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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 704 di mercoledì 9 novembre 2016

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

  La seduta comincia alle 15.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  VALERIA VALENTE, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 17 ottobre 2016.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (ore 15,02).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, la Ministra dell'Istruzione dell'università e della ricerca e la Ministra per le Riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento.

(Iniziative urgenti volte alla tutela dei diritti civili e politici in Turchia, anche in considerazione dei recenti arresti che hanno colpito esponenti della principale formazione politica filo-curda – n. 3-02612)

  PRESIDENTE. Il deputato Franco Bordo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Scotto ed altri n. 3-02612 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

  FRANCO BORDO. Grazie Presidente. Signor Ministro, in Turchia stiamo assistendo a un colpo di Stato riuscito, più che sventato. Si hanno notizie dei centinaia di attivisti politici arrestati, 30.000 insegnanti epurati, un quarto dei magistrati sospesi, centosessantotto testate giornalistiche e radio televisive oscurate. Qui non si stanno colpendo i responsabili di un tentato golpe, ma si è attivata una repressione pianificata da tempo, che pone la Turchia fuori dallo Stato di diritto. Le città curde sono aggredite e persino bombardate da anni a questa parte. Si contano centinaia di vittime tra la popolazione civile curda. Per mettere a tacere l'opposizione è stata tolta l'immunità ai parlamentari. Pochi giorni fa nove di essi sono stati arrestati. Tutto ciò è molto grave, gravissimo, inaccettabile e noi, come gruppo di Sinistra italiana, siamo qui a chiedere quali iniziative urgenti il Governo intenda assumere per far cessare la spirale autoritaria in atto in quel Paese, Paese a cui siamo legati da relazioni politiche, commerciali e militari.

  PRESIDENTE. Il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni Silveri, ha facoltà di rispondere.

  PAOLO GENTILONI SILVERI, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Pag. 2Grazie, Presidente. Io concordo con gli interroganti sulla gravità di quello che è successo nella notte di cinque giorni fa con l'arresto dei due leader e di altri parlamentari dell'Hdp. Come sapete, sia la Farnesina che Palazzo Chigi hanno immediatamente espresso preoccupazione e condanna e lo stesso è stato fatto nei giorni successivi dal nostro ambasciatore ad Ankara. Noi consideriamo l'arresto dei parlamentari semplicemente inaccettabile e sapete che è avvenuto dopo che nel maggio scorso, a maggioranza, è stata approvata una legge che aboliva l'immunità parlamentare.
  Il sostegno che abbiamo dato e diamo alla Turchia nel contrastare il golpe militare, la solidarietà che diamo alla Turchia di fronte agli attacchi terroristici, inclusi quelli del PKK, che con l'Unione europea consideriamo un'organizzazione terroristica, non giustificano in alcun modo arresti come questi. Del resto l'Hdp, i cui leader parlamentari sono stati arrestati dovrebbe essere un interlocutore, come ho detto allo stesso Demirtas nel nostro ultimo incontro ad Ankara e semmai una chiave di soluzione dei problemi della Turchia, non certo un bersaglio da criminalizzare e quindi chi come l'Italia ha sempre sostenuto il percorso di dialogo tra Turchia e Unione europea e tuttora in questi mesi sostiene l'importanza di mantenere l'accordo sulle migrazioni che è stato raggiunto tra l'Unione europea e la Turchia non può accettare in alcun modo la spirale di caccia alla streghe e di arresti che si è realizzata e in modo particolare non possiamo accettare il trattamento che è stato riservato ai leader del terzo partito in Parlamento e che è stato condannato tra l'altro da tutte le forze parlamentari tranne da quella di maggioranza.

  PRESIDENTE. Il deputato Erasmo Palazzotto, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

  ERASMO PALAZZOTTO. Grazie, Presidente. Ebbene, signor Ministro, la domanda che noi oggi ci poniamo è se è possibile, se è legittimo negoziare con un regime autoritario come quello di Erdogan, alla luce della condizione dei diritti umani e delle libertà civili in un Paese come la Turchia. La Turchia non è un Paese neutro, è un Paese membro della NATO, è un Paese con cui l'Europa sta negoziando l'ingresso dentro l'Unione.
  È possibile negoziare con la Turchia la gestione dei flussi migratori, considerarla un Paese sicuro, a cui affidiamo i profughi in fuga da una guerra come quella siriana e in cambio elargiamo 6 miliardi di euro. Ebbene, io credo che alla luce di quello che sta accadendo in Turchia, della violazione dei diritti umani, dei crimini commessi sulle popolazioni civili curde nel sud-est del Paese, sia il momento di interrompere i negoziati per l'ingresso della Turchia nell'Unione europea, sia il caso di sospendere gli accordi sulle migrazioni, non considerando la Turchia un Paese sicuro e sia il caso di porre la questione sulla permanenza della Turchia nella NATO, che non dovrebbe avere requisiti di compatibilità rispetto ai valori e ai principi dei Paesi che ne fanno parte.
  Chiudo dicendo che l'arresto del leader del partito Hdp, del partito filocurdo Hdp della sinistra turca, è qualcosa che ci deve preoccupare tutti. Fino a ieri il presidente della Commissione esteri del Parlamento turco ci ha spiegato che Selahattin Demirtas è considerato un pericoloso terrorista per la Turchia, ebbene, signor Ministro, sia lei che io abbiamo incontrato in questi mesi Demirtas e i rappresentanti dell'Hdp, che tra l'altro è un partito che sta anche come osservatore nel Partito Socialista Europeo. È bene cominciare a dire che, se la Turchia considera Demirtas e l'Hdp un'organizzazione di terroristi, probabilmente anche noi lo siamo.

(Iniziative per assicurare il coordinamento dei soggetti istituzionali coinvolti nella realizzazione degli interventi previsti per Matera 2019 Capitale europea della cultura – n. 3-02613)

  PRESIDENTE. Il deputato Latronico ha facoltà di illustrare la sua interrogazione Pag. 3n. 3-02613 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  COSIMO LATRONICO. Grazie, signor Presidente. L'interrogazione ha un obiettivo: porre il Governo di fronte ad una necessità. Abbiamo davanti 780 giorni per il raggiungimento del traguardo di Matera 2019; se non vogliamo che sia una celebrazione retorica, ma vogliamo che Matera diventi protagonista dello sviluppo, come stadio turistico, infrastrutturale ed economico, non solo per la Basilicata, per il Mezzogiorno, ma per l'Italia, come è stato per Glasgow, per Liverpool, per Marsiglia e per Genova, dobbiamo costruire – questo è il senso della domanda – strumenti e risorse in grado di raggiungere gli obiettivi.

  PRESIDENTE. Il Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo. Grazie Presidente, l'onorevole Latronico torna sul tema di Matera, a distanza di un mese circa dall'ultimo question-time. La seduta era del 12 ottobre e anche la replica ha sollecitato quello che oggi si riprende con uno spirito collaborativo, ossia cercare di far diventare davvero Matera 2019 uno degli appuntamenti nazionali del Paese, come lo sono stati altri nella storia recente. La volontà del Governo e del Parlamento è assolutamente questa. Con molto anticipo nella legge di stabilità dell'anno scorso erano stati stanziati, da qui al 2019, 28 più 20 milioni, 48 milioni per una serie di interventi sul territorio e averlo fatto una volta tanto in Italia in anticipo dimostra che c’è questa assoluta volontà. Resta – è vero – il problema di alcune scelte infrastrutturali che vanno fatte con urgenza, che sono importanti per Matera 2019, ma sono importanti per quel territorio, al di là delle celebrazioni di Matera 2019, in particolare i collegamenti stradali, per cui l'interrogante sollecita che ci sia un'iniziativa del Governo formale attraverso gli strumenti che la legislazione consente. Io ho parlato con il Ministro Delrio, prima di questa risposta, anche perché forse era lui, vertendosi sul tema infrastrutture, il Ministro razionalmente destinatario del question-time. Il Ministro Delrio mi ha detto che esiste già un tavolo istituzionale a cui sono presenti la regione e il comune, che sta discutendo di temi infrastrutturali e peraltro so che su questo tema, anche in sede di provvedimenti all'attenzione del Parlamento in queste settimane, dalla legge di stabilità agli altri provvedimenti, ci sono anche iniziative parlamentari che cercheremo di sostenere e lo stesso Ministro Delrio mi ha detto che c’è la disponibilità a trasformare questo tavolo in un organismo istituzionale più forte, usando gli strumenti che sono previsti: o l'accordo di programma o il contratto istituzionale di sviluppo, previsto dalle legge n. 88 del 2011, in modo che ci sia, da qui al 2019, un luogo permanente che si assuma la responsabilità delle cose fatte e di quelle non fatte e che coinvolga i vari livelli istituzionali.

  PRESIDENTE. Il deputato Cosimo Latronico ha facoltà di replicare.

  COSIMO LATRONICO. Presidente, ringrazio naturalmente il Governo tramite il Ministro Franceschini che si trova a guidare, debbo dire opportunamente, questa vicenda, perché ovviamente la cultura diventa l'elemento scatenante di un disegno e di un assetto più generale di sviluppo. Quindi, io credo che anche dal punto di vista istituzionale farà bene il Ministro Franceschini a costruire questo strumento di concertazione perché, Ministro, noi 10 mesi fa in Parlamento abbiamo rafforzato le sue iniziative raddoppiando il Fondo di cultura e mettendo a disposizione degli spazi finanziari del comune. Però, alla verifica a 10 mesi leggo quello che dice il Sindaco di Matera: «In 10 mesi siamo impossibilitati ad agire per dare corso alla utilizzazione degli spazi finanziari». Cioè, il comune non può prendere nessuno per poter progettare in una città come Matera che ha tre dirigenti. Ha 14 milioni, deve Pag. 4fare progettazioni, appalti, con tutto il sistema. Quindi, questo è un punto.
  Le stesse flessibilità concesse dal legislatore non sono utilizzabili per le ragioni più varie e senza dire – senza dire ! – che l'altro pezzo del sistema, la Fondazione Matera 2019 – e concludo – è in una situazione «di improvvisazione istituzionale» – e riferisco le parole del sindaco di Matera – perché c’è un direttore a mezzo servizio con la regione Puglia. Quindi, il tema è che anche queste poche risorse... non dimentichiamo, Ministro, che per Expo abbiamo speso 2 miliardi. Il Presidente Renzi ha detto che dopo Expo Matera sarebbe stato l'evento più significativo per l'Italia. Ora siamo senza risorse e senza strumenti. Se dovesse andare così, cioè che il Governo non si decide non a costituire un tavolo, senza mezzi e senza strumenti, ma a darsi o un contratto istituzionale o un contratto di programma con risorse, tempi e soggetti, noi non affronteremo né la vicenda della cultura né la vicenda strategica, perché una capitale che non è raggiungibile...

  PRESIDENTE. Deve concludere, collega.

  COSIMO LATRONICO. ...dal punto di vista ferroviario e dal punto di vista viario – e concludo – non è una capitale.
  Io sono certo che il Ministro Franceschini si assumerà questa iniziativa.

(Chiarimenti in merito ai tempi e alle modalità di attivazione del cosiddetto «bonus cultura» per i giovani, in relazione alla prossima scadenza referendaria – n. 3-02614)

  PRESIDENTE. Il deputato Borghesi ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-02614 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  STEFANO BORGHESI. Grazie, Presidente. Ministro, è stato recapitato ai diciottenni di Molteno, Sirone e Garbagnate un volantino, da parte del Comitato «Basta un sì» del circolo del Partito Democratico, nel quale si invitano i neomaggiorenni ad un incontro. L'argomento è il seguente: si parlerà della proposta per il referendum costituzionale del 4 dicembre e di come utilizzare il bonus di 500 euro previsto dal Governo Renzi per i nati nel 1998.
  L'affiancamento dei due argomenti in un'unica serata lascia pochi dubbi sull'intenzione di attrarre i giovani con la scusa di illustrare il bonus per conquistare un sì al referendum. Illustrare, infatti, ai giovani, che guardano al proprio futuro e per la prima volta si recheranno a votare, come potere avere 500 euro da spendere in eventi culturali e contemporaneamente le ragioni del sì, che la maggioranza del Governo sta portando avanti, è sinonimo, a nostro avviso, di scorrettezza civile, prima ancora che politica. È una vera e propria strumentalizzazione. Dunque, vogliamo chiedere la ragione di questa iniziativa.

  PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo. Grazie, signor Presidente. Posto che evidentemente il question-time è rivolto al Governo e non a un partito, pur essendo io parte del Partito Democratico, non posso oggettivamente rispondere nel merito del perché di un'iniziativa. Però, vorrei dire, siccome la domanda finisce in qualche modo indicando come sospetto il fatto che il percorso di creazione della card per i diciottenni si sia completato a ridosso della scadenza referendaria, che da questo punto di vista devo assolutamente ricordare che il procedimento è molto complesso e complicato, perché si tratta di introdurre una cosa nuova che, peraltro, nella legge di stabilità è intenzione del Governo confermare, perché è assolutamente positivo offrire ai diciottenni la possibilità di avere 500 euro per consumi culturali, quali teatro, musica, concerti e libri.Pag. 5
  Quindi, è un'iniziativa assolutamente positiva.
  Il percorso ha richiesto una serie di passaggi e, da ultimo, il 29 maggio e il successivo 6 giugno è stato inviato lo schema di DPCM alle amministrazioni concertanti. Il provvedimento, come è obbligatorio, è stato valutato dal Garante per la protezione dei dati personali il 28 luglio 2016; il Consiglio di Stato ha espresso il proprio parere il 30 agosto 2016; il DPCM è stato firmato il 15 settembre 2016 e si è dovuta aspettare la registrazione della Corte dei conti, che lo ha registrato il 10 ottobre 2016. Il 17 ottobre, quindi 7 giorni dopo la fine di tutti i passaggi obbligatori per un provvedimento di questo tipo, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale e quindi, trattandosi di regolamento, è entrato in vigore 15 giorni dopo, cioè il 2 novembre. Quindi, non c’è stata nessuna volontà di trascinare la questione.
  Tra l'altro, penso davvero che su un tema così importante, come il referendum, c'entri molto poco il fatto che il regolamento sulla card dei diciottenni sia entrato in vigore più o meno vicino a quella data. Aggiungo però – e quindi non posso rispondere rispetto al partito – che si può discutere se era opportuno in quell'iniziativa mettere insieme due cose, ma guardate che ce ne sono centinaia di episodi di questo tipo. Io sono andato a rivedere, quando avete governato voi, onorevole Borghesi, sui provvedimenti che vi sembravano importanti, quali la devolution e la «legge Bossi-Fini», avete fatto decine di iniziative di partito per presentare quelle leggi e soprattutto le avete fatte in campagna elettorale, come avviene da che mondo è mondo.

  PRESIDENTE. Il deputato Borghesi ha facoltà di replicare.

  STEFANO BORGHESI. Ministro, è evidente che non siamo per nulla soddisfatti della sua risposta. Ci pare assolutamente chiaro il tentativo di legare il «sì» al referendum alla concessione di questo bonus di 500 euro. Quindi, ci chiediamo, appunto, quali e quante iniziative di questo stampo sono state prese in queste settimane e ci chiediamo anche dove stiamo arrivando. Cinquecento euro di bonus ai diciottenni, dal nostro punto di vista, sono uno schiaffo e una palese ingiustizia per tutti gli altri ragazzi. Il motivo per cui il bonus va ai diciottenni e non, ad esempio, ai diciannovenni, ai ventenni e così via non ci è dato sapere. In questo caso, però, nessuno ha rilevato estremi di incostituzionalità.
  Si tratta, poi, di un bonus uguale per tutti, per chi ha una famiglia che guadagna 1.000 euro al mese e per chi ha redditi milionari; secondo voi ciò è equo ? Secondo noi no ! Utilizzare queste somme per migliorare davvero le nostre scuole o riconoscere il lavoro degli insegnanti secondo noi sarebbe stata una scelta più logica. Così facendo, però, non avreste regalato 500 euro a oltre 500 mila ragazzi proprio alla vigilia del referendum e non avreste potuto portare avanti iniziative che noi reputiamo scorrette, come quella che abbiamo mostrato con la nostra interrogazione, con l'intento evidente di influenzare il voto collegandolo impropriamente alla ricezione del bonus.
  Questo modo di operare, questo continuo negare l'evidenza, come è stato fatto anche oggi, è la chiara dimostrazione di come questa maggioranza sia in difficoltà e sia disposta a tutto per evitare la sconfitta del referendum, sconfitta che il 4 dicembre comunque arriverà, Ministro. Di questo ne sia certo e così potremo mettere la parola fine a questo modo di fare politica in quanto, dal nostro punto di vista, la gente ormai è stanca di essere presa in giro solo con delle promesse e con delle mance elettorali.

(Iniziative, in ambito europeo e in relazione alla Conferenza internazionale sul clima di Marrakech, volte al rispetto degli impegni assunti in merito al contenimento del riscaldamento globale – n. 3-02615)

  PRESIDENTE. La deputata Miriam Cominelli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Pag. 6Borghi ed altri n. 3-02615 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

  MIRIAM COMINELLI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, siamo giunti ormai alla XXII Conferenza internazionale sul clima che si sta svolgendo a Marrakech, Conferenza che segue l'entrata in vigore dello storico accordo per contenere la temperatura media globale, che è stato siglato a Parigi e rappresenta anche un momento importante per proseguire i negoziati sugli elementi chiave che sono stati impostati lo scorso anno proprio nell'appuntamento parigino.
  È necessario ora, però, che l'Europa e gli altri grandi produttori di emissioni mettano in atto tutte le azioni concrete e necessarie per centrare gli obiettivi di mitigazione del riscaldamento globale ed è necessario che lo facciano non pensando che questa sia una mortificazione per lo sviluppo economico ed industriale, ma che lo facciano nell'ottica positiva di usare questa come un'opportunità per creare nuovo sviluppo e nuova occupazione in chiave sostenibile.
  Con la nostra interrogazione chiediamo, quindi, al Governo quali sono le proposte e gli strumenti che intende porre in sede europea per proseguire questi importanti e fondamentali obiettivi.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Grazie, Presidente. Voglio prima di tutto rinnovare il mio ringraziamento al Parlamento per la celerità con cui ha proceduto nell'iter di approvazione della legge di ratifica dell'Accordo di Parigi. Questo Accordo è fondamentale per il futuro del nostro pianeta. L'Italia è stato il motore dell'intesa e va a Marrakech forte della ratifica, che lo pone al tavolo del negoziato con coerenza e ambizione. Il nuovo regime che abbiamo adottato, la Cop21, pur confermando il ruolo guida dei Paesi industrializzati, con diverse sfumature a seconda se si tratti di mitigazione, finanza e adattamento, amplia a tutti i Paesi che ratificheranno l'Accordo l'obbligo e l'opportunità di contribuire agli sforzi messi in campo in funzione del loro stadio di sviluppo.
  La Conferenza di Marrakech rappresenta, in questo senso, una tappa importante nel percorso per rendere operativo l'Accordo di Parigi, che, sebbene sia entrato in vigore il 4 novembre scorso, sarà effettivamente operativo a partire dal 2020. A Marrakech si sta focalizzando l'attenzione sulla necessità di affrontare le esigenze dei Paesi in via di sviluppo in materia di capacity building e di facilitare l'accesso ai finanziamenti internazionali per dare seguito ad azioni e priorità introdotte nei rispettivi piani nazionali sul clima. In Marocco si sta discutendo su vari aspetti, quali la review del meccanismo internazionale di Varsavia sulla perdita e il danno associati ai cambiamenti climatici, l'avvio del processo per definire le informazioni da comunicare sulla finanza del clima e la discussione sulla elaborazione del technology framework e sulle sue modalità di revisione.
  Si sta, inoltre, discutendo sull'istituzione del Comitato di Parigi sulla capacity building per coordinare e monitorare le attività previste dal piano di lavoro del periodo 2016-2020. Sulla capacity building altro elemento di rilevanza è il lancio, nel corso della Cop22, dell'iniziativa sulla capacity building per la trasparenza, per assistere i Paesi in via di sviluppo nel loro percorso verso l'allineamento degli standard di trasparenza a quelli dei Paesi sviluppati. Uno dei risultati chiave dell'Accordo di Parigi è stato proprio l'istituzione di un sistema di trasparenza molto migliorato rispetto a quello attuale. Centrale sarà anche il monitoraggio dei progressi verso gli obiettivi individuali e collettivi; questo tema è di particolare rilevanza ed è sempre una priorità nostra e dell'Unione europea. Vogliamo costruire un nuovo sistema di trasparenza comune, da adottarsi entro il 2018, per informazioni sulle emissioni Pag. 7di gas serra e sull'attualizzazione dei contributi nazionali che siano chiari, comprensibili e regolari.
  Un ulteriore argomento della Cop22 è la trasformazione delle economie, per rendere nel lungo periodo tutti i flussi finanziari compatibili con la traiettoria di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra.

  PRESIDENTE. La deputata Stella Bianchi, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

  STELLA BIANCHI. Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro per le informazioni che ci ha dato; in effetti, l'Accordo di Parigi ha assolutamente un valore storico ed è molto importante che a Marrakech si prosegua con decisione nel perfezionamento delle regole e nella definizione di tutti questi meccanismi così importanti e da dettagliare che ci ha illustrato bene il Ministro Galletti, così come è importante che sul piano interno si facciano quelle iniziative necessarie a sostenere una strategia di sviluppo a bassa emissione, a partire dalla revisione della strategia energetica nazionale e dalla, in realtà, già messa in atto delle tantissime misure molto positive che sono già nella legge di bilancio all'esame ora del Parlamento.
  Ma devo dirle, Ministro, e non le sfuggirà certamente, che il voto degli Stati Uniti di ieri consegna all'Italia e all'Europa una responsabilità in più. Abbiamo sentito con grande preoccupazione, devo dire, gli accenti negazionisti del Presidente Trump. Io sono convinta che il pragmatismo di quello che comunque è un uomo d'affari prevarrà su quanto affermato fin qui, ma certamente all'Italia e all'Europa spetta ora il compito intanto di rendere più efficaci e con maggior decisione gli strumenti negoziali a Marrakech, per guadagnare tempo, e poi di essere uno dei protagonisti, insieme alla Cina, della trasformazione delle economie, in modo che certamente gli Stati Uniti non vorranno perdere l'occasione di essere nel centro della nuova economia che dovremo costruire a bassissime emissioni di carbonio.
  Non è tempo di negazionismi, e lei, Ministro, lo sa meglio di tutti noi. Vorrei usare qui l'espressione che usava spesso un grande Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama: non sono uno scienziato, ma credo alla scienza, e, quando il 99 per cento degli scienziati dell'IPCC, l'organismo che risponde alle Nazioni Unite, dice che i cambiamenti climatici sono in atto e che dipendono dall'attività dell'uomo, e che dipendono dalle fonti fossili, non c’è tempo da perdere in ulteriori discussioni.
  Il tempo è ora e la nostra preoccupazione è la stessa che ha spinto Papa Francesco a redigere quella sua splendida enciclica Laudato si’, e quindi la ringrazio, Ministro, per l'impegno che ha già messo e per quello che metterà anche a Marrakech (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative di competenza per la realizzazione di infrastrutture destinate all'approvvigionamento di acque reflue a fini di raffreddamento degli impianti dello stabilimento Ilva di Taranto, in modo da interrompere sprechi di acqua potabile – n. 3-02616)

  PRESIDENTE. Il deputato Matarrese ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02616 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  SALVATORE MATARRESE. Grazie, Presidente. Signor Ministro, da tempo a Taranto, ma anche nella regione Puglia, si auspica la possibilità di realizzare quelle infrastrutture che consentano di utilizzare le acque reflue di due importanti depuratori che sono presenti nelle vicinanze dello stabilimento Ilva, che sono il Bellavista e il Gennarini, per poter coadiuvare le esigenze degli impianti di raffreddamento dello stabilimento dell'Ilva. L'acqua è un bene primario, un bene importante, soprattutto per la regione Puglia, che ne ha sempre avuto carenza e, non a caso, ha il più grande acquedotto d'Europa, proprio perché ha difficoltà nell'approvvigionamento. Pag. 8Quindi, le chiedo quali siano le cause ostative, atteso che gli enti locali da tempo attendono questa infrastruttura.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Grazie, Presidente, e grazie anche all'onorevole Matarrese per la domanda. Sulle problematiche evidenziate dall'interrogante sono stati acquisiti elementi dalle diverse amministrazioni competenti. Secondo quanto riferito dal Ministero dello sviluppo economico, si segnala in via preliminare che ad oggi l'acqua potabile derivante da approvvigionamento dall'Acquedotto pugliese Spa non è usata per i processi produttivi di Ilva, ma solo per il servizio di mensa e servizi igienici. Per quanto riguarda, invece, il raffreddamento degli impianti, l'Ilva usa prevalentemente acqua di mare, applicando e rispettando i limiti imposti dal decreto AIA del 2015. L'acqua potabile veniva utilizzata in passato nella produzione delle cosiddette bricchette, ossia i residui di ferro.
  L'acqua della sorgente Sinni potabilizzabile è attualmente usata nei processi produttivi nel rispetto delle quantità previste dall'AIA. Il consumo dell'acqua della sorgente potrà essere in parte sostituito quando sarà attuato il progetto per la realizzazione dell'impianto di affinamento delle acque reflue derivanti dagli impianti civili Gennarini e Bellavista, avviato con la regione Puglia e previsto sempre dall'AIA, che, a riguardo, contiene una specifica prescrizione. I tempi di esecuzione dell'intervento previsti dal piano ambientale del 2014 sono fissati in 24 mesi dalla stipula degli accordi con la regione Puglia, i quali, tuttavia, ad oggi non risultano ancora stipulati. Da informazioni assunte presso la struttura commissariale dell'Ilva, risulta che questa abbia partecipato a due incontri interlocutori indetti dalla regione Puglia, nei quali è stato affrontato, tra l'altro, il tema del riutilizzo delle acque reflue.
  È stato, inoltre, istituito un tavolo tecnico sul tema. In data 16 dicembre 2015 è stato altresì effettuato un sopralluogo congiunto tra regione Puglia, Autorità idrica pugliese, Acquedotto pugliese, provincia e Ilva per verificare lo stato di consistenza delle opere esistenti realizzate dalla provincia di Taranto e definire le successive attività ispettive tecnico-funzionali. I presenti convenivano sull'opportunità di aggiornare a nuova data il completamento dell'attività di verifica, considerata la necessità di acquisire dalla provincia la documentazione indicata nel verbale, fissando come termine per la trasmissione il 15 gennaio 2016.
  Da quella data sono seguite due diverse sollecitazioni alla provincia per la trasmissione della documentazione tecnica. Sul progetto in questione l'Acquedotto pugliese ha manifestato la difficoltà al completamento delle opere riguardanti l'utilizzo industriale delle acque reflue di Taranto, in particolare dell'Ilva, dovuto alla mancanza della specifica documentazione tecnica, e pertanto, ad oggi, tale progetto risulta bloccato. Il Ministero, per quanto di sua competenza, continuerà a tenersi informato e a svolgere un'attività di monitoraggio e sollecito nei confronti degli enti territoriali competenti.

