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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 545 di martedì 12 gennaio 2016

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

  La seduta comincia alle 9,30.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Baretta, Bellanova, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Bratti, Bressa, Brunetta, Bueno, Caparini, Capelli, Casero, Castiglione, Catania, Costa, Crippa, D'Alia, Dambruoso, Damiano, Del Basso De Caro, Di Gioia, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Franceschini, Garofani, Gentiloni Silveri, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Antonio Martino, Mazziotti Di Celso, Merlo, Meta, Migliore, Orlando, Pes, Piccoli Nardelli, Pisicchio, Portas, Rampelli, Realacci, Rosato, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Scanu, Scotto, Tabacci, Valeria Valente, Velo, Vignali e Zanetti sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,34).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.

  La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 10.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 4 dicembre 2015, n. 191, recante disposizioni urgenti per la cessione a terzi dei complessi aziendali del Gruppo Ilva (A.C. 3481-A).

  PRESIDENTE. Prego i colleghi di liberare l'emiciclo.Pag. 2
  L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3481-A: Conversione in legge del decreto-legge 4 dicembre 2015, n. 191, recante disposizioni urgenti per la cessione a terzi dei complessi aziendali del Gruppo Ilva.
  Ricordo che, nella seduta dell'11 gennaio, si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore per la maggioranza per la Commissione ambiente e il rappresentante del Governo sono intervenuti in sede di replica, mentre gli altri relatori vi hanno rinunciato.

(Esame dell'articolo unico – A.C. 3481-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A – A.C. 3481-A), nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione (Vedi l'allegato A – A.C. 3481-A).
  Avverto che le proposte emendative presentate si intendono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione (Vedi l'allegato A – A.C. 3481-A).
  Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, gli emendamenti Zolezzi 1.39 e 1.60, nonché l'emendamento Duranti 1.11, già dichiarati inammissibili in sede referente.
  La Presidenza non ritiene, altresì, ammissibile, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 96-bis, comma 7, del Regolamento, in quanto del tutto estraneo rispetto al contenuto del decreto in esame, l'emendamento Pili 1.80, non previamente presentato nelle Commissioni, volto ad estendere a specifici impianti di produzione di acciaio o similari le disposizioni finalizzate agli stabilimenti di interesse strategico nazionale.
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono in distribuzione (Vedi l'Allegato A – A.C. 3481-A).
  In particolare la Commissione bilancio ha formulato quattro condizioni sul testo ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione e che verranno poste in votazione a norma dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
  Informo l'Assemblea che in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principio o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
  A tal fine, il gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà e la deputata Vincenza Labriola sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
  Ha chiesto intervenire sul complesso degli emendamenti l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.
  Nel frattempo, prego i colleghi di liberare l'emiciclo e di prendere posto e, se è possibile, di mettere anche l'onorevole Pellegrino nelle condizioni di poter intervenire in maniera decente. Collega Aiello, per favore.

  SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente, onorevoli colleghi, sottosegretario, eccolo l'ennesimo decreto-legge del Governo Ilva. Questa volta ha come oggetto, come dice lei, «Disposizioni urgenti per la cessione a terzi dei complessi aziendali del gruppo Ilva», ma che, come sempre, contiene le ennesime nuove urgenti disposizioni sull'emergenza ambientale e occupazionale dello stabilimento Ilva di Taranto.
  Ricordo che il 27 dicembre del 2013 siamo stati convocati come Commissione con grande urgenza per risolvere la questione Ilva: un'audizione di tale importanza da ritrovarsi ancora qui, dopo due anni, sotto Natale, a discutere l'ennesima urgenza.
  Come già scrive con raffinatezza il Servizio studi della Camera, si legifera di nuovo su di un ambito che ha formato oggetto, in tempi recenti, di una significativa stratificazione normativa, avendo annoverato, a partire dall'agosto 2012, come ci ricorda sempre pedissequamente il Servizio studi della Camera, la generazione di Pag. 3ben dieci – ripeto, dieci ! – decreti-legge: due nel 2012, tre nel 2013, due nel 2014 e tre nel 2015 ! Questa decretazione d'urgenza con nuovi emendamenti del Governo approvati nelle Commissioni, oltre a svilire il ruolo del Parlamento, è anche la dimostrazione di una legificazione governativa approssimativa e accidentale, incapace di costruire un impianto normativo coerente e soprattutto immediatamente adottabile.
  Cosa hanno prodotto la decretazione d'urgenza, normative speciali e straordinarie, continui rinvii e prescrizioni dell'AIA, espropriazione delle competenze proprie della regione Puglia, nomina di due commissari straordinari, di due subcommissari addetti al Piano ambientale, di tre esperti e di tre subcommissari straordinari ? E a che punto siamo con il risanamento ambientale di questo comparto industriale ? La risposta e il giudizio più chiaro lo dà la Commissione europea, che ha aperto ulteriori procedure di infrazione europea per la pervicacia del rinvio e nelle procedure speciali che il Governo ha attuato sul caso Ilva.
  La Commissione europea ha contestato al nostro Paese la violazione della cosiddetta direttiva IPPC sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento e della direttiva 2010/75/ UE relativa alle emissioni industriali.
  La Commissione contesta al nostro Paese la violazione delle direttive sopra richiamate con riferimento a tre diversi ambiti; anzitutto essa ritiene il gestore dello stabilimento Ilva di Taranto inadempiente in relazione a numerose prescrizioni previste dall'autorizzazione integrata ambientale che è stata rilasciata nell'ottobre 2012; le inadempienze ancora riscontrate riguardano una serie di provvedimenti mancati ovvero la mancata copertura dei siti di stoccaggio, di adozione di provvedimenti volti alla minimizzazione delle emissioni gassose degli impianti e trattamento dei gas e potrei continuare; in secondo luogo, sono state adottate misure in grado di garantire che non si verifichino fenomeni di inquinamento significativi. Lo stabilimento Ilva, infatti, continua a causare un inquinamento significativo non solo dell'aria ma anche del suolo e delle acque. Il terzo ambito di contestazioni si riferisce, oltre al mancato aggiornamento dell'AIA nel 2013, alla mancanza di misure relative all'arresto definitivo dell'impianto nonché di disposizioni per la protezione del suolo e delle acque sotterranee con la verifica periodica. In merito alla realizzazione delle prescrizioni AIA, il nostro Ministro dell'ambiente ha avuto l'ardire di dichiarare che, a tutt'oggi, l'Ilva rispetta tutte le BAT, ovvero tutti i limiti di emissione europei oggi a Taranto sono rispettati, e che il piano di ambientalizzazione prevedeva degli step intermedi, uno di questi era la realizzazione dell'80 per cento delle prescrizioni entro il 31 luglio 2015. Oggi possiamo dire con certezza, perché è certificato dall'ISPRA, che il primo step è rispettato; peccato che le prescrizioni siano espresse in percentuali, il che, come più volte abbiamo sottolineato, quando è stata approvata questa procedura, ha fatto sì che, tutt'ora, siano assolutamente incompiute le opere di maggiore rilevanza ambientale come la copertura dei parchi minerari. Questo noi lo riteniamo assolutamente grave, anzi gravissimo. Che cosa ? Lo slittamento dell'AIA, termine ultimo per la realizzazione delle prescrizioni fino a giugno 2017, così come è stato previsto in questo decreto; non bastasse questo, durante l'esame del provvedimento nelle Commissioni referenti è stato fatto slittare di altri sei mesi al 30 giugno 2017 il termine intermedio cui dovrà essere messo a punto il piano ambientale sanitario dell'Ilva ma, con la modifica a firma del PD, il piano potrà essere realizzato entro la metà del prossimo anno e non più entro la fine del 2016, come prevedeva il testo originario del decreto-legge. Allo stesso tempo, viene prorogata l'AIA e l'autorizzazione all'esercizio di impresa; come gruppo abbiamo presentato una serie di emendamenti per evitare questo ennesimo rinvio per la realizzazione delle improcrastinabili opere di ambientalizzazione dell'Ilva che in Commissione sono stati puntualmente respinti ma che riproponiamo ora all'esame della Pag. 4Camera. Sempre il nostro Governo, non pago di aver introdotto una clausola di impunibilità assoluta nei confronti del commissario straordinario e di un numero di soggetti da lui delegati, nel caso in cui dall'attuazione delle prescrizioni AIA derivi il compimento di qualsiasi fattispecie di reato colposo o doloso che sia, questo decreto, all'articolo 1 comma 6, ha previsto una gravissima estensione dello scudo giudiziario per l'organo commissariale e i suoi delegati, oltre che per la responsabilità penale o amministrativa, anche per la responsabilità civile. Presidente, di questa irresponsabilità penale, amministrativa e ora, non paghi, anche civile, del commissario straordinario e dei funzionari da lui delegati, chiediamo la soppressione. Non è ammissibile che il commissario e i suoi delegati non rispondano del loro operato, come invece devono fare tutti i cittadini italiani.
  Siamo alla violazione sia del principio fondamentale di uguaglianza, di cui all'articolo 3 della Costituzione, sia del principio in materia di responsabilità penale, civile e amministrativa dei funzionari e dei dipendenti dello Stato per gli atti compiuti in violazione dei diritti sancito dall'articolo 28 della Costituzione. Nel nostro ordinamento viene fatto strame del diritto civile, del diritto penale.
  Viene legittimata la configurazione di un vero e proprio diritto di disastro in capo ad alcuni soggetti. Presidente, è indispensabile che i cittadini sappiano che, con questo decreto, a chi governa e gestisce questioni di natura e delicatezza tali, in nome e per conto dello Stato, verrà garantita la non punibilità preventiva. Si concede dunque un salvacondotto al commissario straordinario e a tutti i suoi delegati, una licenza a delinquere, la cui incostituzionalità è più che palese e non trova alcun precedente né alcuna possibile e ragionevole sponda dove argomentare la sua motivazione. Anche per questa ragione, abbiamo presentato un emendamento affinché la proroga del 31 dicembre 2016 per la conclusione dei lavori previsti dal piano ambientale non si estenda anche all'ombrello giudiziario che si è voluto dare al commissario straordinario. Riguardo invece le disposizioni per la cessione a terzi dei complessi aziendali del gruppo Ilva, non concordiamo sull'accelerazione della vendita dello stabilimento siderurgico del gruppo Ilva ai privati entro il prossimo 30 giugno 2016 senza alcuna previsione di legge che garantisca la salvaguardia dei posti di lavoro e su come saranno riassunti i lavoratori del gruppo Ilva dagli eventuali nuovi proprietari dell'azienda, con quali contratti e con quali tutele dei diritti acquisiti. Un provvedimento così scritto apre inevitabilmente alla possibilità di numerosi tagli del personale. Per questo, l'obiettivo del nostro emendamento è quello di prorogare il termine per la vendita quantomeno al 30 giugno 2017 e un altro emendamento prevede che il processo di trasferimento proprietario non pregiudichi in alcun modo il mantenimento dei livelli occupazionali, le garanzie contrattuali e la protezione sociale dei lavoratori operanti presso i complessi aziendali del gruppo Ilva precedentemente alla data di entrata in vigore del presente decreto-legge. Qualora la cessione a terzi non avvenisse entro il 30 giugno 2016, in caso di impossibilità immediata di disporre delle risorse finanziarie della società proprietaria sottoposta a sequestro penale, noi prevediamo, con un emendamento, che le somme necessarie per l'attuazione dell'AIA e per l'adozione delle misure previste nel piano delle misure delle attività di tutela ambientale e sanitaria e l'adozione del piano industriale possano essere richieste dal commissario al Fondo strategico italiano Spa, istituito presso la Cassa depositi e prestiti. Come corrispettivo di tali somme, saranno conferite al fondo citato quote azionarie della società proprietaria dello stabilimento; attraverso un ulteriore emendamento, se venisse approvato da quest'Aula, l'organo commissariale sarebbe autorizzato, nel rispetto delle normative dell'Unione europea in materia, a contrarre finanziamenti statali per un ammontare complessivo di 800 milioni di euro, ma quel che si ritiene incredibile è la riduzione dei fondi previsti dalla modifica introdotta dal Governo ed Pag. 5inaccettabile è il vincolo di attuazione di cui al comma 8 del decreto in esame. Il nostro gruppo ne chiede l'assoluta soppressione, ma soprattutto tutto l'impianto delle nuove modifiche introdotte devono considerarsi particolarmente pericolose perché l'erogazione delle risorse avverrebbe a vendita già avvenuta, il 30 giugno 2016, come stabilito dal decreto-legge prefigurando la costituzione di una bad company in mano allo Stato, che si farebbe carico di pesi ambientali e sanitari, lasciando al privato la possibilità di derivare profitto da una new company dedicata esclusivamente alla continuità produttiva, con l'aggravante che il decreto lascia all'acquirente la possibilità di indicare il piano industriale, concedendo carta bianca sui volumi produttivi, qualità del prodotto e livelli occupazionali; inoltre, sul piano della salute, della sicurezza, e dell'ambiente fa inorridire la previsione contenuta nel provvedimento in esame che consentirà ai nuovi proprietari privati del gruppo la possibilità per chi acquisterà lo stabilimento di cambiare il piano ambientale dell'AIA, modificandone ulteriormente profili, date, scadenze eccetera rispetto all'attuale che, in ogni caso, non è mai stato realizzato; quindi avremo un'AIA disegnata su misura che potrà essere compatibile con il piano industriale ovvero con il profitto e non con la salute e la vita degli operai e della popolazione dei quartieri.
  Chiediamo che venga soppressa la disposizione con cui si prevede il posticipo del termine di realizzazione del piano ambientale dal 4 agosto al 31 dicembre 2016, dovuto evidentemente dal fatto che l'aggiudicatario avrà anche la possibilità di apportare modifiche al piano ambientale stesso, come, peraltro, previsto dal successivo comma 8 dell'articolo 1 del provvedimento in esame. Proponiamo, inoltre, che la revisione del piano delle misure di attività ambientale e sanitaria avvenga almeno nel rigoroso rispetto della valutazione di impatto ambientale, questa sconosciuta.
  In conclusione, crediamo sia scontato affermare che anche con questo ennesimo decreto, con questa ulteriore stratificazione normativa non venga garantita alcuna concreta possibilità di risanamento ambientale e che, invece, venga posticipato ulteriormente il diritto alla salute dei cittadini di Taranto. A questo si aggiunge l'ulteriore aggravante di nuove norme anticostituzionali, che scardina il diritto civile e penale del nostro Paese, assieme a una forte accelerazione della vendita dello stabilimento siderurgico senza garantire alcuna salvaguardia dei posti di lavoro.
  Il rischio vero che corriamo, Presidente, è la svendita, se non addirittura la chiusura, del più grande stabilimento siderurgico europeo, al posto della sua concreta e auspicata bonifica e riconversione ecologica, che meriterebbero, invece, i cittadini di Taranto, che hanno pagato il dazio, per decenni di inquinamento industriale, in termini di salute e di benessere ambientale non solo per tutti i cittadini italiani, ma anche per tutta l'Europa. Sono cittadini che continuano a pagare la mancata bonifica di un'area industriale che è il doppio dell'area di una delle più belle e antiche città del Mediterraneo. È questo, sottosegretario, quello di cui dovete vergognarvi. A questo punto viene da chiedersi: a quando l'undicesimo decreto Ilva (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Se nessun altro chiede d'intervenire sul complesso degli emendamenti, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

  LORENZO BASSO, Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Grazie, Presidente. Io formulerei i pareri sino all'emendamento Baldassarre 1.86, per poi lasciare al correlatore gli altri pareri.

  PRESIDENTE. Perfetto.

  LORENZO BASSO, Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti Da Villa 1.22, Crippa 1.24 e 1.34, Zolezzi 1.23, Petraroli 1.25, Pili 1.80...

Pag. 6

  PRESIDENTE. È inammissibile.

  LORENZO BASSO, Relatore di maggioranza per la X Commissione. Le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti Duranti 1.1, De Lorenzis 1.27, Crippa 1.28, Petraroli 1.84, De Lorenzis 1.29, Duranti 1.82, De Lorenzis 1.32, Petraroli 1.31 e 1.33, De Lorenzis 1.30 e Duranti 1.5. Sull'emendamento Caparini 1.85 chiederemo di accantonarlo, in quanto c’è un parere contrario della V Commissione, invece ci sarebbe stato un giudizio favorevole dei relatori. Quindi, se è possibile, vorremmo accantonarlo.

  PRESIDENTE. Sta bene.

  LORENZO BASSO, Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti De Lorenzis 1.35 e 1.38, Grimoldi 1.19, Allasia 1.18, Caparini 1.20, sugli identici emendamenti Crippa 1.37 e Duranti 1.83, sugli emendamenti Labriola 1.6, Crippa 1.36, Zolezzi 1.39...

  PRESIDENTE. È inammissibile e il successivo Duranti 1.201 non è segnalato. Siamo all'emendamento Duranti 1.202, a pagina 8 del fascicolo.

  LORENZO BASSO, Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti Duranti 1.202, Zolezzi 1.203, Duranti 1.204 e 1.205. Le Commissioni esprimono parere favorevole sull'emendamento Zolezzi 1.206. Le Commissioni esprimono parere contrario sull'emendamento Crippa 1.207.

  PRESIDENTE. A questo punto c’è l'emendamento 1.400 dalla Commissione bilancio, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

  LORENZO BASSO, Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Ovviamente il parere delle Commissioni è favorevole.

  PRESIDENTE. Ovviamente, ma dobbiamo dirlo.

  LORENZO BASSO, Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti Zolezzi 1.208, Crippa 1.210 e Baldassare 1.86. A questo punto lascio la parola al correlatore.

  PRESIDENTE. Intanto, l'emendamento Duranti 1.211 non è segnalato, al pari degli emendamenti Duranti 1.212 e 1.213. Quindi, siamo all'emendamento De Lorenzis 1.214. Prego, onorevole Massa.

  FEDERICO MASSA, Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione. Le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti De Lorenzis 1.214 e 1.215.

  PRESIDENTE. L'emendamento successivo è l'1.401 della Commissione bilancio, sempre da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

  FEDERICO MASSA, Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione. Il parere delle Commissioni è favorevole. Le Commissioni richiedono l'accantonamento degli emendamenti da Crippa 1.91 agli identici emendamenti Allasia 1.87 e Vico 1.88, perché si sta verificando una possibile riformulazione.

  PRESIDENTE. Quindi, accantoniamo gli emendamenti Crippa 1.91, Vico 1.92, Benamati 1.90, Vico 1.89 e gli identici Allasia 1.87 e Vico 1.88 ?

  FEDERICO MASSA, Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione. Esatto.

  PRESIDENTE. Questo fa parte dei poteri divinatori della Presidenza. Inoltre, ci sono due emendamenti della Commissione bilancio, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, che sono l'1.402 e l'1.403.

Pag. 7

  FEDERICO MASSA, Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione. Il parere delle Commissioni è favorevole. Le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti Pastorino 1.93 e Duranti 1.7. Sull'emendamento Crippa 1.81 chiederemmo un accantonamento. Le Commissioni esprimono parere contrario sugli identici emendamenti Duranti 1.9 e Petraroli 1.40 e sugli emendamenti De Lorenzis 1.42, Zolezzi 1.41 e Duranti 1.10. Sugli identici emendamenti Matarrese 1.13 e Benamati 1.54 c’è una richiesta di accantonamento. Le Commissioni esprimono parere contrario sugli identici emendamenti Duranti 1.14 e Petraroli 1.43 e sugli emendamenti De Lorenzis 1.44 e 1.45, Zolezzi 1.48, Duranti 1.96, Mannino 1.49, Zolezzi 1.47, Duranti 1.15, Zolezzi 1.50, De Lorenzis 1.46, Zolezzi 1.51, Duranti 1.99 e Crippa 1.52.

  PRESIDENTE. La relatrice di minoranza ?

  LARA RICCIATTI, Relatrice di minoranza. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti Da Villa 1.22, Crippa 1.24 e 1.34, Zolezzi 1.23, Petraroli 1.25, Duranti 1.1, De Lorenzis 1.27 e Crippa 1.28. Mi rimetto all'Aula sugli emendamenti Petraroli 1.84 e De Lorenzis 1.29. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Duranti 1.82 e De Lorenzis 1.32. Mi rimetto all'Aula sull'emendamento Petraroli 1.31. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Petraroli 1.33, De Lorenzis 1.30 e Duranti 1.5.

  PRESIDENTE. L'emendamento Caparini 1.85 è accantonato.

  LARA RICCIATTI, Relatrice di minoranza. Mi rimetto all'Aula sull'emendamento De Lorenzis 1.35. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti De Lorenzis 1.38 e Grimoldi 1.19.
  Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Allasia 1.18 e Caparini 1.20.

  PRESIDENTE. Io le chiederei il parere anche sugli emendamenti accantonati se lei già li ha.

  LARA RICCIATTI, Relatrice di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Caparini 1.85.

  PRESIDENTE. Se poi i pareri variano ci avviserà lei.

  LARA RICCIATTI, Relatrice di minoranza. Va bene. Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Crippa 1.37 e Duranti 1.83, nonché sugli emendamenti Labriola 1.6, Crippa 1.36, Duranti 1.202, Zolezzi 1.203, Duranti 1.204 e 1.205, Zolezzi 1.206 e Crippa 1.207. Esprimo parere contrario sull'emendamento 1.400, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Zolezzi 1.208, mentre esprimo parere contrario sull'emendamento Crippa 1.210. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Baldassarre 1.86 e De Lorenzis 1.214 e 1.215. Sull'emendamento 1.401, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, mi rimetto all'Assemblea, così come sull'emendamento Crippa 1.91, che è stato accantonato. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Vico 1.92, Benamati 1.90 e Vico 1.89. Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Allasia 1.87 e Vico 1.88. Sull'emendamento 1.402, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, mi rimetto all'Assemblea. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Pastorino 1.93, Duranti 1.7, Crippa 1.81, nonché sugli identici emendamenti Duranti 1.9 e Petraroli 1.40. Il parere è favorevole sugli emendamenti De Lorenzis 1.42, Zolezzi 1.41, e Duranti 1.10. Sugli identici emendamenti Matarrese 1.13 e Benamati 1.54 mi rimetto all'Assemblea. Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Duranti 1.14 e Petraroli 1.43, nonché sugli emendamenti De Lorenzis 1.44 e 1.45, Zolezzi 1.48, Duranti 1.96, Mannino 1.49, Zolezzi 1.47, Duranti 1.15, Zolezzi 1.50, De Lorenzis 1.46. Il parere è altresì favorevole anche sugli identici emendamenti Duranti 1.17 e Zolezzi 1.51, nonché sugli emendamenti Duranti 1.99 e Crippa 1.52.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

Pag. 8

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dai relatori per la maggioranza, comprese le richieste di accantonamento.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Da Villa 1.22.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Io intendo intervenire su questo emendamento perché pare assurdo che la cessione di questo stabilimento avvenga tramite trattativa privata. Cosa hanno il Governo e gli eventuali interessati da nascondere al popolo italiano affinché questa trattativa avvenga in maniera appunto privata ? Noi siamo molto più favorevoli affinché gli interessi pubblici vengano difesi e questo si può fare solo attraverso una procedura trasparente, una procedura nell'ambito della quale gli eventuali interessati comunichino in maniera pubblica e trasparente quelli che sono i criteri e le loro offerte. Questo ovviamente il Governo evidentemente non vuole farlo e chiediamo in quest'Aula al Governo di chiarire i motivi per i quali il Governo preferisce questa strada, piuttosto che quella della trasparenza e della pubblicità di questo procedimento.

  FEDERICO MASSA, Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FEDERICO MASSA, Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione. Signor Presidente, è un intervento che vale anche per i successivi emendamenti che riguardano questo profilo, per dire che il parere contrario nasce dalla circostanza che i criteri di trasparenza e non discriminazione nell'ambito della trattativa privata sono chiaramente espressi nell’incipit dell'articolo 4, comma 4-quater, del decreto-legge n. 347 del 2003 convertito della legge n. 39 del 2004, sulla quale andiamo ad incidere.
  Approfitto di questo intervento per segnalare come nel corpo dell'articolo 4, vi sia l'indicazione puntuale dei criteri che debbono essere rispettati e considerati nell'ambito della trattativa privata e aggiungo che, con questo decreto-legge che ci apprestiamo a convertire in legge, è stato inserito quale criterio della scelta del contraente, espressamente, quello degli impegni per i profili ambientali. Quindi, non si tratta di dire «no» alla trasparenza e alla obiettività della trattativa, ma si tratta di non effettuare interventi che, sotto questo profilo, sarebbero ridondanti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Da Villa 1.22, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza, onorevole Ricciatti.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Alessandro, Rotta, Nizzi, Quintarelli, Berlinghieri e Morani.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  398   
   Votanti  394   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
  95    
    Hanno votato
no  299).    

