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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 310 di mercoledì 15 ottobre 2014

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

  La seduta comincia alle 9.

  DAVIDE CAPARINI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 13 ottobre 2014.

Sul processo verbale (ore 9,05).

  EMANUELE COZZOLINO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, intervengo per integrare e per far capire meglio la mia richiesta di risposta a interrogazioni riguardanti la Orte-Mestre, perché nel decreto n. 133 in discussione in Commissione ambiente, all'articolo 2, comma 2, si deroga a pareri della Corte dei conti sulla Mestre-Orte. Abbiamo delle parti dello Stato che controllano i conti ma il nostro debito schizza a livelli impensabili, e poi ci domandiamo perché. Infatti andiamo a fare una deroga, quando una parte dello Stato ci dice che un'opera non è economicamente sostenibile.

  PRESIDENTE. Onorevole Cozzolino, stiamo facendo riferimento al processo verbale di lunedì scorso... Quindi era un intervento fatto sulle emigrazioni...
  Se non vi sono altre osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Baretta, Bellanova, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Boccia, Bonavitacola, Bonifazi, Michele Bordo, Bressa, Brunetta, Carbone, Casero, Castiglione, Cecconi, Censore, Cicchitto, Costa, Dambruoso, Damiano, De Girolamo, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Di Salvo, Epifani, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Gozi, Losacco, Lotti, Madia, Marotta, Orlando, Pisicchio, Portas, Ravetto, Realacci, Rigoni, Domenico Rossi, Rughetti, Scalfarotto, Scotto, Speranza, Tabacci, Turco, Valeria Valente, Velo, Vignali e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centouno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza, che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione della proposta di legge: Causi ed altri: Disposizioni in materia di emersione e rientro di capitali detenuti all'estero nonché per il potenziamento della lotta all'evasione fiscale. Disposizioni in materia di autoriciclaggio (A.C. 2247-A); e dell'abbinata proposta di legge: Capezzone (A.C. 2248).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, d'iniziativa dei deputati Causi ed altri, n. 2247-A: «Disposizioni in materia Pag. 2di emersione e rientro di capitali detenuti all'estero nonché per il potenziamento della lotta all'evasione fiscale. Disposizioni in materia di autoriciclaggio»; e dell'abbinata proposta di legge d'iniziativa del deputato Capezzone n. 2248.
  Ricordo che nella seduta del 10 ottobre 2014 si è conclusa la discussione sulle linee generali e i relatori e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli – A.C. 2247-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge, nel testo della Commissione.
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A – A.C. 2247-A), che è distribuito in fotocopia.
  Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
  A tal fine i gruppi Scelta Civica per l'Italia, Sinistra Ecologia Libertà, Lega Nord e Autonomie e il gruppo Misto (per la componente politica delle Minoranze linguistiche) sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
  Avverto che il testo alternativo riferito all'articolo 3 è stato ritirato dal relatore di minoranza, onorevole Busin.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,09).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 9,30.

  La seduta, sospesa alle 9,10, è ripresa alle 9,30.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli articoli – A.C. 2247-A)

  PRESIDENTE. Avverto che prima dell'inizio della seduta l'emendamento Bindi 3.170 è stato ritirato dalla presentatrice.

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 2247-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2247-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  GIOVANNI SANGA, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Ruocco 1.153 e sul testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Busin.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Paglia 1.301 non è segnalato. Quindi, siamo all'emendamento Busin 1.302, a pagina 8 del fascicolo.

  GIOVANNI SANGA, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Busin 1.302, così come sugli emendamenti Busin 1.156 e Ruocco 1.311, a pagina 9 del fascicolo.
  La Commissione chiede di accantonare gli emendamenti Capezzone 1.157 e 1.315, Busin 1.314...

Pag. 3

  PRESIDENTE. Ricordo che gli emendamenti Busin 1.314 e Sottanelli 1.22 non sono segnalati. Quindi, se non ho capito male, abbiamo accantonato gli emendamenti Capezzone 1.157 e 1.315.
  Ora siamo all'emendamento Pisano 1.320, a pagina 10 del fascicolo.

  GIOVANNI SANGA, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Pisano 1.320, così come sugli identici emendamenti Vitelli 1.151 e Busin 1.324.
  La Commissione esprime altresì parere contrario sugli emendamenti Sottanelli 1.325, Pesco 1.326 e 1.327, a pagina 11 del fascicolo, così come sugli emendamenti Vitelli 1.152 e Pesco 1.338, a pagina 12 del fascicolo.
  La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Sottanelli 1.344 e 1.41, mentre raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.400, a pagina 13 del fascicolo.
  La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Capezzone 1.351, a pagina 14 del fascicolo, così come sui successivi emendamenti Pesco 1.348, 1.352 e 1.356, Villarosa 1.163, Pesco 1.353, Vitelli 1.165 e Pisano 1.166.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Paglia 1.355 non è segnalato.

  GIOVANNI SANGA, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Pesco 1.167 e Gebhard 1.48, a pagina 15 del fascicolo.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Gebhard 1.50, a pagina 16 del fascicolo, non è segnalato.

  GIOVANNI SANGA, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Busin 1.329.

  PRESIDENTE. Ricordo che degli identici emendamenti Capezzone 1.361 e Sottanelli 1.54, quest'ultimo non è segnalato. Quindi, rimane solo l'emendamento Capezzone 1.361, a pagina 16 del fascicolo.

  GIOVANNI SANGA, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Capezzone 1.361, così come sull'emendamento Sottanelli 1.57, a pagina 17 del fascicolo.
  La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Sottanelli 1.58 e Pesco 1.168,

  PRESIDENTE. Passiamo a pagina 18, questi non sono segnalati; passiamo, quindi, all'emendamento Capezzone 1.381.

  GIOVANNI SANGA, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Capezzone 1.381 e 1.384.

  PRESIDENTE. Ricordo che gli emendamenti Sottanelli 1.383 e Paglia 1.386 non sono segnalati.
  Passiamo a pagina 19, all'emendamento Paglia 1.387.

  GIOVANNI SANGA, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Paglia 1.387.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Paglia 1.67 non è segnalato.
  Passiamo a pagina 20 del fascicolo, all'emendamento Capezzone 1.332.

  GIOVANNI SANGA, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Capezzone 1.332.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Sottanelli 1.335 non è segnalato.

  GIOVANNI SANGA, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Pesco 1.170, Busin 1.173 e Pesco 1.171.

  DANIELE PESCO. Chiedo di parlare.

Pag. 4

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, mi sembra che l'emendamento Busin 1.173 non sia segnalato.

  PRESIDENTE. L'emendamento Busin 1.173 è segnalato. È della Lega, non è suo, onorevole Pesco.
  Passiamo all'emendamento Pesco 1.172, a pagina 21.

  GIOVANNI SANGA, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Pesco 1.172, Capezzone 1.174, Paglia 1.310 e 1.333 e Sottanelli 1.375, a pagina 22.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI CASERO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Ruocco 1.153.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruocco. Ne ha facoltà.

  CARLA RUOCCO. Signor Presidente, volevo spiegare un po’ la posizione del MoVimento 5 Stelle...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Ruocco; colleghi, vi pregherei di prendere posto perché sta parlando l'onorevole Ruocco e poi passiamo alle votazioni. Vi chiedo di abbassare la voce e di accomodarvi.
  Prego, onorevole Ruocco.

  CARLA RUOCCO. Rispetto a questo emendamento volevo spiegare il motivo per il quale abbiamo chiesto la soppressione di questi articoli che, in sostanza, eliminano questa voluntary disclosure. Per quello che riguarda noi, comunque, lo vediamo come un colpo di spugna da parte dello Stato, dato che i reati che configura riguardano grandi frodi fiscali; per noi il contrasto all'evasione fiscale parte proprio da una recrudescenza da parte dello Stato nei confronti di questo tipo di reati, perché da qui si potrebbe recuperare grande gettito per alleggerire il carico fiscale alle piccole e medie imprese e alle famiglie.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.

  MARCO CAUSI. Signor Presidente, noi, invece, come gruppo del Partito Democratico voteremo contro questo emendamento soppressivo, che farebbe cadere il cuore del provvedimento.

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Causi; colleghi, vi prego di abbassare la voce, per favore !
  Prego, onorevole Causi.

  MARCO CAUSI. Questo emendamento farebbe cadere il cuore del provvedimento, che è l'introduzione temporanea di un procedimento di collaborazione volontaria, l'OCSE la chiama voluntary disclosure e la traduzione italiana è: collaborazione volontaria. Questo procedimento di collaborazione volontaria permette ai residenti in Italia, ai contribuenti italiani, di regolarizzare con il fisco italiano tutta una lunga serie di partite di tipo fiscale, su cui poi, se si vuole, si può andare anche più in dettaglio; questa collaborazione volontaria è conforme alle regole proposte dall'OCSE e già applicate da altri Paesi come, ad esempio, la Francia.
  Si tratta di un procedimento che non garantisce, diversamente dagli scudi introdotti nel passato da Governi precedenti a questo, l'anonimato.
  È una vera e propria autodichiarazione spontanea, una sorta di autodenuncia che il contribuente fa. La differenza cruciale fra il processo di collaborazione volontaria e gli scudi fiscali è l'assenza dell'anonimato.
  La collaborazione volontaria, ovvero la voluntary disclosure, proposta dall'OCSE è anche diversa – lo voglio ricordare – dagli accordi di tipo Rubik. Gli accordi di tipo Rubik, pur facendo pagare in più Pag. 5rispetto agli scudi fiscali, garantivano comunque l'anonimato. Un accordo del tipo Rubik, la Repubblica federale tedesca l'aveva siglato con la Svizzera qualche anno fa, ma voglio ricordare che quell'accordo non fu poi ratificato dal Bundestag; il Parlamento tedesco non ratificò l'accordo appunto perché si preferisce – è passata ormai anche nella regolamentazione internazionale – l'idea che questo tipo di procedure...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Causi. Colleghi, mettiamoci d'accordo: o cessa questo brusio o sospendo la seduta, così abbiamo risolto il problema. Non so che intenzione abbiamo. Prego, onorevole Causi.

  MARCO CAUSI. Questo tipo di procedimenti deve, invece, implicare una piena emersione, anche nominativa, degli individui.
  Voglio dirle, Presidente, e tramite lei a tutti i colleghi che oggi in Aula vengono a conoscere un lavoro che in Commissione finanze abbiamo svolto per ben sette mesi, perché è dall'inizio di marzo che in Commissione finanze lavoriamo su questo provvedimento, che la pratica di organizzare dei percorsi di emersione nominativa autodichiarativa, ma al tempo stesso, però, permettere percorsi di regolarizzazione dei capitali nascosti, è una pratica che si sta ormai diffondendo ampiamente in tutti i Paesi. Uno dei provvedimenti cardine di questi anni a cui ci ispiriamo è costituito dalle nuove regole che si sono dati gli Stati Uniti d'America, in particolare promuovendo, sia multilateralmente sia bilateralmente con tutti gli altri Paesi, degli accordi che si chiamano FATCA. Tra l'altro, tra qualche giorno, quest'Aula sarà chiamata a ratificare l'accordo FATCA tra Italia e Stati Uniti, con l'amministrazione degli Stati Uniti, che chiede agli altri Paesi la possibilità di avere una piena trasmissione dei dati relativi alle informazioni finanziarie dei residenti statunitensi, fisici e giuridici, all'estero, sia per quanto riguarda i loro conti correnti sia per quanto riguarda le loro dotazioni finanziarie detenute all'estero. Questo scambio informativo, che gli Stati Uniti hanno chiesto a tutti gli altri Paesi, compresa l'Italia, da qui al 2017 andrà a regime in tutti i Paesi che hanno firmato le nuove convenzioni OCSE-G20. Proprio ieri si è aggiunto un ottantaquattresimo Paese; sono già 84 i Paesi che hanno firmato le nuove convenzioni OCSE per il superamento del segreto bancario, per la possibilità, quindi, di avere una piena trasparenza, una piena informazione dei dati fra le diverse circoscrizioni statali e amministrative dal punto di vista finanziario. La fine del segreto bancario – voglio sottolinearlo – che è già scritta in accordi internazionali già ratificati e già approvati...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Causi.

  MARCO CAUSI. ... e che, quindi, ormai è soltanto questione, per un verso, di tempo e, per l'altro verso, di regole attuative...

  PRESIDENTE. Onorevole Causi, magari al prossimo emendamento. Ha terminato il tempo. Capisco che lei consulta l'onorevole Rosato, però il tempo è finito e l'onorevole Rosato non è in grado di dargliene di più.

  MARCO CAUSI. Concludo almeno questo concetto. Il superamento del segreto bancario è ormai soltanto questione di tempo da un lato e dall'altro di regole tra due Paesi e di regole e di trattati bilaterali.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Avverto che l'emendamento Gebhard 1.48 è stato ritirato dalla presentatrice. Onorevole Crippa, se lei vuole che io sia fiscale, poi lo sono con tutti fino in fondo... Anche l'emendamento Schullian 2.129 è stato ritirato dal presentatore.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà. Prego di nuovo di abbassare la voce.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, noi invece voteremo a favore di questo Pag. 6emendamento. Abbiamo già avuto modo di spiegarci più e più volte e in Commissione e in quest'Aula in dibattito generale. In Commissione in particolar modo, ha ragione il collega Causi: il dibattito è stato lungo e anche travagliato, ed ha attraversato molte fasi. Non è riuscito a convincerci dell'opportunità di provare a riportare in Italia i capitali illegalmente detenuti all'estero con questo tipo di strumento; paradossalmente proprio per la ragione che ora il collega Causi andava declinando: cioè un provvedimento di questo tipo poteva avere...

  PRESIDENTE. Onorevole Palese, gentilmente può lasciare che il Governo ascolti ?

  GIOVANNI PAGLIA. ... un senso, quando il segreto bancario vigeva, e vigeva con forza; ragion per cui l'unico modo per provare ad andare a recuperare i capitali, illecitamente detenuti all'estero, era quello, di fatto, di spingere sulla collaborazione volontaria dei loro proprietari, perché altri strumenti di indagine e di recupero di fatto agli Stati non erano dati. Proprio per la caduta del sistema bancario, la maggiore trasparenza ed il fatto che, oggi, certe informazioni stanno per essere messe a disposizione dell'autorità, anche senza bisogno della collaborazione volontaria di chi abbia prima evaso, o corrotto, o commesso altri reati e poi occultato all'estero o in Italia (perché questo provvedimento, tra l'altro, riguarda anche l'Italia) i proventi del reato, credo che uno Stato, che abbia forza, coscienza di sé e volontà, stia per avere gli strumenti per recuperare il maltolto anche senza bisogno di condonare tutta la parte penale a chi si faccia avanti, e anche riducendo la parte sanzionatoria. Ragion per cui non vediamo la ragione di opportunità di un provvedimento costruito in questo modo, e voteremo a favore di questi emendamenti, che di fatto ne sopprimono una parte sostanziale.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ruocco 1.153, con il parere contrario della Commissione e del Governo
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Cani, Lainati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  288   
   Votanti  287   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  144   
    Hanno votato   16    
    Hanno votato no  271.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Le deputate D'Incecco e Covello hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione del Testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Busin.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Busin. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, faccio un intervento, visto che è il testo alternativo degli emendamenti; poi andiamo...

  PRESIDENTE. Ma sempre per cinque minuti ? Sta bene.

  FILIPPO BUSIN. Dicevo che siamo favorevoli all'idea di un provvedimento che preveda il rientro dei capitali che non sia di stampo condonistico, perché ormai i tempi sono maturi per questo tipo di intervento, che va nella direzione anche della tax compliance tanto invocata. Certo, noi proponiamo un testo alternativo perché secondo noi nel testo proposto dal Pag. 7Governo due criteri, che sono necessari per il pieno successo di questa iniziativa, non vengono pienamente rispettati: e sono i criteri della chiarezza della norma, che lasci poco spazio ad interpretazioni di tipo discrezionale, e ad un vantaggio concreto per chi decide, per il soggetto che decide di aderire, e che preveda una concreta depenalizzazione dei reati commessi.
  In questo senso, proponiamo un testo alternativo, che innanzitutto delimita quelli che sono i soggetti coinvolti in questa voluntary disclosure: noi specifichiamo che siano coinvolti solo i soggetti aderenti, ed evitiamo che vengano coinvolte società partecipate, o comunque riferibili al soggetto che si autodenuncia o a enti collettivi in genere.
  Questo comporterebbe conseguenze dal punto di vista sanzionatorio non quantificabili che renderebbero, per una vasta platea di soggetti potenzialmente interessati, assolutamente non conveniente la voluntary e precisamente per coloro i quali sono proprietari di società e per i reati o azioni comunque illecite dal punto di vista fiscale, che non sono ancora prescritte. Secondariamente, vogliamo garantire una concreta tutela giurisdizionale, visto che non siamo in campo condonistico e non siamo in presenza di una sanatoria, ci sembra giusto prevedere che il contribuente, che decide di auto-denunciarsi, abbia le giuste garanzie dal punto di vista della tutela dei propri diritti e abbia quindi la possibilità di opporsi senza decadere dai vantaggi previsti dalla voluntary nel caso in cui l'Agenzia delle entrate, a seguito della sua auto-denuncia, faccia un accertamento del tutto fuori dalle aspettative del contribuente, rispetto a ciò che lui riteneva una somma congrua da versare allo Stato. In questo senso, sempre nel senso del maggior chiarimento e della maggior precisione della norma, abbiamo voluto evitare l'obbligo da parte chi si auto-denuncia di ricostruire i redditi derivanti non tanto a monte delle somme costituite all'estero, ma derivanti dalle movimentazioni delle somme di capitali detenuti all'estero. È chiaro che, se uno vuole occultare o ha avuto l'intenzione di occultare al fisco una certa somma, di sicuro, quando va a prelevare questa somma per utilizzarla, non fa delle spese documentate. Chiedergli di ricostruire i movimenti successivi all'allocazione all'estero di queste somme, per risalire ai redditi generati da questi movimenti, ci sembra una complicazione assolutamente evitabile. Così come abbiamo fatto altri emendamenti che non ho ripresentato perché, presentati da altri colleghi, quindi non segnalati, ma che comunque vanno nella direzione da noi desiderata e che prevedono, ad esempio, la rateizzazione delle somme conseguenti all'accertamento e altro. Detto questo, complessivamente, ci troviamo d'accordo su questo provvedimento; non siamo d'accordo sull'allargamento della possibilità di accedere alla voluntary anche per chi detiene le somme in Italia e ciò, non per un senso di giustizia, che evidentemente caratterizza l'intervento, ma per il fatto che questo potrebbe creare il rischio concreto che da un'iniziativa non condonistica si arrivi, invece, ad un mega condono, perché certificare e ricostruire i redditi sulle somme detenute in Italia ci sembra un'impresa ardua e soprattutto complicata, che può dare adito a un condono, cosa che non si voleva.

  PRESIDENTE. Onorevole Busin, ovviamente lei è relatore di minoranza e su questo, che è il testo alternativo, il parere è favorevole. Io non ho potuto darle la parola perché non era il momento dei pareri, ma dall'articolo 2 ovviamente lei avrà la possibilità di esprimere il parere sugli emendamenti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, sentendo le parole del collega del PD prima mi è venuto in mente di voler creare un gadget, una radiolina, un registratore nel quale mettiamo prima le parole del PD e poi mettiamo le mie, così tutti gli italiani la mattina possano sentirle e possono rendersi conto con chi hanno a Pag. 8che fare, perché Presidente, qui si parla di scudo fiscale; l'attuale maggioranza che nel 2009, quando lo scudo fiscale lo presentò Berlusconi, oggi dice: però è diverso, è uno scudo fiscale diverso, perché lì c'era l'anonimato. Anonimato che dopo cinque anni non era più anonimato, Presidente. Vogliamo ricordare le parole del PD del 2009 ? Perché nessuno, caro collega Causi, si era concentrato sull'anonimato. Leggiamo un po’ cosa dice il Corriere del 15 luglio 2009: l'opposizione però insorge, dopo il nuovo condono – attacca il PD – aumenteranno le tasse per gli onesti. Vogliamo leggere cosa dicono dopo ? Cosa dice dopo il leader del PD Dario Franceschini ? Non ha usato mezzi termini...

  PRESIDENTE. Onorevole Causi, per favore, lasci libero il Governo.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Lo scudo fiscale previsto dal Governo è un condono nella versione peggiore.
  Presidente, questo è ancora peggiore perché, oltre ai capitali dall'estero, si parla anche di capitali in Italia, quindi il problema non è lo scudo, non è l'anonimato. Non hanno – diceva Franceschini del PD, quindi il suo collega del suo partito, caro collega Causi – neanche il coraggio delle loro azioni, ha detto Franceschini. Hanno detto che non avrebbero fatto lo scudo e invece eccolo qui – ha aggiunto il segretario dei democratici – indicando il testo dell'emendamento del Governo e anche nella sua versione peggiore.
  Sulla stessa linea di Franceschini, l'altro candidato della segreteria del PD, Pierluigi Bersani, secondo il quale la scelta dello scudo fiscale è indigeribile; quindi, quando lo fa qualcun altro è indigeribile e quando lo fate voi è un bel prodotto e un bel provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Presidente, inventerò questo gadget e lo regalerò a tutti gli italiani, così almeno si ricorderanno quello che viene detto oggi e quello che poi sarà nel futuro.
  Caro collega Causi, un po’ di coerenza nella vita (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole Villarosa, quei pochi che seguono il lavoro della Camera o attraverso il canale satellitare o Radio radicale, quindi attraverso questi strumenti, non ne hanno bisogno, perché hanno avuto la possibilità di ascoltare Causi e successivamente lei. Lo facciamo per tutti gli altri che non hanno avuto la possibilità di sentirla.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, solo per dire che voteremo contro questo emendamento, nonostante alcune delle argomentazioni portate dal collega Busin siano ragionevoli. Anche noi vediamo nella formulazione originaria proposta dalla maggioranza il rischio di una scarsa appetibilità. Tuttavia, noi non riteniamo nemmeno che si debba rendere appetibile ad un evasore fiscale il fatto di autodenunciarsi. Quindi, da questo punto di vista, crediamo che l'emendamento proposto dal collega Busin peggiori ulteriormente la situazione. Ci tengo solo a sottolineare una cosa: anche noi siamo assolutamente contrari, e questo è uno dei motivi per cui aumenta il nostro tasso di giudizio negativo su questo provvedimento, all'inserimento, fatto ex post, rispetto alla formulazione originaria del condono, comunque dell'emersione, anche per i capitali detenuti in Italia perché non abbiamo mai capito la logica per cui un provvedimento, che nasce con lo scopo di fare un'operazione sui capitali esteri (ed è così in tutto il mondo: si vanno a cercare i capitali fuori perché sono fuori), poi si allarghi anche ai capitali italiani; si dice che, qualora un evasore avesse un complice o qualcuno nella stessa situazione, per cui veniamo a conoscenza anche della sua esistenza, bisognerà dare anche a lui l'opportunità di agganciarsi ad un'emersione volontaria, anziché essere perseguito solo perché chi ha evaso assieme a lui si autodenuncia. Questa mi sembra una motivazione abbastanza debole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.

Pag. 9

  MARCO CAUSI. Signor Presidente, per ribadire di nuovo che il procedimento di «collaborazione volontaria», compreso nell'articolo 1 di questo provvedimento, non ha nulla a che vedere con gli scudi fiscali e soprattutto, in particolare, perché non prevede l'anonimato, quindi è un provvedimento di auto dichiarazione spontanea, nominativo, di cui, quindi, vanno curate anche le possibili ricadute penali perché gli scudi anonimi, ovviamente essendo anonimi, non provocano problemi di tipo penale. Inoltre, se, all'origine di quei capitali nascosti, ci fosse un'evasione fiscale si paga interamente il dovuto senza forfetizzazione. Si introducono però – come peraltro suggerito dall'OCSE – forti sconti e premialità in termini di sanzioni, di interessi e di eventuali ricadute penali.
  Naturalmente, non dobbiamo neanche dimenticarci che non tutti i capitali esportati all'estero sono frutto di evasione. Alcuni di questi capitali, una parte di questi capitali potrebbe anche essere frutto di paura: mi riferisco a quei cittadini italiani che, soprattutto nei momenti più difficili della vita del nostro Paese (penso ad esempio nell'anno 2011, quando c'era molta paura sulla tenuta dell'euro e sul default dell'Italia) hanno potuto esportare capitali per motivi di prudenza, per non volere sopportare il rischio Italia. Non necessariamente quei capitali devono essere evasi all'origine. In questo secondo caso...

  PRESIDENTE. Onorevole Polverini, colleghi. Scusate, scusi, onorevole Causi.
  Onorevole Polverini, noi stiamo cercando di andare avanti. Prego, onorevole.

  MARCO CAUSI. In questo secondo caso, si dovranno pagare tutte le imposte sui redditi percepiti su questi capitali negli anni della loro esportazione e le sanzioni relative al mancato monitoraggio fiscale, anche in questo caso, peraltro, con l'abbattimento di sanzioni e di interessi.
  Quindi, qui non parliamo di scudo, non parliamo di condono, ma parliamo, come appunto propone l'OCSE, di voluntary disclosure, ovvero di collaborazione volontaria.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Busin, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Di Lello, Sannicandro, Sottanelli. Ci siamo ? No. Onorevole Di Benedetto, acceleriamo l'operazione. Tinagli. Onorevole Lo Monte, acceleriamo gentilmente. Biasotti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  376   
   Votanti  345   
   Astenuti   31   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato  11    
    Hanno votato no  334.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Busin 1.302.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Presidente, intervengo preannunciando il nostro voto contrario su questo emendamento che va, secondo noi, ad impoverire le poche cose buone che c'erano nella procedura, nel senso che la procedura prevede che vadano consegnati sia documenti sia informazioni all'Agenzia delle entrate per riuscire a identificare il capitale all'estero, in Italia o dove si trova. L'emendamento della Lega purtroppo va contro, va a limitare questo, togliendo la parte riferita alle informazioni.
  Quindi noi esprimeremo voto contrario.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

Pag. 10

  GIOVANNI PAGLIA. Presidente, noi invece voteremo a favore, perché diamo un'interpretazione contraria, cioè noi riteniamo che, non essendoci una previsione esplicita di quella che è la documentazione da consegnare, in realtà, si allarghi il campo ad un più vasto ambito, perché comunque rimane l'obbligo di informativa e, senza doverlo dettagliare, forse si può entrare in un campo di maggiore indeterminatezza, ma si entra anche in un campo in cui è più elevata la mole di informazioni potenzialmente consegnabili.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 1.302, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Marzano. Non vedo mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  374   
   Votanti  372   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato   74    
    Hanno votato no  298.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Busin 1.156.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Presidente, mi scusi. Ho invertito gli emendamenti. Sono intervenuto prima su questo emendamento. Tutto qui. Pardon !

  PRESIDENTE. L'intervento di prima era su questo emendamento. Va bene; allora, valgono le considerazioni di prima su questo emendamento.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 1.156, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Guidesi, Gadda, Cera, Colaninno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  383   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato   16    
    Hanno votato no   367.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Iacono ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario; i deputati Distaso e Alberto Giorgetti hanno segnalato che avrebbero voluto astenersi).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ruocco 1.311.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruocco. Ne ha facoltà.

  CARLA RUOCCO. Signor Presidente, qui l'emendamento chiede il raddoppio dei termini che il fisco, che i controlli possono esercitare appunto nel caso in cui si debbano...scusi, Presidente.

  PRESIDENTE. Prego, vada avanti, onorevole Ruocco.

  CARLA RUOCCO. Questo emendamento chiede di raddoppiare i termini da parte dell'Agenzia delle entrate quando si tratta di accertare violazioni che riguardino le fattispecie della voluntary disclosure, perché le fattispecie configurate in questo disegno di legge prevedrebbero anche le fattispecie che hanno rilievo penale. Questo è molto importante perché, quando bisogna indagare su fattispecie delittuose che abbiano rilievo penale, il fisco può raddoppiare i termini a ritroso per le violazioni che si sono commesse. In questo caso si depenalizzano tutti quelli che sono Pag. 11i reati fiscali, che di fondo qui vengono depenalizzati, perché è vero che i contribuenti pagano le imposte – quelli che hanno commesso queste frodi fiscali – però dall'altro lato vengono totalmente depenalizzati. Allora noi con questo emendamento chiediamo che perlomeno sia conservato in capo a loro il raddoppio dei termini, cioè che possano essere controllati non soltanto per i cinque anni dal momento in cui avviene il controllo a ritroso, ma che questi termini possano essere ampliati, dato che – ripeto – si tratta di violazioni che rientrano nel campo penale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Busin. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, esprimo parere contrario a questo emendamento che va nella direzione esattamente opposta a quella prevista dal provvedimento. Oltretutto il raddoppio dei termini, già così com’è scritto nella nostra normativa fiscale, crea dei problemi sulla voluntary in quanto da una parte si depenalizza e, quindi, si esclude il raddoppio dei termini e dall'altra sono vigenti invece le norme precedenti. Quindi andare in senso opposto ci sembra quanto meno singolare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, noi invece voteremo a favore, anche perché le argomentazioni dell'onorevole Ruocco ci avevano convinto ancor prima che le pronunciasse ed erano anche le nostre, perché ritengo che in questa questione dei termini in realtà si annidi, qui sì, una parte potenzialmente condonistica, nonostante le obiezioni dell'onorevole Causi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ruocco 1.311, con il parere contrario della Commissione e del Governo e, anche in questo caso, del relatore di minoranza, che lo ha espresso.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Milanato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  382   
   Votanti  381   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato   68    
    Hanno votato no   313.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnato che non è riuscita ad esprimere voto contrario. I deputati Distaso e Alberto Giorgetti hanno segnalato che avrebbero voluto astenersi e il deputato Parentela ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole).

  Sono accantonati gli emendamenti Capezzone 1.157 e 1.315. Passiamo pertanto all'esame dell'emendamento Pisano 1.320. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pisano. Ne ha facoltà.

  GIROLAMO PISANO. Signor Presidente, nell'ambito del provvedimento abbiamo previsto, all'interno del testo, che vi sia l'esclusione dalla possibilità di attivare questa procedura da parte di coloro che sono già stati avvertiti che esiste un provvedimento di accertamento in corso. Qual è la motivazione di questa esclusione ? La motivazione è di preservare il lavoro dell'Agenzia, ma anche quello di non consentire una scorciatoia, una via d'uscita a coloro i quali, attraverso il lavoro dell'Agenzia delle entrate o della Guardia di finanza, siano stati già scoperti. Ricordiamoci, infatti, che la depenalizzazione e le Pag. 12scontistiche previste in questo provvedimento hanno senso per incentivare le persone che hanno commesso questi reati, e che detengono capitali all'estero, ad autodenunciarsi. In quest'ottica, l'emendamento che ho presentato vuole escludere dalla procedura anche coloro che, in passato, sono stati già giudicati colpevoli di reati tributari, per i quali, ovviamente, vige a mio avviso una ragione di esclusione, in quanto sarebbe come consentire ad un recidivo una condizione di favore, quando invece sappiamo benissimo che nel diritto accade il contrario, cioè che il recidivo ha di solito una penalizzazione rispetto ad una persona che compie lo stesso reato per la prima volta. Da questo punto di vista ritengo, pertanto, che l'esclusione prevista da questo emendamento, per il quale chiedo all'Assemblea di esprimere un voto favorevole, sia in ragion d'essere ed armonica all'interno del provvedimento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pisano 1.320, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello... Monchiero... Bossa... Monchiero ancora non riesce a votare... adesso si... Richetti, che è arrivato ora, sta votando... mi sembra lo abbia fatto... rimane ancora l'onorevole Misuraca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  394   
   Votanti  381   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato   75    
    Hanno votato no   306.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Capozzolo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'esame degli identici emendamenti Vitelli 1.151 e Busin 1.324. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sottanelli. Ne ha facoltà.

  GIULIO CESARE SOTTANELLI. Signor Presidente, intervengo solo per ritirare l'emendamento Vitelli 1.151 da me sottoscritto.

  PRESIDENTE. Sta bene. Rimane all'esame solo l'emendamento Busin 1.324, su cui ha espresso parere contrario il relatore di maggioranza ed il Governo. Non essendoci richieste di intervento, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 1.324, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giuliani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  398   
   Votanti  384   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato   46    
    Hanno votato no   338.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'esame dell'emendamento Sottanelli 1.325, su cui hanno espresso parere contrario il relatore ed il Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sottanelli. Ne ha facoltà.

  GIULIO CESARE SOTTANELLI. Signor Presidente, solo per segnalarle che ritiriamo anche questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo dunque all'emendamento Pesco 1.326, con il parere contrario del relatore per la maggioranza e del Governo.

Pag. 13

  FILIPPO BUSIN, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN, Relatore di minoranza. Signor Presidente, su questo emendamento il nostro parere è contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 1.326 con il parere contrario della Commissione, del relatore di minoranza e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lainati, Sibilia, Di Lello... Lainati ancora non riesce a votare... Mura, Pili, Carrozza, Ferrara... onorevole Rosato, acceleri per favore... non vedo mani alzate... De Menech...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  403   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato   59    
    Hanno votato no   344.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 1.327.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, quest'emendamento è finalizzato a fare in modo che le comunicazioni che verranno inviate a fine procedura all'autorità giudiziaria servano per dare la possibilità ai giudici di indagare a trecentosessanta gradi sulla persona e sui capitali che questa persona ha portato all'estero o in Italia. Il fatto è che, per come è scritta questa proposta di legge, sembra che si voglia limitare il potere dell'autorità giudiziaria. Noi siamo dell'opinione che, se all'autorità giudiziaria arrivano delle informazioni, il giudice, o chi per esso, debba essere libero di indagare nel modo migliore per espletare le proprie mansioni. Null'altro.

  FILIPPO BUSIN, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN, Relatore di minoranza. Signor Presidente, il parere è contrario, in coerenza anche con quanto da noi proposto con l'emendamento per la soppressione del comma 3.
  Essendo già previsto l'obbligo della comunicazione all'autorità giudiziaria di tutte le notizie penalmente rilevanti che possono essere raccolte durante un accertamento finanziario, non si capisce perché in questo contesto, che prevede una depenalizzazione, dobbiamo comunicare tutto, indipendentemente dalla rilevanza penale, tutto quanto viene accertato nell'ambito della voluntary.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, noi voteremo contro quest'emendamento, esattamente come abbiamo fatto con quello precedente.
  Quando c’è una notizia penalmente rilevante, questa viene trasferita all'autorità giudiziaria. Così è giusto che sia, ed è ovvio che sia, e riguarda peraltro, per così dire, le generalità delle vicende umane davanti ad una notizia di reato, che – in questo caso, tra l'altro, è un pubblico ufficiale, cioè l'Agenzia delle entrate – si ritrovi a maneggiare. Vorrei evitare – e lo dico ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, e ne abbiamo parlato anche in Commissione – di inondare le procure italiane di moli e grandi masse di informazione che poi andranno maneggiate. Non si fa un grande servizio alla giustizia, alla sua efficienza e alla sua praticabilità, nemmeno costringendo, Pag. 14per così dire, la magistratura – ammesso che lo faccia – a lavorare giorni, settimane e mesi su informazioni che sono già state vagliate, peraltro, come penalmente non rilevanti da altra autorità.

  PRESIDENTE. Avverto che gli emendamenti Vitelli 1.152 e 1.165 e Sottanelli 1.344, 1.41, 1.57, 1.58 e 1.375 sono stati ritirati dai presentatori.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, vorrei sentire dalla maggioranza la motivazione per la quale bisogna eliminare questo comma, che dice chiaramente che entro trenta giorni – così magari lo sentono tutti – dalla data di esecuzione dei versamenti l'Agenzia delle entrate comunica all'autorità giudiziaria competente la conclusione della procedura di collaborazione. Inondati di dati, collega Paglia ? Non ne hanno mai avuti dati, quindi non inonderemmo di dati nessuna autorità giudiziaria. Che la maggioranza ci spieghi perché l'Agenzia delle entrate non deve comunicare queste informazioni all'autorità giudiziaria.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pisano. Ne ha facoltà.

  GIROLAMO PISANO. Signor Presidente, sarò brevissimo. Intervengo soltanto per far capire che forse c’è stato un equivoco. Questa comunicazione non è quella, che a mio avviso è obbligatoria all'atto della conoscenza del reato, del funzionario dell'Agenzia delle entrate. Questa è una comunicazione di garanzia per il reo, che avviene quando si conclude la procedura. Quindi, in quel momento l'Agenzia delle entrate comunica alla magistratura: «Guarda che la procedura si è conclusa positivamente, quindi i reati previsti da questa procedura li devi depenalizzare».
  In questa fase crediamo opportuno inviare tutta la documentazione alla magistratura, affinché sia anche il PM a vagliare che tutto sia stato concluso nell'ambito dei reati previsti nella prima segnalazione. Quindi, non stiamo parlando di comunicazione che vuole inondare la magistratura, ma di comunicazione a garanzia del reo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 1.327, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Colaninno.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  411   
   Votanti  410   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato   63    
    Hanno votato no   347.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  L'emendamento Vitelli 1.152 è stato ritirato. Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Pesco 1.338.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, forse questo è uno degli emendamenti più importanti che abbiamo presentato, in quanto vogliamo fare in modo che la voluntary non funzioni. Sì, perché andiamo ad eliminare lo scudo penale, vogliamo chiamarlo così ? Nel senso che non ci piace che molti cittadini italiani che per anni hanno evaso il fisco, portando capitali all'estero, magari anche ingenti somme, abbiano la possibilità di non essere sottoposti alla giustizia come qualsiasi altro italiano; bensì abbiano la possibilità di essere del tutto impuniti verso reati molto, molto gravi, quali quelli di cui agli Pag. 15articoli 2, 3, 4 e 5 del decreto legislativo n. 64 del 2000. Ci riferiamo anche i reati relativi a frode fiscale, utilizzando anche false fatture o anche altri diversi artifici. Secondo noi questa è una scelta molto grave che sta compiendo la maggioranza, con l'aiuto di molti partiti politici, e noi siamo del tutto contrari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Barbanti. Ne ha facoltà.