  PRESIDENTE. Il collega Matarrese ha facoltà di replicare.

  SALVATORE MATARRESE. Grazie, Ministro, per l'esaustiva risposta. Non avevo dubbi che il consumo dell'acqua fosse comunque nel rispetto delle prescrizioni dell'AIA, però ritengo che sia davvero un paradosso che, in presenza di acque reflue, non si riesca a mettere in piedi un meccanismo per il quale dal 2014 ancora oggi manca la documentazione tecnica per realizzare un progetto che non credo abbia una complessità tale da giustificare un movimento di documentazione piuttosto che di fatti. Io credo che questa sia una caratteristica del nostro Paese; si realizzano delle opere che hanno anche una valenza come questa particolare, ma sprecare acqua per raffreddare impianti nel Pag. 92016 credo sia comunque una cosa da evitare, e meriti un'attenzione ed una speditezza nell'elaborazione dei progetti, attesa l'attenzione che tutto il Parlamento ha posto sull'Ilva, sul problema ambientale e sull'utilizzo delle risorse naturali. Quindi io davvero confido che questa documentazione, che sembra essere carente, che è alla base della mancanza di attuazione di quest'opera, venga a superarsi con l'impegno del Ministero; e soprattutto con l'impegno dei cittadini pugliesi, che devono pretendere che queste opere, che non sono sicuramente marginali, vengano a realizzarsi nei tempi, e soprattutto in un contesto di voler recuperare tempo perso a Taranto. È questo il momento giusto per realizzare quest'opera, che porterebbe l'acqua ad essere un bene per i cittadini, e le acque reflue acqua per gli impianti e per il bene di un impianto industriale.

(Iniziative volte a bandire un corso-concorso per il reclutamento di direttori dei servizi generali ed amministrativi, nonché per il riconoscimento professionale di tale categoria di lavoratori – n. 3-02617)

  PRESIDENTE. La deputata Centemero ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02617 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, mi rivolgo alla signora Ministra che è qui con noi, proprio per sottolineare un'urgenza che c’è nella scuola, che la «buona scuola», ahimè, non ha affrontato; e anche la legge di bilancio non affronta, perché continuiamo a parlare di personale docente, ma ci dimentichiamo il personale amministrativo, e soprattutto dei direttori dei servizi generali e amministrativi (DSGA), che sono fondamentali per far funzionare le nostre scuole: chi lavora nelle scuole sa benissimo che una buona segreteria rende buona davvero una scuola. Per cui sono proprio a chiederle cosa intenda fare, visto che nel 2010 è stata bandita una procedura selettiva che non ha mai avuto svolgimento, e che ci sono ben mille posti vacanti per questo personale. Cosa intende fare il Ministero per questi mille posti vacanti, e per valorizzare questa figura professionale, che è importantissima nelle nostre scuole ?

  PRESIDENTE. La Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Stefania Giannini, ha facoltà di rispondere.

  STEFANIA GIANNINI, Ministra dell'Istruzione dell'università e della ricerca. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Centemero per il quesito, perché pone una questione importante, sulla cui rilevanza concordo pienamente: siamo tutti consapevoli che una buona segreteria fa una buona scuola, e che la quantità e la qualità dei direttori dei servizi generali e amministrativi nelle scuole non è certo meno importante di altre figure che sono state oggetto di misure importanti e significative nel corso dell'approvazione della legge n. 107 del 2015, della «buona scuola», e della sua attuazione, che è in atto in questi mesi. Però voglio precisare che in realtà i due punti fondamentali che lei tocca con la sua interrogazione, e cioè il tema del reclutamento e quello della formazione, perché valorizzare la professionalità significa dare opportunità di aggiornamento e formazione anche a questa parte del personale della scuola, sono stati affrontati da questo Governo con scadenze precise, che cito subito, e anche con l'ambizione di poter arrivare ad una soluzione che non è stata data negli anni scorsi, e che invece è a portata di mano nei prossimi mesi.
  Rispettivamente per il piano di formazione, entro il 30 novembre noi siamo in grado di presentare ed attuare, così come sta avvenendo per gli insegnanti, il piano di formazione specificamente rivolto al personale tecnico-amministrativo, e quindi anche ai dirigenti dei servizi generali e amministrativi (DSGA), che con uno stanziamento specifico, nuovo e inedito di 2 milioni e 300 mila euro indica un percorso che tocca temi fondamentali: il tema dell'autonomia, quindi il passaggio da una cultura dell'adempimento del compito ad Pag. 10una cultura invece del risultato necessario, dimostrabile e valutabile; il tema della gestione del bilancio della scuola, della rendicontazione; il tema non meno importante della collaborazione verso il basso e verso l'alto, per così dire, con gli insegnanti e con i dirigenti scolastici. Quindi è un piano importante, è un piano imminente, ed è un piano che darà risposta al primo quesito che lei pone.
  Il secondo tema, altrettanto significativo, altrettanto ben presente all'attenzione del Governo, è quello del reclutamento. I posti vacanti e disponibili per queste figure sono mille, e sono quelli su cui il Ministero, entro la stessa data del 30 novembre (la procedura è iniziata ed è già in pieno avanzamento), richiederà formalmente, come necessario, al Ministero dell'economia e delle finanze l'autorizzazione a procedere per il bando successivo di concorso.
  Quindi non so indicare una data di compimento di questo secondo importante passo, ma so indicare con certezza l'inizio di quel processo che, nel corso dei prossimi mesi, noi chiederemo per tutti i mille posti. Ci auguriamo che la risposta sia altrettanto puntuale e positiva, e possa essere esaudita anche questa seconda importante richiesta.

  PRESIDENTE. La collega Centemero ha facoltà di replicare.

  ELENA CENTEMERO. Presidente, per quanto riguarda il tema del reclutamento siamo insoddisfatti, nel senso che voi state per chiedere l'autorizzazione ad un corso-concorso, ad un concorso per i mille posti di DSGA senza avere certezza di quello che risponderà il Ministero dell'economia e delle finanze, e senza ricordarvi che un concorso era già stato autorizzato, e quindi delle risorse erano già state poste nel 2010: quindi ci chiediamo ulteriormente dove quelle risorse per il concorso del 2010 siano finite, non essendo stato bandito il concorso, quindi avendo già in teoria delle risorse a disposizione. Però la cosa è ancora più significativa proprio perché abbiamo la legge di bilancio: noi abbiamo presentato una serie di emendamenti, perché laddove negli articoli 52 e 53 si parla appunto di mettere altri soldi per le assunzioni del personale scolastico, noi riteniamo che in questo personale scolastico debba andare anche il personale amministrativo, e in modo particolare i DSGA. Quindi noi ci aspettiamo e ci aspetteremmo che il Governo ci desse immediatamente delle risposte, proprio nella legge di bilancio: visto che abbiamo questa opportunità, questa occasione, il Ministero potrebbe chiedere al Ministero dell'economia e delle finanze, e metterla addirittura già nella legge di bilancio, l'autorizzazione per questo corso-concorso rivolto al personale amministrativo. Davvero quello che vi sto dicendo è a favore delle scuole, perché le scuole senza il direttore generale dei servizi amministrativi non funzionano; anche quelle piccole autonomie, quelle che non sono più autonomie perché hanno pochi studenti, che non hanno il direttore dei servizi generali e amministrativi, sono in gravi difficoltà, e noi abbiamo un'urgenza. Quindi vi chiedo davvero di cercare di mettere una risposta immediata all'interno della legge di bilancio !

(Iniziative volte ad incentivare le collaborazioni tra gli atenei, i professori e i ricercatori universitari per favorire la nascita e lo sviluppo delle cosiddette start up – n. 3-02618)

  PRESIDENTE. Il deputato Raffaele Calabrò ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02618 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  RAFFAELE CALABRÒ. Presidente, signora Ministra, l'ultimo trimestre ha dimostrato che c’è stato un incremento, sia quantitativo sia finanziario, delle start up innovative in Italia; questo è stato un incremento molto significativo, peraltro, nell'ultimo trimestre, un incremento di 420 unità, ben 420 unità, rispetto alla rilevazione precedente di giugno. Noi sappiamo bene come molto spesso sono proprio Pag. 11le università italiane che incentivano progetti di sostegno all'avviamento di start up, con azioni di aiuto sia in fase organizzativa, sia in fase collaborativa, sia di consulenza, sia di assistenza tecnica, sia di disponibilità dei laboratori delle università; e purtroppo sappiamo pure come molti ricercatori universitari hanno l'esigenza di trasferirsi all'estero, di lavorare all'estero per poter far partire le loro iniziative, le loro idee, e hanno difficoltà nel nostro Paese. La richiesta, signora Ministra, è quella di cercare di implementare le risorse economiche delle università, indirizzate esattamente a questo: a collaborazioni tra atenei, a professori universitari, a ricercatori universitari che possano favorire con il loro lavoro la nascita o lo sviluppo di start up in vari settori produttivi, ed in particolare mi riferisco a quello tecnologico.

  PRESIDENTE. La Ministra dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, Stefania Giannini, ha facoltà di rispondere.

  STEFANIA GIANNINI, Ministra dell'Istruzione dell'università e della ricerca. Signor Presidente, onorevole Calabrò, anche in questo caso condivido il senso del quesito, cioè la sottolineatura dell'importanza di questo mondo del lavoro innovativo (lo definirei così), cioè il mondo delle start up: che è intimamente collegato a percorsi di alta formazione, universitari e post-universitari, che sempre più si devono collegare, e si stanno collegando anche nel nostro Paese (i numeri che lei citava lo dimostrano), al mondo dell'impresa, in particolare dell'impresa innovativa. Questo indicatore di salute, di crescita, di oltre 400, che ho visto anch'io e che è molto incoraggiante, non è naturalmente frutto del caso: è frutto di una strategia che da alcuni anni, in particolare nel corso di quest'ultimo biennio, si è intensificata da parte del Governo e da parte delle misure che incoraggiano gli atenei, da un lato, e la creazione di innovation hub, di distretti innovativi in cui gli atenei, i dipartimenti che hanno questo tipo di ruolo e di missione, le imprese e gli enti di ricerca possano far generare, crescere e poi sviluppare questo tipo di imprese innovative.
  Ma io cito tre misure specifiche, onorevole, che sono il disegno che il Governo ha in mente, che con il Piano nazionale della ricerca è stato chiaramente indicato e che ha risorse destinate specificamente a questo scopo; si parla di un piano di 30 milioni di euro che nei prossimi due anni verrà sviluppato secondo una traccia molto precisa. La prima misura è la valorizzazione di quelle università e di quei dipartimenti universitari che, all'interno del dottorato – perché quello è il segmento formativo che può veramente produrre il meglio dell'innovazione e quindi anche, in qualche caso, la generazione di start up –, possano e vogliano sviluppare percorsi di apprendimento e di alta formazione che siano finalizzati alla ricerca trasferita, quindi trasferimento tecnologico che produce start up. La seconda misura mira proprio ad aiutare i ragazzi, gli studenti che vogliano intraprendere questo percorso, con un piano di borse di studio che abbiamo chiamato «dottori startupper», appunto: sono borse annuali da 20.000 euro per i dottori di ricerca di durata triennale che vogliano avviare, durante il loro percorso di dottorato, una start up innovativa e che quindi abbiano già una vocazione e anche un progetto di tipo imprenditoriale. La terza ed ultima, ma non meno importante, è il grant start up della ricerca, cioè la valorizzazione del merito e dell'eccellenza in questo settore attraverso un premio che finanzierà, ad interessi zero, alcuni (i migliori) tra i «dottori startupper», quindi tra i borsisti.
  Questo mi sembra un piano che, insieme a «industria 4.0», per la parte enabling factors e tutta quella che è la dimensione formativa di questo piano, e tutte le altre misure – chiaramente previste in stabilità – che riguardano la valorizzazione dei dipartimenti di eccellenza universitari, cui appartengono anche i dipartimenti che fanno innovazione – potrà incrementare il numero e anche la qualità delle nostre esperienze innovative.

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  PRESIDENTE. Il deputato Raffaele Calabrò ha facoltà di replicare.

  RAFFAELE CALABRÒ. Presidente, se fino a oggi ero confortato dall'incremento dell'ultimo trimestre che avevo osservato, oggi ho una visione più chiara, più netta e più positiva, perché mi sembra che faccia parte di un percorso che si sta costruendo, e forse anche mi auguro una stabilizzazione di questo percorso, perché questa non sia solamente un'occasione da utilizzare in un momento ma si avvii qualche cosa che possa diventare stabile iniziativa all'interno delle università. Puntare sui dipartimenti, perché nel dipartimento si possa creare spazio per questa iniziativa; puntare su borse di studio per i dottorandi; puntare anche alla gratificazione di tutto questo attraverso un premio: mi sembrano degli obiettivi molto chiari.
  Quello che mi preme sottolineare, signor Ministro, è che questo diventi qualche cosa di operativo con urgenza. Noi purtroppo assistiamo a questa fuga dei nostri cervelli – frase comune alla quale quasi ci abituiamo, oggi – e facciamo lo sforzo di farli rientrare in Italia: ebbene, non facciamoli uscire, proprio consentendo ai più giovani, ai ragazzi di appassionarsi attraverso questo alla ricerca e rimangano all'interno del nostro sistema universitario.

(Chiarimenti in merito allo stanziamento dei fondi previsti dal decreto interministeriale del 9 gennaio 2013 per la messa in sicurezza degli edifici scolastici – n. 3-02619)

  PRESIDENTE. Il deputato Sberna ha facoltà di illustrare la interrogazione Gigli e Sberna n. 3-02619 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  MARIO SBERNA. Grazie, signor Presidente. Signora Ministra, prima ancora che avesse avvio questa legislatura, sono stati stanziati oltre 110 milioni di euro per la messa in sicurezza degli edifici scolastici. Il Presidente Renzi – a nostro giudizio, opportunamente – ricorda all'Europa che i soldi per alcuni gravi eventi che ci hanno colpito, come quelli sismici, o per le scuole, non possono essere considerati (abbiamo effettivamente in molte zone sismiche le scuole non in sicurezza), eppure questi soldi, a nostra conoscenza, non sono arrivati a destinazione. Vorremmo sapere dove, come e perché – soprattutto – questi soldi già stanziati non sono ancora stati distribuiti alle scuole.

  PRESIDENTE. La Ministra dell'Istruzione dell'università e della ricerca, Stefania Giannini, ha facoltà di rispondere.

  STEFANIA GIANNINI, Ministra dell'Istruzione dell'università e della ricerca. Signor Presidente, in realtà io ho numeri e anche certezze amministrative e gestionali, nello stanziamento e nell'assegnazione di questi fondi, molto più rassicuranti rispetto al dubbio che il quesito dell'onorevole Sberna pone. In particolare, il quesito si riferiva a un'area specifica del Paese che aveva appunto avuto assegnazioni negli anni passati per eventi sismici trascorsi, cioè il Friuli Venezia Giulia, e che ha ricevuto uno stanziamento importante – grazie però alle misure di questo Governo, al grande Piano per l'edilizia scolastica, che è stato avviato a partire dall'aprile del 2014 – di complessivi 60 milioni di euro, che sono stati distribuiti nei diversi segmenti di progetto, dalla messa in sicurezza delle scuole (27.740.000 euro), al Progetto «scuole innovative», cioè il rinnovamento di quelle strutture didattiche o comunque di arredo e di organizzazione degli spazi interni, che erano stati richiesti dalle amministrazioni locali (per 10.100.000 euro), all'antisismica, che in quella zona, come ahimè in molte altre zone del Paese – abbiamo avuto occasione molto recentemente di assegnare fondi, e stiamo continuando a monitorare il contesto d'Italia centrale – ben sappiamo essere una priorità. In questo caso, per l'antisismica, sono arrivati in quella zona 1 milione di euro circa, poco meno (978.000 euro).
  Quindi, in realtà il piano per l'edilizia ha riguardato la zona interessata dal quesito Pag. 13degli onorevoli Sberna e Gigli in maniera molto particolare.
  C'era poi un altro tema che era stato messo in evidenza nell'interrogazione scritta – mi fa piacere dare una risposta puntuale anche a questo tema –, cioè il fatto che in alcuni comuni non erano arrivati gli stanziamenti previsti – in questo caso dal decreto del 2 agosto 2011 – che erano stati poi assegnati al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e da quel Ministero assegnati. Al vaglio che è stato fatto, i comuni che hanno regolarmente presentato la domanda e la procedura di richiesta regolarmente e in tempo per l'assegnazione di questi fondi hanno ricevuto puntualmente i fondi stessi. Li cito: sono il comune di Bicinicco, quello di Santa Maria la Longa, quello di Caneva, quello di Valvasone Arzene e quello di Tavagnacco.
  Quindi, laddove i fondi non sono stati assegnati perché non c'era stata una richiesta specifica, la legge n. 107 ha recuperato questi fondi e li ha rimessi nel grande Piano dell'edilizia, che – voglio ricordarlo a sintesi dell'argomento che stiamo trattando – dal 2014 ad oggi, ha stanziato 6 miliardi e 700 milioni per il tema dell'edilizia scolastica nelle sue varie accezioni.

  PRESIDENTE. Il deputato Gian Luigi Gigli ha facoltà di replicare.

  GIAN LUIGI GIGLI. Signora Ministro, ma noi appunto la domanda l'avevamo fatta sui fondi pregressi, non su quelli nuovi. Lei, su questi, cioè quelli assegnati sulla Gazzetta Ufficiale del gennaio 2013, mi ha risposto che sono stati erogati lì dove i comuni hanno presentato evidentemente le loro richieste. Beh, c’è un problema, e qui tocca a me verificare. Io la ringrazio molto per la risposta, ma c'erano, nell'elenco di quel periodo del Friuli-Venezia Giulia, almeno tre scuole paritarie, che ho verificato di persona (l'Istituto «Santa Maria degli Angeli» di Gemona del Friuli, l'Istituto «Vendramini» di Pordenone e l'Istituto «Beata Elena Valentinis» di Tricesimo), alle quali erano stati assegnati dei fondi, anche abbastanza consistenti, e nessuna delle tre – questa è verifica di ieri pomeriggio – li ha ricevuti.
  Potrà anche essere – e io andrò a verificare – che forse ci fosse qualche cosa di spettanza del comune in materia, qualche passo che il comune doveva fare – in quel caso ne chiederemo conto ai comuni –, ma non vorrei – e questo lo dico però con forza, signora Ministro – che ci fosse stato qualche meccanismo di selezione a monte, da parte degli uffici regionali, per il quale le scuole paritarie sono state tenute fuori. Guarda caso, erano tre scuole paritarie, quelle di cui le sto dicendo io.
  Allora, ripeto: ci ritroveremo successivamente, questa è una verifica che devo fare, se ci sono inadempienze dei sindaci e a loro andremo a chiedere conto o se c’è stato, a monte, un atteggiamento discriminativo, che sarebbe ovviamente inaccettabile. La ringrazio, comunque, per la precisazione che oggi ci ha dato.

(Dati relativi ai danni riportati dagli edifici scolastici e alle ripercussioni sull'attività didattica conseguenti ai recenti eventi sismici – n. 3-02620)

  PRESIDENTE. Il deputato Giulio Cesare Sottanelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02620 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  GIULIO CESARE SOTTANELLI. Grazie, Presidente. Signora Ministra, nelle ultime dieci settimane l'Italia centrale è stata interessata da moltissime scosse, alcune delle quali con molte vittime, come quella del 24 agosto. L'area interessata dal sisma è forse la più estesa di sempre, interessando quattro regioni e oltre 200 comuni. Una delle emergenze più importanti è, senza ombra di dubbio, quella che riguarda la sicurezza degli edifici scolastici. Il Governo ha deliberato stanziamenti specifici nei due decreti emergenziali. Ad esempio, nella mia regione, l'Abruzzo, e nel capoluogo di provincia, il Pag. 14comune di Teramo, sono ancora chiuse da giorni tutte le scuole e si stanno effettuando le verifiche con molti esiti di inagibilità. Persiste una grande preoccupazione dei genitori, del corpo docente, degli amministratori tutti. Quindi, le chiediamo di rassicurare sulla ricognizione dei danni e sulle verifiche in corso.

  PRESIDENTE. La Ministra dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, Stefania Giannini, ha facoltà di rispondere.

  STEFANIA GIANNINI, Ministra dell'Istruzione dell'università e della ricerca. Grazie, signor Presidente. Posso rispondere, onorevole Sottanelli, con dati alla mano, ma anche e soprattutto con la consapevolezza che gli eventi sismici, sia quello del 24 agosto sia i successivi del mese di ottobre, che hanno prodotto danni ingenti, hanno soprattutto creato, come lei ha ricordato, un'area di interessamento, un cratere, come si dice tecnicamente, di dimensioni veramente molto ampie: 150 mila persone, più o meno, coinvolte; 11 mila studenti potenzialmente coinvolti. Vi è la necessità di rifare verifiche sull'agibilità, che hanno prodotto un gigantesco sforzo tuttora in corso da parte del Governo, grazie all'interazione tra la Protezione civile e, per il tema della scuola, la task force che immediatamente il 25 agosto si è insediata nella Dicomac di Rieti, insieme alla Protezione civile, e che, di nuovo, ha iniziato il proprio lavoro a partire dagli ultimi eventi sismici.
  I dati precisi, che noi siamo in grado oggi di poter dare, sono dati rassicuranti per un verso, ma che naturalmente ci descrivono un quadro ancora in movimento e su cui c’è un controllo sistematico e, anche grazie al decreto emergenziale che il Consiglio dei Ministri ha congedato la settimana scorsa, vi è la possibilità di intervenire caso per caso con le misure necessarie e con la tempestività necessaria.
  Gli edifici scolastici che sono stati soggetti alla ricognizione puntuale della Protezione civile – questo non è ovvio compito del MIUR – sono 152 (la ricognizione ha interessato 152 istituti), ma gli edifici fisici, le scuole sono 356 e sono principalmente concentrati tra le Marche e l'Umbria, le zone più interessate. Di questi, 230 sono agibili e certificati come tali, 108 agibili, ma con necessità di interventi che ripristinino immediatamente, prima di poter far rientrare i ragazzi, la agibilità definitiva e 18 definitivamente inagibili.
  A fianco di questo lavoro capillare e sistematico della verifica dell'agibilità delle scuole, voglio ricordare all'onorevole Sottanelli, ma soprattutto alla comunità interessata, che la task force, che mette insieme il personale del Ministero, la Protezione civile e la direzione di comando, sta lavorando quotidianamente per il coordinamento di tutte quelle attività che sono di supporto, anche – non dimentichiamo – di supporto psicologico, di accompagnamento di quei processi che nel dopo sisma riguardano gli studenti, riguardano gli insegnanti. Quindi, c’è una possibilità reale, anzi una certezza di far sì che l'anno scolastico non solo sia avviato – come ricorderanno l'onorevole Sottanelli e tutti gli italiani – ad Amatrice con uno sforzo concentrato in quelle settimane...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  STEFANIA GIANNINI, Ministra dell'Istruzione dell'università e della ricerca. Ho concluso. Ma soprattutto che possa continuare regolarmente con misure differenziate, a seconda dei bisogni, in tutta l'area del grande cratere del centro Italia.

