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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 663 di mercoledì 27 luglio 2016

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PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 10,10.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Boccia, Bonafede, Michele Bordo, Matteo Bragantini, Bueno, Catania, Dambruoso, Dellai, Di Gioia, Ferranti, Gregorio Fontana, Fontanelli, Galati, Giancarlo Giorgetti, Guerra, Lauricella, Manciulli, Mannino, Marotta, Pes, Piepoli, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rosato, Rossomando, Sanga, Tabacci, Turco, Valeria Valente e Zampa sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centoquindici, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,15).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di inchiesta parlamentare: Lupi ed altri; Costantino ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sullo stato della sicurezza e del degrado delle città italiane e delle loro periferie (Doc. XXII, nn. 65-69-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di inchiesta parlamentare: Lupi ed altri; Costantino ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sullo stato della sicurezza e del degrado delle città italiane e delle loro periferie (Doc. XXII, nn. 65-69-A).
  Ricordo che nella seduta di ieri si è concluso l'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto finale – Doc. XXII, nn. 65-69-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fabio Rampelli. Ne ha facoltà.

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  FABIO RAMPELLI. Grazie, Presidente, colleghi deputati, rappresentanti del Governo, non pensavamo che questa proposta di istituzione di una Commissione di inchiesta sulle periferie urbane potesse avere un senso compiuto, perché, solitamente, le Commissioni d'inchiesta si svolgono su fatti che hanno rilevanza dal punto di vista anche dei temi della sicurezza, da un punto di vista delle tragedie, delle stragi, degli accertamenti da compiersi rispetto a disastri, rispetto anche a scarsa capacità di intervento e prevenire con adeguati strumenti o di rendere giustizia da un punto di vista sociale alle vittime o, comunque, alle persone danneggiate dagli accadimenti denunciati.
  Non pensavamo potesse essere possibile, perché riteniamo che questo dibattito, per quanto utile, sia un po’ fuori tempo massimo. Corre l'anno di grazia 2016...

  PRESIDENTE. Colleghi !

  FABIO RAMPELLI. Le sterminate periferie delle grandi città italiane, esattamente come le grandi periferie delle principali capitali europee e occidentali, esattamente come le sterminate periferie delle grandi città dell'Est europeo o dell'Asia, esattamente come le grandi periferie del Medioriente e ora dell'Africa, del Sud America, è come se avessero conosciuto una sorta di congiunzione astrale tra due modelli culturali di cui non si parla, di cui tutti fanno finta di non saperne nulla, eppure congiunti insieme da una medesima visione della società. Il collante è dato dal materialismo, una concezione del mondo distinta e distante da quella di chi parla e della parte che rappresento, Fratelli d'Italia, eppure una concezione del mondo che ha imperversato per decenni.
  Il collante, appunto, dato da un incrocio mortifero tra un modello ipercapitalista o turboliberista e un modello marxista o del socialismo reale. Eccole lì le periferie, stanno tutte esattamente collocate in questi due emisferi, che si sono apparentemente contrastati lungo l'arco di un intero, interminabile, secondo dopoguerra, e che hanno prodotto, paradossalmente, gli stessi schemi culturali, le stesse immagini, gli stessi modelli urbanistici, architettonici e artistici. Hanno avuto solo una distinzione, certo, una distinzione chiara, clamorosa, da un punto di vista dei sistemi statuali e dei modelli politici di riferimento: da una parte, le dittature e i regimi totalitari, dall'altra, le democrazie occidentali.
  Ma l'uno e l'altro si sono ispirati al medesimo modello di città. Oggi non si sente parlare di nulla, eppure andrebbe applicata una sorta di damnatio memoriae per coloro i quali hanno voluto, i pianificatori, deciso, i governanti, realizzato, i progettisti, il quartiere Zen di Palermo, le Vele a Scampia, Corviale o Tor Bella Monaca o il Laurentino 38 a Roma, o il quartiere delle Lavatrici. Quale mente perversa ha potuto immaginare di stipare esseri umani come polli da allevamento in periferie inanimate ? Oggi, con questa Commissione d'inchiesta, non avremo la possibilità di intervenire su questa materia: parliamo del resto, degli effetti, non delle cause; parliamo del degrado urbano, delle fragilità sociali, della incapacità, da un punto di vista competitivo, di questi pezzi di territorio di stare al passo con i tempi, di produrre, di avere meccanismi economici virtuosi tali da poter corrispondere alla domanda di occupazione e di benessere che viene dalla società, dai giovani, da quelli che ancora non ci sono e che si stanno attrezzando per mettere insieme una famiglia, dalle future giovani coppie.
  Possiamo parlare solo degli effetti, eppure sarebbe molto utile, certamente non decisivo, parlare anche delle cause. Noi siamo rimasti abbastanza esterrefatti, ieri, dalla faciloneria con la quale, secondo alcuni assunti ideologici, perché non ci può essere altro che questo, due emendamenti qualificanti di Fratelli d'Italia sono stati bocciati dall'Aula e un altro è stato accolto, pur con una riformulazione incomprensibile, in perfetto stile burocratese, citando, invece che la sostanza delle zone franche urbane e della loro possibilità di applicazione, articoli, commi, leggi, per rendere, come al solito, incomprensibile Pag. 3al cittadino utente la leggibilità di un provvedimento che esce dal Parlamento italiano e da un'istituzione repubblicana.
  Ma i due emendamenti che ci sono stati bocciati la dicono lunga, appunto, sulla coda di paglia della sinistra, di una certa sinistra buonista, ormai perfettamente e totalmente socialconfusa, che ha voluto, ha determinato e ha deciso questi modelli urbani, li ha realizzati in perfetta sintonia con il modello turbocapitalista, e oggi cerca di metterci la testa, guarda un po’, per tentare di porre rimedio alle catastrofi sociali che queste periferie hanno generato. Un emendamento parlava di sicurezza: evidentemente, la sinistra ancora ritiene che la sicurezza non sia un diritto inalienabile che, ove mancasse, andrebbe a colpire soprattutto le categorie sociali più deboli, le persone più fragili della società. Ancora c’è il riflesso condizionato di tipo pavloviano per cui, appena si sente parlare di sicurezza o si legge di sicurezza, bisogna per forza dire: no, questa è roba di destra, bisogna bocciarla per partito preso.
  Infatti, noi, semplicemente, senza scavalcare le competenze di alcuno e sviluppando una delle parole cardine che stanno nel titolo di questo provvedimento, l'istituzione, appunto, della Commissione d'inchiesta sulle aree urbane – nel titolo c’è anche la parola «sicurezza» –, abbiamo tentato di sviluppare una ricerca tra le competenze della Commissione sulla presenza dei presìdi di polizia, dei carabinieri, delle forze dell'ordine in queste aree, come se scoprissimo l'acqua calda, come se ciascuno di noi abbondantemente non sapesse e demagogicamente non facesse regolarmente uso, in televisione, nei dibattiti, di, evidentemente, questi pretesti, perché sono solo dei pretesti, tali da strappare qualche voto; poi, fatte le elezioni, torna l'inganno. Noi abbiamo chiesto che questa Commissione intervenisse anche con le audizioni, con i sistemi classici delle Commissioni, e delle Commissioni di inchiesta in particolare, in modo che si potessero accendere i riflettori sulla distribuzione equa o iniqua di questi presidi di polizia sui territori delle grandi periferie italiane.

  PRESIDENTE. Concluda.

  FABIO RAMPELLI. Ebbene, non c’è nessun principio di lesa maestà nei confronti di Renzi o del Ministro dell'interno Alfano nel voler capire se queste presenze sul territorio delle Forze dell'ordine rispondono a uno schema ormai vetusto di città compresse all'interno delle vecchie mura storiche o se è sufficiente – a noi non risulta – questo livello di controllo del territorio. Andando a Corcolle, un lembo estremo della periferia romana abbiamo scoperto che, per esempio, il presidio di polizia più vicino era collocato a 14 chilometri di distanza ed è anche la ragione per la quale c'era un alto rischio di delinquenza sulle tratte degli autobus e del trasporto pubblico collettivo urbano con tanto di aggressioni, inaccettabili, ma, ahimè, reiterate, agli autisti. Questo emendamento clamorosamente è stato bocciato da quest'Aula; non dai deputati che, più o meno, cercano di rispondere anche alle disposizioni di coloro i quali sono ubicati nelle Commissioni e svolgono prioritariamente un lavoro di ricerca e di approfondimento, dando delle indicazioni di voto; ma, chi ha scelto l'indicazione di voto, a nostro giudizio, è persona irresponsabile.
  L'altro emendamento che è stato bocciato, addirittura, prevedeva semplicemente – lo dico perché c’è da farsi due risate – la possibilità di offrire in queste periferie...

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Rampelli, ha superato di quasi un minuto il suo tempo.

  FABIO RAMPELLI. Non ho sentito l'avviso, comunque, se mi concede qualche secondo, provvedo a concludere.

  PRESIDENTE. Ha scampanellato, la Presidenza.

  FABIO RAMPELLI. Il secondo emendamento prevedeva la possibilità, da parte di cittadini organizzati, di prendersi in carico, di adottare, letteralmente, delle aree abbandonate e, semplicemente non Pag. 4pagando le tasse sui lavori che compiono e sul lavoro di custodia, di poterli manutenere. Come si fa a bocciare un emendamento di questo tipo ? Noi voteremo, comunque, a favore, egualmente, di questa Commissione d'inchiesta, nella speranza che possa essere utile ai cittadini.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Il tema delle periferie è un tema che certamente suscita tanti pensieri nell'immaginario di ognuno di noi. Periferia è qualcosa che viene sempre visto come distante e fuori controllo rispetto al centro organizzatore di funzioni e di servizi. Avviene così addirittura in anatomia, distinguiamo un sistema nervoso centrale e uno periferico, avviene così per i vasi periferici, per esempio, ma al di là dell'anatomia, avviene per i corpi dello Stato, avviene per le Forze di polizia, avviene per l'articolazione dell'amministrazione, avviene per le linee di comunicazione, pensiamo a quelle ferroviarie, avviene, certamente, anche per l'urbanistica e, solitamente, è associata all'idea di periferia l'idea di qualcosa che è fuori controllo e qualcosa che, al tempo stesso, versa nel degrado. Tant’è che di recente – credo sia stato proprio questo Papa – Papa Francesco che ha diffuso in qualche maniera e reso di dominio pubblico un termine come quello di periferie dello spirito. Ci sono le periferie anche del mondo sottosviluppato rispetto agli Stati sottosviluppati dove si prendono le decisioni che reggono le sorti dei popoli. Ebbene, rispetto a tutto questo, noi ci chiediamo, come gruppo parlamentare, ha senso istituire una Commissione di inchiesta monocamerale, ai sensi dell'articolo 82 della Costituzione ?
  L'articolo 82 della Costituzione dà certamente a ciascuna delle due Camere la possibilità di istituire, appunto, delle Commissioni d'inchiesta e riserva loro gli stessi poteri della magistratura. Viene, per legge, dal legislatore, affidato ad una parte, appunto, dei legislatori il compito di agire come se fossero dei magistrati. Credo che sia un caso più unico che raro, nel quale la tripartizione classica dei poteri viene ad essere sovrapposta.
  Ma, torno alla domanda: ha senso fare qualcosa di questo genere per un tema come questo ? Io credo che in Italia di Commissioni mono o bicamerali di inchiesta ce ne siano già troppe e i risultati che esse portano al Paese sono stati oggettivamente sempre molto scarsi, anche perché, molte volte, hanno finito per cercare di riesumare questioni che, a distanza magari di quarant'anni, la magistratura ordinaria non era riuscita a portare a compimento con le sue indagini, cose delle quali, appunto, il magistrato ordinario non era riuscito a venire a capo. Ora, se questo accade a problemi relativamente isolati che, comunque, avevano dei risvolti penali tali da richiedere appunto un'indagine con poteri di magistratura, pensiamo alla Commissione Moro o a quella che si vuole istituire tra breve riguardante la tragica morte del poeta e scrittore Pier Paolo Pasolini, noi ci chiediamo ed io personalmente mi chiedo se lo strumento che si vuole scegliere sia adatto per portare elementi di verità nell'ambito di una situazione che è, certamente, oggettivamente, di rilievo e di degrado, come dicevamo.
  A meno che l'inchiesta della Commissione monocamerale non diventi lo strumento con il quale tentare di dare giudizi di tipo politico su situazioni più o meno controverse che vanno dai migranti, alla sicurezza, al degrado delle abitazioni e a quant'altro.
  Ma c’è bisogno, allora, lo ripeto, di una Commissione di inchiesta parlamentare con poteri di magistratura per fare tutto questo o non sarebbe stato meglio, piuttosto, procedere ad una indagine conoscitiva, spinta quanto si vuole, allargata quanto si vuole, ma per avere elementi di conoscenza e di valutazione che il Parlamento potesse poi tradurre in ciò che gli è proprio, in ciò che gli apparterrebbe, cioè in un documento di indirizzo attorno al quale stimolare il Governo perché metta in atto azioni risolutive ?Pag. 5
  Il nostro gruppo non crede, quindi, che sia compito del Parlamento, andare con una Commissione di inchiesta a far finta di giocare ai magistrati per quelle che sono le situazioni della periferia urbana; crede piuttosto, invece, che questo fenomeno debba essere analizzato attentamente dal punto di vista economico, sociale, antropologico, delle migrazioni, della sicurezza, certamente, di tutto quello che noi vogliamo, per cercare, poi, di proporre un modello più civile di convivenza, un modello che possa aiutare, poi, il legislatore e il Governo in prima battuta a prendere dei provvedimenti tali da migliorare questa situazione di degrado e aiutare anche gli amministratori, i sindaci, in particolare i sindaci delle grandi città, a farsi carico, con maggiore attenzione e con orizzonti più ampi, di un problema che è certamente assillante e che rischia di travolgere, in maniera talora drammatica, la convivenza civile e i rapporti sociali, creando zone e sacche di paura, per un verso, o, piuttosto, di scorrimento di bande, per l'altro.
  Per tutti questi motivi, lo ripeto, noi avremmo visto con favore un'indagine conoscitiva e un atto d'indirizzo del Parlamento al Governo su questo tema. Reputiamo, invece, distraente, inutile, fuorviante, lo strumento della Commissione d'inchiesta con poteri di magistratura. E per questo motivo, ci asterremo nel voto che andremo a portare tra breve.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Librandi. Ne ha facoltà.

  GIANFRANCO LIBRANDI. Signora Presidente, signori del Governo, onorevoli colleghi, il tema delle periferie, dalle banlieue francesi alle favelas brasiliane è noto da anni, così come in altri Paesi, anche in Italia. E molte delle considerazioni espresse nella relazione accompagnatoria alla richiesta di istituzione di una Commissione d'inchiesta sono condivisibili.
  Le tante rilevanti trasformazioni che hanno visto le nostre città protagoniste negli ultimi decenni – pensiamo solo a Milano con Expo, per fare un esempio – ne hanno in gran parte cambiato il volto, ma hanno colpevolmente trascurato una parte considerevole del territorio comunale: le periferie.
  Nate fra gli anni Cinquanta e Sessanta, spesso per far fronte ad una incalzante ondata migratoria proveniente dal Meridione, le periferie sono cresciute sulla spinta di una dissennata speculazione edilizia e di una inesistente pianificazione territoriale. Si sono, in altre parole, ampliate le città, non costruendo altre parti di città, ma creando degli spazi dove far vivere le persone pur senza la disponibilità dei servizi necessari per abitarci – la sicurezza, i trasporti, l'educazione, il decoro urbano, la cultura, la salute, il verde, l'illuminazione –, trasformando inevitabilmente questi spazi in quartieri dormitorio, isolati, abbandonati, senz'anima.
  Il trascorrere degli anni non ha cambiato la situazione: oggi come allora, le nostre città ed in particolare le grandi città si sono dimenticate delle loro periferie. La crescita disordinata e senza regole, registratasi negli ultimi decenni, è legata sostanzialmente a tre fenomeni contrapposti: da una parte, un saldo naturale della popolazione italiana, costantemente con segno meno ed un saldo migratorio interno modestissimo; dall'altra parte, un forte rafforzamento del fenomeno immigratorio extranazionale. A Milano, per esempio, dal 2008 al 2015, la popolazione straniera residente è passata da 176 mila a 248 mila unità; nel 2014, a fronte di un saldo migratorio per i residenti italiani di circa 5 mila unità, il dato riferito alla popolazione straniera è positivo per 11 mila 500 persone. Interi quartieri hanno, perciò, cambiato aspetto: la popolazione straniera si è moltiplicata, innescando sugli antichi problemi di isolamento e di abbandono, mai risolti, nuove tensioni sociali legate ad una presenza di immigrati diffusa e radicata, oltre che ad una crisi economica, ad una carenza di lavoro che nelle periferie morde con ancora più forza. Una serie di sofferenze – immigrati, disoccupati, pensionati al minimo reddito, Pag. 6giovani allo sbando – che tutte insieme hanno compromesso la vivibilità di ampie zone della città.
  È stato recentemente pubblicato uno studio che classifica le città italiane a rischio banlieue, analizzando tre principali fattori di rischio: la marginalità socioeconomica degli stranieri, determinata in relazione alla concentrazione abitativa in periferia, al tasso di disoccupazione ed alle disuguaglianze di reddito rispetto agli italiani, il livello di criminalità e la spesa pubblica comunale destinata all'integrazione. I risultati non sono stati incoraggianti: Bologna, Milano, Genova, Roma, Venezia e Torino, nell'ordine, registrano indicatori di precarietà sociale molto elevati, a dimostrazione che le periferie sono potenzialmente pronte a deflagrare e che il tema della sicurezza in queste aree deve avere una priorità assoluta.
  In una situazione ormai fortemente preoccupante, ritengo che l'istituzione di una Commissione d'inchiesta sia necessaria e abbia una forte valenza. È fondamentale conoscere approfonditamente la situazione per poter dare il via ad un deciso e strutturato intervento in stretta collaborazione con le amministrazioni locali, che ponga in essere le azioni necessarie ed indifferibili per rendere le periferie delle effettive parti della città, dotate di quei servizi a cui una comunità non può rinunciare.
  Ritengo che siano tre, le principali attività che devono essere intraprese nell'immediato: serve, innanzitutto, un piano di incremento e manutenzione ordinaria e straordinaria dell'edilizia pubblica ed una sua corretta gestione, soprattutto per reprimere l'odioso fenomeno delle occupazioni abusive di case da parte di chi non ne ha diritto.
  Il totale del patrimonio edilizio pubblico in Italia ammonta a circa un milione di edifici, con una percentuale di alloggi sociali, calcolata sullo stock di case in affitto, di circa il 5 per cento, a fronte di una media europea che sfiora il 25 per cento. Mancano le case, per di più, a fronte di oltre 650 mila domande di assegnazione che giacciono nei comuni, l'offerta di alloggi di edilizia residenziale pubblica si sta progressivamente riducendo a causa del processo di dismissione iniziato nel 1993, che ha determinato la perdita secca di oltre il 22 per cento del patrimonio.
  Serve portare nelle periferie maggiori opportunità di lavoro, incentivando anche con un sostegno economico la nascita e la ricollocazione di attività commerciali e artigianali, che possano non solo creare posti di lavoro, ma rivitalizzare e riaggregare un tessuto urbano e sociale degradato. Serve recuperare aree e strutture per giovani ed anziani, offrire maggiori attività culturali con teatri, biblioteche, centri di aggregazione, istituti scolastici professionali ed università, servizi di mobilità. Serve una bonifica che elimini le aree di illegalità, garantendo quella sicurezza che oggi manca. Il tutto da attuarsi con un Piano di portata nazionale, da finanziarsi con risorse specifiche e con una regolamentazione snella, che permetta di superare gli invalicabili ostacoli burocratici che spesso hanno rallentato, se non impedito, gli interventi.
  Ma se vogliamo disinnescare la bomba delle periferie, serve soprattutto integrazione. La ricucitura dei nostri quartieri, usando un termine caro a Renzo Piano, non deve riguardare solo il tessuto urbano con interventi architettonici strutturali, per quanto importanti, ma deve mirare anche e soprattutto a ricompattare il tessuto e la struttura sociale. Le periferie, associate spesso alla sola parola “degrado”, non sono solo abbandono ed incuria, ma ci sono in esse ricchezze umane e potenzialità sociali che vanno riscoperte e valorizzate.
  Il nostro Governo si è già mosso su questa strada con la legge di stabilità per il 2016. Nel cosiddetto «pacchetto sicurezza» sono stati stanziati ingenti fondi proprio con questi fini. Il bando per la realizzazione del relativo Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie mette a disposizione delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia, le realtà territoriali maggiormente Pag. 7interessate dal fenomeno del degrado delle periferie, ben 500 milioni per la rigenerazione di zone degradate. I progetti finanziabili riguarderanno aree urbane caratterizzate da situazioni di marginalità economica e sociale, degrado edilizio, carenza di servizi, ed interesseranno molti settori, per esempio il miglioramento della qualità del decoro urbano, la manutenzione e il riutilizzo di aree e strutture pubbliche esistenti, l'accrescimento della sicurezza, il potenziamento della mobilità, il miglioramento dell'inclusione sociale.
  Un'opportunità importante, un'occasione da non perdere per realizzare un salto di qualità sotto il profilo non solo della sostenibilità urbanistica ed architettonica, ma anche e soprattutto sociale ed economica. E poi perché non coinvolgere nel recupero delle periferie anche i privati ? Sarebbe importante instaurare una proficua collaborazione con aziende ed imprenditori, chiedendo loro, a fronte di agevolazioni fiscali e sgravi, di adottare un'area giochi, un parco, un tratto di strada, un quartiere, un palazzo, da restaurare, valorizzare e mettere in sicurezza, per poi trasferirci uffici o attività produttive.
  In quest'ottica, una Commissione d'inchiesta che approfondisca le tematiche, le dinamiche e le problematiche legate alle zone degradate, che si adoperi per far rivivere le periferie con il contributo di tutti, potrà avere una rilevante valenza e dare un contributo innovativo nell'opera ormai indifferibile di recupero di vaste area aree urbane.
  Per tutte queste ragioni, Scelta Civica voterà convintamente a favore dell'istituzione di una Commissione d'inchiesta sullo stato della sicurezza e del degrado delle città italiane e delle loro periferie.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, signora Presidente. La Lega Nord esprimerà un voto di astensione su questa proposta di istituzione di una Commissione d'inchiesta parlamentare sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie.
  Ci asterremo perché, pur condividendone le motivazioni e le finalità, non possiamo non osservare come, ancora una volta, sia stata persa un'occasione, secondo noi, non un'occasione per istituire qualcosa – perché, per carità, sappiamo perfettamente la difficoltà della condizione nella quale ci troviamo – che in qualche modo fosse risolutiva del problema delle nostre periferie e della situazione di degrado e di insicurezza nella quale si trovano, ma perché, ancora una volta, abbiamo visto come l'ideologia del politicamente corretto, del buonismo a tutti i costi impedisce a questa Aula di entrare effettivamente nel merito delle questioni. E mi riferisco, onorevole Presidente, all'emendamento della Commissione 1.102, che ha espunto dal testo l'articolo 1, comma 2, lettera e), che a nostro avviso invece avrebbe dovuto rimanere in questo testo ed esserne, tra l'altro, anche una delle parti più vincolanti ed importanti.
   La lettera e) del comma 2 dell'articolo 1 che ieri – e mi spiace anche che ci sia stato un voto favorevole sull'emendamento soppressivo sostanzialmente di tutta l'Aula – stabiliva che, tra i compiti della Commissione d'inchiesta, vi fosse anche quello di riferire alla Camera dei deputati, proponendo interventi anche di carattere normativo al fine di rimuovere situazioni di degrado delle città e delle loro periferie, nonché, ove emergesse una connessione con tali situazioni di degrado, di attuare politiche per l'effettivo diritto al culto di tutte le religioni, per l'inclusione e per la sicurezza, che possano prevenire i fenomeni di reclutamento di terroristi e di radicalizzazione.
  Noi ritenevamo che nell'Italia del 2016, che mi sembra inserita in un contesto europeo nel quale i fenomeni di radicalizzazione e di terrorismo di matrice islamica qualche problema sulla sicurezza lo stanno causando, fosse necessario appunto che la Commissione d'inchiesta, che si incarica di analizzare quali sono i problemi Pag. 8dal degrado e della sicurezza appunto delle nostre periferie, esaminasse anche a che punto siamo in Italia.
  L'intervento che mi ha preceduto dell'onorevole Librandi citava giustamente l'esperienza delle banlieue francesi, banlieue dalle quali paiono provenire parecchi di quegli estremisti di stampo jihadista islamico che, non più tardi di due giorni fa, esponenti appunto provenienti proprio da queste realtà, sono entrati in una chiesa cattolica e hanno sgozzato un prete di 84 anni che stava servendo messa.
  Eppure in Italia non si può dire che probabilmente il fondamentalismo islamico causa determinati problemi di sicurezza e di vivibilità delle nostre province. Dico questo perché il motivo per il quale ritengo sia stato appunto espunto dai compiti della Commissione d'inchiesta questa precisazione proviene anche da alcuni pareri che sono pervenuti alla Commissione affari costituzionali da parte di altre Commissioni; e lo dico con tutto rispetto, onorevole Presidente, del lavoro dei colleghi che fanno parte della Commissione cultura scienza e istruzione e della Commissione affari sociali perché, quando è stato chiesto il parere su questo testo, la Commissione cultura scienza e istruzione ha chiaramente detto, nel considerato, che si tratta di argomenti che a tratti appaiono ispirati ad un'impostazione ideologica, per cui migrazioni, presenza di stranieri, degrado e criminalità vanno di pari passo, concezione che la Commissione cultura respinge drasticamente. La Commissione cultura della Camera respinge drasticamente l'idea che vi sia un problema di sicurezza e di degrado delle nostre periferie legato al fenomeno immigratorio. Spiace che la Commissione cultura alla Camera respinga drasticamente questa idea, ma invito la Commissione cultura della Camera ad andare magari a parlare con coloro che nelle periferie ci vivono, coloro che hanno visto negli ultimi quindici, vent'anni riempirsi le case popolari di stranieri di qualsiasi tipo di cultura e di qualsiasi provenienza e chiedere a queste persone se effettivamente non ritengano che tra la ghettizzazione forzata, in alcuni casi, e l'esplosione di fenomeni di microcriminalità non vi sia un certo rapporto.
  Noi riteniamo che ci sia, però, siccome viviamo anche qua in Italia nella stagione, nel brodo di coltura appunto del politicamente corretto, queste cose non si possono dire. Ma soprattutto quello che fa male è vedere scritto proprio dalla Commissione, in questo caso, Affari sociali – lo ripeto: nel momento in cui l'Europa comincia a contare centinaia di vittime del fondamentalismo islamico – probabilmente impaurita dall'essere superata sulla via del buonismo dalla Commissione Cultura, che «il collegamento tra il disagio delle aree urbane e il fenomeno della radicalizzazione e l'adesione al terrorismo di matrice religiosa-fondamentalista, di qualsiasi natura, appare anche esso improprio». È improprio affermare, nell'Europa del 2016, che vi è un collegamento appunto tra disagio delle aree urbane e fenomeno della radicalizzazione o adesione al terrorismo di matrice religiosa-fondamentalista. Tra l'altro vorrei chiedere cosa si intende per «di qualsiasi natura»; io non mi ricordo di episodi di terrorismo imputabili a fondamentalisti cattolici e a fondamentalisti hare krishna o a fondamentalisti buddisti; questi non me li ricordo, non riesco proprio a leggerli, vedo invece un fortissimo problema legato al fenomeno del terrorismo di natura islamica, piaccia o non piaccia, la realtà è questa. Tutto ciò ha portato quindi l'Aula a votare quasi all'unanimità – mi sembra, perché ripeto, per fortuna, non è mia abitudine stare con il cannocchiale a vedere come votano tutti i colleghi – la soppressione della lettera e) del comma 2 dell'articolo 1. A questo punto ci chiediamo: nel momento in cui l'Italia, così come l'Europa, così come il mondo, è portata comunque a dovere ragionare su tutta una serie di problemi e su tutta una serie di questioni che in tutta la loro crudezza e in tutta la loro emergenza si palesano in modo direi anche sempre più violento – e mi riferisco proprio al terrorismo di natura islamica o ai problemi che l'eccessiva concentrazione di cittadini extra comunitari all'interno di alcune realtà delle nostre città continua a Pag. 9determinare – come è possibile che ci si ostini a girare la faccia dall'altra parte perché guardi, onorevole Presidente, noi possiamo continuare a illuderci di vivere in un mondo nel quale diciamo che l'uomo è buono, in un mondo nel quale tutte le religioni – e mi avvio alla conclusione – nessuna esclusa, hanno comunque questa tensione al bene sia individuale che collettivo della razza umana, ma questo purtroppo non è, e prima ce ne rendiamo conto, e meglio è, perché non possiamo pensare di combattere fenomeni con i quali comunque, prima o dopo, e Dio voglia più tardi possibile anche in Italia dovremo confrontarci, dovremo confrontarci con i gessetti, le marce, con il Prozac – perché adesso sembra che questa sia la teoria che va per la maggiore: non è un problema di religione, ma è un problema di depressione – e soprattutto non potremo affrontarla se anche alla Camera dei deputati, che sarà chiamata probabilmente un domani a prendere drammaticamente coscienza di questo, quando il problema ce l'ha di fronte, per non offendere le sacerdotesse e i sacerdoti del politicamente corretto, si gira dall'altra parte e preferisce far finta di niente (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causin. Ne ha facoltà.