  SEBASTIANO BARBANTI. Signor Presidente, intervengo per continuare anche il discorso del mio collega. Noi stiamo consentendo sostanzialmente una sanatoria a persone che hanno evaso o hanno commesso dei reati per portare fuori dei capitali, che adesso stiamo facendo rientrare. Oltre a ciò, oltre a uno sconto anche sulla sanzione, vogliamo anche dargli altro. In questo caso, con il nostro emendamento vogliamo togliere, quindi ripristinare la punibilità per i reati tributari, tipo la dichiarazione fraudolenta tramite fatture false, la dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici o la dichiarazione infedele o, come dice l'articolo 5 dei reati tributari, l'omessa dichiarazione, o come dice l'articolo 10-bis, l'omesso versamento per le ritenute, o come dice l'articolo 10-ter, l'omesso versamento IVA. In più questo provvedimento prevede l'esclusione anche della punibilità per i reati di riciclaggio e di impiego di denaro di provenienza illecita. Quindi, ulteriore esclusione di punibilità verso persone che già hanno eventualmente fatto qualcosa che non va e che adesso stiamo già scontando in fase di rientro dei capitali. Mi sa che ci sono troppi sconti in questo giro !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, ovviamente le considerazioni che ho sentito fare sono tutte corrette, ed è il motivo per cui noi abbiamo votato a favore dell'emendamento di fatto soppressivo del provvedimento e voteremo contro il provvedimento, e non condividiamo l'impostazione della voluntary disclosure.
  Tuttavia, su questo emendamento ci asterremo, per una ragione che credo sia abbastanza intuibile: ci vuole anche il rispetto della logica.
  Se dovesse passare questo emendamento, andando a forzare al voto di quest'Aula un provvedimento che chiede ai cittadini di autodenunciarsi e, contemporaneamente, toglie qualsiasi vantaggio per chi si autodenuncia, diciamo che questo Parlamento farebbe una cosa stravagante.
  Pertanto, non è un'astensione sull'emendamento dal punto di vista del suo valore morale, cioè la questione appunto della sanatoria per reati penali che anche noi riteniamo gravi, ma dal punto di vista del rispetto di quel minimo di logica che comunque deve sostenere l'impianto di qualsiasi legge.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ruocco. Ne ha facoltà.

  CARLA RUOCCO. Signor Presidente, volevo sempre sottolineare questo: anche lo Stato, il Governo parlano di contrasto all'evasione ed anche in delega fiscale è scritto che verrà una strategia nuova; è quella di alleggerire le sanzioni per i reati fiscali formali, quelli di lieve entità, ed avere, da parte dello Stato, la mano finalmente non dico più pesante, ma quanto meno più seria per quello che riguarda le grandi frodi fiscali, onde poter alleggerire il carico fiscale alle persone che in questo momento sono in difficoltà.
  Perché, quando siamo in Aula e ci troviamo davanti a provvedimenti, invece ci ritroviamo sempre depenalizzati i grandi reati fiscali ?
  Perché non si applica mai quello che si va a raccontare alle televisioni e ai giornali ?

  PRESIDENTE. Concluda.

  CARLA RUOCCO. Perché non applichiamo i principi della delega fiscale una Pag. 16volta per tutte e finalmente alleggeriamo il carico fiscale ai cittadini in difficoltà ?

  PRESIDENTE. Onorevole Ruocco, ha finito il suo tempo.

  CARLA RUOCCO. Perché in questo provvedimento, invece, c’è la depenalizzazione per le frodi fiscali ?

  PRESIDENTE. Sennò poi l'onorevole Crippa mi riprende: onorevole Ruocco, deve concludere.

  CARLA RUOCCO. Perché Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, seguendo la stessa logica del collega Paglia, allora domani il Governo ci presenterà una norma che cancella, ad esempio, l'articolo 416-bis per coloro che si dichiarano mafiosi e, quindi, basterà un'autodenuncia e le pene detentive andranno ovviamente allo «scatafascio»: questa è la logica.
  Ovviamente, la logica dovrebbe anche perseguire una logica di esempio verso coloro che sono onesti ed una logica anche sanzionatoria, perché il buon esempio vale per tutti. Si chiama la cosiddetta teoria dei vetri rotti; se noi diciamo nel 2009 «portate tutti i soldi in Italia» e poi continua l'evasione e il falso in bilancio e se noi diciamo oggi «non vi preoccupate, tanto vi salviamo», continuerà per i prossimi due o tre anni, quando, fra due o tre anni, questi stessi partiti proporranno le stesse identiche misure (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.

  MARCO CAUSI. Signor Presidente, voglio ricordare a tutti che all'articolo 3 di questo provvedimento si introduce una rilevante innovazione legislativa, tramite l'introduzione di una nuova norma del codice penale relativa all'autoriciclaggio: un nuovo articolo 648-ter 1, relativo al reato di autoriciclaggio.
  La tracciabilità internazionale e lo scambio di informazioni, che è il regime dentro cui stiamo entrando, quindi la fine del segreto bancario, implica una grandissima rilevanza affinché l'Italia si adegui allo standard internazionale e, quindi, si punisca l'occultamento delle somme derivanti da reati di tipo non colposo.
  Questa rilevante novità è stata introdotta in questo provvedimento e, secondo me, basta questo per capire qual è l'intento del provvedimento: non è affatto un intento indultistico, anzi è l'intento di dire chiaramente anche a tutti i nostri cittadini che le nuove regole internazionali e la fine del segreto bancario implicano che ci sarà tracciabilità e che non si devono oscurare i proventi di delitti non colposi. Anzi, puniremo severamente l'occultamento dei proventi di delitti non colposi
  Ma, naturalmente, come suggerisce l'OCSE, vi è una fase di adeguamento dei comportamenti sociali e individuali a questo nuovo mondo in cui, come ripeto, non c’è più il segreto bancario in quanto la Svizzera e le banche svizzere non proteggeranno più in modo anonimo i conti dei clienti residenti all'estero. Appunto, come sostiene l'OCSE – e questa è la clausola di cui stiamo discutendo –, introducendo il nuovo reato di autoriciclaggio, per chi si regolarizza in modo spontaneo entro il 15 settembre 2015 non scatta la punibilità per autoriciclaggio. Dal 15 settembre 2015 si entra in questo nuovo mondo, si ha un anno di tempo in un procedimento di collaborazione volontaria in cui lo Stato consente ai cittadini di regolarizzare e non fa scattare evidentemente la punibilità per il nuovo reato. Questo è l'impianto. È un impianto assolutamente non indultistico. Non è neanche un impianto punitivo. È un impianto che porta il nostro Paese nel nuovo mondo senza segreto bancario.

Pag. 17

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, mi scusi, ma devo rispondere perché i cittadini non vanno assolutamente presi in giro. Infatti, ci sono bugie indirette che sono state appena dette. È vero, sì, che per il segreto bancario si sta arrivando ad un accordo tra Paesi, ma non prendiamoci in giro, caro Presidente, perché lei sa bene che, se io ho un rapporto con un Paese, ad esempio la Svizzera o il Lussemburgo, e raggiungo un accordo sul segreto, se poi questo Stato non ha una black list così come ce l'ho io, i furbetti possono operare da quello Stato con un Paese in black list (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Caro collega, non pigliamo in giro i cittadini italiani ! (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 1.338, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rizzetto, Baroni, Casellato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  404   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato   69    
    Hanno votato no   335.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole)

  Essendo stati ritirati gli emendamenti Sottanelli 1.344 e 1.41, passiamo alla votazione dell'emendamento 1.400 della Commissione, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.400 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mazziotti Di Celso, Pisano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  423   
   Votanti  348   
   Astenuti   75   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato  344    
    Hanno votato no   4.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Guidesi ha segnalato di non essere riuscito a esprimere voto favorevole)

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Capezzone 1.351.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Signor Presidente, molto brevemente il nostro gruppo ha grandi preoccupazioni sulla parte penale di questo provvedimento, ma ne parleremo più avanti. Invece, pur riconoscendo al relatore uno sforzo all'interno del suo gruppo, abbiamo delusione per questa parte del provvedimento sul rientro dei capitali.
  Chiaramente stiamo parlando di cittadini che non sono benefattori, ma qui si tratta anche, dal punto di vista dello Stato, di favorire il ritorno dei capitali (ci verremo con emendamenti legati alle sanzioni e alla rateizzazione). Ma questo è un punto tutto giuridico. Non riteniamo ragionevole il meccanismo per cui, se ci sono più persone che hanno portato soldi all'estero e una sola di queste voglia attivare Pag. 18la procedura, questa debba valere di fatto automaticamente anche per l'altra. Siamo su un terreno – lo dico – di «pulizia giuridica», su cui sarete fortemente criticati. È un precedente sul terreno penale e penale-fiscale di responsabilità penale non personale o, se volete, di uso di dati ottenuti da una persona per intervenire su un'altra persona.
  Pertanto, questo nostro emendamento è di «pulizia giuridica». Se ci sono due persone, se c’è un caso di concorso, ma solo io, uno dei due soggetti, vuole attivare la procedura, le norme di questo provvedimento devono valere per me e non anche per altri.
  Guardate, al di là di tutto il resto, su cui discuteremo nel merito, favorevoli e contrari, questo è un punto di «pulizia giuridica», di nitore giuridico che attiene ai principi fondamentali dell'ordinamento giuridico, a questioni di fondo dello Stato di diritto. Vi prego: altrove si parlerà di altri temi, ma questo è un punto di diritto su cui anche la dottrina e il mondo giuridico vi guardano con grande attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Busin. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sull'emendamento Capezzone 1.351, che sottoscrivo in pieno. Approvare questo emendamento è un modo per rendere più sicuro il successo di questa procedura che, altrimenti, per mancanza di convenienza, escluderebbe una vasta platea di soggetti, per tutti i reati, che non sono stati prescritti, di altri soggetti che verrebbero coinvolti in questa voluntary che non avrebbero alcun vantaggio ad aderire.
  Ci sembra decisivo – e abbiamo sempre insistito – il punto qualificante anche del testo alternativo che ho presentato e, quindi, invito la maggioranza a riflettere ulteriormente su questo particolare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pisano. Ne ha facoltà.

  GIROLAMO PISANO. Signor Presidente, dovrebbe essere ormai chiaro a tutti che noi in questo modo stiamo cercando di combattere l'evasione fiscale, quella che si svolge attraverso l'utilizzo di capitali all'estero e anche in Italia.
  Il problema della coesistenza di persone diverse nell'ambito dello stesso reato è un problema comune. In qualsiasi caso si fa una denuncia, quindi, c’è qualcuno che porta delle informazioni alla magistratura che vengono utilizzate contro un terzo. Quindi, non c’è una novità da un punto di vista di diritto su questo punto.
  Mi sembra assurdo, invece, consentire che, nel momento in cui c’è una denuncia, non possano essere utilizzate informazioni disponibili presso la magistratura o presso l'Agenzia delle entrate per scoprire tutti i casi collegati a quel particolare reato che è stato compiuto. Quindi, non vedo alcun punto di diritto da difendere e non vedo alcuna novità giuridica nel fatto che queste informazioni vengano utilizzate per tutte le persone, per tutti i soggetti coinvolti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, aggiungo alle inoppugnabili considerazioni del collega Pisano – almeno dal mio punto di vista inoppugnabili – il fatto che questo, lungi dall'essere un ostacolo all'emersione dei capitali, dovrebbe essere al massimo un vantaggio. Nel momento in cui io so e vengo a sapere che un mio eventuale sodale in reati o comunque operazioni di evasione fiscale o di occultamento di denaro sia in procinto di autodenunciarsi e di emergere, avrò una spinta a fare altrettanto, perché altrimenti il rischio è quello di essere sanzionato senza nemmeno la possibilità di godere degli sconti.

Pag. 19

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ribaudo. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO RIBAUDO. Signor Presidente, il provvedimento è finalizzato a far rientrare i capitali...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Ribaudo. Colleghi, possiamo abbassare la voce e, soprattutto, la conversazione che avviene... onorevole Rabino, sta parlando l'onorevole Ribaudo, grazie. Prego.

  FRANCESCO RIBAUDO. È ovvio che, nel momento in cui viene fuori che uno dei soggetti che ha evaso, ha portato fuori delle cifre; è scollegato ad altri; non è che il ragionamento è perseguire gli altri: si persegue il reato che viene fuori. Sarà interesse, quindi, degli altri. E, se vogliamo, questo è un deterrente anche del provvedimento, un deterrente per tutti gli altri che hanno un rapporto e che, in qualche modo, sono in associazione nel reato che hanno commesso.
  Io vorrei ricordare anche che questo è un provvedimento che esiste in tutta l'Unione europea: noi, oggi, stiamo approvando una norma che sarà transitoria e che, quindi, ha l'obiettivo di arrivare al 15 settembre, alle dichiarazioni; ma, Presidente, questo strumento esiste in tutti i Paesi ed è uno strumento ordinario, non ha una funzione straordinaria. Quindi, credo che tutti dovrebbero avere interesse – coloro che si trovano nella condizione di avere commesso reati, insieme agli altri, di esportazione di capitali – a cogliere l'occasione per emergere anche loro. Quindi, per me è un deterrente importante. Al contrario, proprio perché questo provvedimento riguarderà tante persone giuridiche, tante società, sarebbe veramente deleterio non applicare il principio di far dichiarare a tutti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capezzone 1.351, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi. Onorevole Ruocco, buongiorno, la vediamo. Piepoli. Onorevole Piepoli, se proviamo a votare dalla propria postazione forse viene meglio. No ? Allora aspettiamo tranquillamente. Onorevole Ruocco ancora non riesce. Onorevole Piepoli, perché non proviamo dalla sua postazione ? Proviamo: magari siamo più fortunati. Onorevole Dall'Osso. Ha visto onorevole Piepoli ? La sede naturale è sempre la migliore, anche per votare.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  421   
   Votanti  414   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato   56    
    Hanno votato no   358.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni e il deputato Amendola hanno segnalato di non essere riusciti a esprimere voto contrario)

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 1.348.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, la maggioranza non vuole chiamare questo strumento condono fiscale, però qui cosa c’è ? Cosa prevede a questo punto ? Prevede che ci sia uno sconto fiscale. Lo sconto è riferito alle sanzioni per chi ha omesso di dichiarare, nella dichiarazione dei redditi, i capitali detenuti all'estero, quindi, ha omesso la compilazione del quadro RV. Per chi commette questa infrazione, vi è una sanzione.Pag. 20
  È una sanzione che negli ultimi anni, guarda caso, è già stata abbassata nel tempo; negli ultimi anni, per volontà della Commissione europea, questa sanzione è stata molto abbassata e noi ci chiediamo perché. Forse per consentire il traffico di capitali illeciti o forse il traffico di capitali nascosti ? Non lo sappiamo, comunque noi eravamo già contrari al primo abbassamento di questa sanzione e ora cosa notiamo ? Che in questa procedura di rientro dei capitali dall'estero, la sanzione è stata nuovamente abbassata perché si concede, appunto, uno sconto.
  Noi siamo dell'idea che questo Paese non sia pronto per un condono fiscale e non sia pronto perché in questo Paese ci sono già stati troppi condoni fiscali: ben ottanta dall'unità d'Italia. È una vergogna per questo Paese e non riusciremo mai a fare una vera lotta all'evasione fiscale se continueremo a fare condoni anche di questo tipo, anche solo penali. Ma questo non è un condono solo penale, perché ci sono sconti anche sulle sanzioni. Noi siamo contro e lo dimostriamo in questo modo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Barbanti. Ne ha facoltà.

  SEBASTIANO BARBANTI. Signor Presidente, riprendendo le parole del mio collega, questo è l'ennesimo esempio di come si stia virando verso un vero e proprio condono. Ancora una volta qui si «sconterebbe» la pena, in questo caso la sanzione da pagare, addirittura della metà nel caso in cui l'irregolarità fosse stata commessa con Paesi con libero scambio di informazioni. Come dire: ti posso scoprire, però ti faccio pagare la metà.
  Ancora una volta è l'esempio di uno Stato che fa il forte con i deboli e il debole con i forti, perché non ho visto nessun caso, invece, di cittadini a cui lo Stato venga incontro nel caso in cui riceva una cartella di Equitalia o qualunque altra cosa da dover pagare e fare uno sconto pari alla metà della sanzione da dover pagare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Ovviamente lo sconto, nel caso in cui questo Paese non fosse white list, si riduce soltanto di un quarto, per cui ancora una volta stiamo parlando di sconti indegni e ingiusti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.

  MARCO CAUSI. Signor Presidente intervengo per chiarire che anche questo sconto ha un collegamento con la vicenda della tracciabilità dei flussi finanziari, perché lo sconto viene accordato ai contribuenti che spostano i loro capitali in un Paese white list, cioè in un Paese che consente lo scambio di informazioni, ovvero a quei cittadini che acconsentono, tramite una dichiarazione firmata alla loro banca e una firma della loro banca, ad avere uno scambio di informazioni e, quindi, acconsentono al fatto che dovunque siano i loro soldi, anche in un Paese black list, l'amministrazione finanziaria possa avere accesso e avere, quindi, la tracciabilità delle somme...

  PRESIDENTE. Onorevole Laffranco... Onorevole Laffranco...

  MARCO CAUSI. Quindi, l'abbassamento di queste sanzioni è un incentivo alla tracciabilità e alla trasparenza dei flussi finanziari ed è anche un incentivo agli attuali Paesi black list che non consentono lo scambio di informazioni a diventare Paesi white list e quindi a consentire pienamente lo scambio di informazioni.

  PRESIDENTE. Saluto gli studenti della facoltà di giurisprudenza dell'Università degli studi del Sannio, in provincia di Benevento, che stanno facendo un corso di formazione e seguono i nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pisano. Ne ha facoltà.

Pag. 21

  GIROLAMO PISANO. Signor Presidente, vorrei un attimo capire la logica. Noi abbiamo un provvedimento nel quale introduciamo – lo vedremo successivamente – un nuovo reato, finalmente l'autoriciclaggio, sebbene con qualche dubbia interpretazione, per avere una leva incentivante all'autodenuncia da parte di queste persone che hanno evaso i capitali all'estero. Non capisco perché bisogna incentivarli a fare una cosa che dovrebbe essere scontata, ossia trasferire questi soldi in Italia o laddove l'Italia e l'amministrazione finanziaria italiana siano in grado di ottenere le necessarie informazioni. Non credo che vadano incentivati in questo senso e, quindi, riteniamo che quelle «scontistiche» sulle sanzioni siano assolutamente superflue. Di conseguenza, abbiamo proposto tutti gli emendamenti che in qualche maniera le annullino.

  PRESIDENTE. Non ho altre richieste, quindi... Ah no, mi scusi, onorevole Paglia.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Presidente, guarda sempre dal lato sbagliato...
  Signor Presidente, credo che sia assolutamente giusto che i capitali emersi vengano collocati in Paesi white list o vengano sottoposti a obbligo di verifica, però ritengo che fosse possibile farlo come condizione e non che ci fosse la necessità di farlo inserendo un fattore premiale. Di conseguenza, voteremo a favore dell'emendamento proposto, per questa ragione, continuando a chiederci perché non si sia fatto diversamente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 1.348, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ricciatti, Covello, Ciracì.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  423   
   Votanti  419   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato   89    
    Hanno votato no   330.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Piccione ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 1.352.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, provo a spiegare perché questo emendamento, anche se forse non è tanto facile capirlo.
  In pratica, ci si riferisce a un decreto legislativo che prevede che, se vi è una grossa sproporzione tra il tributo non pagato e la sanzione, si può ricorrere a uno sconto sulla sanzione stessa. Questo criterio, che deve essere un criterio individuale, utilizzato caso per caso, probabilmente da una corte tributaria oppure comunque da qualcuno che decide la sanzione, in questo caso viene generalizzato.
  Noi non siamo per la generalizzazione, in quanto, in questo caso, ogni singolo contribuente – o meglio, evasore – deve essere trattato singolarmente, quindi singolarmente bisognerà accertare se effettivamente vi è una grande distanza tra l'infrazione e la sanzione applicata.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 1.352, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 22

  Covello, Casellato, Paola Bragantini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  421   
   Votanti  419   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato   100    
    Hanno votato no   319.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Piccione ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto contrario)

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 1.356.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, questo emendamento ricalca lo stesso emendamento Pesco 1.352 e si riferisce a quei casi, perché è bene che tutti qui dentro, in Aula, vengano a conoscenza di queste cose, perché probabilmente, non affrontando il tema in Commissione, non essendo con noi in Commissione, alcune cose vi sfuggono.
  Forse non lo sapete, ma con questo comma 4 cosa si fa ? Si riduce non al minimo edittale – quindi si parla di un 3 per cento –, ma alla metà del minimo la sanzione. Alla metà del minimo ! Vorrei vedere se una persona inseguita, rincorsa dagli agenti di Equitalia, ha mai ottenuto qualcosa del genere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Ma voglio andare ancora oltre: a chi è riferito ? Leggiamo la lettera a) di questo comma 4: «se le attività vengono trasferite in Italia o in Stati membri dell'Unione europea o in Stati aderenti all'Accordo sullo Spazio economico europeo (...)».
  Caro Presidente, non si parlava di rientro dei capitali ? O è solo emersione ? Perché il testo parla solo di emersione, però nel titolo, quello che spesso molti cittadini leggono, si parla di rientro di capitali. E circa la motivazione di cui parlavo prima, in merito alle black list presenti in altri Paesi, vorrei ricordare che stiamo dando la possibilità a gente, a delle persone che hanno commesso dei reati, di «pulire» i loro soldi, mantenerli negli Stati europei. E voi direte: va bene, ma siamo in Europa. No, perché l'Irlanda e il Lussemburgo sono in Europa, ma non danno alle aziende lo stesso trattamento che dà l'Italia, e di questo siete tutti quanti a conoscenza. Quindi noi stiamo dando la possibilità a questa gente di pulirsi i soldi, mantenerli in questi Paesi e venire a fare concorrenza sleale con aziende italiane che pagano le tasse per intero. Questo l'Aula lo deve sapere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, noi invece voteremo contro questo emendamento. Perché io capisco che in alcuni momenti ci si faccia anche prendere dall'entusiasmo sanzionatorio, e io quando si parla di questi argomenti peraltro apparterrei a questa categoria; però passare dalla metà, non condivisibile, al doppio, per chi comunque si renda disponibile a rendere tracciabili i propri capitali, mi sembra non tanto un accanimento, quanto piuttosto una volontà di colpire eccessivamente un comportamento che comunque ha un qualche pregio, cioè quello di non essere più sfuggente rispetto ai dati fiscali. Quindi dalla metà al doppio, forse c’è una giusta via di mezzo, che è esattamente quella che prevede la norma.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Alberti. Ne ha facoltà.

  FERDINANDO ALBERTI. Signor Presidente, l'emendamento proposto era ovviamente provocatorio; però, Presidente, mi piacerebbe sapere se i colleghi di SEL, di Sinistra Ecologia Libertà, possono ancora definirsi di sinistra, oppure se forse hanno preso qualche deriva verso Forza Pag. 23Italia. Ecco, se potete rispondermi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Busin. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN, Relatore di minoranza. Signor Presidente, do il parere contrario a questo emendamento per i motivi appena descritti dall'intervento che mi ha preceduto: perché è un emendamento puramente provocatorio. Non mi sembra questo il caso.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.

  MARCO CAUSI. Signor Presidente, per informare tutte le colleghe e i colleghi che naturalmente la procedura di collaborazione volontaria può essere attivata solo da contribuenti che non siano già stati raggiunti da avvisi di accertamento e che non abbiano già avuto notizie relativamente ad accertamenti a loro carico dell'amministrazione finanziaria, perché in questo caso la collaborazione volontaria non potrà avvenire. È chiaro che qui si chiede collaborazione volontaria anche per ridurre i costi a carico dell'amministrazione finanziaria, per trovare queste persone; ma naturalmente se invece già un avviso di accertamento è scattato, e quindi eventualmente se Equitalia è scattata, non è possibile più procedere alla collaborazione volontaria. Aderendo alla procedura di collaborazione volontaria si evitano ulteriori danni che possono essere futuri accertamenti, oltre che incorrere nel nuovo reato di autoriciclaggio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, rispondo all'onorevole Causi: e per fortuna ! E per fortuna non è estesa a chi ha già dei procedimenti in corso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Ma noi siamo sicuri che, quando verrà rivisto questo provvedimento, magari al Senato, magari verrà anche inserita questa cosa ! Così come è stata inserita l'impunibilità totale per chi ha commesso i reati riferiti agli articoli 2, 3, 4 e 5 del decreto legislativo n. 74 del 2000, quelli di cui parlavo prima, ovvero la dichiarazione fraudolenta riferita all'utilizzo di false fatture: una cosa vergognosa ! Vergognosa ! Vi dovete vergognare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 1.356, con il parere contrario del relatore per la maggioranza della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Abrignani, Casellato, Minnucci, Lavagno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  426   
   Votanti  422   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato   73    
    Hanno votato no   349.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Allasia ha segnalato di non essere riuscito a esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Villarosa 1.163.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, anche qui bene o male il tema è lo stesso e riguarda proprio gli Stati membri. Non vogliamo che quei soldi rimangano in altri Stati al di fuori dell'Italia, Pag. 24perché si parla di rientro di capitali. Ma vorrei spiegare all'Aula un'altra cosa.. Vorrei ricollegarmi a ciò che ha detto prima il collega Pesco: ma voi lo sapete che chi commette falso in bilancio, articolo 2621 del codice civile, non verrà punito ? Voi lo sapete ? Quindi non sono solo quelli i reati, però di tutto questo ne parleremo sull'articolo 3, quando parleremo di autoriciclaggio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, volevo innanzitutto chiarire al collega Alberti che la prossima volta che vorrà convincermi a votare contro un emendamento, ripeterà in quest'Aula che si tratta di un emendamento provocatorio. Questo non è né l'asilo né il circo, quindi non credo sia il luogo in cui fare provocazione, ma è il luogo in cui produrre se possibile delle leggi che abbiano un senso. Rispetto a questo emendamento, voteremo contro, non perché io non ne capisca la suggestione, ma perché temo che all'interno di uno spazio in cui vige la libera circolazione dei capitali qual è l'Unione europea sia piuttosto complesso in punta di diritto stabilire che noi concediamo dei vantaggi solo a quei capitali che rientrano non all'interno dello spazio comune, cioè l'Unione, ma all'interno dell'Italia. Credo che questa sia la motivazione che in qualche modo accompagna l'impostazione che gli abbiamo dato. Già altre volte abbiamo avuto dei dibattiti simili, può entusiasmare o no, ma questa è la condizione attuale in cui ci muoviamo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villarosa 1.163, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Fratoianni, Paola Bragantini, Fanucci, Caso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  416   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato   69    
    Hanno votato no   347.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 1.353.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, non ho sentito il numero dell'emendamento.

  PRESIDENTE. Emendamento Pesco 1.353.

  DANIELE PESCO. Grazie, Presidente. A me piacerebbe essere contraddetto dal Governo e dalla maggioranza. Sembra che lo sconto sulla sanzione riferita all'omessa dichiarazione del quadro RW, ovvero i capitali detenuti all'estero, venga dato anche a chi ha i soldi in paradisi fiscali e continui a tenerli lì, con la semplice aggiunta di una dichiarazione resa da un intermediario finanziario che informerà lo Stato italiano, quindi le autorità finanziarie, su dove andranno i soldi. Io spero di essermi sbagliato, ma temo di no, mi sembra che non mi sono sbagliato, prevede proprio questo, ovvero si dà la possibilità a chi ha capitali al di fuori anche dell'Unione europea di mantenerli lì. Ma cosa state facendo ? Datemi una risposta, vi prego (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, volevo rispondere al collega Pesco: è vero, è così e infatti la maggioranza non parla.

Pag. 25

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Barbanti. Ne ha facoltà.

  SEBASTIANO BARBANTI. Signor Presidente, mi sa che abbiamo perso un po’ di vista, che hanno perso i nostri colleghi un po’ di vista, anche la finalità: sbaglio o era il rientro di capitali ? È il rientro di capitali o è pulizia di capitali ? Perché mi sembra che con questa versione basta pagare una piccolissima tassa per ripulire dei capitali, renderli legittimi e poterli tenere anche al di fuori dell'Italia.
  Si vede che in questo contesto forse la maggioranza non sta capendo molto bene dove debba andare a parare questa proposta di legge.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pisano. Ne ha facoltà.

  GIROLAMO PISANO. Signor Presidente, aggiungo anche un'altra osservazione: per quale motivo un italiano che ha dei capitali all'estero, in uno Stato che non è coinvolto negli accordi di libero scambio informativo, dovrebbe autodenunciarsi ? Stiamo parlando di una casistica secondo me limitata e il vantaggio di chi si autodenuncia ha senso solo se ha volontà reale di portare i capitali a casa; lasciarli dove sono non avrebbe alcun collegamento con la sua volontà di autodenunciarsi. Sono in contrasto, quindi questa previsione, oltre che essere contrastante – come addirittura il titolo della norma –, non porterà alcun risultato. Però, continuiamo a vedere che la maggioranza e il Governo su questo aspetto non ci vogliono dare una spiegazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 1.353, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  415   
   Votanti  410   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato   99    
    Hanno votato no   311.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Manfredi e Donati hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  L'emendamento Vitelli 1.165 è stato ritirato.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pisano 1.166.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, qui vi è l'altro «sconto». Sì, è la giornata degli sconti oggi, sconti fiscali per tutti, soprattutto per chi ha i capitali all'estero, oppure ce li ha in Italia, perché in questo caso non cambia nulla. Sì perché lo sconto è pari a un quarto della sanzione che dovrebbe essere imposta in un regime normale. Quindi, volendo fare la somma degli sconti a cui la persona andrà incontro, avrà sulla sanzione – parlo solo di sanzione, guardi bene, non parliamo dell'imposta sulla sanzione – uno sconto pari a un quarto, oltre alla possibilità di pagare fino a un sesto, come già consentono le leggi attuali, l'importo e l'accertamento. Quindi, abbiamo un bellissimo sconto che si va a sommare ad altri sconti già esistenti per chi riceve un accertamento fiscale. A noi non sembra veramente il caso; sembra invece più opportuno investire nei controlli, investire nell'Agenzia delle entrate, investire nella guardia di finanza affinché vengano costruiti dei veri settori specifici per la lotta all'evasione, soprattutto di quella internazionale, contro le triangolazioni, contro il treaty shopping, contro altre forme molto facili per evadere il fisco, attualmente presenti, quali anche Pag. 26le «frodi carosello», guarda bene utilizzate anche da chi era poco tempo fa Presidente del Consiglio.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pisano 1.166, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nizzi, Fratoianni, Letta, Covello, Mura...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  421   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato   89    
    Hanno votato no   332.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Airaudo ha segnalato di non essere riuscito a esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 1.167.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Presidente, siamo sempre sul fatto che se una persona ha capitali presso un paradiso fiscale, aderisce alla voluntary e poi sposta magari capitali, si chiede che lo sconto sull'infrazione per omessa dichiarazione si traduca in un raddoppio delle pene, anche se fa o fa fare tutte queste dichiarazioni ad altri.

  PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 1.167, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Gadda. Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  426   
   Votanti  422   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato   89    
    Hanno votato no   333.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Manfredi e Airaudo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Busin 1.329.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruocco. Ne ha facoltà.

  CARLA RUOCCO. Presidente, qui si dà la possibilità, anche a chi è già stato «pizzicato» in qualche modo dall'Agenzia delle entrate, di rientrare nella fattispecie della voluntary disclosure, quindi di avere tutti questi sconti di sanzione, eccetera.
  Quindi, in sostanza con questo emendamento la Lega stabilisce che chi la fa grossa, cioè chi è beccato comunque per grandi reati, grandi frodi, ha portato i capitali all'estero, ha varcato una certa soglia di frode, praticamente può avvalersi di uno sconto della pena.
  Contemporaneamente, vorrei ricordare ai colleghi della Lega che saranno arrivate tante altre cartelle di Equitalia a chi, invece, tutte queste operazioni fraudolente non le ha commesse e quel povero Cristo sarà lì a piangere anche per cento euro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché magari i soldi li ha lasciati in Italia, perché magari si è confuso, perché magari ha effettuato un errore formale, non per dolo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Busin. Ne ha facoltà.

Pag. 27

  FILIPPO BUSIN. Presidente, è doveroso replicare, perché non è questo il senso, ovviamente, dell'emendamento. Il senso dell'emendamento è quello di dare una tutela giurisdizionale a chi decide di aderire alla voluntary, quindi non a chi è stato «pizzicato» – questo non c'entra niente – e si vede accertare una somma che lui ritiene sproporzionata o, comunque, completamente fuori da quanto ritiene giusto.
  Noi riteniamo che non si possa precludere a questi soggetti di tutelare i propri diritti, che sono oltretutto garantiti da un articolo preciso della Costituzione, l'articolo 42, e quindi diciamo che questo va a maggiore tutela del contribuente, in un cosiddetto Stato di diritto, e si riferisce ad un articolo previsto dalla Costituzione, tanto invocato dai colleghi del MoVimento 5 Stelle.
  Questo non vuol dire che io non verso le somme. Semplicemente mi garantisco il diritto di difendermi quando, appunto, l'accertamento che segue la mia adesione alla voluntary sia totalmente sproporzionato o completamente irreale rispetto a quanto io ritengo giusto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Presidente, vorrei innanzitutto chiedere se anche io posso sottoscrivere questo emendamento.

  PRESIDENTE. Assolutamente sì.

  EMANUELE PRATAVIERA. Vorrei spiegare anche alla collega del MoVimento 5 Stelle, che è appena intervenuta, che questo non è un emendamento che aiuta i furbetti, collega.
  È un emendamento che, al contrario, aiuta quegli imprenditori che sono strozzati e sono strozzati anche da un sistema burocratico che non permette nemmeno di esercitare i loro diritti già acquisiti con delle leggi vigenti, perché, semplicemente, non funzionano, non sono applicate, e quei piccoli imprenditori che, magari, a causa di imprenditori terzi, perché erano loro clienti che sono falliti anche molte volte in maniera pilotata per recare del danno ai propri fornitori e che poi sono rinati sotto mentite spoglie, si sono ritrovati a dover comunque far fronte a delle cartelle dell'Agenzia delle entrate e per le leggi attuali non riescono a risolvere questi problemi. E questo emendamento serve proprio per evitare che imprenditori continuino a suicidarsi a causa di un sistema che è ingessato.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 1.329, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Piepoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  432   
   Votanti  424   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato   39    
    Hanno votato no   385.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Biasotti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. Il deputato Airaudo ha segnalato che non è riuscito a votare, e il deputato Manfredi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Capezzone 1.361.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.

Pag. 28

  DANIELE CAPEZZONE. Signor Presidente, questo è un emendamento, a nostro avviso, di elementare buon senso e anche di allargamento, quindi cerco di mettermi dal punto di vista del Governo e della maggioranza per far funzionare il provvedimento e per estenderlo. Qual è il senso ? Se un cittadino ha anche un contenzioso aperto con l'amministrazione finanziaria, ma comunque, a un certo punto, si ferma, accetta un'offerta di questa legge, paga, paga tutto, inclusi gli interessi in più maturati nel frattempo, io non riesco a capire perché gli debba essere precluso l'accesso alla voluntary disclosure. Quindi, francamente, mi sembra un elemento di buon senso. Ripeto: chi paga, paga tutto quello che qui è previsto, inclusi gli interessi, rinuncia, in qualche misura, al contenzioso che aveva aperto, almeno questo includetelo; se dite «no», la mia sensazione è che ci sia qualcosa di ideologico, che, francamente, è poco comprensibile nella logica di dialogo tra cittadino e amministrazione finanziaria, che dite essere alla base di questa parte del provvedimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, intervengo a titolo personale. Purtroppo, gli emendamenti, sia quello di Busin sia questo del collega Capezzone, non sono abbastanza chiari, perché leggo: la procedura si perfeziona anche nei confronti di coloro che abbiano impugnato gli atti impositivi e sanzionatori emessi dall'Agenzia delle entrate, purché procedano al pagamento delle somme dovute sulla base della sentenza passata in giudicato entro venti giorni dalla notificazione, da parte dell'Agenzia delle entrate, del prospetto recante gli importi da versare, comprendenti i maggiori interessi nel frattempo maturati. Quindi non vi è nessun riferimento alla voluntary disclosure. Quindi in questo caso, letto così, potrebbe essere riferito anche ad altri atti, quindi anche ad altri accertamenti fatti dall'Agenzia delle entrate. Prego di essere contraddetto.

