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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 271 di giovedì 24 luglio 2014

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

  La seduta comincia alle 10,05.

  ANNA ROSSOMANDO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Balduzzi, Boccia, Michele Bordo, Caparini, Dambruoso, Del Basso De Caro, Di Lello, Di Salvo, Epifani, Ferranti, Fico, Fontanelli, Fraccaro, Leone, Antonio Martino, Merlo, Miotto, Pes, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Sanga, Scalfarotto, Scotto, Sisto, Speranza, Vargiu e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente ottantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 26 giugno 2014, n. 92, recante disposizioni urgenti in materia di rimedi risarcitori in favore dei detenuti e degli internati che hanno subito un trattamento in violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, nonché di modifiche al codice di procedura penale e alle disposizioni di attuazione, all'ordinamento del Corpo di polizia penitenziaria e all'ordinamento penitenziario, anche minorile (A.C. 2496-A) (ore 10,09).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2496-A: Conversione in legge del decreto-legge 26 giugno 2014, n. 92, recante disposizioni urgenti in materia di rimedi risarcitori in favore dei detenuti e degli internati che hanno subito un trattamento in violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, nonché di modifiche al codice di procedura penale e alle disposizioni di attuazione, all'ordinamento del Corpo di polizia penitenziaria e all'ordinamento penitenziario, anche minorile.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,10).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo, pertanto, la seduta che riprenderà alle ore 10,30.

  La seduta, sospesa alle 10,10, è ripresa alle 10,35.

Pag. 2

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 2496-A)

  PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'Allegato A della seduta del 22 luglio 2014 – A.C. 2496-A) nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione (Vedi l'Allegato A della seduta del 22 luglio 2014 – A.C. 2496-A). Ricordo che gli emendamenti presentati sono riferiti agli articoli del decreto-legge nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione (Vedi l'Allegato A – A.C. 2496-A). Ricordo che nella seduta di ieri è stato respinto da ultimo l'emendamento Molteni 8.11.
  Passiamo ora all'emendamento Molteni 8.14, sul quale il relatore e il Governo hanno formulato un invito al ritiro.
  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Molteni 8.14 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
  Passiamo ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 8.14, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Cassano, Argentin, Folino, Faraone, Nicoletti, Cimbro, Carfagna, Fabbri, Marzana, Schirò, Bratti, Manfredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  338   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato   95    
    Hanno votato no  243.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Capodicasa, Gribaudo e Burtone hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e la deputata Bergamini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Molteni 8.15.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, intervengo per chiarire il senso della votazione su questi emendamenti all'articolo 8, che potrebbe apparire contraddittorio con quello che abbiamo detto in precedenza. Ricordo che noi siamo contrari a questa norma, non perché non riteniamo che vada circoscritta e modificata la norma sulla custodia cautelare, ma riteniamo che sia sbagliato il modo con cui è stato fatto; e lo ribadiamo senza consentire che magari un Ermini qualunque possa filosofeggiare sulla giuridicità di quello che si dice. Basta leggere i giornali, per verificare che è la pubblica accusa quella che porta avanti le ordinanze di custodia cautelare, i nomi dei GIP non sono neanche citati dai giornali quando si parla di richieste di custodia cautelare; ed è chiaro anche che purtroppo c’è una consuetudine ormai invalsa, per la quale i PM e i GIP parlano antecedentemente e si consultano sulla custodia cautelare, sulla richiesta: cosa che invece andrebbe punita per legge perché il giudice dovrebbe essere terzo, ma sappiamo le cose come vanno.
  Il punto rimane sempre in via generale, il principio di stretta legalità, di tassatività – mi rendo conto che non tutti, tra i banchi dei relatori, comprendono il significato di alcuni termini tecnici – che prevede chiaramente che nessuno può essere punito se non in forza di una norma che preveda espressamente quel fatto come reato e che nessuno può essere incarcerato prima di una sentenza passata in giudicato – quindi, dopo tre gradi di giudizio – se non ci sono prove certe, Pag. 3elementi certi per consentirne la carcerazione. Sappiamo bene che questi elementi possono essere certi o in caso di flagranza di reato o in caso di fuga, tentativo di fuga, tentativo di inquinamento delle prove, inquinamento delle prove e condotte di reiterazione del reato. Purtroppo la legge attuale non prevede questo.
  Questa norma amplia ancora di più la discrezionalità dei magistrati, che potranno richiedere o concedere – così facciamo contenti i professorini del diritto –, a seconda se siano PM o GIP, l'ordinanza di custodia cautelare, in base a un giudizio prognostico. E lo ripeto: si mette in galera una persona senza processo e poi c’è un giudizio che deve prevedere che pena avrà; per cui a Milano per la rapina si pensa di dare sotto i tre anni e non c’è la custodia cautelare e a Torino, invece, questo accade. Perciò noi siamo contrarissimi a questa norma.
  Ma si tratta di una norma anche pericolosa, perché, invece, nei casi di flagranza di reato, in teoria, per tutta una serie di reati, compresi i reati gravi come i furti e i furti aggravati, sicuramente non si potrà concedere la custodia cautelare, anche di fronte all'evidenza delle prove. Allora è chiaro che, qualora ci siano una serie di caratteristiche – e, nel caso specifico, tutto ciò che attiene alla recidiva, in maniera particolare la recidiva reiterata –, anche se noi non condividiamo l'impianto di questa norma, da un lato criminogena, dall'altro antidemocratica e anticostituzionale e da un altro lato ancora a favore, paradossalmente – sembra un ossimoro, ma è così –, della delinquenza, quella che commette, con evidenza delle prove, reati, noi saremo per inasprire comunque questa norma.
  Ovviamente quando si entra poi nel merito di alcuni reati, noi non possiamo condividerlo, perché qual è il punto ? Non è la gravità del reato in sé, ma è la gravità delle prove che può portare all'arresto di una persona. Infatti, è certo, l'omicidio deve prevedere la custodia cautelare, ma se non ci sono le prove per mettere in galera una persona, senza che l'abbiamo processata, qualunque gravità del reato non può giustificare la galera, il carcere, senza processo, quando voi, con tutti gli «svuota carceri», avete previsto, invece, che quando si è condannati con tre gradi di giudizio di fatto non si va in galera per tutta una serie di sconti alle pene.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 8.15, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rizzetto, Famiglietti, Giordano, Fanucci, D'Ambruoso, D'Incecco, Burtone, Bianconi, Centemero, Ribaudo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  394   
   Votanti  366   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato   83    
    Hanno votato no  283.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Molteni 8.13, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favore del relatore di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, al di là dell'ennesima «vigliaccata» che questa maggioranza si appresta ad approvare con la conversione di questo decreto-legge, tre sono i sistemi per intervenire sul cosiddetto problema del sovraffollamento delle carceri. Il primo è quello di dare corso ad una seria politica di edilizia carceraria, talché se le carceri Pag. 4esistenti non sono in grado di dare accoglienza a tutti i detenuti, se ne costruiscono di nuove. Il secondo sistema è quello di concordare con i Paesi da cui origina la grandissima parte dei detenuti degli accordi per i quali lo straniero che viene condannato per un reato consumato in Italia debba andare a consumare la propria pena a casa sua. Il terzo elemento è, esattamente, quello che voi fingete di affrontare con questo articolo 8, ed è il tema della limitazione dell'uso della carcerazione preventiva.
  Dei tre sistemi, sul primo abbiamo fortemente chiesto, la Lega e Fratelli d'Italia, in questi giorni, al Governo, di capire che fine abbiano fatto i 500 milioni di euro destinati all'edilizia carceraria di cui non si ha traccia, non si ha notizia e non si ha neppure visibilità di alcun cantiere per la costruzione di nuove carceri. Sul secondo, quello degli accordi internazionali, avete lungamente deriso l'attività contrattuale dei Governi di centrodestra che, viceversa, hanno prodotto dei risultati fortemente positivi in termini di controllo preventivo dell'afflusso di potenziali delinquenti sul nostro territorio e sulla possibilità di rientro dei delinquenti acclarati nei loro Paesi di origine, mentre da che siete voi al Governo nulla di tutto ciò è stato replicato.
  Sul terzo tema, anziché affrontare seriamente la possibilità di circoscrivere in modo giuridicamente ineccepibile le fattispecie per le quali il ricorso alla carcerazione preventiva non dovrebbe essere più consentito, in modo tale da limitare fortemente la presenza nei penitenziari di detenuti in attesa di giudizio (molti dei quali, peraltro, all'esito delle indagini sono rilasciati senza nemmeno grande cortesia e forti scuse da parte dell'amministrazione giudiziaria dopo avere acclarato l'errore investigativo), voi, invece, aggiungete obbrobrio ad obbrobrio, nel momento in cui stabilite che l'eventuale ricorso alla carcerazione o meno debba essere determinato su un criterio del tutto soggettivo da parte del giudice che, diversamente da tribunale a tribunale, diversamente da caso a caso, anche nell'esatta fattispecie penale cui quel caso attiene, può determinare, o può ravvisare o meno, che secondo lui, nel proseguimento del percorso giudiziario dell'imputato, si finisca per comminare una pena più o meno esondante la soglia limite da voi prescritta dei tre anni e in ragione di questo, soggettivamente, determinare se in quel caso specifico la custodia cautelare si possa applicare o no.
  Non vi è chi non veda l'assoluto obbrobrio giuridico che una volta di più cercate di mettere nella normativa nazionale; ma, di più, la mancata presunta approvazione di questo emendamento e di quelli che fanno parte del pacchetto di cui si sta ragionando in questi minuti in Aula prevede il fatto che nemmeno riconoscete la possibilità che con certezza il giudice non possa applicare il proprio percorso e la propria valutazione soggettiva nel caso di recidiva, ovvero nel caso in cui il giudice si trovi di fronte un indagato che sia già stato condannato in precedenza per avere compiuto lo stesso reato per il quale in questo momento è indagato; neanche in quel caso accettate di circoscrivere la soggettività di valutazione del giudice dicendo che quello certamente deve essere associato alle patrie galere, non per una volontà di coercizione da parte della pubblica amministrazione, ma per quel sacrosanto principio di rispetto delle vittime e di tutela della socialità di cui voi dalla prima all'ultima parola di questo decreto-legge decidete di non occuparvi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 8.13, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia... Carloni... Ciracì... Mauri...Tidei... Placido... Nicchi... Mucci... Letta... Boccuzzi... Gelli... Scanu... Guerra...Pag. 5
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  422   
   Votanti  388   
   Astenuti   34   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato   90    
    Hanno votato no  298    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 8.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Buttiglione... Balduzzi... Bechis... Monchiero... Sandra Savino... Colonnese...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  419   
   Votanti  384   
   Astenuti   35   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato   89    
    Hanno votato no  295.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Zan e Gribaudo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 8.9, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani... Colonnese... Bazoli... Centemero... Ciracì...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  381   
   Astenuti   43   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato   81    
    Hanno votato no  300.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Zan ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Molteni 8.205.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, senza stare a ribadire tutte le argomentazioni che ci hanno portato, in queste quarantotto ore, ad esprimere il nostro dissenso più assoluto nei confronti di questo decreto-legge, che abbiamo lungamente e largamente contestato durante la discussione degli emendamenti che abbiamo presentato e che tanto la destra quanto la sinistra ci hanno bocciato, rimane, a mio avviso, un ultimo punto di valutazione, sul quale credo che sia opportuno lasciare traccia nel dibattito parlamentare, nella speranza di un ravvedimento da parte del relatore per la maggioranza, da parte del Governo e da parte della maggioranza parlamentare.
  Siamo sempre sull'articolo 8, che è l'articolo inerente alla possibilità che venga cancellata la carcerazione preventiva, laddove vi sia una prognosi di giudizio da parte del giudice per una condanna inferiore a tre anni, ovvero, se il giudice ritiene che vi sarà una condanna inferiore ai tre anni, prima che inizi il giudizio, non verranno applicate le misure della custodia cautelare in carcere.
  Noi riteniamo che l'applicazione di questo articolo non debba valere per alcuni reati che, a nostro avviso, sono reati di particolare gravità sociale, tant’è che presentiamo una serie di emendamenti in cui chiediamo che reati come, ad esempio, Pag. 6in questo caso, il reato di concussione o il reato di corruzione, quindi, reati nei confronti della pubblica amministrazione o, ancora, le aggravanti del furto o, ancora, la rapina non armata – l'altra fattispecie di rapina – o i reati per l'utilizzo di sostanze stupefacenti, questo tipo di reati vengano esclusi dall'applicazione dell'articolo 8. Ovvero, chiediamo che chi si macchia di reati nei confronti della pubblica amministrazione possa, anzi, debba anche preventivamente andare in carcere.
  Io non voglio che da questo Parlamento passi il principio per cui chi si macchia del reato di corruzione, chi si macchia del reato di concussione, chi si macchia di un reato nei confronti della pubblica amministrazione possa essere esentato, anche preventivamente, dalla carcerazione. Io credo che sarebbe una macchia indelebile che graverebbe su questo Parlamento, sarebbe una macchia indelebile che graverebbe sui parlamentari, se oggi i reati previsti dagli emendamenti della Lega – che chiedono, appunto di escludere questi reati di gravissimo impatto sociale – non dovessero essere esclusi e dovessero essere mantenuti nell'applicazione dell'articolo 8 di questo provvedimento.
  C’è la conferma, e lo ribadisco: io credo che, in merito alle misure cautelari, il Parlamento debba avanzare una riflessione, se è vero come è vero che oltre il 40 per cento di chi oggi è in carcere è in carcere per una detenzione cautelare preventiva. Ma abbiamo sempre detto – e l'abbiamo sempre ribadito – che una valutazione, una riflessione in merito alla carcerazione preventiva andasse fatta in maniera organica all'interno di un disegno di legge, cosa che è stata fatta e cosa che è stata abbandonata per manifesta incapacità del Governo e della maggioranza.
  Quindi, non accettiamo che un tema così delicato, un tema che va a incidere anche seriamente sulla libertà delle singole persone, possa essere trattato con un banale emendamento all'interno di un decreto-legge, che limita e che comprime inevitabilmente la capacità di analisi, di discussione e di confronto del Parlamento.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  NICOLA MOLTENI. Pertanto, invito tutte quelle forze politiche che credono in una giustizia vera e giusta, con riferimento a chi si macchia di alcuni reati di tale gravità sociale, a votare e ad approvare gli emendamenti che di seguito e dinanzi vengono dalla Lega proposti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 8.205, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Alia, Carfagna, Centemero, Bossa.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  434   
   Votanti  393   
   Astenuti   41   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato sì   83    
    Hanno votato no  310.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 8.202, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dambruoso, Gigli, Saltamartini, Rabino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  427   
   Votanti  385   
   Astenuti   42   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato sì   79    
    Hanno votato no  306.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 7

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 8.209, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Invernizzi, Pellegrino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  433   
   Votanti  393   
   Astenuti   40   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato sì   85    
    Hanno votato no  308.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 8.208, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dall'Osso, Paola Bragantini, Di Lello, Carbone, Amoddio.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  437   
   Votanti  394   
   Astenuti   43   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato sì   83    
    Hanno votato no  311.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 8.206, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Balduzzi, Sorial, Battelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  444   
   Votanti  401   
   Astenuti   43   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato sì   86    
    Hanno votato no  315.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 8.204, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Caparini, Gribaudo, Morassut...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  442   
   Votanti  398   
   Astenuti   44   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato   85    
    Hanno votato no  313.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 8.203, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.Pag. 8
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tino Iannuzzi, Di Lello, Crippa, Giancarlo Giordano, Covello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  442   
   Votanti  399   
   Astenuti   43   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato   86    
    Hanno votato no  313.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 8.207, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrozza, Spadoni, D'Alia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  442   
   Votanti  417   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato  108    
    Hanno votato no  309.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 8.42, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Carrozza, Albanella, De Lorenzis, Rotta, D'Alia, Iorio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  447   
   Votanti  445   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato   88    
    Hanno votato no  357.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Leone 8.45.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Leone. Ne ha facoltà.

  ANTONIO LEONE. Signor Presidente, intervengo perché in questa infilata di «rossi», nel senso di votazioni rosse, vorrei portare all'attenzione dei colleghi dell'Assemblea questo emendamento, che mi permetto di leggere, ove mai qualcuno non lo avesse visto: «Il Governo, entro il 31 gennaio di ogni anno, presenta alle Camere una relazione contenente dati, rilevazioni e statistiche relativi all'applicazione, nell'anno precedente, delle misure cautelari personali, distinte per tipologie, con l'indicazione dell'esito dei relativi procedimenti, ove conclusi».
  Qual è la ratio di questo emendamento, che, purtroppo, ha visto la contrarietà sia della Commissione sia, se non vado errato, anche del Governo ? No, la Lega no; perfetto, questo mi fa piacere. È una velleità, sicuramente, ma si riallaccia a un'idea non solo di trasparenza, ma di sistematicità e di organicità nel seguire l'evoluzione e il percorso del comparto giustizia. Tant’è vero che noi, qualche anno addietro – io lo posso dire, perché c'ero, purtroppo – abbiamo fatto una legge in cui si «obbligava», e si «obbliga» ancora, il Ministro della giustizia a fare una relazione ogni anno da portare in Parlamento per lo stato dell'arte della giustizia.
  Siamo in un momento come questo, stiamo parlando di misure cautelari, stiamo parlando di carceri e delle condizioni in cui si trovano le carceri, stiamo parlando di una riforma a latere di questo Pag. 9provvedimento, che è una riforma sensata, e spero che sia portata in porto in maniera molto, ma molto pregnante, sulle misure cautelari, al fine di evitare che cosa ?
  Ci riempiamo la bocca tutti quanti dell'abuso delle misure cautelari, cerchiamo meccanismi – e ne abbiamo trovato qualcuno per i due anni, tre anni – per evitare che continui a esserci l'abuso delle misure cautelari, e allora vediamo qual è la rispondenza tra l'emissione della misura cautelare e che fine fa quel processo in cui vi è stata l'emissione di una misura cautelare, se a quella misura cautelare è seguita, eventualmente, una condanna, ma solo perché è una sorta di efficienza ai fini della qualità della legge.
  Faccio una parentesi e concludo, Presidente: stiamo, addirittura, nell'ambito della riforma regolamentare e stiamo facendo un'operazione di questa natura, che è quella di avere un monitoraggio delle norme che noi produciamo, nell'anno successivo, per vedere l'efficacia e l'impatto di quello che facciamo. Se questa non è una norma ad adiuvandum, per tenere sott'occhio e sotto controllo tutto quello che il Parlamento produce in materia di giustizia, allora mi sembra che forse è meglio che cambiamo mestiere (Applausi dei deputati dei gruppi Nuovo Centrodestra e Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, noi, ovviamente, voteremo a favore di questo emendamento, ma vorremmo anche sapere, magari dal giurista Ermini, che sta al telefono adesso, cioè dal relatore, che abbiamo conosciuto in questa circostanza, cosa ne pensa la Commissione e perché è contraria, o magari dal sottosegretario Ferri, perché vorremmo capire cosa c’è di male se il Parlamento, una volta l'anno, sa perché viene adottato un provvedimento che, potenzialmente, è contrario alla nostra Costituzione, cioè mette in galera una persona senza processo.
  Soltanto in via straordinaria ed eccezionale, per misure gravissime di sicurezza sociale, si ricorre alla galera prima del processo. Vorremmo capire qual è il problema, perché veramente, qui, altrimenti, non riusciamo a comprendere il Parlamento e, soprattutto, il Governo cosa viene a dire e a fare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, semplicemente per dire che siamo favorevoli a questo emendamento. Non è un emendamento, come si usa dire, da un po’ di tempo, di buonsenso: è un emendamento proprio tecnico, sistemico, perché noi abbiamo il dovere, oltre che l'interesse, di conoscere qual è l'effetto che sul territorio, sulla vita delle persone, quello che noi andiamo ad approvare determina. Quindi, spero che vi sia il consenso anche del Governo e delle altre forze politiche su questo punto, perché, altrimenti, vuole dire che anche il Governo preferisce gli annunci alle azioni sistematicamente orientate e fondate.

  DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVID ERMINI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, nel provvedimento di riforma Ferranti, atto Camera 631, della custodia cautelare, questa norma è già indicata. Poiché il provvedimento è già stato approvato qui in Aula con quella norma, quindi non è un ex provvedimento ma un provvedimento, non ha senso reiterare questa norma in questo provvedimento e, quindi, non può essere limitato ad una parte soltanto della riforma della custodia cautelare ma deve avere una portata ben più ampia. Ecco il motivo per cui il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 10
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Leone 8.45, con il parere contrario di Commissione e Governo e favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rabino non riesce a votare...Garofalo, Carfagna, Pisano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  447   
   Votanti  446   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  178    
    Hanno votato no  268    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'articolo aggiuntivo Dambruoso 8.01.
  Ha chiesto di parlare il deputato Dambruoso. Ne ha facoltà.

  STEFANO DAMBRUOSO. Signor Presidente, molto velocemente non per motivarlo ma solo per rammentare che ho presentato un ordine del giorno ed apprezzo la disponibilità del Governo circa l'attenzione che verrà prestata su questa parte di modifica proposta dal mio partito, che ha la finalità di evitare ingressi inutili nelle carceri, anche solo per qualche giorno.
  Ciò perché oggi la procedura ancora non consapevole, allorché è stata emanata, delle necessità di evitare carcere inutile per una pluralità di ragioni, sia per assicurare la rieducazione del reo ma soprattutto per evitare oggi – di questo stiamo discutendo proprio in queste ore – multe salatissime da parte della CEDU e da parte degli organismi internazionali a cui abbiamo deciso di aderire con la consapevolezza di appartenere ad un organismo sovranazionale. Ebbene, questo tipo di emendamento mira proprio a che un soggetto eviti di uscire dal carcere prima con una misura alternativa al carcere, entrarvi perché c’è una procedura che la prevede in maniera tassativa e poi riuscire solo dopo qualche giorno, perché questo ancora la legge glielo consente.
  Ecco se riusciamo ad evitare tutto questo, se saremo in grado di evitare tutto questo avremo raggiunto uno dei piccoli obiettivi che fanno parte della maturata consapevolezza dell'inutilità del carcere allorché il carcere davvero debba rimanere una pena residuale rispetto a delle violazioni gravi fatte da soggetti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti...onorevole Dambruoso prego.

  STEFANO DAMBRUOSO. Avendo depositato un ordine del giorno io ritiro l'emendamento. Grazie.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo alla votazione dell'emendamento Molteni 9.1.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 9.1, con il parere contrario di Commissione e Governo e favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mura, Zardini, Palese...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  446   
   Votanti  419   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato  107    
    Hanno votato no  312    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 9.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.Pag. 11
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Sorial, Ruocco, Caparini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  450   
   Votanti  411   
   Astenuti   39   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato   98    
    Hanno votato no  313.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 9.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  451   
   Votanti  412   
   Astenuti   39   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato   98    
    Hanno votato no  314.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 9.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Malisani, Carrescia, Romano, Fitzgerald Nissoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  454   
   Votanti  413   
   Astenuti   41   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato   98    
    Hanno votato no  315.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si è rimesso all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia, Spadoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  449   
   Votanti  402   
   Astenuti   47   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  401    
    Hanno votato no   1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 9.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Di Lello...Pag. 12
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  450   
   Votanti  411   
   Astenuti   39   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no  306.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Airaudo ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 2496-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2496-A).
  Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, l'ordine del giorno Artini n. 9/2496-A/16, che, nel prevedere misure per l'identificabilità del personale delle forze di Polizia impiegato in servizi di ordine pubblico, reca un contenuto del tutto estraneo rispetto alle materie trattate dal decreto-legge in esame.
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
  Nessuno chiede di intervenire, allora do la parola al Governo per i pareri. Se il Governo ha bisogno di qualche minuto di sospensione della seduta per i pareri... vanno bene dieci minuti ? Va bene.
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle 11,40.

  La seduta, sospesa alle 11,25, è ripresa alle 11,45.

  PRESIDENTE. La seduta verrà sospesa per altri dieci minuti per dare il tempo al Governo e ai relatori di coordinarsi. La seduta, quindi, riprenderà alle ore 11,55. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 11,46, è ripresa alle 11,55.

  PRESIDENTE. Chiedo al rappresentante del Governo di esprimere il parere sugli ordini del giorno. Se a lei va bene, io le indico l'ordine del giorno e lei mi dà il parere. Quando è pronto, iniziamo con l'ordine del giorno Villarosa n. 9/2496-A/1.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sì, signor Presidente. Se i firmatari dell'ordine del giorno, onorevoli Villarosa e D'Uva, sono d'accordo, per il Governo il parere può essere favorevole, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare di mettere in atto tutte le procedure necessarie al fine di predisporre» e via discorrendo. Quindi, il parere è favorevole, a condizione che tale riformulazione venga accettata dai proponenti.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Catanoso n. 9/2496-A/2.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Per quanto riguarda le premesse di questo ordine del giorno, il Governo esprime parere contrario, tranne su un punto – e quindi invita i proponenti a considerare se valorizzare solo questo punto nell'ordine del giorno – su cui esprime parere favorevole, ed è quello che riguarda l'opportunità di procedere «a un ampliamento dei ruoli tecnici del Corpo di polizia penitenziaria, recentemente istituiti per poche unità nell'ambito della banca dati DNA, al pari di quelli degli altri corpi delle Forze di polizia (Polizia dello Stato e Corpo forestale Pag. 13dello Stato), nei quali far confluire il personale di ruolo del comparto Ministeri del DAP (...)».
  Sul punto, tra l'altro, per quanto riguarda la banca dati DNA, su cui il Ministero sta lavorando con il Ministero dell'interno per emanare un regolamento, segnalo che il Ministero ha già bandito un concorso per biologi: quindi, attualmente è in corso un concorso per biologi, sono già state espletate le prove scritte e, quindi, sta già procedendo nella direzione di un ampliamento del corpo tecnico e, in particolare, della qualifica dei biologi, proprio per poi organizzare meglio la gestione della banca dati DNA.

  PRESIDENTE. Mi scusi, sottosegretario Ferri, dunque il parere è favorevole con riformulazione ? Intende questo ? Perché lei dice che è contrario ad una parte, ma favorevole ad un'altra parte ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sì, però, poiché questo ordine del giorno è molto articolato e affronta più questioni, l'unica parte con parere favorevole è questo principio, quindi non so se...

  PRESIDENTE. Quindi, lei chiede di sopprimere tutte le parti, tranne quella che ha citato.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Esatto.

  PRESIDENTE. Quindi è un parere favorevole con riformulazione.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Esatto. È favorevole limitatamente a quella parte che ho letto e in più con la riformulazione dell'impegno nel modo seguente: «impegna il Governo», anziché ad adottare, e così via, «a valutare l'opportunità di emettere provvedimenti legislativi e regolamentari per potenziare ulteriormente il ruolo tecnico per il personale civile del Dipartimento della polizia penitenziaria».

  PRESIDENTE. Sta bene. Andiamo avanti con l'ordine del giorno Zampa n. 9/2496-A/3.
  Io ricordo che alle ore 12,30 abbiamo la diretta televisiva, quindi andiamo avanti spediti.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Va bene. Sull'ordine del giorno Zampa n. 9/2496-A/3 il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Dambruoso n. 9/2496-A/4.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sull'ordine del giorno Dambruoso n. 9/2496-A/4 il parere è favorevole, così come avevamo già detto nel corso del dibattito, avendo l'onorevole Dambruoso ritirato l'emendamento.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Mazziotti Di Celso n. 9/2496-A/5.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sull'ordine del giorno Mazziotti Di Celso n. 9/2496-A/5 il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Cirielli n. 9/2496-A/6.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Questo ordine del giorno dell'onorevole Cirielli lo accogliamo come raccomandazione. Voglio segnalare, però, che, sul punto, il Governo, nei decreti-legge in materia di pubblica amministrazione, sta già lavorando su questa questione del turn over e sta valutando se la deroga al turn over sia applicabile anche alle forze di polizia.

  PRESIDENTE. Quindi il Governo lo accoglie come raccomandazione, ho capito bene ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sì, con questa precisazione, che però è un problema che si inserisce in un contesto più ampio, che Pag. 14il Governo sta già affrontando nel decreto-legge sulla pubblica amministrazione, e in particolare appunto anche per le altre forze di polizia. Quindi, certamente come ordine del giorno non può essere accolto; però come raccomandazione, essendo già all'attenzione del Governo la problematica, ben venga una valutazione più ampia anche per quanto riguarda la polizia penitenziaria.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Corsaro n. 9/2496-A/7 ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. L'ordine del giorno Corsaro n. 9/2496-A/7 sì può accogliere come raccomandazione. Anche questo, perché tra l'altro il Ministro della giustizia sta già lavorando con i Paesi esteri proprio per risolvere il problema del trasferimento dei detenuti, dei condannati stranieri nei propri Paesi di origine: quindi favorevole con raccomandazione.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Capelli n. 9/2496-A/8.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sull'ordine del giorno Capelli n. 9/2496-A/8, il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Agostinelli n. 9/2496-A/9.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sull'ordine del giorno Agostinelli n. 9/2496-A/9, il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Colletti n. 9/2496-A/10.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sull'ordine del giorno Colletti n. 9/2496-A/10, il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Castelli n. 9/2496-A/11.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sull'ordine del giorno Castelli n. 9/2496-A/11, il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Sorial n. 9/2496-A/12.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sull'ordine del giorno Sorial n. 9/2496-A/12, il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Rostellato n. 9/2496-A/13.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sull'ordine del giorno Rostellato n. 9/2496-A/13, il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Gallinella n. 9/2496-A/14.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Per quanto riguarda l'ordine del giorno Gallinella n. 9/2496-A/14, il Governo è contrario alle premesse indicate nell'ordine del giorno. Quindi è contrario a tutte le premesse; invece sarebbe favorevole all'impegno al Governo, se esso venisse riformulato «a valutare tutte le iniziative necessarie a favorire l'utilizzo dei tanti padiglioni penitenziari esistenti che al momento risultano chiusi per mancanza di manutenzione e personale». Su questo il Governo è favorevole, quindi se viene trasformato, modificato in questo senso, togliendo tutte le premesse, il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Quindi è favorevole se riformulato come indicato dal sottosegretario ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Esatto.
  Per quanto riguarda l'ordine del giorno Ciprini n. 9/2496-A/15, anche questo, senza le premesse, perché criticano il decreto-legge in cui il Governo invece crede, e tra l'altro così anche come è stato Pag. 15modificato in Commissione giustizia; quindi, senza le premesse, anche in questo caso ritiene che sia condivisibile invece l'impegno del Governo «a valutare l'opportunità», invece che l'esigenza, «di assumere educatori esperti nelle discipline pedagogiche, formative, educative, in applicazione dell'articolo 27 della Costituzione e della legge Gozzini sull'ordinamento penitenziario». Quindi senza premesse, con questa riformulazione, esprimo parere favorevole se sono accolte.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno Artini n. 9/2496-A/16 è inammissibile.
  L'ordine del giorno Dell'Orco n. 9/496-A/17 ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sull'ordine del giorno Dell'Orco n. 9/2496-A/17, il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Baroni n. 9/2496-A/18.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Per quanto riguarda l'ordine del giorno Baroni n. 9/2496-A/18, il parere è favorevole senza le premesse. Quindi l'impegno va bene, è condivisibile; se vengono eliminate le premesse il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno De Lorenzis n. 9/2496-A/19.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sull'ordine del giorno De Lorenzis n. 9/2496-A/19, il parere è contrario. Sull'ordine del giorno De Rosa n. 9/2496-A/20, il parere è favorevole senza premesse, con l'impegno al Governo «a valutare l'opportunità di iniziative normative di riqualificazione degli immobili che possano essere adibiti a istituti di pena in modo da creare ambienti che tutelino la dignità umana ove anche sia stata disposta l'applicazione di una misura carceraria». Quindi con questa riformulazione e senza premesse, il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Cominardi n. 9/2496-A/21.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. L'ordine del giorno Cominardi n. 9/2496-A/21 è accolto dal Governo come raccomandazione. Tra l'altro segnalo sul punto che il Ministero della giustizia, col parere favorevole del Consiglio superiore della magistratura, ha già provveduto ad aumentare le piante organiche degli uffici di sorveglianza, quindi è stato già firmato anche il decreto ministeriale con cui c’è stato questo ampliamento delle piante organiche; e nel decreto-legge che stiamo convertendo, è previsto anche il 20 per cento della copertura di organico. Quindi, se viene trasformato in raccomandazione, comunque, il parere è favorevole, visto che il Governo già sta lavorando sul potenziamento degli uffici di sorveglianza.

  PRESIDENTE. Quindi, il Governo accoglie l'ordine del giorno Cominardi n. 9/2496/21 come raccomandazione ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sì, Presidente. Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Zolezzi n. 9/2496-A/22, Terzoni n. 9/2496-A/23, Segoni n. 9/2496-A/24, Businarolo n. 9/2496-A/25 e Ferraresi n. 9/2496-A/26. Su quest'ultimo ordine del giorno segnalo, però, che nel provvedimento è già previsto un aumento di 500 unità per quanto riguarda la polizia penitenziaria e ad oggi non posso impegnare il Governo per un ulteriore aumento, anche perché occorrerebbe anche il parere del MEF. Quindi, segnalo che già abbiamo provveduto con le 500 unità previste come aumento e su questo ordine del giorno il parere allo stato è contrario.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Turco n. 9/2496-A/27, purché, anche in questo caso, si accetti di eliminare tutte le premesse.Pag. 16
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Bonafede n. 9/2496-A/28.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Tullo n. 9/2496-A/29.
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Schirò n. 9/2496-A/30 e Leva n. 9/2496-A/31. Su quest'ultimo ordine del giorno segnalo che non possiamo impegnare il Governo a intervenire nelle decisioni dell'autonomia giudiziaria, in quanto criteri oggettivi giurisprudenziali li può dare solo la giurisprudenza e certo non un indirizzo del Governo, che può solo approvare una norma, ma certo non imporre l'uniformità della quantificazione risarcitoria.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Fitzgerald Nissoli n. 9/2496-A/32, purché sia riformulato nella parte finale. Suggeriamo, e in questo senso diamo parere favorevole all'ordine del giorno: impegna il Governo non «a dare seguito», ma «a valutare di valorizzare e potenziare quanto più possibile i poteri del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute», quindi eliminando le prime tre righe.
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Marazziti n. 9/2496-A/33, Santerini n. 9/2496-A/34 e Argentin n. 9/2496-A/35.
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Matteo Bragantini n. 9/2496-A/36, Borghesi n. 9/2496-A/37, Attaguile n. 9/2496-A/38, Allasia n. 9/2496-A/39, Busin n. 9/2496-A/40, Caon n. 9/2496-A/41, Caparini n. 9/2496-A/42, Grimoldi n. 9/2496-A/43, Guidesi n. 9/2496-A/44, Invernizzi n. 9/2496-A/45, Marcolin n. 9/2496-A/46, Gianluca Pini n. 9/2496-A/47, Prataviera n. 9/2496-A/48, Rondini n. 9/2496-A/49, Simonetti n. 9/2496-A/50, Fedriga n. 9/2496-A/51 e Giancarlo Giorgetti n. 9/2496-A/52.

  PRESIDENTE. Benissimo, la ringrazio. Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Villarosa n. 9/2496-A/1, su cui il Governo ha espresso parere favorevole purché riformulato.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, vorrei fare delle premesse prima di parlare con il Governo in base alla sua valutazione. Noi con questi provvedimenti stiamo cercando di risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri. Ebbene, a Barcellona Pozzo di Gotto esiste una struttura, un ospedale psichiatrico giudiziario, istituzione che dovrebbe essere superata a marzo del 2015. La commissione senatoriale per l'efficienza e l'efficacia del servizio sanitario nazionale già auspicava la trasformazione di questa struttura in istituto penitenziario. È una struttura di 58 mila metri quadrati, sono presenti 8 padiglioni (cucine, lavanderie, palazzine, direzione, magazzini, caserma): è un vero carcere, a tutti gli effetti e verrà superata, come ospedale psichiatrico giudiziario, a marzo 2015.
  La responsabile della legalità del PD, Pina Picierno, a dicembre già dichiarava che, sì, con delle riforme bisognava superare il sovraffollamento delle carceri, ma che servivano anche nuove strutture. Il Ministro Orlando il 28 aprile di quest'anno dichiarava che l'Italia comunque aveva necessità di nuove carceri.
  Ebbene la struttura di questo ospedale psichiatrico è già sotto il Ministero della giustizia, è un carcere vero e proprio, la Commissione senatoriale ha dato l'approvazione perché diventi una casa di reclusione. Ma non solo, il PRAP (il Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria) per la Sicilia e il DAP (Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria), dopo aver svolto un'accurata ricognizione (quindi: la Commissione senatoriale, il PRAP, il DAP e il Ministro Orlando che dichiara di avere nuove carceri) hanno dichiarato che sarebbe ottimale tradurla in un progetto per una casa di reclusione per soggetti a media e bassa pericolosità. Quindi io chiedo al Governo, se mi ascolta...

  PRESIDENTE. Sì, devo chiedere di liberare i banchi del Governo.

Pag. 17

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Io chiedo al Governo, alla luce di queste premesse, quindi: Commissione senatoriale... vorrei che il Governo mi ascoltasse...

  PRESIDENTE. Colleghi, se avete bisogno di una sospensione d'Aula me lo dite.
  Prego, onorevole Villarosa.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. È una questione importante, Governo, capisco l'impegno, ma questa situazione ha bisogno di una risposta concreta. Ripeto: Commissione senatoriale, PRAP, DAP, il Ministro Orlando, nell'aprile del 2014, la responsabile della legalità del PD, Pina Picierno, nel dicembre 2013; come non si può accettare un impegno del genere ? «A valutare la possibilità» è un po’ generico, siete tutti d'accordo su questa trasformazione, perché non prendiamo un impegno più importante, invece che: «a valutare». Lasciamolo così o sistemiamolo, ma «a valutare» è un po’ troppo generico. Serve un impegno. Tutte le forze politiche, caro Governo, del comune di Barcellona Pozzo di Gotto riunite in consiglio comunale con i cittadini, hanno dichiarato la volontà della trasformazione di questo ospedale in casa di reclusione, a marzo verrà chiuso probabilmente e rimarrà questa struttura lì; c’è già la polizia penitenziaria, si può fare anche una sezione particolare, perché ci sono delle conoscenze nel settore psichiatrico, le chiedo di rivalutare la posizione sul mio ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, vorrei dire all'onorevole Villarosa che la riformulazione impegna il Governo non «a valutare la possibilità», ma «a valutare di mettere in atto tutte le procedure». Comunque possiamo verificare la cosa.

  PRESIDENTE. Chiedo al Governo: sottosegretario, lei ritira la riformulazione o la lascia ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Possiamo anche lasciare la vecchia formulazione: «impegna il Governo a mettere in atto» e quindi accolgo la puntualizzazione.