  PRESIDENTE. Il collega Sottanelli ha facoltà di replicare.

  GIULIO CESARE SOTTANELLI. Signora Ministra, siamo molto soddisfatti dell'azione dalla task force, che ha permesso già a quei ragazzi colpiti dal sisma del 24 agosto di poter rientrare già dal primo giorno di scuola e, quindi, di non perdere nessun giorno di scuola. È stata veramente una bellissima azione, quindi è merito suo, del suo Ministero e di tutto il Governo.
  Il quadro che ci fornisce, seppur ancora parziale, ci dà la consapevolezza della dimensione di tutte le criticità dei nostri Pag. 15edifici scolastici. Dal dopoguerra ad oggi, certamente, l'investimento più importante nell'edilizia scolastica è merito di questo Governo, di questa maggioranza perché hanno stanziato 4 miliardi di euro con la «Buona scuola». Penso che sia un atto di grande attenzione e di civiltà verso i giovani e, soprattutto, anche verso il futuro.
  Speriamo che questi fondi possano essere usati nel minor tempo possibile e nel migliore dei modi possibili, per rendere più sicuri i luoghi dove quotidianamente studiano i nostri figli.
  Auspichiamo che le risorse e le procedure messe a punto nei due decreti emergenziali possano garantire un'alta qualità delle verifiche e il regolare proseguimento dell'anno scolastico. La maggioranza farà la sua parte e aspettiamo che, su questo tema, tutto il Parlamento, tutte le forze politiche diano il proprio contributo, con l'aiuto di tutta la filiera degli enti istituzionali interessati.

(Iniziative di competenza volte al proficuo utilizzo a favore delle popolazioni terremotate dei beni di prima necessità raccolti dai gruppi comunali di protezione civile del lodigiano – n. 3-02621)

  PRESIDENTE. Il deputato La Russa ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02621 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  IGNAZIO LA RUSSA. La ringrazio, Presidente. Nella immediatezza del sisma del 24 agosto 2016, nel lodigiano furono raccolti diversi materiali, derrate alimentari e quant'altro per sostenere le popolazioni colpite. Purtroppo, queste derrate e quant'altro sono rimasti depositati nei comuni, nelle sedi dei comuni, della Protezione civile e recentemente, dopo, purtroppo, l'altro sciame sismico, quello dell'ottobre 2016, si è intravista, da parte dei volontari, che avevano operato questa raccolta, la possibilità di rispondere alla richiesta di alcuni sindaci delle Marche di avere con urgenza questi beni. Purtroppo questo non sta avvenendo, anzi si dice che possono avere altre destinazioni (rifugiati, robe del genere). Si chiede al Ministro se voglia e possa attuare tutto ciò che è di sua competenza affinché l'opera dei volontari non vada dispersa e queste derrate arrivino nelle Marche.

  PRESIDENTE. La Ministra per le Riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha facoltà di rispondere.

  MARIA ELENA BOSCHI, Ministra per le Riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Credo che siamo tutti d'accordo nell'esprimere, ovviamente, un ringraziamento e un senso di orgoglio per i tanti cittadini e cittadine italiane che, fin dalle prime ore, si sono impegnati generosamente nella raccolta di beni o, comunque, attraverso un aiuto concreto in prima persona, con donazioni a favore delle popolazioni colpite dal terremoto del centro Italia. Tuttavia, come avviene sempre in occasione di calamità naturali, la Protezione civile ha il compito di coordinare anche le attività di raccolta dei beni, di assistenza e di soccorso, coordinandosi con le varie amministrazioni comunali coinvolte.
  Secondo le procedure previste in questi casi, la raccolta deve essere attivata solo laddove vi sia davvero un'esigenza, un fabbisogno di derrate alimentari o di beni di prima necessità.
  Nel caso specifico del sisma del 24 agosto, il Capo della Protezione civile pubblicamente, nelle prime conferenze stampa, sia il 25 che il 26 agosto, ha detto che non c'era l'esigenza di raccogliere derrate alimentari o beni di prima necessità perché le popolazioni erano già state assistite e non c'era questo tipo di esigenza.
  Peraltro, il sito istituzionale della Protezione civile in modo ufficiale sia il 2 settembre e poi anche il 2 novembre, dopo il secondo evento sismico, ha ribadito che non c'era l'esigenza di procedere alla raccolta di beni alimentari o di beni di prima necessità perché le popolazioni erano già Pag. 16assistite, tanto è vero che anche alcune notizie apparse in questi giorni in alcuni organi di stampa rispetto alla presunta carenza di beni nelle Marche o in altre regioni colpite sono state puntualmente smentite dalla Protezione civile proprio perché destituite di ogni fondamento.
  Con riguardo, nello specifico, alla comunità di Lodi della quale ovviamente è apprezzabile l'intento con cui la popolazione di quelle zone ha cercato di raccogliere questi beni e di metterli a disposizione, non risulta alla Protezione civile nazionale né una richiesta di attivazione da parte della Protezione Civile di Lodi né una richiesta di andare a recuperare quei beni presso la Protezione Civile di Lodi.
  Tuttavia, laddove vi siano dei beni di prima necessità che sono vicini ad una scadenza proprio perché deperibili, solitamente viene effettuata una raccolta nelle varie regioni in modo tale che possano essere utilizzati per altri fini di solidarietà insieme alle associazioni che si occupano ovviamente di questo tipo di attività.

  PRESIDENTE. Il collega Ignazio la Russa ha facoltà di replicare.

  IGNAZIO LA RUSSA. Innanzitutto la ringrazio, Ministro, per essere qui con noi anche in una giornata che, considerato il risultato in America con la vittoria di Trump, immagino vi abbia creato qualche problema e, quindi, magari avrebbe preferito...

  PRESIDENTE. Restiamo sull'argomento.

  IGNAZIO LA RUSSA. Perché ? Posso introdurre. Avrebbe preferito fare altre cose. Credo che siano apprezzabili le sue parole, ma mi risulta che il sindaco di San Severino Marche e altri sindaci abbiano richiesto beni di prima necessità e pertanto le sarei grato se fosse possibile al suo Ministero accertare se queste derrate possano essere effettivamente mandate nelle Marche come alcuni sindaci hanno informalmente richiesto ai volontari, perché hanno avuto il sospetto che ci fosse un tentativo di tenerle lì per poterle destinare ad altri pur lodevoli luoghi che non sono gli stessi per cui le derrate sono state raccolte.
  In particolare, credo che quanto già diamo come Stato italiano agli enti che devono procurare cibo ai rifugiati e agli immigrati sia sufficiente e non ci sia bisogno di destinare questi beni a persone diverse da quelle per le quali sono stati raccolti. La ringrazio e spero non ci fosse niente di male nell’incipit iniziale con riferimento a Trump: era semplicemente una constatazione simpatica.

(Chiarimenti in merito agli intendimenti del Governo in ordine alla presentazione della domanda di finanziamento al Fondo di Solidarietà dell'Unione europea in relazione ai recenti eventi sismici – n. 3-02622)

  PRESIDENTE. Il deputato Battelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02622 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  SERGIO BATTELLI. Grazie, Presidente. Ministra Boschi, il 24 agosto si è verificato un devastante evento sismico nelle zone del reatino, nella provincia di Perugia fino ai limitrofi paesi delle Marche. Il terremoto ha causato più di 300 vittime e ingenti danni; ha determinato numerosi crolli e migliaia di sfollati costretti a vivere in condizioni precarie e complesse con stime provvisorie dei danni oltre i 3-4 miliardi di euro.
  L'Unione europea dispone di un Fondo di solidarietà per sostenere i Paesi colpiti da catastrofi naturali, compresi i terremoti, al quale è possibile accedere entro le 12 settimane successive all'evento verificatosi. Lo scopo è, dunque, quello di sostenere le popolazioni colpite, migliorarne le condizioni di vita e favorire la ripresa delle attività produttive. Per disastri maggiori come quello in esame si possono ottenere più di 250 milioni annui, risorse indubbiamente rilevanti. Pag. 17
  In ragione dell'importanza di interventi rapidi e coordinati sia per la vita delle persone che per la ripresa del tessuto produttivo si chiede perché l'Italia non abbia ancora presentato domanda di aiuto al FSUE e quando intenda farlo.

  PRESIDENTE. I banchi del Governo, per favore... i banchi del Governo, collega. La Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha facoltà di rispondere.

  MARIA ELENA BOSCHI, Ministra per le Riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Come penso sappiano gli onorevoli interroganti, il regolamento che prevede le modalità di accesso al Fondo di solidarietà dell'Unione europea prevede un termine di dodici settimane che quindi scadrà il 16 novembre rispetto all'evento sismico del 24 agosto.
  Quindi, ovviamente è un termine che non è ancora scaduto e il nostro Paese presenterà istanza al Fondo di solidarietà e, per quanto riguarda l'Italia, per l'anno in corso la soglia supera i 3 miliardi e 300 milioni con riguardo alle catastrofi naturali, proprio perché sappiamo che in occasione di eventi drammatici come quello che ha colpito il centro Italia gli Stati membri hanno diritto di chiedere accesso a questo Fondo e, se vi sono motivate istanze, di ottenere questa forma di risorse e di finanziamento. Tuttavia è necessaria un'azione di coordinamento su scala nazionale della raccolta dati di informazioni che puntualmente devono essere allegate all'istanza per poter sostenere questa domanda e devono essere fornite dalle varie amministrazioni competenti, dagli enti locali e dalle regioni. In questo caso le regioni coinvolte sono quattro purtroppo, come è noto. La Protezione civile, che ha il compito di coordinamento, fin dal 2 settembre, quindi immediatamente dopo l'evento sismico, ha mandato una nota alle regione coinvolte per chiedere queste informazioni e ci sono state già cinque riunioni tecniche tra la Protezione civile, le regioni e le varie amministrazioni coinvolte per predisporre questo fascicolo. Esattamente il 12, il 19 e il 29 settembre, il 7 e il 17 ottobre. Quindi è sicuramente seguito e coordinato il lavoro di predisposizione del fascicolo. Credo però che non sfugga a nessuno che l'emergenza ha portato innanzitutto i presidenti di regione, le loro strutture, i loro funzionari ad occuparsi insieme alla Protezione civile e a tutto il Governo di dare assistenza e di prestare soccorso. Purtroppo il ripetersi anche nelle settimane successive di ulteriori scosse che hanno provocato la necessità di ulteriori interventi d'urgenza ha reso necessario rivedere, spesso negli stessi territori le valutazioni che erano già stati fatte. Questo rende sicuramente più complessa la predisposizione di questo fascicolo. Credo che sia interesse di tutti garantire la possibilità di rispettare il termine del 16 novembre, che verrà rispettato, ma anche con collaborazione e comprensione sapendo che i presidenti di regione e le loro strutture, i sindaci e le loro strutture, la Protezione civile e tutto il sistema nazionale non stanno perdendo tempo ma stanno semplicemente cercando di aiutare le popolazioni coinvolte e l'ultimo decreto-legge approvato in Consiglio dei ministri prevede anche la possibilità, per questi enti locali, di avere ulteriori risorse umane, proprio per far fronte alle esigenze conseguenti al terremoto e, quindi, avere competenze tecniche per i vari controlli e verifiche che devono essere fatti. Ma il termine verrà rispettato.

  PRESIDENTE. Il collega Massimiliano Bernini, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

  MASSIMILIANO BERNINI. Grazie, Presidente. Grazie, Ministro. Penso che tutti noi, opposizione e maggioranza, conveniamo su un punto: per affrontare il terremoto che a partire dal 24 agosto scorso ha colpito vaste aree del centro Italia servono ingenti risorse economiche ma soprattutto tali risorse devono essere messe a disposizione immediatamente. Servono per acquistare i moduli abitativi provvisori per chi ha perso la propria abitazione. Pag. 18Infatti molti cittadini in questo momento vivono in strutture alberghiere lontane dalla propria terra o in roulotte in condizioni assolutamente approssimative soprattutto durante la stagione invernale. Servono risorse economiche per la messa in sicurezza delle strutture pubbliche e private, degli edifici lesionati. A tal proposito ricordo come moltissimi edifici storici sono crollati durante le ultime due scosse e si sarebbero potuti salvare se adeguatamente puntellati e ciò non è stato fatto perché sono mancati appunto i soldi alle amministrazioni locali: non lo dico io e non lo dice il MoVimento 5 Stelle. Servono soldi per rimuovere macerie, per la ricostruzione. Servono risorse anche per il ripristino delle linee elettriche, idriche, della viabilità, per il foraggio e i ricoveri del bestiame delle aziende zootecniche colpite e via discorrendo. Servono anche soldi per gli stipendi, i rimborsi e gli straordinari dei dipendenti pubblici. Insomma, Presidente e Ministro, serve moltissimo denaro e lo scorso 23 settembre lo avete quantificato per difetto intorno a 3-4 miliardi di euro. Ora sia noi sia i cittadini colpiti dal sisma ci aspettavamo da parte di questo Governo un comportamento da buon padre di famiglia teso a trovare in tutti i modi le risorse economiche per far fronte rapidamente a tutte queste necessità. Per questo con la presente interrogazione vi abbiamo chiesto se avete inoltrato la richiesta all'Europa per l'accesso al Fondo di solidarietà. La risposta è stata: lo faremo, lo faremo più in là, lo faremo entro la scadenza del termine che è di 12 settimane. Ma siamo arrivati quindi al limite. Perché vorrei centrare la questione su questo punto ? Perché potevate, quanto meno, all'indomani del sisma del 24 agosto, chiedere un anticipo di questi soldi del Fondo di solidarietà dell'Unione europea, un anticipo pari al 10 per cento che in qualche modo avrebbe potuto aiutare la popolazione civile...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere, collega.

  MASSIMILIANO BERNINI. ... di fronte a tutte queste necessità. Quindi, Ministro, ci riteniamo assolutamente insoddisfatti della risposta che ci ha dato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  Sospendo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 16,15 per lo svolgimento della commemorazione dell'onorevole Tina Anselmi.

  La seduta, sospesa alle 16,10, è ripresa alle 16,20.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alfreider, Bueno, Catania, Coppola, Dellai, Di Gioia, Epifani, Garofani, Giancarlo Giorgetti, Giorgis, La Russa, Locatelli, Losacco, Manciulli, Marazziti, Marotta, Molea, Nicoletti, Pes, Portas, Rampelli, Realacci, Rosato, Tabacci, Turco e Zolezzi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centoquindici, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

In ricordo dell'onorevole Tina Anselmi (ore 16,22).

  PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lei, l'intera Assemblea ed i membri del Governo). Care colleghe e cari colleghi, come sapete, lo scorso 31 ottobre si è spenta all'età di 89 anni Tina Anselmi, la Pag. 19cui lunga storia istituzionale e politica ha lasciato un'impronta indelebile nella vita della nostra Repubblica.
  Appena diciassettenne, nel settembre del 1944, con il nome di battaglia «Gabriella», scelse la lotta partigiana, e gli ideali della Resistenza l'hanno accompagnata e l'hanno guidata per tutta la sua vita.
  Nello stesso anno aderì alla Democrazia Cristiana. Dopo la guerra si laureò in lettere e divenne insegnante elementare. Svolse attività sindacale nella CGIL e poi nella CISL, battendosi soprattutto per i diritti delle operaie tessili e delle maestre. Fu poi incaricata nazionale dei giovani della Democrazia Cristiana. Nel 1963 fu nominata componente, e poi Vicepresidente, del Comitato direttivo dell'Unione europea femminile.
  Fu eletta per la prima volta alla Camera nel 1968 e nel corso della sua esperienza da deputata, che si concluse nel 1992, si è occupata sempre, durante questi anni, di grandi temi sociali: dal lavoro ai diritti delle donne, dalla riforma del diritto di famiglia, cui contribuì attivamente, al Welfare.
  Dopo essere stata Sottosegretaria al Ministero del lavoro e della previdenza sociale, nel luglio 1976 fu la prima donna ad assumere una carica ministeriale, come Ministra del lavoro e della previdenza sociale, e promosse la legge sulla parità di trattamento di uomini e donne in materia di lavoro.
  Fu in seguito Ministra della sanità e in questa veste si impegnò per l'approvazione di una delle leggi più importanti della nostra storia recente, quella relativa all'istituzione del Servizio sanitario nazionale, pubblico, universale, solidale.
  Nel 1981 fu nominata dall'allora Presidente della Camera Nilde Iotti, Presidente della Commissione d'inchiesta sulla loggia massonica P2. Condusse a termine – nel 1985 – una delle più delicate inchieste parlamentari della storia repubblicana con l'obiettivo di difendere la Repubblica e lo Stato democratico dalle infiltrazioni dei poteri occulti.
  Nel 1989 presiedette la Commissione nazionale per le pari opportunità.
  Da questa sintesi del suo percorso politico emerge con evidenza chiara a tutti come Tina Anselmi sia stata una madre della nostra Repubblica, una madre alla quale tutte le donne e gli uomini italiani devono gratitudine.
  Dallo scorso luglio, qui, a Palazzo Montecitorio, c’è una sala, la Sala delle donne, nella quale ci sono due foto di Tina Anselmi: una mentre siede al suo banco di deputata e discute con altri colleghi, l'altra mentre giura di fronte al Presidente della Repubblica Giovanni Leone, il 30 luglio del 1976, come prima donna Ministra, dopo trent'anni di Repubblica, trentasei Governi e 836 ministri, tutti uomini (Applausi).
  A nome dell'Assemblea e a nome mio personale, esprimo ai familiari di Tina Anselmi – che oggi sono qui in tribuna – i sentimenti della vicinanza mia e quelli di tutta la Camera dei deputati.
  Invito, dunque, l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio – Generali applausi).
  Ha chiesto ora di parlare la deputata Margherita Miotto. Ne ha facoltà.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO. Grazie, Presidente. Nell'esperienza irripetibile di Tina Anselmi, c’è un filo conduttore che collega l'antifascismo militante e la lotta partigiana, l'impegno sindacale a difesa delle operaie e degli insegnanti, le grandi riforme sul lavoro e la salute, fino all'inchiesta sui poteri occulti della massoneria deviata e della P2, ed è la coerenza: coerenza con i valori di libertà e giustizia, radicati nella sua autentica fede cristiana e nella fedeltà alla Costituzione.
  È stata una donna coraggiosa, in tempi in cui non era facile pensare al nuovo diritto di famiglia, non era facile chiudere i manicomi, non era facile riformare la sanità superando le mutue, stabilire parità di trattamento sul lavoro fra uomini e donne. Tina è stata testimone della buona politica, perché era competente, capace e onesta, mai faziosa, per nulla incline ai compromessi.Pag. 20
  Si è collocata nel solco del pensiero di Aldo Moro, ne ha condiviso la visione laica e progressista della politica e della democrazia, ha vissuto con sofferenza le scelte drammatiche e dolorose che il gruppo dirigente della DC, e non solo, fece durante i cinquantacinque giorni della prigionia dello statista, poi ucciso dalle Brigate Rosse.
  Le donne italiane devono molto a Tina Anselmi, aveva una visione aperta ed esigente del nostro ruolo. Era convinta – a ragione – che, quando le donne si impegnano nelle battaglie, le vittorie sono vittorie per tutta la società. Non basta – diceva – la rivendicazione, per esserci come donne, bisogna anche contare per incidere e cambiare la realtà, per migliorare la qualità della vita delle persone e rafforzare la democrazia.
  Il rafforzamento della democrazia, appunto, è una costante nell'impegno istituzionale di Tina Anselmi ed emerge con nitidezza alla guida della Commissione d'inchiesta sulla P2. Con coraggio e determinazione, scontando incomprensioni e solitudini, pagando un prezzo personale e politico molto alto, portò alla luce uno spaccato inquietante di inquinamento della politica italiana, una vera minaccia per le nostre istituzioni.
  Ancora oggi dovremmo chiederci perché non sono state tratte le conseguenze della relazione conclusiva. Lei disse: la verità possono cercarla solo quelli che hanno la capacità di sopportarla. E ancora: la nostra democrazia è un bene delicato, fragile ed abbisogna della responsabilità di tutto un popolo. La democrazia non è solo libere elezioni, non è soltanto progresso economico – quale progresso e per chi ? È giustizia, è rispetto della dignità umana, dei diritti delle donne. È tranquillità per i vecchi, speranza per i figli. È pace.
  Parole in cui si rispecchiano i valori della nostra Costituzione (Applausi), che scandiscono le tappe più significative del percorso umano e politico della carissima Tina Anselmi. Una donna giusta, l'ha definita il vescovo di Treviso nel giorno delle esequie: è vero, una donna giusta, un esempio per tutti: non solo noi donne, ma il Paese le deve gratitudine e riconoscenza (Applausi – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Di Vita. Ne ha facoltà.

