsi - ripeto - un disastro ambientale: io ritengo necessaria una presa di posizione dello Stato e, quindi, insisto che, contemporaneamente alle indagini della magistratura, che svolgerà abilmente, il Ministro dell'ambiente possa attenzionare questo caso e venire in Sicilia, in provincia di Siracusa, e attivare ogni azione per capire veramente se c'è stato un disastro ambientale.

Poi, in ultimo, resta ancora da capire, ad oggi, come sono gestite queste discariche, in particolare per quanto riguarda il post mortem delle discariche e le bonifiche delle discariche, di cui il Ministero deve necessariamente prendere atto ed occuparsi. Negli anni passati si è passati dalle mini-discariche comunali alle maxi-discariche e, come già detto, la situazione di emergenza delle discariche in Sicilia è esplosa soprattutto nel 2015 a seguito dell'esaurimento delle volumetrie autorizzate. Quindi - ripeto -, grazie dell'intervento e insisto che il Ministro dell'ambiente possa valutare attentamente e proseguire, come ha già detto la sottosegretaria Velo, nell'attenzione di questo caso.

(Iniziative di competenza volte a garantire la trasparenza e l'efficacia dell'operato della Fondazione di partecipazione Matera-Basilicata 2019 – n. 2-01734)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Liuzzi ed altri n. 2-01734 (Vedi l'allegato A).

Chiedo alla deputata Liuzzi se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica. Ha quindici minuti. Prego.

MIRELLA LIUZZI. Grazie, Presidente. Questa interpellanza urgente di oggi verte su uno degli appuntamenti culturali dell'Italia del 2019, ovvero Matera Capitale della cultura e avviene proprio oggi in un momento in cui si tiene a Firenze il G7 della cultura, il primo storico G7 della cultura. In questo momento, i maggiori Capi di Stato stanno parlando proprio dei beni culturali e dell'importanza che possono avere questi episodi nell'Europa. È per questa ragione che noi, come MoVimento 5 Stelle, volevamo porre l'accento su quanto sta succedendo in quella che sarà la capitale europea italiana della cultura nel 2019.

Noi, nell'ottobre del 2014, quando Matera ha avuto questo prestigioso riconoscimento, sicuramente abbiamo esultato con tutti gli altri cittadini lucani e non, con tutti i cittadini del Mezzogiorno per questo incredibile risultato, però, allo stesso tempo, ci siamo posti diverse domande; domande che, a distanza di due anni e mezzo, continuiamo a farci con una certa preoccupazione vedendo come stanno andando le cose proprio in questi ultimi giorni.

Finalmente, era arrivata anche l'occasione di farci conoscere nel resto dell'Europa, oltre che in Italia, ma questa potrebbe diventare anche una figuraccia internazionale e adesso spiego la ragione per la quale abbiamo presentato questa interpellanza al Ministro.

Innanzitutto, uno dei problemi che abbiamo subito fatto emergere è come non ci sia stato confronto con la cittadinanza: in uno degli eventi nel quale la cittadinanza doveva essere molto attiva nel poter gioire di questo evento eccezionale, la cittadinanza non è stata coinvolta nel fare, nello scrivere, insieme all'amministrazione, il dossier di candidatura, che, poi, è la pietra fondamentale di quello che sarà l'evento nel 2019, ma, soprattutto, i problemi attuali riguardano la Fondazione.

All'inizio la Fondazione si chiamava Comitato Matera 2019, che, poi, è diventata Fondazione di partecipazione Basilicata-Matera 2019, proprio perché molti hanno visto diciamo il carro dei vincitori e hanno tentato di assalirlo, pensando di poter trarre, in qualche modo, un beneficio da questa incredibile manifestazione. Però, nel corso dei mesi, abbiamo visto come la trasparenza legata a questa Fondazione non era il massimo che speravamo, innanzitutto, per quanto riguarda i bandi.

Proprio ultimamente, ci sono stati dei bandi in cui sono stati nominati il manager amministrativo e il manager culturale e tutta la documentazione relativa a questi bandi non è stata pubblicata. Il presidente della Fondazione ha detto che per motivi di privacy non si poteva fare. Questo, chiaramente, ha creato un grosso polverone anche sulla stampa e, qualche giorno fa, è stato finalmente pubblicato il bando con tutti i vincitori o per lo meno quelli che avevano dato la disponibilità nel curriculum per quanto riguarda il trattamento della privacy.