  PRESIDENTE. Quindi, il parere è favorevole ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Parere favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Prendo atto, quindi, che il presentatore Villarosa non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2496-A/1, quindi andiamo avanti e decadono gli interventi su questo ordine del giorno.

  VINCENZO GAROFALO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Se ha chiesto di intervenire su questo ordine del giorno, non c’è la dichiarazione di voto, perché il diretto interessato, il primo firmatario, non chiede di porlo in votazione e, quindi, non abbiamo dichiarazioni di voto. Sull'ordine dei lavori chiede di intervenire ? Comunque, in ogni caso, adesso, non ci sono interventi, si va avanti. Può intervenire sul prossimo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Catanoso n. 9/2496-A/2.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Zampa n. 9/2496-A/3, Dambruoso 9/2496-A/4, Mazziotti Di Celso n. 9/2496-A/5, sui quali il Governo ha espresso parere favorevole.Pag. 18
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cirielli n. 9/2496-A/6, accolto come raccomandazione.
  Passiamo all'ordine del giorno Corsaro n. 9/2496-A/7, accolto come raccomandazione: onorevole Corsaro ?

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, intervengo per chiedere al Governo se in questo caso non possa essere disponibile a modificare la propria valutazione in accoglimento pieno dell'ordine del giorno, perché il tema che noi poniamo con questo ordine del giorno è quello, sostanzialmente, della definizione con i Paesi di origine dei detenuti, ove stranieri, delle modalità affinché la pena possa essere scontata direttamente nel Paese di origine.
  Questo è uno dei temi importanti che sono stati valutati in molte occasioni e in molti dibattiti, dentro o fuori le aule parlamentari, come uno dei temi fondamentali con i quali rispondere in modo concreto al tema del sovraffollamento delle carceri, atteso che nelle nostre carceri purtroppo risiede una popolazione carceraria fortemente caratterizzata da una larghissima presenza percentuale di detenuti di origine non italiana. Ed è un fatto riconosciuto da tutti che, ove una politica di relazioni internazionali fosse in grado di garantire lo sconto della pena nel Paese di origine, oggettivamente, il sistema complessivo dei penitenziari nazionali ne avrebbe un importante beneficio. Su questo tipo di ragionamento, in più occasioni, direi in modo abbastanza omogeneo, le varie forze politiche hanno espresso la loro condivisione. Posto che sappiamo, onorevole sottosegretario, che già l'accoglimento di un ordine del giorno ha un valore relativamente impegnativo per le azioni del Governo, ma è, evidentemente, la conferma di un pronunciamento di carattere politico che, come ho cercato di ricordare, è unanimemente condiviso nella sua modalità, mi sembrerebbe almeno rafforzativo della condivisione del Governo se quest'ordine del giorno potesse essere accolto nella sua integralità.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, ho ascoltato con attenzione l'onorevole Corsaro. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Corsaro n. 9/2496-A/7 purché sia riformulato sopprimendo almeno la parola «addirittura» laddove si parla di «rimedi di tipo risarcitorio in favore di detenuti». Se è soppressa la parola «addirittura», il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Corsaro n. 9/2496-A/7.

  PRESIDENTE. Quindi il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Corsaro n. 9/2496-A/7 a condizione che venga accettata la riformulazione. Ho capito bene ?
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Corsaro n. 9/2496-A/7, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Capelli n. 9/2496-A/8, non accettato dal Governo.

  ROBERTO CAPELLI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAPELLI. Signor Presidente, chiedo che il Governo riveda le sue posizioni o quantomeno cerchi di motivare il suo giudizio. Nell'ordine del giorno si chiede che il Governo riveda la sua determinazione nello stabilire la chiusura di due carceri, in modo particolare quello di Macomer e quello di Iglesias in Sardegna: due istituti di pena che sono stati di recente, tra l'altro, oggetto di ristrutturazione, di impegni finanziari che determinano l'ennesimo «no» dell'attenzione dello Stato a quei territori. Vorrei ricordare Pag. 19al Governo che la Sardegna – più volte è stato ricordato – offre allo Stato tanti punti di sfruttamento, quali le basi militari, e su quello non c’è mai stato un «sì» alla rivisitazione dell'occupazione di quei territori e ai danni collegati. Il Governo latita nelle bonifiche. Il Governo, a tutt'oggi, non ha stanziato ancora un euro per l'alluvione di novembre che ha interessato in particolare la Gallura; chiude le motorizzazioni civili nel territorio; da anni segue, ma non risolve, le vertenze Alcoa, Eurallumina, Vinyls, solo per citare quelle a voi più conosciute. Non si fa carico dei trasporti e della continuità territoriale che sono a totale carico del bilancio della Sardegna. È distratto sul dimensionamento scolastico. Non si fa carico della sanità anch'essa a totale carico della regione Sardegna. Lo Stato non spende una lira. Siamo unici destinatari per il 41-bis, nonostante in un precedente ordine del giorno accolto dal Governo si sia assunto l'impegno a rivedere la norma che destina il 41-bis solo in Sardegna.
  In pratica è un territorio, signor rappresentante del Governo, dove si è costretti ad aggrapparsi anche all'esistenza di un solo singolo carcere ai fini dell'occupazione e ciò, devo dire, non è il massimo dell'aspirazione, ma ne costituisce uno dei casi di necessità.
  Allora, vi sono interventi e presenze dello Stato in cui si sono spesi diversi milioni di euro per ristrutturarli, per renderli anche eccellenze, perché in alcuni casi sono riferimento carcerario per reati specifici, in territori come quello dell'Iglesiente e quello del centro-Sardegna, dove la presenza dello Stato deve essere rafforzata e non diminuita. Ebbene, non capisco perché chiedendo allo Stato di rivedere, nel richiamo al bilancio complessivo dello Stato, due piccole realtà che possono dare risposte, comunque, almeno in termini di presenza e di sensibilità da parte dello Stato, si sia liquidato tutto con un semplice «non si accoglie».

  PRESIDENTE. Vi faccio presente che c'era un accordo unanime dei gruppi per concludere entro le 12.30 e per la diretta televisiva. Però, a questo punto, dobbiamo anche capirci un attimo, se l'accordo c’è oppure no. Il deputato Piras chiede di intervenire ? Ne ha facoltà.

  MICHELE PIRAS. Signor Presidente, mi dispiace, ma mi corre l'obbligo, anche per informare ed interloquire con il sottosegretario Ferri sulla questione specifica, perché la richiesta del primo firmatario e del secondo firmatario, di chi ha predisposto questo ordine del giorno, è di valutare l'opportunità. Quindi, neanche è imperativo l'impegno che poniamo al Governo. E quell'opportunità – io vorrei darla come informazione all'Aula, ma anche al sottosegretario –, eventualmente, mi pare abbia deciso di valutarla il Viceministro Costa che audirà e riceverà il sottoscritto mercoledì prossimo sul tema.
  Il tema, come l'ha posto il collega Capelli, riguarda – parlo, per esempio, nello specifico – il carcere di Macomer: quel decreto ministeriale fonda la decisione di chiudere quella struttura carceraria su un presupposto assolutamente sbagliato. In quel decreto, sono inserite notizie che non corrispondono al vero circa la numerosità dei posti disponibili nel carcere, circa la presenza o meno di mura di cinta; si evita di ragionare sul fatto che sono stati fatti degli investimenti importanti, oppure anche sull'opinione delle associazioni di volontariato che dentro il carcere hanno lavorato e che testimoniano palesemente – le si vada almeno a sentire, si sospenda la decisione, in modo da audire anche la platea degli operatori che lavorano attorno alla struttura carceraria – che quello è un carcere a misura di uomo e di donna.
  Per cui, è una struttura carceraria non come tante ce ne sono in questo Paese, ma assolutamente più vivibile, è una struttura carceraria che ha gestito regimi di AS2, cioè di alta sicurezza elevata riferita ai casi di terrorismo islamico; è una piccola struttura carceraria e, come mi insegna chi lavora in quel mondo, gli operatori più attenti ai casi detentivi e al rispetto dei diritti umani all'interno delle carceri, le piccole strutture sono preferibili alle Pag. 20grandi strutture carcerarie. È una struttura carceraria baricentrica, dove insiste un nucleo regionale cinofilo della polizia penitenziaria e non si capisce per quale ragione, da vent'anni a questa parte, i Governi che si susseguono debbano affrontare il problema della razionalizzazione della spesa, in questo caso, delle strutture carcerarie sempre attraverso un criterio ragionieristico e non approfondendo il merito, persino sbagliando i decreti ministeriali, così com’è stato fatto il 28 maggio di quest'anno.
  Per cui, io chiedo un supplemento di riflessione, un'attenzione su questo e una rivalutazione da parte del Governo, che apra una fase di confronto, che venga a vedere quella struttura e, poi, liberamente decida; e se anche dovesse decidere di chiudere, magari, pensare anche a una riconversione di una struttura che, comunque, è patrimonio immobiliare dello Stato, è patrimonio di quel territorio. Una riconversione di utilità pubblica non sarebbe male prima di prendere una decisione di questo tipo.

  PRESIDENTE. Mi sembra, dunque, che i presentatori insistano per la votazione dell'ordine del giorno Capelli n. 9/2496-A/8.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Capelli n. 9/2496-A/8, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marchi, Vignali, Fitzgerald, Capua, Marzana.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  448   
   Votanti  441   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato sì  160    
    Hanno votato no  281.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (la deputata Pes ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e il deputato Scanu ha segnalato di aver erroneamente votato contro, mentre avrebbe voluto votare a favore).

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, così come ho fatto con alcuni ordini del giorno su cui ho espresso il parere prima, volevo invitare gli onorevoli Agostinelli e Colletti, proponenti degli ordini del giorno n. 9/2496-A/9 e n. 9/2496-A/10, a valutare di togliere le premesse dai loro ordini del giorno, perché eliminate le premesse il Governo è disponibile ad esprimere parere favorevole sugli impegni. Quindi, sia per l'ordine del giorno Agostinelli n. 9/2496-A/9 che per l'ordine del giorno Colletti n. 9/2496-A/10, tolte le premesse, il parere del Governo è favorevole.
  Inoltre, sempre con questo criterio, togliendo le premesse e trasformandoli in raccomandazioni, volevo esprimere parere favorevole agli ordini del giorno – trasformati in raccomandazioni, senza premesse, quindi mantenendo l'impegno – presentati dagli onorevoli Bragantini, Borghesi, Attaguile...

  PRESIDENTE. Tutti gli ordini del giorno della Lega Nord ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Esatto, quindi, su tutti gli ordini del giorno della Lega Nord, tolte le premesse e trasformati in raccomandazione, il parere del Governo è favorevole.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Agostinelli n. 9/Pag. 212496-A/9 e Colletti n. 9/2496-A/10, sui quali vi è il parere favorevole del Governo purché riformulati.

  VITTORIO FERRARESI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, comunico che accettiamo tutte le riformulazioni ai nostri ordini del giorno e ritiriamo gli altri, ad esclusione dell'ordine del giorno Ferraresi n. 9/2496-A/26, che chiediamo di porre in votazione.

  PRESIDENTE. A questo punto andiamo direttamente all'ordine del giorno Ferraresi n. 9/2496-A/26, considerato che l'ordine del giorno Artini n. 9/2496-A/16 è inammissibile.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ferraresi n. 9/2496-A/26, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Monchiero, Cassano, Murer, Marzana.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  453   
   Votanti  452   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato sì  167    
    Hanno votato no  285.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Tullo n. 9/2496-A/29, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Schirò n. 9/2496-A/30, sul quale vi è il parere contrario del Governo.

  GEA SCHIRÒ. Presidente, signor sottosegretario, siccome sono consapevole della difficoltà della gestione e di trovare le risorse, ho usato la formula interlocutoria «a valutare l'opportunità». Questo ordine del giorno, che ho stilato su suggerimento di diversi direttori di istituti penitenziari e case circondariali, si rifà all'esperienza greca, ed è teso a compensare dei giorni di detenzione con del lavoro gratuito e volontario. Detto questo, vorrei capire, avendo espresso parere favorevole su degli ordini del giorno trasversali, in particolare Cirielli n. 9/2496-A/6, Zampa n. 9/2496-A/3, Agostinelli n. 9/2496-A/9 e Colletti n. 9/2496-A/10, che esigono delle coperture, perché il mio, che oltretutto è interlocutorio, venga rifiutato. Vorrei per favore conoscere le motivazioni.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Schirò n. 9/2496-A/30, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ravetto, Gadda, Piccoli Nardelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  454   
   Votanti  373   
   Astenuti   81   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato   79    
    Hanno votato no  294.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Leva n. 9/2496-A/31 accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo e pertanto non insistono per la votazione dello stesso.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fitzgerald Nissoli n. 9/2496-A/32, accettato dal Governo, purché riformulato.Pag. 22
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Marazziti n. 9/2496-A/33, Santerini n. 9/2496-A/34 e Argentin n. 9/2496-A/35, accettati dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno presentati dal gruppo parlamentare della Lega Nord, accolti dal Governo come raccomandazione, purché riformulati.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2496-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ricordo che è stata disposta la ripresa televisiva diretta delle dichiarazione di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franco Bruno. Ne ha facoltà.

  FRANCO BRUNO. Signor Presidente, per quanto ci riguarda, condividiamo le parti essenziali del provvedimento e, in particolare, sia gli interventi in materia di rimedi risarcitori in favore dei detenuti che hanno subito trattamenti in violazione della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo, sia le modifiche al codice di procedura penale, che tendono a limitare l'uso e l'abuso della misura della custodia cautelare.
  Per tali motivi, esprimiamo un voto favorevole sul provvedimento, tuttavia non possiamo non sottolineare al Ministro Orlando alcune perplessità ed incongruenze che si riscontrano in alcuni atti del Ministero.
  Nell'articolato purtroppo è condivisibile quanto previsto nell'introduzione all'articolo 7, le particolari esigenze dell'attuale situazione carceraria che hanno spinto il Governo a proporre – e la Camera oggi finirà per approvarle – la sospensione per due anni della possibilità di essere comandati in altre amministrazioni per il personale penitenziario; in altri termini, sospendiamo un diritto solo per questa categoria di dipendenti pubblici, prendendo atto delle carenze del personale penitenziario attuale.
  Purtroppo, tutto questo cozza in maniera stridente con quanto previsto da un altro atto del Ministero: c’è un DPCM, uno schema di regolamento di organizzazione del Ministero della giustizia e di riduzione degli uffici dirigenziali e delle dotazioni organiche del Ministero della giustizia, ai sensi della spending review. Il Parlamento vota una forzatura; il Governo si appresta a ridurre ulteriormente lo stesso. Nello stesso DPCM vengono soppressi cinque provveditorati regionali all'amministrazione penitenziaria: Basilicata, Calabria, Liguria, Marche ed Umbria. Il Ministro Orlando ricorda che ci fu già un indirizzo in fase di revisione delle circoscrizioni giudiziarie che riguardava, per esempio, la Calabria e quei territori in cui la presenza della mafia incide in particolare. Noi crediamo che sia un errore accorpare il provveditorato regionale all'amministrazione penitenziaria con la Basilicata, e portare tutto in Puglia, e un ulteriore arretramento dello Stato nei confronti della ’ndrangheta.
  Per questo, sappia il Ministero cogliere le nostre preoccupazioni e apprezzare il senso più generale del nostro voto odierno, che vuole essere anche un voto di positiva aspettativa sull'operato complessivo del Guardasigilli.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Locatelli. Ne ha facoltà, per due minuti.

  PIA ELDA LOCATELLI. Signor Presidente, è facile fare del populismo facendo leva sulla paura delle persone, quando si tratta di discutere provvedimenti come quello che stiamo per approvare. È facile parlare di «paghette» ai detenuti, degli otto euro che ci sono per i delinquenti e non per i pensionati, della liberazione di stalker e di violenti.Pag. 23
  Sono argomenti di forte impatto, comprensibili a tutti, facili e comodi. Meno facile raccontare come le cose stanno veramente, dire che questo decreto-legge risponde a un obbligo che è la conseguenza della condanna della Corte europea dei diritti umani.
  L'Italia condannata per il trattamento disumano che i detenuti subiscono nelle nostre carceri. Questa condanna, che data da più di un anno, ha suscitato diverse prese di posizione, e, tra le molte, quelle del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha esercitato una convincente moral suasion. L'attenzione, purtroppo, si è focalizzata sulla «paghetta», ma questo non è il cuore del decreto: è solo una parte, che ci auguriamo sia transitoria, in vista di una ristrutturazione degli istituti penitenziari e, soprattutto, di una più ampia riforma della giustizia.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 12,35)

  PIA ELDA LOCATELLI. Il punto qualificante del decreto è nella parte in cui si ribadisce quella che dovrebbe essere una norma già vigente: non si può andare in carcere nel corso del procedimento se si prevede che sarà concessa la sospensione condizionale della pena o quando il giudice ritenga che la pena definitiva non potrà superare i tre anni di reclusione. Quindi, questo provvedimento non è uno «svuota carceri», ma uno strumento per fare un uso corretto della carcerazione preventiva, impedendo che chi non deve andare in carcere da condannato ci vada quando è solo imputato, e quindi presunto innocente.
  Nell'annunciare il voto favore del gruppo socialista, voglio ringraziare il lavoro svolto dalla Commissione con l'approvazione dell'emendamento Ermini, che prevede che restino in carcere, oltre agli autori di delitti ad elevata pericolosità sociale, come i reati di mafia e terrorismo, rapina ed estorsione, anche i colpevoli di stalking e di maltrattamenti aggravati in famiglia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mauro Ottobre. Ne ha facoltà.

  MAURO OTTOBRE. Presidente, cari colleghi, il provvedimento in esame, che introduce misure relative alla situazione carceraria, costituisce una risposta obbligata, sotto il profilo legislativo, alla sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo del gennaio 2013 che ha condannato l'Italia in ordine al malfunzionamento cronico del sistema penitenziario italiano, per violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, a causa della situazione di sovraffollamento carcerario.
  La Corte ha, infatti, ordinato di adottare i necessari provvedimenti, preventivi e compensativi, entro un anno dalla sentenza definitiva, per non incorrere in nuove condanne e sanzioni economiche. Non siamo, dunque, di fronte ad una scelta irresponsabile del Governo o della maggioranza parlamentare. Siamo di fronte ad un orientamento ineludibile, che non può essere interpretato come un ulteriore provvedimento di indulto, e le misure di ordine risarcitorio in favore di detenuti che siano state soggetti a trattamenti inumani previste dal decreto sono una risposta, a nostro giudizio, rigorosa, sottoposta, su istanza del detenuto, alla valutazione del magistrato di sorveglianza.
  Si stabilisce, in questa prospettiva, che siano adottate misure che intendono rafforzare gli uffici, avvalendosi di assistenti con funzioni ausiliarie, e che agevolino le competenze aggiuntive attribuite ai magistrati di sorveglianza. Nel contempo, si interviene in modo equilibrato sulla disciplina relativa alla sostituzione della misura della custodia cautelare con la misura degli arresti domiciliari.
  È, nel contempo, importante che il decreto intervenga per assicurare una maggiore efficienza dell'amministrazione penitenziaria, in primo luogo con un aumento Pag. 24della dotazione organica complessiva del Corpo di polizia penitenziaria, seppure – è il nostro impegno e auspicio – occorra incidere con ulteriori misure in questa direzione. Occorre, infatti, procedere, come il Governo, con il Ministro della giustizia, si è impegnato a fare, verso interventi di ammodernamento del nostro sistema penitenziario nei tempi e con le risorse, anche straordinarie, che sarà possibile adottare entro un quadro realistico, ma strutturale. È quanto avvenuto, con riferimento alla nostra autonomia speciale, con il nuovo carcere di Trento. Pertanto, a nome della Südtiroler Volkspartei e del PATT, dichiariamo voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Claudio Fava. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO FAVA. Presidente, concludiamo un dibattito di due giorni che non ha scritto una bella pagina per la storia di questa Camera, perché abbiamo subito parole spesso indecenti in questa discussione. Mai tante volte è risuonata in quest'Aula la parola «delinquente», ed è stata utilizzata in modo sprezzante, violento, una parola quasi ottocentesca, che voleva risuonare con note lombrosiane, il desiderio di raccogliere in questo giudizio sprezzante tutta la popolazione carceraria.
  Abbiamo ricevuto e consegnato agli atti l'espressione «reddito minimo da delinquenza», abbiamo ascoltato chi, opponendosi a questo decreto, ha chiesto perché l'Europa dovesse metterci becco con un gergo da osteria, dimenticandosi che non c'entra l'Europa, ma che c’è una sentenza di condanna per l'Italia della Corte europea dei diritti dell'uomo che ci condanna, per una ragione particolarmente umiliante del nostro Paese: per avere cioè violato l'articolo 3 della Convenzione per i diritti dell'uomo, che dice che nessuno può essere sottoposto ad una pena disumana o degradante. E questo invece è accaduto nelle carceri italiane.
  Questo decreto non è uno «svuota carceri», chi ha insistito su questo paradosso per due giorni ha mentito, sapendo di mentire. Questo decreto non svuota, risarcisce e il concetto del risarcimento è un concetto che dovrebbe suonare come passaggio di grande civiltà per un sistema democratico, anche perché dobbiamo farci carico dell'umiliazione di chi ha vissuto, di chi vive in celle sovraffollate, 62 mila, 63 mila detenuti costretti in uno spazio che non supera i 47 mila posti. Il 47 per cento di questa popolazione carceraria è in attesa di giudizio; se alcuni colleghi, se ancora onorevoli colleghi, invece di portare parole di conforto soltanto ad alcuni illustri detenuti si fossero occupati in questi anni di girare per le carceri italiane, si sarebbero resi conto di quanto degradante è il trattamento inferto ai detenuti italiani.
  Abbiamo sentito parlare, abbiamo sentito contrapporre – cosa volgare – il costo di questo risarcimento a ciò che potrebbe essere invece concesso agli esodati, ai disoccupati, a coloro che subiscono le ragioni di questa crisi economica. Ci sembra che in questo ragionamento ci sia una grande indecenza: il tentativo di contrapporre sofferenza a sofferenza. La Lega ci ha spiegato per due giorni che voterà contro questo decreto perché vuole un Paese più sicuro per ragioni di ordine pubblico, non ci ha fatto capire cosa c'entri l'ordine pubblico con una cella in cui a un detenuto non vengono garantiti più di 3 metri quadri di spazio per la propria dignità umana (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia).
  Sono queste le ragioni per cui noi voteremo a favore di questo decreto; evocare l'insicurezza dei cittadini, utilizzare la paura come una clava, e non ricordare la condanna della Corte che ci impone questa misura legislativa, è un linguaggio a volte squadrista, che sta utilizzando la paura per omettere una grave mancanza di cui questo Paese si è reso colpevole.
  Noi voteremo «sì», perché cogliamo il senso positivo del merito di questo decreto e perché crediamo che esista un diritto alla dignità di ogni cittadino e di ogni essere umano, che prescinde dalla sua Pag. 25qualità di detenuto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Presidente, sono due anni, da quando si sono insediati i Governi di larga intesa del Partito Democratico, di Forza Italia, del Nuovo Centrodestra, della lista Monti, che sentiamo parlare del problema di sovraffollamento. Voglio anzitutto chiarire, come è noto a tutti, che non è vero che in Italia ci sono troppi detenuti: in Italia ci sono poche carceri e, anziché costruire le carceri, anziché mandare oltre il 30 per cento di stranieri – per lo più illegali e clandestini nel nostro territorio – che hanno commesso reati e che bivaccano nelle nostre carceri, nel loro Paese di origine, anziché evitare la vergogna della custodia cautelare, cioè mettere in galera persone senza processo e poi fare provvedimenti, invece che dopo tre gradi di giudizio, mettono in libertà i colpevoli; in Italia per legge si decide che chi è un delinquente, chi commette un reato, non va in galera dopo che viene condannato.
  Queste sono le contraddizioni, rispetto alle quali noi abbiamo anche presentato una proposta di legge, come Fratelli d'Italia, per istituire una Commissione d'inchiesta per accertare non le responsabilità politiche, perché quelle sono note, le responsabilità giuridiche dei commissari per i piani carcere, dei sottosegretari e dei Ministri che hanno consentito questo fallimento, anzi questa bancarotta fraudolenta da parte dello Stato, che si risolve non nella risoluzione del problema di creare carceri dignitose e civili, ma semplicemente nel mandare anticipatamente in libertà delinquenti, perché così si chiamano quelli che delinquono, che commettono reati e vengono condannati con sentenza passata in giudicato.
  Ovviamente non si fa nulla per la polizia penitenziaria, per potenziarne gli organici, non si fa nulla, anzi si riduce la formazione, proprio con questo decreto, della polizia penitenziaria, né si fa nulla per rendere le carceri luoghi accoglienti e riabilitativi. Non si spendono soldi per l'assistenza sociale, anzi i soldi vengono dati ai delinquenti come risarcimento perché si trovano in posti ristretti perché lo Stato non spende soldi per costruire nuove carceri, non apre quelli nuovi già costruiti e non ristruttura quelli chiusi per mancanza di manutenzione e perché non vuole assumere la polizia penitenziaria. Peraltro ci sono tanti giovani che hanno vinto concorsi e sono idonei nella polizia penitenziaria, dopo aver fatto quattro anni nelle Forze armate e non vengono assunti.
  Voglio chiarire il quadro complessivo, perché altrimenti non ci comprendiamo con i cittadini, anche perché c’è un silenziatore di regime, la stampa ha calato il sipario su questo ennesimo «svuota carceri» e su questa politica criminale da parte della maggioranza, segnatamente del PD, ma ripeto, purtroppo anche da chi prende voti dai cittadini di centrodestra, e parlo di Forza Italia e del Nuovo Centrodestra. Bene, già oggi esistono una serie di istituti: esiste la liberazione anticipata, per la quale ogni delinquente che viene condannato con tre gradi di giudizio ha 45 giorni di sconto ogni sei mesi. Poi parleremo degli effetti degli «svuota carceri». Questo quadro deriva da riforme venute dal centrosinistra, dal 1975 in poi. C’è l'affidamento in prova ai servizi sociali, per cui la pena non si sconta sotto i tre anni, anche se residua. Poi c’è la detenzione domiciliare: sotto quattro anni, anche di pena residua, non si va in galera. Poi c’è la sospensione condizionale della pena: fino a due anni non si va in galera. Poi c’è la sospensione della condanna, della Simeoni – Saraceni, in base alla quale praticamente non si va in galera fino a tre anni. Poi c’è la semilibertà, cioè dopo metà della pena si va a lavorare fuori e si sta in libertà durante il giorno. Poi la liberazione condizionale, cioè dopo metà della pena, se non hai usufruito di tutti gli altri benefici perché evidentemente non li meriti, sotto i cinque anni vai in libertà.Pag. 26
  Questo era il quadro, sul quale si innestano ben cinque «svuota carceri», larghe intese, Governi tecnici. Lo ricordo, PD in testa, Forza Italia, Nuovo Centrodestra, lista Monti. Innanzitutto si inizia con il decreto Severino, che prevede che ci sia detenzione domiciliare anziché sotto i 12 mesi, i 18 mesi di detenzione. Poi il primo Governo Letta, la liberazione anticipata, che è un premio, 45 giorni di sconto di pena ogni sei mesi, altro che certezza della pena, previa regolare condotta, anziché farla dopo una regolare condotta e un percorso di reinserimento, viene anticipata e computata così in maniera tale da poter usufruire di tutti gli altri benefici carcerari. Poi c’è lo smantellamento della Cirielli sulla recidiva reiterata. Cosa era questa legge, che ho fatto approvare qualche anno fa, insieme ai colleghi della Lega e del centrodestra ? Prevedeva un inasprimento del sistema di esecuzione penale, cioè la possibilità di usufruire di tutte le cose che ho detto – semi-detenzione, detenzione domiciliare, permessi premio – con maggiore difficoltà per coloro che, già recidivi, commettono un altro reato, cioè un aggravamento, una minor fiducia verso chi delinque sempre, che si chiama delinquente, onorevole Fava, colui che delinque e viene condannato, questa è la dizione giuridica del termine. Bene, è stata smantellata da Letta e dal PD, curiosamente il PD che si è lamentato della ex Cirielli perché riformava la prescrizione – proposta non fatta da me, ma fatta dai colleghi di Forza Italia e per cui io ho ritirato, denunciando l'imbroglio, la firma da quella legge, bene, la sinistra conserva la prescrizione breve perché evidentemente sa che ci sono molti delinquenti nei suoi partiti, pronti a usufruire di quella prescrizione, e non la vuole cambiare.
  Poi il Parlamento ha fatto una delega al Governo per far sì che la pena carceraria sia l'ultima risorsa e, quindi, sotto i tre anni non ci sarà più il carcere.
  Poi hanno inserito la messa in prova, cioè il delinquente, anche se plurirecidivo, se accetta di essere sottoposto ad un percorso di politiche sociali – senza soldi ai servizi sociali – e deve scontare una pena inferiore a quattro anni, non va in galera e ciò estingue la pena.
  Poi c’è il secondo «svuota carceri» del Governo Letta dove, con la liberazione anticipata, lo sconto di 45 giorni di pena senza fare nulla, senza meriti, viene portato, per tre anni, a 75 giorni, cioè ogni sei mesi di galera, 75 giorni non vengono scontati.
  E alla fine arriviamo allo «svuota carceri» Renzi, che è il peggiore di tutti, perché, fra l'altro, prevede la paghetta ai detenuti: uno Stato che non riesce a trovare i soldi per assumere agenti di Polizia penitenziaria, non riesce a trovare i soldi per rinnovare i contratti alle forze di Polizia, non riesce a trovare i soldi per la benzina, per le caserme e per le strutture legate alla sicurezza dei cittadini, non riesce a trovare i soldi mai per niente, trova i soldi per risarcire i detenuti, delinquenti che si trovano in galera, perché hanno spazi ridotti per colpa di altri delinquenti politici che hanno fatto i Ministri e che hanno fatto i commissari per il piano di risanamento e riammodernamento delle carceri.
  Oltretutto questo provvedimento prevede un ennesimo sconto. Oltre a quello che abbiamo detto, ci sarà un altro 10 per cento di sconto, che ci si aggiunge al 75 per cento riguardo all'affidamento in prova ai servizi sociali, alla semilibertà, alla libertà condizionale, alla Simeone-Saraceni e a tutte le altre diavolerie che avrebbero astrattamente un senso se servissero veramente a rieducare il reo. In realtà, servono solo a mettere fuori prima i delinquenti, sulle spalle delle vittime, sulle spalle delle forze di Polizia, sulle spalle della sicurezza, in barba alla sicurezza dei cittadini.
  Passiamo ora all'ultimo capitolo, che è quello più ridicolo: anziché incidere sulle condizioni oggettive che consentono in Italia un uso anticostituzionale della custodia cautelare, in barba ad ogni civiltà – altro che diritti dell'uomo, ma ci sarà anche questo capitolo, prima o poi –, la si cambia dando ancora più discrezionalità ai magistrati nel concederla inserendo una Pag. 27norma che, di fatto, concede un giudizio prognostico per vedere se verranno o meno dati tre anni di pena.
  In realtà si incide favorevolmente, magari anche di fronte all'evidenza della prova, sulla custodia cautelare, magari in flagranza di reato, e poi invece, discrezionalmente, si «conservano» in galera persone senza prove e senza processo.
  Noi siamo molto rammaricati che Forza Italia e il Nuovo Centrodestra sostengano questo voto ed alla fine sostengano, chi direttamente e chi indirettamente, il Governo Renzi, a dimostrazione che hanno imbrogliato gli elettori. E siamo in grande difficoltà, perché questo Governo tira fuori i soldi per i delinquenti, non per le forze di Polizia, non per nuove carceri, non per l'assistenza sociale, non per rendere le carceri più umane, non per accertare giuridicamente le responsabilità di chi ha consentito questo sovraffollamento (Ministri e commissari per i piani carceri), si mette dalla parte dei delinquenti e non tutela le forze di Polizia e non tutela soprattutto...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Cirielli.

  EDMONDO CIRIELLI. ...e non tutela soprattutto le vittime dei reati, di cui dovreste sempre ricordarvi qui in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marazziti. Ne ha facoltà.

