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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 565 di martedì 9 febbraio 2016

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

  La seduta comincia alle 10,30.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  EDMONDO CIRIELLI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 5 febbraio 2016.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Artini, Baretta, Catania, Damiano, De Menech, Epifani, Faraone, Ferrara, Gentiloni Silveri, Mazziotti Di Celso, Meta, Pes, Scanu, Schullian, Speranza, Tofalo e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente cento, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.

(Iniziative volte a potenziare le strutture consolari deputate a fornire assistenza agli italiani all'estero, anche in considerazione dei nuovi flussi migratori connessi alla crisi occupazionale – n. 2-00153)

  PRESIDENTE. Passiamo alla prima interpellanza all'ordine del giorno Tacconi ed altri n. 2-00153, concernente iniziative volte a potenziare le strutture consolari deputate a fornire assistenza agli italiani all'estero, anche in considerazione dei nuovi flussi migratori connessi alla crisi occupazionale (Vedi l'allegato A – Interpellanze e interrogazioni).
  Chiedo all'onorevole Tacconi se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

  ALESSIO TACCONI. Grazie Presidente. Gentile Viceministro, l'interpellanza che stiamo discutendo oggi è stata presentata dal sottoscritto qualche tempo fa e precisamente nel luglio 2013. Da quel momento molte cose, com’è naturale, sono cambiate. Io mi sono redento e lei ha meritatamente ricevuto ulteriori responsabilità all'interno della compagine governativa, ma, allargando la prospettiva, che mi sembra più interessante, possiamo dire che la situazione geopolitica sulla quale tornerò fra qualche minuto si è maledettamente complicata oltre, credo, ogni più fervida immaginazione.Pag. 2
  Quello che, però, non è cambiato è il contesto sul quale si basa la mia interpellanza e, cioè, la massiccia e costante emigrazione di cittadini italiani verso l'estero. Negli ultimi mesi abbiamo comprensibilmente e naturalmente parlato dei fenomeni migratori che interessano l'Italia nella direzione opposta, cioè quelli che interessano persone che arrivano da altri territori, come il Nord Africa e il Medio Oriente, per cercare una vita migliore e per cercare di scappare da guerre e da condizioni effettivamente non più consone ad una vita tranquilla. Ecco, però, non bisogna dimenticare questo fenomeno a cui ho appena accennato.
  Nell'interpellanza si fa riferimento naturalmente agli anni precedenti al 2013, però adesso abbiamo anche la possibilità di avere dei dati un po’ più aggiornati. Per esempio, nell'ultimo rapporto sugli italiani all'estero della Fondazione Migrantes si cita, come numero degli italiani che si sono trasferiti all'estero nel corso del 2014, una cifra che si aggira attorno alle 100 mila persone. Molte destinazioni sono europee: Germania, Regno Unito, Svizzera, Francia, ma anche molte altre destinazioni sono fuori dall'Europa, come gli Stati Uniti, il Brasile e l'Australia per esempio. Sappiamo che buona parte delle persone che vanno all'estero, inoltre, non si iscrive all'AIRE e, quindi, queste 100 mila persone probabilmente sono un po’ di più e possiamo stimarle in 150, 160 mila.
  Ancora più recentemente il decreto del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale del 31 dicembre 2015 certificava che gli italiani residenti all'estero sono 4 milioni e 800 mila, ben 174 mila in più rispetto alla fine del 2014. Quindi, nel giro di un paio d'anni, si è verificato uno spostamento di una cifra di persone dall'Italia all'estero che è pari a circa 250, 300 mila persone.
  Molti organi di stampa ormai citano Londra come la quinta città italiana dopo Milano, Roma, Napoli e Torino per quanto è elevata la quantità di persone di passaporto italiano che ci vivono. Ecco, è un fenomeno di proporzioni enormi che naturalmente contrasta un po’ con i numeri che vediamo anche qui scritti nei vari giornali o detti ai telegiornali di 80, 100 mila migranti che arrivano invece dal Nord Africa in Italia. Quindi, probabilmente, i fenomeni sono molto diversi, ma effettivamente da analizzare molto precisamente.
  Tornando al rapporto Migrantes, mi permetto di perdere un paio di minuti per vedere come ad emigrare siano proprio tutti, cioè a partire dai pensionati, per poi arrivare ai lavoratori di qualsiasi età, neolaureati, studenti e anche ragazzi. E questo ci fa pensare e ci fa vedere come siano proprio intere famiglie anche molte volte ad emigrare. Quindi, chi parte non è più una persona da sola, quello che era la migrazione di qualche decennio fa quando partivano solo gli uomini, i capifamiglia e andavano a fare lavori stagionali per poi tornare dalla famiglia in Italia. Ma ci sono caratteristiche del tutto nuove anche della nostra emigrazione. Non parte, appunto, solo l'uomo stagionale, non si parte sapendo già il lavoro che si va a fare per costruire le dighe in Svizzera o per lavorare nelle miniere in Belgio. Partono tutti, uomini, donne e intere famiglie. Anche dal punto di vista del sesso di chi parte, ormai è più o meno, non dico 50 e 50, ma 60 e 40 la percentuale di uomini e donne che si spostano.
  C’è da dire una cosa: a differenza di quello che succedeva qualche decennio fa, non si parte più solo per necessità ed è per questo che negli ultimi anni i ragazzi che si spostano, soprattutto all'interno dell'Unione europea, vengono detti della generazione Erasmus. È anche normale nel momento in cui l'Unione europea ormai da vent'anni promuove e sostiene dei progetti di scambio. È chiaro, quindi, che anche gli studenti italiani possono facilmente andare a trascorrere dei periodi più o meno lunghi all'estero. Beh, tristemente, però, non sono tutte storie a lieto fine quelle degli italiani, dei nostri connazionali che si spostano all'estero. Ci sono sicuramente delle storie belle, felici, di persone che trovano la propria strada, eccellono nel proprio lavoro. Molto più spesso, però, la maggior parte delle storie Pag. 3– e qui faccio anche riferimento a quello che mi viene detto e a quello che mi viene raccontato quando incontro i connazionali all'estero – è caratterizzata dalla fatica, dalla solitudine, dalla mancanza di casa. Un nostro connazionale che vive all'estero da parecchi anni, un caro amico, ultimamente, negli ultimi giorni, mi ha sintetizzato in maniera precisa e puntuale questo fenomeno. Lui dice che questi italiani che si spostano non hanno la possibilità di vedere le mamme invecchiare e mi sembra una buona immagine per far capire quello che sta succedendo. Altre volte le vite oltre confine conoscono invece una fine tragica. E mi sia permesso, anche in questa sede, di rinnovare ed esprimere il mio cordoglio alle famiglie, soprattutto di Valeria Solesin e di Giulio Regeni, che hanno nelle ultime settimane e, per quanto riguarda Giulio Regeni, negli ultimi giorni, conosciuto una morte tragica. Quindi, il nostro affetto e la nostra vicinanza anche alle loro famiglie. È triste e scioccante tutto ciò proprio nell'anno del sessantesimo anniversario della tragedia di Marcinelle che ha visto 262 persone morire, tra le quali 136 italiani.
  Ecco, sessant'anni dopo è triste scoprire che, ancora, dei nostri connazionali civili muoiono, con la sola colpa di essere, probabilmente, nel posto sbagliato al momento sbagliato, uccisi non più, però, da valanghe di ghiaccio, come è successo a Mattmark, o da miniere che cedono, come è successo a Marcinelle, ma uccisi, in questo momento, in questi ultimi anni, da forze che, se pure conosciamo molto bene e individuiamo i responsabili diretti di questi attacchi o di questi atti efferati, ancora restano in gran parte oscure, da decifrare, come lei effettivamente ben scrive anche nei suoi articoli, Viceministro.
  Ebbene è su questo terreno che si muove la mia interpellanza, in un periodo storico in cui le tecnologie e i social network aiutano ma non uniscono, informano ma non avvicinano. Allora, tralasciando la mia personale esperienza che probabilmente è poco interessante, sono moltissime le testimonianze che ricevo, appunto, di persone, intere famiglie, che chiedono aiuto e si rivolgono ai consolati, che però sappiamo essere già oberati di lavoro, si rivolgono alle molte associazioni di italiani che ci sono all'estero, si rivolgono ai Comites, si rivolgono a parenti ed amici per avere un sostegno nel momento in cui si spostano all'estero e non hanno, effettivamente, una conoscenza del territorio e dei meccanismi di un Paese che è, comunque, diverso.
  Per questo ho chiesto e chiedo al Ministero degli affari esteri se non intenda rafforzare le proprie strutture per dare un supporto ai nuovi migranti, un primo orientamento con la costituzione di appositi sportelli all'interno dei consolati, informazioni, e le informazioni che più sono necessarie naturalmente sono quelle che stanno alla base di un primo approccio al nuovo territorio e al nuovo Paese, come trovare una casa dove sistemarsi, come trovare un nuovo lavoro, come trovare un corso di lingua che riesca a facilitare, poi, anche le comunicazioni. Questa naturalmente è un'idea, è una provocazione di fronte, naturalmente, alle risorse – che sono sempre insufficienti – dell'amministrazione e ai bilanci – che sono stati definiti proprio la settimana scorsa dal sottosegretario Amendola – sempre più depauperati.
  Ora, sappiamo che alcune iniziative lodevoli sono già state messe in atto dalla rete diplomatica e consolare. Per esempio, alcuni mesi dopo il deposito della mia interpellanza, è cominciato un progetto che si chiama «Primo approdo», gestito dall'ambasciata di Londra con il consolato di Londra, per il quale mi sono personalmente congratulato con l'ambasciatore Terracciano e il console Mazzanti. Molte altre iniziative sono state portate avanti. Per esempio in Germania i Comites, insieme al supporto dei consolati, hanno redatto un libricino che si chiama «Primi passi in Germania»: anche questo, naturalmente, è di fondamentali importanza per le persone che si spostano in quella terra. Altre iniziative importanti sono state portate avanti in altri Paesi – la Svizzera, la Francia, come anche oltre oceano –, però mi si consenta di dire che si sente la Pag. 4necessità di far diventare questi sforzi organici, pianificati e supervisionati, in modo da poter diventare un supporto per chi sa dove sta andando, ma anche una forma di paracadute per chi parte e basta.
  Ci sono molte persone che, purtroppo, in Italia non riescono a trovare la propria strada, partono e basta, e poi, quando arrivano, non sanno quasi dove sono arrivate e come fare, come gestire i loro primi giorni o le prime settimane e mesi di permanenza all'estero.
  Ecco, io credo che solo l'amministrazione pubblica, attraverso la rete consolare diplomatica, può avere la forza di fare tutto questo. E di fronte ad un numero di italiani all'estero che diventerà presto – se il trend continua come è stato negli ultimi anni – di 5 milioni di persone, penso che sia il momento di pensare a come farlo e, quindi, poi realizzarlo.

