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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 372 di giovedì 5 febbraio 2015

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

  La seduta comincia alle 12.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 26 gennaio 2015.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Baldelli, Bellanova, Biondelli, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Bruno Bossio, Casero, Castiglione, Cecconi, Cirielli, Dambruoso, De Girolamo, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Marco Di Maio, Donati, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Galperti, Gentiloni Silveri, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Lorenzin, Lotti, Lupi, Madia, Mannino, Orlando, Pes, Pistelli, Portas, Ravetto, Realacci, Domenico Rossi, Rostan, Rughetti, Scalfarotto, Sisto, Tabacci, Valeria Valente, Velo, Vignali, Zanetti e Zolezzi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente sessantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Annunzio delle dimissioni di un Ministro senza portafoglio.

  PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Consiglio dei ministri ha inviato, in data 30 gennaio 2015, la seguente lettera: «Onorevole Presidente, informo la Signoria Vostra che il Presidente della Repubblica, con proprio decreto in data odierna, adottato su mia proposta, ha accettato le dimissioni rassegnate dalla dottoressa Maria Carmela Lanzetta dalla carica di Ministro senza portafoglio. Firmato: Matteo Renzi».

Annunzio della formazione di una componente politica nell'ambito del gruppo parlamentare Misto.

  PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della richiesta pervenuta in data 4 febbraio 2015, è stata autorizzata, ai sensi dell'articolo 14, comma 5, del Regolamento, la formazione della componente politica denominata «Alternativa Libera» nell'ambito del gruppo parlamentare Misto, cui aderiscono i deputati Massimo Artini, Marco Baldassarre, Sebastiano Barbanti, Eleonora Bechis, Mara Mucci, Aris Prodani, Walter Rizzetto, Gessica Rostellato, Samuele Segoni e Tancredi Turco.
  Il deputato Massimo Artini è stato designato quale rappresentante della nuova componente.

Svolgimento di interrogazioni (ore 12,05).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.

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(Iniziative volte a garantire la prosecuzione del funzionamento del Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (Sistri) – nn. 3-00990 e 3-01265)

  PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Terzoni n. 3-00990 e n. 3-01265, concernenti iniziative volte a garantire la prosecuzione del funzionamento del Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (Sistri), che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A – Interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Silvia Velo, ha facoltà di rispondere.

  SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, innanzitutto, considerato che le interrogazioni in parola vertono sullo stesso argomento, si risponderà ad esse congiuntamente.
  Per prima cosa, preme rassicurare gli onorevoli interroganti che il servizio di gestione del programma Sistri ad opera della società Selex non si è mai interrotto dalla data del 30 novembre 2014 e che lo stesso continuerà ad essere assicurato sino al 31 dicembre 2015 in base alla proroga del termine di efficacia del relativo contratto disposta con l'articolo 14, comma 2-bis, del decreto-legge n. 91 del 2014.
  La stessa disposizione normativa, peraltro, prescrive che, entro il 30 giugno 2015, il Ministero dell'ambiente avvii le procedure per l'affidamento della concessione del servizio ad altro idoneo soggetto, nel rispetto dei criteri e delle modalità di selezione disciplinati dal codice degli appalti pubblici e dalle norme dell'Unione europea, nonché dei principi di economicità, semplificazione, interoperabilità tra sistemi informatici e costante monitoraggio tecnologico.
  Appunto a tal fine, il Ministero dell'ambiente, in conformità alle previsioni normative di cui all'articolo 11, comma 9-bis, del decreto-legge n. 101 del 2013, ha ritenuto di avvalersi della società Consip, la quale, una volta individuate e definite le modalità e le condizioni, anche operative, per la concessione del servizio, procederà alla indizione e alla gestione della gara pubblica. Allo stato, pertanto, non appare ancora possibile riferire circa i contenuti specifici del nuovo contratto di affidamento, mentre per la tempistica si ritiene che, allo stato, non vi sia motivo per dubitare che verranno rispettati i termini previsti nella richiamata normativa.
  Per quanto attiene, in ultimo, alle problematiche inerenti agli oneri indebitamente versati a titolo di contributi di iscrizione al Sistri per le annualità 2010, 2011 e 2012, sono in fase di studio le modalità operative in ordine alle quali poter definire un piano di intervento finalizzato alla loro restituzione o compensazione, laddove e nei limiti in cui ne ricorrano i presupposti citati.

  PRESIDENTE. La deputata Patrizia Terzoni ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alle sue interrogazioni, per cinque minuti.

  PATRIZIA TERZONI. Signor Presidente, in parte sono soddisfatta, perché finalmente il Governo sta facendo qualcosa su questo Sistri, in quanto sappiamo che con il «decreto competitività» finalmente entro il 30 giugno si avrà questo nuovo bando e questa volta non sarà secretato.
  Il problema principale è quello che, da quando ho scritto questa interrogazione, sono cambiate un po’ le cose su questo tema; ad esempio, mi riferisco al «mille proroghe» che attualmente è in fase di discussione qui alla Camera. Infatti, con il «mille proroghe» si prorogano, appunto, alcune sanzioni fino al 31 dicembre, mentre la sanzione sull'obbligatorietà a discrezione del Sistri scade il 21 febbraio.
  Come MoVimento 5 Stelle abbiamo chiesto la proroga fino a fine anno, perché per noi è essenziale, in quanto, come ha detto qui il sottosegretario, il bando partirà il 30 giugno 2015. Questo che significa ? Significa che faremo iscrivere le aziende obbligatoriamente il 21 febbraio, quando a giugno ci sarà una nuova gestione. Pag. 3Ora io sono andata a vedere con i miei colleghi l'impianto che è all'interno dell'edificio della Selex, che quindi è un edificio privato, con all'interno strumentazione altamente sofisticata pubblica. Ora io vorrei capire come fa il Governo a garantire il funzionamento del Sistri nel momento in cui questa apparecchiatura, per la quale ci vorranno mesi e mesi per essere spostata da lì alla nuova sede, potrà garantire il funzionamento del Sistri. E le aziende pagheranno quella funzione che, secondo noi, non ci sarà. E qui lo ribadiamo, così almeno rimane agli atti, perché a giugno si scopriranno molte cose su questo e vedrete che avremo ragione.
  Inoltre, chiediamo appunto di accettare l'emendamento proposto dal MoVimento 5 Stelle – so che è stato proposto anche da altri partiti – per prorogare tutto a fine anno. Oltre allo spostamento della parte hardware del sistema, c’è anche il problema di cosa sarà scritto nel nuovo capitolato, perché quello che noi più volte abbiamo sollecitato qui è che il Sistri usa una tecnologia ormai obsoleta e quindi speriamo che nel nuovo capitolato ci sia una tecnologia un po’ più avanzata che, tra l'altro, è attualmente a disposizione già sui dispositivi delle motrici degli autotrasportatori. Parlo, ad esempio, dei dispositivi satellitari al posto della famosa black box, che deve essere utilizzata attraverso una rete Internet (quindi gli autotrasportatori debbono utilizzare anche una sim Internet) e sappiamo benissimo che sul territorio nazionale non c’è il 100 per cento della copertura della rete, mentre per il satellite la cosa sarebbe ben diversa.
   Quindi, già il fatto di spostare la black box e utilizzare gli impianti satellitari prevede una modifica sostanziale del software e questo porterà a continui ritardi di nuovo della sua applicazione, ma le aziende continueranno a pagare. Credo che venirci incontro da parte del Ministero approvando questi emendamenti non debba farlo per il MoVimento 5 Stelle, ma lo deve fare per tutti gli imprenditori che sono sul territorio nazionale.
  Ma non finisce qui. Presenteremo anche un ordine del giorno – e qui avviso –, proprio per andare a toccare il capitolato tecnico, perché noi vogliamo sapere cosa c’è in quel capitolato tecnico come, ad esempio, tutte queste nuove modifiche che dovranno essere per forza apportate a questo sistema, perché abbiamo visto che il Sistri così com’è non funziona, quindi la nuova gestione dovrà farvi fronte e risolvere tutti questi problemi.
  Su altri problemi – e qui spero che almeno il Ministro ascolti questa replica –, vorrei anche far presente che il fatto che abbiamo la black box sulla cabina motrice e non sul rimorchio significa che in qualsiasi momento basta staccare il rimorchio, la motrice va e non sapremo mai che fine hanno fatto quei rifiuti. Quindi, così com’è questo Sistri non può funzionare e, anzi, si va incontro tranquillamente a tutte le illegalità già presenti sul territorio nazionale.
  Ora, noi vigileremo, come sempre, su questo bando e, appena sarà possibile, chiederò quindi di venire a riferire in Commissione e magari anche di instaurare un tavolo tecnico con la Commissione parlamentare di competenza e con tutte le associazioni proprio per scrivere il capitolato – questo sarà inserito anche nell'ordine del giorno –, perché è fondamentale fare almeno per una volta per bene questo sistema, perché è importantissimo nel territorio nazionale italiano, dove c’è una forte presenza...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  PATRIZIA TERZONI. ...di illegalità, di corruzione e di rapporti illeciti fra autotrasporti internazionali e nazionali.

(Elementi ed iniziative in merito alla fuga di alcuni migranti durante il loro trasferimento dalla Sicilia alla questura di Mestre, anche al fine del rafforzamento dei controlli – n. 3-00758)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Cozzolino n. 3-00758, concernente elementi ed iniziative in merito alla fuga di alcuni migranti durante il loro trasferimento Pag. 4dalla Sicilia alla questura di Mestre, anche al fine del rafforzamento dei controlli (Vedi l'allegato A – Interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato per l'interno, Domenico Manzione, ha facoltà di rispondere.

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, l'interrogazione all'ordine del giorno degli onorevoli Cozzolino e Da Villa richiama l'attenzione del Ministro dell'interno sulla vicenda dei venticinque migranti resisi irreperibili l'8 aprile 2014, dopo essere fuggiti dal pullman che dalla Sicilia li aveva trasportati a Venezia.
  Al riguardo, occorre sottolineare che, sin da gennaio, precisamente dal 14 gennaio 2014, la prefettura di Venezia aveva sensibilizzato i sindaci e il presidente della provincia all'individuazione, ognuno nel territorio di propria competenza, di strutture idonee all'accoglienza temporanea dei migranti, alla luce del nuovo afflusso che abbiamo registrato nel corso di quell'anno. Non avendo ricevuto risposte positive da parte degli enti locali, il successivo 21 febbraio la prefettura ha contattato alcuni enti gestori operanti nel privato sociale. Si tratta di gestori che hanno una comprovata esperienza in ambito SPRAR o in progetti similari a quello SPRAR.
  Le cooperative sociali Il Villaggio Globale e la Città Solare hanno offerto la propria disponibilità all'accoglienza. In quest'ultimo caso, poiché l'ostello gestito dalla cooperativa era di proprietà comunale, la disponibilità all'accoglienza è stata comunicata, per il necessario raccordo istituzionale, alla stessa amministrazione locale, la quale ha dato il proprio assenso a ospitare i migranti.
  In tale contesto, è stato organizzato, per il giorno 8 aprile, l'arrivo nelle predette strutture di un gruppo di quaranta migranti di origine eritrea da poco sbarcati in Sicilia. Al riguardo, preciso che la questura di Ragusa aveva provveduto a trasmettere a quella di Venezia l'elenco nominativo, con data di nascita e relativa nazionalità, corredato delle schede di prima identificazione e delle relative foto.
  La prefettura di Venezia, dopo averne informato gli amministratori comunali di Venezia e Mira, ha predisposto il trasferimento degli stranieri e la questura ha fornito un servizio di scorta tecnica al pullman dal momento dell'arrivo all'aeroporto di Bologna a quello dello smistamento, collocato in sede distaccata della questura di Venezia, a Marghera. Arrivati però in prossimità della predetta struttura della Polizia di Stato, circondata da un'alta recinzione sovrastata da filo spinato, i migranti – che erano partiti dalla Libia, dove, come abbiamo successivamente appurato, avevano trascorso un periodo in stato di costrizione fisica –, notata la presenza di auto in colori d'istituto e di personale in servizio, hanno paventato – questo è almeno quello che si suppone – di essere nuovamente sottoposti ad un regime di privazione della libertà personale. Pertanto, quando il pullman si è fermato, gli stranieri hanno azionato la porta di emergenza posteriore e alcuni di essi si sono dati alla fuga, travolgendo gli operatori preposti alle operazioni di assistenza.
  Complessivamente, si sono allontanate venticinque persone su quaranta, che tuttavia – questo è bene chiarirlo – non erano sottoposte ovviamente a vincoli restrittivi, trattandosi di soggetti in regime di protezione internazionale. Successivamente, accertato che l'equivoco era stato generato dalla mancanza di una chiara comunicazione ai migranti sulle varie fasi del trasferimento e della destinazione finale presso le strutture di accoglienza, per scongiurare che potessero ripetersi situazioni analoghe, in sede di riunione dei prefetti e dei questori del Veneto è stata rappresentata la necessità di un'interazione più serena con gli immigrati mediante l'assistenza di mediatori culturali di lingua araba, ciò anche al fine di fornire indicazioni esatte circa la condizione di libertà di cui godono sul territorio nazionale, in attesa della definizione della procedura per il riconoscimento della protezione internazionale.