  PRESIDENTE. Onorevole Pesco, ovviamente essendo il primo intervento io lo devo computare nei tempi del gruppo. A titolo personale sono quelli che parlano dopo chi ha parlato per il gruppo, nella fattispecie adesso l'onorevole Pisano. Prego, onorevole Pisano.

  GIROLAMO PISANO. Signor Presidente, abbiamo detto che vogliamo premiare coloro i quali fanno risparmiare allo Stato e ai cittadini italiani l'onere di scoprirli, perciò ci sono dei premi e degli incentivi in termini di sconto della pena e sconto delle sanzioni. Estendere il provvedimento a coloro che sono già stati scoperti e che, addirittura, sono già in fase dibattimentale all'interno di un procedimento non ha alcun senso. Vorrebbe dire semplicemente creare una scorciatoia a persone che hanno già causato i danni, sono in corso di accertamento e per i quali lo Stato ha già lavorato.
  Quindi, per noi questa cosa è assurda e siamo del tutto contrari.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, inviterei tutti i colleghi, e soprattutto le persone fuori, a leggere i resoconti dei lavori della nostra Commissione, perché, più e più volte, cari colleghi di Commissione, si è detto che solo ed esclusivamente le persone, come diceva bene il collega Pisano, che ancora non avevano ricevuto alcun accertamento...

  PRESIDENTE. Onorevole Ravetto, grazie...Onorevole Villarosa, stavo pregando di lasciare libero il tavolo del Governo ed invece le hanno tolto la parola. Gliela ridiamo. Prego, continui il suo intervento.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Grazie Presidente. Si era appunto parlato di persone che non avevano mai avuto a che fare con l'Agenzia delle entrate, perché altrimenti diciamolo tutti che siamo dei falliti in questo Stato, che non siamo capaci di Pag. 29prendere gli evasori fiscali. Questo, infatti, è il vero motivo: non siamo capaci, anzi, non siete capaci di arrestare i grandi evasori fiscali, o non volete farlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Busin. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, intervengo per esprimermi in favore di questo emendamento per i motivi che ho già esposto prima e ne approfitto anche per rettificare il mio intervento precedente perché mi riferivo all'articolo 24 della Costituzione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capezzone 1.361, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Barbanti....
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  433   
   Votanti  430   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato   55    
    Hanno votato no   375.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Coccia, Manfredi e Tripiedi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 1.168 con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mucci.....
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  425   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato   84    
    Hanno votato no   341.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Marcon, Zaratti e Duranti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e il deputato Manfredi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Essendo giunti nell'imminenza delle ore 11,30, orario nel quale l'ordine del giorno prevede lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, sospendo brevemente la seduta che riprenderà alle ore 11,30. Si intende che il seguito dell'esame di questo provvedimento riprenderà dopo la seduta del Parlamento in seduta comune che, come è noto, inizierà alle ore 13. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 11,25, è ripresa alle 11,30.

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. Colleghi, siamo in diretta televisiva, quindi vi pregherei, gentilmente, di prendere posto e gentilmente di cessare il brusio. Grazie a tutti.
  L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per le Pag. 30riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
  Colleghi, forse non mi sono spiegato. Dobbiamo cessare di parlare in Aula, gentilmente.

(Chiarimenti in merito alle effettive ragioni che hanno condotto all'applicazione di sanzioni nei confronti della Federazione russa da parte dell'Unione europea, in relazione a recenti dichiarazioni del Vicepresidente degli Stati Uniti – n. 3-01089)

  PRESIDENTE. L'onorevole Gianluca Pini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01089, concernente chiarimenti in merito alle effettive ragioni che hanno condotto all'applicazione di sanzioni nei confronti della Federazione russa da parte dell'Unione europea, in relazione a recenti dichiarazioni del Vicepresidente degli Stati Uniti (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, Ministro Boschi, intervengo in maniera molto sintetica. Il 3 ottobre scorso, durante una lezione all'università di Harvard, il Vicepresidente degli Stati Uniti, Joseph Biden, ha fatto un'affermazione molte forte, passata assolutamente sotto traccia nei media nazionali. In sostanza, avrebbe candidamente ammesso che le sanzioni da parte degli Stati membri dell'Unione europea nei confronti della Federazione russa sono frutto di pressioni politiche esercitate dall'amministrazione Obama, anzi – ha detto lo stesso Vicepresidente – direttamente dal Presidente Obama, nei confronti appunto dei rappresentanti del Coreper.
  Successivamente al deposito della nostra interrogazione, sono poi arrivate delle smentite da parte del Governo e quindi è chiaro che non sono nel testo.
  Quindi, le chiediamo molto semplicemente di sapere chi è il bugiardo: il Vicepresidente degli Stati Uniti o il Ministro degli affari esteri ?

  PRESIDENTE. Il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, il Ministro Mogherini non può essere presente in Aula, perché impegnata con il Consiglio supremo di difesa, quindi con impegni istituzionali. Mi limiterò a leggere, ovviamente, la risposta fornita dal Ministro degli affari esteri.
  La genesi delle sanzioni europee nei confronti della Federazione russa si colloca in una decisione dei Capi di Stato e di Governo dei Paesi dell'Unione europea lo scorso 6 marzo. In quell'occasione fu decisa l'attivazione di misure restrittive, per loro natura preventive e non punitive, ispirate a principi di efficacia, proporzionalità, gradualità, reversibilità e non retroattività. In ossequio a tali principi l'Unione europea, in misura assolutamente autonoma rispetto ad altri attori internazionali, ha elaborato un'architettura sanzionatoria su tre gradi, ciascuno dei quali da attivare a fronte di evoluzioni sul terreno progressivamente più gravi.
  Il sostegno accordato da Mosca, le aspirazioni autonomiste della Crimea e l'incremento significativo della presenza militare russa nella penisola hanno, dunque, motivato le misure cosiddette di fase 1, sostanziate nella limitazione del dialogo politico con la Russia, nella chiusura di alcuni processi negoziali e nel divieto, per gli Stati dell'Unione europea, di tenere vertici bilaterali con la Federazione russa.
  La palese violazione di principi e norme di diritto internazionale, verificatasi con l'illegittima annessione della Crimea, ha determinato il passaggio a misure di carattere personale. Il Consiglio europeo del 20-21 marzo ha, infatti, deciso di colpire, con un bando all'ingresso e il congelamento delle attività finanziarie, personalità russe responsabili di avere messo a repentaglio la sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale dell'Ucraina.Pag. 31
  A fronte poi di un'insufficiente collaborazione di Mosca per una soluzione della crisi, il Consiglio affari esteri del 12 maggio ha esteso le sanzioni personali a quelle persone fisiche e giuridiche responsabili anche di espropri di attività economiche e finanziarie, già ucraine, in Crimea e a Sebastopoli, in violazione della legge ucraina. Il progressivo isolamento nel quale Mosca stessa si è confinata, non cogliendo appieno le aperture di credito dell'Unione europea, e la persistente destabilizzazione sul terreno hanno motivato – specialmente a seguito dell'incidente occorso al Boeing malese – il passaggio alla terza fase, quella delle misure economiche di carattere settoriale, decise dal Consiglio affari esteri del 22 luglio e successivamente ampliate dal Consiglio europeo del 30 agosto.
  L'Unione europea si è trovata, quindi, costretta ad adottare una serie di sanzioni finanziarie e commerciali individuali verso la Russia, costruite in modo da distribuirne il peso economico su tutti gli Stati membri. L'architettura sanzionatoria europea trova, quindi, fondamento nel rispetto di principi fondamentali di convivenza democratica tra Stati e nella consapevolezza che le sanzioni restano uno strumento per perseguire l'obiettivo ultimo di spingere la Federazione russa a scegliere in modo irreversibile e chiaro il dialogo, nel cammino verso una soluzione politica della crisi ucraina. L'efficacia delle sanzioni resta legata anche alla coerenza dell'approccio in ambito internazionale. Le consultazioni con i principali partner, in primo luogo in ambito G7, servono pertanto ad assicurare l'univocità del messaggio che le misure restrittive intendono veicolare a Mosca, sulla base di principi e valori ampiamente condivisi ben oltre il perimetro europeo.
  La natura non punitiva e soprattutto la reversibilità delle sanzioni rende il sistema europeo sufficientemente elastico da cogliere anche gli sviluppi positivi che da parte russa dovessero registrarsi. Le pressioni effettuate da Mosca sulla dirigenza separatista in Ucraina, che sono alla base del cessate il fuoco concordato a Minsk il 5 settembre scorso, costituiscono un esempio di quell'approccio costruttivo che si richiede alla Russia. Proprio questi ultimi segnali incoraggianti hanno motivato nelle ultime settimane una cauta apertura, da parte europea, rispetto ad eventuali futuri orizzonti di revisione delle misure.

  PRESIDENTE. L'onorevole Gianluca Pini ha facoltà di replicare, per due minuti.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, chiaramente non siamo assolutamente soddisfatti della risposta perché non vi è stata risposta, quindi è difficile potersi dire soddisfatti di un qualcosa che non vi è stato. Abbiamo chiesto chi dei due soggetti politici ai massimi livelli aveva detto una bugia, se il Vicepresidente dell'Amministrazione Obama o se il Ministro degli esteri.
  La genesi di quella che è stata formalmente la nascita delle sanzioni nei confronti della Russia la conosciamo tutti. Quello che vogliamo sapere, quello che volevamo sapere, ma che lei, con comprensibile imbarazzo – devo dire, le fa onore aver preso immediatamente le distanze da quello che è un testo imbarazzante reso dalla Mogherini (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) –, non ha detto, è altro. Il suo comprensibile imbarazzo è dato dal fatto che in questo caso è stato tolto il velo su un qualcosa di assolutamente ipocrita, cioè il fatto che noi abbiamo subito in qualche modo una decisione di un soggetto terzo rispetto non solo alla sovranità di questo Paese, ma dell'intera Europa.
  Sia chiaro, l'America ha tutto il diritto di difendere i propri interessi, e lo fa e lo sa fare benissimo. Noi, invece, non sappiamo fare altrettanto bene a difendere i nostri. Infatti, piegarsi alla volontà di un soggetto terzo ha messo in ginocchio letteralmente l'economia di questo Paese, che sulle misure adottate riguardo lo scambio commerciale con la Russia ha avuto solo ed esclusivamente da perdere, in cambio di cosa poi ? Di un posto assolutamente inutile all'interno della Commissione europea Pag. 32per la stessa Mogherini ? Complimenti ! Se questo è il modo di fare, mi sa che il Paese ne vedrà purtroppo di peggio (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

(Iniziative urgenti in ordine al piano industriale di Ast-Acciai speciali di Terni e ai relativi effetti occupazionali – n. 3-01090)

  PRESIDENTE. L'onorevole Airaudo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01090, concernente iniziative urgenti in ordine al piano industriale di Ast-Acciai speciali di Terni e ai relativi effetti occupazionali (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  GIORGIO AIRAUDO. Signor Presidente, la trattativa sugli Acciai speciali Terni, in cui il Governo era impegnato, è fallita e questo è un segnale grave e preoccupante. Sappiamo tutti che importanza ha la siderurgia dal punto di vista della costruzione del ciclo delle manifatture in questo Paese. Sappiamo che ciò che capiterà a Terni avrà effetti anche su ciò che riguarda Taranto, Piombino e gli altri stabilimenti.
  E questo è un banco di prova vero, che lo stesso Presidente del Consiglio aveva riconosciuto parlando delle 3 T, e una di queste era appunto Terni. Noi pensiamo che il Governo non abbia fatto tutto quello che doveva fare. Pensiamo che abbia sbagliato a sostenere un'impostazione più vicina a quella della multinazionale tedesca Thyssen, che non dà garanzie, dopo non essere riuscita a vendere quello stabilimento. E pensiamo che il Governo debba riprendere in mano questa vicenda al massimo livello possibile, cioè pensiamo che il Presidente del Consiglio Renzi debba convocare la Thyssen e le parti sociali prima possibile a Palazzo Chigi.

  PRESIDENTE. Il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, anche in questo caso mi sostituisco al Ministro Guidi, perché è impegnata sempre al Consiglio supremo di difesa questa mattina. Ovviamente, la risposta si basa sugli elementi forniti dal Ministro dello sviluppo economico.
  Come è noto il vicepresidente di Thyssen Group ha presentato alla Presidenza del Consiglio le linee generali del nuovo piano industriale lo scorso 17 luglio; piano industriale resosi necessario alla luce delle perdite accumulate negli ultimi cinque anni da Ast a Terni per circa 900 milioni di euro e visto anche il contesto di crisi del settore in Europa.
  Il piano presentato prevedeva una riduzione dei costi e anche una riduzione dei posti di lavoro per circa 550 unità e la probabile chiusura di uno dei due forni fusori presenti a Terni, cercando poi di rilanciare l'azienda in termini di efficienza, produttività e competitività sul mercato.
  Il Governo è intervenuto immediatamente, tra l'altro facendo ritirare anche la procedura di mobilità che era già stata fissata dall'azienda, già aperta dall'azienda, e si è aperto un tavolo di confronto, lo scorso 4 settembre, tra azienda e le parti sociali ed il Governo, che ha profuso il proprio impegno al fine di individuare anche dei punti intorno ai quali costruire un accordo che potesse garantire anche una continuità della produttività a Terni, oltre ad un consolidamento dell'occupazione nell'impianto di Terni.
  Sono stati fatti dei passi in avanti, ad avviso del Governo, grazie all'impegno profuso dal Governo, anche sull'ipotesi di piano industriale: l'azienda si è dichiarata disponibile ad investire altri 100 milioni di euro nei quattro anni, a trasferire a Terni anche la linea di laminazione presente a Torino, a fare investimenti per altri 10 milioni di euro in ricerca e sviluppo e a ridurre il numero degli esuberi a non più di 290 unità.Pag. 33
  Nonostante l'impegno del Governo e nonostante gli accordi in qualche modo possibili presentati tra azienda e parti sociali, purtroppo non è andato a buon fine il confronto tra sindacati ed azienda e l'8 ottobre scorso, come è noto, è stata avviata una nuova procedura di mobilità.
  Ovviamente questo non fa venire meno l'impegno del Governo a trovare una soluzione per Terni, quindi continueremo comunque a fare un lavoro in qualche modo di facilitazione del confronto tra azienda e sindacati, al fine di individuare una soluzione che consenta appunto di mantenere la produttività su Terni anche per i prossimi anni e consolidare l'occupazione.

  PRESIDENTE. L'onorevole Airaudo ha facoltà di replicare, per due minuti.

  GIORGIO AIRAUDO. Signor Presidente, ovviamente io ringrazio il Ministro Boschi per la sua presenza e per la sua supplenza su temi che non sono abituali per lei. Però, in questo caso, penso che sia il Ministro giusto, perché vede, intanto dobbiamo segnalare che noi vorremmo vedere il Presidente del Consiglio al question time in quest'Aula, perché non è mai venuto da quando fa il Presidente del Consiglio. Forse una trasmissione in TV in meno, un tweet in meno e si potrebbe venire in Aula a rispondere al Parlamento, direttamente.
  Io penso che nella risposta che lei ci ha dato non funziona una cosa: che lei mette sullo stesso piano la Thyssen, multinazionale tedesca, che cerca di liberarsi di quell'impianto, ed i lavoratori ed i loro rappresentanti, il sindacato.
  Io penso che il Governo debba spendersi a difesa della lavoro, a tutela di quei lavoratori, di quell'impianto e quindi vanno trovate le soluzioni non per far fare alla Thyssen quello che vuole, cioè ridurre i costi tagliando la contrattazione, tagliando il salario aggiuntivo, e mi riferisco all'indennità di turno per i turni notturni, per i turni festivi: 2 mensilità in meno ! Lo dico in un Paese che ha un problema di domanda: tagliare i salari e dare un segnale, in un'impresa così importante come l'impresa siderurgica, è esattamente il contrario di quello che voi dite di voler fare, quando pensate di aiutare, riducendo le tasse alle imprese e con gli 80 euro, sulla ripresa della domanda, perché da un lato diamo dei soldi e dall'altro lato facciamo fare agli imprenditori il taglio dei salari. Tutto questo mantenendo la cambiale dei licenziamenti, una vera e propria cambiale in scadenza, perché la Thyssen voleva i licenziamenti. È lì che voi non avete svolto il ruolo di mediazione ed è per questo che ora è il Presidente del Consiglio che deve prendere in mano questa partita, perché non solo quei lavoratori si sentono abbandonati, ma tutta la comunità di Terni si sente abbandonata.
  Noi non possiamo lasciar soli né Terni, né quei lavoratori, né quelle lavoratrici (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Il Presidente convochi la Thyssen ed i sindacati oggi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

(Iniziative urgenti in relazione alla recente alluvione che ha colpito la città di Genova e a sostegno delle regioni per far fronte al dissesto idrogeologico – n. 3-01091)

  PRESIDENTE. L'onorevole Taglialatela ha facoltà di illustrare per un minuto l'interrogazione Rampelli n. 3-01091, concernente iniziative urgenti in relazione alla recente alluvione che ha colpito la città di Genova e a sostegno delle regioni per far fronte al dissesto idrogeologico (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), che ha sottoscritto in data odierna.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Signor Presidente, colleghi e Ministro, il tragico evento che ha colpito per l'ennesima volta la città di Genova è solo l'ultimo di una lunga serie, che dimostra la fragilità del sistema idrogeologico italiano e l'assoluta necessità che gli interventi programmati e le somme stanziate affinché si possa trovare una soluzione tecnica alla possibilità di disastri di questo tipo è un segnale al Pag. 34quale dobbiamo assolutamente dare una risposta, senza immaginare che vi possa essere uno scarico di responsabilità tra le varie amministrazioni pubbliche, a cominciare ovviamente dal Governo e dai Ministeri.
  Le chiedo quali misure urgenti il Governo ha posto in essere per fare in modo che le somme stanziate e i progetti esecutivi presentati e le gare predisposte possano essere rapidamente poste in essere.

  PRESIDENTE. Il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Maria Carmela Lanzetta, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  MARIA CARMELA LANZETTA, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Signor Presidente, onorevole Rampelli e onorevole interrogante, segnalo in primo luogo che il Governo ha posto il problema del contrasto al dissesto idrogeologico del nostro Paese al centro della propria agenda politica sin dal suo insediamento e, com’è noto, è nata a Palazzo Chigi una struttura appositamente dedicata. Per quanto riguarda la situazione di Genova, dagli elementi forniti da tale struttura, risulta che il Governo ha supportato la decisione del presidente della regione di sottoscrivere il contratto di avvio dei lavori per il secondo lotto secondo stralcio per 35 milioni di euro per la sistemazione idraulica del Bisagno.
  Il Governo sta inoltre lavorando per prevedere un finanziamento degli interventi dal Fondo previsto dallo sblocca-Italia per le aree metropolitane di 25 milioni: 18 per l'avvio dei lavori di completamento dell'intero sistema di messa in sicurezza del Bisagno del valore complessivo di 90 milioni e 7 per il completamento della sistemazione idraulica del torrente Chiaravagna. È stata inoltre concordata con il presidente della regione anche per il prossimo 2015 l'individuazione delle opere per il completamento della messa in sicurezza del Bisagno ancora non finanziate per 72 milioni come prioritarie per il prossimo ciclo di programmazione settennale dei fondi europei, come peraltro avverrà anche per altri interventi di prevenzione.
  Per quanto riguarda invece la situazione generale, per accelerare la realizzazione delle opere di prevenzione per impulso del Governo sono stati approvati rilevanti interventi normativi. Con il decreto competitività, la responsabilità della realizzazione degli interventi è stata attribuita ai presidenti delle regioni in qualità di commissari straordinari delegati ed è stato espressamente previsto che l'autorizzazione rilasciata dal presidente della regione sostituisca tutti i visti, i pareri, le autorizzazioni, i nullaosta e ogni altro provvedimento necessario per l'esecuzione dell'intervento, salvi i pareri e gli atti di competenza del Ministero dei beni culturali per i quali è stato previsto un meccanismo di silenzio-assenso. Inoltre, con il decreto sblocca Italia sono state rese più rapide le procedure di occupazione d'urgenza e di espropriazione delle aree individuate per l'esecuzione degli interventi e sono state previste deroghe al codice dei contratti pubblici per le procedure di affidamento delle opere di messa in sicurezza nel territorio.
  Quanto alle risorse finanziarie, il Governo sta operando al fine di accelerare, sbloccare e riprogrammare le risorse stanziate dal 1998 ad oggi e ancora non avviate a cantiere e, a tale riguardo, sono stati recuperati per i nuovi interventi un miliardo e mezzo di euro che saranno gestiti direttamente dai presidenti della regione.

  PRESIDENTE. L'onorevole Taglialatela, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Signor Ministro, il problema non sono tanto le risorse ma il modo nel quale le risorse vengono utilizzate. E nella sua risposta non emerge alcun dato – dico uno – che individui responsabilità specifiche per chi, avendo la disponibilità di fondi e avendo predisposto le gare, non ha determinato la condizione affinché le gare fossero ultimate e, quindi, alla fine, le cose di cui parliamo sono sempre riferite al passato.Pag. 35
  Penso che il tema principale sia quello di individuare chi aveva una responsabilità per quello che riguardava la procedura e chi non ha rispettato i tempi affinché quella procedura fosse realizzata. I tanti ricorsi che hanno bloccato la distribuzione delle opere dimostrano come evidentemente vi sia stata superficialità ed è un tema sul quale il Governo deve dare una risposta. Non può cavarsela semplicemente dicendo che riprogramma somme perché la riprogrammazione di somme significa che erano somme già disponibili e che il tempo che è trascorso purtroppo ha determinato nuovi lutti e nuovi disastri. Quindi, mi auguro che vi sia presto, da parte del Governo e delle autorità competenti, la individuazione di procedure diverse ma soprattutto la individuazione delle responsabilità di quei dirigenti, di quegli amministratori che, avendo le risorse, non hanno fatto in modo che le stesse potessero essere utilizzate per opere necessarie alla messa in sicurezza di un territorio molto fragile. Quello che è accaduto a Genova, purtroppo, potrebbe riproporsi in molte altre zone della nostra Italia ed è, quindi, evidente che, da questo punto di vista, vi sia bisogno assolutamente di un segnale in controtendenza rispetto a quello che il Governo sino ad oggi ha fatto.

(Problematiche riguardanti il sistema di garanzia globale di esecuzione previsto dal codice dei contratti pubblici – n. 3-01092)

  PRESIDENTE. L'onorevole Sottanelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01092, concernente problematiche riguardanti il sistema di garanzia globale di esecuzione previsto dal codice dei contratti pubblici (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  GIULIO CESARE SOTTANELLI. Signor Presidente, signor Ministro, molto brevemente, l'interrogazione vuole mettere in evidenza, sostanzialmente, due anomalie presenti nel decreto-legge n. 73 del giugno 2012 in merito alle garanzie globali di esecuzione.
  La prima, in riferimento alla garanzia sostitutiva, la possibilità prevista nel decreto di delegare a soggetti privati e, quindi, a banche e assicurazioni, la pubblica funzione di stazione appaltante per la scelta di un appaltatore in caso di subentro per i lavori da effettuare, vietato, tra l'altro, dal comma 3 dell'articolo 33 del codice dei contratti pubblici. La seconda anomalia è in relazione alla tipologia di garanzia prevista dal medesimo decreto, che è una garanzia a semplice richiesta e senza eccezione alcuna.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  GIULIO CESARE SOTTANELLI. Quando la suprema Corte di cassazione, in sezioni unite, nel febbraio 2010, ha affermato che questo tipo di tutela...

  PRESIDENTE. Concluda.

  GIULIO CESARE SOTTANELLI. ... rappresenta un contratto autonomo di garanzia e non una fideiussione, così come disciplina il nostro codice.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  GIULIO CESARE SOTTANELLI. Quindi, preso atto di questo, vorremmo conoscere quali iniziative lei, come Ministro, intende prendere.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Sottanelli per aver posto, attraverso il question time, una questione riguardante la garanzia globale di esecuzione. Per chi ci ascolta possono sembrare termini molto tecnici e questioni molto tecniche, ma, poi, ovviamente, la ricaduta di queste procedure la si ha, purtroppo, drammaticamente, come vedremo Pag. 36anche nelle altre interrogazioni. Ho sentito adesso l'onorevole Taglialatela riguardo al fatto che i lavori non partono, le assegnazioni non vengono date, ci sono ricorsi e controricorsi e dei risultati, poi, non si comprende di chi sono le responsabilità. Mi permetto, ovviamente, di cogliere il valore e l'importanza dell'interrogazione al di là della questione tecnica.
  La garanzia globale di esecuzione ha rappresentato sempre un mutamento di indirizzo normativo voluto, come lei ha sottolineato, dal legislatore italiano per rafforzare la posizione della stazione all'appaltante. Attualmente, essa dovrebbe applicarsi solo ad appalti di grandi dimensioni, che sono in numero molto ridotto, ma questa circostanza non ne facilita l'applicazione; invece, accade esattamente il contrario.
  Infatti, rispetto alle tradizionali garanzie di tipo risarcitorio, si è inserito un istituto completamente nuovo, che prevede l'inserimento del garante nella fase realizzativa dell'opera e, quindi, la sostituzione dell'impresa inadempiente in caso di ritardo o fermo lavori. Con questo nuovo tipo di garanzia, la liquidazione dei danni viene sostituita con l'esecuzione in forma specifica dell'opera.
  Le finalità della norma sono condivisibili: controllare in ogni momento l'esecuzione dell'opera e sostituire tempestivamente l'impresa inadempiente, evitando ripercussioni negative sui tempi e i costi di realizzazione. Ma questa normativa espone ad un rischio molto elevato proprio in ragione del numero limitato di appalti disciplinati in tal modo, che non permette a questo soggetto di spalmare il rischio su un numero maggiore di contratti, riducendo così il rischio complessivo che egli assume. È evidente, infatti, che assicurare solo grandi appalti espone le imprese a rischi particolarmente concentrati e, quindi, potenzialmente pericolosi per la loro stabilità. Come osserva in modo condivisibile l'interrogante, la conclusione è che tale istituto non riesce a radicarsi nel nostro ordinamento.
  Per superare queste criticità è stata avanzata la proposta di estendere lo strumento anche per appalti medio-piccoli. Ciò permetterebbe di spalmare il rischio su un numero maggiore di contratti, riducendo il rischio complessivo. L'introduzione del performance bond, come previsto in Inghilterra e in America, anche per contratti di medie e piccole dimensioni, potrebbe rivelarsi uno strumento utile sia nella fase di qualificazione, che per la verifica della congruità dell'offerta.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Potrei proseguire, ma l'onorevole Sottanelli sa benissimo che, tra l'altro, c’è un disegno di legge presentato dal Governo, che è un disegno di legge delega per la riforma del codice degli appalti. Assolutamente, in maniera urgente, noi dobbiamo intervenire su queste anomalie che sono segnalate e che, poi, devono andare nella direzione, ovviamente, di migliorare l'efficacia degli strumenti.

  PRESIDENTE. L'onorevole Sottanelli ha facoltà di replicare, per due minuti.

  GIULIO CESARE SOTTANELLI. Signor Presidente, signor Ministro, sa quanto la stimo e, quindi, condivido la prima parte integrale del suo intervento, così come condivido la chiusura.
  Invece, non condivido la parte che ha letto perché, ovviamente, il performance bond che vogliamo inserire, e magari estendere, e questo lo condivido, anche ai piccoli appalti, oggi non si incastra nell'ordinamento giuridico italiano e quindi rischiamo di bloccare, anziché accelerare, i processi e quindi gli appalti, così come giustamente dichiara lei e dichiara il Presidente del Consiglio; ma io penso che sia una volontà di tutto il Parlamento quella di dare esecutività alle opere, avere certezza che queste opere vengano fatte per rendere il Paese competitivo a livello infrastrutturale e per dare risposte all'occupazione.
  Tuttavia, ovviamente, questa norma non aiuta, perché oggi la stazione appaltante Pag. 37si trova nella condizione di doverla inserire perché la proroga non c’è stata e, dovendola inserire, il mercato delle banche e delle assicurazioni non intende farlo – anche perché giuridicamente non è possibile – e quindi io penso che l'impegno di noi tutti e del Parlamento sia quello di portare avanti nel più breve tempo possibile la proposta di legge che è in Commissione, appunto, per dare un assetto definitivo al sistema degli appalti, per renderli certi e perché, ovviamente, tutto questo possa essere anche, a differenza del passato, concertato con coloro, con i player, che dopo devono essere attori sia nel dare le garanzie sia nel riceverle come stazione appaltante. Quindi, io penso che stiamo andando nella direzione giusta, chiedo solo di accelerare nel più breve tempo possibile queste nuove norme.

(Iniziative urgenti per affrontare l'emergenza maltempo in Liguria, con particolare riferimento alla messa in sicurezza delle infrastrutture – n. 3-01093)

  PRESIDENTE. L'onorevole Biasotti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01093, concernente iniziative urgenti per affrontare l'emergenza maltempo in Liguria, con particolare riferimento alla messa in sicurezza delle infrastrutture (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  SANDRO BIASOTTI. Signor Presidente, signor Ministro, lei conosce bene la mia regione, abbiamo già parlato diverse volte di questa situazione critica. La mia regione è quella più a rischio idrogeologico ed è colpita da levante a ponente e al centro. Tuttavia, quello che non è accettabile, è questa ultima alluvione di giovedì scorso, perché è successa, signor Ministro, esattamente nello stesso punto, nella stessa zona di quella di tre anni fa. Quindi, ci sono precise responsabilità politiche; quelle penali, quelle giudiziarie le vedrà la magistratura, ma ci sono responsabilità politiche. È da trent'anni che il centrosinistra governa questa città e questa città, ormai, non ce la fa più.
  Quindi, io le chiedo cosa può fare questo Governo, ricordandole che gli unici interventi fatti sul Bisagno, la prima parte e il secondo lotto, sono stati finanziati dal Governo Berlusconi. Quindi, mi auguro che lei si faccia interprete con il Governo Renzi per cercare di finire queste opere.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, l'onorevole Biasotti – e poi ci saranno altri colleghi che interverranno e useranno il question time per approfondire le questioni riguardanti, appunto, quello che è accaduto a Genova – ha sottolineato nella sua interrogazione quanto il punto essenziale, rispetto alla questione più specifica, non sia riguardo alle risorse che erano e sono a disposizione, ma, purtroppo, drammaticamente, alla lentezza con cui questi lavori non sono stati appaltati. Per cui, ci ritroviamo esattamente nella stessa situazione tre anni fa.
  Ha fatto bene l'onorevole Biasotti a ricordare che l'unico tratto di lavoro che è stato realizzato è stato quello, tra l'altro, realizzato sotto cura del provveditorato alle opere pubbliche, come primo lotto, ed è quello che si è concluso a metà dell'anno 2011.
  Per quanto riguarda i lavori successivi, è stata individuata, come l'onorevole Biasotti sa, la suddivisione in due lotti; per la realizzazione del primo lotto di adeguamento della copertura i lavori sono stati appaltati nel 2005 e realizzati nel 2011, il resto, ovviamente, però, purtroppo, è storia attuale.
  Potremmo fare la cronaca, perché dal 2007 in poi, e dal 2011 al 2014, non si sono realizzati questi lavori. Ricorsi, controricorsi, responsabilità. Di chi sono le responsabilità ? Una delle osservazioni che credo tutti noi dobbiamo fare è che siamo arrivati ad un contesto, ad un clima in cui non c’è più nessun funzionario pubblico che si assuma la responsabilità di prendere una decisione a fronte di ricorsi che Pag. 38vengono presentati, legittimamente, e in attesa di pronunce del TAR, del Consiglio di Stato e dei diversi tribunali.
  Perché assumersi una responsabilità vuol dire poi, successivamente, dover eventualmente rispondere, qualora la sentenza non vada nella direzione ovviamente auspicata, personalmente degli eventuali danni che sono provocati.
  È evidente quindi, che bisogna intervenire sotto questo aspetto e sotto questo aspetto, come Governo – e lo abbiamo fatto presentando un emendamento allo «sblocca Italia» –, per opere importanti e strategiche come quelle legate al dissesto idrogeologico e al risanamento del dissesto idrogeologico, dobbiamo intervenire dicendo che per quelle opere, indipendentemente dal fatto che legittimamente si sia presentato un ricorso, in ogni caso, una volta che sono state assegnate, iniziano i lavori, possono iniziare i lavori. Addirittura, per opere – e concludo – che sono incluse in un elenco di opere straordinarie e concordate tra le regioni e il Governo, riguardo al dissesto idrogeologico, si iniziano immediatamente i lavori senza neanche, come sa l'onorevole Biasotti, aspettare i tempi necessari previsti dall'Unione europea perché si dia la possibilità all'eventuale parte lesa di poter ricorrere.

  PRESIDENTE. L'onorevole Biasotti ha facoltà di replicare, per due minuti.

  SANDRO BIASOTTI. Signor Presidente, signor Ministro, concordo con lei sulle lungaggini, sulla burocrazia e sul TAR, per carità. Però, ieri l'ho vista a Porta a Porta con il presidente della regione: non accetto che non si dica in quella sede che la regione ha 20 dipendenti nella società dell'Arpal che non hanno previsto quello che tutti i cittadini vedevano, perché veniva giù un diluvio, signor Ministro, dal giorno prima. I fiumi erano al limite dell'esondazione ! Non può l'ufficio della regione, con 20 persone, da due anni, non avere un dirigente ! Queste responsabilità lei deve andare a vedere.
  Comunque, ormai il danno è fatto, allora cerchiamo di vedere cosa possiamo fare. Benissimo i fondi dello «sblocca Italia», però, signor Ministro, lì ci sono centinaia e centinaia di aziende, di partite IVA, di commercianti e di artigiani che non aprono più !
  Allora, l'invito che faccio a lei – e so che lei mi ascolterà – è di farsi tramite con il Governo perché vengano dati subito, come è giusto che sia, questi 10 mila euro o 15 mila euro, su un'autocertificazione, non aspettando le perizie, le dichiarazioni alla Camera di commercio o i decreti attuativi, perché, le vorrei dire che, quelli che hanno fatto le domande nel 2011 nelle stesse zone, aspettano ancora oggi i rimborsi. Quindi, date un segnale, perché questa gente, se vi è un minimo per ricomprare il magazzino, ristrutturare, forse riapre. È interesse comune. Non vorrei che risaniamo il Bisagno, ma intorno al Bisagno ci sia la morte di tutte le attività commerciali e artigianali.

(Iniziative di competenza per interventi infrastrutturali di prevenzione nel territorio di Genova in relazione ai recenti eventi alluvionali – n. 3-01094)

  PRESIDENTE. L'onorevole Zolezzi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Segoni n. 3-01094, concernente iniziative di competenza per interventi infrastrutturali di prevenzione nel territorio di Genova in relazione ai recenti eventi alluvionali (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

  ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, in questi giorni è in discussione il decreto-legge n. 133 del 2014, definito dai centottanta comitati presenti qua fuori «sfascia Italia» e che destina oltre 15 miliardi di euro alle trivellazioni di fonti fossili. Quindici miliardi di euro presi dai risparmi degli italiani, da Cassa depositi e prestiti. Meno dello 0,5 per cento dei fondi di questo decreto vanno al rischio idrogeologico. Il sistema a Genova non consente ai tecnici di parlare, di esprimersi e di esprimere un'opinione, perché bisogna Pag. 39foraggiare le ditte degli amici e dei potenti, pena il posto di lavoro o peggio. Per cui, la invito a ripensare le deroghe nel sistema degli appalti, quelle contenute sempre nel decreto «sfascia Italia».
  La situazione idrogeologica di Genova è fra le più pericolose al mondo: a Genova si rischiano centinaia di vittime e un nuovo Vajont. A Genova manca un vero piano di emergenza; a Genova manca un dirigente regionale della Protezione civile; l'assessore Paita, referente, è sempre in campagna elettorale.

  PRESIDENTE. Concluda.

  ALBERTO ZOLEZZI. La TAV ha avuto una galleria crollata che ha fatto deragliare un treno, parlando di interventi. Per cui, vogliamo sapere quali concreti interventi di prevenzione voglia prendere il Governo, visto che per adesso...

  PRESIDENTE. Concluda.

