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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 327 di venerdì 7 novembre 2014

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

  La seduta comincia alle 9,30.

  CLAUDIA MANNINO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Michele Bordo, Bratti, Brunetta, Caparini, Capelli, Catania, Cecconi, Cirielli, Dambruoso, Dellai, Di Lello, Di Salvo, Duranti, Fedriga, Ferranti, Gregorio Fontana, Fontanelli, Orlando, Pes, Piras, Pisicchio, Portas, Ravetto, Realacci, Speranza, Tabacci e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente ottantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 9,32).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Elementi in merito ai recenti sviluppi dell'inchiesta relativa agli appalti per Expo 2015 ed iniziative normative per contrastare commistioni tra politica e criminalità – n. 2-00737)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Sorial n. 2-00737, concernente elementi in merito ai recenti sviluppi dell'inchiesta relativa agli appalti per Expo 2015 ed iniziative normative per contrastare commistioni tra politica e criminalità (Vedi l'allegato A – Interpellanze urgenti).
  Chiedo all'onorevole Sorial se intenda illustrare la sua interpellanza. Prego, ha quindici minuti.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Signor Presidente, Expo 2015 non è un prodotto da vendere agli italiani, non è un prodotto da vendere agli italiani all'estero, non è un prodotto da vendere ai visitatori, non è un prodotto da vendere agli investitori, invece, sempre di più, sembra essere un prodotto che la politica ha venduto agli italiani al prezzo di ben 12 miliardi di euro, che sono un bottino di finanziamenti, in gran parte pubblici, facendo credere a tutti noi che era un bene per il Paese, mentre sembra sempre di più che sia un bene per le tasche di pochi noti.
  L'opera non è ancora finita, non è pubblicizzata all'estero, non è comunicato il nome di coloro i quali dovevano essere i diretti interessati; le prenotazioni languono, Pag. 2centinaia di commercianti italiani stanno rischiando molto per aver investito in questa realtà ed è proprio di ieri la notizia che, mentre si effettuavano degli scavi, sono stati rinvenuti degli pneumatici proprio nell'area inerente l'Expo.
  Ma a parte tutto ciò, il Governo ha continuato a tessere le lodi di questo evento colossale per giustificare le somme, altrettanto colossali, stanziate per renderlo possibile. Io non interpello in questa sede il Ministro della giustizia per la questione economica dell'Expo, per l'utilità dell'Expo e per tutto quello che riguarda le priorità, se fosse veramente una priorità quest'opera. Lo interpello perché ritengo che, se durante un'indagine un condannato, una persona che è finita agli arresti domiciliari, comincia a fare i nomi di politici importanti come Bersani, Fassino, Burlando e altri come Lupi, Gianni Letta, Maroni, Fitto, il presidente della provincia Podestà e l'assessore alla sanità della regione Lombardia, Mantovani, e fa intendere – sto parlando di Giandomenico Maltauro – che ci fossero dei riferimenti politici per tutte le trattative in merito agli appalti e per decidere a chi assegnare i vari appalti (tra quanto dichiarato da Greganti e l'ex parlamentare Frigerio), se questi nomi vengono a galla, mi domando: è possibile che il Governo non ne abbia coscienza ? È possibile che il Governo, in funzione di tutti questi fatti che sono finiti sui giornali e di cui si conosce la problematicità, non ritenga necessario intervenire ? Intendiamoci: per quanto di competenza. Sappiamo tutti molto bene che sono decisioni che dovrebbe prendere la magistratura, se indagare o meno su questi riferimenti politici. Ma, vista la grandezza, vista la questione, è possibile che il Governo non si voglia esprimere in nessun modo sulla questione della commistione fra politica e criminalità, soprattutto quando ci sono in gioco appalti per un evento di rilancio internazionale, per un evento che dovrebbe in qualche modo dimostrare al mondo intero come siamo credibili, come siamo pronti, come siamo bravi, come siamo disposti ad accogliere nazioni e nazioni, come siamo disposti a investire tantissimi soldi, soldi dei cittadini italiani in un'opera del genere ? E poi si scoprono questi riferimenti politici, si scoprono queste interazioni, si scoprono tutte queste questioni.
  Allora, lo chiediamo con forza: possibile che il Governo non si possa esprimere, non si esprima ? Ciò a prescindere naturalmente dalle competenze, che – ribadiamo – sappiamo essere della magistratura, ma riteniamo che il Governo debba in un qualche modo esprimersi e prendere atto di tutto ciò che sta accadendo.
  Dalle prime ricostruzioni, tra l'altro, degli inquirenti, l'attribuzione dei lavori all'impresa Maltauro per la realizzazione delle strutture di servizio per l'Expo risulterebbe pilotata in favore del gruppo direttamente collegato all'opera e all'intervento di faccendieri – viene sottolineato negli atti – presso gli enti pubblici. Noi riteniamo che, se ci sono delle persone che ricoprono dei ruoli politici a livello regionale, a livello locale, a livello nazionale, che permettono il controllo di appalti pubblici, permettono il controllo di soldi pubblici in favore di questa o quest'altra azienda, di questo o quest'altro gruppo, anche con delle ricadute naturali sui costi dei lavori, sia necessario un intervento per lo meno chiarificatore da parte del Governo, anche se ribadiamo che la competenza in merito è della magistratura, ma è importante, se voi ritenete che quest'opera ci debba dare credibilità a livello internazionale, che il Governo stesso si impegni e possa in qualche modo chiarire la situazione.

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Ivan Scalfarotto, ha facoltà di rispondere.

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, attraverso l'atto ispettivo in oggetto, gli onorevoli interpellanti richiedono informazioni in ordine all'adozione di iniziative, anche normative, intese a fronteggiare sempre più frequenti fenomeni corruttivi che coinvolgono Pag. 3esponenti politici. L'iniziativa trae origine dai fatti oggetto di indagine presso la procura della Repubblica presso il tribunale di Milano, relativi al procedimento penale che vede coinvolti, tra gli altri, esponenti politici e pubblici ufficiali nella gestione di procedure di evidenza pubblica riferite ad Expo 2015.
  Da informazioni assunte presso la procura della Repubblica di Milano consta come – secondo l'ipotesi accusatoria – gli imputati abbiano svolto, in forma associativa, una sistematica attività diretta a condizionare illecitamente le procedure di evidenza pubblica di appalto in vari settori – e presso diversi enti pubblici – in favore delle società e degli imprenditori di riferimento.
  In relazione a tali ipotesi di reato, il giudice per le indagini preliminari ha emesso, in data 5 maggio 2014, ordinanza applicativa di misure cautelari personali (nei vari casi, di custodia in carcere o di arresti domiciliari) nei confronti di Gianstefano Frigerio, Sergio Cattozzo, Luigi Grillo, Primo Greganti, Enrico Maltauro, Angelo Paris e Antonio Rognoni, poiché gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di partecipazione ad associazione per delinquere, corruzione e turbata liceità degli incanti aventi ad oggetto procedure di evidenza pubblica, tra cui due gare di appalto gestite dalla società Expo 2015 Spa.
  L'ordinanza coercitiva è stata confermata dal tribunale del riesame in data 3 giugno 2014, mentre il 15 ottobre 2014 il giudice per le indagini preliminari ha emesso decreto di giudizio immediato nei confronti dei citati imputati per tutti i reati oggetto di contestazione cautelare.
  Alla stregua degli elementi emersi nel procedimento penale, consta come l'Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) abbia richiesto, ai sensi dell'articolo 32 del decreto-legge n. 90 del 2014, la straordinaria e temporanea gestione dell'impresa aggiudicatrice di due appalti assegnati dalla società Expo 2015 Spa: richieste accolte dal prefetto di Milano, che, in data 16 luglio e 3 novembre 2014, ha emesso i relativi decreti di commissariamento a norma delle previsioni contenute nel decreto legge 24 giugno 2014, n. 90, recante «Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari».
  Per quanto attiene, più in generale, le attività di prevenzione volte a garantire la regolare aggiudicazione degli appalti, è stato istituito il Gruppo interforze centrale per l'Expo di Milano 2015, che svolge – a supporto del prefetto – attività di contrasto dei tentativi di infiltrazione e che si conforma alla cosiddette Linee guida Expo 2015 emanate dal Comitato per l'alta sorveglianza delle grandi opere e per lo svolgimento dei controlli antimafia.
  Si segnala inoltre che il 13 gennaio scorso il Ministro dell'interno, il presidente della regione Lombardia, il sindaco di Milano e il Commissario unico delegato dal Governo per l'Esposizione universale 2015 hanno sottoscritto il Piano d'azione Expo 2015 Mafia free, alla finalità di ottimizzare forme di collaborazione tra enti ed istituzioni e di tutela della trasparenza e della libera concorrenza.
  Ciò premesso, in relazione al procedimento richiamato, appare utile ricordare come la lotta alla corruzione costituisca obiettivo primario di questo Governo, che, sin dall'inizio, si è impegnato nel potenziamento degli strumenti normativi atti a prevenirne la diffusione.
  Nella prospettiva del rafforzamento della prevenzione e della repressione di forme illecite di condizionamento, rileva il decreto legislativo n. 153 del 2014, in vigore dal prossimo 26 novembre, che, modificando il libro secondo del cosiddetto codice antimafia, è finalizzato proprio a contrastare i tentativi di infiltrazione nel settore degli appalti pubblici e semplifica una serie di oneri amministrativi a carico delle imprese, accelerando le procedure di accertamento antimafia.
  Al medesimo fine è orientato lo schema di disegno di legge, predisposto dal Ministro della giustizia ed approvato dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 29 agosto, recante misure volte a rafforzare il contrasto alla criminalità organizzata ed ai patrimoni illeciti, vale a dire di fenomeni Pag. 4criminali tipicamente connessi alle più gravi ed allarmanti manifestazioni dei processi corruttivi.
  Su tale terreno, si è previsto, in uno con il rafforzamento di strumenti dall'efficacia già sperimentata (come, per esempio, la confisca allargata, la confisca di prevenzione e quella per equivalente), di accrescere considerevolmente l'efficacia della normativa sulle falsificazioni dei bilanci, nella ferma convinzione che l'allentamento delle regole di una corretta concorrenza non favorisca in alcun modo la ripresa economica e certo non giova a rendere l'Italia un Paese di maggiore interesse per gli investitori internazionali.
  Al fine del raccordo tra l'esercizio della giurisdizione e le attività di prevenzione, è previsto che il pubblico ministero informi il Presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione ogniqualvolta eserciti l'azione penale per i delitti di cui agli articoli 317, 318, 319, 319-bis, 319-ter, 319-quater, 320, 321, 322, 322-bis, 346-bis, 353 e 353-bis del codice penale.
  Altro dato qualificante di questo disegno di legge, in un primo tempo, era la proposta di introduzione nel sistema penale della fattispecie del cosiddetto autoriciclaggio, che però è stata già inserita, per mezzo di un apposito emendamento governativo, nel disegno di legge in materia di emersione e rientro di capitali dall'estero, che è stato già approvato da questa Camera il 15 ottobre scorso.
  Ulteriore rafforzamento dei presidi amministrativi di legalità si registrerà attraverso l'imminente varo del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri istitutivo della banca dati della documentazione antimafia, attualmente in corso di registrazione presso gli organi di controllo per la successiva pubblicazione, ma che ha già visto avviata una fase di sperimentazione presso le prefetture dei capoluoghi di regione e delle due province autonome.
  Va, infine, ricordato come lo scorso 15 luglio l'ANAC e il Ministero dell'interno abbiano siglato le linee guida per l'avvio di un circuito stabile e collaborativo tra la stessa ANAC, le prefetture e gli enti locali per la prevenzione dei fenomeni di corruzione e l'attuazione della trasparenza dell'azione amministrativa.
  Non vi è dubbio, pertanto, che tutti gli strumenti normativi di recente introduzione – unitamente ovviamente a quelli preesistenti – si pongano nella prospettiva di potenziamento del contrasto dei fenomeni illeciti auspicato dagli interpellanti.