Altra cosa è il cambio dello statuto della Fondazione di partecipazione Basilicata-Matera 2019. Perché questo è importante? Perché, senza interpellare il consiglio comunale, che figurava tra gli organi costituenti della Fondazione, è stata votata una riduzione del numero dei componenti del CdA, eliminando proprio la presenza dei consiglieri comunali, uno di minoranza e uno di opposizione, all'interno della Fondazione. Anche su questo si è scatenata una grossissima polemica anche all'interno del consiglio comunale e in tutta la regione Basilicata e per questa ragione, poi - è proprio notizia di qualche giorno fa -, pare che si stia tornando sui propri passi. Quindi, non stiamo sicuramente dicendo cose che non sono state affrontate, giustamente e per fortuna, però il risultato è ancora molto lontano.

Altra cosa: i pochissimi progetti realizzati. Purtroppo, noi ci troviamo in un fortissimo ritardo e non lo diciamo solamente noi, perché è sotto gli occhi di tutti, chi vive nella città lo sa perfettamente, ma stiamo vedendo come gli unici progetti che sono stati avviati sono stati l'Open design school, il progetto IDEA, ma, allo stesso tempo, il direttore generale della Fondazione, Paolo Verri, che fino a qualche giorno fa aveva un doppio incarico: era sia direttore della Fondazione Basilicata-Matera 2019 sia collaborava con l'assessorato al turismo della Puglia, Pugliapromozione. L'incarico dovrebbe scadere proprio oggi: da notizie stampa sappiamo che, probabilmente, non verrà rinnovato, quindi, per fortuna, si potrà concentrare soltanto in questa che è una grossa avventura per tutta l'Italia e, soprattutto, per il Mezzogiorno.

Però cos'è che ci ha stupito? Ci ha stupito il fatto - anzi no, in realtà, perché diciamo anche noi la stessa cosa - che il direttore della Fondazione ha detto che si è indietro nei progetti di Matera Capitale della cultura e che auspicava, in un colloquio privato con l'assessore al turismo della regione Puglia, il commissariamento di questa Fondazione.

Ora, è chiaro che ci sono delle problematiche gravissime, ma se davvero si farà il commissariamento di questa Fondazione, vuol dire che davvero abbiamo fallito.

Abbiamo fallito perché non sono state ascoltate, quando era opportuno farlo, le istanze problematiche che anche noi, come MoVimento 5 Stelle, abbiamo sollevato sia in Parlamento sia in consiglio comunale sia in consiglio regionale. Ora, stiamo andando verso il commissariamento di quella che è la fondazione, commissariamento tra l'altro anche avallato dal presidente della regione, Pittella, che proprio qualche giorno fa ha citato e ha chiesto l'auspicato inserimento di questo commissario.

Poi, c'è anche un problema di fondi, perché l'immobilismo del progetto è dato anche dalle mancate delibere del comune di Matera e della regione Basilicata, i quali avrebbero dovuto sbloccare da tempo i fondi utili al progetto. Questo è sempre un problema che è stato evidenziato dallo stesso direttore della Fondazione, che durante il consiglio comunale di Matera dice che la regione Basilicata non ha tenuto fede al contributo economico previsto pari al 70 per cento dello stanziamento per il 2016. Quindi, secondo il direttore, la Fondazione ha operato con solo 1 milione 800 mila euro e al 40 per cento delle sue possibilità. Questo, chiaramente e sicuramente, è un problema gravissimo che il Ministero dovrebbe attenzionare e dovrebbe soprattutto monitorare.

E poi c'è chiaramente il problema politico. In questo momento la giunta del comune di Matera è allo sfascio e lo stesso sindaco ha detto che il progetto politico è fallito. Quindi, noi rischiamo di avere entro breve il commissariamento della Fondazione e il commissariamento anche del comune se non ci sarà un inciucio tra la giunta comunale attualmente in carica e il Partito Democratico, in perfetto stile nazionale. Per fare cosa? Ancora non è chiaro, perché il punto è quello: che cosa vogliamo fare di questo evento internazionale, sul quale anche lo stesso ex Presidente del Consiglio, Renzi, si è speso dicendo che è uno degli eventi che sarà più grande addirittura di Expo? Eppure siamo a 21 mesi di scadenza da questo appuntamento internazionale e ancora ci sono delle problematiche gravissime. Io credo che ormai il treno sia passato. Quindi, dobbiamo in questo momento recuperare il salvabile, perché credo che abbiamo sprecato troppo tempo in diatribe politiche, abbiamo sprecato troppo tempo a parlare di cose che, in realtà, non interessavano i cittadini ed ora quello che chiedo, con questa interpellanza, è un monitoraggio e una risposta da parte del Governo riguardo a questo importantissimo problema legato a una manifestazione internazionale che riguarderà l'Italia nel 2019.