  (Il deputato Miccoli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole; il deputato Manfredi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Crippa 1.24.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

Pag. 9

  ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Ho chiesto la parola a seguito anche dell'intervento precedente del relatore, l'onorevole Massa, perché, se è vero quanto espresso dall'onorevole Massa, è inspiegabile il perché sia stato espresso parere contrario su questo emendamento, che richiama solo un inciso, in cui si dice: «nel rispetto dei principi di trasparenza ed evidenza pubblica» e quindi riguarda le modalità e non riguarda i criteri o quant'altro. Perché mai si vuole evitare di andare a specificare una cosa semplice ? Invitiamo anche il Governo e i relatori a cambiare parere su questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ricciatti. Ne ha facoltà.

  LARA RICCIATTI. Grazie, signor Presidente. Su questo e sull'emendamento precedente, il primo emendamento che è stato votato e respinto dalla maggioranza, ci siamo confrontati a lungo anche nel corso dell'esame in sede referente nelle Commissioni. Il mio gruppo parlamentare votò a favore in Commissione e rivoterà a favore in Aula. L'appello che voglio fare alla sottosegretaria Vicari è quello di rivedere il proprio parere e lo stesso appello voglio rivolgere ai relatori per la maggioranza, perché di fatto tutti ci riempiamo la bocca di trasparenza e di evidenza pubblica e questo non è un emendamento che va a stravolgere nel merito i contenuti di questo decreto.
  Ci avevate detto che, nel corso del dibattito d'Aula, alcune modifiche si sarebbero potute apporre a questo decreto e noi pensiamo che questo, come il precedente emendamento, non siano degli emendamenti che appunto stravolgono il contenuto, ma semplicemente di buon senso e pensiamo che oggi, più che mai, questo emendamento vada quanto meno discusso. Ci piacerebbe almeno capire dalla sottosegretaria Vicari perché da parte del Governo c’è un parere contrario, perché – ripeto – andiamo appunto a infilare nel dibattito dell'Ilva questo principio della trattativa privata. Chiediamo che almeno – ecco, questo sì – questo avvenga rispettando i criteri e i principi della trasparenza.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Le spiegazioni e il parere contrario su questo emendamento, sia in Commissione sia in Aula, sono, a mio avviso, alquanto deludenti. Forse l'unica spiegazione che bisognerebbe dare con un minimo di coerenza e di credibilità, soprattutto da parte del Governo, è quella che di per sé la manifestazione di interesse – ed è il caso che tutti i colleghi siano aggiornati su questo punto – in realtà è già stata fatta e pubblicata il 5 gennaio. Quindi, un decreto viene scritto e nel decreto viene data la possibilità di cedere un complesso aziendale, parallelamente prima ancora che il Parlamento possa quantomeno dire se all'articolo 1, comma 1, oltre alla lettera a) si potevano aggiungere altre indicazioni specifiche che andavano a cercare di modificare quella manifestazione d'interesse.
  Il Governo cerca di fare ancora più pressione e fretta ma, – attenzione – non è una fretta dettata da contingenze che spostano di cinque giorni, in più o in meno, l'uscita effettiva della manifestazione di interessi. No ! L'urgenza è di evitare che il Parlamento possa dire qualcosa nel merito della procedura che il Governo ha stabilito nel decreto, perché la manifestazione di interesse doveva e poteva ricevere dal Parlamento, tramite degli emendamenti, delle indicazioni, ovvero si poteva cercare di novellare la manifestazione di interesse specificatamente su determinati punti e programmi come, ad esempio, quello relativo all'evidenza pubblica. Invece no, perché la manifestazione di interesse è già uscita, è già stata pubblicata sui giornali dopo il 5 gennaio.
  Quindi, ancora una volta stiamo cercando di prendere in giro i cittadini, perché oggi il Parlamento – in questo caso – non è sovrano nel potere novellare e modificare quanto è già stato fatto, perché Pag. 10il Governo è andato avanti e non potrebbe ritirare quella manifestazione di interesse così come è stata scritta, ma la deve mantenere. Mantenerla di fatto vuol dire che non è possibile emendarla e, quindi, ci ritroviamo nella condizione in cui questo emendamento, che prevede semplicemente una procedura di trasparenza ad evidenza pubblica di trattativa privata, ma anche ad evidenza pubblica in modo che sia chiaro e sia conoscibile a tutti cosa e come verrà fatto, non viene accettato.
  Questa situazione a mio avviso, dal punto di vista anche dell'interesse del diritto parlamentare, quanto meno deve lasciare un po’ perplessi tutti i colleghi. Non è possibile novellare questo articolo, questo comma, perché di fatto la manifestazione d'interesse è già stata pubblicata dal Ministro Guidi. Sul Ministro ancora una volta – visto che oggi sono le 10,40 – io provo, con l'aiuto della Presidenza, a sollevare quanto meno l'inopportunità che un Ministro, come il Ministro Federica Guidi, non si ponga nemmeno l'attenzione di venire in Aula per difendere l'ennesimo decreto del suo dicastero sulle questioni che si riferiscono all'Ilva. Nulla è tolto alla presenza governativa, che è garantita in qualche modo dal sottosegretario, ma dal punto di vista politico credo che l'assenza di un Ministro sia da denunciare per il fatto che il Ministro Guidi sia quasi – e io pensavo che non fosse possibile nella storia del Parlamento – peggio di Zanonato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Cioè, siamo arrivati nelle condizioni in cui il Ministro dello sviluppo economico addirittura ci fa rimpiangere Zanonato per la sua presenza in Aula. Siamo ormai arrivati al paradosso ! Zanonato, nonostante le totali divergenze politiche e, soprattutto, economiche e di politica industriale, almeno faceva finta di metterci la faccia. Il Ministro Guidi invece no: finge di essere un supertecnico e non viene nemmeno in Parlamento a cercare di spiegare quelle che dovrebbero essere le teorie secondo cui il suo dicastero stabilisce di cedere un complesso aziendale che – attenzione ! – riguarda soltanto dai 15 ai 20 mila lavoratori, complessivamente tra indotto e imprese, diciamo, direttamente commissionate da Ilva. Questa situazione, a mio avviso, non è credibile.
  Quindi, io chiedo al Governo formalmente di far venire il Ministro Guidi almeno per rispondere ad alcune questioni che veramente devono ricevere una risposta proprio dal punto di vista del Governo, dal suo Ministro principale, perché è una situazione alquanto insostenibile il fatto che un Ministro non si degni nemmeno di venire in Parlamento a discutere un provvedimento di questa natura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gitti. Ne ha facoltà.

  GREGORIO GITTI. Grazie, Presidente. Faccio una mera precisazione che, evidentemente, rivolgo innanzitutto a me stesso e a tutti i colleghi che interverranno nel corso di questo dibattito. La società di cui parliamo è una società a capitale privato. Quindi, vorrei che gli interventi, che si sono appuntati sulle modalità della procedura ad evidenza pubblica, non comportino distorsione dei più elementari principi del diritto a cui l'ordinamento italiano, ancora, per quanto so, si attiene.
  Vorrei, invece, pregare che tutte le forze parlamentari prestino attenzione alle modalità di sostanza di questa gara, cioè a dire che i criteri con i quali verranno scelte le cordate selezionate – preaccreditate e poi evidentemente, dopo l'organizzazione di una short list, prescelte – evitino quelli che in gergo si chiamano «processi di cannibalizzazione», perché non molto tempo fa i commissari avevano avviato trattative, di cui abbiamo letto sui giornali, certamente con un bidder, con un competitor dell'Ilva, che ad oggi rimane la migliore acciaieria in Europa, con il preciso intento, nel giro di pochi anni, di chiudere evidentemente, per ragioni, appunto, di cannibalizzazione e di eliminazione di un competitor, quell'impianto, con danno evidentemente per l'economia italiana, per la produzione di base dell'acciaio, Pag. 11che è un materiale che evidentemente serve per ben altri impieghi, cioè per l'industria di base e, soprattutto, per quanto concerne il business su cui una normale economia di mercato nazionale si basa.
  Vorrei, dunque, che il dibattito si attenesse più alla sostanza che alla forma.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Crippa 1.24, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nicchi, Fregolent, Franco Bordo, Gnecchi. Ancora Fregolent, Carfagna. Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  421   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato
 144    
    Hanno votato
no  277).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Crippa 1.34, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, anche questo emendamento, come il precedente, sembra non pregiudicare il decreto. Lo leggo perché forse qualcuno dovrebbe chiedersi cosa sta votando. Al primo periodo, dopo le parole: «livelli occupazionali» sono aggiunte le seguenti: «con preferenza per i soggetti che sono in possesso, alla data di inizio della trattativa, di tecnologie e processi produttivi a basso impatto ambientale e per la tutela della salute pubblica e la promozione dello sviluppo sostenibile».
  Queste sono parole che avete sempre e sempre detto in qualsiasi dichiarazione di voto fatta nei decreti precedenti sull'Ilva. Noi chiediamo che venga messa nero su bianco questo tipo di specifica, questo tipo di precisazione: che venga data una premialità a chi ha una tecnologia diversa, in modo da provare ad approcciare in maniera diversa rispetto a quello che è stato fatto negli anni precedenti e che ha portato a quel disastro ambientale e sociale che coinvolge Taranto e altre realtà dell’hinterland. La situazione è drammatica, ma voi non accettate nemmeno che nella manifestazione di interesse venga messo un punto che riguarda le tecnologie innovative. Questo, ancora una volta, testimonia quanto oggi i giochi siano stabiliti fuori da un ambito pubblico e tipicamente in una trattativa che stanno conducendo il Ministro e, presumibilmente, qualche operatore fuori dagli occhi di tutti i cittadini che ne subiranno le conseguenze (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, Presidente, intervengo per esprimere il voto a favore di questo emendamento, perché è in un contesto in cui contempla quello che occorre fare a tutti i livelli, a livello regionale – io ho fatto parte del consiglio regionale pugliese –, a livello governativo, nonché a Parigi e quant'altro: si tratta di mantenere la produzione, ma in un contesto di certezza affinché l'impatto ambientale, soprattutto in riferimento a quelli che possono essere gli effetti devastanti sulla salute pubblica, sia sostenibile.
  Ora, dal punto di vista della partecipazione, cioè delle aziende interessate, questo vale pure nel sistema privato, ma qui, caro onorevole Gitti – signor Presidente, per il suo tramite –, mettiamo soldi pubblici, qui vi è una serie enorme di soldi pubblici, siamo al nono decreto che il Governo fa con soldi pubblici, che molto probabilmente, se dovesse andar male – e Pag. 12io non me lo auguro –, saranno persi; quindi, privato fino a un certo punto ! Qui, sì, c’è un intervento superiore a quelli che IRI faceva un tempo e, sì, bene, perché ci sono tanti aspetti che riguardano l'acciaio, il lavoro e quant'altro, ma c’è anche la salute e ci sono anche le innovazioni tecnologiche, con le aziende che debbono essere almeno titolari di queste specificità.
  Davanti a una situazione del genere, non approvare questo emendamento vuol dire che si rischia o di fare andare le cose come sono andate finora, anche in riferimento a tutti e nove i decreti, oppure di aprire la porta, veramente, a chi vuole acquisire dalla concorrenza e chiudere la fabbrica (Applausi dei deputati del gruppo Misto – Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, signor Presidente, il gruppo di Sinistra Italiana – SEL voterà, come è stato già anticipato dalla relatrice di minoranza, a favore di questo emendamento. Le ragioni sono state già spiegate; il senso di questo emendamento è stato già anticipato, io voglio aggiungere che, se solo in quest'Aula e, comunque, in Parlamento, avessimo potuto discutere effettivamente di quale siderurgia immaginiamo per il nostro Paese e per l'Europa, avremmo potuto anche concentrarci su alcuni studi che gli esperti a livello europeo stanno facendo rispetto all'ipotesi di una siderurgia sostenibile e, quindi, di una siderurgia che riduca notevolmente gli impatti ambientali, l'impatto sulla salute dei lavoratori, dei cittadini e delle cittadine.
  Ora il fatto che i relatori e il Governo abbiano dato parere contrario non è soltanto inconcepibile, è anche gravissimo, perché questa potrebbe essere l'occasione per mettere a punto dei paletti precisi, dei vincoli precisi. Da ora in poi bisogna fare in modo che le aziende dell'industria, appunto, dei metalli di base utilizzino processi innovativi sia dal punto di vista dei processi della produzione che dal punto di vista del prodotto di tali industrie. Sarebbe ora – io lo dico così, dopo che il Governo e questa maggioranza hanno speso tante parole per annunciare provvedimenti in difesa della salute dei lavoratori dell'Ilva e dei cittadini di Taranto in particolare – che si mettessero dei vincoli. Allora, appunto, vanno privilegiate quelle aziende che mettono in atto innovazione tecnologica di processo e di prodotto, perché questa potrebbe essere la via, la strada per andare verso una siderurgia sostenibile.
  E lo ripeto: se solo il Governo Renzi, quando va in Europa, appunto, si concentrasse un po’ di più su questa materia, anziché occuparsi soltanto, per esempio, dei problemi delle banche, scoprirebbe che ci sono degli studi e che ci sono delle raccomandazioni. C’è un documento approvato dal Parlamento europeo che «avvia una discussione» su una siderurgia sostenibile che potrebbe garantire migliori risultati sia dal punto di vista dell'impatto ambientale che della salute.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Abrignani. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Presidente, intervengo perché dall'esame di questi primi emendamenti che la maggioranza non vota, sembra che ci sia quasi un atteggiamento perverso rispetto a cose abbastanza ovvie, rispetto alla trasparenza, rispetto alla tecnologia. Io non mi trovo d'accordo con il collega Gitti laddove parla di non tener conto della forma e pensare solo alla sostanza, perché indubbiamente la sostanza è fondamentale, ma, in questo caso, per chi conosce i procedimenti di amministrazione straordinaria, sono importanti anche la forma e le procedure. Io ricordo a tutti che, in questo momento, noi stiamo parlando di una manifestazione di interesse, ossia, il Governo ha chiesto chi sia interessato a occuparsi dell'acquisto di questa azienda, e chiaramente ha stabilito dei criteri abbastanza larghi; ci auguriamo che alla manifestazione di interesse risponda qualcuno, perché quello sarebbe il Pag. 13caso veramente grave se non dovesse rispondere nessuno, e a quel punto poi ci sarà l'esame dell'azienda e ci saranno le cose offerte, vincolanti o non vincolanti. È lì che vengono inseriti i criteri più restrittivi rispetto a quelli più larghi che vengono fatti nelle manifestazioni di interesse. Questo avviene in ogni procedura di amministrazione straordinaria e chiaramente avviene anche in questa dove, peraltro, ricordo che il primo criterio che viene indicato nel decreto-legge è quello ambientale. Per cui il rispetto dell'ambiente già c’è, su questo. Gli altri criteri più restrittivi verranno, eventualmente – nel momento in cui qualcuno, ci auguriamo, risponderà –, inseriti successivamente. È per questo che in questo momento anche noi di ALA stiamo votando contro questi che sembrano degli emendamenti ovvi, perché questa fase sarà una fase successiva.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente, io ho una domanda da rivolgere a lei, visto che ad altri non posso rivolgerla: il Governo è rappresentato e non ha, ovviamente, l'obbligo di rispondere, ma, visto che la sottosegretaria Vicari è venuta in Aula, potrebbe anche darci qualche delucidazione in merito. Il Parlamento avrebbe tutto il diritto di scrivere in questa norma che, in qualche modo, nel procedimento di vendita, il Governo debba privilegiare, anzi, sia obbligato a tenere in considerazione esclusivamente i soggetti che sono in possesso di tecnologie e processi produttivi a basso impatto ambientale. Ma noi abbiamo scritto: «con preferenza», cioè dare la possibilità di preferire quei soggetti che dimostrino di avere a cuore, se così si può dire, quello per cui oggi stiamo discutendo per l'ennesima volta del caso Ilva, cioè una questione ambientale e sanitaria. Ora, che il Governo si rifiuti di spiegare anche questi passaggi a me sembra, sinceramente, francamente, veramente inverosimile. Le dico: non c’è alcuna giustificazione per un voto contrario a questo emendamento che, oltre ad essere di buon senso, è anche frutto del fatto che noi stiamo discutendo, qui, oltre che della complessità della questione occupazionale, primariamente della questione ambientale e sanitaria. Quindi, queste sono delle rassicurazioni scritte nere su bianco di quello che il Governo avrebbe già dovuto scrivere per suo conto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Crippa 1.34, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Folino, Vico, Tripiedi, Di Stefano, Formisano, Marti, Giorgetti, Giacomoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  431   
   Votanti  430   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato
 154    
    Hanno votato
no  276).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Zolezzi 1.23.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Grazie Presidente. Si tratta di un emendamento semplice che tuttavia riguarda il cardine di questo provvedimento. Non è possibile mettere come secondario il dato ambientale, siamo al nono decreto, nove come gli inceneritori che vuole costruire il ministro dell'ambiente Galletti. La trasparenza di questo decreto si manifesta con la trasparenza del ministro Guidi che non riusciamo a vedere.Pag. 14
  Non posso tenere conto anche dei dati ambientali se per nove decreti, almeno formalmente, è stato scritto che c’è da tener conto dei dati ambientali. Adesso abbasso i toni e dico tenendo conto anche dei dati ambientali. Io penso che sia un ulteriore dato inaccettabile ! Si vuole dare un inverosimile finanziamento di Stato a qualcuno che non si sa chi è, però che per lo meno il dato ambientale debba essere prioritario penso che sia il minimo, altrimenti tutte le premesse e la relazione del provvedimento diventano davvero carta straccia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zolezzi 1.23, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza. Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Fanucci, Di Stefano, Gelmini, Richetti, Pagano, Prataviera.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  436   
   Votanti  435   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato sì  152    
    Hanno votato
no  283).    

  (Il deputato De Rosa ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole, la deputata D'Incecco ha altresì segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Petraroli 1.25.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Petraroli. Ne ha facoltà.

  COSIMO PETRAROLI. Grazie Presidente. Oggi stiamo parlando di un provvedimento importantissimo, non soltanto per la sua valenza economica e produttiva relativa allo stabilimento Ilva di Taranto, non soltanto per la città e per i cittadini, per l'influenza che questa ha per tutta la città e per tutto il territorio ionico, ma soprattutto anche per l'attenzione che l'Europa ha tutt'oggi in quest'Aula, perché voglio ricordare che stanno partendo due procedure di infrazione e quindi c’è tutta l'Europa che ci sta guardando per capire che fine faranno questo provvedimento e questa fabbrica, per capire quella che sarà l'acciaieria e il futuro siderurgico in tutta Europa.
  Per questa ragione voglio rimarcare le parole del mio collega Crippa nel ricordare che il ministro Guidi, nonostante la valenza di questo provvedimento, non si è degnata di venire né oggi in Aula né tanto meno un solo giorno nelle Commissioni parlamentari. Quindi, prima di entrare nel merito dell'emendamento volevo sollecitare, se possibile, l'intervento del ministro in Aula.
  Andando nel merito dell'emendamento, il comma 1 estende la possibilità di far valutare i beni oggetto della cessione, oltre che da istituzioni finanziarie, anche da società di consulenza aziendale, queste ultime di nomina ministeriale; considerando l'importanza del gruppo e delle sue controllate è intuibile che nel corso degli anni ci siano state relazioni, non solo da parte delle istituzioni finanziarie, ma anche di alcuni società di consulenza, che sarebbero quindi secondo noi incapaci di compiere una valutazione imparziale. Per tale ragione con questo emendamento chiediamo una cosa semplicissima, ovvero che le società di consulenza nominate dal ministero non debbano aver mai avuto alcun tipo di rapporto economico e di altro tipo con tutte le società del gruppo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

Pag. 15

  ROCCO PALESE. Grazie Presidente. Questo emendamento mi sembra non solo di buonsenso, ma anche necessario, necessario per tutta quella che è stata la storia dell'Ilva, perché oggi il Parlamento è chiamato a decidere – ringrazio il presidente Ermete Realacci, che mi ha evidenziato che ci sono stati nove decreti solo in questa legislatura, signor Presidente, ma ve ne è stato uno anche nella precedente, quindi siamo al decimo – e se il Parlamento è chiamato a decidere, è chiamato a decidere anche in riferimento a quella che è la storia dell'azienda. Una storia molto, molto pesante, non solo dal punto di vista economico ed ambientale, ma anche dal punto di vista degli aspetti e delle vicende giudiziarie tuttora in piedi. Non è che noi le vicende giudiziarie di notte le valutiamo in un modo e quando conviene di giorno in un altro ! Ritengo che sia pertinente e necessaria questa precisazione, visto che non è per nulla chiaro. Sarebbe stato interessante avere qui il ministro, che è sostituito sì dal sottosegretario, nulla da obiettare da questo punto di vista, ma sarebbe stato interessante in riferimento al bando che è stato fatto, interessante in riferimento anche alle dichiarazioni e alle valutazioni che ha determinato e, forse, per sapere qualche cosa di più sull'eventuale piano industriale, o per lo meno che limiti ha il Governo, al di là del fatto che trattasi di azienda privata, ma sono in campo prima 350 milioni di euro, e adesso altri ottocento, cifra mai vista in un contesto del genere. Proprio per questo motivo occorre capire pure i limiti rispetto a quello che è il piano industriale, perché noi oggi leggiamo che ieri sono stati emessi 3500 contratti di solidarietà in riferimento agli operai, allora questa è una variabile indipendente. Se noi diciamo continuamente che è per salvare i livelli occupazionali e poi teniamo 3500 contratti di solidarietà per il momento, più quelli che c'erano prima, se diciamo che ci stiamo muovendo per le situazioni ambientali e intanto escludiamo, o per lo meno non fissiamo come criterio perentorio, quello di individuare le aziende che di fatto hanno una tecnologia che garantisca tutto ciò, se il ministro non viene a dirci qualcosa sul piano industriale, in riferimento a quella che può essere una decarbonizzazione progressiva, non tout court dall'oggi al domani, da parte del maggiore fattore inquinante, quello del carbone per il funzionamento degli altiforni e quant'altro, allora noi di che cosa parliamo ? Questa è l'ennesima prese in giro !
  Vorremmo capire qualche cosa di più della cordata che è stata già scelta con evidenza solamente in base a trattativa privata riservata, ristretta solo a qualche elemento del Governo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Petraroli 1.25, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Durante, Carloni, Airaudo, Carbone, Zan, D'Ambrosio, Tripiedi, Di Gioia, Rizzetto, Sereni..
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  438   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
 118    
    Hanno votato
no  320).    