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Mario Giro, ha facoltà di rispondere.

  MARIO GIRO, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale. Grazie, Presidente. Innanzitutto vorrei ringraziare l'onorevole Tacconi, con cui spesso abbiamo parlato delle questioni relative a questa interpellanza, per aver posto l'attenzione e continuare sempre a porre l'attenzione di quest'Aula e del Governo su una questione di fondamentale interesse per la Farnesina, che è costantemente impegnata sul fronte dei nostri italiani all'estero.
  È vero, gli italiani all'estero crescono, come ha detto già l'onorevole Tacconi, quindi non ripeterò le cifre che già ha dato lui: siamo a 4.8 milioni, è un grande mondo. È un grande mondo, diviso in varie particolarità, ovviamente, a cui si aggiungono questi nuovi usciti dall'Italia, questi nuovi italiani; io ho avuto modo di incontrarli spesso, sia in Europa che in America latina, e in certi luoghi si vede la differenza tra le due comunità, mentre in certi altri si vede la coesione tra le due comunità: quindi è un mondo variegato.
  Come sapete, questo riguarda in particolare i Paesi europei, dove spesso si spostano i nostri giovani; un po’, come ha detto l'onorevole Tacconi, si spostano anche non direttamente spinti dalla necessità, perché si tratta di un fenomeno diverso.
  È un po’ tutto il fenomeno migratorio globale, oggi, che è diverso. Così come i nostri nonni partivano, una volta, e non sapevano se avrebbero rivisto la loro terra natale, magari dopo decine d'anni, qualche lettera, come vediamo nel nostro museo dell'immigrazione sia nazionale che a Genova; un po’ come si spostavano e si sono spostati tanti immigrati dai Paesi del sud del mondo. Oggi i social media e i vari sistemi di comunicazione permettono anche ad immigranti che vengono qui in Italia, così come ai nostri che vanno fuori Italia, di rimanere molto più legati alla terra di origine. Quindi, è diverso in generale e in questo caso non si parte più, per quanto riguarda ciò che concerne questa interpellanza, come una volta, si tratta anche di «circolazione dei cervelli» – come si è detto e si legge sulla stampa – alla ricerca di nuove opportunità.
  Resta il fatto che è un fenomeno che ha attirato l'attenzione di tanti. Esistono anche dei film su questo fenomeno che riguarda i nostri «nuovi», tra virgolette, questa nuova ondata di cui parla l'onorevole Tacconi, penso in particolare a Dubbio made in Italy e a Influx, tutti e due concentrati sul fenomeno in Europa.
  Già da alcuni anni, gli uffici della rete diplomatica e consolare italiana all'estero, e in particolare nei Paesi di maggiore afflusso di nuovi lavoratori italiani e di giovani in cerca di nuove opportunità, hanno avviato una serie di iniziative: una delle più note è quella che ha citato l'onorevole Tacconi, «Primo approdo», ma ce ne sono altre. Londra è diventato il secondo nostro consolato per numero di iscritti, dopo Buenos Aires, e quindi noi vediamo che non è solo una immigrazione che si svolge secondo le vecchie direttrici, ma ce ne sono anche nuove. Ci sono Pag. 5tantissimi italiani a Londra, come sappiamo che ce ne sono a Barcellona e ce ne sono moltissimi in Germania.
  L'obiettivo, in generale, di questi programmi che si sono dati i vari consolati è quello di offrire agli interessati, anche prima della partenza dall'Italia ma comunque appena arrivano, attraverso i siti degli uffici consolari, informazioni sul Paese che stanno raggiungendo o che hanno raggiunto, nonché cercare di fornire loro una stima realistica delle prospettive lavorative, perché spesso le partenze avvengono senza questa stima realistica di ciò che vanno ad incontrare, penso in particolare all'Europa.
  Tra queste iniziative, che si sono rivelate di grande utilità per la nostra collettività, si segnala anche la creazione: dell'ambasciata d'Italia a Berlino e di alcuni consolati, come appunto quello di Londra già citato, Parigi, Buenos Aires, Perth in Australia; di altri e nuovi portali dedicati proprio a questi nostri connazionali, in particolare giovani, che vengono continuamente aggiornati con le informazioni dei Paesi.
  Spesso questo viaggio, lo ha già detto l'onorevole Tacconi, incontra molte delusioni. Si parte con grande speranza e poi si vede che, nei Paesi di accoglienza, ci sono un sacco di ostacoli. A Melbourne è stato aperto uno sportello consolare dedicato, proprio nel senso che diceva l'onorevole interpellante, per fornire assistenza a questi nuovi emigranti, anche in collaborazione con le associazioni di connazionali, che in Australia sono molto forti e operative, non è il caso dovunque; mentre altri consolati organizzano seminari informativi periodici sulle problematiche per esempio dei visti e dei visti di lavoro, ripresi anche dai mezzi di informazione e dai social network, con la partecipazione, per ora, di centinaia di giovani.
  In tale contesto è risultata fondamentale la collaborazione con gli altri enti istituzionali rappresentativi, i parlamentari italiani all'estero, i Comites, il CGIE che abbiamo appena rinominato dopo le elezioni, gli enti gestori, che sarebbero quelli che danno corsi di italiano, la rete camerale, i patronati e associazioni varie, per lo svolgimento di iniziative a favore dei giovani, sotto, ovviamente, la supervisione dei consolati. Spesso, queste associazioni o queste entità nostre si attivano autonomamente, poi, propongono al consolato alcune iniziative, che vengono, in genere, accolte.
  A titolo esemplificativo, vorrei segnalarvi l'esperienza di collaborazione tra l'ambasciata a Berlino e i Comites in Germania – ho svolto non tanto tempo fa, qualche settimana fa, una visita a tutti i consolati tedeschi e abbiamo fatto un po’ una sintesi di questi problemi, insieme ai Comites e a tutte le altre associazioni –, oltre agli sportelli informativi dedicati ai giovani istituiti in sinergia con i Comites australiani, che già ho citato.
  Il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha inoltre deciso, nel 2015, di finanziare una serie di progetti sviluppati dagli stessi Comites, sia in Europa che oltreoceano, volti ad agevolare l'inserimento dei nuovi migranti nel tessuto economico-sociale dei Paesi diversi, valorizzando in tal modo il ruolo delle nostre collettività storiche.
  Positivi sviluppi si registrano anche sul piano dei contatti con le principali istituzioni locali, specializzate nel veicolare offerta e domanda di lavoro. Da segnalare, in particolare, la collaborazione positiva avviata tra l'ambasciata di Berlino – una delle più attive in questo senso, anche perché molti vanno in Germania – e l'agenzia federale del lavoro tedesca, che segnala con periodicità, a scadenza regolare, le principali fiere del lavoro, come le chiamano in Germania, in modo da poter fornire ogni utile informazione ai nostri connazionali.
  Ulteriore iniziativa di rilievo promossa dalla nostra ambasciata a Berlino è l'istituzione di un tavolo sull'occupazione giovanile dedicato allo specifico contesto berlinese, foro di discussione che vede la partecipazione di qualificati esponenti della società civile che sono in contatto con la nostra collettività.
  Ecco, tutte queste esperienze pilota ci servono anche per testare quale nuovo sistema utilizzare e di quali strumenti Pag. 6dotarsi proprio per rispondere a questa sfida. Tutte queste iniziative dimostrano il tentativo della rete diplomatico-consolare del Governo di essere sostegno dei nostri giovani e, più in generale – come diceva anche l'onorevole Tacconi –, delle famiglie, di tutti gli italiani che si recano all'estero.
  È più di quanto facevamo ? Direi di sì. È abbastanza ? Direi ancora no. Proprio per questo, nonostante le difficoltà legate al blocco del turnover ed alle misure di revisione della spesa pubblica, che hanno determinato una riduzione del personale di ruolo destinato all'estero, il Ministero degli affari esteri ha avviato recentemente nuove procedure di assunzione di personale a contratto per rafforzare quelle sedi che sono ritenute prioritarie proprio per questo fenomeno. Tra queste figurano anche e, soprattutto, quelle presenti in Paesi nei quali si registra, infatti, un incremento del fenomeno migratorio, al fine di garantire il più alto livello possibile di assistenza ai nostri connazionali, sia a livello di servizi che delle diverse esigenze che loro possono avere.