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  PRESIDENTE. Saluto alunni e docenti dell'istituto comprensivo Ovidio di Roma, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Il deputato Cozzolino ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione. Le ricordo che ha cinque minuti.

  EMANUELE COZZOLINO. Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, la ringrazio della risposta che ci ha appena fornito, ma allo stesso tempo le dico con estrema franchezza che mi dichiaro profondamente insoddisfatto.
  La mia insoddisfazione riguarda prima di tutto il metodo, e mi spiego subito. Questa interrogazione è stata presentata il 9 aprile 2014 e riguardava un fatto locale e che aveva una sua rilevanza se contestualizzato in un determinato arco temporale.
  Presentarsi il 5 febbraio 2015, quasi un anno dopo, per leggere una risposta burocratica che gli uffici del Ministero finalmente hanno avuto la compiacenza di formulare, è – mi perdoni, sottosegretario – una presa in giro, che svilisce l'istituto del sindacato ispettivo a risposta orale, ovvero quello in cui l'interrogante vuole avere un'interlocuzione con il Governo e non un semplice scambio di note.
  Ovviamente la mia insoddisfazione è anche relativa al merito della risposta che è stata fornita. La mia interrogazione riguardava un episodio ben preciso e circoscritto, ovvero la fuga di venticinque migranti da un pullman della Polizia – come ha già illustrato il sottosegretario – che dalla Sicilia li aveva trasportati in Veneto. Questo episodio faceva sorgere una serie di criticità che investono il rapporto di collaborazione tra il Ministero dell'interno, per il tramite della prefettura, e le amministrazioni comunali, la sicurezza dei cittadini e le condizioni in cui le forze di polizia sono costrette a svolgere il loro lavoro.
  L'interrogazione chiedeva una cosa molto semplice e, certamente, non polemica nei confronti del Ministero, e cioè di chiarire in via ufficiale la dinamica della vicenda e di individuare eventuali responsabilità.
  Lei, oggi, signor sottosegretario, a quasi un anno di distanza, mi è venuto sostanzialmente a ripetere che tutto è andato bene «madama la marchesa», ribadendo di fatto quanto già comunicato dalla prefettura e pubblicato dai giornali locali il giorno dopo la vicenda, cioè che i venticinque eritrei che si sono dati alla fuga erano liberi di andare dove volevano e che gli enti locali interessati erano stati informati per tempo.
  Peccato che i problemi emersi con quella vicenda sono rimasti sul tappeto e in alcuni casi si sono ripetuti nei mesi a seguire.
  Tralascio la questione che un numero consistente di persone senza permesso di soggiorno, scortato dalle forze dell'ordine si sia reso irreperibile e ad oggi non sappiamo che cosa stiano facendo nel nostro Paese, ammesso che siano ancora qui. Però, non ho sentito una parola nella sua risposta che spiegasse come mai i tre agenti di scorta al convoglio fossero completamente all'oscuro del fatto che le persone che stavano scortando potessero muoversi liberamente, come denunciato appunto nell'imminenza del fatto da parte dei sindacati di polizia.
  C’è poi la questione del rapporto, sulla gestione dei migranti, a dir poco conflittuale tra Viminale ed enti locali, almeno in Veneto. Personalmente, sono consapevole che nel 2014 – credo che il fenomeno proseguirà anche quest'anno – l'Italia ha registrato un numero di sbarchi assolutamente abnorme rispetto agli anni passati. Ne sono talmente consapevole da aver presentato un emendamento al «decreto stadi», emendamento poi approvato, che imponeva di destinare entro il 2014 il fondo di 67 milioni di euro per l'emergenza immigrazione, e le domando se questo sia stato fatto.
  Dicevo che siamo consapevoli che l'emergenza riguarda tutto il Paese e non solo la Sicilia e dunque tutti debbono dare una mano. Ma collaborazione è cosa diversa da imposizione, strumento che troppe volte il Viminale è sembrato voler Pag. 6utilizzare con i comuni del Veneto, scavalcandoli o mettendoli davanti al fatto compiuto.
  Nel caso dell'interrogazione, i comuni di Venezia e di Mira sono stati informati una manciata di ore prima. Poi c’è stato il caso della vicenda del comune di Scorzè, ci sono state polemiche nel vicentino e in altre province.
  La risposta che ha fornito dimostra che c’è stata poca volontà di analizzare i problemi e di continuare sulla linea seguita fino ad ora, e questo il Governo non se lo può e non se lo deve permettere.
  Nella speranza che la situazione dell'immigrazione sia affrontata in modo serio, chiediamo anche che la Commissione d'inchiesta su CIE e CARA parta quanto prima, per capire se questo sistema di gestione e accoglienza sia un sistema valido oppure no e quali iniziative, a livello anche internazionale, possa prendere l'Italia.

(Iniziative per fronteggiare l'emergenza sbarchi, con particolare riferimento alla funzione del porto di Taranto nell'ambito delle procedure relative all'accoglienza dei migranti – n. 3-00882)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Losacco n. 3-00882, concernente iniziative per fronteggiare l'emergenza sbarchi, con particolare riferimento alla funzione del porto di Taranto nell'ambito delle procedure relative all'accoglienza dei migranti (Vedi l'allegato A – Interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato per l'interno, Domenico Manzione, ha facoltà di rispondere.

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato per l'interno. Grazie, Presidente. L'interrogazione all'ordine del giorno dell'onorevole Losacco ha richiamato l'attenzione del Governo sul problema dell'intensificazione, nel corso dell'anno 2014, degli arrivi di migranti, soprattutto richiedenti asilo, nell'area jonica e, in particolare, a Taranto.
  Ha chiesto, pertanto, se e quali iniziative il Governo intenda porre in essere per evitare che Taranto rimanga l'unico porto hub per gli arrivi di profughi, nonché per supportare il territorio con il potenziamento delle risorse umane e lo stanziamento di risorse finanziarie necessarie a gestire l'emergenza sbarchi.
  Vorrei immediatamente rassicurare l'onorevole interrogante che, al momento, la situazione di criticità descritta può ritenersi attenuata. Infatti, la città di Taranto, dal mese di novembre, è stata interessata da un solo sbarco (il 20 novembre).
  Come è noto, le operazioni di soccorso in mare hanno comportato l'impiego contestuale di numerose unità navali della Marina militare, della Guardia di finanza e della Guardia costiera.
  È di tutta evidenza come le navi di maggiore dislocamento potessero approdare anche nei porti più lontani, garantendo contestualmente la sicurezza dei migranti e una minore pressione sulla Sicilia dove, invece, appariva indispensabile prevedere l'approdo di navi di piccole dimensioni, come quelle in dotazione alla Guardia di finanza ed alla Guardia costiera.
  In base a questa esigenza, le navi di maggiore dislocamento della Marina militare sono approdate, nei mesi scorsi, oltre che nel porto di Taranto, il cui contributo rimane, per carità, assolutamente fondamentale, anche in quelli di Reggio Calabria, Crotone, Vibo Valentia, Salerno, Napoli e Brindisi. Rimane sottinteso che i porti siciliani hanno rappresentato di gran lunga l'approdo principale, essendovi sbarcati circa il 70 per cento dei migranti che sono sbarcati sul territorio nazionale.
  In particolare, il totale dei migranti giunti presso il porto di Taranto dall'11 maggio 2014, data della prima operazione di smistamento, ammonta complessivamente a circa 15 mila unità, a seguito di 15 operazioni di sbarco. Gli stranieri arrivati sono stati in gran parte tempestivamente trasferiti in strutture di accoglienza individuate dalle prefetture su tutto il territorio nazionale. Attualmente, sono Pag. 7553 quelli sistemati presso le strutture provvisoriamente allestite nel capoluogo e nel comune di Castellaneta.
  L'accoglienza dei migranti sbarcati è stata organizzata con il coinvolgimento delle istituzioni statali e territoriali interessate, nonché di varie organizzazioni di volontariato, tutte coordinate ovviamente dalla prefettura. In occasione di ogni sbarco è stato allestito, nell'area portuale, un complesso apparato di accoglienza sanitaria e di volontariato. È stato, altresì, predisposto, d'intesa con la ASL, un apposito protocollo operativo sanitario. In prefettura è stata, inoltre, costituita un'unità di crisi, per il continuo supporto all'attività di accoglienza e assistenza e per il monitoraggio della realizzazione delle misure disposte. Particolare attenzione è stata riservata anche ai servizi di ordine e di sicurezza pubblica nonché a quelli di polizia giudiziaria, che hanno consentito il fermo di 8 presunti scafisti.
  A completamento della risposta, segnalo che il piano operativo nazionale per fronteggiare lo straordinario flusso migratorio, che è stato approvato in Conferenza unificata il 10 luglio 2014, ha sancito un'intesa che prevede, tra le varie novità, l'istituzione di un'inedita tipologia di struttura governativa, l’hub appunto, concepita come una base logistica ampia dove avverrà l'accoglienza dei migranti nella fase immediatamente successiva al pronto soccorso e alla prima assistenza. Gli hub saranno allestiti su base regionale o interregionale e, quindi, anche in Puglia ne opererà uno.
  Evidenzio, infine, che, oltre a riformare il sistema di accoglienza, il Governo lo ha potenziato attraverso congrui finanziamenti aggiuntivi pari, per l'anno 2014, a circa 113 milioni di euro, e con la legge finanziaria 2015 sono state poste le basi per un ulteriore rafforzamento del sistema, attraverso lo stanziamento a regime di ulteriori 187 milioni di euro annui, destinati specificamente all'ampliamento del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, quello che chiamiamo con l'acronimo di SPRAR.
  Di tali fondi aggiuntivi potranno beneficiare pro quota anche le strutture di accoglienza localizzate in Puglia, compatibilmente con le esigenze delle analoghe strutture che insistono sul resto del territorio nazionale.

  PRESIDENTE. Il deputato Alberto Losacco ha facoltà, per cinque minuti, di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  ALBERTO LOSACCO. Signor Presidente, sottosegretario, ringrazio il Governo per la risposta. Questo atto di sindacato ispettivo è stato presentato nel momento in cui Taranto ha dovuto affrontare, con la generosità che le è propria, l'accoglienza di migliaia di profughi che sbarcavano dalle nostre navi militari impegnate nell'operazione Mare Nostrum. In quelle circostanze, in una città già provata da enormi emergenze, la comunità tarantina, il suo tessuto associativo, le strutture di volontariato hanno dimostrato concretamente cosa vuol dire coniugare solidarietà nel principio della sussidiarietà.
  Però, va detto che i numeri di quei giorni avevano costituito un drammatico stress test per il sistema di accoglienza e il territorio non era nelle condizioni di potere gestire un'emergenza così complessa. È per queste ragioni che anche l'assessore regionale, Guglielmo Minervini, aveva denunciato le criticità e il pericolo che tutto il peso gravasse sugli enti locali e sulle strutture di un volontariato generoso ma non nelle condizioni di affrontare un fenomeno così rilevante.
  L'avere in quel momento concentrato a Taranto l'accoglienza e lo smistamento dei migranti rischiava di palesare ulteriori criticità, in assenza di adeguati supporti da parte delle strutture centrali. Protezione civile e sistema sanitario regionale rischiavano di collassare sotto il peso di un'emergenza che i numeri rendevano davvero ingestibile.
  Da qui, la richiesta, attraverso l'atto di sindacato ispettivo, di richiamare il Governo alle sue responsabilità e ad applicare il massimo supporto al territorio in Pag. 8una missione che vedeva l'Italia impegnata in prima linea a salvare vite umane, spesso di donne e di bambini.
  Prendiamo atto della risposta, ma vorrei cogliere l'occasione per sottolineare qui alcuni aspetti che ritengo importanti. Lo scorso 15 gennaio il MEF ha varato il decreto ministeriale recante la riduzione degli obiettivi del Patto di stabilità interno per l'anno 2014 dei comuni, in attuazione dell'articolo 1, comma 122, della legge n. 220 del 13 dicembre 2010. È un provvedimento che prevede la possibilità di alleggerimento del Patto di stabilità anche per i comuni interessati dall'emergenza sbarchi e accoglienza profughi, come previsto dall'articolo 7 del decreto-legge n. 119 del 2014. È una misura che ha consentito ai comuni di Agrigento, Augusta, Caltanissetta, Catania, Lampedusa, Mineo, Palermo, Porto Empedocle, Pozzallo, Ragusa, Siculiana, Siracusa e Trapani l'esclusione delle spese connesse alla pressione migratoria dal Patto di stabilità.
  Non si comprende perché, per le spese sostenute in quella circostanza dal comune di Taranto, ma potrei citare anche Reggio Calabria, Crotone, Salerno e altri importanti centri interessati dalla pressione migratoria durante Mare Nostrum, non sia stata prevista la stessa possibilità di esclusione dal Patto di stabilità per l'anno 2014.
  Appare evidente la penalizzazione, in modo particolare per Taranto, oggetto di questa interrogazione, e mi auguro che, ad esempio, nell'ambito del decreto-legge attualmente al Senato che riguarda proprio la città ionica, ci sia la possibilità di correggere questa palese incongruenza.
  Ritengo che di quanto accaduto e forse anche delle osservazioni esposte si possa fare tesoro per evitare il ripetersi di situazioni emergenziali che non potranno più gravare, come invece è accaduto, su poche regioni, su due o tre regioni, e ancora di più su poche città di queste due o tre regioni, affinché si possa giungere maggiormente preparati nel gestire fenomeni che, da Paesi del Mediterraneo ci troviamo a dover affrontare, che il volontariato, la sua generosità e la capacità degli enti locali e della regione, dimostrate sul campo, possano essere valorizzate come è giusto, ed infine che si inneschi ogni buona pratica possibile, al fine di garantire una maggiore interlocuzione tra soggetti istituzionali e forze vive della società nella declinazione di quel fondamentale principio di sussidiarietà, che in queste circostanze, è assolutamente imprescindibile per affrontare criticità di questa portata.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
  Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 12,30, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e il Ministro della giustizia.