  MARIO MARAZZITI. Grazie Presidente, colleghi deputati, arriviamo al voto finale di questo provvedimento, che ha al centro il risarcimento per trattamenti disumani e degradanti di detenuti che non dovevano essere in carcere o che non avrebbero dovuto mai avere una pena aggiuntiva non scritta, non comminata, data dallo Stato di inadeguatezza e sovraffollamento e carenza del rispetto dei diritti minimali dell'uomo, dopo un dibattito che in quest'Aula, come hanno detto altri colleghi, è stato a volte surreale, offensivo per la verità.
  Il gruppo Per l'Italia voterà con convinzione a favore di questo decreto-legge, convertito in legge, perché è giusto ed è utile e perché è il minimo per una democrazia solidale come vogliamo essere. Ci si può dividere in quest'Aula su questo legittimamente, le opposizioni hanno il diritto di farlo anche se a volte si creano delle convergenze strane, per esempio tra chi pensa di essere l'avanguardia di un progetto rivoluzionario, il MoVimento 5 Stelle, chi pensa di fare una politica della nazione, come Fratelli d'Italia, e chi questa nazione vorrebbe vederla a volte frantumata e perdere pezzi, come la Lega Nord.
  Ecco, stanno insieme. Ma poiché per lungo, per troppo lungo tempo in questi giorni abbiamo ascoltato cose non sostenibili in quest'Aula, voglio dire che dobbiamo delle risposte ai cittadini italiani perché queste favole, quelle che sono circolate contro questo decreto-legge, circolano nella rete, circolano sui giornali, circolano sui media, confondono le coscienze.
  Si è detto, da parte di Fratelli d'Italia, che staremmo approvando una paghetta per i detenuti, invece di occuparci delle vittime e delle famiglie italiane, e che adesso si darebbero 8 euro al giorno ai detenuti e che, quindi, la gente farà la fila – è letterale – per farsi arrestare e ricevere la paghetta. Abbiamo ascoltato che bisognerebbe assumersi la responsabilità politica di togliere ai giudici il potere discrezionale di valutare i singoli casi, di interpretare la legge e chi è meritevole di godere di benefici o no. E si è detto, da parte del MoVimento 5 Stelle, che la politica deve sostituirsi al potere dei giudici che devono, invece, solo applicare le decisioni della politica. Abbiamo ascoltato queste cose.
  Permettetemi di dire, in questa occasione, ai colleghi che stimo del MoVimento 5 stelle, a chi è stato in prima fila su questo provvedimento, che sarebbe una terribile Italia se vi dessimo ascolto. Non solo un'Italia fatta di manette, ma anche Pag. 28un'Italia diretta da assenza minimale di cultura giuridica, non dico senso di umanità. Agli amici e colleghi della Lega dico che qui nessuno sta difendendo i detenuti a scapito delle famiglie italiane. Qui c’è una condanna, che c’è già stata, un risarcimento che è stato deliberato dalla Corte europea dei diritti umani. Chi non doveva stare in carcere per la custodia cautelare, la carcerazione preventiva troppo lunga, o chi c’è stato e ci sta in condizioni vergognose, va risarcito. La cifra è stata fissata da sentenze precedenti. Qui si dà la possibilità per i reati che non creano allarme sociale di dedurre una parte della spesa e tradurla in giorni in meno da scontare. Qui si riduce una vergogna vera che mette l'Italia al penultimo posto della classifica per la carcerazione preventiva.
  Lo sappiamo, uno su tre di chi sta in carcere per uno, due o tre anni, settimane, mesi, viene rilasciato perché innocente prima del processo. Questo è un marchio che cade sulle famiglie innocenti. Non posso credere che cittadini normali, responsabili ed eletti in questo Parlamento possano davvero essere contro questo se non per propaganda, per parlare ai bassi istinti e alle paure del Paese o perché accecati dal bla bla o perché accecati dalla presunzione. Noi non saremo mai con questa politica che dice che tutto è sporco e che tutto lo sporco va messo in carcere.
  Non tutto è sporco e le persone sono persone e vanno sempre rispettate, anche in carcere. Le parole sono pietre. Noi siamo contro l'illegalità, contro la criminalità organizzata, davvero pensiamo che le organizzazioni criminali offendono Dio e danneggiano il creato, come pensa, dice e testimonia Papa Francesco. Noi pensiamo che i corrotti danno pane avvelenato ai propri figli, noi pensiamo. Ma noi pensiamo anche che ogni persona in carcere è un essere umano. Chi commette un reato non deve pagare e scontare una condanna aggiuntiva, ma essere aiutato a reinserirsi nella società. Questo carcere italiano è diventato fuorilegge: sessanta volte su cento chi va in carcere ritorna in carcere perché non funziona, perché è trattamento disumano e illegale.
  Bene, noi vogliamo eliminare l'illegalità: 206 istituti di pena, 58 mila detenuti, più di 20 mila in attesa di giudizio. Allora, dobbiamo sapere di che parliamo. Chi si oppone a questo decreto è favorevole a mille suicidi negli istituti italiani in quindici anni, sessanta all'anno tra i detenuti. Dobbiamo sapere che ci sono anche sei-sette suicidi l'anno di guardie carcerarie, di Polizia penitenziaria. È la nostra silenziosa pena di morte. Noi siamo anche con le guardie carcerarie, anche con la Polizia penitenziaria, anche con le forze dell'ordine, perché quello che è disumano rende disumani oppure rende spaventati ed è troppa la fatica di vivere.
  Chi parla contro, chi chiede come ha chiesto il MoVimento 5 Stelle molte volte più carcere senza «se» e senza «ma», non sta difendendo la sicurezza e la legalità. Questo non è il tana libera tutti dei delinquenti; è il patto educativo che funziona quando c’è la libertà anticipata perché ogni sei mesi c’è la buona condotta. Questo è il carcere che torna a funzionare.
  Voglio ricordare agli italiani che tre leggi da sole sono state responsabili negli anni scorsi del crollo degli standard minimi di umanità del sistema carcerario. C’è un errore concettuale a monte e cioè che tutto quello che non funziona e che è sbagliato deve essere punito con il carcere. Questa è un'ideologia che porterà e porta l'Italia sempre alla rovina.
  Ma poi ci sono tre leggi che hanno una paternità, che hanno riempito il carcere e hanno tenuto la gente in carcere senza creare un minimo di sicurezza in più per gli italiani. Una è la legge sul cosiddetto reato di clandestinità, che puniva uno stato, l'irregolarità, non un comportamento criminale. L'abbiamo abolita. Poi vi è la cosiddetta legge Cirielli, che è stata difesa dal collega che ne porta il nome, che ha aiutato a farla approvare. Bene, quella legge da sola impedendo il ricorso ai benefici, la libertà vigilata, altre misure alternative, la libertà anticipata, colpendo i recidivi, da sola, incrociata con la seconda e con la terza legge, la cosiddetta Fini-Giovanardi, quella che colpiva i reati legati alle tossicodipendenze, queste due Pag. 29leggi da sole hanno riempito le carceri italiane di più del 25 per cento di persone che non dovevano stare o restare in carcere.
  Dobbiamo saperlo perché in Francia e in Germania erano solo il 14 per cento le persone in carcere per motivi di tossicodipendenze; in Italia il 33 per cento e restano e restavano in carcere per quella legge lì, che oggi noi andiamo a cambiare in maniera significativa e stiamo cambiando in questo Parlamento. Allora stiamo uscendo dalla patologia, stiamo ricominciando ad avere la capacità di riabilitare. Il carcere sta tornando alla sua funzionalità, lentamente ma ci sta arrivando. Bene, è stato approvato un ordine del giorno che fa sapere che è possibile investire anche in carceri completamente nuove, dove la riabilitazione è al centro, dove si può uscire, dove non c’è addirittura il personale carcerario, ma con autogestione, con risultati di calo della recidiva dal 67 per cento a sotto il 20 per cento. Costa di meno e si può fare. Ringrazio il Governo di averlo accettato; noi lavoreremo per costruire un'Italia più umana e un carcere più umano. Ma ricordiamoci tutti in questo Parlamento: è il momento in cui potremmo anche cominciare a ragionare di amnistia e indulto (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, con questo decreto voi del Governo e della sinistra, ma anche del centrodestra, date 8 euro al giorno ai criminali, 240 euro al mese, tremila euro all'anno come risarcimento, la paghetta ai detenuti, la mancia, un rimborso indegno e scandaloso (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). È indecente, Presidente, altro che indulto, altro che amnistia collega !
  È indecente regalare 8 euro al giorno ai criminali come risarcimento, è immorale e sconcertante: un vero e proprio reddito di delinquenza, un insulto e una umiliazione per tutti i cittadini onesti che rispettano la legge. E noi, noi della Lega, siamo gli unici, qua dentro, che hanno avuto il coraggio di dire «no» a questa vergogna.
  Siamo al quinto «svuota carceri», al quinto indulto mascherato: sì, perché la sinistra, il Partito Democratico, si occupa e si preoccupa solo di criminali e di clandestini. Non avete risorse per i nostri disoccupati, 3 milioni e mezzo sono i cittadini italiani senza lavoro, non avete i soldi per i cassintegrati, manca un miliardo per la cassa integrazione in deroga, zero euro per gli esodati, abbiamo 6 milioni di pensionati che vivono con meno di mille euro al mese, un giovane su due non ha lavoro, 10 milioni di cittadini vivono sotto la soglia di povertà, non hanno i soldi per mangiare e fanno la fame, ma la vostra preoccupazione, unica ed esclusiva, è quella di accogliere clandestini a 1.200 euro al mese e risarcire i criminali. Una follia, Presidente, una follia da Repubblica delle banane !
  Presidente, ricapitoliamo. In questo Paese, se sei un delinquente, ti vengono garantiti: 125 euro al giorno in carcere, vitto e alloggio, la liberazione anticipata speciale – ogni anno di carcere, hai cinque mesi di abbuono ! –, poi, se sei un criminale particolarmente pericoloso, un ulteriore sconto di pena del 10 per cento, 8 euro al giorno come risarcimento e la possibilità di trovare lavoro grazie agli incentivi alle aziende di 700 euro. Sì: perché se sei, o se sei stato, un delinquente o un criminale, trovi lavoro, se invece sei una persona onesta, perbene, che vive nella trasparenza e rispettando le regole, vivi nella miseria e vieni abbandonato da questo Stato ormai fallito (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
  E se sei un clandestino ? Se sei un clandestino, ti va più o meno allo stesso modo che se fossi un criminale: 46 euro al giorno, vitto e alloggio, hotel a 4 stelle vista mare o vista lago, 15 euro di ricarica telefonica, 2 euro e mezzo al giorno per comprarsi le sigarette, aria condizionata e tanto altro. E se invece sei un cittadino italiano ? Se sei un cittadino italiano onesto, che hai sempre rispettato la legge, che Pag. 30magari sei in difficoltà, che magari hai bisogno di un aiuto, ricevi dal Governo zero, nulla, e se ti va bene prendi un calcio nel sedere. Non funziona così ! Non funziona così, cari colleghi del Partito Democratico !
  In nessun Paese al mondo il Governo approva in due anni cinque decreti «svuota carceri» ! In nessun Paese al mondo il Governo affronta il sovraffollamento delle carceri rimettendo fuori i ladri, rimettendo fuori i violentatori, gli spacciatori, i rapinatori ! In nessun Paese al mondo il Governo si occupa dei 60 mila che stanno dentro le carceri e si disinteressa dei 60 milioni che stanno fuori dalle carceri (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) !
  In nessun Paese al mondo il Governo rimette in libertà, come sta avvenendo in questo preciso istante, migliaia di criminali, migliaia di delinquenti ! In nessun Paese al mondo il Governo prende 10 mila spacciatori, li leva dalle carceri e li rimette nelle piazze a spacciare e a delinquere ! Questa è una follia (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) !
  In nessun Paese al mondo, tranne ovviamente nel nostro, il Governo rimborsa con 8 euro i criminali: con una mano dà 8 euro ai criminali e con l'altra mano cosa fa ? Taglia le risorse alla Polizia, taglia le risorse alle forze dell'ordine, smantella la sicurezza ! In nessun Paese al mondo normale – e questo non è un Paese normale – il Governo dà 10 miliardi di euro per l'immigrazione e zero euro per la disoccupazione. Non è accettabile !
  Per colpa della sinistra, buonista e filo-immigrazionista; i reati sono in aumento e il dato è di oggi: i furti nelle abitazioni sono aumentati del 114 per cento. Aumentano i furti, aumentano le rapine, aumentano gli scippi, aumentano i borseggi. La gente ha paura, la gente vuole sicurezza, la gente non ne vuole più sapere di criminali e clandestini !
  E la responsabilità è l'irresponsabilità di questa sinistra. Ma insistete: ieri avete stanziato altri 60 milioni di euro per l'operazione Mare Nostrum. Continuate a finanziare questa operazione di invasione indiscriminata dei clandestini. È veramente inaccettabile: date 8 euro ai criminali, ma vi dimenticate di pagare le aziende che hanno crediti nei confronti dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
  Trovate i soldi per i criminali, ma non trovate i soldi per rimborsare i crediti ! Lasciate fallire le nostro aziende, le fate morire !
  Avete tagliato 1 miliardo e mezzo alle forze dell'ordine, state chiudendo, Ministro Alfano, trecento commissariati di polizia ! Usate le caserme, che sono dei presidi di legalità, di sicurezza e di difesa, per l'accoglienza e per l'assistenza ai clandestini: ma non avete mai pensato di utilizzare le caserme per i nostri terremotati, o per i cittadini italiani che hanno bisogno, e magari non possono permettersi una casa (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) ?
  La sinistra, questa sinistra, tra il criminale e il poliziotto sceglie il delinquente; noi della Lega stiamo tutta la vita, e lo diciamo chiaramente, dalla parte delle forze dell'ordine e dalla parte delle vittime dei reati ! Vi mettete la mano sulla coscienza per i criminali, perché sono in celle troppo strette. Li considerate dei bisognosi, li considerate dei poveri cristi da aiutare; ma i bisognosi, in questo Paese, sono altri, sono i nostri pensionati, sono i nostri giovani, sono i nostri disoccupati, i nostri cassintegrati ! Trattate come eroi e come perseguitati i criminali e i clandestini, e trattate come mascalzoni e come farabutti i poliziotti, che rischiano la vita per garantire la sicurezza dei cittadini ! Dovete chiedere scusa a questa gente, dovete chiedere scusa alle forze dell'ordine, che le state dissanguando e state togliendo loro ogni tipo di risorsa per garantirci sicurezza.
  Due Ministri, Orlando e Alfano, assenti, totalmente assenti da questo dibattito: non li abbiamo visti ! Avremmo voluto chiedere a questi Ministri che fine hanno fatto i 500 milioni di euro del Piano carceri: c’è un'inchiesta penale da parte della procura di Roma su questi 500 milioni di euro, grande come una casa, perché se noi Pag. 31costruiamo nuove carceri non abbiamo bisogno di rimettere in libertà i criminali, e soprattutto non abbiamo bisogno di dare loro otto euro.
  E ancora: avremmo voluto sapere che fine hanno fatto i 90 milioni per i braccialetti elettronici, uno scandalo tutto italiano: 90 milioni di euro per duemila braccialetti elettronici sono uno scandalo su cui voi non volete dare risposta, probabilmente perché siete responsabili di questa vergogna.
  Presidente, la Lega crede che non ci sia bisogno in questo Paese né delle amnistie né degli indulti. Abbiamo visto gli effetti dell'indulto del Governo Prodi del 2006, che ha rimesso in libertà 30 mila criminali: all'epoca solo la Lega votò contro quell'indulto.
  Presidente, vado a concludere. Per la Lega alcune battaglie non sono assolutamente negoziabili: noi siamo alternativi al renzismo. Noi siamo per contrastare duramente l'immigrazione, noi siamo per la sicurezza, noi siamo contro gli indulti e siamo contro gli svuota-carceri. Questo vuole la gente, questo ci chiedono i cittadini, e noi questi principi non li tradiremo mai, nemmeno per una alleanza politica (I deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie si levano in piedi e lanciano fogli che riproducono l'immagine di banconote recanti la scritta «8 euro»).

  PRESIDENTE. La ringrazio. Togliete... Smettetela ! Intervenire, per favore: commessi, togliete questo banconote (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente). Andiamo avanti con i nostri lavori.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Signor Presidente, complimentandomi con i colleghi per questa «macchiettata», ricordo che il punto di partenza certo di questo provvedimento è uno: per anni l'Italia ha violato l'articolo 3 della Convenzione europea per i diritti dell'uomo, Convenzione contraria alla tortura e agli atti inumani e degradanti. Per questo è stata condannata l'Italia, e per questo ci è stato imposto di mettere in atto entro un anno da allora le misure necessarie di carattere preventivo e compensativo. Ma se si è giunti a questo punto, vi sono responsabilità palesi. Ricordavo ieri come le nostre carceri hanno raggiunto standard di spazio pro capite inferiori a quelli previsti dall'Unione europea per l'allevamento del maiale. Tutto questo non è per caso. I cattivi allevatori portano il nome di quei parlamentari che hanno negli anni votato pessime leggi, e di quei ministri di giustizia e dell'interno, che appartengono a quei partiti che fanno oggi, adesso, le «macchiettate».
  Le pessime leggi hanno nomi: la Fini-Giovanardi sulle droghe, la Bossi-Fini sull'immigrazione, la Cirielli sulla recidiva. Esse sono figlie di una cattiva ideologia, quella per cui a più carcere corrisponde maggiore sicurezza. Alla prova dei fatti, abbiamo fatto esplodere le carceri, avuto meno sicurezza e subito le condanne europee, a cui oggi rispondiamo. Non c’è che dire, è stato proprio un bel risultato, colleghi della Lega, ottenuto, dicevo, da quegli arguti legislatori. Ed eccoli, sempre loro, che si sbracciano e gridano rochi contro inesistenti amnistie e indulti, contro fantasiosi «svuota carceri», mentre i numeri, quelli veri, purtroppo li deridono, perché sono assai diversi.
  Purtroppo, cari colleghi, se qualche risultato si è ottenuto più poté la sentenza della Corte costituzionale sulle droghe che l'insieme dei provvedimenti di Governo e Parlamento. Se fossi una vittima di reato, un disoccupato, un cassaintegrato, un esodato, andrei sotto casa di quel cattivo legislatore a chieder conto degli errori e dei danni fatti. Come cittadino, a quel cattivo legislatore chiederei di rispondere in solido con lo Stato. Ce li dovrebbe mettere lui, il cattivo legislatore, di tasca propria, quegli 8 euro.
  Quanto ai delinquenti, ci sono quelli veri e ci sono quelli resi tali sempre da quel cattivo legislatore. Ieri vi chiedevo: delinque maggiormente il ragazzo con 4 piante di canapa sul balcone o il legislatore che votando la Fini-Giovanardi ha Pag. 32oggettivamente agito in favore delle mafie di ogni colore e sorta (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) ? L'uno, al massimo, è un comma 5 dell'articolo 73: un fatto di lieve entità. L'altro ha a che vedere con l'articolo 416-bis del codice penale, per concorso esterno in associazione mafiosa.
  Cari colleghi del centrodestra, colleghi della Lega soprattutto, voi siete stati e siete tanti capitan Schettino sulla giustizia, per la nave della giustizia. Prima o poi gli italiani vi inchioderanno alle vostre responsabilità e vi diranno: «Salite a bordo, cazzo !».
  Il fatto straordinario di questo provvedimento è questo: era migliore nella versione del Governo piuttosto che in quella modificata dal Parlamento. E, trattandosi di questo Governo, che abbiamo cominciato a conoscere da qualche mese, questo è quasi un miracolo. Sinistra Ecologia e Libertà, pertanto, ha testardamente provato a riportarlo alle origini. Non ci siamo riusciti. Tuttavia, nonostante questo, annuncio il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Stefano Dambruoso. Ne ha facoltà.

  STEFANO DAMBRUOSO. Signor Presidente, chiaramente parlo per Scelta Civica e anche come membro della Commissione giustizia che ha partecipato con attenzione a questi lavori.
  Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, il decreto-legge oggi in esame prevede una serie di misure necessarie perché l'Italia possa rispettare gli impegni presi a seguito della cosiddetta sentenza Torreggiani e adottare ulteriori ed efficaci interventi per ricondurre la situazione carceraria italiana entro gli standard di vivibilità imposti dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Questo era l'obiettivo che il gruppo di lavoro che ha portato alla conversione di questo decreto-legge aveva davanti agli occhi, obiettivo da realizzare entro questa estate.
  Sul punto giova ricordare che lo scorso 8 gennaio 2013, per la seconda volta, la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha condannato lo Stato italiano a pagare 100 mila euro per danni morali a sette detenuti nelle prigioni di Busto Arsizio e di Piacenza, ribadendo nella sentenza l'invito a risolvere nel più breve tempo possibile il grave problema del sovraffollamento carcerario.
  La Corte di giustizia europea, richiamando la raccomandazione del Consiglio d'Europa ha, poi, invitato l'Italia: «a ricorrere il più possibile alle misure alternative alla detenzione e a riorientare la politica penale verso il minimo ricorso alla carcerazione, allo scopo, tra l'altro, di risolvere il problema della crescita della popolazione carceraria». E noi è questo che abbiamo fatto, Presidente, non abbiamo eseguito acriticamente un ordine che ci veniva dall'alto, ma abbiamo realizzato la sensazione di appartenere ad un organismo sopranazionale, del quale condividiamo anche le indicazioni di natura squisitamente giurisdizionale. La decisione adottata, con voto unanime, dalla Corte di Strasburgo ha fissato il termine di un anno perché l'Italia si conformi alla sentenza ed ha stabilito di sospendere, in pendenza di detto termine, le procedure relative alle «diverse centinaia di ricorsi proposti contro l'Italia»; ricorsi che, in assenza di effettiva, sostanziale modifica della situazione carceraria, appaiono destinati a sicuro accoglimento, stante la natura di sentenza pilota. Al riguardo la Corte ha motivato il provvedimento di condanna nei confronti dell'Italia, affermando che «la violazione del diritto dei ricorrenti di beneficiare di condizioni detentive adeguate non è la conseguenza di episodi isolati, ma trae origine da un problema sistemico risultante da un malfunzionamento cronico proprio del sistema penitenziario italiano, che ha interessato e può interessare ancora in futuro numerose persone».
  Tale orientamento non stupisce: già il 16 luglio 2009 l'Italia veniva condannata per violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo e, in Pag. 33particolare, per aver sottoposto il ricorrente, durante la sua detenzione nel carcere di Rebibbia, a «pene o trattamenti inumani o degradanti» e in quell'occasione il Governo italiano presentava a Strasburgo il cosiddetto piano carceri che, oltre a prevedere un ampliamento delle celle, prefigura misure alternative alla detenzione e provvedimenti in grado di ridurre il sovraffollamento, ad oggi purtroppo rimasti sulla carta.
  E in questo senso, sono condivisibili le lamentele prospettate negli interventi dei colleghi della Lega Nord, allorché si è criticata fortemente l'attuazione del piano carceri. Ma ho colto l'occasione anche per riflettere, a seguito agli interventi di colleghi della Lega Nord, che le multe a cui siamo condannati si pagano, i cittadini italiani, il nostro bilancio, sono costretti a pagarle e questa attività di esborso, purtroppo, è diventata attuativa per l'Italia a partire da un'altra esperienza, davvero non ripetibile, che è quella della violazione dei limiti delle quote latte che sono state, purtroppo, causa di un esborso davvero sostanziale per il nostro bilancio.
  Su questi punti, e soprattutto in risposta alla richiesta di aiuto proveniente da tutti gli istituti penitenziari italiani, anche il Capo dello Stato, con una lettera alle Camere, da noi condivisa durante la discussione dello scorso 4 marzo, ha sollecitato una rapida soluzione del problema carcerario, invitandoci, tra l'altro, proprio ad una nuova riflessione sulle misure cautelari e ad una loro applicazione solo in caso di effettiva necessità. L'urgenza, su quella che il Capo dello Stato ha definito la «drammatica questione carceraria», è emersa chiaramente dai dati forniti dal Ministro della giustizia lo scorso 17 ottobre, in occasione della sua audizione in Commissione giustizia: la presenza di detenuti in cella, rilevata in quella data, era di 64.564 unità.
  La gravità del problema è stata denunciata, con una diversa prospettiva, anche dalla Corte dei Conti, in sede di controllo sulla gestione del Ministero della giustizia nell'anno 2012. Essa ha evidenziato che il sovraffollamento carcerario, unitamente alla scarsità delle risorse dovuta ai tagli lineari di bilancio da un lato e alla disciplina del turn over dall'altro, incide in modo assai negativo sulla possibilità di assicurare effettivi percorsi individualizzati volti al reinserimento sociale dei detenuti.
  Al contempo, la Corte costituzionale con la sentenza del 22 novembre 2013, quindi pochi mesi fa, pur dichiarando inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 147 del codice penale ha affermato, nella motivazione, la gravità della situazione di sovraffollamento derivante dal malfunzionamento cronico proprio del sistema penitenziario italiano. La Consulta, richiamandosi proprio alla sentenza Torreggiani, ha ritenuto che il carattere inderogabile del principio dell'umanità del trattamento, sancito peraltro dall'articolo 27 della nostra Carta, rende necessaria una «sollecita introduzione di misure specificamente mirate a farla cessare»; e noi è questo che abbiamo fatto, Presidente, nei lavori sella Commissione giustizia. Nell'ultimo anno l'impegno del Parlamento e del Governo in questa direzione è stato rilevantissimo proprio in vista della deadline fissato per il 28 maggio.
  Grazie agli interventi normativi approvati dall'avvio della legislatura è stato possibile evitare un'altra grave condanna da parte dell'Unione Europea, con conseguenze economiche gravissime, i cui effetti si sarebbero, come ho già detto, ancora una volta riversati negativamente non solo ed esclusivamente tra noi 630 deputati, ma su tutti i cittadini italiani.
  Allo scopo di ridurre il sovraffollamento ed approntare una serie di misure organiche che potessero soddisfare le richieste della Corte, sono intervenuti, in particolare, una serie di decreti-legge che il Governo ha delegato a disciplinare la materia e, grazie ai quali, è stato consentito di eseguire pene detentive non carcerarie o da eseguire presso il domicilio e di realizzare al contempo quel processo di depenalizzazione e reintroduzione della cosiddetta messa alla prova nel processo penale.Pag. 34
  Ancora oggi è all'esame della Camera, una proposta di legge, già approvata dalla Camera e modificata dal Senato, diretta a delimitare (con un effetto di riduzione del sovraffollamento negli istituti penitenziari) l'ambito di applicazione della custodia cautelare in carcere. In Commissione giustizia abbiamo chiaramente riflettuto sull'importanza della custodia cautelare, sull'importanza dell'uso non strumentale ai fini esclusivamente investigativi della custodia cautelare e abbiamo tenuto ben distinte le posizioni del carcere che deve essere assicurato ai delinquenti e la posizione, che deve essere sempre tenuta in grande attenzione, della situazione di altri detenuti che sono quei soggetti, gli agenti della polizia penitenziaria, che svolgono un lavoro preziosissimo e che non vedono sempre delle attenzioni altrettanto adeguate da parte dei Governi che, di volta in volta, si sono succeduti in questi ultimi anni.
  Ma noi di Scelta Civica abbiamo richiamato più volte l'attenzione sulla posizione che deve essere data agli agenti della polizia penitenziaria. Comunque le innovazioni introdotte dal decreto-legge in esame operano su distinti piani. Da un lato si rafforzano gli strumenti di tutela dei diritti delle persone detenute o comunque sottoposte a misure di restrizione della libertà personale, attraverso la previsione di rimedi di tipo risarcitorio in favore di coloro che siano stati sottoposti a trattamenti inumani o degradanti, in violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo; dall'altro si interviene per incidere sia sui flussi di ingresso in carcere che su quelli di uscita dal circuito penitenziario: si stabilisce, ad esempio, che il magistrato di sorveglianza possa avvalersi dell'ausilio di personale volontario, si introducono nuovi obblighi di comunicazione sui provvedimenti degli uffici di sorveglianza relativi alla libertà personale di soggetti condannati da corti internazionali, vengono disciplinate le modalità di esecuzione del provvedimento che dispone gli arresti domiciliari, si estende ai maggiorenni di età inferiore a 25 anni la disciplina dell'esecuzione di provvedimenti limitativi della libertà personale nei confronti dei minorenni.

  PRESIDENTE. Deputato Dambruoso, concluda.

  STEFANO DAMBRUOSO. Mi avvio a concludere, signor Presidente, per dire che tutto questo, a nostro avviso, è tuttavia solo un buon inizio per la definitiva soluzione del sovraffollamento negli istituti di pena: è auspicabile per il futuro che la questione carceraria non sia più affrontata con interventi d'urgenza sporadici sollecitatici dagli organismi sovranazionali, ma che sia una vera e propria riforma organica del sistema sanzionatorio che favorisca l'applicazione di pene diverse da quella detentiva tradizionale, ma ugualmente dotate di effettività, forza deterrente e capacità di recupero.
  Ebbene, signor Presidente, il nostro gruppo Scelta Civica per l'Italia si impegnerà in questa direzione, come ha fatto sino ad oggi sia in sede di Commissione giustizia sia fuori di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Leone. Ne ha facoltà.

  ANTONIO LEONE. Signor Presidente, il gruppo Nuovo Centrodestra valuta, come è emerso anche durante il dibattito, con favore questo bistrattato provvedimento. Ne condividiamo sia la ratio complessiva sia la formulazione delle singole norme. Avendo poi ascoltato un dibattito piuttosto articolato, ritengo che alcune precisazioni vadano fatte, sia pure nell'esercizio del diritto di criticare il provvedimento governativo, anche in questo caso esercitato ampiamente dalle opposizioni. In particolare sulle due disposizioni chiave di questo provvedimento.
  Mi riferisco all'articolo 1 in materia di rimedi risarcitori per violazione dell'articolo 3 della Convinzione e all'articolo 8. Ritengo in sostanza che vi siano alcune Pag. 35questioni di fondo che debbano essere ulteriormente evidenziate, sottolineate e addirittura, direi, chiarite perché appaiono oggettivamente prevalenti rispetto alle tante argomentazioni critiche e contrarie che ho avuto modo di ascoltare in quest'Aula.
  Con l'articolo 1 è stato introdotto un rimedio compensativo, volto a soddisfare le richieste formulate dalla Corte europea nella sentenza cosiddetta Torreggiani, ove veniva sollecitata la previsione di – testualmente – «un ricorso in grado di consentire alle persone incarcerate in condizioni lesive della loro dignità di ottenere una qualsiasi forma di riparazione per la violazione subita».
  In sintesi, si è prevista un'articolata forma di riparazione caratterizzata dalla presenza di due meccanismi tendenzialmente destinati ad integrarsi, al fine di garantire una tutela effettiva rispetto alle situazioni lesive della dignità delle persone detenute. Da un lato, è stata introdotta, nei confronti di colui che sia ancora detenuto al momento del ricorso introduttivo, la possibilità di chiedere al magistrato di sorveglianza un risarcimento, in buona sostanza, in forma specifica, del pregiudizio patito consistente nella riduzione della pena detentiva ancora da espiare, nella misura di un giorno per ogni dieci di pena già eseguita. E qualora tale tipo di risarcimento in forma specifica non fosse possibile, il magistrato di sorveglianza liquida altresì al richiedente una somma di denaro – direi, forse anche al ribasso –, una somma ben delimitata di risarcimento.
  Dall'altro lato, coloro che hanno subito il cosiddetto pregiudizio per una misura cautelare custodiale non computabile nella determinazione della pena da espiare – ad esempio, per tutti coloro che sono stati, poi, assolti dopo aver subito una detenzione –, nonché coloro che hanno terminato di espiare la pena detentiva in carcere possono proporre azioni di fronte al tribunale civile del capoluogo del distretto in cui hanno la residenza. Anche in tal caso, il quantum del risarcimento è ben delimitato e risiamo agli otto euro previsti per ogni giorno in cui si è subito il pregiudizio.
  Su questa disposizione è opportuno svolgere alcune considerazioni. In primo luogo, va sottolineata una cosa che, forse, sfugge a chi è strenuo oppositore di questo provvedimento. Mi sembra che si dimentichi come la disposizione di cui stiamo parlando rappresenti un atto dovuto: l'adempimento di un obbligo che ha la sua fonte nel diritto internazionale, anzi, addirittura, nella nostra Costituzione.
  L'argomentazione secondo la quale il Governo, invece di adottare misure idonee ad alleviare la situazione di crisi economica in cui versano i liberi cittadini – ho sentito che bisogna pensare prima ai cittadini e agli italiani e, poi, a risarcire i detenuti – e, quindi, che il Governo si limiterebbe a sprecare le risorse disponibili destinandole ai detenuti non regge; e non può reggere di fronte all'evidenza dei fatti, della logica, dei principi di diritto. Come è noto a tutti, infatti, il Governo sta adottando misure incisive per quanto riguarda la risollevazione – mi si passi il termine – del nostro Paese dalla drammatica crisi economico-finanziaria, ma l'esistenza di una crisi e la conseguente esigenza di intervenire a tutela dei cittadini con gli strumenti della politica economica non può, in alcun modo, autorizzarci a violare gli obblighi internazionali e costituzionali, né a tollerare il protrarsi di situazioni contrarie ad un principio di civiltà, come quello espresso nell'articolo 3 della CEDU e, io direi, come quello espresso nel nostro DNA.
  Questo provvedimento ci ricorda che, nonostante il periodo di grave crisi economica, il nostro rimane un Paese civile, che rispetta i diritti fondamentali di tutti, compresi quelli dei detenuti, compresi quelli che la nostra Costituzione ci impartisce, e il diritto internazionale, a cui, come nuova forma di fonte di diritto, dobbiamo sottostare.
  Di fronte a simili premesse, mi sembra arduo poter contestare ragionevolmente questo provvedimento proprio sotto il profilo dell'opportunità. Vi sono state molte Pag. 36critiche anche sulla congruità della misure risarcitorie previste dall'articolo 1: probabilmente, non si è tenuto in debito conto il fatto che il Governo ha fornito ampie e convincenti delucidazioni in proposito. Nei lavori preparatori della Commissione giustizia è venuto fuori che la stessa Europa ha condiviso esattamente la quantificazione, sia in ordine al risarcimento monetario sia in ordine al risarcimento in forma specifica legato alla riduzione di quel giorno ogni dieci giorni di detenzione passata in un modo, forse, non molto edificante.
  Su tale premessa, si è poi preso atto che nella materia della cosiddetta legge Pinto, la Corte EDU ha valutato positivamente la decisione del giudice nazionale di determinare l'ammontare dell'indirizzo nella misura del 45 per cento, in quanto in media sempre con quanto assegnato dalla stessa Corte. Per quel che riguarda il quantum di riduzione di pena in rapporto al numero dei giorni trascorsi, anche su questo abbiamo avuto il placet dell'Europa e anche qui siamo andati notevolmente in ribasso rispetto a quello che è previsto in altri Paesi. Insomma, si tratta di criteri che possono piacere o non piacere, ma è indubbio che l'intervento del Governo e quindi anche nostro, sotto questo profilo, sia rispettoso del principio di ragionevolezza e quindi sostanzialmente costituzionalmente legittimo.
  L'altra disposizione che costituisce il fulcro del provvedimento è rappresentata dall'articolo 8, che modifica l'articolo 275 del codice di procedura penale, sui criteri di scelta delle misure cautelari, in modo da limitare il ricorso alla custodia cautelare in carcere. Qui si innesta l'altro problema annoso che è sottoposto alla nostra attenzione. In particolare, la disposizione sostituisce l'articolo 275, comma 2-bis, che prima dell'entrata in vigore del decreto-legge vietava di disporre la custodia cautelare nel caso in cui il giudice ritenga che con la sentenza possa essere concessa la sospensione condizionale della pena. In base al nuovo comma 2-bis, quello di cui stiamo parlando oggi, tale divieto è esteso anche agli arresti domiciliari; questa è una piccola novità. È poi introdotto, nel secondo periodo, il divieto di applicazione della sola custodia cautelare in carcere se il giudice ritiene che, all'esito del giudizio, la pena irrogata non sarà superiore a tre anni. In questi casi, infatti, è possibile sospendere l'esecuzione della pena e accedere alle misure alternative alla detenzione. In sostanza, si vuole affermare un principio, che trovo molto difficile contestare, secondo il quale, nei casi in cui sia ragionevole prevedere – a proposito di prognosi – che alla fine del procedimento l'imputato non sarà in concreto assoggettato alla sanzione di estremo rigore, la restrizione carceraria debba essere preclusa anche in itinere.
  Allora va fatta una considerazione brevissima: se non si accetta questo principio, sapete che cosa succede ? Si avvalla il sillogismo che la custodia cautelare molte volte viene irrogata solo e soltanto perché si ritiene un'anticipazione dell'espiazione della pena. Se questo è vero, allora il principio che abbiamo introdotto oggi, o abbiamo continuato ad introdurre nel nostro ordinamento, evidentemente, è un principio vincente al fine di ridimensionare quell'abuso lamentato da tutti della custodia cautelare.
  La Commissione opportunamente ha ritenuto di circoscrivere e precisare l'ambito di applicazione – e ciò, agli oppositori, vorrei che venisse rilevato pubblicamente – con esclusioni oggettive. Mi riferisco all'incendio boschivo, ai maltrattamenti familiari, allo stalking, al furto in abitazione e al furto con strappo. Insomma, andiamo verso una rivisitazione dell'uso esagerato e spropositato delle misure cautelari. Anche questo sistema è un modo per mettere in linea quelli che sono i principi legati all'utilizzo delle misure cautelari e i principi che non possono essere legati all'abuso dell'utilizzo delle misure cautelari. Ritengo che, a fronte della vigente disciplina legislativa sulle misure cautelari, che sembrerebbe relegare la custodia cautelare ad una misura residuale ed eccezionale, vi sono dati drammatici: il 40 per cento dei detenuti è in carcere in attesa di giudizio. Il 40 per Pag. 37cento dei detenuti in carcere non sta scontando una pena ! Potrebbe scontare una pena che non avrebbe mai, poi, e che non dovrebbe scontare mai !
  È per questo che l'NCD voterà a favore di questo provvedimento, anche con una speranza, quella di avere al più presto una giustizia normale in un Paese che forse, anche per colpa nostra, molto normale non è.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Antonio Marotta. Ne ha facoltà.

  ANTONIO MAROTTA. Presidente, ormai siamo alla fine della discussione che riguarda questo provvedimento. Anche per questo, l'atteggiamento, il contributo della forza politica che rappresento sarà importante, perché per noi il problema giustizia, per la mia parte politica, è al centro del dibattito politico e deve rimanerci, fino a quando, con grande senso di responsabilità, non avremo affrontato e risolto i problemi che richiamerò alla fine del mio intervento.
  Nel sistema giustizia, il sistema carcerario, che è parte fondante e portante, rappresenta anche il cuore della civiltà di un popolo. Ci misurano per quello che riusciamo a esprimere proprio nel sistema carcerario.
  E allora, ho sentito parlare in questi due giorni di ordine pubblico e non capisco a che proposito. Si è parlato di droga, di legge sugli stupefacenti, di immigrazione, di rapine e di furti, ma, guardate – e lo dico agli amici della Lega e del MoVimento 5 Stelle –, pensate che sia ancora il momento del terrorismo psicologico ? Pensate ancora che, con le parole e con la demagogia, si possa costruire un'Italia diversa o si possa influenzare l'orientamento e il voto degli elettori ? Bene, se pensate questo, noi non lo riteniamo. Perché dico questo ? Parlate ancora di sicurezza con un provvedimento che non ha niente a che vedere con la sicurezza, assolutamente niente. La sicurezza dei cittadini sapete a che cosa è legata ? Non certo alla detenzione dei cittadini o alla durata della detenzione; la sicurezza è legata alla tranquillità economica e lavorativa che uno Stato è in grado di garantire per i propri cittadini. Il cittadino si sente tranquillo, sereno e sicuro solamente se ha un lavoro e la possibilità di guardare avanti. Gli aspetti di ordine pubblico non intervengono sulla sicurezza. Guardate – e lo dico con dati di fatto – quello che è stato detto e, soprattutto, i risultati dei primi sei mesi del Ministero dell'interno, che ha detto che nel 2014 sono stati in calo i reati contro il patrimonio e la famiglia. Allora, come ve lo spiegate ? Se è vero che il precedente Governo, di cui facevamo parte, e questo hanno fatto dei provvedimenti cosiddetti «svuota carceri» che hanno portato fuori tutti, che hanno allarmato il sistema e che hanno favorito i delinquenti, come vi spiegate che il numero dei reati nei confronti proprio del patrimonio e delle persone è diminuito ? Questo è l'elemento che vi dovrebbe far riflettere assolutamente.
  Si è detto che il Governo cede o arretra di fronte all'atteggiamento dell'Europa. Io non so cosa fa il Governo, ma il Parlamento e la nostra forza politica non arretrano di fronte a niente. Questa è la verità e anche per questo provvedimento, alla fine, preannuncio un voto di astensione, non sul merito del provvedimento, di cui andremo a parlare, ma sul metodo, ancora una volta: il sistema del decreto-legge, il sistema di mettere insieme tutte cose che sarebbe stato meglio separare o di cui sarebbe stato meglio parlare autonomamente, la possibilità quindi di affrontare il problema in maniera seria, costruttiva e responsabile.
  E veniamo alla ratio del provvedimento. Guardate, è una: non so, è stato ripetuto poco in questo dibattito; si è voluto parlare di tutte cose che con la ratio, ovvero con quello che è l'elemento portante di questo provvedimento, hanno poco a che vedere. Ma qual è l'elemento portante ? L'elemento portante e la ratio è l'intervento della Corte europea dei diritti dell'uomo che con una «sentenza pilota», pilota perché contiene il segnale che si dà allo Stato, dice: guarda che, se continui su Pag. 38questa strada, tutte le ulteriori sentenze che già sono arrivate – e parliamo di migliaia di ricorsi fatti alla Corte europea – potrebbero finire in questo modo. E siccome noi sappiamo – e voi lo dite sempre – che le sentenze bisogna rispettarle, allora non dovremmo rispettare, poi, solo le sentenze che emettono in Italia i giudici italiani; dovremmo rispettare anche le sentenze europee.
  È di fronte a questo che nasce l'esigenza di questo provvedimento, per evitare che, di fronte a un numero rilevante di sentenze di condanna, lo Stato italiano debba affrontare una spesa senz'altro superiore rispetto a quella che noi andremo ad affrontare, o meglio che lo Stato andrà ad affrontare – ma carica sempre e grava su noi cittadini – con questo provvedimento.
  E allora diciamo che, sostanzialmente, al di là di quello che prevede l'articolo 8, a cui pure faremo riferimento, il resto del provvedimento si sviluppa e si avvita su questo, che è non una libera scelta, ma, direi, quasi un'imposizione, che noi riceviamo, che dobbiamo affrontare e di cui dobbiamo tener conto proprio in funzione del rispetto delle sentenze. E allora, prima che arrivino e prima che, sul piano economico, il danno sia maggiore e molto più rilevante, il Governo – e su questo, nel merito, noi siamo anche d'accordo – interviene con questo provvedimento.
  Qual è il senso ? È un risarcimento ! Si è parlato di una «paghetta»: allora dobbiamo avere le idee chiare su che cosa passa tra la paga, o paghetta, come l'abbiamo definita, che è la retribuzione per un lavoro che viene posto in essere, e il risarcimento, che è un istituto che niente ha a che vedere con la paga. Il risarcimento è valutato dal giudice in conseguenza di un danno che una parte ha subito. Se questo è vero, è vero anche che il cittadino resta pur sempre tale anche se detenuto; anche se detenuto, perché, finito il periodo di detenzione, colleghi parlamentari, torna ad essere un cittadino come tutti quanti noi, sia nel caso in cui venga assolto e abbia subito ingiustamente una detenzione, sia nel caso in cui venga condannato e abbia espiato regolarmente la sua pena. Non dimentichiamocelo !
  E allora, di fronte a questo, si sviluppa, attraverso la competenza del magistrato di sorveglianza, la possibilità di poter intervenire per il risarcimento di una detenzione che il cittadino ha sofferto o sta soffrendo in condizioni disumane, perché questo è quello che dice l'articolo 3 ed è questo quello che ha accertato l'Europa nella sentenza su richiamata e in altre anche richiamate. Allora, se è vero questo, questa è una forma di risarcimento. Non so e non entrerò nei particolari dell'entità, perché è un problema che ci riguarda poco: sotto questo punto di vista, un euro o cinque euro in più o in meno... Il problema è concettuale: lo Stato è tenuto al risarcimento nel momento in cui pone in essere un'attività contraria a quello che è non tanto e non solo il contenuto della Costituzione, l'articolo 27, o i pronunciamenti della Corte europea dei diritti dell'uomo, ma un principio naturale del rispetto della vita degli esseri umani. Con l'intervento nella qualità della vita di una persona noi possiamo arrivare fino ad un certo punto.

  PRESIDENTE. Concluda.