  PRESIDENTE. L'onorevole Tacconi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

  ALESSIO TACCONI. Grazie, Presidente. La risposta, certo, mi ha soddisfatto. Ovviamente, non avevo dubbi sulla conoscenza approfondita del fenomeno migratorio e delle sue caratteristiche da parte del Viceministro, in primis, e del Ministero e dell'amministrazione in secondo piano.
  Mi fa piacere constatare, Viceministro, che siamo sulla stessa frequenza: vediamo che ci sono delle criticità e vediamo che c’è la necessità di continuare a lavorare per risolverle. Spero – anzi, sono sicuro – che questa stessa frequenza non vi sia solo tra me e lei, ma vi sia anche tra Parlamento, Governo e amministrazione del Ministero degli affari esteri, ma questo è quello che lei mi ha appena confermato.
  Apprezzo, naturalmente, il costante impegno del Ministero, della rete diplomatica e consolare nel portare avanti sempre più iniziative sempre più rivolte verso i nuovi connazionali e, naturalmente – non l'abbiamo detto in tutta questa nostra discussione, ma va detto –, queste si affiancano a tutte quelle che sono già messe in campo per i connazionali che, invece, sono già all'estero da tempo.
  Mi fa piacere anche sentire come vi sia in atto un rafforzamento delle sedi in cui c’è più necessità, in cui questi fenomeni vengono sentiti, diciamo, più scottanti, più vicini anche ai consolati e al loro personale.
  Un auspicio è quello di non mollare: quindi, noi continueremo a parlare con le nostre comunità, continueremo a fare in modo di lavorare insieme; insieme al Governo, insieme alla rete consolare, insieme alle associazioni e agli enti di rappresentanza che lei ha citato giustamente, i Comites e i CGIE, perché, effettivamente, questo fenomeno, che abbiamo visto non tenderà a diminuire almeno nei prossimi anni, sia conosciuto e gestito nella maniera migliore.

(Elementi e iniziative in merito alla riduzione della spesa relativa alle retribuzioni del personale della pubblica amministrazione – n. 3-01987)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Segoni ed altri n. 3-01987, concernente elementi e iniziative in merito alla riduzione della spesa relativa alle retribuzioni del personale della pubblica amministrazione (Vedi l'allegato A – Interpellanze e interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Angelo Rughetti, ha facoltà di rispondere.

  ANGELO RUGHETTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Rispondo all'interrogazione in oggetto con la quale si chiedono chiarimenti in merito alla riduzione delle piante organiche e ai risparmi sulle retribuzioni del personale pubblico con l'obiettivo di una revisione e un abbattimento della spesa pubblica.Pag. 7
  La ridefinizione degli assetti organizzativi delle pubbliche amministrazioni statali, secondo i principi di razionalità, efficienza ed economicità, tramite interventi di progressiva riduzione di uffici dirigenziali e delle dotazioni organiche del personale dirigenziale e non, è concretizzata grazie ad una serie di disposizioni legislative che hanno imposto, di volta in volta, obiettivi e limiti temporali entro i quali le amministrazioni erano tenute a provvedere.
  Aspetti fondamentali del disegno organizzativo sono stati: la finalizzazione al contenimento delle spese di personale tramite interventi sulle dotazioni organiche e sul turnover e la previsione della sanzione consistente nel divieto di procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo e con qualsiasi tipo di contratto per le amministrazioni inadempienti, al fine di assicurare un'effettiva attuazione delle misure di taglio.
  In particolare, l'articolo 2, comma 1, del decreto-legge n. 95 del 2012 ha previsto la riduzione – fatte salve alcune eccezioni riguardanti il comparto sicurezza, la magistratura, il personale amministrativo degli uffici giudiziari e la Presenza del Consiglio – degli uffici e delle dotazioni organiche delle pubbliche amministrazioni in misura non inferiore al 20 per cento per il personale dirigenziale e del 10 per cento per la spesa complessiva relativamente al numero dei posti in organico per il personale non dirigenziale, da definire entro il 31 ottobre 2012.
  Con la direttiva n. 10 del febbraio 2012, il Dipartimento della funzione pubblica ha fornito le linee guida ed i criteri di riferimento per l'attuazione del provvedimento sopra citato.
  Il criterio principale regolava la corrispondenza tra le strutture o i posti di funzione dirigenziale e i posti previsti nella dotazione organica. Obiettivo della direttiva era anche quello di chiarire l'intento del legislatore di operare un taglio differenziato, che tenesse conto delle specificità delle singole amministrazioni, in misura non inferiore ai precedenti stabiliti, a condizione che tale differenza fosse recuperata operando una maggiore riduzione delle dotazioni organiche di altra amministrazione e procedendo, di conseguenza, a compensazioni interne verticali e trasversali.
  Il medesimo articolo 2, comma 10, prevedeva, inoltre, che le amministrazioni pubbliche interessate procedessero alla riorganizzazione dei rispettivi assetti organizzativi in coerenza con gli obiettivi indicati dalla legge stessa.
  Dati in mano, in data 31 agosto 2015, tutti i Ministeri, eccezion fatta per il Ministero dell'interno, la cui rideterminazione delle piante organiche a seguito di una specifica disposizione è avvenuta successivamente con DPCM del 22 maggio 2015, risultano aver attuato gli interventi di riorganizzazione conseguenti alle riduzioni delle proprie dotazioni organiche. Alle riduzioni inizialmente previste dal decreto-legge in questione, si sono sovrapposti interventi settoriali di riassetto, frutto di normative sopravvenute che hanno fortemente inciso sugli organici della pubblica amministrazione, ottenendo una contrazione delle strutture dirigenziali pari a sessantasei unità di posti di funzione dirigenziale di livello generale e ottocentonove unità di livello dirigenziale non generale.
  Dall'analisi dei risultati conseguiti sono emerse complessivamente circa 3 mila unità di personale in sovrannumero, dovute al confronto tra le dotazioni organiche rideterminate e i contingenti di personale di ruolo in servizio alla data del 31 ottobre 2012 presso i Ministeri interessati.
  Alla luce di quanto previsto all'articolo 2 del decreto, che prevedeva a carico delle amministrazioni coinvolte particolari procedure e criteri, quali il riassorbimento mediante collocamento in quiescenza, mobilità e dichiarazione formale di esubero per i contingenti di personale in soprannumero, non è stato necessario che il dipartimento avviasse il monitoraggio dei posti vacanti, in quanto le amministrazioni hanno assorbito le eccedenze risultanti dall'esito dei tagli mediante pensionamenti e prepensionamenti, utilizzando l'istituto a tal fine previsto dallo stesso decreto n. 95. Pag. 8Si può quindi asserire che, in coerenza con quanto rilevato dalla Corte dei conti, la valorizzazione dei risparmi scaturenti dai tagli deriva dal taglio delle posizioni nell'ambito della dotazione organica dirigenziale di prima fascia che, non essendo soggetta a vincoli assunzionali, reca un risparmio reale.
  Aggiungo, e concludo, che questo Governo ritiene l'istituto della pianta e della dotazione organica non più rispondente alle necessità organizzative e funzionali della pubblica amministrazione perché è troppo rigido e statico e, di conseguenza, non in grado di cogliere i cambiamenti dei bisogni che le comunità pongono all'attenzione delle istituzioni.
  In tal senso, nella legge n. 124 del 2015 è stato introdotto il criterio del budget di spesa di personale che verrà assegnato ai singoli enti e che consentirà loro di modulare i profili professionali in servizio a seconda delle esigenze che si manifesteranno. Questo nuovo modo di gestire la spesa del personale consentirà anche di misurare più facilmente le performance nei singoli enti e la spesa complessiva del personale della pubblica amministrazione.