  (Il deputato Dallai ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.1 Duranti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, il decreto che stiamo discutendo oggi e che è, appunto, all'esame della Camera è il nono decreto sull'Ilva e prevede Pag. 16la vendita, la cessione e il trasferimento di tutti i gruppi aziendali dell'Ilva Spa.
  Noi – e avremo modo, poi, di esplicitarlo meglio anche nell'illustrazione di un altro emendamento, quello soppressivo del comma 3 – siamo contrari a qualsiasi vendita, o meglio in questo caso già si prefigura come una svendita, degli stabilimenti dei gruppi industriali aziendali dell'Ilva Spa. Con questo emendamento proviamo in qualche maniera a ridurre il danno, perché il decreto prevede non solo la vendita dei gruppi aziendali, ma un'accelerazione, tant’è che al comma 2 si dice che, entro il 30 giugno del 2016, quindi fra cinque mesi, la struttura commissariale deve espletare tutte le procedure per il trasferimento e la cessione dei gruppi aziendali. Con questo emendamento noi proviamo a posticipare di un anno, ferma restando la nostra contrarietà alla cessione dei gruppi aziendali dell'Ilva, anche se ormai, diciamo così, stiamo discutendo in maniera un po’ difficile anche da comprendere, perché è stato già pubblicato il bando per l'invito alla manifestazione di interesse; quindi, anche tutti i tentativi del gruppo di Sinistra italiana, come degli altri gruppi dell'opposizione, di provare a modificare il decreto, e per questa via anche il bando, ci sembrano ormai sostanzialmente inutili.
  Manteniamo un giudizio negativo sul tipo di procedura prevista per la cessione e il trasferimento dei gruppi aziendali e approfitto di questo mio intervento per ribadire una richiesta che ho già fatto ieri durante la discussione sulle linee generali e che anche i colleghi del MoVimento 5 Stelle hanno ribadito poco fa: la richiesta che venga in Aula la Ministra Guidi o il Presidente del Consiglio Renzi, che in questi mesi, diciamo così, ci hanno messo la faccia, hanno fatto grandi promesse, si sono impegnati con i lavoratori dell'Ilva e, in particolare, con i cittadini e le cittadine di Taranto. Oggi siamo al nono decreto, si prevede una svendita di quei complessi aziendali, insomma buonsenso e anche, lo dico così, buona educazione vorrebbero che il Ministro Guidi o il Presidente Renzi oggi fossero qui, perlomeno ad ascoltare il dibattito e anche a dare qualche risposta alle opposizioni (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Grazie, Presidente, intervengo per rispondere a qualche quesito che è stato posto oggi in quest'Aula dai colleghi, ma si tratta di temi che sono stati già ampiamente affrontati e dibattuti in sede di Commissioni riunite.
  Sul tema della tutela ambientale, si può dire tutto ciò che si vuole ma bisogna anche leggere bene il testo ed ammettere che la preferenza e il riferimento alla tutela dei profili sotto il punto di vista ambientale, il testo del decreto lo ha ben disciplinato all'articolo 1, comma 1, alla lettera a), ed è una priorità che è stata inserita e il parere contrario agli emendamenti è proprio perché il testo già lo prevede, quando si aggiunge «anche con riferimento ai profili di tutela ambientale».
  L'eccessiva determinazione dei requisiti non credo sia una procedura corretta di trasparenza, perché più circoscrivo, più requisiti determino ed impongo, più il rischio di fare una attività di individuazione quasi fotografica è abbastanza alto. Del resto, voglio anche ricordare che l'aggiudicatario deve, comunque, rispettare sempre i parametri ambientali, che poi sono previsti anche nel comma 8 e nel comma 9. La tutela della salute è assicurata non soltanto dall'AIA, ma anche dal Piano ambientale, che, così come hanno scritto anche i commissari, diventa un elemento di verifica, di critica e di eventuale aggiudicazione dal punto di vista dei commissari e, quindi, del Governo che l'ha autorizzata.Pag. 17
  Inoltre, sul ragionevole lasso di tempo, su tutti i criteri che la legge, comunque, impone sulla trasparenza e sui criteri di trasparenza, voglio ricordare che si tratta di una trattativa privata ed in ogni caso il massimo della pubblicità è stata data avendo pubblicato sui giornali nazionali e internazionali – ho detto ieri, sul Financial Times – e sui siti, avendo anche dato un ragionevole lasso di tempo di più di un mese, perché la prima scadenza è prevista per il 10 febbraio.
  Per cui, tutte le questioni che sono state sollevate – tutela ambientale, trasparenza e tutela della salute – sono per il Governo ampiamente disciplinate in maniera corretta e sono state inserite, non soltanto nel sistema ordinamentale, ma anche nel decreto, così come ho detto inizialmente. Tutte queste garanzie le accettiamo come suggerimenti, ma possiamo dire con grande determinazione che sono domande che il Governo si è posto proprio durante la stesura di questo decreto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Grazie, Presidente. Sì, probabilmente la motivazione per cui è stato scritto l'emendamento potrebbe essere condivisibile, però io credo che nell'atrocità del testo di questo decreto, con questa modifica si rischierebbe di «indefinire» ulteriormente, di annacquare, ma forse di mescolare e di inquinare ancora di più il futuro industriale dello stabilimento. Cioè, se adesso nella ratio di tutto il decreto si vuole in qualche modo andare verso uno spostamento della proprietà, che si faccia ! Noi siamo contrari, ma a quel punto che si faccia quello, che si veda che comunque si passa a una fase successiva. Il procrastinare questo evento, sinceramente, non riteniamo possa essere utile, per cui voteremo contro.
  Stiamo andando avanti di deroga in deroga, sono nove decreti che derogano: derogano l'adempimento delle prescrizioni dell'AIA, derogano il pagamento dei lavoratori e poi dei fornitori, adesso si vuole derogare anche la possibilità di acquisire, tra l'altro con procedura privata, che è una cosa assolutamente vergognosa, però, vergognoso per vergognoso, che si faccia in tempi brevi, perché pensiamo che Taranto e i cittadini e anche tutta la filiera dell'acciaio non possono più attendere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, intervengo in replica al sottosegretario, perché non è ammissibile che si venga a raccontare in Aula che questo Governo pone tra i suoi principi cardine quello della tutela ambientale. Infatti, se ci dimentichiamo che nei decreti precedenti avete fatto lo sconto del 20 per cento rispetto alle prescrizioni ambientali dell'AIA, ci dimentichiamo che di quelle prescrizioni non sono state valutate in realtà quali dovessero essere rispettate in termini di ricaduta sull'aspetto sanitario, ma meramente per una questione numerica, cioè otto su dieci rispettate, va bene, ok, per quest'anno va bene. Questo è stato il clima di attenzione ambientale e sanitaria e che il Governo ha messo nei decreti precedenti. Quindi noi sicuramente non ci fidiamo del clima di tutela ambientale che ha in mente questo Governo perché i fatti testimoniano che ha fallito su tutti i fronti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 1.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole della relatrice di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Saluto gli studenti e gli insegnanti dell'istituto superiore Di Vittorio – Lattanzio di Roma, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).Pag. 18
  Carbone, Bossa, Stella Bianchi, Simone Valente, Casellato, Malisani, De Menech, Giancarlo Giorgetti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  437   
   Votanti  436   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato
  32    
    Hanno votato
no  404).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 1.27, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Monchiero, Gigli, Ravetto, Tancredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  430   
   Votanti  426   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato
 111    
    Hanno votato
no  315).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Crippa 1.28, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Misiani, De Maria...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  438   
   Votanti  434   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato
 111    
    Hanno votato
no  323).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Petraroli 1.84.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Petraroli. Ne ha facoltà.

  COSIMO PETRAROLI. Signor Presidente, questo è un emendamento che potrebbe sembrare provocatorio ma in realtà è un emendamento che sarebbe dovuto andare nelle manifestazioni di interesse per la vendita che i tre commissari hanno redatto il mese scorso e per cui non si è potuto intervenire perché di fatto quella manifestazione è stata scritta prima della conversione in legge di questo decreto-legge, che quindi siamo stati anche impossibilitati a cambiare e a modificare. Leggo un articolo scritto dodici anni dopo la nascita dello stabilimento, che dice questo: dodici anni fa, a ridosso di una città dalle strutture fragilissime, fu gettato un colosso industriale che sta per raggiungere la statura di 2.000 miliardi di lire e 16.000 dipendenti, senza la minima preoccupazione di inserire l'operazione in un piano armonico di sviluppo della comunità. Adesso, Presidente, vi leggo le parole incise in una targa nel quartiere Tamburi di Taranto nel 2001: «Nei giorni di vento nord-nord/ovest veniamo sepolti da polveri di minerale e soffocati da esalazioni di gas provenienti dalla zona industriale «Ilva». Per tutto questo gli stessi maledicono coloro che possono fare e non fanno nulla per riparare».
  Bene, di fatto stiamo parlando di un mostro che ha causato 370 morti accertati per inquinamento, un mostro che ha provocato malattie respiratorie, malattie cardiovascolari, un mostro che ha causato diossina nel latte materno. Quando si parla di Ilva, l'ho già detto, si parla della vita di una città di 200 mila persone, di una provincia con 29 comuni. Si parla di un'azienda che, oltre ad aver provocato il cancro, provoca tuttora tre morti l'anno per infortuni sul lavoro, ma tanto, Presidente, Pag. 19vi è ancora oggi quel residuo culturale nato cinquant'anni fa per cui qualsiasi cosa accada è comunque cosa buona e giusta, a prescindere, perché ci dà il pane.
  Con questo emendamento, Presidente, chiediamo che i futuri proprietari e i dirigenti portino la propria residenza e la propria dimora a Taranto, nel quartiere Tamburi, in modo che il pane lo vadano a comprare lì dove la gente continua oggi a morire di fame (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi vi chiedo di votare favorevolmente questo emendamento per dare un segnale forte a quella gente che ancora oggi soffre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, ricordiamo la perizia del GIP Todisco: 90 decessi all'anno causati ancora dalle emissioni dello stabilimento, aumento del 45 per cento della mortalità infantile. Se davvero non è urgente occuparci del tema ambientale, se davvero chi vorrà rilevare lo stabilimento Ilva potrà farlo come vorrà, se davvero bisogna togliere responsabilità penale e adesso anche civile ai commissari con lo ius primae mortis, che i prossimi gestori davvero vadano a vivere lì se ritengono che sia adeguata la vita in una zona del genere, per cui votate favorevolmente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, come hanno detto i miei colleghi, sembrerebbe che questo emendamento sia soltanto provocatorio. Noi in realtà non reputiamo che questo emendamento sia simbolico; cioè il gesto per cui l'amministratore delegato e il rappresentante legale prendono la residenza nel comune di Taranto non è un fatto simbolico perché ricordiamo che, quando questa vicenda dello stabilimento siderurgico ha messo piede in Parlamento con il primo provvedimento di facoltà d'uso nonostante lo stabilimento fosse stato sequestrato dalla magistratura, il Ministro Clini all'epoca, l'ex Ministro Clini, in un'intervista disse che lui non si sarebbe mai trasferito in una città appunto inquinata da quello stabilimento. Altresì abbiamo avuto l'ex commissario Bondi che dichiarava che le morti a Taranto erano dovute al fumo delle sigarette.
  Quindi il nostro emendamento è tutt'altro che simbolico e provocatorio, noi vorremmo che chi prende a cuore le sorti di quello stabilimento prenda anche a cuore le sorti di un'intera città e dei cittadini che ci vivono (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Petraroli 1.84, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre la relatrice di minoranza si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Coppola, Matarrese, Donati, Furnari, Alberto Giorgetti, Borghi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  444   
   Votanti  413   
   Astenuti   31   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato
  91    
    Hanno votato
no  322).    

  (Il deputato Vargiu ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento De Lorenzis 1.29.Pag. 20
  Avverto che, per le vie brevi, la relatrice di minoranza ha comunicato di aver trasformato il parere: da rimettersi all'Aula a favorevole.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Con questo emendamento intendiamo ovviamente sopprimere i commi 3 e 4, che sono quelli per cui vengono stanziati 300 milioni di euro a favore dei nuovi acquirenti, degli interventi che i nuovi acquirenti faranno per riavviare la produzione nello stabilimento e, quindi, anche per ottemperare alle prescrizioni AIA.
  Noi riteniamo che, se lo Stato ha commissariato quell'azienda privata, lo ha fatto per un interesse pubblico e l'interesse pubblico è quello di difendere la salute e l'ambiente. Questo evidentemente indica una priorità precisa, cioè che, qualora lo Stato, oltre al commissario, decida di mettere dei soldi pubblici, questi non vadano a favorire un interesse privato, ma vadano esclusivamente alla bonifica e alla tutela della salute in quel territorio.

  FEDERICO MASSA, Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FEDERICO MASSA, Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione. Presidente, l'emendamento in questione sopprimerebbe i commi 3 e 4 del decreto-legge, che attengono al finanziamento di 300 milioni di euro finalizzato al funzionamento aziendale fino alla data del 30 giugno, cioè fino alla data del trasferimento.
  È impropria la sovrapposizione con le questioni relative agli interventi ambientali, che, come è noto, costituisce oggetto dell'emendamento del Governo relativamente ai commi 6-bis e seguenti, che prevedono l'impiego diretto e immediato, ai fini degli interventi di ambientalizzazione, di 800 milioni di euro, il cui stanziamento era stato previsto nella legge di stabilità.
  I 300 milioni di euro sono assolutamente indispensabili per consentire la gestione aziendale – voglio dirlo con chiarezza –, per consentire di pagare gli stipendi, per consentire di pagare coloro i quali in questo periodo danno alimento alla produzione di quegli stabilimenti. Se vogliamo vendere Ilva, se vogliamo mettere Ilva sul mercato, dobbiamo arrivare a quel momento con stabilimenti efficienti, con stabilimenti in vita e non con stabilimenti defunti e non con dipendenti non in grado di percepire lo stipendio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, signor Presidente. A seguire c’è anche un nostro emendamento soppressivo del comma 3, però io intervengo adesso.
  Ovviamente voteremo a favore dell'emendamento dei colleghi 5 Stelle. Intervengo, però, perché il relatore ha detto ovviamente il suo punto di vista, però credo che sia un punto di vista che non attiene al comma 3 del decreto che stiamo convertendo quest'oggi. Infatti, quei fondi, 300 milioni di euro – lo dice chiaramente il comma 3 – sono destinati al solo scopo di accelerare il processo di trasferimento. Allora, non sono – così come è stato detto dal relatore – finalizzati al funzionamento dell'Ilva, alla gestione aziendale. O meglio, sono anche finalizzati a tutto questo, ma al solo scopo della cessione e del trasferimento dei gruppi aziendali, ossia al solo scopo di mettere sul mercato – lo ha detto in conclusione del suo intervento il relatore – i complessi aziendali di Ilva Spa.
  Noi siamo contrari alla privatizzazione. Pensiamo che si possa fare in un altro modo. Voteremo a favore di questo emendamento, però chiediamo al relatore, quando interviene, di essere un po’ più attinente ai commi del decreto.
  Il decreto recita esattamente: «al solo scopo di accelerare il processo di trasferimento». Pag. 21Non dice assolutamente, non dà assolutamente garanzie, innanzitutto, dal punto di vista della tenuta dei livelli occupazionali e della continuità del reddito. Tant’è che in queste ore, sia negli stabilimenti di Taranto che in quelli di Genova, i lavoratori e le loro organizzazioni sindacali stanno facendo sentire la loro voce, perché sanno perfettamente che sono messi in discussione sia i livelli occupazionali che la continuità di reddito.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente. Signor Presidente, onorevoli colleghi, siamo su di un punto estremamente delicato, in cui la formulazione dell'articolo dice molte cose e ne lascia capire altre.
  Qual è il nodo della vicenda ? Noi non possiamo dare soldi all'Ilva per sostenerne la presenza sui mercati: sarebbe un comportamento anticoncorrenziale. Io immagino che, in ogni caso, questo articolo verrà comunicato tempestivamente alla Commissione europea, perché esiste un dubbio di aiuto di Stato.
  Noi non possiamo sussidiare l'acciaio italiano nel mondo. Perché ? Perché altrimenti anche gli altri sussidierebbero l'acciaio loro e per noi andrebbe peggio che in un sistema di libero mercato, come quello che tenta di costruire l'Unione europea nel settore dell'acciaio. Quindi, noi non possiamo sussidiare l'acciaio italiano.
  Come legittimiamo davanti alla Commissione europea questi 300 milioni di euro ? Tecnicamente si usa l'espressione «prestito dell'azionista». Un azionista privato, che vuole vendere, che fa ? Chiude, licenzia, non paga gli stipendi, lascia che tutto vada in rovina e va a vendere le rovine o cerca di tenere in piedi l'attività produttiva, perché questo gli garantisce la possibilità di trovare meglio un acquirente ? Allora, è vero quello ha detto il relatore: questi denari servono per pagare gli stipendi e mantenere l'attività produttiva per un tempo delimitato: il tempo necessario a trovare un compratore.
  È evidente che la Commissione sarebbe contenta se questi soldi non ci fossero: elimineremmo un problema. Se fossero dedicati semplicemente al disinquinamento, elimineremmo un problema per la Commissione, ma ne creeremmo uno enorme per i lavoratori, i quali verrebbero licenziati e Dio solo sa se e come, una volta che hai bloccato l'attività produttiva, ti potrà mai riuscire di trovare un pazzo che si prende questi stabilimenti. Già non è facile nelle circostanze presenti. Cerchiamo di capire la gravità del problema davanti al quale si trovano 20 mila lavoratori e anche l'intero comparto siderurgico italiano.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, signor Presidente. È noto che l'Unione europea – non so se lo farà poi formalmente, ma c’è un alto rischio – sottoporrà a procedura di infrazione questo provvedimento, a maggior ragione dopo l'intervento del collega, onorevole Buttiglione. Signor Presidente, non c’è dubbio che le risorse devono essere utilizzate per cercare di riuscire a salvaguardare un po’ tutta la situazione.
  Detto questo, signor Presidente, invito il relatore, onorevole Massa, a valutare la possibilità di rettificare, perché non possiamo sostenere dappertutto che le risorse servono per la bonifica e poi dire qui dentro che servono per gli stipendi. Attenzione, io penso che ci sia stato un cortocircuito da parte di qualcuno, perché, se dagli atti risulta questo, non abbiamo scampo, siamo già sotto infrazione declarata.
  Noi, come opposizione, riteniamo di dare un contributo sempre positivo alle cose, per quanto non condividiamo complessivamente questo provvedimento, perché non si riesce mai a sapere il punto del progetto e del piano industriale da «a» a «zeta». Per questo motivo, io ritengo che, a maggior ragione dopo gli interventi che ci sono stati in Aula, signor Presidente, occorra valutare l'eventuale rettifica.

Pag. 22

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, ci troviamo a dover smentire quella che il collega Gitti ha fatto come premessa del suo intervento all'inizio della seduta.
  Stiamo parlando di un'impresa privata – sì, certo – e, casualmente, a quell'impresa specifica vengono dati 300 milioni di euro per – come testualmente è scritto – mantenere e pagare sia stipendi che capacità di rimanere sul mercato stesso, perché fondamentalmente vuol dire quello.
  Il problema sostanziale è che quindi questa si configura come l'ennesima procedura di infrazione certa e sicura riferita all'Ilva di Taranto. Si aggiungono a quelle di carattere ambientale su cui ancora, nonostante dieci decreti, non è mai stata messa la parola «fine», per le quali l'Unione europea ci sta valutando e sanzionando sul non rispetto delle normative AIA. Questo perché – come abbiamo già detto in precedenza – avete pensato di fare degli sconti, avete pensato di dilazionare i termini; ancora una volta, grazie a un emendamento del Partito Democratico, del collega Vico, avete esteso al 2017 l'applicazione del risanamento ambientale complessivo e quindi, ancora una volta, state andando, di deroga in deroga, anche in contrasto con le direttive europee.
   Su questo punto specifico, quello del finanziamento, a mio avviso, ormai, dopo dieci decreti, penso che alla domanda: secondo te riuscirà questo Governo a mantenere questa ipotesi, ormai soltanto pindarica, per cui è ipotizzabile questo legame tra attività produttiva e sostenibilità ambientale a Taranto ? La risposta penso che ormai la sappiano anche i muri e, dopo dieci decreti di fallimento – nel senso che sono falliti tutti i dettami che il Governo si era dato –, mi sembra abbastanza chiara. Ci direte che questo è un prestito che viene teoricamente restituito, ma se poi dopo l'azienda fallisce, quel prestito è ovviamente un buco di bilancio e quindi, di conseguenza, quei soldi, che oggi vengono stanziati per un'azienda che è così messa male dal punto di vista industriale ed economico, sono una perdita certa per lo Stato.
  La ricetta è sempre la solita: mantenere per far rientrare i debiti bancari; questo noi non l'accettiamo, vogliamo delle risposte diverse e abbiamo in mente una soluzione diversa.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ricciatti. Ne ha facoltà.

  LARA RICCIATTI, Relatrice di minoranza. Grazie, signor Presidente. Al collega, relatore Massa, vorrei suggerire – come sicuramente avrà fatto, e quindi siamo sicuri che sia una svista –, di leggere attentamente il comma 3. C’è scritto, nero su bianco, all'inizio, che questi 300 milioni di euro sono al solo scopo di accelerare il processo di trasferimento.
  Ora, è ovvio che questo Governo può scegliere di investire e stanziare 300 milioni di euro come meglio crede – e compito delle opposizioni è quello di provare a emendare le posizioni e le proposte di questo Governo –, ma correttezza vorrebbe che almeno si evitasse di dire che questo serve per garantire il pagamento degli stipendi di quelle operaie e di quegli operai che proprio in questi giorni e in queste ore, a Genova come a Taranto, stanno protestando proprio perché vedono messa in discussione la tenuta dei livelli occupazionali.
  E noi continuiamo a dire – e avremo modo di farlo anche nel corso del dibattito di questi emendamenti – che il problema non è dove vengono stanziati questi soldi. Noi siamo d'accordo che vada garantito...

  PRESIDENTE. Concluda.

  LARA RICCIATTI, Relatrice di minoranza. Sto intervenendo come relatrice, non per il mio gruppo.

  PRESIDENTE. Va bene. Prego.

  LARA RICCIATTI, Relatrice di minoranza. Siamo d'accordo che vada garantito Pag. 23il diritto a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori di poter vedere retribuito il proprio lavoro, ma non ci stiamo e non ci staremo mai a far sì che ci sia una guerra fra un risanamento ambientale e una bonifica ambientale, che richiede molti più soldi di quelli che questo Governo ha stanziato, che vada barattata con la difesa del diritto della salute, oppure con la difesa di tutti i livelli occupazionali e soprattutto che ci siano delle garanzie di reddito e di diritti delle lavoratrici e dei lavoratori dell'Ilva.
   Collega Massa, lei ha detto che questi soldi servono per far sì che i lavoratori possano continuare ad andare a lavorare. Aggiungiamo noi: e che possibilmente non muoiano sul luogo di lavoro, perché le cronache di Taranto ci hanno riportato anche queste notizie, in relazione alle quali pare che quest'Aula sia un po’ troppo disattenta e che tenda a dimenticare.
  Al collega Buttiglione (e concludo) suggerirei di non fare dei richiami di eventuali aperture di procedure di infrazione da parte dell'Unione europea rispetto a questi 300 milioni di euro, che sembra possano essere degli aiuti di Stato: perché guardate, care colleghe e cari colleghi, ben prima del nuovo del nono decreto-legge AIA abbiamo visto aprire delle procedure di infrazione per quello che riguarda le tematiche ambientali.
  Il nuovo appello che voglio fare, così come abbiamo fatto durante tutti i decreti-legge precedenti e anche in fase di discussione generale e durante la mia relazione di minoranza al Governo, è quello di stanziare molti più soldi per far sì che l'Ilva di Taranto si passa salvare, e che però in maniera altrettanto salva deve esserci la salute delle cittadine e dei cittadini, il diritto degli operai e delle operaie di lavorare in sicurezza all'interno di quello stabilimento: cercare di non morire per andare al lavoro nell'anno 2016 e far sì che le persone possano veder retribuito il proprio lavoro.
  Se il Governo volesse davvero salvare lo stabilimento di Taranto, basterebbe semplicemente andare a stanziare più soldi, avviare una bonifica seria e garantire a tutte e a tutti i diritti costituzionalmente riconosciuti.

  ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Signor Presidente, colleghi, intervengo solo per dire che il collega Buttiglione ha detto delle cose di buonsenso. C’è una delicatezza in questi 300 milioni, perché su questi l'Unione europea può gettare un occhio: e sappiamo che in Europa i fan della chiusura dell'Ilva di Taranto sono tanti, perché la chiusura dell'Ilva di Taranto risolverebbe il problema del piano acciai in Europa. Questi 300 milioni sono però destinati ad essere restituiti con gli interessi, quindi si tratta di un prestito.
  Cosa diversa sono gli 800 milioni. Gli 800 milioni sono totalmente destinati – lo dico anche alla collega relatrice di minoranza – al risanamento ambientale, e lì io credo che qualsiasi procedura di infrazione da parte dell'Unione europea sia inaccettabile, perché servono a rispettare l'ambiente, la salute e anche gli obiettivi fissati a Parigi dalla COP21. Quindi questi 300 vanno restituiti con gli interessi; gli altri 800 è giusto che lo Stato italiano li metta per il risanamento ambientale dell'Ilva.
  Aggiungo che c’è un emendamento, che esamineremo poi nel Comitato dei nove, del collega Crippa, che chiede di destinare anche il miliardo e 200 milioni per la parte non destinata a rimborsare questi 800 milioni al risanamento dell'Ilva, i milioni che sono dei Riva in Svizzera: io sono favorevole a quell'emendamento, lo discuteremo adesso nel Comitato dei nove.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 1.29, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e favorevole della relatrice di minoranza.Pag. 24
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Spadoni, Richetti, Piso, Simonetti, Falcone, Cera...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  458   
   Votanti  455   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato
 105    
    Hanno votato
no  350).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Duranti 1.82.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Presidente, anche questo è un emendamento simile a quello precedente: prevediamo la soppressione del comma 3, il comma dell'articolo 1 che prevede non solo la cessione dei gruppi aziendali Ilva, ma anche l'accelerazione della cessione, così come da comma 2, entro il 30 giugno 2016.
  Noi pensiamo e ci permettiamo, ancora una volta, di suggerire al Governo, per suo tramite, signor Presidente, di cambiare strada e di cambiare modalità di approccio rispetto alla questione dell'Ilva.
  Per esempio, si potrebbe chiudere definitivamente... Signor Presidente, ho bisogno di un po’ di silenzio, perché non riesco...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore !

  DONATELLA DURANTI. Grazie, signor Presidente. Intanto, siamo di fronte, appunto, all'ennesimo decreto d'urgenza e, per esempio, noi chiediamo al Governo di non mettere mai più il Parlamento nella condizione di affrontare le questioni relative all'Ilva attraverso, appunto, lo strumento della decretazione d'urgenza, ma di dare la possibilità al Parlamento stesso di intervenire nel merito e di avviare una discussione sul futuro dell'Ilva e di tutti i gruppi aziendali ma, in particolare, dell'Ilva di Taranto, appunto.
  Piuttosto che ad un decreto di accelerazione sul trasferimento e sulla cessione dei gruppi aziendali, noi avremmo dovuto e potuto aprire un confronto importante. Avrebbero dovuto farlo il Governo e il Parlamento con i soggetti istituzionali, con le organizzazioni sindacali, con gli enti di tutela ambientale e sanitaria e con le associazioni, un confronto, appunto, per discutere su come – anche in riferimento all'intervento del relatore di maggioranza – garantire la gestione aziendale corretta di quegli stabilimenti, su come consentire finalmente l'ambientalizzazione di quello stabilimento e su come intervenire, appunto, nel senso dell'innovazione di processo e di prodotto.
  Noi un'idea ce l'abbiamo: siamo contrari, appunto, alla messa sul mercato dei gruppi aziendali dell'Ilva; pensiamo che si potrebbe portare a termine l'operazione Ilva con l'ingresso della Cassa depositi e prestiti in una nuova società a capitale pubblico.
  La Cassa depositi e prestiti potrebbe ricapitalizzare le aziende oggetto di intervento pubblico sulla base, però, di un business plan preciso, che preveda, appunto, investimenti di innovazione e investimenti di carattere ambientale. Pensiamo, per esempio, che si potrebbe dare vita e costituire un nuovo fondo equity oppure un fondo specifico per il settore dei metalli. Insomma, sono proposte che noi metteremmo in campo se solo ci fosse data la possibilità di discutere finalmente nel merito.
  Per cui, insomma, chiediamo di votare a favore di questo emendamento soppressivo e poi diremo nuovamente qualcosa, nell'illustrazione dei prossimi emendamenti, sul tema delicatissimo della difesa dei livelli occupazionali, che penso dobbiamo ribadire – o, meglio, noi vogliamo ribadire – che non è di secondaria importanza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 25
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 1.82, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ciracì, Mauri, Bini. Altri che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  450   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato
 106    
    Hanno votato
no  344).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento De Lorenzis 1.32.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Io riprendo le considerazioni che ha fatto il relatore Massa sul fatto che questi 300 milioni servono a traghettare l'azienda verso un compratore privato.
  Mi rifiuto di credere che l'onorevole Massa non sappia che questo traghettamento non va avanti con questo decreto da sessanta giorni o da tre mesi, ma va avanti da due anni e mezzo.
  L'onorevole Massa è arrivato in Parlamento da poco. È relatore di questo provvedimento, ma abbiamo avuto altri otto provvedimenti con altrettanti relatori del Partito Democratico e, quindi, mi dovrebbe spiegare per quale ragione – e si tratta di priorità – il Governo decide che questi 300 milioni vanno giustamente, a suo dire, a curare qualcosa che si sta vendendo. Pensiamo alla vendita di un immobile: magari, appunto, si finanzia il fatto che la lavastoviglie continui a funzionare; peccato che però questo immobile sia completamente pieno di crepe e abbia il tetto bruciato. Questa è la situazione e questo è quello che sta facendo il Governo con la maggioranza del PD.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Massa. Ne ha facoltà.

  FEDERICO MASSA. Presidente, io ringrazio della particolare considerazione. Ora ribadisco con grande chiarezza – e forse l'intervento dell'onorevole Duranti ha chiarito questa questione – che in questo decreto-legge si dice che gli stabilimenti industriali del gruppo Ilva devono essere riportati sul mercato all'interno dei vincoli che noi abbiamo definito con questo stesso decreto. Inoltre, si dice che servono per gestire l'azienda e, quindi, anche per pagare gli stipendi (io non ho detto che servono solo per pagare gli stipendi). Comprendo, però, perfettamente che c’è un costo della gestione che va coperto fino al 30 giugno e che viene coperto con un'erogazione, che è un prestito, che è soggetta a restituzione da parte del soggetto imprenditoriale che acquisterà gli stabilimenti. Quindi, nessuno sta regalando niente a nessuno !
  Se qualcuno ha un'idea diversa, cioè che gli stabilimenti Ilva non debbono essere alienati o trasferiti, è ovviamente libero di averla ed è doveroso che in quest'Aula si esprima questa opinione. Ma, allora, si affronti questo problema. Peraltro, io non credo che il soggetto a cui l'Ilva è destinata possa eludere il problema di consentire all'Ilva di vivere fino al 30 giugno. Il piano industriale verrà definito nella procedura di cessione e di alienazione, ma chiamiamo le cose con il loro nome e, soprattutto, non mischiamo le pere con le mele.
  Rimproverare l'assenza di finanziamenti per la bonifica, perché questi 300 milioni vanno alla gestione dell'azienda, significa non volere fare i conti con la circostanza che basta leggere un po’ più giù – non leggere da qualche altra parte, ma leggere un po’ più giù nel medesimo decreto – per comprendere che per le attività di bonifica vengono messi a disposizione Pag. 26800 milioni e che – e concludo, completando il pensiero espresso dal presidente Realacci – vengono messi doverosamente dallo Stato ma, come è scritto nel testo dell'emendamento del Governo e come è doveroso che sia, sulla base delle indicazioni che provengono dall'Europa, il Governo e lo Stato italiano sono impegnati a recuperare quelle cifre dai responsabili dell'inquinamento quando quei responsabili saranno definitivamente individuati e le loro responsabilità saranno puntualmente accertate.
  Questo è il percorso che stiamo segnando e di questo dobbiamo discutere. Non credo sia utile – come devo dire – sovrapporre nella discussione piani e questioni diverse.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Presidente, spesso non si danno alcuni dati fondamentali. L'ambientalizzazione è stata stimata in otto miliardi di euro. Io penso che non ci sia nessuna vergogna a dire che, con una cifra del genere, 800 milioni dovranno andare soprattutto all'ambientalizzazione. L'ambientalizzazione dà lavoro dieci volte di più rispetto al tenere in piedi un'attività che è priva di un piano industriale ed è priva di un piano nazionale dell'acciaio. Di sicuro dovranno mettersi in moto il Ministero dello sviluppo economico e Federacciai che per ora, in tutti questi anni, hanno taciuto o dichiarato di non volersi occupare dell'Ilva.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente, vorrei far presente al relatore, innanzitutto, che gli ottocento milioni non sono dei nuovi stanziamenti rispetto alle bonifiche, perché sono la mancanza di 1,2 miliardi da recuperare sui decreti precedenti. Questo per far passare il messaggio che il Governo non sta stanziando nuove risorse per le bonifiche, perché è un mancato introito di 1,2 miliardi che teoricamente aveva preventivato di sottrarre alla famiglia Riva ancora prima che ci fosse una sentenza passata in giudicato, anche se il tribunale svizzero, quanto meno, gli ha detto: aspetta la sentenza passata in giudicato. Quindi non c’è lo stanziamento di nuove risorse.
  Per quanto attiene i 300 milioni di euro, questi sono meramente di carattere funzionale e una domanda che vorrei fare ai relatori è questa: siccome l'onorevole Abrignani ha detto che è anche ipotizzabile, anche se non auspicabile, che nessuno si presenti a questa manifestazione di interesse, chi mi darà i 300 milioni di euro ? È possibile che la Commissione bilancio non si sia neanche lontanamente posta il problema che se il bando va deserto quei 300 milioni di euro non avranno nessun tipo di copertura, perché non ci sarà nessun soggetto che potrà restituire quella cifra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Grazie, Presidente. Collega Massa, presidente Realacci, in questi giorni, ancora la vostra maggioranza e il vostro Governo parlano delle privatizzazioni come di una soluzione per i problemi del nostro Paese. Io vorrei ricordare che queste privatizzazioni hanno significato che l'IRI ha regalato l'Ilva ai Riva; vorrei che fosse ricordato, oggi, perché quando poi si chiede allo Stato di mettere a disposizione ben ottocento milioni di euro per il risanamento ambientale, stiamo dicendo che, ancora una volta, la collettività si deve far carico dei guasti e dei danni causati dagli imprenditori privati, i quali avevano avuto un vantaggio a prendere a due lire un'azienda tra le più importanti del nostro Paese e che poi hanno pensato bene di non mettere neanche un centesimo per la tutela ambientale di quell'impresa. Ora siccome voi continuate ad esaltare le privatizzazioni come Pag. 27elemento di soluzione dei problemi, ecco, io vorrei ricordare che intanto le privatizzazioni hanno significato questo: la distruzione di un pezzo fondamentale del sistema industriale del nostro Paese e la distruzione di un ambiente come quello, appunto, della città di Taranto.
  Allora io vorrei, però, insomma, che alla fine chi causa i danni li pagasse pure, e i Riva li devono pagare ! Gli 800 milioni non possono essere l'unica parte di risanamento ambientale. Il miliardo e 200 milioni che voi avete spacciato come soldi utili per il risanamento e che si sapeva non sarebbero stati disponibili, quel miliardo e 200 milioni devono tornare nelle nostre casse, devono tornare per il risanamento ambientale e credo che questo sia un principio di verità e di giustizia che dovremmo ricordare (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

  LUDOVICO VICO. Grazie, Presidente. Nel precedente decreto fu deliberato in quest'Aula e poi al Senato che la procedura Marzano, in capo a Gnudi, entro il mese di settembre del 2015 avrebbe dovuto procedere alla costituzione di una newco, al fine di consentire che la gestione cosiddetta Marzano trasferisse ad un soggetto, ad una nuova compagnia, il gruppo. L'onorevole Crippa ha perfettamente ragione quando dice, perlomeno in quella parte dell'intervento ultimo che ha svolto, che la procedura della newco è diventata impraticabile per effetto della sentenza di Bellinzona.
  Questo deve essere chiaro perché se quel passaggio non fosse consapevolezza dell'intero Parlamento, anche le sue dinamiche di lettura successive sarebbero complicate. La sentenza di Bellinzona ha messo in moto un altro meccanismo, persino urgente, al fine della decretazione, si potrebbe dire: quello di dover definire in un tempo preciso il processo di cessione o fitto, i cui esiti si cominceranno a comprendere dopo il 10 febbraio, ma soprattutto come attivare un meccanismo di finanziamento dei 300 milioni che non consenta immediatamente all'Unione europea di avviare la procedura di infrazione. È tutto qui, rispetto ai 300 milioni. Mentre gli 800 milioni sono abbastanza coerenti con la stessa lettera di infrazione che l'Unione europea ha inviato, in quanto non potevano che essere finalizzati all'ambientalizzazione, ma anche qui, se ho ancora qualche minuto di tempo Presidente, penso che vada obiettivamente distinto cosa siano le prescrizioni AIA dalle bonifiche in stabilimento, anch'esse separate dalle bonifiche in capo alla commissaria per le bonifiche. Nelle prescrizioni, e anticipo una parte della discussione che verrà, sia chiaro, fino alla gestione Bondi c'era un piano industriale «leggibile», dalla gestione Marzano, per insolvenza affidata al dottor Gnudi, è cominciata una stagione complicata e tra le prescrizioni più significative previste dall'AIA per legge ce ne sono soprattutto due, io parlerò di una, corrispondente – come dice ISPRA – al rimanente 25-30 per cento degli obblighi. La prescrizione più significativa era e resta la copertura dei parchi minerali che, in assenza di un piano industriale, non consentito a Bondi nel suo prosieguo e non avviato mai dalla gestione Gnudi, sia per funzione che per solerzia, ha messo in moto un meccanismo, in questi ultimi tre mesi, che l'onorevole Crippa conosce benissimo. La copertura dei parchi è diventata una geometria variabile in funzione di quello che accadrà teoricamente dopo il 30 giugno. Ipotesi a): lo stabilimento marcerà a tre altoforni a vecchia tecnologia o marcerà a quattro altoforni con il riavvio del quinto altoforno ? Ipotesi b): il preridotto era previsto dalla gestione Bondi in sostituzione del carbon fossile e dei minerali ferriferi che sono il vero problema inquinante di Taranto per effetto della presenza delle quattro batterie ovvero delle aree delle cokerie; quella proposta di utilizzare il preridotto significa sostanzialmente la chiusura di due batterie, ovvero di un abbattimento automatico, neanche Pag. 28prescritto, per intero, nel processo di ambientalizzazione. Ipotesi c) – e mi avvio a concludere, poi riprenderò – l'alimentazione del gas, secondo tutte le teorie che circolano, è una alimentazione ? Tutte e tre le ipotesi, compreso, come l'onorevole Crippa sa, un processo di ulteriore degrado industriale, hanno necessariamente bisogno di una verifica; la quale dovrà essere attivata sul piano industriale perché i parchi minerali siano giustamente coperti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, signor Presidente. Intervengo intanto per annunciare che sugli emendamenti De Lorenzis 1.32 e Petraroli 1.31 il gruppo di Sinistra Italiana si asterrà per una ragione. In quanto pensiamo che questi fondi andrebbero utilizzati per la realizzazione delle opere di quell'operazione di bonifica e messa in sicurezza dei siti contaminati, ma anche per salvaguardare il reddito dei lavoratori e, quindi, per pagare, semplificando, gli stipendi dei lavoratori.
  In ogni caso, faccio riferimento all'intervento che mi ha appena preceduto del collega Vico il quale ha fatto una ricostruzione molto razionale e molto logica, che però ci rafforza nel giudizio negativo in riferimento a questo decreto e a quelli precedenti, perché la sentenza del tribunale di Bellinzona e, quindi, l'impossibilità di utilizzare un miliardo e 200 milioni di euro subito, sono la dimostrazione di una superficialità, se non di una cialtroneria di questo Governo, che invece li aveva dati per già utilizzabili. Avere ammesso che si è aperta una stagione complicata e che quindi, dopo la gestione Bondi, siamo in assenza di un piano industriale, ci rafforza appunto in un giudizio negativo. Il fatto che non vi sia un piano industriale mette in discussione completamente le fondamenta della gestione aziendale e, come vedremo dopo, darà la possibilità ai nuovi acquirenti di modificare il piano ambientale in funzione di un piano industriale che, anziché essere stato presentato e realizzato dai commissari sarà presentato e realizzato dai privati.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 1.32, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre la relatrice di minoranza si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Manfredi, Simoni...
  Nel frattempo salutiamo studenti ed insegnanti della scuola secondaria di primo grado Deutsche Schule Rom di Roma che assistono ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi).
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  448   
   Votanti  421   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato
  86    
    Hanno votato
no  335).    

  (La deputata Pellegrino ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto di astensione).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Petraroli 1.31.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Petraroli. Ne ha facoltà.

  COSIMO PETRAROLI. Presidente, sulla scia di quello che abbiamo appena detto, l'Ilva ha oltre 3 miliardi di passività, credo, questi soldi sono debiti con le banche, con i fornitori, oltre a perdere 40, 50 milioni di euro al mese. La domanda che ci facciamo è quindi: che ragione c’è di tenere in vita con soldi pubblici un'azienda in queste condizioni ? Semplice, la tengo in vita, in stato vegetativo, per potere espiantare gli organi affinché le banche possano recuperare quanto prima Pag. 29i soldi che ci hanno messo dentro. Voi tenete una città appesa alla corda per pagare quanto prima i creditori, cioè le banche, perché non lo dite ai pugliesi, ai Tarantini e ai cittadini dell'arco ionico, perché non siete intellettualmente onesti ? Vi diranno che fate schifo, ma almeno che siete onesti, intellettualmente onesti, scusate, onesti è una parola grossa ! Invece, così possono dire soltanto che fate schifo !
  Per questo motivo l'Unione europea sta avviando una procedura d'infrazione a causa dei soldi che voi state mettendo dentro: ottocento milioni della stabilità, trasformati poi in finanziamento tout-court, dite per le bonifiche, i 40 milioni inseriti nella legge 20 marzo, i 300 milioni previsti in questo decreto. Ovviamente, la Commissione europea si è accorta che aver bonificato quattro o cinque aiuole del quartiere Tamburi di Taranto non giustificherà mai tutti i soldi che voi ci avete messo dentro, infatti hanno fatto notare che, se i soldi fossero stati realmente impiegati per le bonifiche, non ci sarebbe stato alcun problema.
  Tuttavia, dato che i soldi vengono continuamente utilizzati per forzare la continuità produttiva di un'attività in perdita, per aggiornare gli impianti a spese dei contribuenti e, soprattutto, per pagare le banche creditrici, è ovvio che si forma uno status di concorrenza sleale. Infatti, hanno ribadito: è vero che l'azienda va risanata, ma la strada corretta è quella di coinvolgere i privati. In pratica, dopo dieci decreti, la Commissione europea si è semplicemente accorta che i soldi che voi metterete in questo decreto non verranno mai e poi mai usati per le bonifiche ! Anche se in questo decreto c’è scritto che gli 800 milioni andranno solo per le bonifiche, hanno perso però la fiducia, perché sanno che tra tre mesi magari uscirà un nuovo decreto in cui si cambierà nuovamente la destinazione di quegli ottocento milioni.
  Cosa fa allora il Governo ? In fretta e furia scrive l'ennesimo provvedimento, ossia questo provvedimento, per tentare di convincere i commissari a non procedere con la procedura di infrazione. Ma secondo noi l'unico modo per non andare in procedura di infrazione è quello di cominciare realmente a spendere i soldi per le bonifiche. Con questo emendamento noi stiamo chiedendo di sostituire le parole «indilazionabili esigenze finanziarie», riguardanti i 300 milioni, con le parole «attività di bonifica dei siti contaminati, secondo quanto previsto dal titolo V del decreto legislativo n. 152 del 2006» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Grazie Presidente. Solo per ribadire che se le premesse fossero quelle che la maggioranza e il Governo vogliono far credere, ci sarebbe non una short list, come qualcuno diceva prima, ma una lista bella lunga di privati che, in qualche modo, non vedevano l'ora di prendere in mano il siderurgico e portarlo avanti. Noi siamo convinti che questo non avverrà, e lo diciamo con cognizione di causa, perché come è stato ricordato in quest'Aula più volte, questo Governo, questo Paese non ha un piano nazionale dell'acciaio, più volte sollecitato. Sento parlare del piano industriale, relativamente allo stabilimento Ilva di Taranto, del commissario Bondi, anche quello perso in qualche cassetto del ministero. L'Europa vive un momento in cui la siderurgia non è certamente il settore in cui si fanno investimenti, tant’è che sono gli Stati a mantenere in vita gli stabilimenti.
  Ci chiediamo quindi come con la concorrenza di altri stabilimenti a livello internazionale questo Governo intenda mettere sul mercato questo stabilimento, senza escludere che chi verrà non farà altro che spegnere lo stabilimento per suoi vantaggi personali.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

Pag. 30

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, vorrei far presente che nel testo viene riportato che l'aggiudicatario dovrà poi restituire questi 300 milioni. Come ho già detto in precedenza, e qui il Governo, secondo me, potrebbe almeno dare una parola di conforto in tal senso, qualora non vi sia nessuno che intenda partecipare alla manifestazione di interesse, chi risponderà dei 300 milioni di euro che oggi vengono stanziati ? Nel senso che, a mio avviso, non diventerebbe più un prestito, ma di fatto diventerebbe un contributo a fondo perduto. Quindi, due parole in tal senso sarebbero gradite, come sarebbe gradito il fatto che venisse specificato che è l'aggiudicatario, quindi una persona, una società, che si dovrà far carico di restituire il credito. La domanda che tutti gli stabilimenti in Italia si stanno ponendo è la seguente: voi consentirete lo spezzatino della vendita della bad company, new company, o come si chiamerà, o venderete tout-court e salvaguarderete l'intero pacchetto Ilva così come è ? Chiederete anche garanzie future da chi compra, che rimanga così per almeno un certo numero di anni o no ? Su questo i cittadini e i lavoratori gradirebbero avere risposte.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bargero. Ne ha facoltà.

  CRISTINA BARGERO. Io mi rivolgo alla Presidenza per chiarire alcuni aspetti che i colleghi del MoVimento 5 Stelle, invece, hanno un po’ travisato. Il prestito ponte di 300 milioni, che è necessario al funzionamento dell'azienda che attualmente è in attività straordinaria, e l'amministrazione straordinaria sono necessari proprio a tutela dell'occupazione. Noi parliamo di 16 mila addetti Ilva, non solo a Taranto, ma in altri stabilimenti dislocati nel Paese, tra cui Genova, Novi Ligure, Racconigi; questi 300 milioni sono necessari per l'attività ordinaria di una azienda in amministrazione straordinaria, e di questi 300 milioni – se il bando andrà deserto e noi, mi rivolgo alla Presidenza per dire all'onorevole Crippa, ci auguriamo, invece, che questo bando abbia un esito favorevole – ne risponderanno i commissari dell'azienda in amministrazione straordinaria.
  Seconda cosa: distinguiamo i 300 milioni, come già detto bene prima dal presidente Realacci, dagli 800 milioni, perché gli 800 milioni di trasferimenti statali, invece, saranno necessari al risanamento ambientale e alle prescrizioni AIA, che prevedono anche un'attività di bonifica. Mi pare che questo atteggiamento e anche questo timore nei confronti di quello che dirà l'Europa sulle procedure di infrazione, sia un po’ anche un aiuto ai nostri competitor stranieri, perché l'Italia oggi è il secondo produttore di acciaio a livello europeo, quindi mi stupisce un po’ anche questo atteggiamento filotedesco di una parte del nostro Parlamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Petraroli 1.31, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sul quale la relatrice di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Alli, Archi, Altieri, Ciracì, Borghese, Archi ancora non riesce, Stella Bianchi c'era, Currò. Abbiamo votato tutti ? Cuomo. Ora sì, però... Bossa ha votato, Mucci ci ha votato ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  443   
   Votanti  411   
   Astenuti   32   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
  84    
    Hanno votato
no  327).    

  (La deputata Ciprini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole, il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Pag. 31

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Petraroli 1.33, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Petraroli. Ne ha facoltà.

  COSIMO PETRAROLI. Grazie, Presidente. Il Piano industriale è quel documento che illustra le intenzioni strategiche della gestione del management sulle strategie dell'azienda e sulle azioni che saranno realizzate per il raggiungimento di alcuni obiettivi, questa è la definizione.
  Con questo emendamento intendiamo vincolare l'erogazione dei 300 milioni di euro di soldi pubblici solo dopo la presentazione del Piano industriale e finanziario, perché prima di ricevere soldi dallo Stato, prima che gli siano concessi soldi dello Stato, il nuovo acquirente deve dirci quanti dipendenti avrà da oggi a dieci, vent'anni, quanto acciaio ha intenzione di produrre e di che tipo, quali saranno i mercati di riferimento, che tipo di impianti, quali saranno gli interventi immediati per la sicurezza e la salute dei lavoratori, le tecnologie impiegate, le risorse umane e gli aspetti economico-finanziari. La definizione, ovviamente, di questi elementi per noi è un prerequisito che l'impresa deve avere.
  Da tempo si parla di Piano industriale, ma nessuno l'ha mai visto. Per questo chiediamo, con questo emendamento, di erogare – ripeto – i 300 milioni previsti dal comma dell'articolo 1 di questo decreto, solo dopo il deposito del Piano industriale e finanziario, garantendo la possibilità per i cittadini di prenderne visione e di capire, ovviamente, per quanti soldi voi svendete un po’ le loro vite.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Con la scusa del segreto industriale e dei vantaggi competitivi che un'azienda legittimamente ha e che, quindi, non può rivelare ai concorrenti, voi avete fatto la scelta di nominare dei commissari che, nel migliore dei casi, sono stati soltanto dei curatori fallimentari, perché per decreto, per legge, dovevano fornire un Piano industriale e non l'hanno mai fatto, e ne avete nominati due: l'ex commissario Bondi e adesso il commissario Gnudi.
  Adesso noi chiediamo che prima che questa cessione dello stabilimento sia conclusa e quindi si passi a una gestione nuovamente privata dello stabilimento, il piano industriale di questo stabilimento, previsto per legge, venga reso pubblico, oppure il Governo ci dovrebbe dire se non ritiene che le speranze che qualcuno si presenti a quella gara, a quella manifestazione di interesse, siano così esigue e risibili da scongiurare in qualche modo una qualunque pubblicità del piano industriale e, quindi, lasciare, come dire, le mani libere al privato, che interverrà.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Brevemente, Presidente: sul piano industriale il collega Vico, pochi minuti fa, ha detto anche lui una cosa assolutamente sacrosanta, cioè che il commissario Gnudi, nonostante fosse uno dei compiti a lui assegnati, non è riuscito in alcun modo nemmeno a presentare un piano industriale ai rami del Parlamento. Quando venne in audizione, soltanto dopo un pressing estremo, è riuscito a dire: il piano industriale non c’è perché non c’è, di fatto, la disponibilità economica ad alcun tipo di investimento, e quindi non era possibile fare il piano industriale, sancendo di fatto il fallimento del penultimo decreto ILVA, che prevedeva questo idillio tra piano industriale e piano ambientale che dovevano andare di pari passo.
  Sancendo questo punto, noi chiediamo che il piano industriale venga reso noto. Se anche su questo aspetto siete contrari, qualche perplessità ce l'abbiamo sul fatto che vi piaccia continuare nell'opacità della gestione fino ad oggi tenuta dal commissario, così da non far capire che, di fatto, di pianificazione non c’è nulla !