  ALBERTO ZOLEZZI. ... l'emendamento citato non è presente nello «sblocca Italia», e se il Governo pensa anche alla decostruzione.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Zolezzi per aver posto anche lui la questione di Genova.
  Mi dispiace il modo in cui l'ha posta, perché forse proprio la questione di Genova dice che il decreto-legge sblocca-Italia, e cioè innanzitutto la prima priorità del nostro Paese è che – come lei sa bene, come tutti noi purtroppo sappiamo bene, avendo ascoltato più volte, anche nelle audizioni delle Commissioni competenti alla Camera, il prefetto Gabrielli – ci sono circa 2 miliardi e mezzo di euro già stanziati, già disponibili per quanto riguarda il dissesto idrogeologico, che non vengono utilizzati perché non vengono spesi (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle). E la ragione per cui non vengono spesi il più delle volte, tante volte, è esattamente quello che è accaduto a Genova: ricorsi, controricorsi, lunghezze in attesa di autorizzazioni.
  Il decreto-legge sblocca-Italia cerca di intervenire non per aumentare il dissesto idrogeologico, non per aumentare la cementificazione, ma innanzitutto perché, sulle opere che sono indispensabili in questo Paese e che sono fondamentali in questo Paese, si possa avere certezza dei tempi in cui queste opere si realizzano: si realizzano in una certezza di tempi, con una certezza delle risorse, senza bypassare o evitare le competenze di qualcuno, ma chi deve dare i suoi pareri li dia nei tempi ovviamente fondamentali.
  Credo che condivida anche l'onorevole interrogante che, per dare una valutazione di impatto ambientale, il tempo medio nel nostro Paese è dai 38 ai 40 mesi, vuol dire quattro anni: io credo che sia inaccettabile ! Non si vuole evitare la valutazione di impatto ambientale, ma si vuole che l'Italia torni ad essere un Paese normale, come lo sono tutti i Paesi nel mondo e nell'Europa: una valutazione di impatto ambientale, sia essa giustamente positiva o negativa, sia essa comportante prescrizioni, sia essa nella sua totale indipendenza, deve avvenire in un tempo certo. E i tempi certi – 90, 120 giorni – sono i tempi medi dell'Europa. Se affermare questo da parte di un Governo – e io credo dovrebbe essere l'interesse da parte di tutto il Parlamento –, affermare che questo ritorna ad essere il segno di un'attenzione nei confronti delle istituzioni e nei confronti dei cittadini, il segno di un'attenzione alla prevenzione che noi vogliamo, non alla cementificazione e all'espansione, vuole dire... Non so che cosa voglia dire, ma io credo che proseguiremo su questa strada.
  Perché il problema è sempre continuare a dire le cose e mai realizzarle e, purtroppo drammaticamente, piangerci addosso quando le tragedie accadono, e dire la ragione per cui, come lei sa, si è Pag. 40aspettato quattro anni, dal 2011 alla fine del 2014, perché i soldi c'erano, erano stanziati, quell'opera potesse partire.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Allora, noi interveniamo con l'emendamento presentato, che ho spiegato prima – e le chiedo scusa, Presidente – proprio per cercare di risolvere quel problema, assumendocene completamente la responsabilità.

  PRESIDENTE. L'onorevole Segoni ha facoltà di replicare, per due minuti.

  SAMUELE SEGONI. Signor Presidente, Ministro, sono molto deluso: lei sa parlare soltanto di opere, di appalti, di milioni, di firme sui progetti, di nastri da tagliare: il tutto macinato da un sistema pesantemente infiltrato dalla ’ndrangheta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La Liguria paga innanzitutto delle colate di cemento che sono avvenute negli anni scorsi, e io non ho sentito fare autocritica da questa classe politica, che ha permesso di costruire moltissimo e in posti sbagliati: delle scelte veramente scellerate ! Inoltre, nel suo intervento non c’è nessun riferimento all'assenza di piani di emergenza, al fatto che i sistemi di allerta magari funzionerebbero meglio se non si tagliassero i fondi alla ricerca.
  Inoltre, sono qui a denunciare che questa classe politica, questo Governo non è abbastanza al passo con la conoscenza tecnico-scientifica, che comunque in questo campo in Italia è estremamente avanzata e all'avanguardia.
  Pertanto, signor Ministro – e tramite lei prego voglia riferire a tutto il Governo –, le annuncio che il MoVimento 5 Stelle sfida apertamente il Governo: tra una settimana presenteremo una nostra proposta a 5 Stelle su frane ed alluvioni, e vi sfidiamo a fare altrettanto, qualcosa di altrettanto risolutivo e di altrettanto tempestivo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative di competenza per l'entrata in funzione della stazione di Apricena (Foggia) e per il miglioramento complessivo dei collegamenti ferroviari riguardanti la Puglia – n. 3-01095)

  PRESIDENTE. L'onorevole Cera ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cera e Piepoli n. 3-01095, concernente iniziative di competenza per l'entrata in funzione della stazione di Apricena (Foggia) e per il miglioramento complessivo dei collegamenti ferroviari riguardanti la Puglia (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  ANGELO CERA. Signor Presidente, onorevole Ministro, il 2 settembre 2013 è stata inaugurata la stazione ferroviaria di Apricena delle Ferrovie del Gargano, costata 40 milioni di euro. Attualmente la stazione è in uno stato di abbandono e di degrado a causa dell'inutilizzo della stessa stazione.
  L'apertura della stazione, annunciata per il dicembre del 2013, non è mai avvenuta e ciò ha bruciato le aspettative dei tanti nostri concittadini del Gargano. Pare che le motivazioni, signor Ministro, siano da attribuire alla mancata certificazione dell'osservanza delle norme di sicurezza. Se fosse tutto questo, davvero sarebbe ridicolo che un'opera rimanga una «cattedrale nel deserto» e che i cittadini del Gargano, che intendono usufruirne specialmente nel periodo invernale in maniera sicura per raggiungere le proprie case, possano ancora aspettare.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, ha facoltà di rispondere, per tre minuti. Prego i colleghi di abbassare il tono della voce.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Cera per aver posto una giusta questione, che è all'attenzione del Governo. Innanzitutto però, onorevole Cera, so quanto lei è sensibile riguardo ai temi che concernono il suo territorio; mi Pag. 41permetta solo di fare una precisazione, che infine è per correttezza, che poi rimangono i problemi che lei ha posto, che il finanziamento dei 40 milioni riguarda non solo la stazione di Apricena, ma l'intera variante di tracciato di 20 chilometri, la tratta San Severo-Sannicandro, completa di binari, impianti di sicurezza e segnalamento e di una galleria lunga oltre 3 mila metri conforme ai requisiti di sicurezza stabiliti dal decreto ministeriale sulla sicurezza delle gallerie ferroviarie.
  Il 28 giugno 2013 è stata certificata l'ultimazione dei lavori per le opere civili, per l'armamento e per l'elettrificazione della linea ferroviaria. In tale data la società Ferrovie del Gargano, come la stessa ha dichiarato, ha sollecitato più volte RFI a provvedere all'attivazione dell'innesto della linea ferroviaria di nuova costruzione con la rete nazionale nella stazione di San Severo, proprio per renderla fruibile all'utenza. I lavori necessari a consentire tale interconnessione di esclusiva competenza di RFI, a seconda delle verifiche che abbiamo fatto, risulterebbero ultimati. Ad oggi la stazione è provvista sia di sistema di videosorveglianza che di vigilanza, attivo nel fabbricato viaggiatori.
  La tratta Apricena-San Severo potrà essere aperta all'esercizio dopo l'ultimazione delle verifiche agli impianti della stazione di San Severo, attualmente in corso di esecuzione da parte dei tecnici di RFI e di Ferrovie del Gargano. La variante del tracciato Apricena-Sannicandro Garganico potrà essere aperta all'esercizio non appena ultimati i lavori della galleria Monte Tratturale, che risultano in fase di conclusione.
  Circa la richiesta di parere finalizzato all'autorizzazione di messa in servizio, proprio il 13 ottobre scorso si è tenuto un incontro preliminare con i tecnici di RFI presso l'Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria. In tale sede il gestore dell'infrastruttura ha comunicato un'intenzione di voler inoltrare in tempi brevi una richiesta di parere in tal senso.
  Per quanto concerne il materiale rotabile impiegato nel territorio pugliese, ricordo che al pari di tutti i rottabili di Trenitalia, viene sottoposto ad operazioni di manutenzione programmata secondo piani manutentivi che ciclicamente si ripetono. In particolare, per i servizi ferroviari di media e lunga percorrenza che collegano la Puglia con il centro-nord, viene utilizzato materiale rotabile della stessa tipologia di quello impiegato su tutta la rete nazionale. Inoltre, i treni Franciabianca in circolazione tra la Puglia e la Milano-Torino-Venezia sono gestiti con convogli integralmente rinnovati, che offrono una qualità del servizio in linea con quella della categoria delle Frecce, alle quali appartengono, e prestazioni adeguate agli standard della linea adriatica. In ogni caso sarà premura ovviamente del Ministero verificare che i tempi comunicatici da RFI vengano assolutamente rispettati.

  PRESIDENTE. L'onorevole Cera ha facoltà di replicare, per due minuti.

  ANGELO CERA. Signor Presidente, signor Ministro, veramente sono contento in quanto è stato esaustivo in ogni punto della risposta.
  Questa è una tratta che serve soprattutto per la gente povera del nostro territorio, che raggiunge il mare non potendoci arrivare con le macchine. È una zona che serve soprattutto i pendolari del Gargano, che vanno a lavorare nella città di Foggia e non solo, ma soprattutto quelli che vanno da Foggia verso il Gargano che, non potendolo fare oggi con le Ferrovie dello Stato, lo fanno con percorsi accidentati, pericolosissimi d'inverno con le macchine.
  Per cui, è urgentissimo intervenire. La burocrazia non può fermare un'opera che è già completata, che sta lì per portare ancora maggiore turismo ad una parte, in questo momento – come dire – mortificata dalle alluvioni recenti nel territorio gargano.
  Per cui, signor Ministro so quanto lei è fattivo ed è una persona che realizza. Sono certo che seguirà di persona questa vicenda, perché altrimenti veramente sarebbe una sconfitta dello Stato.
  Per quanto invece posso affermare su tutto il percorso pugliese, signor Ministro, Pag. 42mettiamo uno «straccio pietoso» sulle Ferrovie dello Stato verso il sud, che molto spesso riducono le tratte a delle vere tratte di diligenza, dei percorsi di guerra per i cittadini, che trovano nel mezzo ferroviario l'unico modo per raggiungere il posto di lavoro e le proprie famiglie.

(Iniziative per il rilancio infrastrutturale della Capitanata, con particolare riferimento all'aeroporto «Gino Lisa» di Foggia – n. 3-01096)

  PRESIDENTE. L'onorevole Di Gioia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01096, concernente iniziative per il rilancio infrastrutturale della Capitanata, con particolare riferimento all'aeroporto «Gino Lisa» di Foggia (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, signor Ministro, il 30 settembre, il Consiglio dei ministri ha approvato il piano aeroportuale, ovviamente su sua proposta, e in questo piano vi sono 11 aeroporti strategici e 26 di interesse nazionale. Non vi è Foggia perché si dice che, per ciò che riguarda Foggia, vi è una certa difficoltà di voli e una situazione oggettivamente difficile per quanto riguarda un suo possibile rilancio.
  Allora, è un caso – le chiedo – se, per esempio, non sia stata data la VIA, è un caso per esempio che l'Unione europea ha tagliato del 25 per cento i fondi per la pista. È un caso, per esempio, che l'ENAC sistematicamente rinvia al Ministero dell'ambiente, e così via. Insomma, ce lo spieghi perché, una volta per tutte, la gente di Foggia vuole sapere la verità e vuole impegni certi da parte sua, signor Ministro.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, ha facoltà di rispondere.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. L'onorevole Di Gioia, come prima l'onorevole Cera, giustamente ha posto in questo caso un'attenzione molto particolare e molto puntuale non solo al proprio territorio, ma ad un punto di cui il Governo ha fatto un elemento strategico nella politica delle infrastrutture, in particolare aeroportuali: l'approvazione di un piano nazionale degli aeroporti, che prevede ovviamente, a fronte di una numerosa molteplicità di aereoporti presenti nel nostro territorio – siamo quasi a oltre cento – delle scelte da un punto di vista di un piano strategico che indichi diverse vocazioni degli aeroporti sul territorio nazionale, una strada da percorrere per sinergie tra diversi aeroporti, le infrastrutture necessarie perché questi aeroporti possano essere messi in competizione, non tra di loro, ma con il sistema aeroportuale internazionale e il sistema del trasporto internazionale.
  Da questo punto di vista, come l'onorevole Di Gioia sa molto bene, ci sono aeroporti di interesse regionale, ci sono aeroporti di interesse nazionale e ci sono aeroporti, in questo caso, di interesse strategico perché devono lavorare insieme agli aeroporti di interesse nazionale.
  Nel piano che è stato presentato l'aeroporto di Foggia «Gino Lisa», nell'ambito del piano nazionale degli aeroporti, attualmente riveste una funzione di aeroporto di interesse regionale, all'interno del sistema aeroportuale pugliese, che prevede gestioni integrate e gestioni complessive uniche.
  Il criterio del piano nazionale degli aeroporti non è un criterio statico, ma un punto fondamentale che assegna punti e parametri di riferimento per essere aeroporti di interesse nazionale o per essere aeroporti di interesse regionale. Come è giusto che sia un piano dinamico di strutture che devono stare sul mercato e svolgere la loro funzione anche di continuità territoriale, questo non può essere rigido, ma è un piano dinamico.
  Tanto è vero che le domande poste dall'onorevole Di Gioia non vanno sull'aspetto della, tra virgolette, anche se era sottointeso, esclusione dell'aeroporto di Foggia, ma dicono: «Come fa l'aeroporto di Foggia ad essere messo nella condizioni Pag. 43per potere rispondere ai criteri e rientrare all'interno degli aeroporti di interesse nazionale ?» Questo è il punto specifico.
  Noi dobbiamo, però, con coraggio sapere che quando un aeroporto ha una sua classificazione, non è una diminuzione, perché noi abbiamo situazioni – e l'onorevole Di Gioia lo sa – in cui ci sono, in una regione, quattro, addirittura cinque aeroporti a distanza di 100 chilometri l'uno dall'altro.
  Allora, vogliamo iniziare a lavorare insieme ? Vogliamo iniziare a far sì che questi investimenti siano concordati ? Vogliamo far sì che ogni aeroporto abbia una sua vocazione ? Io credo che questa sia la strada che noi dobbiamo percorrere e se l'aeroporto di Foggia rientrerà all'interno dei criteri degli aeroporti di interesse nazionale, ovviamente non bisognerà fare altro che prenderne atto.

  PRESIDENTE. L'onorevole Di Gioia ha facoltà di replicare.

  LELLO DI GIOIA. Presidente, signor Ministro, lei sa la simpatia che ci lega, però non può fare qui un comizio sulla competitività – mi consentirà – perché non era questo il problema che noi le abbiamo posto. Ma è chiaro che quella dell'aeroporto di Foggia non è una questione localistica; è una questione che rientra in uno schema di sviluppo, nelle capacità di un territorio che può competere con altri.
  Il problema è come mai vi sono tante omissioni da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, da parte dell'ENAC, da parte della società Aeroporti di Puglia. È questo che pone un problema serio nel dire: come potrà poi essere possibile che questo aeroporto potrà competere con altri nel momento in cui non lo si mette nelle condizioni di competere, nel momento in cui si tagliano i fondi, nel momento in cui non si dà la VIA, nel momento in cui si va a scegliere una società, tra virgolette, che non è una società di voli ma una company che fa semplicemente brokeraggio. Sono questi i problemi.
  Si assuma la responsabilità politica e istituzionale di dare risposte serie e dare quelle risposte perché questa realtà, ormai martoriata, abbia la possibilità di competere; e noi vogliamo competere nel sistema nazionale e nel sistema europeo, perché siamo in grado di farlo e saremo in grado di dare risposte.

  PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'istituto tecnico-industriale «Marconi» di Pontedera, in provincia di Pisa, e quelli dell'istituto comprensivo statale di Gioia dei Marsi, in provincia dell'Aquila, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

(Iniziative in merito ad un'ispezione presso il Registro italiano navale riguardante presunte irregolarità nel rilascio delle certificazioni di sicurezza delle navi – n. 3-01097)

  PRESIDENTE. L'onorevole Garofalo, sperando che l'esuberanza che ci ha accompagnato per tutta la seduta si plachi, ha facoltà di illustrare l'interrogazione Dorina Bianchi n. 3-01097, concernente iniziative in merito ad un'ispezione presso il Registro italiano navale riguardante presunte irregolarità nel rilascio delle certificazioni di sicurezza delle navi (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

  VINCENZO GAROFALO. Presidente, signor Ministro, il Registro italiano navale nasce proprio con il ruolo di soggetto terzo per rilasciare, utilizzando ovviamente valide competenze, tutte le certificazioni necessarie a garantire la sicurezza e l'affidabilità del naviglio sotto esame.
  Riteniamo, pertanto, opportuna la sua iniziativa di disporre un'ispezione, a seguito delle indagini giornalistiche – ritengo non solo quelle, forse – che recentemente, anche in trasmissioni televisive quali Report di domenica scorsa, hanno messo in evidenza presunte o possibili azioni non efficaci rispetto a questo tema.Pag. 44
  Ritengo che tutto questo sia anche opportuno anche per quanto in passato già era stato ed è all'oggetto dell'autorità giudiziaria. Mi riferisco all'anno 2006 e, quindi, ci aspettiamo di capire bene in quale direzione le indagini e gli esiti delle indagini poi saranno assunte da lei, signor Ministro.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Garofalo e il gruppo del Nuovo Centrodestra per avere posto all'attenzione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti una questione così importante e così delicata.
  A seguito della trasmissione televisiva Report, dello scorso 12 ottobre, ho ritenuto necessario interessare immediatamente i competenti uffici del mio Dicastero, disponendo, contestualmente, all'istituzione di una apposita commissione per verificare se vi siano state irregolarità in merito alle modalità e procedure seguite dal Registro italiano navale (RINA) per il rilascio delle attestazioni e certificazioni di sicurezza del naviglio nazionale. Ha fatto bene a sottolineare l'interrogante che siamo in presenza di un organo terzo, che ha una funzione molto importante e molto delicata, quella di rilasciare attestazioni e certificazioni per la sicurezza sul mare del naviglio nazionale. È evidente che, se quanto riportato dalla trasmissione televisiva dovesse avere conferma, saremmo in presenza di situazioni che non sono accettabili e che non sono tollerabili per un soggetto terzo, ma per l'intera pubblica amministrazione. La commissione, composta da un dirigente e due funzionari esperti nella materia, dovrà relazionare sulle attività poste in essere dal medesimo RINA per il rilascio delle attestazioni e certificazioni di sicurezza del naviglio nazionale e, in particolare, sulle criticità emerse nel corso della trasmissione televisiva citata. Nel caso di eventuali irregolarità, saranno adottate le misure previste dalla vigente normativa in materia, e in particolare sarà avviato un contraddittorio con l'organismo teso a chiarire i comportamenti rilevati. La conferma di tale irregolarità nel rilascio delle attestazioni e certificazioni di sicurezza potrà comportare, ove le irregolarità fossero confermate, anche la revoca della delega prevista dal decreto interministeriale del 29 agosto 2012 del MIT, di concerto con il Ministero dell'ambiente, con il quale l'organismo RINA Spa è stato delegato allo svolgimento di servizi di certificazione statutaria per le navi registrate in Italia, rientranti nel campo di applicazione delle convenzioni internazionali, come definite dall'articolo 2, comma 1, lettera d), del decreto legislativo 14 giugno 2011 e classificate dallo stesso organismo. Lo stesso decreto autorizza, infatti, l'accordo stipulato in data 28 giugno 2012 tra il MIT, il Ministero dell'ambiente e il RINA, al fine di disciplinare le condizioni, i termini e i requisiti della citata delega, e assicura sin d'ora il monitoraggio attento dell'andamento della predetta verifica e una scrupolosa valutazione degli esiti delle indagini.

  PRESIDENTE. L'onorevole Garofalo, ha facoltà di replicare, per due minuti.

  VINCENZO GAROFALO. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per avere spiegato bene in che direzione si muoverà questa indagine ed anche gli organismi che lui ha previsto si occupino di questo. Ritengo che ciò sia stato – ribadisco questo concetto – tempestivo e importante, anche perché dobbiamo sottolineare gli aspetti positivi del Registro italiano navale che ha una storia di oltre 150 anni, che non può essere offuscata da eventuali atteggiamenti che, se ci saranno e saranno scoperti, dovremmo cercare di imputarli a chi di dovere per cercare di salvaguardare un patrimonio che ritengo il Paese abbia, perché è uno dei più importanti Registri navali nel mondo. Oltre a ciò, non so se questo organismo avrà anche la facoltà di fare delle audizioni. Credo che una delle cose che bisogna capire un po’ di più sono le dimissioni del presidente che, proprio Pag. 45subito dopo la vicenda della Concordia, si è dimesso dal suo ruolo e, quindi anche questo può essere un elemento di approfondimento che aiuti ad arrivare alla fine di un'indagine che – ribadisco – spero porti a fare chiarezza anche sull'intero gruppo, perché RINA ormai non è solo un ente, ma è una holding, società per azioni con altre società che dipendono da questa stessa società. Quindi, di conseguenza, spero che la chiarezza definitiva possa consentire che vada avanti la parte sana di questo Registro navale e tutte le sue componenti.

(Iniziative per garantire la continuità territoriale da e per la Sardegna, anche in considerazione del piano di riorganizzazione della compagnia aerea Meridiana – n. 3-01098)

  PRESIDENTE. L'onorevole Mura ha facoltà di illustrare l'interrogazione Meta n. 3-01098 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), concernente iniziative per garantire la continuità territoriale da e per la Sardegna, anche in considerazione del piano di riorganizzazione della compagnia aerea Meridiana, di cui è cofirmataria, per un minuto.

  ROMINA MURA. Signor Presidente, signor Ministro, apprendiamo che tra due giorni è convocato al Ministero del lavoro e delle politiche sociali il tavolo per discutere sugli esuberi della compagnia Meridiana, secondo vettore italiano con 4 milioni di passeggeri all'anno, di cui quasi la metà da e per la Sardegna.
  A settembre i vertici di Meridiana hanno annunciato un piano di ristrutturazione, che prevede la messa in mobilità di migliaia di dipendenti in esubero strutturale, secondo l'azienda. Nel contempo è stata avviata la sostituzione della flotta e l'acquisto di nuovi venti aerei.
  Le conseguenze di tutto ciò per il trasporto aereo della Sardegna sono gravi: con la crisi delle compagnie che garantivano i collegamenti via mare si trova di fatto anche priva di alternative modali da e per il continente. Pesanti sono le conseguenze sull'occupazione. Dei 1.650 lavoratori in mobilità, oltre la metà sono sardi e questo nonostante le ingenti risorse impegnate dalla regione a beneficio del vettore che da tempo ha spostato i voli da e per l'isola sulla controllata Air Italy con base a Malpensa e marchio Meridiana.

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Mura.

  ROMINA MURA. Le chiediamo come il Governo intenda intervenire al fine di salvaguardare i posti di lavoro di 1.640 lavoratori qualificati e quali iniziative intenda assumere per garantire alla continuità territoriale la riorganizzazione del sistema aereo.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, onorevole Maurizio Lupi, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, ringrazio anche qui gli onorevoli interroganti per avere posto una questione che riguarda un duplice aspetto, quello, da una parte, della continuità territoriale, perché è fondamentale, non per la Sardegna, ma per l'intero nostro Paese, garantire la possibilità dei collegamenti, perché l'Italia è una e noi dobbiamo dare lo stesso diritto al trasporto e alla mobilità per tutti i cittadini, e quello legato alla crisi. Sono strettamente connessi, come avete ricordato voi, legati al destino e al futuro della compagnia aerea Meridiana, con la messa in mobilità di quasi 1.600 lavoratori.
  Per quanto riguarda l'aspetto del lavoro, è ben noto a tutti che immediatamente il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e il sottoscritto, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, abbiamo chiamato ad un tavolo nazionale, sia Meridiana, sia le parti sindacali. Abbiamo chiesto a Meridiana di sospendere e di ritirare la procedura di mobilità, proprio per verificare nel frattempo che tipo di lavoro comune si può realizzare per diminuire Pag. 46il più possibile l'impatto sociale che è assolutamente drammatico per quanto riguarda i lavoratori della regione Sardegna, ma sappiamo che ha anche ripercussioni in altre regioni, tant’è vero che al tavolo dei Ministeri abbiamo chiamato, sia la regione Sardegna, sia, in questo caso, la regione Lombardia, perché il problema coinvolge anche ex lavoratori di Eurofly.
  Venerdì prossimo vi sarà il primo degli incontri di verifica, che era stato posto a seguito dell'ultima occasione di incontro. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti verificheranno ovviamente lo stato di avanzamento delle trattative, con l'obiettivo che avevamo detto, ovvero quello di verificare un piano industriale di rilancio della compagnia di bandiera e, rispetto a questo piano industriale, come si possa tutelare e ridurre il numero delle persone messe in mobilità attraverso delle azioni comuni mediante le quali anche il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti possano andare a supporto.
  Ricordo che il trasporto aereo, come nel caso di Alitalia, ha strumenti eccezionali previsti per la cassa integrazione e per la mobilità. C’è un fondo ad hoc destinato per la tutela dei lavoratori del trasporto aereo. Stiamo seguendo con molta attenzione questo aspetto proprio per la duplice parte che riguarda l'aspetto del lavoro, ma anche quello della continuità territoriale. Infatti, nel caso di – tra virgolette – «ritiro» della compagnia o di ridimensionamento, ritorna con evidenza questo problema, anche se la competenza della continuità territoriale è affidata alla regione Sardegna, essendo regione tra virgolette, «autonoma».

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Credo che, in particolare per il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti – la ringrazio anche del tempo che mi ha concesso –, sia doveroso un coinvolgimento, vista la strategicità che la continuità territoriale riveste – e lo ha stabilito anche il Piano nazionale degli aeroporti – per il Governo e credo per il Parlamento tutto.

  PRESIDENTE. Siamo noi che la ringraziamo, Ministro.
  L'onorevole Scanu, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.

  GIAN PIERO SCANU. Signor Presidente, signor Ministro, siamo tutti quanti convinti che a lei stia a cuore la Sardegna e che le stia a cuore per 365 giorni l'anno. E siamo anche convinti che le dichiarazioni che ha appena reso siano state rese con la consueta sincerità.
  Però non basta. Non basta attendere che Meridiana abbia la cortesia di portare al tavolo eventuali possibili novità. È necessario che il tavolo, di cui lei opportunamente ha parlato, salga in termini di importanza e di dignità. Noi le chiediamo di aprire un tavolo similmente a quanto opportunamente il Governo ha fatto per ciò che riguarda la compagnia Alitalia.
  Il fatto che la Sardegna abbia competenza primaria in fatto di trasporti non significa che non sia un pezzo dell'Italia. Per cui la impegniamo – e condizioniamo il nostro pieno e totale gradimento all'assunzione di questo impegno – a fare in modo che tutto il Governo, a partire da oggi, impianti stabilmente questo tavolo, rivolgendosi anche ad altri operatori del settore, immagino non italiani, dato il quadro internazionale che abbiamo davanti, perché qui vale la regola del sabato, che lei conosce. L'uomo non è fatto per il sabato, il sabato è fatto per l'uomo. La Sardegna non è fatta per Meridiana, la Sardegna è fatta per poter esprimere un popolo libero di muoversi come tutti gli altri popoli possono fare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  Sospendo la seduta, anche per consentire l'installazione delle cabine di voto per Pag. 47la riunione del Parlamento in seduta comune, e, come già preannunciato, la seduta riprenderà dopo lo svolgimento di tale riunione con il seguito dell'esame delle proposte di legge in materia di evasione e rientro dei capitali.

  La seduta, sospesa alle 12,35, è ripresa alle 17,30.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Boccia, Michele Bordo, Bratti, Caparini, Casero, Di Lello, Di Salvo, Ferranti, Manciulli, Pisicchio, Rampelli, Tabacci e Taglialatela sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centodue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Approvazione in Commissione.

  PRESIDENTE. Comunico che, nella seduta di oggi, mercoledì 15 ottobre 2014, la XIII Commissione permanente (Agricoltura) ha approvato, in sede legislativa, le seguenti proposte di legge: Cirielli e Totaro: «Disposizioni in materia di interventi di ripristino, recupero, manutenzione e salvaguardia degli agrumeti caratteristici del territorio insulare e delle fasce costiere di particolare pregio paesaggistico e a rischio di dissesto idrogeologico» (A.C. 55); Catanoso Genoese: «Disposizioni per il recupero, il ripristino, la manutenzione e la salvaguardia dei limoneti di Acireale» (A.C. 341); Mongiello ed altri: «Disposizioni per il ripristino, il recupero, la manutenzione e la salvaguardia degli agrumeti caratteristici del territorio insulare e delle fasce costiere» (A.C. 440); Oliverio e Iacono: «Disposizioni per la salvaguardia degli agrumeti caratteristici» (A.C. 741); Russo e Faenzi: «Disposizioni per la salvaguardia degli agrumeti caratteristici dei territori soggetti al rischio di dissesto idrogeologico e di particolare pregio paesaggistico, storico e ambientale» (A.C. 761); Caon ed altri: «Disposizioni in materia di interventi di ripristino, recupero, manutenzione e salvaguardia dei limoneti del lago di Garda» (A.C. 1125); Catanoso Genoese: «Misure per il recupero e la salvaguardia dei limoneti caratteristici». (A.C. 1399), in un testo unificato e con il seguente titolo: «Disposizioni per la salvaguardia degli agrumeti caratteristici» (A.C. 55-341-440-741-761-1125-1399).

In morte dell'onorevole Mariella Gramaglia Vianello.

  PRESIDENTE. Comunico, colleghi, che è deceduta una nostra collega, Mariella Gramaglia Vianello, già membro della Camera dei deputati nella X legislatura.
  La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Si riprende la discussione della proposta di legge n. 2247-A.

  PRESIDENTE. Ricordo che, nella parte antimeridiana della seduta, sono stati accantonati gli emendamenti Capezzone 1.157 e 1.315 ed è stato da ultimo respinto l'emendamento Pesco 1.168.
  Avverto che gli emendamenti Sottanelli 3.11 e 3.23 e Paglia 3.22 sono stati ritirati dai presentatori.

(Ripresa esame dell'articolo 1 – A.C. 2247-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Capezzone 1.381.Pag. 48
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Signor Presidente, sarò velocissimo. Questo è un emendamento volto a snellire le procedure, a prevedere procedure facilitate nel caso in cui si tratti di vicende di collaborazione di importo piccolo, di importo basso. Chi conosce queste vicende sa che si possono affrontare casi diversissimi, casi di decine di milioni di euro di grandi operazioni, ma anche casi più piccoli di decine di migliaia di euro, di situazioni, vorrei dire, familiari. Il nostro suggerimento è di prevedere per questa seconda ipotesi delle procedure più veloci. Viene dalla minoranza ma è nella logica di favorire il provvedimento, di estendere e di favorire l'emersione di somme che sono oggi altrove. Mi auguro che Governo e maggioranza ci riflettano.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capezzone 1.381, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Daga, Terzoni, Rizzetto, Matarrelli, Placido, Gregori, Spessotto, Rossomando...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  408   
   Votanti  407   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato   48    
    Hanno votato no  359.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Capezzone 1.384.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il presidente Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Signor Presidente, questo è un emendamento, a me pare, di grande civiltà giuridica. Stiamo parlando della documentazione che viene fornita dal cittadino rispetto alle procedure che poi si concludono positivamente. Quindi, stiamo parlando di un cittadino che è stato prima sleale con l'amministrazione finanziaria, ma poi ha accettato questa proposta di rientro di capitali, ha fornito documenti, la procedura si è conclusa validamente, e quindi vi è stato un comportamento di ritorno alla lealtà.
  Noi vorremmo precisare un principio elementare di civiltà fiscale, cioè che i documenti acquisiti in questa vicenda, conclusa positivamente, non possano più essere usati contro di lui e in modo a lui sfavorevole. Mi sembra un elementare principio di civiltà e, davvero, se vi fosse un voto contrario, sarebbe davvero poco spiegabile.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capezzone 1.384, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rizzetto, Matarrelli, Paris, Sarti, Dadone, Centemero, Altieri, Gelmini, Ravetto, Fava...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  428   
   Votanti  427   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato   57    
    Hanno votato no  370.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 49

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Paglia 1.387, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, questo provvedimento, correttamente, prevede che chi, nell'ambito dell'emersione dei capitali, fornisca informazioni false relativamente all'operazione messa in atto, venga punito con la reclusione da uno a sei anni. Noi condividiamo, ovviamente, questa impostazione, perché nel momento in cui qualcuno decide di approfittare di uno sconto sensibile che lo Stato decide di fargli, ma anche in questa condizione decida di mentire, giustamente viene punito.
  Con questo emendamento, però, si cerca di fare un passo ulteriore, anche nell'ottica di aumentare il gettito e migliorare la moralità complessiva dell'operazione, e si chiede che chi si espone debba dire il vero, ma complessivamente rispetto a tutti i capitali che egli eventualmente detenga, direttamente, o indirettamente, o per interposta persona, all'estero. Traduzione: per una volta la dici tutta; se non la dici tutta e non ti esponi compiutamente, e di conseguenza ti metti fino in fondo in regola con lo Stato italiano, vale, di nuovo, la pena prevista per chi mente, da uno a sei anni, come correttamente previsto. Crediamo che limitarla, solo ed esclusivamente, alla fattispecie, sia eccessivo, perché chi decide di pentirsi, debba pentirsi, una volta, fino in fondo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, intervengo solo per rendere noto che voteremo a favore di questo emendamento, in quanto va a migliorare l'articolo previsto nella proposta di legge, in quanto va a tutelare la completezza delle informazioni che dovranno essere date all'Agenzia delle entrate sui capitali all'estero. Sembra che, invece, la proposta di legge tuteli solo il falso, ma non ciò che riguarda la completezza delle informazioni.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paglia 1.387, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Casellato, Monchiero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  430   
   Votanti  426   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato   96    
    Hanno votato no  330    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Capezzone 1.332, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il presidente Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Signor Presidente, intervengo molto velocemente, perché anche questo a me pare un principio davvero di civiltà giuridica e mi sorprende che stiamo passando sopra delle questioni che mi sembrerebbero elementari in uno Stato di diritto. Ma come si fa a chiedere a dei professionisti di fare i collaboratori di giustizia, i pentiti, i PM di complemento ? Non è questo che possiamo chiedere a dei professionisti. Ai professionisti si chiede di svolgere il loro lavoro, ma chiedere loro di esercitare una specie di preobbligatorietà dell'azione penale, non essendo loro pubblici ministeri, a me sembra francamente molto curioso.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 50
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capezzone 1.332, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ricciatti, Palazzotto, Lattuca.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  432   
   Votanti  431   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato   59    
    Hanno votato no  372.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 1.170.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, intervengo per solo per rendere noto che questa non è una procedura per il rientro dei capitali dall'estero, ma è una procedura condonistica anche per chi ha dei soldi nascosti al fisco in Italia, non all'estero. Quindi, giusto per sfatare i miti che stanno viaggiando per l'etere, per le televisioni, per le radio, è un condono fiscale e penale anche per chi ha dei soldi in Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 1.170, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ravetto, Corda, Lavagno, Impegno.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  441   
   Votanti  418   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato   79    
    Hanno votato no  339.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 1.173, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Costantino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  440   
   Votanti  361   
   Astenuti   79   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato   51    
    Hanno votato no  310.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 1.172, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Valeria Valente, Oliverio, Manfredi, Artini, Terzoni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  439   
   Votanti  437   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no  334.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).Pag. 51
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Capezzone 1.174.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il presidente Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Signora Presidente, anche in questo caso a noi pare una proposta di buonsenso, che ci auguriamo possa essere valutata sia dai colleghi che sono favorevoli al provvedimento – i colleghi della maggioranza – sia da chi, come noi, non è favorevole al provvedimento – perché lo avremmo voluto più liberale e più efficace – ma che possa essere valutata anche da chi è contrario al provvedimento, perché lo ritiene condonizio (io non sono di questa opinione).
  Qual è la nostra richiesta ? Che quello che si incassa da questo provvedimento non vada in più rivoli, in più scopi, ma che tutto sia destinato al Fondo per la riduzione della pressione fiscale. Mi sembra una proposta ragionevole, sia da parte di chi, come il mio gruppo, vuole la riduzione della pressione fiscale, ma anche da parte dei colleghi del MoVimento 5 Stelle o dei colleghi che sono contrari al provvedimento e che, comunque, potrebbero dire che quello che si incassa da questo provvedimento vada a ridurre le tasse ai contribuenti onesti.
  Se io fossi in voi, questa valutazione la farei.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Causi. Ne ha facoltà.