PRESIDENTE. Saluto studenti e docenti dell'istituto comprensivo “Rita Levi Montalcini” di Cernusco sul Naviglio, che seguono i nostri lavori.

La sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Silvia Velo, ha facoltà di rispondere.

SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Presidente, nella sua interpellanza l'onorevole Liuzzi chiede di sapere in che modo l'amministrazione dei beni e delle attività culturali e del turismo intenda intervenire, per quanto di competenza, al fine di assicurare la buona riuscita dell'iniziativa “Matera 2019 - Capitale europea della cultura”, vigilando sulla trasparenza e sull'efficacia dell'operato della Fondazione Matera-Basilicata 2019.

Si osserva al riguardo che, come è noto, la Fondazione di partecipazione Matera-Basilicata 2019 è stata costituita il 3 settembre 2014 dalla regione, dall'università della Basilicata, dalla camera di commercio, dal comune e dalla provincia di Matera, e non rientra, questa Fondazione, tra quelle promosse, partecipate e vigilate dal Ministero dei beni culturali. Non ci sono, quindi, attività di controllo poste in capo al Ministero dei beni culturali e delle attività culturali e del turismo.

Come è noto, inoltre, all'onorevole interpellante, la legge di stabilità 2016 ha previsto, ai commi 345 e 347 dell'articolo 1, appositi stanziamenti di risorse e varie forme di sostegno all'iniziativa, quale, ad esempio, la non applicazione al comune di Matera delle norme in materia di contenimento della spesa per l'acquisto di beni e servizi e di assunzione di personale con forme contrattuali flessibili, nei limiti di quanto necessario allo svolgimento dell'evento. Per quel che risulta agli atti dell'amministrazione dei beni culturali, si rileva un'utilizzazione dei fondi in oggetto conforme agli indirizzi e non risultano riscontrate anomalie gestionali e procedurali.

Il Ministero dei beni culturali e il Governo nel suo insieme restano in ogni caso fortemente impegnati, per quanto di competenza, nell'assicurare il pieno successo dell'iniziativa in oggetto, garantendo il necessario sostegno all'attività dei soggetti istituzionali preposti.

Ciò è con particolare riferimento al rispetto della tempistica stabilita nel cronoprogramma approvato e all'esame delle competenti strutture governative, tra cui, in primo luogo, la Presidenza del Consiglio dei ministri e il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.

PRESIDENTE. La deputata Liuzzi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.

MIRELLA LIUZZI. Presidente, non sono soddisfatta della risposta perché credo che ciò sia veramente incredibile. Ricordo tutte le dichiarazioni di esponenti del Governo italiano, come l'ex Presidente del Consiglio, Renzi, e l'attuale Presidente del Consiglio, Gentiloni, che ha detto che a Matera si terrà nel prossimo mese un grande evento internazionale, sottolineando come il G7 finanze, che avverrà a Bari, sarà probabilmente anche un'occasione per fare una gita turistica a Matera, perché inizialmente era stata posta la possibilità di svolgere anche il G7 finanze direttamente a Matera, ma Matera, non avendo strutture ricettive ad alti livelli, non ha potuto dare un'ospitalità tale da poter garantire la presenza di personaggi dei Governi europei di così alto livello.

Lo stesso Partito Democratico si sta facendo una propaganda su questa grande manifestazione. Infatti, lo scorso mese è venuto l'ex Presidente del Consiglio, Renzi, a fare un giro in anonimo ai Sassi di Matera; è venuto, poi, anche il Ministro Franceschini ad inaugurare la scuola di restauro. Quindi, è davvero incredibile che il Governo italiano metta 11 milioni di euro in questo progetto e poi non se ne assuma le responsabilità e non vigili su un evento che investirà tutta l'Italia e per il quale siamo già in ritardo e - ripeto - rischiamo di fare una figuraccia, una figuraccia incredibile. Inoltre, ad esempio riguardo ai fondi - lo ripeto - non lo diciamo noi che i fondi non sono stati spesi in maniera corretta, ma lo ha detto lo stesso direttore della Fondazione il 15 febbraio 2017, durante il consiglio comunale. Quindi, noi non stiamo facendo altro che riportare anche quello che viene detto, giustamente e correttamente per fortuna, nelle sedi appropriate.