Pag. 32

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Petraroli 1.33, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni, Fanucci, Chiarelli, Latronico, Abrignani, Savino... non correte... la Presidenza ha anche compiti di direzione del traffico in ogni caso... Stella Bianchi... ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  444   
   Votanti  443   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato
 164    
    Hanno votato
no  279).    

  (I deputati Gutgeld, Chaouki e Capua hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

   Passiamo alla votazione dell'emendamento De Lorenzis 1.30.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Grazie Presidente, sarò breve: con questo emendamento chiediamo che il piano industriale redatto dai commissari venga pubblicato. Noi riteniamo che, se veramente il problema per il Governo, per la maggioranza, legittimamente sia quello di dare continuità produttiva e certezza ai lavoratori, beh, quale migliore occasione di una pubblicazione di un piano industriale che possa poi essere verificato come serio e attendibile ? Quale migliore garanzia del reddito dei lavoratori e dei cittadini di Taranto per una sicurezza nel futuro e in quello che il nuovo privato o, comunque, il Governo finora vuole fare relativamente alla produzione di acciaio in Italia ? Riteniamo che la pubblicazione di un piano industriale sia la migliore garanzia che il Governo e la maggioranza possano dare a quei lavoratori.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 1.30, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ravetto, Abrignani, Crippa, Schirò.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  444   
   Votanti  442   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato
 120    
    Hanno votato no  322).    

  (I deputati Gutgeld e Capua hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Duranti 1.5.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, questo nostro emendamento aggiunge un periodo al comma 3. Lo voglio leggere: «In ogni caso, il processo di trasferimento di cui al presente comma non pregiudica in alcun modo il mantenimento dei livelli occupazionali», l'abbiamo scritto in questo emendamento perché invece non ci sono certezze nel decreto Pag. 33rispetto al mantenimento dei livelli occupazionali, ma si fa ancora riferimento ad «adeguati livelli occupazionali» ma non è dato sapere «adeguati» per chi. Devono mantenere le garanzie contrattuali dei lavoratori dell'Ilva e la protezione sociale appunto di tutti i lavoratori operanti presso i complessi del gruppo Ilva. Io voglio ricordare che la nostra preoccupazione nasce anche dall'incontro che si è tenuto ieri presso lo stabilimento di Taranto, un incontro tra le organizzazioni sindacali, i rappresentanti dell'amministrazione straordinaria dell'Ilva di Taranto sulla consultazione proprio sulla proroga dei contratti di solidarietà. Voglio ricordare che l'anno scorso oltre due mila lavoratori dell'Ilva sono stati appunto interessati dai contratti di solidarietà. L'Ilva dice ieri ai sindacati che comunque nel 2016, quindi per tutto l'anno, i lavoratori in contratto di solidarietà non dovrebbero superare i 4.074 ma si dovrebbero attestare intorno ai 3.500. Ricordo ancora che i contratti di solidarietà operanti fino ad oggi scadranno il 2 marzo. Allora, intanto c’è appunto una questione che è stata sollevata anche dalle organizzazioni sindacali, si discute dei numeri relativi ai lavoratori sottoposti ai contratti di solidarietà per tutto l'anno 2016 quando già si sa che a giugno del 2016, secondo questo decreto, l'Ilva avrà un'altra proprietà, per cui c’è anche qui una finzione, un non detto. Poi riguardo all'integrazione salariale, fino ad oggi i lavoratori in contratto di solidarietà hanno potuto usufruire dell'integrazione salariale del 10 per cento. Come sapete meglio di noi, a seguito di uno dei decreti legislativi del Jobs Act, non solo non sarà più prevista l'integrazione salariale, che peraltro era prevista grazie ad un emendamento sul milleproroghe solo per il 2015, ripeto, solo per il 2015, ma appunto il reddito dei lavoratori in contratto di solidarietà dovrà fare riferimento ai massimali della cassa integrazione, con una riduzione importante del salario di quei lavoratori; quindi abbiamo sentito la necessità con questo emendamento di ribadire che vanno salvaguardati i livelli occupazionali, le norme contrattuali e tutti gli strumenti di protezione sociale di quei lavoratori che invece ci sembra non siano assolutamente salvaguardati nel testo di questo decreto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 1.5, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole della relatrice di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Saluto a nome dell'Assemblea la delegazione dell'Unione internazionale del notariato latino che assiste ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi).
  Rabino, Ferraresi, Miccoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  450   
   Votanti  444   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato
 161    
    Hanno votato
no  283).    

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Ricordo che l'emendamento Caparini 1.85 risulta accantonato. Passiamo alla votazione dell'emendamento De Lorenzis 1.35.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, intervengo perché il comma 6 dispone che l'organo commissariale del gruppo Ilva, in amministrazione straordinaria, provveda al pagamento dei debiti pre-deducibili contratti nel caso di amministrazione straordinaria. Il commissario provvede a ciò anche in deroga a quanto Pag. 34disposto da altri provvedimenti che riguardano le procedure fallimentari ma la cosa che a noi preoccupa di più – l'abbiamo denunciato più volte in quest'Aula – è che con questo comma 6 si ripete la storia già affrontata in altri decreti che riguardavano lo stabilimento siderurgico dell'Ilva di Taranto e cioè in relazione alle condotte poste in essere, in esecuzione quindi del pagamento dei debiti pre-deducibili, per l'organo commissariale del gruppo Ilva e dei soggetti funzionalmente delegati trova applicazione anche l'esonero della responsabilità civile e penale dei commissari, quindi degli organi come abbiamo detto funzionalmente delegati a questi. A noi sembra veramente scandaloso che per l'ennesima volta i commissari abbiano l'assoluta immunità civile, quindi amministrativa e penale, di quello che fanno per il loro operato. Lo potevo immaginare magari all'inizio, perché giustamente difficilmente il Governo avrebbe trovato delle persone disposte a immolarsi per una causa persa e quindi essere nominate commissario e affrontare una situazione così complessa senza appunto una qualche forma di scudo, ed è già un concetto aberrante. Questo nuovo scudo, questa nuova immunità viene estesa anche alle funzioni del commissario, che, ricordiamo, era stato posto lì appunto per l'attuazione di un piano ambientale e di un piano industriale; adesso queste immunità vengono estese anche nel traghettamento e nella messa a mercato dello stabilimento. Quindi noi continuiamo ad avere delle deroghe a delle norme, continuiamo non soltanto ad avere un'azienda che è più uguale delle altre, ma continuiamo ad avere dei commissari che se noi provassimo a spiegare ad altri parlamentari e ad altri cittadini europei quello che il Governo scrive in queste norme, ci riderebbero dietro; avrebbero veramente una reazione non soltanto di sorpresa e di stupore, verrebbero veramente a ridicolizzarci perché non è possibile che una persona che viene nominata per compiere delle funzioni, venga resa immune da qualunque procedimento civile e penale nell'espletamento delle proprie funzioni. Una persona che assume un ruolo, si prende oneri e onori ed evidentemente il fatto che ci possano essere dei procedimenti o delle rivalse civili in sede civile o in sede penale rientra nei rischi che un commissario deve assumersi, come tra l'altro si assumono tutti gli altri commissari che purtroppo abbiamo in Italia. Quindi, non si riesce a capire perché per questo commissario e per queste ulteriori funzioni che vengono a lui delegate, ossia all'organo commissariale nel proprio complesso, il Governo e la maggioranza stabiliscono un ulteriore scudo per l'espletamento di queste funzioni. Io vorrei l'attenzione del Governo e che, magari, il Governo ci spiegasse per quali ragioni è necessaria anche un'immunità per proseguire l'iter di messa sul mercato di questo stabilimento da parte degli organi commissariali.

  LUCA SQUERI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUCA SQUERI. Presidente, sono stato sorpassato dagli eventi, ma intervengo per sottoscrivere l'emendamento precedente, l'emendamento Caparini 1.85, che è stato accantonato.

  PRESIDENTE. Perfetto. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Io credo che dovrebbe essere fatto un decreto sulla specie. Uno che pensa di non avere la responsabilità civile e penale sulle 15 mila persone che lavorano all'Ilva o sui cittadini di Taranto, forse vuole appartenere a un'altra specie. Denaro, potere e consenso sono una droga: la droga della casta, quella che vi porta a ignorare 90 morti all'anno per l'inquinamento e tre morti per infortuni. La droga della casta è il «castagon». Pertanto, mi raccomando, votate a favore dell'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 35

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questa volta l'opposizione pone una questione drammatica, sulla quale tutti dovremmo fare una riflessione e sulla quale non credo che possiamo procedere così tranquillamente.
  Noi stiamo dando una immunità. Io voterò a favore di questa immunità, ma devo spiegare perché. Voterò a favore di questa immunità perché una giurisprudenza estensiva e, in qualche caso, arbitraria ha creato un tale disordine legislativo, una tale non chiarezza sulle responsabilità che si assume chi va ad amministrare l'Ilva, che è evidente che nessuna persona sensata accetterà mai di assumersi quella responsabilità senza una clausola di questo tipo.
  Quindi, io voterò a favore. Però non posso non dire che è drammatico, che non è degno di un Paese civile, che è terribile che noi ci troviamo in una situazione di questo tipo. Se vogliamo affrontarla sul serio, come dovremmo affrontarla sul serio da legislatori responsabili, dovremmo aprire una grande questione, che è la questione del rapporto fra politica e magistratura, non dal punto di vista della tutela di alcuni interessi particolari, ma dal punto di vista della certezza del diritto. Fare impresa in Italia è difficile, è difficile anche perché, a volte, abbiamo una giurisprudenza imprevedibile, abbiamo una giurisprudenza creativa e non la certezza del diritto, il sapere, prima di andare in tribunale, a che cosa potrò essere condannato, il sapere in anticipo. Tra l'altro, l'enorme contenzioso giudiziario che c’è è l'elemento deflattore di tutti: oggi in Italia chiunque ricorre, perché una qualche speranza di farcela ce l'ha; se trova il giudice che quel giorno gli gira, magari una cosa che, secondo tutta la giurisprudenza consolidata, non è ammissibile diventa ammissibile. Noi a Taranto ci siamo trovati in questa situazione. Possiamo prendere posizione a favore di una magistratura che ha fatto certe scelte, possiamo contrastarla, ma non possiamo discutere di questo – lo dico all'opposizione, ma lo dico anche ai colleghi dalla maggioranza – senza richiamare una situazione drammatica di incertezza del diritto, che è ostacolo primario anche alla creazione di posti di lavoro, anche alla ripresa economica e anche al salvataggio dell'Ilva di Taranto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Rimango a bocca aperta dalle parole del collega Buttiglione, quando dice: «A Taranto ci siamo trovati in questa condizione», il quale segnalava che la magistratura aveva, a suo avviso, un comportamento disomogeneo rispetto a quello che ha avuto su tutto il territorio nazionale. Ma attenzione !
  Su questo emendamento, come quelli precedenti, che prevedevano l'immunità per reati di natura penale e per alcuni di natura contabile, adesso per qualsiasi tipo di questione e di reato riferito al commissario, ci state dicendo che lo fate soltanto perché a Taranto c’è la nomea che probabilmente c’è un giudice particolarmente pignolo su determinate questioni. Questo è il vostro approccio alla giustizia italiana. Questo è il modo con cui voi rispondete ai cittadini di Taranto, dove, peraltro, essendoci un procedimento in corso, forse fareste veramente bene a star fermi e a non intervenire con provvedimenti ad hoc sulla magistratura, come in questo caso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  FEDERICO MASSA, Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FEDERICO MASSA, Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione. Presidente, colleghi, intervengo solo per chiarire Pag. 36che in questo caso non c’è alcuna previsione di una generalizzata e generale impunità con riguardo ai commissari e alla loro attività. Quello che si è inteso formalizzare è che gli atti strettamente adempitivi dei piani e dei programmi approvati non possono dar luogo alla responsabilità diretta e personale dei commissari. Io credo di poter tranquillamente spiegare questo con il fatto che si tratta, per l'appunto, di atti strettamente adempitivi.
  Allora, se noi definiamo, attraverso alcuni percorsi di carattere giuridico, alcuni obblighi e c’è chi li esegue, è del tutto evidente che relativamente a questa ipotesi viene meno la responsabilità. Vorrei ricordare che l'articolo 1 del primo dei provvedimenti di cui andiamo discutendo – parlo del decreto legislativo n. 231, norma tuttora vigente in questo Paese e, quindi, della quale dobbiamo tenere conto, perché non è che possiamo parlare «a spezzatino» – ha inserito uno specifico titolo di reato per l'eventuale inadempimento delle prescrizioni e degli obblighi che nascono dagli atti approvati e ha espressamente e, vorrei dire, in quel caso forse anche in maniera ultronea richiamato la piena vigenza delle altre prescrizioni di carattere sanzionatorio.
  Quindi, non parliamo di una generalizzata immunità, ma parliamo di una esenzione di responsabilità dei commissari perché adempiono agli atti approvati e formalizzati.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Non è necessario né commentare né spiegare una legge indegna e vergognosa che fa una cosa molto semplice, cioè stabilire una sfera di impunità totale a favore del commissario e di coloro che sono funzionalmente delegati, senza specificare nemmeno chi essi siano. E qui qualcuno – qualcuno che ha pure la temerarietà di sedere nel Parlamento italiano, perché evidentemente è privo di qualsiasi ABC della legge – si alza e ci spiega che, per fortuna, non è che il commissario si può alzare e andare a sparare a qualcuno ed essere salvo per questo. No, deve farlo mentre sta facendo il suo lavoro di commissario. Grazie della notizia, ora siamo tutti più tranquilli. Qui, se qualcuno, nell'ambito delle sue responsabilità, trasgredisce la legge, deve essere punito. Voi state specificando che se lo fa, invece, non è punito né dal punto di vista penale né dal punto di vista amministrativo né, oggi, dal punto di vista civile. Questa è impunità, questo è un atteggiamento mafioso perché legittima la violazione della legge per legge (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chiarelli. Ne ha facoltà.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Presidente, noi Conservatori e Riformisti gradiremmo, ancora una volta, così come è stato richiesto, peraltro, anche stamattina da diversi colleghi, che venisse il Ministro competente di un provvedimento che, sinceramente, ha delle falle incredibili e che segue altri decreti di cui la stessa titolare del Ministero ha fatto parte a pieno titolo. Assistiamo a una discussione generale su chi è «pro giustizia» e chi invece sostiene che la politica non è in grado di fare la sua parte. Noi abbiamo assistito, nel corso di questi decreti, a una rincorsa fatta da questa maggioranza a porre certamente rimedio a quello che era stato un provvedimento della magistratura che, nel luglio del 2012, aveva emesso quei provvedimenti, ma dobbiamo anche chiederci perché quei provvedimenti furono emessi. Quei provvedimenti furono emessi per un'assenza totale della politica in quel momento su quel territorio. Oltretutto, ho sentito anche stamani da alcuni colleghi ribadire – e sinceramente lo condivido – il fatto che già in tempi passati il Governo italiano aveva consentito ai Riva di acquistare a pochi spiccioli quel grande stabilimento, il più importante in Europa, e gli ha consentito Pag. 37di macinare tantissimi utili senza mai pensare a tutti noi, che in quel territorio ci viviamo – oggi, noi non abbiamo la presenza del Ministro su un tema così importante – e, nel mentre, si è dibattuto contro la magistratura, ponendo rimedio ad alcuni provvedimenti, però poi ci si affidava alla magistratura per riscuotere un miliardo e 200 milioni che dovevano servire per bonificare. Quindi, da un lato, la si combatteva e, da un lato, invece, le si dava fiducia. Quando, da quest'Aula, il sottoscritto, insieme agli altri amici e colleghi, ha detto che quelle somme non era possibile utilizzarle, non venivamo considerati; oggi, con il provvedimento della magistratura di Bellinzona, abbiamo avuto invece la prova certa che quelle somme non possono essere utilizzate.
  Ci troviamo di fronte ancora a un ennesimo decreto, ci troviamo veramente di fronte a un dato che, ancora oggi, non è emerso, quello che ancora oggi la famiglia Riva – e concludo, Presidente – continua ad opporsi inopinatamente a quello che è un diritto di tutti i cittadini e di tutti i lavoratori della provincia di Taranto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 1.35, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Borghi, Di Lello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  445   
   Votanti  418   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato
  98    
    Hanno votato
no  320).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 1.38, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gallinella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  437   
   Votanti  436   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato
 166    
    Hanno votato
no  270).    

  (Il deputato Catanoso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Grimoldi 1.19.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Grazie, signor Presidente. L'emendamento 1.19, a firma Grimoldi, è analogo al precedente, in relazione al quale la Lega si è posta favorevolmente, perché è figlio dell'emendamento precedente che è stato accantonato dai relatori di maggioranza, l'emendamento Caparini 1.85 (sul quale si sta cercando di fare una valutazione più oggettiva), laddove nello specifico si chiede di aiutare maggiormente le imprese di autotrasporto e le piccole e medie imprese che vantino credito nei confronti dell'Ilva, prorogando al 30 giugno 2016 la sospensione delle procedure di esecuzione e cautelari relative ai tributi e alle cartelle di riscossione delle imprese sull'indotto dell'Ilva, e proroga al 21 dicembre 2016 la data dell'istruzione delle somme non versate per effetto della sospensione. Perciò, aspettando la riformulazione dopo l'accantonamento, vorremmo fare una valutazione Pag. 38più puntuale, con gli emendamenti Grimoldi 1.19, Allasia 1.18 e Caparini 1.20 per verificare la possibilità di trovare una soluzione per queste piccole e medie imprese, a differenza di quanto previsto nell'emendamento De Lorenzis 1.38, in cui c'era una generazione dei contratti in essere per l'indotto globale. Perciò, indubbiamente, per evitare di far confusione, abbiamo fatto questa precisazione per queste piccole e medie imprese. Abbiamo – soprattutto lo ha fatto l'onorevole Caparini – in questi dieci decreti a nome dell'Ilva, sempre cercato di tutelare la continuità e soprattutto cercato di beneficiare per quello che hanno già lavorato in precedenza.

  PRESIDENTE. Onorevole Allasia, se ho ben capito, lei sostanzialmente richiede di accantonare anche questi tre emendamenti.

  STEFANO ALLASIA. Chiedo di votarli subito.

  LORENZO BASSO, Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LORENZO BASSO, Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Signor Presidente, io chiederei all'Assemblea, visto il buon andamento dei lavori e visto che la questione che prima veniva ricordata dal collega si interseca anche con gli altri emendamenti che abbiamo chiesto di accantonare e che vorremmo poter avere il tempo di esaminare con calma nel Comitato dei nove, se fosse possibile sospendere la seduta almeno fino alle ore 16, in maniera da affrontare gli emendamenti accantonati nel Comitato dei nove e poi riprendere la seduta anche con il parere della Commissione bilancio.

  PRESIDENTE. Mi sembra una proposta di buon senso e, se non vi sono obiezioni, sospenderò la seduta che riprenderà con l'esame del provvedimento, alle ore 16.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza.

  PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza il senatore Stefano Collina, in sostituzione della senatrice Maria Spilabotte, dimissionaria. Sospendo la seduta.

  La seduta, sospesa alle 12,55, è ripresa alle 16,05.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Bratti, Capelli, Catania, Cicchitto, Crippa, Dambruoso, Dellai, Di Gioia, Epifani, Fraccaro, Giancarlo Giorgetti, Locatelli, Marotta, Migliore, Nicoletti, Piccoli Nardelli, Gianluca Pini, Pisicchio, Ravetto, Realacci, Rossomando, Sanga, Sani, Valeria Valente e Vignali sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente novantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 3481-A)

  PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta i relatori per la maggioranza e il rappresentante del Governo si sono riservati di esprimere il parere sugli emendamenti Caparini 1.85, Crippa 1.91 e 1.81, Vico 1.92 e 1.89, Pag. 39Benamati 1.90, sugli identici Allasia 1.87 e Vico 1.88 e sugli identici Matarrese 1.13 e Benamati 1.54. Tali proposte emendative sono state conseguentemente accantonate.
  Ricordo altresì che è stato da ultimo respinto l'emendamento De Lorenzis 1.38.
  Avverto che le Commissioni hanno presentato il subemendamento 0.1.13.100, che è in distribuzione.
  Passiamo all'emendamento Grimoldi 1.19 a pagina 6 del fascicolo, sul quale era già intervenuto il deputato Allasia.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grimoldi 1.19, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colleghi, affrettatevi che siamo in votazione. Forza colleghi ! Casellato. Prego i colleghi di affrettarsi, che siamo in votazione. Forza ! Molteni, Toninelli. Ci siamo ? Abrignani, Ascani, Mattiello. Chi altro deve votare ? Chi sta salendo da questa parte ? Ferraresi. Forza ragazzi; «ragazzi» perché ogni tanto ci tiriamo su il morale. Tutti hanno votato ? Sisto, Massa, Ruocco, Molea. Allora, ci siamo ? Ruocco non riesce a votare; sì, ha votato. Zolezzi, De Rosa, i deputati Mucci, Rubinato, Mognato.
  Allora, hanno votato ? No, stanno salendo le due deputate Milanato e Sandra Savino. Prego colleghe, affrettatevi che stiamo chiudendo la votazione.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  349   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato  122    
    Hanno votato no   227.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 1.18, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? No, c’è la deputata Benedetti. Capelli, Lattuca, ha votato. Valentini, ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  356   
   Votanti  354   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato  118    
    Hanno votato no   236.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caparini 1.20, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gadda, Capozzolo, Bianchi, Misiani, che è arrivato e ha votato. Centemero, Carrozza, Chimienti. Ci siamo ? Hanno votato tutti, mi pare. Chimienti non riesce a votare; ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  377   
   Votanti  373   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato   77    
    Hanno votato no   296.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Crippa 1.37 e Duranti 1.83, Pag. 40con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Grazie, Presidente. Qui ci sono le ultime possibilità che abbiamo per non sancire che si possa essere esenti da responsabilità civile nell'ambito professionale. Qui stiamo creando un precedente gravissimo – l'abbiamo già detto prima – su tutto il comma e abbiamo avuto un po’ di tempo per metabolizzare. Togliendo questa parte, evitiamo di peggiorare la situazione.
  In pratica, essere esenti da responsabilità civile, in uno stabilimento dove ci sono 90 morti all'anno per inquinamento e 3 morti all'anno per infortuni, credo che sia, in qualche modo, legalizzare quello che abbiamo definito «ius primae mortis». Pensate bene a cosa votare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, signora Presidente. Il mio emendamento 1.83 prevede la soppressione del comma 6 dell'articolo 1, cioè della seconda parte del secondo periodo del comma 6, laddove, appunto, si prevede che trovi applicazione, anche con riguardo alla responsabilità civile, l'esonero previsto dall'articolo 2 del decreto-legge n. 1 del 2015, convertito in legge 4 marzo 2015 n. 20. L'esonero, con riguardo alla responsabilità civile, è previsto in relazione alle attività dell'organo commissariale della prima parte di questo comma.
  La cosa è grave in sé in riferimento appunto all'esonero dalla responsabilità civile ed è tanto grave che la I Commissione, la Commissione affari costituzionali, ha formulato rispetto a questa parte del decreto, quindi nello specifico rispetto al comma 6, un parere favorevole con una osservazione – leggo testualmente dal dossier della Camera – volta a valutare «se l'esonero, ope legis, da ogni forma di responsabilità dell'organo commissariale del gruppo Ilva e dei soggetti da esso funzionalmente delegati, previsto dal comma 6 dell'articolo 1» «possa confliggere con l'azionabilità in giudizio dei diritti e interessi legittimi garantita dall'articolo 24 della Costituzione». Dunque la Commissione affari costituzionali ha sentito giustamente il dovere di inserire un'osservazione nel parere – sarebbe stato meglio a nostro giudizio una condizione – tuttavia un'osservazione che accende una luce particolare su questo comma, dicendo: attenzione, l'esonero dalla responsabilità civile può ledere l'articolo 24 della Costituzione, che recita che tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti ed interessi legittimi. Ancora più grave ci sembra questo esonero perché appunto l'esonero previsto da questo comma si aggiunge ad altre due tipologie previste nella legge 4 marzo 2015, n. 20, leggo: l'articolo 2, comma 6, di quella legge dice che le condotte poste in essere in attuazione del piano ambientale di cui al periodo precedente non possono dar luogo a responsabilità penale o amministrativa sempre del commissario straordinario e dei soggetti da questo funzionalmente delegati. Qui, secondo noi, si lede anche un altro principio costituzionale, quello appunto espresso nell'articolo 3, che recita che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. Che cosa avete fatto, signori della maggioranza, con il comma 6 ? Avete stabilito anche un esonero dalla responsabilità civile, lo avete aggiunto a esoneri già previsti rispetto appunto alla responsabilità penale o amministrativa, avete chiuso il cerchio. Avete previsto uno scudo giudiziario completo per l'organo commissariale, quindi per il commissario straordinario e addirittura anche i suoi delegati, violando secondo noi due articoli della Costituzione, innanzitutto l'articolo 3 che dice che tutti siamo uguali davanti alla legge e l'articolo 24 che dice che ognuno ha diritto di ricorrere se ci sono appunto degli interessi lesi. Noi chiediamo con questo emendamento di sopprimere questo secondo periodo e vi chiediamo di fare una riflessione su questo: guardate, davvero, Pag. 41è un comma, unito appunto all'articolo 2, comma 6, del decreto precedente, inaccettabile. Vi chiediamo di riflettere e quindi chiediamo all'Aula di votare a favore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Signora Presidente, io credo che, allorquando si introducono delle immunità così estese, è necessaria una riflessione di tipo sistematico, perché soltanto nell'articolo 90, per quanto riguarda il Presidente della Repubblica, e nell'articolo 3 del codice penale noi troviamo delle forme di immunità amplissime che in determinati casi, e non casualmente ho citato due norme cardine del sistema, consentono la violazione del principio di parità e di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Qual è il rischio che si corre ? Uno di metodo e uno di merito. Di metodo: che le immunità totali, in barba alla Costituzione e al codice penale, possano diventare non un'eccezione, ma una regola, cioè nessuno sarà disposto ad accettare determinate responsabilità, se non in cambio di un'immunità totale, civile, penale e amministrativa, istituto che io non conosco ad oggi nel nostro sistema e che nell'Ilva gradualmente ha trovato ospitalità indipendentemente – io sono pugliese – dalle necessità che questo provvedimento ha in determinati frangenti, ma il sistema ha le sue regole. È evidente che qui si corre il rischio di un'eccezione che possa diventare come principio un varco all'interno del sistema.
  A me sembra che su questi temi bisognava riflettere maggiormente e meno che mai con un provvedimento come questo introdurre dei varchi di questo genere. Si arriva all'assurdo che il commissario dell'Ilva e, udite udite, i suoi delegati, che possono essere soggetti qualsiasi che il commissario ritiene di delegare, investendoli, come una sorta di sovrano, di una funzione, di un'immunità che è derivata dal suo ruolo di commissario dell'Ilva. A me sembra che siamo di fronte ad un rischio gravissimo all'interno del sistema delle responsabilità penali, laddove per legge ordinaria di urgenza si introducono delle garanzie che sono proprie soltanto di particolarissime norme della Costituzione e di trattati diritto internazionale. Credo che, da questo punto di vista, la norma corra fortissimi rischi di incostituzionalità e credo che si debba porre comunque argine a un sistema di questo genere. Noi voteremo favorevolmente su questo emendamento (Applausi di deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Crippa 1.37 e Duranti 1.83, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Placido, Zanda, Pesco, Nesci, Sarti, Prestigiacomo, Carfagna, Martinelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  431   
   Votanti  430   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato  161    
    Hanno votato no   269.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Labriola 1.6, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Labriola. Ne ha facoltà.