  MARCO CAUSI. Signora Presidente, intervengo per informare le colleghe ed i colleghi che, in realtà, questa destinazione dei proventi al Fondo per la riduzione della pressione fiscale è già prevista dal provvedimento. Il provvedimento però consente anche altri utilizzi ed in particolare utilizzi per spese di investimento pubblico, pagamento di debiti commerciali della pubblica amministrazione e cofinanziamento di parte italiana dei fondi strutturali. Teniamo conto che si tratta di cifre una tantum, non si tratta di introiti permanenti, ovviamente, e quindi avrebbe più senso destinarli ad investimenti lo stesso una tantum, ma il provvedimento già consente anche di utilizzare una parte di queste somme per il Fondo per la riduzione della pressione fiscale.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capezzone 1.174, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giorgis ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  435   
   Votanti  433   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  131    
    Hanno votato no  302    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Paglia 1.310, su cui vi è il parere contrario della Commissione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signora Presidente, volevo spiegare questo emendamento e la logica che lo ha ispirato: noi sappiamo che chi è uso portare capitali all'estero non appartiene normalmente – e direi in nessun caso – alla categoria dei piccoli evasori di necessità o di quelli che adesso si potrebbero chiamare, che qualcuno (anche alcune sentenze) chiama «evasori incolpevoli», ma appartengono invece, evidentemente, a soggettività che portano all'estero grandi cifre e sono essenzialmente quei soggetti che sono responsabili anche in parte della crisi che noi stiamo vivendo, non certo vittime.Pag. 52
  Pertanto quello che noi chiediamo è che il denaro che rientra in Italia attraverso questa operazione, prima di tornare nella piena disponibilità di chi l'avesse esportato, abbia un periodo in cui rimanga vincolato per cinque anni, all'interno di un fondo finalizzato al finanziamento delle piccole e medie imprese, che in periodo di credit crunch non è cosa malvagia.
  Non si tratta di un esproprio: il denaro rimane vincolato lì, esattamente come se qualcuno facesse un investimento con un vincolo di cinque anni, al termine dei quali, ammesso che il fondo sia andato bene, le quote del fondo vengono riconvertite nel denaro e riconsegnate a quello che è il legittimo proprietario.
  Ma almeno per cinque anni avrà dato un contributo a questo Paese, quel contributo che non ha voluto dare in tutti gli anni precedenti, esportando questi capitali all'estero.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paglia 1.310, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nizzi... Tidei... Businarolo... Sbrollini... Tidei...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  433   
   Votanti  431   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato  100    
    Hanno votato no  331.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paglia 1.333, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  434   
   Votanti  432   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  108    
    Hanno votato no  324.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Ricordo che l'emendamento Sottanelli 1.375 è stato ritirato.

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. A che titolo ?

  CARLO SIBILIA. Sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Dal momento che sono già le 18 e che ancora abbiamo davanti votazioni per alcuni emendamenti, a nome del MoVimento 5 Stelle chiediamo la possibilità di effettuare questa sera la seduta notturna, quindi di prolungare il tempo di seduta fino alle ore 24 della giornata odierna in modo tale da poter iniziare a discutere il provvedimento sul conflitto di interessi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) perché crediamo che sia una cosa fondamentale. A tal proposito, a questo fine saremmo anche disposti a ridurre il numero degli ordini del giorno presentati che attualmente ammonta a circa 96. Quindi sono qui ad avanzare questa proposta all'Aula oppure semplicemente a lei, se vuole accoglierla, credo che il conflitto di interessi importi a tutta l'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Mi faccia valutare con i gruppi, mi riservo di valutare e poi le darò una risposta.Pag. 53
  Adesso dovremmo passare alla votazione dell'articolo 1, tuttavia risultano accantonati due emendamenti: Capezzone 1.157 e Capezzone 1.315 a pagina 9 del fascicolo.

  GIOVANNI SANGA, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI SANGA, Relatore per la maggioranza. Signora Presidente, per una riformulazione. In luogo di: un'unica soluzione, proporrei una riformulazione nel modo seguente...

  PRESIDENTE. Di quale emendamento, scusi ? Sono due.

  GIOVANNI SANGA, Relatore per la maggioranza. Dell'emendamento cui lei faceva riferimento Capezzone 1.157, vado in ordine.
  La riformulazione è la seguente: «il versamento può essere eseguito in unica soluzione ovvero essere ripartito, su richiesta dell'autore della violazione, in tre rate mensili di pari importo. Il pagamento della prima rata deve essere effettuato nei termini e con le modalità di cui alla presente lettera. Il mancato pagamento di una delle tre rate comporta il venir meno degli effetti della procedura».
  Presidente, la norma così com’è riformulata non crea problemi sul piano del perfezionamento della procedura di collaborazione volontaria. In effetti, se noi andiamo a leggere l'articolo 5-quinquies, comma 10, recita così, tra l'altro: «Se il contribuente non versa le somme dovute nei termini previsti, la procedura di collaborazione volontaria non si perfeziona e non si producono gli effetti successivi».

  PRESIDENTE. Qual è, invece, il parere sull'emendamento Capezzone 1.315 ?

  GIOVANNI SANGA, Relatore per la maggioranza. Di conseguenza, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Presidente Capezzone, accetta la riformulazione dell'emendamento a sua prima firma 1.157 formulata dal relatore ?

  DANIELE CAPEZZONE. Sì, signor Presidente, ringrazio il relatore e la maggioranza per questo primo segno di disponibilità. Spero non sia un doppio segno di disponibilità, cioè il primo e l'ultimo della giornata, visto che investe una questione che è abbastanza marginale nel provvedimento, nel senso che chi deciderà di aderire alla procedura, realisticamente, lo farà con un unico pagamento; però, offrire un'opportunità in più era quello che noi chiedevamo e, quindi, questo è positivo. La formula del relatore, da questo punto di vista, va bene. Una precisazione: che è positiva nella formula, ma la ribadirei in un ordine del giorno, perché repetita iuvant: così come noi giustamente vogliamo escludere che un cittadino troppo furbo paghi la prima rata, ottenga una schermatura giuridica e, poi, non paghi il resto – e questo è giustamente evitato –, dobbiamo evitare l'inverso e, cioè, che uno paghi la prima rata, ma subisca lo stesso l'aggressione penale in attesa del perfezionamento. La formulazione del relatore è, da questo punto di vista, più soddisfacente: la ribadiremo ulteriormente in un ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'emendamento Capezzone 1.157 e che ritirano l'emendamento Capezzone 1.315.
  Chiedo, dunque, al Viceministro Casero il parere sulla riformulazione.

  LUIGI CASERO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole, concordando con il parere espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, intervengo per dire che io, invece, non Pag. 54apprezzo affatto questo gesto di disponibilità. Ritengo che qui non si possa avere particolare indulgenza, né far credere che siamo in una situazione come quella, per esempio, di altri casi in cui abbiamo applicato giustamente la rateazione: penso ai debiti contratti con Equitalia. Qui siamo nel caso in cui uno ha un capitale di 100, deve dare 20 e quel capitale è nascosto e disponibile e non capisce in base a quale principio si debba accettare anche la rateizzazione. Sono gesti di disponibilità di cui non si sente affatto la necessità.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pisano. Ne ha facoltà.

  GIROLAMO PISANO. Signor Presidente, noi ci associamo alle obiezioni fatte dal deputato Paglia, per cui anche noi voteremo contro questa cosa.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, su questo emendamento abbiamo molti dubbi, perché non siamo dell'opinione che un condono debba anche essere fatto a rate. Mi verrebbe da dire uno slogan: «Evadi facile e rientra facile» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ci sembra un po’ troppo una misura agevolativa il fatto di concedere il pagamento rateale per un condono fiscale, anche se qui sappiamo bene che lo sconto sulle sanzioni non è elevatissimo, però è pur sempre un condono fiscale.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capezzone 1.157, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  437   
   Votanti  426   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  327    
    Hanno votato no   99.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario; la deputata Nardi ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ravetto, Gregori, Letta, Tabacci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  440   
   Votanti  439   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  288    
    Hanno votato no  151.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 2247-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2. Avverto che essendo stato ritirato l'emendamento Schullian 2.129, all'articolo 2 è ora riferito un unico emendamento soppressivo (Vedi l'allegato A – A.C. 2247-A). Porrò dunque in votazione il mantenimento dell'articolo 2.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 2.Pag. 55
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Palese, Terzoni, Sisto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  442   
   Votanti  441   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato  287    
    Hanno votato no  154.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Sugli eventi alluvionali che hanno colpito la Toscana e il Friuli Venezia Giulia.

  PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lei, l'intera Assemblea e i rappresentanti del Governo). Colleghi, prima di passare all'articolo 3, sono costretta, per l'ennesima volta, ad attirare la vostra attenzione sull'ennesima tragedia che coinvolge il nostro Paese
  Colleghi, come è noto a tutti noi, purtroppo, violenti nubifragi hanno colpito anche le regioni della Toscana e del Friuli Venezia Giulia e hanno causato la morte di ben tre persone. In questo doloroso momento desidero rivolgere a nome dell'intera Assemblea un commosso omaggio alle vittime di questa tragedia, nonché l'espressione del più sentito cordoglio ai loro familiari.
  Invito, quindi, l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio).

Si riprende la discussione della proposta di legge n. 2247-A.

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 2247-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2247-A).
  Pregherei il relatore di esprimere il parere sulle proposte emendative riferite all'articolo 3.

  GIOVANNI SANGA, Relatore per la maggioranza. Presidente, per essere più veloce: io avrei soltanto da riformulare gli emendamenti Pagano 3.158, Bindi 3.162 e 3.163, per gli altri vi è parere contrario.

  PRESIDENTE. Però così è un po’ complicato, pare sia più accurato che lei dia anche le riformulazioni rispetto agli emendamenti.

  GIOVANNI SANGA, Relatore per la maggioranza. Allora, per quanto attiene all'emendamento Pagano 3.158, sarebbe così riformulato: «con le seguenti: impiega, sostituisce, trasferisce, in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative, il denaro i beni o le altre utilità». Con questa riformulazione si definisce meglio il campo di rilevanza delle condotte di autoriciclaggio. Facciamo una specificazione ulteriore per evitare anche la doppia punibilità per lo stesso fatto reato.

  PRESIDENTE. Poi c'era un'altra riformulazione, sull'emendamento Bindi 3.162.

  GIOVANNI SANGA, Relatore per la maggioranza. Sull'emendamento Bindi 3.162 proporrei di correggere l'ammontare delle multe, quindi sarebbe così riformulato: «aggiunge le seguenti: e della multa da euro 2.500 a euro 12.500». Ciò perché devono essere correlate all'importo della pena del comma precedente. Infine, la riformulazione dell'emendamento Bindi 3.163: al comma 3, inserire le seguenti parole: “si applicano comunque le pene previste dal comma 1 se il denaro, i beni o le altre utilità provengono da un delitto commesso con le condizioni o le finalità di cui all'articolo 7 del decreto-legge 13 maggio 1991, n. 151, convertito con modificazioni dalla legge 12 luglio 1991, n. 203”.

  PRESIDENTE. Su tutti gli altri vi è parere contrario, giusto ?

Pag. 56

  GIOVANNI SANGA, Relatore per la maggioranza. Sì, contrario.

  PRESIDENTE. Il parere del Governo ?

  LUIGI CASERO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  ANDREA COLLETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. A quale titolo ? Siamo all'emendamento Capezzone 3.27.

  ANDREA COLLETTI. Lo so benissimo. Visto che siamo sui pareri, in realtà volevo intervenire per ritirare alcuni emendamenti a mia firma.

  PRESIDENTE. Mi dica.

  ANDREA COLLETTI. Gli emendamenti 3.152 e il 3.159, che non so se è già stato ritirato in precedenza.

  PRESIDENTE. L'emendamento 3.159 sarebbe precluso.

  ANDREA COLLETTI. Lo ritiro comunque.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo alla votazione dell'emendamento Capezzone 3.27, sul quale i pareri sono contrari.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Signor Presidente, pochissimi minuti per una ragionamento di carattere generale. Colleghe e colleghi, finora ci siamo occupati di una parte del provvedimento che delude i liberali e il nostro gruppo, finora. Nel senso che avremmo voluto un provvedimento che senza essere un condono, senza superare i confini dell'OCSE fosse però più attraente e temiamo che invece quello che abbiamo votato finora non sia sufficientemente attraente.
  Adesso entriamo nella parte che non solo ci delude ma ci preoccupa, è la parte sull'intervento penale. Intendiamoci, colleghe e colleghi, vi prego di ragionare un istante a prescindere dalle appartenenze. Colpire l'autoriciclaggio è una cosa giusta e probabilmente nel nostro Paese andava e va scritta una norma circoscritta e precisa per colpire le ipotesi per la quale qualcuno voglia usare capitali di provenienza brutta, di provenienza mafiosa o da criminalità organizzata e portarli nell'aria legale. Questo va colpito.
  Ma la nostra preoccupazione è che la norma che si sta scrivendo, se non saranno accolti alcuni emendamenti, sia una norma ambigua che insieme a colpire giustamente quella ipotesi rischierà di colpire anche delle ipotesi incerte, rischierà di colpire, e la cosa sarà affidata non all'interpretazione di una persona ma all'interpretazione di migliaia di pubblici ministeri, tutti bravissimi tutti competenti e professionali ma migliaia, con facili discrasie, disarmonie: una cosa sarà decisa a Torino, una a Pescara, una a Milano, una a Firenze e quando tra qualche mese leggeremo sui giornali della prima incriminazione non solo giusta per qualcuno che ha preso criminali di camorra e li utilizza ma anche magari per un caso di autoimpiego, per il caso di qualcuno che abbia evaso l'IVA – e può essere già perseguito per questo – ma usi quei proventi per pagare i dipendenti, per comprare un macchinario e rischia con questa norma di essere buttato anche lui nel circuito penale con un meccanismo di doppia incriminazione... Quando avremo il primo caso di un'impresa che va gambe all'aria per un processo che parte, io penso che tanti di quelli che oggi in questa sala con tanta buona fede voteranno il provvedimento si pentiranno.
  Allora vi chiedo una riflessione in più. Il mio gruppo, e chiudo, ha presentato 5 emendamenti. Il primo emendamento è un emendamento, il più radicale, quello soppressivo. Questa norma non riteniamo giusto metterla qui, del resto quando le proposte di legge furono elaborate non c'era il reato di riciclaggio, è stato inserito Pag. 57successivamente. A nostro avviso sarebbe più opportuno prevederlo in una normazione tutta di giustizia, tutta penale.
  Segnalo peraltro che il Governo ha in mano una delega fiscale dove deve fare anche degli interventi penali e allora varrebbe la pena farli in modo sinottico, tutti insieme, non una cosa il mese prima, una cosa il mese dopo e il terzo mese ti accorgi della discrasia di quello che hai fatto nei due passi precedenti. Quindi il primo emendamento è quello soppressivo per non fare questo intervento qui ma farlo altrove in un provvedimento organico in materia di giustizia o in un provvedimento organico in materia fiscale e penale tributaria.
  Poi ci saranno altri 4 emendamenti «chirurgici» che intervengono su questioni più specifiche. Ma intanto vi chiedo di valutare questo primo emendamento per non avere rimorsi tra qualche mese.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, ho sentito alcune questioni che secondo noi non stanno né in cielo né in terra. Questo emendamento, mirante a sopprimere, in realtà copre il compromesso al ribasso che è stato trovato tra PD, Forza Italia e Nuovo Centrodestra sulla formulazione dell'autoriciclaggio. Sono state dette anche cose inesatte, c’è una differenza tra chi evade l'IVA e chi non paga l'IVA, anche per quanto riguarda le fattispecie penali. In questo caso devo dire al deputato Capezzone che già la giurisprudenza afferma con varie pronunce di merito che chi non paga l'IVA per pagare i propri dipendenti o magari i contributi previdenziali viene assolto dal relativo reato. Quindi già la giurisprudenza, i giudici autonomamente sono arrivati a questo e non c’è stato neanche bisogno di arrivare ad una sentenza perché già il GUP ha previsto questo. Immagino che il collega Capezzone lo sappia già, essendo in Commissione finanze, perché chi evade è molto diverso da chi non paga l'IVA. Chi evade l'IVA, magari portandola in Svizzera, alle Cayman o in altri paradisi fiscali di sicuro non cerca il bene dei propri dipendenti, come si vuole far credere. Non vuole comprare i macchinari se non magari vuole comprare delle ville nell'isola di Antigua, questi forse sono i macchinari che intendeva il deputato Capezzone, ed è per questo che il MoVimento 5 Stelle voterà contro questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Causi. Ne ha facoltà.

  MARCO CAUSI. Signor Presidente, io ritengo che non è una perdita di tempo prendersi qualche minuto, perché in effetti l'articolo 3 di questo provvedimento introduce nella nostra legislazione una rilevante innovazione, un'innovazione attesa da anni. È da anni che tutte le istituzioni internazionali, a partire dal Fondo monetario, dal gruppo di azione finanziaria, dal G20, chiedono all'Italia di chiudere una falla normativa relativa al reato di autoriciclaggio. Noi abbiamo nel nostro codice penale, all'articolo 348-ter, il reato di riciclaggio che però è un reato per cui può essere imputata una terza persona intermediaria diversa da chi ha commesso un reato presupposto e quindi ha formato delle somme tramite un delitto non colposo. L'autoriciclaggio, ovvero come si dice in inglese «self-laundering», è invece diventata negli ultimi anni una delle costanti materie di intervento in tema di regolarizzazione e di controllo della globalizzazione finanziaria, anche in seguito alla crisi del 2008-2009 e, anche se con un bel po’ di ritardo, le istituzioni internazionali, a partire da G20 e OCSE, stanno a poco a poco marciando verso una nuova regolamentazione relativa alla trasparenza e alla tracciabilità dei flussi finanziari che vivono in questo mondo di globalizzazione e di libertà di movimento dei capitali. Questa marcia va avanti in più direzioni: scambi di informazioni fra le amministrazioni nazionali in merito alla disponibilità Pag. 58di conti correnti e conti titoli dei residenti nei vari Paesi, come ad esempio gli accordi Facta che gli Stati Uniti chiedono a tutti gli altri Paesi; ieri a Bruxelles la presidenza italiana ha ottenuto un rilevante successo perché finalmente dopo tre anni verrà sbloccata la direttiva europea sullo scambio di informazioni bancarie e finanziarie fra le amministrazioni fiscali dei 27 Paesi dell'Unione, direttiva bloccata da tre anni dal veto di Lussemburgo e di Austria, ma grazie allo sforzo della presidenza italiana siamo riusciti a superare il veto di Lussemburgo e Austria e quindi dall'anno prossimo sarà in opera lo standard globale europeo di trasmissione dei dati finanziari fra le diverse amministrazioni fiscali.
  Dentro questo movimento, che è un movimento per la tracciabilità e la trasparenza, interviene la questione del colpire i soggetti che cercano di occultare, ovvero di nascondere i proventi, le somme e le disponibilità finanziarie che derivano da delitti non colposi e, quindi, appunto l'autoriciclaggio.
  Io voglio dire che ritengo questa innovazione molto importante non solo in sé per sé – e naturalmente dopo di me potrà parlarne con più competenza chi ha lavorato su questo testo in Commissione giustizia – ma ritengo molto importante anche il modo in cui si è arrivati a questa innovazione, con una piena, leale e fattiva collaborazione tra Commissione finanze e Commissione giustizia di questa Camera.
  Presidente, uno dei motivi per cui nella nostra Italia facciamo fatica a mandare avanti le riforme è anche che ciascuno di noi si chiude nel suo mondo: gli economisti nel mondo degli economisti, chi sta al MEF nel mondo del MEF, chi sta alla giustizia nel mondo della giustizia e, molto spesso, questi mondi hanno difficoltà a parlare tra di loro.
  Ebbene, voglio ricordarlo, grazie a un'intuizione di Enrico Letta, allora Presidente del Consiglio, Enrico Letta, nel varare il decreto da cui questo provvedimento ha avuto origine, ha anche varato un gruppo di lavoro in cui giuristi ed economisti hanno iniziato a parlare insieme. È questo che abbiamo fatto in questa Camera: in Commissione finanze abbiano approvato una prima norma sull'autoriciclaggio, la Commissione giustizia della Camera ha reso un parere motivato, in seguito anche ad una serie di audizioni, quindi in un modo molto trasparente con piena pubblicità e poi il Governo ha fatto la sua proposta, tenendo conto del lavoro che era stato fatto in Commissione giustizia.
  Quindi, non è soltanto una questione di merito, di cui certamente avremo avuto modo di parlare nei prossimi minuti, ma anche voglio rappresentare a lei e a tutti voi un modo di lavorare tra i diversi settori che è un modo che auspico possa sempre più diffondersi perché è così che si fanno le riforme in questo Paese.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, noi voteremo contro questo emendamento che va contro il reato di autoriciclaggio, perché il MoVimento 5 Stelle vuole che venga istituito il reato di autoriciclaggio, però vuole che venga fatto bene. In realtà, lo stiamo scrivendo malissimo, malissimo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ci sono almeno due elementi che renderanno questo reato inapplicabile nei tribunali. Mi riferisco alla parola «concretamente» che dopo descriveremo meglio e mi riferisco anche al godimento personale, ovvero al fatto che venga escluso che una persona potrà godere di questi beni. Se una persona autoricicla il denaro, lo fa logicamente per trarne un vantaggio personale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, noi voteremo molto convintamente contro questo emendamento perché dal nostro punto di vista l'introduzione del reato di autoriciclaggio, pur con alcuni limiti che poi dirò, che poi verranno fuori nel corso Pag. 59del dibattito sugli emendamenti e anche successivo, è l'unico elemento che in qualche modo rende questo provvedimento migliore di quello che sarebbe senza. L'abbiamo detto dall'inizio.
  Peraltro, senza l'introduzione del reato di autoriciclaggio tutto il provvedimento rischia di decadere nella più totale assenza di qualsiasi risultato. È decisivo, è – come hanno scritto i giornali in questi giorni – il bastone che si accompagna alla carota. Dal nostro punto di vista, è un bastone molto limitato perché ha dei limiti veri che sono quelli delle pene. Sostanzialmente si introduce un reato che non credo sia mal scritto nella forma – su questo non concordo con i colleghi del MoVimento 5 Stelle, anche se ha dei limiti formali – ma il vero tema è che è quasi del tutto simbolico dal punto di vista dell'effettività della pena per chi eventualmente dovesse essere giudicato colpevole del reato.
  Tuttavia, riconosco che un passo in avanti c’è: finalmente questo reato sarà inserito nell'ordinamento italiano; la Commissione finanze, dal mio punto di vista, in prima battuta aveva prodotto un risultato più efficace – parlo di quando, a luglio, con un emendamento approvato da molti gruppi, tra cui il nostro, in quella Commissione era stata introdotta una prima formulazione – e sappiamo tutti come è andato il dibattito – è stato spiegato – attorno a questa vicenda ed è importante comunque che rimanga.
  Capisco che c’è chi pensa che sia opportuno potere continuare, diciamo, a nascondere, occultare, utilizzare, i beni provenienti da illeciti, da evasione o altro, perché qui non parliamo peraltro solo di evasione, nel caso dell'autoriciclaggio, ma per noi non è così. Per noi è giusto, lecito, che lo Stato si difenda contro chi pretende anche di occultare, alla vista dei cittadini onesti, quelli che sono proventi derivanti da attività delittuose.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Presidente, in linea di principio anche noi abbiamo condiviso, fin dall'inizio, quello che diceva poco fa il presidente Capezzone, cioè che sarebbe meglio avere le norme penali al di fuori di norme come queste, di provvedimenti come questo. Il problema è che sappiamo tutti perché questa norma è in questo provvedimento. È qui perché in Commissione giustizia al Senato non si è riusciti a discutere di reati penali finanziari per qualche mese, e questo non è sicuramente attribuibile alla maggioranza.
  Quindi, noi siamo sicuramente scontenti del fatto che si abbia una norma penale in questo provvedimento, ma Forza Italia sa perfettamente perché si è arrivati a questo. Quindi, direi che presentare un emendamento soppressivo adesso, in questo momento, è un'indicazione di volere rinviare nuovamente il tema e io non credo che sia questo il giusto approccio.
  Anche sul contenuto noi abbiamo espresso delle riserve. Su questo vorrei dire anche all'onorevole Causi, che è intervenuto prima, che c’è stata condivisione, diciamo, ma che su alcuni aspetti tecnici non c’è stata una condivisione totale da parte di tutti, sicuramente. Ci sono degli aspetti, a nostro modo di vedere, che vanno ancora chiariti. Non quelli che sono stati sollevati, perché la condotta che prevede che venga punito chi ostacola l'identificazione delle somme esclude che l'imprenditore che non ha pagato l'IVA e che utilizzi normalmente i proventi della sua «evasione» possa essere chiamato a rispondere anche di autoriciclaggio, e ciò avviene giustamente, perché non c’è un altro reato, in quel caso, che è il reato contro, diciamo, la possibilità per lo Stato di identificare le somme.
  Ci sono degli aspetti da chiarire. Noi ne abbiamo indicati alcuni in degli emendamenti. Abbiamo ora ritirato questi emendamenti perché l'indisponibilità vista da parte del Governo e della maggioranza in questo momento a discuterli ci spinge a continuare il nostro confronto e a riproporli al Senato; ma siamo convinti che questa norma oggi vada votata e che il contenuto non si possa limitare, come è stato proposto negli emendamenti successivi, Pag. 60che sono a firma dell'onorevole Capezzone, con criteri tipo la lesione della concorrenza o cose di questo tipo, che non sono gli obiettivi della norma. L'obiettivo della norma è punire chi commette un grave reato e nasconde i soldi che ha ricavato da quel reato con degli strumenti che impediscono di identificarli. È così che vengono punite ovunque questo tipo di condotte, non se alterano la concorrenza.
  Per cui, in conclusione, noi voteremo contro questo emendamento, così come contro gli altri, ma continueremo a insistere, sia nel Governo sia con la maggioranza, perché al Senato vengano apportate delle modifiche in linea con quelle che noi avevamo proposto (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ruocco. Ne ha facoltà.

  CARLA RUOCCO. Presidente, intervengo giusto per fare un breve excursus della trattazione del reato in Commissione finanze. Inizialmente il testo della Commissione, quello che era uscito dalla Commissione, era molto più chiaro. Eravamo addivenuti ad un accordo e questo tipo di reato si configurava in maniera molto chiara.
  Dopodiché, da quel momento in questo Paese si è avuta la percezione che, appunto, potesse essere regolamentato in maniera chiara il comportamento di chi riciclava i soldi provenienti, ricordiamo, da attività delittuose. Qui non si tratta della persona che ha dimenticato distrattamente di pagare l'IVA. Qui si tratta di persone che, comunque, si sono macchiate di reati di notevole entità: ricordiamo i proventi derivanti da attività mafiose e anche quando si tratta di reati fiscali sono comunque reati di frode.
  Per cui, questo testo, una volta che era uscito chiaro dalla Commissione finanze, è sparito per due, tre mesi, perché è stato sottoposto al vaglio...

  PRESIDENTE. Concluda, deputata Ruocco, il suo tempo è scaduto.

  CARLA RUOCCO. ... della maggioranza e dei patti che vigono all'interno della maggioranza, che tendono a tutelare sicuramente non il povero cristo, che ha difficoltà a pagare...

  PRESIDENTE. La ringrazio, deputata Ruocco. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pagano. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO PAGANO. Signor Presidente, ovviamente accetto la riformulazione che arriva dalla Commissione e dal Governo, però io, ascoltando il dibattito, modifico un po’ il percorso che avevo nella mia mente e il convincimento iniziale. Non lo nascondo affatto. Spiego: mi sembrava che l'intento sin dall'inizio fosse evidente e chiaro. In molti eravamo d'accordo sul fatto che bisognasse favorire le condizioni affinché i capitali potessero rientrare senza però che fossero macchiati da provenienze negative o addirittura da reati. Oggi però, sentendo questo dibattito, mi rendo conto che c’è una confusione non indifferente. Presidente mi sto preoccupando perché mi dico: ma se già oggi chi ha scritto la norma, cioè questa Camera dei deputati, comincia a non essere più tanto sicura dei propri intendimenti, è probabile che con questo testo che sta per uscire, quando si arriverà a qualche pronunciamento giurisprudenziale o a indagini di qualche procura esso potrebbe essere interpretato in maniera frammentata e soggettiva. In assenza di norme chiare, i rischi di questo genere sono molto elevati. L'esperienza ce lo dice. Per cui, forse un momento di riflessione, considerato che voteremo la legge di stabilità da qui a breve, va fatto e va realizzato. Lascio questa riflessione a memoria; la lascio anche a vantaggio della discussione che si farà in Senato da qui a breve. Il dato finale che emerge è che sicuramente questo emendamento riscritto e riformulato dal Governo viene accettato dal sottoscritto, ma rimangono dentro il mio cuore delle forti perplessità sull'impalcatura complessiva della legge.

Pag. 61

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Alberti. Ne ha facoltà.

  FERDINANDO ALBERTI. Signor Presidente, voteremo, come già detto, contro l'emendamento soppressivo di questo articolo proposto dal presidente Capezzone. Vogliamo ribadirlo: probabilmente all'interno di questa proposta di legge l'articolo riguardante l'autoriciclaggio è forse l'unica cosa positiva che è stata scritta all'interno di questa proposta di legge. Non è stata scritta direttamente da noi, dal MoVimento 5 Stelle, ma ne condividiamo comunque il fine, che è quello appunto di introdurre questo reato che il Paese sta chiedendo da almeno quindici anni, da quando ha firmato la Convenzione di Strasburgo nel 1999 e che poi non ha mai tradotto in legge.
  Come già detto, l'articolo presenta alcuni punti critici e problematici e ambigui. L'abbiamo ricordato: l'avverbio concretamente, ma anche il famoso comma 3, che riguarda l'autoimpiego.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, ci sono alcuni emendamenti che vengono presentati per segnalare il disagio che si ha nei confronti della strutturazione di certe norme che per metodo appaiono non ragionevoli e soprattutto non in linea con quel principio di ragionevolezza che la Corte costituzionale ha più volte segnalato.
  In questo caso io segnalo preliminarmente che una norma di questo genere, introdotta in un decreto-legge, senza passare tra l'altro dalla Commissione giustizia – e questo è un dato che a me sembra strabiliante, che una norma di questa portata non sia stata sottoposta all'esame di chi per sua natura se ne deve occupare – giunge in quest'Aula con delle formulazioni ondivaghe. Basti pensare a quel «fuori dei casi di cui ai commi precedenti» che lascia intuire, come qualcuno ha già scritto, una sorta di quasi reato.
  Cioè che significa «fuori dai casi di cui ai commi precedenti» – quelli di autoriciclaggio – se il bene afferisce al godimento personale ? Io credo che quando il presidente Capezzone ha formulato questo emendamento volesse segnalarne le patologie. Una norma di questo genere nel nostro sistema penale, preordinata a sollecitare il rientro dei capitali, è un mostro. Non si può dire...

  PRESIDENTE. Concluda.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Ho finito Presidente. Non si può dire: io stilo, descrivo una norma penale perché vi sia più facilmente il rientro dei capitali. Questo modo di scrivere norme è inammissibile.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Barbanti. Ne ha facoltà.

  SEBASTIANO BARBANTI. Signor Presidente, per rafforzare le parole del mio collega sulla parziale soddisfazione per questo articolo: sull'autoriciclaggio siamo andati così avanti addirittura da tornare indietro, indietro fino a riesumare un istituto del diritto romano, gli ormai dimenticati «quasi delitti», che tutte le tradizioni giuridiche moderne avevano deliberatamente scelto di non considerare, data l'indeterminatezza che li contraddistingueva e la somma ingiustizia che derivava dal sanzionare un reato non individuato.
  Insomma, appare evidente che la formulazione necessita di importanti correzioni, di interventi che devono essere rispettosi del diritto sacrosanto dei contribuenti, dei cittadini contribuenti, di conoscere esattamente se e a quali condizioni sia loro imputabile un reato, e quindi irrogabile una pena detentiva. Speriamo che questa Aula, se non in questa sessione, anzi, speriamo in questa sessione, riesca a porre rimedio a questa imperfezione e a quelle che vedremo più in seguito.

Pag. 62

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, il voto contrario rispetto a questo emendamento è scontato, perché è scontato che noi vogliamo che il reato di autoriciclaggio entri a far parte del nostro ordinamento. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che la corruzione ha messo in ginocchio questo Paese e che la corruzione è la zavorra dell'economia di questo Paese.
  Per cui, la risposta che questo Paese e la politica dovrebbero dare alla corruzione dovrebbe essere una risposta netta e chiara, e questo articolo non è una risposta netta e chiara. Oggi o sei contro i ladri o sei a favore dei ladri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Se vuoi stare in silenzio o se vuoi fare la «pappetta» per poter fare la slide o lo spot, sei complice (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Chiarelli. Ne ha facoltà.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Signor Presidente, abbiamo discusso abbastanza di questo articolo 3. Ritengo che, così come emerso anche dal dibattito, si tratti di una norma così importante che la relativa competenza doveva essere della Commissione giustizia. Noi abbiamo espresso solo un parere nel marzo 2014, per poi rimandare tutto alla Commissione finanze.
  Ritengo di fare una proposta che sia di buonsenso, considerata anche l'importanza di questa norma e gli effetti che ne derivano in caso di approvazione: propongo di stralciare questo articolo, di mandarlo in Commissione giustizia, perché ritengo che competente a poter decidere e discutere dell'autoriciclaggio sia solo ed esclusivamente la Commissione giustizia. Con un parere dato a marzo e una successiva elaborazione fatta in oltre dieci mesi, credo che oggi arrivi in Aula un testo che nulla ha a che vedere con la norma penale che si era prefissata.

  PRESIDENTE. Grazie.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Per cui, chiedo veramente che questo articolo venga stralciato e venga rimandato in Commissione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Tancredi. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Signor Presidente, devo dire, purtroppo, che più sento i sostenitori di questo articolo 3 e più mi iscrivo alla categoria dei dubbiosi, come il mio collega Pagano, nel senso che tendo a dare ragione a quello che ha detto l'amico Capezzone.
  L'obiezione che gli fa il collega Colletti è un'obiezione che si fonda su un'ipotesi giusta: la giurisprudenza, grazie a Dio, negli ultimi anni tende ad assolvere quegli imprenditori che, avendo denunciato regolarmente, non pagano perché non possono pagare, perché preferiscono pagare stipendi e attività aziendali.
  Ma il fatto che li assolvano non impedisce che vi siano procure che li indagano, sequestrano per equivalente, distruggono aziende, distruggono vite, distruggono famiglie, che poi vengono consolate dall'assoluzione dopo qualche anno. Credo che questo, cioè la garanzia di un'assoluzione finale, non sia sufficiente.

  PRESIDENTE. Deputato, concluda.

  PAOLO TANCREDI. Quindi, penso, Presidente, che questa sia l'ennesima norma contro chi in Italia intraprende, fa impresa e crea lavoro.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capezzone 3.27.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Giorgio Piccolo, Lavagno, Casellato, Ottobre...Pag. 63
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  423   
   Votanti  418   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato   58    
    Hanno votato no  360    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Colleghi, io, a questo punto, sospenderei la nostra seduta per una quindicina di minuti, per fare una breve Conferenza dei presidenti di gruppo, qui al piano Aula, per dare seguito alla richiesta del MoVimento 5 Stelle.
  Sospendo la seduta.

  La seduta, sospesa alle 18,50, è ripresa alle 19,25.

  PRESIDENTE. Colleghi, come stabilito i nostri lavori continueranno fino alle 20,15.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 3 – A.C. 2247-A)

  PRESIDENTE. Adesso riprendiamo il seguito della discussione. Passiamo alla votazione dell'emendamento Colletti 3.150, su cui vi è il parere contrario della Commissione.
  Colleghi, siamo all'emendamento Colletti 3.150.

  FILIPPO BUSIN. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN. Signora Presidente, ha saltato il mio emendamento, mi sembra.

  PRESIDENTE. Come ? Ho saltato il suo ? No: io ero all'emendamento Capezzone 3.27 e a seguire ho l'emendamento Colletti 3.150. Qual è il suo ?

  FILIPPO BUSIN. No, evidentemente è stato ritirato, mi scusi.

  PRESIDENTE. D'accordo, va bene.
  Se i colleghi si affrettano a prendere posto, per favore, vorremmo chiudere in tempo utile per dare anche la possibilità a chi andrà in Commissione ambiente, alle 20,30, di rifocillarsi.

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signora Presidente, volevo solo riferire – pensavo lo facesse lei alla ripresa della seduta, evidentemente ho sbagliato io a pensare così forse – all'Aula l'esito della Conferenza dei presidenti di gruppo sulla nostra proposta di...

  PRESIDENTE. Ma io ho già detto che continuiamo con i voti e alle 20,15 sospendiamo la seduta, non c’è molto altro da aggiungere.

  CARLO SIBILIA. No, veramente volevo aggiungere che il metodo...

  PRESIDENTE. La prego, abbiamo già deciso in Conferenza dei presidenti di gruppo...

  CARLO SIBILIA. La proposta del MoVimento 5 Stelle è stata bocciata...

  PRESIDENTE. Deputato Sibilia ! Deputato Sibilia !

  CARLO SIBILIA. ... quella di discutere il conflitto di interessi...

  PRESIDENTE. Deputato Sibilia, abbiamo già discusso ampiamente in Conferenza dei presidenti di gruppo...

Pag. 64

  CARLO SIBILIA. ... cioè noi abbiamo chiesto di discutere il conflitto di interessi e la nostra proposta è stata bocciata dagli altri gruppi... (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Non c’è bisogno di aggiungere, la ringrazio, la ringrazio.