(Iniziative di competenza per la rapida approvazione da parte della Commissione europea del Programma di sviluppo rurale 2014/2020 – n. 3-01267)

  PRESIDENTE. L'onorevole Caon ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01267, concernente iniziative di competenza per la rapida approvazione da parte della Commissione europea del Programma di sviluppo rurale 2014/2020 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

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  ROBERTO CAON. Grazie, Presidente, onorevole Ministro, sembra che Bruxelles abbia ricevuto da parte del Governo italiano una richiesta per concedere una delibera definitiva in un'unica circostanza a tutti i Programmi di sviluppo rurale di tutte le regioni per il prossimo giugno 2015. Siamo molto preoccupati, in quanto si andrebbe ad azzerare tutto il percorso virtuoso che alcune regioni hanno fatto fino adesso, per quanto riguarda i tempi, per riuscire ad avere, nel minor tempo possibile, i soldi a favore di queste aziende agricole che, in questo momento, ne hanno tanto bisogno.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  MAURIZIO MARTINA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Grazie, Presidente, e grazie all'onorevole interrogante. I Programmi italiani di sviluppo rurale saranno formalmente approvati dalla Commissione europea a partire da maggio 2015, una volta approvata la modifica al bilancio comunitario. Le risorse relative all'annualità 2014 dovrebbero essere spalmate sugli esercizi successivi, a partire dal 2015.
  Il ritardo nell'approvazione dei programmi è generalizzato a livello comunitario ed è causato dalla complessità del nuovo impianto programmatorio, che, oltre ad avere i programmi operativi, prevede anche l'accordo di partenariato. Per quanto riguarda l'Italia, la maggior parte dei programmi è stata notificata alla Commissione entro la data del 22 luglio 2014.
  A partire dal mese di ottobre 2014, la Commissione ha inviato a ciascuna autorità di gestione le osservazioni sui programmi presentati. Successivamente, è stato avviato un negoziato bilaterale con la Commissione e ciascuna autorità di gestione, che ancora non si è concluso: questa è l'unica ragione per cui al momento nessun programma italiano ha ottenuto il via libera da parte della Commissione europea.
  Tuttavia, anche in assenza formale di approvazione dei singoli PSR, il Ministero, in accordo con le regioni, sta mettendo a punto una procedura che consenta di emanare i bandi per le nuove misure, almeno per quelle più importanti, già a partire dal prossimo mese di marzo, in modo da consentire alle imprese di poter beneficiare del sostegno assicurato dai nuovi PSR già a partire dall'esercizio finanziario 2015.
  Per sfruttare questa possibilità è necessario che ciascuna autorità di gestione dei PSR 2014/2020 convochi al più presto il comitato di sorveglianza a cui devono essere sottoposti i criteri di selezione delle misure. Nel frattempo, per accelerare la fase di risposta alle osservazioni della Commissione, di intesa con le regioni, il Ministero ha messo a punto procedure tipo e schede di misure standard. Non bisogna dimenticare che i tempi di approvazione di ciascun programma dipendono unicamente dalla capacità di ciascuna regione di rispondere in maniera esaustiva ai rilievi mossi dalla Commissione europea.

  PRESIDENTE. L'onorevole Caon ha facoltà di replicare per due minuti.

  ROBERTO CAON. Grazie, Presidente. Ministro, capisco che alla domanda sia un po’ difficile dare una risposta da parte sua, perché lei, durante il convegno «Il futuro dell'agricoltura da oggi al 2020», aveva affermato che un'omologazione dei pagamenti non era, diciamo così, da fare, anzi. Durante il semestre europeo sembrava che ci fosse questa possibilità da parte vostra, naturalmente, da parte del Premier Renzi, di riuscire a portare avanti questi pagamenti e avere questi soldi nei tempi più brevi.
  Oggi ci ritroviamo, invece, con lei che ci sta dicendo che fate una «legge-tampone» per riuscire a dare un po’ di liquidità prima, ma sono sempre «leggi-tampone», mai definitive, quando, invece, un agricoltore oggi ha bisogno di sapere quanto gli arriva e quando gli arriva. In definitiva, nel semestre europeo, purtroppo, non siamo riusciti a mettere a posto queste cose, che tanto ci dovevano.

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(Iniziative a tutela dei produttori del settore lattiero-caseario – n. 3-01268)

  PRESIDENTE. L'onorevole Mongiello ha facoltà di illustrare l'interrogazione Oliverio n. 3-01268, concernente iniziative a tutela dei produttori del settore lattiero-caseario (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria, per un minuto.

  COLOMBA MONGIELLO. Grazie Presidente, signor Ministro, la crisi del settore lattiero-caseario è lo specchio della prevalente forza contrattuale di industriali e commercianti rispetto ai produttori. Il prezzo del latte prodotto dagli allevatori italiani diminuisce; voglio solo ricordare che il prezzo alla stalla è sceso a 36 centesimi, mentre aumenta il prezzo al consumo. A favorire le speculazioni sono principalmente la mancata trasparenza del mercato, che favorisce l'importazione di latte, venduto come made in Italy, e di cagliate, caseine e caseinati, poi utilizzati per produrre «formaggi senza latte», ingannando così i consumatori.
  Chiedo al Ministro, pertanto, come intenda affrontare il problema del prezzo del latte lungo tutta la filiera, anche con riferimento al decreto interministeriale n. 199 del 2012, attuativo dell'articolo 62 del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, che vieta la cessione di prodotti agricoli ad un prezzo inferiore alla media del costo di produzione.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  MAURIZIO MARTINA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Grazie, signor Presidente, le stime internazionali ed europee dimostrano un sensibile incremento della produzione lattiera che ha avuto effetti negativi sull'andamento dei prezzi. Nel mercato del latte si registra, e si registrerà sempre di più con il superamento del regime delle quote, un profondo cambiamento strutturale che impone obiettivamente un confronto con le regole di mercato libero. Il Ministero è impegnato per favorire la piena attuazione dell'articolo 62. Rilevo, tuttavia, che, come ricordato dagli stessi interroganti, il Ministero non può stabilire un prezzo, ma interviene, fornendo elementi utili per determinare il prezzo di riferimento che le parti contraenti possono utilizzare in autonomia. Continuando un lavoro iniziato con la legge di stabilità 2015, che ha messo a disposizione 108 milioni di euro in tre anni destinati al Fondo latte di qualità, ho convocato, per il prossimo 11 febbraio, il tavolo latte con i rappresentanti del mondo agricolo e industriale della filiera. Siamo consapevoli della necessità che stiamo sostenendo anche in Europa, soprattutto in Europa, di un'uscita morbida per una strategia di medio e lungo periodo, che tuteli in particolare il ruolo e il reddito degli allevatori. Per questo, oltre al Fondo latte di qualità, proporremo al tavolo uno strumento nuovo per l'interprofessione, con l'obiettivo di migliorare le pratiche contrattuali di gestione dei mercati; sperimenteremo strumenti per la protezione contro i rischi di mercato con il coinvolgimento d'ISMEA e proporremo una campagna di comunicazione istituzionale sulla qualità dei nostri prodotti, per far crescere la conoscenza delle qualità nutrizionali del latte italiano.
  Inoltre, vogliamo che il consumatore possa disporre di maggiori informazioni sulla provenienza del latte che consuma, migliorando il sistema di etichettatura relativa alla zona di mungitura, in particolare del latte proveniente da allevamenti situati in zone di montagna, in linea con le normative europee. Allo stesso tempo, siamo impegnati in un'operazione forte di educazione alimentare e avvieremo, con tutta probabilità, nel 2016, il progetto latte nelle scuole.
  Sul fronte dell'internazionalizzazione delle nostre imprese, comprese quelle, ovviamente, del settore lattiero-caseario, penso in particolare ai nostri formaggi di qualità, stiamo lavorando insieme al Ministero dello sviluppo economico, all'attuazione Pag. 11del piano di promozione e sostegno del made in Italy all'estero, previsto come sapete dal decreto «sblocca Italia».

  PRESIDENTE. L'onorevole Oliverio, ha facoltà di replicare.

  NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signor Presidente, anche a nome del Partito Democratico, ringrazio il Ministro Martina per la risposta puntuale, in particolare per l'azione che sta svolgendo contro le speculazioni che hanno determinato il crollo del prezzo del latte pagato alla stalla, per aver messo a disposizione del Fondo latte 108 milioni di euro e per aver avviato un piano nazionale sul quale ha aperto un confronto con la filiera. La situazione del settore lattiero-caseario è anche determinata dal clima di incertezza connessa alla fine del sistema delle quote latte. Il prezzo del latte alla produzione è diminuito nell'ultimo semestre del 19 per cento, da 44 centesimi a 36 centesimi. Domani, in molte piazze, gli allevatori che garantiscono la biodiversità e il presidio del territorio, manifesteranno il loro disagio perché avvertono il serio pericolo di dover chiudere le stalle. Eppure, il settore rappresenta la voce più importante dell'agroalimentare italiano, con 36 mila imprese, 11 milioni di tonnellate di latte bovino prodotto e 28 miliardi di valore generato dalla filiera. L’export dei formaggi italiani è cresciuto negli ultimi anni di oltre il 5 per cento, il doppio della crescita della domanda mondiale e i consumi interni si mantengono su livelli discreti.
  Signor Presidente, il Ministro Martina sta intervenendo bene sia per evitare che le multinazionali sostituiscano il latte locale con il latte importato, ponendo così fine alle agricolture distintive che contraddistinguono il nostro Paese, sia favorendo l'applicazione dell'articolo 62, applicazione di cui gli allevatori hanno assoluto bisogno.
  In tale contesto assume, però, grande rilievo il ruolo di vigilanza e di accertamento della correttezza nelle relazioni commerciali assegnato all'Antitrust, del cui operato gli allevatori purtroppo hanno scarsa contezza.
  Signor Ministro, vogliamo essere della partita nella consapevolezza che il latte si fa mungendo le mucche...

  PRESIDENTE. Concluda.

  NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. ...e non spremendo gli allevatori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative volte ad assicurare il pagamento dei servizi prestati dalle imprese di autotrasporto a favore dell'Ilva – n. 3-01269)

  PRESIDENTE. L'onorevole Squeri ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01269, concernente iniziative volte ad assicurare il pagamento dei servizi prestati dalle imprese di autotrasporto a favore dell'Ilva (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata) per un minuto.

  LUCA SQUERI. Signor Presidente, l'interrogazione che rivolgiamo al Ministro Lupi è concernente il tema dell'Ilva e, nello specifico, il problema degli autotrasportatori che da mesi – ormai è un anno – non vedono il pagamento del servizio che gli stessi trasportatori stanno ancora svolgendo a favore dell'Ilva.
  È un problema sentito da oltre un migliaio di autotrasportatori e concerne una risorsa complessiva di circa 40 milioni di euro. Pertanto, chiediamo al Ministro e al Governo cosa intendano fare per poter dare una risposta a un problema così sentito, che sta mettendo in grande difficoltà un intero settore.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, ringrazio gli onorevoli Squeri e Palese e il gruppo che loro rappresentano per aver posto all'attenzione del question time questo Pag. 12tema, che è un tema importante, è un tema fondamentale e riguarda ovviamente la crisi dell'Ilva e le conseguenze che questa drammatica crisi dell'Ilva ha non solo su quel territorio, non solo sull'occupazione diretta, ma anche – l'esempio che lei ha portato all'attenzione del Ministero e del Parlamento ne è ovviamente una testimonianza – su tutto l'indotto che l'Ilva ha generato e creato.
  Come l'onorevole Squeri sa, la questione Ilva viene seguita e trattata come una delle priorità da parte di questo Governo. L'intervento è coordinato dal Dicastero dello sviluppo economico, dal Ministro Guidi, dalla stessa Presidenza del Consiglio e ovviamente, per quanto di competenza, dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e, in questo caso, dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
  È fondamentale, da questo punto di vista – lo sa bene anche l'onorevole Squeri –, che sia rapidamente convertito il decreto-legge Ilva. Tra l'altro, alcuni emendamenti, presentati dai diversi gruppi parlamentari, al decreto-legge Ilva sono esattamente rivolti a trovare la soluzione a questo problema degli autotrasportatori, certamente, ma anche di tutto l'indotto e dei fornitori di servizi dell'Ilva, che hanno fornito servizi. Non è un problema legato al futuro, è legato ovviamente a chi, avendo dato il proprio servizio – in questo caso un servizio primario, quello degli autotrasportatori –, ha il diritto di vedersi compensato del lavoro svolto.
  Quindi, la conversione del decreto-legge Ilva e gli emendamenti che sono stati presentati, a cui il Governo guarderà con molta attenzione: è evidente che questo potrebbe dare immediatamente anche la risposta alle istanze degli autotrasportatori, nonché ovviamente a quelle degli altri lavoratori. Concretamente, quella è la strada che il Governo ha individuato. Anche nell'incontro, che credo si stia tenendo oggi, tra gli autotrasportatori e le autorità verrà sottolineato questo aspetto.
  Ricordo ovviamente che il Ministero, per quanto di sua competenza, nel rapporto costante con le associazioni di categoria, l'associazione complessiva di categoria dell'autotrasporto merci, continua a monitorare questa situazione e, ovviamente, le situazioni più complesse che riguardano il mondo dell'autotrasporto. Colgo l'occasione per sottolineare – ho concluso, Presidente – la grande responsabilità che si è sempre avuta da parte del settore dell'autotrasporto, anche in occasione dell'ultima legge di stabilità, nel vivere la propria responsabilità di essere uno dei fornitori principali nel nostro Paese e altrettanto nel comprendere come questa crisi possa essere affrontata tutti insieme. Mi auguro che nei prossimi giorni, in sede di conversione, le prime risposte concrete potranno arrivare.