  GIULIA DI VITA. «La nostra storia ci dovrebbe insegnare che la democrazia è un bene delicato, fragile, deperibile, una pianta che attecchisce solo in certi terreni, precedentemente concimati, attraverso la responsabilità di tutto un popolo. Dovremmo riflettere sul fatto che la democrazia non è solo libere elezioni, non è solo progresso economico. È giustizia, è rispetto della dignità umana, dei diritti delle donne. È tranquillità per i vecchi e speranza per i figli. È pace». Ho riportato le stesse parole appena riportate dalla collega Miotto, perché credo che non esista un modo migliore per ricordare una donna dello spessore di Tina Anselmi che usare proprio queste sue stupende parole.
  Partigiana e protagonista attiva della Resistenza, Tina Anselmi ha lasciato un segno indelebile nella storia del nostro Paese non perché donna, ma perché donna, politico e cittadina capace di ricoprire al meglio gli incarichi a lei affidati, in particolare sul lavoro e sanità e di portare, quindi, avanti i bisogni dei cittadini e delle cittadine italiane. Tina sia, quindi, al di là di ogni schieramento politico, l'esempio migliore per ognuno di noi qui dentro, uomini e donne.
  Vorremmo, infine, oggi ricordare una delle sue più coraggiose battaglie, purtroppo tremendamente attuale, nonostante siano trascorsi ben trentadue anni, che ha saputo superare l'appartenenza politica a favore della verità. Alludo, ovviamente, all'inchiesta parlamentare sulla loggia massonica «P2» di cui vorrei ricordare la parte conclusiva della sua relazione finale. Tina scriveva: «La prima imprescindibile difesa contro questo progetto politico, metastasi delle istituzioni, negatore di ogni civile progresso, sta appunto nel prenderne dolorosamente atto, nell'avvertire, senza ipocriti infingimenti, l'insidia che esso rappresenta per noi tutti – riconoscendola Pag. 21come tale al di là di pretestuose polemiche, che la gravità del fenomeno non consente – poiché esso colpisce con indiscriminata, perversa efficacia, non parti del sistema, ma il sistema stesso nella sua più intima ragione di esistere: la sovranità dei cittadini, ultima e definitiva sede del potere che governa la Repubblica» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Signora Presidente, onorevoli deputate e deputati, di Tina Anselmi vogliamo ricordare la figura umana e quella politica; una donna integra e un ruolo importante nella nostra storia della Repubblica: la prima donna Ministro, Ministro del lavoro. Il suo è stato un lavoro importante per il Paese, per la rappresentanza delle donne nella vita politica e per la parità tra donne e uomini. La tenacia, il lavoro, l'integrità, come solo le donne sanno fare e sanno dimostrare, questo è il ricordo che abbiamo di lei: le sue battaglie, le sue battaglie politiche per la parità di genere nelle istituzioni per la famiglia e per la parità nel lavoro.
  Voglio ricordare un episodio. Nel corso di un congresso, dell'VIII Congresso nazionale della Democrazia Cristiana, nel 1962, Tina Anselmi prese la parola, chiese il microfono. Il suo intervento toccava un tema importante: i diritti delle donne lavoratrici.
  Evidenziava come la manodopera femminile avesse giocato un ruolo importantissimo per la trasformazione sociale ed economica dell'Italia e come, invece, la società tendesse a non riconoscerle i diritti. Con determinazione sottolineava come si rendesse necessaria la modifica delle leggi a tutela della famiglia nell'ambito della società. Ecco, riformare le regole, riformare le leggi, riformare la legislazione adeguandola alle esigenze dei tempi nuovi, in grado di riconoscere i diritti delle donne lavoratrici, coniugandole con le necessità familiari. Forse anche oggi dovremmo riflettere su questo, forse anche oggi dovremmo riflettere sulla sua battaglia in questa direzione.
  Per lei il concetto di famiglia patriarcale non aveva più ragione d'essere e andava sostituito con una visione paritaria tra donna e uomo. Nel 1977, l'abbiamo ricordato già prima, fu approvata, quando lei proprio era Ministro del lavoro, la legge che prevedeva la parità di trattamento tra donne e uomini. Nel 1981, divenne presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla Loggia «P2» e, poi, si occupò tantissimo delle donne in Parlamento: negli anni Settanta, le donne in Parlamento erano l'otto per cento e lei introdusse la clausola di genere. Nella nuova legge elettorale del 4 agosto 1993, n. 277, fece aumentare, grazie a questa clausola di genere, la presenza femminile in Parlamento. Imponeva, infatti, questa clausola ai partiti di elencare, alternativamente, nelle liste elettorali, i candidati e le candidate alla Camera dei deputati. In questo modo, nelle elezioni del 1994 vennero elette molte donne, suscitando, ovviamente, molte polemiche.
  Lei, come tante altre donne, ha combattuto, come noi stiamo combattendo qui, dentro questo Parlamento, ma anche nella società, per la parità tra donne e uomini. Non fraintendetemi: ricordare il suo impegno a favore della parità tra donne e uomini non è sminuirne il valore, anzi, è dare quella plasticità e quel valore alla politica e all'impegno istituzionale. Ricordiamoci che questo, che oggi è il tempo delle donne (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Grazie, Presidente. Di Tina Anselmi si è parlato molto in questi giorni, rompendo il silenzio che l'aveva avvolta ben prima che la malattia l'allontanasse dal mondo pubblico; un silenzio caduto dopo la sua ultima missione politica: la guida della Commissione sulla «P2» per scelta della Presidente Nilde Iotti. Un lavoro inflessibile, straordinario, per far luce su un sistema occulto che fece tremare tanti uomini di potere variamente Pag. 22collocati. Proprio per la sua integrità morale e dinamicità è stata oggetto di attacchi scomposti e, perfino, di un fallito attentato, che non hanno mai intimidito la sua volontà.
  A tante conquiste della nostra democrazia ha dato il suo contributo: giovane staffetta partigiana, è stata sempre dalla parte delle donne; prima e unica donna Ministra, in un Governo di uomini, si è presa la libertà di chi non voleva solo esserci, ma voleva lasciare un suo segno. Ha influenzato l'esito positivo della lunga lotta sociale per il Servizio sanitario nazionale: quella vittoria popolare fu possibile, e anche la legge n. 180, perché la dialettica democratica tra società e Parlamento impose il dialogo e, dopo, compromessi virtuosi, a dimostrazione che la democrazia funziona se sono vitali i canali di rappresentanza e non c’è solo un Governo dalle mani libere.
  Fu donna di parte, ma con un alto senso delle istituzioni. Firmò, come Ministra, contro le pressioni clericali che si fecero sentire, la legge n. 194, che pure non aveva votato in Parlamento, nel rispetto del principio della laicità dello Stato.
  Tina Anselmi è anche ciò che non le è stato riconosciuto. Più volte candidata dalla società alla Presidenza della Repubblica, non è stata nominata nemmeno senatrice a vita. Occasioni mancate della politica, a conferma di quanto sia irto di ostacoli il riconoscimento pubblico di donne autonome e autorevoli.
  Concludo, Presidente. La diversa appartenenza partitica non ci ha mai impedito di condividere una visione della politica, quella che trae il senso da una forte radice popolare, quella del rigore morale di chi sceglie di stare dalla parte di chi ha meno, quella di chi tiene la schiena dritta davanti ai soprusi dei potenti. La speranza nostra, di questa parte è che sempre più politici e politiche la pratichino questa politica.
  Lei, Tina, Tina Anselmi, l'ha incarnata con il suo indimenticabile sorriso, che addolciva una femminilità trattenuta nella sobrietà.
  Con questo rinnovato sentimento comune, ci stringiamo al dolore della famiglia (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Causin. Ne ha facoltà.

  ANDREA CAUSIN. Presidente e onorevoli colleghi, la vicenda umana di Tina Anselmi è stata una storia di passione politica. Fondò la sua fedeltà alla democrazia e il suo amore sconfinato per la libertà durante le tragiche vicende della seconda guerra mondiale e nell'impegno partigiano nella lotta contro il nazifascismo.
  Maturò la passione per i lavoratori e per gli ultimi durante l'impegno, nel dopoguerra, nella componente cattolica del sindacato unitario.
  Fu straordinaria interprete del movimento cattolico democratico sia nell'impegno sindacale nella CISL sia nella Democrazia Cristiana, il partito a cui legò tutta la sua vicenda umana e politica.
  Nella Democrazia Cristiana fu interprete della dottrina sociale della Chiesa e dello spirito della Rerum Novarum e, pur attenta alle battaglie sociali dei partiti che si ispiravano al socialismo, mantenne una visione antropologica e culturale antitetica ad esso.
  Seppe fare della dedizione e della competenza la propria forza. Apparentemente semplice – come spesso vengono ritenuti semplici i veneti nell'iconografia collettiva – nel suo percorso umano e politico fu però determinata, indipendente, onesta e trasparente, valori che le furono riconosciuti universalmente, nel momento in cui le fu affidata la presidenza della Commissione d'inchiesta sulla loggia massonica P2, un coacervo di poteri eversivi che attraversavano trasversalmente tutti i settori dello Stato.
  Ricordare oggi Tina Anselmi non è solo fare memoria di una personalità della politica, ma è fare memoria dei valori fondanti della Repubblica italiana, è fare memoria della storia e dei valori del cattolicesimo democratico, una vicenda che, nelle espressioni della politica, del Pag. 23sindacato e della società civile, ha consentito all'Italia di diventare un grande Paese e una grande democrazia (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Saltamartini. Ne ha facoltà.

  BARBARA SALTAMARTINI. Grazie Presidente, nel ricordare la figura di Tina Anselmi ovviamente il gruppo della Lega vuole rivolgere la propria vicinanza e il proprio cordoglio alla famiglia, che oggi è qui in quest'Aula, per la scomparsa di una donna che sicuramente ha segnato la storia della politica italiana.
  Lo ha fatto con umiltà, ma con grande determinazione: dietro il suo aspetto si nascondeva una personalità politica di prim'ordine. È stata una donna che ha incarnato una politica di altri tempi, sicuramente una politica molto lontana da quella che viviamo oggi nelle aule delle nostre istituzioni, una politica diversa, che non si è smarrita, come quella odierna, nella rissa tra avversari che perdono di vista spesso il bene comune, quel bene comune che Tina Anselmi ha cercato di perseguire e di raggiungere in ognuna delle sue azioni politiche e del suo impegno politico e nelle tante iniziative politiche che ha intrapreso mentre era seduta in quest'Aula, ma in generale in tutto il percorso politico della sua vita.
  È stata capace di uscire di scena senza rimpianti all'imperversare di una politica che si è trasformata in un grande show televisivo e da cui sicuramente lei avrebbe avuto voglia di tenersi lontana.
  È stata Ministro, il primo Ministro donna, e ha raggiunto questa posizione con le proprie forze, con la propria capacità, con il proprio impegno e tra le tante cose che ha fatto io ne voglio ricordare una in particolare, che è già stata detta da alcune colleghe che mi hanno preceduto: la battaglia per la parità di trattamento nel mondo del lavoro tra uomini e donne, a quell'epoca una grande rivoluzione e dispiace che ancora oggi non sia del tutto compiuta.
  È stata ieratica ed essenziale: diceva che nessuna vittoria è irreversibile e questo è drammaticamente vero; diceva che contare di più non significava soltanto esserci, ma lavorare sodo per migliorare la società.
  Tina Anselmi ha raggiunto posizioni importanti, ha segnato la storia della Repubblica italiana e c’è riuscita senza aver bisogno di quote rosa o di essere chiamata Ministra, ma quelli erano altri tempi e probabilmente altri politici (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Menorello. Ne ha facoltà.

  DOMENICO MENORELLO. Signora Presidente, signora Ministro, rappresentanti del Governo e onorevoli colleghi, la scomparsa di Tina Anselmi ha creato in tutti noi e soprattutto in chi, come chi parla, appartiene alla sua stessa terra veneta e alla sua stessa tradizione culturale, l'immediata percezione della straordinaria positività della sua testimonianza.
  Avendo potuto imparare da maestri quali Aldo Moro e Benigno Zaccagnini, Tina Anselmi ha rappresentato per molti una figura esemplare di donna, di cattolica e di democratico-cristiana, che seppe vivere la sua esperienza politica in conformità agli ideali propri del cattolicesimo democratico e del popolarismo veneto e italiano.
  La credibilità dell'Anselmi è cresciuta nel concreto dipanarsi della sua vita, sin da quando non ha avuto paura di diventare la giovanissima staffetta partigiana Gabriella, inserita a pieno titolo nella Brigata di Gino Sartor, innocente testimone degli eccidi di Bassano del Grappa, che sono rimasti per lei e per molti suoi conterranei duraturo monito di quale disumanità possa provocare una politica ridotta a ideologia e a mero potere.
  Chi ancora oggi ricorda i sui primi anni di militanza politica in Veneto, racconta come sapesse con coraggio opporsi alla sempre presente tentazione della prevaricazione nella vita del suo partito e, soprattutto, come spronasse incessantemente i giovani a persistere nell'impegno pubblico, Pag. 24dando loro vissuta testimonianza di come una vivace e tenace operosità politica potesse felicemente coniugarsi con un lieto rispetto dell'avversario e con una disponibilità a un dialogo che non voleva conoscere confini precostituiti.
  A ragione, dunque, Tina Anselmi è ricordata come donna fiera e appassionata, radicata fino all'ultimo minuto nell'appartenenza cosciente al suo popolo, in cui ha imparato a combattere, come diceva lei, per le attese della povera gente, quelle attese che la fecero brillare in quest'Aula come parlamentare, sia decostruendo élite oscure e antipopolari, in qualità di presidente della Commissione sulla P2, sia costruendo, da prima Ministro donna, riforme avendo nel cuore i più deboli, come è stata la sua riforma sanitaria, pietra miliare dell'assistenza universale nel nostro Paese.
  La vita dell'onorevole Anselmi, pertanto, deve costituire prova ed esempio dell'attualità della sussidiarietà, per tutti gli italiani, ma soprattutto per noi, che immeritatamente siamo chiamati a continuare la sua opera parlamentare (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Vezzali. Ne ha facoltà.

  MARIA VALENTINA VEZZALI. Presidente, Governo e colleghi, come molte volte accade, occorre un evento doloroso, come la perdita di quella che è stata definita dal quotidiano La Stampa «la signora della democrazia», per mettere tutti d'accordo.
  Ricordare Tina Anselmi non è un compito facile: è stata una donna che ha saputo dare la giusta connotazione all'impegno politico. Ha interpretato il suo mandato privilegiando l'ascolto e il servizio al Paese. Ci ha lasciato eredi della lotta per la rappresentanza femminile e ha saputo difendere il ruolo delle donne quando la società non era così aperta, ma soprattutto non lo era la politica.
  Si è spesa con coerenza, nelle sei legislature che l'hanno vista protagonista, per le politiche sulla famiglia e per la parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro.
  Era consapevole di vivere in uno Stato laico tanto che, mettendo da parte i suoi convincimenti personali, firmò da Ministro della sanità la legge sull'aborto, sicura di dover interpretare con lealtà il suo mandato, distinguendo nettamente il ruolo pubblico da quello privato.
  Che fosse Tina o Gabriella, ha sempre avuto un ruolo importante negli ambiti nei quali si è impegnata: partigiana, sindacalista, insegnante, Ministro. Non ha avuto paura di diventare scomoda, non si è piegata alle logiche che mettevano in discussione la democrazia. Ha presieduto la Commissione sulla P2, sapendo di dover difendere la libertà e la Costituzione da tutto ciò che potesse inquinarle. Riteneva la democrazia un bene talmente importante da definirlo delicato, fragile, deperibile, perché sapeva che nessuna vittoria è irreversibile.
  Tina Anselmi resterà una protagonista della vita politica italiana, testimone di un impegno basato su valori etici, disciplina, determinazione, senso della giustizia, valori di cui oggi la politica ha più che mai bisogno (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Piepoli. Ne ha facoltà.

  GAETANO PIEPOLI. Grazie, Presidente. Nel commemorare Tina Anselmi si potrebbe dire che la sua cifra è stata la politica come stile e, quindi, come provocazione che non tramonta e come forza diffusiva di un buon esempio per i giovani e per le giovani generazioni, una cifra che vorrei qui rapidamente sintetizzare.
  Primo, in lei la politica è il rifiuto di un'idea della politica come leggerezza, come fungibilità tra ipotesi, le più varie e le più diverse, ma che possono essere comunque composte. Per lei la politica è stata l'assunzione dei costi di scelte tragiche, sempre, sin dall'iniziale di entrare nella Resistenza all'interno della tragedia dell'occupazione nazifascista, ma anche nelle scelte successive. Vorrei ricordare ai colleghi che Tina Anselmi entra alla Camera Pag. 25nel 1968, in una legislatura che, decretando ormai l'esaurimento dell'esperienza precedente di centrosinistra e in contemporanea con i moti studenteschi e l'autunno caldo, apre quella fase tormentata, drammatica e sanguinosa, che noi abbiamo definito tante volte «la notte della Repubblica». E Tina Anselmi non ha difficoltà sin dall'inizio a collocarsi all'interno della trincea morotea, di una risposta democratica alla crisi, in una tensione verso la democrazia compiuta anch'essa tragicamente interrotta dalla tragedia del 16 marzo del 1978.
  Secondo, su Tina Anselmi si può dire che non ha vissuto per la politica. La sua formazione e la sua ispirazione l'hanno resa assolutamente immune rispetto alla tentazione di essere prigioniera di una vocazione totalizzante della politica.
  Terzo, Tina Anselmi non ha nemmeno vissuto di politica. È arrivata ad assumere le responsabilità anche rappresentative dopo lunghi anni di impegno professionale e sociale. Che bella lezione anche in un contesto in cui l'antipolitica si impegna a demolire questo concetto dell'esperienza politica professionale!
  Quarto, Tina Anselmi, invece, ha vissuto la politica come fase determinata e specifica della vita, che ha prolungato solo nella sua capacità di adempiere ancora con fedeltà alla funzione educativa, per quanto le è stato possibile e per quanto le forze le hanno dato possibilità.
  Ecco questa sua lezione alle nostre mani. Noi speriamo e ci impegniamo a un rinnovamento, perché abbiamo, dunque, questa esperienza antica che non è alle nostre spalle ma davanti a noi (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Petrenga. Ne ha facoltà.

  GIOVANNA PETRENGA. Grazie, Presidente. «Quando le donne si sono impegnate nelle battaglie, le vittorie sono state vittorie per tutta la società. La politica che vede le donne in prima linea è politica di inclusione, di rispetto delle diversità, di pace». Se bastasse una frase per tratteggiare il profilo di personaggi che hanno fatto la storia d'Italia, ecco, credo, onorevoli colleghi, che questa sia quella che meglio sintetizza il peso politico intellettuale di Tina Anselmi, parlamentare della Democrazia Cristiana per molte legislature, prima donna italiana a diventare Ministra della Repubblica, ruolo che ha ricoperto prima alla guida del Ministero del lavoro e della previdenza sociale e poi come Ministro della sanità, un riconoscimento doveroso per chi, come la Anselmi lavorò sin dalla giovinezza per la promozione dei diritti delle donne e per l'innalzamento della soglia dei diritti tra la popolazione.
  A lei si deve, infatti, la riforma che introdusse il Servizio sanitario nazionale, un diritto che per noi è universale, tanto da essere uno dei principi fondamentali della nostra Costituzione, quando nell'articolo 3 si parla di pari dignità sociale di tutti i cittadini e nell'articolo 32, più specifico, quando si afferma: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti».
  La riforma che attuò Anselmi rispondeva ai cambiamenti della società, al processo di regionalizzazione dell'Italia, un percorso che avrebbe affidato poi alle regioni un ruolo sempre più centrale nel servizio sanitario pubblico, un percorso con luci e ombre, ne siamo consapevoli. L'universalità del diritto alla cura, sacrosanto nella nostra cultura giuridica e filosofica, è stato purtroppo tradito nella sua realizzazione, a causa della mala gestio a livello regionale della sanità, diventata la spesa pubblica per antonomasia che alimenta sperperi e ingiustizie. Non è certo questa la sanità che avrebbe voluto Tina Anselmi, ma siamo certi che la responsabilità non sia stata sua, ma di chi ha governato nei decenni successivi.
  A lei interessavano le pari opportunità in senso lato. Compito della politica è provarci e lei non si è mai tirata indietro, come donna e come parlamentare, profondamente legata al valore più alto della politica: l'inclusione sociale.

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  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Distaso. Ne ha facoltà.

  ANTONIO DISTASO. Grazie Presidente. Credo che il modo migliore per ricordare l'onorevole Tina Anselmi sia quello di parlarne il meno possibile. E il chiacchiericcio di quest'Aula, obiettivamente, non le rende merito, perché il silenzio dovrebbe servire al raccoglimento e a pensare perché uomini, quelli della mia generazione – che definirei di mezzo, non della stessa dell'onorevole Anselmi, ma non neanche tanto lontani da non ricordarla – pensino a queste persone, all'onorevole Iotti, all'onorevole Ingrao – parlo di persone per me all'epoca avversari politici – come persone tutte d'un pezzo, persone che non esistono più.
  Allora la domanda da farsi, forse, oggi è perché. È un segno ineluttabile dei tempi? Ci siamo rassegnati alla mediocrità, alla disattenzione di quest'Aula? Che eredità ha lasciato Tina Anselmi, che era una donna sobria, non incline a nessun tipo di compromesso? Che eredità ha lasciato in questo Parlamento, da cui è stata designata, dal Presidente del Consiglio e dal Presidente della Repubblica di allora, Ministro già nel 1976, ricoprendo anche il delicato incarico di Presidente della Commissione bicamerale d'inchiesta sulla P2 ? Penso che dovremmo riflettere di più su questo, perché, quando in tempi in cui si condanna la politica fatta anche come scuola di vita, a Tina Anselmi bisognerebbe invece guardare come esempio tutt'oggi ancora efficace (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signora Presidente. Su Tina Anselmi e sulla sua vita è stato detto molto, oggi, in quest'Aula e fuori, nei giorni che hanno seguito la sua scomparsa. Abbiamo ricordato il suo impegno di partigiana, la sua nomina a Ministra, prima donna ad ottenere questo incarico, dopo trent'anni di vita della Repubblica, l'approvazione della legge di parità di trattamento tra uomini e donne, la creazione del Servizio sanitario nazionale, un sistema che include e garantisce a tutti il diritto alla salute e ancora oggi, nonostante i tagli, è un vanto del nostro Paese.
  Si è parlato di lei come esempio concreto di come le donne in politica possano fare la differenza, come lei stessa disse in un'intervista di qualche anno fa: quando le donne si sono impegnate nelle battaglie le vittorie sono state vittorie per tutta la società. Ma ancora una volta, come spesso accade quando una donna è impegnata in politica, si è parlato del suo aspetto fisico, del suo modo di vestire, della sua presunta mancanza di femminilità. Si è sottinteso, a volte si è esplicitato apertamente, che dunque era brava. E si sono fatti paragoni con le attuali giovani Ministre, non sul piano delle capacità e delle professionalità ma spesso su caratteristiche estetiche, perché siamo ancora un Paese dove quando si intervista una Ministra le si fanno domande sulle scarpe che porta.
  Siamo un Paese dove una donna bella è per forza stupida o ancella fino a prova contraria, a dimostrazione che la parità conquistata con le leggi è ancora lontana dal permeare la mentalità ed i costumi italiani; a dimostrazione che quelle conquiste raggiunte grazie alle battaglie delle donne – come diceva Tina Anselmi alle suoi nipoti – non sono mai per sempre e che non bisogna mai abbassare la guardia (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per ricordare la figura di Tina Anselmi. Ne ha facoltà.

  MATTEO RENZI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signora Presidente, onorevoli deputati, credo che sia doveroso che anche il Governo porga la sua parola di attenzione e di rispetto e di commossa vicinanza alla famiglia dell'onorevole Tina Anselmi, per il ruolo che ella ha esercitato non soltanto in quest'Aula, non soltanto nella società civile ma anche tra i banchi del Governo.
  Ci sono delle caratteristiche di casualità e di circostanze che lasciano sorpresi coloro i quali sono abituati a seguire il filo Pag. 27dei numeri: nel 2016 Tina Anselmi ci lascia esattamente settant'anni dopo il primo voto delle donne ed esattamente quarant'anni dopo la prima presenza femminile all'interno del Governo. Nel 1946 Tina Anselmi non poté votare, non aveva ancora l'età, eppure per quel diritto aveva lottato e si era impegnata la partigiana Gabriella, che nelle sue iniziative, nei suoi giri in bicicletta, nel suo sforzo di lotta partigiana nel Veneto aveva contribuito insieme a tante altre donne a liberare questo Paese dalla dittatura e dal nazifascismo.
  Nel 1976, invece, quel 29 luglio, Tina Anselmi non soltanto c'era, ma era la protagonista di un gesto inedito nella storia repubblicana fino a quel momento: il giuramento di un Ministro che veniva chiamata a svolgere la funzione di Ministro del lavoro, lei che giovane sindacalista aveva combattuto per i diritti delle maestre e per i diritti di chi lavorava nella filatura, per i diritti delle donne del tessile. «Le donne lavoravano nelle filande otto ore al giorno, nell'acqua bollente, e perdevamo la carne dalle mani; mi sono portata quell'esperienza dentro», avrebbe raccontato tempo dopo. Nasce da quel primo Ministero a guida femminile la legge sulla parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro – una legge importante, la n. 903 del 1977 –, ma vi deve essere la consapevolezza che tale legge è ancora tutta da implementare, visto che ancora non si può parlare di parità di trattamento reale, a partire dagli aspetti salariali, tra uomini e donne ancora oggi nel mondo, non soltanto in Italia.
  Con la stessa determinazione, un anno dopo, l'esperienza governativa forse più rilevante, almeno per noi che l'abbiamo conosciuta ed imparata ad apprezzare dai libri e dai ritagli di giornale, più che dall'esperienza diretta, vale a dire la legge n. 833 del 1978, la legge che promuove l'istituzione del Servizio sanitario nazionale. In entrambi questi passaggi c’è la Tina Anselmi donna di fede, donna di qualità, donna impegnata in politica, donna che però vive l'attaccamento alle istituzioni al punto che è lei comunque, pur avendo personalmente votato contro in Parlamento all'introduzione della legge sull'interruzione volontaria di gravidanza, a firmare la legge, nel rispetto del suo ruolo istituzionale, ruolo istituzionale che la vede protagonista non più come Governo ma all'interno del lavoro del Parlamento. In quel 30 ottobre del 1981 lei scriverà sul diario: ore 17,15 sono convocata dall'onorevole Nilde Iotti, che mi propone di assumere la presidenza della Commissione d'inchiesta sulla P2.
  È un lavoro straordinario e per alcuni aspetti massacrante, che porterà alla relazione finale del luglio 1984 con una voluminosa relazione, corredata da centinaia di migliaia di documenti, in 120 volumi. È forse il periodo più difficile, ma è anche quello che la porta dritta nel cuore di tante italiane e tanti italiani.
  Mi permetterà, signora Presidente, di collegare un elemento di natura familiare e personale nel racconto quotidiano che, nella mia piccolissima esperienza, in famiglia, veniva fatto sull'impegno politico da parte di mio padre e delle persone che lavoravano nella sinistra democristiana di allora: Tina Anselmi era considerata l'interlocutrice naturale, il punto di riferimento di un'intera generazione di persone che credevano nella politica innanzitutto come impegno civile; e tanti di loro vedevano in Tina Anselmi, non soltanto per la presidenza della Commissione d'inchiesta sulla Loggia P2, l'esempio di una donna capace di rappresentare la Repubblica e le istituzioni nel modo più autorevole.
  Una volta ella ha detto: dovremmo riflettere sul fatto che la democrazia non è soltanto libere elezioni, non è soltanto progresso economico, è giustizia, è rispetto della dignità umana, è tranquillità per i vecchi e speranza per i figli, è rispetto e affermazione dei diritti delle donne. Sono molto onorato di poter portare, a nome del Governo della Repubblica, il senso di gratitudine più forte e di commosso rispetto per una figura, quella di Tina Anselmi, prima Ministro donna, che ci ha saputo insegnare qual è la strada che ancora oggi va tracciata e in qualche modo condivisa: la democrazia non solo come Pag. 28fatto elettorale ma come ricerca della giustizia e come ricerca del rispetto sostanziale della vita delle donne e degli uomini.
  Per tutti questi motivi, il Governo si associa alle parole della Presidente della Camera e dei signori deputati nel ricordare Tina Anselmi, grande donna, grande italiana (Applausi).