  ANDREA CAUSIN. Grazie, signor Presidente, onorevoli colleghi, l'istituzione della Commissione d'inchiesta sullo stato delle periferie delle città italiane è sicuramente un campo nuovo di ricerca e approfondimento per il Parlamento italiano. Le periferie delle grandi città italiane ed europee, le zone urbane periferiche, sono state in questi venticinque anni aree di forte insediamento da parte dei migranti, come lo sono stati alcuni piccoli comuni del sud e lo sono anche le pedemontane del Veneto e della Lombardia. L'attenzione all'evoluzione delle dinamiche sociali di sicurezza di questi luoghi rappresenta in un certo senso uno degli impegni più significativi nel contesto italiano ed europeo nonché uno degli ambiti più qualificanti dell'azione di Governo dei prossimi anni. Il degrado delle periferie italiane non è certo un elemento di novità per chi amministra le grandi città e anche le piccole città, come le zone di cintura urbana che sono state progressivamente abbandonate dagli italiani. Tuttavia, sugli aspetti problematici legati al modello di integrazione, alla qualità del contesto urbano, alla qualità dei servizi, alle condizioni di sicurezza, alla criticità del welfare dal punto di vista della convivenza civile e della proposta educativa non è mai stata svolta una riflessione sistematica. Anche se è importante ricordare l'interessante iniziativa del Governo nella legge di stabilità 2016, in cui sono destinati 500 milioni di euro alla rigenerazione urbana, un'azione sistematica sul piano legislativo dell'azione di Governo non è mai stata fatta. Senza infingimenti, l'esigenza e l'urgenza per il nostro Paese di mettere al centro dell'azione politica il tema delle periferie nasce da quanto è accaduto e sta accadendo in Europa, in modo particolare in Francia, in Belgio, in Germania dove è sempre più chiaro che il disagio individuale e sociale che matura all'interno delle aree urbane degradate, in cui la disoccupazione giovanile è altissima e in cui lo Stato è completamente arretrato, diventa il terreno di coltura ideale per il fondamentalismo, il terrorismo e, come è capitato di recente a Monaco di Baviera, per mettere a punto un disegno stragista dal punto di vista individuale. C’è un filo rosso che unisce le storie personali di tutti coloro che sotto la bandiera dell'ISIS o nell'apparente follia del gesto individuale hanno colpito in questi mesi il cuore dell'Europa: il fatto di essere ragazzi tra i diciotto e i trent'anni, la generazione Novanta, di essere nati o vissuti a lungo nelle periferie delle grandi città europee, di aver avuto un percorso di vita complicato segnato da fallimenti scolastici individuali e difficoltà occupazionali, di piccoli precedenti penali legati a furti e spaccio di sostanze stupefacenti, di avere subito una radicalizzazione molto Pag. 10rapida che probabilmente ha fatto leva sulla disperazione e sulla mancanza di altre prospettive. E infatti è presente in tutti questi casi un filo rosso che conduce alle periferie delle grandi città o ai luoghi di forte presenza migratoria dove l'integrazione non c’è stata ma dove invece si è assistito alla sostituzione della comunità locale o di una parte di essa con nuove comunità spesso omogenee dal punto di vista religioso e geografico, luoghi degradati dove lo Stato ha progressivamente ceduto sovranità e ha abdicato alla propria presenza e che sono diventati, soprattutto in Francia e in Belgio, quartieri sul modello Corleone degli anni Settanta e Ottanta ovvero insediamenti urbani dove la criminalità e la microcriminalità hanno stabilito una presenza sostitutiva dello Stato attraverso una fiorente economia di traffici illeciti e azioni criminali e un vero e proprio modello di welfare alternativo a quello dello Stato. Sono luoghi, come è accaduto nel Molenbeek di Bruxelles dopo il massacro del Bataclan, dove gli autori delle stragi hanno potuto vivere e muoversi liberamente con un certo grado di consenso e di protezione da parte della popolazione locale. Personalmente sono convinto che la situazione dei Paesi del nord Europa sia più complessa e difficile rispetto a quella italiana ma sarebbe un tragico errore non comprendere che è necessario conoscere a fondo che la situazione di sicurezza e il disagio delle nostre città è forte e bisogna farlo prima che sia troppo tardi. L'Italia – questo è un particolare che sfugge a molti di noi – è un Paese di forte immigrazione ma è soprattutto un Paese di nuova immigrazione: nonostante i migranti nel nostro Paese siano oltre 6 milioni su una popolazione di 60 milioni, il fenomeno migratorio più consistente è iniziato alla metà degli anni Novanta ed è in quel periodo che abbiamo assistito a una forte trasformazione delle periferie delle nostre città con la conseguente difficoltà di integrazione e, a partire da quegli anni, interi quartieri o zone urbane sono diventate progressivamente omogenee per appartenenza etnica e religiosa. Si tratta anche in Italia di quartieri in cui lo Stato progressivamente ha rinunciato ad essere presente, che sul piano della sicurezza è stato sempre più complicato presidiare e in cui l'economia sommersa illecita e criminale ha progressivamente soppiantato le attività commerciali e sociali tradizionali.
  Quartieri complicati e degradati dal punto di vista urbanistico, carenti sul piano delle infrastrutture e dei servizi, assenti sul piano della proposta formativa ed educativa, indecorosi sul piano della qualità della residenza e da qui nasce il rischio legato alla «generazione 90» di figli di immigrati che in contesti di questo tipo, in cui si assiste quotidianamente al tradimento della promessa di una vita migliore e più dignitosa, rischia di trovare delle risposte nella proposta di una vita criminale e, in alcuni casi, si rischia la pericolosa saldatura tra la rabbia del disagio e l'elemento ideologico della religiosità radicale.
  Accanto alla complessità della presenza del fenomeno migratorio, è di ancora maggiore rilevante importanza la condizione di vita di milioni di italiani che oggi vivono nei contesti delle periferie delle grandi città, luoghi che sul piano della sicurezza, della qualità della vita, della qualità dell'integrazione e della qualità dei servizi sociali e delle infrastrutture sono assolutamente inadeguati ed indecorosi. Alla grande stagione di investimenti e di riqualificazione dei centri storici delle nostre città, se si fa eccezione per alcuni casi particolari che dovrebbero comunque essere presi a modello, non è corrisposto un eguale impegno nella rigenerazione urbana delle periferie, ragione per cui è quasi la regola che ci si possa trovare in situazioni completamente differenti a pochi chilometri di distanza e che queste differenze sono molto spesso scandalose nella qualità abitativa, nei trasporti, nei servizi, nelle scuole e nelle strade e sono spesso la ragione della rabbia e della disperazione di molti cittadini italiani. È proprio dalla necessità di comprendere a fondo questi fenomeni che nasce la proposta di legge di cui è primo firmatario il capogruppo di Area Popolare, onorevole Pag. 11Maurizio Lupi, che intende istituire una Commissione parlamentare d'inchiesta che fotografi la realtà del Paese e delle periferie delle nostre città, che ne faccia una mappatura precisa e che possa suggerire al Parlamento e al Governo una serie di azioni che siano finalizzate, sia sul piano della sicurezza che su quello della prevenzione e della rigenerazione urbana, a migliorare la qualità della vita delle persone nelle nostre città. L'obiettivo della Commissione è proprio quello di acquisire un quadro completo della situazione delle periferie italiane e di offrire alle istituzioni una serie di indicazioni sia sul piano giuridico sia su quello della prevenzione, oltre a quelli già in essere sul fronte della sicurezza, che rimettano le periferie delle nostre città al centro dell'azione politica attraverso forti investimenti per la cultura, per le infrastrutture, i trasporti, la scuola, l'istruzione e l'educazione. Siamo convinti che la sfida che è di fronte al nostro Paese è una sfida epocale e che possiamo smarcarci dal fallimento dei Paesi del nord Europa se sapremo dare vita ad un modello che possa favorire una vera integrazione e migliorare la qualità della vita di chi vive nelle periferie delle nostre città attraverso una maggiore sicurezza e controllo ma anche un maggior decoro rispetto all'ambiente degli spazi abitativi e della socializzazione. Le periferie italiane, se sapremo comprendere a fondo il fenomeno, possono essere e potranno essere un grande laboratorio di rigenerazione urbana dove sperimentare sia sul piano urbanistico che su quello ambientale, sia su quello del nuovo welfare. È per questa ragione che, a nome del gruppo di Area Popolare, esprimo il voto favorevole all'istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sulle periferie.

  PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Costantino. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Grazie, signora Presidente. Il nostro Paese è attraversato ormai da molti anni da una forte crisi economica. La povertà è aumentata a dismisura e gli ultimi dati Istat, checché ne dica il Presidente del Consiglio, testimoniano che in Italia ci sono oltre 4 milioni di persone in condizione di povertà assoluta. Accanto a questo dobbiamo registrare una progressiva crescita delle disuguaglianze all'interno dello spazio urbano attraversato da processi di esclusione sociale che si manifestano in forme di dualità spaziale cioè, da un lato, crescono ambienti e strutture che ospitano le classi sociali più ricche, dall'altro si collocano le persone le cui vite oscillano tra situazioni di precarietà e sopravvivenza fino alla definitiva marginalizzazione. Non siamo in presenza di freddi numeri ma di persone in carne ed ossa che abitano i territori e le città e che vivono a volte una condizione di abbandono da parte delle istituzioni. Proprio in occasione delle ultime elezioni amministrative, infatti, tanto si è parlato dell'astensionismo da parte di chi vive nelle periferie delle città. Tanta retorica ha accompagnato il racconto di questi luoghi: chi utilizzando la penetrazione che è stato capace di ottenere, chi evocando il fallimento di non esserne più punto di riferimento. Oggi, ad elezioni avvenute, in un momento in cui la propaganda può essere messa da parte per fare spazio alla politica, il Parlamento può promuovere un'azione che vada in aiuto, sia di chi vive direttamente quella condizione di difficoltà, sia di quelle istituzioni territoriali che da sole non ce la fanno a sopperire ai vuoti o ad individuare possibili soluzioni ai tanti problemi che nel corso del tempo si sono determinati. Lo diciamo in premessa: noi avremmo preferito un'indagine conoscitiva perché non crediamo che l'oggetto di cui andremo ad occuparci e che illustrerò meglio in seguito sia un mistero sul quale indagare. Siamo convinti che ci sia bisogno di un'analisi e dell'individuazione, in base alle competenze proprie di questo Parlamento, di un piano di intervento e che questo si sarebbe potuto realizzare grazie appunto ad un'indagine conoscitiva accurata. Il Nuovo Centrodestra, invece, ha presentato una proposta di legge di istituzione di Commissione d'inchiesta sul degrado delle periferie, con un'impostazione dal nostro punto di vista completamente Pag. 12sbagliata, che attribuiva tale degrado alla presenza dei migranti. Sinistra Italiana ha preso atto della volontà politica da parte della maggioranza di realizzare questa Commissione e ha deciso in seguito di presentarne una propria che vedesse l'abbinamento e la possibilità, quindi, di provare a dare una direzione diversa ad un testo che non si faceva carico della complessità di cui sono portatori questi luoghi. Devo ammettere che c’è stata da parte del relatore e dei proponenti una grande disponibilità ad allargare e rimodulare il perimetro dell'inchiesta. Il nostro testo di legge è stato interamente assorbito e gli emendamenti che abbiamo presentato al testo base approvati. Quindi, oggi noi rivendichiamo un risultato. Staremmo votando ben altro testo se non ci fosse stato il nostro impegno e il nostro lavoro. È una Commissione, adesso, che ha dentro tutte le caratteristiche che secondo noi servono ad iniziare un ragionamento sulle periferie delle nostre città.
  Noi riteniamo che si debba partire da un punto: il ritrovamento della civitas, intesa come comunità consapevole. È anche l'insegnamento di Papa Francesco che, nell'enciclica Evangelii Gaudium, sottolinea per la Chiesa l'urgenza di uscire dalle proprie comodità e raggiungere tutte le periferie; periferie geografiche ed esistenziali. Non è un caso se utilizzo questo termine «esistenziale» perché la periferia non è più solo un concetto geografico, la lontananza dal centro, ma è sostanzialmente legata al disagio urbano. È l'anti-città. C’è il degrado delle infrastrutture, dei servizi e degli edifici, la perdita degli scambi sociali e culturali e il predominio delle mafie. Mafie che si sviluppano soprattutto nelle periferie laddove non c’è controllo e applicano loro un controllo del territorio, soprattutto attraverso il traffico delle droghe e degli stupefacenti. Non sto dicendo chiaramente che questo avviene solo ai margini del centro delle città; sto dicendo, però, che zone che venivano citate prima, come Scampia, come Zen, come Tor Bella Monaca, hanno un altro tipo di controllo, che è il controllo del territorio della criminalità organizzata ed è lì che bisognerebbe provare ad intervenire. L'obiettivo è ricucire e riabilitare il nostro territorio urbanizzato dove il grande capitale e i palazzinari hanno dettato ritmi e moduli della frammentazione urbana, con un tasso parossistico di consumo del suolo. Significa avere un progetto complessivo che tenga insieme alto e basso, pubblico e privato, nazionale e locale, centri e periferie, italiani autoctoni e nuovi italiani, perché noi così li definiamo. È infatti dentro questo quadro complicato che arrivano anche gli immigrati, con tutto il loro carico di pene e sofferenze, diventando anch'essi capri espiatori di tutti i mali prodotti da un sistema sbagliato. I quartieri italiani, a differenza delle banlieue francesi, belghe o inglesi sono meno popolati di immigrati, meno distanti dal centro città, più eterogenei etnicamente e vantano condizioni socio-economiche decisamente più stabili. Proprio per questo occorre evitare la costruzione di quartieri dove risiedono unicamente i migranti, onde impedire processi di ghettizzazione. Nella periferia registriamo una proliferazione di movimenti, comitati, associazioni locali, ma anche pratiche non organizzate che si occupano della riqualificazione urbana, della questione abitativa, delle condizioni di vita nei propri quartieri. Si moltiplicano esperienze di autorganizzazione che spesso implicano anche forme di riappropriazione degli spazi, siano essi edifici abbandonati e dismessi, luoghi pubblici, terreni incolti o altro.
  Per tutti questi motivi, può essere un'opportunità questa Commissione e noi faremo in modo con la nostra presenza che lo sia perché le periferie sono anche o possono diventare produttrici di cultura. Occorre sostenere le iniziative di educazione degli adulti e avvicinare i cittadini, dai ragazzi delle scuole agli anziani che vivono in periferia, al patrimonio culturale della città, nella convinzione che la forma di marketing più convincente che una città ha a disposizione è la consapevolezza da parte dei cittadini della bellezza e della densità culturale del proprio territorio. In Italia – e mi avvio a concludere – gli Pag. 13abitanti delle periferie rappresentano attualmente il 60 per cento della popolazione e questo dato potrebbe aumentare incontrovertibilmente a causa dell'enorme crisi del sistema liberistico che si è cristallizzato in disoccupazione, speculazione edilizia, aumento del costo della vita, tendenza alla disgregazione e all'esclusione sociali. Il limite della legge di stabilità che avete votato, la legge di stabilità del 2016, è quello di aver definito genericamente obiettivi e parametri di selezione dei progetti, senza una visione chiara e motivata della strategia e della sua stretta connessione con lo sviluppo sostenibile dell'Italia. Vi sono, inoltre, i ritardi accumulati sulla pubblicazione dei bandi e quei famosi comitati a cui facevo riferimento prima che abitano e vivono le periferie ancora vi stanno aspettando. Si rischia di fallire, così com'era già successo nel piano città del 2012, a causa di una farraginosa macchina amministrativa dove i criteri di selezione dei progetti non erano chiari e i funzionari ministeriali coinvolti troppo numerosi.
  Ecco perché ripartiamo da qui, da una Commissione che possa sancire questo cambio di passo e che possa fornire strumenti utili a chi in questo momento ne ha più bisogno. Il Parlamento lo può fare, lo deve fare e Sinistra Italiana ci sarà (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Grazie, signora Presidente. Onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie è per una forza di opposizione come Forza Italia un passaggio importante e un tema centrale di questo Parlamento e di questa legislatura. Nelle ultime elezioni amministrative a Milano abbiamo mostrato con i fatti e con il consenso che abbiamo ottenuto intorno al nostro progetto politico, al progetto politico del centrodestra, che l'attenzione che Forza Italia ha per le condizioni di vita e lo stato delle aree urbane e per le condizioni economiche e sociali in cui versano le nostre città e le nostre periferie è davvero importante e che abbiamo anche dei progetti concreti, delle risposte concrete da dare. Il modello di Milano, la nostra idea, l'idea a cui lavoriamo per quanto riguarda la città, è quella di superare la dicotomia tra centro e periferia che aleggia nelle nostre città. Il degrado delle periferie è palese. Non è più tollerabile, ad esempio, che ci siano delle linee di autobus o di tram bandite per gli anziani. Vogliamo che tutti gli spazi urbani degradati vengano progressivamente riqualificati in un continuum tra centro e periferia in cui tutto sia città e tutto sia vivibile per le cittadine e per i cittadini. E, poi, una volta riqualificate le periferie, vanno inseriti dei presìdi che possano garantire il mantenimento di questa riqualificazione e mantenere la sicurezza.
  Per questo abbiamo guardato con attenzione alla presente proposta, rispetto alla quale siamo intervenuti con una serie di modifiche e, pur rilevando, appunto, delle criticità nelle aree urbane e soprattutto pur mettendo in luce quali sono le criticità, i punti critici che l'attuale azione del Governo Renzi ha presentato per quanto riguarda le periferie, abbiamo comunque deciso di collaborare costruttivamente rispetto a questa proposta. Io voglio ricordare, in merito alla criticità dell'attuale azione del Governo Renzi nei confronti delle periferie, che c’è stato un provvedimento attuativo per l'assegnazione di 500 milioni di euro che è uscito con estremo ritardo, pieno di errori, per cui è stato necessario prevedere ben due interventi integrativi. E dalla pubblicazione del provvedimento devono ora trascorrere ben novanta giorni per la presentazione dei progetti e, successivamente, un comitato di esperti dovrà valutare i progetti. A questo voglio aggiungere che i primi 194 milioni di euro in tre anni sono in attesa ancora, i progetti presentati per questi primi 194 milioni di euro sono ancora in attesa di vaglio delle 800 domande che sono state Pag. 14presentate. Inoltre, sulla partecipazione e sull'assegnazione dei fondi, degli stanziamenti indicati, sono stati posti alcuni interrogativi in merito al fatto che rischiano di restare fuori proprio quelle città in cui si è andati al recente voto amministrativo.
  Quindi, ci sono tanti interventi a spot, rispetto ai quali vediamo delle lungaggini che certo non vanno a favorire la riqualificazione delle nostre città, con questa idea di continuum tra centro e periferia. Vi dicevo, appunto, che, all'interno di questo provvedimento, abbiamo voluto contribuire per migliorare il testo, con un'attenzione particolare per il tema delle scuole, accanto al sostegno al tema dell'aiuto che nell'integrazione delle periferie, nello stato delle periferie, possono avere le associazioni delle cittadine e dei cittadini, gli enti locali, che devono diventare o continuare ad essere centro di aggregazione e di integrazione, e le stesse parrocchie.
  Accanto ai temi delle strutture urbane, delle infrastrutture, della composizione sociale della presenza degli immigrati, a cui abbiamo voluto porre una particolare attenzione nei confronti dei minori e delle donne, queste ultime, sicuramente, un grande fattore di integrazione, noi abbiamo voluto porre il nostro focus e la nostra attenzione su tre aspetti: quello delle scuole, come vi dicevo prima, come luogo di integrazione, ma, soprattutto, di formazione dei cittadini, in cui si insegnano le regole, la legalità e il rispetto di queste regole, il tema della sicurezza e il tema della qualità di vita e dei servizi.
  Per quanto riguarda il tema della sicurezza, sì ad una vera integrazione, ma le regole siano le nostre regole. Se non ci si occupa delle periferie, tra dieci anni Milano sarà come Parigi, come altre città europee, che sono oggetto di cronaca, ad esempio, in questi giorni. E, per questo, noi ritenevamo importante, e ne abbiamo discusso in Commissione, il tema della radicalizzazione, che, a nostro giudizio, non doveva essere dimenticato all'interno di questa proposta. Per quanto riguarda il tema della sicurezza, le cittadine e i cittadini si sentono minacciati, lo sappiamo tutti, e l'Europa deve fare di più per garantire la sicurezza dei Paesi dell'Unione europea. Nelle nostre città, quindi, e questo è un po’ lo scopo con cui ci avviciniamo a questo provvedimento, è necessario che si mettano in atto dei provvedimenti per rassicurare le cittadine e i cittadini che si sentono minacciati dopo anni di scarsa attenzione da parte delle amministrazioni di sinistra ai temi della sicurezza, soprattutto nelle periferie, abbandonate ad un degrado che non può che generare disagio e paura.
  Penso a Milano, a Roma, a Napoli, a Torino, a tutte le grandi aree urbane in cui va garantita la legalità a tutti i livelli e in ogni condizione. Sono il rispetto della legalità e l'educazione alla legalità la via per riportare la sicurezza nelle città. Per quanto riguarda le periferie, ha ragione Stefano Parisi quando dice, parlando di Milano, che nelle periferie va data una risposta ai problemi della sicurezza, delle occupazioni delle case abusive, della mobilità. Il centrosinistra, in molte città, si è dimenticato di molte zone, si è dimenticato di questi problemi; quindi, si deve investire in queste realtà e bisogna tornare ad essere vicini a chi abita queste realtà.
  Per questo noi, all'interno di questa Commissione, vogliamo portare quello che è il nostro progetto, il progetto, appunto, di una continuità tra centro e periferia, il nostro progetto di città, di città vivibile, di città sicura, di città in cui la scuola sia un punto di riferimento per l'integrazione. Ecco, questa è la prospettiva con cui noi ci siamo accostati a questa proposta. Concludo il mio intervento ricordando che stiamo istituendo una Commissione d'inchiesta, l'ennesima Commissione d'inchiesta, e voglio sottolineare come una Commissione d'inchiesta, quella, appunto, sui fatti del 2011 che portarono alla caduta del Governo Berlusconi, giaccia ancora dimenticata in questo Parlamento e, forse, sarebbe il momento di affrontare anche questo tema (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

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  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Grazie, Presidente. Ho sentito parlare, durante le prime dichiarazioni di voto di quest'Aula, di modelli urbanistici insediativi che sarebbero responsabili del degrado delle periferie. Mi piace, però, ricordare al collega Rampelli che già nel periodo fascista si aveva un modello insediativo che prevedeva di utilizzare aree inutilizzate e deserte e insediare lì piccoli centri abitativi, fatti certamente non da residenze, come facciamo oggi, ma dalla chiesa, dalla Casa del fascio, dall'ambulatorio, dal consorzio agrario, eccetera, organizzati intorno ad una piazza e a un asse viario. Oggi la situazione è decisamente diversa: le periferie sono talvolta state generate da riallocazioni di abitanti dei centri storici che sono stati devastati dai bombardamenti, che in teoria ci avrebbero liberati, e, più recentemente, da speculazioni edilizie e interessi a costruire abitazioni e centri commerciali, che non nascono certamente dal fabbisogno della cittadinanza e che sono spesso totalmente assenti di servizi essenziali.
  Credo che oggi non ci ritroveremmo a dover costituire l'ennesima Commissione d'inchiesta se la classe politica di questo Paese si fosse limitata ad applicare a tutti i livelli gli articoli 3 e 9 della Costituzione, a partire dai piani regolatori comunali e a continuare con i piani di coordinamento provinciale, per continuare con i piani paesaggistici regionali, totalmente assenti. Come detto nella discussione sulle linee generali, quello che manca nelle periferie, non tutte ovviamente, ma quelle che presentano criticità sociologiche, culturali e di legalità, è il non controllo del territorio. Ma per controllo del territorio non intendo un controllo militare e poliziesco, ma intendo e mi riferisco ai livelli essenziali di politiche pubbliche, nella convinzione che, laddove lo Stato non c’è, c’è degrado, e, dove lo Stato invece c’è, non c’è dispersione scolastica e tutti i problemi culturali e sociologici che questo comporta.
  Ma, andando alla Commissione di inchiesta, come detto in discussione sulle linee generali, crediamo che una Commissione della durata limitata di un anno e con così tanti intenti rischi di concludersi con l'ennesimo nulla di fatto, forse con un po’ di propaganda da parte di qualcuno, o forse serve, e ce lo auguriamo, ad attuare quel famoso regolamento edilizio unico tanto sbandierato ventuno mesi fa con lo «sblocca Italia». Allora ci auguriamo che questa Commissione possa servire da indirizzo al Governo e che, invece di destinare con le ultime due leggi di stabilità quasi 700 milioni di euro senza avere una visione di insieme su come utilizzarli e con che metodo, si voglia intervenire realmente sui problemi delle periferie, mettendo in atto politiche comuni di aggregazione.
  Inoltre, questa Commissione avrà anche un costo di 50 mila euro, e allora, per non sprecare questi soldi, sarebbe opportuno avere una missione certa. Sinceramente, dal testo uscito fuori dalla Commissione e dall'Aula, abbiamo seri dubbi che questo avvenga. Tutte le Commissioni ci hanno voluto mettere lo zampino, continuando a dilatare i confini di questo lavoro, lo ripeto, annuale. Si è inserito l'intervento sulle scuole, ma senza sovrapporsi con la loro autonomia; si è parlato delle zone franche urbane e delle associazioni ONLUS, che sono già più che tutelate e salvaguardate, anche dal punto di vista delle fiscalità. Ci si è ostinati a porre questioni di carattere razziale e religioso, spesso accompagnate da problemi di ordine, e quindi dall'esigenza di intervenire con le forze dell'ordine, ma senza avere a livello nazionale una politica che si sia dimostrata capace di gestire sia l'immigrazione sia l'integrazione sociale sia la guerra tra poveri che si sta creando laddove i centri di accoglienza falliscono, e, lo ricordo, anche su quello abbiamo un'altra Commissione d'inchiesta. Proprio per questo motivo e nonostante l'approvazione dei nostri emendamenti, avvenuta in Commissione, Pag. 16dichiaro il voto di astensione del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Morassut. Ne ha facoltà.