  PRESIDENTE. L'onorevole Segoni ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  SAMUELE SEGONI. Grazie Presidente. Ringrazio anche il sottosegretario che stamattina fornisce una risposta a un'interrogazione che in realtà risale al luglio 2013, ed è stata convertita soltanto questa settimana in una interrogazione in Aula per avere appunto una risposta. Ciononostante, il tema continua ad essere di attualità. Mi dichiaro non pienamente soddisfatto della risposta perché dall’excursus della evoluzione normativa fedelmente riportato dal sottosegretario non si evince il fatto che è stato lo stesso Stato che in alcuni casi ha aggirato deliberatamente le sue stesse norme.
  L'attualità nella questione è appunto rinnovata dal fatto che siamo di fronte a una discussione del piano di spending review per il triennio 2016-2018 e posso fare tranquillamente degli esempi, come il caso del Ministero dell'ambiente, dove da una parte si è tagliato il personale interno e dall'altra ci si affida sempre più spesso alla Sogesid. Quindi, è vero che si fa, da una parte, la spending review, dall'altra, però i posti di lavoro vengono precarizzati, vengono esternalizzati e questo comporta, tra l'altro, l'effetto collaterale di avere un maggior controllo dei posti di lavoro e, quindi, per come la vediamo noi, concede più possibilità di crearsi delle clientele. Oppure, vi è anche il caso recentemente riportato dalla stampa del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti che, nel nome di una razionalizzazione, ha presentato un piano di trasferimento degli uffici dalla periferia al centro storico, dichiarando un risparmio previsto di 4 milioni di euro, che però rimangono sulla carta, mentre varie analisi hanno dimostrato che ci sarebbero stati dei metodi molto più efficaci per operare dei risparmi. Tra l'altro, la maggior parte di questi risparmi ventilati, in realtà sono, diciamo così, trasferiti su altri organi dello Stato. Un esempio al riguardo è il centro di elaborazioni dati, che da poco è stato riammodernato; sarebbe estremamente oneroso trasferirlo in blocco dalla periferia al centro e le spese verrebbero in parte imputate al demanio, però insomma sempre soldi pubblici sono e, quindi, è sostanzialmente uno spostamento di barattoli che lascia inalterata la sostanza. Non è, quindi, un vero metodo di fare cassa e di fare risparmio. Per questi e per altri esempi analoghi noi non ci riteniamo pienamente soddisfatti della risposta ricevuta stamane.

(Elementi e iniziative in merito alla gestione delle campagne vaccinali per la prevenzione dell'influenza stagionale, anche alla luce di alcune segnalazioni di eventi avversi avvenute nell'anno 2014 – n. 2-00763)

  PRESIDENTE. Passiamo alla interpellanza D'Incecco n. 2-00763, concernente elementi e iniziative in merito alla gestione delle campagne vaccinali per la prevenzione Pag. 9dell'influenza stagionale, anche alla luce di alcune segnalazioni di eventi avversi avvenute nell'anno 2014 (Vedi l'allegato A – Interpellanze e interrogazioni).
  Chiedo all'onorevole D'Incecco se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

  VITTORIA D'INCECCO. Grazie Signor Presidente. Signor sottosegretario, l'interpellanza era nata in seguito al decesso di alcune persone, alle quali era stato appena somministrato il vaccino antinfluenzale Fluad, e, quindi, conseguentemente vi era stato il divieto di distribuzione dei lotti sospetti, i lotti 142701 e 143301, disponibili solo nel canale pubblico o presso i medici di famiglia, prevalentemente nella mia regione, l'Abruzzo, in Molise e in Sicilia.
  Ormai è passato più di un anno e, fortunatamente, il problema è stato risolto; anzi è stato accertato che non vi era una correlazione fra i decessi e l'uso del vaccino, ma questa vicenda purtroppo, signor sottosegretario, come sa bene ha creato molti sospetti sulla pratica della vaccinazione. La diffidenza verso i vaccini ha infatti determinato un minor numero di persone immunizzate, molti più casi di influenza grave e di morti e un elevato uso di antibiotico-terapia, con conseguenti costi elevati anche per il nostro sistema sanitario nazionale.
  Anche l'AIFA ricorda che i vaccini sono una risorsa preziosa, e nel caso dell'influenza, che è una malattia, come lei sa, molto contagiosa e terza causa di morte in Italia per patologia infettiva, sono un importante strumento di prevenzione. Mi preme però rimarcare appunto l'aspetto della sicurezza dei vaccini e della qualità dell'organizzazione dell'attuale sistema, che va migliorato per superare anche la crisi di fiducia che si è generata rispetto alla vaccinazione antinfluenzale ed anche nelle alte vaccinazioni. L'influenza costituisce un importante problema di sanità pubblica a causa dell'ubiquità, contagiosità e variabilità antigenica dei virus influenzali, dell'esistenza di serbatoi animali e delle possibili gravi complicanze, nonostante ciò, però, la situazione per la vaccinazione degli anziani contro l'influenza è tornata ai livelli di quindici anni fa, perdendo circa 20 punti percentuali di copertura passando quindi dal 70 al 50 per cento.
  Nella passata stagione, saprà già questi dati, 2014-2015, la copertura vaccinale nella popolazione ultrasessantacinquenne è stata del 50,6 per cento contro il 60,2 per cento della stagione precedente, nell'autunno-inverno 2014-2015 si contano 61 casi gravi e complicati di influenza, che hanno richiesto un ricovero in terapia intensiva, di questi 61, 22 sono morti. Nel 2013-2014 sono stati invece registrati 13 casi gravi e un solo decesso.
  Nel nostro Paese ogni anno muoiono novemila persone per complicazioni legate all'influenza, un dato che potrebbe essere anche più alto se non ci fossero le campagne vaccinali. Quindi sappiamo da questi numeri che i vaccini sono uno strumento preventivo efficace, con un rapporto rischi-benefici particolarmente positivo e con un valore non solo sanitario, ma etico-intrinseco assai rilevante. Alla luce di tutto ciò, io chiedo di sapere come il ministro e il sottosegretario intendano impegnarsi per evitare che si ripetano tali situazioni e per implementare la campagna vaccinale antinfluenzale e garantire una copertura standard ottimale su tutto il territorio nazionale.

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la salute, Vito De Filippo, ha facoltà di rispondere.