Noi abbiamo questo evento grandioso e io, anche dopo questa risposta del Ministero dei beni culturali, a questo punto non accetterò più che esponenti del Governo si possano in qualche modo fare forti di fronte a questo evento se poi non se ne assumono le responsabilità. È incredibile quello che sta avvenendo. Allora, chiudiamo tutto, andiamo via e scusiamoci con i cittadini dicendo: “Abbiamo sbagliato. Non riusciamo a gestire questo grandissimo evento e il Ministro non può fare altro che stare a guardare alla finestra quello che fanno in Basilicata e quello che fa la Fondazione in questo senso e rinunciamo a una delle possibilità del turismo più ambite degli ultimi anni”. Ripeto: in queste stesse ore sta avvenendo il G7 della cultura qui in Italia, a Firenze. Credo sia veramente incredibile che si sottovaluti un evento del genere in questa maniera, con una risposta che, purtroppo, non ci ha in alcun modo garantito che questo evento nel 2019 potrà essere in qualche modo gestito in maniera corretta.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.

Irrogazione di sanzioni ai sensi dell'articolo 60 del Regolamento.

PRESIDENTE. Comunico che l'Ufficio di Presidenza, nella riunione del 30 marzo 2017, ha preso in esame l'episodio accaduto nella seduta dell'Assemblea del 22 marzo 2017 durante lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata e l'episodio accaduto in occasione della riunione dell'Ufficio di Presidenza del 22 marzo 2017.

Al riguardo, visti gli articoli 12 e 60, commi 3 e 4, del Regolamento della Camera dei deputati, ha deliberato di irrogare, con riferimento all'episodio accaduto nel corso della seduta dell'Assemblea, la sanzione della censura con interdizione di partecipare ai lavori parlamentari per un periodo di dodici giorni di seduta ai deputati: L'Abbate, Sorial, Vacca e Simone Valente; la sanzione della censura con interdizione di partecipare ai lavori parlamentari per un periodo di dieci giorni di seduta ai deputati Alberti, Basilio, Brescia, Brugnerotto, Cancelleri, Cariello, Caso, Castelli, Dadone, Dall'Osso, D'Ambrosio, De Lorenzis, De Rosa, Dell'Orco, Di Benedetto, Dieni, D'Incà, D'Uva, Fantinati, Frusone, Gagnarli, Grillo, Liuzzi, Marzana, Nesci, Parentela, Spadoni, Vallascas e Zolezzi.

Con riferimento all'episodio accaduto in occasione della riunione dell'Ufficio di Presidenza, la sanzione della censura con interdizione di partecipare ai lavori parlamentari per un periodo di quindici giorni di seduta ai deputati Nicola Bianchi, Brescia, Brugnerotto, Cariello, Castelli, Dall'Osso, De Lorenzis, De Rosa, Dell'Orco, Della Valle, Di Battista, Di Benedetto, Dieni, Gallinella, L'Abbate, Nesci, Sorial, Toninelli e Vacca; la sanzione della censura con interdizione di partecipare ai lavori parlamentari per un periodo di cinque giorni di seduta ai deputati Basilio, Battelli, Carinelli, Caso, Cozzolino, Dadone, D'Ambrosio, D'Incà, D'Uva, Frusone, Grillo, Liuzzi, Lorefice, Parentela, Spadoni, Simone Valente e Zolezzi.

La sanzione decorre a partire dalla seduta di giovedì 6 aprile 2017 per i deputati Brescia, Brugnerotto, Cariello, Castelli, Dall'Osso, De Lorenzis, De Rosa, Dell'Orco, Di Benedetto, Dieni, L'Abbate, Nesci, Sorial e Vacca; a partire dalla seduta di venerdì 19 maggio 2017 per i deputati Basilio, Nicola Bianchi, Caso, Dadone, D'Ambrosio, Della Valle, Di Battista, D'Incà, D'Uva, Frusone, Gallinella, Grillo, Liuzzi e Simone Valente; a partire dalla seduta di mercoledì 14 giugno 2017 per i deputati Alberti, Battelli, Cancelleri, Carinelli, Cozzolino, Fantinati, Gagnarli, Lorefice, Marzana, Parentela, Spadoni, Toninelli, Vallascas e Zolezzi.

Ricordo che, ai sensi articolo 60, comma 3, del Regolamento, le decisioni in tema di sanzioni adottate dall'Ufficio di Presidenza sono comunicate all'Assemblea e in nessun caso possono essere oggetto di discussione.