  ANTONIO MAROTTA. Ho esaurito il tempo ? Da questo punto di vista, mi pare chiaro che anche il percorso individuato sia un percorso che può essere, per certi versi, nel merito, ripeto, sempre nel merito, condiviso. Un solo richiamo, e poi mi avvio alla conclusione, all'articolo 8: se parliamo di detenzione preventiva, di esclusione o di un problema rilevante e accettiamo il principio che, se io giudice, non pubblico ministero, in concreto, posso pensare di irrogare una pena contenuta nei tre anni, devo infliggere la detenzione addirittura preventiva a uno che, poi, di detenzione vera e propria non ne dovrà fare, la detenzione preventiva veramente allora diventa la cosa peggiore sul piano della cultura giuridica e della vita dell'essere umano che siamo stati capaci di inventarci.
  Mi avvio alle conclusioni, Presidente, richiamando quello che dicevo in precedenza. Pag. 39Sui grandi problemi della giustizia, Forza Italia, la mia forza politica, si vuole confrontare, ma confrontiamoci – ecco perché parlavo di provvedimenti organici e di metodo – sull'obbligatorietà dell'azione penale, sulla carcerazione preventiva, sulla depenalizzazione. Su questo noi saremo presenti e collaborativi.
  E una volta per tutte riavviamo il discorso sulla amnistia e sull'indulto perché questi sono i grandi problemi che oggi la società e il sistema giustizia ci offre, e non nascondiamoci sotto la sabbia. Su questi problemi che io ho richiamato Forza Italia sarà presente e collaborativa sul piano di un grande senso di responsabilità che anche in questa votazione, come nelle altre, ha sempre dimostrato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Presidente, questo decreto è l'ennesimo espediente gattopardesco, che tutto cambia perché nulla cambi. Di provvedimenti «svuota carceri» ne abbiamo visti veramente tanti in questo anno di Governo. Questo Governo porta in Aula provvedimenti farsa che non risolvono strutturalmente il problema del sovraffollamento, ma non i provvedimenti di cui il Paese ha realmente bisogno. In primis, il reddito di cittadinanza e l'abolizione di Equitalia, tutte proposte del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Tornando nel merito della farsa odierna, darete al detenuto in condizioni di vita di totale degrado meno giorni di pena o qualche monetina, così ha il suo rimedio e non si lamenta. Così potrete tornare a rimandare all'infinito il problema del sovraffollamento carcerario, per il quale nessuno di voi ha ancora fatto nulla di realmente concreto.
  Detenuti strumentalizzati e diritti trattati come merce di scambio al mercato. Tanto ora potete andare in Europa a dire che siete stati bravi. Una misura che non tutela il detenuto da abusi, dal tetto che perde, dalla mancanza di acqua calda, da un recupero e da una rieducazione che non esistono nelle carceri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Un provvedimento che oltretutto, Presidente, sovraccarica il magistrato di sorveglianza del quale forse non si ricorda, i colleghi non ricordano magari ancora che mangia e a volte perfino dorme, e che non fa nulla per la soluzione del problema.
  Il diritto al risarcimento per il detenuto si matura solo dopo 15 giorni di sofferenza, il che significa che un diritto calpestato per 14 giorni è ignorato totalmente dalla legge, in completa violazione degli articoli 3 e 24 della Costituzione. Peraltro, vi è un'altra irrazionalità di fondo, quando la legge stessa attribuisce rilevanza a 10 giorni di abuso, facendoli equivalere a 1 giorno di sconto della pena.
  Il magistrato non ha alcun potere di graduare il risarcimento, quindi ogni violazione riguardante il trattamento inumano viene ristorata nella medesima misura, anche se le violazioni sono diversissime tra loro, come a dire, per capirci, che i danni da incidente stradale valgono tutti 100 euro, sia che ti rompano uno specchietto sia che distruggano la macchina.
  Nella norma sull'esecuzione delle misure cautelari minorili, sostituite 21 anni, che già rappresenta una deroga, in quanto minorili, con 25, l'ennesimo intervento per svuotare le carceri. Ma il nostro ordinamento esige di essere minimamente razionali: se il problema del sovraffollamento non verrà risolto, direte che un trentenne non è ancora adulto e quindi, che è necessario salvaguardare le sue esigenze educative ?
  Con l'articolo 8 il Governo, poiché il carcere è sovraffollato, chiede al giudice dell'applicazione cautelare di fare una prognosi, con gli atti che ha, sul quantum di pena che sarà irrogata alla fine del processo. Una valutazione chiaramente cui magari ricorrerebbero pure i presupposti della misura cautelare, se ritiene che la Pag. 40pena non sarà superiore a 3 anni, il magistrato dirà che non ci sarà la possibilità del carcere.
  La norma si regge su una valutazione che, essendo allo stato degli atti, non ha ormeggi sicuri, poiché l'evoluzione della vicenda, sia per quanto riguarda le prove, che arriveranno successivamente, sia per quanto riguarda ulteriori procedimenti a suo carico, potrebbe capovolgerla completamente. Qui invece il giudice cautelare deve sostanzialmente elaborare una previsione di pena ben prima di avere tutti gli elementi per farlo, e usando criteri fortemente discrezionali. Questa norma – è inutile nasconderlo – aiuterà politici corrotti a farla franca e, non andare in galera per reati contro la pubblica amministrazione, e voi in quanto legislatori, siete complici di questa vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  E questo in che momento, Presidente ? Proprio quando sotto i nostri occhi passano le prime pagine dei giornali: «Piano carceri, indagato il commissario governativo Sinesio per abuso e falso», tra l'altro un'ipotesi già preventivata dal MoVimento 5 Stelle, su cui l'ex ministro Cancellieri poneva in gioco il suo onore.
  E ancora, appalti Expo a Milano, una nuova Tangentopoli, la Camera vota l'arresto di Galan per l'inchiesta Mose, dopo quella di Genovese e presto – vista la serie d'imputazioni da thriller – si appresterà a votare anche la richiesta per Luigi Cesaro, deputato di Forza Italia, detto «Giggino a’ purpetta», accusato di concorso esterno in associazione camorristica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  E non solo, abbiamo ottenuto alcune limitazioni apprezzabili ma del tutto insufficienti, e soprattutto non avete realizzato la cosa più importante che chiedevamo, ovvero l'assunzione di mille agenti di polizia penitenziaria tra i ragazzi idonei, pronti a sopperire le carenze di agenti nelle carceri, di cui tanto ci si riempie la bocca ma per i quali poco si fa. Infatti, lo ricordo, mancano educatori, polizia penitenziaria, personale d'amministrazione e, ciliegina sulla torta, non è ancora stato nominato il capo del Dipartimento di amministrazione penitenziaria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Questi decreti sono irresponsabili, perché è vero che in Commissione giustizia, grazie al MoVimento 5 Stelle, si riesce bene o male sempre a limitarne i danni, ma è anche vero che il decreto ha efficacia immediata e quindi i danni sono immediati ed irreparabili. Vi ricordate quando ci davate dei bugiardi perché dicevamo che il decreto «svuota carceri» liberava i mafiosi ? Bene, Presidente, la liberazione anticipata speciale del precedente decreto grazie a voi ha garantito la scarcerazione di più di 20 mafiosi e più di 1.200 mafiosi da questo inverno ne hanno beneficiato perché retroattiva, questo i cittadini lo devono sapere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Con questo decreto, prima della riconversione, invece sono centinaia i soggetti scarcerati grazie al vostro provvedimento. Il MoVimento 5 Stelle aveva proposto un piano carceri alternativo per la ristrutturazione delle stesse, mai preso in considerazione da Napolitano, colui che dovrebbe tutelare la Costituzione, ma che in questo momento è indaffarato più che mai a sostenere chi la vuole distruggere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È di oggi la notizia che il commissario Cantone, presidente dell'Autorità anticorruzione, attribuisce chiaramente a mazzette, tangenti e scambi di favori la responsabilità di disincentivare gli investimenti esteri, favorire le imprese disoneste e causare la fuga di cervelli italiani all'estero. E questo non lo afferma il MoVimento 5 Stelle, Presidente, lo afferma il magistrato nominato da Renzi all'anticorruzione. Come MoVimento 5 Stelle più di un mese fa abbiamo chiesto un incontro al Ministro Orlando per presentargli il nostro pacchetto anticorruzione. Indovini un po’, ad oggi siamo ancora in attesa di una risposta da lui in merito alle nostre proposte. E gli imprenditori italiani che vogliono lavorare onestamente, che sono ancora in attesa di risposte dal governo Renzi ? Non ci stupisce, quindi, che i principali indicatori Pag. 41economici cosa ci dicono ? Crescita zero, calo delle esportazioni e dei consumi, PIL fermo.
  Vorrei chiedervi, chi è che non propone ? Chi è che non collabora ? Chi è che racconta bugie ? Dovreste chiedere scusa non tanto a noi, ma ai milioni di cittadini italiani che prendete per i fondelli ogni giorno e che subiscono mentre voi governate per voi stessi e per i vostri amici(Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Un italiano su dieci è in povertà assoluta, Presidente, un italiano su dieci. Il debito pubblico ha raggiunto il nuovo triste record di 2.166,3 miliardi di euro. È colpa di Beppe Grillo forse ? Presidente, cittadini, ve lo dico chiaramente: Matteo Renzi non ce lo possiamo più permettere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Ecco perché diciamo «no» a questo provvedimento. I cittadini italiani si stanno già accorgendo che le promesse con cui ha ottenuto il risultato elettorale si stanno sciogliendo come neve al sole, sperando che non sia troppo tardi, Presidente.
  Noi del MoVimento 5 Stelle cercheremo la via non del meno peggio, ma del meglio. Non dovendo rispondere ad interessi privati né a lobby, non dovendo scegliere tra ambiente e risorse, tra detenuti e vittime del reato, tra lavoratori e imprenditori, tra politici e onesti. Il popolo italiano merita di più. E se ne avremo la fiducia, a partire anche dei tanti delusi che non hanno votato, ve lo dimostreremo, Presidente, ve lo dimostreremo, cittadini, con tutti noi stessi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Verini. Ne ha facoltà.

  WALTER VERINI. Signora Presidente, innanzitutto, se è possibile, una raccomandazione a tutti noi: in occasione della prossima decisione di diretta televisiva dei nostri lavori, inviterei ad una maggiore cautela e magari a chiedere una fascia protetta. C’è il rischio infatti che, ad ascoltare certi comiziacci e certi toni, i bambini si impressionino (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Oppure mettiamo, nel rullo che scorre sotto le immagini, una scritta: «Attenzione, sul tema delle carceri sta per intervenire un leghista: non abbiate paura, loro giocano a chi la spara più grossa.» (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  STEFANO ALLASIA. E voi a liberare i delinquenti ! Vergognatevi !

  WALTER VERINI. Perché questo è stato fatto, è stato fatto questo (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Colleghi ! Lasciate parlare il collega Verini ! Colleghi, per favore !

  WALTER VERINI. Presidente, un po’ di rispetto, per cortesia.

  PRESIDENTE. Lui ha ascoltato voi: ora voi ascoltate lui ! Per favore ! Per favore !

  STEFANO ALLASIA. Dice stronzate !

  PRESIDENTE. Onorevole Allasia, la richiamo all'ordine !

  STEFANO ALLASIA. Ci insulta !

  PRESIDENTE. La richiamo all'ordine per la seconda volta ! Onorevole Verini, continui il suo intervento.

  WALTER VERINI. Sì, Presidente, anche perché noi, cortesemente, non abbiamo solo ascoltato, ma abbiamo sopportato bugie, sciocchezze, castronerie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  L'onorevole Ermini, il nostro relatore, a cui va un ringraziamento per il lavoro prezioso, l'altro ieri ha detto che neppure al bar certi discorsi si fanno. Ermini ha lavorato bene, ma su questo ha sbagliato, perché i caffè italiani hanno una tradizione di socialità, di comunità e certi Pag. 42discorsi nemmeno nei bar sarebbero accolti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Perché ? Di che cosa stiamo parlando ? Noi stiamo parlando del fatto che rispondiamo ad un obbligo: la Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato l'Italia, il nostro Paese, per trattamenti inumani e degradanti a causa del sovraffollamento carcerario e prosegue, questo provvedimento, nel solco di una graduale, seria modernizzazione del dispositivo punitivo, limitando il carcere ai reati gravi e di serio allarme sociale e potenziando le misure alternative e di rieducazione.
  Del resto, è quanto il Ministro Orlando ha illustrato recentemente, a Bruxelles, illustrando anche gli sforzi fatti ed i risultati raggiunti, i 55 mila detenuti che battono il grande tema del sovraffollamento, anche se dobbiamo ancora lavorare, ed illustrando le iniziative ancora in corso. È un successo, in una situazione drammatica, di una politica seria.
  La stessa Corte ha imposto provvedimenti compensativi, risarcitori, in linea con una giurisprudenza consolidata a livello europeo. È falso dire che stiamo elargendo soldi: stiamo rispettando semplicemente una sanzione. E se non lo facessimo, con questo rimedio risarcitorio, saremmo condannati a pagare centinaia di milioni di euro, svergognando ancora di più il nostro Paese. Altro che svuotacarceri: è il giudice che decide, in caso di pena non superiore ai tre anni, la possibilità di arresti domiciliari. Si tratta quindi di autori di reati che motivano poco la custodia cautelare in carcere, la cui previsione di pena è davvero ridotta o di reati per i quali è facile prevedere la sospensione condizionale della pena.
  Il principio è chiaro: chi non dovrà andare in carcere da condannato, perché dovrebbe andarci da imputato (che, non dimentichiamolo, fino al terzo grado di giudizio, è un presunto innocente) ? Da questa scelta, grazie ad un emendamento nostro, sono esclusi i reati ad elevata pericolosità sociale: non solo mafia e terrorismo, ma anche rapina, estorsione, furto in abitazione, stalking, maltrattamenti in famiglia e perfino sono esclusi, in caso di mancanza di un luogo idoneo, per i domiciliari. Lo stesso vale per i reati dei cosiddetti colletti bianchi: quelli di corruzione, concussione, peculato, che possono implicare pene ben superiori ai tre anni.
  Il provvedimento contiene poi anche altre misure, per noi ancora parziali, ma giuste: l'aumento del numero dei magistrati di sorveglianza, quello degli agenti di custodia, a cui va davvero la nostra vicinanza per il lavoro difficile che stanno facendo.
  Perché, allora, spargere tossine velenose ? Perché, allora, inondare quest'Aula di falsità ? Ma davvero pensate, leghisti, ma lo dico anche ai 5stellati, che ci sia qualcuno che può credere davvero a chi descrive noi, il Governo, la maggioranza che lo sostiene, come forze che vogliono aiutare dei delinquenti e minare la sicurezza dei cittadini. Vedete, l'agitare forche e cappi, l'alimentare paure può impressionare un attimo, può durare una giornata, anche perché il Paese, quando parlate di sicurezza, non vi può credere perché voi siete quelli delle ronde padane e ho detto tutto, ho detto tutto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) !

  PRESIDENTE. Si rivolga a me, onorevole Verini, si rivolga a me.

  WALTER VERINI. Chiedo scusa, chiedo scusa. Le scelte di rigore e di civiltà, di impegno per la sicurezza dei cittadini, a cui noi teniamo più di ogni altra cosa, debbono, però, stare insieme a principi umani e di civiltà. Non dobbiamo arretrare da questo. Voglio fare una rapidissima digressione. Noi, il Partito Democratico, il Governo, siamo impegnati per cercare davvero di cambiare questo Paese, per dare istituzioni più moderne, che discutano e decidano; per una pubblica amministrazione più trasparente e amica dei cittadini; per una giustizia che sia davvero efficace, per tutti, non per pochi; per una scuola di livello europeo che educhi i giovani, non solo al lavoro, ma Pag. 43anche alla legalità e ad essere cittadini. Stiamo lavorando per aiutare le famiglie più deboli. Gli 80 euro non sono stati una promessa, ma un fatto concreto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Siamo per combattere le mafie e la corruzione. Siamo quelli che hanno nominato all'Autorità anticorruzione un uomo come Raffaele Cantone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Non prendiamo lezioni da nessuno su queste cose.
  Ma, al di là di questo, perché voglio ricordare queste cose ? Le voglio ricordare perché il nostro deve essere un Paese nel quale i giovani trovano lavoro. E stiamo lavorando per questo, perché l'Italia possa conoscere una nuova fase di crescita e di lavoro in un'Europa che cambia la sua direzione di marcia; un'Italia dove c’è educazione alla legalità; un'Italia dove c’è meno disgregazione sociale; un'Italia dove c’è meno miseria, meno povertà e anche un'Italia dove c’è coesione sociale e dove c’è certamente meno delinquenza (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Non voglio fare facili sociologismi, ma è evidente che più c’è degrado, più c’è povertà, più c’è miseria, lì ci può essere terreno di coltura per la delinquenza.
  E, allora, in questo quadro – e mi avvio a concludere – parlare anche di carceri più umane, dove chi ha sbagliato possa scontare una pena e mentre sconta la pena possa leggere libri, imparare un mestiere, essere recuperato alla vita, significa investire in sicurezza perché, quando tornerà fuori, difficilmente tornerà a delinquere. Sì, abbiamo concezioni diverse. Voi siete stati quelli che hanno aggravato il problema delle carceri con quelle leggi sbagliate, come è stato ricordato da Marazziti e da Daniele Farina, leggi che hanno equiparato i giovani, vittime dello spaccio, i giovani tossicodipendenti, con i grandi delinquenti spacciatori. Leggi sull'immigrazione che hanno dato risposte sbagliate e che hanno contribuito ad aggravare il tema delle carceri. Noi, così, non siamo come voi, noi le vittime di reati le rispettiamo davvero, non ne strumentalizziamo, come fate voi, il dolore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  E quanto ad alcune cose dette adesso dal MoVimento 5 Stelle, che ha detto che non ci possiamo permettere questo Governo, per la cronaca questo stesso Governo è stato legittimato da qualcosa come il 41 per cento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Io lo voglio dire senza polemica: quello che non ci possiamo permettere è la vostra rabbia inconcludente e la vostra demagogia. Il Paese non si può permettere il grillismo esasperato che fa del male alla nostra Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ecco, allora, e concludo, il nostro Governo, il Partito Democratico, stanno lavorando per cambiare davvero le cose, anche sul tema delicato dell'immigrazione. Vedete, noi vogliamo che l'Italia non sia lasciata da sola nell'affrontare la questione dei grandi flussi migratori, il dramma di chi fugge dalle guerre, dalle persecuzioni, dalla miseria, come fuggirono i nostri nonni o bisnonni dal primo e secondo dopoguerra e durante il fascismo. Noi vogliamo regolare i flussi, cercare di governare i processi, avere rapporti positivi con tutti i Paesi del Mediterraneo e di altre latitudini. Anche questo, in momenti delicati di lotta al terrorismo, significa politiche per la sicurezza. A differenza vostra, noi, però, siamo anche orgogliosi del fatto di contribuire a salvare vite umane, anche un solo bambino, anche una sola vita umana.
  Le centinaia di morti in mare sarebbero di più se non ci fosse l'iniziativa Mare Nostrum (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E del resto noi del Partito Democratico siamo orgogliosi di avere mandato a Strasburgo, tra i nostri trentuno eletti, anche una persona come Cécile Kyenge, mentre voi, a proposito di reati, avete reiterato un reato, un reato politico: avete mandato in Europa per la seconda volta uno come Mario Borghezio. Vergognatevi ! Vergognatevi ! L'Italia, Presidente...(Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

Pag. 44

  PRESIDENTE. Concluda, concluda. Onorevole Verini, concluda !

  MATTEO BRAGANTINI. Antidemocratico ! Fascista !

  WALTER VERINI. Presidente, l'Italia vuole cambiare, lo vuole fare seriamente e anche una politica carceraria umana fa parte del cambiamento. Per questo noi del PD con serietà, con responsabilità, voteremo a favore del provvedimento (Prolungati applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Sono così conclusi gli interventi per dichiarazione di voto finale svolti con ripresa televisiva diretta.

(Coordinamento formale – A.C. 2496-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2496-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2496-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Stumpo, Franco Bordo, Della Valle, Abrignani, Quaranta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  «Conversione in legge del decreto-legge 26 giugno 2014, n. 92, recante disposizioni urgenti in materia di rimedi risarcitori in favore dei detenuti e degli internati che hanno subito un trattamento in violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, nonché di modifiche al codice di procedura penale e alle disposizioni di attuazione, all'ordinamento del Corpo di polizia penitenziaria e all'ordinamento penitenziario, anche minorile» (2496-A):

   Presenti  445   
   Votanti  415   
   Astenuti   30   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  305    
    Hanno votato no  110    

  La Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia, Sinistra Ecologia Libertà, Per l'Italia e di deputati del gruppo Misto – Vedi votazioni).

  (Le deputate Argentin e Rotta hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole; il deputato De Rosa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 14,45 con il seguito dell'esame del conto consuntivo per l'anno finanziario 2013 e del bilancio preventivo per l'anno finanziario 2014 della Camera dei deputati.

  La seduta, sospesa alle 14,15, è ripresa alle 15.

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Balduzzi, Boccia, Michele Bordo, Brunetta, Caparini, Costa, Dambruoso, Di Lello, Di Salvo, Epifani, Fedriga, Ferranti, Fico, Fontanelli, Giancarlo Giorgetti, Leone, Merlo, Pes, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Sani, Scotto, Speranza, Valeria Valente, Vargiu, Vignali e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.Pag. 45
  I deputati in missione sono complessivamente ottantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione congiunta dei documenti: Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2013 (Doc. VIII, n. 3); Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2014 (Doc. VIII, n. 4).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione congiunta dei documenti: Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2013 e Progetto di bilancio interno della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2014.
  Ricordo che nella seduta di lunedì 21 luglio 2014, dopo la relazione del deputato Questore, Stefano Dambruoso, si è svolta e conclusa la discussione congiunta.

(Repliche dei deputati questori – Doc. VIII, nn. 3 e 4)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Questore, Paolo Fontanelli.

  PAOLO FONTANELLI, Questore. Grazie Presidente, a nome del Collegio dei questori ringrazio i colleghi che sono intervenuti in sede di discussione congiunta, per il contributo che hanno portato. Alcuni di loro hanno dato atto dell'impegno profuso dal Collegio dei questori e dall'Ufficio di Presidenza nell'opera di contenimento e di razionalizzazione della spesa della nostra Istituzione e, in piena sintonia con gli organi di direzione politica, hanno invitato a proseguire con determinazione lungo questa strada, anche evidenziando chiavi di interpretazione della realtà amministrativa della Camera dei deputati assai interessanti, sulle quali il Collegio ritiene si debba riflettere attentamente.
  Mi riferisco, in particolare, al collega Vignali, che ha sottolineato, con efficacia, il peso diseconomico derivante sulla spesa della nostra Istituzione da un'organizzazione dei lavori parlamentari che presenta ampi margini di miglioramento e razionalizzazione; al collega Miccoli, che ha sottolineato i drammatici costi sociali che si legano inevitabilmente all'adozione di misure di revisione della spesa, da cui discenda la riduzione o la dismissione di servizi affidati all'esterno; al collega Palese, che ha richiamato con forza l'esigenza di non disperdere il livello di funzionalità e di eccellenza dei servizi assicurati ai deputati, che costituiscono un supporto decisivo per l'esercizio del mandato elettivo.
  Altri colleghi, come è naturale che sia, hanno invece riservato alla decisione di bilancio, sottoposta dall'Ufficio di Presidenza all'Assemblea, accenti fortemente critici. Anche le loro considerazioni rappresentano ovviamente per il Collegio dei questori un riferimento importante, pur nella diversità, talvolta particolarmente accentuata, dell'approccio ai problemi della gestione amministrativa della Camera e delle soluzioni ipotizzate per il suo costante miglioramento.
  In proposito, sono dell'avviso che si può certamente affermare che la spesa della Camera sia ancora troppo elevata. Si può ritenere che vi sono ancora molte cose da fare lungo la strada della sua riduzione e razionalizzazione. Del resto, il Collegio lo ha ribadito illustrando i documenti oggi al nostro esame e ha anche indicato le direttrici principali lungo le quali si muoveranno i prossimi passi, dalle locazioni al personale, che rappresentano passaggi di notevole complessità e impegno.
  Quello che, però, non si può fare è non riconoscere i dati reali, non dare atto dei risultati attestati semplicemente dalle cifre riportate nel bilancio o darne una lettura strumentale, pur avendo a disposizione gli strumenti per effettuare valutazioni serene e consapevoli. Meno accettabile ancora è affrontare temi di grande delicatezza e complessità attraverso la sola lente della demagogia. Penso, in particolare, a quei Pag. 46170 milioni di euro di risparmio che, secondo i colleghi del MoVimento 5 Stelle, sarebbero realizzabili da subito, dalla mattina alla sera, al solo schioccare delle dita. Si dice di intervenire sulle indennità e sui rimborsi dei deputati, su cui nulla si sarebbe fatto finora e che sarebbero scandalosamente alti, di tagliare gli stipendi dei dipendenti, così ottenendo risparmi immediati, di ridurre del 20 per cento il contributo ai gruppi. Molto si dice, ma molto si dimentica.
  I dati sull'ammontare dell'indennità parlamentare, ferma dal 2006 e da allora più volte ridotta, sono stati raffrontati con gli omologhi dati dei principali Parlamenti stranieri e sono stati ripetutamente diffusi pubblicamente, anche se se ne lamenta l'assenza. Ne emerge, senza ombra di dubbio, che il livello dell'indennità parlamentare per i deputati è del tutto allineato con quello dei parlamentari di riferimento dei principali Parlamenti europei, anzi si rileva in diversi casi inferiore.
  Con l'inizio della legislatura sono state ridotte le indennità attribuite ai titolari delle cariche istituzionali interne del 30 per cento, dopo che una riduzione del 10 per cento era già stata decisa sul finire della XVI legislatura. Quanto ai rimborsi la nuova disciplina delle spese telefoniche consentirà un risparmio di un milione 200 mila euro su base annua. Non credo proprio si possa dire che la situazione sia scandalosa o fuori controllo o che non si stia facendo nulla.
  In proposito torno però a leggere i dati, anche perché rimanga, per così dire, con chiarezza il confronto con gli altri Parlamenti europei. L'indennità lorda dei parlamentari italiani, dei deputati, come sapete è di 10.435 euro, che diventa circa 5 mila, o qualcosa meno, netta. In Francia, al netto, l'indennità è uguale più o meno alla nostra: hanno pressione fiscale diversa, un lordo di 7 mila e qualcosa, ma un netto di 5 mila. Più o meno così anche la Germania. Leggermente inferiore, a 4.700 euro si attesta il netto della Gran Bretagna e a 6.250 quello del Parlamento europeo, per parlare di standard europei.
  Se noi andiamo a confrontare queste cifre poi nel complesso, con i rimborsi, è vero che il nostro lordo è superiore a quello degli altri Parlamenti, ma nel nostro lordo non c’è il contributo ai collaboratori parlamentari, che sia in Francia, sia in Germania, sia in Gran Bretagna, sia nel Parlamento europeo sono a carico del bilancio di quelle Istituzioni. Per cui, se ci mettiamo quei contributi, il totale al lordo dei nostri 19 mila euro deve confrontarsi con 22.790 della Francia, 29.475 della Germania, 27.513 della Gran Bretagna e 36.314 del Parlamento europeo. Quindi, credo che certe dichiarazioni demagogiche dovrebbero poi anche farsi carico di un confronto con queste cifre.
  In merito poi alla fissazione di un tetto alle retribuzioni dei dipendenti, proprio stamani in Ufficio di Presidenza è stato approvato un documento di indirizzo, sulla cui base occorrerà svolgere il confronto con le organizzazioni sindacali. È evidente a tutti che si tratta di un passaggio delicato che richiede, come è giusto che sia, una fase di discussione, che prenderà del tempo e i cui esiti non possono essere predeterminati per definizione. Quel documento è stato approvato con il voto favorevole anche dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, presenti in Ufficio di Presidenza, che dunque sono ben consapevoli del fatto che oggi ci troviamo all'avvio di un processo e non certo alla sua conclusione.
  Come questo si possa conciliare con la realizzazione di risparmi immediati, in questo bilancio, già oggi, e addirittura quantificati nel loro ammontare, è veramente arduo comprendere, a meno di non ritenere che il gruppo del MoVimento 5 Stelle abbia già chiaro il risultato finanziario, cui si intende pervenire all'atto di applicare il limite massimo delle retribuzioni e attribuisca, per questo, al confronto sindacale un valore meramente rituale.
  Noi sappiamo bene che quello dei tetti agli stipendi del personale è un passaggio assai difficile: va affrontato con un forte senso di responsabilità, perché in discussione c’è anche in buona parte la credibilità Pag. 47delle Istituzioni, degli organi costituzionali, della loro autonomia e indipendenza, che dipende in larga misura anche dal lavoro e dalla professionalità di tanti dipendenti.
  Del resto non è la prima volta che nel nostro Paese si discute su tagli come questo.
  Io voglio ricordare che nel 1975 l'allora Presidente della Camera, Sandro Pertini, si dimise – poi fu convinto a ritirare le dimissioni – perché Ugo La Malfa con una dichiarazione attaccava proprio la disparità di retribuzioni che c'era tra i dipendenti del Parlamento e quelli della generalità della pubblica amministrazione. Ciò generò una polemica e Pertini, che non accettava che potesse gravare sulla istituzione Camera una valutazione di iniquità o di privilegio rispetto al resto degli altri settori pubblici, fece un atto forte, si dimise, pose con forza il problema. Ma, tuttavia, respinse con forza le accuse al Parlamento, dicendo che le accuse al Parlamento sono gratuite, le sue dichiarazioni virgolettate: «gratuite e di carattere qualunquistico ed è estremamente pericoloso descrivere in modo distorto e intollerante l'insostituibile attività degli organi della rappresentanza popolare».
  Non credo, non credo proprio che oggi Pertini avrebbe apprezzato frasi del tipo di quelle che sono state pronunciate anche in quest'Aula, che definiscono la Camera, rappresentano la Camera come la casa del lusso e degli sprechi. Non è accettabile né per i deputati né tanto meno per i dipendenti di questa Istituzione.
  Altro esercizio di facile semplificazione si riscontra nella proposta di riduzione del 20 per cento del contributo a favore dei gruppi parlamentari...

  PRESIDENTE. Colleghi, scusate, si sta facendo una relazione importante sul bilancio. Se non vi dispiace, un po’ di rispetto !

  PAOLO FONTANELLI, Questore. ... stanziato per il 2014 in considerazione del fatto che i rendiconti delle relative gestioni per il 2013 hanno evidenziato avanzi di gestione. In primo luogo, sarebbe stato assai opportuno sottolineare – cosa che il Collegio fa ben volentieri – che per la prima volta nella storia sono stati pubblicati, tra gli atti parlamentari, i rendiconti di gestione dei gruppi. Non solo, insieme ai rendiconti sono state pubblicate anche le valutazioni che su di essi ha espresso una società di revisione legale esterna, che ne ha verificato l'attività amministrativo-contabile nel suo stesso svolgersi e li ha certificati tutti in senso favorevole. Di tutto questo, così come degli esiti dei controlli svolti in proposito dal Collegio, nell'ambito della propria competenza, il Collegio medesimo ha riferito in Ufficio di Presidenza.
  Valuteremo il tema dei possibili avanzi sui bilanci del 2014 e ci muoveremo verso l'opportunità o meno di introdurre un elemento di riduzione del Fondo verso i gruppi parlamentari di fronte all'attività consolidata del 2014.
  Insomma, di fronte alla volatilità dei numeri che caratterizzano la Camera «a 5 stelle», come qualcuno l'ha definita rispetto ai 170 milioni di risparmio, l'Ufficio di Presidenza più modestamente presenta le cifre del risparmio che concretamente si realizza per il bilancio dello Stato a fronte del funzionamento della nostra Istituzione. Come detto più volte, si tratta di oltre 138 milioni di euro in due anni, costituiti da 100 milioni di euro in meno di dotazione e oltre 38 milioni di euro di restituzione all'erario.
  È bene ricordare in proposito come il vero risparmio per i contribuenti sia quello legato alla riduzione della dotazione. È questo il dato che realizza il minor esborso per le casse pubbliche e per i cittadini che vi contribuiscono. È questo il fattore che consente di recuperare risorse per il perseguimento di altre finalità di interesse generale, un fattore cui si aggiunge l'ulteriore disponibilità di cassa garantita dalle restituzioni.
  Quindi, che le affermazioni che molti colleghi qui hanno fatto costituiscano un ennesimo esercizio anche di demagogia ci viene confermato anche dal collega Fraccaro, che nel suo intervento ha detto, tra l'altro, che le indennità dei deputati sono Pag. 48costate ai cittadini 78 milioni di euro nel 2013 e costeranno 79 milioni di euro nel 2014. La verità è che confrontando il dato omogeneo delle previsioni 2013 e 2014 non vi è alcuna differenza, perché ciò va valutato a consuntivo. Sul preventivo incidono elementi di carattere fiscale che pesano in modo differenziato e non uguale sulle realtà dei parlamentari.
  Ci ha anche ricordato che sono stanziati 165 mila euro all'anno per altre indennità dei deputati, tra cui il gettone di presenza alle riunioni del Fondo di previdenza.
  Non ci ha detto, però, che il gettone di presenza non viene più corrisposto, a partire dalla legislatura in corso; che nel 2013, come ci dice il conto consuntivo, dello stanziamento di 165 mila euro ne è stato speso un terzo, circa 55 mila euro; che di questa cifra il 98 per cento è stato destinato al pagamento delle indennità di accompagnamento per i deputati diversamente abili e solo il 2 per cento al pagamento degli ultimi gettoni di presenza riferiti al 2012; che nel 2012 e nel 2011, in ogni caso, il pagamento delle indennità ai deputati diversamente abili ha assorbito il 99,5 per cento delle somme effettivamente erogate.
  Inoltre, il collega Fraccaro ci ha ancora sottolineato, nel suo intervento, come la Camera spenda denaro pubblico in servizi cerimoniali da fare invidia, ha detto, al Sultano del Brunei. Se, però, leggiamo i dati del consuntivo 2013, certamente meno affascinanti di quanto non sia il vagheggiare delle ricchezze dell'Estremo Oriente, ci accorgiamo che le spese di rappresentanza per i titolari di cariche istituzionali interne sono state ridotte, rispetto al 2012, del 50 per cento. Inoltre, possiamo verificare che dello stanziamento complessivo delle spese per il cerimoniale, pari a 740 mila euro, ne sono stati utilizzati solo 297 mila, meno della metà dunque. Non so se il Sultano del Brunei ne sarebbe così invidioso. Ugualmente, si parla di consulenze d'oro, quando lo voce dedicata alle consulenze passa dai 490 mila euro del 2013 ai 290 mila del 2014. Le presunto consulenze d'oro valgono, dunque, per il bilancio della Camera lo 0,028 per cento.
  Uno schema – critico – questo che abbiamo visto riprodursi anche nelle considerazioni svolte dal collega Caparini nel suo intervento. Molte delle questioni da lui poste in quella sede trovano risposta nella parte della relazione del Collegio dedicata all'attuazione degli ordini del giorno accolti o approvati lo scorso novembre, in occasione del bilancio 2013. Molte altre costituiscono oggetto di ordini del giorno da lui presentati in questa occasione e, dunque, non anticipo quanto dirà il collega Fontana al riguardo dopo di me. Mi sembra, però, importante sul piano del metodo ricordare come egli abbia ribadito nel suo intervento in discussione generale che l'andamento della spesa prevista negli anni 2015 e 2016, sostanzialmente allineato a quello del 2014, testimonia il fatto, secondo lui, che l'attività di riduzione della spesa si sia di fatto arrestata. In sintesi, quei numeri certificherebbero che tutto quello si poteva fare è stato fatto e che a questo punto si alzano le mani e ci si ferma. Tuttavia, non può il collega Caparini non sapere, perché è stato detto dal Collegio dei questori in ogni sede, compresa la relazione scritta e allegata ai documenti di bilancio stampati e diffusi su Internet, che la spesa per quei due anni è destinata drasticamente a scendere per effetto delle misure sulle locazioni e sugli stipendi del personale in servizio. D'altro canto, il collega Caparini ha troppa esperienza per ignorare che il nostro è un bilancio a normativa vigente e non può registrare gli effetti finanziari di misure che non sono state ancora adottate. Credo che dovrebbe, comunque, ricordare anche come la spesa del 2016 si è attestata sostanzialmente sul livello dell'anno in corso grazie ad un massiccio intervento di riduzione degli andamenti tendenziali che ha portato un abbattimento della spesa per quell'anno nei comparti dei deputati, degli ex deputati, del personale in servizio e in quiescenza, nell'ordine di oltre 65 milioni di euro. Insomma, non riesco proprio Pag. 49a intravedere quella bandiera bianca, quel segnale di resa di cui ha parlato nel suo intervento.
  Sui palazzi Marini procederemo al recesso rapidamente, avremo un possibile – sulla carta – risparmio assai significativo immediato, però dovremmo agire e contemperare con una gestione attenta del problema ovviamente perché c’è una certa dose di rischio di contenzioso, vi è un problema sociale legato anche ai dipendenti della Milano 90, che non è sulle nostre spalle, ma verso il quale non possiamo essere sordi. C’è innanzitutto, però, l'esigenza di dare risposte concrete alla necessità di garantire a tutti i deputati condizioni adeguate per esercitare il proprio mandato parlamentare.
  E su questo avremo modo di ritornare con informazioni dettagliate rapidamente anche in Aula. Continueremo comunque ad agire in termini di contenimento e di riduzione della spesa sugli spazi di manovra che il bilancio ci consente ed è un bilancio, come abbiamo detto, ad alta rigidità. È vero che si può mutare ma ci vuole del tempo. Ricordo che l'incidenza della spesa per stipendi, indennità e pensioni, deputati e parlamentari, sul nostro bilancio è di oltre il 76 per cento. Quindi i margini di manovra, come si vede, consentendo che c’è tutta la spesa corrente, sono abbastanza limitati. Di quel 76 per cento più del 36 è un impegno legato alle pensioni. Quindi dovremo affrontare questo nodo in una prospettiva che ci auguriamo possa aprirci spazi importanti.
  In questo contesto la sfida io credo più importante sarà nel processo di profonda riorganizzazione e di integrazione con il Senato. La legge costituzionale che è in discussione oggi ci dà degli spunti importanti. Vi è nel testo che è passato in Commissione e oggi in Aula un impegno, che diventerebbe costituzionale, a far sì che la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica provvedano secondo criteri di efficienza e razionalizzazione all'integrazione funzionale delle amministrazioni parlamentari mediante servizi comuni, impiego coordinato di risorse umane e strumentali e ogni altra forma di collaborazione. A tal fine è istituito il ruolo unico dei dipendenti del Parlamento, ovviamente in conformità ai principi di autonomia, imparzialità e accesso esclusivo con diretto ed apposito concorso. Nella previsione che vi è in quel disegno di legge credo che vi siano tutti gli elementi per affrontare davvero e seriamente un processo di riorganizzazione che può consentire, per così dire, di rendere strutturale e assai più incisivo il piano del contenimento e della riduzione della spesa per quanto riguarda gli organi costituzionali.
  In conclusione, il Collegio nel rinnovare il proprio ringraziamento ai colleghi intervenuti nel dibattito, ribadisce il proprio impegno nel senso del più rigoroso contenimento della spesa e del più sobrio e razionale utilizzo del denaro pubblico necessario per far funzionare la nostra istituzione. Nel segno della gradualità, del confronto con tutti gli interessi in gioco e di una serietà che rifugge la demagogia e il populismo ma non la durezza e la difficoltà della pratica quotidiana. Ne darà conferma, io credo, anche il lavoro che abbiamo fatto e che illustrerà il collega Fontana sugli ordini del giorno che sono stati presentati e che tra poco discuteremo e voteremo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente, Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Grazie, Questore Fontanelli, per questa relazione dettagliata.