  PRESIDENTE. Grazie, Presidente Renzi. È così conclusa la commemorazione di Tina Anselmi.

Informativa urgente del Presidente del Consiglio dei ministri sui recenti eventi sismici che hanno colpito il Centro Italia (ore 17,10).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Presidente del Consiglio dei ministri sui recenti eventi sismici che hanno colpito il Centro Italia.
  Dopo l'intervento del Presidente del Consiglio dei ministri interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.

(Intervento del Presidente del Consiglio dei ministri)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi.

  MATTEO RENZI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signora Presidente, onorevoli deputati, la mia informativa sarà molto breve, anche in ragione del fatto che questo Parlamento, questa Camera dei deputati, in più di una circostanza, hanno avuto modo di approfondire il tema del terremoto, da ultimo anche durante il question time di qualche istante fa, ma forse vale la pena che il Governo provi, in modo molto sintetico, a fare il punto della situazione, sapendo che si tratta di un aggiornamento, non si tratta cioè né di un bilancio consuntivo, perché ancora molto è da fare, né di un'analisi precisa e puntuale su ciò che dovremmo e potremmo fare come programma dei lavori.
  Domenica 30 ottobre, alle 7,40 del mattino un terremoto 6.5 ha colpito di nuovo il Centro Italia. Si tratta della più violenta scossa registrata in questo Paese dal terremoto del 1980 in Irpinia. Il fatto che non vi siano stati morti – elemento che ovviamente ci consola e ci solleva – non è un elemento che possiamo utilizzare per far finta di non vedere che un terremoto 6.5 crea problemi di natura straordinaria. L'Aquila, l'Emilia Romagna, la stessa scossa di Amatrice e dell'Umbria del 1997 non avevano avuto questo livello di profondità e di violenza. I territori che sono stati colpiti sono i territori che conosciamo, in particolar modo l'epicentro, fra i comuni di Norcia, Castel Sant'Angelo sul Nera, Visso, già duramente provati dal 6.0 del 24 agosto, dal 5.4 e da un nuovo 5.9 del 26 ottobre, oltre che da decine di migliaia di scosse di assestamento e potremmo continuare, naturalmente, con Ussita, con Preci, con tanti altri comuni che soffrono la difficoltà di questo evento.
  Il terremoto del 24 agosto aveva, invece, provocato 298 vittime, in particolar modo ad Amatrice, ma anche ad Accumuli e Arquata del Tronto, segnatamente nella frazione di Pescara. L'evento sismico, dalle poco più di 1.200 persone che erano assistite al 26 ottobre – un numero che era in calo dopo il picco massimo di 4.807 raggiunto il 5 settembre –, ha visto oggi aumentare, fino a un livello di oltre 30 mila, il numero degli assistiti nei territori delle quattro regioni colpite (fatemi ringraziare, per la straordinaria collaborazione, i presidenti delle regioni e gli amministratori locali). Di questi, circa un terzo (11 mila) sono alloggiati in alberghi e in strutture ricettive, sia nei territori direttamente interessati sia lungo la costa marchigiana e nell'entroterra umbro, mentre le altre persone sono ospitate presso strutture pubbliche rese disponibili a livello comunale.Pag. 29
  Al 25 ottobre, gli operatori in campo erano circa 2.500; ad oggi sono oltre 6.500, dispiegati sul territorio, tra i vari appartenenti al Corpo nazionale dei vigili del fuoco, alle forze di polizia, alle Forze armate, ai servizi sanitari regionali, ai centri di competenza tecnica scientifica, alle organizzazioni di volontariato nazionale.
  Tutto questo lavoro è un lavoro rispetto al quale, a nome del Governo, voglio esprimere gratitudine alle realtà interessate (Applausi). Abbiamo dimostrato, una volta di più, che nell'emergenza l'Italia ha pochi paragoni al mondo.
  Quando parliamo delle vittime – ahimè ! – rivolgiamo naturalmente un pensiero commosso e affettuoso alle persone che hanno perduto la vita e ai loro cari che soffrono la presenza di un'assenza così forte, così drammatica. Però, contemporaneamente, diciamo anche che il sistema dell'emergenza ha consentito di salvare 238 persone. Tanto per dare un quadro di riferimento, a L'Aquila erano state 112 le persone salvate.
  Le forme di assistenza garantita alla popolazione sono state diverse rispetto a quelle di fine agosto, intanto per un fatto semplicemente climatico e, in secondo luogo, perché vi è un elemento innovativo, oggettivamente legato all'ampiezza dei territori coinvolti. Il terremoto del 30 ottobre è in pieno autunno, in un territorio prevalentemente montano. Abbiamo cercato di evitare l'allestimento di tendopoli. Questo fatto ha creato qualche elemento di tensione, in particolar modo all'inizio, ma è evidente che noi non possiamo far passare un inverno nelle tende a quelle popolazioni, a quei livelli di altitudine. Dunque, abbiamo aperto un ragionamento con gli amministratori locali per individuare, già nella prima fase di emergenza, soluzioni alloggiative di prossimità, che sono però provvisorie e precedenti l'arrivo delle casette di legno, con le quali dovremmo probabilmente affrontare l'intera fase della ricostruzione. Sotto questo profilo, l'arrivo dei moduli abitativi, i cosiddetti container, è fondamentalmente una scelta che rimettiamo alla decisione delle amministrazioni locali, con le quali il rapporto è costante e ovviamente complicato in ragione dell'emergenza che si crea, ma è anche molto positivo per lo spirito che questi stessi amministratori stanno mettendo a disposizione delle loro comunità.
  Non è semplice affrontare un'emergenza che durerà mesi. Il livello di qualità delle amministrazioni pubbliche locali è, senza dubbio, innanzitutto un elemento umano, ma va rafforzato con la presenza di ulteriori collaboratori e l'ultimo decreto-legge va esattamente nella direzione di affidare agli amministratori locali la possibilità di avere forme di cooperazione e collaborazione più forti e più puntuali.
  Accanto a questo tema, esiste, poi, la particolarità dell'attenzione agli edifici scolastici. Gli eventi sismici hanno ulteriormente aggravato i danni agli edifici scolastici del territorio. Stiamo facendo una nuova analisi puntuale, edificio per edificio, per verificare quali sono, anche per quelli che erano già stati dichiarati agibili dopo il 24 agosto, eventuali danni in tutte le realtà delle quattro regioni.
  Naturalmente, il nostro metodo di lavoro prevede la sistemazione provvisoria della popolazione scolastica presso altro istituto dello stesso comune o di comuni limitrofi, eventualmente ricorrendo ai doppi turni o, in assenza della precedente soluzione, ricorrere, anche in questo caso, a moduli temporanei a uso scolastico, come, peraltro, è avvenuto nel comune di Amatrice, nel quale il 13 settembre, grazie al lavoro straordinario della solidarietà nazionale, a cominciare dai territori della provincia di Trento – allora fu la provincia di Trento la prima a dare una mano –, si è potuto aprire regolarmente l'anno scolastico. Iniziative simili, con moduli temporanei a uso scolastico, sono state realizzate anche ad Acquasanta Terme, ad Arquata del Tronto, a Cittareale – uno di questi inaugurato proprio quest'oggi – a Gualdo, a Corridonia e vi ho già detto di Amatrice, con il liceo che, poi, è stato terminato nella giornata del 7 novembre.
  Sul tema dei beni culturali, a seguito del terremoto, è evidente che la situazione relativa agli edifici di interesse artistico si Pag. 30è ulteriormente aggravata. È vero che alcuni interventi erano stati fatti immediatamente nel periodo che va dal 24 agosto all'evento sismico di ottobre, ma anche quegli interventi di messa in sicurezza provvisoria, che erano stati fatti, sono stati ovviamente spazzati via dal terremoto con potenza 6.5. Infatti, una cosa è ricostruire ex novo, altra è semplicemente avere una soluzione di emergenza come quella che era stata prevista e fatta in alcuni interventi già nelle ore immediatamente successive. Nel frattempo sono stati effettuati importanti recuperi di opere d'arte a Camerino (al Museo Civico), a Visso (l'archivio storico del Museo Diocesano, in particolar modo legato alla figura di Giacomo Leopardi), a Norcia (con la chiesa di San Benedetto e la chiesa di San Francesco, tristemente note in questa vicenda sismica) e a Preci. I beni recuperati sono stati collocati presso i depositi di Santo Chiodo, a Spoleto, e a Macerata, nel deposito diocesano di San Severino. Dalla settimana prossima verrà riattivato anche il deposito di Rieti a Cittaducale.
  Particolare attenzione è stata posta sul tema del comparto zootecnico e dell'agroalimentare, in una cornice nella quale questo tema è particolarmente rilevante. Un grande lavoro è stato fatto da tutte le regioni. In particolar modo, la regione Lazio e la regione Umbria, in stretto accordo con le altre regioni interessate, hanno effettuato gare, rispettivamente, per la fornitura di stalle e di fienili e per il noleggio di moduli abitativi provvisori rurali. È evidente che noi dobbiamo mantenere la presenza di questi nostri connazionali sul territorio. Il Ministro Martina si è recato più volte in visita e ha già annunciato una serie di interventi di sostegno, anche fiscale ed economico, nei confronti degli agricoltori.
  Vi sono poi gli stanziamenti governativi su cui avremo modo di ritornare in occasione del dibattito sui due decreti-legge che vi proporremo. Poi toccherà, naturalmente, ai lavori parlamentari verificare una eventuale sovrapposizione dei medesimi. Su tutti questi temi rimando alla discussione parlamentare e sottolineo come è stato immediato il lavoro che noi abbiamo svolto, anche nella predisposizione di sussidi per le seconde case, non soltanto per le prime case. Se vogliamo far rivivere paesi come Amatrice o come Norcia o come Preci o come Arquata del Tronto, abbiamo necessità di avere in quei luoghi anche gli spazi per chi ha una seconda casa, altrimenti avremo una sorta di ricostruzione a macchia di leopardo che non riesce a restituire il senso di comunità.
  Concludo, signora Presidente, con due valutazioni di natura più strettamente politica. La prima riguarda il rapporto con l'Unione europea e con la discussione dei prossimi anni. È nostra ferma convinzione la sottolineatura dell'esigenza, da parte delle istituzioni italiane, in particolar modo dei comuni, di tornare a svolgere un lavoro di progettazione strategico, in particolar modo nel settore dell'edilizia scolastica. Per troppo tempo si è smesso di progettare perché si pensava che con le misure dell'austerity fosse poi impossibile realizzare. E un buon amministratore evita di spendere soldi per una progettazione definitiva o esecutiva se questa progettazione definitiva od esecutiva viene poi sostanzialmente vanificata dalla mancanza di finanziamento. Ribadisco qui in Parlamento ciò che ho avuto modo di dire in tutte le sedi anche non istituzionali. Tutto ciò che serve all'edilizia scolastica non soltanto nei territori interessati dal sisma o dai sismi di questi ultimi anni dovrà essere scomputato dal Patto di stabilità per un motivo molto semplice, non perché noi vogliamo violare le regole ma perché noi le stiamo rispettando e le regole parlano espressamente di clausole e di eventi eccezionali. Immagino difficile definire in modo diverso da evento eccezionale un sisma o, meglio, una serie di eventi sismici che nel giro di sette anni colpiscono tre volte duramente un Paese come l'Italia: L'Emilia Romagna, l'Abruzzo con L'Aquila, le quattro regioni dell'Italia centrale e non tutte queste zone avevano un tasso sismico, di pericolosità sismica così elevato. Quando il terremoto si è abbattuto Pag. 31sull'Emilia Romagna sappiamo che il livello di rischio di quella regione era inferiore, ad esempio, rispetto a quello dell'Abruzzo o di altri territori. Dunque tutto il territorio nazionale ha la necessità di mettere in sicurezza il proprio patrimonio scolastico. Noi riteniamo che non considerare evento eccezionale il sisma nella sua complessità sarebbe un atto profondamente ingiusto al punto da definirlo illegittimo rispetto alle regole attualmente vigenti. Dunque tutto ciò che serve per l'edilizia scolastica va fuori dal Patto di stabilità.
  Dall'altro lato la considerazione che rimetto al Parlamento concludendo, signora Presidente, è la stessa che ho avuto modo di dire già in Senato o, meglio, ho avuto modo, più correttamente, di ascoltare in Senato, perché in quella sede il Governo non ha parlato, ed ha al proprio centro l'idea di una scommessa sul futuro della prevenzione. In Senato il senatore Renzo Piano è intervenuto per individuare e definire le linee guida di questo progetto che abbiamo definito «Casa Italia» e sul quale chiamiamo al comune lavoro e al condiviso sostegno tutte le forze politiche. Si tratta di un'operazione che non ha un ritorno elettorale probabilmente per nessuno. Si tratta infatti di un'operazione di prevenzione che, nel corso delle settimane e dei mesi che vengono, non potrà essere monetizzata a livello elettorale: nessuno ne vedrà i risultati se non – ha detto Renzo Piano – tra qualche generazione ma non per questo è un'operazione che non va fatta. Anzi, il fatto che per anni siamo stati bravi e lo siamo ancora sull'emergenza non può giustificare il fatto che noi non interveniamo nella prevenzione e, da questo punto, di vista il Progetto «Casa Italia» è un progetto semplice, un progetto chiaro, un progetto sul quale il Governo è disponibile a investire tutte le risorse che servono ma è anche un progetto al quale abbiamo attribuito tale importanza da evitare nomine di rilievo politico o di caratura politica. Abbiamo scelto i migliori a partire dal senatore Renzo Piano per la sua qualità, credo, indiscussa e indiscutibile al mondo e il dipartimento, al momento un'unità di missione, nei nostri desiderata dovrà diventare un dipartimento presso Palazzo Chigi affidato non ad una personalità del mondo della politica ma ad una personalità tra le più rilevanti dal punto di vista tecnico: l'ingegner professor Azzone, attuale Rettore del Politecnico di Milano, che lascerà nelle prossime settimane il suo ruolo alla guida del Politecnico e che lavorerà da Roma insieme a un team insediato a Palazzo Chigi per coordinare il Progetto «Casa Italia». Sarà per il Governo elemento di onore e per l'Italia elemento di consolante consapevolezza e di apprezzabile solidarietà vedere che su questo progetto, il Progetto «Casa Italia», per una volta prevarranno le ragioni dell'unità nazionale e non quelle della divisione politica (Applausi Partito Democratico, Area Popolare (NCD-UDC), Scelta Civica verso Cittadini per l'Italia-MAIE, Civici e Innovatori, Democrazia Solidale-Centro Democratico).

(Interventi)

  PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi.
  Ha chiesto di parlare la deputata Braga. Ne ha facoltà.

  CHIARA BRAGA. Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, alle sue parole voglio subito unire, a nome del gruppo del Partito Democratico, l'apprezzamento per la gestione della prima fase dell'emergenza dimostrata dalla Protezione civile, dai vigili del fuoco, dalle forze di polizia, dagli amministratori locali, dai tanti volontari, dalle associazioni che rendono concreta e viva la pratica di quel dovere di solidarietà economica, politica e sociale scritto nell'articolo 2 della nostra Costituzione. Voglio esprimere la nostra ammirazione per la capacità di essere e di rimanere comunità delle popolazioni colpite dal sisma. In molti casi piccoli borghi intrisi di storia, cultura, capitale umano e sociale che rappresentano la nervatura del nostro Paese e che vogliono reagire insieme al durissimo colpo subìto. Ora però Pag. 32siamo di fronte alla sfida altrettanto impegnativa di occuparci del post-emergenza e della ricostruzione di questi luoghi. Lo stiamo facendo con i primi provvedimenti già assunti dalla Protezione civile e dal Commissario per la ricostruzione, con i decreti-legge che il Governo ha adottato e che come Parlamento siamo impegnati ad approvare con tempestività e cura. L'esperienza nella gestione delle molte, troppe calamità che hanno colpito il nostro Paese ci ha permesso di costruire in questa occasione per la prima volta un quadro organico di risposte che tiene insieme interventi per la ricostruzione delle abitazioni distrutte, delle infrastrutture, per mantenere e incentivare le attività economiche, per assicurare che il patrimonio culturale e artistico che ne ha fatto la storia possa continuare a rappresentare il futuro di quelle comunità. Ora noi abbiamo il dovere di dimostrare che tutte queste cose si possono fare bene, in modo rapido e trasparente. Per questo apprezziamo le modifiche nella direzione della semplificazione che ha introdotto il Governo in questo nuovo decreto dettate sia dall'allargamento, purtroppo, dei territori colpiti e dal più alto numero delle persone coinvolte. Sappiamo di poter contare sulla certezza delle risorse, sulla chiarezza dei tempi delle procedure e sulla capacità che il Governo e il commissario Errani fin dall'inizio stanno mettendo in campo nel coinvolgere le istituzioni di quei territori, le regioni e i comuni, a cui spetta la responsabilità enorme di guidare e sostenere le proprie comunità in questo difficile ed eccezionale frangente. La sua presenza in aula oggi, la discussione che facciamo, le misure legislative già in campo, quelle che seguiranno dimostrano che l'attenzione del Parlamento e del Governo non vengono meno con il passare dei giorni. È un dovere che sentiamo di avere nei confronti delle popolazioni offese dal terremoto, ma è anche una sfida per tutti noi. Vogliamo dimostrare la stessa capacità che abbiamo avuto nel gestire la prima fase dell'emergenza nel ricostruire quella parte d'Italia che ci rende orgogliosi nel mondo. Abbiamo sentito da lei, signor Presidente, che anche queste drammatiche circostanze mettono in luce la necessità di un'idea di Europa che non sia confinata soltanto in numeri e parametri rassicuranti forse solo per chi rischia di dimenticarne gli ideali. Come le spese per l'emergenza della ricostruzione debbono stare fuori dei vincoli europei, crediamo sia necessario costituire a livello europeo un impegno per accompagnare il lavoro che l'Italia sta facendo sulla prevenzione, sulla messa in sicurezza del territorio e del suo patrimonio pubblico e privato proprio a partire dalle scuole. Il suo Governo ha già messo in campo, e non da oggi, un impegno chiaro su questo fronte: la prevenzione del dissesto idro-geologico, gli interventi sulle periferie e sulle scuole, le misure per la riqualificazione edilizia, gli strumenti dell'ecobonus, del sisma-bonus che questo disegno di legge di bilancio rafforza e stabilizza. Aver chiamato questo ambizioso programma «Casa Italia» ha un senso profondo e un respiro che non investe i prossimi anni ma le prossime generazioni. Non si tratta soltanto di ricostruire edifici, ma di ricostruire le ragioni stesse della nostra idea di Paese, del nostro essere parte essenziale di una vera comunità europea. In queste ore la terra trema ancora in centro Italia facendo crescere il senso di precarietà e di smarrimento di quelle popolazioni. Vorrei che lo tenessimo presente anche nella discussione tra di noi. Resistere e reagire con le prime misure dell'emergenza, mettere in campo tutte le misure e le risorse necessarie per garantire la ricostruzione e il ritorno alla vita in quei luoghi: signor Presidente, tutto questo noi sappiamo che è stato e che sarà fatto con il massimo rispetto di quelle comunità. Siamo custodi insieme a loro di una bellezza che non appartiene soltanto a noi ma al mondo. Il gruppo del Partito democratico sarà al fianco del Governo e delle comunità colpite dal sisma per costruire insieme il loro futuro e per restituire a quei luoghi la sicurezza e la bellezza che meritano grazie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 33

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Giulia Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Grazie, Presidente. Vede, anche da parte del MoVimento 5 Stelle, indubbiamente, va il plauso a tutti coloro – Vigili del fuoco, forze dell'ordine, esercito, Protezione civile – che hanno lavorato in questi giorni. Però, Presidente, noi oggi non siamo qua per parlare di loro, ma per parlare di lei e di quello che ha fatto il suo Governo, e questa in teoria – dico in teoria – era un'informativa urgente. In teoria, perché nella pratica lei non ci ha detto praticamente nulla. Sono estremamente delusa da questa informativa urgente, Presidente.
  Ha detto molto di più, oggi, il Presidente delle Marche, Ceriscioli, nell'informativa che ha fatto in regione, di quanto non abbia detto lei oggi: non ci ha dato numeri, non ci ha detto con esattezza quello che è stato fatto fino ad oggi, non ci ha dato delle scadenze e non ci ha detto niente. È venuto in Aula, dopo due mesi e mezzo, non di sua spontanea volontà, poteva pure farlo Presidente, ma perché glielo hanno chiesto le opposizioni, anzi, per precisione, il MoVimento 5 Stelle aveva chiesto una comunicazione, che in Parlamento vuol dire un'altra cosa, cioè vuol dire la possibilità di votare delle risoluzioni, quindi di fare degli interventi concreti.
  Presidente, di fronte a questo dramma che stanno vivendo decine di migliaia di nostri concittadini, il MoVimento 5 Stelle fino ad ora è stato e continuerà ad essere non solo responsabile, ma anche disponibile a dare tutto il suo contributo necessario per aiutare quelle terre. Però, Presidente, lo stesso atteggiamento di disponibilità – mi dispiace dirlo – non c’è stato da parte sua, né da parte del suo Governo.
  Poi, Presidente, ha derubricato a una discussione parlamentare la questione economica: se lei oggi è venuto qui, poteva darci delle certezze sui numeri, su quanti soldi avete impegnato, strano che non sia lei a farlo, adesso non capisco chi dovrebbe esserlo. I cittadini italiani hanno il diritto di sapere come stanno le cose, perché voi siete andati a dire in giro che, per la ricostruzione post-terremoto, avreste chiesto all'Europa uno sforamento del rapporto deficit-PIL dello 0,2 per cento, pari a circa 3,4 miliardi di euro. Se, però, andiamo a leggere i provvedimenti, appunto quelli di cui parlava lei che sono in questo momento in Commissione, tra delibere per lo stato d'emergenza, il primo decreto sul sisma e la legge di bilancio, troviamo un miliardo e 746 milioni: esattamente la metà di quello che avete promesso. Mancano 1,7 miliardi all'appello. Ci poteva anche dire dove stavano, ma ha detto che verrà detto in un'altra sede.
  Qualche giorno fa, il Presidente della Commissione europea, Juncker, ha affermato che il costo del terremoto in Italia equivale a 1,7 miliardi di euro, quindi entrambi abbiamo letto la stessa cosa. Qualche giorno fa, invece, il suo sottosegretario, Sesa Amici, ha addirittura affermato che per il terremoto il Governo avrebbe stanziato 6 miliardi di euro. Ci volete spiegare, ci poteva spiegare dove sono questi soldi ? Perché in tal caso all'appello mancherebbero ben 4,3 miliardi di euro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Poi, Presidente, sa, nell'era del web le dico che per avere qualche informazione su quello che sta facendo la sua struttura commissariale c’è semplicemente da spaccarsi il cervello. A suon di interpellanze, question-time, informative urgenti, adesso io mi chiedo e le chiedo: ma il Parlamento e i cittadini in primis non hanno il dovere di essere costantemente aggiornati su quali siano, a quanto ammontino e come vengono utilizzati questi fondi ? Non sarebbe difficile capire che è necessario predisporre una piattaforma web che faccia trasparenza su tutto questo e che consenta di rendere fruibili tutti questi dati in tempo reale. Avete creato una struttura commissariale, date poteri enormi a un commissario anche di accedere direttamente a dei conti correnti e non è possibile sapere per adesso come vengono spesi questi soldi e per che cosa ?
  Oggi, tra l'altro, abbiamo dovuto chiedere – perché voi non ce lo dicevate – se Pag. 34avevate fatto richiesta di accesso al Fondo di solidarietà UE, un fondo che prevede ben 3,3 miliardi di euro, con una scadenza che è prossima, il 16 novembre, cioè tra soli otto giorni ! Però, se voi nel frattempo aveste chiesto all'Unione europea, nei giorni immediatamente successivi al sisma del 24 agosto, avremmo già potuto usufruire del 10 per cento del totale disposto. Presidente, perché questa richiesta non è stata fatta subito ? Avremmo potuto aiutare immediatamente le regioni colpite.
  E passiamo al capitolo dei ritardi, che, sempre secondo la Ministra Boschi, sarebbe da addebitare al lavoro che stanno facendo le regioni e i comuni, insomma quelle stesse amministrazioni locali che il vostro Governo e quelli precedenti hanno colpito con pesanti tagli di risorse economiche e umane in nome della famosa austerità.
  Gli allevatori e gli agricoltori delle zone colpite non possono spostarsi sulla costa a decine di chilometri di distanza, hanno bisogno di restare vicini al loro bestiame e alle loro aziende. Eppure per quanto riguarda i bandi per l'assegnazione delle tensostrutture e per il ricovero degli animali e delle persone colpite dal primo sisma – Presidente, questo glielo dico io, forse lei ancora non lo sa –, le buste dei bandi sono state aperte ieri nelle Marche, ancora non abbiamo i bandi assegnati ! E siamo a quasi tre mesi dal primo sisma !
  Ci domandiamo: ma avete compreso che questa è una situazione di estrema emergenza e che le risposte devono essere immediate ? Se gli agricoltori non riusciranno a piantare le sementi in queste settimane, l'anno prossimo non avranno un raccolto. Di fronte a queste lungaggini, molti agricoltori e allevatori sono stati costretti ad arrangiarsi per conto loro, magari affittando camper a loro spese, sono costretti a fare questo pur di restare nelle loro terre. Perché non è stato dato loro un aiuto immediato, una risposta immediata ? Non possono aspettare la primavera per le casette o Natale per i container.
  Abbiamo presentato un emendamento, adesso, al decreto-legge n. 189 al Senato...