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. La problematica in questione, come diceva l'onorevole D'Incecco, ha interessato i prodotti «vaccini antinfluenzali» Fluad, lotto numero 143301 e lotto numero 142701 dell'azienda farmaceutica Novartis. In data 18 novembre 2014 l'Istituto superiore di sanità ha ricevuto dall'Agenzia italiana del farmaco la richiesta di effettuare gli opportuni accertamenti su due lotti di vaccini Fluad a seguito di segnalazione di sospetti eventi avversi in pazienti vaccinati. Nello specifico caso dei lotti in questione i controlli immediatamente effettuati sui campioni Pag. 10pervenuti erano indirizzati a determinare la presenza di endotossine batteriche, l'aspetto del vaccino contenuto nella siringa e il contenuto di emoagglutinina, l'antigene principale dei vaccini la cui quantità, se è inferiore ai limiti previsti, può avere un impatto negativo sull'efficacia del prodotto. In tutti e tre i casi i risultati hanno dimostrato la conformità dei due lotti. Parallelamente all'effettuazione dei saggi sopra descritti, l'Istituto superiore di sanità ha deciso di avviare dei test generici di sicurezza, quali la prova di tossicità normale e il saggio di sterilità. Anche i risultati di entrambi i saggi hanno fornito esiti favorevoli, pertanto la conformità dell'aspetto del vaccino, del contenuto di endotossine e di antigene e l'esito dei saggi di tossicità anormale di sterilità hanno consentito di concludere che i due lotti in questione si confermavano conformi alle specifiche autorizzate e non mostravano alcuna anomalia identificabile sullo stesso prodotto. Pertanto, secondo l'Istituto superiore di sanità, le analisi effettuate sui due lotti di Fluad non hanno evidenziato risultati fuori specifica o inattesi. Più in particolare l'Agenzia italiana per il farmaco ha inteso anche precisare che in data 27 novembre 2014, non appena l'AIFA ha avuto a disposizione tutti gli elementi necessari per valutare in modo correlato i casi di segnalazione di eventi avversi gravi, ha emesso il divieto di utilizzo in via cautelativa di due lotti di vaccino Fluad, ai sensi dell'articolo 132 del decreto legislativo n. 219 del 2006, che prevede al comma 9 un obbligo di informazione tempestiva all'Agenzia europea dei medicinali nonché al pubblico di tutte le segnalazioni di sospette reazioni avverse gravi da medicinali verificatisi nel territorio nazionale. A seguito del provvedimento di divieto di utilizzo di due lotti di Fluad, l'ufficio di farmacovigilanza dell'Agenzia ha proceduto alla pubblicazione di un comunicato stampa, dando notizia del provvedimento e delle motivazioni dello stesso ed evidenziando anche il carattere cautelativo; successivamente il primo dicembre l'AIFA, congiuntamente all'Istituto superiore di sanità, ha comunicato ripetutamente che l'esito delle prime analisi effettuate sui vaccini antinfluenzali appartenenti ai due lotti interessati era stato negativo in relazione a tutti gli esami che ho descritto e che erano stati effettuati. Occorre evidenziare che nelle cinque stagioni influenzali precedenti, dal mese di ottobre al marzo successivo, i casi fatali segnalati variavano da un minimo di tre ad un massimo di otto in totale per tutti i vaccini in commercio. Si tratta di un dato che ha sollevato grande attenzione in quanto non erano mai state ricevute segnalazioni per più di tre casi fatali relative allo stesso vaccino in tutta la stagione antinfluenzale. Tale dato è risultato dunque fortemente anomalo rispetto a quanto osservato negli anni precedenti. Alla data del 27 novembre 2014 infatti, oltre ai tre decessi riportati con Fluad, è risultato un altro solo altro caso fatale segnalato per un altro vaccino antinfluenzale. Pertanto l'AIFA ha intrapreso ogni necessaria azione urgente e cautelativa, anche in relazione alle analisi e ai relativi approfondimenti. Le valutazioni condotte hanno tenuto conto di vari fattori: concomitanza temporale, valutazione del nesso di causalità, eccetera. L'AIFA ha condotto in tempo reale il monitoraggio delle segnalazioni e di tutte le valutazioni necessarie non solo sugli aspetti di sicurezza ma anche su quelli della qualità farmaceutica, infatti sono stati acquisiti numerosi dati e documentazioni e le valutazioni sono state rapidamente effettuate e condivise a livello dei gruppi di lavoro anche presso l'Agenzia europea dei medicinali, l'EMA.
  I risultati finali dei test hanno confermato ulteriormente la sicurezza del vaccino antinfluenzale, escludendo la presenza di endotossine, ed hanno mostrato che i lotti risultano conformi sia nell'aspetto che nel contenuto in antigene del vaccino del virus dell'anti-influenza. A posteriori l'AIFA ha affermato che l'incremento delle segnalazioni nei giorni successivi è in tal senso attribuibile alla maggiore sensibilità mostrata da parte degli operatori sanitari e della popolazione in generale, anche a causa di un diffuso allarmismo che i mass media nel nostro Paese hanno anche prodotto ed alimentato. Comunque il divieto di utilizzo cautelativo per il vaccino Fluad ha riguardato Pag. 11solo i due lotti specificati, mentre tutti gli altri possono essere regolarmente somministrati. Il Ministero della salute, l'AIFA e l'Istituto superiore, sulla base delle risultanze, hanno sin dall'inizio della vicenda invitato tutti i soggetti interessati ed in particolare quelli a rischio a continuare a sottoporsi alla vaccinazione, onde evitare di andare incontro alle complicanze di questa malattia infettiva che ogni anno causa circa otto mila decessi in Italia, in particolare nella fascia di popolazione al di sopra dei 65 anni. A conferma della sicurezza e della qualità del vaccino, l'Agenzia si è da subito attivata divulgando, attraverso i normali canali di comunicazione mediatica, messaggi di contenuto specifico per assicurare la popolazione al fine di scongiurare i rischi collegati al calo della copertura vaccinale della popolazione, come ha segnalato anche nell'interrogazione l'onorevole D'Incecco. A partire dal giorno del divieto di utilizzo dei due lotti di Fluad, la corretta informazione alla popolazione generale e ai media è stata garantita anche attraverso bollettini, diffusi più volte al giorno, tramite il sito istituzionale di AIFA e anche tramite la comunicazione a mezzo stampa, anche nei giorni festivi, per sottolineare sempre l'importanza della vaccinazione e aggiornare in tempo reale sulle segnalazioni di reazioni avverse nella comunità nazionale. Il piano nazionale per la copertura vaccinale, come sa bene ancora una volta l'onorevole D'Incecco, e il lavoro fatto anche in Parlamento nella XII Commissione, con una serie di altri impegni che lì abbiamo assunto, ci consentiranno nei prossimi anni di rafforzare tutte le strategie per una più completa copertura vaccinale nel nostro Paese, che è una garanzia sicuramente nella sanità pubblica italiana.

  PRESIDENTE. L'onorevole D'Incecco ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza. Prima salutiamo i bambini della parrocchia di San Lorenzo Sebato, di Bolzano, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

  VITTORIA D'INCECCO. Signor Presidente, signor sottosegretario, io mi dichiaro soddisfatta, anzi ringrazio il Governo per la sensibilità e la tempestività avuta sia in quell'occasione, sia successivamente, quando ha iniziato una serie di attività proprio per promuovere la vaccinazione. Come lei ricordava, da poco nella Commissione affari sociali è stata approvata la risoluzione a mia prima firma sull'importanza della vaccinazione, dove lei ha dato il suo prezioso contributo e dove sono stati presi degli impegni. Sappiamo che per promuovere la vaccinazione occorre una corretta e inequivocabile informazione degli operatori sanitari, medici inclusi, delle famiglie ma anche migliorare, come lei diceva, l'organizzazione nelle sedi che erogano l'offerta. Quindi bisogna attivarsi per garantire un'adeguata copertura vaccinale, che tuteli senza differenze geografiche tutti i cittadini. È fondamentale lavorare su una corretta informazione potenziando gli strumenti messi in campo anche dei servizi regionali e dalla rete dei medici di medicina generale e dei pediatri, rendendo anche un'attiva presenza sui...

  PRESIDENTE. Onorevole D'Incecco, se si appoggia, suona il campanello !

  VITTORIA D'INCECCO. Mi scusi. Per rafforzare appunto le modalità di promozione delle vaccinazioni, sostenendo e affiancando così le famiglie in questo importante percorso di prevenzione. Io sono fiduciosa perché la conosco e so come lavora, quindi sono sicura che gli impegni presi nella risoluzione saranno mantenuti.

(Chiarimenti in merito ai rischi per la salute e l'ambiente derivanti dai prodotti fitosanitari a base di glifosato e iniziative per vietarne la commercializzazione e l'impiego – n. 3-01993)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Braga ed altri n. 3-01993, concernente chiarimenti in merito ai rischi per la salute e l'ambiente derivanti dai prodotti fitosanitari a base di glifosato e iniziative Pag. 12per vietarne la commercializzazione e l'impiego (Vedi l'allegato A – Interpellanze e interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato per la salute, Vito De Filippo, ha facoltà di rispondere.