(Esame degli ordini del giorno – Doc. VIII, n. 4)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato ADoc. VIII, n. 4).
  Avverto che gli ordini del giorno Sbrollini n. 1 e Chaouki n. 129 sono stati ritirati dai presentatori. Avverto che la Presidenza si è attenuta, nella valutazione di ammissibilità degli ordini del giorno, ai criteri definiti dalla prassi e che sono riconducibili all'esigenza di assicurarne la Pag. 50compatibilità con l'ordinamento interno della Camera, in termini di rispetto delle sfere di competenza e di autonomia attribuite ai vari organi, e di coerenza con i principi generali dell'ordinamento.
  Sono pertanto da considerare inammissibili, in particolare, gli ordini del giorno il cui contenuto esuli dalle competenze dell'Ufficio di Presidenza o del Collegio dei Questori, quelli che prevedono un impegno in contrasto con il Regolamento della Camera, ovvero che, pur vertendo su materie affidate alla competenza dell'Ufficio di Presidenza o del Collegio dei Questori, siano formulati in termini puntuali e vincolanti.
  In conclusione, alla luce dei richiamati criteri, tutti gli ordini del giorno formulati in termini prescrittivi, con la formula «impegna a», sono da considerarsi inammissibili ove non riformulati sostituendo tale formula con la seguente: «invita a valutare l'opportunità di». Pertanto, ove non pervengano tempestivamente segnalazioni in senso contrario da parte dei presentatori, la Presidenza riterrà accolta tale formulazione e conseguentemente ammissibili gli ordini del giorno come modificati.
  Faccio presente che, come preannunciato stamani in sede di Ufficio di Presidenza, sono da ritenersi inammissibili i seguenti ordini del giorno: Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/131, che riguarda il personale degli allegati A e B, prefigurando per esso procedure preferenziali di reclutamento che non sono consentite dai principi generali dell'ordinamento in materia di accesso agli impieghi pubblici; Pagano n. 9/Doc. VIII, n. 4/133, relativo alle modalità di numerazione degli emendamenti, in quanto attinente all'attività legislativa, che esula dalle competenze dell'Ufficio di Presidenza e del Collegio dei deputati Questori.

  PRESIDENTE. Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, chiedo al deputato Questore, Gregorio Fontana, di esprimere i pareri...

  RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, deputati Questori, colleghi, intervengo per ringraziare il Questore Fontanelli per l'attenzione che mi è stata rivolta durante la sua relazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ha affermato e ha sostenuto la volatilità della nostra proposta, il cosiddetto bilancio a 5 stelle, e ha ragione: la nostra proposta non è concreta; non è concreta, perché le nostre proposte, i nostri ordini del giorno voi non li approvate e, quando li approvate, non li applicate.
  E, poi, infine, lei, Questore Fontanelli, ha citato Pertini. Beh, io mi chiedo, Questore, cosa direbbe oggi Pertini, in questo momento, mentre la sua maggioranza sta cercando di far approvare al Senato una riforma costituzionale che ammazza la democrazia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e sta cercando di portare al Senato, di far passare questa riforma con la «ghigliottina» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Che cosa direbbe oggi Pertini ? State cercando di far passare...

  PRESIDENTE. Si attenga agli ordini del giorno, per favore, deputato Fraccaro. La prego, sta illustrando i suoi ordini del giorno. Prego.

  RICCARDO FRACCARO. State cercando di far passare una riforma autoritaria, giustificandola con un risparmio di 100 milioni di euro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Che cosa direbbe oggi Pertini ? Pertini, secondo me, oggi direbbe che si devono tagliare gli sprechi, i privilegi, ma non la democrazia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Se nessun altro intende intervenire per illustrare gli ordini del giorno – lo sottolineo – chiedo al Collegio dei questori, ed in particolare al deputato Questore, Gregorio Fontana, di riferire i pareri del Collegio stesso sugli ordini del giorno presentati.

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  GREGORIO FONTANA, Questore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, pochi istanti prima di entrare nel merito dei singoli atti di indirizzo, desidero rivolgere un ringraziamento a nome dell'Ufficio di Presidenza e del Collegio dei questori a tutti i colleghi firmatari degli ordini del giorno in esame: alcuni di essi sono condivisibili, altri meno, ma tutti testimoniano un'attenzione per il buon funzionamento della Camera dei deputati e, allo stesso tempo, un impegno per il contenimento e la razionalizzazione dei costi, che fanno onore alla funzione dei parlamentari.
  Questo dimostra, se ce ne fosse bisogno, che la democrazia rappresentativa è in grado di autoriformarsi, di dare quelle risposte che i cittadini attendono quando chiedono istituzioni non più deboli, ma sobrie e adeguate alle esigenze di buon funzionamento di una grande democrazia europea, come quella italiana.
  Al tempo stesso, permettetemi di osservare che l'intento generale che emerge dagli ordini del giorno ci conforta e ci incoraggia a proseguire sulla strada, prima di me ben illustrata dai Questori Fontanelli e Dambruoso, di razionalizzazione e di riduzione della spesa, senza compromettere la qualità dei servizi offerti ai parlamentari per lo svolgimento del loro mandato. È una strada che l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei questori hanno percorso con decisione fin dal principio di questa legislatura, nell'ambito dell'autonomia che la Costituzione garantisce al Parlamento, ben prima che, pur lodevoli iniziative di contenimento complessivo della spesa pubblica, venissero assunte da altri organi istituzionali.
  Questo ci consente di rivendicare con orgoglio la capacità di questa Camera di essere un punto di riferimento per tutte le pubbliche istituzioni sul fronte del contenimento della spesa. È una strada sulla quale la Presidenza e il Collegio dei questori intendono continuare, con l'aiuto prezioso e le indicazioni che l'Assemblea vorrà oggi dare con la discussione sugli ordini del giorno e con l'apporto fondamentale – fondamentale – della struttura amministrativa di questa Camera, che desidero ringraziare con particolare attenzione.
  Come già in passato, particolare attenzione porremo poi al fatto che tale contributo non rimanga soltanto formale ma al contrario venga valorizzato al massimo nel corso delle future scelte che saremo chiamati ad assumere. Proprio per questo abbiamo accolto con favore il senso dell'indicazione che proviene da un ordine del giorno che ha come primo firmatario il Vicepresidente onorevole Di Maio, e di altri colleghi, e in quello spirito assumiamo l'impegno a una relazione semestrale all'Ufficio di Presidenza in merito allo stato di attuazione degli ordini del giorno votati dall'Assemblea.
  Ho ancora il dovere di una precisazione preliminare: molti ordini del giorno firmati dai colleghi della Lega Nord contengono una premessa sempre identica – che forse è frutto di un equivoco – secondo la quale la tendenza al contenimento della spesa si è andata attenuando negli ultimi esercizi e anzi starebbe tornando a un lieve incremento. Tale premessa è, come dicevo, frutto di una valutazione impropria, che è stata ben evidenziata poc'anzi dal questore Fontanelli nel corso della sua replica. Non c’è alcun arretramento sul versante della riduzione della spesa di questa istituzione. Anticipo, quindi, senza ripeterlo ogni volta, che l'eventuale accoglimento di tali ordini del giorno si intende escludendo la valutazione che vi si esprime in merito alla serie storica della spesa della Camera.
  Veniamo quindi ai singoli ordini del giorno. Sull'ordine del giorno Pisicchio n. 9/Doc. VIII, n. 4/2 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  L'ordine del giorno Pisicchio n. 9/Doc. VIII, n. 4/3 è accolto.
  L'ordine del giorno Boccia n. 9/Doc. VIII, n. 4/4 è accolto come raccomandazione.
  L'ordine del giorno Melilla n. 9/Doc. VIII, n. 4/5 è accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità, fermo restando l'obiettivo Pag. 52del superamento dell'Allegato B di procedere alla revisione dell'Allegato stesso entro la XVII legislatura».
  L'ordine del giorno Melilla n. 9/Doc. VIII, n. 4/6 è accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità di concludere l'esame del conto consuntivo e della nota di variazione al bilancio di previsione entro il termine del 31 marzo, previsto all'articolo 2, comma 5, del Regolamento di amministrazione e contabilità, in modo da consentire la sollecita discussione in Assemblea sulla base delle decisioni di competenza della Conferenza dei capigruppo». Lo stesso parere vale anche per gli ordini del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/108 e n. 9/Doc. VIII, n. 4/113.
  L'ordine del giorno Melilla n. 9/Doc. VIII, n. 4/7 è accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «considerare la possibilità qualora si rendessero disponibili spazi esterni, di collocarvi la mensa self service sita a palazzo Marini, presupposto per procedere a bandire una gara di appalto per la quale opererebbe senz'altro la clausola sociale prevista dal contratto collettivo nazionale del settore ristorazione».
  L'ordine del giorno Melilla n. 9/Doc. VIII, n. 4/8 è accolto, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «invita a valutare l'opportunità, ai fini del contenimento dei costi e della semplificazione delle procedure di lavoro, di sollecitare i deputati a presentare le proposte di legge e gli atti di sindacato ispettivo utilizzando procedure telematiche e la firma digitale».
  Sull'ordine del giorno Melilla n. 9/Doc. VIII, n. 4/9 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  L'ordine del giorno Melilla n. 9/Doc. VIII, n. 4/10 è accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «invita ad adottare ulteriori iniziative per proseguire nella riduzione delle spese di cui in premessa».
  L'ordine del giorno Melilla n. 9/Doc. VIII, n. 4/11 è accolto come raccomandazione, come anche gli ordini del giorno Boccia n. 9/Doc. VIII, n. 4/4 e Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/71. Sull'ordine del giorno Melilla n. 9/Doc. VIII, n. 4/12 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  L'ordine del giorno Melilla n. 9/Doc. VIII, n. 4/13 è accolto come raccomandazione; l'ordine del giorno è in larga parte attuato.
  L'ordine del giorno Melilla n. 9/Doc. VIII, n. 4/14 è accolto a condizione che nella parte motiva sia aggiunto, infine, il seguente capoverso: «è doveroso ribadire che la Camera è estranea al rapporto di lavoro tra la società Milano 90 ed i suoi dipendenti e pertanto non può in alcun modo farsi carico di individuare essa stessa soluzioni occupazionali».
  Inoltre, che il dispositivo sia così riformulato: «invita il Collegio dei questori a continuare ad assicurare la propria disponibilità a prendere in esame concrete e dettagliate proposte imprenditoriali eventualmente formulate da operatori economici, che coinvolgano i lavoratori in questione». il Collegio dei questori formula lo stesso parere anche sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/93.
  Il Collegio dei questori accoglie l'ordine del giorno Vignali n. 9/Doc. VIII, n. 4/15 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Carbone n. 9/Doc. VIII, n. 4/16, trattandosi di materia contrattuale. Il Collegio dei questori accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Abrignani n. 9/Doc. VIII, n. 4/17 e accoglie l'ordine del giorno Palese n. 9/Doc. VIII, n. 4/18. Il Collegio dei questori formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/19. Il Collegio dei questori accoglie l'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/20, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «invita il Collegio dei questori a valutare l'opportunità di riferire ogni sei mesi all'Ufficio di Presidenza sullo stato di attuazione degli ordini del giorno». Il Collegio dei questori accoglie l'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/21, a condizione che al primo capoverso del dispositivo siano premesse le seguenti parole: «alla luce dell'esito delle riforme regolamentari in materia».Pag. 53
  Il Collegio dei questori formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario sugli ordini del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/22, n. 9/Doc. VIII, n. 4/23, n. 9/Doc. VIII, n. 4/24, n. 9/Doc. VIII, n. 4/25 e n. 9/Doc. VIII, n. 4/26.
  L'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/27 è accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «individuare espressamente la tipologia delle spese imputabili alla voce del capitolo 205 riservata alle spese per la rappresentanza della Camera, similmente a quanto già accaduto nel 2013 con riferimento alle spese imputabili alla voce «spese per la rappresentanza dei titolari di cariche istituzionali interne». In tale contesto, delimitarne espressamente l'erogazione con esclusivo riferimento alle attività svolte dai soli deputati che siano chiamati ad esercitare in sedi pubbliche funzioni di rappresentanza ufficiale dell'istituzione sulla base delle indicazioni della Presidenza della Camera. Dare corso ai sensi dell'articolo 26, comma 1 del regolamento di amministrazione e contabilità alla revisione dell'elenco delle voci di spesa per le quali la richiesta di pagamento al Servizio Tesoreria costituisce direttamente impegno approvato nella scorsa legislatura dopo l'entrata in vigore del RAC nella prospettiva di una riduzione delle voci ivi inserite».
  L'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/28 è accolto.
  Il Collegio dei questori accoglie l'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/29, a condizione che nel dispositivo la parola «adottare» sia sostituita con le seguenti: «avviare uno studio di fattibilità per elaborare».
  Il Collegio dei questori accoglie gli ordini del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/30 e n. 9/Doc. VIII, n. 4/31. Il Collegio dei questori accoglie l'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/32, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «istituire un gruppo di lavoro tecnico interservizi che, anche sulla base di eventuali indicazioni dei gruppi parlamentari dei deputati, formulerà al Collegio dei questori specifiche proposte finalizzate alla riduzione e alla razionalizzazione dei consumi energetici, tenuto conto dei vincoli architettonici, tecnologici e di bilancio».
  Il Collegio dei questori accoglie gli ordini del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/33, n. 9/Doc. VIII, n. 4/34 e n. 9/Doc. VIII, n. 4/35.
  Il Collegio dei questori formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario sull'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/36.
  L'ordine del giorno Fraccaro n. 9/Doc. VIII, n. 4/37 è accolto con una precisazione: per quanto riguarda la parte motiva, si fa riferimento al riguardo, all'inopportunità, nelle more del predetto processo di riorganizzazione, di procedere al conferimento di incarichi di funzione anche per posizioni vacanti. Va considerato però che è responsabilità dell'amministrazione assicurare la piena continuità delle attività di supporto all'esercizio delle funzioni parlamentari anche ricoprendo i posti di responsabilità che dovessero divenire vacanti.
  Il Collegio dei questori formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario sugli ordini del giorno Fraccaro n. 9/Doc. VIII, n. 4/38 e n. 9/Doc. VIII, n. 4/39.
  L'ordine del giorno Fraccaro n. 9/Doc. VIII, n. 4/40 è accolto a condizione che al terzo capoverso del dispositivo siano premesse le seguenti parole: «dopo l'introduzione del sistema di riconoscimento automatico del parlato».
  Sull'ordine del giorno Fraccaro n. 9/Doc. VIII, n. 4/41 il Collegio dei questori formula un invito al ritiro, altrimenti parere contrario. Il Collegio dei questori accoglie l'ordine del giorno Baldassarre n. 9/Doc. VIII, n. 4/42, a condizione che i capoversi secondo, terzo e quarto del dispositivo siano così riformulati: «considerare la possibilità, qualora si rendessero disponibili spazi esterni, di collocarvi la mensa self service sita in Palazzo Marini, presupposto per procedere a bandire una gara di appalto, per la quale opererebbe Pag. 54senz'altro la clausola sociale prevista dal contratto collettivo nazionale del settore ristorazione».
  Il Collegio dei questori accoglie l'ordine del giorno Spessotto n. 9/Doc. VIII, n. 4/43 limitatamente al dispositivo, a condizione che il primo capoverso sia così riformulato: «invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei questori a valutare l'opportunità di studiare soluzioni tecniche che consentano di segregare le aree fumatori con pareti, tenendo conto dei vincoli architettonici esistenti e degli oneri finanziari per la realizzazione di tali opere».
  Il Collegio dei questori formula un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, degli ordini del giorno Paolo Nicolò Romano n. 9/Doc. VIII, n. 4/44 e Spessotto n. 9/Doc. VIII, n. 4/45, mentre accoglie l'ordine del giorno Spessotto n. 9/Doc. VIII, n. 4/46, peraltro già in parte attuato.
  Il Collegio dei questori accoglie l'ordine del giorno Spessotto n. 9/Doc. VIII, n. 4/47, a condizione che il dispositivo sia riformulato, sostituendo le parole: «a valutare l'opportunità di riformulare» con le seguenti: «a valutare l'opportunità di avviare una trattativa per riformulare».
  Il Collegio dei questori accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Cariello n. 9/Doc. VIII, n. 4/48, mentre accoglie l'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/49 con una precisazione: l'ordine del giorno invita a valutare l'opportunità di non assumere decisioni amministrative in contrasto con il principio di ricambio generazionale. Il parere è quindi favorevole, in quanto è comunque rimessa all'Ufficio di Presidenza, che è l'organo competente in materia, ogni valutazione al riguardo in sede di decisioni puntuali.
  Il Collegio dei questori formula un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, dell'ordine del giorno Luigi di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/50, accoglie l'ordine del giorno Luigi di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/51 e formula un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, dell'ordine del giorno Luigi di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/52.
  Il Collegio dei questori accoglie l'ordine del giorno Luigi di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/53, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «invita a valutare l'opportunità di introdurre limiti di durata per tutti gli incarichi interni nell'ambito del processo di riorganizzazione amministrativa prefigurato negli indirizzi approvati dall'Ufficio di Presidenza del 17 luglio 2013». Il Collegio dei questori accoglie l'ordine del giorno Spessotto n. 9/Doc. VIII, n. 4/54 con la seguente riformulazione: al secondo capoverso, sostituire le parole: «e senza grave pregiudizio economico per il bilancio interno» con le seguenti: «senza oneri aggiuntivi».
  Il Collegio dei questori accoglie l'ordine del giorno Spessotto n. 9/Doc. VIII, n. 4/55, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, dell'ordine del giorno Liuzzi n. 9/Doc. VIII, n. 4/56. Il Collegio dei questori accoglie l'ordine del giorno Luigi di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/57, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «invita l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei questori, per le rispettive competenze, a valutare l'opportunità di rendere conoscibili incassi e pagamenti, pubblicando sul sito Internet della Camera l'elenco dei pagamenti effettuati, nonché delle entrate accertate e riscosse».
  Il Collegio dei questori accoglie l'ordine del giorno Luigi di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/58, che è già in corso di attuazione, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, dell'ordine del giorno Luigi di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/59. Il Collegio dei questori accoglie l'ordine del giorno Luigi di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/60, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità di destinare all'entrata del bilancio dello Stato le quote del contributo unico e onnicomprensivo che al termine della legislatura i gruppi parlamentari abbiano restituito alla Camera dei deputati in esito alla procedura di liquidazione prevista dalla normativa vigente».
  Il Collegio dei questori accoglie l'ordine del giorno Luigi di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/61, a condizione che nel dispositivo siano soppresse le parole da: «al fine di Pag. 55dismettere» fino a: «dovrà prevedere», sostituendo queste ultime con la parola: «prevedendo». Il Collegio dei questori formula un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, dell'ordine del giorno Spessotto n. 9/Doc. VIII, n. 4/62, mentre accoglie l'ordine del giorno Fraccaro n. 9/Doc. VIII, n. 4/63.
  Il Collegio dei questori accoglie l'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/64, a condizione che il primo capoverso del dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei questori a valutare l'opportunità di procedere ad un'ampia revisione della disciplina dell'uso delle sale dei palazzi della sede della Camera dei deputati diversi da palazzo Montecitorio (Palazzo San Macuto, Palazzo di vicolo Valdina, Nuova Aula dei Gruppi parlamentari) al fine di valutare un'attenta selezione delle iniziative da realizzare con riguardo ai loro contenuti e ai loro costi».
  L'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/65 è accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «individuare le modalità attraverso cui i documenti di bilancio della Camera possano esporre informazioni più dettagliate in merito alle spese iscritte nell'ambito dei vari capitoli di spesa, sottoponendo all'Ufficio di Presidenza un'apposita proposta in materia, basata sui seguenti principi: individuare un punto di equilibrio tra una rappresentazione eccessivamente generica ed una eccessivamente analitica, in modo da garantire una comprensione efficace e significativa della spesa dell'Istituzione; rispettare l'ordine delle competenze fissato dalle norme regolamentari, che attribuiscono al Collegio dei questori il compito di sovrintendere alle spese della Camera, rimettendo per tale via l'attività di spesa nel suo concreto svolgimento alla responsabilità del Collegio medesimo, e di sottoporre gli esiti della gestione all'Ufficio di Presidenza attraverso il conto consuntivo e il bilancio di previsione, documenti di sintesi dell'attività gestionale; assicurare il maggior dettaglio delle informazioni fornite dai documenti di bilancio operando anche sul relativo corredo informativo; assicurare la responsabilità dei documenti di bilancio ai membri dell'Ufficio di Presidenza con il massimo anticipo consentito rispetto alla data in cui è previsto l'avvio della relativa discussione in Ufficio di Presidenza, trasmettendoli in formato Excel, oltre che pdf, fermo restando che, per ragioni di certezza dell'oggetto delle deliberazioni, la proposta sottoposta dal Collegio all'Ufficio di Presidenza deve comunque intendersi contenuta nei documenti in formato pdf, non modificabili».
  L'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/66 è accolto come raccomandazione.
  Sull'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/67 vi è un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario.
  L'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/68 è accolto.
  Sull'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/69 vi è un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario.
  L'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/70 è accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità, fermo restando l'obiettivo del superamento dell'Allegato B, di procedere alla revisione dell'allegato stesso entro il termine della legislatura».
  L'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/71 è accolto come raccomandazione.
  L'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/72 è accolto.
  L'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/73 è accolto a condizione che vengano contestualmente riformulate la parte motiva e il dispositivo nei termini seguenti. Quanto alla parte motiva: siano soppressi il 4o e il 5o capoverso. Quanto al dispositivo, il medesimo sia riformulato nei seguenti termini: «a corredare la relazione al conto consuntivo sottoposto all'esame dell'Ufficio di Presidenza con una tabella che riepiloghi le voci che compongono l'avanzo di amministrazione accertato nell'esercizio di competenza».
  L'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/74 è accolto.Pag. 56
  L'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/75 è accolto come raccomandazione.
  L'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/76 è accolto come raccomandazione.
  L'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/77 è accolto a condizione che il dispositivo sia riformulato sostituendo le parole «concentrando le rimanenti risorse umane disponibili» con le seguenti: «compatibilmente con lo».
  L'ordine del giorno Mannino ed altri n. 9/Doc. VIII, n. 4/78 è accolto.
  Sull'ordine del giorno Fraccaro ed altri n. 9/Doc. VIII, n. 4/79 vi è un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario.
  L'ordine del giorno Galgano n. 9/Doc. VIII, n. 4/80 è accolto, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità, fermo restando l'obiettivo del superamento dell'Allegato B, di procedere alla revisione dell'allegato stesso entro il termine della XVII legislatura».
  L'ordine del giorno Galgano n. 9/Doc. VIII, n. 4/81 è accolto a condizione che nel dispositivo siano soppresse le parole da «raggiunto il quale» fino alla fine dell'ordine del giorno.
  L'ordine del giorno Galgano n. 9/Doc VIII, n. 4/82 è accolto. L'ordine del giorno Galgano n. 9/Doc VIII, n. 4/83 è accolto come raccomandazione, a condizione che il dispositivo sia riformulato come segue: «valutare l'opportunità di istituire un Collegio per la valutazione delle prestazioni, composto da professionisti di comprovata esperienza nell'ambito del diritto del lavoro e della valutazione delle prestazioni dei dirigenti pubblici, con il compito di assistere i capi servizio nella valutazione dei funzionari e fornire consulenza nella valutazione dei dipendenti da parte dei funzionari, anche al fine di assicurare completezza e coerenza ai processi valutativi». L'ordine del giorno Galgano n. 9/Doc VIII, n. 4/84 è accolto come raccomandazione. Gli ordini del giorno Galgano n. 9/Doc VIII, n. 4/85 e n. 9/Doc VIII, n. 4/86 e Boccadutri n. 9/Doc VIII, n. 4/88 sono accolti. Sull'ordine del giorno Boccadutri n. 9/Doc VIII, n. 4/89 il Collegio dei questori formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. L'ordine del giorno Boccadutri n. 9/Doc VIII, n. 4/90 è accolto con la seguente riformulazione: nel dispositivo aggiungere infine il seguente capoverso «a valutare il costo, sia in termini economici che di risorse umane, delle attuali modalità di organizzazione dei lavori parlamentari, al fine di consentire agli organi di programmazione dei lavori di disporre di elementi utili per la valutazione di diverse e più razionali modalità di organizzazione dei lavori». L'ordine del giorno Valeria Valente n. 9/Doc VIII, n. 4/91 è accolto con la seguente riformulazione: nel dispositivo aggiungere infine il seguente capoverso «a valutare il costo, sia in termini economici che di risorse umane, delle attuali modalità di organizzazione dei lavori parlamentari, al fine di consentire agli organi di programmazione dei lavori di disporre di elementi utili per la valutazione di diverse e più razionali modalità di organizzazione dei lavori». L'ordine del giorno Palese n. 9/Doc VIII, n. 4/92 è accolto. L'ordine del giorno De Maria n. 9/Doc VIII, n. 4/93 è accolto a condizione che nella parte motiva sia aggiunto infine il seguente capoverso: «è doveroso ribadire che la Camera è estranea al rapporto di lavoro tra la società “Milano 90” ed i suoi dipendenti, e pertanto non può in alcun modo farsi carico di individuare essa stessa soluzioni occupazionali», e che il dispositivo sia così riformulato «invita il Collegio dei questori a continuare ad assicurare la propria disponibilità a prendere in esame concrete e dettagliate proposte imprenditoriali eventualmente formulate da operatori economici che coinvolgano i lavoratori in questione». Gli ordini del giorno Dorina Bianchi n. 9/Doc VIII, n. 4/94 e Caparini n. 9/Doc VIII, n. 4/95 sono accolti come raccomandazione. L'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc VIII, n. 4/96 è accolto. L'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc VIII, n. 4/97 è accolto se riformulato nei termini indicati per l'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/64. L'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc VIII, n. 4/98 è accolto se riformulato nei termini indicati Pag. 57per l'ordine del giorno precedente. Sull'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc VIII, n. 4/99 il Collegio dei questori formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. L'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc VIII, n. 4/100 è accolto e in fase di attuazione. L'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc VIII, n. 4/101 è accolto. Sull'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc VIII, n. 4/102 il Collegio dei questori formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. L'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc VIII, n. 4/103 è accolto come raccomandazione. L'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc VIII, n. 4/104 è accolto come raccomandazione, a valutare l'adeguatezza degli organici all'esito del processo di riforma amministrativa. L'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc VIII, n. 4/105 è accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «invita a valutare l'opportunità di introdurre limiti di durata per tutti gli incarichi interni nell'ambito del processo di riorganizzazione amministrativa, prefigurato negli Indirizzi approvati dall'Ufficio di Presidenza il 17 luglio 2013». L'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc VIII, n. 4/106 è accolto. Sull'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc VIII, n. 4/107 il Collegio dei questori formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. L'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc VIII, n. 4/108 è accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità di concludere l'esame del conto consuntivo e della Nota di variazione del bilancio di previsione entro il termine del 31 marzo previsto dall'articolo 2, comma 5, del Regolamento di amministrazione e contabilità, in modo da consentirne la sollecita discussione in Assemblea, sulla base delle decisioni di competenza della Conferenza dei presidenti di gruppo». Sugli ordini del giorno Caparini n. 9/Doc VIII, n. 4/109, n. 9/Doc VIII, n. 4/110, n. 9/Doc VIII, n. 4/111 e n. 9/Doc VIII, n. 4/112 il Collegio dei questori formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  L'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/113 è accolto, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità di concludere l'esame del conto consuntivo e della nota di variazioni di bilancio di previsione entro il termine del 31 marzo, previsto dall'articolo 2, comma 5, del regolamento di amministrazione e contabilità, in modo da consentire la sollecita discussione in Assemblea, sulla base delle decisioni di competenza della Conferenza dei presidenti di gruppo».
  L'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/114 è accolto come raccomandazione.
  L'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/115 è accolto.
  L'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/116 è accolto.
  L'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/117 è accolto.
  L'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/118 è accolto.
  Sull'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/119 è accolto il punto 3 del dispositivo, mentre vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sul resto dell'ordine del giorno, poiché già contenuto in ordini del giorno dello stesso presentatore, per i quali è stato già dato il parere.
  L'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/120 è accolto come raccomandazione, in quanto si tratta di materia contrattuale.
  L'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/121 è accolto.
  Sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/Doc. VIII, n. 4/122 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  L'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/123 è accolto, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a prevedere la chiusura dei Palazzi della Camera nelle giornate prefestive e festive, ad eccezione della biblioteca e della sala stampa».
  L'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/124 è accolto come raccomandazione (è sempre materia contrattuale).
  L'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/125 è accolto come raccomandazione.Pag. 58
  L'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/126 è accolto come raccomandazione.
  L'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/127 è accolto come raccomandazione.
  L'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/128 è accolto come raccomandazione.
  L'ordine del giorno Schullian n. 9/Doc. VIII, n. 4/130 è accolto con riformulazione: nella parte dispositiva sopprimere le parole «nella prospettiva di un progressivo superamento del principio dell'autodichia».
  Sull'ordine del giorno Lombardi n. 9/Doc. VIII, n. 4/132 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  L'ordine del giorno Boccadutri n. 9/Doc. VIII, n. 4/90 è accolto, giacché era stato riportato erroneamente il riferimento alla riformulazione dell'ordine del giorno Valeria Valente n. 9/Doc VIII, n. 4/91.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno Sbrollini n. 9/Doc. VIII, n. 4/1 è ritirato.
  Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Pisicchio n. 9/Doc. VIII, n. 4/2 accedono all'invito al ritiro formulato dal Collegio dei questori.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Pisicchio n. 9/Doc. VIII, n. 4/3, accolto dal Collegio dei questori.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Boccia n. 9/Doc. VIII, n. 4/4, accolto dal Collegio dei questori come raccomandazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Boccia n. 9/Doc. VIII, n. 4/4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Garofalo, Cassano, Dambruoso, Nicchi, Fauttilli, Sannicandro, Guidesi, Labriola ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  427   
   Votanti  426   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  426.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione degli ordini del giorno Melilla nn. 9/Doc. VIII, n. 4/5, 9/Doc. VIII, n. 4/6, 9/Doc. VIII, n. 4/7 e 9/Doc. VIII, n. 4/8, accettati dal Collegio dei questori, purché riformulati. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Melilla n. 9/Doc. VIII, n. 4/9, formulato dal Collegio dei questori.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Melilla n. 9/Doc. VIII, n. 4/9, con il parere contrario del Collegio dei questori.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  La Marca, Tancredi, Marzana...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  435   
   Votanti  429   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato  136    
    Hanno votato no  293.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Melilla n. 9/Doc. VIII, n. 4/10, accettato dal Collegio dei questori, purché riformulato. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Melilla n. 9/Doc. VIII, n. 4/11, accolto dal Collegio dei questori come raccomandazione.Pag. 59
  Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Melilla n. 9/Doc. VIII, n. 4/12, formulato dal Collegio dei questori.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Melilla n. 9/Doc. VIII, n. 4/12, con il parere contrario del Collegio dei questori.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Simoni, Mauri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  437   
   Votanti  436   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  139    
    Hanno votato no  297.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Melilla n. 9/Doc. VIII, n. 4/13, accolto dal Collegio dei questori come raccomandazione. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Melilla n. 9/Doc. VIII, n. 4/14, accettato dal Collegio dei questori, purché riformulato. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Vignali n. 9/Doc. VIII, n. 4/15, accettato dal Collegio dei questori. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Carbone n. 9/Doc. VIII, n. 4/16 e Abrignani n. 9/Doc. VIII, n. 4/17, accolti dal Collegio dei questori come raccomandazione. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Palese n. 9/Doc. VIII, n. 4/18, accettato dal Collegio dei questori. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/19, formulato dal Collegio dei questori.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, noi qui chiediamo semplicemente maggiore trasparenza per quanto riguarda i lavori dell'Ufficio di Presidenza e del Collegio dei questori. Io una volta chiesi all'Ufficio di Presidenza se veniva fatto un resoconto stenografico e mi dissero di sì. Dopo un Ufficio di Presidenza particolarmente importante, chiesi di avere quel resoconto specifico e mi diedero solamente le mie dichiarazioni e non quelle dei colleghi dell'Ufficio di Presidenza. In altre parole, oggi io posso avere la testimonianza semplicemente di quello che ho detto io e non di quello che hanno detto i colleghi di altre forze politiche. Praticamente, non c’è trasparenza, Presidente. Allora io mi rivolsi anche a lei, in quel momento, in quel frangente, e lei mi fece notare che quando ci sono degli incontri internazionali, Presidente, i Capi di Stato si incontrano in una stanza chiusa e poi rilasciano delle dichiarazioni alla stampa. Beh, io credo che questa non sia proprio la casa di vetro che lei aveva citato nel suo discorso di insediamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). No, no, colleghi.
  Quindi, le chiedo, per portare a termine quel percorso che lei si era prefigurata, di dare una mano a me e al gruppo parlamentare che ha sottoscritto questo ordine del giorno e di portare un minimo di trasparenza, perché stiamo parlando degli organi più importanti dell'amministrazione Camera. Chiediamo un minimo di coerenza, Presidente, con il suo discorso di insediamento. Ma vedo che non è interessata a questo ordine del giorno, quindi la ringrazio, io ci ho provato.

  PRESIDENTE. È che ci sono più richieste su più fronti, onorevole Fraccaro. Per quanto riguarda la sua richiesta, c’è un verbale e ci sono anche le sintesi. Quando lei ha chiesto che venisse riportato quello da lei detto è stata data a lei la possibilità di ottenerlo, dunque mi sembra che questo sia già sufficiente, sinceramente.
  Deputato Caparini, prego. Però, ricordo che siamo in dichiarazione di voto (Commenti Pag. 60del deputato Fraccaro). Scusi, non ha terminato, deputato Fraccaro ? Prego, continui.

  RICCARDO FRACCARO. Sono veramente allibito. Quindi, lei Presidente ritiene, per capirci, che un resoconto stenografico in cui io posso chiedere la pubblicità solamente di quello che ho detto io e non magari della risposta sua o dei Questori sia una casa di vetro. Questo lei ritiene e sta dicendo oggi in Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Si assuma la responsabilità di queste parole.

  PRESIDENTE. Le ho già risposto, andiamo avanti. Vuole che sia posto in votazione ?
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, intervengo in dichiarazione di voto per sottolineare come ci sia anche un ordine del giorno presentato dalla Lega Nord, l'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/102, con contenuti e obiettivi simili e l'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/106, che prevede forme diverse di pubblicità dei resoconti delle riunioni del Collegio dei questori, al fine di aumentare la trasparenza in merito alle delibere adottate. Quest'ultimo è stato accolto dai Questori e dall'Ufficio di presidenza, quindi è da intendersi che, per quanto riguarda la parte inerente l'attività del Collegio dei questori, possiamo sperare in diverse forme di trasparenza.
  Rimane il problema, che ha sottolineato con il suo ordine del giorno e con il suo intervento il collega Fraccaro, delle nostre riunioni. Quindi, anche noi ci associamo e voteremo a favore di questo ordine del giorno.