  ROBERTO MORASSUT. Grazie, Presidente. L'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sul tema in discussione, se ben utilizzata, può segnare il ritorno ad una tradizione di lavoro parlamentare antica e anche di valore. Va ricordata, per esempio, l'importanza che ebbe alla fine dell'Ottocento la Commissione d'inchiesta sullo stato delle campagne italiane e sulle condizioni dell'agricoltura, presieduta allora da un grande statista come Stefano Jacini, i cui risultati costituiscono oggi ancora una fonte importante per ricostruire la genesi della questione meridionale e delle stesse forme dell'inurbamento dei flussi di immigrazione che tanto hanno contribuito, proprio, a definire il volto delle periferie urbane. Negli anni immediatamente successivi al secondo dopoguerra, poi, furono costituite due Commissioni parlamentari d'inchiesta, una sulla disoccupazione e una sulla miseria, e anche questo secondo lavoro fu prezioso per raccontare aspetti delle città di allora sconosciuti ai più, ignorati dai giornali e dai mezzi di comunicazione, ma ben noti a larghe fasce di popolo che contribuirono, peraltro, ad alimentare anche una stagione culturale, tant’è vero che il neorealismo cinematografico italiano trasse da quei lavori molti spunti. Quelle indagini nascevano da fatti reali, le condizioni di vita del Mezzogiorno, in un caso, o, addirittura, casi di cronaca violenti, nell'altro, e squarciavano il velo di condizioni di vita distanti, però, dalle priorità della politica e delle istituzioni.
  In qualche modo la costituzione, oggi, di una Commissione d'inchiesta sulle condizioni di vita e di sicurezza delle periferie, attraverso questa legge che ci apprestiamo a votare, può contribuire a recuperare un gap di conoscenza degli universi urbani italiani e a venire incontro ad un'urgenza dettata dalla vita reale e dagli eventi che, giorno dopo giorno, ci consegnano la prova di cambiamenti rapidi, contraddittori e, soprattutto, di una domanda crescente di governo, di sussidiarietà nei confronti delle varie mescolanze che abitano le nostre città, mescolanze tra povertà e ricchezza, tra cultura e involgarimento delle forme relazionali, tra etnie e culti religiosi, tra solitudine e aggregazione sociale, tra formazione scolastica e abbandono, e che corrono sempre più veloci, sfuggono alla lentezza dell'indagine dell'azione pubblica e si aggravano anche a causa della crescita delle diseguaglianze sociali in atto in tutto l'Occidente e della crisi dei ceti di mezzo.
  Ancora ieri, sulle pagine di un grande quotidiano italiano, Zygmunt Bauman, forse il più grande studioso vivente dei fenomeni della globalizzazione che così profondamente segnano le città, ci ha richiamato a scandagliare le radici del senso di paura, di insicurezza che percorre le nostre società, che crea continuamente demoni demagogici nello sciovinismo, nell'integralismo religioso, nel sessismo, nel razzismo, nel populismo antidemocratico e antiliberale, che possono mutare forma, figura, ma che non mutano la sostanza e che si riproducono continuamente, perché abitano nella profondità di una condizione contemporanea che proprio nelle città e nelle periferie si alimenta continuamente. Queste radici di insicurezza e di paura stanno nell'eclisse di un senso di comunità e nella crescente e dannosa convinzione di un'illusoria salvezza individuale, magari attraverso l'innalzamento di barriere concentriche, fino quasi a coincidere con la singola persona e nella distanza apparentemente oggi incolmabile tra la dimensione globale che viviamo tutti i giorni e l'adeguatezza dei nostri strumenti mentali, formativi, educativi per percepire e stare dentro questa dimensione.
   Comunità e formazione sono, insomma, se volessimo ridurre a due parole, le direttrici per una politica di sicurezza che non può significare solo più polizia, più controllo, più contrasto armato, mura fisiche e normative, restrizione delle libertà; Pag. 17questa proposta di legge era partita con un certo approccio, non condivisibile che, infatti, in parte, è stato modificato. Faceva quasi coincidere il tema delle periferie urbane e delle condizioni di disagio sociale che vi si riscontrano con un tema di ordine pubblico, in particolare verso i migranti, a loro volta individuati come causa unica del terrorismo, dei problemi di integrazione e di convivenza fra genti di lontana origine e cittadini italiani residenti; questa dimensione è un aspetto della complessità dei problemi che riguardano il grande caleidoscopio delle periferie e dei loro problemi, ma non è quello dal quale tutto inizia e tutto termina.
  Per questo il campo di indagine della Commissione è stato, giustamente, ampliato a largo raggio, ad aspetti che toccano il punto di fondo dello stato delle città italiane: le trasformazioni urbane, i servizi collettivi, i servizi alla persona, le infrastrutture culturali, la mobilità urbana, il lavoro e gli attori sociali che operano nelle città con l'associazionismo, il volontariato laico e religioso, il radicamento dei diversi culti religiosi e delle loro diverse caratteristiche in rapporto all'integrazione con il resto delle comunità. Si tratta, quindi, di un'inchiesta sulle città, ancor prima che sulle periferie, e non potrebbe essere altrimenti, visto che il confine tra ciò che è città e ciò che è campagna è, ormai, da molto tempo, mobile ed incerto, così come quello tra ciò che, davvero, è centro e ciò che, davvero, è periferia, visto che le periferie urbane, occidentali e italiane, pur così differenti – e per questo serve indagare meglio – sono i veri centri di nuova vita.
  In questa ricerca che la Camera avvierà verranno, probabilmente, a sovrapporsi le contraddizioni tra i nuovi conflitti imposti dalla globalizzazione con quelli tradizionali del nostro sviluppo urbano ancora attivi. Tra questi vi è quella dell'anemia congenita delle reti di servizio collettive, delle infrastrutture, che così enormemente pesano sulla piena costruzione di quel senso di comunità di cui parla Bauman. C’è un motivo per il quale la nostra storia è andata così ed è il peso che in una nazione giovane e arretrata ha giocato la rendita fondiaria nello sviluppo delle città e rispetto al quale, ogni volta, la politica e le istituzioni non sono storicamente riuscite a determinare adeguati fattori di riequilibrio pubblico, sicché, oggi, convivono nelle nostre città parti di periferie consolidate, sorte con strumenti di pianificazione urbanistica, che ancora all'inizio degli anni Settanta non prevedevano i servizi adeguati alle densità stabilite, o parti di periferie abusive, sia residenziali che manifatturiere o commerciali – a Roma il 35 per cento della città è di origine abusiva – sorte spontaneamente e fuorilegge, poi, condonate, senza avere i servizi; in mezzo vi è quel poco di parti delle città sorto dentro strumenti di pianificazione che, pur prevedendo servizi adeguati, non davano strumenti finanziari e normativi efficaci per realizzarli nel tempo. Il tema, dunque, sono le città italiane, la loro storia di ieri e la loro realtà di oggi che si legano profondamente e non solo in periferia, ma anche nei centri storici spopolati e ultra terziarizzati dove l'immane patrimonio culturale e monumentale appare sovrastato, schiacciato dall'eccesso di funzioni ed economia, facendo da contraltare alla povertà, invece, di funzioni strutturanti dell'intorno urbano.
  In questi mesi il Governo italiano si è posto il problema – anche il Parlamento – e, anche se nella limitatezza delle risorse, si è varato un programma di azione importante; vanno in questa direzione lo stanziamento di oltre 500 milioni di euro per interventi di riqualificazione delle periferie, la legge per il contenimento del consumo di suolo recentemente approvata, la legge sul recupero dei centri storici, in discussione, il nuovo codice degli appalti, finalizzato a velocizzare e a rendere più trasparenti appalti e opere pubbliche.

  PRESIDENTE. Concluda.

  ROBERTO MORASSUT. Il tempo di lavoro di questa Commissione non sarà molto, ma a certe condizioni – e mi avvio a concludere – questa Commissione potrà Pag. 18servire a fornire una lettura più ampia e scientificamente documentata sullo stato delle città in questo momento storico, così carico di incertezze, e a rinnovare una tradizione nobile del Parlamento italiano, quella dei grandi studi economico sociali al servizio della democrazia e delle istituzioni. Per questo il gruppo del Partito Democratico darà il suo voto favorevole alla proposta di inchiesta parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Coordinamento formale – Doc. XXII, nn. 65-69-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale e approvazione – Doc. XXII, nn. 65-69-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale. Prego i colleghi di prendere posto.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di inchiesta parlamentare Doc XXII, nn. 65-69-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fusilli, Bossa, Morassut, Gadda, Frusone, Galgano, Tancredi, Rostellato, Simone Valente, Impegno... aspettiamo, è il primo voto, aspettiamo tutti... Centemero, Tancredi... non funziona, quindi bisogna che qualcuno salga... sta salendo il tecnico, onorevole Tancredi... intanto aspettiamo che prendano posto i colleghi che arrivano... Currò, Chaouki, Sarti, Di Vita, Di Benedetto, Plangger... allora, Tancredi è a posto, Di Benedetto sta mettendo la tessera, così come fa Plangger e poi direi che ci siamo... ha votato, onorevole Plangger ? Non vedo da qua... sì.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

  «Lupi ed altri; Costantino ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sullo stato della sicurezza e del degrado delle città italiane e delle loro periferie» (Doc. XXII, nn. 65-69-A):

   (Presenti  431   
   Votanti  344   
   Astenuti   87   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato
 344).    

  (La deputata Tartaglione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

Trasferimento a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 1623 (ore 11,35).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di proposta di legge a Commissione in sede legislativa.
  Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge, della quale la IV Commissione (Difesa) ha chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:
  BURTONE: «Istituzione della Giornata nazionale delle vittime civili di guerra» (1623) (La Commissione ha elaborato un nuovo testo).
  Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
  (Così rimane stabilito).

Organizzazione dei tempi di discussione dei disegni di legge di ratifica (ore 11,36).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dei disegni di legge di ratifica nn. 2710-A, 3260-A e 3764.
  Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi riservati all'esame di Pag. 19tali disegni di legge di ratifica è pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta del 20 luglio 2016.

Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione del Memorandum d'Intesa sulla lotta alla criminalità tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dello Stato del Qatar, fatto a Roma il 16 aprile 2012 (A.C. 2710-A) (ore 11,37).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 2710-A: Ratifica ed esecuzione del Memorandum d'Intesa sulla lotta alla criminalità tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dello Stato del Qatar, fatto a Roma il 16 aprile 2012.
  Pregherei i colleghi di lasciare che il Comitato dei nove si sieda nel banco del Comitato dei nove, perché è fatto apposta quel tavolino.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 2710-A)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Monaco.

  FRANCESCO MONACO, Relatore. Grazie, Presidente. Come lei ha anticipato, dobbiamo esaminare e auspicabilmente, dal punto di vista del relatore, approvare questo Memorandum di intesa sulla lotta alla criminalità tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato del Qatar, siglato il 16 aprile 2012.
  Non ho bisogno di rimarcare il rilievo dell'oggetto, cioè la lotta alla criminalità, e forse neanche di sottolineare la data in cui è stato siglato questo Memorandum, e cioè il 16 aprile del 2012, quindi si tratta di ratificare un accordo che ormai data oltre quattro anni orsono.
  Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della relazione e auspico una sollecita ratifica di questo Memorandum.

  PRESIDENTE. Sì, l'autorizzazione, ovviamente, della consegna dell'intervento scritto c’è.
  Prendo atto che il rappresentante del Governo rinuncia all'intervento.
  Non essendovi iscritti a parlare dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali avvertendo che non si darà luogo alle repliche.

(Esame degli articoli – A.C. 2710-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica (Vedi l'allegato A – A.C. 2710-A), nel testo della Commissione. Poiché non sono stati presentati emendamenti, li porrò direttamente in votazione.
  La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A – A.C. 2710-A), che è in distribuzione.
  Chiedo ai colleghi di prendere posto, così facciamo un voto più ordinato.
  Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 2710-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Folino, Grassi, Mognato, Greco, Cristian Iannuzzi... Ferraresi ha la tastiera in blocco, provi a togliere la tessera e se c’è qualcosa anche dentro... adesso arriva il tecnico... intanto che i colleghi prendono posto, vediamo di risolvere se possibile la situazione dell'onorevole Ferraresi, se no, magari... onorevole Artini, anche lei ha problemi ? No, ha votato. Anche Ferraresi è a posto, Mannino arriva, Ermini ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 20
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  433   
   Votanti  413   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato
 413).    

  (La deputata Tartaglione ha segnalato di non essere riuscita a votare a favore).

  Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 2710-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Ottobre, Nicchi... Ottobre non riesce a votare... provi onorevole... vediamo... ok... Nicchi ha votato, Greco anche.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  421   
   Votanti  401   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato
 401).    

  Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 2710-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Fratoianni, Molea è in arrivo... Greco non riesce a votare, sblocchiamo, provi onorevole... Molea ha votato... Cuperlo, Ciprini, Luigi Gallo... no, è Vignaroli... Cuperlo ha votato... Boccuzzi, D'Attorre. Ci siamo ? Zolezzi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  434   
   Votanti  411   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
 410).    

  (Il deputato De Rosa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 2710-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Caso, Covello, Lo Monte, Grassi, Brignone, Albanella, Terzoni in arrivo, De Rosa... ha votato De Rosa ? No... forza colleghi, veloci... onorevole De Rosa, se vuole votare, però, non faccia conversazione, almeno.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  428   
   Votanti  405   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
 405).    

  (I deputati De Rosa e Di Salvo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 2710-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2710-A).
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il Pag. 21rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Ordine del giorno n. 9/2710-A/1 Marzano ?

  VINCENZO AMENDOLA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale. Grazie, Presidente. Il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2710-A/2 Matarrelli ?

  VINCENZO AMENDOLA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2710-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baradello. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BARADELLO. Grazie, Presidente. Sinteticamente, dico che il gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico, ovviamente, vota a favore di questa ratifica. Sottolineo solo che per noi è importante il fatto che ci siano delle relazioni stabili – e questo atto va in questo senso – con il Qatar, che sta assumendo un ruolo importante nell'area mediorientale e in particolare nell'area libanese, nell'area dei territori palestinesi. Il creare delle opportunità di scambio fra le forze di polizia, creare conoscenza e creare dei legami costituisce per noi un passo importante per la stabilità anche di quel territorio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dambruoso. Ne ha facoltà.

  STEFANO DAMBRUOSO. Grazie, Presidente. Anch'io sarò molto sintetico e preannuncio che consegnerò agli atti la nostra dichiarazione di voto che è una dichiarazione assolutamente positiva perché è uno di quei trattati che deve essere ratificato proprio perché agevola in una maniera forte e convinta la cooperazione giudiziaria fra Paesi dove la centralità di alcune tematiche, a partire non solo e soltanto dal terrorismo, ma dalla immigrazione e dal riciclaggio di denaro che può essere associato soprattutto al tema migratorio, diventa fondamentale. Per cui, tutto questo è meglio esposto in maniera più diffusa nella nostra dichiarazione di voto finale che vado a consegnare, per cui la posizione di Scelta Civica è senz'altro affermativa e positiva.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Dambruoso. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Picchi. Ne ha facoltà.

  GUGLIELMO PICCHI. Grazie, Presidente. Ogni volta l'Aula si ritrova ad affrontare le ratifiche in modo distratto, come se fossero provvedimenti di serie B che non hanno alcun impatto sulla vita dei cittadini e questo è grave. In un Paese in cui i fenomeni migratori e il terrorismo la fanno da padrone dovremmo porre probabilmente molta più attenzione su ratifiche come questa, la ratifica di un memorandum, con uno Stato, il Qatar che ha un contenuto sicuramente positivo, che mette alcuni paletti su come cooperare per la lotta al terrorismo, per lo scambio di informazioni, per cercare di prevenire fenomeni negativi che possano avere un impatto negativo sulle nostre popolazioni. Tuttavia dobbiamo anche ricordare – e questo è il motivo per cui la Lega si è astenuta sui singoli articoli e si asterrà nel voto finale – che, per quanto possa essere positivo un accordo di questo tipo, dobbiamo però porre attenzione alla controparte. La controparte è uno Stato importante, che ha investito molto in Italia, ma ha anche assunto nel corso degli anni qualche profilo di ambiguità sulle fonti di Pag. 22finanziamento che ha fatto avere a gruppi e a interessi non sempre in linea con le priorità della lotta al terrorismo e quindi credo che lo Stato italiano, quando va a fare queste ratifiche, deve porre molta attenzione. Proprio per questo noi ci asterremo, per dare un segnale che va bene la collaborazione col Qatar, ma anche il Qatar deve assumere un atteggiamento meno ambiguo, più netto nella lotta al terrorismo internazionale, all'estremismo jihadista e a fenomeni correlati ai primi due problemi. Per questo motivo ci asterremo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Causin. Ne ha facoltà.

  ANDREA CAUSIN. Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole di Area Popolare e, se me lo consente, consegno il testo del mio intervento.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Causin. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Archi. Ne ha facoltà.

  BRUNO ARCHI. Grazie, Presidente. Il gruppo di Forza Italia voterà favorevolmente, per la ratifica di questo accordo e chiedo anch'io l'autorizzazione a poter consegnare il testo dell'intervento.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Archi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Grande. Ne ha facoltà.

  MARTA GRANDE. Grazie, Presidente. Il Memorandum di intesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato del Qatar sulla lotta alla criminalità mira a dare regolamentazione giuridica alla collaborazione di polizia sotto il profilo strategico ed operativo, intensificando i rapporti tra gli omologhi organismi dei due Paesi preposti alla sua applicazione. Questo testo è evidentemente frutto di un contesto internazionale, in cui la sicurezza non è più garantita e le istituzioni e i cittadini ricercato nuove metodologie di collaborazione per il contrasto del crimine organizzato transnazionale e del terrorismo.
   Il testo del Memorandum d'intesa, come specificato nella nota illustrativa redatta dagli uffici della Camera, inizialmente basato su modelli adottati a suo tempo dal Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'interno per analoghe intese bilaterali con i Paesi dell'area mediorientale, è stato più volte modificato, risultando peraltro sotto il profilo formale diverso da altri analoghi testi.
  Negli undici articoli vengono individuati gli obiettivi della collaborazione, come la lotta alla criminalità, tanto quanto i fini, ovvero il contrastare attraverso la cooperazione di polizia il traffico illegale di armi, l'immigrazione illegale, il terrorismo e altri reati attinenti alla criminalità organizzata. Viene inoltre estesa la collaborazione alla reciproca assistenza per la ricerca dei latitanti, lo scambio di informazioni importanti relative ai reati degli stessi, come lo scambio di ricerche e pubblicazioni nei settori rientranti nel Memorandum dei mezzi ed esperienze di formazione del personale di sicurezza e di polizia, dell'assistenza, dello sviluppo scientifico e tecnico, delle indagini giudiziarie e delle attrezzature, delle informazioni, di strumenti legislativi. Vengono anche specificate le motivazioni per cui le richieste di assistenza possono essere rifiutate, mentre l'articolo 7 dispone in materia di segretezza delle informazioni e protezione dei dati personali. Il Memorandum, come l'articolo 11, entrerà in vigore alla data dello scambio di documenti di ratifica e avrà durata di cinque anni rinnovabili. Ritenendo fondamentale lo scambio di informazioni e la collaborazione transnazionale, voteremo favorevolmente a questo testo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fedi. Ne ha facoltà.

  MARCO FEDI. Grazie, signora Presidente. L'intesa, per la cui ratifica annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Pag. 23Democratico, mira a definire uno strumento giuridico per regolamentare la collaborazione di polizia, per la repressione dei reati, l'individuazione dei criminali, tutte azioni che richiedono un intervento comune tra le autorità dei due Paesi. Si tratta, in sostanza, di continuare l'azione di collegamento tra le forze di sicurezza, di polizia e di intelligence in un contesto internazionale che richiede sempre maggiore attenzione, come i fatti di questi giorni ci insegnano in modo drammatico, per il contrasto sia al crimine organizzato transnazionale, che al terrorismo. Alle critiche sollevate da alcuni gruppi parlamentari, rispondo con un'analisi attenta della situazione del Qatar, un Paese che ha senza dubbio avviato una stagione riformistica politica, economica e sociale, ma che ora vede alcuni tentennamenti, come nel processo di catalizzazione, che rischia di trasferirsi dalle istituzioni pubbliche e dal settore pubblico in generale, anche al privato e anche alle gare di appalto con potenziali effetti negativi anche sulle nostre imprese e aziende. Le contraddizioni che ancora emergono in relazione alla incapacità di bloccare i flussi di finanziamento alle organizzazioni jihadiste, le inchieste di corruzione, le denunce per sfruttamento ai danni dei lavoratori immigrati vanno attentamente discusse e analizzate – è vero –, si tratta di questioni non secondarie ma che, proprio grazie agli impegni internazionali, come quello che stiamo assumendo in questo momento, anche in intese come queste possono trovare non un paravento, ma un impegno ancora più determinato nel contrasto alla illegalità per promuovere ulteriormente l'azione riformatrice e i cambiamenti alla governance interna di quel Paese.
   Per quanto riguarda gli aspetti di politica internazionale, il Qatar – lo ricordo a tutti noi – ha rappresentato per il biennio 2006-2007 il mondo arabo in Consiglio di sicurezza, ha partecipato, unico Paese arabo, alla missione UNIFIL 2 in Libano, nel giugno 2008 ha ottenuto un importante successo diplomatico con l'accordo raggiunto dalle fazioni libanesi dopo cinque giorni di negoziati a Doha, ha ospitato nella capitale, Doha, i negoziati tra le varie parti coinvolte nella crisi del Darfur, svolge un'apprezzata azione nell'area ed è per questa ragione che, anche nell'ottica di rapporti bilaterali molto solidi tra i nostri Paesi, diamo il nostro voto favorevole alla ratifica di questa intesa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Grazie, signora Presidente, colleghi, noi tecnicamente saremmo d'accordo. Siamo sempre convinti, come Fratelli d'Italia, che l'estensione di Memorandum e di accordi a livello internazionale, per la lotta al crimine, all'insicurezza, all'immigrazione clandestina rappresenti un fatto positivo per la nostra nazione e tuttavia non possiamo non sottolineare come il ruolo, più che del Qatar, del mondo e dell'economia del Qatar negli ultimi anni sia molto ambiguo. Il Qatar salafita è uno dei Paesi di maggiore provenienza di flussi finanziari di sostegno alle peggiori associazioni terroristiche. Lo Stato del Qatar che pure, come è stato ricordato, ha tante benemerenze, certamente non ha quella di contrastare i privati cittadini del Qatar, peraltro tutti personaggi molto influenti nella società economica del Qatar, nella loro attività illecita che avrebbe portato qualunque altro Paese in grave difficoltà sullo scenario internazionale, senonché è un alleato degli Stati Uniti, della NATO, un nostro alleato e pertanto si ha un atteggiamento troppo blando. Credo che l'Italia deve ribadire al Qatar di contrastare in maniera efficace e di criminalizzare, come è giusto che sia, quei cittadini, quei privati, quelle fondazioni, quei centri islamici che sostengono economicamente e ideologicamente il terrorismo in tutto il mondo. Per questo motivo, ancorché apprezziamo l'aspetto tecnico, come abbiamo detto, per dare un segnale al Qatar che dovrebbe essere lo stesso Governo a prendere in grande considerazione, ci asterremo.

Pag. 24

(Coordinamento formale – A.C. 2710-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2710-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale. Prego i colleghi di prendere posto.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2710-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ruocco... Lodolini... onorevole Covello, se si sbriga, vota... Gelmini... Polidori in arrivo... Covello... Maietta...
Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

  «Ratifica ed esecuzione del Memorandum d'Intesa sulla lotta alla criminalità tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Stato del Qatar, fatto a Roma il 16 aprile 2012» (2710-A):

   (Presenti  442   
   Votanti  420   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato
 420).    

Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione tra il Ministero dell'interno della Repubblica italiana e il Ministero degli affari interni della Repubblica di Azerbaijan, firmato a Roma il 5 novembre 2012 (A.C. 3260-A) (ore 12).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 3260: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione tra il Ministero dell'interno della Repubblica italiana e il Ministero degli affari interni della Repubblica di Azerbaijan, firmato a Roma il 5 novembre 2012.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 3260-A)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire il relatore, onorevole Rabino.

  MARIANO RABINO, Relatore. Signora Presidente, onorevoli colleghi, signor sottosegretario al Ministero degli affari esteri Enzo Amendola, il primo Accordo che quest'Aula è chiamata ad esaminare definisce le diverse tipologie di reati che mira a contrastare che vanno dalla criminalità organizzata transnazionale al terrorismo fino al traffico illecito di sostanze stupefacenti o di esseri umani. L'intesa concerne anche i reati contro il patrimonio culturale dei due Paesi. L'attuale contesto internazionale – non c’è bisogno di dirlo – rende quanto mai opportuna l'intensificazione della collaborazione di polizia in un'area strategica quale quella dell'Azerbaijan che costituisce un crocevia di traffici illeciti i cui proventi potrebbero essere utilizzati anche per potenziare attività criminali di vario tipo nel territorio europeo, con possibili finanziamenti per le stesse organizzazioni terroristiche.
  Signora Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia relazione, sottolineando che le tragiche vicende recenti, se ce n'era ancora bisogno, stanno a confermare l'utilità e la fondamentale ed essenziale strategicità di questo tipo di accordi di cooperazione. Gli oneri finanziari sono individuati in circa 58.000 euro e auspico, per quanto detto, una celere approvazione Pag. 25di questo disegno di legge di ratifica, ricordando che il nostro Paese è stato sin dall'inizio tra i partner occidentali più attivi nel promuovere il percorso di integrazione europea ed atlantica dell'Azerbaijan.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo rinunzia ad intervenire.
  Non essendovi iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali, avvertendo che non si darà luogo alle repliche.