  VINCENZA LABRIOLA. Signora Presidente, prima di intervenire sul merito del mio emendamento vorrei porre all'attenzione Pag. 42dell'Aula e del Governo alcune considerazioni. Da questa mattina abbiamo parlato di Ilva come il più grande complesso siderurgico d'Europa, abbiamo posto questioni circa l'ambientalizzazione e l'occupazione, ma forse ci è sfuggito un elemento molto importante per la riuscita della vendita dello stabilimento: che quasi l'80 per cento dell'azienda è posto sotto sequestro e ricordiamo che il commissariamento era nato proprio per mostrare alla magistratura che si stava facendo qualcosa per l'ambiente e per la stessa città. Alla luce di questo mi piacerebbe sapere se Arcelor Mittal sia ancora interessato all'acquisto in toto, come affermato in Commissione industria al Senato, di tutto il complesso siderurgico. Allo stato dell'arte il Governo si è trovato con una patata bollente tra le mani ed è per questo che è importante sapere se Arcelor Mittal è ancora interessato all'azienda perché aveva espresso intenzioni di riqualificazione e investimento nella città, oltre a mantenere addirittura e aumentare l'occupazione. Ritornando nel merito del mio emendamento, è inconcepibile esonerare anche dalla responsabilità civile, oltre che penale e amministrativa, il commissario e a cascata i suoi funzionari. A mio fermo parere...

  PRESIDENTE. Concluda, deputata.

  VINCENZA LABRIOLA. ...sono convinta che gli organi apicali – mi appresto alla conclusione – di qualsiasi gruppo industriale, anche commissariato, debbano rispondere sia penalmente che civilmente per il proprio operato a garanzia della trasparenza nella gestione dell'azienda ad essi affidata.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Signora Presidente, intervengo per ribadire, così come è stato già espresso dalla relatrice di minoranza, che noi voteremo a favore di questo emendamento; però voglio specificare che lo consideriamo un emendamento di riduzione del danno. Ci convince che si elimini il riferimento all'esonero riguardo alla responsabilità civile, siamo anche contrari però all'esonero riguardo alla responsabilità amministrativa e penale; in ogni caso questo emendamento riduce il danno, quindi voteremo a favore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Labriola 1.6.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Totaro, Berlinghieri, Occhiuto, Ferrarresi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  430   
   Votanti  427   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  160    
    Hanno votato no   267.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Capua ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Crippa 1.36.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, in questo emendamento, come si diceva prima in modo residuale, rimangono talune responsabilità in capo ai soggetti di cui al sesto comma, quantomeno ai sensi del decreto legislativo n. 231 del 2001; e qui si innesta un tema, secondo me non assolutamente secondario, sulla eccessiva ampiezza di questa forma di esonero da responsabilità. Il tema è quello dell'elemento Pag. 43psicologico che può assumere un soggetto allorquando pone in essere delle condotte da fatto illecito che possono avere caratura dolosa, caratura colposa, addirittura talvolta da responsabilità oggettiva. Credo che sarebbe stato ragionevole – e questo emendamento va esattamente in questo senso – escludere quantomeno la responsabilità penale di tipo colposo, ma giammai lasciare aperto il parametro delle responsabilità da fatto illecito ex articolo 2043 e di tipologia penalistica di matrice dolosa: perché è evidente che se viene posta in essere una condotta di tipo doloso, a quale scopo noi dovremmo essere indulgenti di fronte a chi, con un ruolo così importante, direttamente o indirettamente quale delegato, pone in essere delle condotte non consentite dalla legge ? È una delega alla commissione di fatti illeciti eccessivamente ampia e irragionevole ! Voteremo favorevolmente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Crippa 1.36, con il parere contrario di Commissioni e Governo, favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capua, Ravetto, Tartaglione, D'Attorre, Marroni, Sorial...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  444   
   Votanti  440   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato  160    
    Hanno votato no   280.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Duranti 1.202.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Signora Presidente, intervengo per dire che l'emendamento Duranti 1.201 non è stato segnalato.

  PRESIDENTE. Infatti ! Io sono all'emendamento Duranti 1.202, infatti.

  DONATELLA DURANTI. Mi scusi ! Allora intervengo. Avevo compreso male, mi scusi.

  PRESIDENTE. Niente, niente. Prego.

  DONATELLA DURANTI. Con questo emendamento noi praticamente riscriviamo il comma 6-bis, eliminando intanto qualsiasi riferimento al comma 8, cioè alla possibilità che è data al futuro acquirente o affittuario di modificare il piano ambientale per adeguarlo al piano industriale. Eliminiamo questa parte, perché riteniamo che la previsione del comma 8 sia una delle scelte più sbagliate di questo decreto-legge; e ripristiniamo un finanziamento, un fondo di 800 milioni di euro che possano essere – per brevità lo dico così – esigibili immediatamente nel momento in cui questo decreto-legge viene convertito, mentre oggi, a norma dell'articolo 6-bis, gli 800 milioni vengono divisi in due annualità: 600 per il 2016 e 200 per il 2017. Noi invece chiediamo che gli 800 milioni siano esigibili tutti per questa annualità, e che si elimini il riferimento a qualsiasi modifica del piano ambientale da parte del futuro acquirente. Riteniamo ovviamente che lo Stato debba comunque recuperare le somme che sta investendo secondo questo comma per la tutela ambientale, l'ambientalizzazione, le bonifiche e l'attuazione del piano ambientale, e debba rivalersi su quel famoso miliardo e 200 milioni di euro che sono oggi in capo ai Riva.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 1.202.Pag. 44
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Stella Bianchi, Marazziti, Pastorino, Venittelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  449   
   Votanti  386   
   Astenuti   63   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato   56    
    Hanno votato no   330.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere il voto e che avrebbe voluto astenersi).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Zolezzi 1.203.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Signora Presidente, ormai ci troviamo di fronte ad una sorta di paradosso: l'Ilva, dal punto di vista del bilancio, ha una sicurezza legata alle bonifiche, all'inquinamento che è stato realizzato in più di vent'anni di scelleratezza pianificatoria, con un'acciaieria che produceva il doppio dell'acciaio di qualsiasi grande acciaieria europea, un gigantismo che ha portato solo inquinamento, morte e droga del mercato. Adesso obbligare a destinare una parte dei fondi alla bonifica è semplicemente cercare di portare il tutto su un binario di sostenibilità, ovvio se vogliamo vivere in uno stato di legalità.
  Otto miliardi, 10 miliardi: sono queste pressappoco le cifre che ballano per riuscire a bonificare il danno ambientale gravissimo prodotto dall'Ilva. Sono cifre, tra l'altro, che hanno un significato, perché la manodopera necessaria per bonificare è dieci volte superiore rispetto a quella che segue la manifattura dell'acciaio; per cui quando si dice: «qual è la vostra idea ?», l'idea è che tanto bonificando le persone per un po’ lavorano e magari lavorano stando in sicurezza, non rischiando di morire di infortunio o per le emissioni inquinanti dello stabilimento. Per cui adesso stiamo cercando di riscrivere gli emendamenti con la Commissione bilancio che destineranno gli eventuali proventi dai Riva alle bonifiche; per adesso il testo non è ancora definitivo, ma speriamo che ci si possa arrivare.
  Anche questo emendamento, però, va in questa direzione: intanto, capire che cos’è l'Ilva.
  L'Ilva è soprattutto, in questo momento, un bubbone inquinato, creato, appunto, da una scelleratezza pianificatoria. In questi tre anni di commissariamento, un piano industriale non è stato redatto, Gozzi di Federacciai non ha scritto alcun piano dell'acciaio; per cui, con questo emendamento, iniziamo a ripartire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Diventa incomprensibile, ancora una volta, oltre le osservazioni fatte su alcuni emendamenti nella discussione antimeridiana fatta oggi su questo decreto, il parere negativo su questo punto. Noi ci stiamo sforzando in tutti i modi e in tutte le maniere, in riferimento alla possibile – anzi, quasi certa, a questo punto, se la maggioranza e il Governo, signora Presidente, continuano ad attestarsi nella rigidità a non voler ascoltare e non voler approvare nessuna di queste correzioni – procedura di infrazione della Comunità europea.
  Noi sosteniamo, con la Comunità europea, che questi interventi siano indispensabili e necessari per la bonifica di tutti i siti inquinanti presenti all'interno dell'area dell'azienda Ilva, peraltro con Pag. 45una procedura di infrazione aperta anche rispetto a questo problema di inquinamento e di siti inquinanti, proprio per evitare che possa esserci l'infrazione.
  Però, quando ci si propone che la tutela ambientale, in aggiunta, debba essere comprensiva di interventi di bonifica e ripristino, mi sembra incredibile che il Governo e la maggioranza si ostinino, insieme al relatore, a esprimere parere contrario, perché questa è la direzione in cui si dovrebbe veramente andare, al di là della specificità delle risorse che servono per la bonifica e quant'altro.
  Ma, nella fattispecie, forse questo potrebbe contribuire a convincere la Comunità europea a non aprire oppure a parare i colpi di un'eventuale procedura di infrazione rispetto agli aiuti di Stato.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zolezzi 1.203.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Furnari, Migliore, Capua, Iori...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  455   
   Votanti  451   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  167    
    Hanno votato no   284.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Duranti 1.204, sul quale vi è il parere contrario delle Commissioni e del Governo, il parere favorevole della relatrice di minoranza e il parere contrario della V Commissione (Bilancio).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, signora Presidente. Con questo emendamento agiamo sempre sul comma 6-bis, al primo periodo, per sostituire, per cancellare le parole: «come eventualmente modificato ed integrato». Cancelliamo la previsione del comma 8. Quindi, è molto simile, diciamo, integra il nostro emendamento precedente, l'1.202.
  Voglio solo dire una cosa in riferimento appunto all'emendamento 1.202, che è stato bocciato dalla maggioranza e aveva il parere contrario del Governo e dei relatori. Voglio dare una notizia, tramite lei, signora Presidente, anche alla sottosegretaria: quell'emendamento riprendeva quasi esattamente l'ex comma 489, poi comma 837, della legge di stabilità, inserito dal Governo e dalla maggioranza; non si capisce perché è poi soppresso con questo decreto, e quindi per me è ancora più incomprensibile il parere che ci è stato dato, perché, ripeto, quel nostro emendamento ricalcava il senso del comma 837 della legge di stabilità.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 1.204.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Misiani, Pastorino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti   456   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato  125    
    Hanno votato no   331.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 1.205, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 46

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  439   
   Votanti  437   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  112    
    Hanno votato no   325.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zolezzi 1.206, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marzana, Bossa, Furnari, Pastorino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  458   
   Votanti  456   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato  454    
    Hanno votato no   2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Crippa 1.207, sul quale vi è il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Questo è un emendamento di rispetto e di tutela delle risorse pubbliche che vengono impegnate, se fosse approvato, per un motivo molto semplice: al di là dello stanziamento di queste risorse, i 600 milioni di euro per l'anno 2016 e i 200 milioni di euro per il 2017, occorre che ci sia, al di là di tutto, di come andrà a finire questa vicenda – speriamo nel miglior modo possibile –, una prudenza, quella che, prima dell'erogazione, una volta stabilite le modalità, ci debba essere un parere preventivo delle Commissioni parlamentari competenti per materia.
  Non si pretende un parere vincolante rispetto alla decisione: poteva anche esserci la necessità di limitarlo entro un tempo definito, senza esprimere tout court una contrarietà rispetto a questa necessità ineludibile da parte del Parlamento di capire, dopo dieci decreti, non uno, signora Presidente, dopo dieci decreti, dopo tentativi di ogni genere, dopo una vicenda oscura da tutti i punti di vista, nel passato e nel presente. Vorremmo evitare che continui a esserci una questione oscura di tutta la vicenda Ilva anche nel futuro.
  Mi sembra che il Governo, la maggioranza e il relatore potrebbero pure cambiare parere su questo emendamento, non fosse altro perché oggi il Parlamento è chiamato ad esprimersi ed è bene pure che si esprima nelle sue articolazioni al momento dell'erogazione, anche per avere un atteggiamento prudenziale rispetto a quello che accadrà, che nessuno sa con certezza. Per questo motivo, noi voteremo a favore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Crippa 1.207.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrozza, Donati, Castricone.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  460   
   Votanti  459   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato  174    
    Hanno votato no   285.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 471.400, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalle Commissioni e dal Governo e con il parere contrario della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Capua, Bossa, Ragosta, Piepoli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  456   
   Votanti  453   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  423    
    Hanno votato no   30.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Zolezzi 1.208, sul quale vi è il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Presidente, cerchiamo di avere qualche garanzia in più su questa aggiudicazione a trattativa privata, insomma della «pratica Ilva». Per cui, la verifica, a nostro parere, dovrebbe essere preliminare rispetto a quanto scritto nel testo, secondo il quale si ci si deve basare sugli impegni assunti dai soggetti offerenti e sulla necessità di ricorrere ai finanziamenti. Questa valutazione dovrebbe essere appunto verificata preliminarmente ai fini dell'aggiudicazione. Sono passaggi relativamente formali ma tanto più importanti, anche perché parliamo di uno stabilimento definito di interesse nazionale. Per cui, per lo meno, che lo Stato garantisca che uno stabilimento – che ha stabilito come strategico – venga assegnato con procedure, almeno dal punto di vista formale e finanziario, migliorative.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signora Presidente, già nel corso del dibattito su alcuni emendamenti nella sessione antimeridiana è stato evidenziato informalmente che viene sancita una trattativa privata, ma trattasi poi, nella sostanza, di trattativa privata ignota, nascosta. Con questo emendamento si chiede una cosa semplicissima, anche questa di prudenza, di tutela nei confronti delle risorse pubbliche ma nei confronti anche dell'azienda classificata come di interesse strategico nazionale, e si dice che i commissari del gruppo Ilva devono tener conto, ai fini dell'aggiudicazione, della procedura di cui al comma 2, eccetera eccetera. Allora, si chiede solo, preliminarmente, prima dell'aggiudicazione, che si faccia la verifica; di questo stiamo parlando. Si può comprendere perché c’è un «no» così perentorio anche su queste cose ?
  Cioè, è «no» all'evidenza pubblica, «no» alla trasparenza, «no» al rispetto delle regole, «no» alla prevenzione della tutela nei confronti dalla Comunità europea per l'infrazione ! È «no» su tutto ! Ma allora, perché siete venuti in Parlamento ? Fatevelo da soli questo provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Conservatori e Riformisti e Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, è notorio che nelle norme le parole hanno un peso e un significato, allora fra «tenuto conto» e «verificare» veramente ci passa un oceano. Una cosa è dover motivare di avere debitamente considerato un dato, altra cosa è dover verificare quel dato e tenerne obbligatoriamente conto nelle proprie scelte. A me sembra che, se dovessimo davvero tutelare questo intervento come un intervento capace di esprimere Pag. 48uno sforzo del Paese per salvare un importante insediamento, non si possa prescindere dal rispetto di queste regole. Allora, «che si verifichi» anziché «tenere conto» significa semplicemente evitare l'aggiramento di un obbligo normativo che con il semplice «tener conto» sarebbe facilissimo, dimostrando soltanto di aver percepito le parole e non certamente i fatti e i numeri, ma dribblando un necessario giudizio di verifica, che su insediamenti così importanti e su investimenti così cospicui credo che sia il minimo sindacale che il Parlamento dovrebbe garantire. Voteremo favorevolmente su questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zolezzi 1.208.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carbone, Garavini, Pastorino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  450   
   Votanti  447   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  171    
    Hanno votato no   276.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Crippa 1.210, sul quale i pareri sono tutti contrari.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Presidente, vorremmo conoscere le motivazioni della contrarietà, in riferimento al soddisfacimento di alcuni crediti, del perché alcuni siano privilegiati e altri no, invece, nell'ordine. Se qualcuno ha la benevolenza di spiegarcelo, forse capiremmo di più, perché onestamente a me risulta incomprensibile questa formulazione e non invece l'uso della stessa formulazione per tutti i crediti.

  FEDERICO MASSA, Relatore per la maggioranza per la VIII Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FEDERICO MASSA, Relatore per la maggioranza per la VIII Commissione. Presidente, intervengo per soddisfare la legittima richiesta del deputato Palese. Si tratta un'operazione per la quale la restituzione di queste somme è postergata rispetto anche ai creditori privilegiati. Queste somme teoricamente andrebbero fra i tanti crediti prededucibili. Siccome è un'obbligazione che riguarda lo Stato, che sta finanziando rispetto all'amministrazione straordinaria e non rispetto a chi arriva, c’è una postergazione anche rispetto ad alcune categorie rispetto alle quali staremmo avanti. Questo è il senso di questa norma. Presidente, colgo anche l'occasione per dire, anche all'onorevole Sisto, attraverso di lei, per quanto riguarda la questione precedente, che è vero che c’è una distinzione fra «verificare» e «tenuto conto», ma nel caso di specie ciò che bisogna fare è esattamente tenere conto e non verificare, perché ai fini dell'aggiudicazione occorre tenere conto – e altro non si può fare – degli impegni giuridici vincolanti che chi ha presentato l'offerta assume al fine di ottenere l'aggiudicazione. Non è che devo verificare gli impegni, potrò verificarne l'adempimento, ma in questa fase devo, ai fini dell'aggiudicazione, valutare gli impegni giuridicamente vincolanti che sono stati assunti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, intervengo molto semplicemente per segnalare quella che reputo una vera e propria petizione di principio, perché il Pag. 49tentativo di questo emendamento è quello di evitare che i crediti prededucibili della procedura di amministrazione e quelli dei lavoratori dipendenti della società siano soddisfatti direttamente dallo Stato per capitale ed interessi. Si parla di crediti in prededuzione, ma subordinati, sia a quelli prededucibili dagli altri creditori della procedura, sia a quelli dei lavoratori dipendenti della società. L'emendamento tende ad escludere da queste categorie quelli degli altri creditori della procedura di amministrazione straordinaria, lasciando soltanto quelli dei lavoratori dipendenti della società. A me non sembra un fuor d'opera, tenuto conto che le modalità di maturazione di questi crediti sono soggette soltanto al controllo degli stessi commissari. In altri termini, penalizzare i lavoratori dipendenti successivamente ai crediti prededucibili da parte dei creditori della procedura a me sembra quella che si può definire eufemisticamente una sorta di autoreferenzialità dei commissari nella individuazione delle somme che possono, per assurdo, impedire ai lavoratori dipendenti di avere i propri crediti, perché se quelle somme fossero da sole capaci di esaurire tutto il budget noi correremmo il rischio di pregiudicare i legittimi diritti dei lavoratori. Ricordo male o questi provvedimenti sono nati tutti, dal primo all'ultimo, per garantire la prosecuzione delle attività e garantire, comunque, la continuità della prestazione lavorativa ? Ecco, io credo che questo emendamento se ha una funzione è quella di rendere sicuro che i lavoratori dipendenti possano avere quanto a loro spetta. Voteremo favorevolmente !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Crippa 1.210.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Antimo Cesaro, Pilozzi, Fossati...