  GREGORIO FONTANA, Questore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GREGORIO FONTANA, Questore. Signor Presidente, solo una precisazione. Per quanto riguarda l'Ufficio di Presidenza, è vero che non c’è il resoconto stenografico, come non c’è il resoconto stenografico delle Commissioni. Per quel che riguarda l'Ufficio di Presidenza, come per le Commissioni, c’è un resoconto sommario. Quindi, qui dobbiamo stare attenti anche al messaggio che lanciamo. Non è vero che non c’è; c’è un resoconto sommario. Poi è in atto, per esempio, anche per quel che riguarda le Commissioni, una discussione, per esempio in Giunta per il Regolamento, sulla modalità di pubblicità delle Commissioni stesse. Però, dire che non c’è il resoconto dell'Ufficio di Presidenza è, a mio parere, un'informazione non corretta.
  Per quel che riguarda – e lo anticipo – quello che ha detto l'onorevole Caparini, invece – e qui c’è il parere favorevole dell'Ufficio di Presidenza sull'ordine del giorno – per quanto riguarda il Collegio dei questori, invece, c’è un qualcosa di molto più sintetico di un resoconto sommario e, quindi, occorre fare un passo in avanti e far sì che la resocontazione anche del Collegio dei questori vada in questo senso e, quindi, su questo c’è la disponibilità.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, la materia della trasparenza e della pubblicità dei lavori è assolutamente rilevante riteniamo, soprattutto in un momento come questo dove si sta ridisegnando l'assetto istituzionale del Paese sulla base di decisioni prese al di fuori del Parlamento e di cui nulla si sa.
  In qualità di membro della Giunta per il Regolamento il MoVimento 5 Stelle ha portato, mesi fa, delle proposte di trasparenza e pubblicità dei lavori piena all'interno dei lavori di Commissione, con la tracciabilità delle votazioni, cioè un voto elettronico che definisse che cosa ogni singolo parlamentare andasse a votare anche all'interno della Commissione. Ma Pag. 61abbiamo fatto di più: abbiamo chiesto anche l'accessibilità ai precedenti, che sono diventati oramai, in quest'Aula, la fonte primaria, addirittura superiore alla legge ed ai Regolamenti.
  A tutte queste richieste, purtroppo, non abbiamo mai ricevuto risposta; anzi, come sta accadendo anche in questo momento, abbiamo sempre ricevuto risposte negative che non erano avallate da alcuna giustificazione, se non quella di nascondere le scelte, che il potere politico fa, ai cittadini, cosa che noi non abbiamo mai voluto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Qui nessuno nasconde; qui tutto è molto chiaro. C’è un resoconto stenografico, è disponibile. Dunque, non mi sembra che sia negata la trasparenza. Se non ci fosse questo, lo capirei.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Grazie Presidente, vorrei dire che, su questa tematica, nella Giunta per il Regolamento è in atto un confronto molto costruttivo. Peraltro, io sono relatore proprio di questa parte che riguarda la pubblicità e la trasparenza nei lavori, in particolare delle Commissioni. Vi è ovviamente, da parte di tutti, piena consapevolezza della necessità di assicurare una pubblicità integrale ai lavori del Parlamento, in particolare, ripeto, delle Commissioni.
  Vi sono alcune obiezioni ovviamente di cui dobbiamo tenere conto, che alcuni presidenti di Commissione, per esempio, hanno fatto. Nelle Commissioni, così come nel Collegio dei questori, presumo anche nell'Ufficio di Presidenza, ci sono anche discussioni informali che si fanno per cercare anche di superare momenti di difficoltà e, quindi, è necessario ottemperare all'esigenza di rendere sempre più efficaci e costruttivi i nostri lavori con l'esigenza, anch'essa sacrosanta, di assicurare piena pubblicità.
  Poi, per esempio, ci sono questioni che riguardano anche il punto in cui si chiede lo streaming sostanzialmente per tutti i lavori delle Commissioni. Ci sono anche problemi di natura tecnica e anche di costi che riguardano la predisposizione, anche nelle sale delle Commissioni di tutte le strumentazioni tecniche necessarie. Quindi, sono problemi complessi, che vanno risolti rapidamente.
  Però, io mi sento di dire che noi non possiamo assolutamente mandare un messaggio in base al quale non c’è conoscenza del lavoro che si fa nel Parlamento, in tutte le articolazioni del Parlamento. Naturalmente, c’è una gradazione diversa e spetta al buon senso e anche ai tempi che ci dobbiamo dare la risoluzione di questo problema.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Presidente grazie, io credo che lei converrà con me che la battaglia di molti parlamentari presenti qui dentro, soprattutto quelli che non hanno avuto un passato politico o un passato dirigenziale all'interno di strutture politiche, è una battaglia che si avvicina molto ai principi e uno dei nostri principi – e non solo nostri, come lei ha dichiarato più volte – è la lotta alla corruzione; e la lotta alla corruzione non è possibile farla se non si rende trasparente qualsiasi conflitto di interessi.
  Per cui, c’è una differenza enorme rispetto a un resoconto sommario, in cui anche nelle singole Commissioni, su emendamenti che riguardano milioni di euro, non è possibile vedere chi ha votato a favore di un emendamento, che prevede un'assicurazione sanitaria, o chi magari sta facendo carriera politica perché dichiara di volere difendere il pubblico. Cioè, nei momenti in cui si dà forma a delle leggi in sede referente, nelle 14 Commissioni permanenti non esiste uno streaming, non esiste un video, non esiste un elenco di presenze di chi era presente e di chi ha votato cosa, nelle 14 sedi delle Commissioni più importanti !
  E quello che diceva il mio collega, il deputato Fraccaro, era esattamente questo, Pag. 62Presidente. Non possiamo confondere un resoconto sommario con un resoconto stenografico, perché nel momento in cui io rilevo un abuso d'ufficio, il mio collega parlamentare è passibile di una denuncia per abuso in atti di ufficio nel momento in cui lui presenta un emendamento che va a favore di un suo familiare o di un suo particolare interesse. E lei preclude questa possibilità a tutte le forze politiche che vogliono trasparenza ed una legge chiara sul conflitto d'interessi, a partire da un metodo chiaro, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Signor Presidente, le assicuro, non voglio fare polemica, ma trovo inaccettabile che lei, come Presidente della Camera, che, come lei sa, rappresenta la Camera intera, esprima il suo parere – evidentemente lei avrà un parere sugli ordini del giorno – dopo la presentazione degli stessi da parte dei miei colleghi. Lei avrà le sue opinioni e le rispettiamo, però, come lei sa, lei rappresenta l'intera Camera. Per cui, se vuole esprimere dei pareri, si accomodi al suo scranno, può anche votare e – francamente glielo dico senza polemica – lasci spazio ad uno dei tre Vicepresidenti, perché francamente presiedono meglio di lei (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Signora Presidente, capisco che l'onorevole Di Battista deve utilizzare questo scranno per fare propaganda, ma da parte del gruppo Sinistra Ecologia Libertà noi le diamo la nostra solidarietà e le ribadiamo la stima e il rispetto per il lavoro che sta facendo (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà, Partito Democratico e dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, l'attacco ad personam viene stigmatizzato in questi momenti anche dai colleghi di Di Battista. Quindi, è chiaro che l'intervento è stato proprio fuori luogo. Questo semplicemente appunto per riportare un po’ di verità in Aula. Quando c’è l'egocentrismo e ci si fa prendere, è chiaro che il deputato poi va per conto suo e viene stigmatizzato dai suoi stessi colleghi.
  Io vorrei sottolineare, però, un suo errore, secondo me, Presidente, quando lei ha affermato che abbiamo dei resoconti stenografici per quanto riguarda le Commissioni e l'Ufficio di Presidenza. No, sono sommari.

  PRESIDENTE. Sì, sommari, resoconto sommario.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Sì, è esatto, lei ha detto «stenografici». Vorrei quindi sottolineare che la richiesta, che io condivido, dell'ordine del giorno è quella di arrivare a dei resoconti stenografici. Che sia ben chiara questa richiesta, perché al momento li abbiamo solo in forma sommaria.
  Null'altro, Presidente, soltanto questo, perché mi rendo conto che è difficile, di fronte a certi interventi, andare avanti, ma le auguro veramente la serenità per potere anche canalizzare i lavori e le decisioni di questa Camera nel modo migliore, perché a lei è in capo la possibilità di modificare la modalità dei nostri lavori. Quindi, se lei acquisisce un approccio di buonsenso, può veramente incidere. E le auguro che lo faccia, mentre i colleghi del MoVimento 5 Stelle mi dicono bravo, quindi credo di avere fatto un buon intervento.

  PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Zaccagnini, ed è quello che ci accingiamo a fare.

Pag. 63

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, io credo che l'intervento del collega Di Battista vada rapidamente derubricato, derubricato ad una delle sciocchezze che vengono dette in quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà).
  Ogni tanto questo accade e noi glielo perdoniamo ed io spero che glielo perdoni anche lei, Presidente, perché noi qui stiamo per fare cose serie. Vorrei rappresentarle il nostro apprezzamento per il suo stile, il suo modo, il suo lavoro e l'impegno che mette nella gestione di questa Camera (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, avevo chiesto la parola prima, perché mi sembrava paradossale. Qui ci sono molti colleghi che molto spesso, anziché parlare del merito delle questioni, preferiscono la scorciatoia di parlare delle persone o delle qualità delle persone. Nel caso di specie ci sono dei colleghi che, anziché rispettare il Regolamento, che dice che bisogna parlare all'Aula, prima intrecciano un dialogo in modo suadente, gentile con la Presidente della Camera e poi la pugnalano alle spalle e questo è vile. È chiaro il ragionamento (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) ?

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc VIII, n. 4/19, non accettato dal Collegio dei questori.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dambruoso, Crippa, Micillo, Culotta, Adornato, Giachetti, Losacco.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  447   
   Votanti  446   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  114    
    Hanno votato no  332.

  La Camera respinge (Vedi votazioni)

  (Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc VIII, n. 4/20, accolto dal Collegio dei questori. Deputato Fraccaro, prego.

  RICCARDO FRACCARO. Presidente, l'ordine del giorno è stato accolto con riformulazione, giusto ?

  PRESIDENTE. Sì, a condizione che il dispositivo sia riformulato.

  RICCARDO FRACCARO. Intanto volevo precisare che prima ho rimproverato il collega Di Battista perché abbiamo i tempi contingentati e non nel merito.
  In ogni caso, io apprezzo l'apertura dei Questori, tuttavia ritengo che ogni sei mesi sia un tempo leggermente insufficiente, perché significa comunque una volta a ridosso dell'approvazione del bilancio, come avviene adesso – anzi, probabilmente durante l'approvazione del bilancio ed è quello che volevamo scongiurare –, e l'altra a metà anno.
  Noi chiediamo che ciò avvenga almeno ogni tre mesi, perché il nostro ordine del giorno chiedeva la pubblicità e la trasparenza sul sito web, quindi anche nei confronti dei cittadini, così non è. Chiediamo che avvenga almeno ogni tre mesi per avere la possibilità di monitorarlo con più attenzione. Due volte l'anno, una in concomitanza con l'approvazione del bilancio, Pag. 64forse è effettivamente un'apertura troppo esigua. Quindi, vi chiedo una riformulazione della formulazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc VIII, n. 4/20.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer...
  Onorevole Fraccaro, lei accetta la riformulazione (Commenti) ? Un secondo, chiariamo questo punto, perché non è chiaro (Commenti)...revoco la.... No, scusate, non è chiaro, non è chiaro ! Deputato Fraccaro, non la sento se non parla al microfono (Commenti). Sì, stiamo annullando la votazione. Allora, lei accoglie la riformulazione ?

  RICCARDO FRACCARO. Non ho capito: con sei mesi o con tre mesi, come ho chiesto io ?

  PRESIDENTE. Il questore Fontana può, per favore, rispondere su questo punto ?

  GREGORIO FONTANA, Questore. Signor Presidente, noi rimaniamo dell'idea, anche perché è un qualcosa che abbiamo deciso in Ufficio di Presidenza e, quindi, non è che siamo disponibili noi di tutto l'Ufficio di Presidenza...

  PRESIDENTE. Resta sei mesi.

  GREGORIO FONTANA, Questore. Resta sei mesi, con l'impegno comunque a cercare di fare meglio.
  Però, sicuramente, per quel che riguarda quello che votiamo ora, è sei mesi.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non accettano la riformulazione e insistono per la votazione dell'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/20.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/20, con il parere contrario del Collegio dei questori.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palma, Capua, Sorial, Palma ha votato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  453   
   Votanti  449   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  108    
    Hanno votato no  341    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/21, accolto dal Collegio dei questori, purché riformulato.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, sinceramente non è accoglibile la riformulazione, la condizione, perché qui si sottopone una richiesta di maggiore trasparenza, anzi dell'applicazione della trasparenza a tutti i lavori delle Commissioni (alcune Commissioni non sono ancora dotate della web tv) alla riforma del Regolamento (Commenti). Non interessa ai miei colleghi la trasparenza, ma a noi interessa molto la trasparenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, si subordina alla riforma del Regolamento. Ma questa condizione è inaccettabile perché l'attuale disciplina della pubblicità dei lavori delle Commissioni è stata approvata, con regime transitorio, attraverso un semplice parere della Giunta per il Regolamento. Quindi, non è necessario passare per la riforma del Regolamento, che tra l'altro noi non condividiamo Pag. 65nemmeno, è sufficiente, e si potrebbe fare subito, convocare la Giunta per il Regolamento e far fare un parere che accolga il nostro ordine del giorno. Quindi, io chiedo formalmente la convocazione immediata della Giunta per il Regolamento per applicare all'interno della Camera la massima trasparenza su tutti lavori delle Commissioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non accettano la riformulazione e insistono per la votazione dell'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/21.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/21, con il parere contrario del Collegio dei questori.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Minnucci, De Micheli, Milanato, Petrenga, Bonaccorsi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  451   
   Votanti  429   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato  111    
    Hanno votato no  318    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/22, formulato dal Collegio dei questori.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, questo invito al ritiro veramente grida vendetta. Ci state chiedendo di approvare un bilancio che prevede anche per quest'anno la spesa di 900 mila euro per le spese di viaggio degli ex parlamentari. Invito al ritiro su un ordine del giorno che chiede di eliminare i vitalizi degli ex parlamentari, i privilegi degli ex parlamentari, neanche i vostri privilegi che sappiamo che non volete toccarvi un euro di quello che guadagnate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ma degli ex parlamentari ! Ma com’è possibile votare un bilancio che preveda 900 mila euro di spese di viaggio per gli ex parlamentari, me lo dica lei, Presidente ? E poi noi siamo demagogici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  GREGORIO FONTANA, Questore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GREGORIO FONTANA, Questore. Signor Presidente, su questo punto vorrei fare una precisazione perché abbiamo testé accolto l'ordine del giorno Melilla n. 9/Doc. VIII, n. 4/10 in cui si invita ad adottare ulteriori iniziative per proseguire la riduzione delle spese di cui in premessa e cioè proprio i rimborsi agli ex parlamentari e, quindi, è stato approvato, appena ora, un impegno a ridurre sensibilmente questa spesa.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Spadoni. Ne ha facoltà.

  MARIA EDERA SPADONI. Signor Presidente, da quello che ho capito il Governo ha appena detto di ridurre...

  PRESIDENTE. Il Governo non c’è.

  MARIA EDERA SPADONI. Il Questore, pardon, ha appena detto «ridurre sensibilmente i costi». Allora stiamo parlando di viaggi, di persone che non lavorano più qua, che ci costano anzi, non ci costano, costano a quelle persone fuori che voi tutti vedete quando arriviamo dentro la Camera e che continuano a protestare per mancanza di lavoro.Pag. 66
  Ci ritroviamo ad avere quasi un milione di euro di spesa. Ora io mi chiedo come sia possibile – stiamo parlando di un ordine del giorno – invitare al ritiro di una cosa del genere, quando ci ritroviamo in Italia in una situazione di crisi in cui le persone non riescono ad arrivare a fine mese e voi vi permettete di chiedere il ritiro di una cosa del genere. Non so cosa dire nel senso che invito veramente i Questori ad una riflessione su quello che il MoVimento 5 Stelle ha proposto, anzi io spererei che questa proposta venisse da tutti i gruppi ma evidentemente siamo propri diversi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Signor Presidente, vorrei capire quale è la ratio di mantenere in piedi, scusate perché qua altrimenti offendiamo l'intelligenza delle persone, il pagamento dei viaggi degli ex parlamentari che, quando finiscono di essere parlamentari, tornano ad essere dei cittadini normali. Primo, vorrei comprendere la ratio. Secondo, vorrei anche capire ridurre che cosa vuol dire. Mi scusi, signor Presidente, perché la lingua italiana è quella: ridurre, posso ridurre anche di un euro, posso ridurre anche di due euro, anche di dieci euro, ed ho ridotto. Ma, scusate, voi pensate che il nostro quoziente intellettivo sia inferiore a 90 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Qual è il pensiero che avete ? Lasciamo stare i cittadini qua fuori che sono obnubilati da una televisione che viene utilizzata ovviamente per prendere in giro chiunque. Però qui dentro ci stiamo prendendo in giro tutti da soli e so anche che per voi 900 mila euro sono pochi soldi. Lo capiamo benissimo vedendo con il caso Mose come piovono i milioni di euro così, perché tanto per voi 900 mila euro sono pochi soldi. Però vi faccio capire che per cittadini che vivono con l'assegno di invalidità civile di 270 euro al mese, ci campano 20 famiglie con 900 mila euro ! Io non so se vi rendete conto di questo ! Mi sembra di stare sulla Luna. Mi sembra di stare sulla Luna e di non vedere una reazione da parte nostra. Io voglio vedere una reazione da parte vostra ma siete umani, avete un lato di umanità oppure no (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sberna. Ne ha facoltà. Deputato Sberna, aveva chiesto di intervenire ?

  MARIO SBERNA. Signor Presidente, vedevo che guardava di là, pensavo avesse fatto qualche altro nome. Non condivido né il linguaggio né la foga né l'enfasi dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, ma certamente condivido il merito e ho il medesimo identico stupore di fronte al fatto. Io ho sempre giustificato il fatto di venire a Roma gratuitamente perché, esattamente come nel lavoro precedente, quando mi si chiedeva dalla mia cooperativa sociale o dall'altro mio datore di lavoro, il vescovo, di venire a Roma, il viaggio lo pagava chi mi aveva chiesto di venire a Roma, ma non c’è nessunissima buona ragione per la quale dei deputati o dei senatori cessati dal mandato possano ancora godere di viaggi gratuiti (Applausi dei deputati dei gruppi Per l'Italia e MoVimento 5 Stelle) che, tra l'altro, sappiamo che non vengono a Roma – purtroppo sui treni ci andiamo tutti – ma vanno magari anche in ferie con questi biglietti. Quindi, pregherei davvero i Questori di ripensarci e di cancellare questa vergogna al più presto (Applausi dei deputati dei gruppi Per l'Italia e MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fava. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO FAVA. Signora Presidente, anche noi alcuni toni e alcune scelte che sono contenute in questi ordini del giorno li condividiamo, ma ci sentiamo di condividere questo ordine del giorno nel merito, Pag. 67anche perché ci picchiamo spesso in quest'Aula, e giustamente, di avere un riferimento politico immorale anche ai costumi con cui l'Unione europea e le sue istituzioni parlamentari costruiscono un rapporto, anche di sobrietà, con il proprio e con i propri elettori. Gli ex parlamentari europei non hanno alcun titolo di rimborso per i viaggi: si ritiene che un ex parlamentare possa continuare a fare politica senza dover pesare sul bilancio del Parlamento europeo.
  Credo che, sia pure in una condizione geografica più ridotta, tutto questo possa essere un onere e anche una responsabilità che gli ex parlamentari si assumono di continuare a fare politica, se intendono farlo, ma senza dover chiedere al Parlamento di farsi carico delle spese di viaggio. Per cui, sosteniamo questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Libertà e Diritti-Socialisti europei (LED)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ruocco. Ne ha facoltà.

  CARLA RUOCCO. Grazie. In maniera molto pacata, chiederei alla Presidente della Camera di utilizzare il mezzo televisivo – che, a volte, è utilizzato per andare a raccontare altre cose che accadono in quest'Aula –, questa volta, per raccontare l'esito di questa votazione. Io sono sicura che la Presidente non si sottrarrà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Argentin. Ne ha facoltà.

  ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, intervengo per chiederle cortesemente di invitare la collega del MoVimento 5 Stelle a non utilizzare le pensioni di invalidità civile in modo strumentale in questo dibattito, ma di fare una battaglia vera nei luoghi appropriati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Signor Presidente, io faccio presente al nostro gentile Presidente e a tutta l'Aula che questa richiesta è stata fatta con due linguaggi diversi: con il linguaggio della rabbia e con il linguaggio della compassione. Allo stesso modo, noi, purtroppo, pensiamo che prevarrà il linguaggio dell'indifferenza, a seconda di questa votazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Signor Presidente, innanzitutto mi consenta di esprimerle la mia solidarietà per il modo un po’ indecoroso con il quale è stata fatta oggetto di attacchi. Desideravo soltanto esprimere una manifestazione di voto a titolo personale, nella linea di quanto già annunciato dal collega Sberna.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rosato. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, è chiaro che ci sono dei punti particolarmente sensibili e noi siamo assolutamente sensibili, lo abbiamo dimostrato non solo in questa discussione, ma anche in quelle che hanno preceduto, all'arrivare a questo bilancio, con i lavori che sono stati fatti in questi anni, alla riduzione dei costi della politica, alla riduzione dei costi di questa Camera, ai lavori che concernono anche le questioni che attengono gli ex deputati; però io credo che il Collegio dei questori e l'Ufficio di Presidenza abbiano fatto un lavoro in questo lasso di tempo lavoro, un lavoro a cui noi ci affidiamo.
  Io penso che l'invito al ritiro sull'ordine del giorno che ha presentato il collega Luigi Di Maio che è in oggetto vada letto, come è stato ricordato – e ha fatto bene Pag. 68a ricordarlo – dal Questore Fontana, con l'approvazione dell'ordine del giorno Melilla n. 9/Doc. VIII, n. 4/10, che su questa materia interviene. Noi chiediamo che intervenga con rigore, con determinazione e rapidità, in modo da togliere tutte quelle figure e quei costi che non sono più aderenti – lo diceva qualche collega anche del MoVimento 5 Stelle – con la realtà dei fatti e che oggi non hanno più ragione di esistere, ma con una valutazione che l'Ufficio di Presidenza ha ritenuto di demandare ad un approfondimento successivo.
  L'Ufficio di Presidenza, peraltro, coinvolge tutti i gruppi parlamentari e ad esso noi abbiamo delegato di svolgere, insieme ai questori, per la parte che compete ai questori, con la loro autonomia, tale compito in maniera autonoma. Quindi il nostro voto su questo ordine del giorno prende atto che noi abbiamo già approvato un ordine del giorno che taglia, riduce. E noi chiediamo che questo taglio e questa riduzione siano efficaci a togliere tutti quei costi ultronei che non hanno più ragione di esistere, che sia rapido e che venga relazionato con le modalità dovute a questa Camera.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Presidente, stiamo parlando di una cifra che viene assegnata a quella casta della politica che oggi non ha più funzioni di natura elettiva. Si è detto che questi denari possono essere utilizzati anche a scopo personale, come per andare in ferie. Ma io dico che possono essere utilizzati per scopi molto più gravi, ovvero per fare viaggi pagati dai cittadini per venire a Roma e per entrare in queste Aule, signora Presidente, per fare l'attività di lobbista, ovvero di portatore di interessi di potentati economici e di altro tipo di lobby. E l'abbiamo visto ! Per la prima volta si sono visti grazie ad una attività di trasparenza e di pubblicità fatta dal MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Sappiamo tutti che all'interno dell'Ufficio di Presidenza i colleghi Fraccaro, Mannino e Di Maio hanno cercato di introdurre la tracciabilità degli ingressi di tutti coloro che non siano parlamentari eletti e sappiamo anche che per questa battaglia di trasparenza e di onestà siamo stati fortemente attaccati. Ci sembra che questo argomento sia strettamente connesso e che tagliare questi soldi possa anche forse tagliare una parte dell'attività lobbistica che avviene in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Presidente, vorrei dire, come testé ha detto il collega Rosato, che questo argomento è trattato nell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/10 a firma Melilla, Paglia, e Pannarale. Badate, non si parla in termini generici ma si parla proprio di questa questione, e quell'ordine del giorno è stato accolto. Questo ordine del giorno, invece, proposto dal MoVimento 5 Stelle è del tutto generale, non fa un riferimento specifico alla questione dei trasporti, ma è generale. Quindi, purtroppo vi devo dire che siete arrivati secondi e che già è stato approvato. Leggetevelo, è l'ordine del giorno Melilla n. 9/Doc. VIII, n. 4/10, a meno che non vogliamo su ogni questione inventarci problemi che sono stati risolti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Presidente, noi abbiamo la stessa posizione che è stata appena espressa, cioè che l'ordine del giorno già approvato prevede una riduzione. Ovviamente confidiamo sul fatto che la riduzione sia significativa e severa. Al tempo stesso, invece di parlare dei lobbisti, ai quali, sinceramente, se vengono qui probabilmente il viaggio glielo paga la lobby, sarebbe più importante occuparsi del controllo – su questo farei un invito al Collegio dei questori – anche Pag. 69sui viaggi dei parlamentari attuali. Cioè, credo che sarebbe molto importante fare uno studio, un'analisi e un controllo di come e dove si viaggia con quelli che sono i rimborsi di oggi. Ciò perché, francamente, a me personalmente è capitato di fare un viaggio verso una località turistica, incontrare un collega e vedere l'utilizzo di questo tipo di strumento. Ora, senza fare delazioni, non so se si trattava di un convegno di un altro tipo di situazioni, ma il sospetto che una libertà totale possa portare a questo tipo di situazioni esiste. Per cui, credo sia un problema forse ancora maggiore. Mi fido totalmente del Collegio dei questori sulla riduzione ai sensi dell'ordine del giorno Melilla n. 9/Doc. VIII, n. 4/10, auspico che ora simile severità di controlli sia adottata anche per quelli che in Parlamento ci sono oggi (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Presidente, giusto veramente trenta secondi solo per leggere anche quelle due righe che riguardano quello di cui stiamo discutendo. Qui si discute di procedere «all'immediata sospensione di tutti i plafond aperti, di procedere alla ricognizione e al saldo dei viaggi già effettuati e quindi procedere all'azzeramento delle risorse destinate a questo capitolo di bilancio per poi, a partire dal 1o gennaio 2015, eliminare totalmente la voce».
  Quindi, è molto chiaro quello che vogliamo fare: eliminare totalmente i 900.000 euro di spesa agli ex deputati. Qualcuno magari penserà, ad esempio i cittadini, che stanno pagando in questo momento i viaggi magari di Scajola, di Matacena, quindi sono comunque anche persone condannate, imputate. È fastidioso per i cittadini a casa anche pensare a questo.
  Io noto tra l'altro che nelle forze di maggioranza c’è un dibattito in corso e anche questo mio intervento vuole essere uno stimolo anche ad intervenire. Noi vogliamo anche dibattere su questo argomento: pensiamo a quello che diranno domani i giornali, pensando a quello che voteremo oggi, in questo momento.
  Noi pensiamo che questa spesa sia di troppo nel bilancio della Camera. Azzeriamola e facciamo questa cosa insieme. Possiamo fare tante cose positive; facciamo anche questa !

  PRESIDENTE. E infatti ci stiamo lavorando.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/22, con il parere contrario del Collegio dei Questori.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia, Dambruoso, Fraccaro, Piccoli Nardelli, Bratti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  404   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  149    
    Hanno votato no  255.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Senaldi, De Micheli e Morani hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e la deputata Locatelli ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Passiamo all'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/23.

  RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 70

  RICCARDO FRACCARO. Presidente, è stata da poco annunciata al Senato la «ghigliottina» sulle riforme costituzionali (Commenti). Intervengo per chiedere...

  PRESIDENTE. Mi scusi, ma noi stiamo facendo un altro lavoro adesso.

  RICCARDO FRACCARO. Mi lasci finire, Presidente. Non è di secondo piano per l'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. La prego di attenersi ai lavori che stiamo svolgendo. Abbiamo anche noi una tabella di marcia.

  RICCARDO FRACCARO. Non è di secondo piano.

  PRESIDENTE. Abbiamo una tabella di marcia abbastanza difficile oggi.

  RICCARDO FRACCARO. Lo so: anch'io sono in piedi da questa mattina a lavorare come lei.

  PRESIDENTE. Quindi, si attenga per favore all'ordine del giorno.

  RICCARDO FRACCARO. Sono intervenuto sull'ordine dei lavori. Chiedo a quest'Aula di osservare un minuto di silenzio per la grave ferita che ha subito la democrazia oggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Deputato Fraccaro, andiamo avanti.
  Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/23 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Collegio dei Questori ed insistono per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fraccaro n. 9/Doc. VIII, n. 4/23, con il parere contrario del Collegio dei Questori.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dambruoso, Borghi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  428   
   Votanti  409   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato  107    
    Hanno votato no  302.

  La Camera respinge (Applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). (Vedi votazioni).

  Passiamo all'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/24.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/24 formulato dal Collegio dei Questori.

  RICCARDO FRACCARO. Grazie Presidente, e mi risulta difficile dirle grazie in questo momento (Commenti). Questo ordine del giorno chiede di limitare e di ridurci tutti quanti la nostra indennità, di toccare la nostra retribuzione per dare un segnale forte al Paese. Noi proponiamo di ridurci, di dimezzare lo stipendio da parlamentare, anche perché, Presidente, stiamo discutendo del bilancio ed è vero che alcuni tagli sono stati fatti; però, come lei ben sa, tutti i tagli sono stati fatti ad alcune voci di spesa e, soprattutto, al personale. Ci stiamo apprestando anche a mettere un tetto alle retribuzioni del personale, e io sono perfettamente d'accordo, anzi, lo chiesi io l'anno scorso, quando mi diceste che era incostituzionale. Però, trovo che sia poco coraggioso, poco corretto, chiedere agli altri, sempre agli altri, di fare sacrifici. Oggi, con questo ordine del giorno, chiediamo a quest'Aula di dare il buon esempio, di fare noi un sacrificio, per poi poterlo chiedere, a testa alta, anche agli altri; altrimenti, siamo pavidi, pavidi.
  Voglio anche fare un appello al Governo in questo senso, perché sta continuamente enunciando slogan: questa è la volta buona, cambiamo verso, è il momento, Pag. 71o adesso o mai più. Questi sono i messaggi che passano, ma, se veramente ci credete che potete cambiare il Paese in meglio, perché giocate questa partita con i soldi degli altri e non mettete i vostri soldi sul piatto, in questo momento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
  Scommettete sui vostri soldi, come facciamo noi del MoVimento 5 stelle, che ci dimezziamo lo stipendio. Per poterlo chiedere agli altri, per poter chiedere agli altri dei sacrifici, noi li facciamo per primi. Non avete nulla da imparare, forse, dal MoVimento 5 Stelle, ma, su questo punto, noi vi diamo il buon esempio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. A questo punto, immagino che non acceda all'invito al ritiro.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/24, con il parere contrario del Collegio dei questori.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rabino, Lo Monte...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  437   
   Votanti  431   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato  111    
    Hanno votato no  320.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/25, formulato dal Collegio dei questori.

  RICCARDO FRACCARO. Non lo ritiro.

  PRESIDENTE. Devo delle scuse al deputato Luigi Gallo, che non ho visto prima alzare la mano.
  Prego, deputato Gallo.

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, da quando una forza politica formata dai cittadini, che parla il linguaggio dei cittadini, è entrata per la prima volta nelle istituzioni nazionali di questo Paese, i partiti, i signori politici di professione, le intellighenzie di questo Paese, i pennivendoli, non hanno fatto altro che accusarci di populismo e demagogia, perché non utilizzavamo la doppiezza del linguaggio della politica, cioè dire una cosa che ne significasse un'altra, dire una cosa per farne un'altra.
  Mi dispiace, Presidente, ma non saremo mai come voi, per fortuna, per fortuna. Proprio perché non siamo come voi, signor Presidente, non confondiamo i cittadini spacciando un taglio netto alla democrazia come un taglio ai costi della politica; non spacciamo per riforme, che il Paese attende da tempo, il passaggio dalla democrazia del voto alla democrazia dei nominati dai segretari di partito. I cittadini sono scandalizzati, indignati e arrabbiati.
  Il signor Renzi risponde a questo sentimento con un'opera macchiettistica, ma pericolosa ed eversiva, che mira ad un assetto costituzionale di questo Paese che sostanzialmente...

  PRESIDENTE. Non si esprima in questo modo nei confronti del Presidente del Consiglio.

  LUIGI GALLO. ... un assetto istituzionale di un regime con non pochi «capetti» che governano tutte le istituzioni democratiche.
  Sullo stipendio dei parlamentari fate sempre lo stesso giochino da anni. Questore, anche lei, almeno in questo potreste rinnovarvi; paragonate le indennità dei parlamentari italiani con quelle degli stranieri senza mai paragonare l'accredito pieno che arriva sul proprio conto corrente con più di 7 mila euro di rimborsi forfettari esentasse che si sommano ai 10 Pag. 72mila euro lordi. Allora noi non crediamo di essere francescani e di vivere di stenti eppure ci dimezziamo lo stipendio, rendicontiamo tutte le spese e restituiamo – tutti i parlamentari – più di 7 milioni di euro alle piccole e medie imprese. Ma non lo facciamo per ricevere un applauso né sentirci migliori degli altri, ma per dimostrare un modello sostenibile e percorribile per tutta la politica che voi potete votare con questo ordine del giorno approvandolo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/25, non accettato dal Collegio dei questori.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Massa, Dell'Aringa, Ruocco, Giammanco, D'Attorre, Causi, Dellai..., ancora Massa, Dellai...,Terrosi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  443   
   Votanti  438   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato sì  111    
    Hanno votato no  327.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Luigi Di Maio ed altri n. 9/Doc. VIII, n. 4/26 formulato dal Collegio dei questori.

  RICCARDO FRACCARO. Vorrei chiedere cortesemente ai Questori di motivare l'invito al ritiro o il parere contrario, se possibile.

  PRESIDENTE. I pareri sono stati già dati. Prego Questore Fontana.

  GREGORIO FONTANA, Questore. Un chiarimento onde evitare ulteriori discussioni. Qui la nostra richiesta dell'invito al ritiro è stata fatta non perché siamo contrari a ridurre e tagliare le spese di queste associazioni e di questi enti culturali, ma perché questo è un lavoro che già è stato fatto.
  Prima che noi operassimo la revisione, ovviamente in senso di contenimento della spesa, nei confronti di questa realtà – cioè l'istituto Tosi, l'ARSE, l'ISLE e il Circolo Montecitorio – l'ammontare di questi contributi ammontavano a 504 mila euro l'anno. Al termine dell'anno prossimo, al termine di questo programma di decalage che porta all'azzeramento di questi contributi, noi nel 2015 da 504 mila euro siamo al contributo di 50 mila euro per poi arrivare all'azzeramento. Quindi la richiesta di ritiro è perché lo stiamo già facendo.

  RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ha dato la spiegazione il Questore.

  RICCARDO FRACCARO. Ha parlato il Questore, quindi si è riaperta la discussione.

  PRESIDENTE. Lei ha chiesto una spiegazione, la spiegazione è stata data, dunque basta. Credo che a questo punto il suo intervento si esaurisce (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, ovviamente noi voteremo a favore di questo ordine del giorno che segue precedenti ordini del giorno, anche della scorsa sessione di bilancio, in cui chiedevamo espressamente, sia i colleghi del MoVimento 5 Stelle sia noi, di sopprimere il contributo al circolo Montecitorio, che invece mi risulta al 2015 essere previsto per 10 mila euro e non andare ad esaurimento, nel senso che noi facciamo un Pag. 73bilancio sui tre anni e la cifra per il 2015 è di 10 mila euro. Non so se per il 2016 c’è uno zero in quella casella. Se i questori mi dicono che nel 2016 c’è uno zero, allora questo ordine del giorno tenderebbe semplicemente ad anticipare l'azzeramento, ma se, come credo e come mi sembra di aver capito, nel 2015 il circolo Montecitorio percepirà ancora 10 mila euro, io credo che questi denari, seppur apparentemente pochi – per me sempre e comunque una cifra cospicua – dovrebbero essere risparmiati. Stessa cosa per l'ISLE, che mi risulta arriverà tendenzialmente a 40 mila euro. Noi siamo convinti che queste partite debbano essere azzerate ed è per questo che presentiamo gli ordini del giorno e votiamo gli ordini del giorno dei colleghi del MoVimento 5 Stelle. Quindi, è legittimo chiederlo e mi auguro che tutta l'Aula voti a favore.

  PRESIDENTE. Deputato Fraccaro, lei ha avuto le spiegazioni, accetta o no la proposta che è stata fatta ? Lo ritira o no ? Prego, mi dia una risposta su questo.

  RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare, per un richiamo al Regolamento

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, se il questore interviene riapre la discussione, perché lei, Presidente, ha un'idea abbastanza singolare del dibattito: se dico la mia opinione non posso chiedere una spiegazione, se chiedo una spiegazione non posso dire la mia opinione. Che dibattito è, Presidente ?

  PRESIDENTE. Il questore non è il Governo, le ricordo che il questore non è il Governo, onorevole Fraccaro.

  RICCARDO FRACCARO. La ratio è la stessa, per analogia si applica la stessa ratio, Presidente.

  PRESIDENTE. Mi dice cosa vuole fare ? Lo ritira o no ? Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Signor Presidente, la motivazione per cui chiedevamo la spiegazione di questo ordine del giorno è perché, prima di presentarlo, abbiamo chiesto spiegazioni, in particolare sul capitolo 155. Ci è stata inviata la risposta dal responsabile della Tesoreria della Camera, quindi siccome l'Ufficio di Presidenza ci ha detto che stavolta abbiamo sbagliato ad interpretare. Leggo testualmente: lo stanziamento iscritto in detto capitolo per pari complessivi a 185 mila euro risulta così composto, per il bilancio di previsione 2014: 1) voce contributi per istituti di studio e ricerche parlamentari per complessivi 80 mila euro, 80 mila euro in favore di ILSE, nel 2015 il contributo si ridurrà a 40 mila e nel 2016 non è prevista l'erogazione di contributi. Voce «altri contributi» per complessivi 105 mila euro composti da 40 mila euro a favore del circolo Montecitorio, 20 mila euro a favore del patriarca di Antiochia, che gestisce la chiesa di San Gregorio Nazianzeno, quindi noi paghiamo una chiesa all'intero del Parlamento, però non possiamo pagare gli stagisti per esempio, che potrebbero venire a fare formazione qui dentro. Altri 30.500 euro sono dati a favore dell'associazione degli ex deputati. La restante somma, pari a euro 14.500, rappresenta l'ordinario margine prudenziale proprio della previsione di spesa e altro ancora. Quindi noi riteniamo che questo ordine del giorno non è composto in maniera errata, come ci era stato detto appunto dall'Ufficio di Presidenza, ma soprattutto riteniamo non congruo spendere questi soldi per degli istituti che appunto non hanno alcuna forma di trasparenza nella selezione delle persone che vanno a formare dal punto di vista culturale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/26, con il parere contrario del Collegio dei questori.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 74

  Carrescia, Lavagno, Ginefra, Rizzetto, Oliaro, Monchiero, Mauri, Baruffi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  438   
   Votanti  412   
   Astenuti   26   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  110    
    Hanno votato no  302.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/27, accettato dal Collegio dei questori, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/28, accettato dal Collegio dei questori.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/29, accettato dal Collegio dei questori, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/30, accettato dal Collegio dei questori.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/31, accettato dal Collegio dei questori.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/32, accettato dal Collegio dei questori, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/33, accettato dal Collegio dei questori.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/34, accettato dal Collegio dei questori.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/35, accettato dal Collegio dei questori.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/36 formulato dal Collegio dei questori.

  CLAUDIA MANNINO. Lo ritiro.

  PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fraccaro n. 9/Doc. VIII, n. 4/37, accettato dal Collegio dei questori.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Fraccaro n. 9/Doc. VIII, n. 4/38 formulato dal Collegio dei questori.