(Esame degli articoli – A.C. 3260-A)

  PRESIDENTE. Passiamo dunque all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione.
  La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A – A.C.3260-A), che è in distribuzione. In particolare tale parere reca una condizione volta a garantire il rispetto all'articolo 81 della Costituzione che sarà posta in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 3260-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 3260-A), al quale non sono state presentate proposte emendative. Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, lo pongo direttamente in votazione.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco... Caso... Cominardi... Albanella... Alberti... Frusone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  441   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato
 441).    

  (I deputati Rotta e Ferrari hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 3260-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 3260-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, lo pongo direttamente in votazione.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi... Calabrò... Di Vita... Sanna... Fraccaro... colleghi, dovete votare ? Quelli che sono lì devono votare e allora andate a votare... Occhiuto... Ferrari... Rotta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  445   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato
 445).    

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 3260-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata, l'emendamento 3.1 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento (Vedi l'allegato A – A.C. 3260-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MARIANO RABINO, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

Pag. 26

  VINCENZO AMENDOLA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale. Il Governo esprime parere conforme al relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco... De Lorenzis... Fraccaro... Spadoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  441   
   Votanti  372   
   Astenuti   69   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato
 372).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Luciano Agostini... Adornato... Gallo Luigi... Vignaroli... Archi... Lombardi... Giulietti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  446   
   Votanti  444   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato
 444).    

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 3260-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 3260-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pellegrino... Zaratti... Borghi... Sandra Savino... Borghi, ancora non riesce a votare... Brignone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  446   
   Votanti  445   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato
 445).    

  (La deputata Coccia ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto favorevole).

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 3260-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 3260-A).
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere.

  VINCENZO AMENDOLA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale. Ordine del giorno n. 9/3260-A/1 Carrescia, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/3260-A/2 Gregorio Fontana, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/3260-A/3 Marzano, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/3260-A/4 Matarrelli, parere favorevole.

  PRESIDENTE. Grazie. Non ci sono ordini del giorno da votare.Pag. 27
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3260-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baradello. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BARADELLO. Grazie Presidente. Anche qui sinteticamente. Ovviamente, siamo d'accordo con questa ratifica e valutiamo positivamente l'Accordo, che riteniamo importante per rafforzare le dinamiche politiche di quel territorio, di quell'area geografica. Dinamiche a cui guardiamo con attenzione e anche con preoccupazione per le tensioni più o meno latenti che ci sono nell'area con il Nagorno Karabakh, con l'Armenia, con altri territori. Ecco, il nostro accordo con questo Stato ovviamente rafforza le iniziative legate alla sicurezza e a tutto ciò che è crimine, ma riteniamo che sia anche un passo importante per il rafforzamento della democrazia in quelle aree. Quindi, andando questo in favore di cittadini, trova il nostro accordo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molea. Ne ha facoltà.

  BRUNO MOLEA. Grazie, signora Presidente. L'Accordo di cooperazione fra l'Italia e l'Azerbaijan a livello dei rispettivi Ministeri dell'interno, firmato a Roma il 5 novembre 2012, è conforme al modello accolto dal Dipartimento della pubblica sicurezza nelle relazioni con altri Paesi extra-europei. Esso, che indica come autorità competenti rispettivamente per l'Italia e l'Azerbaijan il Dipartimento dalla pubblica sicurezza del Ministero dell'interno e il Ministro degli affari interni, individua e definisce le diverse tipologie di reati e si propone di contrastare tutti quegli episodi che vanno dalla criminalità organizzata transnazionale al terrorismo, al traffico illecito di sostanze stupefacenti o di esseri umani, fino ai reati contro il patrimonio culturale. L'analisi di impatto della regolamentazione che accompagna il disegno di legge evidenzia come l'attuale contesto internazionale richiede l'intensificazione della collaborazione tra le forze di polizia in un'area strategica quale può essere considerata quella in cui è ubicato l'Azerbaijan, che costituisce, com’è noto, un crocevia di traffici illeciti, i cui proventi potrebbero essere utilizzati anche per potenziare attività criminali di vario tipo nel territorio europeo, per non parlare dei capitali che potrebbero affluire nelle casse dei gruppi terroristici. Nel testo è fornito l'elenco dei settori della cooperazione che comprende la lotta contro il crimine organizzato transnazionale, la produzione e il traffico di sostanze stupefacenti, la tratta di persone, inclusi i migranti e i reati contro il patrimonio storico e culturale e gli atti terroristici. Nel testo vengono inoltre precisate le modalità della cooperazione, che riguardano principalmente lo scambio di informazioni e di esperienze, l'assistenza reciproca nella formazione del personale e nello sviluppo delle sue capacità, e attività che vengono effettuate su richiesta da una parte o dall'altra delle due nazioni, quali ricerca di latitanti, di persone scomparse, identificazione di persone soggiornanti senza autorizzazione nel territorio dell'altra parte, ovvero il possesso di documenti falsi. Lo scambio di informazioni include nello specifico un'attività operativa e di ricerca, strumenti legislativi e scientifici nel contrasto della criminalità, intelligence sulle associazioni criminali e il loro modus operandi, nuovi tipi di sostanze stupefacenti e psicotrope e relativi precursori. A sua volta lo scambio di esperienze può riguardare l'impiego di speciali tecniche investigative come le consegne controllate e le operazioni sotto copertura, l'applicazione di moderni mezzi tecnologici, specifici metodi per il contrasto ai traffici di persone e di migranti, tecniche di individuazione di passaporti o altri documenti falsi. L'Accordo disciplina le procedure per le richieste di assistenza Pag. 28e la loro esecuzione, individuandone i requisiti formali e sostanziali e i motivi dell'eventuale rifiuto, nonché la ripartizione delle spese. Definisce, inoltre, i limiti e i livelli di protezione relativi all'utilizzo delle informazioni e dei documenti trasmessi nell'ambito della cooperazione bilaterale. È bene ricordare che quanto contenuto nell'intesa non pregiudica diritti e obblighi derivanti da altri trattati internazionali stipulati tra le parti, né tantomeno gli obblighi dell'Italia in forza della sua appartenenza all'Unione europea.
  Come già è stato sottolineato nel dibattito in Commissione, il nostro Paese è stato sin dall'inizio uno dei partner occidentali più attivi nel promuovere il percorso di integrazione europea ed atlantica dell'Azerbaijan e ciò con la consapevolezza che l'intensificazione della collaborazione di Baku con l'Unione europea, attualmente inquadrata nell'ambito del Partenariato orientale, e con l'Alleanza Atlantica, alla quale l'Azerbaijan è legato da un accordo di partenariato, può avvicinare gli obiettivi, completare la transizione del Paese verso la democrazia e favorire la creazione di un'economia di mercato, garantendo nel contempo condizioni di stabilità e di sicurezza in un'area, come quella del Caucaso, percorsa da gravi tensioni internazionali.
  Con queste motivazioni, annuncio il voto favorevole di Scelta Civica per l'Italia che si dichiara convintamente sul provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Picchi. Ne ha facoltà.

  GUGLIELMO PICCHI. Grazie, Presidente. Questo è un importante accordo, come quello precedente, per il contrasto alla criminalità internazionale e la lotta al terrorismo. Quindi, in questo periodo così delicato della geopolitica internazionale, è un trattato molto importante. Noi, a differenza del trattato precedente, voteremo favorevolmente, anche perché l'Azerbaijan è uno Stato laico, un nostro importantissimo partner commerciale, uno Stato che, a differenza del Qatar, è abbastanza netto sul radicalismo islamico, sul jihadismo e, quindi, va supportato per quanto possibile.
  È tanto più importante questo trattato perché l'Italia deve e può svolgere un ruolo fondamentale nel Caucaso del sud e nel conflitto congelato del Nagorno Karabakh; un conflitto che si trascina ormai da vent'anni senza soluzione, dove il nostro Paese dovrebbe giocare, avendo ottimi rapporti, sia con gli armeni, che con gli azeri, un ruolo di primo piano.
  Per questo, il Governo dovrebbe fare di più e non sta facendo abbastanza. Siamo anche favorevoli a ratificare velocemente questo trattato perché, già dal 2010, abbiamo un trattato equivalente con gli amici armeni e, pertanto, concludendo la ratifica di questo trattato, riponiamo sullo stesso piano i due Paesi. Come Lega voteremo, come annunciato, favorevolmente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Causin. Ne ha facoltà.

  ANDREA CAUSIN. Annuncio il voto favorevole del gruppo di Area Popolare e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Causin.  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Archi. Ne ha facoltà.

  BRUNO ARCHI. Presidente, è innegabile che nell'attuale contesto internazionale un accordo che intensifichi la cooperazione tra i due Ministeri dell'interno, fra Italia e Azerbaijan, sia molto importante, tanto più perché sappiamo come nella vasta area del Caucaso sono purtroppo prolificate parecchie organizzazioni internazionali che si dedicano al terrorismo.
  È fondamentale che questo Accordo possa essere applicato strettamente e possa dare dei concreti e profittevoli risultati Pag. 29nel tentativo quantomeno di frenare, se non bloccare del tutto, i flussi di finanziamento fra le varie organizzazioni terroristiche. Dall'altro, una più stretta collaborazione in questo settore può anche dare un concreto aiuto al parallelo sviluppo e intensificazione anche dei rapporti economico-commerciali che tra i nostri due Paesi sono estremamente prolifici, in particolare nei settori dell'energia, dell'agro-industria e delle infrastrutture.
  Ricordo che da anni l'Italia è il primo cliente dell'Azerbaijan; nel 2015 è stato il principale fornitore di greggio nel nostro Paese e il quarto fornitore, subito dopo la Russia, la Turchia e la Germania con un export in crescita.
  Annuncio, quindi, il voto favorevole del gruppo di Forza Italia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Scagliusi. Ne ha facoltà.

  EMANUELE SCAGLIUSI. Grazie, Presidente. Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto, che è del MoVimento 5 Stelle, e ci tengo a ribadire il voto favorevole del mio gruppo su questa ratifica di accordo per quanto riguarda i temi di sicurezza con l'Azerbaijan nonostante le perplessità per quanto riguarda la situazione dei diritti umani in quel Paese.
  Quindi, riteniamo che, nell'attuazione di questo Accordo, sia fondamentale il ruolo del Governo italiano e del Ministero degli affari esteri, per evitare che questo Accordo venga usato in modo ostile per scopi interni dal Governo azero.
  Un altro Accordo su cui abbiamo espresso perplessità in passato è stato quello sui temi energetici con l'Azerbaijan, in particolare il Trattato per la costruzione del TAP, il gasdotto che porterà, ricordiamo, in Puglia il gas azero e che rischia di avere un forte impatto sull'ecosistema e sull'ambiente lungo le coste pugliesi, e sul quale ricordiamo che c’è un contenzioso tra la regione Puglia e il Ministero dello sviluppo economico, e quindi, al momento, il tutto sembra bloccato ed essersi arenato.
  Invitiamo il Governo, anche su questo, a vigilare e, magari, anche ad ascoltare le comunità locali, che spesso vengono ignorate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Tidei. Ne ha facoltà.

  MARIETTA TIDEI. Grazie, Presidente. L'Accordo di cooperazione tra Italia e Azerbaijan ha come obiettivo precipuo il contrasto e la repressione della criminalità organizzata transnazionale e dei reati ad essa connessa, in particolare quelli relativi al traffico di sostanze stupefacenti, alla tratta di persone e al terrorismo, in conformità alle rispettive legislazioni nazionali e agli accordi internazionali riconosciuti dai due Paesi. L'assenza di un accordo quadro di riferimento ha determinato la necessità di stipulare il presente atto pattizio per regolamentare la collaborazione operativa e intensificare i rapporti di cooperazione con gli omologhi organismi azeri impegnati nella prevenzione e nel contrasto alla criminalità e al terrorismo.
  Sotto il profilo più squisitamente politico ed economico, credo che approfondire il legame con un Paese così centrale nell'area caucasica sia essenziale per promuovere, anche attraverso il contrasto alle attività criminali, i principi democratici e dello Stato di diritto, e lo sviluppo economico e sociale.
  Mi preme ricordare in questa sede che tra il nostro Paese e l'Azerbaijan c’è un'importante interscambio commerciale, pari a circa 4 miliardi di euro. La cooperazione tra i due Paesi mira a contrastare diversi reati, tra cui la criminalità organizzata transnazionale, il terrorismo, il traffico illecito di sostanze stupefacenti e psicotrope, il traffico di esseri umani e i reati contro la proprietà e il patrimonio storico e culturale.
  Si definiscono, inoltre, le modalità attraverso le quali si realizza la suddetta Pag. 30cooperazione, ed essa avviene attraverso uno scambio sistematico di informazioni ed esperienze, nonché attraverso l'assistenza reciproca nella formazione del personale e nello sviluppo delle sue capacità professionali. Credo che, in un contesto internazionale caratterizzato dall'acuirsi della minaccia terroristica e da gravissimi reati, come la tratta degli esseri umani, questo Accordo intenda rispondere con misure più incisive a minacce sempre più complesse.
  Le relazioni tra il nostro Paese, come già ricordato da altri colleghi, e l'Azerbaijan sono sempre state proficue e l'Italia si è posta, sin dall'inizio, come uno dei partner occidentali più attivi nel promuovere il percorso di integrazione europea dell'Azerbaijan, e ciò nella consapevolezza che l'intensificazione della collaborazione di Baku con l'Unione europea, che attualmente è inquadrata nell'ambito del partenariato orientale, possa aiutare il Paese nel percorso verso una democrazia più compiuta e un'economia di mercato, garantendo, nel contempo, condizioni di stabilità e di sicurezza in un'area, come quella caucasica, attraversata da gravissime tensioni internazionali. Penso, ad esempio, al Nagorno Karabakh.
  Esprimo, pertanto, a nome del gruppo del Partito Democratico, un parere favorevole a questo Accordo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale – A.C. 3260-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3260-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale. Prego i colleghi di prendere posto.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 3260-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Benedetto, Iacono, Rampi, Brignone, Mantero...
  Dichiaro chiusa la votazione. Mi scusi, onorevole Coccia, l'ho vista dopo.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

  Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione tra il Ministero dell'interno della Repubblica italiana e il Ministero degli affari interni della Repubblica di Azerbaijan, firmato a Roma il 5 novembre 2012 (3260-A):

   (Presenti e votanti  439   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
 439).    

Discussione del disegno di legge: S. 2028 – Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Accordo tra la Repubblica italiana e Bioversity International relativo alla sede centrale dell'organizzazione, fatto a Roma il 5 maggio 2015; b) Accordo tra la Repubblica italiana e l'Agenzia spaziale europea sulle strutture dell'Agenzia spaziale europea in Italia, con Allegati, fatto a Roma il 12 luglio 2012, e Scambio di Note fatto a Parigi il 13 e il 27 aprile 2015; c) Emendamento all'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e le Nazioni Unite sullo status dello Staff College del Sistema delle Nazioni Unite in Italia del 16 settembre 2003, emendato il 28 settembre 2006, fatto a Torino il 20 marzo 2015; d) Protocollo di emendamento del Memorandum d'intesa fra il Governo della Repubblica italiana e le Nazioni Unite relativo all'uso da parte delle Nazioni Unite di locali di installazioni militari in Italia Pag. 31per il sostegno delle operazioni di mantenimento della pace, umanitarie e quelle ad esse relative del 23 novembre 1994, con Allegato, fatto a New York il 28 aprile 2015 (Approvato dal Senato) (A.C. 3764) (ore 12,20).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3764: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Accordo tra la Repubblica italiana e Bioversity International relativo alla sede centrale dell'organizzazione, fatto a Roma il 5 maggio 2015; b) Accordo tra la Repubblica italiana e l'Agenzia spaziale europea sulle strutture dell'Agenzia spaziale europea in Italia, con Allegati, fatto a Roma il 12 luglio 2012, e Scambio di Note fatto a Parigi il 13 e il 27 aprile 2015; c) Emendamento all'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e le Nazioni Unite sullo status dello Staff College del Sistema delle Nazioni Unite in Italia del 16 settembre 2003, emendato il 28 settembre 2006, fatto a Torino il 20 marzo 2015; d) Protocollo di emendamento del Memorandum d'intesa fra il Governo della Repubblica italiana e le Nazioni Unite relativo all'uso da parte delle Nazioni Unite di locali di installazioni militari in Italia per il sostegno delle operazioni di mantenimento della pace, umanitarie e quelle ad esse relative del 23 novembre 1994, con Allegato, fatto a New York il 28 aprile 2015.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 3764)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Antonio Distaso. Prego, onorevole. Colleghi, non disturbate.

  ANTONIO DISTASO, Relatore. Grazie, Presidente, colleghi, rappresentante del Governo, il disegno di legge in esame prevede la ratifica di quattro Trattati con altrettante organizzazioni internazionali da parte del nostro Paese. Anche io ne parlerò per brevi cenni, poi chiederò di consegnare la relazione completa. La necessità della rinegoziazione naturalmente è data dalla datazione dell'inizio dei Trattati, alcuni stipulati, addirittura, circa trent'anni fa. Il primo Accordo riguarda l'organizzazione internazionale chiamata Bioversity International, fatto a Roma il 5 maggio 2015. Si riferisce, sostanzialmente, al fatto che questa organizzazione internazionale, che opera nell'ambito del Consorzio del Gruppo di consulenza sulla ricerca agricola internazionale e ha sede in un comune vicino Roma, a Maccarese, non ha, come avviene per altre organizzazioni internazionali che hanno sede in Italia, una sede nazionale garantita dal Governo, dallo Stato, e quindi deve pagare e sopportare dei costi di locazione annui abbastanza ingenti, e a questo si provvederà con un contributo annuo da parte dello Stato, ma con una clausola che prevede anche che, laddove lo Stato riesca a mettere a disposizione un bene demaniale quale sede di questa organizzazione, il costo verrà naturalmente scalato, quindi, a minore contribuzione da parte dello Stato stesso.
  L'importanza dell'organizzazione, che coopera con numerose altre organizzazioni internazionali, è tale che, dal nostro punto di vista, anche come Commissione, ne giustifica non solo la permanenza sul nostro territorio nazionale, ma anche la continuazione dell'espletamento dell'attività attraverso un aiuto da parte del nostro Governo. Il secondo Trattato che viene oggi portato nel disegno di legge come ratifica riguarda l'Agenzia spaziale europea, che ha una sede sempre sul territorio italiano, in particolare in località Frascati, vicino Roma. Anche qui si tratta di apportare delle variazioni anche ai luoghi, che sono in parte coperti da esigenze di riservatezza dovute alla ragione sociale dell'organizzazione stessa.
  Il terzo Accordo riguarda lo United Nations System Staff College, che è un Pag. 32organismo dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite che è deputato all'organizzazione e realizzazione di corsi di formazione per il personale dell'ONU e degli Stati membri nei settori dello sviluppo sociale, pace e sicurezza, diritti umani e diritto umanitario. Anche qui, per effetto della ratifica, il nostro Paese devolverà a favore delle Nazioni Unite, in particolare di questo organismo, che è lo Staff College in seno all'Assemblea generale, una contribuzione annua di circa 500 mila euro.
  L'ultima delle ratifiche riguarda dei locali di installazioni militari in Italia – ce n’è una, in particolare, in provincia di Brindisi, nella mia regione – che cambiano anche la loro dimensione e anche il loro ruolo in relazione alle mutate esigenze di contesto internazionale e, quindi, di peacekeeping, peacebuilding, institution building, e questa nuova strategia è stata fortemente voluta sin dal 2010 dal Segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon.
  In conclusione, si auspica l'approvazione di questo provvedimento di ratifica, sottolineando che la scelta operata dalle organizzazioni internazionali richiamate a favore di alcune città italiane – ho richiamato Roma e provincia, Torino, Brindisi – rappresenta un notevole valore aggiunto per il nostro sistema Paese. Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della relazione.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Distaso.
  Prendo atto che il rappresentante del Governo rinuncia all'intervento.
  Non essendovi iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali, avvertendo che non si darà luogo alle repliche.

(Esame degli articoli – A.C. 3764)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
  Poiché non sono stati presentati emendamenti, li porrò direttamente in votazione.
  Prego i colleghi di prendere posto.
  Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 3764), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Centemero, Placido...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  425   
   Votanti  392   
   Astenuti   33   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
 317    
    Hanno votato
no   75).    

  (La deputata Albanella ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 3764), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Alfreider, Tancredi, Impegno, Baruffi, Terzoni, Marzano, Nesi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  432   
   Votanti  399   
   Astenuti   33   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato
 323    
    Hanno votato
no   76).    

  (La deputata Albanella ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto favorevole).

Pag. 33

  Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 3764), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Grazie, Presidente. Vorrei sottoporre una questione all'attenzione di quest'Aula che sta votando questi articoli di questo Accordo tra la Repubblica italiana e Bioversity International relativo alla sede centrale dell'organizzazione. Vorrei segnalare ai colleghi che stanno votando verde a questo Accordo che, innanzitutto, questa sciocchezza ci costa 2 milioni e mezzo di euro, punto primo, poi, andando a leggere il testo dell'Accordo vediamo che c’è una blindatura che è degna dei peggiori trattati internazionali, come ad esempio il meccanismo europeo di stabilità. Bioversity International godrà di un inviolabilità della sede centrale, cioè nessuna persona che esercita una pubblica funzione sul territorio della Repubblica italiana potrà entrare nella sede centrale per esercitarvi le proprie funzioni, se non con il consenso del direttore generale. Stiamo dicendo che il direttore generale di questa struttura sarà più potente del capo della polizia municipale, del capo della polizia, dei carabinieri e dell'esercito. Agevolazioni finanziarie: senza essere sottoposta ad alcun controllo, regolamento o moratoria finanziaria, l'organizzazione, nel raggiungimento degli obiettivi istituzionali, può liberamente acquistare o ricevere qualsiasi fondo, titolo, oro e valute per tramite di organi autorizzati, detenerli e disporne, detenere e gestire conti esteri ed interni, fondi, fondi di dotazione o altre disponibilità finanziarie, in qualsiasi valuta, nel territorio della Repubblica italiana o altrove.
  State creando un mini paradiso fiscale nel territorio italiano, senza nessuna legge che regolamenti, perché è scritto espressamente che non può essere sottoposta ad alcun controllo, regolamento o moratoria finanziaria. In più vi è una esenzione inspiegabile dalla tassazione, l'imposta sul valore aggiunto, l'IVA, viene cancellata a questa organizzazione internazionale.
  Chi ha firmato questo accordo merita un trattamento sanitario obbligatorio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e chi vota a favore merita lo stesso trattamento. Non so se vi rendete conto di cosa c’è scritto qui dentro, votare verde, votare a favore con tale leggerezza è un insulto ai cittadini italiani e alle imprese che oggi faticano a pagare le tasse e, soprattutto, avete fatto saltare in aria banche mondiali come il Monte dei Paschi di Siena che era la prima banca del mondo, l'avete fatta saltare in aria, grazie alla vostra gestione scellerata e, adesso, diamo la possibilità a questa organizzazione di utilizzare fondi, valute e investire in oro, senza alcun controllo. Ma come ragionate ? Come diavolo ragionate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Questa roba è allucinante ! È incredibile che in un momento così vi mettete ad accettare una ratifica senza un minimo di controllo finanziario. Neanche Banca d'Italia e Consob, nonostante dormano, come istituti di controllo, potranno mettere mani o bocca all'interno di questo statuto, di questo Accordo e di questa organizzazione.
  Signori, questo è da votare assolutamente contrario; passatevi la mano sulla coscienza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Peluffo, Plangger...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  431   
   Votanti  401   
   Astenuti   30   
   Maggioranza  201   Pag. 34
    Hanno votato
 318    
    Hanno votato
no   83).    

  Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 3764), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brandolin, Di Benedetto, Greco, Fabbri, Palese, Tidei...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  427   
   Votanti  391   
   Astenuti   36   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
 317    
    Hanno votato
no   74).    

  (I deputati Senaldi e Molea hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto favorevole).

(Esame di un ordine del giorno – A.C. 3764)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A – A.C. 3764).
  Se i presentatori non intendono illustrare l'unico ordine del giorno presentato, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sull'ordine del giorno Matarrelli n. 9/3764/1.

  VINCENZO AMENDOLA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3764)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baradello. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BARADELLO. Grazie, Presidente. Questi quattro ambiti rilevano come in Italia ci sia un'esperienza molto vasta di carattere internazionale in parecchie materie. Ratificare questi accordi che già esistevano – quindi, sono delle modifiche di accordi esistenti – per noi va proprio nel senso di un ulteriore riconoscimento di come l'Italia sia all'avanguardia su tali tematiche, sia in grado di gestire queste tematiche in una maniera molto efficace e molto forte anche per il nostro territorio. L'Istituto internazionale per le risorse fitogenetiche è un istituto internazionale, quindi, gode dei privilegi degli Istituti internazionali esattamente come gode di questi privilegi l'Agenzia spaziale europea che sul nostro territorio – proprio l'ESA – ha una presenza importante, per la presenza rilevante di industrie, di ricerche, di università che si occupano del tema spaziale, così come nell'ambito dell'Istituto internazionale per le risorse fitogenetiche, la presenza di una grande area di ricerca, universitaria, privata e pubblica, su queste tematiche, lo rende un polo molto importante per il nostro Paese.
  L'altro aspetto che viene ratificato, quello del sostegno economico allo Staff College delle Nazioni Unite, riteniamo che, unito anche all'ultimo aspetto, quello della presenza, della messa a disposizione di parti, di strutture, di basi per gli interventi di pace delle Nazioni Unite costituisca un impegno serio proprio in questa direzione dello sviluppo sostenibile, dell'attenzione ai territori che hanno difficoltà per problemi di conflitti, per problemi di guerre e, nel caso dello Staff College, l'importanza della formazione dei funzionari, degli esperti delle Nazioni Unite sul nostro territorio porta ricchezza aggiunta anche dal punto di vista, certo forse anche economico, Pag. 35ma soprattutto culturale e di presenza di scambio e di creazione di sistema internazionale.
  Per questo noi voteremo a favore di questo provvedimento e accogliamo con favore tutto ciò che riguarda una crescita, uno sviluppo e un sostegno delle iniziative italiane internazionali legate a questi contenuti, di alto valore per l'umanità.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Vezzali. Ne ha facoltà.