  PRESIDENTE. L'onorevole Sorial ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Signor Presidente, le leggi ci sono, le leggi esistono, gli strumenti esistono, ma se i primi che poi sfuggono a tutto ciò sono i politici, allora, il problema di fondo non sono gli strumenti e le leggi che i politici stessi compiono. Infatti, sempre di più ci rendiamo conto che ultimamente e in questi giorni sempre di più, pur avendo messo in atto tutto quello che lei ha detto, succede che si continua ad avere una commistione continua tra politica e criminalità organizzata, perché forse non è con le leggi che si cambia la mentalità dei politici della cosiddetta vecchia guardia. Dai nomi che compaiono, da tutti i nomi che compaiono, sembra che ci sia una confusione su quello che è il bene comune e la gestione del bene comune e invece quello che è l'appalto comune, l'interesse comune del partito di destra, di sinistra, x, y o z.
  Troppe volte ci rendiamo conto all'interno di questa Aula, con tutto quello che ci racconta la cronaca, che l'interesse e il profitto molte volte, per molti rappresentanti delle istituzioni, vengono prima di quello che è invece l'interesse comune, il bene comune e il profitto di tutti i cittadini italiani. Perché la questione non è se ci sono gli strumenti o meno, la questione è se membri del Parlamento, istituzioni, membri della politica locale e regionale continuano a permettere il susseguirsi di azioni di questo tipo.
  Quando emergono dalle indagini nomi di politici di questo livello, come quelli che abbiamo già ricordato, perché sembra che ci siano riferimenti politici di persone, Pag. 5come Greganti, come Maltauro, nella decisione se assegnare un appalto o meno, allora probabilmente si possono mettere in atto tutti gli strumenti normativi che si vuole, però effettivamente ci si rende conto che, a monte, c’è un problema di mentalità, c’è un problema di come si gestisce il bene comune, c’è un problema di come si può portare avanti il rapporto tra politica – che qualche politico sta portando avanti – con gli interessi di società, di coop, di altre aziende della criminalità organizzata, che ottengono appalti in opere pubbliche, che ottengono grosse fette di soldi pubblici, per portare avanti degli interessi privati.
  Allora noi – e penso che lei sia d'accordo con me – tutti insieme ci riterremmo soddisfatti probabilmente solo nel momento in cui non saremo costretti, né io né lei, a rispondere a interpellanze di questo tipo, a rispondere a interpellanze dove ci sono dei riferimenti politici, vengono fatti i nomi di riferimenti politici per persone che hanno solamente svolto il proprio interesse privato nell'ambito di bandi e di appalti di opere pubbliche e di grandi opere pubbliche, che ricevono fette consistenti di denaro pubblico – qui stiamo parlando di 12 miliardi di euro – e saremo soddisfatti solo quando nelle cronache dei giornali non troveremo sempre la solita questione della commistione tra politica e riferimenti politici con persone della criminalità organizzata e con persone che purtroppo magari, come in questo caso, sono state condannate e sono state messe agli arresti domiciliari proprio per una questione molto grave come quella dei bandi e degli appalti di Expo.

(Elementi in merito ai recenti accordi tra Aeroporti di Puglia e le compagnie Blue Wings Air e Ryanair ed iniziative volte a rendere pienamente operativo l'aeroporto «Gino Lisa» di Foggia – n. 2-00705)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Di Gioia e Pisicchio n. 2-00705, concernente elementi in merito ai recenti accordi tra Aeroporti di Puglia e le compagnie Blue Wings Air e Ryanair ed iniziative volte a rendere pienamente operativo l'aeroporto «Gino Lisa» di Foggia (Vedi l'allegato A – Interpellanze urgenti).
  Chiedo all'onorevole Di Gioia se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

  LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, mi riservo di intervenire in sede di replica.

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Umberto Del Basso De Caro, ha facoltà di rispondere.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, in risposta agli specifici argomenti evidenziati dagli onorevoli interpellanti, devo premettere che il mercato del trasporto aereo trova a livello comunitario la propria disciplina nel regolamento (CE) n. 1008/2008, recante norme comuni per le prestazioni di servizi aerei nella Comunità.
  Secondo tale regolamento, che si pone come finalità quella di governare in modo uniforme il graduale e progressivo processo di liberalizzazione del trasporto aereo attraverso la definizione di regole certe e comuni a tutti gli operatori del settore, i vettori titolari di licenza di trasporto aereo rilasciata da uno Stato membro dell'Unione europea hanno la possibilità di scegliere le rotte sulle quali operare e di fissare le tariffe aeree per il trasporto passeggeri e merci. In altri termini, l'opportunità di istituire collegamenti aerei all'interno del territorio europeo è devoluta a logiche imprenditoriali e di mercato che si inquadrano in una dimensione concorrenziale e che, come tale, non consentono all'amministrazione di intervenire sulle scelte operate dalle singole imprese.
  Ciò posto, registro che, proprio su impulso determinante del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, sono state emanate norme finalizzate a rendere più trasparenti gli accordi tra operatori al fine Pag. 6di evitare comportamenti potenzialmente distorsivi delle dinamiche concorrenziali.
  In particolare, mi riferisco ai commi 14 e 15 dell'articolo 13 del decreto-legge n. 145 del 2013 (Interventi urgenti di avvio del piano Destinazione Italia per il contenimento delle tariffe elettriche e del gas, per l'internazionalizzazione, lo sviluppo e la digitalizzazione delle imprese, nonché misure per la realizzazione di opere pubbliche ed Expo 2015) e relativa legge di conversione.
  Ai commi 14 e 15 si prevede espressamente che i gestori di aeroporti che stringono rapporti commerciali con vettori aerei in funzione dell'avviamento e dello sviluppo di rotte destinate a soddisfare e promuovere la domanda nei rispettivi bacini di utenza, devono esperire procedure di scelta del beneficiario trasparenti e tali da garantire la più ampia partecipazione dei vettori potenzialmente interessati, secondo modalità da definirsi con apposite linee guida adottate dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sentiti l'Autorità di regolazione dei trasporti e l'Ente nazionale per l'aviazione civile.
  I gestori aeroportuali dovranno comunicare all'Autorità di regolazione dei trasporti e all'ENAC l'esito delle procedure previste dal citato comma 14, ai fini della verifica del rispetto delle condizioni di trasparenza e competitività.
  Peraltro, proprio in questi giorni, sono state pubblicate le menzionate linee guida, consultabili anche sul sito del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che consentiranno all'impianto normativo sopra descritto di esplicare pienamente i propri effetti, dotandolo di reale operatività, sotto la stretta vigilanza dell'ENAC e delle competenti strutture del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
  La disciplina richiamata vale, naturalmente, per le future iniziative commerciali tra operatori del settore, mentre, per quelle già esperite come quella segnalata, resta fermo il generale potere di controllo e di vigilanza svolto dell'ENAC su gestori aeroportuali e vettori in ordine al rispetto delle norme di settore in un contesto di elevata liberalizzazione del mercato.
  Ritengo, pertanto, che il quadro delineato confermi l'attenzione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti anche rispetto alla specifica questione segnalata, affinché, pur nell'ambito di una competizione economica di mercato, questa si sviluppi secondo logiche concorrenziali e non discriminatorie.
  Quanto infine al progetto di ampliamento della pista di volo dell'aeroporto «Gino Lisa», il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha evidenziato che in data 6 marzo 2012 l'ENAC ha presentato la domanda di pronuncia di compatibilità ambientale relativa al «Progetto di prolungamento della pista di volo RWY 15/33».
  L'intervento previsto riguarda il prolungamento di detta pista nella direzione nord della testata 15, la realizzazione di una zona back track in testata 15, la realizzazione di nuova viabilità perimetrale, l'adeguamento e l'implementazione degli impianti di volo notturni e degli aiuti visivi luminosi.
  Il successivo 23 marzo 2012 la competente direzione del Ministero dell'ambiente ha dato avvio all'istruttoria presso la Commissione tecnica VIA/VAS.
  Senza ripercorrere tutte le ulteriori fasi dell'iter procedurale segnalo, da ultimo, che il 5 settembre ultimo scorso, la competente struttura tecnica dell'ENAC ha fornito al Ministero dell'ambiente gli ultimi chiarimenti richiesti e si è quindi in attesa del parere della Commissione Tecnica VIA per dare esecutività agli interventi previsti.