  PRESIDENTE. Concluda, deputata.

  GIULIA GRILLO. ... che prevede anche la possibilità di un credito d'imposta per i possessori dei camper, proprio per metterli subito a disposizione.
  Avrei molte altre cose da dire, Presidente, ma le dico questo: avete fatto una riforma per dare più potere al Governo...

  PRESIDENTE. Però deve concludere, deputata.

  GIULIA GRILLO. ... ma voi, se siete l'Esecutivo e adesso avete la possibilità di dimostrare la forza di un Esecutivo, non lo state facendo. Per favore, non usate più il futuro, usate il presente: l'emergenza è ora, Presidente, non domani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Renata Polverini. Ne ha facoltà.

  RENATA POLVERINI. Grazie, signora Presidente, grazie signor Presidente del Consiglio. Devo dire che per me è molto faticoso prendere la parola in quest'Aula dinanzi a lei su una tragedia che ha colpito profondamente la mia regione ed altre tre, precisamente il Lazio, l'Umbria, le Marche e l'Abruzzo.
  Una immane tragedia che ha lasciato circa 300 morti, che ha lasciato circa 400 feriti, lo sa bene la Presidente Boldrini, che ha lasciato – si stima – quasi 100 mila sfollati nelle quattro regioni. Una tragedia di immani proporzioni sulla quale io, caro Presidente del Consiglio, mi aspettavo da lei, qui e adesso, una risposta più forte, più decisa, un impegno più costruttivo da parte sua, un impegno che potesse dare quelle risposte che oggi quest'Aula non ha avuto.
  Mi aspettavo che almeno lei ci consegnasse quel secondo decreto, che ha annunciato ormai venerdì scorso, mentre la sua Sottosegretaria era qui a rispondere ad una nostra interpellanza, un decreto – salvo buon fine – del quale non si conoscono ancora i contorni, non dico i contenuti, perché probabilmente sarebbe Pag. 35troppo. Un decreto che, insieme al primo – a distanza, come è stato ricordato, di tre mesi dalla scossa terribile che ha lasciato circa 300 morti –, non è ancora stato trasformato al Senato.
  Questo non è arrivato, però le voglio anche dire, signor Presidente del Consiglio, che non mi aspettavo da lei, che è stato un sindaco, una caduta di stile quando ha citato quanti italiani sono stati salvati da lei o dal Governo Berlusconi all'epoca del terremoto di L'Aquila. Non mi aspettavo, signor Presidente del Consiglio – e la prego di ascoltarmi – che lei ponesse qui una competizione fra morti: questa è una caduta di stile che noi assolutamente respingiamo (Applausi Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).
  Siccome, come lei, ho avuto modo di recarmi nelle zone del terremoto e ho avuto modo di confrontarmi con gli operatori della Protezione civile e con i Vigili del fuoco, ho sentito ciò che hanno visto quella notte dell'orrore ad Amatrice. Ho sentito come quelle persone hanno perso la vita ed ho provato, nel mio ruolo istituzionale, ma soprattutto come persona, a dare delle risposte.
  Oggi le voglio fare soltanto qualche domanda, pur rinnovando la disponibilità del mio partito, di Forza Italia, a dare un contributo costruttivo, anche grazie alle esperienze che alcuni di noi hanno. Vede, Presidente, lei che è diventato famoso, che è entrato nella prima fascia della politica come rottamatore ed ha cominciato con rottamare le esperienze, penso invece che in una circostanza come questa, alcune esperienze potrebbero tornarle utili.
  Mi domando, per esempio, se si è reso conto che, malgrado la generosità di tutte le persone che compongono la Protezione civile e i Corpi che stanno dando un contributo in questo momento, l'indebolimento della governance di quel soggetto istituzionale ha prodotto dei ritardi anche negli interventi che abbiamo pure apprezzato.
  Mi domando se si è reso conto che, forse, l'Esercito andava utilizzato o, meglio, coinvolto prima e non soltanto a posteriori, con un contributo limitato alle azioni di sciacallaggio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente – Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico). Mi domando se con l'Esercito e il Genio civile...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore !

  RENATA POLVERINI. Mi domando se con l'Esercito e il Genio civile...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore ! Potete lasciarla finire (Commenti del deputato Giachetti) ? Per favore !

  RENATA POLVERINI. Mi domando se con l'Esercito e con il Genio civile si potevano dare risposte a quella viabilità ancora interrotta. Vorrei poter proseguire il mio intervento, signora Presidente...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore.

  RENATA POLVERINI. Grazie. E mi chiedo anche se i sindaci potevano essere supportati ed accompagnati in maniera più costruttiva da una filiera istituzionale che ha competenze e professionalità in grado, appunto, di dare le risposte. Parlo, per esempio, di quello che ho ascoltato dal sindaco di Amatrice rispetto al fatto che non ha professionalità da mettere a disposizione delle verifiche... Ho già finito il tempo ?

  PRESIDENTE. Deve andare a concludere, deputata. Prego.

  RENATA POLVERINI. Ho un minuto ?

  PRESIDENTE. Sì. Prego.

  RENATA POLVERINI. Il sindaco di Amatrice, che chiedeva professionalità per il controllo degli edifici. Allora mi domando, Presidente: dov’è la differenza tra i 600 milioni che sono nel provvedimento di bilancio e i 3,4 miliardi richiamati anche dai colleghi di questa Camera ? E, poi, mi domando: come intende dare risposte a queste persone ? Con le tende ? Con i container? Con le casette ? Con le Pag. 36case che, comunque, avevamo costruito noi a L'Aquila (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico) ? Questo ancora noi non lo abbiamo capito.

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore.

  RENATA POLVERINI. E mi domando...

  PRESIDENTE. Concluda, deputata, il suo tempo è scaduto. Prego.

  RENATA POLVERINI. Sono stata interrotta diverse volte, signora Presidente.

  PRESIDENTE. Sì, però concluda. Prego.

  RENATA POLVERINI. Signor Presidente, io mi auguro di aver parlato non soltanto all'uomo che ricopre un alto ruolo istituzionale, all'uomo politico, vorrei aver parlato all'uomo che ha un cuore e che, quindi, stasera, come noi, pensando a quelle persone, possa far battere quel cuore più forte per dare un impulso più immediato, più coerente a quelli che sono i bisogni dei nostri connazionali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ricciatti. Ne ha facoltà.

  LARA RICCIATTI. Grazie, signora Presidente. Signor Presidente del Consiglio, la ringraziamo per questa sua informativa e cogliamo l'occasione anche per ringraziare la Presidente della Camera, che ha voluto ospitare in questa sede 600 sindaci dell'ANCI che hanno potuto raccontare come vivono in prima linea la catastrofe del terremoto. Le richieste che sono state avanzate lunedì in quest'Aula vogliamo farle nostre.
  Signor Presidente, quei territori montani rischiano la desertificazione: per questo molte persone hanno scelto di restare lì, nelle tendopoli vicino a quelle che furono le loro abitazioni, vicino ai loro terreni agricoli e vicino alle loro stalle. L'ha letta come se fosse una melodia triste, di chi è nato in montagna e vuole restare lì perché quella è la loro vita, quella è la loro casa. La dignità di quelle persone non può essere calpestata trasportandoli come se fossero dei pacchi postali da una parte all'altra. Sono queste – pensiamo di averle interpretate così – le parole del sindaco di Amatrice e del sindaco di Ussita lunedì.
  I soccorritori, i volontari della Protezione civile e della Croce rossa sono esausti, i sindaci sono ormai quasi dieci giorni che non dormono più; la paura non diminuisce e iniziano a sentirsi abbandonati. Il 24 agosto è iniziato questo calvario e ancora i moduli non sono arrivati. Le scosse continuano e la paura non passa. Per questo, anche chi ha la propria abitazione agibile preferisce cercare un po’ di serenità nelle tende o nei camper acquistati qua e là. La prima raccomandazione, signor Presidente: richiami tutti i prefetti delle province interessate dal sisma, affinché monitorino i prezzi dei locali sfitti e agibili e delle roulotte. Le persone denunciano un aumento spropositato dei prezzi: anche questo è sciacallaggio, signor Presidente.
  Poi, la burocrazia è troppo lenta e troppo farraginosa: i sindaci finiscono in vortici di incartamenti di cui non hanno bisogno. Snellisca il più possibile, il più celermente possibile. I moduli devono arrivare, signor Presidente, perché l'inverno è alle porte: fa freddo e anche la neve colpirà quel sistema già troppo fragile.
  Sa, signor Presidente, ad Amandola non esiste più l'ospedale: sono stati montati dei moduli per aprire almeno un punto di primo intervento. Ricostruisca quell'ospedale, ma lo faccia in fretta, altrimenti, quel territorio morirà. Nella tendopoli è nato un bambino poco più di dieci giorni: faccia diventare quel neonato il simbolo di un'Italia che riparte e di uno Stato che funziona, signor Presidente.
  Un altro monito sono le attività produttive. Pensi che Camerino è una cittadinella universitaria inesistente. L'economia lì ruota intorno all'università: se non riparte quella, si può decretare anche la morte di quel territorio.Pag. 37
  Istituisca una no tax area per tutta la vasta zona colpita dal terremoto, perché, peraltro, l'altro grido di allarme che arriva dai comuni è il rischio di commissariamento, poiché quelle zone non saranno in grado di chiudere i bilanci comunali. A Gagliole il sindaco sta elemosinando fondi per supportare il piccolo paesino che, oltre ad essere distrutto, rischia il dissesto finanziario.
  I beni monumentali, patrimonio unico ed inestimabile che abbiamo in Italia: vanno messi in sicurezza, tutti, subito. Solo così aiuteremo il turismo. Norcia è una ferita per tutta la cultura nazionale, non solo per quella umbra.
  Questo weekend, signor Presidente, è avvenuta l'emergenza nell'emergenza: la tempesta di pioggia e vento, oltre ad aver spazzato via le tende, ha anche lasciato alcune zone senza energia elettrica. Il sindaco di Montefortino ha portato gli sfollati in una fabbrica d'acqua abbandonata: si immagini 190 persone, per lo più anziani, in una condizione del genere. Fa male al cuore, signor Presidente.
  E fa altrettanto male, signor Presidente, leggere quell'emendamento presentato dal Governo al decreto fiscale in cui stanziate 97 milioni per i campi da golf. A me non interessa che sia stato dichiarato inammissibile, perché, da marchigiana, le dico che basta per sentirsi colpiti profondamente nella dignità. Non possono esserci due Italie: quella della solidarietà e delle donazioni e, invece, un'altra Italia che sente questa tragedia come qualcosa che non li riguarda e pensa ai campi da golf. Allora, a nulla valgono gli appelli all'unità nazionale, a nulla valgono gli appelli al dialogo, se questi decreti vengono scritti dal suo Governo senza ascoltare minimamente anche le opposizioni. Convochi un tavolo con tutte le forze parlamentari presenti in questo Paese, signor Presidente. Da parte nostra c’è tutta la volontà a dare una mano, ma la volontà deve essere reciproca.
  Signor Presidente, questo Paese può ripartire solo restando unito, senza lasciare indietro nessuno, solo se saprà sentire nelle proprie ossa i brividi di freddo e di paura che stanno provando, anche adesso, le popolazioni terremotate, che chiedono di poter avere l'intimità di una casa sicura, che chiedono di poter mandare i propri figli in una scuola e in un asilo antisismico. La politica, oggi, non ha il potere di restituire la serenità e la tranquillità a quella gente spaventata, però può dare il buon esempio. Un punto di PIL per la messa in sicurezza di tutto il nostro Paese, ovvero 16 miliardi l'anno per la messa in sicurezza del territorio. Mettere tutte le risorse lì e non disperderle in mille rivoli, ad esempio.
  Signor Presidente, non si dimentichi dei lavoratori dipendenti, di chi aveva un lavoro ma è rimasto sotto le macerie e, invece, di chi era già colpito dalla crisi precedente, che è quella economica e che è quella occupazionale. Pensi alle bambine e ai bambini, soprattutto: nelle tendopoli non hanno molti giochi, ma, stando insieme, disegnano e disegnano il terremoto, disegnano le loro case distrutte, le loro famiglie che piangono, i loro genitori. Le sembrerà banale, signor Presidente, ma fra un mese e mezzo sarà Natale: lei sa quanto sia importante il Natale per i bambini e, allora, faccia in modo che sia Natale anche per loro (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bosco. Ne ha facoltà.

  ANTONINO BOSCO. Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, io, da giovane parlamentare, anche inesperto essendo alla mia prima legislatura, in questa seduta mai mi sarei aspettato che dinanzi al dramma e alle difficoltà enormi che vivono i nostri concittadini del centro Italia ci fossero forze politiche che facessero polemica (Applausi dei deputati dei gruppi Area Popolare (NCD-UDC) e Partito Democratico), invece di avere un approccio quanto più possibile all'insegna dell'unità e della solidarietà (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC). Sono rimasto anche meravigliato dall'intervento della collega Polverini, che ha attribuito – Pag. 38ritengo di poterlo affermare, signor Presidente – delle affermazioni che lei non ha mai fatto e credo che il Presidente del Consiglio abbia lodato, come tanti di noi hanno fatto, l'efficienza dei soccorsi e certamente non si è mai – e mai avrebbe potuto farlo – messo in competizione con precedenti terremoti e mi dispiace, allo stesso tempo, che appunto il partito della collega Polverini, il cui leader ha affrontato l'emergenza del terremoto de L'Aquila, abbia per certi aspetti smarrito quella cultura di Governo che invece dovrebbe appunto essere costruita e incentrata sempre all'insegna dell'unità e della solidarietà (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).
  Detto questo, signor Presidente, il terremoto che il 26 e il 30 ottobre ha colpito l'Italia centrale ha creato una pesante devastazione, con conseguenze drammatiche sotto il profilo strutturale, economico e sociale e solo per fortuna non sono state registrate vittime.
  Già il dato, in continua evoluzione, che vede oltre 30.000 persone assistite dal servizio nazionale della Protezione civile, fornisce la dimensione di questo straordinario impegno a cui l'Esecutivo ha risposto e sta rispondendo con tempestività ed efficienza.
  Ma ancora più complesso ed arduo appare il compito della ricostruzione, in un quadro di macerie che vede interi paesi rasi al suolo e migliaia di edifici distrutti o resi inagibili.
  A tal fine, l'Esecutivo ha dato il via a «Casa Italia», un progetto che si basa su quattro punti essenziali: informazioni, misure finanziarie, interventi pilota e formazione. Penso anche che in questo contesto potrebbe essere ripreso ed utilizzato, signor Presidente, il lavoro della Commissione che venne istituita dal Governo nel 2013 in tema di linee-guida antisismica; la Commissione presentò infatti le sue conclusioni giungendo ad una metodologia di classificazione degli edifici che costituiva un'innovazione senza precedenti anche a livello internazionale.
  È convinzione comune che le parole d'ordine in questa circostanza debbano essere appunto emergenza, ricostruzione e prevenzione, ma il piano del Governo si basa soprattutto sulla volontà di andare oltre queste indiscutibili priorità. Si tratta infatti di definire nei minimi dettagli una strutturata e coordinata strategia a lungo termine per la messa in sicurezza del territorio nazionale, un progetto a cui saranno chiamati a contribuire ordini professionali, associazioni di categoria, sindacati, soggetti sociali del mondo ambientalista e a cui è sperabile che tutte, tutte le forze politiche forniscano il loro sostegno e il loro contributo.
  Abbiamo ben presente la devastazione e i drammi che questi terremoti hanno generato.
  Possiamo solo immaginare le sofferenze e gli immensi problemi che sono di fronte a chi ha perso casa, lavoro, ha perso tutto e comprendiamo persino quanto possa risultare lontano dall'interesse di chi vive questo dramma un progetto, che sia pure un progetto importante come Casa Italia, ma sappiamo che, oltre all'impegno immediato per l'emergenza, dobbiamo intervenire per mettere in sicurezza il futuro dei nostri figli, delle nuove generazioni e debbo dire che, nel quadro generale che abbiamo di fronte, abbiamo apprezzato molto le sue parole, signor Presidente, sulla priorità della messa in sicurezza dell'edilizia scolastica, che insieme al dissesto idrogeologico e ai beni culturali e alle periferie è considerato una priorità del progetto Casa Italia, perché è proprio da qui che si parte per assicurare il futuro ai nostri figli.
  E proprio in questo contesto desidero sottolineare la necessità che venga subito rimessa in moto la macchina dell'istruzione, ma le sue parole di poc'anzi ci confortano appunto sull'apertura degli istituti scolastici.
  Ci sono infatti altri comprensori, altre zone, grandi centri colpiti pesantemente dal sisma: città come Foligno, Teramo, Ascoli Piceno, solo per fare un esempio, hanno subito danni notevoli, stanno vivendo il dramma degli sfollati e hanno scuole chiuse.Pag. 39
  Anche lì la tragedia di chi ha perso il lavoro e l'abitazione esiste ed ha colpito duramente.
  Chiediamo, dunque, all'Esecutivo di valutare con attenzione anche queste realtà, delle quale poco si parla ma che esistono ed invocano un indispensabile e fondamentale sostegno.
  Tragedie come quelle che si sono consumate recentemente a seguito del sisma mettono in ginocchio un territorio, ma non mettono in ginocchio il nostro Paese, perché l'Italia ha saputo reagire e sta reagendo con forza e senso di solidarietà ed il Governo del Paese ha affrontato, sta affrontando bene e con rapidità una tragedia di così grande dimensione (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Saltamartini. Ne ha facoltà.

  BARBARA SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Presidente del Consiglio, noi abbiamo ascoltato attentamente il suo intervento e io voglio partire da quello che in questa in quest'Aula abbiamo ascoltato da parte dei sindaci che nella giornata di lunedì sono intervenuti, soprattutto i sindaci delle zone colpite dal terremoto, dai tre terremoti.
  E voglio raccogliere il loro appello e credo che sia un appello che tutta l'Aula vuole raccogliere e oggi è qui riunita proprio per cercare di dare risposta a quell'appello: di non lasciarli soli, di non farli sentire abbandonati, di non trasformare in cartoline appassite quei centri che oggi non ci sono più.
  Ed è proprio sulla base di questo appello dei sindaci delle zone terremotate e delle regioni coinvolte, che il nostro gruppo – e glielo dico subito, signor Presidente, senza alcun equivoco – il nostro gruppo è pronto a collaborare, è pronto a lavorare insieme e lo vogliamo fare solo se – e questa è la condizione che le poniamo, Presidente – e a patto che ci sia la massima serietà, la massima chiarezza, ma soprattutto la massima velocità per affrontare i problemi che oggi ci sono nei nostri territori colpiti.
  E le dico un'altra cosa, signor Presidente, e ovviamente mi rivolgo anche a tutti gli esponenti del Governo: il rischio che stiamo correndo è quello che la burocrazia rallenti tutto quello che c’è da fare, una burocrazia che sta sempre più strangolando anche le iniziative degli amministratori locali che oggi non sono nelle condizioni di poter avviare interventi pronti e risolutivi per risolvere alcune delle questioni che sono scaturite dal terremoto; una burocrazia che noi dobbiamo abbattere per semplificare, per velocizzare, Presidente, noi le proponiamo di costituire immediatamente un tavolo di coordinamento con tutte le forze politiche per monitorare quello che si sta facendo, per dare il nostro sostegno, ma soprattutto per velocizzare Presidente e anche per recuperare quegli errori e quelle situazioni che vedono alcuni territori colpiti da terremoti precedenti – penso a quello dell'Emilia – che ancora non hanno risolto tutte le criticità che dal terremoto sono scaturite.
  Noi le chiediamo di ascoltarci.
  Vede, a differenza dell'onorevole Braga, noi non abbiamo ancora letto il secondo decreto, non siamo stati messi nelle condizioni di poterlo leggere, quindi noi non sappiamo cosa c’è scritto nel secondo decreto e anche questa, mi permetta, è una piccola nota dolente, perché aver letto quel decreto ci avrebbe permesso, oggi, di poterla forse seguire con più attenzione e magari di poter entrare più nel merito, ma noi non lo possiamo fare, non «non lo vogliamo fare», anzi, noi vorremmo leggere questo secondo decreto prima che arrivi in discussione al Senato e poter contribuire ad apportare magari alcune modifiche migliorative anche grazie al nostro supporto e apporto.
  E in ultimo, signor Presidente, lei lo sa, l'avrà letto, nelle notizie di agenzia: il nostro gruppo, il gruppo della Lega chiede con forza soprattutto un'iniziativa, che sia fatta per dare certezza ai terremotati, noi chiediamo che per i prossimi 5 anni venga sospeso il pagamento delle tasse nelle zone colpite dal terremoto e chiediamo questo per dare certezza a quei cittadini e vogliamo Pag. 40evitare soprattutto che senza questa certezza i cittadini siano costretti a leggere magari i nostri decreti e le variazioni dei nostri decreti, che dicono «per 6 mesi», poi forse c’è una proroga per altri 6 mesi, poi arriva la prossima legge di bilancio e lo faremo ancora una volta... No, non si può più proseguire così: serve dare una certezza unica da qui ai prossimi 5 anni.
  Questa è la richiesta che fa il gruppo della Lega ed è una richiesta accompagnata dalla voglia e dalla volontà politica di collaborare, Presidente, ma questa deve essere, almeno in questa occasione, almeno su questo tema, da parte sua, di reciprocità.
  Noi le chiediamo di fare uno sforzo e di essere meno cattivo, magari meno arrogante, come lei stesso ha detto di essere, e di sedersi con tutte le forze politiche ad un tavolo, per lavorare per i nostri concittadini, per il nostro territorio (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Galgano. Ne ha facoltà.