  CARLO SIBILIA. ... volevo soltanto metterlo a verbale, grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 3.150, su cui vi è il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paolo Russo, Dall'Osso, Covello, Ragosta, Di Benedetto, Minardo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  403   
   Votanti  401   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato   90    
    Hanno votato no  311.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato di non essere riuscita a esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Colletti 3.151.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, con questi emendamenti il collega Colletti intende fare in modo che le multe siano più care per chi commette questo reato, perché le multe attualmente indicate sembrano veramente basse. Se pensiamo a persone che magari autoriciclano somme e importi pari a svariati milioni, 15-25 mila euro sono cifre veramente basse. Per questo sarebbe meglio una multa proporzionale all'entità del danno.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 3.151, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mura... Benamati... Cani... Covello... Gigli... Oliverio... Altieri... Sisto... Bianchi... Morani... Matteo Bragantini... Vaccaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  410   
   Votanti  408   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato   90    
    Hanno votato no  318.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Capezzone 3.2.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il presidente Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Signor Presidente, intanto mi permetta di cogliere l'occasione per ringraziare il collega Tancredi per il suo intervento di prima che ha colto un punto di fondo: se in base alle diverse interpretazioni che possono essere date e che i pubblici ministeri possono dare si apre una vicenda penale, questa è comunque devastante per un'impresa. Poi poco importa che magari dopo due, tre, quattro anni si possa giungere ad un esito positivo, intanto una volta che tu hai trascinato un'azienda nel circuito penale ognuno immagina quello che può accadere. Allora sulla base di questo ragionamento noi abbiamo presentato dapprima l'emendamento soppressivo che avete respinto. Pag. 65Adesso abbiamo presentato quattro emendamenti più limitati e chirurgici. Questo è il primo di questi quattro. Mi rivolgo in modo speciale ai colleghi di NCD, perché tutti gli emendamenti a mia firma presentati finora sono stati scritti da me. Questo, invece, è un emendamento che ho preso pari pari da un vostro collega senatore, del vostro gruppo politico, quando il Senato ha discusso di questo tema in Commissione giustizia. È una prima ipotesi: circoscrivere l'intervento al caso in cui vi sia un turbamento del mercato, un'alterazione della concorrenza. È una prima ipotesi, un primo tentativo di non sparare nel mucchio ma di circoscrivere in modo più chirurgico la previsione penale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ruocco. Ne ha facoltà.

  CARLA RUOCCO. Vorrei soltanto far notare che a forza di non sparare nel mucchio nei confronti dei delinquenti, in Italia sta finendo che praticamente le imprese sane continuano a pagare una pressione fiscale insostenibile perché noi stiamo qui a preoccuparci di come qualcuno che ha commesso alcuni reati possa liberamente spendere il proprio denaro senza essere disturbato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, sì, a titolo personale per rimarcare il fatto che effettivamente siamo proprio diversi. In questo Parlamento veramente c’è chi tutela le persone oneste, le persone che non riescono ad arrivare alla fine del mese e, invece, c’è chi tutela chi ha grossi interessi, magari all'estero e vorrebbe magari tenerli all'estero, magari nei paradisi fiscali. Presidente, siamo veramente diversi in questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il presidente Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, io penso che nessuno voglia tutelare chi approfitta di alcuni reati per arricchirsi in modo non consentito, ma qui io penso al semplice imprenditore: cioè, se un imprenditore non paga l'IVA – e il collega Colletti sa che non siamo in un paese di common law, ma in un Paese di diritto positivo, cioè non ci fondiamo sulla giurisprudenza, ma sulle regole – e compra un macchinario, va incontro alla sanzione di questo reato.
  Io chiedo, con molto garbo e con molto rispetto, come si possa immaginare in questo contesto di non dare a questa norma una necessaria offensività, perché quella condotta possa essere effettivamente capace di incidere sulla libera concorrenza e sulla trasparenza. Qui corriamo un rischio: mentre vogliamo aiutare le nostre imprese a ricrescere e a ripartire, con queste norme, noi le penalizziamo pesantissimamente, perché non pagare l'IVA, salvo, poi, dimostrare che l'hai non pagata e non evasa – ma come sa il collega Colletti questo è un fatto di merito –, li espone a delle conseguenze pesantissime, che non sono la sentenza penale, ma il processo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pisano. Ne ha facoltà.

  GIROLAMO PISANO. Signor Presidente, io devo contraddire quanto appena detto il collega, perché non è affatto vero: dell'attuale formulazione non risponderebbe certo il ladro che utilizzasse denaro rubato per acquistare un'auto, né il professionista o l'impresa che utilizzasse il nero fiscale per acquistare merci o pagare i dipendenti, neppure, probabilmente, l'evasore fiscale che si affidasse, chiavi in mano, a un sistema di scatole vuote. Quindi, in questo caso, non è affatto vero che le imprese corrono dei rischi. Quindi, tutti i dubbi e le perplessità anche riguardo Pag. 66al firmatario dell'emendamento, secondo noi, sono assolutamente infondate.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, è subdolo, cinico e di cattivo gusto prendere sempre ad esempio l'imprenditore onesto che investe in un macchinario. Allora, prendiamo in Italia l'esempio del politico ladro e così avremo finalmente la fattispecie di cui ci stiamo occupando: primo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Secondo: l'onorevole Capezzone ha formulato in questo modo l'emendamento: «(...) se dal fatto deriva nocumento alla libera concorrenza, alla trasparenza e all'andamento dei mercati». Ma quale accertamento dovrebbe fare il giudice in merito a questo emendamento ? Chi ha formulato questa norma o ha studiato il diritto al «mulino bianco», oppure nella villa di Berlusconi. Non lo so. Forse, è l'unica cosa che si può spiegare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capezzone 3.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rabino, Carra, Monchiero, Spessotto, Zardini, Valiante.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  422   
   Votanti  416   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato   57    
    Hanno votato no  359.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Colletti 3.153, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, con questo emendamento noi alziamo le pene da due a otto anni a quattro fino a un massimo di dodici anni. Presidente, non si capisce, francamente, perché nel riciclaggio ci siano queste pene, mentre nell'autoriciclaggio non ci siano così alte.
  Allora, visto che a prescindere dal reato presupposto, il bene giuridico tutelato e il bene giuridico offeso, in questo caso, sono gli stessi, salvo appunto che il fai da te, per quanto riguarda l'autoriciclaggio, non meriti una pena più bassa, non si capisce perché le pene siano diverse, visto che il bene giuridico tutelato è lo stesso, perché, quindi, una pena diversa ? Allora, forse si capisce molto bene questo, nel fatto che gli autori di questa norma siano Renzi e company, e per company intendo Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Visto che questa norma è fatta da Renzi e Berlusconi allora si capisce molto bene perché le pene sono minori e viene fatto uno sconto; questo è inaccettabile. Votiamo una norma completa, una norma che possa garantire una fattispecie chiara, limpida, trasparente e soprattutto efficace. Se questa fattispecie non sarà efficace, come non lo è al momento il riciclaggio, noi avremo fallito e allora solo gli spot, forse, potranno salvare Renzi, ma neanche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Barbanti. Ne ha facoltà.

  SEBASTIANO BARBANTI. Signora Presidente, questo emendamento tende a sottolineare la differenza tra chi vuole che, davvero, questa norma «irretisca» le persone a non commettere il reato e chi, invece, vuole depotenziare o rendere superflua Pag. 67questa norma e in alcuni casi anche inapplicabile. È la differenza tra chi vuole che determinati capitali possano rimanere in circolazione, anche turbando quella che è mettiamo anche la concorrenza nel mercato, la trasparenza, l'onestà dei piccoli imprenditori che pagano tutto e che investono il proprio capitale, e chi, invece, vuole che questa concorrenza venga stravolta da chi può riciclare in nero e trarne i vantaggi anche fiscali. È la differenza tra chi sostiene l'onesto imprenditore e chi, invece, non vuole attaccare quella che è la nuova mafia, quello che è il nuovo problema, la criminalità dei colletti bianchi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signora Presidente, avere inserito un reato con un minimo di pena pari a due anni è praticamente come non averlo inserito. Sappiamo tutti benissimo che se uno verrà accusato e condannato con il minimo della pena praticamente in galera non ci va e non ci va come non ci vanno molti dei condannati per reati fiscali. Praticamente nessuno riuscirà mai ad andare in galera, di questo noi diamo testimonianza a tutta quest'Aula e dobbiamo fare, tutti, in modo che questo non accada. Le leggi devono essere scritte bene, devono essere severe se no non servono a nulla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signora Presidente, noi ci asterremo su questo emendamento e voteremo a favore di quello successivo, nostro, che si differenzia, peraltro, solo per la pena massima che noi prevediamo pari a dieci anni e non a dodici. Sulla pena massima si può valutare, noi riteniamo che dieci anni siano sufficienti come pena massima rispetto al reato; in realtà poi il tema non è la pena massima, questo lo sappiamo, il tema vero è la pena minima, almeno dal nostro punto di vista. Quattro anni consentono di fare alcune cose che una pena che abbia un altro tipo di pena minima non consente, fra queste c’è il rischio effettivo della carcerazione che con una pena inferiore noi non vediamo. Per questo tipo di reati noi riteniamo che il rischio effettivo della carcerazione sia un deterrente reale che è bene mantenere.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 3.153, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Massa, Tino Iannuzzi, Labriola, Minardo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  407   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato   87    
    Hanno votato no  320.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paglia 3.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gadda, Massa.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  421   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato sì  101    
    Hanno votato no  320.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 68

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Bindi 3.154, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo.

  GIOVANNI SANGA, Relatore per la maggioranza. Presidente, è stato ritirato.

  PRESIDENTE. Sta bene. Non mi risultava.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Presidente ! Presidente !

  PRESIDENTE. L'emendamento è stato ritirato ! Stiamo passando all'emendamento Colletti 3.155.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Chiedo di parlare !

  PRESIDENTE. Su cosa ? Scusate.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Vogliamo sottoscriverlo.

  PRESIDENTE. Vuole sottoscriverlo ? D'accordo, non la sento da qui. Comunque, essendo ritirato, la sottoscrizione non si può fare.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Presidente, glielo abbiamo chiesto prima. Le chiedo cortesemente di guardarci prima di andare all'emendamento successivo, semplicemente questo.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, volevo chiedere un chiarimento, perché mi sembra che sia già successo in altre occasioni che un emendamento ritirato possa essere sottoscritto. Tra l'altro, è previsto dal Regolamento interno. Pertanto, se i colleghi lo sottoscrivono, una volta ritirato, deve essere messo in votazione.

  PRESIDENTE. Sì, se lo fate proprio.

  DAVIDE CRIPPA. Il mio collega Villarosa ha fatto quella segnalazione che voleva dire quello.

  PRESIDENTE. Non si era capito perché era stato già ritirato. Magari per voi sembra ovvio ma non per tutti, perché non sapevamo che lo volevate fare proprio.

  DAVIDE CRIPPA. Perfetto, basta che rimaniamo nel rispetto del Regolamento.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, semplicemente, questo emendamento a noi risultava ritirato prima dell'inizio della seduta. Se poi non è stato così, ne prendiamo atto, ma a noi risulta ritirato prima dell'inizio della seduta.

  PRESIDENTE. Allora, l'emendamento 3.170 è stato ritirato prima, questo risulta che sia stato ritirato ora. Così ci risulta. Siccome l'emendamento è stato fatto proprio dal gruppo MoVimento 5 Stelle, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bindi 3.154, fatto proprio dal MoVimento 5 Stelle, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione – Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  Dopo la votazione ! Siamo già in votazione ! Hanno votato tutti ? D'Arienzo, Ermini, Casati, Marzana, Currò.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  426   
   Votanti  423   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  102    
    Hanno votato no  321.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 69

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, un richiamo al Regolamento ai sensi dell'articolo 8 perché, mi scusi, al momento in cui viene sottoscritto da uno dei colleghi del MoVimento 5 stelle, se ha l'attenzione di guardare almeno chi ha sottoscritto l'emendamento, visto che si stava sbracciando per potere intervenire, mi pare anche scontato che nel momento in cui venga fatto proprio da un gruppo parlamentare questo gruppo necessiti almeno di articolare e di spiegare le motivazioni per cui ha fatto questo gesto in Aula. Se però non ci dà neanche questa possibilità credo che sia un po’ un problema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare per richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, giusto per facilitare anche il lavoro della Presidenza. È un richiamo all'articolo 86, comma 8 ai sensi del quale chi ritira un emendamento ha diritto di esporne la ragione per un tempo non eccedente i cinque minuti – cosa che purtroppo non è stata possibile fare – un emendamento ritirato dal proponente può essere fatto proprio soltanto da 20 deputati o da un presidente di gruppo. Alessio Villarosa è il nostro presidente di gruppo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Comunque lo espone chi lo ritira l'emendamento.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. A che titolo deputato ? Se è su questo tema abbiamo già ampiamente detto. Prego.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, io le chiedo di avere un attimo di cortesia, per un semplice motivo. Lei si è permessa di dire: «lo spiega dopo». Cioè io devo spiegare perché ho sottoscritto questo emendamento all'Aula e lei con una facilità tale mi viene a dire «lo spiega dopo che lo votiamo» ? (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma lei si rende conto di quello ha fatto ?

  PRESIDENTE. Villarosa, eravamo già in fase di votazione. Per favore.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Io ho chiesto la parola...

  PRESIDENTE. Lasciamo stare. Siamo all'emendamento Colletti 3.155...

  ALFONSO BONAFEDE. Chiedo di parlare per richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Siamo nella fase della dichiarazione di voto. Se è pertinente all'emendamento che andiamo a discutere sì, altrimenti no. A che titolo vuole parlare ? (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Spieghi il motivo.

  ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, semplicemente per chiarezza. Se lei non mi accende il microfono...

  PRESIDENTE. Non sono io ad accendere il microfono, abbia pazienza.

  ALFONSO BONAFEDE. Se la Presidenza e gli organi addetti non accendono il microfono, l'unico modo che ho io per farle arrivare il messaggio che sto intervenendo sul Regolamento è mostrare il Regolamento. Ora io sono stato per due minuti così...

  PRESIDENTE. Mi dice a che titolo vuole intervenire ?

  ALFONSO BONAFEDE. Sul Regolamento.

  PRESIDENTE. Dica a che titolo. Se è pertinente o no.

Pag. 70

  ALFONSO BONAFEDE. È pertinente, articoli 7 e 8. Signor Presidente, capiamoci: noi abbiamo posto un problema a seguito del quale se lei ritiene, come noi riteniamo, che sia stato leso il diritto di parola che viene riconosciuto dal Regolamento al collega Villarosa, lei deve revocare o annullare la votazione e far ripetere la votazione a seguito dell'intervento (Commenti dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Partito Democratico). Aggiungo anche Presidente che nella norma c’è sempre un minimo di razionalità. Il principio secondo cui lei ritiene che la collega Bindi, dopo aver ritirato l'emendamento, dovrebbe alzarsi per esporlo all'Aula è allucinante, Presidente lei sta portando questa Aula al delirio della logica e non è possibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare per richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, intervengo anche io per richiamo al Regolamento e certo non mi disturbano i rumori provenienti dai banchi del MoVimento 5 stelle. Il nostro Regolamento è basato su un principio che è quello del rispetto reciproco in questa Aula (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e del riconoscimento del ruolo di chi siede alla Presidenza di questa Aula.
  Questo principio, che consente alle nostre regole e al nostro lavoro di essere proficuo e di vedere che il rapporto tra i gruppi cresce in maniera utile rispetto al lavoro che dobbiamo fare, non è mai rispettato dal MoVimento 5 Stelle. In particolare, non è mai rispettato dal MoVimento 5 Stelle quando lei presiede e per noi questo è inaccettabile, è veramente inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! E questo dimostra la difficoltà che noi abbiamo di raggiungere qualsiasi tipo di accordo con il MoVimento 5 Stelle che, strumentalmente, la sta accusando di cose evidenti che non hanno nulla a che fare con la gestione dell'Aula; ma stanno utilizzando strumentalmente una perdita di tempo per farci arrivare alle otto e un quarto senza concludere questo provvedimento, che è l'ennesima regola che stanno utilizzando in tutta questa settimana. Noi non ci stiamo più a questo.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Chiedo di parlare, per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Io adesso do la parola per questo intervento al deputato Villarosa, poi andiamo avanti. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, io chiedo che, in base all'articolo 86, comma 8, venga annullata questa votazione, anche perché lei poco fa mi ha chiesto se il mio intervento era pertinente a questo emendamento; ma se io le dovevo parlare dell'emendamento precedente, come mai poteva essere riferibile all'emendamento di cui si sta parlando ora ? Quindi, le chiedo di rimettere ai voti...

  PRESIDENTE. Deputato Villarosa, se c’è stato un equivoco, me ne dispiace, va bene così ? Ma poiché è mia responsabilità, a questo punto direi di andare avanti.

  ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare, per un richiamo all'articolo 8 del Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, noi siamo sempre attenti alle cose che vengono dai banchi del MoVimento 5 Stelle, alle proposte e alle battaglie, ma siamo un poco stanchi delle sceneggiate che vengono fatte quotidianamente nei suoi confronti e vogliamo stigmatizzare questo comportamento (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. La ringrazio. Io, come ho detto, non vorrei continuare su questo Pag. 71argomento. Ho detto che, se c’è stato un equivoco, me ne dispiace, adesso dobbiamo andare avanti.

  DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Per richiamo al Regolamento ? Se è su questo non le do la parola. Su cosa è ? Noi dobbiamo andare avanti. Onorevole Toninelli, se lei mi chiede la parola su questo, io non gliela do. Se è su un altro argomento... Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, io sommessamente mi permetto di dirle che avremmo tranquillamente, anzi avrebbe tranquillamente risolto questa problematica applicando l'articolo 57, comma 1, che recita semplicemente che in caso di irregolarità – irregolarità significa non rispetto della regola – viene annullata la votazione e rifatta. Lei avrebbe risparmiato 15 minuti e inutili interventi, fra cui quello di Rosato.

  PRESIDENTE. La votazione era assolutamente regolare. Non c’è stata nessuna irregolarità nella votazione.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Colletti 3.155.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, capisco che i colleghi sono un po’ in difficoltà perché praticamente stanno difendendo gli evasori, gli amici degli evasori, nonché anche i colleghi di Forza Italia che conducono questa battaglia per la loro libertà, per la libertà delle tante persone che sottraggono miliardi di euro a questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), togliendoli ai lavoratori, alla sanità, alla scuola ! E loro votano contro, votano contro l'innalzamento delle pene, votano contro l'emendamento «ex-Bindi» – ormai così lo chiamerei – con cui si alzano le pene pecuniarie da euro 5 mila a 25 mila ad euro 10 mila e 100 mila. Stiamo parlando di gente che sottrae continuamente risorse alla nostra economia e alle nostre finanze, risorse di tutti, risorse della collettività per il proprio piacimento e godimento.
  Allora io voglio dire solo una cosa, voglio dire che tutti i colleghi che hanno fatto le battaglie con Libera, i colleghi dei «braccialetti bianchi», che hanno votato contro la corruzione, che si riempiono la bocca ogni giorno di queste cose, si dovrebbero vergognare. Infatti sono stati zitti e non hanno risposto sul perché di questo innalzamento di pena è stato negato ! Vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Longo. Ne ha facoltà. Faccia pure il suo intervento, si rivolga a me, alla Presidenza.

  PIERO LONGO. Grazie Presidente, io prendo la parola perché l'emendamento Colletti 3.155 mi ha convinto e voterò a favore. Spiego perché: quando si pretende e si chiede di aggiungere l'espressione: «ovvero della multa fino ad un terzo del valore dei beni» non ci si rende conto evidentemente che non c’è un minimo e quindi «fino ad un terzo del valore dei beni» significa anche un centesimo del valore dei beni e che potrebbe essere inferiore ai 5 mila euro, previsti dall'articolo 648-ter.1 modificato dall'articolo 3.
  Quindi, grazie per questo intervento che migliora la posizione dei vostri avversari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e applausi ironici dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 3.155, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Covello, Luciano Agostini, Abrignani...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 72
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  419   
   Votanti  398   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato  126    
    Hanno votato no  272.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Busin 3.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Busin. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, solo per spiegare. Ribadisco la mia contrarietà alla formulazione di questo articolo di base. Io cerco di migliorarlo almeno escludendo in modo esplicito la condotta di dichiarazione infedele che – voglio ribadirlo – nel nostro ordinamento, a differenza di quanto avviene nei maggiori Paesi sviluppati, è depenalizzato. Noi, con una soglia molto bassa, che risale all'anno 2000, di 50 mila euro lo facciamo rientrare tra gli illeciti a rilevanza penale.
  Cerco di migliorare un testo che comunque non mi trova d'accordo e a questo seguirà anche un ordine del giorno. Spero che, nella seconda lettura, questo possa essere sanato. Cerchiamo di riportare ad una logica almeno accettabile questo articolo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il presidente Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, questo emendamento dimostra ulteriormente come a non specificare degnamente le fattispecie incriminatrici, cioè a non dare loro quel requisito di tipicità e tassatività che il nostro codice richiede come condizione indefettibile per scrivere una norma penale, si corrono rischi gravissimi. Quello che si può verificare con questa formulazione dell'autoriciclaggio è la cosiddetta azione penale discrezionalmente obbligatoria, cioè il pubblico ministero potrà intervenire nei confronti di tutti coloro che, accusati nel corso delle indagini di dichiarazione infedele, pongano in essere delle condotte di utilizzazione anche imprenditoriale, ed io insisto su questo punto.
  Qui non si tratta di investire o di trasferire i propri patrimoni in attività illecite, ma in attività assolutamente lecite e fisiologiche per gli imprenditori. Quindi, basterà un'ipotesi che la procura può formulare molto facilmente, di dichiarazione infedele dell'imprenditore che ha investito – attenzione a questo – beni fungibili. Come si farà a dire che il danaro proveniente dal mancato pagamento dell'IVA è quello che è stato investito per comprare la pala meccanica ? Io credo che siamo di fronte a un vero e proprio paradosso per il quale noi rischiamo, con questa norma così malamente scritta.
  Le norme si possono fare e l'autoriciclaggio ha una genesi lontana e bisogna certamente provvedere, ma provvedere cum grano salis, con ragione, evitando che si possano creare delle situazioni di grave disparità che porranno i nostri imprenditori, quelli per cui noi ci battiamo perché questo Paese possa ripartire in condizioni, Presidente, di gravissimo disagio.
  Le indagini sono la vera sanzione, non mi stancherò mai di dirlo. La sentenza, come si diceva ieri, arriva sempre troppo tardi. Ma il problema è: un imprenditore, aggredito per autoriciclaggio, io vi chiedo quale credibilità potrà avere sul mercato, quali chance di ripresa se, per esempio, scatta immediatamente un sequestro preventivo per equivalente, cioè con tutte quelle sanzioni paralizzanti per l'attività che, solo ad uno schiocco di dita delle procure, possono realmente paralizzare un'attività imprenditoriale soltanto per un'accusa di evasione, quindi di tipologia fiscale.
  Io penso che non sia questo lo spirito dell'autoriciclaggio, non deve essere quello che noi vogliamo. Noi dobbiamo fare in modo che da un'accusa formale, afferente all'evasione, non possa mai scaturire nulla, perché quell'imprenditore impiega non Pag. 73quel denaro ma il denaro della sua impresa. Qui il bene fungibile gioca un ruolo determinante. Con il denaro della tua impresa, se non hai pagato l'IVA, se hai acquistato, automaticamente questo collegamento, casualmente perverso, comporta la responsabilità.
  Io penso che questo sia un emendamento di buon senso che, in qualche modo, cerca di recuperare questa «scritturazione», mi sia consentito, inqualificabile di una norma che espone ciascun cittadino a un rischio di autoriciclaggio, con la solita conclusione che chi farà le spese di questo autoriciclaggio non saranno i veri autoriciclatori, ma qualsiasi cittadino che possa essere astrattamente incorso nelle maglie larghe di questa fattispecie.
  Io voterò a favore su questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Causi. Ne ha facoltà.

  MARCO CAUSI. Presidente, intervengo per motivare il voto contrario del Partito Democratico. Il nuovo reato di autoriciclaggio si definisce, in base a quello che è scritto in questo testo, «per l'ostacolo concreto all'identificazione della provenienza delittuosa delle somme». Quindi, il reato è connesso ad una concreta condotta di occultamento. Ergo, se la Causi Srl fa una dichiarazione infedele, tiene i soldi di questa dichiarazione infedele nel capitale circolante dell'impresa e, quindi, nel corso degli anni ci paga gli stipendi, ci compra i macchinari, e dopo quattro anni riceve un accertamento, non ha occultato un ben nulla e, quindi, non sarà perseguibile per autoriciclaggio. Invece, se la Causi Srl fa altro con questa provvista di fondi e li mette in un fondo nero in un paradiso fiscale e con quel fondo nero cerca di occultarli, allora sì.
  Quindi, il principio è l'occultamento. La mera dichiarazione infedele, con il mantenimento in modo non occultato dei capitali, non comporta nulla e questo è stato chiarito più e più volte, a fronte di numerose domande che in questo senso i componenti della Commissione finanze hanno rivolto agli esperti giuridici e agli uffici legislativi dei ministeri con cui abbiamo lavorato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Presidente, io non volevo intervenire, però purtroppo ho sentito due cose che non rispondono alla verità. In primo luogo, purtroppo, devo essere d'accordo con Causi su questo aspetto: ci vuole l'occultamento. Quindi, non è così semplice, caro collega. Però, purtroppo, devo andare anche contro Causi, per un altro semplice motivo, perché c’è il comma in cui si dice «fuori dai casi dei commi 1 e 2» e in quei commi c’è l'ostacolo. Quindi, in quei casi ci sono molti studiosi che nutrono grossi dubbi. Per questo noi chiediamo che quel comma venga eliminato.
  La cosa che più mi dà fastidio, sinceramente, è che continuiamo a prendere per esempio gli imprenditori onesti, per cercare di fare passare qualcosa che di onesto non ha assolutamente niente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma non solo: parliamo dei reati delle persone che non possono essere punite per riciclaggio, se parliamo di quelli che potrebbero. Allora, per falso in bilancio non si viene puniti per riciclaggio, per tutte le contravvenzioni, articoli 2624, 2625, 2626 del codice civile, impedito controllo, indebita restituzione dei conferimenti. Se parliamo delle persone oneste parliamo anche dei disonesti, caro Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, era solo per appuntare che tecnicamente Pag. 74continuiamo a non richiamare gli imprenditori onesti, perché continuiamo comunque, come minimo, a sottolineare il fatto che in questo Paese si può anche non pagare l'IVA come se questa fosse una cosa normale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, siccome il collega Sisto ha ripetuto più volte «gli imprenditori per cui ci battiamo, gli imprenditori per cui ci battiamo», mi faceva piacere sottolineare che gli imprenditori o l'imprenditore per cui si batte Forza Italia è differente da quelli per cui ci battiamo noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pisano. Ne ha facoltà.

  GIROLAMO PISANO. Signor Presidente, vorrei chiarire un equivoco che avevo cercato di spiegare anche in Commissione. Quando si configura un reato tributario, quel reato ha la funzione di denuncia a livello penale e non di dimostrazione. Capita anche che a livello di commissione tributaria si perda e a livello penale, nel processo penale, si vinca, perché il giudice penale deve accertare che quel reato è stato fatto in maniera dolosa, altrimenti non si configura la fattispecie penale, ma rimane configurata soltanto quella tributaria. Quindi questo problema che sta sollevando il collega Busin è assolutamente infondato (Commenti di deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). Comunque, io penso che si debba poter dialogare senza...

  PRESIDENTE. Per favore, colleghi.

  GIROLAMO PISANO. ... contemporaneamente avere quattro dialoghi.

  PRESIDENTE. Vada avanti che il suo tempo sta scadendo.

  GIROLAMO PISANO. Quindi, in sostanza questo tentativo da parte del deputato Sisto di arrivare ad avere un parere favorevole su un emendamento che va a sostanziare il nulla non ha senso e, quindi, riteniamo che questo testo debba rimanere com’è.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 3.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Matarrelli, Gandolfi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  408   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato   50    
    Hanno votato no   358.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Pagano 3.158.
  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'emendamento Pagano 3.158.

  ALESSANDRO PAGANO. Signor Presidente, l'avevo già dichiarato: accetto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, l'emendamento è stato riformulato, ma abbiamo una formulazione che ci lascia ancora molto perplessi. Si va a stravolgere l'autoriciclaggio per come era formulato prima, per come era formulato quando era uscito dalla Commissione giustizia, per come era riformulato quando è uscito Pag. 75dalla nostra Commissione finanze parecchi mesi fa. Abbiamo ascoltato veramente molti pareri di giuristi, molti pareri di avvocati penalisti che ci hanno detto cose diverse, molto diverse. I pubblici ministeri ci hanno detto che questa formulazione non va bene perché gli creerà problemi, gli avvocati penalisti ci hanno detto che a loro andrà bene perché potranno facilmente far finta che non esista questo reato. Veramente facilmente riusciranno ad aggirare l'autoriciclaggio con due semplici mosse. Sarà tutto molto molto semplice per gli avvocati. Quindi vogliamo fare le cose serie in questo Parlamento o vogliamo prendere in giro gli italiani ? A me sembra che vogliamo prendere in giro gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, mi riallaccio all'intervento di prima del collega Causi, che faceva l'esempio del fondo nero per occultare soldi che derivano da una attività illecita.
  Allora, la nuova formulazione – che, incredibilmente, è peggiore della prima, perché era difficile, però ci siete riusciti – prevede le parole: «sostituisce, trasferisce ovvero impiega in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative».
  Quindi, l'esempio che ha fatto il collega Causi dell'occultamento in fondi neri non è contemplato nella fattispecie che stanno facendo passare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Loro continuano a fare esempi, che sono gli esempi che poi faranno nei talk show e nelle TV, che non c'entrano niente con la fattispecie che, evidentemente, è stata formulata sotto dettatura di qualcun altro, e tutti sappiamo chi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Deputato, concluda.

  ALFONSO BONAFEDE. Ho concluso, grazie, Presidente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il presidente Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Signor Presidente, cerchiamo di riportare, pur nella diversità delle opinioni, un minimo di razionalità nel dibattito. Abbiamo ascoltato degli interventi con, in totale buona fede, i colleghi del gruppo di NCD che ritengono questa formulazione più garantista – vorrei che loro avessero ragione: purtroppo, non ne sono convinto –, e con i colleghi del MoVimento 5 Stelle, dei quali non ricambio il disprezzo, ma ai quali attribuisco piena buona fede, che, invece, la ritengono sbagliata per ragioni opposte. Adesso interverranno altri colleghi, che la riterranno sbagliata per altre ragioni. Già siamo a quattro interventi con quattro interpretazioni diverse (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
  Direi, se giocassimo a tennis: gioco, partita, incontro. Questo già dimostra che, quando consegneremo questo testo a 4 mila pubblici ministeri, avremo interpretazioni più severe e interpretazioni meno severe. Allora, mi rivolgo con stima ai colleghi di NCD, che si dichiarano soddisfatti: sarei contento se, ad interpretare la norma in tutta Italia, fossero i colleghi Causi e Sanga, che stimo davvero, e loro lo sanno, e che si sforzano, con vera buona fede, di distinguere i casi di autoimpiego, che loro dicono di non voler colpire, dagli altri casi.
  Ma, purtroppo, all'interno di un'ipotesi di occultamento, che è fortemente indeterminata, che ha margini molto vasti di interpretazione, dentro questa ipotesi, se scriviamo, colleghi di NCD, «impiega» e «imprenditore», nel caso che l'interprete abbia un approccio severo, l'impresa ci va dentro, e intanto l'inchiesta si apre, e intanto si apre l'inferno penale, che poi, comunque si risolva, magari anche con un'assoluzione, manda l'impresa gambe all'aria (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).Pag. 76
  Davvero vi prego, comunque voi la pensiate, di immaginare quello che accadrà fuori da quest'Aula, se già in quest'Aula, in totale buona fede, diamo tutti un'interpretazione diversa del testo e dell'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, non sono né un penalista né ho avuto modo, nella Commissione giustizia, di esaminare questo testo, perché pare che non ci sia mai passato. Però, ho assistito ad uno scontro fra giganti su chi difende gli imprenditori onesti e chi, invece, difende gli imprenditori, si fa per dire, non onesti.
  Faccio presente che la norma – se ho sbagliato, correggetemi, voi che l'avete approfondita – non fa riferimento affatto a quel tipo di delitti o a quel tipo di soggetti di cui si è tanto discusso qui, perché la norma dice «chiunque», dice «chiunque».
  La leggo per mia memoria: «Si applica la pena della reclusione da due a otto anni e della multa da euro 5.000 a euro 25.000 a chiunque» – quindi, anche al ladro, o mi sbaglio ? O mi sbaglio ? Anche al ladro – «avendo commesso o concorso a commettere un delitto non colposo» – cioè il ladro che va a rubare per mestiere – «sostituisce, trasferisce ovvero impiega in attività economiche o finanziarie denaro, beni o altre utilità provenienti dalla commissione di tale delitto, in modo» – come giustamente ha ricordato Causi – «da ostacolare concretamente l'identificazione della loro provenienza delittuosa».
  Infatti, se non ci fosse questo inciso, a prescindere dalla vaghezza o meno dell'inciso, noi non saremmo di fronte ad altro che ad una duplicazione di reato per chi commette il reato, punto e basta, perché, se non c’è altro che questo, non rimane altro fatto che chi ruba e, alla fine, impiega quel denaro è punito due volte, perché lo ha rubato e perché ha impiegato il denaro. Quindi, questa sceneggiata tra giganti, gli imprenditori, gli evasori e compagnia bella...
  Voglio sapere da chi ha studiato la faccenda: il ladro che va in un appartamento – e ce ne sono tanti, tantissimi che vanno «visitando» gli appartamenti – e che trova 10.000 euro, che trova 100.000 euro, e poi dopo li impiega – come dice qua – in attività economiche, si compra una pizzeria; voglio sapere questa persona è punita per autoriciclaggio o no ? Secondo me sì, e non c’è bisogno di essere, né penalista, né dei 5 Stelle, per dire che è così, chiaro ? Quindi anche chi va a rubare nell'appartamento può essere responsabile di autoriciclaggio se si muove in maniera tale da occultare, da non far capire, che i soldi con cui ha comprato la pizzeria alla figlia o al figlio sono di provenienza delittuosa. E non è vero, come anche ho ascoltato, che qui siamo di fronte ad un delitto pensato per evitare che il mercato venga inquinato, io non ci credo per il semplice motivo che il mercato è neutrale, pecunia non olet, insegnavano. Se io vado a rubare, trovo 100.000 euro, mi compro un'autovettura, io immetto nel mercato del denaro; se io, invece, l'autovettura la faccio comprare da altri, o dallo stesso derubato, io immetto del denaro nel mercato. La norma vuole soltanto arrivare a creare il deserto intorno a chi commette il reato, così come intende creare il deserto il reato di ricettazione. Perché è stato inventato il reato di ricettazione ? E non è un caso che qui siamo di fronte a una modifica al codice penale appunto nel paragrafo dedicato alla ricettazione (articoli 648, 648-bis e 648-ter). Quindi, ho l'impressione che qua siamo proprio fuori argomento, fuori argomento ! Siamo fuori argomento, perché la norma non mira a difendere il mercato, siamo fuori argomento perché non è vero che la norma è stata inventata per punire gli evasori. La norma serve per punire anche i poveri diavoli, chiaro ? Serve anche per punire i poveri diavoli. Possiamo essere d'accordo, possiamo non essere d'accordo, ma credo che almeno su questo, sull'interpretazione elementare del dettato semplice della Pag. 77legge, ci dobbiamo intendere. E ripeto e concludo (Commenti)... Hai ragione che è ora, in effetti sono le otto e mezzo...

  PRESIDENTE. Concluda, per favore.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Ribadisco: per dare concretezza a questa norma, se no sarebbe campata in aria, sarebbe una duplicazione di reato per il povero diavolo che commette reato e anche per il ricco diavolo, vi è l'inciso: in modo di ostacolare concretamente l'identificazione della loro provenienza delittuosa. Chiaro ? Lo dice, quindi lasciamo stare i comizi e leggiamo gli articoli prima di vararli (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, intervengo solo perché poi andrò a chiedere al collega Pesco, perché mi è rimasta la curiosità, vera, sincera, di quali siano gli strumenti che gli avvocati penalisti italiani hanno trovato e per cui troverebbero questa norma del tutto aggirabile. Io credo, invece, che la riformulazione, dal mio punto di vista, ma poi forse capisco male, risolva un problema che trovavo aperto nella precedente versione, cioè «attività economiche o finanziarie» era, dal mio punto di vista, un termine troppo labile, che lasciava escluse alcune cose, che invece rientrano, certamente, nelle attività speculative. Quindi, da questo punto di vista, allarga la possibilità di ricomprendere il reato. Di questo sono certo. Per il resto, la sostituzione resta, l'impiego resta, il trasferimento resta. È chiaro che deve andare, eventualmente, in attività finanziarie, però chiedo: i fondi neri, io non credo che vengono fatti da portafoglio a portafoglio, più presumibilmente vengono fatti da portafoglio a conto estero e il conto estero, se non sbaglio, risulta tra le attività finanziarie, quindi starei abbastanza tranquillo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ermini. Ne ha facoltà.