  RICCARDO FRACCARO. Ex deputati, Presidente e colleghi, mi rivolgo innanzitutto ai parlamentari cessati dall'incarico, che gravano ancora pesantemente sul bilancio della Camera, oltre che ai deputati di ogni partito, che sono già pronti a battere cassa: per gli assegni di fine mandato ed i vitalizi diretti da corrispondere agli onorevoli pensionati, i cittadini spendono 120 milioni di euro ogni anno. Si tratta di uno sperpero economicamente e moralmente insostenibile, specie se confrontato con i redditi percepiti dai cittadini che dite di voler rappresentare.
  Colleghi, siate onesti se possibile: il vitalizio e l'assegno di fine mandato che incasserete a breve rappresentano inaccettabili prerogative, che intendete concedervi alla faccia dei cittadini.
  La politica non è e non può diventare una professione: deve essere un servizio civile a tempo, fatto per il bene del Paese e non per accumulare privilegi. La realtà è che ci sono parlamentari che incassano assegni d'oro dopo pochi anni di legislatura, avendo peraltro accumulato più assenze che presenze e senza aver fornito alcun contributo pubblico legislativo apprezzabile.
  Per non parlare degli onorevoli che hanno percepito il vitalizio dopo aver fatto Pag. 75in quest'aula appena una toccata e fuga (fuga con il malloppo, ovviamente), magari giusto per il tempo di votare qualche misura «lacrime e sangue» sulla pelle delle fasce più deboli. Oltre al danno, quindi, la beffa.
  Soprattutto in questo drammatico momento di crisi, è indispensabile che i parlamentari siano i primi a dare un segnale e siano chiamati anche loro a fare delle rinunce: dovete fare dei piccoli sacrifici, sì. Nulla in confronto a quelli che sono stati imposti agli italiani dalla stragrande maggioranza dei deputati qui presenti ed assenti.
  Spesso e volentieri proprio in quest'aula vengono tagliate le pensioni di invalidità e di accompagnamento dei comuni cittadini. Lo status di parlamentare conferisce invece il potere magnetico di calamitare a sè soldi pubblici, sempre e comunque. Vengono addirittura erogati vitalizi ai condannati in via definitiva per reati gravissimi, come quelli di mafia e corruzione e contro la pubblica amministrazione.
  Perfino nel gioco del monopoli, chi è condannato alla prigione vi finisce senza ricevere alcuna indennità. Ma i parlamentari no, vengono pagati, anche per stare dietro le sbarre dopo aver saccheggiato il Paese. È una vergogna che deve finire, colleghi.
  Sette milioni di italiani, pari al 50 per cento dei pensionati, sono costretti a sopravvivere con meno di mille euro al mese. Poche centinaia di privilegiati, invece, percepiscono dieci volte tanto.
  Questa abissale differenza tra i cittadini, che dopo quarant'anni di durissimo lavoro hanno diritto ad un sussidio ai limiti della soglia di povertà, e i parlamentari, che magari dopo pochi mesi passati seduti negli scranni intascano assegni faraonici, è uno scandaloso monumento all'ingiustizia sociale.
  Tutti devono rinunciare alle eccedenze affinché tutti possano percepire il giusto. Questi sono i nostri principi, fateli vostri, colleghi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fraccaro n. 9/Doc. VIII, n. 4/38, con il parere contrario del Collegio dei questori.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Arlotti, Carrescia, Dall'Osso, Tancredi, Tidei, D'Attorre, Biasotti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  431   
   Votanti  428   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato  108    
    Hanno votato no  320.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Vazio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Fraccaro n. 9/Doc. VIII, n. 4/39, formulato dal Collegio dei questori.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, qui parliamo di forze dell'ordine, di carenza di organico delle forze dell'ordine, di una carenza tristemente nota. Le fondamentali funzioni di presidio del territorio e di tutela dei cittadini sono messe a rischio dalle politiche di tagli lineari portate avanti dai diversi Governi, senza soluzione di continuità purtroppo. D'altra parte, l'impiego dei dipendenti del comparto di pubblica sicurezza per le mansioni più disparate, dalle innumerevoli auto blu della casta sparse in tutta Italia, al presidio delle abitazioni private di qualche noto pregiudicato, causa evidenti criticità nello svolgimento delle primarie funzioni assegnate per statuto ai dipendenti delle forze dell'ordine. La Camera, anche su questo, non fa eccezione. Il capitolo 105 del bilancio di previsione per il 2014 Pag. 76prevede uno stanziamento di 2 milioni e mezzo di euro sotto la voce «emolumenti per servizi di sicurezza» svolti dal personale non dipendente. Si tratta dell'indennità corrisposta ai dipendenti di amministrazioni pubbliche quali vigili del fuoco, vigili urbani, Polizia di Stato, carabinieri e Guardia di finanza, chiamati ad occuparsi della situazione delle sedi e delle aree adiacenti alla Camera. In realtà, tale personale consiste in centinaia di unità e in diversi soggetti che svolgono funzioni direttive a vario titolo. Questa misura appare sovradimensionata rispetto alle esigenze di Montecitorio. Mi riferisco, in particolare, al personale della Guardia di finanza, Presidente, che è stato introdotto nel corso della XIII legislatura, quindi non è sempre stato impiegato a tal fine, per svolgere funzioni sino alla XIII legislatura assegnate ai dipendenti in servizio presso le Commissioni di inchiesta. Attualmente, tale struttura si compone di circa settanta soggetti e si occupa in prevalenza delle funzioni di custodia di archivi contenenti documentazione cartacea. Un compito senza dubbio necessario che, però, potrebbe essere nuovamente assegnato al personale parlamentare in servizio, così come è sempre avvenuto in passato. In questo modo si potrebbe anzitutto ottimizzare l'impiego delle risorse umane della Camera destinando ai dipendenti delle Commissioni di inchiesta la custodia dei suddetti archivi. In secondo luogo, i militari della Guardia di finanza potrebbero più utilmente svolgere le funzioni del proprio corpo di appartenenza soprattutto a fronte della necessità di potenziare la lotta all'evasione fiscale. In realtà, più che potenziare, la lotta ai grandi evasori deve ancora cominciare, purtroppo. Con questo Governo, poi, possiamo dormire sonni tranquilli in tal senso. Eppure, l'evasione fiscale nel nostro Paese tocca la punta massima in Europa e per questo le entrate dello Stato sono enormemente ridotte. Per converso, l'Italia ha una delle più alte spese per enti pubblici del mondo, dunque le uscite raggiungono cifre da capogiro.
  Con questo ordine del giorno, Presidente, invitiamo a rideterminare l'organico del personale non dipendente che svolge servizi di sicurezza, assegnando, ove possibile, le rispettive funzioni al personale interno. Segnatamente invitiamo, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei questori a valutare l'opportunità di avvalersi, per le funzioni attualmente svolte dal gruppo della Guardia di finanza, del personale dipendente in servizio presso l'Ufficio Commissioni d'inchiesta. Questo comporterebbe un'immediata riduzione degli emolumenti per i servizi di sicurezza a beneficio di tutti i contribuenti.
  Colleghi, solo pochi giorni or sono la nazionale di calcio dei parlamentari è stata battuta due a zero dalla squadra delle fiamme gialle. Ecco, lasciategli fare il loro lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fraccaro n. 9/Doc. VIII, n. 4/39.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia, Di Stefano, Turco, Fabbri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  411   
   Votanti  410   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  114    
    Hanno votato no  296.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Piccione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fraccaro n. 9/Doc. VIII, n. 4/40, accolto purché riformulato.Pag. 77
  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Fraccaro n. 9/Doc. VIII, n. 4/41 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fraccaro n. 9/Doc. VIII, n. 4/41.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia, Carra, Ghizzoni, Mauri, Toninelli, Ferro, Cera, Garofalo, Carbone, Nardi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  440   
   Votanti  439   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  108    
    Hanno votato no  331.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Baldassarre n. 9/Doc. VIII, n. 4/42, accolto purché riformulato.

  MARCO BALDASSARRE. Signor Presidente, in questa riformulazione, secondo me, c’è un errore. Nel mio ordine del giorno ho quattro impegni. Il secondo impegno chiede che venga utilizzata la clausola sociale di salvaguardia per i dipendenti di Palazzo Marini, dove abbiamo gli uffici, in base alle loro competenze, che hanno acquisito negli anni, per quando ci sarà una nuova riorganizzazione degli spazi e degli uffici.
  Ora, nella riformulazione c’è scritto che il secondo, terzo e quarto capoverso del dispositivo, quindi anche quello che ho appena menzionato, vengono riformulati prevedendo la clausola sociale di salvaguardia per le mense di Palazzo Marini. Quindi, sicuramente vi siete dimenticati di inserire anche gli uffici. Infatti, in questo modo si salvaguardano i dipendenti di Milano 90 che lavorano per le mense – e questo va benissimo – però avete lasciato fuori tutti i dipendenti della Milano 90 che sono a Palazzo Marini presso gli uffici, che sono tanti, che già guadagnano uno stipendio bassissimo, che è di mille euro, e sono già incastrati tra contratti di solidarietà e cassa integrazione, ed in questo modo vengono lasciati fuori.
  Quindi, chiedo: il secondo capoverso lo avete inserito per sbaglio o c’è la volontà di lasciarli fuori da una possibile clausola sociale di salvaguardia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Allora, chiederei un chiarimento al Questore Fontana. Prego.

  GREGORIO FONTANA, Questore. Presidente, non c’è nessuna volontà di lasciarli fuori dai contratti di salvaguardia. Nel suo ordine del giorno si faceva riferimento innanzitutto alla mensa, che è una possibilità per ricollocare. Nel caso in cui noi avessimo le condizioni indicate nella riformulazione, c’è la possibilità di ricollocare il personale.
  Non c’è dubbio che c’è l'impegno – e lo abbiamo ribadito anche durante l'incontro con le organizzazioni sindacali – che, nel caso in cui ci fosse la possibilità di subentrare ai contratti attualmente in corso con la Milano 90 e vi fosse un'altra situazione organizzativa, certamente la clausola di salvaguardia in quelle situazioni sarebbe attivata.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Presidente, anche in questo caso vorrei fare sapere ai colleghi del MoVimento 5 Stelle che abbiamo approvato già un ordine del giorno in questo senso, l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/7, a firma Melilla, Pannarale, Paglia.

  GREGORIO FONTANA, Questore. Chiedo di parlare.

Pag. 78

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GREGORIO FONTANA, Questore. Presidente, c’è anche l'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/51 che va in questo senso. Quindi, l'approvazione di quegli ordini del giorno assorbe la questione che è stata posta dal collega.

  PRESIDENTE. Deputato Baldassarre, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/42 ?

  MARCO BALDASSARRE. Presidente, intervengo velocemente. Io parlo anche di Palazzo Marini ma oltre la mensa, perché parlo anche dei dipendenti che sono a Palazzo Marini negli uffici, quelli che sono di fronte agli uffici, non solo quelli della mensa.
  Se non inseriamo nella riformulazione che avete fatto voi, anche esplicitamente, che si parla anche dei dipendenti che sono negli uffici, dove ci sono gli uffici, questi restano fuori.
  L'ordine del giorno Melilla n. 9/Doc. VIII, n. 4/7 parla della ristorazione, della mensa self-service, ma non parla degli altri. Quindi, sono due cose differenti. Il secondo capoverso dell'impegno parla dei dipendenti che sono a Palazzo Marini, non quelli della mensa. Quelli della mensa sono nel quarto capoverso dell'impegno, ma non sono nel secondo, perché si riferisce a quegli altri, a quelli che sono a Palazzo Marini. È bene distinguere, per non creare confusione e, quindi, per evitare che un domani queste persone restino fuori.
  Quindi, chiedo che venga rivista la riformulazione dei questori e, quindi, con la loro riformulazione andiamo a sostituire il terzo e il quarto capoverso del mio dispositivo, oppure nella vostra riformulazione inserite anche gli uffici, oltre alla mensa, perché altrimenti questi restano fuori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Sono, appunto, persone che lavorano e dietro di loro ci sono famiglie che vanno avanti così.

  GREGORIO FONTANA, Questore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GREGORIO FONTANA, Questore. Presidente, lo ripeto. Per quel che riguarda la mensa, questa è una delle ipotesi che stiamo vagliando. Non possiamo prendere impegni su ipotesi che attualmente non ci sono. In tutti i contratti che noi facciamo, quando c’è un subentro, c’è la clausola di salvaguardia, in tutti i contratti. Questa è una misura che abbiamo sempre seguito.
  Quindi, se ci sarà la possibilità che ci possa essere un subentro, e che possa anche tenere conto di quei dipendenti, noi saremo i primi a favorire questa situazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Miccoli. Ne ha facoltà.

  MARCO MICCOLI. Presidente, intervengo per dare un suggerimento – mi permetto – anche ai questori. Siccome gli ordini del giorno Melilla n. 9/Doc. VIII, n. 4/7 e Baldassarre n. 9/Doc. VIII, n. 4/42 incidono molto sulla vicenda della mensa, faccio presente, però, che c’è un ordine del giorno che esamineremo tra poco, il De Maria n. 9/Doc. VIII, n. 4/93, di cui sono firmatario, che invece fa fronte all'altra esigenza, quella di contemplare possibili salvaguardie nel caso, appunto, ci fossero opportunità nella riorganizzazione degli spazi e anche degli uffici che riguardano anche gli altri lavoratori, ovviamente con una riformulazione, che è stata suggerita dai questori, che in parte assolve a quello che, appunto, il collega Baldassarre diceva.
  Quindi, io suggerirei di accogliere le riformulazioni così come sono state proposte dai questori, così come è stato fatto anche per l'ordine del giorno del collega Melilla, in modo da incassare intanto la possibile salvaguardia per i lavoratori della Milano 90 che operano nella mensa. Ma poi di accogliere la riformulazione dell'ordine del giorno De Maria n. 9/Doc VIII, n. 4/93, che assolve anche, in parte, l'esigenza degli altri lavoratori. Infatti, è proprio Pag. 79previsto nella riformulazione – se ho capito bene – il coinvolgimento da parte dei lavoratori nelle future scelte.
  Quindi, la sommatoria dei tre ordini del giorno consente appunto quello che l'onorevole Baldassarre suggeriva. Quindi, io direi di accogliere la riformulazione, che intanto ci consente anche la salvaguardia molto netta dei lavoratori della mensa, e poi di accogliere anche quella dell'ordine del giorno De Maria n. 9/Doc VIII, n. 4/93, in modo da completare le possibili salvaguardie per tutti i lavoratori della Milano 90.

  GREGORIO FONTANA, Questore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GREGORIO FONTANA, Questore. Ripeto, l'ordine del giorno De Maria n. 9/Doc VIII, n. 4/93, come ha suggerito il collega, è comprensivo anche di quello che abbiamo detto prima. Se vuole le rileggo la riformulazione in capo all'ordine del giorno De Maria n. 9/Doc VIII, n. 4/93 e vediamo se va bene.
  Peraltro, per evitare confusione, io suggerirei di approvare il suo ordine del giorno così nella riformulazione che ci è stata proposta e approvare anche l'ordine del giorno De Maria n. 9/Doc VIII, n. 4/93 nella riformulazione che abbiamo proposto. A mio parere, queste sono sufficienti per arrivare all'obiettivo che è stato richiesto.
  Quindi, se vuole le rileggo la riformulazione che è stata fatta sull'ordine del giorno De Maria n. 9/Doc VIII, n. 4/93. La Camera – e qui rendiamo una doverosa chiarezza, è doveroso ribadirlo – è estranea al rapporto di lavoro tra la società Milano 90 e i suoi dipendenti e, pertanto, non può in alcun modo farsi carico di individuare essa stessa soluzioni occupazionali. Questa è la riformulazione che noi accettiamo: «Invita il Collegio dei questori a continuare ad assicurare la propria disponibilità e a prendere in esame concrete e dettagliate proposte imprenditoriali, eventualmente formulate da operatori economici, che coinvolgano i lavoratori in questione». Questo mi sembra sufficiente.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Baldassarre n. 9/Doc VIII, n. 4/42, su cui il Collegio dei questori ha espresso parere favorevole, purché riformulato. Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Spessotto n. 9/Doc VIII, n. 4/43, su cui il Collegio dei questori ha espresso parere favorevole, limitatamente al dispositivo, purché riformulato.

  ARIANNA SPESSOTTO. Signor Presidente, è un tema che mi sta molto a cuore, quello della normativa sul fumo, per cui ci tenevo ad esporre il mio ordine del giorno.
  Con la legge 16 gennaio 2003, n. 3, e con il successivo regolamento, adottato con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 23 dicembre 2003, sono state stabilite le caratteristiche tecniche delle aree destinate ai fumatori, nonché individuati, nell'allegato al suddetto regolamento, i requisiti tecnici dei locali per fumatori, degli impianti di ventilazione e di ricambio dell'aria e della cartellonistica.
  Secondo quanto disposto da questa normativa, i locali riservati ai fumatori devono essere contrassegnati come tali e realizzati in modo da risultare adeguatamente separati da altri ambienti limitrofi, dove è vietato fumare. Tali locali devono altresì essere delimitati da pareti a tutta altezza su quattro lati; essere dotati di ingresso con porta a chiusura automatica, abitualmente in posizione di chiusura; essere forniti di adeguata segnaletica e non rappresentare un locale obbligato di passaggio per i non fumatori.
  Nonostante le previsioni di legge, è stata a più riprese denunciata presso l'Ufficio di Presidenza e al Collegio dei questori, in maniera trasversale, da deputati di tutti i gruppi politici, la questione inerente la mancata osservanza della normativa vigente antifumo all'interno dei locali della Camera dei deputati e del Palazzo dei gruppi parlamentari.Pag. 80
  Personalmente ho segnalato all'Ufficio di Presidenza lo stato del corridoio semicircolare retrostante l'Aula di Montecitorio, che nonostante sia evidentemente inidoneo ad ospitare aree fumatori, poiché non rispetta i requisiti sopra descritti, viene tuttora indebitamente segnalato, e di conseguenza utilizzato, come area fumatori dai parlamentari, con grave rischio per la salute dei dipendenti cui è stata assegnata la postazione di lavoro nel suddetto corridoio e che si trovano, loro malgrado, esposti agli effetti del fumo passivo.
  Tale corridoio rappresenta, inoltre, un'area di passaggio obbligato per tutti quei soggetti, dipendenti e parlamentari (tra i quali ci sono anche donne in stato di gravidanza), che devono recarsi ai servizi igienici o usufruire delle postazioni informatiche, con la conseguenza di trovarsi, loro malgrado, esposti ai rischi legati all'inalazione del fumo passivo.
  Anche l'area attrezzata per fumatori nella zona del Transatlantico, non risulta adeguatamente separata dagli ambienti limitrofi, dal momento che le porte d'ingresso non sono dotate di chiusura automatica, come previsto dalla normativa, ma sono porte a battente con un'ampia fessura nel mezzo, con la conseguenza che il fumo si diffonde all'esterno della suddetta area.
  Parimenti, le aree fumatori individuate al Palazzo dei gruppi, essendo posizionate sulle scale, risultano del tutto prive dei necessari requisiti tecnici e strutturali individuati dalla normativa.
  Inoltre, essendo localizzati sulle scale dell'edificio, rappresentano punti di passaggio per i non fumatori, esponendo, pertanto, questi ultimi ai continui rischi legati all'inalazione del fumo.
  Per quanto riguarda, invece, gli impianti di ventilazione e ricambio dell'aria installati all'interno del Palazzo dei gruppi, come certificato dalla relazione predisposta dal RSPP del MoVimento 5 Stelle, non garantiscono una portata d'aria di ricambio adeguata.
  Il fumo, come ormai noto, rappresenta uno dei maggiori fattori di rischio nello sviluppo di alcune patologie gravissime, purtroppo, spesso anche mortali. Per questo motivo, disincentivare l'abitudine al fumo deve diventare una priorità, che deve essere associata alla necessità di affrontare la questione del fumo passivo, la cui nocività deve ritenersi, ormai, pacificamente dimostrata sulla base dei numerosi studi scientifici sull'argomento.
  La tutela della salute dei non fumatori negli ambienti di lavoro è stata riconosciuta anche dalla recente giurisprudenza. A titolo di esempio, vorrei ricordare la storica sentenza del 10 maggio 2005 con cui il tribunale del lavoro di Roma ha condannato il Ministero della pubblica istruzione al risarcimento di quasi 400 mila euro nei confronti degli eredi di una propria dipendente non fumatrice, ammalatasi di tumore ai polmoni a causa del fumo passivo respirato sul luogo di lavoro.
  Il Parlamento ed i singoli parlamentari dovrebbero dimostrarsi per primi sensibili alle tematiche del rispetto del divieto di fumo, attenendosi scrupolosamente alla normativa vigente, nonché al rispetto delle caratteristiche tecniche che le aree per fumatori presenti all'interno della Camera devono avere.

  PRESIDENTE. Concluda.

  ARIANNA SPESSOTTO. Pertanto, con il presente ordine del giorno chiediamo un impegno concreto all’’Ufficio di Presidenza, affinché vengano adottati tutti gli interventi, anche strutturali, finalizzati all'adeguamento delle aree attualmente illegittimamente segnalate come per fumatori, localizzate presso il palazzo di Montecitorio e dei gruppi parlamentari, ai requisiti tecnici, appunto, previsti dalla normativa.
  E, poi, spero anche che venga fatta una campagna di sensibilizzazione, perché mi è capitato spesso di parlare con i miei colleghi, di riprendere i miei colleghi che fumano in queste aree, i quali dicevano di non essere al corrente del fatto che quelle aree non sono adeguate ai fumatori, essendovi un cartello che le segnala per fumatori. In realtà, quelle aree non sono Pag. 81assolutamente idonee ad ospitare dei fumatori. Quindi, spero che, con questa riformulazione, vi sia un impegno vero a delimitare queste aree e a tutelare la salute dei non fumatori che è prioritaria.

  PRESIDENTE. Deputata Spessotto, condivido le sue preoccupazioni.
  Prendo atto, quindi, che il presentatore accetta la riformulazione dell'ordine del giorno Spessotto n. 9/Doc. VIII, n. 4/43.

  MATTEO DALL'OSSO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Se il presentatore accetta la riformulazione, io dovrei proseguire; era su questo ordine del giorno che voleva intervenire ?

  MATTEO DALL'OSSO. Per una dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Il presentatore ha accettato, deputato Dall'Osso, mi dispiace.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Paolo Nicolò Romano n. 9/Doc. VIII, n. 4/44, formulato dal Collegio dei questori.

  PAOLO NICOLÒ ROMANO. Signor Presidente, tra le spese utilizzabili al fine del giustificativo del 50 per cento del rimborso inerente le spese per l'esercizio del mandato ci sono anche le somme versate al soggetto politico quale rimborso delle spese relative alla fornitura di servizi o prestazioni, escluse le erogazioni liberali deducibili o detraibili, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 22 dicembre 1986 (Testo unico delle imposte).
  Ci chiediamo di quali servizi o prestazioni stiamo parlando. I partiti non percepiscono già lauti finanziamenti pubblici per fornire questi servizi o prestazioni ? Inoltre, chi controlla che queste somme versate non vengano poi utilizzate per fini fiscali ? Quali strumenti ha l'amministrazione Camera per accertare l'infedeltà del deputato ? Insomma, è evidente che questa voce è stata inserita per consentire ai deputati, specialmente quelli che non hanno un collaboratore, di portare un giustificativo fittizio in modo da continuare indisturbati a percepire il rimborso nella sua interezza. Inoltre, anche qualora questi soldi fossero effettivamente versati al soggetto politico, questo rappresenterebbe comunque una forma indiretta di finanziamento pubblico ai partiti.
  Il rimborso inerente alle spese per l'esercizio del mandato deve tornare alla sua funzione originaria: rimborsare le spese di segreteria e di rappresentanza del parlamentare e non palesarsi come un occulto e dunque illecito finanziamento ai partiti politici. Chiedo, per questo motivo, con il mio ordine del giorno che l'Ufficio di Presidenza si attivi per eliminare dalle voci di spesa, ai fini del rimborso inerente le spese per l'esercizio del mandato, le somme versate al soggetto politico quale rimborso delle spese relative alla fornitura di servizi o prestazioni.

  PRESIDENTE. Lo mettiamo, dunque, in votazione. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Paolo Nicolò Romano n. 9/Doc. VIII, n. 4/44, non accettato dal Collegio dei questori.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia... Santerini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  412   
   Votanti  410   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato   84    
    Hanno votato no  326.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Spessotto n. 9/Doc. VIII, n. 4/45 formulato dal Collegio dei questori. Prima di dare la Pag. 82parola alla deputata Spessotto, avverto che il gruppo MoVimento 5 Stelle ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza, come ha già fatto in analoghe circostanze, concederà a tale gruppo un aumento dei tempi pari ad un terzo di quello originariamente stabilito.
  Prego, deputata Spessotto.

  ARIANNA SPESSOTTO. Trovo l'invito al ritiro su questo ordine del giorno vergognoso perché qui si chiedeva semplicemente di rispettare la normativa sui tirocini che per tutte le imprese italiane e la pubblica amministrazione prevede una retribuzione minima per i tirocinanti di 300 euro e, invece, attualmente la Camera ha una normativa, sempre tutta per i cavoli suoi, e stipula delle convenzioni sulla base delle quali non paga i tirocinanti: li assume, ma non li paga. E con questo ordine del giorno chiedevamo semplicemente che i tirocinanti, anche quelli della Camera dei deputati, venissero pagati come previsto dalla normativa vigente, cioè dalla legge n. 92 del 2012 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Spessotto n. 9/VIII, n. 4/45, non accettato dal Collegio dei questori.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia... Baruffi... Boccia... Artini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  420   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  120    
    Hanno votato no  300.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Spessotto n. 9/VIII, n. 4/46, accolto dal Collegio dei questori.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Spessotto n. 9/VIII, n. 4/47, accettato dal Collegio dei questori, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cariello n. 9/ Doc. VIII, n. 4/48, accolto dal Collegio dei questori come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/ Doc. VIII, n. 4/49, accolto dal Collegio dei questori.
  Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/ Doc. VIII, n. 4/50 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Collegio dei questori ed insistono per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/ Doc. VIII, n. 4/50.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia, Gadda, Baruffi, Boccuzzi, Polverini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  407   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato   98    
    Hanno votato no  309.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/ Doc. VIII, n. 4/51, accolto dal Collegio dei questori.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/ Doc. VIII, n. 4/52 formulato dal Collegio dei questori.

  CLAUDIA MANNINO. Signor Presidente, lo ritiriamo.

Pag. 83

  PRESIDENTE. D'accordo. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/ Doc. VIII, n. 4/53, accolto dal Collegio dei questori, purché riformulato.

  MARA MUCCI. Signor Presidente, la riformulazione a nostro avviso è irricevibile, perché i Questori invitano a valutare l'opportunità di introdurre limiti di durata per tutti gli incarichi interni nell'ambito del processo di riorganizzazione amministrativa.
  Noi, nel nostro ordine del giorno, invece, volevamo porre un limite preciso, che era il limite, che già esisteva fino alla XIV legislatura, per il Segretario generale. Il nostro attacco non è specifico alla persona, ci tengo a precisarlo, ma non è possibile, a nostro avviso, è proprio inconcepibile che il Segretario generale sia al suo posto da oltre quattordici anni, anche oltre il limite dell'età pensionabile.
  A nostro avviso, il ruolo che ricopre è un ruolo molto importante e fondamentale, ed è apicale all'interno della pubblica amministrazione, quindi, non capiamo perché, ad esempio, la Costituzione impone un limite settennale per cariche come il Presidente della Repubblica o cariche come il Governatore della Banca d'Italia e per una carica importante, su cui un limite già c'era ed era settennale per il Segretario generale, si sia eliminato il limite e non si possa prendere in considerazione di ristabilirlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), anche per un concetto importante di gestione, di garanzia della trasparenza anche nell'amministrazione della Camera dei deputati.
  Tengo a precisare anche un altro punto che, a nostro avviso, è fondamentale, perché non è chiaro esattamente quale sia lo stipendio reale del Segretario generale, Presidente, che appare...

  PRESIDENTE. Scusi, su questo, però, è stato precisato con più comunicati, deputata. Questo è stato veramente specificato.

  MARA MUCCI. A nostro avviso, mancano delle voci, come i contributi previdenziali e come i rimborsi. Per cui, anche alla luce di proposte che sono in discussione attualmente di rivisitazione di regole nella pubblica amministrazione – come il tetto massimo agli stipendi di 240 mila euro, se non erro, alla stregua del Presidente della Repubblica –, noi chiediamo un impegno serio, concreto e preciso da parte dei Questori e dell'Ufficio di Presidenza a valutare di reintrodurre questi limiti anche per una figura apicale all'interno della pubblica amministrazione. E lei, Presidente, non può non essere d'accordo con noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, trovo l'intervento della collega Mucci impeccabile. Non esiste alcun dirigente apicale di nomina politica con un incarico a vita, e non in Italia, in Europa. Non esiste (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questa è la vera casta, Presidente, non è un intervento ad personam o contra personam: è un intervento per eliminare sacche di potere che si possono concentrare con delle disposizioni di questo tipo. Lì, un incarico a vita per un dirigente apicale di nomina politica non è accettabile e non si riscontra in nessun Paese democratico.
  Possiamo toglierla immediatamente con una semplice votazione nell'Ufficio di Presidenza e, quindi, non accettiamo di subordinare una simile previsione ad una riforma complessiva: dobbiamo farlo indipendentemente dalla riforma complessiva della pubblica amministrazione, perché è il minimo sindacale che si può pretendere da una pubblica amministrazione moderna e trasparente.
  Quindi, Presidente, la invito a fare anche sua questa battaglia e a convocare, nel più breve tempo possibile, l'Ufficio di Presidenza per reintrodurre questa norma, questa previsione della temporaneità dell'incarico apicale della Camera, cioè del Segretario generale, norma che è stata tolta dal Presidente Casini.

Pag. 84

  PRESIDENTE. Prego.

  RICCARDO FRACCARO. Ho terminato, Presidente, stavo aspettando una sua risposta, di solito interviene.

  PRESIDENTE. Io non sono tenuta a dare risposte a lei, ma mi si deve consentire anche di poter avere diritto di parola, però. La ringrazio.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Su questo punto, sempre specificando che non c’è assolutamente niente di personale ma, anche su questo punto, si tratta di una questione di principio, quegli stessi principi con cui noi siamo cresciuti, signora Presidente.
  A me hanno insegnato che tutti sono importanti e nessuno è indispensabile. Facciamo presente che il nostro Movimento si fa forza del fatto che ciascuno di noi potrà fare una, massimo due legislature e verrà garantito il ricambio all'interno di questo Movimento, di questa forza politica. Credo che su questo punto voi siate in scia e dobbiate recuperare un po’ di posizioni, ma nello specifico questa è una battaglia civica. Sono sicuro che molti colleghi in campagna elettorale si sono esposti su questo punto e io chiedo ai colleghi più giovani della Camera dei deputati di esprimersi con una loro opinione su questo punto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO GIACHETTI. La ringrazio, signor Presidente, io ovviamente non entro nel merito di questo ordine del giorno, perché penso che questi argomenti sarà molto utile affrontarli – e dovremmo farlo – in Ufficio di Presidenza e nelle sedi appropriate.
  Sono costretto ad intervenire, però, signora Presidente, perché lei è intervenuta mentre parlava l'onorevole Mucci ed ha affermato che con dei comunicati è stata fatta chiarezza sul compenso complessivo del Segretario generale. Questo, almeno per quel che mi riguarda, non corrisponde a verità. È stato fatto un comunicato dell'Ufficio stampa della Camera dei deputati che ha dato delle cifre rispetto a quanto pubblicato anche sul sito della Camera dei deputati, ma io affermo qui – e spero che finalmente sia possibile capire chi dice cosa, se è vero o meno – che il compenso del Segretario generale, è legittimo, stabilito, ma non è quello complessivo pubblicato sul sito della Camera dei deputati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Non mi sembra giusto mettere la discussione in questi termini, quando una persona interessata è qui presente e non può intervenire (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  ROBERTO GIACHETTI. Lo ha detto lei !

  PRESIDENTE. Andiamo avanti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, mi scusi ma, prima di tutto, lei si permette di interloquire con i deputati mentre intervengono, togliendo la parola e ridandola, su interventi assolutamente normali. Dopodiché, anch'io sottolineo il fatto che ad oggi nessuno in questo Paese ha contezza di quale sia lo stipendio del Segretario generale. Sono state dette delle cose assolutamente vere. Sul sito della Camera è stampato il compenso base e poi c’è il meccanismo di calcolo che ognuno può fare ma la cifra che percepisce il Segretario generale non è specificata. Quindi, se lei magari ci vuol rendere contezza della cifra, farà un'operazione di verità.

  PRESIDENTE. Intanto noi stiamo parlando di un ordine del giorno che riguarda la durata in carica, è chiaro, no ? Dunque, dovremmo attenerci a questo ordine del Pag. 85giorno. Io ho dato già le spiegazioni che sono in mio possesso, altro non posso fare. Vorrei andare avanti con le votazioni.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Adornato. Ne ha facoltà.

  FERDINANDO ADORNATO. Grazie Presidente, prendo atto che subito dopo le elezioni politiche e dopo la sua elezione a Presidente della Camera, il MoVimento 5 Stelle ha cominciato una battaglia contro di lei molto violenta che tutti ricordiamo.
  Adesso vedo che a midterm hanno spostato l'obiettivo sul Segretario generale, salvo ritornare su di lei, ove lei intervenisse a dire la sua opinione.
  Io francamente mi sento quasi in dovere – proprio per quello che lei diceva – essendo qui presente il Segretario generale, Zampetti, di ringraziare Ugo Zampetti per quello che ha fatto, fa e continuerà a fare per questa Istituzione.
  Come voi sapete e come tutti sappiamo, è in atto una discussione nell'Ufficio di Presidenza e più in generale sulla famosa questione dei tetti, quindi mi sembra abbastanza indelicato, molto e, anche in questo caso, violento ad personam chiedere il compenso come se fossimo nelle pubbliche piazze della Rivoluzione francese quando si sa che...

  ANGELO TOFALO. Ma che c'entra con l'ordine del giorno ?

  PRESIDENTE. È possibile ascoltare ?

  FERDINANDO ADORNATO. ... è in atto una discussione su questo, una discussione delicata. Io poi, intervenendo in dichiarazione di voto, ci vorrò tornare, quindi mi sembra abbastanza ultroneo, inutile, indelicato e violento.
  Aggiungo un'ultima riflessione, che è sull'ordine del giorno, che attiene alla durata. L'ho già detto in Ufficio di Presidenza: in sé, apparirebbe una proposta abbastanza ragionevole perché ogni incarico deve avere una durata e nessuno di noi – come è stato detto – è insostituibile e indispensabile, però qui siamo in un'istituzione particolare. Allora, io voglio fare solo un avviso ai naviganti, un warning: attenzione, perché legare le cariche, che noi abbiamo all'interno dell'amministrazione, di autonomia della Camera dei deputati a un periodo può, al di là delle intenzioni, avere come eterogenesi dei fini, come esito finale di questa impostazione detta in buona fede, l'introduzione dello spoil system nel sistema di nomine e di formazione dei funzionari della Camera. Il che significherebbe, credo, la fine dell'autonomia di questa istituzione (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).
  Quindi, colleghi – non so se c’è ancora qualcuno tra noi che ha voglia di ragionare, invece di fare demagogia – a quei pochi che hanno ancora voglia di ragionare io mi rivolgo dicendo: attenzione perché l'introduzione dello spoil system nella nomina dei funzionari della Camera significa effettivamente colpire al cuore la democrazia della massima istituzione italiana (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Grazie Presidente, visto che si parla di questo tema, io vorrei ridire a tutti quanti in quest'Aula che il giorno 6 maggio 2014 le ho inviato una lettera, anticipandola via fax, con la quale appunto le chiedevo l'esatto ammontare del trattamento economico annuale lordo del Segretario generale, Zampetti. Glielo chiedevo il 6 maggio 2014; il 6 giugno 2014; il 6 luglio 2014, lei non ha mai risposto alla mia richiesta e oggi lei sta censurando informazioni che sono obbligatorie in base all'articolo 79, comma 6, del regolamento di amministrazione e contabilità della Camera. Il suo atteggiamento, Presidente, è molto pericoloso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Allora, forse, non le avrò risposto perché abbiamo ritenuto necessario renderlo noto a tutto il Paese e Pag. 86l'abbiamo reso noto attraverso i mezzi di informazione: è stato pubblicato su tutti i mezzi di informazione nazionali (Commenti).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colletta... Colletti, c’è o no ? Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Sì, Colletti c’è ! Innanzitutto, vorrei esprimere la solidarietà al collega Giachetti, giacche si è trovato attaccato dalla Presidenza e sicuramente non lo meritava, come spesso ci troviamo anche attaccati noi, quando, ovviamente, non ce lo meritiamo.
  In secondo luogo, vorrei chiarire che chiedere trasparenza sulle indennità, ma chiedere anche un limite alla durata di un contratto, di sicuro non è una richiesta violenta. Forse, il collega Adornato è abituato a ben altre violenze.
  D'altra parte, come chiede l'ordine del giorno in questione addirittura il Presidente della Repubblica ha una scadenza di sette anni, o almeno ce l'aveva fino a quando non è venuto qui Giorgio Napolitano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rosato. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, sono già intervenuto prima su un'altra questione, che aveva tutt'altra natura, per dire che noi ci affidiamo al lavoro che l'Ufficio di Presidenza svolge, e anche in questo ci affidiamo all'Ufficio di Presidenza. Volevo confermarle la nostra fiducia per le sue scelte, anche su questioni complicate e complesse.
  Noi pensiamo che, anche grazie alla spinta del Partito Democratico, in questa amministrazione, nel corso degli anni, in questi anni in particolare, si sia introdotta una forte spinta per la trasparenza, l'informazione e la capacità di conoscere, da parte di chi non sta in quest'Aula, quello che accade in questa istituzione, anche sui compensi, anche sulle consulenze, anche sui costi di questa Camera. Penso che su questo dobbiamo proseguire con attenzione e rigore, e penso, Presidente, che il tema del bilancio della Camera – lo raccontavo prima a qualche collega che non ne ha affrontati molti – sia sempre un momento difficile e di confronto, quando resta nell'ambito del confronto civile.
  Penso che anche il suo lavoro – lei ha ritenuto, oggi, di essere qui, a presiedere questa sessione della Camera – sia un lavoro teso a trovare punti di accordo e regole condivise, su cui noi possiamo lavorare insieme, e penso che ognuno di noi debba fare uno sforzo in tal senso. Quindi, mi associo alle parole già dette prima anche da altri colleghi nel ringraziarla per il suo lavoro e chiederei veramente a tutta l'Aula di avere rispetto per il lavoro dei funzionari, dei dirigenti, della Presidenza, di chi qui lavora e dedica il suo tempo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, anch'io mi associo ad Adornato e a Rosato, ringraziando il Segretario Zampetti e tutti i dipendenti pubblici di questo Paese, che percepiscono soldi pubblici, e quindi vanno rispettati per il lavoro che fanno e per quello che percepiscono, naturalmente. Inoltre, nel merito dell'ordine del giorno, credo che avere un mandato di più di sette anni, per una carica pubblica, possa creare problemi di consociativismo, come stiamo vedendo che accade in altri posti o in altri incarichi istituzionali molto importanti, che mettono, di fatto, in pericolo la democrazia, come succede anche in queste ore.
  Inoltre, aggiungerei una cosa molto semplice e banale: sono state sollevate alcune accuse importanti, nel senso che qualcuno dice che i compensi del Segretario Generale non siano trasparenti. Non è molto difficile, secondo me, risolvere la situazione: il Segretario Generale è a venti centimetri da lei, lei può tranquillamente spostare il microfono e chiedergli quanto Pag. 87percepisce. Secondo me, sarebbe la cosa più bella che si potrebbe fare, a livello di trasparenza, in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Deputato Sibilia, direi veramente di andare oltre. Volevo solo aggiungere un'informazione: vorrei specificare che il principio che la carica del Segretario generale non abbia un termine di scadenza non è un'eccezione di questa istituzione. È la stessa cosa, al Senato della Repubblica, ma, anche se allarghiamo la lente fuori dei confini nazionali, la pregherei di verificare lei stesso, la regola che vige al Bundestag, dove, altrettanto, non vi è un termine di scadenza per i ruoli apicali; la stessa cosa alla Camera dei comuni del Regno Unito, all'Assemblea nazionale francese, al Congresso spagnolo.
  Dunque ciò per dire che questa funzione non necessariamente deve avere una scadenza e, se non c’è l'ha, non è qualcosa di strano e anomalo, perché nelle altre istituzioni parlamentari vige lo stesso principio.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Signora Presidente, intanto devo dire che il lavoro che è stato fatto in questo anno in merito alla trasparenza di quest'Aula, alla trasparenza della gestione della Camera, è un risultato importante, di cui voglio dare merito alla Presidente e all'Ufficio di Presidenza. A tale proposito, ho sentito interventi, anche del Vicepresidente, in quest'Aula, che ricordavano alcune questioni in merito alla trasparenza degli emolumenti del Segretario generale.
  Ebbene io penso che i Vicepresidenti, i membri dell'Ufficio di Presidenza se pensano che questa sia una questione che andava approfondita e andava posta in maniera migliore in modo tale che ci potesse essere una migliore comprensione da parte, non solo dei deputati ma dell'opinione pubblica, questi interventi oltre che farli in Aula avrebbero potuto farli anche all'interno dell’ Ufficio di Presidenza (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
  Io esprimo la mia solidarietà, la nostra solidarietà a lei Presidente perché ritengo che davvero questa opera di attacco costante e continuo e generalmente immotivato nei suoi confronti sia davvero vergognosa, sia vergognosa, e io penso che si dovrebbe lavorare di più sui contenuti, si dovrebbe guardare a quelle che sono le vicende concrete che vengono poste in questa Aula e invece notiamo che c’è un preconcetto, c’è la voglia di fare demagogia, c’è la voglia di non vedere quali sono i risultati che si ottengono.
  Penso che sulla vicenda del Segretario generale andrebbe usata, come dire, quella giusta prudenza che si vuole usare, che si deve usare nei confronti di tutti i pubblici dipendenti. Non accettiamo nei confronti di nessuno dei processi pubblici su questioni di questo genere. Non li accettiamo. È evidente che sulla vicenda della durata dell'incarico l'Ufficio di Presidenza deve fare una riflessione e su questo noi siamo disponibili a discutere, siamo disponibili ovviamente a valutare anche quelle che sono le esperienze degli altri Paesi europei, ma davvero l'opera di demagogia io credo che abbia fatto il suo tempo e pensiamo che noi dobbiamo guardare avanti, dobbiamo fare in modo che la Camera dei deputati sia un luogo in cui tutti i cittadini possano ritrovarsi con una condivisione di valori, con la conoscenza di quello che avviene nel Palazzo, con la conoscenza di quelli che sono gli emolumenti non soltanto dei deputati ma dei pubblici dipendenti.
  Questo è il lavoro che già si sta facendo e per il quale noi la ringraziamo Presidente e ringraziamo anche l'Ufficio di Presidenza (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Signor Presidente, solo per un'informazione che magari non conosco e non la trovo nel Regolamento. Volevo capire: l'addetto stampa del Presidente dell'Assemblea può entrare nell'Aula parlamentare ?