  PRESIDENTE. L'onorevole Squeri ha facoltà di replicare.

  LUCA SQUERI. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per la risposta. Devo, però, ribadire l'importanza che poi si riempiano di contenuti le parole perché sappiamo che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Giustamente il Ministro faceva riferimento al veicolo normativo attualmente in discussione al Senato e agli emendamenti presentati in modo da poter dare risposte esaurienti al problema. Nello specifico, le ricordo: la possibilità di compensare l'IVA anticipata dai trasportatori allo Stato per quanto riguarda le fatture emesse, ma non ancora riscosse; la possibilità di utilizzare le risorse del Fondo di garanzia destinate alla sezione speciale per l'autotrasporto e, dunque, poter cedere il credito rispetto sempre alle fatture concernenti l'IVA; in ultimo, l'applicazione, anche ai versamenti IVA, INAIL e IRAP, della procedura prevista per sospendere la riscossione delle imposte nelle situazioni ritenute eccezionali.
  Pertanto, davvero mi aspetto che questa attenzione espressa dal Ministro si produca in fatti, non solo per far sì che i trasportatori possano vedere soddisfatti i loro diritti, ma anche per evitare quei disagi che i cittadini dovrebbero affrontare nel caso in cui i trasportatori, vedendo inascoltate le proprie richieste, mettessero Pag. 13in atto iniziative che sappiamo essere molto importanti in termini di disagio per i cittadini.

(Iniziative in relazione alla situazione produttiva ed occupazionale del comparto aeroportuale italiano, con particolare riferimento alla tutela dei livelli occupazionali della società Groundcare – n. 3-01270)

  PRESIDENTE. L'onorevole Zaratti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01270, concernente iniziative in relazione alla situazione produttiva ed occupazionale del comparto aeroportuale italiano, con particolare riferimento alla tutela dei livelli occupazionali della società Groundcare (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  FILIBERTO ZARATTI. Grazie Presidente, signor Ministro, il 30 e il 31 dicembre 2014 la società Groundcare, che è la principale società handling dell'aeroporto di Fiumicino, ha consegnato 450 lettere di licenziamento ai lavoratori, ai quali, peraltro, si è cercato anche, diciamo, di estorcere la sottoscrizione di una liberatoria al fine di rinunciare al pagamento del mancato preavviso. Molti di questi lavoratori stanno facendo lo sciopero della fame. Noi vogliamo sapere cosa intenda fare il Governo per affrontare il problema della crisi occupazionale nel comparto aeroportuale, che, peraltro, invece è in larga crescita, e cosa intenda fare, in particolare, per fare riassorbire i 450 lavoratori e garantirgli il diritto all'occupazione.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Zaratti e gli altri colleghi del gruppo SEL che hanno posto all'attenzione del Governo questa interrogazione. Tra l'altro, questo tema è già stato trattato più volte qui in Parlamento e proprio in questa forma e in questa occasione, l'ultima il 10 dicembre dello scorso anno, a testimonianza della grande attenzione che il Parlamento, da una parte, e lo stesso Governo, dall'altra, hanno, non solo riguardo alla questione di Groundcare, ma più in generale al tema delle politiche del trasporto aereo e dell'occupazione. Ricordo gli altri temi su cui noi siamo stati continuamente impegnati: da una parte, la crisi Alitalia e la soluzione della crisi Alitalia e, dall'altra, quella, ancora aperta, nel collegamento con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, con il Ministero dello sviluppo economico e il nostro Ministero, dei lavoratori di Meridiana, che certamente riguarda il tema dei lavoratori riferiti al settore di cui Groundcare fa parte.
  Ricordo anche, prima di entrare nel merito e dare un aggiornamento rispetto alla risposta che avevamo fornito il 10 dicembre 2014, che il Governo e il Parlamento all'unanimità hanno concordato di proseguire e di prolungare l'attività del Fondo speciale per il trasporto aereo, proprio riguardo all'attenzione dovuta e doverosa ad un settore, che certamente presenta degli aspetti di crescita, ma che, contemporaneamente, è uno dei settori che più sta vivendo le dinamiche della crisi, da una parte, e dello sviluppo concorrenziale di alcuni settori, dall'altra. Pensiamo al tema delle low cost e pensiamo, ovviamente, al tema della concorrenza riguardo ai servizi di cui evidentemente Groundcare fa parte. Per quanto riguarda l'aggiornamento concernente le richieste che lei ci ha chiesto, le fornisco alcuni elementi che ci sono stati dati dall'ENAC.
  Il giudice della sezione fallimentare del tribunale di Civitavecchia, lo scorso 31 gennaio, ha autorizzato il curatore a continuare l'esercizio dell'impresa della società fallita fino al 20 febbraio prossimo. La direzione sistema aeroporti Lazio dell'ENAC ha appreso, al momento solo per le vie brevi, dalla società acquirente Aviation Services SpA – sa anche questo e su questo ci siamo più volte impegnati – che l'atto di vendita dell'intero compendio Pag. 14aziendale con il curatore fallimentare di Groundcare sarebbe stato siglato nella tarda serata del 3 febbraio 2015. Al momento non sono pervenuti ulteriori documenti esplicativi. Pertanto ho disposto, anche a seguito della sua interrogazione, ulteriori verifiche che sono ancora in corso a testimonianza del fatto che il Ministero vuole assolutamente seguire passo dopo passo la soluzione e anche la tutela di quei lavoratori che ovviamente sono stati coinvolti dalla crisi di Groundcare.

  PRESIDENTE. Concluda.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Concludendo, signor Presidente e ringraziandola della sua pazienza, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ha attivato, tramite il proprio ufficio territoriale, le verifiche di competenza volte ad accertare la fattispecie che lei qui ha denunciato. Confermo l'intenzione del Governo di continuare a seguire la vertenza Groundcare e di favorire tutte le proposte che possano tutelare nel miglior modo possibile la difesa dei lavoratori.

  PRESIDENTE. L'onorevole Zaratti ha facoltà di replicare, per due minuti.

  FILIBERTO ZARATTI. Apprezzo la gentilezza della sua risposta, Ministro, ma non ne condivido la sostanza perché ancora una volta la sua risposta è lacunosa e fumosa rispetto, invece, a questioni che sono assolutamente concrete come il fatto che 450 lavoratori si sono trovati in mezzo alla strada. Rispetto a questo non riusciamo a capire qual è l'iniziativa che il Governo intende prendere nel concreto per cercare di affrontare il problema e risolverlo. Peraltro, il fatto che alcuni lavoratori continuino a fare lo sciopero della fame implica il fatto che ci debba essere da parte del suo Ministero un'attenzione particolare e assoluta anche perché ci troviamo di fronte ad un'importante crescita del comparto. Il solo aeroporto di Fiumicino ha aumentato di un milione di passeggeri il proprio traffico annuale: questo semplicemente per dare un dato. Potremmo darne moltissimi altri che testimoniano tale crescita. A fronte di questo, si continua a licenziare.
  Si continuano a perdere posti di lavoro e questo non è assolutamente accettabile. Addirittura le aziende che subentrano si rifiutano di applicare la clausola sociale, ovvero l'unico istituto contrattuale di tutela occupazionale che prevede la riprotezione del dipendente e che, qualora fosse rispettata, eviterebbe l'espulsione di centinaia e centinaia di lavoratori. Credo che il vostro Governo debba necessariamente prestare maggiore attenzione a questo tipo di problemi perché, nelle situazioni dove c’è una crisi economica, si licenzia e, nelle situazioni dove c’è un'espansione economica, si licenzia altrettanto. Vogliamo capire come il Governo pensa di risolvere il problema di un tasso di disoccupazione enorme che c’è nel nostro Paese: il più grande degli ultimi trent'anni della nostra storia.

(Intendimenti in ordine al coinvolgimento delle province di Enna e Caltanissetta nell'ambito della realizzazione del collegamento ferroviario Palermo-Catania – n. 3-01271)

  PRESIDENTE. L'onorevole Pagano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01271 concernente intendimenti in ordine al coinvolgimento delle province di Enna e Caltanissetta nell'ambito della realizzazione del collegamento ferroviario Palermo-Catania (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  ALESSANDRO PAGANO. Signor Presidente, con una precedente interrogazione del 2 ottobre 2014 a firma del sottoscritto e dell'onorevole Cancelleri – quindi assolutamente trasversale – si chiedeva al signor Ministro quali fossero gli orientamenti circa la tratta Palermo-Catania, se venissero bypassate le province di Caltanissetta Pag. 15e Enna, rischio paventato dai progetti che fino a quel momento erano stati presentati.
  Devo dire che il Ministro in quell'occasione fu chiaro ed autorevole e diede un atto di indirizzo che non escludeva assolutamente l'attraversamento delle province di Enna e Caltanissetta mediante il raddoppio della tratta già esistente. Il problema però successivamente è nato a seguito della presentazione del progetto lo scorso 23 gennaio 2015. Sul sito si troveranno tutte le informazioni del caso, Ministro, ma lei ovviamente tutte queste cose le sa e avrà visto anche come il raddoppio della tratta riguarda la parte orientale della Sicilia, quindi di fatto la più veloce, quella che non serviva mentre continua a restare assolutamente carente...

  PRESIDENTE. Concluda.

  ALESSANDRO PAGANO. ... si pensi che ci sono appena due milioni di finanziamento da parte dell'ANAS in quella che è la parte più lenta, quella che, guarda caso, era stata oggetto della nostra prima interrogazione. Lei comprenderà che i territori hanno bisogno che il dubbio venga fugato ...

  PRESIDENTE. Grazie.

  ALESSANDRO PAGANO. ...e soprattutto chiediamo notizie circa il progetto preliminare che è la vera, unica garanzia qualora venisse completato nei termini che lei ha dato...

  PRESIDENTE. La ringrazio.
  Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, onorevole Pagano, la ringrazio, anche qui, per la questione che lei ha posto: ha fatto bene a ricordare, con la sua solita forza, che questo tema è già stato affrontato, come precedentemente anche su un altro tema, in questa sede e secondo questo strumento.
  Lei, onorevole Pagano, sa molto bene che, rispetto a quel tempo, molte più certezze e molti più fatti sono accaduti riguardo alle questioni che giustamente lei aveva sollevato, nel senso che quella tratta complessiva del raddoppio ferroviario Palermo-Messina-Catania è stata ritenuta fondamentale e strategica da parte del Governo; abbiamo nominato un commissario con il provvedimento «sblocca Italia»; abbiamo individuato e messo le risorse e abbiamo esattamente recepito – perché è giusto e perché è doveroso – anche un cambio di progettazione e di tragitto che possa permettere ciò perché Rete ferroviaria italiana e il Ministero ritengono sia assolutamente fondamentale il tracciato della tratta Fiumetorto-Raddusa-Agira. Quindi, le confermo che si svilupperà a doppio binario secondo la proposta del Comitato di pilotaggio del contratto istituzionale di sviluppo lungo il corridoio.
  Domani, il Comitato di attuazione e sorveglianza del CIS formalizzerà l'approvazione della proposta del citato Comitato ed autorizzerà RFI a procedere immediatamente allo sviluppo del progetto preliminare, necessario ad acquisire i pareri e le autorizzazioni. Questo è un passaggio fondamentale, onorevole Pagano, proprio perché lei sa che, prima di appaltare un'opera e di stanziare le risorse per quell'opera, è necessario, ovviamente, che ci sia il progetto preliminare, che siano acquisiti i pareri. Prima della sua interrogazione eravamo solo alle intenzioni, oggi da questo punto di vista, non ci sono solo fatti, ma, certamente, certezze che possano andare in quella direzione.
  Pertanto, la progettazione verrà realizzata già a partire dai prossimi giorni e i relativi costi troveranno copertura all'interno delle somme già stanziate per l'intero corridoio. Quindi, abbiamo le risorse stanziate per l'intero corridoio; il 1o novembre devono partire, come da provvedimento «sblocca Italia», i lavori sull'intera tratta e partiranno, ovviamente, dai Pag. 16progetti che sono più avanti, come lei ha ricordato. Ma i finanziamenti complessivi, RFI ha avuto l'ordine da parte del Ministero che debbano servire, mentre si parte per l'appalto dei lavori e la realizzazione di quel tratto, a coprire la progettazione, a far andare avanti parallelamente e portare a recuperare, purtroppo drammaticamente, il ritardo che ha visto attraverso la progettazione.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Solo in questo modo avremo esattamente adempiuto e risposto non solo alle sue preoccupazioni, ma al fatto che anche il Dipartimento dello sviluppo e della coesione economica ritiene la centralità delle province di Enna e Caltanissetta nella strategia di sviluppo del servizio ferroviario attraverso, ovviamente, la scelta del percorso della linea storica. Spero di aver dato delle risposte molto concrete, delle certezze, che, poi, sono fatti che lei potrà misurare.