Modifica nella composizione dell'ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 30 marzo 2017, il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle Andrea Cecconi ha reso noto che, a far data dal 3 aprile 2017, il deputato Roberto Fico, in sostituzione del deputato Vincenzo Caso, assumerà l'incarico di vicepresidente vicario del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle nonché la funzione di portavoce del gruppo, secondo quanto previsto dal relativo statuto, ferma restando la titolarità in capo al deputato Andrea Cecconi della carica di presidente del gruppo stesso.

Il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ha altresì reso noto, con la stessa lettera, che, a decorrere dalla data del 3 aprile 2017, il deputato Simone Valente assumerà l'incarico di vicepresidente, in sostituzione del deputato Roberto Fico.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta il 30 marzo 2017, il deputato Giovanni Carlo Francesco Mottola, già iscritto al gruppo parlamentare Scelta Civica-ALA per la Costituente Liberale e Popolare-MAIE, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Alternativa popolare-Centristi per l'Europa-NCD.

La presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

Organizzazione dei tempi di esame di una proposta di legge.

PRESIDENTE. Avverto che, nell'allegatoA al resoconto stenografico della seduta odierna, sarà pubblicato lo schema recante la ripartizione dei tempi per l'esame della proposta di legge: “Misure per la prevenzione della radicalizzazione dell'estremismo violento di matrice jihadista” (Vedi l'allegato A).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

  Lunedì 3 aprile 2017, alle 14,30:

1.  Discussione sulle linee generali delle mozioni Vezzali ed altri n. 1-01511, Di Vita ed altri n. 1-00293, Lenzi ed altri n. 1-01437, Cimbro ed altri n. 1-01494, Rondini ed altri n. 1-01567 e Gregori ed altri n. 1-01568 concernenti iniziative volte alla prevenzione dell'HIV/AIDS e delle malattie sessualmente trasmissibili.

2.  Discussione sulle linee generali della proposta di legge:

DAMBRUOSO ed altri: Misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell'estremismo violento di matrice jihadista. (C. 3558-A)

Relatori: POLLASTRINI, per la maggioranza; LA RUSSA, di minoranza.

3.  Discussione sulle linee generali dei disegni di legge:

Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo di cooperazione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo degli Emirati Arabi Uniti, nell'ambito della cultura, arte e patrimonio, fatto a Dubai il 20 novembre 2012; b) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Malta in materia di cooperazione culturale e di istruzione, fatto a Roma il 19 dicembre 2007; c) Accordo di cooperazione scientifica e tecnologica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Montenegro, fatto a Podgorica il 26 settembre 2013; d) Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Senegal, fatto a Roma il 17 febbraio 2015; e) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica slovacca sulla cooperazione in materia di cultura, istruzione, scienza e tecnologia, fatto a Bratislava il 3 luglio 2015; f) Accordo di collaborazione nei settori della cultura e dell'istruzione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Slovenia, fatto a Roma l'8 marzo 2000. (C. 3980-A)

Relatore: FEDI.

S. 2194 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo di Barbados per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, fatta a Barbados il 24 agosto 2015 (Approvato dal Senato). (C. 4226)

Relatrice: LA MARCA.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo di Costa Rica sullo scambio di informazioni in materia fiscale, con Allegato, fatto a Roma il 27 maggio 2016. (C. 4254)

Relatrice: LA MARCA.

Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo euromediterraneo nel settore del trasporto aereo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e il Governo dello Stato d'Israele, dall'altro, fatto a Lussemburgo il 10 giugno 2013; b) Accordo sullo spazio aereo comune tra l'Unione europea e i suoi Stati membri e la Repubblica moldova, fatto a Bruxelles il 26 giugno 2012; c) Accordo sui trasporti aerei fra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, gli Stati Uniti d'America, d'altro lato, l'Islanda, d'altro lato, e il Regno di Norvegia, d'altro lato, con Allegato, fatto a Lussemburgo e Oslo il 16 e il 21 giugno 2011, e Accordo addizionale fra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, l'Islanda, d'altro lato, e il Regno di Norvegia, d'altro lato, riguardante l'applicazione dell'Accordo sui trasporti aerei fra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, gli Stati Uniti d'America, d'altro lato, l'Islanda, d'altro lato, e il Regno di Norvegia, d'altro lato, fatto a Lussemburgo e Oslo il 16 e il 21 giugno 2011. (C. 2714)

Relatore: FEDI.

La seduta termina alle 10,55.