  ADRIANA GALGANO. Grazie, signora Presidente, signor Presidente del Consiglio e onorevoli membri del Governo, noi Civici e Innovatori desideriamo dare un contributo concreto e fattivo per alleviare i disagi delle popolazioni colpite dal sisma e velocizzare il loro ritorno alla normalità della vita quotidiana.
  Riteniamo che la priorità sia mettere gli sfollati a riparo dall'inverno. Una delle nostre proposte è stata che, in questi casi di straordinaria necessità, si dia ai sindaci dei comuni interessati la possibilità di fare ordinanze, per trasformare gli annessi o le pertinenze in legno alle abitazioni principali in presidi di protezione civile. Ne abbiamo parlato per la nostra regione alla Camera e abbiamo trovato delle resistenze, anche solo a valutare questa nostra proposta, che, vista l'eccezionalità della situazione, non sono accettabili. Tutti noi abbiamo visto alla TV le interviste dei cittadini colpiti delle zone terremotate, che hanno dichiarato di essersi dotati autonomamente di annessi, non curandosi di chiedere permessi. Questo non deve succedere. La politica deve sapere anticipare, soprattutto in queste situazioni, e dare risposte nuove a drammatiche situazioni, che possano contemplare mutazioni significative dell'esistente.
  La seconda priorità sono le scuole. Noi dobbiamo consentire a tutti di riprendere un'attività scolastica normale e siamo assolutamente a fianco del Governo e chiediamo a tutto il Parlamento di mettersi a fianco del Governo, nella richiesta di togliere dal Patto di stabilità gli interventi antisismici per le scuole. Noi chiediamo al Governo che, nell'attribuzione dei fondi che sono a questo scopo destinati, siano date priorità per la ristrutturazione delle scuole che sono residenti nelle zone 1 e 2.
  Vogliamo sollecitare, però, l'attenzione del Governo anche rispetto a un aspetto molto spesso trascurato, che sono i micro-interventi nelle scuole, che significa fissare le plafoniere, mettere in sicurezza i vetri non a norma, fissare gli armadi. In caso di scossa come quella di domenica, i micro-interventi non effettuati potrebbero danneggiare e colpire qualcuno e creare delle situazioni di panico, che rischiano di provocare più vittime del terremoto.
  Infine, noi chiediamo che ci sia molta attenzione per la ripresa economica. A questo proposito proponiamo che ci sia la «busta pesante» per i lavoratori, che consentirebbe loro di avere lo stipendio lordo e di restituire le tasse in un momento successivo. E vogliamo ricordare che tra questi lavoratori ci sono i sindaci e vogliamo ricordare la loro situazione, perché sono sindaci di piccoli paesi, che percepiscono 350-500 euro per il loro lavoro di sindaco, che non possono più lavorare e che devono dedicarsi ventiquattro ore al giorno all'emergenza. Quindi chiediamo di tenere conto di loro.
  Una delle idee che potremmo avere per salvaguardare le attività economiche di quelle zone è l'istituzione di una no tax area per i comuni, in modo da evitare la loro desertificazione economica.
  Infine, desideriamo sollecitare l'attenzione su un aspetto importante. Il terremoto Pag. 41ha colpito solo alcune delle zone delle nostre regioni, però il turismo ne è stato colpito complessivamente. Allora noi chiediamo al Governo di mettere in campo la RAI, in modo da fare i programmi che rendano evidente che una parte delle nostre regioni possono essere visitate, che contengono grandi bellezze e che non c’è assolutamente nessun rischio.
  Infine e non infine – e questa volta veramente – ringraziamo il Governo e tutti coloro che si sono attivati in uno sforzo di generosità collettiva per fronteggiare questa emergenza. E desideriamo dire al sindaco di Amatrice, che ha parlato l'altro ieri in quest'Aula, che qui noi abbiamo una straordinaria attenzione e che la manterremo tale per tutto il tempo che sarà necessario (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Vezzali. Ne ha facoltà.

  MARIA VALENTINA VEZZALI. Presidente, Governo, colleghi, le immagini spettrali dei Paesi collassati, in seguito ai terremoti che hanno colpito il cuore dell'Italia dal 24 agosto sino a domenica 30 ottobre, danno l'idea di una situazione statica, che lega le emozioni al ricordo.
  Ciascuno di noi si è sentito ferito e, personalmente, da marchigiana, vivo da vicino questi giorni davvero difficili per tutto il centro dell'Italia. Oltre 27 mila persone assistite dalla Protezione civile, in condizioni climatiche difficili, non sono poche. La forza d'animo e la dignità della gente di questi luoghi sta rappresentando un esempio per tutto il nostro Paese. Ciò che oggi viene richiesto è vicinanza reale e risposte concrete. «Il futuro non crolla» – hanno detto i ragazzi dell'università di Camerino – e queste parole devono fare riflettere anche in quest'Aula. Non possiamo fermarci alla solidarietà e alle pacche sulle spalle. Abbiamo il dovere di dare risposte certe, sostegno reale e soprattutto speranze di futuro.
  È apprezzabile quanto posto in essere dal Governo immediatamente dopo il sisma del 24 agosto. Gli interventi ipotizzati rappresentano delle risposte istituzionali importanti. Sta adesso alla burocrazia non trasformarle in parole vane, così come è tristemente accaduto in altri casi. Il progetto «Casa Italia» è ambizioso e ci vorranno anni per realizzarlo, ma sapere che l'80 per cento delle abitazioni è costruito in zone a rischio e che metà di questo patrimonio non rispetta i criteri di sicurezza ci deve indurre a sostenerlo, per scongiurare ricostruzioni dolorose e dispendiose.
  Apprezzabile è stata anche la scelta dei container, anziché di tende, per chi vuole rimanere nei pressi dei propri paesi, in attesa delle casette di legno, così come la garanzia del rimborso totale, per chi dovrà riparare o ricostruire, a prescindere se sia la prima o la seconda casa. Fondamentale anche gli aiuti all'agricoltura, con il reddito di sostegno e i finanziamenti alle imprese, con 35 milioni stanziati e con finanziamenti agevolati per chi vuole investire su quei territori. Questo significa anche occupazione e possibilità di lavoro per chi lo ha perso.
  Altro aspetto di fondamentale importanza riversano i necessari e doverosi investimenti sulla sicurezza degli edifici scolastici. Dobbiamo ripartire dai nostri ragazzi. Il futuro di questi paesi e la loro identità passa da loro, ma anche dalle istituzioni cittadine, alle quali bene ha fatto il Governo a permettere di andare in deroga in merito alle regole contabili, così come per l'assunzione di personale a tempo determinato. Condividiamo le sue tre parole, Presidente del Consiglio, quando ha parlato di interventi subito, senza sprechi e senza ladri. E la presenza di Raffaele Cantone nell'Autorità anticorruzione è senza dubbio un motivo di speranza in tal senso.
  Il Governo e il Parlamento, attraverso queste azioni, devono rappresentare il sentimento di grande solidarietà sociale, che l'intero Paese sta manifestando in queste settimane. L'Italia ha risposto con generosità all'emergenza, inviando di tutto, anche denaro. Molti privati stanno facendo la loro parte, offrendo sostegni...

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  PRESIDENTE. Colleghi, si può abbassare il tono della voce ? Perché si fa fatica a seguire. Grazie. Prego, deputata Vezzali.

  MARIA VALENTINA VEZZALI. Grazie Presidente. Serve aiutare queste comunità a restare tali e a ritrovarsi intorno ai più piccoli, ai luoghi del cuore, agli edifici di culto. Dobbiamo ridare a questi comuni la possibilità di tornare alla normalità. Bisogna recuperare ciò che il turismo apprezza del nostro Paese e che è il volano di queste realtà: buona cucina, prodotti tipici, la quiete dei borghi, gli scorci, la cultura. Questi scrigni di italianità devono tornare a fiorire. Ma la ferita è enorme e, perché si possa parlare di sollievo, c’è bisogno di risorse, di presenza dello Stato, di concretezza, di tempo.
  Lo sforzo che chiediamo oggi al Governo è quello di continuare a coordinare tutte le realtà che si stanno adoperando sul territorio, finalizzare le risorse, evitare sovrapposizioni di competenze, superare quella burocrazia che, come hanno denunciato alcuni sindaci, ha fatto perdere tempo e impedito la messa in sicurezza di edifici, di campanili, che fra un terremoto e l'altro potevano essere salvati.
  In questa enorme rete di solidarietà che fa onore al nostro Paese, insieme alla macchina degli aiuti e alla capacità organizzativa della Protezione civile che il mondo ci invidia, alla grande umanità e all'abnegazione dimostrata da subito delle forze di polizia ci deve essere anche l'impegno del Parlamento. Dobbiamo affrontare queste difficoltà ragionando di sistema, con una visione comune, perché da esperienze come queste si riesce a vincere solo se si resta uniti (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica verso Cittadini per l'Italia-MAIE).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bruno Tabacci. Ne ha facoltà.

  BRUNO TABACCI. Signora Presidente, signor Presidente del Consiglio, gli eventi sismici degli ultimi mesi hanno ridestato l'attenzione nazionale su un dato di fatto che si tende a trascurare non appena il nostro sottosuolo concede un po’ di tregua: l'Italia poggia su una penisola ad alto rischio sismico e quindi è destinata a conoscere probabilmente altri terremoti ed altre situazioni di grave rischio per l'incolumità delle persone e delle cose, a partire dal patrimonio artistico più ricco del mondo.
  La risposta dal Governo, della Protezione civile, dei vigili del fuoco, delle forze dell'ordine di tutta la macchina di primo soccorso e assistenza in questi mesi è stata pronta e sicuramente adeguata all'emergenza. Lo testimonia la rapidità degli interventi effettuati, il salvataggio di centinaia di persone rimaste sotto le macerie, in particolare dopo la prima forte scossa di fine agosto. Mi consenta la collega Polverini: non è una disputa macabra tra Governi, è un fatto. E di questo credo occorra dare atto, soprattutto al Governo, anche per la scelta delle personalità chiamate a gestire il presente e soprattutto la fase della ricostruzione. L'Italia dispone ancora, per fortuna, di politici e tecnici competenti, e la competenza non può che essere il criterio di ispirazione di fondo di ogni nomina.
  Dovrebbe essere sempre così, non sempre è accaduto. Ma in questi mesi, l'avere individuato in un politico capace, come Vasco Errani, la figura del commissario per la ricostruzione, in un servitore dello Stato del livello del prefetto Paolo Tronca la persona che dovrà impedire infiltrazioni della criminalità organizzata, e nel rettore del Politecnico di Milano, Giovanni Azzone, responsabile del progetto «Casa Italia», ci trova pienamente d'accordo e ci rassicura. Doveroso è stato anche richiedere con determinazione all'Europa un sostegno concreto ai cittadini colpiti; più difficile, invece, che l'Europa possa accettare di farsi carico della messa in sicurezza antisismica del resto del Paese.
  Non scopriamo oggi che la terra sotto di noi può tremare e tremerà, e spetta all'Italia dunque varare un grande piano antisismico nazionale, individuare le risorse, anche avviando una discussione seria con l'Europa, e realizzarlo concretamente nel tempo. Rafforzare gli incentivi Pag. 43all'adozione di presidi assicurativi antisismici, come è stato indicato ancora in questi giorni nel corso di un'audizione della Banca d'Italia, appare una soluzione a mio avviso ormai indifferibile e largamente praticata in altri Paesi, così come è indifferibile una serie di interventi di semplificazione normativa che ci consentano di superare la fanno con cui ogni volta rincorriamo la fase della ricostruzione post-emergenziale. Giusta la scelta strategica di costruire i borghi dove sono nati; la suggestione delle new town era fuorviante e distruttiva del concetto di comunità.
  Nei mesi precedenti gli ultimi terremoti, la Commissione bicamerale che ho l'onore di presiedere ha portato a termine una penetrante indagine conoscitiva sulle semplificazioni possibili in questo campo. Il documento conclusivo è a disposizione del Parlamento, del Governo, e contiene una serie di indicazioni utili e concrete raccolte nel confronto a freddo con tutti i soggetti interessati. La sovrapposizione e la stratificazione delle norme che si aggiungono ad ogni evento calamitoso genera incertezze e confusione, e favorisce il verificarsi di episodi corruttivi. Non esiste ancora, dopo tante catastrofi, un unico modello per la segnalazione della perdita dei beni e un unico soggetto a cui presentarlo; non sono mai state unificate in un solo adempimento la segnalazione dei danni e la successiva domanda di contributo; non esiste una disciplina generale sulla pianificazione delle attività di censimento dei danni; si continua a mantenere suddivisa in tre livelli la fase di progettazione, dal preliminare al definitivo e all'esecutivo, quando ne potrebbero bastare semplicemente due. Sono solo alcuni dei punti di intervento possibili, e possono rappresentare un momento non dico d'arrivo, ma almeno di partenza, di una discussione nelle istituzioni che finalmente dia certezze al Paese in questa materia così fondamentale e delicata. La ringrazio comunque per l'attenzione che ha riservato in questo caso al Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Achille Totaro. Ne ha facoltà.

  ACHILLE TOTARO. Signora Presidente, signor Presidente del Consiglio, colleghi, Presidente Renzi, non avevamo aspettato il suo appello per aderire – come opposizione nazionale responsabile, che per prima cosa mette davanti a sé come prioritario punto di vista l'interesse dei nostri concittadini, della nostra comunità nazionale – alla proposta di collaborare, in questo momento così drammatico per i nostri concittadini, per tanti nostri concittadini – perché di dramma si tratta –, per cercare di trovare le soluzioni a favore di queste persone che vivono un dramma autentico che deve vedere tutto il Parlamento e tutte le istituzioni unite.
  Purtroppo, Presidente, lei aveva proposto, tra l'altro, un tavolo interistituzionale, a cui dovevano partecipare le forze politiche, ma questo tavolo purtroppo non l'abbiamo visto. Anzi, le facciamo un appello, come è stato fatto da altri colleghi in quest'Aula, a mettere veramente in pratica questo tavolo, perché ci potrebbero essere delle proposte interessanti, intelligenti. Noi, come gruppo Fratelli d'Italia, abbiamo fatto approvare un paio di mozioni in quest'Aula – perché questo Parlamento si è occupato di questa vicenda del terremoto già in altre occasioni – e il Governo ha recepito le nostre mozioni, purtroppo abbiamo visto che il Governo ha adottato un primo decreto e un secondo sta per essere adottato: vedremo il secondo, ma nel primo non sono state recepite queste nostre proposte. Vogliamo essere coinvolti, perché – lo diceva qualche collega in precedenza – dobbiamo sconfiggere anche una burocrazia che purtroppo crea grandissimi problemi alla nostra nazione ormai da anni; e ci troverà uniti in questa cosa, nello sconfiggere la burocrazia.
  In queste mozioni, Presidente, noi proponevamo alcune cose. Lei saprà che c’è un provvedimento del 2006 che suddivide le zone a rischio in «zona 1» e «zona 2»: certo, interventi urgenti per le zone appena colpite, ma un programma a largo Pag. 44raggio, un programma che preveda la messa in sicurezza anche di quelle zone 1 e 2, che sono ad alto rischio sismico, perché, Presidente, noi chiediamo che si debba intervenire per evitare il pagamento delle tasse da parte delle persone che abitano in quelle zone. Quindi, non dire che non le pagheranno per sei o tre mesi, ma trovare un lasso di tempo – qualcuno qui ha parlato di cinque anni, che potrebbe essere una buona proposta, parliamone – perché così le persone colpite da questo problema possano eventualmente anche provare ad iniziare un percorso – anche da sole – per mettere in sicurezza i posti dove stanno. Quindi, sicuramente questo intervento di no tax area – così possiamo chiamarlo – deve essere improcrastinabile e deve far parte dei vostri decreti; come Fratelli dell'Italia riteniamo debba essere opportuno che ne faccia parte.
  Poi, mirati interventi sulle infrastrutture pubbliche, perché, Presidente, abbiamo visto, anche nell'ultimo terremoto, che ci sono proprio delle infrastrutture pubbliche, delle strade, che servono per il collegamento, quando succedono questi drammi. Servono per l'arrivo della Protezione civile, delle forze dell'ordine, dei vigili del fuoco, i cui uomini e donne ringrazio a nome del nostro gruppo per il grande lavoro che hanno fatto, dando veramente un esempio incredibile, a livello mondiale, di come in Italia si sappia fare questo tipo di interventi con grande umanità e con grande professionalità. Ma spesso succede che quelle strade sono interrotte, perché le istituzioni locali a volte non sono potute intervenire per la messa a norma.
  Stesso discorso vale per quanto riguarda le scuole – ne abbiamo già parlato – e per quanto riguarda gli ospedali, ad esempio, che è un problema serio che non si può nemmeno mettere in disparte, perché quando poi c’è da intervenire all'ultimo momento si trova l'ospedale che è crollato; e ciò diventa oggettivamente un problema. Purtroppo, Presidente Renzi, abbiamo visto che ci sono stati degli intenti, delle buone intenzioni anche da parte vostra, però non si sono tramutate molto spesso in interventi concreti. Glielo dicevo prima: noi siamo per abbattere la burocrazia in questo Paese. Le faccio un esempio: il 24 agosto – l'ha detto il sindaco di Amatrice qui, ma l'hanno detto anche altri sindaci – dei monumenti e delle chiese erano rimaste diroccate da quel sisma; ebbene, sono passati alcuni mesi e per un motivo o per un altro questi monumenti e queste chiese non sono state puntellate, perché ci si è persi nella burocrazia.
  C’è stato l'intervento del Governo e poi si è perso per strada, non è arrivato a buon fine, e poi questi monumenti, queste chiese, con l'ultimo sisma sono crollate. Ecco, noi ci troverà dalla sua parte, che è dalla parte degli italiani. Noi abbiamo l'interesse dell'Italia e degli italiani, non a fare polemica di quarto ordine per prendere qualche voto in più, che non ci interessa in questo caso, ma per risolvere i problemi dei cittadini. Ci troverà dalla sua parte se ci vorrà coinvolgere, altrimenti anche lei farà soltanto un discorso che può portare dei vantaggi dal punto di vista elettorale, ma, francamente, non porterà nessun vantaggio...

  PRESIDENTE. Concluda, deputato.

  ACHILLE TOTARO. ... ai nostri concittadini. La ringrazio, Presidente, per il tempo concessomi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rocco Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Certamente in due minuti non potrò affrontare o avere la possibilità, come gli altri colleghi, di dire, effettivamente, in maniera compiuta, rispetto alla tragedia che ha colpito il nostro Paese. In occasione dei due terremoti, con tutte le difficoltà che hanno comportato, note a tutti, che i colleghi hanno richiamato, che il Presidente del Consiglio, in maniera sintetica, ha qui esposto, è fin troppo Pag. 45evidente che la migliore Italia, signora Presidente, si è espressa fuori da quest'Aula. Su questo non c’è dubbio: l'Italia migliore si è espressa fuori da quest'Aula, con la solidarietà, con il volontariato, con le forze dell'ordine, con la Croce Rossa, con tutto quello che è successo. Nessuno può dimenticare che, non meno di un mese fa, qui abbiamo avuto la possibilità e non siamo stati in grado neanche di fare una mozione unitaria sul terremoto. E anche oggi vedo molte difficoltà nel procedere. A noi sta la collaborazione e l'abbiamo data, tutti, ma anche il Governo è obbligato, in questa fase, ad avere un atteggiamento che poi consegua ai fatti. Si chiede collaborazione, si chiede unità, che certamente è necessaria. Non c’è dubbio che l'emergenza attuale è quella della collocazione temporanea, che deve essere fatta nel modo migliore, in brevissimo tempo. Occorre ricostruire le abitazioni, ricostruire il tessuto socio-economico, ricostruire il patrimonio artistico-culturale. Il problema della tassazione è stato affrontato. Però abbiamo sentito il grido di dolore, signor Presidente, e avremmo voluto sapere qualche cosa in più rispetto ai decreti «terremoto uno» e «terremoto due»: se effettivamente poi vanno unificati o meno.
  Noi, però, Presidente, al di là del richiamo che faccio anch'io all'aspetto dei controlli su ciò che accade – tema che anche in Parlamento dovrebbe essere affrontato –, non ci appassioniamo alle polemiche. Ma sul problema dell'Europa siamo intervenuti, anche come componente, più volte per sollecitare interventi fuori dal patto di stabilità – in questo caso del terremoto io penso che siano scontati – sugli investimenti. Infatti, noi possiamo avere credibilità, sentire un'Europa vicina, sentire un'Europa che sia al servizio dei popoli, con attenzione ai popoli, solo se noi riprendiamo a crescere, se riprende quel tipo di percorso.

  PRESIDENTE. Concluda.

  ROCCO PALESE. Mi avvio alla conclusione. Noi non possiamo limitarci solo agli eventi eccezionali, signor Presidente. Occorre credibilità, che il Governo italiano, lei in prima persona, con la schiena dritta, vada in Europa e pretenda che l'Europa sia quella del patto di stabilità e crescita, quel patto di stabilità e crescita di Jacques Delors.

  PRESIDENTE. Concluda.

  ROCCO PALESE. Solo così noi possiamo dare concretezza alle tante istanze che vengono da quel territorio. Il resto è tempo perso, è solo chiacchiere. Penso e spero che anche «Casa Italia» non rimanga sulla carta e non rimanga uno slogan, perché senza un Governo credibile in Europa, noi non andiamo da nessuna parte (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Prego i colleghi di rimanere nei tempi stabiliti.
  Ha chiesto di parlare la deputata Beatrice Brignone. Ne ha facoltà.

  BEATRICE BRIGNONE. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor Presidente del Consiglio, i comuni devastati dall'ultimo sisma del 30 ottobre sono così tanti che non mi basterebbero i due minuti a mia disposizione per elencarli tutti. Quindi, sono ben di più dei 10 o 11 che normalmente si nominano. Allora, vorrei utilizzare questo poco tempo che ho a disposizione per parlare di qualcosa molto concreto, di qualcosa che spesso viene citato solo di striscio, che è l'agricoltura, che per molti può essere qualcosa di secondario, ma che, per il territorio dove vivo e per i territori colpiti dal sisma, vuol dire la vita. Sono 3 mila le aziende colpite, 100 mila gli animali da reddito. Il 90 per cento di queste aziende sono a conduzione familiare, quindi ci lavorano due, tre persone. Vede, signor Presidente, vorrei riportare la voce di un agricoltore, una frase che mi ha colpita per quanto è vera, che dice: «Questa è la nostra forza, ma, allo stesso tempo, il nostro difetto: appariamo poco, non ci strappiamo i capelli, abituati a fare da soli senza santi in paradiso».Pag. 46
  Poi ha salutato perché arrivava il buio e andava a mungere 700 capre da solo, a mano. Questa è la situazione oggi in questi territori. È stata la giornata di oggi, sarà la giornata di domani, continueranno a essere queste le giornate finché non avranno i moduli, le stalle, i moduli abitativi per riprendere la produzione e per riprendere una vita il più possibile normale, mentre la terra continua a tremare, dando un continuo senso di disagio e di precarietà.
  Potrei parlare anche di Paola e di Marino, che oggi vivono in una casa isolata, dove non si arriva neanche con una strada asfaltata, che sono lì da soli e, in questi anni, hanno dato accoglienza agli ultimi tra gli ultimi. Oggi sono soli e possono fare affidamento solo sull'aiuto concreto di amici e parenti, che hanno lanciato una colletta. Potrei parlare di centinaia di storie come queste, ma parlare, a questo punto, serve a poco e, con la concretezza che è propria degli agricoltori, dei contadini, vorrei dire che serve subito, adesso, per usare un termine a lei caro, che si presenti quel furgone con i moduli. Si è presentata la Protezione civile, si sono presentati i Vigili del fuoco, i funzionari regionali. Tutti hanno fatto un encomiabile lavoro. Ma non è vero che nessuno verrà lasciato solo perché queste persone sole lo sono già oggi, molte cominciano a sentircisi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera-Possibile).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pastorelli. Ne ha facoltà.

  ORESTE PASTORELLI. Grazie, signora Presidente. Signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, a due mesi dal sisma che ha messo in ginocchio il centro Italia, un altro terremoto ha devastato il cuore della nostra penisola. Il fatto che non ci siano stati morti ci rasserena, ma i danni riportati dalle abitazioni, dal tessuto economico e produttivo e dal patrimonio artistico sono enormi. Le prime risposte date dal Governo sono state positive, condivisibili le misure messe in campo, come i finanziamenti, il prosieguo dell'attività scolastica e il sostegno al comparto agroalimentare, vero motore dell'economia del territorio.
  Ciò, però, non basta. Il processo di ricostruzione sarà lungo e faticoso. Adesso bisogna concentrarsi sull'emergenza. Serve, quindi, un'accelerazione decisiva sotto il profilo abitativo e della viabilità. Le zone colpite devono ripartire dal lavoro, mettendo in campo apposite misure in favore dell'occupazione e, poi, della messa in sicurezza degli immobili. Il primo passo è stato fatto con l'ampliamento dell'ecobonus, ma ora appare quanto mai indispensabile istituire la carta d'identità degli immobili, così da rendere note le caratteristiche degli edifici pubblici e privati.
  Come saprà, Presidente Renzi, la gente è molto legata a quei borghi ricchi di storia e di cultura. Le istituzioni devono ascoltare i cittadini e comportarsi di conseguenza. La volontà della popolazione è stata espressa chiaramente, anche in quest'Aula, dai sindaci interessati. Ora sta allo Stato non deludere le loro aspettative. Noi socialisti ci siamo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)-Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lello Di Gioia. Ne ha facoltà.

  LELLO DI GIOIA. Grazie, signora Presidente. Grazie anche al signor Presidente. Vede, io ringrazio lei e il suo Governo, che è stato lì presente per moltissimo tempo e per molti giorni. Questo ha ridato fiducia alla gente. Ha dato fiducia perché, comunque, la gente ha percepito che lo Stato c'era, ha percepito che quello che si diceva non erano semplicemente parole dette nelle circostanze di un dramma. Io non sono uno di quelli che, in questo momento, si metterà a narrare tutta una serie di situazioni che si potrebbero determinare e fare. Io credo che il Governo abbia ben chiara quella che è la situazione. Credo che i decreti che sono stati emanati hanno la necessità, ovviamente, di essere discussi, come verranno discussi all'interno Pag. 47del Parlamento, e credo che il Parlamento sarà in grado, nel caso in cui dovranno essere migliorati, sicuramente di migliorarli. La ringrazio ancora, signor Presidente, per le posizioni che ha assunto in questi ultimi giorni, posizioni importanti che ha anche riferito in quest'Aula, cioè dire all'Europa che, di fronte a questi drammi...