  PRESIDENTE. L'onorevole Di Gioia ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza. Non avendola illustrata, ha 25 minuti.

  LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, il sottosegretario è una persona simpatica e mi diventa anche difficile...

  PRESIDENTE. Signor sottosegretario, ne abbiamo sentite di peggio. Sia contento di questa affermazione da parte dell'onorevole Di Gioia. Siamo partiti bene.

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  LELLO DI GIOIA. Non mi pare di aver detto nulla di offensivo, anzi.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. No, assolutamente.

  LELLO DI GIOIA. Anzi, credo che se in quest'Aula usassimo queste terminologie, daremmo anche una risposta in positivo a coloro i quali ci ascoltano e ci guardano nel Paese.
  Ma, ritornando alla nostra discussione, dicevo che il sottosegretario è una persona simpatica e diventa anche difficile – come posso dire – interloquire con lui in termini anche abbastanza forti, per il semplice motivo che ci ha semplicemente raccontato una specie di storia riportandoci una serie di leggi, ma non è entrato assolutamente nel merito, come d'altronde non ha fatto il suo Ministro nelle varie interpellanze urgenti che abbiamo presentato.
  Vede, signor sottosegretario, a me risulta che lei qualche giorno fa, non più tardi di una decina di giorni fa, è stato anche a Foggia a fare un convegno. Era un convegno sui trasporti in generale e, quindi, credo che abbia discusso, in modo particolare, dell'aeroporto «Gino Lisa» di Foggia.
  Io credo che sia non semplicemente un danno, ma un furto nei riguardi delle popolazioni daune e credo che le risposte che ci sta dando registrino problemi, sia per ciò che riguarda questa pseudo-compagnia di volo, che poi d'altronde non partirà più, per motivi che riguardano alcune normative di cui lei parlava e anche in virtù di quella che è la sorveglianza dell'aeroporto stesso, sia problemi, ancora più pressanti, che riguardano sia la VIA, di cui lei ha parlato, sia il problema dell'esclusione di Foggia dal cosiddetto «albo», se vogliamo definirlo tale, degli aeroporti di interesse nazionale.
  Il suo Ministro, in un'interrogazione che abbiamo presentato e a cui ha risposto, ci ha detto testualmente: «Abbiamo dovuto escludere Foggia perché non aveva i requisiti», e poi ci ha elencato i requisiti, dicendoci poi: «Nulla però è compromesso, perché nel momento in cui Foggia avrà i requisiti potrà rientrare tra quei cosiddetti aeroporti di interesse nazionale».
  Allora, io le pongo una domanda, che ho posto anche al suo Ministro: ma potrà mai Foggia avere quei requisiti, dal momento che non si ha la possibilità di avere la VIA dopo due anni, e ancora oggi non si sa di chi sono le responsabilità ? Cioè, se le responsabilità sono di Aeroporti di Puglia, se le responsabilità sono dell'ENAC – guarda caso il presidente dell'ENAC va bene per tutte le stagioni, perché è sempre lì –, o se sono oggettivamente della cosiddetta commissione VIA ? La quale commissione VIA non può richiedere elementi che non sono di sua competenza perché, sottosegretario, le è mai capitato che una commissione VIA possa richiedere elementi come i flussi di traffico ? Sono questi gli elementi per dare la risposta e quindi il parere, negativo o positivo, nel rilascio della VIA ? Io credo di no.
  E, allora, vi è una responsabilità politico-istituzionale anche del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, nel momento in cui ha sicuramente la responsabilità di controllo sull'ENAC e nel momento in cui l'ENAC riceve delle richieste di chiarimento. Non ha il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti la possibilità di dire all'ENAC quali sono questi chiarimenti ? Quindi, non può intervenire anche nei riguardi del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per chiedere il perché delle richieste della commissione VIA, senza interferire, per carità, su quelle che sono oggettivamente le scelte autonome di questa commissione ? Perché richiede questi elementi ? Per quale motivo ?
  Cioè, noi non ci rendiamo conto di queste difficoltà che stanno attraversando la discussione e, quindi, la realizzazione della pista. Nello stesso tempo, quindi, non vi è la possibilità, da parte della realtà foggiana, di potere rientrare in quelli che sono o in quello che è il cosiddetto «albo» Pag. 8relativo agli aeroporti di interesse nazionale. Sono queste le contraddizioni, signor sottosegretario, contraddizioni forti.
  E a questo si aggiunge – apro e chiudo una parentesi – quello che sta accadendo per quanto riguarda le cosiddette grandi officine di Foggia, sulle ferrovie. Ma è possibile che avete ormai pensato di eliminare Foggia dalla cartina geografica ? Questo è un assurdo ed è una responsabilità politica di questo Governo !
  Non è pensabile, egregio sottosegretario, che si possa cancellare così una realtà importante dello sviluppo del nostro Paese. Ha avuto anche momenti di drammaticità, come quello che è accaduto, qualche tempo fa, sul Gargano, di cui poi, qui, in quest'Aula, abbiamo commemorato i morti. E ancora oggi, guardate, si può risolvere il problema di quell'area, con quel dramma, semplicemente – fatemi passare questo termine – con «un tozzo di pane».
  È tutta la realtà della Capitanata che è messa in discussione, che è messa in discussione. E lo dico a lei, signor sottosegretario, con la simpatia e la stima che credo sia reciproca, che è un uomo del Mezzogiorno, e affianco a lei vi è un altro sottosegretario, che è uomo del sud, e anche di Foggia. Credo che abbiamo il dovere tutti, il dovere tutti, di difendere quelle realtà che oggi qualcuno pensa di cancellare con un colpo di spugna dalla realtà economica e sociale di questo Paese.
  È un'ingiustizia, è un'ingiustizia. E credo che tutti, a prescindere, a prescindere dalle appartenenze politiche, dobbiamo metterci insieme per rivendicare una nuova dignità del Mezzogiorno d'Italia, di quelle realtà. Quella realtà non crescerà fin quando non ci saranno condizioni di infrastrutture moderne e di trasporti moderni, perché, come dice la stessa Unione europea, lo sviluppo economico passa attraverso le infrastrutture, e, se noi non dotiamo quella realtà di infrastrutture moderne, quella realtà è destinata a morire, e noi non lo consentiremo !
  Non lo consentiremo e credo che nemmeno voi dovreste consentirlo. Ed è per questo, e concludo, ritenendomi totalmente insoddisfatto della sua risposta, che dovremmo realizzare un grande momento di discussione, e quindi aprire una grande vertenza con il Governo, per rivendicare quello che è dovuto ad una provincia e ad una città martoriate, e concludo, in questi anni, dallo Stato.

(Iniziative di competenza per garantire condizioni di sicurezza per il transito di merci pericolose nelle Bocche di Bonifacio, anche tramite l'istituzione del primo gruppo internazionale di piloti di alto mare del Mediterraneo – n. 2-00720)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Fauttilli n. 2-00720, concernente iniziative di competenza per garantire condizioni di sicurezza per il transito di merci pericolose nelle Bocche di Bonifacio, anche tramite l'istituzione del primo gruppo internazionale di piloti di alto mare del Mediterraneo (Vedi l'allegato A – Interpellanze urgenti).
  Chiedo all'onorevole Fauttilli se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica. Lo vedo in piedi, e quindi gli do la parola.

  FEDERICO FAUTTILLI. Signor Presidente, sottosegretario la nostra interpellanza, presentata anche su proposta di alcuni sindaci di comuni del sassarese, riguarda, come ricordava il Presidente, le Bocche e lo Stretto di Bonifacio, o meglio la loro tutela ambientale e la sicurezza, in primo luogo, delle persone.
  Questo tratto di mare è stato dichiarato dal 2001 area marina protetta speciale per biodiversità e l'Organizzazione marittima internazionale (IMO) ha definito la navigazione nello stretto particolarmente pericolosa.
  La risoluzione del 1993, sempre dell'IMO, ha richiesto alle navi che trasportano sostanze pericolose di evitare questa rotta. Conseguentemente, le autorità marittime, sia italiane che francesi, hanno stabilito il divieto di transito nelle Bocche di Bonifacio, in caso di trasporto di merci inquinanti o comunque pericolose, applicabile, Pag. 9però, esclusivamente alle proprie navi. Navi battenti, quindi, bandiere di altro Stato possono transitare con qualsiasi merce.
  La domanda, quindi, è quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare per istituire, innanzitutto, il gruppo internazionale di piloti di alto mare nel Mediterraneo al servizio della regione autonoma della Sardegna e, in secondo luogo, per impegnare risorse destinate all'impiego di nuovi piloti e di personale addetto alle pilotine, oltre che all'acquisto e alla manutenzione di mezzi adatti e di apparecchiature tecnologicamente avanzate per garantire, appunto, la tutela delle Bocche e dello Stretto di Bonifacio.