  PRESIDENTE. L'onorevole Pagano ha facoltà di replicare, per due minuti.

  ALESSANDRO PAGANO. Mi ritengo molto soddisfatto, signor Ministro; comprenderà che la preoccupazione era legittima, perché lei, che conosce bene la Sicilia, capirà che, nel momento stesso in cui veniva raddoppiato il tratto della Sicilia orientale, che era, guarda caso, quello più efficiente dove la media oraria era già elevata e invece restava inadeguata, addirittura senza progetto preliminare, la tratta della Sicilia occidentale, il rischio che il raddoppio non si concretizzasse era reale, concreto.
  Lei sa bene che il progetto originario prevedeva la nascita di una supergalleria di oltre 60 chilometri, che avrebbe deturpato l'ambiente, avrebbe bypassato i territori della Sicilia centrale, che, oltre ad Enna e Caltanissetta riguardano anche la provincia di Agrigento – stiamo parlando di un milione di abitanti –, e avrebbe condannato definitivamente all'oblio, per non dire alla povertà economica definitiva, per almeno cento anni, quei territori. Quindi, era chiaro che la preoccupazione era forte, era intensa e l'abbiamo manifestata in tutti i modi possibili e immaginabili.
  Del modo in cui lei ci ha risposto diciamo che siamo contenti, perché il progetto preliminare, così come ha detto, deve essere ultimato in tempi rapidissimi – e su questo, ci consentirà, il Parlamento vigilerà insieme a lei perché tutto questo si realizzi –, al fine di evitare qualsiasi fuga in avanti da parte di chicchessia. Questo ci rende contenti, però, Ministro, tenga conto che ci sono in questo momento – e concludo – soltanto 2 milioni di euro a disposizione, quindi un'inezia, per quel tratto su cui stiamo ragionando.
  Allora il rischio qual è ? È che da qui fino al 2020, perché il periodo che lei ha indicato è proprio fino al 2020, noi continueremo ad assistere a un arretramento economico e culturale di quei territori. Dopo aver incassato l'ottimo risultato, e gliene siamo veramente grati a nome di tutta la Sicilia, forse uno sforzo anche nella direzione di rimpinguare prima del tempo questo capitolo sarebbe un'ottima iniziativa.

(Elementi in merito alla realizzazione dell'autostrada Roma-Latina prevista dal progetto del Corridoio tirrenico meridionale – n. 3-01272)

  PRESIDENTE. L'onorevole Fauttilli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01272, concernente elementi in merito alla realizzazione dell'autostrada Roma-Latina prevista dal progetto del Corridoio tirrenico meridionale (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  FEDERICO FAUTTILLI. Signor Presidente, Ministro, con questa interrogazione le chiediamo di fornire indicazioni precise volte a confermare il cronoprogramma annunciato del progetto del Corridoio tirrenico meridionale, ovvero del sistema Pag. 17intermodale integrato Pontino Roma-Latina e Cisterna-Valmontone, quindi il collegamento con l'autostrada del Sole, e della variante stradale Pedemontana di Formia, nonché sollecitare, nell'ambito delle sue competenze, delle competenze del suo Ministero, la definizione della vicenda che interessa la strada statale 156 dei Monti Lepini...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Fauttilli.

  FEDERICO FAUTTILLI. Mi avvio a concludere, signor Presidente. Ciò in quanto sono tutte infrastrutture strategiche necessarie per il rilancio e la crescita economica della provincia e del Lazio sud.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, starò, come sempre, nei tre minuti; l'onorevole Fauttilli ha posto la questione relativa, appunto, alla statale 7 nel comune di Formia che rientra nell'itinerario della A12 Pontina-Appia. L'infrastruttura, come l'onorevole Fauttilli sa, si svilupperà in variante rispetto alla strada esistente, con andamento pedemontano per una lunghezza complessiva di circa 7,3 chilometri: strada extraurbana secondaria con due corsie tipo C2.
  Le opere principali risultano tre gallerie naturali di lunghezza complessiva pari a 2,3 chilometri, cinque gallerie artificiali per uno sviluppo complessivo di un chilometro e cinque viadotti per uno sviluppo complessivo di 0,8 chilometri. La realizzazione della variante consente di bypassare il centro abitato di Formia, creando un collegamento alternativo a quello che oggi è già esistente, rappresentato dall'arteria urbana di scorrimento della statale 7 via Appia.
  Per tale intervento era stato elaborato, nell'ambito delle procedure previste dalla legge «Obiettivo», un progetto per la realizzazione di una strada a quattro corsie di lunghezza pari a 11 chilometri per un importo complessivo di 760 milioni di euro. Il progetto inviato per l'approvazione e per il relativo finanziamento 2010, non ha mai ottenuto l'approvazione da parte del CIPE. Il comune di Formia, al fine di contenere i costi di intervento, lo scorso anno ha elaborato uno studio di fattibilità per individuare soluzioni meno onerose, pur mantenendo la strategicità e la funzionalità dell'opera. È stata quindi sviluppata una soluzione alternativa condivisa con il comune dove è previsto che l'ANAS provvederà ad aggiornare la convenzione con comune, regione e Ministero per lo sviluppo del progetto e la realizzazione dell'opera.
  Tale intervento, quindi, realizzerà una strada extraurbana secondaria con due corsie per senso di marcia che, oltre a migliorare il collegamento stradale per l'attraversamento dell'abitato di Formia, consentirà una sensibile riduzione dei tempi di percorrenza. L'importo complessivo ammonta a circa 160 milioni di euro e, quindi, su questo aspetto procediamo, perché è importantissimo, con certezza dei tempi e urgenza di realizzazione.
  Per quanto, infine, concerne la prima parte della sua interrogazione, che è quella più strategica, più complessiva, che riguarda il Corridoio tirrenico meridionale, la informo che il prossimo 18 febbraio scadranno i termini di presentazione delle offerte dei concorrenti preselezionati. La prima seduta pubblica è prevista per il 25 febbraio 2015, l'aggiudicazione della gara di concessione avverrà, quindi, presumibilmente entro la prossima estate. Le attività del concessionario, previa stipula del contratto, pertanto, potranno iniziare entro l'anno in corso con l'apertura dei primi cantieri agli inizi del 2016.
  Per quanto riguarda, infine, la statale 156 dei Monti Lepini, informo che a partire dal 1o febbraio 2002, la gestione della strada è stata trasferita alla regione Lazio, così come previsto dal decreto legislativo n. 112 del 1998.
  Ho affrontato le tre questioni che lei mi aveva posto, mi auguro sia soddisfatto.

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  PRESIDENTE. Esattamente nei tempi degli interventi precedenti, signor Ministro.
  L'onorevole Fauttilli ha facoltà di replicare.

  FEDERICO FAUTTILLI. Grazie, Presidente, e grazie anche a lei, Ministro, per la risposta, sia per quanta riguarda la Pedemontana di Formia che le altre due infrastrutture estremamente importanti e strategiche, come lei ha voluto sottolineare. Mi riferisco all'autostrada Roma-Latina e Cisterna-Valmontone, oltre che alla strada statale 156.
  Per quanto riguarda l'autostrada Roma-Latina, l'infrastruttura, in verità, ha avuto un iter burocratico complicato, conclusosi solo in data 2 agosto 2013 con l'approvazione definitiva del CIPE e con la registrazione presso la Corte dei conti. Quindi, oltre alle difficoltà procedurali, il progetto è stato osteggiato molto da coloro che, temendo l'impatto sul territorio, hanno sempre puntato, piuttosto, alla messa in sicurezza dell'attuale tracciato della strada regionale 148, Pontina. Ma la sola messa in sicurezza della Pontina non risolverebbe, tuttavia, la criticità che esiste ormai da anni, e non porterà ad una riduzione del traffico sul raccordo anulare di Roma, mentre l'attuale progetto, grazie ad una serie di svincoli tra la nuova autostrada e l'Ostiense, la Cristoforo Colombo e la Roma-Fiumicino, permetterà di fluidificare il traffico, sia in entrata che in uscita da Roma, oggi penalizzato, di fatto, con l'unica via di accesso a Roma che è l'attuale Pontina.
  Infine, voglio anche soffermarmi un attimo sul ritardo dei lavori riguardanti l'adeguamento della strada statale 156 dei Monti Lepini, perché è vero, come lei ha detto, che ormai è di competenza della regione Lazio, però credo che anche il Ministero delle infrastrutture possa intervenire, essendo questa un'infrastruttura estremamente importante per il Corridoio plurimodale tirrenico-nord Europa, in quanto assicura il collegamento dell'asse pontino in prosecuzione verso sud della direttrice Civitavecchia-Roma-Napoli-Salerno-Reggio Calabria.

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Fauttilli.

  FEDERICO FAUTTILLI. Ecco, Ministro, le conferme che lei oggi ci ha dato sono sicuramente estremamente importanti, però auspichiamo che queste conferme possono tradursi veramente non, purtroppo, come negli anni passati, in fatti concreti...

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole.

(Intendimenti in ordine al possibile inserimento dell'aeroporto «Gino Lisa» di Foggia tra gli scali nazionali – n. 3-01273)

  PRESIDENTE. L'onorevole Di Gioia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01273, concernente intendimenti in ordine al possibile inserimento dell'aeroporto «Gino Lisa» di Foggia tra gli scali nazionali (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, signor Ministro, siamo di nuovo qui, io e la collega Mongiello, a difendere gli interessi di una realtà che è stata penalizzata e che lei ovviamente non vuol prendere in considerazione. Mi auguro che nella sua risposta – perché ovviamente l'interrogazione ce l'ha sotto gli occhi – ci siano degli elementi positivi che fanno ovviamente rimettere in moto una situazione ferma da parecchio tempo, di cui ovviamente le responsabilità sono delle istituzioni. Mi riferisco, per esempio, ai 14 milioni di euro che ancora non sono sbloccati; per esempio, alla VIA che ancora oggi non viene ad essere rilasciata, e, per esempio al decreto che lei ha emanato qualche tempo fa – e concludo – per l'aeroporto di Crotone. A me fa piacere, ma ci farebbe molto più piacere che lei desse delle risposte immediate e forti per ciò che riguarda l'aeroporto di Foggia.

Pag. 19

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie, signor Presidente. L'onorevole Di Gioia ha, con i soliti vigore, forza e passione, sottolineato per l'ennesima volta il tema – non è la prima volta che mi ritrovo a rispondere ad una interrogazione in merito – dell'aeroporto «Gino Lisa» di Foggia. Mi dispiace per quell’«ovviamente», nel senso che il lavoro che noi cerchiamo di fare per tutti gli aeroporti nazionali, compreso quello di Foggia, è quello finalmente di dotarci di un piano strategico di sviluppo complessivo degli aeroporti d'Italia, che razionalizzi, che dia delle priorità, che detti delle regole a cui tutti possano partecipare. Mi riferisco all'atto di pianificazione della rete aeroportuale nazionale e delle azioni di razionalizzazione che sono state adottate dal Consiglio dei ministri il 25 settembre 2015.
  Onorevole Di Gioia, la sua competenza è nota e, quindi, sa molto bene il contenuto di questo atto di pianificazione.
  Le due condizioni che sono contenute nell'atto di pianificazione: specializzazione dello scalo funzionale, sistema del bacino, raggiungimento dell'equilibrio economico finanziario anche tendenziale. Questo schema di decreto del Presidente della Repubblica è andato in sede di Conferenza Stato-regioni, abbiamo fatto molti confronti e fra due settimane sarà sottoposto al parere prescritto per il decreto del Presidente della Repubblica.
  Nel corso del confronto con la Conferenza è emersa l'esigenza condivisa di prevedere una norma transitoria che sancisca in sede di prima applicazione che i gestori degli aeroporti, che allo stato non sono inseriti negli scali di interesse nazionale – e l'aeroporto «Gino Lisa» in questo momento non è inserito all'interno degli aeroporti di interesse nazionale – entro e non oltre un anno dalla data di entrata in vigore dello stesso decreto, presentando la documentazione dimostrativa del possesso delle condizioni dette prima, su cui il Governo, ma credo lo stesso Parlamento, le stesse regioni e compreso lei, non possono tornare indietro... perché se non ci diamo finalmente per gli aeroporti, per i porti, per tutte le nostre grandi infrastrutture, uno schema di razionalizzazione, di priorità, di regole precise, poi non è che si difendono gli aeroporti: gli aeroporti chiudono e pagano come al solito i cittadini.
  Allora, date quelle regole che rimangono, abbiamo deciso una norma transitoria che è stata inserita, che permetterà agli aeroporti che in questo momento non sono esclusi, entro un anno, signor Presidente, dall'approvazione del decreto del Presidente della Repubblica, di poter utilizzare – quindi anche l'aeroporto di Foggia, se l'aeroporto di Foggia rientrerà all'interno di questi criteri – questa norma per essere legittimamente inseriti all'interno degli aeroporti di interesse nazionale.
  Quindi, la regione Puglia, quindi i soggetti interessati potranno e dovranno lavorare nella direzione che è prevista dal nostro schema di decreto presidenziale.