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. In merito alle questioni concernenti la sostanza glifosato, presente in alcuni prodotti fitosanitari, si precisa quanto segue. L'Autorità europea per la sicurezza alimentare, l'EFSA, ha valutato sia il dossier relativo alla sostanza attiva glifosato, sia la monografia per la valutazione effettuata dalla stessa Agenzia internazionale per la ricerca del cancro, IARC. Le conclusioni a cui è pervenuta l'EFSA sulla sostanza glifosato sono – come è noto – attualmente all'attenzione degli Stati membri. La Commissione europea ha emanato il Regolamento di esecuzione n. 1885 del 20 ottobre 2015, con cui ha inteso prorogare il periodo di approvazione, in scadenza alla data del 31 dicembre 2015 e soggetto a ritardo nelle valutazioni, di alcune sostanze attive, tra cui il glifosato, per consentirne una eventuale decisione di rinnovo.
  La stessa Commissione europea ha indicato la conclusione della valutazione della sostanza come probabile per il mese di marzo 2016. Pertanto, la Commissione europea, ad oggi, non ha ritenuto di adottare alcun provvedimento sulla sostanza attiva glifosato e quindi, a livello nazionale, i relativi prodotti fitosanitari autorizzati possono essere ancora utilizzati secondo le indicazioni riportate nelle etichette.
  In particolare, si sottolinea che nelle etichette dei prodotti autorizzati sono riportate specifiche avvertenze per consentire un uso corretto di questi prodotti da parte di tutti gli utilizzatori. Va ricordato che è in capo alle competenti autorità a livello locale vigilare sul rispetto di tale prescrizione e adottare eventuali misure restrittive riguardo all'utilizzo anche extraagricolo di prodotti contenenti il glifosato.
  Si segnala, infine, in particolare, che i prodotti denominati malathion, diazinon e parathion non sono più autorizzati a livello comunitario a partire dal 2002, pertanto non sono presenti nel mercato prodotti che contengono tali sostanze.
  In merito all'adozione di eventuali misure e provvedimenti regolamentari, occorre lamentare che a livello comunitario si è fatto ricorso alla predisposizione dell'apposito Regolamento n. 1107 del 2009 proprio al fine di garantire una valutazione armonizzata dei prodotti fitosanitari che tiene in debito conto gli aspetti di tutela della salute dell'uomo, dell'ambiente e della esposizione degli stessi lavoratori.
   L'adozione di misure nazionali e/o locali in contrasto con la normativa comunitaria pertanto potrebbero portare all'instaurarsi di un contenzioso con il Paese membro.
  Per gli aspetti di propria competenza, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha inteso in aggiunta precisare quanto segue. La materia relativa all'uso dei prodotti fitosanitari, ivi compresi i diserbanti, è stata oggetto di una profonda revisione normativa che trova il suo fondamento nella direttiva del 2009 n. 128 che istituisce un quadro comunitario per l'uso sostenibile dei pesticidi. A seguito del recepimento della direttiva, tramite il decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150, è stato predisposto il piano d'azione nazionale, il cosiddetto PAN, adottato con decreto in data 22 gennaio 2014 dal Ministero delle politiche agricole, di concerto con i Ministeri dell'ambiente e della salute. Questo piano prevede soluzioni migliorative per un uso più corretto e sostenibile dei prodotti fitosanitari, con l'obiettivo di tutelare la salute umana e l'ambiente attraverso la riduzione del loro impatto, e si propone di raggiungere i seguenti obiettivi generali: ridurre i rischi e gli impatti dei prodotti fitosanitari sulla salute umana, sull'ambiente e sulle biodiversità, promuovere l'applicazione e la difesa integrata dell'agricoltura biologica e degli approcci alternativi, proteggere gli utilizzatori dei prodotti fitosanitari e la popolazione interessata, tutelare i consumatori, salvaguardare l'ambiente acquatico e le acque potabili, conservare la biodiversità e tutelare gli ecosistemi.Pag. 13
   Per il raggiungimento di questi obiettivi, il Piano prevede la difesa a basso apporto dei prodotti fitosanitari nelle colture agrarie, al fine di salvaguardare un alto livello di biodiversità e la protezione delle avversità biotiche delle piante, privilegiando le opportune tecniche agronomiche e l'incremento delle superfici agrarie con il metodo dell'agricoltura biologica e della stessa difesa integrata volontaria.
  Il glifosato è un erbicida sistemico, caratterizzato da azioni totali ed è in grado di devitalizzare tutte le piante erbacee e legnose a seguito di assorbimento attraverso i tessuti erbacei. Assorbito in gran parte per via fogliare, viene traslocato in tutte le parti delle piante, distruggendone anche le porzioni sotterranee. Il prodotto viene applicato sulle piante in piena attività vegetativa per eliminare la totalità della vegetazione indesiderata presente nelle aree agricole e in quelle extra-agricole. In agricoltura, esso trova ampia utilizzazione nel diserbo delle colture arboree, prima della semina delle colture senza lavorazione del terreno, per l'eliminazione della flora emersa dopo la preparazione del letto di semina, per la pulizia degli argini, dei canali e dei luoghi di difficile intervento. Viene anche utilizzato nelle aree extra-agricole per distruggere la vegetazione presente nei piazzali, nei manufatti civili, lungo i bordi stradali e nelle sedi ferroviarie. Il glifosato è di fondamentale utilità per la lotta alla vegetazione spontanea che si sviluppa nei più diversi contesti agricoli ed extra agricoli e attualmente non sono a disposizione, purtroppo, erbicidi dotati di caratteristiche analoghe in termini di spettro di azione, di tipo di efficacia e di flessibilità.
   Poiché la Commissione europea ad oggi non ha adottato alcun provvedimento sulla sostanza attiva, i prodotti fitosanitari utilizzati, a base di glifosato, possono essere utilizzati secondo le indicazioni riportate nell'etichetta, sia a livello nazionale, sia negli Stati membri nei quali non è stata adottata alcuna limitazione in merito. I formulati a base di glifosati, sono soggetti alle prescrizioni del PAN, del Piano di azione, che identifica nel loro utilizzo extra agricolo uno degli ambiti con maggiore criticità.
   A questo riguardo, sono in corso di predisposizione ulteriori linee-guida di criteri ambientali minimi da utilizzare nei capitolati tecnici delle gare d'appalto per i trattamenti fitosanitari sulle linee ferroviarie lungo le strade.
   Per quanto riguarda l'uso di sementi geneticamente modificate, l'unico evento transgenico attualmente autorizzato alla coltivazione, è il mais «MON810», geneticamente modificato per la resistenza alla piralide, lepidottero che infesta le coltivazioni di mais e non per la resistenza al glifosato. Peraltro, per detto mais, è stato adottato il divieto di coltivazione nel territorio nazionale con decreto interministeriale del 12 luglio 2013, prorogato per ulteriori diciotto mesi con decreto del 22 gennaio 2015. Inoltre, al di là del divieto temporaneo che ora ho ricordato, la coltivazione del mais «MON 810» e di tutti gli eventi transgenici in attesa di ottenere l'autorizzazione europea alla coltivazione, consistenti anche negli eventi transgenici di mais geneticamente modificati per la resistenza agli erbicidi, incluso il glifosato, è stata definitivamente vietata in Italia, grazie all'applicazione delle misure transitorie, di cui all'articolo 26-quater della direttiva del 2001 n.18, come modifica dalla direttiva del 2015 n. 412, misure che sono state recepite nell'ordinamento italiano dalla legge 29 luglio 2015, n. 115, che è la legge europea del 2014.
  In conseguenza dell'applicazione di queste misure, per ciascun evento transgenico, la decisione di autorizzazione europea alla coltivazione conterrà il divieto di coltivazione nel territorio italiano, nonché in quello di altri diciotto Stati membri, che pure hanno dato seguito all'applicazione di queste misure.

  PRESIDENTE. L'onorevole Terrosi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta all'interrogazione Braga n. 3-01993, di cui è cofirmataria.

  ALESSANDRA TERROSI. Grazie, signor Presidente, grazie signor sottosegretario, Pag. 14per la risposta articolata, della quale mi dichiaro parzialmente soddisfatta, nel senso che la risposta è estremamente puntuale su tanti aspetti, compreso l'ultimo sui prodotti transgenici, ma – come lei stesso ha ricordato e che come è noto – l'Italia è uno dei Paesi maggiori utilizzatori del glifosato, il quale è comunque ricompreso anche nel Piano agricolo nazionale, che è il piano – come lei ha sottolineato – per l'uso sostenibile dei fitofarmaci.
  Quindi, è comprensibile l'allarme che comunque ha pervaso e tuttora, diciamo, è presente tra gli agricoltori professionali che utilizzano questo prodotto ma anche nelle associazioni di categoria che li rappresentano e in ampi strati della popolazione.
  Vale la pena ricordare che ci sono degli studi del 2014 che dimostrerebbero che il principio attivo glifosate, in sinergia con gli altri componenti presenti all'interno degli erbicidi in qualità di coformulanti, risulterebbe addirittura mille volte più tossico del principio attivo singolo. Ora sappiamo bene che l'effetto sinergico e anche quello additivo di più principi attivi contemporaneamente presenti non è attualmente indagato, sebbene la conclusione sulla tossicità delle miscele, elaborata da tre comitati scientifici della Commissione europea e pubblicata nel 2012, mette in evidenza che l'esposizione contemporanea a diverse sostanze chimiche può indurre effetti tossici maggiori di quelli causati dai singoli principi attivi.
  Lei ha ricordato lo studio dell'EFSA, che è successivo a quello dello IARC che individuava una certa correlazione o comunque una potenziale correlazione con alcune tipologie di danneggiamento nei confronti del DNA. La conclusione di EFSA, invece, è quella secondo la quale risulterebbe improbabile che il glifosato costituisca un pericolo di cancerogenicità per l'uomo. Però, questa indicazione e anche la terminologia usata non fuga completamente i dubbi sulla relazione, appunto, messa in luce dallo IARC, che è un organismo scientifico – lo ricordiamo – dell'Organizzazione mondiale della sanità, tra il glifosato stesso e l'insorgenza, da un lato, del linfoma non Hodgkin e tra il glifosato, appunto, e i danni al DNA.
  Mentre l'EFSA sostiene, tra l'altro, che lo IARC non avrebbe tenuto conto di studi recenti nelle sue valutazioni, sembrerebbe, sempre da notizie di stampa, che EFSA si sia basata, in buona parte, su studi scientifici non pubblicati e commissionati dalle aziende produttrici. Il fatto che EFSA comunque abbia ritenuto, tra l'altro, di stabilire per questo principio attivo una dose acuta di riferimento pari 0,5 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo – e ricordiamo che la dose acuta di riferimento è la dose massima consentita in un cibo che può essere ingerita in un breve lasso di tempo senza che vi siano rischi per la salute – induce comunque ad una riflessione, considerando che nell'autorizzazione precedente, concessa 13 anni fa, questo limite non era stato individuato.
  Pertanto, sarebbe opportuno, credo, per liberare veramente il campo da qualsiasi dubbio, un ulteriore approfondimento scientifico in questo senso prima di marzo o di giugno 2016...