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Umberto Del Basso De Caro, ha facoltà di rispondere.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, rispondo ai quesiti posti dagli onorevoli interpellanti – in merito ad un efficace sistema di pilotaggio raccomandato nelle Bocche di Bonifacio, attivabile su richiesta dei comandanti delle navi che transitano in questo tratto di mare e, in particolare, di quelli che trasportano merci pericolose – premettendo che è da considerarsi già altissima l'attenzione rivolta alla sicurezza della navigazione nell'area delle Bocche di Bonifacio, attenzione espressa attraverso provvedimenti adottati sul piano normativo, sia nazionale che internazionale, come peraltro richiamati nelle premesse dell'atto in esame.
  In particolare mi riferisco a: la risoluzione IMO A.766 (18), con la quale si invitano i Paesi membri a scoraggiare il transito delle navi con carichi pericolosi o inquinanti; il divieto di transito stabilito dalle autorità italiane e francesi per le navi delle rispettive bandiere con a bordo i suddetti carichi; l'introduzione di un sistema di rotte raccomandate; l'instaurazione di un sistema obbligatorio di rapportazione navale denominato «Bonifacio Traffic».
  A tali misure va aggiunta l'entrata in funzione della stazione VTS di La Maddalena, tassello del più organico progetto del sistema nazionale per il monitoraggio del traffico marittimo.
  In merito alle predette misure il Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto, interessato al riguardo, riferisce che, quale misura aggiuntiva in linea con una richiesta avanzata dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per elevare ulteriormente le garanzie di sicurezza ambientale e della navigazione marittima, dal 1o luglio 2014 è stato instaurato un servizio italo-francese di pilotaggio raccomandato per il transito nelle Bocche di Bonifacio.
  Ciò anche in ragione della designazione dell'area delle Bocche di Bonifacio quale PSSA, ovvero area marina particolarmente sensibile, cioè che necessita di una particolare protezione sotto il profilo ambientale. Il predetto servizio di pilotaggio è stato, quindi, attivato con personale e mezzi resi disponibili dai due Paesi direttamente interessati, in quanto il tratto di mare in questione insiste nelle rispettive acque territoriali. Con specifico riferimento alla porzione di mare di competenza nazionale, confermo che il servizio è stato istituito con piloti e mezzi delle corporazioni di Olbia e Porto Torres, quali marittimi abilitati ex articolo 96 del codice della navigazione.
  Infatti, i competenti uffici del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in ragione dell'urgenza dell'avvio del pilotaggio raccomandato e dell'assenza di alternative per l'organizzazione del servizio stesso, hanno acconsentito a che i piloti di dette corporazioni venissero coinvolti in via sperimentale per la prestazione di tale servizio, a condizione che non vi fossero ricadute sull'efficienza e l'operatività delle corporazioni medesime nell'ambito dei porti di competenza, dal momento che il servizio di pilotaggio nei porti costituisce l'attività primaria e istituzionale delle corporazioni dei piloti. In proposito, aggiungo che la Federazione italiana piloti dei porti ha chiesto nel settembre di quest'anno al predetto Ministero dell'ambiente e della Pag. 10tutela del territorio e del mare un mirato contributo economico a titolo di copertura dei costi connessi.
  In tale contesto si innesta poi l'auspicata istituzione di un gruppo internazionale di piloti di alto mare del Mediterraneo (deep sea pilots), sul modello di quanto già esistente nella Manica. Al riguardo, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare fa presente che tale istituzione, mai richiesta nell'ambito delle riunioni tenutesi sull'argomento, comporterebbe notevoli costi a carico dello Stato, difficilmente compatibili con l'attuale situazione di finanza pubblica, peraltro a fronte di una attività potenzialmente assai ridotta, data la natura volontaria del ricorso al servizio da parte delle navi in transito, trattandosi come è noto di pilotaggio non obbligatorio.
  In effetti, i costi sarebbero essenzialmente volti a coprire gli oneri fissi derivanti da un servizio (mezzi, strutture, apparecchiature, amministrazione, formazione, eccetera) messo a disposizione delle navi che volontariamente intenderanno avvalersene. Pertanto, le tariffe prestabilite verrebbero eventualmente introitate solo dopo che le navi in questione avranno fruito del predetto servizio di pilotaggio non obbligatorio.
  Per completezza d'informazione, riporto ulteriori elementi acquisiti presso la Direzione marittima di Olbia. Ad oggi, non sono state effettuate prestazioni di pilotaggio raccomandato, in quanto non richieste. Il pilota, nelle località dove il pilotaggio non è obbligatorio, deve prestare la sua opera in dipendenza della richiesta del comandante della nave, ai sensi dell'articolo 92 del codice della navigazione. Le prestazioni del pilota, qualora richieste, non sono gratuite ma vi è un apposito decreto tariffario che definisce l'importo che l'armatore deve versare. Per quanto attiene ai relativi turni lavorativi, l'Autorità marittima ha stabilito che il pilota chiamato a svolgere il servizio nelle Bocche di Bonifacio deve essere libero da quelli previsti per il pilotaggio nei porti di Olbia e di Porto Torres. Le navi che possono essere considerate ad alto rischio sono quelle che trasportano merci pericolose alla rinfusa (petroliere, chimichiere e gasiere). Ebbene, nel periodo in considerazione, quest'ultime costituiscono soltanto l'1 per cento delle navi transitate.
  Alla luce di quanto detto, la statistica riportata nel testo dell'interpellanza, probabilmente, considera ad alto rischio anche le navi che trasportano merci pericolose in colli. Per ulteriori dati di traffico marittimo, rimando all'allegato che deposito presso la Presidenza. Se vuole ne do lettura, ma è un allegato alla risposta, onorevole collega.

  PRESIDENTE. L'onorevole Fauttilli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

  FEDERICO FAUTTILLI. Signor Presidente, sottosegretario, io prendo atto di quanto da lei appena dichiarato. Peraltro, queste sue affermazioni già erano state da noi evidenziate nelle premesse dell'interpellanza.
  Però, intendo ulteriormente sottolineare che già nel 1998 l'IMO, con una propria circolare, indica rotte raccomandate e un sistema di segnalazione delle navi in transito; indicazioni che vengono fatte proprie, subito dopo, sia dall'Italia che dalla Francia, con l'istituzione di un sistema di procedure operative per garantire la segnalazione in quel tratto di mare; fino ad arrivare, nel 2011, alla risoluzione del Comitato di protezione dell'ambiente, che stabilisce di implementare un efficace sistema di pilotaggio raccomandato – come lei ci ricordava – attivabile su richiesta dei comandanti delle navi che transitano in questo tratto di mare, in particolare modo di quelle che trasportano merci pericolose.
  Al momento, sono stati sicuramente conseguiti importanti risultati sul piano del sistema appunto di pilotaggio raccomandato, ma non si possono obbligare le navi ad avvalersene. Questo è il punto. A tale proposito, si specifica che il pilota marittimo sale a bordo della nave in navigazione quale fiduciario dello Stato, Pag. 11che non rileva il comandante della nave, ma lo affianca nella navigazione, suggerisce la rotta da seguire, informa dei regolamenti in vigore, mantiene i contatti con la Guardia costiera ed è il diretto referente in caso di necessità per le autorità di terra, essendo un perfetto conoscitore della zona.
  I piloti delle stazioni di pilotaggio di Olbia e di Porto Torres si sono messi a disposizione, gratuitamente e con la rinuncia dei periodi di riposo dal servizio regolare svolto nelle rispettive sedi di appartenenza, per effettuare questi servizi. E l'attuale servizio di pilotaggio richiederebbe, però, ulteriori risorse, mezzi e tecnologie attualmente indisponibili. Anche lei questa mattina non ha dichiarato la disponibilità. L'unica analisi disponibile del traffico navale in questo tratto di mare, relativa al periodo 2000-2009, ha registrato il transito di 35.188 navi (quindi una media di 3.500 all'anno), di cui il 10 per cento francesi, il 26 per cento italiane ed il 64 per cento degli altri Stati, il 63 per cento delle quali considerate ad alto rischio. Nel 2013, delle oltre 3.500 navi in transito, 57 hanno violato la risoluzione dell'IMO ed il traffico delle merci pericolose è aumentato del 28 per cento rispetto al 2012. Nel corso degli ultimi quarant'anni si sono verificati, nello Stretto, numerosi incidenti, alcuni dei quali al limite di causa d'inquinamento.
  Non vorremmo, sottosegretario, che in futuro accadesse ciò che è già accaduto nell'isola del Giglio. Da questo nasce la nostra interpellanza urgente al Governo e l'attenzione che continueremo ad avere sull'applicazione degli impegni che il Governo oggi si è assunto.