  PRESIDENTE. La prego di concludere.

  LELLO DI GIOIA. Mi avvio alla conclusione, signora Presidente, se mi concederà qualche secondo in più. Di fronte a questi drammi non ci sono certamente questioni da non prendere in considerazione. Noi siamo con lei, siamo con lei in questa condizione, siamo con lei a difendere dei territori, quei territori deboli, quei territori che come giustamente lei ha detto – con questo concludo – hanno bisogno di riacquistare la vita perché è l'essenza del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento PPA-Moderati).

  PRESIDENTE. È così esaurita l'informativa urgente. Continuiamo con il nostro ordine del giorno. Adesso vogliamo ricordare il Giorno della libertà quindi...

  RENATO BRUNETTA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. A che titolo ?

  RENATO BRUNETTA. Sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RENATO BRUNETTA. Signora Presidente, guardando i filmati della seduta che è ancora in corso – l'avrà notato anche lei perché ho visto che interloquiva con il signor Presidente del Consiglio – emerge come, al dire dell'onorevole Polverini, il Presidente Renzi si rivolga all'Aula e anche a lei, signora Presidente, dicendo: «è matta, è matta». Questo è un atteggiamento e un comportamento – la prego di guardare i filmati, signora Presidente – inaccettabile in Aula da parte del signor Presidente del Consiglio. Ci sono i filmati. Guardi i filmati perché il signor Presidente del Consiglio è andato avanti per circa tre minuti a muoversi ed agitarsi nel suo posto, rivolgendosi a lei – se ne è accorta anche lei perché l'ho vista e lei gli ha detto di calmarsi (ho visto anche questo) – ed eccitando la sua parte politica che da quel momento ha cominciato a rumoreggiare interrompendo l'onorevole Polverini e indicando «questa è matta, questa è matta». Questo è un atteggiamento assolutamente inconcepibile in un'Aula parlamentare da parte di un Presidente del Consiglio. Pertanto, signora Presidente, la prego di fare tutte le sue valutazioni visto che era presente, visto che ha percepito esattamente come ho percepito io e come hanno percepito i filmati e non è accettabile che il Presidente del Consiglio abbia questo comportamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Presidente Brunetta, è chiaro il suo punto. Tuttavia, quello che vorrei dirle e che io ho percepito è che il Presidente del Consiglio ha detto: «che cosa sta dicendo, che cosa sta dicendo» (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente). ..aspettate, abbiate pazienza ! E, quindi, sollevava la questione sul contenuto di merito e io ho inteso di far continuare l'intervento senza interrompere e chiedendo ai colleghi dell'altra parte di abbassare la voce e consentire l'intervento proprio perché non ritenevo che vi fossero motivi nel merito per riprendere la deputata Polverini. Quindi ho consentito...

  RENATO BRUNETTA. Perché riprendere la deputata Polverini?

  PRESIDENTE. No, appunto, siccome c'era questa reazione sul merito della discussione, ho fatto sì che la deputata potesse continuare il suo intervento senza che vi fossero ulteriori interruzioni. Comunque adesso noi vedremo il filmato: Pag. 48quello che io ho percepito è che si dicesse da banchi del Governo «non è vero, non è vero». Comunque, noi valuteremo quanto è avvenuto.

  FRANCESCO D'UVA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO D'UVA. Presidente, sullo stesso argomento: assolutamente nulla da ridire su come la Presidenza ha voluto gestire la cosa, semmai questo accaduto potrebbe essere rivisto in filmato e potrebbe essere oggetto del prossimo Ufficio di Presidenza della Camera. È una formale richiesta del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Nel Giorno della libertà (ore 18,40).

  PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lei, l'intera Assemblea e il rappresentante del Governo). Cari colleghi e care colleghe, come sapete in base alla legge del 15 aprile 2005 il 9 novembre è stato dichiarato Giorno della libertà quale ricorrenza, secondo le parole della stessa legge che riporto, «dell'abbattimento del muro di Berlino, evento simbolo per la liberazione dei Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo». Il giorno della caduta del muro di Berlino, il 9 novembre 1989, è stato certamente un giorno che ha segnato una svolta nella storia dell'Europa ma direi del mondo intero. Molti di noi, per lo meno di questa generazione, hanno ancora avanti agli occhi le immagini di quei momenti, immagini portate nelle nostre case dalle televisioni quando decine di migliaia di persone si riversarono in strada per superare e per abbattere con un grande movimento di popolo la barriera che per tanti anni aveva diviso artificiosamente nel nome dell'ideologia e degli equilibri geopolitici famiglie, affetti, relazioni umane. Il muro di Berlino non divise solo una città o solo il popolo tedesco, ma rappresentò per tanti anni una ferita nel cuore dell'Europa impedendo quello scambio fecondo tra le persone e tra i popoli che fonda e consolida la libertà e che è alla base del progresso dell'uomo. Passeggiando oggi per le vie di Berlino i residui di quel muro sembrano quasi un reperto archeologico a fronte di una città pulsante, piena di vita, piena di cultura e in costante trasformazione. Anche l'Europa da quei giorni ha subito grandi cambiamenti. Il processo di integrazione con i Paesi che appartenevano al blocco comunista ne ha accresciuto il peso politico ed economico, ma la crisi che dal 2008 ha investito anche il nostro continente, ha creato nuovi problemi e nuove difficoltà per le persone di cui la politica è chiamata con urgenza a farsi carico. Tuttavia vicende come quelle del muro di Berlino, che ai ragazzi di oggi possono apparire lontane, ma che sono ancora vive nella coscienza dell'Europa, dimostrano che i muri e le chiusure dell'ideologia o nell'egoismo sono soluzioni artificiose e di corto respiro, fonte di grandissime lacerazioni e sofferenze umane e che la soluzione ai problemi complessi delle società contemporanee va trovata nel dialogo, nella cooperazione tra le persone e nella cooperazione tra i popoli (Applausi).

Trasferimento a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 2937 (ore 18,42).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di una proposta di legge a Commissione in sede legislativa.
  Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge, della quale la II Commissione (Giustizia) ha chiesto il trasferimento in sede legislativa ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:

  S. 922. – Senatori Maurizio Romani ed altri: «Modifiche al codice penale e alla legge 1o aprile 1999, n. 91, in materia di traffico di organi destinati al trapianto, nonché alla legge 26 giugno 1967, n. 458, Pag. 49in materia di trapianto del rene tra persone viventi» (Approvata dal Senato) (2937).

  Se non vi sono obiezioni, così rimane stabilito.
  Colleghi e colleghe, sospendiamo a questo punto brevemente la seduta per consentire l'allestimento delle cabine di votazione per l'elezione del segretario di Presidenza, ai sensi dell'articolo 5, commi 5 e 6, del Regolamento.
  Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 19.

  La seduta, sospesa alle 18,45, è ripresa alle 19.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

Votazione per l'elezione di un Segretario di Presidenza, ai sensi dell'articolo 5, commi 5 e 6, del Regolamento.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la votazione per l'elezione di un Segretario di Presidenza, ai sensi dell'articolo 5, commi 5 e 6, del Regolamento.
  Ricordo che a tale elezione si procede a seguito della richiesta formulata dal gruppo Scelta Civica verso Cittadini per l'Italia-MAIE, costituitosi dopo l'elezione dell'Ufficio di Presidenza e non rappresentato in tale organo.
  Avverto che ciascun deputato può scrivere sulla scheda un solo nome. Le schede recanti più di un nominativo saranno considerate nulle.
  Ai sensi del richiamato articolo 5, comma 6, del Regolamento, risulterà eletto il deputato, fra quelli appartenenti al citato gruppo, che otterrà il maggior numero di voti.
  Indìco la votazione per schede.
  Avverto che la Presidenza, come preannunciato ai gruppi, al fine di garantire un ordinato svolgimento della votazione accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino ad un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo.
  Faccio presente che i gruppi hanno già fatto pervenire alla Presidenza le relative indicazioni.
  Avverto inoltre che, in via del tutto eccezionale, sarà altresì consentito di anticipare il voto ai deputati membri della Commissione bilancio e della Commissione finanze, al fine di consentire loro di partecipare ai lavori relativi al decreto legge in materia fiscale.
  Per agevolare le operazioni di voto, invito i deputati ad avvicinarsi al banco della Presidenza, seguendo il proprio turno di votazione, che è evidenziato sul tabellone elettronico, evitando quindi di stazionare nell'emiciclo e di rendere così più difficoltosa l'espressione del voto.
  Invito i deputati segretari a procedere alla prima chiama.

  (Segue la chiama).

  PRESIDENTE. Colleghi, stiamo risolvendo un mancato funzionamento di un display: appena lo metteremo a posto continuiamo.
  (Segue la chiama).

  PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione ed invito i deputati segretari a procedere allo spoglio delle schede.

  La seduta, sospesa alle 20,30, è ripresa alle 20,50.

  PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione per l'elezione di un segretario di Presidenza, ai sensi dell'articolo 5, commi 5 e 6, del Regolamento.

  Presenti e votanti  430  
  Hanno ottenuto voti:
  Sottanelli  73  
  Voti dispersi  7  
  Schede bianche  304  
  Schede nulle  46  

  Proclamo eletto segretario di presidenza il deputato Giulio Cesare Sottanelli.

Pag. 50

  Hanno preso parte alla votazione:

  Abrignani Ignazio
  Agostini Roberta
  Airaudo Giorgio
  Albanella Luisella
  Alberti Ferdinando
  Albini Tea
  Alli Paolo
  Amato Maria
  Amoddio Sofia
  Antezza Maria
  Anzaldi Michele
  Archi Bruno
  Argentin Ileana
  Arlotti Tiziano
  Ascani Anna
  Attaguile Angelo
  Baldelli Simone
  Baradello Maurizio
  Barbanti Sebastiano
  Bargero Cristina
  Baroni Massimo Enrico
  Baruffi Davide
  Basilio Tatiana
  Basso Lorenzo
  Battelli Sergio
  Becattini Lorenzo
  Benamati Gianluca
  Benedetti Silvia
  Beni Paolo
  Bergonzi Marco
  Berlinghieri Marina
  Bernini Massimiliano
  Bernini Paolo
  Berretta Giuseppe
  Bianchi Nicola
  Bianchi Stella
  Bianconi Maurizio
  Biasotti Sandro
  Binetti Paola
  Bini Caterina
  Blazina Tamara
  Boccadutri Sergio
  Boccia Francesco
  Boccuzzi Antonio
  Boldrini Paola
  Bolognesi Paolo
  Bonaccorsi Lorenza
  Bonafede Alfonso
  Bonomo Francesca
  Bordo Franco
  Borghesi Stefano
  Borghi Enrico
  Bosco Antonino
  Bossi Umberto
  Braga Chiara
  Bragantini Matteo
  Bragantini Paola
  Brandolin Giorgio
  Brescia Giuseppe
  Brignone Beatrice
  Brugnerotto Marco
  Brunetta Renato
  Bruno Bossio Vincenza
  Bueno Renata
  Burtone Giovanni Mario Salvino
  Busin Filippo
  Buttiglione Rocco
  Calabria Annagrazia
  Calabrò Raffaele
  Camani Vanessa
  Campana Micaela
  Cani Emanuele
  Capelli Roberto
  Capodicasa Angelo
  Capone Salvatore
  Capozzolo Sabrina
  Carbone Ernesto
  Carella Renzo
  Carfagna Maria Rosaria
  Cariello Francesco
  Carinelli Paola
  Carloni Anna Maria
  Carnevali Elena
  Carocci Mara
  Carra Marco
  Carrescia Piergiorgio
  Caruso Mario
  Casati Ezio Primo
  Casellato Floriana
  Caso Vincenzo
  Castelli Laura
  Castiello Giuseppina
  Castricone Antonio
  Catalano Ivan
  Catanoso Genoese Francesco Detto Basilio Catanoso
  Causin Andrea
  Cecconi Andrea
  Cenni Susanna
  Censore Bruno
  Centemero Elena
  Cera AngeloPag. 51
  Chaouki Khalid
  Chiarelli Gianfranco Giovanni
  Chimienti Silvia
  Cimbro Eleonora
  Ciprini Tiziana
  Ciracì Nicola
  Coccia Laura
  Cominardi Claudio
  Cominelli Miriam
  Corda Emanuela
  Coscia Maria
  Costantino Celeste
  Cova Paolo
  Covello Stefania
  Cozzolino Emanuele
  Crimì Filippo
  Crimi Rocco
  Crivellari Diego
  Culotta Magda
  Cuomo Antonio
  Cuperlo Giovanni
  Currò Tommaso
  Daga Federica
  D'Agostino Angelo Antonio
  D'Alessandro Luca
  Dallai Luigi
  Dall'Osso Matteo
  Dal Moro Gian Pietro
  Dambruoso Stefano
  D'Arienzo Vincenzo
  D'Attorre Alfredo
  Da Villa Marco
  De Girolamo Nunzia
  Del Basso De Caro Umberto
  Dellai Lorenzo
  Dell'Aringa Carlo
  Dell'Orco Michele
  De Lorenzis Diego
  De Maria Andrea
  De Menech Roger
  Di Benedetto Chiara
  Dieni Federica
  Di Gioia Lello
  Di Lello Marco
  Di Maio Marco
  D'Incà Federico
  D'Incecco Vittoria
  Di Salvo Titti
  Distaso Antonio
  Di Stefano Fabrizio
  Di Stefano Manlio
  Di Vita Giulia
  Donati Marco
  D'Ottavio Umberto
  Duranti Donatella
  D'Uva Francesco
  Ermini David
  Fabbri Marilena
  Faenzi Monica
  Famiglietti Luigi
  Fantinati Mattia
  Fanucci Edoardo
  Farina Daniele
  Farina Gianni
  Fassina Stefano
  Ferrara Ciccio
  Ferraresi Vittorio
  Ferrari Alan
  Ferro Andrea
  Fiorio Massimo
  Fitzgerald Nissoli Fucsia
  Folino Vincenzo
  Fontana Cinzia Maria
  Fontana Gregorio
  Fossati Filippo
  Fraccaro Riccardo
  Fragomeli Gian Mario
  Fratoianni Nicola
  Fregolent Silvia
  Furnari Alessandro
  Fusilli Gianluca
  Gadda Maria Chiara
  Gagnarli Chiara
  Galati Giuseppe
  Galgano Adriana
  Galli Carlo
  Galli Giampaolo
  Gallinella Filippo
  Galperti Guido
  Gandolfi Paolo
  Garavini Laura
  Garofalo Vincenzo
  Gasparini Daniela Matilde Maria
  Gebhard Renate
  Ghizzoni Manuela
  Giachetti Roberto
  Giacobbe Anna
  Giammanco Gabriella
  Gigli Gian Luigi
  Ginato Federico
  Ginoble Tommaso
  Giordano Silvia
  Giorgetti Alberto
  Giorgetti GiancarloPag. 52
  Giorgis Andrea
  Giuliani Fabrizia
  Giulietti Giampiero
  Gnecchi Marialuisa
  Grande Marta
  Grassi Gero
  Greco Maria Gaetana
  Gregori Monica
  Gribaudo Chiara
  Guerini Giuseppe
  Guerra Mauro
  Guidesi Guido
  Gutgeld Itzhak Yoram
  Iacono Maria
  Iannuzzi Tino
  Impegno Leonardo
  Incerti Antonella
  Invernizzi Cristian
  Iori Vanna
  Kronbichler Florian
  L'Abbate Giuseppe
  Labriola Vincenza
  Lacquaniti Luigi
  Laffranco Pietro
  Laforgia Francesco
  Lainati Giorgio
  La Marca Francesca
  Latronico Cosimo
  Lauricella Giuseppe
  Lavagno Fabio
  Librandi Gianfranco
  Liuzzi Mirella
  Locatelli Pia Elda
  Lodolini Emanuele
  Lombardi Roberta
  Lo Monte Carmelo
  Longo Piero
  Lorefice Marialucia
  Losacco Alberto
  Lupo Loredana
  Maestri Andrea
  Maestri Patrizia
  Malisani Gianna
  Malpezzi Simona Flavia
  Manfredi Massimiliano
  Manzi Irene
  Marantelli Daniele
  Marchetti Marco
  Marchi Maino
  Marcolin Marco
  Marcon Giulio
  Marguerettaz Rudi Franco
  Mariani Raffaella
  Marrocu Siro
  Marroni Umberto
  Martella Andrea
  Marti Roberto
  Martinelli Marco
  Martino Antonio
  Martino Pierdomenico
  Marzana Maria
  Marzano Michela
  Matarrese Salvatore
  Mattiello Davide
  Mauri Matteo
  Mazziotti Di Celso Andrea
  Mazzoli Alessandro
  Melilla Gianni
  Melilli Fabio
  Meloni Marco
  Menorello Domenico
  Miccoli Marco
  Micillo Salvatore
  Milanato Lorena
  Minnucci Emiliano
  Miotto Anna Margherita
  Misiani Antonio
  Mognato Michele
  Molteni Nicola
  Monaco Francesco
  Monchiero Giovanni
  Mongiello Colomba
  Montroni Daniele
  Morani Alessia
  Morassut Roberto
  Moretto Sara
  Moscatt Antonino
  Mottola Giovanni Carlo Francesco
  Mura Romina
  Murgia Bruno
  Naccarato Alessandro
  Nardi Martina
  Narduolo Giulia
  Nesci Dalila
  Nicchi Marisa
  Nuti Riccardo
  Occhiuto Roberto
  Oliaro Roberta
  Pagani Alberto
  Pagano Alessandro
  Palazzotto Erasmo
  Palese Rocco
  Palladino Giovanni
  Palma GiovannaPag. 53
  Palmieri Antonio
  Palmizio Elio Massimo
  Pannarale Annalisa
  Parentela Paolo
  Paris Valentina
  Parisi Massimo
  Parrini Dario
  Pastorelli Oreste
  Pastorino Luca
  Pellegrino Serena
  Pes Caterina
  Pesco Daniele
  Petrenga Giovanna
  Petrini Paolo
  Piazzoni Ileana Cathia
  Piccione Teresa
  Piccoli Nardelli Flavia
  Piccolo Giorgio
  Piepoli Gaetano
  Pini Giuditta
  Pinna Paola
  Piras Michele
  Pisano Girolamo
  Pisicchio Pino
  Piso Vincenzo
  Pizzolante Sergio
  Placido Antonio
  Plangger Albrecht
  Polidori Catia
  Pollastrini Barbara
  Polverini Renata
  Portas Giacomo Antonio
  Prataviera Emanuele
  Prestigiacomo Stefania
  Preziosi Ernesto
  Prina Francesco
  Prodani Aris
  Quaranta Stefano
  Quartapelle Procopio Lia
  Quintarelli Giuseppe Stefano
  Rabino Mariano
  Raciti Fausto
  Ragosta Michele
  Rampi Roberto
  Ribaudo Francesco
  Ricciatti Lara
  Richetti Matteo
  Rizzetto Walter
  Roccella Eugenia
  Rocchi Maria Grazia
  Romanini Giuseppe
  Romano Francesco Saverio
  Romele Giuseppe
  Rondini Marco
  Rossi Paolo
  Rossomando Anna
  Rostan Michela
  Rostellato Gessica
  Rotondi Gianfranco
  Rotta Alessia
  Rubinato Simonetta
  Ruocco Carla
  Russo Paolo
  Saltamartini Barbara
  Sammarco Gianfranco
  Sanna Giovanna
  Sarti Giulia
  Savino Sandra
  Sberna Mario
  Sbrollini Daniela
  Schirò Gea
  Schullian Manfred
  Scuvera Chiara
  Secco Dino
  Senaldi Angelo
  Sgambato Camilla
  Simonetti Roberto
  Sisto Francesco Paolo
  Sorial Girgis Giorgio
  Sottanelli Giulio Cesare
  Spadoni Maria Edera
  Speranza Roberto
  Spessotto Arianna
  Squeri Luca
  Stumpo Nicola
  Tabacci Bruno
  Tacconi Alessio
  Tancredi Paolo
  Taranto Luigi
  Taricco Mino
  Tartaglione Assunta
  Tentori Veronica
  Terrosi Alessandra
  Tinagli Irene
  Tofalo Angelo
  Toninelli Danilo
  Tripiedi Davide
  Tullo Mario
  Vacca Gianluca
  Valente Simone
  Valente Valeria
  Valiante Simone
  Vallascas Andrea
  Vazio FrancoPag. 54
  Vella Paolo
  Ventricelli Liliana
  Vezzali Maria Valentina
  Vico Ludovico
  Vignali Raffaello
  Vignaroli Stefano
  Villarosa Alessio
  Villecco Calipari Rosa Maria
  Vito Elio
  Zaccagnini Adriano
  Zampa Sandra
  Zan Alessandro
  Zanin Giorgio
  Zappulla Giuseppe
  Zaratti Filiberto
  Zardini Diego
  Zoggia Davide

  Sono in missione:

  Adornato Ferdinando
  Aiello Ferdinando
  Alfano Angelino
  Alfano Gioacchino
  Alfreider Daniel
  Amendola Vincenzo
  Amici Sesa
  Artini Massimo
  Baretta Pier Paolo
  Bellanova Teresa
  Bernardo Maurizio
  Bianchi Dorina
  Bindi Rosy
  Biondelli Franca
  Bobba Luigi
  Bocci Gianpiero
  Bonifazi Francesco
  Bordo Michele
  Borletti Dell'Acqua Buitoni Ilaria Carla Anna
  Boschi Maria Elena
  Brambilla Michela Vittoria
  Bratti Alessandro
  Bressa Gianclaudio
  Cancelleri Azzurra Pia Maria
  Caparini Davide
  Casero Luigi
  Castiglione Giuseppe
  Catania Mario
  Cesaro Antimo
  Cicchitto Fabrizio
  Cirielli Edmondo
  Coppola Paolo
  Costa Enrico
  D'Alia Gianpiero
  Damiano Cesare
  De Micheli Paola
  Di Maio Luigi
  Epifani Ettore Guglielmo
  Faraone Davide
  Fauttilli Federico
  Fava Claudio
  Fedriga Massimiliano
  Ferranti Donatella
  Fico Roberto
  Fioroni Giuseppe
  Fontanelli Paolo
  Formisano Aniello
  Franceschini Dario
  Garofani Francesco Saverio
  Gelli Federico
  Gentiloni Silveri Paolo
  Giacomelli Antonello
  Gozi Sandro
  Grillo Giulia
  La Russa Ignazio
  Lorenzin Beatrice
  Lotti Luca
  Lupi Maurizio
  Madia Maria Anna
  Manciulli Andrea
  Mannino Claudia
  Marazziti Mario
  Marotta Antonio
  Meloni Giorgia
  Merlo Ricardo Antonio
  Meta Michele Pompeo
  Migliore Gennaro
  Molea Bruno
  Nicoletti Michele
  Picchi Guglielmo
  Rampelli Fabio
  Ravetto Laura
  Realacci Ermete
  Rigoni Andrea
  Rosato Ettore
  Rossi Domenico
  Rughetti Angelo
  Sanga Giovanni
  Sani Luca
  Santerini Milena
  Scalfarotto Ivan
  Scanu Gian Piero
  Scotto ArturoPag. 55
  Sereni Marina
  Tidei Marietta
  Turco Tancredi
  Velo Silvia
  Zanetti Enrico
  Zolezzi Alberto

Annunzio delle dimissioni di un giudice della Corte costituzionale (ore 20,52).

  PRESIDENTE. Il Presidente della Corte Costituzionale, con lettera in data 7 novembre 2016, ha comunicato che, ai sensi articolo 17 del Regolamento generale, ha accettato le dimissioni dell'avvocato Giuseppe Frigo che, pertanto, in pari data cessa dall'ufficio di giudice costituzionale.

Sui lavori dell'Assemblea (ore 20,54).

  PRESIDENTE. Ricordo che il vigente calendario dei lavori prevede l'esame del decreto-legge in materia fiscale a partire dalla parte antimeridiana della seduta di domani, giovedì 10 novembre. Le Commissioni, tuttavia, non ne hanno ancora concluso l'esame.
  Secondo le intese intercorse tra i gruppi, la discussione del decreto-legge è pertanto rinviata alla seduta di lunedì 14 novembre a partire dalle ore 10.

Ordine del giorno della prossima seduta.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

  Lunedì 14 novembre 2016, alle 10:

  Discussione del disegno di legge:
  Conversione in legge del decreto-legge 22 ottobre 2016, n. 193, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per il finanziamento di esigenze indifferibili (C. 4110).

  La seduta termina alle 20,55.

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