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  447   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  141    
    Hanno votato no   .306    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Borghese ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Baldassarre 1.86 con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole della relatrice di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie Presidente, non sembri campanilismo, in Parlamento la capacità di non essere attaccati al proprio territorio in favore della correttezza delle leggi è assolutamente dovuta, ma a me sembra che quando si chiede di garantire la continuità occupazionale per almeno sette anni dal trasferimento di proprietà degli stabilimenti del gruppo Ilva per i dipendenti precedentemente assunti si dice una cosa sacrosanta, una cosa doverosa. Qui si corre il rischio di vanificare lo scopo di questo provvedimento. Allora, avere questa polizza fideiussoria scritta, netta, chiara, precisa, che garantisce i nostri lavoratori, a me sembra un provvedimento senza appartenenza, a me sembra che costituisca ancora una volta il minimo per poter avere una legittimazione a intervenire con questa gravità e con questa pesantezza giuridica e sistematica su questo settore. Io credo che il Parlamento di fronte ai problemi occupazionali di lavoratori assolutamente incolpevoli, anzi molte volte penalizzati da determinate situazioni e scelte imprenditoriali, non possa che valutare questo Pag. 50emendamento come doveroso. Ecco perché Forza Italia voterà convintamente a favore di questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie Presidente, anche noi votiamo a favore di questo provvedimento, a maggior ragione rispetto alle notizie pervenute ieri da Taranto dove sono state già messe 3.500 altre persone in cassa integrazione. Io ritengo che questo sia un provvedimento assolutamente da assumere da parte del Governo come tutela.
  D'altro canto, io rivendico con orgoglio il fatto che su tutte le battaglie che si sono verificate, anche in discussioni diverse, insieme a una pattuglia di coraggiosi, non abbiamo avuto nessuna difficoltà a schierarci contro il nostro Governo dell'epoca e a votare a favore delle norme che dovevano tutelare l'ambiente, la salute, ma anche il lavoro in riferimento a quello che accade. Quindi, noi riteniamo che queste tutele debbano essere garantite. E chi dovrebbe garantirle se non il Parlamento e la legge, visto che qui vi è un provvedimento tutto da costruire e tutto da verificare ? Per questo motivo io sollecito un'ulteriore riflessione da parte del Governo, dei relatori di maggioranza e della maggioranza stessa, affinché si approvi questo emendamento a tutela dei lavoratori.
  Non si capisce, poi, qual è l'obiettivo ? Se noi proponiamo correzioni a tutela delle infrazioni rilevate dall'Unione Europea, lo ribadisco, è «no». Se noi proponiamo vincoli seri perché ci possa essere la tutela ambientale rispetto alla situazione di bonifica e dei siti inquinanti, è «no». Se noi diciamo che vanno tutelati i lavoratori con il lavoro, è «no». Se noi diciamo che le aziende debbono avere una tecnologia alta rispetto alla produzione, è «no». Se noi diciamo che progressivamente, non da subito, deve essere eliminata la fonte principale di inquinamento, che è l'utilizzo del carbone, è «no». Allora, vorremmo capire, una volta per tutte, su che cosa noi stiamo discutendo, che cosa si sta veramente producendo anche in questo ennesimo provvedimento, ennesimo tentativo. A nostro avviso si rischia veramente un brutto colpo nei confronti sia delle risorse pubbliche, sia ancora della città di Taranto e, in questo caso, anche dei lavoratori che vengono presi in giro e basta.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baldassarre 1.86.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Fanucci, Pellegrino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  460   
   Votanti  458   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato  172    
    Hanno votato no   .286    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento De Lorenzis 1.214 con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole della relatrice di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente. Vorrei far presente che questo emendamento va, di fatto, a sopprimere l'attingimento delle risorse dal Fondo di sviluppo e coesione, perché il Fondo di sviluppo e coesione, teoricamente, dovrebbe servire ad altro che a fare delle bonifiche all'interno di uno stabilimento produttivo.
  Per cui ribadisco ancora una volta che queste somme che voi avete oggi stabilito Pag. 51in 800 milioni erano state quantificate in un miliardo e 200 milioni in un precedente decreto, salvo poi rivelarsi assolutamente privo di coperture perché il tribunale di Bellinzona ne ha rigettato la fattibilità, di quell'operazione. Poi oggi destinate 800 milioni prelevando una parte di questi fondi dai fondi di sviluppo e coesione. Ecco io credo che se i fondi di sviluppo e coesione debbono servire per fare delle bonifiche all'interno di uno stabilimento produttivo per il quale vengono stanziati 300 milioni per mantenerne la macchina operativa funzionale fino a quando non viene ceduta l'impresa stessa, siamo al fallimento del sistema, nel senso che i fondi di sviluppo e coesione dovrebbero servire anche per rilanciare una capacità imprenditoriale sui territori, non per far fare delle bonifiche. Io credo che eventualmente sarebbero da destinare dei fondi dedicati per le bonifiche stesse e quindi i fondi di sviluppo e coesione, che potevano essere anche in questo caso destinati per il Sud, visto che vi riempite la bocca di destinare nuove risorse al Sud. Io vi ridico che prendete quei soldi, ne togliete 200 milioni e poi 100 milioni per il 2016 e 200 milioni per il 2017 e li destinate alla copertura di decreti precedenti per effettuare delle bonifiche all'interno del sito di Taranto, dove però volete continuamente mantenere operativa la capacità produttiva, priva di qualsiasi pianificazione industriale anche a livello nazionale.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 17,05)

  DAVIDE CRIPPA. Credo che i fondi di sviluppo e coesione debbano servire a ben altro. Pertanto vi chiediamo di votare favorevolmente a questo emendamento che ne sopprime l'utilizzo e di trovare risorse congrue con i capitoli di spesa. Dovete fare delle bonifiche ? Stanziate dei soldi per le bonifiche stesse, non togliete i soldi ai fondi di sviluppo e coesione, che poi andate in qualsiasi talk show a rilanciare un piano per il Sud, mentre sottraete 300 milioni per fare le bonifiche all'interno dell'Ilva di Taranto, perché avevate sbagliato le coperture (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 1.214, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Ravetto, Palese, Binetti, mi pare che ora ci siamo... No c’è una mano... Palma, Fanucci se corre proprio moltissimo e se i suoi colleghi la fanno passare... Tartaglione, Fanucci... hanno votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  448   
   Votanti  447   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato
 170    
    Hanno votato
no  277).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 1.215, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Casellato, Furnari, Zan, Maestri, Carbone, Lattuca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  457   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato
 172    
    Hanno votato
no  285).    

Pag. 52

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.401, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con parere favorevole delle Commissioni e del Governo e su cui la relatrice di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi... D'Ambrosio non riesce... Casellato... Provi onorevole D'Ambrosio, arriva il tecnico. Si è spaventato dell'arrivo del tecnico... Sottanelli... Rabino, poi chiudiamo.
  Dichiaro chiusa la votazione. Mi scusi non l'avevo visto.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  460   
   Votanti  435   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato
 435).    

  (Il deputato Falcone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Ora ci sono una serie di emendamenti che sono stati accantonati, ma mi viene detto che il relatore è in grado di dare i pareri sugli emendamenti Crippa 1.91, Vico 1.92, Benamati 1.90 e sugli identici Allasia 1.87 e Vico 1.88, che sono stati tutti accantonati.

  FEDERICO MASSA, Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione. Signora Presidente, io sono in grado di dare il parere sull'emendamento Crippa 1.91, perché in realtà riguardano profili diversi. Su questo emendamento il parere è contrario perché, se mi consente Presidente, vorremmo dare un minimo di spiegazione, anche perché è stato accantonato molto rapidamente ed è stata valutata approfonditamente la questione che è stata posta, che è sostanzialmente quella dell'esclusione dal credito alle imprese... dell'accesso al fondo di garanzia per capirci, delle imprese, dice l'emendamento, facenti parte del medesimo gruppo societario direttamente o indirettamente o collegate ad un socio delle medesime con riferimento al gruppo Ilva. Questa formulazione a un esame attento della realtà è apparsa come eccessivamente estensiva e soprattutto priva di riferimenti giuridici certi per la individuazione delle società che rientravano eventualmente nella esclusione. La possibile riformulazione con riguardo alle imprese controllate da Ilva S.p.A. invece, sarebbe sostanzialmente inutile perché quelle imprese o sono già nell'amministrazione straordinaria, oppure hanno una dimensione tale per cui ex se non sono ammissibili al fondo. Questa è la ragione per la quale noi diamo il parere contrario, non escludendo la possibilità di un ordine del giorno... o meglio di un invito al ritiro, in caso contrario il parere è contrario, non escludendo la possibilità di un ordine del giorno di indirizzo per l'azione futura nelle valutazioni di merito che afferiscono a questa materia.

  PRESIDENTE. Va bene grazie, allora sull'emendamento Crippa 1.91 ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente.
  L'emendamento 1.91 era un tentativo di evitare quello spiacevole inconveniente per cui, all'interno di questa garanzia di cui potrebbero beneficiare in qualche modo alcuni dei creditori, non si ritrovino società satelliti del gruppo Ilva o meglio società facenti capo agli azionisti, direttamente o indirettamente collegate a un socio. Su questo tema ci fu un dibattito in Commissione per il quale mi era stato richiesto di ritirare l'emendamento in Commissione stessa e di presentarlo per l'Aula perché era un argomento sicuramente interessante. È talmente interessante che adesso mi viene chiesto di ritirarlo nuovamente per farne un ordine del giorno. Allora, o cerchiamo, viste le capacità oratorie del Pag. 53collega Massa, di individuare una soluzione dal punto di vista giuridico – ahimè, sono un ingegnere, quindi credo che nell'avvocato Massa qualche speranza in più dal punto di vista dell'azzeccagarbugli ci sia sotto l'aspetto legale – perché vogliamo cercare una questione chiara e netta nelle parole in maniera tale da rendere chiaro e inequivocabile il concetto o, altrimenti, l'ordine del giorno non vale assolutamente niente, perché sarebbe un ordine del giorno che impegna il Governo a evitare di pagare tra i creditori i soggetti riconducibili alla famiglia Riva o ai soci dell'Ilva stessa. Che valore avrà quell'ordine del giorno ? Sarà un impegno al Governo a fare cosa ? Perché poi ci ritroveremmo nella medesima situazione.
  Quindi, noi sicuramente non ritiriamo questo emendamento e crediamo che a questo punto la maggioranza debba chiedersi se pare normale nemmeno scrivere all'interno di una regolamentazione che tra i crediti delle società che possono beneficiare di alcune questioni debbano essere escluse quelli riconducibili alla famiglia Riva e ai soci dell'Ilva. Se viene dato parere contrario, credo che anche il più affezionato alle questioni inerenti l'Ilva capirà che il problema sta nel fatto che non è possibile neanche lontanamente pensare che, nonostante quello che è stato causato e, quindi, i fenomeni di malattia e morte, si debba arrivare addirittura a rendere eventualmente percorribile una priorità di accesso, come agevolazioni societarie, a società riconducibili ai soci dell'Ilva stessa.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, signora Presidente. Intanto per cambiare il parere. Per errore è stato dato dalla relatrice di minoranza un parere di astensione e, invece, annuncio il voto favorevole del gruppo di Sinistra italiana all'emendamento 1.91 e chiedo anch'io al relatore per la maggioranza di accogliere l'invito del collega Crippa perché sembra davvero strano che non si possa trovare una formulazione, se è d'accordo ovviamente con il senso dell'emendamento, in grado di risolvere il problema posto da questo emendamento. Comunque, in ogni caso, noi voteremo a favore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Grazie. Sì, davvero l'invito c’è ancora a cercare questa riformulazione. Ricordiamoci che cosa vuol dire essere collegati al medesimo gruppo societario; ricordiamoci che, insomma, gli articoli di stampa li abbiamo letti e le navi che portano il carbone in Puglia sono ancora del gruppo Riva. In altre parole, stiamo rischiando di creare un corto circuito e di continuare ad alimentare un assetto societario che ha portato allo sfascio uno stabilimento che poi è stato definito di interesse nazionale. Ricordiamoci cosa c’è a valle di questa filiera, ma soprattutto a monte. A monte ci sono società che carpiscono il carbone in maniera assolutamente insostenibile come in Brasile a Minas Gerais dove questa captazione insostenibile ha provocato gravissimi disastri ambientali. Non si può continuare con le stesse società.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Crippa 1.91, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  De Lorenzis, Colaninno. Ci siamo ? Marco Di Stefano, Bosco. Non vedo altre mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 54
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  445   
   Votanti  432   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato
 125    
    Hanno votato
no  307).    

  Passiamo agli altri emendamenti accantonati, su cui credo che abbia da darci delle informazioni il relatore per la maggioranza Basso. Prego, onorevole Basso, emendamento Vico 1.92 e seguenti.

  LORENZO BASSO, Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Grazie, signora Presidente. Gli emendamenti Vico 1.92, Benamati 1.90, Vico 1.89 e identici Allasia 1.87 e Vico 1.88 sono finalizzati a modificare i meriti creditizi. Abbiamo una riformulazione che tiene insieme sia l'obiettivo di allargare la platea delle PMI creditrici, andando a modificare il criterio dei due esercizi, mettendo due esercizi anche non consecutivi, sia quello di abbassare la soglia dal 75 al 50 per cento. Abbiamo, quindi, presentato una riformulazione all'emendamento Vico 1.92, il primo, che assorbe anche i seguenti Benamati 1.90, Vico 1.89, identici Allasia 1.87 e Vico 1.88 in questa forma.

  PRESIDENTE. Deve leggere la riformulazione, onorevole Basso.

  LORENZO BASSO. Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Sì, pensavo fosse già consegnata. La leggo: Al comma 6-novies, sostituire le parole da «negli esercizi 2011 e 2012» fino a «stabilimento Ilva» con le seguenti: «per almeno due esercizi, anche non consecutivi, successivi a quello in essere al 31 dicembre 2010, per almeno il 50 per cento del relativo importo da servizi, lavori e forniture resi ai complessi aziendali di Ilva Spa».

  PRESIDENTE. Va bene, grazie. Allora, a questo punto prendo atto che gli onorevoli Vico, Benamati e Allasia accolgono la riformulazione. Sottosegretario Vicari, il parere sulla riformulazione del Governo ?

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Grazie Presidente. In effetti questa riformulazione amplia notevolmente l'ambito applicativo della norma. E anche l'avere introdotto i due anni non consecutivi, da un lato, ci dà una garanzia di certezza di avere necessità di accesso al fondo, ma non ci vincola necessariamente con due anni consecutivi. Rispetto anche all'abbassamento del 75 per cento rispetto invece al 50 che è stato oggi proposto, credo che anche in questo si intercettino molto, anche positivamente, le esigenze di accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese.

  PRESIDENTE. Onorevole Vicari, dovrebbe darmi il parere del Governo.

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Gliel'ho spiegato, è favorevole.

  PRESIDENTE. Grazie. Passiamo alla votazione dell'emendamento Vico 1.92, così come riformulato.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vico 1.92, nel testo riformulato con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa Palma, Malpezzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  451   
   Votanti  377   
   Astenuti   74   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato
 376    
    Hanno votato
no    1).    

  (La deputata Lombardi ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario).

  Allora, l'onorevole Benamati mi sembra che si sia ritenuto soddisfatto di questa Pag. 55riformulazione, quindi l'emendamento Benamati 1.90 risulta assorbito. L'emendamento Vico 1.89, anche. Onorevole Allasia, possiamo considerare assorbito anche il suo emendamento 1.87 ? Sta bene.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.402, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissione e del Governo, mentre la relatrice di minoranza si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capodicasa, Costantino, Tancredi, Battelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  459   
   Votanti  434   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato
 434).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.403, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo, mentre la relatrice di minoranza si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrozza, Ribaudo, Di Salvo, Capodicasa, Di Battista, Bonafede...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  462   
   Votanti  437   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato
 437).    

  Avverto che l'approvazione di questo emendamento preclude la votazione sul successivo emendamento Pastorino 1.93.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 1.7, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capodicasa, Formisano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  466   
   Votanti  465   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato
 136    
    Hanno votato
no  329).    

  Ricordo che l'emendamento Crippa 1.81 era stato accantonato. I relatori hanno novità ?

  LORENZO BASSO, Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Chiediamo che questo emendamento rimanga accantonato. È già stato convocato il Comitato dei nove a fine Aula.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo agli identici emendamenti Duranti 1.9 e Petraroli 1.40.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Duranti 1.9 e Petraroli 1.40, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ventricelli, Archi, Giammanco...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 56
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  468   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato
 131    
    Hanno votato
no  337).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 1.42, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Bonaccorsi, Fossati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  454   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato
 120    
    Hanno votato
no  334).    

  (Il deputato Fossati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Zolezzi 1.41.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Signora Presidente, la scelleratezza di questo decreto-legge comprende anche che le prescrizioni dell'AIA vengono rinviate sine die. Non c’è una tempistica chiara ! Già in qualche modo il fatto di avere una percentuale di prescrizioni da adempiere era una grossa forzatura: adesso addirittura si procrastina nel tempo l'adempimento. Con questo emendamento cerchiamo di dare una tempistica un attimo più chiara di adempimento, e soprattutto di finanziamento dell'adempimento delle prescrizioni.
  Ricordiamo che i muri del quartiere Tamburi, e purtroppo i polmoni degli abitanti di quel quartiere e di altre zone di Taranto, continuano ad essere anneriti dal carbone e dalla fuliggine; per cui anche la copertura dei parchi minerari... Che sono parchi nati assolutamente da qualche malattia mentale, perché era impossibile pensare ad un'acciaieria così grande; per cui anche un parco minerario così grande è stato pensato con una vera e propria follia, che ha drogato il mercato dell'acciaio e che adesso sta portando al fallimento lo stabilimento. Per cui ambientalizzare entro tempi definiti, credo che sia almeno un modo per rispettare gli abitanti di Taranto e il buonsenso.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ricciatti. Ne ha facoltà.

  LARA RICCIATTI. Signora Presidente, con questo emendamento si prova a risolvere un problema e un grande vulnus che è stato aperto in questo provvedimento. Non prendiamoci in giro: l'abbiamo già detto in più e più occasioni, questo provvedimento è composto di tre grandi strategie che la maggioranza ha voluto scrivere all'interno del decreto-legge. Una di queste è il gravissimo ed ulteriore, aggiungiamo noi, slittamento del termine ultimo per la realizzazione delle prescrizioni AIA, che non sarà più il 4 agosto 2016 ma il 30 giugno 2017.
  Noi lo abbiamo già detto sia in fase di discussione sulle linee generali sia in fase di presentazione della nostra relazione di minoranza; però cogliamo l'occasione, e vogliamo ripeterlo anche in questa sede sicuramente molto più partecipata anche a livello di numero di colleghe e di colleghi, perché è bene sapere e poter misurare non solo l'incoerenza di questa maggioranza, ma anche l'incoerenza delle ministre e dei ministri che compongono questo Governo. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, aveva dichiarato sul punto che «a tutt'oggi l'Ilva rispetta tutte le BAT», cioè le migliori tecniche disponibili; «tutti i limiti di emissione europei oggi a Taranto Pag. 57sono rispettati», e che il piano di ambientalizzazione prevedeva degli step intermedi.
  Uno di questi era la realizzazione dell'80 per cento delle prescrizioni entro il 31 luglio 2015. Oggi possiamo dire con certezza, perché è certificato dall'ISPRA, che il primo step è stato rispettato. Queste sono le parole del Ministro dell'ambiente Gian Luca Galletti. Il gruppo di Sinistra Italiana aggiunge che le prescrizioni sono espresse in percentuali: ciò, come più volte sottolineato, quando è stata approvata questa procedura, ha fatto sì che tuttora siano assolutamente incompiute le opere di maggiore rilevanza ambientale, come la copertura dei parchi minerari.
  Quindi, diciamo che questo emendamento prova a risolvere, seppur non in maniera completa, ma solamente in parte, un grande problema, secondo noi; ma, invece, riconosciamo che sia una grande strategia di questo Governo e di questa maggioranza, e cioè significa che, per l'ennesima volta, tutte le prescrizioni dell'AIA, cioè, per intenderci, quelle per cui questa mattina il collega Buttiglione, in un altro caso, parlava di apertura di procedure di infrazione, quindi multe che il nostro Paese prende perché non rispetta, appunto, le prescrizioni che ci arrivano dall'Europa, noi su questo, o meglio, questa maggioranza, su questo argomento, decide di derogare per sei mesi, in barba all'ambiente ed in barba alla città di Taranto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zolezzi 1.41, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lo Monte, Latronico, Battelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  457   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato
 121    
    Hanno votato
no  336).    

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Duranti 1.10.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, signora Presidente. Rispetto a quello che pensiamo, a qual è il nostro giudizio sullo spostamento dell'attuazione delle prescrizioni AIA e del piano ambientale, ha già detto la mia collega Ricciatti. Con questo emendamento, noi aggiungiamo un'ulteriore richiesta: proviamo a chiedere che la prevista proroga dell'attuazione del piano ambientale e delle prescrizioni AIA, quella al 30 giugno 2017, non porti con sé anche quello che noi abbiamo definito lo scudo giudiziario nei confronti del commissario e dei suoi delegati, cioè che la previsione dell'esonero per la responsabilità penale e amministrativa in conseguenza di condotte poste in essere in attuazione del piano ambientale non sia prorogata anch'essa fino al 30 giugno 2017.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Forza Italia voterà contro questo emendamento, ma è un emendamento che è comunque utile, perché consente di percepire il paradosso che assiste quella clausola di immunità. Infatti, si chiede, con l'emendamento, logico da un certo punto di vista, ma, a nostro avviso, non votabile, della collega Duranti, di non applicare l'immunità alla proroga al 30 giugno 2017.
  Questo ci fa capire come un'immunità possa dipendere semplicemente da una proroga, cioè come si possa garantire un Pag. 58regime di assoluta impunità penale, civile ed amministrativa soltanto in virtù di una proroga che può avere 2.728 ragioni. Allora, le conseguenze assolutamente discrezionali della scelta di una proroga si riverberano, invece, su un provvedimento assolutamente straordinario quale quello dell'immunità. Questo vi fa capire l'afasia proprio costituzionale di questa previsione, che meriterebbe scelte notevolmente più nette e notevolmente più limpide. Forza Italia, ripeto, voterà contro, ma rimane convinta che quella immunità total body sia assolutamente inaccettabile.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 1.10, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Greco, Baruffi, Donati, Verini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  453   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato
 121    
    Hanno votato
no  332).    

  Ora dovremmo passare al subemendamento 0.1.13.100 delle Commissioni, che si riferisce, però, a due emendamenti accantonati e sul subemendamento non c’è il parere della Commissione bilancio. Quindi, penso che dobbiamo mantenere i due emendamenti accantonati, nonché accantonare il subemendamento presentato dalle Commissioni.
  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Duranti 1.14 e Petraroli 1.43.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Mi scusi, signora Presidente, siamo all'emendamento 1.14 ?

  PRESIDENTE. Sì, a pagina 15 del fascicolo.

  DONATELLA DURANTI. Siamo alla soppressione del comma 8. Il comma 8 è un altro dei commi su cui noi abbiamo fatto più emendamenti e sul quale il nostro giudizio è particolarmente negativo. Riprendo la relazione che l'ARPA Puglia ha depositato presso le Commissioni ambiente e attività produttive, in cui, peraltro, chiede, con dovizia di particolari e fondandosi su esperienze scientifiche, di modificare il comma 8. Noi chiediamo, appunto, di sopprimerlo e lo facciamo con le parole dell'ARPA Puglia, del direttore di ARPA Puglia, che dice, nella sua relazione, a proposito, appunto, del comma 8 e della previsione che il piano ambientale possa essere modificato per adeguarlo alla realizzazione del piano industriale: è bene precisare che un'eventuale modifica-integrazione del piano ambientale, equivalendo, di fatto, a una modifica dell'AIA, così come disposto dal decreto del 2013, non può prescindere dal coinvolgimento della commissione istruttoria per l'IPPC di cui all'articolo 8 del decreto legislativo n. 152 del 2006, supportata ed integrata dagli enti territorialmente competenti.
  Il disposto normativo, invece, prevede che la fase istruttoria, nonché l'attuazione delle conseguenti modifiche del piano, sia espletata da un ulteriore comitato di tre esperti, nominato ai sensi dell'articolo 1, comma 5, del decreto-legge n. 61 del 2013, in sostituzione, quindi, delle complesse e multidisciplinari competenze proprie di una commissione IPPC. È previsto, altresì, che l'autorizzazione di modifica del piano avvenga con apposito DPCM, su proposta dei ministri individuati, e che valga anche ai fini della valutazione di impatto ambientale.
  Allora, non solo dopo aver letto la relazione puntuale dell'ARPA Puglia, ma anche per aver ricordato tutto quello che è accaduto in questi anni, i continui spostamenti della realizzazione del piano ambientale e dell'attuazione delle prescrizioni dell'AIA, a noi sembra veramente che questo comma 8 sia un punto centrale di Pag. 59questo decreto e sia, a nostro giudizio, un comma che dimostra quanto la tutela ambientale e la tutela della salute dei lavoratori di quella fabbrica, in particolare della fabbrica di Taranto, e dei cittadini della città di Taranto, non stiano affatto a cuore al Governo. Sicuramente, con questo comma, la salute e l'ambiente di quei lavoratori e di quella città non saranno maggiormente garantiti, ma, anzi, si derogherà a precise normative, che, invece, avrebbero potuto garantire meglio un percorso verso maggiori tutele sanitarie ed ambientali.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Duranti 1.14 e Petraroli 1.43, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Stella Bianchi, Greco, Sgambato, Patriarca.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  449   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato
 125    
    Hanno votato
no  324).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento De Lorenzis 1.44.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Presidente, volevo ricordare ai colleghi che stiamo discutendo del comma 8, con il quale si introduce una nuova procedura per la modifica e l'integrazione del Piano per le misure di tutela ambientale e sanitaria. Si introduce un nuovo percorso di autorizzazione, di modifica di quelle che sono le prescrizioni dell'AIA, l'autorizzazione integrata ambientale, e si dice che, qualora si renda necessario, in relazione alla realizzazione del piano industriale, si può provvedere con una corsia preferenziale che interessa in qualche modo il Presidente del Consiglio e il Consiglio dei ministri. Noi riteniamo che almeno su questa nuova procedura si possano mettere dei paletti qualificanti, migliorativi, e uno di questi è che questo nuovo procedimento possa essere utilizzato solo qualora si abbia certezza che le nuove soluzioni messe in campo per il piano industriale, per rispettare le prescrizioni dell'autorizzazione integrata ambientale, prevedano delle missioni più stringenti, quindi più limitate, quindi con un inquinamento inferiore, e dei tempi di realizzazione più celeri rispetto a quelli vigenti. Solo in questo caso si potrà adoperare la procedura prevista dal comma 8. Ci sembra anche questa una norma di buonsenso e sfido la maggioranza a motivare con altrettanto buonsenso il diniego al voto favorevole su questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 1.44, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Milanato, Tidei, La Marca, Sisto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  441   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato
 124    
    Hanno votato
no  317).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento De Lorenzis 1.45.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

Pag. 60

  DIEGO DE LORENZIS. Presidente, sempre in merito al comma 8, visto che è stata istituita questa corsia preferenziale, non vorremmo che questo nuovo procedimento venga utilizzato a piacimento per qualunque integrazione dell'autorizzazione integrata ambientale, quindi vorremmo che le modifiche che eventualmente vengono proposte appunto dal Ministro dell'ambiente di concerto con gli altri Ministri e il Presidente del consiglio, con il D.C.P.M., passino in qualche modo attraverso la verifica e il rispetto delle norme contenute nel Testo unico ambientale. Ci sembra anche una norma di eguaglianza e di equità rispetto a tutte le altre aziende che operano in condizioni evidentemente di parità in tal senso, come tutela ambientale e sanitaria.
  Non vorremmo che lo stabilimento Ilva di Taranto avesse un'ulteriore deroga rispetto alle altre norme che le altre aziende sono costrette a rispettare e, quindi, in qualche modo, si costituisse di nuovo un'eccezione per lo stabilimento Ilva di Taranto.