  DAVID ERMINI. Signor Presidente, credo che noi stasera abbiamo davvero una grande occasione, diamo un segnale a questo Paese, finalmente: l'Italia si doterà, finalmente, del reato di autoriciclaggio. Come prima Causi ci spiegava, la richiesta di inserire nel nostro codice il reato di autoriciclaggio ci viene fatta da molto tempo e mai lo avevamo fatto.
  Bene, siccome spesso ci viene rinfacciato di essere una maggioranza che sostiene un Governo che fa solo degli annunci, noi abbiamo dimostrato a tutti i soloni che ci raccontavano che non saremmo stati in grado di farlo, che oggi nel nostro codice noi inseriamo un reato che forse fa arrabbiare qualcuno, sì: quelli che avrebbero voluto essere loro i titolari dell'inserimento di questo reato, ma non ci sono riusciti, perché ? Perché stando sui tetti, o guardando gli scontrini non si fanno le leggi per questo Paese, ma si fa solo demagogia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Applausi polemici dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie) ! E l'Italia è stanca di demagogia, perché poi quando ci si confronta con la gente si fanno le figure che si sono fatte ieri a Genova (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Vedete, io ho sentito di tutto, ma quella di sentire dire che con questo tipo di reato non si coprono i fondi neri, mi fa dispiacere che venga detto da un mio collega avvocato. Infatti, mi devono spiegare come si fa a costituire un fondo nero senza un'attività finanziaria. Ma dove siamo ? Ma mica siamo a leggere Topolino, qui. Qui stiamo facendo le leggi !
  E scusate, quando si parla di impunità, si parla di godimento, forse qualcuno non lo sa che esiste l'articolo 240 del codice penale nel nostro ordinamento, vero ? Che quando non c’è il reato di autoriciclaggio, comunque scatta la confisca per il reato presupposto. Quindi, anche il godimento personale potrebbe comunque trovare un Pag. 78limite, perché il codice penale prevede la confisca per i proventi comunque di reato, che sia appropriazione indebita, che sia truffa, che sia peculato, che sia corruzione.
  Allora, non buttiamo via questa occasione. Questa è un'occasione importante per tutti. Se questo Paese lo vogliamo salvare dimostriamo a tutto il mondo, a tutta l'Europa, a tutto il nostro Paese che siamo in grado di fornire delle leggi che siano moderne, che siano applicabili, perché è ora di farla finita. Noi andiamo avanti in questo Paese con dei fardelli incredibili. Abbiamo il fardello del debito pubblico, abbiamo il fardello della corruzione, abbiamo il fardello dell'evasione fiscale e se non avessimo questi fardelli saremmo un Paese ricchissimo e potremmo davvero fare le manovre.
  Allora ci vogliamo dare una mano tutti insieme per farlo, invece di fare solo delle chiacchiere per riuscire magari domani ad avere un parere positivo da qualche collega o da qualche pubblico ministero ? Allora, vi dico che anch'io ho ricevuto messaggi e telefonate, come tutti, come molti di voi, anche da nostri colleghi avvocati – lo dico a chi fa il mio mestiere – e non sono felici di questo articolo, non sono felici di questo reato. Non è vero che per gli avvocati sarà facile lavorare con le disposizioni che abbiamo introdotto, perché sarà difficile. Ma non sarà difficile perché abbiamo inserito il reato, sarà difficile perché abbiamo inserito una norma che prevede che finalmente chi ruba, chi porta via i soldi dall'Italia, chi li investe, chi li impiega in attività finanziarie, imprenditoriali fuori dalla legge, finalmente sarà punito. Ma vi sembra poco ? Io vado orgoglioso di questa legge e penso che tutti noi dovremmo esserlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ruocco. Ne ha facoltà.

  CARLA RUOCCO. Intanto mi domando in che Commissione sia quel signore che ha parlato finora, perché sicuramente non è nella Commissione che ha trattato questo argomento (Commenti dei deputati dei gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Colleghi !

  CARLA RUOCCO. È un signore che si è alzato in questo momento, come se fosse ad un mercato, e ha espresso delle parole in libertà (Commenti dei deputati dei gruppo Partito Democratico). Infatti, la Commissione finanze è da mesi....

  PRESIDENTE. Colleghi ! Per favore, colleghi, lasciatela intervenire.

  CARLA RUOCCO. La Commissione finanze è da mesi impegnata su questo argomento. Ne era uscito un testo pulito inizialmente due mesi e mezzo fa, prima che il Partito Democratico dovesse sentire, prima che venisse sollecitato, come sempre, da qualcuno che evidentemente interesse a fare chiarezza nelle norme fiscali non ne ha. Quindi, il Partito Democratico è riuscito ad elaborare un rimedio peggiore del male...

  PRESIDENTE. Concluda.

  CARLA RUOCCO. ... perché laddove nel fisco c’è incertezza si avvantaggiano solo i delinquenti, che evidentemente sono quelli che loro vogliono tutelare. Questa è la verità (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico – Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il Presidente Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Signora Presidente, io devo confessare che alcune volte sono stupito da come, nella formulazione delle fattispecie incriminatrici, si cerchi di fare del populismo giuridico, perché dire che la legge va votata perché è una legge civile/penale, mi sembra davvero un qualunquismo inaccettabile.Pag. 79
  Nella formulazione delle norme incriminatrici, caro collega Sannicandro, non si tiene conto di coloro che possono essere facilmente ritenuti responsabili, ma dei rischi che la norma corre di punire condotte irrilevanti sul piano penale. Questa è la nostra preoccupazione. Noi ci preoccupiamo di verificare la tenuta della fattispecie, per evitare che soggetti con condotte assolutamente lecite possano subire le conseguenze di una norma scritta male, scritta in modo che, equivocando sui suoi presupposti, si possano aggredire realtà imprenditoriali sane, approfittando di una formulazione a mio avviso non consona.
  E quando si dice che questa è una norma sull'autoriciclaggio: certo, l'autoriciclaggio, così scritto, è certamente un'esigenza, ma bisogna scriverlo e saperlo scrivere e non si può incitare l'Aula a votarlo solo perché c’è la parola «autoriciclaggio». Bisogna avere il coraggio del marciapiede giudiziario, di dire che questa è una norma a rischio, una norma in cui la persona onesta rischia di essere coinvolta e questo è un rischio che un Parlamento non deve poter correre (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signora Presidente, andrò veloce ed al collega Ermini direi: la prossima volta che le telefonano gli avvocati, venga in Commissione e lo dica ai suoi colleghi che questa norma non funziona.
  Allora, vi faccio un esempio: io che faccio il riciclatore e concorro ad aiutarti nel godere il tuo bene – così parliamo di cose concrete – per esempio il fiduciario svizzero che manda uno spallone, prende i soldi, te li fa riavere a Saint Moritz, dove tu compri una casa. Tu non rispondi perché stai godendo in base alla condizione di non punibilità ed io, che ho concorso con te, godo anch'io di questa condizione di non punibilità. Quindi praticamente non ci sarebbe più riciclaggio. Perché ? Perché è vero che c’è il 648-bis, che rimane, ma nella norma purtroppo non è stata tolta – chissà perché – la clausola di riserva «fuori dei casi di concorsi nel reato». Allora io, riciclatore, se concorro con il reato presupposto non rispondo di riciclaggio, se concorro con un autoriciclatore, che gode, non rispondo di riciclaggio.
  In poche parole, non esiste più il riciclaggio in Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale la presidente Ferranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA FERRANTI. Signora Presidente, più che a titolo personale, intervengo a titolo di presidente della Commissione giustizia, anche perché ho sentito chiedere a che titolo avesse parlato Ermini. Ermini fa parte della Commissione giustizia, che ha espresso il parere sul reato di autoriciclaggio, che ci è stato richiesto dalla Commissione finanze.
  Anche per rispondere all'onorevole Sisto, che si prodiga a rappresentare fattispecie inesistenti, a suo dire, o che comunque sarebbero di scarso rilievo penale: in realtà, questo testo è il frutto di un parere che ha fatto degli approfondimenti, perché noi ci siamo fatti carico, dato che c'era una fattispecie penale nuova che veniva inserita in un testo della Commissione finanze, di scrivere una norma, quindi di presentare un testo, che è stato poi recepito dalla Commissione finanze, che ha tenuto conto del Procuratore nazionale antimafia, di esperti professori in materia, anche di procuratori aggiunti che se ne occupano, tra cui il dottor Greco, della procura di Milano.
  Quindi è una fattispecie che poi ha avuto ulteriori approfondimenti e ripensamenti, ma nel senso di individuazione e di delimitazione della fattispecie.
  E quello che ho sentito, in maniera demagogica, per cui si vuole aizzare le folle dicendo: attenzione...

  PRESIDENTE. Concluda.

Pag. 80

  DONATELLA FERRANTI. ... a coloro che vanno poi a reimpiegare magari i proventi di una frode fiscale nel pagare i lavoratori. Ebbene, questo è qualcosa di falso e chi ha strumenti giuridici, io pregherei che anche in quest'Aula, perché la rappresentazione politica, l'ideologia politica, l'appartenenza ad un partito ha un limite Presidente...

  PRESIDENTE. Presidente, per favore, può concludere ?

  DONATELLA FERRANTI. Concludo dicendo che c’è stato un lavoro attento ed un contributo di tutta la Commissione giustizia.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Credo che il collega Ermini abbia parlato anche di altro e non soltanto del reato di autoriciclaggio. Non siamo stati noi a creare il debito di questo Paese e non siamo stati noi a governare Genova, non siamo stati noi a governare la Liguria, non siamo stati noi ad abbassare le pene per l'autoriciclaggio. Oggi non siamo stati noi ad avere affossato l'anticorruzione al Senato, ma voi e i vostri alleati oltre – una cosa peggiore di non fare nulla – ad essere falsi, e voi siete falsi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pisano. Ne ha facoltà.

  GIROLAMO PISANO. Non me ne vogliano i miei colleghi del MoVimento 5 Stelle, voglio dare a tutti questi interventi sempre la buona fede. Tuttavia mi risulta evidente che, avendo interlocutori dello stesso calibro, perché anche noi abbiamo sentito pubblici ministeri aggiunti, professori, giuristi, c’è chiaramente ancora un vulnus interpretativo in questa norma e siccome è una norma fondamentale che non vedrà domani mattina la sua applicazione perché deve ancora passare al Senato, perché deve poi tornare alla Camera e sicuramente sarà modificata al Senato, ritengo opportuno che questa Camera faccia in modo che questi esperti, questi procuratori possano ritornare sul testo pubblicamente in Commissione a rispondere alle domande di tutte le forze politiche. Mi rendo conto che c’è un equilibrio che è stato raggiunto in maggioranza ma, ahinoi, dobbiamo fare il bene del Paese, non dobbiamo rispettare gli equilibri. Magari in un'interpretazione più approfondita anche la maggioranza potrà rivedere i propri equilibri. Quindi ritengo opportuno che questa norma venga riconsiderata con un attimo di calma (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Morani. Ne ha facoltà.

  ALESSIA MORANI. Signor Presidente, ho solo un minuto, ma dopo gli scienziati del diritto che ho ascoltato qua dentro penso di poter prendere anche proprio tre secondi per dire due cose. Noi introduciamo il reato di autoriciclaggio. Oggi noi introduciamo il reato di autoriciclaggio e la cosa che mi fa sorridere di tutti gli scienziati del diritto che ho ascoltato è la corrispondenza di amorosi sensi tra Forza Italia e il MoVimento 5 Stelle perché l'epifania di questa corrispondenza di amorosi sensi c’è stata quando l'onorevole avvocato Longo ha dato sostegno all'emendamento dell'onorevole Colletti (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e quindi la manifestazione di questa corrispondenza di amorosi sensi mi incuriosisce e mi fa sorridere. Il problema...

  PRESIDENTE. Colleghi....

  ALESSIA MORANI. Presidente, il problema del MoVimento 5 Stelle...

  PRESIDENTE. Concluda.

Pag. 81

  ALESSIA MORANI. ... è che è un movimento totalmente inutile. Ripeto: inutile. Ed il Paese se ne sta accorgendo e gli sta riservando il trattamento che merita anche a Genova.

  PRESIDENTE. Scusate siamo in dichiarazione di voto. Per favore, colleghi.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, è bene evidenziare ai colleghi del PD e alla collega che mi ha proceduto adesso intervenendo, che il provvedimento se lo stanno votando loro: il MoVimento 5 Stelle con il PD.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, avendo assistito alla diatriba devo dire che il penultimo intervento è stata la ciliegina sulla torta. Ora io non voglio entrare nel merito puntuale della cosa di cui si è lungamente dibattuto. Dico solo che c’è un limite alle cose che si possono ascoltare anche in un'Aula parlamentare. Sentire che il Partito Democratico accusa qualcun altro di fare la pastetta con Forza Italia è un po’ risibile perché ancora avete le mani sporche di marmellata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale) !

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, io semplicemente intervengo per formalizzare, visto che voglio uscire da questa diatriba...onestamente, alcuni deputati del PD certe cose se le potevano anche risparmiare. Per uscire da questa situazione...

  PRESIDENTE. È un richiamo al Regolamento ?

  CARLO SIBILIA. Sì, è un richiamo al Regolamento. Per uscire da questa situazione formalizzo la richiesta, fatta alla Commissione finanze, del MoVimento 5 Stelle di far tornare il provvedimento in Commissione.

  PRESIDENTE. Bene. Comunque, adesso siamo in dichiarazione di voto (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). Siamo in fase di votazione dell'emendamento Pagano 3.158. Va bene (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) ?
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pagano 3.158, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cozzolino, Locatelli. Hanno votato tutti ? Cozzolino non riesce a votare.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  382   
   Votanti  363   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato  246    
    Hanno votato no   117.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Colleghi, come preannunciato, a questo punto, dobbiamo interrompere l'esame del provvedimento (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Domani voi farete la vostra richiesta. L'Aula domani riprenderà alle ore 9. Ci sarà la seduta alle ore 9 e domani farete la vostra richiesta (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 82

Sostituzione di un deputato componente della Delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) (ore 20,40).

  PRESIDENTE. Comunico che, a seguito delle dimissioni del deputato Domenico Rossi e sulla base di un'intesa intercorsa tra i gruppi interessati, ho chiamato a far parte della delegazione presso l'Assemblea parlamentare dell'OSCE il deputato Federico Fauttilli.
  Adesso ci sono gli interventi di fine seduta (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)... A questo punto, abbiamo la richiesta di parola per interventi di fine seduta del deputato...

Per un richiamo al Regolamento.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, pensavo di perdere la sensibilità alla mano nel tenere per dieci minuti il Regolamento. Le ricordo che il Regolamento ha la priorità su qualsiasi iniziativa.

  GIORGIO BRANDOLIN. Non stare a fare il pagliaccio ! Finiscila ! (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  DAVIDE CRIPPA. Può fermare il collega Brandolin, per cortesia ?

  PRESIDENTE. Così non capisco più niente. Allora, colleghi, noi abbiamo fatto una Conferenza dei presidenti di gruppo, in cui abbiamo deciso di chiudere i lavori di quest'Aula alle 20,15: sono le 20,40, dunque ritengo che qualsiasi altra votazione vada rimandata a domani. Va bene questa spiegazione ? È chiaro (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Mi sembra di sì, perché lo abbiamo già concordato. Abbiamo già concordato in Conferenza dei presidenti di gruppo che alle 20,15 si sarebbe usciti (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  DIEGO DE LORENZIS. Leggi il Regolamento ! Studialo il Regolamento !

  PRESIDENTE. Onorevole De Lorenzis, mi sorprende questo suo comportamento, non me lo aspettavo da lei !

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Deputato Crippa, cosa c’è ?

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, se lei mi dà la parola per un richiamo al Regolamento, poi, me la toglie perché il collega Brandolin sbraita in mezzo all'Aula, io credo che sia importante terminare, però, il mio richiamo al Regolamento, altrimenti, mi ha dato la parola e, poi, me l'ha sottratta senza che io potessi, in qualche modo, specificare perché gliel'ho chiesta.
  Io credo che, ai sensi dell'articolo del Regolamento, quando c’è una richiesta di rinvio in Commissione, debba essere votata istantaneamente.
  Si fa un intervento a favore e si fa un intervento contro e si mette in votazione, perché la richiesta formulata deve essere posta in votazione. Poi, sono d'accordo con lei che avevamo già sfiorato le 20,15, come siamo adesso alle 20,45 e abbiamo posto in votazione l'emendamento nonostante avessimo già sfiorato le 20,15. Allora, io credo che si debba dare seguito a una richiesta formale del MoVimento 5 Stelle; non possiamo rimandare a domani la nostra richiesta, perché noi l'abbiamo già formulata in seduta odierna. Quindi, non mi può invitare a riformularla domani, perché io l'ho già fatta oggi, questo tipo di richiesta. Questa richiesta, ai sensi del Regolamento, deve essere posta in votazione con un intervento a favore e uno contro; pertanto, io chiedo delle spiegazioni reali e non a sentimento di quello che sta accadendo Pag. 83con la sua gestione odierna, perché credo sia importante dare la possibilità di porre in votazione tale richiesta e chiederei anche gli altri gruppi di esprimersi nel merito. Noi chiediamo domani di non trattare questo tipo di argomento, ma un ritorno in Commissione visto le tematiche sollevate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signora Presidente, intanto credo che non ci sia il sentimento, nella gestione dell'Aula, ma ci sia solo il Regolamento e lei ha tentato di farlo rispettare e mi auguro che il collega De Lorenzo si scusi con la Presidenza per quello che ha detto nei suoi urli durante gli interventi dei colleghi.
  Nel merito della questione, eravamo in fase di dichiarazioni di voto, durante le dichiarazioni di voto chiunque sia entrato in un'aula di consiglio comunale o di Parlamento sa che non si possono porre altre questioni, neanche di rinvio in Commissione, quindi il suo atteggiamento è stato coerente con quanto prevede il Regolamento. Ribadisco che poi la Conferenza dei presidenti di gruppo che è stata convocata ad hoc su richiesta del MoVimento 5 Stelle, richiesta che noi abbiamo ritenuto fosse corretta, ha stabilito comunque nelle 20,15 l'ora di fine dei lavori. Naturalmente lei ha protratto fino alla fine della votazione come da prassi e come da nostre regole, quindi non c’è nessun estremo per mettere in votazione nulla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Signora Presidente, io credo che, pur non condividendo certe manifestazioni un po’ rumorose dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, il Regolamento sia indifferente alle modalità di espressione della richiesta. Quando un gruppo richiede il voto per il rinvio in Commissione, io credo che si debba votare immediatamente. Lo dico con molto garbo e molto rispetto, ma se un gruppo chiede, come è stato chiesto, formalmente, il rinvio in Commissione, ritengo che per il rispetto del Regolamento – chiunque lo chieda e anche, magari, con modi che qualche volta non sono proprio in linea con lo stile di quest'Aula, e lo dico con molto rispetto ma con altrettanta franchezza – la richiesta ci sta e credo che il voto debba essere immediato e non possa essere differito. Mi sembra che questa lettura del Regolamento sia perfettamente consona a tutti i precedenti di quest'Aula.

  PRESIDENTE. La ringrazio della sua annotazione civile, ciononostante ritengo che questo argomento possa essere rimandato a domani, come primo punto all'ordine del giorno e, dunque, la seduta a questo punto va avanti con le richieste di intervento di fine seduta, ma questo argomento lo affronteremo domani.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 20,48).

  GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signora Presidente, intervengo per ricordare che 14 anni fa, a 25 chilometri da Tbilisi in Georgia, veniva assassinato un giornalista italiano di Radio Radicale, Antonio Russo. Dall'autopsia è risultata in modo inequivocabile la natura violenta del decesso di Antonio Russo che fu prima torturato e poi assassinato per la sua attività giornalistica di controinformazione. Antonio Russo era in Cecenia, così come era stato in Kosovo, in Burundi, in Rwanda, in Algeria per testimoniare le gravi violazioni di diritti umani compiuti in Cecenia dall'esercito russo. A distanza di 14 anni noi non sappiamo ancora la Pag. 84verità sull'assassinio di Antonio Russo anche se sappiamo tutti e intuiamo come dietro quell'assassinio ci sia stato il ruolo dei servizi della Russia.
  L'anno scorso io chiesi alla Ministra degli affari esteri, allora Emma Bonino, di sapere quali iniziative abbia svolto il Governo italiano, e se continua a svolgerle, attraverso le nostre rappresentanze diplomatiche, per accertare la verità da parte della autorità giudiziarie russe, non potendo immaginare che lo Stato italiano abbia smesso di chiedere giustizia per un suo cittadino barbaramente assassinato e torturato per la sua libera attività di giornalista di Radio Radicale (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Constato l'assenza del deputato Lorenzo Dellai, che aveva chiesto di parlare: s'intende che vi abbia rinunziato.

  TIZIANO ARLOTTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  TIZIANO ARLOTTI. Signor Presidente, domenica è venuto a mancare Gerardo Filiberto Dasi, fondatore e anima del centro Pio Manzù e delle giornate internazionali di studio tenute annualmente a Rimini. Da oltre quarant'anni questa associazione rappresenta un punto di riferimento nel panorama culturale italiano e internazionale, contribuendo a generare attenzione sui grandi temi dell'umanità: dall'ambiente all'economia, dal dialogo religioso ai rapporti geopolitici, dalla pace ai diritti della persona. Dasi ha portato in questi anni alle «Giornate» i grandi leader della terra: Gorbaciov, George Bush, la principessa Diana del Galles, la regina Rania di Giordania; Javier Solana, e tanti altri, premi Nobel, grandi personaggi della politica internazionale.
  Ieri, nel giorno delle esequie, sono arrivati messaggi di cordoglio da tutto il mondo, tra cui quello del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e dell'Alto rappresentante dell'Alleanza delle Civiltà delle Nazioni Unite, Nassir Abdulaziz Al-Nasser, che erano legati a Gerardo Dasi da sentimenti di stima ed amicizia. Come ha ricordato il Presidente Napolitano, Dasi ha contribuito come pochi altri a stimolare la riflessione sui grandi temi economici e scientifici di rilevanza internazionale, promuovendo una vasta attività di ricerca che ha coinvolto ogni anno studiosi di diverse discipline e orientamenti, all'insegna del dialogo e del confronto. I valori del centro internazionale di ricerche Manzù, da lui fondato, hanno contribuito a creare un ponte di dialogo culturale tra il mondo arabo e l'Europa e una rinascita nel rapporto tra le due civiltà. L'attenzione del Centro per la comprensione e la tolleranza internazionale è stata di grande incoraggiamento per l'Alleanza delle Civiltà delle Nazioni Unite. Per questo – e concludo – ritengo che la figura di Gerardo Filiberto Dasi meriti non solo di essere ricordata, ma anche che il suo lavoro continui e che le Giornate vengano portate avanti. Chiedo al Ministero degli affari esteri un impegno affinché il Centro Pio Manzù, con il suo ruolo importantissimo nelle relazioni internazionali e per il dialogo con il Medio Oriente, possa avere adeguato sostegno e possa essere sempre di più una delle strutture che a livello mondiale favoriscono la pacificazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Presidente Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  MARIA COSCIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIA COSCIA. Signor Presidente, intervengo solo perché risulti anche nel verbale di oggi. Stamattina, casualmente, ho verificato le presenze nel corso delle votazioni di ieri sulle risoluzioni sul DEF e risulterebbe che non avrei votato la seconda risoluzione. In realtà, essendo richiesta la maggioranza qualificata, sono Pag. 85stata particolarmente attenta e sono sicura di aver votato entrambe le risoluzioni. Ho chiesto una verifica dal punto di vista tecnico e mi si dice che la cosa non è riparabile. Però, a questo punto, è ovvio che se mi fossi resa conto che non risultava il voto avrei fatto in modo di rettificare.
  Però, se c’è un problema tecnico, dobbiamo trovare il modo di risolverlo perché francamente, le ripeto, essendo questo un voto in cui sono stata particolarmente attenta, sono sicura di aver votato anche la seconda risoluzione.

  ALBERTO ZOLEZZI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, il 10 ottobre scorso si è tenuto un particolare consiglio comunale nella città di Mantova. Questo era un consiglio comunale per votare una mozione di sfiducia al sindaco Sodano. Nel corso di questo consiglio comunale si è discusso appunto di questa mozione firmata da 22 consiglieri del consiglio comunale di Mantova, ma nelle ore precedenti la votazione uno dei consiglieri, un consigliere appartenente al gruppo della Lega, Simeoni, risulta essere stato pressoché sequestrato per circa un'ora nell'ufficio del sindaco, tanto che al momento della votazione questo consigliere non risultava neppure presente in Aula ed è stato poi accompagnato e risulta in ospedale.
  Sono presenti sul sito della Gazzetta di Mantova – Presidente, si tratta del sito del giornale di cui lei ha potuto visitare la mostra recentemente – i video che riportano anche i fuori onda da parte del presidente del consiglio comunale Longfils. Non riporto le frasi che dice, ma in sostanza dice che è riuscito in qualche modo a fregare i cittadini di Mantova. Per cui noi redigeremo una interrogazione in questo senso, visto che Mantova è una realtà che nei prossimi mesi ha da affrontare diverse sfide economiche legate ai fondi dell'Expo e legate ad alcune società partecipate. Una situazione politica come quella che si configura e di eventuali irregolarità, a nostro parere, va sanata.

  SANDRA ZAMPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SANDRA ZAMPA. Signor Presidente, intervengo nella mia qualità e per conto del gruppo di Amicizia Italia-Birmania, per ricordare che domani si apre la decima edizione dell'Asem e che questo Parlamento ha votato nei mesi scorsi una risoluzione con la quale si chiede al Governo italiano di impegnarsi affinché il Myanmar, la Birmania continui nel suo cammino verso la democrazia. Lei stessa, signora Presidente – e la ringraziamo di questo – nell'incontro con il Presidente della Camera bassa del Myanmar che è avvenuto la settimana scorsa qui, ha ricordato questa necessità.
  Naturalmente è per sottolineare, ancora una volta, che il progresso economico non è disgiunto dal progresso sociale e dal cammino della democrazia. Quindi, anche se ci risulta che non ci siano incontri bilaterali con il Governo italiano e, tuttavia, essendo Presidenti di turno il Presidente Renzi e il Presidente Thein Sein, il nostro auspicio è che venga ricordato l'impegno di questo Parlamento e la speranza di questo Parlamento.

  LUIGI DALLAI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUIGI DALLAI. Signor Presidente la giornata di ieri ha visto, come lei stessa ha ricordato poc'anzi, numerose aree del nostro territorio travolte da ondate di fango e acqua, dovute all'esondazione dei corsi fluviali, in particolare dei reticoli minori. Come Genova, anche la zona meridionale della Toscana, ed in particolare le aree della Maremma, tra Manciano, Orbetello, Magliano in Toscana, sono state allagate. Oggi si contano le vittime, i danni, all'ambiente Pag. 86e alle attività produttive, mentre diverse decine di persone sono ancora sfollate.
  Due donne, due sorelle, Marisa e Graziella Carletti, intrappolate nella loro auto travolta dalle acque e dal fango del fosso Sgrilla, che si immette nel fiume Elsa, hanno perso la vita. La pietà umana impone di ricordare queste due vittime innocenti, e la solidarietà delle istituzioni deve essere rivolta innanzitutto alle famiglie.
  Ma la politica deve affrontare le cause di queste tragedie – che si ripetono ciclicamente – e interrogarsi compiutamente su come affrontare i fenomeni di dissesto del territorio sempre più frequenti. L'area della tragedia di ieri, infatti, tra Albinia e Manciano, è la stessa già alluvionata nel 2012, anche allora con il tributo di 3 vittime.
  Ho voluto ricordare il nome delle vittime e voglio qui ricordare i nostri doveri nei confronti del territorio e dell'ambiente, proprio oggi che stiamo affrontando per via legislativa temi importanti per la gestione del territorio. L'auspicio è quello di essere tutti in grado di interpretare i bisogni del nostro Paese in modo adeguato. Sappiamo che le norme non sono sempre perfettamente lineari e anche quando gli stanziamenti e le risorse finanziarie ci sono – e a queste magari se ne aggiungono altri, come approvato nella nottata scorsa – risulta spesso difficile impiegarle. L'impegno è dunque quello di lavorare perché lo Stato sia vicino nei fatti, con attenzione ed interventi finanziari, alle amministrazioni locali nell'opera di ricostruzione delle aree danneggiate, perché in un Paese evoluto non possiamo e non vogliamo rassegnarci a considerare le tragedie e le alluvioni come eventi inevitabili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  WALTER RIZZETTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Signor Presidente, io, come intervento di fine Aula, vorrei annunciare la presentazione in data odierna di una mozione di sfiducia per quanto riguarda il sottosegretario al lavoro Teresa Bellanova, per quanto riguarda i fatti fondamentalmente rispetto ad un suo collaboratore che fino a qualche settimana fa, fino a qualche giorno fa, noi – io in questo caso mi sento assolutamente garantista – avremmo comunque lasciato perdere volentieri, ma il sottosegretario in una sua intervista domenica sera ha negato l'evidenza, ha negato a tutti gli effetti di aver sottoscritto e firmato una lettera di referenze per lo stesso collaboratore – o quello che era un collaboratore – per poi essere smentita in maniera piuttosto semplice da un documento che è stato depositato in tribunale. Bene, Presidente, io penso che di politici bugiardi l'Italia ne abbia, anzi, ne voglia fare volentieri a meno. Per quanto ci riguarda quindi abbiamo presentato questa mozione, continueremo nella proposizione di questa mozione a meno che è il Primo Ministro, Matteo Renzi, non si prenda le sue responsabilità e vada ad estromettere da questo ruolo il sottosegretario Bellanova. Inoltre, Presidente, in ultimo, vorrei ricordare e vorrei sollecitare la risposta ad un'interrogazione che io ho già presentato, nello specifico la n. 4-04663, inerente il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. In questa interrogazione noi chiediamo ufficialmente che il Presidente della Repubblica risponda a questa domanda, ovvero se lo stesso Presidente, dopo chiaramente aver registrato la sua indennità annuale pari a 239.181 euro all'anno, vada a beneficiare anche della legge Mosca, una legge assolutamente indegna per un Paese civile. A questa interrogazione, Presidente, non c’è mai stato risposto. È già depositata da qualche mese, se non c’è nulla da nascondere, io sollecito in maniera assolutamente incisiva una risposta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  CLAUDIO COMINARDI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 87

  CLAUDIO COMINARDI. Signor Presidente, oggi vorrei ricordare la figura di un personaggio storico e politico straordinario, del quale, purtroppo, troppo poca gente è a conoscenza. Il 21 dicembre 1949 nasceva a Yako, nell'Alto Volta, Thomas Sankara, uomo e politico di grandi parole e fatti concreti, persona dotata di cultura ed intelligenza al di fuori del normale. Si iscrisse giovanissimo alla carriera militare non perché piacevolmente attratto dalla divisa ma semplicemente per agevolare i propri studi. Prova ne è il fatto che quando divenne capitano d'esercito a soli 19 anni, insegnò sempre ai suoi allievi a non fare la guerra. Il 4 agosto 1983 divenne presidente dell'Alto Volta a cui cambiò il nome in Burkina Faso, che in lingua burkinabe significa «Terra degli uomini integri». Iniziò il suo mandato vendendo le lussuose auto blu in dotazione al Governo. Il ricavato fu utilizzato per comprare le nuove auto della sua scorta, cinque Renault 5 non blindate, e per costruire due ospedali. Da subito decurtò il proprio stipendio del 500 per cento, imponendo col suo esempio il tetto massimo per qualsiasi salario statale. In una dichiarazione dei redditi da lui compilata come Presidente, gli unici suoi beni risultavano essere un'umilissima casa in cui viveva con moglie e figli, una bicicletta e una chitarra elettrica, sua vera passione. Thomas Sankara, il Presidente del Burkina Faso, non aveva un conto in banca. Trovava che non fosse per niente giusto vivere di agi in un Paese dove la gente moriva di fame. Sue furono le rivoluzionarie campagne di introduzione di innovative tecniche agricole che diedero al suo Stato l'indipendenza alimentare, di rilancio dell'artigianato tessile locale, di vaccinazione contro la malaria che in due anni fu debellata, della parità dei sessi tra uomo e donna, della creazione per ogni villaggio di Burkina di un campo da calcio, un pozzo per l'acqua e una scuola, politica che fece lievitare in soli due anni il tasso di alfabetizzazione dal 3 al 40 cento. E qui concludo.
  Grazie a lui, in meno di quattro anni, il Burkina Faso passò dal 143o al 78o posto della classifica dei Paesi meno poveri al mondo.
  Grazie a lui il Burkina Faso...

  PRESIDENTE. Concluda per favore...

  CLAUDIO COMINARDI. Sto per concludere..., il Burkina Faso divenne uno Stato autosufficiente
  Grazie a lui, la gente non moriva più di fame e non era più costretta a scappare verso terre straniere.
  Il 29 luglio 1987, al congresso dell'Organizzazione dei Paesi africani, pronunciò uno storico discorso sul debito pubblico causato dai Paesi occidentali.
  Sankara chiese a tutti i presidenti africani presenti di non pagare più...

  PRESIDENTE. Deputato Cominardi, la prego, si attenga ai tempi. Il suo tempo è scaduto.

  DAVIDE TRIPIEDI. Un secondo, la prego.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Sibilia.

  DAVIDE TRIPIEDI. Cazzo ! Aveva Finito !

  PRESIDENTE. Senta, può esprimersi in un altro modo ? La richiamo all'ordine ! La richiamo all'ordine !

  DAVIDE TRIPIEDI. Non sa neanche chi è.

  PRESIDENTE. Il collega Sibilia non c’è, quindi si intende che sia decaduto.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Signor Presidente, il collega Sibilia ha rinunciato più che essere decaduto.Pag. 88
  Per quanto sia ancora utile farle delle richieste, data la sua condizione a dir poco indecente nei confronti dell'opposizione, ci provo ancora essendo un uomo di fede e credendo nella provvidenza. Le chiedo, Presidente, che lei interceda, con il Ministero per gli affari esteri, per chiedere che il Ministro per gli affari esteri venga qui in Parlamento a riferirci su un caso, un decesso avvenuto il 30 settembre, del quale parla oggi un reportage sul il Fatto Quotidiano, a firma di Thomas Mackinson, sul decesso di un indigente, di un povero Cristo, morto il 30 settembre a Playa del Carmen, una cittadina vicino a Cancun, il quale aveva fatto richiesta – come la legge prevede – della possibilità di usufruire di un viaggio pagato da parte dell'ambasciata per tornare probabilmente a morire in Italia.
  Ecco, non si sa bene per quale ragione, l'ambasciata non l'ha autorizzato e il povero Cristo è morto in Messico. Consideri, Presidente, che qualche anno fa l'ex Ministro dell'ambiente Prestigiacomo proprio in quell'aeroporto, in quella città, riuscì comunque a usufruire di un volo, nonostante fosse finita la benzina nel volo dell'aereo di Stato, in quanto il console si precipitò a Playa del Carmen per pagare di tasca sua o con i soldi dell'ambasciata 4 mila euro di gasolio per permettere immediatamente al Ministro di tornare.
  Pensiamo che, oltre ai minuti di raccoglimento, la Presidenza si dovrebbe occupare di questi casi, per cui le chiediamo di intercedere con il Ministro degli affari esteri affinché venga in Aula a chiarirci questo episodio che ha coinvolto un indigente, un cittadino italiano che viveva all'estero. Grazie e migliori la sua conduzione.