  MARIA VALENTINA VEZZALI. Presidente, Governo, colleghi, il disegno di legge in esame riguarda l'autorizzazione alla ratifica di quattro Trattati, in particolare prevede il loro aggiornamento perché si tratta di accordi già stipulati, ma che devono essere adeguati alle mutate esigenze.
  Il primo accordo riguarda Bioversity International, istituto fondato nel 1974 come centro internazionale per le risorse fitogenetiche, divenuto nel 1994 un organismo indipendente con sede centrale a Maccarese, che opera nel settore della tutela della biodiversità in agricoltura e promuove la sicurezza alimentare. L'accordo fra la Repubblica italiana e questo istituto rafforza il polo romano delle Nazioni Unite sulla sicurezza alimentare e ne assicura, grazie a un contributo del Governo, l'operatività e la stabilità finanziaria.
  Il secondo accordo, quello con l'Agenzia spaziale europea, di cui l'Italia è terzo contributore dopo Francia e Germania, ha lo scopo di definire i termini della concessione dei terreni e delle strutture per l'espansione e il funzionamento della sede dell'European Space Research Institute, ubicato a Frascati.
  Il terzo accordo è quello che riguarda lo United Nation System Staff College, organismo delle Nazioni Unite deputato alla formazione del personale Onu e degli Stati membri nel settore dello sviluppo sociale, pace e sicurezza, diritti umani e diritto umanitario, che ha sede a Torino, al quale il Governo assicura un contributo annuo di 500 mila euro per il funzionamento.
  Il quarto accordo ha l'obiettivo di migliorare gli aspetti logistici delle missioni Onu sul nostro territorio, la base individuata è quella di Brindisi che diventa un asset strategico e un centro di servizi globale, oltre che centro di comunicazioni satellitari, di addestramento professionale e di supporto tecnico per le attività di sostegno e localizzazione dei mezzi impegnati nelle missioni umanitarie delle Nazioni Unite.
  Considerato che stiamo parlando di quattro realtà di provata esperienza e che rappresentano l'eccellenza nella ricerca italiana, oltre che dei modelli di collaborazione internazionale di grande importanza per il nostro Paese, Scelta Civica è favorevole al rinnovo degli accordi e alla loro ratifica.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Picchi. Ne ha facoltà.

  GUGLIELMO PICCHI. Grazie, Presidente. La Lega voterà favorevolmente alla ratifica di quest'accordo. Come è stato già detto dai colleghi, si tratta in realtà della ratifica, in un solo disegno di legge, di ben quattro accordi diversi. Sebbene da un lato sia auspicabile mettere insieme provvedimenti che riguardano argomenti simili, questo modus operandi può porre il problema di infilare anche ratifiche su cui non siamo completamente d'accordo.
  Detto questo, però, riteniamo che sia importante per il nostro Paese continuare ad ospitare istituzioni internazionali e transnazionali, per cui vediamo favorevolmente sia prorogare Bioversity International, sia concedere nuovi spazi, nuovi terreni, all'Agenzia spaziale europea; lo Staff College di Torino è qualcosa di importante per la formazione di funzionari internazionali, un'eccellenza che dobbiamo mantenere ed espandere, e forse il più importante di tutti è il Polo brindisino delle Nazioni Unite. Dobbiamo prendere coscienza che ormai il polo di Brindisi è il più importante centro logistico dell'ONU Pag. 36per affrontare tutte le crisi umanitarie che ora ci sono e in cui l'ONU è coinvolta, e avere questa sede in Italia è assolutamente importante.
  Ricordo che l'Italia si candida a ospitare importanti Agenzie europee, dopo l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea, pertanto questa ratifica è un segnale forte per dimostrare come in Italia ci sia terreno ospitale e fertile per poter accogliere le Agenzie che usciranno dal Regno Unito. Oltre a ricordare che avere agenzie internazionali o organizzazioni internazionali sul territorio italiano porta funzionari internazionali che qua spendono, porta funzionari internazionali che interagiscono con le popolazioni locali: questo può portare solo beneficio, sia in termini economici, che anche di scambio e di innalzamento del livello qualitativo di tutti gli enti che interagiscono con queste Agenzie internazionali.
  Per tutti questi motivi, la Lega voterà favorevolmente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Causin. Ne ha facoltà.

  ANDREA CAUSIN. Grazie mille, per annunciare il voto favorevole del gruppo di Area Popolare e chiedere che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Causin. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Archi. Ne ha facoltà.

  BRUNO ARCHI. Grazie, Presidente. Il gruppo di Forza Italia voterà favorevolmente alla ratifica di questi Trattati perché riteniamo che mantenere una presenza internazionale, un ancoraggio internazionale del nostro Paese nell'ambito delle varie organizzazioni qui coinvolte sia fondamentale, laddove in passato, anche recente, vi è stato il rischio che queste organizzazioni potessero lasciare il nostro Paese per mancanza del raggiungimento di accordi specifici di sede con il nostro Governo.
  Questo ci dà l'opportunità di intensificare anche il nostro afflato internazionale in organizzazioni dove siamo ben presenti e dove molto spesso raccontiamo le nostre capacità, specialmente nell'ambito delle Nazioni Unite, in ambito di peacekeeping, in ambito di presenza di funzionari internazionali. Il fatto che queste organizzazioni mantengano la loro presenza in Italia, oltre a consolidare un rapporto funzionale con organizzazioni specifiche, ci dà la possibilità anche di svolgere un ruolo più attivo e concreto laddove queste organizzazioni hanno evidentemente la loro sede, e quindi all'estero. Ciò in un contesto internazionale in continua evoluzione, ben sapendo che non possiamo nasconderci dietro un dito e siamo costretti – anche alla luce di quello che succede nell'ambito per esempio del terrorismo internazionale e di tutto quello che leggiamo sui giornali – a rafforzare questa presenza, a consolidarla; ciò per quando riguarda sia il discorso delle Nazioni Unite, sia della NATO, e quindi anche una presenza di carattere strategico del nostro Paese. Voteremo sì !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Spadoni. Ne ha facoltà.

  MARIA EDERA SPADONI. Grazie, Presidente. Ci troviamo, vi trovate a votare favorevolmente a una ratifica composta da quattro accordi: uno tratta di questa organizzazione, la Bioversity International, un altro accordo è tra l'Italia e l'Agenzia spaziale europea, uno tra Italia e Nazioni Unite sullo Staff College di Torino e uno tra Italia e Nazioni Unite sull'uso di locali in Italia.
  Ora, ultimamente, la Commissione affari esteri ha iniziato questo iter, cioè mettiamo insieme determinati accordi, li uniamo insieme e decidiamo di ratificarli. Ora, se ci fossero degli accordi omogenei, probabilmente un discorso potremmo anche farlo, ma in questo caso parliamo di Pag. 37accordi disomogenei, perché il Viceministro Amendola mi deve spiegare cos’è che può unire l'Agenzia spaziale europea con la Bioversity International, con le Nazioni Unite, con lo Staff College di Torino e la base NATO di Brindisi. Ora, se qualcuno mi spiega qual è l'omogeneità, magari un discorso possiamo farlo.
  Ricordo anche al Viceministro che avremo la prossima settimana una grandissima ratifica composta da undici accordi, che tratta di trasporti. Quindi secondo il Ministero degli affari esteri i trasporti sono tutti uguali, dato che si tratta di accordi che trattano con il Qatar, con l'Algeria, col Kosovo, con il Montenegro, con la Serbia, eccetera eccetera, e che parlano di trasporti in ambito aeronautico e di trasporti su gomma.
   Ora, io sono assistente di volo, Viceministro, e le dico la verità: non trovo nessun nesso tra un accordo che tratta appunto di autotrasporti su gomma e un accordo sull'aviazione e sull'aeronautica, io veramente non trovo nessun tipo di nesso, però evidentemente io so cosa vuol dire lavorare quattordici ore su un aereo, dato che dal 18 febbraio è entrata in vigore la nuova normativa europea tale per cui adesso noi dovremmo lavorare quattordici ore, ma evidentemente lei non lo sa. Dicevo che si tratta di quattro accordi completamente disomogenei. Abbiamo – come diceva il mio collega Sibilia durante la dichiarazione di voto sull'articolo 3 – delle esenzioni da tassazione, delle agevolazioni che veramente reputiamo indicibili, cioè ci sono agevolazioni finanziarie, ci sono immunità, c’è l'esenzione dalla tassazione – e qui, lo ripeto, si tratta proprio di esenzioni da tasse sul fatturato ed in particolare dall'imposta sul valore aggiunto, IVA – e l'Organizzazione godrà dell'esenzione dal pagamento di tali tasse su acquisti rilevanti connessi al raggiungimento dei suoi obiettivi istituzionali. Benissimo, quindi abbiamo un'organizzazione che ha dentro delle persone che hanno immunità, direi più alte rispetto alle immunità parlamentari, perché non si può entrare all'interno dell'organizzazione, queste persone non possono essere, diciamo, indagate per nessun motivo e quindi io direi che si tratta di avere delle agevolazioni non indifferenti. Ci mettiamo dentro due milioni e mezzo di euro e direi che siamo a posto così.
  Ora, entro un attimo nella situazione che ci siamo ritrovati ad avere in Commissione Affari esteri: i colleghi – come possono tranquillamente testimoniare – c’è stato molto spesso un dialogo tra noi e gli altri colleghi, ora se noi ci ritroviamo però che il 7 giugno la sottoscritta richiede un'audizione, in questo caso abbiamo richiesto l'audizione di Stefano Peveri, manager del World Food Programme, coordinatore della sede di Brindisi, e la maggioranza si rende disponibile per fare questo tipo di audizione – perché mi ricordo perfettamente le parole della collega Quartapelle, che dava disponibilità su questo – e noi chiedevamo proprio questa audizione per il fatto che l'ultimo punto permette di lasciare la base NATO di Brindisi all'Onu per stoccaggio di beni alimentari e questo ci può andar bene; il problema è che poi l'ONU – e c’è scritto proprio nell'accordo – senza limitazioni può installare sistemi satellitari e radio, senza prendere in considerazione la salute dei pugliesi che abitano nei dintorni, cioè stile MUOS. Ora, noi su questo abbiamo detto: «no, perdonateci, non esiste, vogliamo un'audizione». La maggioranza insomma si è resa disponibile e l'audizione non c’è stata e ci ritroviamo la ratifica in Aula. Molto spesso voi avete tolto qualsiasi tipo di rispetto nei confronti di questa Aula parlamentare, ma un'opposizione che chiede un'audizione e la maggioranza è d'accordo e poi questa audizione non viene fatta francamente mi sembra proprio da presa in giro.
   Per tutte queste ragioni, chiaramente il MoVimento 5 Stelle voterà contro questi accordi. Noi non accetteremo una serie di accordi messi tutti insieme in una ratifica, che nulla hanno a che fare. Non ci interessano i discorsi che fate sullo snellimento del processo legislativo, dato che, quando volete, il processo legislativo lo potete snellire senza problemi – penso alla «legge Boccadutri», quando per erogare i Pag. 38vostri finanziamenti ci avete messo veramente quattro ore – quindi non venitemi a dire che c’è uno snellimento e lo snellimento deve passare attraverso ratifiche che nulla hanno a che fare una con l'altra.
  Noi voteremo contro e questi accordi completamente disomogenei che vengono messi nella stessa ratifica, non vogliamo vederli, perché, se continueremo a vederli, chiaramente il nostro atteggiamento cambierà e di molto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Carrozza. Ne ha facoltà.

  MARIA CHIARA CARROZZA. Grazie, signora Presidente, onorevoli colleghi, desidero dichiarare il voto favorevole del Partito Democratico per la ratifica di questi accordi, che in parte riguardano emendamenti ad accordi precedenti e, in generale, riguardano laboratori internazionali, per esempio l'Agenzia della biodiversità, che avrà la sede a Maccarese, la formazione del personale qualificato ONU a Torino, dove già esiste un centro di training per il personale dell'Organizzazione mondiale del lavoro e l'installazione a Brindisi di un centro di logistica, una base logistica per le Nazioni Unite e infine un altro accordo che riguarda la cessione di terreni e gli oneri di urbanizzazione per la realizzazione del centro di ricerca dell'Agenzia spaziale europea a Frascati.
   In questi ambiti, a noi sembra una grande opportunità avere sul territorio nazionale laboratori e agenzie internazionali che operano in settori importanti; in particolare l'Agenzia per la biodiversità noi riteniamo che sia un elemento anche di prestigio per la ricerca italiana averla sul territorio nazionale, come tutte le organizzazioni internazionali che aprono delle strutture all'estero godono di quelle particolari condizioni che sono una necessaria premessa per poter avere sul territorio nazionale la sede di un organismo internazionale. Quindi, per tutti questi motivi, desidero esprimere il voto favorevole del Partito Democratico per la ratifica di questo accordo.

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3764)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 3764, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ruocco, Nicchi, Rosato, Giorgio Piccolo, Cuomo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

  S. 2028 – Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Accordo tra la Repubblica italiana e Bioversity International relativo alla sede centrale dell'organizzazione, fatto a Roma il 5 maggio 2015; b) Accordo tra la Repubblica italiana e l'Agenzia spaziale europea sulle strutture dell'Agenzia spaziale europea in Italia, con Allegati, fatto a Roma il 12 luglio 2012, e Scambio di Note fatto a Parigi il 13 e il 27 aprile 2015; c) Emendamento all'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e le Nazioni Unite sullo status dello Staff College del Sistema delle Nazioni Unite in Italia del 16 settembre 2003, emendato il 28 settembre 2006, fatto a Torino il 20 marzo 2015; d) Protocollo di emendamento del Memorandum d'intesa fra il Governo della Repubblica italiana e le Nazioni Unite relativo all'uso da parte delle Nazioni Unite di locali di installazioni militari in Italia per il sostegno delle operazioni di mantenimento della pace, umanitarie e quelle ad esse relative del 23 Pag. 39novembre 1994, con Allegato, fatto a New York il 28 aprile 2015 (3764):

   (Presenti  398   
   Votanti  367   
   Astenuti   31   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato
 294    
    Hanno votato
no   73).    

  (Il deputato Busto ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario – La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita a votare a favore).

  Sospendiamo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 12,55, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amendola, Artini, Boccia, Matteo Bragantini, Bratti, Bueno, Capelli, Catania, Cirielli, Dambruoso, Fontanelli, Formisano, Garofani, La Russa, Lupi, Manciulli, Mannino, Mazziotti Di Celso, Pisicchio, Portas, Rampelli, Realacci, Rosato, Rossomando, Sanga, Sani, Scotto, Tabacci e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centonove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (ore 15,02).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro della giustizia, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

(Iniziative di competenza volte ad evitare lo svolgimento di incontri aventi come oggetto la promozione e la commercializzazione di pratiche relative alla maternità surrogata – n. 3-02421)

  PRESIDENTE. L'onorevole Calabrò ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-02421, concernente iniziative di competenza volte ad evitare lo svolgimento di incontri aventi come oggetto la promozione e la commercializzazione di pratiche relative alla maternità surrogata (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

  RAFFAELE CALABRÒ. Presidente, penso che il Ministro sia a conoscenza che il 22 luglio di quest'anno sul sito web del Corriere della Sera è venuta fuori la notizia che l'amministratore delegato alla società Extraordinary Conceptions, che è specializzata in maternità surrogata, ha organizzato a Roma una serie di incontri in un albergo romano con coppie italiane per promuovere la maternità surrogata dietro pagamento. Questi incontri poi erano organizzati anche a Firenze, anche a Milano, in altri alberghi, e per fortuna sono stati cancellati dall'invio dei NAS da parte del Ministro Lorenzin.
  Bene: il Ministro sicuramente è a conoscenza di quello che dice la legge n. 40. Io la voglio rileggere un secondo, rapidamente: «Chiunque realizza, organizza, pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre Pag. 40mesi a due anni, e con la multa da 600 mila ad 1 milione di euro». Quello che noi intendiamo chiedere è: cosa si è fatto per questo problema, cosa si intende fare in futuro per impedire che ci siano ulteriori situazioni illegali ?

  PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Presidente, l'atto di sindacato ispettivo riporta l'iniziativa promossa dai legali rappresentanti della clinica statunitense Extraordinary Conceptions, finalizzata alla pubblicizzazione anche in Europa dei propri servizi nel settore della maternità surrogata attraverso un ciclo di incontri programmato, anche in alcune città italiane nella prima settimana del mese di giugno. Il Ministro della salute ha comunicato al riguardo di aver incaricato i NAS di un'indagine conoscitiva sui fatti appresi dagli organi di stampa, in considerazione delle disposizioni previste dalla legge n. 40 del 2004 ricordate dall'interpellante. In linea generale, la condotta avente ad oggetto qualsiasi forma di pubblicizzazione o commercializzazione dei gameti o embrioni o la surrogazione di maternità costituisce reato ai sensi dell'articolo 12, comma 6, della legge citata, ed è quindi perseguibile d'ufficio. Tale norma incriminatrice ha peraltro superato anche il vaglio della Corte costituzionale, che nel dichiarare l'incostituzionalità del divieto di fecondazione eterologa non ha tuttavia inciso sulla norma penale citata. La fattispecie incriminatrice risulta integrata in presenza di una concreta attività di pubblicizzazione, che esponga al pericolo il bene interessato tutelato. Con riferimento all'iniziativa pubblicitaria programmata, la procura della Repubblica presso il tribunale di Roma ha comunicato di aver iscritto il procedimento penale nei confronti di ignoti per il reato di cui all'articolo 12, comma 6, della legge n. 40 del 2004. Quanto all'adeguatezza del sistema vigente rispetto al pericolo di reiterazione di analoghe iniziative, rilevo che le previsioni normative che presidiano con la più grave delle sanzioni il divieto di surrogazione di maternità ed ogni sua forma di pubblicizzazione svolgono un'idonea funzione deterrente in ordine alla diffusione anche nel nostro Paese delle pratiche di riproduzione vietate dalla legge.

  PRESIDENTE. L'onorevole Binetti, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

  PAOLA BINETTI. Credo che non sfugga a nessuno che questo riferimento esplicito alla legge n. 40, potremmo dire a quel che resta della legge n. 40, ha rappresentato nel recente dibattito sulle unioni civili l'aggancio concreto e preciso perché quella norma potesse essere approvata con la distinzione esplicita dei diritti della coppia rispetto a quelli che sono i cosiddetti diritti di genitorialità. C’è un Paese che guarda a quella legge, e concretamente a quell'articolo, nella certezza della lealtà del patto di Governo stretto in quell'occasione specifica tra le forze che non solo sono forze di maggioranza, ma sono le forze che di fatto compongono questo Parlamento in ordine davvero ad obiettivi di alto profilo.
  C’è il sospetto che le leggi non siano tutte eguali, c’è il sospetto che nei confronti della trasgressione ad alcune leggi ci sia una sorta di maggiore benevolenza; e c’è il fatto che ci sia un'effettiva compiacenza nei confronti di questa legge perché, come ricorderà sicuramente il Ministro ma come ricordano tutti quanti i colleghi, questa specifica organizzazione che arriva in Italia era la stessa che aveva garantito una sorta di utero in affitto, quindi una procedura di questo tipo, ad alcuni dei nostri colleghi. Quindi c’è stato un rilancio, una sorta di ping-pong molto pericoloso, proprio perché ha teso in qualche modo a legittimare questa cosa.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  PAOLA BINETTI. Questo a prescindere poi dall'ambiguità – finisco subito – di Pag. 41una pubblicità che assume la veste di informazione, ma in realtà è un'autentica operazione di marketing. Quindi mi permetta, Ministro, di dire che non siamo soddisfatti della risposta.

(Elementi e iniziative in merito all'operatività dell'istituto della transazione fiscale e previdenziale a favore delle imprese attive in Campania – n. 3-02422)

  PRESIDENTE. L'onorevole Palladino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02422, concernente elementi e iniziative in merito all'operatività dell'istituto della transazione fiscale e previdenziale a favore delle imprese attive in Campania (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  GIOVANNI PALLADINO. Signor Presidente, signor Ministro, la crisi del 2003, che tuttora interessa l'economia globale, ha colpito e colpisce in modo pesante la regione Campania, dove sono stati adottati diversi provvedimenti legislativi tesi ad evitare il default delle imprese più virtuose. Tra le più efficaci misure, attraverso l'istituto della transazione fiscale e previdenziale, si è reso disponibile il credito fiscale e previdenziale, che ha permesso di salvaguardare i fattori produttivi, con particolare riferimento alla forza lavoro. La direzione regionale dell'Agenzia delle entrate della Campania fino a dicembre 2014 ha sottoscritto numerose transazioni fiscali, salvando migliaia di posti di lavoro. Successivamente non sono stati concessi nullaosta per la stipula di accordi transattivi, pur avendo le direzioni provinciali di competenza espresso parere favorevole, contravvenendo espressamente alle disposizioni impartite dalla direzione centrale dell'Agenzia delle entrate.

  PRESIDENTE. Concluda.

  GIOVANNI PALLADINO. Chiediamo, signor Ministro, quali siano le ragioni del diniego delle proposte di transazione fiscale per le imprese in Campania dal 2014 in poi, e quali urgenti iniziative intenda porre in essere, dal momento che le direzioni provinciali di competenza hanno espresso parere favorevole alle imprese campane che ne hanno fatto richiesta.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere.

  PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Presidente, come è noto l'istituto della transazione fiscale è un istituto di carattere agevolativo, volto ad evitare, per quanto possibile, il fallimento delle imprese virtuose in crisi, salvaguardando al contempo i livelli occupazionali esistenti: si riconosce al debitore in crisi la facoltà di proporre, con il piano di risanamento del debito che viene redatto in sede di concordato preventivo, il pagamento anche parziale dei tributi amministrativi alle agenzie fiscali e dei relativi accessori, nonché dei contributi amministrati dagli enti gestori di forme di previdenza e assistenza obbligatorie e dei relativi accessori. La transazione fiscale rappresenta uno strumento di fondamentale importanza nell'ottica di salvataggio in via preventiva delle imprese che si trovino in situazioni di crisi, poiché ne evita il default operativo e salvaguarda di conseguenza i fattori produttivi in esse impiegati.
  In quest'ottica vanno interpretate le circolari emanate negli ultimi anni dalla direzione centrale normativa dell'Agenzia delle entrate, con le quali gli uffici periferici sono stati invitati ad agevolare per quanto più possibile il ricorso all'istituto transattivo da parte dei contribuenti in difficoltà: ciò sulla scia di quanto affermato dalla Commissione europea nella raccomandazione 2014/135 del 12 marzo 2014, con cui si invitavano gli Stati membri a favorire le aziende nel ricorso a strumenti che permettano loro di ristrutturarsi nella fase iniziale di crisi.
  Sulla scorta degli elementi forniti dalla direzione regionale Campania dell'Agenzia delle entrate nel periodo fra il 2 gennaio 2014 a tutt'oggi, le direzioni provinciali hanno chiesto il parere della direzione Pag. 42regionale in relazione a 19 istanze di transazione fiscale: per ciascuna richiesta di parere esiste una valutazione tecnica resa dalla commissione per la transazione fiscale istituita presso la direzione regionale. La commissione si attiene alle indicazioni fornite dalla direzione centrale normativa e contenzioso. In esito all'esame delle richieste, la direzione regionale ha espresso 6 pareri favorevoli e 9 contrari, mentre le altre 4 sono ancora in trattazione. Su 9 istanze di transazione respinte dalla direzione regionale, 4 erano state istruite con esito sfavorevole dalle stesse direzioni provinciali, 3 presentavano violazioni di legge evidenziate dal commissario giudiziario, e le altre 2 sono state respinte, l'una per carenza dei presupposti, l'altra per mancanza di adeguate garanzie a fronte di un piano di dilazione ultradecennale.

  PRESIDENTE. L'onorevole Giovanni Palladino ha facoltà di replicare, per due minuti.

  GIOVANNI PALLADINO. Grazie signor Ministro e prendo atto di quanto fatto almeno fino al 2014, ma ci auguriamo che venga tempestivamente risolto il problema che coinvolge le imprese virtuose, in crisi e che ancora aspettano le transazioni fiscali. Parliamo di aziende virtuose come la Union Security e di molte altre ancora, dove l'amministratore ha fatto richiesta da due anni per l'acquisto e la fusione di due società, rilevandone i debiti e che vuole saldarli, se solo glie ne fosse data la possibilità, prima di fallire. Stiamo parlando di provvedimenti necessari, emanati dal legislatore italiano anche per adeguarsi alle raccomandazioni della Commissione europea, per incoraggiare gli Stati membri a istituire un quadro giuridico che consenta la ristrutturazione efficace delle imprese sane in difficoltà finanziarie e di dare una seconda opportunità agli imprenditori onesti. Signor Ministro, vogliamo evitare che in tal modo venga a crearsi una concorrenza sleale da parte di aziende ubicate in altre regioni, alle quali, a parità di condizioni, dette transazioni fiscali vengono concesse.

(Elementi e iniziative in ordine alle risorse stanziate per la candidatura della città di Roma a sede delle Olimpiadi 2024 – n. 3-02423)

  PRESIDENTE. L'onorevole Guidesi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02423, concernente elementi e iniziative in ordine alle risorse stanziate per la candidatura della città di Roma a sede delle Olimpiadi 2024 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), ha un minuto.

  GUIDO GUIDESI. Signor Presidente, signor Ministro, è noto il fatto che il Governo spinga molto per la candidatura alle Olimpiadi del 2024 per la città di Roma, è noto altresì il fatto che noi abbiamo sempre osteggiato questa scelta ma è noto altresì il fatto che il comune di Roma oggi ha un nuovo sindaco, sindaco che pare risultare coerente con i suoi propositi di campagna elettorale tanto che nelle linee programmatiche presentate al consiglio comunale non vi è la candidatura della città per le Olimpiadi del 2024. Siccome il Governo ha stanziato nell'ultima legge di stabilità ben 10 milioni di euro per il Comitato promozionale, 2 milioni per quest'anno e 8 milioni per il prossimo, siamo a chiedere quindi se non ritenete di disimpegnare quei soldi e di chiedere una rendicontazione efficace al Comitato promotore.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere.

  PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, ai sensi dell'articolo 1, comma 991, della legge di stabilità 2016, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, all'interno del capitolo di spesa 1896, somma da erogare per il finanziamento del CONI, è stato istituito il piano di gestione n. 4, Comitato promotore Olimpiadi Roma 2024, con uno stanziamento di 2 milioni di euro per l'anno 2016 e 8 milioni per l'anno 2017. Per Pag. 43quanto riguarda lo stanziamento del corrente esercizio finanziario, il Dipartimento del tesoro ha effettuato il trasferimento ad oggi dell'importo di 1 milione di euro al Comitato olimpico nazionale italiano. Inoltre, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, è stato istituito il capitolo di spesa 7457, «somme da assegnare alla Presidenza del Consiglio dei ministri per il Fondo sport e periferiche», con una dotazione di 20 milioni di euro per il 2015, 50 per il 2016 e 30 per il 2017, delle quali quota parte è destinata a finanziare attività e interventi finalizzati alla presentazione e alla promozione della candidatura di Roma per il 2024. L'assemblea capitolina ha approvato il 25 giugno 2015 una mozione a favore della presentazione della candidatura di Roma ai trentatreesimi Giochi olimpici e ai diciassettesimi Giochi paraolimpici del 2024. Il progetto di candidatura è pertanto operativo da oltre un anno, avendo comportato l'assunzione di impegni per molte attività a valere per l'intero arco del periodo di candidatura e cioè fino alla scelta della città candidata, prevista per settembre 2017. I fondi inseriti dal Governo nell'ultima legge di stabilità sono indispensabili, insieme ad altri fondi, a coprire le attività svolte e quelle da finalizzare. Allo stato, è in corso un processo di valutazione e analisi tecnica da parte dell'amministrazione di Roma. Non risulta allo stato alcuna cancellazione della candidatura olimpica della città di Roma.