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Marzo.

  ALESSANDRA TERROSI. ... Diciamo marzo 2016, quando, appunto, la Comunità europea sarà chiamata al rinnovo dell'autorizzazione rispetto a questo principio attivo. Nel frattempo sarebbe opportuno, comunque, adottare quanto più possibile i principi di precauzione richiamati nel PAN, sebbene vi siano tutta una serie di indicazioni, che lei ha giustamente ricordato, previste nel PAN per un utilizzo che sia, comunque, di cautela, appunto, di questi prodotti.
  Ricordiamo anche – e concludo – che vi sono alternative meccaniche nel controllo delle erbe infestanti. Quindi, almeno in luoghi pubblici frequentati sarebbe opportuno veramente anche dare indicazioni, attraverso anche forme di divulgazione forse, dell'importanza di assumere questi diversi criteri rispetto all'uso di un principio attivo che, comunque, va utilizzato con cautela.

Pag. 15

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
  Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 14, con il seguito della discussione del decreto-legge recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative.

  La seduta, sospesa alle 11,35, è ripresa alle 14.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bindi, Antimo Cesaro e Rossomando sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centotré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2015, n. 210, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (A.C. 3513-A) (ore 14,02).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3513-A: Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2015, n. 210, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative.
  Ricordo che nella seduta dell'8 febbraio si è conclusa la discussione sulle linee generali e i relatori e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico – A.C. 3513-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A – A.C. 3513-A), nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni (Vedi l'allegato A – A.C. 3513-A).
  Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili nelle Commissioni: Capodicasa 1.76, limitatamente ai commi 10.2, 10.3, 10.4 e 10.5 e Binetti 1.88.
  Avverto, inoltre, che la Presidenza, a norma degli articoli 86, comma 1, e 96-bis, comma 7, del Regolamento e secondo la prassi costantemente seguita su analoghi provvedimenti, non ritiene ammissibili, in quanto volti ad introdurre nel decreto-legge materie nuove, non strettamente attinenti a quelle trattate dal decreto-legge stesso e non contenute in emendamenti previamente presentati nelle Commissioni di merito, le seguenti proposte emendative: riguardanti ulteriori proroghe di termini: Pannarale 1.308 e 1.309, volti a prorogare il piano straordinario di assunzione di personale docente di cui all'articolo 95 della legge n. 107 del 2015 e a prevedere l'assunzione di personale della scuola dell'infanzia; Carfagna 1.319, che estende a quattro anni il periodo massimo durante il quale le società partecipate da pubbliche amministrazioni si fanno carico di una quota del trattamento economico del personale in mobilità di cui al comma 568 della legge n. 147 del 2013; gli identici emendamenti Piras 1.317 e Capelli 1.318, che prorogano per l'anno 2016 un finanziamento in favore degli atenei con sede nella regione Sardegna; Russo 2-quater.300 e 2-quater.301, che prorogano l'applicazione delle misure di cui all'articolo 25 del decreto legislativo n. 185 del 2000 in materia di promozione del lavoro autonomo; Allasia 3.301, che proroga termini relativi agli obblighi di installazione di contatori di calore di cui all'articolo 9, comma 5, del decreto legislativo n. 102 del 2014; gli identici emendamenti Centemero 4.313, Tancredi 4.314 e Matarrese 4.315, volti a prorogare il termine di applicazione delle disposizioni transitorie di cui all'articolo 29, comma 2, del decreto-legge n. 90 del 2014, in materia di affidamento di contratti Pag. 16da parte di pubblica amministrazione a soggetti per i quali è richiesta la certificazione antimafia; Artini 8.303, volto a prorogare il termine di cui all'articolo 1, comma 174, della legge n. 107 del 2015, in materia di affidamento dei servizi di pulizia e degli altri servizi ausiliari nelle scuole; Villarosa 10.306, Lombardi 10.305, Lupo 10.304, Petraroli 10.303, che prorogano l'entrata in vigore della disciplina relativa al bail in, di cui al Titolo IV, Capo IV, Sezione III, del decreto legislativo n. 180 del 2015; Ottobre 10.301, che proroga al 28 febbraio 2016 alcuni termini relativi alla disciplina del 5 per mille; Sammarco 10.307, che proroga l'efficacia delle misure in materia di contenimento della spesa pubblica, adottate ai sensi dell'articolo 8, comma 8, lettera b), del decreto-legge n. 66 del 2014; Duranti 10.0300, recante una proroga del finanziamento in favore degli istituti superiori di studi musicali non statali, di cui al comma 170 dell'articolo 1 della legge n. 190 del 2014.
  Questo era il blocco degli emendamenti riguardanti ulteriori proroghe di termini. Andiamo al blocco degli emendamenti recanti disciplina di carattere sostanziale: Formisano 1.302, volto a precisare che la relazione alle Camere sullo stato di riconversione industriale dello stabilimento siderurgico Ilva sia consegnata anche alle associazioni del territorio e alle organizzazioni sindacali; Formisano 1.303, volto a prevedere, per i lavoratori dell'Ilva, il mantenimento del trattamento economico in vigore alla stipula degli accordi aziendali; Rampelli 1.321, volto ad estendere a Roma Capitale la disciplina in materia di turnover di cui al comma 229 dell'articolo 1 della legge di stabilità per il 2016; Rampelli 1.322, volto ad estendere, alle amministrazioni che, al 31 dicembre 2015, hanno graduatorie con vincitori di concorso non assunti, la disciplina in materia di limiti alle assunzioni di personale a tempo indeterminato di cui al comma 228 dell'articolo 1 della legge di stabilità per il 2016; Tancredi 1.306, relativo al reclutamento di dirigenti scolastici della regione Sicilia, recante materia analoga a quella trattata dall'emendamento Tancredi 1.178, già dichiarato inammissibile in sede referente; Alfreider 1.313, concernente le procedure di costituzione del fondo territoriale intersettoriale delle province autonome di Trento e Bolzano; Crimì 4-quater.0300, volto a prevedere il transito del personale militare della Croce rossa italiana nell'ente strumentale e, successivamente alla soppressione di quest'ultimo, nelle pubbliche amministrazioni che presentano carenze di organico; su materia analoga, nelle Commissioni, è stato dichiarato inammissibile l'articolo aggiuntivo Crimì 4.05; Peluffo 4-quater.0301, in materia di attribuzione dei responsabili della spesa degli enti locali, con particolare riferimento alle variazioni di bilancio; Binetti 6.300, in materia di aggiornamento del nomenclatore protesico; Stella Bianchi 8.302, che destina i proventi delle sanzioni amministrative irrogate per l'utilizzo dei sacchi non conformi alla normativa ad un fondo per la promozione della raccolta differenziata e ai comuni nei cui territori sono avvenute le violazioni; Fassina 10.300, volto a istituire e a disciplinare una detrazione dall'imposta municipale propria dovuta per gli immobili adibiti ad abitazione principale; Polidori 10.309, che interviene in materia di disciplina dei contratti di locazione di immobili adibiti ad uso diverso da quello di abitazioni di cui all'articolo 79 della legge n. 392 del 1978; Polidori 10.310, che prevede il divieto per le banche e gli intermediari finanziari di detenere partecipazioni nelle società di intermediazione immobiliare.
  Avverto, infine, che la Presidenza non ritiene altresì ammissibile l'emendamento Centemero 1.320, in quanto è volto ad incidere, nell'ambito del procedimento di conversione di un decreto-legge, su una norma di delega.
  Avverto, altresì, che per un disguido sono presenti nel fascicolo gli emendamenti Gianluca Pini 4.56 e Invernizzi 4.59 che, invece, non devono intendersi presentati.
  Avverto, infine, che sempre per un disguido non compaiono nel fascicolo gli emendamenti Vezzali 4.66 e Abrignani Pag. 177.78, che sono in distribuzione e che saranno rispettivamente posti in votazione dopo l'emendamento Melilla 4.83, a pagina 22, e dopo l'emendamento Abrignani 7.74, a pagina 33.

Per un'inversione dell'ordine del giorno.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Volevo chiedere l'inversione dell'ordine del giorno con il punto segnato al numero 3, quindi il seguito della discussione della mozione Nicoletti, Bergamini e Alli, dato che sulla questione del «Milleproroghe» c’è stato – ed è in corso – un dibattito molto aspro all'interno della Commissione su determinati punti. Su questi punti noi chiediamo ancora di provare a riflettere nel merito. Pertanto, riteniamo utile l'inversione dell'ordine del giorno e chiediamo di porre in votazione l'inversione del punto 3 con il punto 2.