  PRESIDENTE. L'onorevole Di Gioia ha facoltà di replicare per due minuti.

  LELLO DI GIOIA. Ancora una volta mi debbo ritenere insoddisfatto della sua risposta, perché lei sistematicamente e da un periodo di tempo a questa parte ci dice le stesse cose.
  Guardi, signor Ministro, sono d'accordo con lei che bisogna razionalizzare, ma come si può pensare di far rientrare un aeroporto come il «Gino Lisa» nell'ambito del sistema nazionale degli aeroporti, nel momento in cui non si sblocca, per esempio, la questione della VIA, nel momento in cui non si dà a questo aeroporto la possibilità di competere con gli altri ? E, quindi, è chiaro che anche questa norma transitoria di cui lei parlava è semplicemente una questione per prendere in giro la cittadinanza e la popolazione dauna. Perché non ci sono gli strumenti per fare in modo che questo aeroporto possa rientrare in quelli che sono i canoni e le questioni che lei ha detto poco fa.
  Io, invece, le dico con molta chiarezza: guardi quello che è accaduto nel passato, Pag. 20l'aeroporto di Foggia può ed è in grado di essere competitivo nel sistema regionale e anche nel sistema nazionale. Dovrebbe guardare questi dati per dire che dobbiamo fare in modo che, al di là delle norme, dobbiamo dare una risposta chiara a quell'aeroporto che è in grado di reggere, come ha fatto giustamente, e lo ripeto con grande forza, con l'aeroporto di Crotone.
  Ecco, queste sono delle risposte che lei deve dare e le deve dare con grande responsabilità perché vi è una popolazione intera che aspetta una risposta chiara dal suo Ministero e dal Ministero dell'ambiente.

(Intendimenti circa le modalità di sviluppo delle annunciate procedure di riqualificazione del personale giudiziario – n. 3-01274)

  PRESIDENTE. L'onorevole Mazziotti Di Celso ha facoltà di illustrare l'interrogazione Dambruoso n. 3-01274, concernente intendimenti circa le modalità di sviluppo delle annunciate procedure di riqualificazione del personale giudiziario (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, l'interrogazione riguarda il personale dell'amministrazione della giustizia che riveste naturalmente un ruolo fondamentale nel funzionamento di tutti gli uffici giudiziari, dagli ufficiali giudiziari, ai cancellieri, gli informatici, gli archivisti e tutti quanti gestiscono il sistema e che vivono in questo momento un periodo di difficoltà anche per mancanza di organico, perché per effetto e anche in relazione all'accorpamento dei diversi uffici giudiziari, paradossalmente si sono create anche situazioni di difficoltà maggiore in alcuni uffici.
  Pur essendo giustissima la razionalizzazione, in questo momento, le mancanze di organico in alcuni uffici giudiziari sono aumentate e, dal punto di vista economico, oltre al blocco che ha interessato tutto il settore pubblico, c’è una serie di altre situazioni, dal mancato avanzamento di carriera, alle riduzioni dei premi di produttività, altre situazioni riguardanti ad esempio il Fondo unico di amministrazione...

  PRESIDENTE. Concluda, Mazziotti Di Celso.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. ...che creano delle difficoltà. Per questo, avendo il Ministro spesso manifestato l'intendimento di valorizzare e riqualificare il personale, chiediamo quali siano gli intendimenti del Ministro al riguardo.

  PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, vorrei ringraziare l'onorevole Mazziotti Di Celso per l'interrogazione che è stata presentata perché, come sa, sin dall'inizio del mio mandato, ho prestato una profonda attenzione alle politiche del personale amministrativo, riservando non casualmente il mio primo incontro da Ministro alle rappresentanze sindacali del personale e ciò, nella consapevolezza che questo problema sia uno dei vulnus più significativi nel funzionamento del nostro servizio giustizia.
  Questo mi ha anche indotto a definire una strategia da realizzarsi, non solo attraverso la riqualificazione del personale attualmente in servizio, ma anche attraverso l'ingresso di nuove risorse, con l'avvio di percorsi di valorizzazione delle personalità mediante un'adeguata formazione.
   È in questa prospettiva che ho provveduto ad avviare la copertura dell'attuale vacanza di organico, realizzando, per la prima volta dopo circa vent'anni, una decisa inversione di tendenza rispetto al quadro che vedeva i nostri organici perdere circa mille unità all'anno. Con il bando pubblicato il 20 gennaio, si realizza il reclutamento in mobilità extracompartimentale di 1.031 unità, alle quali vanno aggiunti oltre 200 reclutamenti già avviati con altri meccanismi.Pag. 21
  A fronte di questo sforzo, il Governo sta ricercando le risorse e gli strumenti per aprire a nuovi ingressi nell'amministrazione della giustizia e, da questo punto di vista, il fondamentale tema della riqualificazione non può prescindere da tali scelte, in primo luogo, dalle politiche sulla mobilità che sono state di recente avviate, valorizzando la mobilità del personale degli enti di area vasta.
  In proposito, ricordo come la legge di stabilità per il 2015 è intervenuta sul tema, prescrivendo che, nelle procedure di mobilità del personale delle province, si procede in via prioritaria alla ricollocazione presso gli uffici giudiziari.
  Nella recente circolare del Ministero per la semplificazione della pubblica amministrazione viene peraltro ribadito l'avvio prioritario alla ricollocazione presso gli uffici giudiziari del personale delle province, indicandosi la possibilità di utilizzare il Fondo, di cui all'articolo 30, comma 2, del decreto legislativo n. 165 del 2001 anche per la mobilità volontaria.
  Mi preme ricordare che, in tale percorso, si è determinata una stretta e proficua collaborazione con il Ministero della funzione pubblica, con il quale, proprio in un incontro recente, abbiamo analizzato tutte le questioni relative alle problematiche del personale del comparto giustizia, ivi compresa quella di avvalersi delle istituzioni pubbliche preposte alla formazione nelle amministrazioni pubbliche.
  Rispetto al tema delle risorse destinate al FUA, voglio assicurare l'onorevole interrogante che è stato previsto per il prossimo triennio uno stanziamento pari a 97,5 milioni di euro.
  Quanto invece al tema delle risorse da destinare alla riqualificazione del personale, rilevo che esse devono necessariamente presentare il carattere della effettiva disponibilità e della stabilità. A tal fine, venendo alla richiesta specifica sul punto dell'interrogante, rilevo come le risorse del Fondo unico giustizia, di cui all'articolo 2, comma 7, del decreto-legge n. 143 del 2008, non presentino tali caratteristiche.

  PRESIDENTE. Concluda, Ministro.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Tali risorse, infatti, sono, di volta in volta, assegnate sulla base di una procedura prevista dalla medesima disposizione, che non è detto garantisca la stabilità temporale e la disponibilità finanziaria necessaria. Si assicura invece che si stanno ricercando le risorse per procedere a una strategia di riqualificazione del personale, che saranno rinvenute nell'ambito delle dotazioni finanziarie stabili, ritenendo tale obiettivo una priorità, al pari della diminuzione dei vuoti di organico.
  A tal fine, il Ministero si impegnerà ad individuare tali risorse all'interno delle dotazioni previste dalla legge di stabilità.

  PRESIDENTE. L'onorevole Mazziotti Di Celso ha facoltà di replicare per due minuti.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Signor Presidente, signor Ministro, ringrazio per le informazioni fornite, in particolare sia riguardo all'aumento dell'organico, che sicuramente è un aspetto fondamentale per l'efficienza del servizio ai cittadini e anche per i chiarimenti forniti in relazione all'utilizzo del Fondo unico giustizia.
  Chiaramente l'auspicio è quello di vedere effettuato quell'ultimo lavoro di cui ha parlato il Ministro e, cioè, la ricerca dei fondi necessari per la riqualificazione anche economica oltre che per l'aumento dell'organico dei dipendenti del settore della giustizia, perché la situazione economica di questo personale pubblico è stata, diciamo, pregiudicata rispetto ad altri in questi ultimi anni e, quindi, non si tratta soltanto di aumentare il personale, cosa che è fondamentale, ma anche di valorizzarlo e di motivarlo e, quindi, di gestirne la progressione economica.

(Iniziative normative in materia di depenalizzazione dei reati relativi alle occupazioni abusive di beni altrui – n. 3-01275)

  PRESIDENTE. L'onorevole Rampelli ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Pag. 22Giorgia Meloni n. 3-01275, concernente iniziative normative in materia di depenalizzazione dei reati relativi alle occupazioni abusive di beni altrui (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

  FABIO RAMPELLI. Grazie Presidente. Ministro Orlando, in uno degli innumerevoli provvedimenti «svuota carceri» che Renzi e la sinistra hanno approvato, con il voto contrario di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, si delega il Governo a depenalizzare, tra gli altri, anche i reati di occupazione abusiva di immobili e la deviazione di corsi d'acqua. Sia il primo sia il secondo reato sono motivo di allarme sociale. Ricordo l'esondazione drammatica di torrenti a Genova e il caso degli alloggi popolari occupati abusivamente dai nomadi a Milano, penalizzando ovviamente le famiglie regolarmente in graduatoria.
  Domanda per il signor Ministro: in questi casi la denuncia parte automaticamente, perché le case popolari sono di proprietà pubblica, oppure la querela di parte è necessaria perché i vecchi Istituti autonomi case popolari sono diventati aziende gestite privatisticamente ?

  PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, onorevole Rampelli, purtroppo la vicenda di Genova non nasce da un privato che ha ostruito un corso d'acqua, ma da una situazione ben più drammatica che non credo sarebbe risolta, diciamo, con sanzioni penali rispetto a questo tema.
  Per quanto riguarda, invece, la questione su cui lei propone l'interrogazione, le ricordo che si tratta dell'esercizio di una delega prevista nella legge 28 aprile 2014, n. 67, che prevede, appunto, il riordino delle pene detentive non carcerarie e la riforma del sistema sanzionatorio.
  Qui vorrei non girare tanto intorno alla questione. Cosa dice la delega sostanzialmente ? Afferma che vi è una serie di reati che sostanzialmente oggi non sono perseguiti perché sono molti di più rispetto a quelli che le procure riescono effettivamente a perseguire. Si tratta di circoscrivere esattamente l'ambito ragionevole sulla base del numero di reati che le procure riusciranno effettivamente a perseguire, perché la proliferazione di reati non ha aumentato la deterrenza e la capacità punitiva dello Stato ma molto spesso, invece, questo ha determinato un fallimento dell'azione penale.
  Dunque, si tratta di circoscrivere i reati sui quali effettivamente si può intervenire. Ma la delega non dice soltanto questo ma anche un'altra cosa: ossia bisogna individuare quei reati rispetto ai quali c’è più deterrenza, intervenendo con sanzioni di carattere amministrativo o con sanzioni di carattere civile. Se non si riesce a dimostrare questo, l'esercizio della delega prevede la possibilità che questi reati, compresi quelli che lei ha indicato, possano essere derubricati e non più presi in considerazione.
  Cosa voglio dire ? Voglio dire sostanzialmente questo: se riusciamo a dimostrare che c’è un meccanismo che tutela più rapidamente, chi vede occupato un bene, di quanto non faccia un'azione di carattere penale, che deve scontare tre gradi di giudizio e poi magari arrivare a conclusione molto dopo, da quando si è determinata l'occupazione, se riusciamo a dimostrare questo, noi crediamo di riuscire a creare un dato di deterrenza più forte. Da questo punto di vista, siamo disponibili al confronto anche con gli interroganti per dimostrare che questo meccanismo ha maggiore deterrenza ed è più utile per chi vede leso un proprio diritto. Se non saremo in grado di dimostrare questo ci sono i meccanismi, all'interno dell'esercizio delle delega, per riconsiderare la scelta che è indicata dal Parlamento.

  PRESIDENTE. L'onorevole Rampelli, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare per due minuti.

  FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, la confusione della risposta induce l'interrogante Pag. 23a ritenere che effettivamente sarà possibile occupare immobili dell'ex Istituto autonomo case popolari, attuali aziende di edilizia residenziale pubblica gestite privatisticamente senza, appunto, incorrere nei reati per come tradizionalmente erano concepiti e interpretati anche da coloro i quali le occupazioni abusive le facevano, guarda un po’ il caso quasi sempre collocati a sinistra o, comunque, nell'alveo della sinistra, nell'area della sinistra, elettori di sinistra.
  Mi riferisco sicuramente a nomadi e a clandestini, ma anche ai centri sociali, i quali spesso e volentieri svolgono attività a dispetto dell'articolo 42 della Costituzione, che tutela la proprietà privata, occupando anche edifici privati e avranno la possibilità di farlo. Capisco il messaggio che lancia il Ministro e saremo qui disponibilissimi a lavorare e a confrontarci se ci sarà un margine per evitare che questa fattispecie possa concretizzarsi, altrimenti dovremo immaginare che torna su zampe di colomba una specie di antico vezzo comunista di non rispettare la proprietà privata. Si passa praticamente dalle vetuste politiche di esproprio proletario e di nazionalizzazione dei beni privati alle sole sanzioni pecuniarie per chi occupa terreni e case di cittadini onesti. Visto che ci siamo, se ritenete che le tradizionali sanzioni non siano efficaci, non so se avete pensato, dopo i cinque «svuotacarceri», a dare direttamente un premio a chi delinque e commette reati, perché forse questo potrebbe essere un deterrente secondo le cose che ascolto. Questo infatti è il messaggio che date con questi decreti e con la depenalizzazione dei reati a forte allarme sociale come questi. Non sono affatto d'accordo con le sue considerazioni sulle esondazioni di Genova e sui noti fatti tragici, perché senz'altro il reato, se ha un valore penale, riesce comunque a intimorire coloro i quali magari, all'interno del letto di un torrente, decidono di realizzare delle costruzioni abusive.

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Rampelli.

  FABIO RAMPELLI. Io penso che sia indispensabile far capire che i cittadini onesti devono essere tutelati da lei, dal Governo Renzi, da qualunque Governo, qualunque sia la sua colorazione politica, e questa depenalizzazione, con la delega che è stata conferita dal Parlamento al suo Governo, va nella direzione opposta: premia chi commette reati, punisce i cittadini onesti.

(Iniziative normative volte a limitare l'utilizzo della dichiarazione sostitutiva antimafia – n. 3-01276)

  PRESIDENTE. L'onorevole Spadoni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01276, concernente iniziative normative volte a limitare l'utilizzo della dichiarazione sostitutiva antimafia (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  MARIA EDERA SPADONI. Signor Presidente, l'operazione Aemilia dimostra che in questi anni l'amministrazione politica emiliano-romagnola nella lotta alla ’ndrangheta ha completamente fallito. Dagli atti e intercettazioni emergono presunti tentativi di influenzare le tornate elettorali dei comuni reggiani e parmigiani, appalti pilotati nel settore rifiuti, tangenti alle cooperative, azioni contro i prefetti che emettevano interdittive antimafia verso ditte colluse. Il giornalista Tizian su L'Espresso scrive che l'ex sindaco di Reggio Emilia Delrio, di cui è stata richiesta dall'interrogante la rimozione dal ruolo di sottosegretario, viene criticato dalla procura che l'ha sentito come teste per essersi recato, nella campagna elettorale 2009, in una processione nella città di Cutro, culla della cosca Grande Aracri. Tizian ricorda, inoltre, che il sindaco di Verona, Flavio Tosi, cenò con l'arrestato Antonio Gualtieri, considerato dagli inquirenti mente economica del Grande Aracri. Chiediamo se il Ministro interrogato non ritenga ci sia ancora troppo margine di impiego nella dichiarazione sostitutiva antimafia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 24

  PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, i deputati proponenti, con l'interrogazione in esame, manifestano perplessità sull'efficacia del sistema dei controlli di prevenzione antimafia e sollevano dubbi riguardo ad alcune disposizioni che sono contenute nel decreto legislativo n. 153 del 2014, relativo al funzionamento delle banche dati. Al riguardo, osservo in via preliminare che la banca dati nazionale unica della documentazione antimafia è istituita presso il Dipartimento delle politiche del personale civile del Ministero dell'interno, al quale sono stati richiesti gli elementi informativi utili alla presente risposta. Non vi è dubbio che le attività di controllo antimafia abbiano fatto registrare negli ultimi tempi un notevole salto di qualità riguardo alle attività di contrasto ai tentativi di penetrazione nel settore dei contratti pubblici da parte della criminalità organizzata. Le stesse risultanze investigative citate dagli interroganti confermano tale dato, dal momento che, secondo quanto comunicato dal Ministero dell'interno, l'operazione Aemilia ha portato alla luce elementi già emersi a seguito dei controlli di prevenzione antimafia condotti dalla prefettura di Modena, che hanno consentito l'interdizione di imprese risultate coinvolte nell'inchiesta della procura distrettuale di Bologna.
  È inevitabile che l'incremento di accertamenti sfavorevoli, segno di una notevole efficacia dei controlli e non di una loro sterilità, si riconnetta ad un aumento del relativo contenzioso, i cui esiti hanno fatto sin qui registrare un'alta percentuale di successi per l'amministrazione, secondo quanto riferito.
  In ordine all'utilizzo dello strumento dell'autocertificazione, va in primo luogo evidenziato che, con l'entrata a regime della banca dati, il ricorso a tale facoltà risulterà del tutto residuale e marginale, essendo consentito solo in determinate ipotesi: nel caso in cui l'impresa non risulti censita in banca dati, per il quale il sistema non sia in grado di generare una risposta in tempo reale, nei casi di urgenza dei lavori, servizi o forniture, nei casi di mancato funzionamento della banca dati per eventi eccezionali e nei casi relativi ad attività di modesto rilievo.
  L'utilizzazione di questo strumento semplificativo è peraltro connessa a un obiettivo di snellimento delle procedure di controllo, che non incide affatto sull'efficacia delle verifiche. Rimane, infatti, del tutto impregiudicata la possibilità per le stazioni appaltanti di intervenire richiedendo al prefetto di esercitare i poteri di controllo e rescindendo i contratti nell'attività di un successivo accertamento di situazioni ostative.
  Quanto alle modalità di funzionamento della banca dati, si evidenzia come, a norma del relativo regolamento, le prefetture, al fine di garantire la costante funzionalità del sistema, sono espressamente tenute ad aggiornare le risultanze della banca medesima secondo procedure che devono essere svolte contestualmente all'emissione delle informazioni e delle comunicazioni antimafia, interdittive o liberatorie, o all'acquisizione degli esiti dei controlli disposti.
  Si coglie l'occasione per ricordare come l'azione complessiva del Governo nella materia di contrasto alle infiltrazioni mafiose miri a contemperare la tutela dell'ordine pubblico e la trasparenza delle relazioni commerciali, al fine di controllo di eventuali contaminazioni con i contesti criminali, con l'esigenza di garantire lo sviluppo dell'esercizio delle lecite attività imprenditoriali.
  Da questo punto di vista, rinvio al provvedimento che è attualmente in esame al Senato, che consente la possibilità del controllo giudiziario sulle imprese come intervento che arriva prima del sequestro e anche lo snellimento delle misure di sequestro e confisca, così come la previsione della confisca per sproporzione, che considero sia uno strumento fondamentale per il rafforzamento del contrasto alla criminalità organizzata.

Pag. 25

  PRESIDENTE. L'onorevole Sarti, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare per due minuti.

  GIULIA SARTI. Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro per la risposta e dico, ovviamente, che il nostro gruppo sarà felice di collaborare per arrivare all'approvazione dei provvedimenti attualmente in esame sia alla Camera che al Senato nella lotta alla criminalità organizzata. Ci permetta, però, Ministro, di dire che continuiamo ad essere preoccupati; preoccupati perché, ad esempio, nel citato decreto legislativo n. 153 del 2014 vi è una disposizione priva di senso, a nostro parere, che permette, ad esempio, al mafioso di turno di poter intestare ditte a un parente. Basta che egli metta la residenza, ad esempio, in Svizzera e i controlli non verranno fatti.
  Inoltre, sulla banca dati unica, è vero, certo, che dovrà essere sempre aggiornata, ma nulla si dice nel regolamento riguardo all'obbligo e alle tempistiche con cui dovranno avvenire questi aggiornamenti. Più in generale, secondo noi, la materia della certificazione antimafia deve essere rivista, perché non è possibile avere in questo Paese ditte, ad esempio, come la Bianchini Costruzioni, che hanno preso appalti per la ricostruzione post terremoto in Emilia, e poi i proprietari vengono arrestati perché si scopre che erano vicini alla ’ndrangheta.
  E, tra parentesi, ci dobbiamo pure ritrovare senatori della Repubblica come Giovanardi che fino a ieri difendevano la Bianchini Costruzioni. Queste cose sono inammissibili ! Dico anche un'altra cosa: ciò che vorremmo far rilevare è che vi è stata, secondo noi, una sottovalutazione del problema da parte degli amministratori locali, e non lo dice solo il MoVimento 5 Stelle, ma lo dice anche l'attuale vicesindaco di Reggio Emilia, Ugo Ferrari. Abbiamo sottovalutato la ’ndrangheta per troppo tempo. Non possiamo più permettercelo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, il deputato Losacco è in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente sessantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sui lavori dell'Assemblea.

  PRESIDENTE. Comunico che, nella riunione tenutasi lo scorso martedì 3 febbraio, la Conferenza dei presidenti di gruppo, oltre a definire l'ordine del giorno della seduta odierna, ha altresì stabilito che nella seduta di domani, venerdì 6 febbraio, alle ore 9,30, avrà luogo lo svolgimento di interpellanze urgenti.

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di febbraio 2015 e programma dei lavori per il mese di marzo 2015.

  PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della riunione di ieri della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di febbraio 2015:

  Martedì 10 (ore 9,30-14 e 15-23), mercoledì 11 (ore 9-14 e 16,15-23), giovedì 12 (ore 9-14 e 15-23), venerdì 13 (ore 9-14 e 15-23) e sabato 14 febbraio (ore 9-15) (con votazioni):
   Esame delle questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge n. 2844 – Conversione in legge del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 3, recante misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti (da inviare al Senato – scadenza: 25 marzo 2015);Pag. 26
   Seguito dell'esame del disegno di legge costituzionale n. 2613 ed abbinati – Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione (Approvato, in prima deliberazione, dal Senato).

  Lunedì 16, martedì 17, mercoledì 18 e giovedì 19 febbraio (antimeridiana e pomeridiana con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 20 febbraio) (con votazioni):
   Esame del disegno di legge n. 2803 – Conversione in legge del decreto-legge 31 dicembre 2014, n. 192, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (da inviare al Senato – scadenza: 1o marzo 2015).
   Seguito dell'esame della proposta di legge n. 2738 ed abbinate – Disciplina della responsabilità civile dei magistrati (Approvata dal Senato).

  Giovedì 19 febbraio (pomeridiana) avranno luogo un dibattito sulla politica estera ed il seguito dell'esame delle mozioni Palazzotto ed altri n. 1-00675, Rizzo ed altri n. 1-00625, Locatelli ed altri n. 1-00627 e Gianluca Pini ed altri n. 1-00699 concernenti iniziative per il riconoscimento dello Stato di Palestina.

  Nella settimana avrà luogo la votazione sulle dimissioni del deputato Cristian Iannuzzi.

  Lunedì 23, martedì 24, mercoledì 25 e giovedì 26 febbraio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 27 febbraio) (con votazioni):
   Esame del disegno di legge S. 1733 – Conversione in legge del decreto-legge 5 gennaio 2015, n. 1, recante disposizioni urgenti per l'esercizio di imprese di interesse strategico nazionale in crisi e per lo sviluppo della città e dell'area di Taranto (ove trasmesso in tempo utile dal Senato – scadenza: 6 marzo 2015).
   Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.
   Seguito dell'esame delle mozioni:
    Grande ed altri n. 1-00383, Zaratti ed altri n. 1-00708 e Tidei ed altri n. 1-00712 concernenti iniziative relative all'impatto ambientale della centrale termoelettrica a carbone di Civitavecchia;
    Sandra Savino e Palese n. 1-00540, Prodani, Pellegrino ed altri n. 1-00047, Fedriga ed altri n. 1-00704 e Gigli e Dellai n. 1-00705 concernenti iniziative per l'istituzione di zone franche urbane in Friuli Venezia Giulia;
    Fedriga ed altri n. 1-00607, Pesco ed altri n. 1-00709 e Paglia ed altri n. 1-00714 concernenti iniziative per la sospensione dell'applicazione degli studi di settore;
    Mantero ed altri n. 1-00594, Binetti ed altri n. 1-00702, Rondini ed altri n. 1-00703, Nicchi ed altri n. 1-00706, Palese n. 1-00707, Garavini ed altri n. 1-00710 e Vargiu ed altri n. 1-00715 concernenti iniziative per il contrasto del gioco d'azzardo;
    Rampelli ed altri n. 1-00666, Kronbichler ed altri n. 1-00700, Borghesi ed altri n. 1-00701 e Gallinella ed altri n. 1-00711 concernenti iniziative in sede europea volte a richiedere le dimissioni del Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker.

  Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).
  Lo svolgimento di interpellanze urgenti avrà luogo, ove possibile, il venerdì (dalle ore 9).
  Il martedì, tra le ore 9 e le ore 11, avrà luogo, ove possibile, lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.Pag. 27
  La Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.
  Nel mese di febbraio potrà avere luogo la convocazione del Parlamento in seduta comune per procedere alla votazione per l'elezione di due giudici della Corte costituzionale.
  L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
  È stato altresì predisposto, ai sensi dell'articolo 23, comma 6, terzo periodo, del regolamento, il seguente programma dei lavori per il mese di marzo 2015:
   Esame dei progetti di legge:
    disegno di legge n. 2844 – Conversione in legge del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 3, recante misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti (da inviare al Senato – scadenza: 25 marzo 2015);
    disegno di legge S. 1749 – Conversione in legge del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 4, recante misure urgenti in materia di esenzione IMU (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 25 marzo 2015);
    disegno di legge n. 2753 – Norme recanti regime fiscale speciale in relazione ai rapporti con il territorio di Taiwan (Approvato dal Senato);
    proposta di legge n. 2719 – Divieto di concessione dei benefici ai condannati per il delitto di cui all'articolo 416-ter del codice penale (Approvata dal Senato);
    proposta di legge n. 2168 ed abbinate – Introduzione del delitto di tortura nell'ordinamento italiano (Approvata, in un testo unificato, dal Senato).

  Esame delle mozioni De Girolamo ed altri n. 1-00653, Scotto ed altri n. 1-00680, Famiglietti ed altri n. 1-00685, Cariello ed altri n. 1-00688 e Palese ed altri n. 1-00689 concernenti interventi a favore del Mezzogiorno.
  Esame della proposta di legge n. 1609 – Modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, e al codice di procedura penale, per l'istituzione della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo e delle direzioni distrettuali antiterrorismo.
  Esame della mozione Fitzgerald Nissoli ed altri n. 1-00445 concernente iniziative per la tutela dei diritti previdenziali dei lavoratori italiani emigrati in Paesi non appartenenti all'Unione europea.
  Esame delle proposte di legge:
   n. 188 – Disciplina dell'attività di relazione istituzionale (ove concluso dalla Commissione);
   n. 2150 ed abbinate – Modifiche al codice penale in materia di prescrizione del reato;
   n. 1430 – Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e al codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, in materia di omicidio e di lesioni personali commessi a causa della guida in stato di ebbrezza o di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti o psicotrope, nonché di circolazione senza copertura assicurativa (ove concluso dalla Commissione);
   n. 3-bis-B – Disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati (Approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato);
   n. 2188 – Disposizioni in materia di candidabilità, eleggibilità e ricollocamento dei magistrati in occasione di elezioni politiche e amministrative nonché di assunzione di incarichi di governo nazionale e negli enti territoriali. Modifiche alla disciplina in materia di astensione e ricusazione dei giudici (Approvata dal Senato).

  Esame della mozione Scotto ed altri n. 1-00694 concernente iniziative in merito alla situazione occupazionale e produttiva del comparto aereo-aeroportuale.

Pag. 28

  Nell'ambito del programma potranno essere altresì inseriti eventuali progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

Modifica nella composizione dell'ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare (ore 16,08).

  PRESIDENTE. Comunico che il presidente del gruppo parlamentare Misto, con lettera pervenuta in data odierna, ha reso noto che il deputato Massimo Artini è stato nominato vicepresidente del gruppo in rappresentanza della componente politica «Alternativa Libera».

Sull'ordine dei lavori (ore 16,09).

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Presidente, la BCE di Draghi ha deciso di non accettare i titoli di Stato greci. Questo è un volgare, osceno ricatto, in stile mafioso, nei confronti non soltanto di un Presidente democraticamente eletto, ma di milioni di cittadini europei che chiedono un cambio significativo. E una cosa raccapricciante è la stramaledetta ipocrisia che infesta tutti i palazzi del potere, da Bruxelles a Francoforte, all'Aula di Montecitorio. L'altro ieri Renzi regalava la cravatta a Tsipras, gli faceva i complimenti «che bell'esempio di speranza», oggi dà ragione a Francoforte. Che cosa devono fare ancora i Governi in Grecia ? Dove possono fare ancora altre riforme, altri tagli ? In Grecia ci sono delle malattie da povertà, cresce la tubercolosi, Presidente, è drammatica la situazione e la BCE fa un volgare ricatto.
  È l'ipocrisia che ormai è stomachevole per noi, Presidente, quella che fa applaudire tutta l'Aula di Montecitorio alle parole del Capo dello Stato «Bravo, bravo Presidente che attacchi la mafia e la corruzione» e ieri affossano, in Senato, il disegno di legge anticorruzione presentato dal MoVimento 5 Stelle. È questa ipocrisia oscena, anche dei mezzi di comunicazione, dove ultimamente qualsiasi cosa si legga è contro il Movimento 5 Stelle, qualsiasi responsabilità del tracollo di questo Paese è colpa nostra, poi casualmente arrestano sempre gli altri.
  Le do questa notizia. Oggi hanno arrestato un sindaco vicino al PD, eletto in area PD in provincia di Bari. Ma Renzi tace. «Daspo per i corrotti» diceva, «Daspo per i corrotti»: frasi vuote. E qualche giorno fa hanno arrestato in Emilia con l'accusa di ’ndrangheta un uomo, Giuseppe Pagliani, consigliere comunale e provinciale di Reggio Emilia, la cui campagna elettorale è stata lanciata dal Vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri. Mi dica lei se questa è una Repubblica accettabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  SIMONE VALENTE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SIMONE VALENTE. Signor Presidente, prendo la parola per denunciare un fatto increscioso avvenuto a Cengio, in Liguria, dove si è verificato l'ennesimo crollo in una scuola: il controsoffitto di una mensa è venuto giù. Fortunatamente non ci sono stati né feriti né morti, come è avvenuto in passato. Però, questo è il campanello d'allarme, l'ennesimo, che ci testimonia una situazione gravissima, quella dell'edilizia scolastica.
  Sono stati stanziati fondi per l'edilizia scolastica, però sono fondi che provengono dai Governi precedenti. Renzi non ha messo un euro. Nonostante i suoi annunci in campagna elettorale oppure i discorsi inaugurali prevedessero grandi investimenti in questo comparto, noi non abbiamo visto un euro.
  Con questo intervento io voglio chiedere che il Governo si prenda la responsabilità di questi fatti e si attivi più velocemente possibile per risolvere questa situazione che, in primis per la sicurezza Pag. 29dei bambini, è molto grave. Io avanzo anche una proposta, quella del MoVimento 5 Stelle. Si tratta di una proposta di legge che stiamo per depositare proprio in questi giorni e che prevede lo stanziamento di 1,5 miliardi di euro strutturali proprio per mettere in sicurezza tutti gli edifici scolastici. Noi la mettiamo sul piatto, perché noi siamo per la proposta. Questa proposta deve essere una priorità e speriamo, ancora una volta, che qualcuno ci ascolti. Speriamo che il Governo si attivi perché la salute dei bambini deve essere garantita, la salute dei lavoratori deve essere garantita, ma soprattutto bisogna che l'istruzione in questo Paese sia veramente una priorità per lo sviluppo di tutta la cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, io volevo segnalare un evento che si terrà venerdì 6 febbraio, quindi domani, qui a Roma alle 9,30, al quale sarà presente la signora Danièle Nouy, che è la presidente del consiglio di vigilanza della Banca centrale europea. Si tratta di un evento organizzato dalla fondazione di Massimo D'Alema «Italianieuropei».
  Io volevo semplicemente sottolineare l'opportunità politica di questo avvenimento. Un responsabile della vigilanza bancaria europea partecipa ad un incontro con Massimo D'Alema, che è uno di quelli che sono stati nominati all'interno delle intercettazioni per il crack del Monte dei Paschi di Siena. D'Alema, naturalmente, con tutta la vigilanza PD, perché il Monte dei Paschi di Siena è la banca del Partito Democratico, sono coinvolti mani e piedi all'interno di questa vicenda, che ancora non si è conclusa. Gli italiani hanno salvato dal crack la banca Monte dei Paschi di Siena con i famosi Monti bond, pagati con i soldi dell'IMU. Quindi, la banca del PD è stata salvata dai soldi dell'IMU. In tutto questo, ancora ci sono da restituire da parte di questa banca ai cittadini italiani 2 miliardi di euro, che non sono più usciti fuori.
  Allora, vogliamo capire se è possibile che sia opportuno politicamente che il presidente del consiglio di vigilanza della Banca centrale europea si incontri con chi viene oggi additato tra i responsabili che amministravano la banca Monte dei Paschi di Siena al momento del crack. È una cosa che va sottolineata e secondo noi, onestamente, dal punto di vista politico è alquanto inopportuno. Sappiamo benissimo i legami che aveva Massimo D'Alema con il consiglio di amministrazione dell'epoca, i problemi che ha avuto con Banca 121 e tutte le conseguenze che si sono avute.
  Secondo noi, in un momento così difficile per i mercati, per la situazione finanziaria in Italia, in Grecia, e tutto quello che sta succedendo...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Sibilia.

  CARLO SIBILIA. ... è assolutamente una cosa da sottolineare come altamente inopportuna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Venerdì 6 febbraio 2015, alle 9,30:

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

  La seduta termina alle 16,15.

Pag. 30

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Ddl cost. n. 2613 e abb. – Riforma costituzionale

Seguito dell'esame: 80 ore (*).

Relatori di maggioranza 45 minuti (complessivamente)
Relatori di minoranza 45 minuti (complessivamente)
Governo 1 ora
Richiami al Regolamento 20 minuti
Tempi tecnici 5 ore
Interventi a titolo personale 13 ore e 41 minuti (con il limite massimo di 1 ora e 40 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 58 ore e 29 minuti
 Partito Democratico 14 ore e 14 minuti
 MoVimento 5 Stelle 9 ore e 2 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 7 ore e 7 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 4 ore e 33 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 4 ore e 24 minuti
 Scelta civica per l'Italia 4 ore e 14 minuti
 Lega Nord e Autonomie 4 ore e 1 minuto
 Per l'Italia – Centro Democratico 3 ore e 49 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 3 ore e 20 minuti
 Misto: 3 ore e 45 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
1 ora e 30 minuti
  Minoranze Linguistiche 1 ora e 15 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 1 ora

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nelle sedute dell'8, 12, 13, 14, 15, 19, 20, 21, 22, 23, 26 e 27 gennaio 2015.

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Pdl n. 2738 e abb. – Responsabilità civile dei magistrati

Seguito dell'esame: 9 ore.

Relatori ( complessivamente) 30 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 30 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 25 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 6 ore e 5 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 46 minuti
 MoVimento 5 Stelle 45 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 39 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 29 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 26 minuti
 Scelta civica per l'Italia 26 minuti
 Lega Nord e Autonomie 25 minuti
 Per l'Italia – Centro Democratico 23 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 21 minuti
 Misto: 25 minuti
  Alternativa Libera 10 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
6 minuti
  Minoranze Linguistiche 5 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 4 minuti
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Mozione n. 1-00383– Centrale a carbone di Civitavecchia

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 15 minuti
 MoVimento 5 Stelle 32 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 28 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 20 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia – Centro Democratico 16 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 18 minuti
  Alternativa Libera 7 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
4 minuti
  Minoranze Linguistiche 4 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti

(*) I tempi sono stati in parte utilizzati nella seduta del 16 gennaio 2015.

Pag. 33

Mozione n. 1-00540 e abb. – Istituzione di zone franche urbane in Friuli Venezia Giulia

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 15 minuti
 MoVimento 5 Stelle 32 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 28 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 20 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia – Centro Democratico 16 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 18 minuti
  Alternativa Libera 7 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
4 minuti
  Minoranze Linguistiche 4 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti

(*) I tempi sono stati in parte utilizzati nella seduta del 16 gennaio 2015.

Mozione n. 1-00607 – Studi di settore

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 15 minuti
 MoVimento 5 Stelle 32 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 28 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 20 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia – Centro Democratico 16 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 18 minuti
  Alternativa Libera 7 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
4 minuti
  Minoranze Linguistiche 4 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti

(*) I tempi sono stati in parte utilizzati nella seduta del 16 gennaio 2015.

Pag. 34

Mozione n. 1-00594 – Contrasto del gioco d'azzardo

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 15 minuti
 MoVimento 5 Stelle 32 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 28 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 20 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia – Centro Democratico 16 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 18 minuti
  Alternativa Libera 7 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
4 minuti
  Minoranze Linguistiche 4 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti

(*) I tempi sono stati in parte utilizzati nella seduta del 16 gennaio 2015.

Pag. 35

Mozione n. 1-00666 – Iniziative in sede europea volte a richiedere le dimissioni del presidente della Commissione europea

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 15 minuti
 MoVimento 5 Stelle 32 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 28 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 20 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia – Centro Democratico 16 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 18 minuti
  Alternativa Libera 7 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
4 minuti
  Minoranze Linguistiche 4 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti

(*) I tempi sono stati in parte utilizzati nella seduta del 16 gennaio 2015.

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Mozione n. 1-00675 e abb. – Riconoscimento dello Stato della Palestina

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 15 minuti
 MoVimento 5 Stelle 32 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 28 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 20 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia – Centro Democratico 16 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 18 minuti
  Alternativa Libera 7 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
4 minuti
  Minoranze Linguistiche 4 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti

(*) I tempi sono stati in parte utilizzati nella seduta del 16 gennaio 2015.