(Iniziative di competenza volte ad assicurare la piena funzionalità del consiglio d'amministrazione dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – n. 2-00736)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Ribaudo n. 2-00736, concernente iniziative di competenza volte ad assicurare la piena funzionalità del consiglio d'amministrazione dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Vedi l'allegato A – Interpellanze urgenti).
  Chiedo all'onorevole Ribaudo se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

  FRANCESCO RIBAUDO. Signor Presidente, la intendo illustrare anche perché, dopo la presentazione della mia interpellanza, sono avvenuti altri fatti e, quindi, questa vicenda è stata un work in progress. È necessario, quindi, anche aggiungere qualcosa, oltre quello che è stato scritto nell'interpellanza, per avere una risposta credo più esaustiva da parte del sottosegretario.
  Quello che è avvenuto all'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) poteva essere qualcosa che di fatto si è verificato in tanti enti con l'entrata in vigore delle norme sull'anticorruzione, il decreto legislativo n. 39 del 2013. Qui, invece, è successo qualcosa di strano perché tanti enti si sono trovati nelle medesime condizioni, cioè in condizioni di incompatibilità o addirittura di inconferibilità, da parte dei consigli di amministrazione, da parte di dirigenti di strutture, di enti, di consorzi.
  In questi casi, come tutti sappiamo, quando si tratta di incompatibilità, ammesso che questa fosse stata accertata, ma ci sono dubbi sull'incompatibilità, esclusa invece l'inconfutabilità, viene dato un tempo per rimuovere le cause dell'incompatibilità e i consessi vanno avanti, non ci si ferma, non ci si può fermare, non si può fermare un'attività amministrativa di un ente o di un consorzio e poi, in particolar modo, di un ente di ricerca quale appunto il nostro Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, per quello che significa per il nostro Paese, per il lavoro che svolge di prevenzione, di monitoraggio e di attenzione.
  È un Paese che, come sappiamo, ha la presenza di vulcani attivi e inattivi e ha subito, purtroppo, tante sciagure a seguito di sismi. Quindi, è avvenuto qualcosa che poteva essere naturale nella dialettica, nel confronto e nella dinamica dell'amministrazione Pag. 12e da poter risolvere anche in maniera trasparente. Qui, invece, motivo per cui ho presentato l'interpellanza, c’è qualcosa di non trasparente, c’è qualcosa che si dovrebbe leggere oltre le righe, oltre quello che è avvenuto, oltre quello che è scritto anche nelle carte.
  Però poi, leggendole, si trova un filo logico che è questo: l'INGV si apprestava a dare attuazione alla legge n. 128 che prevedeva, nel quadriennio, il piano di assunzioni e stabilizzazione dei precari dell'Istituto. Si è impedito in tutti i modi di far attivare il consiglio di amministrazione, di far decidere al consiglio di amministrazione queste assunzioni e lo si è impedito fino ad arrivare all'ultimo giorno in cui nel consiglio di amministrazione, il 15 ottobre, era prevista proprio questa delibera di procedere cioè all'assunzione dei precari dell'INGV.
  Lo si è impedito in maniera strana perché la mattina del 15 ottobre – e mi fermo, vorrei poi replicare – il consiglio di amministrazione, già riunito e convocato, con una telefonata viene bloccato, impedito: attenzione, bloccatevi, non fate il consiglio di amministrazione perché vi convoco subito il 17, qui al Ministero; vi arriverà subito una nota del Ministero per chiarire tutta una serie di questioni (si presumeva sull'incompatibilità). In realtà, questo non avviene perché la convocazione viene fatta per il 17 e quel giorno, il 17 ottobre, in quella seduta, non si discute dell'incompatibilità e, quindi, tutto viene lasciato in aria, viene lasciato tutto fermo.
  Cosa avviene ? Successivamente il direttore, di cui ho stima perché lo conosco bene, il dottor Mancini, in un primo momento, il 25 settembre, scrive al consiglio di amministrazione, tenuto conto di questi dubbi sollevati su casi di incompatibilità, di limitare l'esercizio delle proprie funzioni, in particolare per il conflitto di interessi rispetto al ruolo istituzionale per gli atti deliberati. In un secondo momento, addirittura guardate un po’ cosa scrive, con una nota del 10 ottobre e qui mi fermo: dice al consiglio di amministrazione di limitare, di non deliberare, in attesa che si chiarisca la vicenda dell'incompatibilità, su fatti sensibili.
  Sono andato a vedere quello che sono nel lessico politico fatti sensibili, questioni sensibili, che sono bioetica, sesso, religione, questioni di coscienza. Sono andato a verificare che cosa possono significare fatti sensibili: alcol, aborto, fumo, patologie gravi. Niente di quello che poteva deliberare l'Istituto di vulcanologia. E quindi come fa un ente, il Ministero, a dire quali sono i fatti sensibili e quali non sono i fatti sensibili ? Qui bisognava avere trasparenza e dire: il consiglio di amministrazione è incompatibile, ammesso che qualcuno abbia letto le carte e capire se c'era o non c'era l'incompatibilità, quindi sospenderne la funzione e nominare il commissario. Non si può dire: su alcune cose sono sensibile e su altre cose non sono sensibile. È come quando sono entrato in quest'Aula, io ero sindaco, e il Presidente della Camera mi ha mandato una lettera in cui ha detto: signori, ci sono dei casi di incompatibilità, o si fa il sindaco o si fa il deputato, entro 30 giorni devi decidere. Ma in quei 30 giorni il Presidente della Camera non mi ha detto che non dovevo votare atti sensibili e non sensibili, che non dovevo votare atti perché potevano essere illegittimi. Io sono nella mia funzione e tutto quello che viene votato non è inficiato, non è illegittimo. Quindi veramente ci sono degli aspetti che, sotto sotto, fanno capire che c’è un tentativo di blocco di quella che è la normale attività della vulcanologia.

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Gabriele Toccafondi, ha facoltà di rispondere.

  GABRIELE TOCCAFONDI, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, gli onorevoli interpellanti chiedono chiarimenti riguardo ai rilievi avanzati dal collegio dei revisori dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV), con verbale n. 20 del 2014, nei riguardi del presidente e di Pag. 13alcuni componenti del consiglio di amministrazione del citato ente di ricerca e sollecitano l'adozione di misure finalizzate a ristabilire la piena operatività dello stesso consiglio di amministrazione in vista del programmato piano di assunzioni da effettuare entro il corrente anno.
  In data 9 settembre 2014, con nota protocollo n. 15303, il direttore generale dell'Istituto ha trasmesso al Ministero copia del citato verbale n. 20 del collegio dei revisori dei conti, nel quale sono state riportate alcune osservazioni relative ad una presunta incompatibilità del presidente e dei membri del CdA del medesimo, riguardanti profili sia di legittimità che di merito.
  Immediatamente, il 25 settembre 2014, il Ministero, con nota protocollata n. 21081, ha attivato i suoi poteri di vigilanza non solo chiedendo all'ente di fornire chiarimenti e la documentazione a supporto sull'intera vicenda, ma invitando, cautelativamente, il consiglio di amministrazione a limitarsi, nell'esercizio delle proprie funzioni, agli atti di gestione ordinaria.
  Il successivo 29 settembre 2014, con nota protocollata n. 16503, il presidente dell'INGV ha risposto ai chiarimenti richiesti, assumendo che: con riferimento ai membri del CdA dipendenti dell'ente, la situazione descritta dal collegio dei revisori dei conti, non configurerebbe una delle fattispecie previste dal decreto legislativo n. 39 del 2013. Con riguardo alla sua carica di presidente, non esisterebbero i presupposti di incompatibilità derivante dalla presunta violazione dell'articolo 6, comma 5, dello statuto dell'INGV (in forza del quale «i componenti del consiglio di amministrazione dell'ente non possono intrattenere rapporti di collaborazione con l'INGV né possono essere amministratori o dipendenti di soggetti pubblici e privati che partecipano a programmi di ricerca dello stesso ente»), poiché egli, seppur dipendente di un ente pubblico coinvolto in un progetto di ricerca finanziato dall'INGV, avrebbe partecipato al progetto in via meramente esecutiva.
  Con riferimento alla questione, pur posta dal collegio dei revisori, del suo collocamento in aspettativa, ha riferito di aver chiesto ed ottenuto dall'università di Catania, a seguito della nomina a presidente dell'INGV, conferita con decreto ministeriale del 27 marzo 2012, l'autorizzazione a ricoprire l'incarico e che alcuna condizione era stata posta al regime di tempo pieno. Inoltre, ha esposto di aver comunicato, in data 17 settembre 2014, alla medesima università, la propria opzione per il regime di tempo determinato.
  Con riguardo all'ulteriore profilo di presunta illegittimità delle attività dell'intero collegio dei revisori dei conti per aver preso parte alla seduta del collegio, di cui al verbale n. 20 del 2014, un membro supplente – il quale avrebbe sottoscritto il verbale in contrasto con norme regolamentari, di cui alla determinazione della Corte dei conti n. 1627 del 10 novembre 1981 e alla circolare del Ministero dell'economia e delle finanze n. 30 del 10 luglio 2014 –, il presidente del collegio dei revisori dei conti, con nota del 6 ottobre 2014, ha escluso ogni profilo di illegittimità, precisando che: 1) la partecipazione del membro supplente si era resa necessaria, in quanto il medesimo era stato incaricato di assicurare la presenza alla seduta del collegio dell'ente prevista per 1'11 settembre, essendo gli altri componenti impossibilitati a intervenire; 2) il medesimo membro supplente ha assistito alla riunione senza partecipare alla volontà dell'organo.
  Alla luce di tanto, considerata la delicatezza dell'argomento in discussione, il Ministero ha ritenuto di dover procedere ad ulteriori approfondimenti, convocando sia il presidente che i membri del CdA, per il giorno 17 ottobre ultimo scorso presso la sede del Ministero, convocazione cui fa appunto riferimento l'onorevole interpellante. A seguito di tale convocazione, si è chiesto, tra l'altro, con nota protocollata n. 1328 del 30 ottobre scorso, di fornire riscontro documentale dell'asserita circostanza secondo cui il presidente, seppur dipendente di un ente pubblico coinvolto Pag. 14in un progetto di ricerca finanziato dall'INGV, avrebbe partecipato al progetto soltanto in via meramente esecutiva.
  È evidente dunque che, ad oggi, considerato il precipuo interesse di assicurare la piena corretta funzionalità dell'Istituto, la questione è in via di risoluzione. I tempi impiegati per gli approfondimenti sono connaturali alla delicatezza che il caso richiede.