  FEDERICO MASSA, Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FEDERICO MASSA, Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione. Presidente, intervengo solo per dire che, nel testo di cui stiamo discutendo, questa questione è stata ampiamente recuperata, nel senso che le Commissioni referenti hanno modificato l'originario comma 9, che prevedeva la soppressione del richiamo agli articoli 29-octies e 29-nonies del decreto legislativo n. 152 del 2006, ed è stata effettuata una nuova formulazione del comma 9, che chiarisce in maniera assolutamente non discutibile che, a valle dell'approvazione degli adeguamenti al piano industriale, procedura che segue esattamente le procedure prima previste per l'approvazione in questa fase del Piano ambientale e dell'AIA medesima, cioè i commi 5 e 9 dell'articolo 4 del decreto n. 61, si riespande, a valle di quell'approvazione, tutta – non solo il 29-octies e il 29-nonies – la disciplina contenuta nel codice dell'ambiente sull'AIA, compresa la disciplina sanzionatoria delle eventuali inadempienze. Quindi, questo emendamento che oggi respingiamo è restrittivo rispetto a quello che abbiamo già approvato nelle Commissioni in sede referente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 1.45, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Del Grosso, Peluffo, Tripiedi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  437   
   Votanti  436   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato
 124    
    Hanno votato
no  312).    

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zolezzi 1.48, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sgambato, Gandolfi, Gebhard, Luigi Gallo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 61

   (Presenti e votanti  429   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato
 119    
    Hanno votato
no  310).    

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Duranti 1.96.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Signora Presidente, con questo emendamento chiediamo che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui al comma precedente – stiamo parlando del comma 8, primo periodo – debba prevedere il parere vincolante dell'ISPRA e dell'Istituto superiore di sanità. Perché abbiamo presentato questo emendamento ? Perché nelle Commissioni VIII e X è stato modificato il comma 8, però si dice che nell'istanza prevista dal DPCM si debba sentire l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (l'ISPRA), quindi è previsto soltanto che venga sentito il parere dell'ISPRA, noi invece chiediamo, con questo emendamento, che il parere dell'ISPRA sia vincolante, per qualsiasi modifica.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 1.96, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vargiu, Francesco Sanna, Colaninno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  445   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato
 127    
    Hanno votato
no  318).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mannino 1.49.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Vediamo di dare una funzione reale alle Commissioni parlamentari. Ricordo che siamo stati convocati a dare gli emendamenti su questo decreto in Commissione durante la discussione di un altro provvedimento ambientale. Quindi, in realtà, le Commissioni non sono riuscite a esprimersi. Vediamo di dare, appunto, un ruolo al parere delle Commissioni parlamentari su quella che sarà poi la deliberazione del Consiglio dei ministri in merito. A me sembra davvero una questione di buonsenso.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, io credo che ogni emendamento che conduca a parlamentarizzare iter così delicati e così importanti, soprattutto su situazioni eccezionali, che corrono il rischio di essere tanto eccezionali da sfuggire al controllo del Parlamento, meritino una riflessione. Forza Italia voterà favorevolmente su questo emendamento, come voterà favorevolmente su ogni emendamento che tende ad ampliare il controllo del Parlamento sui provvedimenti che possano accidentalmente essere di competenza soltanto del Governo, di esponenti del Governo o del Presidente del Consiglio. Mi sembra che il controllo del Parlamento, sia pur sotto il profilo del parere delle Commissioni parlamentari, costituisca un elemento di rassicurazione, di condivisione, di verifica e di controllo. Probabilmente è proprio questo che ci viene chiesto: un Parlamento che non sia soltanto un luogo dove si confezionano dei provvedimenti extraparlamentari, ma che rivendichi il diritto di verifica, controllo, discussione su tutto quello che proviene dalla discussione e dal voto parlamentare. Voteremo a favore.

Pag. 62

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mannino 1.49, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Battista, Baruffi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  431   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato
 157    
    Hanno votato
no  274).    

  (Il deputato De Rosa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zolezzi 1.47, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrozza, Bossa, Casellato, Molteni, Rabino, Fanucci, Simone Valente, Alfreider...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  440   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato
 126    
    Hanno votato
no  314).    

  (Il deputato Senaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 1.15, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Senaldi, Cozzolino, Bossa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  428   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato
 153    
    Hanno votato
no  275).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zolezzi 1.50, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Murer, Zardini, La Marca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  435   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato
 124    
    Hanno votato
no  311).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 1.46, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sorial, Marzana, Ruocco, Matteo Bragantini, Toninelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 63
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  435   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato
 118    
    Hanno votato
no  317).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zolezzi 1.51, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Baradello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  444   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato
 124    
    Hanno votato
no  320).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Duranti 1.99.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, signora Presidente. Noi ovviamente abbiamo votato a favore dell'emendamento 1.51 che prevedeva, appunto, la soppressione del comma 9. Abbiamo poi presentato l'emendamento 1.99 per modificare il comma 9 e lo dico al relatore che prima ha dichiarato che il comma 9 è stato modificato.
  Quindi, sono state inserite le parole «trovano applicazione il Titolo terzo-bis della parte seconda del decreto n. 152 del 2006, nonché le altre discipline ordinarie di settore», provando a dirci, a convincerci che questa cosa ci dovrebbe in qualche maniera garantire e far sentire più tranquilli.
  Io dico di no; noi chiediamo di sopprimere al comma 9 le parole: «diverse da quelle necessarie per l'attuazione del piano industriale e autorizzate ai sensi del comma 8», proprio perché questo comma 9, così come modificato in sede di Commissione, è vero che specifica quali sono le normative che trovano applicazione ma fa salva la possibilità di modificare il piano ambientale così come autorizzato ai sensi del comma 8 e, quindi, per tutte le modifiche vale l'applicazione di queste normative più stringenti meno che per la modifica del piano ambientale e per l'attuazione del piano industriale. Questo non ci garantisce affatto: il comma 9 non è stato assolutamente migliorato, e noi, infatti, chiediamo che si dica che quelle normative trovino sempre applicazione in qualsiasi caso, per qualsiasi modifica o integrazione del piano delle misure delle tutele ambientali, anche per quello definito dalla procedura del comma 8.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie Presidente, voteremo contro questo emendamento. Questo emendamento ci offre l'occasione di comprendere un'altra incertezza paradossale di questo provvedimento: l'applicazione a macchia di leopardo delle regole sulla tutela ambientale.
  Perché i colleghi Duranti ed altri avvertono la necessità della sostituzione con «quel trovano sempre applicazione» ?
  Perché questo è un provvedimento che, nella eccezione, trova veramente una occasione insperata di una incerta verifica di tipo ambientale, cioè si può certamente fare eccezione, ma le eccezioni devono essere codificate, certificate, note, predisposte. Noi abbiamo licenziato non più tardi di qualche mese fa una terribile disciplina sui reati ambientali che ha sconquassato il sistema sanzionatorio, a torto o a ragione, imponendo delle pene che sono al di fuori di ogni ragionevole prevedibilità nel sistema, proprio perché qualcuno ha detto che, in nome dell'ambiente, è consentito anche questo. Bene, oggi noi con un clamoroso passo indietro con una incertezza esplicativa che veramente Pag. 64fa tremare i polsi consentiamo ad un commissario immune e ai delegati immuni, penalmente, civilmente ed amministrativamente, di violare bellamente, senza colpo ferire, le regole ambientali, di non dare certezza sulla stabilità dei lavoratori. Insomma, un provvedimento che sa più di un provvedimento di profitto economico che di tutela di ambiente e di lavoro. Voteremo, comunque, contro, ma per queste ragioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 1.99, parere contrario di Commissioni e Governo, favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Zoggia... Battelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  438   
   Votanti  437   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato
 116    
    Hanno votato
no  321).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Crippa 1.52.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente, nell'ultimo decreto Ilva, quindi non dobbiamo andare tanto indietro, circa un annetto fa, c’è una dichiarazione del collega Bratti, che ahimè non vedo in Aula, ma spero si ricordi della situazione o almeno i suoi colleghi, dove veniva fatta una concessione allo stabilimento Ilva di far uscire materiale di scarto senza un test di cessione per valutare la presenza di inquinanti.
  Questo tipo di normativa aveva suscitato qualche perplessità sia all'interno dell'Aula sia anche successivamente nella Commissione d'inchiesta sui rifiuti ed ha portato una criticità; ovvero, quel materiale, che oggi va via senza un test di cessione, dove va a finire ? Qual è quell'imprenditore disposto a prendersi carico del materiale senza conoscerne la composizione in termini di sostanze inquinanti ?
  Allora, noi crediamo che, rispetto a quel pasticcio che fu fatto in termini di «liberi tutti» negli scorsi decreti, si debba almeno fare un passo indietro, dobbiamo cercare di riportare l'obbligatorietà della valutazione del test di cessione sui materiali di scarto dell'Ilva affinché gli stessi non vengano utilizzati per fare i sottofondi stradali all'interno di appalti pubblici anche su tutto il territorio nazionale. Quindi, noi potremmo anche ipotizzare che quel materiale venga conferito senza nessun tipo di test di cessione e venga messo all'interno del sottofondo stradale; e mi ricordo che, già un anno fa, il problema era che, nel momento in cui veniva fatto un test di cessione successivo, a quel punto si doveva procedere alla bonifica integrale dello stesso.
  Allora, noi ci troviamo nella condizione di dire: io non ti faccio fare i test di cessione, ma se poi scopro che il materiale che tu vai a depositare non è conforme all'utilizzo per il quale lo hai ubicato, allora te lo faccio rimuovere. Uno: a spese di chi ? Due: perché dobbiamo essere così aperti a una procedura assolutamente contro il buonsenso e contro ogni logica di attenzione ambientale ?
  Manteniamo semplicemente il test di cessione. Se il test di cessione dà un esito negativo in termini di sostanze inquinanti oppure all'interno di parametri prestabiliti per l'utilizzo che se ne deve fare (sottofondi stradali, riempimenti e quant'altro), allora possiamo utilizzare il materiale. Ma una liberatoria così grande ed eccessiva mi sembra veramente un po’ ampia.
  Chiederei, però, se possibile, Presidente... Scusi, ma vedo una riunione in corso...

Pag. 65

  PRESIDENTE. Scusi, non stavo guardando, ma hanno capito...

  DAVIDE CRIPPA. La questione, quindi, è che noi ci teniamo particolarmente a porre l'attenzione su questo fatto. È una questione che anche alcuni colleghi della maggioranza hanno ritenuto valida in termini di errore; fu dichiarato anche sui giornali: questo è stato un errore, dobbiamo cercare di tornare indietro, non possiamo permettere questa liberatoria e questo atteggiamento che potrebbe comportare anche un maggior rischio di esborso economico per poter poi bonificare laddove andiamo a posare un materiale di cui non conosciamo le composizioni chimiche e analitiche.
  Allora, è ovvio che questa situazione debba essere superata almeno tornando alla situazione preesistente. Quindi, noi presentiamo semplicemente un emendamento soppressivo perché, anche a detta di numerosi imprenditori che lavorano nel settore, nessuno si prenderebbe mai in carico questo materiale senza aver fatto le analisi preliminari, perché vorrebbe dire esporsi a un rischio di fallimento laddove io utilizzo quel materiale per farne un sottofondo e, dopo un'analisi in loco, mi viene detto che devo rimuovere o devo distruggere addirittura un'opera che magari ho già anche collaudato. Questo tipo di situazioni è veramente paradossale in un Paese che si definisce quanto meno normale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. La ringrazio. Una delle possibilità di futuro di Taranto è appunto il turismo, ma non il turismo dei rifiuti. Da Taranto si va a Milano in fretta solamente se si è una scoria dell'Ilva, che allora viene imbarcata sul treno e arriva al terminal Italia di Segrate con vagoni dedicati ad hoc perché si incrostano; non essendo pretrattati, i rifiuti rilasciano cromo esavalente durante il trasporto, poi lo rilasciano magari quando vengono depositati sui terreni dove li mettono le aziende che cercano di combattere per avere rifiuti che valgono 100 euro a tonnellata e sono circa 360 milioni di euro all'anno. Questa guerra dei rifiuti, questo turismo dei rifiuti è inaccettabile. Lo hanno detto diversi deputati PD anche sulla stampa. Deve ritornare una normativa di buonsenso e di sostenibilità.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Crippa 1.52, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e favorevole della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Capelli, Patriarca, L'Abbate, Cominardi, Gitti, Portas, Bazoli, Tancredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  440   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato
 117    
    Hanno votato
no  323).    

  Dobbiamo a questo punto ritornare all'emendamento Caparini 1.85 precedentemente accantonato a pagina 5 del fascicolo. Invito il relatore per la maggioranza e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere, tenuto conto che la relatrice di minoranza ha già espresso un parere favorevole. Prego, onorevole Massa.

  FEDERICO MASSA, Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione. Presidente, allora parlo rispetto a tutti quelli accantonati.

  PRESIDENTE. No, solo l'emendamento Caparini 1.85 a me risulta che sia accantonato. Per gli altri abbiamo già risolto.

  FEDERICO MASSA, Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione. Abbiamo già risolto ? Perfetto, meglio così.

Pag. 66

  PRESIDENTE. Vi è una parte che va a domani necessariamente.

  FEDERICO MASSA, Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione. Perfetto. Le Commissioni formulano un invito al ritiro, con eventuale presentazione di un ordine del giorno, o parere contrario sull'emendamento Caparini 1.85.

  PRESIDENTE. Governo ?

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Conforme al relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Prego, onorevole Allasia.

  STEFANO ALLASIA. Grazie. Come già preannunciato stamattina, poi discusso nelle Commissioni, il ritiro viene accettato e viene effettuato con l'augurio che possa essere accettato l'ordine del giorno e preso in considerazione l'ordine del giorno tout-court come sarà presentato.

  PRESIDENTE. Quindi, l'emendamento è stato ritirato e ci sarà un ordine del giorno. Restano, pertanto, accantonati l'emendamento Crippa 1.81 e gli identici emendamenti Matarrese 1.13 e Benamati 1.54, nonché il subemendamento 0.1.13.100 delle Commissioni. Su quest'ultimo deve ancora esprimersi la Commissione bilancio. Interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani a partire dalle ore 11.

Per la risposta a uno strumento del sindacato ispettivo e sull'ordine dei lavori.

  PATRIZIA MAESTRI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PATRIZIA MAESTRI. Grazie Presidente.

  PRESIDENTE. Chiederei ai colleghi che lasciano l'Aula di farlo in maniera meno rumorosa possibile.

  PATRIZIA MAESTRI. Intervengo per sollecitare una risposta all'interrogazione n. 3/ 01786 che ho presentato insieme ad altri diciannove deputati il 22 ottobre 2015, con la quale sottopongo all'attenzione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali la vertenza, tuttora aperta, fra la fondazione «Don Gnocchi Onlus» e le organizzazioni sindacali in merito alla disdetta unilaterale da parte della stessa fondazione dell'applicazione del contratto collettivo nazionale per oltre 5.700 lavoratori su tutto il territorio nazionale. Si tratta, quindi, di tutelare i diritti di questi lavoratori e la continuità socio-assistenziale delle strutture afferenti alla fondazione, che sono strutture accreditate dal Sistema sanitario nazionale. Nonostante le proteste di questi lavoratori col sindacato, la volontà della fondazione è quella appunto di proseguire nell'intento di abbassare le condizioni economiche e normative per questi lavoratori. Per questo motivo, chiedo risposta all'interrogazione.

  EDOARDO FANUCCI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EDOARDO FANUCCI. Grazie Presidente. Nei giorni scorsi, in particolare tra sabato e domenica, abbiamo visto il verificarsi di una calamità naturale molto pesante nei comuni dell'alta montagna pistoiese, in particolare nei comuni di Abetone e Cutigliano. Questa calamità naturale si va a sommare ai grandissimi problemi che la mancanza di neve ha determinato per questi territori. I sindaci dei due comuni interessati, le popolazioni, tutte le attività produttive, la filiera della neve e i cittadini tutti ci chiedono di intervenire. Chiedo di farsi carico di rivolgere le mie parole e le mie istanze al Governo perché questa situazione possa essere presa in carico con una grande sensibilità, come sempre dimostrata nei Pag. 67confronti delle piccole comunità, soprattutto quelle montane. Devo dire che la regione Toscana si è già attivata e occorre un intervento non unico, ma un intervento solidale e un intervento forte che deve vedere tutti noi coinvolti nel risolvere questa immane situazione, questa immane tragedia. Per intervenire abbiamo una serie di azioni. Noi oggi confermiamo il deposito di un'interrogazione volta a definire lo stato di emergenza e lo stato di calamità naturale, per ricercare possibili soluzioni, che trovino nelle risorse economiche una tra le soluzioni possibili, ma ci sono tante altre azioni che possono essere messe in atto per cercare di sostenere e migliorare la grave situazione che questi territori si trovano a dover affrontare e vivere. Grazie di cuore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente, ieri a Militello in Val di Catania si sono svolti i funerali dell'appuntato scelto Gianluca Sciannaca, un carabiniere morto durante l'espletamento del proprio dovere. Gianluca Sciannaca prestava servizio a Ramacca; era stato chiamato, insieme al comandante della stazione, perché era stato fatto un furto in un'abitazione. Durante la perlustrazione in un sottotetto c’è stato un cedimento strutturale e Gianluca è precipitato da oltre 14 metri. Non c’è stato nulla da fare. È stata spezzata questa giovane vita. Gianluca Sciannaca era un giovane solare, generoso e portava con orgoglio la divisa dell'Arma. È morto durante l'esercizio del proprio dovere. Intervengo per dare onore a questo giovane, per esprimere cordoglio alla famiglia, ma anche per esprimere un auspicio: lo Stato non dimentichi i figli migliori, coloro i quali hanno sposato la causa di difendere la democrazia nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 13 gennaio 2016, alle 11:

  1. – Seguito della discussione del disegno di legge:
   Conversione in legge del decreto-legge 4 dicembre 2015, n. 191, recante disposizioni urgenti per la cessione a terzi dei complessi aziendali del Gruppo ILVA (C. 3481-A).
  — Relatori: Massa (per l'VIII Commissione) e Basso (per la X Commissione), per la maggioranza; Ricciatti, di minoranza.

  (al termine delle votazioni)

  2. – Discussione sulle linee generali del disegno di legge:
   S. 2145 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 novembre 2015, n. 185, recante misure urgenti per interventi nel territorio. Proroga del termine per l'esercizio delle deleghe per la revisione della struttura del bilancio dello Stato, nonché per il riordino della disciplina per la gestione del bilancio e il potenziamento della funzione del bilancio di cassa (Approvato dal Senato) (C. 3495).

  La seduta termina alle 18,25.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 3481-A - em. 1.22 398 394 4 198 95 299 77 Resp.
2 Nom. em. 1.24 421 421 211 144 277 74 Resp.
3 Nom. em. 1.34 431 430 1 216 154 276 73 Resp.
4 Nom. em. 1.23 436 435 1 218 152 283 73 Resp.
5 Nom. em. 1.25 438 438 220 118 320 73 Resp.
6 Nom. em. 1.1 437 436 1 219 32 404 71 Resp.
7 Nom. em. 1.27 430 426 4 214 111 315 71 Resp.
8 Nom. em. 1.28 438 434 4 218 111 323 71 Resp.
9 Nom. em. 1.84 444 413 31 207 91 322 71 Resp.
10 Nom. em. 1.29 458 455 3 228 105 350 70 Resp.
11 Nom. em. 1.82 450 450 226 106 344 70 Resp.
12 Nom. em. 1.32 448 421 27 211 86 335 69 Resp.
13 Nom. em. 1.31 443 411 32 206 84 327 69 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.33 444 443 1 222 164 279 69 Resp.
15 Nom. em. 1.30 444 442 2 222 120 322 69 Resp.
16 Nom. em. 1.5 450 444 6 223 161 283 69 Resp.
17 Nom. em. 1.35 445 418 27 210 98 320 69 Resp.
18 Nom. em. 1.38 437 436 1 219 166 270 69 Resp.
19 Nom. em. 1.19 349 349 175 122 227 87 Resp.
20 Nom. em. 1.18 356 354 2 178 118 236 87 Resp.
21 Nom. em. 1.20 377 373 4 187 77 296 87 Resp.
22 Nom. em. 1.37, 1.83 431 430 1 216 161 269 84 Resp.
23 Nom. em. 1.6 430 427 3 214 160 267 84 Resp.
24 Nom. em. 1.36 444 440 4 221 160 280 83 Resp.
25 Nom. em. 1.202 449 386 63 194 56 330 82 Resp.
26 Nom. em. 1.203 455 451 4 226 167 284 82 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 1.204 456 456 229 125 331 82 Resp.
28 Nom. em. 1.205 439 437 2 219 112 325 82 Resp.
29 Nom. em. 1.206 458 456 2 229 454 2 82 Appr.
30 Nom. em. 1.207 460 459 1 230 174 285 82 Resp.
31 Nom. em. 1.400 456 453 3 227 423 30 82 Appr.
32 Nom. em. 1.208 450 447 3 224 171 276 82 Resp.
33 Nom. em. 1.210 452 447 5 224 141 306 80 Resp.
34 Nom. em. 1.86 460 458 2 230 172 286 79 Resp.
35 Nom. em. 1.214 448 447 1 224 170 277 77 Resp.
36 Nom. em. 1.215 457 457 229 172 285 77 Resp.
37 Nom. em. 1.401 460 435 25 218 435 77 Appr.
38 Nom. em. 1.91 445 432 13 217 125 307 76 Resp.
39 Nom. em. 1.92 rif. 451 377 74 189 376 1 76 Appr.
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 1.402 459 434 25 218 434 76 Appr.
41 Nom. em. 1.403 462 437 25 219 437 76 Appr.
42 Nom. em. 1.7 466 465 1 233 136 329 76 Resp.
43 Nom. em. 1.9, 1.40 468 468 235 131 337 76 Resp.
44 Nom. em. 1.42 454 454 228 120 334 77 Resp.
45 Nom. em. 1.41 457 457 229 121 336 77 Resp.
46 Nom. em. 1.10 453 453 227 121 332 77 Resp.
47 Nom. em. 1.14, 1.43 449 449 225 125 324 77 Resp.
48 Nom. em. 1.44 441 441 221 124 317 77 Resp.
49 Nom. em. 1.45 437 436 1 219 124 312 78 Resp.
50 Nom. em. 1.48 429 429 215 119 310 78 Resp.
51 Nom. em. 1.96 445 445 223 127 318 78 Resp.
52 Nom. em. 1.49 431 431 216 157 274 78 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 59)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 1.47 440 440 221 126 314 78 Resp.
54 Nom. em. 1.15 428 428 215 153 275 78 Resp.
55 Nom. em. 1.50 435 435 218 124 311 78 Resp.
56 Nom. em. 1.46 435 435 218 118 317 78 Resp.
57 Nom. em. 1.51 444 444 223 124 320 78 Resp.
58 Nom. em. 1.99 438 437 1 219 116 321 76 Resp.
59 Nom. em. 1.52 440 440 221 117 323 76 Resp.