  PRESIDENTE. L'onorevole Guidesi ha facoltà di replicare, per due minuti.

  GUIDO GUIDESI. Signor Presidente, Ministro, qui c’è un po’ un rimpallo tra voi e il comune di Roma. Nella speranza che il comune di Roma ribadisca le linee programmatiche e il programma di campagna elettorale e le parole del nuovo sindaco Raggi di campagna elettorale, noi ne saremmo assolutamente contenti, ma detto questo, nella mancata chiarezza tra voi e il comune di Roma, si sta semplicemente rischiando di buttar via dei soldi per una candidatura che domani potrebbe non essere nemmeno presentata.
  Allora io credo che, per garantire i soldi pubblici dei cittadini, questa chiarezza ci debba essere subito. Non credo che ci possiamo permettere nella situazione in cui siamo – la dico tutta – di mandare in giro per il mondo il signor Malagò e il signor Montezemolo a fare festa e festeggiamenti per una candidatura che magari potrebbe anche non esserci. Noi continueremo ad insistere su questa situazione, chiedendo chiarezza e chiedendo che quei soldi non vengano spesi, ma chiedendo soprattutto che i soldi che sono stati già spesi dal Comitato promozionale siano rendicontati e siano posti davanti alla Commissione bilancio del Parlamento per capire dove sono stati spesi. A me sembra che in un momento di crisi economica, come quella che stiamo vivendo, questa è una vera presa in giro.

(Iniziative di competenza volte a sospendere la vigenza delle norme sul cosiddetto bail-in – n. 3-02424)

  PRESIDENTE. L'onorevole Paglia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02424, concernente iniziative di competenza volte a sospendere la vigenza delle norme sul cosiddetto bail-in(Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, signor Ministro, credo che lei possa convenire con noi che la tutela della stabilità bancaria e finanziaria e del risparmio sia un bene fondamentale da tutelare all'interno di un Paese bancocentrico come il nostro e credo anche che lei possa convenire che, in questo momento, siamo in una fase di grande turbolenza che coinvolge peraltro uno dei principali istituti del Paese, il Monte dei Paschi di Siena. Noi riteniamo che non sia indifferente a questa instabilità la scelta dell'Italia di inserire il bail-in all'interno del proprio ordinamento. Quindi le chiediamo se non ritenga opportuno di dover e poter cogliere quest'occasione, anche davanti al Paese, per annunciare che l'Italia, qualora Pag. 44ci dovesse essere un momento in cui uno dei grandi istituti sistemici nazionali dovesse entrare in crisi o dovesse avere bisogno di una ricapitalizzazione forte, è pronta a sospendere anche unilateralmente il bail-in a tutela dei risparmiatori e della stabilità finanziaria del Paese.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere.

  PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, in pochi anni è stato approvato in Europa un complesso di provvedimenti normativi in materia bancaria senza precedenti, tra cui la direttiva sul risanamento e risoluzione delle banche, quella sugli schemi di garanzia dei depositi, i regolamenti che hanno istituito il meccanismo di vigilanza unico e il meccanismo unico di risoluzione. A questa mole di provvedimenti si aggiunge quella di cosiddetto livello 2, innumerevoli atti delegati della Commissione previsti dai provvedimenti appena citati, come gli standard tecnici e linee guida emanati dall'EBA. La revisione del quadro normativo intende ridurre la possibilità di future crisi e migliorare la resilienza delle banche, sia in caso di stress causato da perturbazioni sistemiche che da cause idiosincrasiche, soprattutto grazie al rafforzamento dei requisiti prudenziali e al potenziamento degli strumenti di supervisione. Fino al 2013 il fatto che la crisi della banca potesse avere effetti sugli azionisti e creditori è stato percepito con minore attenzione, sia in ragione della più ampia possibilità di intervenire con aiuti pubblici, sia perché si è fatto ampio ricorso agli interventi alternativi del Fondo di garanzia dei depositi. Per i primi la normativa è divenuta molto più restrittiva, mentre i secondi sono ora considerati forme di supporto pubblico ancorché le risorse siano totalmente private. La nuova normativa è molto esigente, la sua attuazione prevede comunque elementi di flessibilità che vanno sfruttati in pieno per evitare ripercussioni negative sulla stabilità finanziaria. Questi elementi di flessibilità inoltre vanno sfruttati in pieno anche per garantire la protezione dei risparmiatori. Il disegno dell'unione bancaria non è peraltro completato, deve essere ancora implementato l'accordo concluso dall'Ecofin il 18 dicembre 2013, l'istituzione di un sostegno pubblico comune al Fondo di risoluzione unico. L'Accordo del 2013 prevede che tale backstop debba essere istituito entro il 2023. Nulla impedisce di agire subito e questa posizione è stata più volte ribadita in sede europea dalla delegazione italiana. Non è stato ancora poi istituito il terzo pilastro dell'unione bancaria, il meccanismo unico di garanzia dei depositi. La Commissione ha avanzato una proposta di Regolamento che prevede una graduale costruzione di un sistema unico di garanzia dei depositi che porterebbe a realizzare la piena assicurazione europea a partire dal 2024. L'Italia sostiene e ha sostenuto con convinzione la creazione di un sistema comune di assicurazione dei depositi che permetterebbe di realizzare una più completa mutualizzazione del rischio bancario nell'area euro e contribuirebbe ad allentare il legame fra banche e Stati sovrani, garantendo a tutti i depositanti lo stesso livello e garanzia di protezione.

  PRESIDENTE. L'onorevole Paglia ha facoltà di replicare.

  GIOVANNI PAGLIA. Grazie, Presidente. Ma non si può essere soddisfatti di una non risposta come questa. Il signor Ministro è venuto a dirci quello che tutti noi già sapevamo: sapevamo benissimo che l'Unione Europea ha prodotto molta carta relativa alle banche in questi anni, senza risolvere alcuno dei loro problemi; sapevamo benissimo che il bail-in è in vigore e anche che l'Italia chiede o chiederebbe che si attivi anche il terzo pilastro di questa unione bancaria, che è ancora zoppa e non funzionante. Il problema è che dalla parte delle soluzioni noi abbiamo sentito anche oggi dei condizionali, dei «vorremmo ma non posso», ma non abbiamo sentito alcuna parola chiara, invece, Pag. 45che dovrebbe tranquillizzare risparmiatori ed investitori rispetto a quello che abbiamo davanti oggi. Oggi noi – e lo dicono i giornali quotidianamente – siamo e saremo chiamati presto a dover affrontare la ricerca di una soluzione rispetto a quello che era il terzo gruppo bancario del Paese, con possibili conseguenze sistemiche. Questo non lo dico io: lo dice anche il signor Ministro e lo dicono tutti gli esperti e gli analisti.
  Davanti a questo e in una situazione che se dovesse, diciamo, andare avanti come un treno, senza nessuno che mette un freno, il rischio è quello di arrivare appunto al bail-in, la risposta del Governo è: «Tutto questo ci va bene». Tutto questo ci va bene anche quando persino l'Associazione bancaria italiana arriva a richiamare – e fa bene – dopo tanti altri la possibile incostituzionalità del bail-in. Perché il Governo continua a non voler rispondere ? Perché il Governo davanti al Parlamento e al Paese continua a rimandare qualsiasi ricerca di una soluzione, confidando solo ed esclusivamente sulla rigida applicazione di regole europee che, come abbiamo già visto nel caso delle quattro banche, non funzionano e sono penalizzanti per il nostro Paese ?
  Allora, io le chiedo, signor Ministro, se non oggi quando lei intenderà finalmente dare una risposta all'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

(Iniziative volte a superare le criticità del sistema bancario, anche in considerazione dei prossimi risultati dei cosiddetti stress test – n. 3-02425)

  PRESIDENTE. L'onorevole Brunetta ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-02425, concernente iniziative volte a superare le criticità del sistema bancario, anche in considerazione dei prossimi risultati dei cosiddetti stress test(Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  RENATO BRUNETTA. Grazie, signor Presidente. Tutti quelli che da mesi ripetono che il sistema bancario è solido andrebbero messi tra gli ignavi. È solido il risparmio degli italiani, è basso il debito privato, ma le aziende sono in crisi e le banche sono aziende. Su questo tema non ho trovato un Ministero dell'economia e delle finanze all'altezza della sfida. Mi dispiace dirlo, ma di fronte all'ennesimo «vorrei ma non posso» non si può tacere.
  E ancora: su MPS ma quale soluzione di mercato ? Noi compriamo dei soldi ponte per garantire l'aumento di capitale del Monte dei Paschi di Siena e se va male paga lo Stato, senza neanche sapere se funzionerà. L'unica certezza dell'operazione è che JP Morgan, che la organizza, ci guadagnerà 80-100 milioni di euro in ogni caso. Aggiungo: io mi fido di tutti, però mi ricordo che la Goldman Sachs faceva l’advisor del Governo greco per il debito con una mano e con l'altra invitava i clienti a vendere.
  Signor Ministro, queste non sono le mie parole; sono le parole del presidente Francesco Boccia, presidente della Commissione bilancio della Camera. Lei è un ignavo, signor Ministro ?

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere.

  PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Presidente, nel rispondere all'onorevole Brunetta mi riferirò al testo scritto della sua interrogazione. La previsione per l'economia italiana, contenuta nel DEF 2016, poneva la crescita del PIL reale attorno all'1,2 per cento per quest'anno, all'1,4 nel 2017 e all'1,5 nel 2018. Dal punto di vista del profilo trimestrale si prevedeva un incremento in termini reali dello 0,3 nel primo trimestre, seguito da aumenti più corposi dal secondo trimestre in poi, con il trimestre appena concluso in salita dello 0,4. Le stime Istat, rilanciate nel frattempo, hanno confermato una crescita congiunturale dello 0,3 per cento nei primi tre mesi dell'anno. Le nostre valutazioni preliminari riguardo al secondo trimestre portano a ritenere che la crescita abbia Pag. 46rallentato allo 0,1-0,2 per cento congiunturale. A questo rallentamento può aver contribuito la debolezza delle economie emergenti, ma anche l'incertezza riguardo al risultato del referendum britannico. Si è notata, infatti, una flessione di produzione industriale e di fiducia delle imprese in tutti i Paesi dell'area dell'euro, in particolare in maggio. Tuttavia, in giugno la fiducia delle imprese manifatturiere italiane ed europee ha recuperato terreno. Nel complesso, se il voto britannico fosse stato a favore della permanenza nell'UE, saremmo stati propensi a mantenere la previsione ufficiale e, al più, a suggerire un rischio al ribasso pari a non più di due decimi di punto per quest'anno e pressoché nullo per il 2017.
  Questi aspetti, legati ai canali di trasmissione della Brexit, per effetto della Brexit sull'economia italiana, saranno valutati in dettaglio nell'aggiornamento al DEF del prossimo settembre. Con la nota di aggiornamento al DEF il Governo presenterà un nuovo quadro macroeconomico e di finanza pubblica e la legge di bilancio conterrà le misure del Governo per continuare nel suo programma di crescita e consolidamento.
  Quanto al sistema bancario, tralascio le osservazioni personali e ribadisco che, malgrado una profonda e prolungata recessione, lo stato di salute delle banche italiane in generale rimane solido. Il problema delle sofferenze sarà affrontato ordinatamente nel tempo. I risultati degli stress test potranno eventualmente indicare singoli casi di particolare attenzione, ma non del sistema. Assicuro che il Governo segue con attenzione eventuali elementi di criticità, in stretto contatto con le autorità europee.

  PRESIDENTE. L'onorevole Brunetta ha facoltà di replicare.

  RENATO BRUNETTA. Grazie, Presidente. Io non posso che dire di essere d'accordo col presidente della Commissione bilancio, Boccia. Lei è un ignavo, signor Ministro, perché non risponde alle domande di questo Parlamento, alle domande che le ha rivolto il presidente Boccia, il presidente della Commissione bilancio, e alle mie domande. Nelle valutazioni previsionali avete imbrogliato; avete imbrogliato l'anno scorso, avete imbrogliato ad aprile di quest'anno, avete imbrogliato individuando un tasso d'inflazione dell'1 per cento quando siamo in deflazione e la Brexit, come lei ben sa signor Ministro, non c'entra assolutamente nulla, perché la Brexit è del 23 giugno scorso e sui dati previsionali non è ancora apparsa.
  Sulle banche ha ragione Boccia. Continua a dire, come un mantra, che il sistema bancario italiano è solido. Lo vedremo venerdì sera, lo vedremo lunedì mattina, lo vedranno il milione e mezzo di pensionati delle professioni autonome che sono stati costretti a versare 500 milioni ad Atlante 2. Verrete travolti dalla crisi bancaria, verrà travolta soprattutto la vostra falsità e l'aver fuggito, essere fuggiti dal Parlamento e dall'opinione pubblica. Avete fatto quattro decreti uno peggio dell'altro; avete distrutto la credibilità del nostro sistema bancario e ha ragione Boccia ancora una volta. Il Ministero dell'economia e delle finanze da lei diretto – si fa per dire – è assolutamente non all'altezza di questa situazione. Sarà il caso di pensare alle dimissioni e può anche guardarmi in faccia, signor Ministro. Nei giornali e nelle interviste può anche dire di non rispondermi; in quest'Aula lei ha il dovere di rispondere, ma evidentemente questo non è nel suo stile. Sarà bene che torni al più presto ai suoi studi.

(Iniziative di competenza in merito alla situazione del Monte dei Paschi di Siena – n. 3-02426)

  PRESIDENTE. L'onorevole Rizzetto ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Rampelli ed altri n. 3-02426, concernente iniziative di competenza in merito alla situazione del Monte dei Paschi di Siena (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

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  WALTER RIZZETTO. La ringrazio, Presidente. Buongiorno, Ministro. Dunque, Ministro, nella risposta precedente lei ha parlato di singoli casi, nel senso che oramai tutti sappiamo che questo venerdì, venerdì 29 luglio, l'Autorità bancaria europea andrà a fare uno screening degli istituti a rischio, i cosiddetti stress test. Ecco, Ministro, lei lo sa meglio di me: tra gli oltre 50 istituti che sono sottoposti a screening, come prima detto, l'istituto più a rischio tra questi è, per l'appunto, il Monte dei Paschi di Siena, caso singolo come da lei appena accennato. Quindi, noi le facciamo una domanda semplice semplice, ovvero quali iniziative lei porterà avanti, o di competenza chiaramente del Governo, e cosa intendete assumere rispetto alla grave ennesima crisi di un importante e fondamentale istituto bancario italiano, per tutelare soprattutto i risparmiatori, siano essi azionisti o obbligazionisti.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere.

  PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Grazie, Presidente. Questa questione va messa in un contesto generale e questo contesto generale si può valutare con l'andamento delle sofferenze. Le sofferenze lorde incluse nell'ammontare dei crediti deteriorati sono pari, in Italia, a 210 miliardi di euro; le sofferenze nette ammontano a 87 miliardi di euro. A fronte di questi 87 miliardi di euro ci sono garanzie e coperture che ammontano a 122 miliardi di euro.
  Nei primi mesi del 2016 le sofferenze nette sono in ulteriore e progressiva diminuzione: a fine febbraio sono pari a 83 miliardi, in diminuzione di oltre 500 milioni rispetto a gennaio e in calo di quasi 4 miliardi rispetto a dicembre 2015.
  Secondo l’outlook dell'ABI-Cerved, del maggio 2016, nel 2017 il totale delle sofferenze si avvicinerà ai livelli pre-crisi, raggiungendo comunque il minimo dal 2009. Gli stress test, che sono stati più volte citati, effettuati dall'Autorità bancaria europea e che saranno rilasciati il 29 luglio, riguardano, come è noto, l'impatto sui bilanci delle banche in un contesto macroeconomico estremo. Questi stress test daranno indicazioni sulla resilienza di singole banche in vari Paesi europei, ma anche del grado di resilienza complessivo dei sistemi nazionali.
  Il sistema bancario italiano è in grado di implementare soluzioni di mercato sostenibili ed efficaci di fronte ad eventuali fabbisogni di aumento di capitale e lo smaltimento di sofferenze, anche sfruttando strumenti messi a disposizione dal Governo: come la garanzia sulle cartolarizzazioni di sofferenze, i cosiddetti Gacs, gli schemi che prevedono un'accelerazione delle risoluzioni concorsuali e naturalmente strumenti del settore privato come il Fondo Atlante. Sono soluzioni che il Governo segue con interesse ed attenzione, nel rispetto delle proprie competenze.

  PRESIDENTE. L'onorevole Rizzetto ha facoltà di replicare, per due minuti.

  WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente. Ministro, non ci riteniamo assolutamente soddisfatti della risposta, perché per l'ennesima volta lei non ha risposto. È del tutto evidente oramai che le banche sono il vostro vero punto di caduta, sono il vostro vero punto debole.
  Le ricordo, Ministro, che, rispetto alla risposta che lei mi ha appena dato, ovvero – e vado a citare – di soddisfare i fabbisogni, a questo punto, se andrete a soddisfare i fabbisogni, dovrete abrogare la norma del bail-in, perché io le ho chiesto una cosa specifica e particolare: le ho chiesto quali intenzioni avete di tutelare coloro che, probabilmente, dopo uno stress test che sarà assolutamente negativo per Monte dei Paschi di Siena venerdì, andranno nel dubbio se dovranno pagare loro le sofferenze di Monte dei Paschi di Siena o se ci sarà un ulteriore intervento da parte del Governo.
  Le ricordo, oltretutto, Ministro, che attualmente i crediti deteriorati di Monte dei Paschi di Siena ammontano a 27 miliardi di euro: chi dovrà pagare questi Pag. 48crediti deteriorati, che andranno ad essere avallati, sottolineati, e non virtualmente, in questo caso, da quello che venerdì si riuscirà a dire rispetto agli stessi stress test, come prima detto ? Quindi, non mi ha risposto, Ministro, quindi coloro che sono azionisti, co-obbligazionisti, coloro che sono clienti della banca non andranno ad avere nessun tipo di risposta.
  Chiudo, Presidente, dicendo – e non c’è occasione migliore per dirlo direttamente al Ministro Padoan – che, rispetto alle banche, lo rinnovo, state facendo un vero e proprio disastro. Come citato prima dal collega Brunetta: abbiamo – avete ! – votato un «decreto banche», poche settimane fa, pochi giorni fa, che va ad escludere e non va ad includere. Per quanto ci riguarda, i rimborsi devono essere dati a tutti, perché tutti sono cittadini italiani.

(Iniziative di competenza relative al rapporto tra requisiti previdenziali e aspettativa di vita – n. 3-02427)

  PRESIDENTE. L'onorevole Cominardi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Tripiedi ed altri n. 3-02427, concernente iniziative di competenza relative al rapporto tra requisiti previdenziali e aspettativa di vita (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

  CLAUDIO COMINARDI. Presidente, in Italia, tutti i giorni, il nonno sessantaseienne si alza per andare a lavorare; in Italia, tutti i giorni, il nipote ventiquattrenne, magari con laurea, resta a casa senza occupazione e sulla scrivania, forse un voucher: questo è il risultato di politiche sciagurate. Grazie alla «legge Fornero» abbiamo l'età di pensionamento tra le più alte d'Europa e, guarda caso, abbiamo contestualmente uno tra i tassi di disoccupazione giovanile più alti d'Europa. Ma non finisce qui: con l'introduzione dell'aspettativa di vita (centrodestra, Sacconi) per il calcolo appunto dell'età pensionabile, si andrà in pensione a settant'anni. Settant'anni ! Io e il mio collega Davide Tripiedi credo che possiamo dire che qua dentro siamo tra i pochi che possono dire di conoscere i lavori di fatica, fuori dal palazzo invece sono la maggioranza dei cittadini, quindi penso agli operai in fabbrica, agli autotrasportatori, agli infermieri, ai muratori: col bastone vanno in cantiere ? Chiudo chiedendo un impegno immediato del Governo sul tema dei lavori usuranti e quindi sull'aspettativa di vita, perché è dimostrato che un operaio campa di meno di un impiegato, un impiegato meno di un dirigente e un politico di professione col vitalizio magari fino a cent'anni.

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Presidente, com’è noto, le politiche in materia pensionistica, da diversi anni a questa parte, sono state improntate all'esigenza di garantire la sostenibilità di lungo periodo del sistema pensionistico e si sono progressivamente sviluppate attraverso una serie di provvedimenti, che peraltro gli stessi interroganti citano nel loro documento. Fra questi, tra i quali, quelli volti ad adeguare i requisiti anagrafici, per l'accesso al sistema pensionistico, all'incremento della speranza di vita.
  L'adeguamento dei requisiti di accesso al pensionamento agli incrementi della speranza di vita è effettuato sulla base dell'incremento dell'aspettativa di vita come accertato dall'ISTAT a consuntivo e si tratta di un meccanismo ampiamente raccomandato in ambito europeo, volto a contrastare il processo di invecchiamento demografico e gestire la relativa transizione demografica. Il meccanismo dell'adeguamento alla speranza di vita è stato originariamente introdotto da una disposizione del 2009. Questa norma prevedeva che l'adeguamento decorresse dal 1o gennaio 2015, con modalità tecniche demandate ad un apposito regolamento da emanarsi entro il 31 dicembre 2014. Il meccanismo è poi stato significativamente modificato Pag. 49da una successiva disposizione del 2010, che ha fissato una cadenza triennale per l'adeguamento, secondo le rilevazioni effettuate dall'ISTAT. La normativa in questione è stata interessata, in un breve lasso di tempo, da molti interventi normativi, fra i quali il decreto-legge n. 98 del 2011, che ha anticipato al 2013 il meccanismo di aggiornamento. Successivamente, il decreto-legge «Monti-Fornero», che, oltre a prevedere un generale aumento dei requisiti pensionistici, ha anche stabilito che ai requisiti anagrafici per l'accesso alla pensione di vecchiaia, nonché al requisito dell'anzianità contributiva per la pensione anticipata, siano applicati incrementi derivanti dal meccanismo di adeguamento all'aspettativa di vita.
  Inoltre, la medesima disposizione normativa ha stabilito che, successivamente all'adeguamento effettuato nel 2019, l'aggiornamento dei requisiti avverrà con cadenza biennale anziché triennale. Il mix di questi due fattori ha inevitabilmente generato un progressivo aumento dell'età pensionabile e pertanto un generale inasprimento dei requisiti per l'accesso alle pensioni. Occorre peraltro considerare che, ai sensi della normativa vigente, a fronte di una diminuzione dell'aspettativa di vita, i requisiti pensionistici devono in ogni caso rimanere invariati.
  Ciò premesso, mi corre l'obbligo di affermare che sulla tematica qui proposta è già presente e attiva l'attenzione del Ministero e che su questo stesso oggetto c’è un'attenzione collegata alla discussione oggi aperta con le organizzazioni sindacali intorno alle tematiche previdenziali. La verifica che stiamo realizzando riguarda appunto la possibilità di effettuare una rivisitazione dei criteri di adeguamento dell'aspettativa di vita con specifico riferimento ai lavoratori che svolgono attività usuranti, per i quali la normativa vigente prevede requisiti di accesso al pensionamento inferiore a quelli generali. Quindi, da questo punto di vista, riteniamo di poter affermare che ci sarà un intervento riferito a questa tematica.

  PRESIDENTE. L'onorevole Tripiedi ha facoltà di replicare, per due minuti.

  DAVIDE TRIPIEDI. Presidente, ringraziamo il Ministro Poletti, ricordandogli anche che l'aspettativa di vita di un muratore o di un ferroviere o di un pescatore è diversa dall'aspettativa di vita di un lavoratore che lavora in banca. Ma non voglio fare la guerra tra poveri, bisogna cercare di intervenire selezionando in maniera decisiva i lavori usuranti. Oggi abbiamo muratori che lavorano a 67 anni sul ponteggio, Ministro, e questo non è accettabile. Le proposte del MoVimento 5 Stelle vanno in quel senso, le proposte ci sono, e i soldi anche.
  Voglio ricordare, Ministro, che è dal 2011 che si parla della riforma Fornero, votata da tutto il Parlamento. Abbiamo speso 11 miliardi per salvaguardare 172 mila persone; abbiamo speso 2 miliardi e mezzo per l’«Opzione donna»; abbiamo speso 10 miliardi di euro per il Jobs Act sulla decontribuzione: Ministro, non ci venga a dire che i soldi non ci sono, perché i soldi ci sono, e ne abbiamo ! Bisogna utilizzarli bene, è questa la differenza !
  Bisogna sapere, al di fuori di questi palazzi, le persone che vita fanno. Senza dubbio, Ministro, lo sa che il MoVimento 5 Stelle è aperto a modificare o addirittura abrogare l'aspettativa di vita perché bisogna differenziare l'aspettativa di vita rispetto ai mestieri che si svolgono, Ministro.
  Siamo anche preoccupati per la questione dei fondi dei lavoratori professionisti. Adesso c’è il rischio che questi fondi andranno ad essere utilizzati per salvare le banche, Ministro. Noi siamo veramente preoccupati e l'abbiamo denunciato tramite il nostro Vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio. La domanda ci viene spontanea: ma chi ha autorizzato questa manovra ? Avete chiesto ai lavoratori del settore prima di andare a utilizzare i loro soldi per coprire i danni che state facendo ? È questa la nostra preoccupazione, Ministro.Pag. 50
  Voglio concludere dicendo che il MoVimento 5 Stelle, se si discuterà una proposta che va verso la modifica della legge Fornero o addirittura verso l'abrogazione della legge Fornero o, addirittura, verso una nuova manovra per cui non siano le banche a prestare i soldi ai cittadini per andare in pensione...

  PRESIDENTE. Concluda.

  DAVIDE TRIPIEDI. ... il MoVimento 5 Stelle c’è, Ministro. Quindi ascoltate e accettate le proposte del MoVimento 5 Stelle, che faranno la differenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative per il tempestivo aggiornamento dei metodi di computo del numero delle pensioni di anzianità e anticipate liquidate con il sistema contributivo, con particolare riferimento al dato relativo alle lavoratrici che si sono avvalse della cosiddetta «opzione donna» – n. 3-02428)

  PRESIDENTE. L'onorevole Titti Di Salvo ha facoltà di illustrare per un minuto l'interrogazione Gnecchi ed altri n. 3-02428 concernente iniziative per il tempestivo aggiornamento dei metodi di computo del numero delle pensioni di anzianità e anticipate liquidate con il sistema contributivo, con particolare riferimento al dato relativo alle lavoratrici che si sono avvalse della cosiddetta «opzione donna» (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

  TITTI DI SALVO. Grazie, Presidente. Signor Ministro, intanto noi diamo un giudizio molto positivo del confronto che ha aperto in questo momento con le organizzazioni sindacali sul capitolo pensioni e dell'impegno del Governo su questo capitolo in tutti i suoi aspetti. Anche ai fini di questo confronto, come lei ben sa, è molto importante che i dati di monitoraggio dei flussi pensionistici, che vengono trimestralmente sfornati dall'INPS, siano dati chiari, trasparenti e leggibili. Lei sa che non è così. L'ultimo monitoraggio, come altri precedenti, consegna dati aggregati per genere e aggregati in termini generali.
  Ma c’è una seconda considerazione che vorrei fare. Lei sa molto bene che nella legge di stabilità, in particolare, abbiamo inserito una norma che consente il prolungamento della sperimentazione di «opzione donna» e anche un vincolo di utilizzo delle risorse eventualmente risparmiate, nel caso in cui la platea non sia quella stimata e le risorse, quindi, siano inferiori a quelle utilizzabili. In questo caso, evidentemente, noi siamo impegnati a utilizzarle per allargare la platea di sperimentazione.
  Concludo, Presidente. Naturalmente, se i dati sono aggregati e non sono leggibili, è un problema che impatta con questa questione, che per noi non è soltanto l'applicazione di una norma, ma è un obiettivo molto importante, perché quella sperimentazione continui e diventi strutturale.