  PRESIDENTE. L'onorevole Ribaudo ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

  FRANCESCO RIBAUDO. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario per la risposta, ma sono parzialmente soddisfatto, perché la domanda, al di là delle vicende – se è legittimo o non legittimo il secondo punto della domanda che riguardava i revisori, questo lo accerteranno chiaramente le autorità competenti –, non era quella.
  La mia preoccupazione, sotto il profilo politico, era di capire se effettivamente il Ministero dell'istruzione, università e ricerca vuole andare avanti nel procedere col piano delle assunzioni o se continuiamo a tenere tutto bloccato. Era questa sostanzialmente la questione, perché, sottosegretario, possiamo dire in questo momento «dobbiamo approfondire», ma il 31 dicembre perdiamo la prima tranche di assunzioni e, dal 25 settembre ad oggi – sono quasi due mesi – hai voglia ad approfondire e a capire come stanno le cose ! Non entro nel merito specifico, ma se il responsabile dell'anticorruzione nominato all'interno dell'istituto dice nelle sue note, nelle sue relazioni, che probabilmente ci sono problemi di inopportunità, non di incompatibilità, è ovvio che da lì si è vicini a capire che effettivamente non ci sono grandi problemi e che al più presto dovrebbero essere risolti. Per quanto ci riguarda, l'interpellanza serve a dare serenità a quell'ente. In questo momento lei sicuramente saprà che vi sono lavoratori in stato di agitazione, governance con questi problemi interni e probabilmente anche un conflitto, ormai, tra i vari organismi, quindi con la direzione generale: questo non dà sicurezza, non dà serenità al lavoro che un istituto così importante dovrebbe svolgere. Quindi, mi auguro che lei abbia preso consapevolezza perché su questa interlocuzione con l'istituto ha risposto il direttore generale, anche se forse non c’è stato un coinvolgimento diretto da parte del Ministro e del sottosegretario. Adesso, con questa interpellanza penso che la situazione sia un po’ più chiara. Le voglio anche rappresentare che già il giorno 3 di questo mese, quindi lunedì scorso, ancora una volta il presidente dell'INGV ha risposto, ha confermato e ha chiarito ulteriormente – se mai ce ne fosse stato bisogno – la propria posizione. Adesso spetterà al Ministero fare in fretta e dare certezza e sicurezza all'ente, perché possa andare avanti e perché possa svolgere quel ruolo di assoluta importanza per le nostre comunità.

(Chiarimenti in ordine alla vicenda delle prove scritte del concorso nazionale per l'ingresso nelle scuole di specializzazione in medicina ed iniziative per garantire una selezione dei candidati basata su criteri rigorosi di competenza e trasparenza – n. 2-00738)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Binetti n. 2-00738, concernente chiarimenti in ordine alla vicenda delle prove scritte del concorso nazionale per l'ingresso nelle scuole di specializzazione in medicina ed iniziative per garantire una selezione dei candidati basata su criteri rigorosi di competenza e trasparenza (Vedi l'allegato A – Interpellanze urgenti).
  Chiedo all'onorevole Binetti, che vedo già in piedi, se intenda illustrare la sua interpellanza.

  PAOLA BINETTI. Signor Presidente, signor sottosegretario, sono contenta di aver posto il quesito sotto forma di interpellanza, dopo che mercoledì scorso ben quattro colleghi avevano rivolto al Ministro Giannini un'interrogazione urgente al Pag. 15question time. Come è facile vedere scorrendole, le domande al Ministro venivano da tutte le parti politiche, questo per dire come la sensibilità di fronte a questo tema sia trasversale, dato che riguarda un problema cruciale per la qualità delle garanzie e della tutela della salute per tutti i cittadini, che è quello che noi ci attendiamo da scuole di specializzazione che permettano di formare futuri medici specialisti autenticamente competenti nel loro aspetto, non solo di diagnosi ma anche di intervento terapeutico. Le risposte del Ministro sono state risposte che, sintetizzandole e guardando proprio, anche nel dettaglio, quello che contenevano, dicevano sostanzialmente questo: no problem, se qualcuno ha sbagliato darà le dimissioni; noi non intendiamo dover procedere alla ripetizione delle prove, perché abbiamo identificato due domande che potevano non essere pertinenti, su queste domande abbiamo concentrato la nostra attenzione e su queste due domande in qualche modo si verrà strutturando tutta quella che è la complessa operazione delle graduatorie da cui poi dipendono le scelte dei futuri specialisti e quindi la creazione dei futuri staff delle diverse scuole di specializzazione su base nazionale.
  Sembrava che tutto questo potesse o dovesse essere rassicurante, al punto tale che ieri sono uscite le graduatorie e nel momento in cui le graduatorie escono il problema smette di essere generale o generico e diventa un problema straordinariamente personale, individuale e concreto, perché o si è in graduatoria in posizione prossima alla possibilità di essere iscritti alla scuola specializzazione o si è in una posizione remota.
  A questo punto, come lei facilmente immagina, la lettura di quelle che sono le situazioni, cambia profondamente.
  Così come cambiano due aspetti che considero particolarmente inquietanti. Il problema non è solo quello delle due domande più o meno pertinenti: il problema che emerge attualmente è da un lato la valutazione nelle risposte con la risposta pubblicata, e anche quindi la possibilità di capire se la risposta esatta che è stata segnalata è davvero una risposta inequivocabile. Come lei sicuramente sa, quando si procede a fare dei test con domande a scelta multipla, è fondamentale che la risposta esatta sia una ed una sola, e che sia facilmente distinguibile dalle risposte sbagliate. Non a caso, una delle risposte che si introduce nella batteria delle cinque potenziali risposte è quella che si chiama il famoso «distrattore», una risposta che sembra giusta ma che di fatto non lo è, e che quindi al vaglio della possibilità si dimostra essere una risposta falsa.
  In questo momento mi riferisco per esempio ad uno dei quesiti che circolano maggiormente sul web, che è quello relativo alla perdita delle capacità cognitive collegata ad alcune situazioni patologiche. La risposta che viene segnalata è la risposta che fa riferimento all'ipertiroidismo: in realtà, come è noto, in letteratura lei può trovare diverse situazioni di ipertiroidismo che sono accompagnate anche da una riduzione delle facoltà cognitive, anche se la riduzione delle facoltà cognitive appare più facilmente evidenziabile nelle condizioni di ipotiroidismo. Comunque è una risposta ambigua: risposta che verrà contestata dai partecipanti al concorso, e che servirà ad innescare anch'essa, nella concretezza del dato, come dire, nero su bianco posto dalla domanda e dalla risposta, un ennesimo motivo di ricorsi, che saranno certamente presentati.
  Ancora più inquietante però è la situazione che viene segnalata da molti di questi futuri specializzandi, quando sostengono che nel calcolo delle loro risposte positive e negative ci dovrebbe essere stato una sorta di bug, nell'insieme del meccanismo di controllo, perché a loro risulta che il loro dovrebbe essere un punteggio ovviamente migliore rispetto a quello che viene segnalato. Un insieme di cose, quindi, tra gli errori del Cineca nell'inserimento delle domande (lo sbaglio addirittura di un'intera batteria), tra gli errori di quelli che hanno confezionato domande e risposte, e che non hanno avuto l'accortezza di «scolpire» proprio le risposte sbagliate rispetto all'unica risposta esatta Pag. 16(è questo l'unico motivo che ci rende accettabile il sistema della selezione per quiz, che per altri versi presenta tutta una serie di punti deboli). Ma il terzo punto è il ricalcolo del punteggio fatto dagli specializzandi.
  Noi ci troviamo quindi davanti ad una autentica, reale, concreta minaccia di ricorsi massicci: ricorsi massicci entro lunedì, cioè entro il 10 novembre, da parte degli specializzandi che sono in posizione utile, che sono quindi quelli che hanno partecipato a più batterie riportando, come spesso accade, risultati brillanti in tutte le batterie (a dimostrazione pratica che la qualità della competenza professionale è sostanzialmente e prevalentemente una competenza anche di tipo trasversale), dunque, noi ci troveremmo già da lunedì con una serie di ricorsi perché non è accettabile questa situazione.
  Non è accettabile anche per un'altra ragione: perché questi ragazzi dovranno partecipare l'anno prossimo eventualmente ad un'altra possibilità di essere ammessi alle scuole di specializzazione, dovranno misurarsi con il doppio dei candidati, perché saranno i famosi 7 mila candidati non ammessi questa volta, più quelli che si laureeranno, e che saranno tra i 7 e 8 mila laureati dell'anno prossimo, e si troveranno a competere in una situazione che come minimo gira intorno ai 14 mila candidati.
  Tutto questo – che è poi una parte della mia interpellanza – non ha avuto una risposta in termini di comunicazione che sia chiara, che sia efficace. La comunicazione sembra che sia stata sostanzialmente una comunicazione autodifensiva, dicendo: la colpa è del Cineca, le domande che non prendiamo in considerazione sono soltanto due, tutti tranquilli, noi ricalcoleremo le cose; come dire: no problem. Non è vero.
  Noi abbiamo bisogno di una comunicazione che si faccia carico dell'impatto drammatico che questo ha nella vita delle persone, perché sappiamo tutti quanti che senza specializzazione non c’è possibilità di assunzione in quelle che sono le strutture pubbliche, gli ospedali, eccetera, nonostante il Ministro Lorenzin vada ventilando la possibilità di creare canali paralleli, fortemente osteggiati ovviamente da tutta quella che è la classe accademica che si fa garante del livello della formazione raggiunto dagli specialisti, liberamente, dopo, sul fronte della loro attività professionale istituzionale o libero-professionale.
  Quindi io credo, signor sottosegretario, che la cosa sia stata davvero sottovalutata, perché i segnali di allarme erano chiarissimi: la devastante azione dei TAR che dopo aver selezionato gli studenti attraverso il meccanismo dei test da parte del Ministero ha inserito nel sistema migliaia di nuovi studenti; l'ambiguità rispetto a quello che succederà l'anno prossimo sui test di ammissione, perché nessuno crede che sia possibile abolire i test di ingresso, perché comunque il meccanismo della selezione, quando ci troviamo davanti a 70-80 mila domande, va impostato. Nessuno crede che spostarlo di sei mesi, cioè permettendo a tutti di frequentare il primo semestre, oppure tutto il primo anno, non ci libererà dalla necessità di fare una selezione e lì dovremo andare a vedere qual’è il meccanismo della selezione. E ormai è dimostrato che questo meccanismo è un meccanismo che richiede una altissima competenza da parte di chi lo controlla perché è a trecentosessanta gradi che va portato il controllo su tutte le fasi dell'operazione e credo davvero di poter dire che questa volta la comunicazione sia stata gestita in modo falsamente rassicurante. E che sia falsamente rassicurante lo vedremo con tutta l'ondata di ricorsi a cui, in ogni caso, il Ministero dovrà fare a sua volta fronte.
  Insisto: non ci sono solo le due domande, le domande la cui risposta è ambigua o considerata parzialmente sbagliata che obbligherà al ricalcolo delle graduatorie; ma anche la posizione di quegli specializzandi che dicono: «il mio punteggio in qualche modo non corrisponde a quello pubblicato» e, per non voler utilizzare altri eufemismi, dicono: «evidentemente c’è un bug nel sistema».