  MIRKO BUSTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MIRKO BUSTO. Signor Presidente, continuo il discorso del mio collega leggendo direttamente le parole di Thomas Sankara. Chi mi ascolta mi permetta di dire che parlo non solo in nome del mio Burkina Faso, ma anche di tutti coloro che soffrono in ogni angolo del mondo. Parlo in nome di milioni di esseri umani che vivono nei ghetti perché hanno la pelle nera o perché sono di culture diverse, considerati poco più che animali. Parlo in nome di quanti hanno perso il lavoro in un sistema che è strutturalmente ingiusto e congiunturalmente in crisi, ridotto a percepire della vita solo il riflesso di quella dei più abbienti. Parlo in nome delle donne del mondo intero, che soffrono sotto un sistema maschilista che le sfrutta. Parlo in nome delle madri dei nostri Paesi impoveriti, che vedono i loro bambini morire di malaria o di diarrea e che ignorano che esistono per salvarli dei mezzi semplici, che la scienza delle multinazionali non offre loro, preferendo piuttosto investire nei laboratori cosmetici, nella chirurgia estetica, a beneficio dei capricci di pochi uomini e donne la cui bellezza è minacciata dagli eccessi di calorie nei pasti.
  Il mio Paese è la quintessenza di tutte le disgrazie dei popoli, una sintesi dolorosa di tutte le sofferenze dell'umanità, ma anche e soprattutto una sintesi delle speranze derivanti dalla nostra lotta. Ecco perché ci sentiamo una sola persona con i malati, che scrutano ansiosamente gli orizzonti di una scienza monopolizzata dai mercanti d'armi.
  Allora, finisco con una frase: “lo schiavo che non organizza la propria ribellione, non merita compassione per la sua sorte. Questo schiavo è responsabile della sua sfortuna se nutre qualche illusione quando il padrone gli promette libertà. La libertà può essere conquistata solo con la lotta” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PAOLO BERNINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO BERNINI. Presidente, anche io, come i miei colleghi, vorrei ricordare l'omicidio orchestrato da America e Francia a discapito di questo spirito ribelle che stava cambiando l'Africa anche attraverso Pag. 89il suo modo di pensare, in particolare sulla guerra e sull'essere soldato, sul quale Thomas Sankara aveva idee molto chiare. Queste sono le sue parole: «Quando sei in possesso di un'arma che può produrre tanta distruzione e morte, quando ricevendo degli ordini ti metti sull'attenti davanti a una bandiera, senza però sapere chi sono le persone che beneficiano di questi ordini e di quelle armi che impugni, finisci per diventare un potenziale criminale, che aspetta solo di premere il grilletto e di seminare il terrore intorno a te.
  Quanti militari sono in giro in diversi Paesi o in diversi campi di battaglia, spargendo desolazione e morte, senza capire che stanno combattendo altri uomini e altre donne che lottano per gli stessi ideali, e questo è solo perché non ne hanno coscienza. Quanti figli di lavoratori vedono i loro padri scioperare contro dei Governi ingiusti e solo perché indossano una divisa accettano di combattere per dei leader ingiusti.
  Quindi, lo dico chiaro e tondo: senza una formazione e una preparazione politica un soldato è un potenziale criminale. Ognuno di noi deve fare lo sforzo di superare il sentimento di odio, rifiuto e ostilità verso un popolo che vede come nemico. Ognuno di noi deve vincere la vittoria più importante: uccidere i semi di ostilità e inimicizia nei confronti di chiunque lo circonda. La nostra più grande vittoria è piantare dentro i nostri cuori i semi della vera amicizia, quella che resiste anche agli assalti omicidi di cannoni, aerei e carri armati. Questa amicizia può essere costruita solo sulla base di un amore rivoluzionario e sincero per gli altri».
  Queste parole sono ancora molto attuali anche dopo 27 anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, oggi hanno protestato numerosi lavoratori in cassa integrazione in deroga in tante città d'Italia. Sono cittadini senza lavoro, che non hanno alcuna possibilità di un reinserimento immediato nell'occupazione. Sono stati fortemente e pesantemente danneggiati dalla «legge Fornero». Non ricevono indennizzi da oltre sei mesi. Alcuni sono veramente disperati e hanno iniziato uno sciopero della fame e della sete. C’è stata una prima risposta delle istituzioni locali: si sono riuniti i consigli comunali in Sicilia, in Calabria. In questo momento a Ferrandina, in Basilicata, è riunito un consiglio comunale con tutti i sindaci del comprensorio, perché sono state fatte delle sollecitazioni alle prefetture.
  Io le chiedo, Presidente, siccome ci troviamo davanti a una situazione drammatica che tocca tantissime famiglie, di intervenire presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali perché quanto meno si diano questi arretrati e venga istituito un tavolo per affrontare questo argomento, così pesantemente presente nella nostra comunità e che colpisce tante famiglie e tanti lavoratori.

  CHIARA GAGNARLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CHIARA GAGNARLI. Presidente, questo intervento è per ricordare ancora l'assurdità delle immagini dei fatti che stiamo vedendo. A soli due anni di distanza e sempre nella stessa zona siamo infatti ancora testimoni dell'ennesima tragedia in Toscana, la morte di due donne nel territorio della Maremma, che è un territorio bellissimo ma che è stato vittima di scelte politiche incoscienti perpetrate negli anni.
  In questi ormai ricorrenti momenti, dove ci sentiamo spesso tristi e impotenti, come lei anche ha ricordato oggi in Aula, ci aspetteremmo comunque che il Governo abbia il buon senso di capire che l'unica opera utile che può fare è tutelare il territorio e mettere in sicurezza il territorio. Invece, ci troviamo un Governo – che cosa fa ? – che presenta un decreto scellerato, lo «sblocca Italia», il cui filo Pag. 90conduttore è il cemento, il consumo di suolo, le trivellazioni e, quindi, questo senso di impotenza aumenta.
  Presidente, i cittadini non meritano soltanto le nostre e le sue parole di cordoglio, ma meritano dei fatti. Noi, come MoVimento 5 Stelle, abbiamo presentato da tempo numerose proposte che giacciono nelle Commissioni. A breve, venerdì, presenteremo altre proposte proprio sulle frane, sulle alluvioni, che speriamo che il Governo e le forze politiche di maggioranza prendano in considerazione e da cui prendano almeno spunto, se vogliamo davvero fare qualcosa e smettere di fare minuti di silenzio.

  MARIALUCIA LOREFICE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIALUCIA LOREFICE. Signor Presidente, intervengo per porre all'attenzione di quest'Aula una vicenda relativa alla città di Ispica, in provincia di Ragusa. Da diverse ore la famiglia Milana sta portando avanti strenuamente un sit-in con sciopero della fame per porre all'attenzione delle competenti autorità e degli organi di informazione locale la loro storia. I Milana, infatti, hanno perso la loro attività commerciale su un chiosco comunale perché avevano dato fiducia e credibilità alle parole della politica, che aveva garantito loro il subentro nel chiosco dopo pochi mesi dall'estromissione, cioè subito dopo il termine dei lavori di rifacimento della piazza dove lo stesso chiosco era collocato.
  Ovviamente, di tali promesse nulla è rimasto di scritto e per assurdo, ad oggi Uccio e Alberto Milana si sono visti privare totalmente della loro attività, che rappresentava l'unico mezzo di sostentamento della loro famiglia. E questo per aver dato fiducia alle istituzioni. Quindi ci chiediamo: è possibile che chi dovrebbe difendere i cittadini in realtà è l'unico carnefice ? È questa la politica che vogliamo ? Da parte mia e di tutti i cittadini che hanno segnalato la vicenda va la piena solidarietà alla famiglia Milana.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 21,15)

  ARIS PRODANI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARIS PRODANI. Signor Presidente, come è stato ricordato qualche ora fa attraverso il minuto di raccoglimento proprio in quest'Aula, dopo Liguria, Piemonte, Emilia Romagna e Toscana, nella notte scorsa il maltempo ha colpito anche il Friuli Venezia Giulia, dove Trieste e provincia sono state interessate da eventi temporaleschi eccezionali che purtroppo finora hanno causato una vittima e più di cento interventi dei vigili del fuoco, chiamati per far fronte ad allagamenti di abitazioni, scantinati, attività commerciali e salvataggio di automobilisti bloccati nelle proprie vetture.
  Una donna di Muggia, comune in provincia di Trieste, è stata travolta e uccisa da un crollo a seguito di uno smottamento avvenuto nelle vicinanze della propria abitazione. In questo momento di lutto, voglio esprimere il nostro cordoglio e la nostra vicinanza ai familiari, rassicurando che vigileremo sull'individuazione delle eventuali responsabilità di quanto accaduto. Vorrei sottolineare, come comunicatomi anche dai sindaci interessati dalle zone coinvolte l'encomiabile sforzo dei vigili del fuoco e delle forze dell'ordine e dei volontari che stanno portando aiuto alle persone colpite con l'abnegazione che li distingue, cui va il mio, il nostro, sentito ringraziamento.
  Ormai è innegabile, Presidente, che non sia più accettabile il solo intervento postumo. Sulla provincia di Trieste, dove si sono abbattuti oltre 100 millimetri di pioggia in un'ora eventi del genere non erano mai successi e proprio questo elemento deve farci ulteriormente riflettere: è necessaria una nuova politica a tutela del territorio che possa far fronte alle minacce legate ad eventi atmosferici violenti come mai prima d'ora e che necessitano di un diverso approccio preventivo.Pag. 91
  Lo Stato, quindi il Governo e il Parlamento, devono immediatamente porre come priorità dell'agenda politica misure urgenti per contrastare il dissesto idrogeologico e l'avvio di nuove iniziative per far fronte a questi fenomeni meteorologici ormai divenuti troppo frequenti per il nostro Paese.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, anche io volevo aggiungere le mie parole a quelle del collega e concittadino Aris Prodani rispetto al cordoglio per la vittima della tragedia che è avvenuta stamattina e il ringraziamento sentito, come ha fatto lui con utili e corrette parole, nei confronti di coloro che si stanno occupando anche in queste ore dei soccorsi, dai vigili del fuoco agli operatori della Protezione civile, ma anche tutti gli amministratori, i sindaci, che sono impegnati in prima persona rispetto ad un dramma che – è evidente – sta coinvolgendo e sconvolgendo tutto il nostro Paese, a cui alle nostre parole di solidarietà, che sono onestamente sincere da parte di tutti i gruppi politici, deve aggiungersi anche un lavorio, che anche qui è opportuno che venga fatto da tutte le forze politiche, per porre rimedio ai danni che vengono causati, per portare sollievo agli operatori economici che sono danneggiati, alle famiglie che hanno visto spesso i loro risparmi spazzati via con le case distrutte, così come è stato descritto in tante parti d'Italia, ma anche con le norme che permettano al nostro Paese di essere messo in sicurezza nel migliore dei modi possibili.

  GIULIA NARDUOLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIULIA NARDUOLO. Signor Presidente, vorrei mettere a conoscenza dell'Aula che anche il basso Veneto, in particolare, è stato al centro di un eccezionale evento atmosferico nel pomeriggio di lunedì 13 ottobre, evento che ha interessato diverse zone, in particolare alcuni comuni della provincia di Rovigo (Melara, Bergantino, Castelmassa) e della provincia di Padova, dal capoluogo, Padova, fino alla zona del Montagnanese, passando per Este, Baone, Arquà Petrarca, Battaglia Terme, Ponso, Carceri.
  Un fortissimo temporale, con grandine e trombe d'aria, ha letteralmente squassato parte di questi territori, sradicando alberi, scoperchiando tetti di abitazioni e fabbricati ad uso agricolo e industriale e danneggiando edifici pubblici, così come colture e allevamenti, e provocando un'interruzione dell'energia elettrica, durata fino ad oggi.
  Per queste zone, il 2014 sarà un anno da dimenticare in fretta, viste le calamità naturali susseguitesi nel giro di pochi mesi. Infatti, è dell'inizio dell'anno anche l'emergenza per gli episodi alluvionali. Gli eventi meteorologici accaduti in Veneto questo lunedì sono stati provocati dalle stesse perturbazioni che hanno interessato pesantemente la Liguria, l'Emilia, il Piemonte, la Toscana e anche il Friuli, come è stato già ricordato.
  Chiedo che il Governo inserisca anche le zone del Veneto che ho menzionato in una dichiarazione di stato di emergenza che preveda un adeguato ristoro dei danni subiti, che già si può dire che ammontano ad alcuni milioni di euro, in particolare per le attività produttive coinvolte, e la sospensione del pagamento delle imposte in scadenza, così come stabilito con il decreto-legge n. 4 del 2014 in occasione degli eventi alluvionali di inizio anno in Emilia e in Veneto.

  EMANUELE SCAGLIUSI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE SCAGLIUSI. Signor Presidente, anch'io, come i colleghi che mi hanno preceduto, ricorderò Sankara, citando il suo discorso alle Nazioni Africane.Pag. 92
  Noi pensiamo che il debito si analizza prima di tutto dalla sua origine. Le origini del debito risalgono alle origini del colonialismo. Quelli che ci hanno prestato denaro sono gli stessi che ci avevano colonizzato. Sono gli stessi che gestivano i nostri Stati e le nostre economie. Sono i colonizzatori che indebitavano l'Africa con i finanziatori internazionali, che erano i loro fratelli e cugini.
  Noi non c'entravamo niente con questo debito, quindi non possiamo pagarlo. Noi ci siamo indebitati per 50, 60 anni e più, cioè siamo stati portati a compromettere i nostri popoli per 50 anni e più. Il debito, nella sua forma attuale, controllata e dominata dall'imperialismo, è una riconquista dell'Africa sapientemente organizzata, in modo che la sua crescita e il suo sviluppo obbediscano a delle norme che ci sono completamente estranee. Il debito non può essere rimborsato, prima di tutto perché, se noi non paghiamo, i nostri finanziatori non moriranno, ne siamo sicuri; invece, se paghiamo, noi moriremo, e ne siamo ugualmente sicuri.
  Quelli che ci hanno condotti all'indebitamento hanno giocato come al casinò: finché guadagnavano, non c'era alcun dibattito; ora che perdono al gioco, esigono il rimborso. Si parla di crisi. No, signor Presidente, hanno giocato, hanno perduto, è la regola del gioco, e la vita continua.
  Non possiamo rimborsare il debito perché non abbiamo di che pagare. Non possiamo rimborsare il debito perché non siamo responsabili del debito. Non possiamo pagare il debito perché, al contrario, gli altri ci devono ciò che le più grandi ricchezze non potranno mai ripagare: il debito del sangue.

  PRESIDENTE. Onorevole, concluda.

  EMANUELE SCAGLIUSI. Oggi c’è crisi perché le masse rifiutano che le ricchezze siano concentrate nelle mani di qualche individuo. C’è crisi perché qualche individuo deposita nelle banche estere delle somme colossali, che basterebbero a sviluppare l'Africa.

  PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere.

  EMANUELE SCAGLIUSI. Facciamo in modo che il mercato africano – sto concludendo – sia il mercato degli africani. Produrre in Africa, trasformare in Africa, consumare in Africa. Produciamo quello di cui abbiamo bisogno e consumiamo quello che produciamo, invece di importarlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Vorrà dire che i secondi che ha sforato li sottrarrò all'onorevole D'Ambrosio, che si è iscritto alla fine, per punizione...
  Ha chiesto di parlare il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, più volte avevo sollecitato, proprio da questi banchi, due interrogazioni che riguardano la strada statale 275, la Maglie-Santa Maria di Leuca. Oggi, su il Fatto Quotidiano, vi è una bell'articolo che riprende un po’ le fila di questo pasticcio. Vi è tutto in questo affare: vi sono 287 milioni, parte del CIPE e parte del Fondo per lo sviluppo del Mezzogiorno. Vi è il conflitto di interessi. Vi è la famiglia Matarrese implicata.
  C’è il presidente di ACI, che è lo stesso presidente della società che avrebbe dovuto fare il progetto, c’è in mezzo ANAS, ci sono tutti e questo è un emblema di come viene amministrato il nostro territorio. Io volevo fare questo intervento, perché mi sembra assurdo che si parli sempre di cooperative rosse, di appalti, si parla di riforme e questo è quello che sta succedendo in ogni parte d'Italia, anche nel Salento, purtroppo. Non c’è alcuna distinzione tra l'Expo e quello che avviene per altre infrastrutture stradali e noi speriamo, ci auguriamo, che questo Governo rinsavisca e non sprechi più le risorse e le destini, invece, per qualcosa di più utile gli italiani.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Dadone. Ne ha facoltà.

Pag. 93

  FABIANA DADONE. Signor Presidente, oggi è capitato qualcosa di unico nella storia della Repubblica, per la prima volta nella Giunta per le elezioni ci sono state delle audizioni proposte tra l'altro dal MoVimento 5 Stelle e accettate da tutta la presidenza e dagli altri gruppi, in merito agli effetti della sentenza della Consulta n. 1 del 2014, sulla convalida del premio di maggioranza e, in particolar modo, sui subentri ai parlamentari europei. È stata una bellissima occasione di formazione, e di informazione, anche per noi, con l'audizione, inizialmente, di due esperti. Fino ad un certo punto è stata un'ottima giornata, poi da un certo punto, quella che è stata un'audizione che si è svolta nel solito garbo istituzionale, di cui questa sede è solitamente dotata, la situazione è scivolata via in maniera molto, molto, imbarazzante, grazie all'intervento dell'onorevole Nardi, che per chi ci segue da casa è un ex membro di SEL, ora membro del nuovo partito LED. Che cosa ha fatto questa onorevole collega, che ci tengo a dire chiamo onorevole in senso puramente sarcastico ? Ha sostanzialmente aggredito verbalmente uno degli auditi, in particolar modo, il professore Spadacini ritenendo che lui fosse lì a rispondere a domande che nessuno gli aveva fatto veramente, che fosse lì a dire quella che era la sua opinione, che nessuno gli aveva chiesto, e che sostanzialmente lui avesse addirittura sbagliato audizione; gli ha detto proprio: professore, lei sa che c’è ? ha sbagliato audizione, dovrebbe andare da un'altra parte. Ora un atteggiamento di questo genere all'interno di quella che è la Giunta per le elezioni, quindi una Giunta che riassume quello che è l'Assemblea, è letteralmente inaccettabile a mio modo di vedere. Tutta l'Assemblea che, in quel momento, era rappresentata anche dall'onorevole Nardi, ha fatto una figura pessima di fronte alla comunità scientifica e io vorrei stigmatizzare di fronte a lei, e a quest'Aula che, purtroppo, ormai è deserta, un atteggiamento che è dir poco vergognoso.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rampi. Ne ha facoltà.

  ROBERTO RAMPI. Signor Presidente, intervengo per ricordare, oggi, in quest'Aula, Giovanni Reale, che è scomparso oggi: ci ha lasciati un grandissimo filosofo italiano. Io credo che in giornate come queste, in tempi come questi, in cui siamo sopraffatti dalla cronaca, una figura come quella di Giovanni Reale, che ha contribuito significativamente alla scoperta e alla riscoperta dei classici, che ci ha portato alle origini della cultura del pensiero occidentale e che ha contribuito a trasmettere, e a rileggere, la saggezza degli antichi, meriti di essere ricordato in quest'Aula, e meriti di essere riscoperto e trasmesso alle generazioni che, in realtà, lo conoscono molto, perché Giovanni Reale è stato, soprattutto, per molti l'autore di un grande manuale di filosofia che in tutti i nostri licei è stato presente. Mi sembrava giusto, in questa giornata in cui ci ha lasciato, ricordarlo in quest'Aula (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dall'Osso. Ne ha facoltà.

  MATTEO DALL'OSSO. Signor Presidente, vorrei ricordare, per la seconda volta – credo – forse la terza (mai nella mia vita lavorativa mi sono visto a dover ripetere una cosa almeno due o tre volte), al Governo di voler dar seguito all'ordine del giorno sulla possibilità di inserire sulla carta di identità, e sul passaporto, la volontà o il diniego della donazione di organi.
  E poi, in più, vorrei sollecitare il Governo a dare risposta a una mia interrogazione, la n. 4-06060, sul terremoto dell'Emilia Romagna. Che dire ? Io sono stanco, sono stanco, sono stanco.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente, cosa accomuna le grandi opere come Expo, TAV, Mose ? Semplicemente Pag. 94una cosa, che la volontà politica non ha ascoltato la volontà popolare, quello che le associazioni e i comitati chiedevano. E non ascoltando si è sempre rivelata vera e giusta la direzione del popolo, quindi la richiesta di allontanare la mafia da alcune opere, eccetera.
  Un'altra di queste grandi opere, che è una parte di Expo, è quella delle cosiddette vie d'acqua, che furono addirittura qualificanti per far vincere la gara di Milano contro Smirne per ottenere l'Expo 2015. Le vie d'acqua dovevano essere un canale di connessione della zona Expo con la città. Cosa succede ? Succede che passano gli anni, Expo è tutta in ritardo, essendo in ritardo viene inserito un commissario straordinario che riduce il progetto delle vie d'acqua e lo rende sostanzialmente un rigagnolo d'acqua. Se andate a vedere – non sono parole mie – e andate a verificare le opere e il progetto nuovo è rimasto soltanto un rigagnolo non navigabile.
  Che succede ? Che i comitati popolari ancora una volta contestano l'opera, perché andrà a distruggere i migliori parchi di Milano (il parco delle Cave, il parco di Trenno e i parchi nell'area limitrofa), per creare sostanzialmente un rigagnolo, che servirà soltanto a utilizzare dei soldi che erano stati investiti, quindi, tanto per cambiare, a far fare soldi agli amici degli amici.
  Allora io mi chiedo: è davvero possibile che questo Governo non sia in grado più di ascoltare nessuno, neanche chi in quelle zone vive e segue le opere con tanta attenzione da anni ? Allora, il MoVimento 5 Stelle è sempre dalla parte dei cittadini e io invito chiunque a partecipare al sit in che si terrà questo sabato nella zona di Bonola contro le vie d'acqua: un'altra opera folle che non rispetta la volontà dei cittadini, ma rispetta soltanto la volontà di chi vuole mettere altro cemento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, spero di poter guadagnare di nuovo i secondi che in qualche modo mi aveva sottratto facendole questa citazione, è una citazione di un politico e carica istituzionale che stimo e che dice: «Sono certo che non riguarderanno solo coppie gay. Sarebbe assurdo che per eliminare una discriminazione se ne compia un'altra». Questo, Presidente, è il suo tweet riguardo alla questione delle unioni civili. Io sono convinto che questo sia un argomento importante e sono convinto che debba essere un argomento da affrontare. Però questo argomento, che viene dopo le dichiarazioni del suo Presidente Renzi e che viene dopo le dichiarazioni veramente ridicole del Ministro Alfano, relativamente alla questione delle unioni civili, cozza fortemente con quella che è la realtà.
  La realtà è quella che qualche giorno fa in Puglia una coppia di omosessuali, abituali donatori di sangue, ha ottenuto di fatto un rifiuto a poter donare il sangue. Un rifiuto dietro il quale si è nascosta all'inizio l'impossibilità di prassi, quando questi erano – sottolineo – abituali donatori. E quando poi è stato fatto presente questo, addirittura un'infermiera ha detto: «Ma il vostro sangue abitualmente dopo la donazione viene gettato».
  Allora, Presidente, io mi chiedo quale importanza hanno le affermazioni prima ridicole del Ministro Alfano e poi magari accettabili del suo Presidente del Consiglio Renzi su un argomento importante quando ci troviamo di fronte a questi argomenti. Io, Presidente, visto il suo tweet, credo in questo senso di aprire un arco di sensibilità importante nel portare, invece, in questo momento all'attenzione del Governo una cosa importante, quella – Presidente, qui concludo – dell'affermare prima di tutto i diritti di tutti i cittadini, senza alcuna distinzione sessuale, cioè quella di poter donare il sangue e che questo sangue venga mantenuto, se sano, all'interno degli ospedali, visto che ci sono dei cittadini che hanno bisogno di questo sangue e molte volte purtroppo hanno degli incidenti e muoiono perché sangue non ce n’è.Pag. 95
  Presidente, affrontiamo questa cosa che sicuramente succede non soltanto in Puglia, ma magari anche in altre realtà.
  Affrontiamo questa realtà, magari facciamo una direttiva del Ministro per questo e quindi combattiamo questa battaglia assieme e magari renderemo la vita di ogni cittadino più civile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. La ringrazio. Ovviamente affronteremo questa discussione quando il Presidente non siederà qui, ma la ringrazio. Vorrei solo dirle – per alcuni è una tegola, per altri è una speranza – che il Presidente del Consiglio non è solo mio: è il Presidente del Consiglio di questo Paese, quindi anche suo, per l'esattezza.

  MAURO PILI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MAURO PILI. Signor Presidente, io ho provato sconcerto, in questa giornata, ad ascoltare, sia in Commissione sia in Aula, le parole anche della Presidente Boldrini di commemorazione delle vittime di questi giorni delle alluvioni che ci sono state in Liguria ed in altre regioni del nostro Paese.
  Ho provato sconcerto pensando che in questi giorni si compiono gli 11 mesi dall'alluvione che ha devastato la Sardegna, che ha provocato 18 vittime, 2.700 sfollati. Ad oggi il Governo non ha dato nessuna risposta alle mie interrogazioni, alle interrogazioni presentate e soprattutto, cosa ben più grave, non ha stanziato un solo euro per risarcire i danni a quei cittadini colpiti da quella alluvione e non ha stanziato un solo euro per ricostruire quelle città e quei paesi gravemente colpiti. Credo che sia lo sconcerto di chi adesso sta vivendo queste ore drammatiche in Liguria ed in altre regioni del nostro Paese, quello che in Sardegna, in maniera così forte e così grave, si è vissuto 330 giorni fa. Ebbene, questo Governo non ha dato nessuna risposta e quindi per questo io mi permetto di sollecitare la Presidenza perché venga il Governo in Aula, a dare non soltanto le risposte, ma anche quelle risorse che vengono meno.
  Vorrei nel contempo anche sollecitare la risposta ad un'altra interrogazione: la Sardegna, in questi giorni ed in queste settimane, è al centro di una grandissima scoperta archeologica, che sta cambiando le sorti della storia del Mediterraneo, con la scoperta dei giganti di monte Prama. Credo che sia assolutamente importante che il Governo venga qui a rispondere a quelle interrogazioni, la smetta di fare azioni per togliere gli archeologi dell'università di Sassari e di Cagliari da quegli scavi per sostituirli con imprese legate alle cooperative rosse e venga qui a dare risposte compiute, perché la Sardegna vuole continuare, con i suoi uomini e con le sue donne, a fare quegli scavi.

Per fatto personale (ore 21,35).

  DIEGO DE LORENZIS. Chiedo di parlare per fatto personale.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, io faccio prima una premessa: ero rimasto colpito favorevolmente dalla presidenza della Presidente Boldrini fino agli interventi di fine seduta, cosa che non era mai accaduta dall'inizio della legislatura. Mi è stato chiesto dall'onorevole Rosato di chiedere scusa alla Presidente Boldrini, perché ho chiesto con veemenza di studiare il Regolamento.
  Ora mi preme sottolineare all'onorevole Rosato che il mio cognome intanto è De Lorenzis e non è De Lorenzo, perché quello è un ex Ministro della sanità della prima Repubblica, con ben altro curriculum rispetto al mio, e per questo inappropriato accostamento forse è lui che dovrebbe scusarsi.
  Ritornando al tema, in quest'Aula si deroga spesso al Regolamento, Presidente, facendo riferimento alla prassi ed oggi è stato creato un altro pericoloso precedente. Non ho di che scusarmi con chicchessia, dato che so che la decisione di Pag. 96stasera, relativa a negare il ritorno in Commissione del provvedimento, e quella precedente della ghigliottina, sempre apposta dalla Presidente Boldrini, non sono nel Regolamento, ma sono atti autoritari, a discrezione della Presidenza. Pertanto suggerisco ed invito la Presidente Boldrini al buon senso ed alla coerenza, quindi a chiedere perdono agli italiani e dimettersi.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Ricordo che domani, giovedì 16 ottobre, è convocata, alle ore 16, la riunione del Parlamento in seduta comune per l'elezione di due giudici della Corte costituzionale e per l'elezione di un componente del Consiglio Superiore della Magistratura.
  La chiama avrà inizio, d'altronde come di consueto, con i senatori.
  Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Giovedì 16 ottobre 2014, alle 9:

  1. – Seguito della discussione della proposta di legge:
   CAUSI ed altri: Disposizioni in materia di emersione e rientro di capitali detenuti all'estero nonché per il potenziamento della lotta all'evasione fiscale. Disposizioni in materia di autoriciclaggio (C. 2247-A).
   e dell'abbinata proposta di legge: CAPEZZONE (C. 2248).
  — Relatori: Sanga, per la maggioranza; Busin, di minoranza.

  2. – Seguito della discussione della proposta di legge:
   CAPEZZONE: Riforma della disciplina delle tasse automobilistiche e altre disposizioni concernenti l'imposizione tributaria sui veicoli (C. 2397-A).
  — Relatore: Fregolent.

  3. – Discussione del testo unificato delle proposte di legge:
   BRESSA; FRACCARO ed altri; CIVATI ed altri; TINAGLI ed altri; DADONE ed altri; SCOTTO ed altri: Disposizioni in materia di conflitti di interessi dei titolari delle cariche di Governo. Delega al Governo per l'adeguamento della disciplina relativa ai titolari delle cariche di Governo locali (C. 275-1059-1832-1969-2339-2652-A).
  — Relatore: Sisto.

  4. – Discussione del disegno di legge:
   Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013-bis (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (C. 1864-B).
  — Relatori: Michele Bordo, per la maggioranza; Borghesi, di minoranza.

  5. – Seguito della discussione dei disegni di legge:
   S. 1242 – Ratifica ed esecuzione del Protocollo aggiuntivo (n. 2) all'Accordo sulla sede tra il Governo della Repubblica italiana e l'Istituto universitario europeo, con Allegato, fatto a Roma il 22 giugno 2011 (Approvato dal Senato) (C. 2420).
  — Relatore: Cassano.
   Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea per la protezione del patrimonio archeologico, fatta alla Valletta il 16 gennaio 1992 (C. 2127-A).
  — Relatore: Chaouki.
   S. 1219 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Estonia sulla lotta contro la criminalità organizzata, il terrorismo ed il traffico illecito di droga, fatto a Tallinn l'8 settembre 2009 (Approvato dal Senato) (C. 2421).
  — Relatore: Cimbro.Pag. 97
   S. 1336 – Ratifica ed esecuzione del Protocollo di modifica della Convenzione relativa ai trasporti internazionali ferroviari (COTIF) del 9 maggio 1980, fatto a Vilnius il 3 giugno 1999 (Approvato dal Senato) (C. 2621).
  — Relatore: Cimbro.
   S. 1300 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione in materia di navigazione satellitare tra l'Unione europea e i suoi Stati membri e il Regno di Norvegia, fatto a Bruxelles il 22 settembre 2010 (Approvato dal Senato) (C. 2277).
  — Relatore: Cassano.

  6. Seguito della discussione delle mozioni Scotto ed altri n. 1-00537, Pisicchio n. 1-00609, Covello ed altri n. 1-00612, Palese e Russo n. 1-00614, Baldassarre ed altri n. 1-00621 e De Girolamo ed altri n. 1-00624 concernenti iniziative per il rilancio economico e occupazionale del Mezzogiorno, con particolare attenzione alla situazione della Campania.

  7. – Seguito della discussione delle mozioni Tinagli, Carfagna, Giuliani, Dorina Bianchi, Binetti, Di Salvo ed altri n. 1-00272, Mucci ed altri n. 1-00611, Nicchi ed altri n. 1-00613, Speranza ed altri n. 1-00615 e Rondini ed altri n. 1-00620 concernenti iniziative a sostegno delle politiche di genere.

  8. – Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di inchiesta parlamentare:
   FRATOIANNI ed altri; MARAZZITI ed altri; FIANO: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza e di identificazione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti nei centri di accoglienza (CDA), nei centri di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) e nei centri di identificazione ed espulsione (CIE) (Doc. XXII, nn. 18-19-21-A).
  — Relatore: Migliore.

  9. – Seguito della discussione delle mozioni Nicoletti ed altri n. 1-00603, Santerini ed altri n. 1-00604, Manlio Di Stefano ed altri n. 1-00605, Palazzotto ed altri n. 1-00616, Dorina Bianchi ed altri n. 1-00617, Matteo Bragantini ed altri n. 1-00618 e Brunetta ed altri n. 1-00619 concernenti iniziative in materia di diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati, con particolare riferimento alla revisione del regolamento dell'Unione europea noto come «Dublino III».

  (ore 12)

  10. – Informativa urgente del Governo sui recenti eventi alluvionali.

  (ore 14)

  11. – Informativa urgente del Governo sugli sviluppi delle iniziative in materia di gestione dei flussi di migranti nel Mediterraneo.

  La seduta termina alle 21,40.

TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO DEL DEPUTATO TIZIANO ARLOTTI SULL'ORDINE DEI LAVORI

  TIZIANO ARLOTTI. Domenica è venuto a mancare Gerardo Filiberto Dasi, fondatore e anima del Centro Pio Manzù e delle Giornate internazionali di studio tenute annualmente a Rimini. Da oltre quarant'anni questa Associazione rappresenta un punto di riferimento nel panorama culturale italiano e internazionale contribuendo a generare attenzione sui grandi temi dell'umanità, dall'ambiente all'economia, dal dialogo religioso ai rapporti geopolitici, dalla pace ai diritti della persona.
  Gerardo Filiberto Dasi ha portato in questi decenni alle Giornate i grandi leader della terra. Solo per citare alcuni nomi: Mikhail Gorbaciov, George Bush Senior, la Principessa Diana del Galles, la Regina Rania di Giordania; Javier Solana, Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza Comune dell'Unione Europea; Pag. 98Henry A. Kissinger, Premio Nobel per la Pace 1973 e già Segretario di Stato USA; Javier Perez de Cuellar, già Segretario Generale delle Nazioni Unite; James Tobin, Premio Nobel per l'Economia; Oscar Arias Sanchez, Premio Nobel per la Pace; Jeremy Rifkin, Fondatore e Presidente della Foundation on Economie Trends.
  Ieri, nel giorno delle esequie, sono arrivati messaggi di cordoglio da tutto il mondo, tra cui quello del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e dell'Alto Rappresentante dell'Alleanza delle Civiltà delle Nazioni Unite, Nassir Abdulaziz Al-Nasser, che erano legati a Gerardo Filiberto Dasi da sentimenti di stima ed amicizia.
  Come ha ricordato il presidente Napolitano, «Dasi ha contribuito come pochi altri a stimolare la riflessione sui grandi temi economici e scientifici di rilevanza internazionale, promuovendo una vasta attività di ricerca che ha coinvolto ogni anno studiosi di diverse discipline e orientamenti, all'insegna del dialogo e del confronto».
  «I valori del Centro Internazionale di Ricerche Pio Manzù da lui fondato, hanno contribuito a creare un ponte di dialogo culturale tra il mondo arabo e l'Europa e una rinascita nel rapporto tra le due civiltà – ha evidenziato nel suo messaggio Nasser –. L'attenzione del Centro per la comprensione e la tolleranza internazionale è stata di grande incoraggiamento per l'Alleanza delle Civiltà delle Nazioni Unite».
  Per questo ritengo che la figura di Gerardo Filiberto Dasi meriti non solo di essere ricordata, ma anche che il suo lavoro continui e che le Giornate vengano portate avanti. Chiedo al Ministero degli Esteri un impegno affinché il Centro Pio Manzù, con il suo ruolo importantissimo nelle relazioni internazionali e per il dialogo con il Medio Oriente, possa avere adeguato sostegno e possa essere sempre di più una delle strutture che a livello mondiale favoriscono la pacificazione.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Pdl 2247-A e abb. - em. 1.153 288 287 1 144 16 271 93 Resp.
2 Nom. Testo alt. rel. min. Busin 376 345 31 173 11 334 91 Resp.
3 Nom. em. 1.302 374 372 2 187 74 298 91 Resp.
4 Nom. em. 1.156 383 383 192 16 367 91 Resp.
5 Nom. em. 1.311 382 381 1 191 68 313 90 Resp.
6 Nom. em. 1.320 394 381 13 191 75 306 90 Resp.
7 Nom. em. 1.324 398 384 14 193 46 338 90 Resp.
8 Nom. em. 1.326 404 403 1 202 59 344 90 Resp.
9 Nom. em. 1.327 411 410 1 206 63 347 90 Resp.
10 Nom. em. 1.338 424 404 20 203 69 335 89 Resp.
11 Nom. em. 1.400 423 348 75 175 344 4 89 Appr.
12 Nom. em. 1.351 421 414 7 208 56 358 89 Resp.
13 Nom. em. 1.348 423 419 4 210 89 330 88 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.352 421 419 2 210 100 319 88 Resp.
15 Nom. em. 1.356 426 422 4 212 73 349 88 Resp.
16 Nom. em. 1.163 420 416 4 209 69 347 88 Resp.
17 Nom. em. 1.353 415 410 5 206 99 311 88 Resp.
18 Nom. em. 1.166 425 421 4 211 89 332 88 Resp.
19 Nom. em. 1.167 426 422 4 212 89 333 88 Resp.
20 Nom. em. 1.329 432 424 8 213 39 385 88 Resp.
21 Nom. em. 1.361 433 430 3 216 55 375 88 Resp.
22 Nom. em. 1.168 429 425 4 213 84 341 88 Resp.
23 Nom. em. 1.381 408 407 1 204 48 359 90 Resp.
24 Nom. em. 1.384 428 427 1 214 57 370 87 Resp.
25 Nom. em. 1.387 430 426 4 214 96 330 87 Resp.
26 Nom. em. 1.332 432 431 1 216 59 372 87 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 1.170 441 418 23 210 79 339 86 Resp.
28 Nom. em. 1.173 440 361 79 181 51 310 86 Resp.
29 Nom. em. 1.172 439 437 2 219 103 334 86 Resp.
30 Nom. em. 1.174 435 433 2 217 131 302 86 Resp.
31 Nom. em. 1.310 433 431 2 216 100 331 86 Resp.
32 Nom. em. 1.333 434 432 2 217 108 324 86 Resp.
33 Nom. em. 1.157 rif. 437 426 11 214 327 99 85 Appr.
34 Nom. articolo 1 440 439 1 220 288 151 85 Appr.
35 Nom. mantenimento articolo 2 442 441 1 221 287 154 84 Appr.
36 Nom. em. 3.27 423 418 5 210 58 360 85 Resp.
37 Nom. em. 3.150 403 401 2 201 90 311 83 Resp.
38 Nom. em. 3.151 410 408 2 205 90 318 83 Resp.
39 Nom. em. 3.2 422 416 6 209 57 359 82 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 45)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 3.153 429 407 22 204 87 320 83 Resp.
41 Nom. em. 3.3 425 421 4 211 101 320 82 Resp.
42 Nom. em. 3.154 426 423 3 212 102 321 83 Resp.
43 Nom. em. 3.155 419 398 21 200 126 272 83 Resp.
44 Nom. em. 3.4 408 408 205 50 358 83 Resp.
45 Nom. em. 3.158 rif. 382 363 19 182 246 117 84 Appr.