  PRESIDENTE. Prego i colleghi di attenersi ai tempi. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole Di Salvo. La cosiddetta «opzione donna», com’è noto, è una soluzione adottata dal Governo per mitigare, seppure parzialmente, gli effetti distorsivi introdotti dalle ultime riforme pensionistiche. Rappresenta la possibilità per le donne, una volta consolidata una certa anzianità contributiva, di anticipare l'uscita dal mondo del lavoro di diversi anni rispetto le regole ordinarie per il pensionamento, seppur previa opzione per il calcolo dell'assegno interamente con il metodo contributivo. È riservata alle donne che hanno maturato, entro il 31 dicembre 2015, il requisito congiunto dei 35 anni di contribuzione e dei 57 anni (58 per le lavoratrici autonome), ferma restando l'applicazione delle cosiddette «finestre».Pag. 51
  Con specifico riferimento al quesito posto dall'onorevole Gnecchi, preciso che, sebbene la legge di stabilità stabilisca al 30 settembre il termine per la comunicazione degli esiti del monitoraggio dei dati a consuntivo sull'attuazione della sperimentazione di questa importante misura, posso anticipare, a seguito di verifica presso l'INPS, che sono 7.070 le lavoratrici che hanno ottenuto la pensione con decorrenza successiva al 31 dicembre 2015 per aver esercitato l'opzione donna. Il relativo onere finanziario, in ragione d'anno, è pari al 63,3 milioni di euro.
  Quindi, posso assicurare che da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali verrà disposto l'impiego delle risorse non utilizzate per interventi con finalità analoghe a quella di «opzione donna», compresa la prosecuzione della sperimentazione, in modo tale da rispettare pienamente e puntualmente il dettato normativo.

  PRESIDENTE. L'onorevole Marialuisa Gnecchi ha facoltà di replicare.

  MARIALUISA GNECCHI. Grazie, Presidente. Grazie, Ministro. Noi siamo solo contenti di pensare che siano 7.070 le donne che hanno utilizzato l'opzione nel primo semestre del 2016. Pare strano che il lavoro sui flussi di pensionamento fornito dall'INPS ponga 5.104 persone in tutto con il calcolo contributivo, uomini e donne. Quindi, immaginiamo che si tratti di tantissime donne del pubblico impiego, magari vogliamo i dati in modo preciso.
  La nostra Commissione ha impiegato un anno e mezzo di audizioni e di lavoro per valutare le differenze di genere e di impatto rispetto alle donne della normativa previdenziale. Chiediamo veramente, Ministro, che l'INPS, tutte le volte che farà il monitoraggio dei flussi, differenzi tra uomini e donne: questo per noi è fondamentale.
  Sono anche molto contenta, siamo molto contenti che siano solo 63 i milioni di euro utilizzati, perché ricordo che in legge di stabilità abbiamo stanziato 2 miliardi e mezzo di euro per 36 mila donne. Noi volevamo la correzione di una circolare, non siamo riusciti a far correggere la circolare. Speriamo, invece, di riuscire a far correggere la circolare per i nati nel 1952, perché possano andare in pensione con 64 anni e sette mesi. Ovviamente, ci auguriamo che il Ministro Poletti riesca, con il suo Ministero, ad andare incontro ai lavoratori e alle lavoratrici, che hanno veramente molto bisogno di un sostegno da parte del Ministro, almeno per le cose che sono già diventate legge.
  Quindi, siamo assolutamente stupiti del numero, visto che fino al 2014, in tutto, erano state 23.775 le donne che avevano utilizzato «opzione donna», con una punta massima di 8.846 nel 2013. Aspettiamo, con precisione, i dati e saremo contenti di un confronto.

(Chiarimenti in ordine alla mancata tempestiva attivazione delle procedure di emergenza sulla via Pontina in relazione ad un incendio sviluppatosi il 18 luglio 2016, nonché in ordine alla data di inizio dei lavori per la costruzione della nuova autostrada Roma-Latina – n. 3-02429)

  PRESIDENTE. L'onorevole Fauttilli ha facoltà di illustrare per un minuto la sua interrogazione n. 3-02429 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  FEDERICO FAUTTILLI. Grazie, Presidente. Ministro, quello che è accaduto nei giorni scorsi sulla strada Roma-Latina ha dell'incredibile, non perché non fosse prevedibile – al contrario, era tutto prevedibile –, ma perché nessuno ha fatto niente per evitarlo, per evitare una situazione estremamente grave. Migliaia di cittadini sono, di fatto, rimasti prigionieri nelle proprie auto, in file chilometriche, per tre, quattro, cinque ore, ripetutamente per diversi giorni, avvolti spesso in una fitta coltre di fumo provocata dagli incendi della sterpaglia presente per chilometri lungo il ciglio della strada.
  Lei sicuramente mi risponderà che non è competenza del Governo nazionale svolgere i lavori di manutenzione e questo Pag. 52sicuramente è vero – concludo, Presidente –, ma la salute e la sicurezza di migliaia di cittadini italiani credo che debbano essere interesse del Governo. Per questo abbiamo presentato l'interrogazione di oggi: per conoscere perché non siano state attivate con urgenza le procedure di emergenza della Protezione civile o, comunque, una preventiva manutenzione straordinaria, più volte sollecitata dagli stessi operatori della Protezione civile ai dirigenti responsabili. Ma noi vogliamo conoscere, come lei avrà letto nell'interrogazione, anche quali saranno i tempi per l'inizio della costruzione della nuova strada regionale.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere.

  GRAZIANO DELRIO, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole. Abbiamo certamente a cuore la sicurezza e la salute dei cittadini. Con riguardo all'attivazione delle procedure di emergenza, la Protezione civile riferisce che alle 15,30 del 18 luglio 2016 le è pervenuta la segnalazione di un incendio sulla Pontina – come lei ha ricordato –, la quale è di competenza della società partecipata Astral Spa, concedente è la regione. Le fiamme e il fumo provocavano gravi disagi alla circolazione stradale e, quindi, è stato adottato un provvedimento di chiusura al traffico della predetta strada per un tratto di circa 4 chilometri. Gli agenti della Polstrada, cui va il nostro plauso per la loro prontezza e competenza, hanno costituito un'uscita obbligatoria al chilometro 22, ponendo di traverso un TIR di passaggio per bloccare la strada e poi hanno raggiunto a piedi gli automobilisti bloccati e si sono messi, addirittura, alla guida di veicoli abbandonati per poter liberare la strada stessa.
  Per quanto riferisce la sala operativa del Ministero dell'interno sulla tempistica, a domare l'incendio sono intervenuti in zona squadre dei vigili del fuoco allertate alle 15.47 e giunte sul luogo alle 16, con Polizia stradale e altri volontari (Protezione civile regionale e comunale).
  Poi sono intervenuti anche velivoli di Stato ed elicotteri regionali: in particolare il Centro operativo aereo unificato alle ore 19.51, quindi 4 ore e venti minuti dopo, ha disposto la deviazione del Canadair impegnato nello spegnimento di un incendio nel comune di Roccasecca, che è giunto sul posto operando fino alle 20.40 con sei lanci d'acqua.
  Nelle successive giornate del 19, 20 e 22 luglio hanno continuato ad operare dall'alto gli elicotteri della flotta regionale della regione Lazio per spegnere gli ultimi focolai di incendio.
  La tratta stradale è stata chiusa al traffico anche per le giornate successive.
  La riapertura definitiva del percorso stradale ha riguardato inizialmente la sola carreggiata nord, alle ore 22.15 del giorno 21 luglio, e successivamente anche la carreggiata sud, il 22 luglio.
  Dei fatti è stata inoltrata alla competente autorità giudiziaria comunicazione di notizia di reato ad opera del Comando provinciale di Roma e del Corpo forestale dello Stato.
  In relazione quindi all'attivazione, l'attivazione di emergenza è avvenuta subito, dopo 12 e 17 minuti, attraverso le squadre dei vigili del fuoco e poi, dopo qualche ora, addirittura con l'intervento dei Canadair.
  In merito alla data di inizio lavori per la costruzione della nuova autostrada Roma-Latina, il 6 luglio ANAS ci ha riferito che è stata disposta l'aggiudicazione definitiva della gara, dopo tanti anni di attesa e tante procedure; crediamo che sia un'altra delle opere sbloccate, ma come spesso avviene nelle opere, l'inizio dei lavori dipenderà non tanto da noi, quanto dagli sviluppi giudiziari delle azioni cautelari pendenti presso il TAR del Lazio, essendo stato fatto ricorso dalla seconda aggiudicataria.

  PRESIDENTE. L'onorevole Fauttilli ha facoltà di replicare.

  FEDERICO FAUTTILLI. Sì Ministro, io la ringrazio per la sua puntualità nella risposta e anche per l'attenzione su questa problematica, che non da oggi insomma Pag. 53discutiamo anche in quest'Aula insieme a lei.
  Ecco, c’è da tener conto che questa strada ha registrato flussi di traffico, nel periodo 2012-2014, che hanno raggiunto volumi eccezionalmente elevati, con una media giornaliera, Ministro, di più di 70.000 veicoli. Questa è una strada che risulta essere una delle strade più pericolose in Italia per l'alto volume di incidenti che vi accadono: solo nel 2014 sono accaduti circa – no circa: con precisione – 865 incidenti, che hanno comportato 29 morti e 1.433 feriti; una strage, Ministro.
  Per questo motivo la nostra insistenza, la nostra attenzione e la ringrazio per la sua sensibilità, perché questi lavori di costruzione inizino al più presto; e nel frattempo però, viste anche le difficoltà nelle procedure, venga svolta la manutenzione ordinaria di competenza della città metropolitana di Roma e dell'amministrazione provinciale di Latina e quella straordinaria in capo all'Astral, necessaria perché ciò che è accaduto non debba mai più accadere.

(Chiarimenti in merito all'iter di realizzazione del progetto hub portuale di Ravenna, nonché ad alcuni contenziosi avviati dall'ex presidente dell'autorità portuale – n. 3-02430)

  PRESIDENTE. L'onorevole Andrea Maestri ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02430, concernente chiarimenti in merito all'iter di realizzazione del progetto hub portuale di Ravenna, nonché ad alcuni contenziosi avviati dall'ex presidente dell'autorità portuale, per un minuto (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  ANDREA MAESTRI. Signor Presidente, Ministro e onorevoli colleghi, con questa interrogazione chiediamo al Governo di fare piena luce su una vicenda opaca, caratterizzata da una serie inquietante di buchi neri: parliamo del progetto di hub portuale di Ravenna, un'opera strategica di rilevanza nazionale, e parliamo dell'inspiegabile commissariamento della stessa autorità portuale di Ravenna.
  L'ingegner Galliano Di Marco, manager di riconosciuta competenza, che lascia un bilancio con un avanzo di 62 milioni di euro e che con la sua azione ha assicurato 240 milioni di euro di finanziamenti dal CIPE e dalla BEI, ha pagato la sua indipendenza dai poteri forti, che monopolizzano il porto di Ravenna e ha pagato la sua ostinazione nel perseguimento dell'interesse pubblico.
  Nel porto di Ravenna questa vicenda ha visto prevalere gli interessi privati e lei, signor Ministro, con un provvedimento commissariale privo di motivazioni ha scelto di stare dalla parte sbagliata.
  Se può, ci smentisca.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, onorevole Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere.

  GRAZIANO DELRIO, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie Presidente e grazie onorevole, sì, la voglio smentire: l'infrastrutturazione del porto di Ravenna, ahimè, sebbene siano stati messi a disposizione questi fondi (e non solo, credo, grazie all'azione dell'ex presidente, ma grazie all'azione del Governo e di tutti coloro che vi hanno partecipato, perché questo onestamente andrebbe detto).
  Come dicevo, questa infrastrutturazione dell’hub portuale di Ravenna, come lei sa, non è mai partita, anzi da subito, dai primi mesi, sollecitati sia dal presidente Di Marco che dalle autorità locali, abbiamo provveduto a convocare un tavolo tecnico sulle diverse ipotesi di rimodulazione progettuale, proprio al fine di evitare la perdita dei finanziamenti che lei ha citato.
  Abbiamo messo, oltre all'autorità portuale, a sedere anche gli uffici del Consiglio superiore dei lavori pubblici e quelli del Provveditorato alle opere pubbliche di competenza territoriale.Pag. 54
  Le diverse opzioni non sono semplici, tant’è vero che, ripeto, i lavori non sono partiti neanche durante gli anni di presidenza del presidente dell'autorità portuale; è piuttosto complicato, ma crediamo di avere superato ormai la situazione di stallo e di complessità, soprattutto in relazione alle opere di dragaggio del porto.
  Non c’è nessun mistero dietro l'allontanamento, cioè la non conferma come commissario, perché il presidente è scaduto; io ho usato un criterio molto semplice; per continuare in veste di commissari i presidenti uscenti o per invece sostituirli con gli ammiragli delle capitanerie di porto, con i comandanti capitani di porto; il criterio è molto semplice: se non ci sono indagini particolari o questioni diciamo di tipo legale e se vi è una sintonia con gli enti locali e le vorrei ricordare che il presidente dell'autorità portuale veniva scelto – anzi viene scelto a tutt'oggi, finché non viene approvata la nuova legge, che speriamo questa settimana definitivamente di licenziare in Consiglio dei ministri – sulla base di indicazioni delle autorità locali.
  Il presidente dell'autorità portuale deve essere in sintonia con il presidente della regione, con il sindaco e con il presidente della provincia ed è noto a tutti che da diversi mesi le polemiche tra le diverse autorità competenti bloccavano l'attività portuale ed in questo caso, come in altri casi, laddove non si verifica un clima di collaborazione istituzionale, ci è sembrato più opportuno procedere ai commissariamenti con i responsabili delle capitanerie di porto, al fine di restituire un clima di serenità.
  Non c’è quindi nessun mistero, c’è un criterio applicato omogeneamente su tutto il territorio nazionale che risponde a criteri ben precisi e che non è in nessun modo un giudizio sulla qualità dell'operato dell'ingegner Di Marco, è semplicemente una constatazione che non vi erano le condizioni di contesto.
  Non ci sono certamente interessi privati da parte di questo Ministero da difendere, non ci sono certamente.

  PRESIDENTE. L'onorevole Maestri ha facoltà di replicare.

  ANDREA MAESTRI. Grazie Presidente, ringrazio il Ministro per quella che in parte è un'astuta arrampicata sugli specchi, perché in realtà lo stesso Ministro afferma che la nomina deve avvenire di concerto con le autorità locali, ma proprio nella fattispecie di cui ci occupiamo la riconferma dell'ingegner Di Marco alla guida dell'autorità portuale era data per scontata, proprio perché nei tre mesi antecedenti la scadenza dell'incarico il Ministero non aveva attivato la procedura di cui all'articolo 8, comma 1, della legge n. 84 del 1994 e quindi l'intesa con la regione.
  E poi, se è vero, come dice il Ministro, che ci sono ragioni di opportunità che sono oggettive e che sono scevre da condizionamenti dei poteri locali – non parlo delle istituzioni locali, parlo dei poteri locali privati che sono all'interno del porto ed in particolare all'interno di Sapir S.p.A. – se questo è vero, bisognava motivare il provvedimento commissariale, che invece non reca alcuna motivazione né in fatto e né in diritto.
  Quindi alla fine sono io, Ministro, a smentirla e a dichiararmi totalmente insoddisfatto dalla sua risposta.
  Quel che è certo, speriamo per lo sviluppo e per il futuro dello scalo di Ravenna, è che finalmente però il progetto dell’hub portuale venga a compimento.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sui lavori dell'Assemblea (ore 16)

  PRESIDENTE. Avverto che, con lettera trasmessa in data 26 luglio, il presidente della Commissione affari sociali ha comunicato che, nell'ufficio di presidenza della Commissione stessa, integrato dai rappresentati dei gruppi, si è unanimemente convenuto di chiedere un rinvio, a non prima dell'ultima settimana di settembre, Pag. 55dell'esame della proposta di legge n. 913 ed abbinate, in materia di istituzione e disciplina del Registro nazionale dei tumori, previsto nel vigente calendario dei lavori a partire da lunedì prossimo, 1o agosto. L'esame di tale provvedimento non sarà pertanto iscritto all'ordine del giorno delle sedute della prossima settimana.
  Avverto inoltre che, all'ordine del giorno della seduta di mercoledì 3 agosto, alle ore 16,15, sarà iscritta un'informativa urgente del Governo, con la partecipazione del Ministro dell'economia e delle finanze, sullo stato del sistema bancario italiano, con particolare riferimento alla situazione del Monte dei Paschi di Siena.

Intervento di fine seduta (ore 16,02).

  PRESIDENTE. Aveva chiesto di parlare l'onorevole Giuditta Pini. Non è presente: s'intende che vi abbia rinunziato.
  Aveva chiesto di parlare l'onorevole Brugnerotto. Non è presente: s'intende che vi abbia rinunziato.

  ANNALISA PANNARALE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANNALISA PANNARALE. Presidente, nella giornata di ieri ci sono stati migliaia di docenti che attendevano gli esiti delle procedure di mobilità interprovinciale: sia i docenti della scuola dell'infanzia, sia quelli della scuola primaria; peraltro il termine del 26 luglio era già un secondo rinvio rispetto al primo del 23 luglio. In tutta la giornata di ieri non soltanto non c’è stata nessuna pubblicazione di questi esiti, ma il MIUR non ha ritenuto di pubblicare sul proprio sito neanche una parola che giustificasse tale mancata pubblicazione; soltanto oggi è stato pubblicato uno scarno comunicato, che rinvia di altri tre giorni per i docenti della scuola primaria la pubblicazione di questi esiti della mobilità e che parla di generiche scuse per il ritardo di ieri: come se un Ministero non avesse la responsabilità di dover esplicitare immediatamente il ritardo e di dover anche rendere note le ragioni di tali disfunzioni. Peraltro ci risulta che gli stessi docenti dell'infanzia, che avrebbero dovuto ricevere questa comunicazione nella giornata di oggi, stanno ricevendo delle e-mail che non riportano l'indicazione delle sedi.
  Presidente, è un comportamento che riteniamo inammissibile; ed è inammissibile perché si tratta non di informazioni burocratiche: si tratta in realtà di informazioni che hanno a che fare con la vita delle persone. Conoscere, sapere dove si andrà a lavorare, sapere dove bisognerà spostare la propria famiglia, come si modificherà il proprio progetto di vita è un qualcosa che ha a che fare con la vita delle persone; peraltro voglio ricordare che la legge n. 107 del 2015 prevedeva per le fasi B e le fasi C del piano assunzionale straordinario una mobilità interprovinciale su tutto il territorio nazionale fino ai 100 ambiti e fino alle 100 province.
  Concludo, Presidente: le disfunzioni, le irregolarità, le inefficienze e le incapacità sono ormai all'ordine del giorno dell'operato del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Io mi auguro che non ci siano altri rinvii, mi auguro che vengano rispettati i termini dei tre giorni per la scuola primaria, e anche quelli successivi di agosto per la scuola secondaria di primo e secondo grado: la dignità dei docenti credo che sia stata calpestata fin troppo, ormai, in questo Paese.

  PRESIDENTE. Onorevole Pannarale, ovviamente quanto da lei detto resta agli atti dell'Assemblea; poi, se, in più, si vuole procedere con un atto di sindacato ispettivo e sollecitarlo, la Presidenza chiaramente si farà parte diligente in questo.

Ordine del giorno della prossima seduta.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

  Venerdì 29 luglio 2016, alle 9,30:

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

  La seduta termina alle 16,05.

Pag. 56

TESTO INTEGRALE DELLA RELAZIONE DEL DEPUTATO FRANCESCO MONACO IN SEDE DI DISCUSSIONE SULLE LINEE GENERALI DEL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA (A.C. 2710-A)

  FRANCESCO MONACO, Relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, l'Accordo che quest'Assemblea è chiamata ad esaminare quest'oggi è finalizzato a regolare la collaborazione per la lotta alla criminalità organizzata, in particolare, per tutti i casi in cui la prevenzione, la scoperta e la repressione dei reati e l'individuazione dei criminali richiedono un'azione comune tra le autorità competenti del nostro Paese del Qatar.
  Questa Intesa ha, infatti, la finalità di delineare uno strumento giuridico per regolamentare la collaborazione di polizia, sia sotto il profilo strategico che operativo, consentendo di intensificare i rapporti tra gli omologhi organismi dei due Paesi preposti all'applicazione. Non c’è, naturalmente, bisogno di sottolineare l'importanza di una tale collaborazione nel quadro geopolitico attuale, caratterizzato, come è sotto gli occhi di tutti, da una drammatica escalation degli episodi di terrorismo internazionale, non solo quello di matrice jihadista.
  Ricordo che l'articolato al nostro esame era stato inizialmente proposto e redatto sulla base dei modelli adottati nel passato dal Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'interno per analoghe intese bilaterali con i Paesi dell'area mediorientale. L'Intesa, nel corso del negoziato, è stata più volte soggetta a riesame, con l'introduzione di emendamenti che, sotto il profilo formale, la differenziano da altre analoghe intese recentemente definite con altri Paesi dell'area. L'Accordo è finalizzato, in particolare, a contrastare, attraverso la cooperazione di polizia, il traffico illegale di armi, l'immigrazione illegale, il terrorismo e altri reati attinenti alla criminalità organizzata. La collaborazione è estesa anche alla reciproca assistenza per la ricerca di latitanti. Ulteriori disposizioni prevedono le modalità della cooperazione, quali lo scambio delle informazioni e di esperienze, nonché l'assistenza nei settori dello sviluppo scientifico e tecnico di polizia, delle indagini e dell'equipaggiamento. Inoltre, particolari forme di collaborazione sono sancite nel settore della formazione, quali lo scambio di mezzi e di cognizioni tecniche per l'addestramento delle Forze di polizia, di strumenti legislativi, di pubblicazioni e di risultati della ricerca scientifica.
  Al fine di sviluppare la collaborazione di polizia e i rapporti bilaterali per finalità di sicurezza, l'Intesa sancisce la possibilità di effettuare riunioni e scambi di visite tra il personale degli organi di polizia preposti alla sicurezza. Tali incontri potranno consentire di verificare l'attuazione dell'Intesa e di migliorarne l'efficacia.
  Il Memorandum indica, inoltre, le motivazioni per cui le richieste di assistenza possono essere rifiutate e prevede un'adeguata tutela per la protezione dei dati personali. L'Atto internazionale individua quali autorità competenti: per l'Italia, il Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'interno, e per il Qatar, il Dipartimento per la cooperazione internazionale dell'omologo dicastero.
  Gli oneri di attuazione dell'Intesa sono quantificati in circa, 49 euro annui e saranno coperti mediante gli stanziamenti iscritti nei «Fondi di riserva e speciali» della missione, «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2016, utilizzando parzialmente l'accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Segnalo, al proposito, che il riferimento all'anno in corso di tali oneri, imputati all'anno 2014, nel testo originario, è frutto del recepimento di una condizione posta dalla Commissione Bilancio, volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione. A tal fine, la Commissione Esteri ha approvato un mio emendamento di recepimento della menzionata condizione.
  Auspico, in virtù di quanto detto una celere conclusione dell'iter di approvazione Pag. 57di questo disegno di legge di ratifica, che consolida i nostri rapporti con Doha. Con il Governo, di tale Paese, infatti, si registra, una significativa consonanza di vedute tutti i principali dossier regionali, pure se corre l'obbligo di rimarcare le forti zone d'ombra che permangono relativamente al tentativo del Qatar di accreditarsi quale nuovo attore della scena internazionale; in particolare l'incapacità di bloccare i flussi di finanziamento alle organizzazioni jihadiste, le inchieste per presunta corruzione nell'assegnazione dei Mondiali di calcio 2022 o le denunce che Doha riceve da parte di organizzazioni sindacali ed umanitarie a causa delle pesantissime condizioni nelle quali sono costretti i lavoratori immigrati nel Paese del Golfo.

TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI STEFANO DAMBRUOSO, ANDREA CAUSIN E BRUNO ARCHI SUL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA (A.C. 2710-A)

  STEFANO DAMBRUOSO. Signor Presidente, Rappresentanti del Governo, Onorevoli Colleghi, il Memorandum d'Intesa tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dello Stato del Qatar sulla lotta alla criminalità, fatto a Roma 11 16 aprile 2012, mira a dare regolamentazione giuridica alla collaborazione di polizia sotto il profilo strategico ed operativo, intensificando altresì i rapporti tra gli omologhi organismi dei due Paesi preposti alla sua applicazione.
  L'Intesa (finalizzata, in particolare, a contrastare attraverso la cooperazione di polizia il traffico illegale di anni, l'immigrazione illegale, il terrorismo e altri reati attinenti alla criminalità organizzata) si inquadra in un contesto internazionale da cui emerge una crescente attenzione sulla necessità di strette collaborazioni per il contrasto del crimine organizzato transnazionale.
  Come precisato nella relazione illustrativa, nel corso della fase negoziale – avviatasi nel mese di dicembre 2004 su iniziativa delle autorità italiane – il testo del Memorandum d'Intesa, inizialmente redatto sulla base di modelli adottati a suo tempo dal Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'interno per analoghe intese bilaterali con i Paesi dell'area mediorientale, è stato più volte modificato risultando pertanto, sotto il profilo formale, diverso da altre analoghe intese.
  Il testo che l'Assemblea si appresta a votare disciplina, come già evidenziato, la collaborazione per la lotta alla criminalità organizzata, in particolare per i casi in cui la prevenzione, la scoperta e la repressione dei reati e l'individuazione dei criminali richiedono un'azione comune tra le autorità dei due Paesi.
  L'Intesa mira a definire uno strumento giuridico per regolamentare la collaborazione di polizia, sia sotto il profilo strategico che operativo, consentendo di intensificare i rapporti tra gli omologhi organismi dei due Paesi preposti all'applicazione.
  Tra gli obiettivi del Memorandum, figurano quelli della collaborazione nella lotta alla criminalità, in generale, e in tutti i casi in cui la prevenzione e la repressione dei reati, nonché l'individuazione dei criminali, richiedono un'azione comune tra le autorità dei due Paesi preposte all'applicazione dell'Accordo.
  Ulteriori disposizioni definiscono le modalità della cooperazione, nonché l'assistenza nei settori dello sviluppo scientifico e tecnico di polizia, delle indagini e dell'equipaggiamento. Vengono individuati una serie di ambiti di scambio tra le Parti, con particolare riguardo alle esperienze nell'utilizzo della tecnologia; alle ricerche e pubblicazioni nei settori rientranti nel Memorandum; ai mezzi ed esperienze di formazione del personale di sicurezza e di polizia; all'assistenza nello sviluppo scientifico e tecnico della polizia, delle indagini giudiziarie e delle attrezzature; alle informazioni ed agli strumenti legislativi; alle informazioni operative sui rapporti e i contatti tra gruppi terroristi e altri gruppi criminali; alle informazioni sulle minacce Pag. 58terroristiche, sul traffico di sostanze stupefacenti o psicotrope e sui loro precursori.
  Il Memorandum (che individua quali autorità competenti per l'Italia, il Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'interno, e per Doha, il Dipartimento per la cooperazione internazionale dell'omologo dicastero) indica le motivazioni per cui le richieste di assistenza possono essere rifiutate (prevedendo la possibilità che una Parte respinga, anche solo parzialmente, le richieste di assistenza, quando esse possano compromettere la sovranità, la sicurezza, la legislazione nazionale o altri interessi primari, ovvero quando sia in contrasto con un ordine o una sentenza giudiziaria) e prevede un'adeguata tutela per la protezione dei dati personali.
  Il Qatar, membro del Consiglio di cooperazione del Golfo, occupa una posizione strategica particolarmente rilevante e sensibile nell'area mediorientale da cui sorge l'esigenza di rafforzare le relazioni bilaterali per la tutela di interessi strategici, tra i quali quello della cooperazione internazionale in materia di sicurezza, che consente lo sviluppo di un'analisi del rischio più accurata e l'attuazione di un'efficace azione preventiva per il contrasto sia del crimine organizzato transnazionale sia del terrorismo internazionale.
  Scelta Civica per l'Italia dichiara il proprio voto favorevole sul provvedimento, di cui non si può non sottolineare la rilevanza ai fini del consolidamento dei rapporti del nostro Paese con Doha, con cui si registra una significativa consonanza di vedute su tutti i principali dossier regionali, così come nel sostegno alle candidature presentate dall'Italia nelle sedi internazionali.
  Non possono tuttavia essere sottaciute, come già rilevato nel dibattito in Commissione, le forti zone d'ombra che condizionano l'impegno del Qatar per accreditarsi come nuovo attore della scena internazionale, dall'incapacità di bloccare i flussi di finanziamento alle organizzazioni jihadiste alle inchieste per presunta corruzione nell'assegnazione dei Mondiali di calcio 2022, fino alle denunce da parte di organizzazioni sindacali ed umanitarie per le pesantissime condizioni nelle quali sono costretti i lavoratori immigrati.

  ANDREA CAUSIN. Il Gruppo Parlamentare Area Popolare (NCD-UDC) voterà a favore della Ratifica del Memorandum d'Intesa sulla lotta alla criminalità con il Governo dello Stato del Qatar.
  Il Memorandum d'Intesa tra l'Italia e lo Stato del Qatar sulla lotta alla criminalità, siglato a Roma il 16 aprile 2012, ha come obiettivo quello di regolamentare ha collaborazione di polizia sotto il profilo strategico ed operativo, rendendo così più intensi i rapporti tra gli omologhi organismi dei due Paesi preposti alla sua applicazione.
  Precisiamo che l'intesa di cui parliamo si inquadra in un contesto internazionale da cui emerge una crescente attenzione sulla necessità di strette collaborazioni finalizzate a contrastare efficacemente il crimine organizzato, transnazionale e legato al terrorismo.
  Il presente Memorandum d'Intesa, diversamente da quanto avvenuto in passato, non si basa su modelli già adottati a suo tempo dal Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'Interno per analoghe intese bilaterali con i Paesi dell'area mediorientale.
  Esso è stato più volte modificato risultando, pertanto, sotto il profilo formale, diverso da altre analoghe intese.
  L'individuazione degli obiettivi della collaborazione tra Italia e Qatar nella lotta alla criminalità; la reciproca assistenza nella ricerca dei latitanti; lo scambio di informazioni importanti relative ai reati che siano già stati perpetrati o che siano in fase di preparazione, oltre che allo scambio tra le parti in merito all'utilizzo della tecnologia, alle ricerche e pubblicazioni nei settori rientranti nel Memorandum; la segretezza delle informazioni e di protezione dei dati personali: sono solo alcuni dei punti chiave che questo tipo di accordo presenta nella ormai quotidiana operazione di contrasto alla criminalità.Pag. 59
  Una lotta alla criminalità che Area Popolare non può non sostenere e la fa, innanzitutto, ribadendo il voto favorevole alla ratifica alla nostra attenzione.

  BRUNO ARCHI. Il Memorandum è finalizzato, in particolare, a contrastare, attraverso la cooperazione di polizia, il traffico illegale di armi, l'immigrazione illegale, il terrorismo e altri reati attinenti alla criminalità organizzata.
  Ulteriori disposizioni definiscono le modalità della cooperazione, quali lo scambio delle informazioni, nonché l'assistenza nei settori dello sviluppo scientifico e tecnico di polizia, delle indagini e dell'equipaggiamento con particolari forme di collaborazione nel settore della formazione, quali lo scambio di mezzi e di cognizioni tecniche per l'addestramento delle Forze di polizia.
  I rapporti commerciali tra il Qatar e l'Italia hanno un valore di circa 1,7 miliardi di euro, secondo i dati aggiornati a settembre del 2015, con una crescita in anni recenti di circa il 10 per cento.
  Il Qatar è un Paese che si è accreditato come ponte tra il mondo islamico e quello occidentale, anche grazie alla presenza sul suo territorio dell'emittente Al-Jazeera, che rappresenta uno degli asset di maggiore influenza del Qatar nel mondo.
  Tuttavia non possiamo dimenticare il ruolo a volte ambiguo dei paesi del Golfo nelle vicende riguardanti il finanziamento del terrorismo di matrice islamica, né possiamo chiudere un occhio sulle accuse, mosse da organizzazioni umanitarie, sulle condizioni di lavoro a cui vengono sottoposti gli immigrati che lavorano in quei Paesi.
  Siamo d'accorso sull'importanza di concludere con il Qatar questo accorso, purché non rimanga lettera vuota e si mantenga, da parte del Governo, una particolare attenzione a che le clausole dell'accordo siano osservate, nel rispetto dei diritti umani e alla luce dei gravi atti di terrorismo internazionale.

TESTO INTEGRALE DELLA RELAZIONE DEL DEPUTATO MARIANO RABINO IN SEDE DI DISCUSSIONE SULLE LINEE GENERALI DEL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA (A.C. 3260-A)

  MARIANO RABINO, Relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevole rappresentante del Governo.
  Il primo Accordo che quest'Aula è chiamata a esaminare definisce le diverse tipologie di reati che mira a contrastare, che vanno dalla criminalità organizzata transnazionale al terrorismo, fino al traffico illecito di sostanze stupefacenti o di esseri umani. L'intesa concerne anche i reati contro il patrimonio culturale dei due Paesi.
  L'attuale contesto internazionale rende quanto mai opportuna l'intensificazione della collaborazione di polizia in un'area strategica quale quella dell'Azerbaijan, che costituisce un crocevia di traffici illeciti, i cui proventi potrebbero essere utilizzati anche per potenziare attività criminali di vario tipo nel territorio europeo, con possibili finanziamenti per le stesse organizzazioni terroristiche.
  Richiamo ora alcuni punti salienti dell'Accordo.
  Anzitutto, vi è la previsione di un elenco dei settori della cooperazione. Tale cooperazione comprende la lotta contro: il crimine organizzato transnazionale, la produzione e il traffico di sostanze stupefacenti, la tratta di persone, inclusi i migranti, i reati contro il patrimonio storico-culturale e gli atti di terrorismo.
  Vi è, poi, l'individuazione delle modalità della cooperazione, che riguardano principalmente: scambio di informazioni e di esperienze e assistenza reciproca nella formazione del personale e nello sviluppo delle sue capacità; attività che una Parte effettua su richiesta dell'altra Parte contraente, quali la ricerca di latitanti e di persone scomparse, l'identificazione di persone soggiornanti senza autorizzazione nel territorio dell'altra Parte, ovvero in possesso di documenti falsi. Lo scambio di Pag. 60esperienze può riguardare impiego di speciali tecniche investigative come le consegne controllate e le operazioni sotto copertura, l'applicazione di moderni mezzi tecnologici, specifici metodi per il contrasto ai traffici di persone e di migranti, tecniche di individuazione di passaporti e altri documenti falsi.
  È prevista anche la possibilità, per le Parti, di organizzare presso i rispettivi istituti di formazione attività a beneficio del personale dell'altra Parte contraente.
  Sono, altresì, disciplinate le procedure per le richieste di assistenza e la loro esecuzione, individuandone i requisiti formali e sostanziali ed i motivi dell'eventuale rifiuto, così come la possibilità che una Parte respinga, anche solo parzialmente, le richieste di assistenza, quando esse possano comprometterne la sovranità, la sicurezza, la legislazione nazionale o gli impegni internazionali, o quando la loro esecuzione comporti costi non sopportabili per la Parte richiesta.
  Altre disposizioni riguardano, infine, limiti e i livelli di protezione relativi all'utilizzo delle informazioni e dei documenti trasmessi nell'ambito della cooperazione bilaterale, e dispone il loro utilizzo per i soli fini che rientrano nell'Accordo, salvo consenso della Parte inviante espresso per iscritto.
  Gli oneri finanziari sono individuati in 57.861 euro annui, a decorrere dall'anno 2016: a tali oneri si provvede mediante riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per il triennio 2016-2018, con parziale utilizzazione dell'accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Segnalo che tale formulazione è frutto dell'approvazione da parte della Commissione di una mia proposta emendativa, di recepimento di una condizione posta dalla Commissione Bilancio, volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, in quanto il testo originario prevedeva il riferimento all'anno 2015 ed al triennio 2015-2017.
  Auspico, per quanto detto, una celere approvazione di questo disegno di legge di ratifica, ricordando che il nostro Paese è stato, sin dall'inizio, tra i partner occidentali più attivi nel promuovere il percorso d'integrazione europea ed atlantica dell'Azerbaijan.

TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI ANDREA CAUSIN E EMANUELE SCAGLIUSI SUL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA (A.C. 3260-A)

  ANDREA CAUSIN. Il Gruppo Parlamentare Area Popolare (NCD-UDC) voterà a favore della ratifica dell'accordo di cooperazione tra il Ministero dell'Interno della Repubblica italiana ed il Ministero degli affari interni della Repubblica di Azerbaijan, firmato a Roma il 5 novembre 2012.
  Un accordo che, oltre ad essere conforme al modello accolto dal Dipartimento della pubblica sicurezza nelle relazioni con altri Paesi extraeuropei, individua e conseguentemente definisce le diverse tipologie di reati che esso intende contrastare.
  Ci riferiamo, ad esempio, alla criminalità organizzata transnazionale, al terrorismo, al traffico illecito di sostanze stupefacenti o di esseri umani, nonché ai reati contro il patrimonio culturale.
  L'attuale contesto internazionale richiede, inevitabilmente, una intensificazione della collaborazione di polizia in un'area strategica quale può essere considerata quella dell'Azerbaijan: parliamo di un crocevia di traffici illeciti, i cui proventi potrebbero essere utilizzati anche per potenziare attività criminali di vario tipo nel territorio europeo.
  Senza considerare, in conclusione, I capitali che potrebbero affluire nelle casse dei gruppi terroristici.
  Per tutti questi motivi, quindi, ribadisco il voto favorevole di Area Popolare alla Pag. 61ratifica dell'accordo di cooperazione tra i Ministeri dell'Interno di Italia ed Azerbaijan nella lotta alla criminalità.

  EMANUELE SCAGLIUSI. Sig. Presidente, colleghi, l'accordo di cooperazione tra Italia e Azerbaijan a livello dei rispettivi Ministeri dell'interno, firmato a Roma il 5 novembre 2012, individua e definisce le diverse tipologie di reati che mira contrastare, che vanno dalla criminalità organizzata transnazionale al terrorismo e fino al traffico illecito di sostanze stupefacenti o di esseri umani passando per i reati contro la proprietà e il patrimonio storico e culturale.
  L'Analisi di impatto della regolamentazione che accompagna il disegno di legge evidenzia come il contesto internazionale richieda l'intensificazione della collaborazione di polizia in un'area strategica quale può essere considerata quella in cui è ubicato l'Azerbaijan, che costituisce un crocevia di traffici illeciti, i cui proventi potrebbero essere utilizzati anche per potenziare attività criminali di vario tipo nel territorio europeo, per non parlare dei capitali che potrebbero affluire nelle casse di gruppi terroristici.
  L'Accordo di cooperazione tra Italia e Azerbaijan è composto di 12 articoli.
  Sotto il profilo tecnico-operativo, l'intesa si rende necessaria per realizzare una cooperazione bilaterale di polizia in materia di lotta alla criminalità e al terrorismo, in modo da renderla più aderente alle attuali esigenze di entrambi i Paesi, nei limiti di quanto previsto dai rispettivi ordinamenti giuridici, dagli obblighi internazionali e di quanto stabilito nell'intesa stessa. La cooperazione tra i due Paesi avverrà attraverso uno scambio sistematico di informazioni e di esperienze, nonché attraverso l'assistenza reciproca nella formazione del personale e nello sviluppo delle sue capacità professionali.
  Inoltre, si prevede: l'esecuzione di attività operative e di ricerca di latitanti, di persone scomparse, nonché l'identificazione di persone soggiornanti senza autorizzazione sul territorio dello Stato dell'altra Parte; lo scambio di informazioni relative ad attività operative e di ricerca, agli strumenti legislativi e scientifici per combattere il crimine, ai reati, ai criminali, alle associazioni criminali, al loro modus operandi, alle strutture e ai contatti di reciproco interesse; lo scambio di esperienze sulle misure per l'impiego di speciali tecniche investigative nonché sull'uso di mezzi tecnologici moderni per la lotta contro la criminalità, sui metodi impiegati per il contrasto alla tratta di persone, sui passaporti e sugli altri documenti di viaggio al fine di individuare documenti falsi; l'attività di formazione per il personale dell'altra Parte presso i rispettivi istituti di formazione.
  Disegno di legge di ratifica.
  Autorizzazione, esecuzione, copertura e entrata in vigore, sono descritti nei 4 articoli che compongono questo disegno di legge.
  Agli oneri derivanti dalle spese di cui agli articoli 3 e 6 dell'Accordo di cui all'articolo 1 della presente legge, valutati in euro 36.207 annui a decorrere dall'anno 2016, e dalle rimanenti spese, pari a euro 21.654 annui a decorrere dall'anno 2016, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2016-2018, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2016, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
  Durata:
   Il testo resta in vigore per cinque anni, automaticamente e tacitamente prorogati di ulteriori cinque anni salvo che una delle Parti non notifichi per iscritto all'altra Parte, con almeno sei mesi di anticipo, la propria intenzione di denunciarlo.

  Parere Favorevole:
   Questo disegno di legge che ratifica l'accordo tra Italia ed Azerbaijan, finalizzato allo scambio di informazioni e di tecnologie per combattere la criminalità, Pag. 62prevede solo spese di formazione e di viaggio per la Polizia di stato. In più, di tanto in tanto, è prevista l'accoglienza di unità azere presso gli alloggi della Polizia di stato. Per questo noi del M5S voteremo favorevolmente.

TESTO INTEGRALE DELLA RELAZIONE DEL DEPUTATO ANTONIO DISTASO IN SEDE DI DISCUSSIONE SULLE LINEE GENERALI DEL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA (A.C. 3764)

  ANTONIO DISTASO, Relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevole rappresentante del Governo, questa Assemblea è oggi chiamata a ratificare quattro Accordi di sede tra il nostro Paese ed altrettante organizzazioni internazionali presenti sul territorio nazionale, che hanno, appunto, sede in Italia in virtù di precedenti intese. Si è reso necessario rinegoziare dette intese in ragione dei molti anni trascorsi dalla firma e delle mutate esigenze delle organizzazioni internazionali stesse, spesso dettate dalla necessità di ampliamento delle attività svolte.
  Il primo Accordo è relativo alla sede centrale dell'organizzazione, ed è stato siglato a Roma il 5 maggio 2015. Ricordo che Bioversity International, fondata nel 1974, opera nell'ambito del Consorzio del Gruppo di consulenza sulla ricerca agricola internazionale (CGIAR), che riunisce quindici centri di ricerca agricola che operano in diversi Stati del mondo, e più specificamente, nel settore della tutela della biodiversità in agricoltura per la promozione della sicurezza alimentare. Tale Organizzazione si è accreditata, a livello internazionale, come punto di riferimento nel settore, di pari passo con l'evoluzione del dibattito mondiale sulla sicurezza alimentare, che ha individuato nel rilancio della ricerca e nella gestione della biodiversità agraria una delle risposte chiave per incrementare la sicurezza alimentare e il livello di salute e nutrizione delle popolazioni, al fine di perseguire l'obiettivo della riduzione della povertà.
  Secondo quanto dispone il vigente Accordo di sede, Bioversity non gode, a differenza di altre organizzazioni internazionali basate in Italia, di un contributo fisso da parte del Governo italiano per garantirne l'operatività istituzionale, ma soltanto di contributi volontari, i quali sono soggetti all'aleatorietà degli stanziamenti annuali di bilancio. Tale situazione contravviene alla prassi vigente in ambito internazionale in base alla quale il Paese ospite eroga di norma un contributo fisso per le spese correnti dell'Organizzazione ospitata. La mancanza di un contributo erogato su basi regolari per coprire i costi operativi pone pertanto l'Organizzazione in una situazione di estrema difficoltà gestionale, che potrebbe indurla a trasferirsi. La revisione dell'Accordo vigente mira, quindi, ad assicurare maggiore stabilità finanziaria a tale organizzazione, consolidandone la sua presenza nel nostro Paese.
  La seconda Intesa ha la ratio di definire i termini della concessione dei terreni e delle strutture per l'espansione e funzionamento della sede dell’European Space Research Institute (ESRIN) sul territorio italiano. Tale Accordo definisce anche le prerogative dei luoghi e del personale della sede, in particolare per quel che riguarda gli aspetti di riservatezza e dell'esenzione da oneri, a vario titolo, applicabili.
  Per quanto riguarda il terzo accordo all'esame di quest'Aula, ricordo che l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha deciso di costituire lo United Nations System Staff College (UNSSC) con risoluzione A/RES/55/207 del 1o gennaio 2002. Tale atto ha introdotto nel sistema delle Nazioni Unite un importante organismo deputato all'organizzazione e realizzazione di corsi di formazione per il personale dell'ONU e degli Stati membri nei settori dello sviluppo sociale, pace e sicurezza, diritti umani e diritto umanitario, e della gestione interna dello stesso sistema dell'ONU.
  Per effetto della ratifica al nostro esame il nostro Paese, riconoscendo l'importanza dell'organismo, dispone una contribuzione per il suo funzionamento pari a Pag. 63500 mila euro annui. L'Accordo prevede anche la possibilità di integrare tale somma, per mezzo di contributi volontari addizionali, nel rispetto delle disponibilità di bilancio.
  Il quarto – ed ultimo – Accordo oggetto di ratifica è relativo al Protocollo di emendamento del Memorandum d'intesa tra il Governo della Repubblica italiana e le Nazioni Unite relativo all'uso da parte delle stesse Nazioni Unite di locali d'installazioni militari in Italia per il sostegno delle operazioni di mantenimento della pace, umanitarie e quelle ad esse relative.
  Ricordo che, in sede ONU è in corso un processo di revisione delle modalità con cui l'Organizzazione opera nella gestione delle crisi e nella risposta alle situazioni di emergenza umanitaria. Anche le Nazioni Unite, infatti, al pari di altre organizzazioni regionali che operano nel settore della sicurezza, si sono dovuta progressivamente adattare alle nuove situazioni di conflitto e post-conflitto, sviluppando capacità nei settori del peace-building e dell’institution-building. In tale contesto, anche al fine di migliorare l'efficacia, la capacità di dispiegamento, nonché di contenere i costi delle operazioni di pace, il Segretario Generale dell'ONU, Ban Kimoon ha presentato nel 2010 una nuova strategia per il supporto logistico, la «Global Field Support Strategy». Tale strategia, ha, appunto, l'obiettivo di migliorare gli aspetti logistici delle missioni ONU, in particolare la capacità per le operazioni di dispiegare le forze sul terreno rapidamente e di razionalizzare le risorse impiegate nella logistica. A tal fine, si sono progressivamente uniformati i pacchetti logistici per le varie operazioni di pace e si è concentrata nella base logistica delle Nazioni Unite di Brindisi la gestione di importanti servizi a sostegno delle operazioni di pace, di assistenza umanitaria e delle missioni politiche speciali nel mondo.
  Auspico, pertanto, la celere conclusione dell’iter di approvazione di questo provvedimento di ratifica, sottolineando che la scelta operata dalle organizzazioni internazionali richiamate a favore di alcune città italiane – Roma e provincia, Torino e Brindisi – rappresenta un notevole valore aggiunto per il sistema-Paese in termini di prestigio internazionale e costituisce un volano per il settore della ricerca scientifica, sul piano della formazione di personale internazionale di alto livello e nella prospettiva della valorizzazione dell'Italia nel sostegno alle operazioni di mantenimento della pace, oltre ad avere positive ricadute economiche sul territorio per il positivo effetto determinato sull'indotto produttivo sviluppatosi negli anni intorno ad esse.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO ANDREA CAUSIN SUL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA (A.C. 3764)

  ANDREA CAUSIN. Il Gruppo Parlamentare Area Popolare (NCD-UDC) voterà a favore dell'Atto Camera 3764, relativo alla ratifica dei Trattati Bioversity International, Agenzia spaziale europea, Staff College, uso di installazioni militari da parte delle Nazioni Unite.
  Per quanto concerne l'accordo tra l'Italia e Bioversity International, esso sostituisce quello ad oggi vigente tra l'Italia e l'Istituto Internazionale per le risorse fitogenetiche, ratificato dalla legge 15 gennaio 1994, n. 67.
  Le norme confermano per lo più quanto già previsto dalla legislazione vigente, intendendo riconoscere alla Bioversity International alcune prerogative proprie delle organizzazioni internazionali.
  Tra le innovazioni di maggior rilievo finanziario, segnaliamo il fatto che l'organizzazione deve garantire ai soli membri del personale «un'adeguata copertura di previdenza sociale e sanità».
  Il testo dell'accordo ad oggi vigente, invece, specifica espressamente che i funzionari dell'Istituto sono obbligatoriamente assicurati, per quanto riguarda l'assistenza sanitaria e la previdenza, presso gli istituti assicuratori prescelti e che l'assistenza sanitaria obbligatoria deve comprendere i familiari a carico.Pag. 64
  Altra novità riguarda i dazi doganali: l'accordo che stiamo per ratificare rende completamente esente l'organizzazione dai dazi doganali, a differenza dell'accordo vigente che invece non riconosce l'esenzione su merci importate per un valore non superiore a 100.000 lire.
  Per quanto riguarda l'accordo tra la repubblica italiana e l'Agenzia spaziale italiana e l'Agenzia spaziale europea in Italia, anche in questo caso parliamo di un accordo destinato a sostituire il vigente accordo del 14 gennaio 1993 (ratificato con legge n. 305/1995) tra l'Italia e L'agenzia spaziale europea, relativo alla sede di Frascati dove opera l'Agenzia specializzata per l'osservazione della Terra.
  Il nuovo Accordo definisce i termini della concessione e delle strutture per la realizzazione della sede ESRIN e delle relative prerogative riferite ai luoghi ed al personale.
  Questo nuovo accordo comporterà per il nostro Paese una spesa per il lavoro di preparazione del terreno su cui edificare la sede ESRIN, oltre che la fornitura dei servizi necessari per l'utilizzo della sede medesima.
  Venendo all'accordo tra Italia e ONU sullo status dello Staff College del Sistema delle Nazioni Unite in Italia, sottolineiamo come si tratti di approvare un solo emendamento all'accordo già esistente.
  Tale emendamento si limita a prevedere che il Governo italiano dovrà versare a Staff College un contributo annuo pari a 500,000 euro, senza escludere la possibilità per lo stesso Governo italiano di versare eventualmente contributi volontari, sulla base delle proprie disponibilità.
  L'Atto Camera 3764, si conclude con la ratifica del Protocollo di emendamento del Memorandum di Intesa fra il Governo italiano e le Nazioni Unite.
  Il Memorandum d'Intesa emendato è quello relativo all'uso da parte delle Nazioni Unite di locali installazioni militari in Italia, per il sostegno delle operazioni di mantenimento della pace ed umanitarie, ratificato con legge n. 62 del 1997.
  Sulla base delle modifiche al Memorandum, le Nazioni Unite godranno del diritto di comunicare via radio, telefono, posta elettronica e del diritto di installare le strutture necessarie alla comunicazione, comprese la posa dei cavi e le linee di terra, stazioni radio fisse e mobili, ricetrasmittenti e ripetenti.
  Si prevede, inoltre, che le Nazioni Unite saranno esenti da qualsiasi imposta o tariffa per l'attribuzione di dette frequenze e per il loro uso.
  Infine, è prevista l'esenzione fiscale ai veicoli acquistati dal personale dell'ONU, oltre che l'estensione dei privilegi, delle immunità, delle esenzioni e delle agevolazioni accordate ai membri del corpo diplomatico accreditati anche ai funzionari dell'ONU.
  Per tutti questi motivi, ribadisco il voto favorevole all'approvazione dell'Atto Camera 3764 del gruppo Area Popolare (NCD-UDC).

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Doc. XXII,n. 65-69-A - voto finale 431 344 87 173 344 89 Appr.
2 Nom. Ddl 2710-A - articolo 1 433 413 20 207 413 87 Appr.
3 Nom. articolo 2 421 401 20 201 401 87 Appr.
4 Nom. articolo 3 434 411 23 206 410 1 87 Appr.
5 Nom. articolo 4 428 405 23 203 405 87 Appr.
6 Nom. Ddl 2710-A - voto finale 442 420 22 211 420 86 Appr.
7 Nom. Ddl 3260-A - articolo 1 441 441 221 441 85 Appr.
8 Nom. articolo 2 445 445 223 445 85 Appr.
9 Nom. em. 3.1 441 372 69 187 372 85 Appr.
10 Nom. articolo 3 446 444 2 223 444 85 Appr.
11 Nom. articolo 4 446 445 1 223 445 86 Appr.
12 Nom. Ddl 3260-A - voto finale 439 439 220 439 86 Appr.
13 Nom. Ddl 3764 - articolo 1 425 392 33 197 317 75 86 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 17)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. articolo 2 432 399 33 200 323 76 86 Appr.
15 Nom. articolo 3 431 401 30 201 318 83 87 Appr.
16 Nom. articolo 4 427 391 36 196 317 74 87 Appr.
17 Nom. Ddl 3764 - voto finale 398 367 31 184 294 73 84 Appr.