  PRESIDENTE. Onorevole Crippa, per la verità, questa richiesta la doveva fare prima che noi entrassimo nella discussione di questo punto all'ordine giorno. Mi era stata chiesta una cosa diversa, relativamente all'ordine dei lavori, comunque possiamo procedere, anche se è bene che rimanga agli atti che avrebbe dovuto chiederla prima che fosse letto l'ordine del giorno. Era sull'ordine dei lavori e mi è stata chiesta una cosa diversa.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,10).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

  PRESIDENTE. Sulla sua richiesta darò la parola ad un deputato a favore e a uno contro.
  Ha chiesto di parlare contro la deputata Cinzia Maria Fontana. Prego.

  CINZIA MARIA FONTANA. Grazie Presidente. Intervengo per esprimere il nostro voto contrario rispetto alla richiesta del collega Crippa sull'inversione dell'ordine del giorno.
  Noi stiamo affrontando la conversione di un decreto-legge. Abbiamo già detto ieri, durante la discussione sulle linee generali, quanto sia stato importante, anche per questo decreto-legge, il lavoro nelle Commissioni riunite.
  Il collega Crippa ha sottolineato il fatto che nelle Commissioni vi sia stato un dibattito molto aspro. Io, invece, voglio sottolineare un aspetto diverso: c’è stato un dibattito molto importante su alcuni punti, determinato anche dal fatto che su argomenti e su nodi importanti e rilevanti che i colleghi parlamentari hanno ritenuto di porre all'attenzione delle Commissioni, sono stati appunto presentati emendamenti che riguardavano gli stessi argomenti presentati da più colleghi parlamentari di tutti i gruppi di maggioranza e di opposizione.
  Quindi, va dato atto ai relatori e ai presidenti di Commissione di quanto sia stato importante, senza alcuna pretesa di chiudere la discussione in tempi stretti, poter affrontare tutti gli argomenti, determinando anche una proficua relazione rispetto al lavoro e al rapporto tra Governo e Parlamento sulle questioni emerse.
  Questo ha permesso di allargare il perimetro, oltretutto, dei temi inseriti nel decreto originario. Mi riferisco, in particolare, ad alcuni emendamenti posti dal Partito Democratico, che sono stati approvati, molto importanti. Mi riferisco, ad esempio, al fatto che per il 2016, grazie ad un nostro emendamento, abbiamo evitato la tassa sui licenziamenti a carico delle imprese in caso di cambio di appalti quando l'impresa che subentra riassorbe i Pag. 18dipendenti dell'azienda uscente applicando le clausole sociali. Una modifica dovuta e una modifica appunto che dovrà essere anche oggetto di discussione durante l'anno in corso per evitare di togliere qualsiasi senso al concetto da tutti condiviso di clausola sociale. Così come abbiamo evitato per il 2016 la tassa sui licenziamenti anche alle imprese edili in caso di chiusura di un cantiere per completamento delle attività.
  L'altro aspetto importante è, per esempio, l'emendamento approvato che riguarda i contratti di solidarietà e il fatto che anche per il 2016 le lavoratrici e i lavoratori soggetti a contratti di solidarietà nelle aziende in crisi avranno il pagamento del 70 per cento della retribuzione.
  Di fatto, quindi, grazie agli emendamenti approvati e grazie al fatto di aver inserito questi emendamenti all'interno del decreto milleproroghe, il PD ha dimostrato ancora una volta di avere l'orecchio a terra sui temi sociali, sui temi dell'occupazione e sui temi del lavoro e, quindi, di dare risposte alle esigenze e alle aspettative appunto che il Paese ci pone. Vi è, per esempio, anche l'approvazione degli emendamenti che consentono alle lavoratrici e ai lavoratori precari della pubblica amministrazione negli enti di area vasta e nelle città metropolitane di salvaguardare anche per il 2016 il loro posto di lavoro in quegli enti che non abbiano rispettato appunto il Patto di stabilità 2015.
  Per tutte queste ragioni, quindi, per alcuni emendamenti e alcune approvazioni di cui ho voluto dar conto in questi pochi minuti, noi respingiamo la richiesta del collega Crippa dell'inversione dell'ordine del giorno.
  Noi riteniamo sia molto importante, invece, la conversione di questo decreto proprio perché in questo decreto noi riusciamo a dare risposte concrete, positive e importanti, anche ad alcune questioni sociali che riguardano l'occupazione e il lavoro in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. C’è qualcuno che chiede di intervenire a favore della richiesta dell'onorevole Crippa ? Non mi pare.
  Allora, non essendoci altri che chiedono di intervenire per sostenere la proposta di inversione dell'ordine del giorno, la metto in votazione.
  Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di inversione dell'ordine del giorno.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione)

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge per 116 voti di differenza.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 3513-A.

(Posizione della questione di fiducia – Articolo unico – A.C. 3513-A)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, deputata Maria Elena Boschi. Prego, ne ha facoltà.

  MARIA ELENA BOSCHI, Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Onorevoli deputati, a nome del Governo, autorizzata dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione senza emendamenti ed articoli aggiuntivi (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge 30 dicembre 2015, n. 210, nel testo approvato dalle Commissioni (Applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  EMANUELE COZZOLINO. Chiedo di intervenire per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Grazie Presidente. Chiedo, ai sensi dell'articolo 35, Pag. 19comma 4, di poter intervenire, a titolo personale, per cinque minuti sugli emendamenti.

  PRESIDENTE. A seguito della posizione della questione di fiducia adesso, onorevole Cozzolino, dobbiamo convocare una riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo. La riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata per le ore 15 per definire l'articolazione del dibattito fiduciario. La seduta riprenderà al termine di tale riunione.
  La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 14,20, è ripresa alle 16,15.

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea e aggiornamento del programma.

  PRESIDENTE. Nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, a seguito della posizione della questione di fiducia da parte del Governo sul disegno di legge n. 3513 – Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2015, n. 210, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (da inviare al Senato – scadenza: 28 febbraio 2016), si è convenuto all'unanimità che la votazione per appello nominale avrà inizio domani, mercoledì 10 febbraio, alle ore 13, previe dichiarazioni di voto a partire dalle ore 11.
  Lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo dalle ore 15. Seguiranno l'esame degli ordini del giorno, il cui termine per la presentazione è fissato alle ore 9,30 di domani, le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale entro le ore 19.
  Lunedì 15 febbraio, dopo gli altri argomenti già previsti, avrà luogo la discussione sulle linee generali delle mozioni Villarosa ed altri n. 1-01139 e Palese ed altri n. 1-01099 concernenti iniziative in materia di gestione delle crisi bancarie e di tutela dei risparmiatori, con particolare riferimento all'applicazione dello strumento del cosiddetto bail-in. Il seguito dell'esame avrà luogo nelle giornate successive, sempre dopo gli altri argomenti già previsti.
  L'esame della proposta di legge n. 3220-A/R – Disposizioni in materia di acquisto e dismissione delle autovetture di servizio o di rappresentanza delle pubbliche amministrazioni è rinviato su richiesta della I Commissione.
  L'organizzazione dei tempi per l'esame delle mozioni n. 1-01139 e n. 1-01099 sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
  Il programma si intende conseguentemente aggiornato.
  Avverto che, in allegato al resoconto della seduta odierna, sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame del Doc. XXIII, n. 11, recante la relazione tematica della Commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti sulla situazione delle bonifiche dei siti contaminati del Quadrilatero del Nord.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 10 febbraio 2016, alle 11:

  (ore 11 e ore 16)

  1. – Seguito della discussione del disegno di legge:
   Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2015, n. 210, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (C. 3513-A).
  — Relatori: Gasparini, per la I Commissione; Laforgia, per la V Commissione.

  (ore 15)

  2. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta termina alle 16,20.

Pag. 20

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DELLE MOZIONI N. 1-01139 E ABB. E DEL DOC. XXIII, N. 11

Mozioni n. 1-01139 e abb. – Iniziative in materia di gestione delle crisi bancarie e di tutela dei risparmiatori, con particolare riferimento all'applicazione dello strumento cosiddetto bail-in

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 15 minuti
 MoVimento 5 Stelle 32 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 25 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 20 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà 20 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 18 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 17 minuti
 Democrazia Solidale – Centro Democra tico 16 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 22 minuti
  Conservatori e Riformisti 6 minuti
  Alternativa Libera - Possibile 5 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 4 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
2 minuti
  Unione Sudamericana Emigrati Italiani 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.

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Doc. XXIII, n. 11 – Relazione della Commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti sulla situazione delle bonifiche dei poli chimici: «Quadrilatero del Nord» (Venezia-Porto Marghera, Mantova, Ferrara, Ravenna)

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 3 ore.

Relatore 15 minuti
Governo 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 22 minuti (con il limite massimo di 3 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 53 minuti
 Partito Democratico 32 minuti
 MoVimento 5 Stelle 14 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 11 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 8 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà 8 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 8 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 7 minuti
 Democrazia Solidale – Centro Democra tico 7 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 6 minuti
 Misto: 12 minuti
  Conservatori e Riformisti 2 minuti
  Alternativa Libera - Possibile 2 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
2 minuti
  Unione Sudamericana Emigrati Italiani 2 minuti