Pag. 17

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Gabriele Toccafondi, ha facoltà di rispondere.

  GABRIELE TOCCAFONDI, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, gli onorevoli interpellanti chiedono di fornire chiarimenti in merito a quanto accaduto durante le prove del 29 e 31 ottobre, per l'accesso alle scuole di specializzazione in medicina, nonché di conoscere le misure che il Ministro intende adottare per consentire in futuro una selezione dei candidati che risponda a caratteri di competenza specifica, di rigore e di trasparenza.
  Innanzitutto, mi preme riferire che mercoledì scorso, 5 novembre, come previsto dal bando, sono state pubblicate sul sito web del MIUR, sia le prime graduatorie nazionali di ogni scuola di specializzazione, sia i quesiti delle prove sostenute, sia le risposte corrette. Sono state indicate, altresì, le due domande cosiddette «neutralizzate».
  Come già chiarito dall'onorevole Ministro in questa Aula, nella recente seduta di question time, le prove non saranno ripetute. Ciò in quanto la commissione nazionale istituita con decreto ministeriale del 23 luglio 2014, n. 584, che si è occupata di validare le domande, su indicazione del Ministero, ha vagliato i quesiti proposti ai candidati per l'area medica (29 ottobre) e quella dei servizi clinici (31 ottobre), stabilendo che, sia per l'una che per l'altra, 28 domande su 30 sono comunque valide ai fini della selezione. Questo è possibile in quanto per redigere i 30 quesiti che, a norma di regolamento, devono caratterizzare l'area comune, la commissione ha individuato i settori scientifico-disciplinari fondamentali per la specifica area in cui sono ricomprese le scuole di specializzazione.
  Data l'importanza dei settori scientifico-disciplinari fondamentali, che sono parte irrinunciabile della formazione medica, diverse sono le fisiologiche sovrapposizioni che si registrano. Del resto, il suddetto impianto rispecchia la struttura di tutti gli ordinamenti didattici universitari che contemplano un segmento di base, ben distinto da quello caratterizzante. Infatti, come emerge chiaramente dall'Allegato 2 del bando, vi sono ben 5 settori scientifico-disciplinari fondamentali che appartengono sia alle scuole di specializzazione di area medica che a quelle dell'area dei servizi clinici.
  Quindi, al netto dei quesiti che sono esclusivamente riferibili solo ad un'area – 2 su 30 – le due prove di area sono scientificamente aderenti ai criteri del bando. Le domande riconducibili ai settori scientifico-disciplinari comuni tra le due aree – 28 su 30 – sono infatti riferibili sia alla prova dell'area medica che a quella dei servizi. Pertanto, si è deciso di procedere con il ricalcolo del punteggio dei candidati neutralizzando le due domande per area che sono state considerate non pertinenti. Con questa scelta si è voluto tutelare i candidati, i loro sforzi personali ed economici, nonché quelli delle loro famiglie a fronte di un grave errore materiale commesso dal CINECA, ente esterno al MIUR, peraltro errore che attiene all'operazione di importazione delle prove validate dalla Commissione nazionale nel software utilizzato per la prova, come immediatamente riconosciuto dal direttore del CINECA, il quale se ne è assunto all'istante tutta la responsabilità.
  In merito, poi, ai principi richiamati dall'onorevole interpellante – competenza specifica, rigore e trasparenza – ricordo che proprio a questi si ispira il neo-concorso unico nazionale per l'accesso alle scuole di specializzazione. Esso nasce, infatti, come risposta alle criticità manifestatesi nei precedenti concorsi a carattere locale. Attualmente, viene redatta una graduatoria per ogni singola scuola sulla base di un punteggio dato dalla somma della valutazione dei titoli (massimo quindici punti) e di una prova (massimo centoventi punti) suddivisa in due parti: una parte generale comune a tutte le scuole di tutte le aree e una parte specifica per ciascuna delle tre aree (medica, chirurgica e dei servizi clinici). La seconda prova della procedura concorsuale, relativa alla parte Pag. 18specifica, associa fra loro la parte riferita soprattutto ai settori scientifico-disciplinari fondamentali delle aree (30 domande) e quella più specifica delle singole scuole (10 domande).
  Anche nella predisposizione e nell'espletamento delle prove è stato garantito il massimo rispetto dei principi menzionati dall'interpellante. Con decreto del capo dipartimento del 26 maggio 2014 è stata infatti avviata l'indagine di mercato per l'affidamento del «Servizio di predisposizione dei test per l'accesso alle scuole di specializzazione in medicina». La procedura di gara si è conclusa con l'aggiudicazione definitiva alla società SELEXI Srl. Parallelamente, sono stati individuati gli esperti della Commissione nazionale prevista dall'articolo 4 del decreto ministeriale n. 105 del 2014, che si è insediata con l'obiettivo primario di individuare le discipline fondamentali e caratterizzanti di ogni scuola di specializzazione, così come prevede il riferimento ai settori scentifico-disciplinari propri delle singole scuole contenuto nell’ articolo 7, comma 9, lettera b) del bando pubblicato con decreto ministeriale n. 612 del 2014. La commissione ha poi validato le domande predisposte dalla SELEXI Srl e individuato due prove di analogo contenuto, sorteggiando quella del 28, 29, 30 e 31 ottobre. La prova, debitamente validata e estratta a sorte dalla stessa commissione, è stata consegnata direttamente da SELEXI a CINECA per tutelare l'assoluta segretezza dell'operazione così come prevede il bando. L'operazione di consegna è stata verbalizzata. Le prove si sono svolte regolarmente in tutti e quattro i giorni. Il risultato conseguito da ciascun candidato è stato visibile a ciascuno di loro al termine di ogni prova ed è stato trasmesso al CINECA per la definizione della graduatoria.
  Dopo alcune segnalazioni di una possibile inversione dei quesiti dell'area medica con quelli dell'area dei servizi, pervenute in data 31 ottobre, il MIUR ha chiesto sia a CINECA che a SELEXI una verifica in tal senso. È evidente che il fatto poteva emergere solo al termine del quarto e ultimo giorno del concorso, considerato che l'inversione dei quesiti di area ha riguardato il secondo ed il quarto giorno di prove, ovvero il 29 e il 31 ottobre. Inoltre, occorre evidenziare che il MIUR sino a quel momento – lo ribadisco – non poteva e non doveva conoscere le domande.
  L'errore materiale che ha commesso il CINECA è ovviamente evidente ma non può essere generalizzato. Posso quindi affermare che il MIUR ha posto in essere tutte le cautele necessarie affinché venisse garantita la regolarità dell'intera procedura. Stante l'errore materiale commesso da CINECA, si è prontamente stabilito un confronto con l'Avvocatura dello Stato a seguito del quale si è preso atto della consolidata giurisprudenza amministrativa che, per casi analoghi, ha affermato il dovere prioritario dell'Amministrazione di perseguire la soluzione che faccia salvo il fondamentale principio di conservazione dei valori giuridici, secondo il quale quando è possibile recuperare un qualunque risultato utile a disciplinare un rapporto giuridico, devesi propendere per la soluzione che consenta di salvare il risultato stesso.
  Alla luce di tutto ciò, dopo aver avuto altresì l'analisi dei quesiti da parte della Commissione nazionale, si è deciso di procedere con il ricalcolo del punteggio dei candidati «neutralizzando» le due domande per area che sono state considerate non pertinenti dal gruppo di esperti.

  PRESIDENTE. L'onorevole Binetti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.

  PAOLA BINETTI. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Toccafondi, il quale ha ribadito cose dette dal Ministro Giannini soltanto due giorni fa in quest’ Aula.
  Il problema però che riguarda in qualche modo il Ministero, concretamente il MIUR, per esempio è l'osservazione che è stata fatta e ripetuta in questi giorni per giustificare e legittimare il non ricorso alle nuove prove, quando si dice che la batteria dei test relativi ai servizi e la batteria dei Pag. 19test relativi alle scuole di medicina sono sostanzialmente – stiamo parlando di 28 domande su 30 – coincidenti. Non si capisce allora per quale ragione bisognava ottenere una batteria in più, per quale ragione bisognava sottoporre i partecipanti a un'ulteriore prova.
  È evidente, fortunatamente, che il sistema delle conoscenze mediche è un sistema fortemente articolato e interdisciplinare, molto più di quanto il rischio dell'iperspecializzazione non faccia supporre, ma è altrettanto evidente che, allora, era inutile e sarà inutile – immagino che il Ministero ne terrà conto nella prossima tornata – avere due batterie che coincidono, 28 su 30, facciamo al 90 per cento.
  Quindi, dopo tanto discettare sui settori scientifico-disciplinari, questo avrebbe potuto costituire una sorta di economia di scala. Non c’è bisogno di un'ulteriore batteria: chi supera questi test, li supera positivamente per poter accedere alle scuole di specializzazione sia di area medica che dell'area dei servizi. Questa è la prima osservazione che voglio fare e mi sembra importante ribadirla in un momento di divisione e di rivalutazione di questi test.
  Un secondo quesito, però, riguarda, una volta che sia stata pubblicata – perché anche noi non avremmo potuto fare queste considerazioni se non avessimo visto le domande pubblicate e le relative risposte considerate esatte da parte degli esperti –, il fatto che alcune domande presentano margini di ambiguità. Su questi margini di ambiguità noi troveremo una parte cospicua e importante dell'accademia, la quale sosterrà che quella risposta non può essere considerata univoca e quindi, da questo punto di vista, vi è anche la responsabilità, ovviamente non diretta, del Ministero, che ha ben altri compiti, ma ha il compito di supervisione e di garanzia e doveva far fronte a questo obiettivo davvero di garanzia.
  Perché dico questo ? Perché la tragedia dei quiz di ammissione non solo alle scuole di specializzazione, ma anche alla facoltà di medicina, è che il contenzioso molte volte si stabilisce proprio sulla natura della risposta, che viene messa in discussione. Si sa che la difficoltà tecnica dell'esperto è tutta lì: bisogna evitare accuratamente che qualcuno possa non considerare quella risposta come l'unica risposta giusta, quindi inequivocabile e tale da sottrarsi all'arbitrarietà del giudice. Ora, evidentemente questo non c’è stato.
  Poi, credo sinceramente che il nuovo problema emergente della difformità tra quanto il candidato ha fatto, avendo presenti i propri risultati, e quanto è emerso dalle graduatorie del Ministero, rappresenti un'ulteriore spina.
  Ora, signor sottosegretario, nella sua persona, ma anche poi per quanto vale nel riferimento al Ministro, come intendiamo comportarci davanti ai ricorsi ? Se è vero che non si possono accogliere – come facevano presente l'onorevole Titti Di Salvo, l'onorevole Corsaro, l'onorevole D'Uva – e non si possono ammettere tutti i 12.500 candidati alle scuole di specializzazione e non li si può ammettere per motivi economici e per potenziale formativo – e certamente questo costituisce il gap più drammatico della facoltà di medicina tra gli studenti di ingresso e gli specializzandi in uscita –, è anche chiaro che, davanti all'ipotesi dei ricorsi, non ce la si potrà cavare, come ce la si sta cavando in questo momento, su sollecitazione del TAR, ammettendo tutti, perché è angosciante quello che sta succedendo: il TAR li riammette di tremila in tremila.
  E noi che cosa faremo ? Ma il TAR li riammette come studenti e, quindi, non ti vincola a doverli pagare. Ma figuriamoci se li riammette come specializzandi, quindi vincolando il sistema a un esborso economico non previsto, non prevedibile e anzi, oserei dire, tenendo conto del pressing che abbiamo fatto tutti insieme, a 360 gradi, in quest'Aula, per sostenere l'aumento dei contratti di formazione per gli specializzandi, un pressing che costituisce, come dire, una sorta di barriera difficilmente superabile...
  Ora, io credo che le risposte che vengono dal Ministero non tengano conto che la comunicazione – io insisto – è una Pag. 20falsamente rassicurante, perché nulla ci dice su cosa accadrà. Ci dice di ciò che è accaduto, ma, come in medicina, ciò che interessa al malato più di tutto è la prognosi: «E adesso cosa succederà, dottore ? Ok, ho un tumore», che è una delle diagnosi più ansiogene che si possano ricevere. Ma adesso che cosa accadrà ? Nessuno ci dice adesso cosa accadrà. Si dice: ricalcoleremo le graduatorie. Ricalcoleremo le graduatorie ? Molto bene; e quando le abbiamo ricalcolate, ci troveremo a far fronte a un numero rilevante, che lo è già adesso. Come ben sa il sottosegretario, lunedì appariranno, in qualche modo, quelle scelte che riguardano, come è stato calcolato, potenzialmente 1.000, 1.200 futuri specializzandi, che si trovano in posizione utile, sicura e garantita, ma questi rappresentano solo un 10 per cento; cioè, abbiamo un 10 per cento di persone che ha una prospettiva sicura, positiva, davanti al proprio futuro. Ma abbiamo un 90 per cento di futuri specializzandi che si trova in una posizione sostanzialmente liquida, fluida. Quando costoro sapranno che non sono il cinquemillesimo, ma sono il cinquemillesimo e uno o il cinquemillesimo e due – quindi, tra l'altro, quanto più prossimi alla frontiera –, tanto maggiore e tanto più intensa sarà l'operazione.
  Io credo che sarà bene che il Ministro e il Ministero si attrezzino a dare risposte a questo tipo di quesiti, perché il rischio è che, trattandosi di una graduatoria nazionale, vi siano degli scivolamenti, dei superamenti in corsa. Poi, di fatto ciò riguarda – e con questo mi avvio a concludere, perché mi sembra un dato abbastanza importante e rilevante – la vita ordinaria delle scuole di specializzazione di un anno accademico, che non è il 2014/2015, perché questi esami sono quelli del 2013/2014. Questi ragazzi sono un anno in ritardo con la loro scuola di specializzazione ed esattamente come i loro colleghi mancano, come dire, di un'ondata, di un'intera fascia generazionale che li sostituisca. Cioè, il problema vero non è dare ragione delle due domande. È banale questo ! Il problema è pensare, predisporre e informare, compreso il Parlamento, di che cosa accadrà, perché, come ben sa il sottosegretario, noi abbiamo avuto in piazza questi ragazzi un numero rilevante di volte. Sono venuti qui, proprio qui a Montecitorio, a chiedere giustizia, a chiedere equità.
  Poi, si fa il riferimento – e lo fa anche il Ministro – e si dice che questi errori sono comunque meno degli errori che si erano verificati nelle altre tornate, cioè negli anni precedenti, si fa riferimento a un tipo di errore, che è il tipo di errore – chiamiamolo così – della «soggettività baronale», quella che sceglie lo studente non sempre per i motivi di merito, ma, come succede in molti altri aspetti della vita pubblica, per motivi di fidelizzazione, perché il ragazzo, con una espressione che non ci piace nemmeno qui in Parlamento, «gli fa da portaborse». Quello è l'errore baronale, quello è l'errore di chi non sceglie la qualità, ma sceglie quella sorta di conformismo fidelizzante che pone in una posizione un po’ servile. Però, non è che ci consola un sistema che non è in grado di garantire davvero e fino in fondo la qualità a monte, la qualità a monte degli studenti che vorranno diventare domani medici specialisti.
  Quindi, io sono soltanto molto parzialmente soddisfatta della risposta. Invece, invito il Ministro e il Ministero a pensare attentamente a cosa intendono fare da lunedì prossimo, quando usciranno le scelte degli studenti, quando si saprà chi è in posizione sicura e quando i ricorsi cominceranno, e cominceranno in modo massiccio, perché non si sottovaluti la minaccia di fare addirittura una class action.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.
  Ora ho delle comunicazioni per l'Assemblea, e pregherei di concedere attenzione e silenzio al Presidente...

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Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro.

  PRESIDENTE. Comunico che, in data 6 novembre 2014, la Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro l'onorevole Paolo Bolognesi in sostituzione dell'onorevole Pier Luigi Bersani, dimissionario.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo.

  PRESIDENTE. Comunico che, in data 6 novembre 2014, la Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo l'onorevole Vanessa Camani in sostituzione dell'onorevole Giovanni Sanga, dimissionario, e l'onorevole Giuseppe Berretta in sostituzione dell'onorevole Elisa Simoni, dimissionaria.

Ordine del giorno della prossima seduta.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta, ringraziando tutti per l'attenzione.

  Lunedì 10 novembre 2014, alle 15:

  1. – Discussione sulle linee generali del disegno di legge:
   Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali (C. 2093-A).
  — Relatori: Bratti e Borghi, per la maggioranza; Caon e Mannino, di minoranza.

  2. – Discussione sulle linee generali della mozione Paolo Nicolò Romano ed altri n. 1-00515 concernente iniziative volte alla separazione societaria della infrastruttura della rete di telecomunicazione e alla definizione del relativo modello di governance.

  La seduta termina alle 11.