Pag. 88

  GIANNI MELILLA. Ma finitela !

  PRESIDENTE. Andiamo avanti.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, era un po’ di tempo che agitavo il Regolamento per un richiamo all'articolo 8. Lei ha interrotto la collega Mucci mentre stava portando avanti il suo intervento su un ordine del giorno del collega Di Maio. Io vorrei capire quali sono le modalità di intervento che lei abbia ravvisato come violazione o come causa della necessità di intervenire per interrompere l'intervento della collega Mucci, perché per quanto mi concerne e per quanto le mie orecchie hanno potuto udire, la collega Mucci in qualche modo ha detto: «non è chiaro quale sia il compenso».
  Lei su queste parole ha deciso di interrompere l'intervento della collega. Non mi sembra che ci sia nessun tipo di atteggiamento lesivo tale da giustificare e di interrompere ai sensi dell'articolo 8, l'andamento dell'intervento della collega Mucci, tant’è che poi il contenuto in qualche modo ha suscitato anche un dibattito da parte di altri gruppi politici che hanno messo in rilievo il tema di per sé del suo intervento. Allora vorrei sapere da lei, ai sensi dell'articolo 8, quale sia stata la problematica che lei ha ravvisato all'interno dell'intervento della collega Mucci.

  PRESIDENTE. Deputato Crippa, io ho dato un contributo di informazione all'intervento della collega Mucci, alla quale poi non ho mai tolto la parola. Dunque, la collega Mucci ha continuato a parlare, io le ho dato un contributo rispetto ad un'affermazione che stava facendo e credo di averlo fatto anche in un modo molto sereno. Credo che non ci sia un problema di interruzione o di censura nei confronti della collega. Adesso, se mi permette, vorrei andare avanti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Salvo. Ne ha facoltà.

  TITTI DI SALVO. Signora Presidente, ho chiesto la parola per unirmi alle colleghe e ai colleghi che hanno manifestato a lei la condivisione di un giudizio. Io penso che questa legislatura abbia fatto molti passi avanti sulla trasparenza e ha anche dato un contributo alla riduzione dei costi della politica. Ho sentito ad inizio della legislatura parlare di un Parlamento che doveva essere aperto come una scatoletta di tonno, mi trovo oggi di fronte a delle domande sul perché l'addetto stampa della Presidente della Camera è qui. Non so se la scatoletta di tonno da aprire serviva per acquisire queste informazioni, ma sicuramente quello che io penso e noi pensiamo è che è un errore profondo per chi ha a cuore questo Paese non valorizzare mai nulla di tutto quello che si fa, dei passi avanti, piccoli, medi, grandi che la responsabilità della politica si assume, mantenendo i limiti, gli errori ma non dire mai al Paese che tutto il Parlamento aiuta ad andare avanti e a cambiare è un errore grandissimo, è un boomerang ed è soprattutto una bugia. Ma aggiungo in ultimo, Presidente, vorrei dire attraverso lei, che rappresenta per il Paese un punto di equilibrio e un punto di riferimento, se attraverso lei posso comunicare al deputato Sibilia un'affermazione molto importante: la democrazia italiana non è in pericolo. Il deputato Sibilia prima ha detto che la democrazia italiana è in pericolo... Che si chiami Sibilia o che si chiami «Scibilia» il punto che la democrazia italiana non è in pericolo è un punto fondamentale che vorrei fosse compreso dall'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Misto – Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED) e di deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cera. Ne ha facoltà. Per favore !

  ANGELO CERA. Signor Presidente, credo che oggi abbiamo raggiunto il punto Pag. 89più basso della storia repubblicana (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Sì, perché avete ridotto questo Parlamento ad una cantina, una piazzetta di Paese. Voi sareste uomini di cui lo Stato italiano, il popolo italiano, per il voto che vi dà, si dovrebbe vergognare (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Romano. Ne ha facoltà.

  ANDREA ROMANO. Signor Presidente, sulle argomentazioni che abbiamo svolto con i colleghi di Scelta Civica, dico che a questo gruppo, a molti di noi, al sottoscritto è capitato di prendere posizioni molto nette; ripeto, al sottoscritto, a molti colleghi di Scelta Civica, al nostro gruppo parlamentare è capitato di prendere posizioni molto nette sul tema del contenimento dei costi, sul tema della trasparenza e sull'esigenza che questa istituzione assuma su di sé una buona parte del peso che l'intero Paese sta prendendo su di sé. Però questa discussione...

  PRESIDENTE. Scusate colleghi, sta parlando un collega, è possibile un po’ di rispetto quando altri parlano ? Sta parlando, allora, per favore !

  ANDREA ROMANO. Però vede, questa discussione, Presidente...

  PRESIDENTE. Deputato Rampi ! Deputato Rampi ! Per favore ! Deputato Rampi, per favore ! Allora, il deputato Romano sta facendo un intervento, vorrebbe continuare. Io mi auguro che in quest'Aula si possa permettere a un deputato di parlare. Prego deputato Romano.

  ANDREA ROMANO. Signor Presidente, colleghi, dicevo: la discussione che stiamo facendo è una discussione che dimostra come c’è differenza tra il voler affrontare concretamente temi come questi, che sono quelli del contenimento dei costi e della trasparenza, e invece la volontà di mandare tutto in confusione.
  Infatti quello che stiamo facendo adesso, o meglio, quello che una parte di questo Parlamento sta facendo, è il tentativo di imbastire una specie di processo popolare non ad un'istituzione, ma ad una persona ed io vi confesso il mio imbarazzo, l'imbarazzo di dover svolgere una discussione in presenza del dottor Zampetti, cosa a cui, io credo, non saremmo dovuti arrivare e a cui sarebbe stato meglio non arrivare.
  Però, vede, siccome i processi popolari non si fanno nelle democrazie, si sono fatti e si continuano a fare in regimi che democratici non sono, voglio ribadire che i deputati di Scelta Civica continueranno le loro battaglie per la trasparenza, per il contenimento dei costi e per rendere questa istituzione sempre più efficace, nonostante la volontà di quelli che, alzando il tono dello scontro e adottando pratiche che di democratico non hanno niente, come quella a cui stiamo partecipando adesso, vogliono in realtà che le cose continuino ad essere come sono state fino ad oggi e quindi vogliono evitare che si adottino provvedimenti concreti per contenere i costi e per aumentare la trasparenza di questa istituzione (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Carinelli. Ne ha facoltà.

  PAOLA CARINELLI. Signora Presidente, io credo saprete tutti quanti quello che sta succedendo in questo momento nell'altra Camera: al Senato è stata impedito – impedito – il proseguimento dei lavori sulle riforme costituzionali, non su un provvedimento qualsiasi, sulle riforme costituzionali ! Ora io mi chiedo come fate voi, tutti quanti, a stare qua zitti e seduti e a continuare a votare come se nulla fosse, mentre sta andando avanti, e la maggioranza lo sta perpetrando, uno scempio, questo scempio con cui sta facendo della Costituzione carta straccia Pag. 90(Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) !
  Noi e le altre opposizioni non ci stiamo, per questo abbandoneremo i lavori di quest'Aula (Applausi polemici dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia, Per l'Italia e di deputati del gruppo Forza Italia).

  PRESIDENTE. Deputata Carinelli, noi ci stiamo occupando di un altro provvedimento.

  PAOLA CARINELLI. Presidente, stavo dicendo che noi non ci stiamo ed abbandoneremo i lavori di quest'Aula, perché non è accettabile che la Costituzione diventi carta straccia in questo modo. Noi ci uniremo ai nostri colleghi al Senato, perché la loro battaglia per difendere la Costituzione è anche la nostra battaglia, è la battaglia di tutti noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Pertanto io invito tutti quanti hanno a cuore la Costituzione ad alzarsi ed andare al Senato e venire con noi al Quirinale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signora Presidente, mi sfugge, non so se ricordo bene il Regolamento, ma mi sembra che il Regolamento chieda che esista una qualche connessione tra gli interventi che si fanno in Aula ed i temi all'ordine del giorno: mi sfugge la connessione tra quest'ultimo intervento – ed anche, devo dire, diversi degli interventi precedenti – e l'ordine del giorno su cui questa Camera è chiamata a deliberare.
  Aggiungo che processi, al dottor Zampetti o ad altri, si possono benissimo fare in televisione, sulla stampa, ma non in quest'Aula: non è il luogo appropriato. E con l'occasione, a prescindere dalla questione che viene discussa, sulla quale non sono informato, tengo a rinnovare al dottor Zampetti la mia stima ed il ringraziamento per il buon lavoro che ha fatto in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Scotto. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Signora Presidente, noi abbiamo ritenuto un vulnus molto forte sul terreno democratico che è stato inferto con la scelta della ghigliottina al Senato sulle riforme costituzionali. Lo abbiamo ritenuto tale, perché avevamo chiesto e continuiamo a chiedere un dibattito aperto e democratico su una questione così delicata come le riforme.
  Tuttavia, signora Presidente, proprio perché Sinistra Ecologia Libertà in quell'Aula si è distinta e si distinguerà, nel corso dei prossimi giorni, per una battaglia molto forte a difesa delle garanzie democratiche, non capiamo perché bisogna abbandonare l'Aula in questo momento, nel momento in cui stiamo votando una legge importante per la vita di questo Parlamento, che è quella sul bilancio.
  Noi siamo convinti che le battaglie si fanno all'interno delle istituzioni. La faremo al Senato e la faremo qui alla Camera qualora si profilasse il rischio di un esito simile a quello che c’è stato lì (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, colleghi, io rimango basito dalla vostra ingenuità. È adrenalina pura, non lo capite ? Tutto ciò è adrenalina pura, vivono di questo, altrimenti sparirebbero dal radar dei media (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Allora, qualcuno ci casca ancora qua, oppure è interessato alla Presidenza della Camera al prossimo giro, no ? Infatti, un po’ di «giachetticentrismo», con tutta la stima che io Pag. 91ho per questa persona, per questo vicepresidente, purtroppo ce lo siamo sorbito per un anno e mezzo e io a questo punto mi tolgo qualche sassolino dalla scarpa. Poi, tra l'altro, cercano di intortare i cinquestelle sulla legge elettorale per aprire un altro forno, per tenerselo aperto e chissà chi è che li sta cercando di intortare. Io glielo dico con tutta la buona volontà, cari pentastellati e non grillini perché ai grillini non si può parlare, ovviamente. Non vi fate intortare da questi personaggi che hanno tutto l'interesse personale a fare certe operazioni. Che dire poi ? Cerchiamo anche noi di non dare adito all'adrenalina pura di cui vivono questi personaggi.

  PRESIDENTE. Un attimo, colleghi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vignali. Ne ha facoltà.

  RAFFAELLO VIGNALI. Signor Presidente, io, al di là del merito dell'ordine del giorno che dovremmo votare, innanzitutto intendo esprimere la solidarietà mia e del mio gruppo a lei e al Segretario generale (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra) perché in un'istituzione ci sono i luoghi idonei e deputati ad affrontare le questioni e ci sono anche i modi.

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore ! Il collega Vignali sta svolgendo il suo intervento.

  RAFFAELLO VIGNALI. Peraltro, chi si appella sempre al Regolamento dovrebbe sapere che i funzionari non possono parlare, mentre in altri luoghi volendo sì. Questo credo sia anche ulteriormente sgradevole. E io dico questo perché, al di là di ciò che se ne pensi dal punto di vista politico e anche operativo, spiace assistere a interventi offensivi nei confronti di chi ricopre ruoli di garanzia di un'istituzione. Infatti, questo atteggiamento mina il buon andamento di questa istituzione che è posta a salvaguardia e a difesa della Costituzione e, quindi, della democrazia. Io ripeto che, al di là di quello che ognuno possa pensare, spero che queste cose non succedano più perché, francamente, credo che facciano disonore a tutta la classe politica e a questa istituzione (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra).

  PRESIDENTE. Condivido. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

Testo sostituito con errata corrige volante   SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, sommessamente ricordo che noi stiamo discutendo un ordine del giorno al bilancio della Camera, l'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/53, che prevede nel suo dispositivo: «a valutare l'opportunità di reintrodurre nell'articolo 7 del Regolamento dei servizi e del personale il limite settennale del mandato del segretario generale, abrogato con delibera dell'Ufficio di Presidenza del 10 dicembre 2002». Non c’è la questione della tagliola al Senato, non c’è lo stipendio del segretario generale, non ci sono tanti altri temi che sono venuti fuori in questa discussione. Tra l'altro, mi permetto sommessamente di ricordare all'Assemblea che su questo ordine del giorno il parere del Collegio dei questori prima e dell'Ufficio di Presidenza poi, che è stato ratificato stamani, è un parere di accoglimento con una riformulazione che dice: «invita a valutare l'opportunità di reintrodurre limiti di durata per tutti gli incarichi interni nell'ambito del processo di riorganizzazione amministrativa prefigurato negli indirizzi approvati dall'Ufficio di Presidenza il 17 luglio 2013». Questo è l'oggetto della nostra discussione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). Su questo la Camera deve pronunciarsi, a favore o contro. Occorre vedere se il presentatore accetta la riformulazione e, se io fossi il presentatore, una riformulazione del genere l'accetterei perché mi viene anche abbastanza incontro, ma questa è libertà del presentatore. Dopodiché, io credo che l'amministrazione debba essere lasciata fuori dalla discussione politica.
  C’è altra sede per discutere di altre questioni, dei rapporti tra politica e amministrazione, specie quando la politica è Pag. 92debole, e credo che bisogna cercare di fare questo mantenendo equilibrio, buon senso e, quando si può – e non è magari patrimonio di tutti – cercare di sforzarsi anche di mantenere un minimo di eleganza istituzionale in questa Assemblea (Applausi). Quindi credo che, se la Presidenza acconsente, noi potremmo continuare la discussione di merito su questo ordine del giorno, eventualmente approvarlo o respingerlo, ma andare avanti con un bilancio che è cosa importante, su cui ha lavorato l'Ufficio di Presidenza e su cui credo questa Assemblea tutta abbia il diritto di continuare a confrontarsi, finché i tempi del contingentamento lo permetteranno.
  SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, sommessamente ricordo che noi stiamo discutendo un ordine del giorno al bilancio della Camera, l'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/53, che prevede nel suo dispositivo: «a valutare l'opportunità di reintrodurre nell'articolo 7 del Regolamento dei servizi e del personale il limite settennale del mandato del segretario generale, abrogato con delibera dell'Ufficio di Presidenza del 10 dicembre 2002». Non c’è la questione della tagliola al Senato, non c’è lo stipendio del segretario generale, non ci sono tanti altri temi che sono venuti fuori in questa discussione. Tra l'altro, mi permetto sommessamente di ricordare all'Assemblea che su questo ordine del giorno il parere del Collegio dei questori prima, poi ratificato stamani dall'Ufficio di Presidenza, è un parere di accoglimento con una riformulazione che dice: «invita a valutare l'opportunità di reintrodurre limiti di durata per tutti gli incarichi interni nell'ambito del processo di riorganizzazione amministrativa prefigurato negli indirizzi approvati dall'Ufficio di Presidenza il 17 luglio 2013». Questo è l'oggetto della nostra discussione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). Su questo la Camera deve pronunciarsi, a favore o contro. Occorre vedere se il presentatore accetti la riformulazione e, se io fossi il presentatore, una riformulazione del genere la accetterei, perché mi viene anche abbastanza incontro, ma questo è alla libertà del presentatore. Dopodiché, io credo che l'amministrazione debba essere lasciata fuori dalla discussione politica.
  C’è altra sede per discutere di altre questioni, dei rapporti tra politica e amministrazione, specie quando la politica è Pag. 92debole, e credo che bisogna cercare di fare questo mantenendo equilibrio, buon senso e, quando si può – e non è magari patrimonio di tutti – cercare di sforzarsi anche di mantenere un minimo di eleganza istituzionale in questa Assemblea (Applausi). Quindi credo che, se la Presidenza acconsente, noi potremmo continuare la discussione di merito su questo ordine del giorno, eventualmente approvarlo o respingerlo, ma andare avanti con un esame del bilancio interno che è cosa importante, su cui ha lavorato l'Ufficio di Presidenza e su cui credo questa Assemblea tutta abbia il diritto di continuare a confrontarsi, finché i tempi del contingentamento lo permetteranno.

  PRESIDENTE. La ringrazio, condivido le sue parole e, come sa, diciamo che questa discussione è stata sviata per motivi chiaramente altri rispetto al merito.

  PAOLA DE MICHELI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLA DE MICHELI. Signor Presidente, noi abbiamo già espresso – l'intervento del collega Rosato era molto chiaro in questa direzione – la nostra stima nei confronti di chi rappresenta le competenze, ma anche l'autonomia dell'amministrazione di questa Camera. Lo vogliamo solo ribadire perché effettivamente questa discussione è degenerata a questo riguardo. Ovviamente per quanto riguarda il ruolo del Segretario generale, al quale va ovviamente e coerentemente la nostra stima, così come è già stato detto da altri colleghi, riteniamo che questo non sia il momento nel quale si debba entrare in una discussione relativa alle persone. Ci sono i luoghi deputati a questo. La strumentalizzazione di oggi ci ha realmente, anche come gruppo, infastidito. Riteniamo che la nostra fiducia al lavoro che sta svolgendo l'Ufficio di Presidenza sia piena e lo dimostreremo continuando a votare coerentemente con questi impegni che ci siamo assunti attraverso i nostri membri dell'Ufficio di Presidenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non accettano la riformulazione e insistono per la votazione dell'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/53.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/53.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Gadda, Palma, Turco, Quaranta, Gebhard, Carrescia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  337   
   Votanti  333   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  167   
    Hanno votato   18    
    Hanno votato no  315.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Spessotto n. 9/Doc. VIII, n. 4/54, accolto purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Spessotto n. 9/Doc. VIII, n. 4/55, accolto.
  Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Liuzzi n. 9/Doc. VIII, n. 4/56 non accede all'invito al ritiro.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Liuzzi n. 9/Doc. VIII, n. 4/56.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 93

  Tancredi, Franco Bordo, Miotto..., bentornata in Aula deputata Miotto, fa piacere vederla (Applausi).
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  335   
   Votanti  332   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  167   
    Hanno votato   18    
    Hanno votato no  314    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/57, accettato dal Collegio dei questori, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/58, accettato dal Collegio dei questori.
  Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/59 formulato dal Collegio dei questori ed insistono per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/59, con il parere contrario del Collegio dei questori.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  337   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato  19    
    Hanno votato no  318.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/60 e Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/61, accettati dal Collegio dei questori, purché riformulati.
  Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Spessotto n. 9/Doc. VIII, n. 4/62 non accede all'invito al ritiro formulato dal Collegio dei questori ed insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’ ordine del giorno Spessotto n. 9/Doc. VIII, n. 4/62, con il parere contrario del Collegio dei questori.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lodolini. Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  337   
   Votanti  311   
   Astenuti   26   
   Maggioranza  156   
    Hanno votato   10    
    Hanno votato no  301.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fraccaro n. 9/Doc. VIII, n. 4/63, accettato dal Collegio dei questori.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/64 e n. 9/Doc. VIII, n. 4/65, accettati dal Collegio dei questori, purché riformulati.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/66, accolto dal Collegio dei questori come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/67 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Collegio dei questori ed insistono per la votazione.
  Passiamo ai voti.Pag. 94
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’ ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/67, con il parere contrario del Collegio dei questori.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gigli, Baruffi, Nicoletti. Qualcun altro ? No.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  336   
   Votanti  328   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato   13    
    Hanno votato no  315.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/68, accettato dal Collegio dei questori.
  Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/69 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Collegio dei questori ed insistono per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’ ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/69, con il parere contrario del Collegio dei questori.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino. Hanno votato ? Mauri. A posto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  333   
   Votanti  318   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  160   
    Hanno votato   19    
    Hanno votato no  299.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/70, accettato dal Collegio dei questori, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/71, accolto dal Collegio dei questori come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/72, accettato dal Collegio dei questori.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/Doc. VIII, n. 4/73, accettato dal Collegio dei questori, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/74, accettato dal Collegio dei questori.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/75 e n. 9/Doc. VIII, n. 4/76, accolti dal Collegio dei questori come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/77, accettato dal Collegio dei questori, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mannino n. 9/Doc. VIII, n. 4/78, accettato dal Collegio dei questori.
  Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Fraccaro n. 9/Doc. VIII, n. 4/79 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Collegio dei questori ed insistono per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fraccaro n. 9/Doc VIII, n. 4/79, con il parere contrario del Collegio dei questori.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 95

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  337   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato  33    
    Hanno votato no  304.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Galgano n. 9/Doc VIII, n. 4/80, accettato dal Collegio dei questori, purché riformulato.

  ADRIANA GALGANO. Ringraziamo i questori per l'apertura che hanno fatto, ma chiediamo di votare l'ordine del giorno, perché la finalità dell'ordine del giorno non era superare l'Allegato B, ma aggiornarlo in base a quanto stabilito nella delibera dell'Ufficio di Presidenza n. 22 del 2013.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Galgano n. 9/Doc VIII, n. 4/80.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Revoco l'indizione della votazione.
  Mi chiedono, onorevole Galgano, se accoglie o meno la riformulazione.

  ADRIANA GALGANO. Chiediamo di votare l'ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Quindi non accoglie la riformulazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Galgano n. 9/Doc VIII, n. 4/80, con il parere contrario del Collegio dei questori.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Culotta.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  337   
   Votanti  320   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato   35    
    Hanno votato no  285.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Galgano n. 9/Doc VIII, n. 4/81, accettato dal Collegio dei questori, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Galgano n. 9/Doc VIII, n. 4/82, accettato dal Collegio dei questori.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Galgano n. 9/Doc VIII, n. 4/83, accolto dal Collegio dei questori come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Galgano n. 9/Doc VIII, n. 4/84, accolto dal Collegio dei questori come raccomandazione.
  Passiamo all'ordine del giorno Galgano n. 9/Doc VIII, n. 4/85. Ha chiesto di parlare il deputato Baldelli. Ne ha facoltà. Però l'ordine del giorno in esame è accolto.

  SIMONE BALDELLI. Lo so, Presidente. Intervengo soltanto per sottolineare, avendo ascoltato il parere che hanno dato i questori su questo, in relazione a questo e per fare appello al Collegio dei questori, affinché poi nel dar seguito a questo ordine del giorno valuti anche questo aspetto, la specificità del personale che lavora nell'Aula e nelle Commissioni, che talvolta sono chiamate a fare sedute notturne o addirittura sedute fiume. Infatti, in questo senso è di tutta evidenza che vi è una parte del personale che viene chiamato a turni e a eccedenze orarie per garantire il funzionamento dell'Aula e delle Commissioni quando sono chiamate a fare turni notturni o addirittura fiume, Pag. 96quindi protrarsi oltre le 24 ore delle sedute. Quindi, intervengo per sottolineare questa specificità.

  GREGORIO FONTANA, Questore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GREGORIO FONTANA, Questore. Intervengo per dire che ciò è assolutamente accettabile. Nella valutazione che si farà quando gli organi di competenza valuteranno questo ordine del giorno verrà tenuto conto della sua affermazione.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Galgano n. 9/Doc VIII, n. 4/85, accettato dal Collegio dei questori.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Galgano n. 9/Doc VIII, n. 4/86, accettato dal Collegio dei questori.
  L'ordine del giorno Boccadutri n. 9/Doc VIII, n. 4/87 è stato ritirato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Boccadutri n. 9/Doc VIII, n. 4/88, accettato dal Collegio dei questori.
  Prendo atto che il presentatore ritira l'ordine del giorno Boccadutri n. 9/Doc VIII, n. 4/89, su cui il Collegio dei questori ha formulato un invito al ritiro.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Boccadutri n. 9/Doc VIII, n. 4/90, accettato dal Collegio dei questori.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Valeria Valente n. 9/Doc VIII, n. 4/91, accettato dal Collegio dei questori, purché riformulato.
  Onorevole Palese, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/Doc VIII, n. 4/92 accettato dal Collegio dei questori ?

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, chiedo comunque la votazione di questo ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Palese n. 9/Doc. VIII, n. 4/92, accolto dal Collegio dei questori.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Massa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  336   
   Votanti  321   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato  311    
    Hanno votato no   10.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno De Maria n. 9/Doc. VIII, n. 4/93, accolto dal Collegio dei questori, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Dorina Bianchi n. 9/Doc. VIII, n. 4/94, accolto dal Collegio dei questori come raccomandazione.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/95, accolto dal Collegio dei questori come raccomandazione.

  DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, intervengo per comunicare a lei, e all’ Aula, che accogliamo tutte le richieste di riformulazione, in modo tale che si possa andare direttamente a votare gli ordini del giorno su cui c’è un invito al ritiro, ovvero gli ordini del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/99 e seguenti.

  PRESIDENTE. La ringrazio per la collaborazione. Quindi, passiamo direttamente all'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/99.
  Passiamo ai voti.Pag. 97
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/99, con il parere contrario del Collegio dei questori.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  335   
   Votanti  318   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  160   
    Hanno votato   20    
    Hanno votato no  298.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Lodolini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto, inoltre, che presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/100 e n. 9/Doc. VIII, n. 4/101, accolti dal Collegio dei questori.
  Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/102, formulato dal Collegio dei questori.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/102, con il parere contrario del Collegio dei questori.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Milanato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  335   
   Votanti  321   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato   21    
    Hanno votato no  300.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/103 e n. 9/Doc. VIII, n. 4/104, accolti dal Collegio dei questori come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/105, accolto dal Collegio dei questori, purché riformulato.
  Prendo atto, inoltre, che presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/106, accolto dal Collegio dei questori.
  Passiamo all'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/107, sul quale c’è un invito al ritiro formulato dal Collegio dei questori.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, pongo all'attenzione dell'Aula una questione che abbiamo già affrontato, sia in Ufficio di Presidenza, che nella scorsa sessione di bilancio, ovvero l'adozione del bilancio analitico. Io non so quanti di voi hanno avuto il piacere di scorrere la documentazione riferita a questo tipologia di bilancio, è un po’ complicato capire e imputare soprattutto i costi. Noi siamo convinti – e lo proponiamo negli ordini del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/107, n. 9/Doc. VIII, n. 4/109, n. 9/Doc. VIII, n. 4/110, n. 9/Doc. VIII, n. 4/111 e n. 9/Doc. VIII, n. 4/112 – così lo dico anche per la Presidente, di passare alla contabilità analitica. Noi abbiamo votato nel 2009 una legge che obbligava tutte le amministrazioni pubbliche ad adeguarsi a questo tipo di contabilità. Contabilità che è stata anche utilizzata come riferimento da parte dell'Europa stessa che ha suggerito ai Parlamenti di adottarlo.
  Ecco noi votiamo una norma, abbiamo votato una norma obbligando tutte le amministrazioni ma siamo gli unici che non la applicano. Ecco io vi sottolineo questa incongruenza. Credo che sia un'opera di trasparenza e sia anche Pag. 98un'opera di verità che ci aiuterebbe a capire quali sono i reali costi delle singole funzioni all'interno della Camera.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/107, non accettato dal Collegio dei questori.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marco Di Stefano... Carloni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  332   
   Votanti  315   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  158   
    Hanno votato   20    
    Hanno votato no  295.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/108, accettato dal Collegio dei questori, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/109 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Collegio dei questori ed insistono per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/109, non accettato dal Collegio dei questori.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  330   
   Votanti  315   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  158   
    Hanno votato   21    
    Hanno votato no  294.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/110, non accettato dal Collegio dei questori.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pes...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  333   
   Votanti  318   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  160   
    Hanno votato   20    
    Hanno votato no  298.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/111, non accettato dal Collegio dei questori.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mura... Tartaglione... Beni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  330   
   Votanti  328   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato   20    
    Hanno votato no  308.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/112, con il parere contrario del Collegio dei questori.
  Dichiaro aperta la votazione.Pag. 99
  (Segue la votazione).

  Grassi... Vignali... Zardini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  330   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato   19    
    Hanno votato no  311.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Carnevali ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/113, accolto dal Collegio dei questori, purché riformulato.
  Passiamo direttamente all'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/119. Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/119 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insistono per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/119, per la parte non accettata dal Collegio dei questori.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mura... Paolo Rossi... Santerini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  334   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato   20    
    Hanno votato no  314.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/ Doc. VIII, n. 4/120, accolto dal Collegio dei questori come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/ Doc. VIII, n. 4/121, accolto dal Collegio dei questori.
  Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Grimoldi n. 9/ Doc. VIII, n. 4/122 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Collegio dei questori ed insistono per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/ Doc. VIII, n. 4/122.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Patriarca, Massa, Ascani, Pastorelli, Monchiero, Roberta Agostini, Iacono.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  337   
   Votanti  336   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato   19    
    Hanno votato no  317.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/ Doc. VIII, n. 4/123, accettato dal Collegio dei questori, purché riformulato.

  DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, è l'ultimo intervento, poi, sui successivi ordini del giorno accolgo le proposte di riformulazione; come, del resto, accolgo la proposta di riformulazione di questo, che affronta un tema per noi importante, ovvero il fatto di ricondurre la Camera dei deputati alle sue normali funzioni e, quindi, di contenere i costi. Noi abbiamo Pag. 100chiesto di eliminare in toto mostre, convegni, concerti, tutto ciò che costa, perché, colleghi, costa mantenere aperta questa struttura, soprattutto quando noi non lavoriamo, in modo tale da liberare delle risorse.
  C’è l'impegno da parte dell'Ufficio di Presidenza di limitare queste manifestazioni, che nulla hanno a che fare con la nostra attività legislativa e, soprattutto, c’è l'impegno qui di prevedere la chiusura dei Palazzi nei giorni festivi e prefestivi, con l'eccezione della biblioteca e della sala stampa. Io vorrei capire, sia per la biblioteca che per la sala la stampa – trovo importante che noi tutti ne siamo a conoscenza –, quanto è il costo di apertura di entrambe nei periodi prefestivi e festivi, se c’è una cifra. Mille euro ? Diecimila ? Centomila ? Un milione ? Vorrei capire quanto è il costo di una giornata di apertura della biblioteca e della sala stampa, grazie.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, intervengo per esprimere la netta contrarietà a quanto ho ascoltato adesso. Noi abbiamo il sacrosanto dovere in questo Paese di ripristinare un'educazione civica delle istituzioni e del valore delle istituzioni, perché da certe parti viene, invece, la barbarie delle istituzioni, la distruzione delle istituzioni ! Con questo sistema dei costi, e quant'altro, stanno distruggendo completamente quel poco di democrazia dal punto di vista simbolico che è rimasto nel nostro Paese.
  Quindi, io penso che queste affermazioni non vadano neanche pensate, non formalizzate. Ne abbiamo veramente abbastanza di quello che ascoltiamo all'interno di questa istituzione: c’è il rispetto e la legittimità di tutti in ordine a quello che possono pensare, ma male in questi venti anni, e anche prima, forse, se ne è fatto parecchio e dovremmo cercare di mettere un limite a questo tipo di affermazioni. Questa è un'istituzione che ha un grande decoro, che è nata anche con il sacrificio di tanto sangue di tanti italiani per poter raggiungere questo Stato di democrazia. E non è assolutamente giusto né pensabile che vada distrutta in questa maniera, così come è stato indecoroso tutto quello che è successo oggi, ad iniziare dal Presidente della Camera, che, comunque, va rispettato, indipendentemente da chi sia e da chi è stato fatto. Questa è l'istituzione che si deve determinare.
  E deve essere un messaggio forte ! Per questo motivo, che sia aperta la Camera anche in riferimento a chi viene per visitarla ! Perché chi viene a visitarla ha a cuore il destino del nostro Paese, a cui noi oggi, per quello che si è ascoltato, dovremmo chiedere anche scusa, per come sono andate le cose in discussione in quest'Aula in riferimento a ciò. Per questo motivo, penso che se il sabato e la domenica servono ad educare le nuove generazioni – che mi auguro non prendano esempio rispetto a quello che ho sentito adesso – è tanto di guadagnato per il Paese (Applausi).

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Palese, per la passione che ha messo in questo suo intervento civico. A questo punto, dichiaro aperta la votazione....

  DAVIDE CAPARINI. No Presidente !

  PRESIDENTE. Sì, scusatemi. Certo, aveva accolto la riformulazione. Chiedo venia. Andiamo avanti.
  I successivi ordini del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/124 e n. 9/Doc. VIII, n. 4/125, n. 9/Doc. VIII, n. 4/126, n. 9/doc. VIII, n. 4/127 e n. 9/Doc. VIII, n. 4/128 sono accolti dal Collegio dei questori come raccomandazione. L'ordine del giorno Chaouki n. 9/Doc. VIII, n. 4/129 è stato ritirato.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Schullian n. 9/Doc. VIII, n. 4/130, accolto dal Collegio dei questori, purché riformulato.
  L'ordine del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 4/131 è inammissibile.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Lombardi Pag. 101n. 9/Doc. VIII, n. 4/132 formulato dal Collegio dei questori.

  CLAUDIA MANNINO. Lo votiamo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lombardi n. 9/Doc. VIII, n. 4/132, con il parere contrario del Collegio dei questori.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grassi, Agostini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  322   
   Votanti  311   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  156   
    Hanno votato sì   10    
    Hanno votato no  301.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Ricordo che l'ordine del giorno Pagano n. 9/Doc. VIII, n. 4/133 è inammissibile.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
  Prima di passare alle dichiarazioni di voto, colleghi, fatemi rivolgere un saluto a un gruppo di persone che veramente credono in questa istituzione e che hanno donato a questa istituzione loro tempo, loro energie e loro saperi. Qui in tribuna c’è un gruppo di persone che, qualche settimana fa, ha passato due giorni non stop a studiare tutte le possibilità delle application per rendere fruibili i nostri open data della Camera, in modo da renderli più fruibili ai cittadini. Dunque, direi di dare loro il benvenuto per la generosità e per il grande contributo che ci hanno dato (Applausi).
  Oggi sono stati premiati alla Camera dei deputati e mi dispiace di non poter essere stata presente alla premiazione. Grazie veramente.

(Dichiarazioni di voto – Doc. VIII, nn. 3 e 4)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sul conto consuntivo che, per prassi, avranno luogo congiuntamente a quelle sul progetto di bilancio.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Martina Nardi. Ne ha facoltà.

  MARTINA NARDI. Signora Presidente, anche per agevolare il lavoro della Camera, che quest'oggi è già stato decisamente molto impegnativo, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferdinando Adornato. Ne ha facoltà.

  FERDINANDO ADORNATO. Presidente, non ho scritto l'intervento, altrimenti l'avrei consegnato. Mi limiterò, però, a due flash. Il primo: 138 milioni in due anni. Io credo che qualsiasi istituzione come la nostra oggi, invece di dar luogo al dibattito cui abbiamo assistito, avrebbe detto «bene, bravi», ringraziato la Presidente Boldrini, i Questori e l'Ufficio di Presidenza, perché è un risultato straordinario in un periodo difficile per il Paese. Noi diamo un esempio.
  Sono 138 milioni di euro in due anni su 930 milioni di dotazione. Credo che questo sia il vero risultato – non so chi diceva che noi non diciamo mai le cose positive che facciamo – questo è un grande atto positivo. Mi dispiace molto – e lo dico con amarezza – che invece sia stato altro il dibattito anche perché temo che il contagio di questo dibattito sui mezzi di comunicazione non favorirà il primo messaggio che bisognava dare e che dovrebbe uscire legittimamente, ma favorirà un altro tipo di messaggio. Il fatto è che – come diceva quel simpatico regista – continuiamo a Pag. 102farci del male, non capendo che 20 anni fa si chiedevano facce nuove, si diceva «vi manderemo tutti a casa», la Lega agitava il cappio: questo Paese ha già vissuto queste scene che il MoVimento 5 stelle ci regala. Ebbene, domandiamoci: è cambiato qualcosa ? È cambiato qualcosa ? Il Paese ha continuato a oscillare tra la palude di un tempo e la grande indignazione: queste fiammate si alzano e non cambia mai niente perché l'unica cosa che cambia è il riformismo.
  Perciò, noi appoggiamo lo sforzo di Renzi proprio perché, tra grande indignazione e palude, tra demagogia e conservatorismo, è il riformismo quello che vince.
  Chiudo facendo una domanda. Si è detto – non c'entrava con il dibattito, ma si è detto – che si è ristretto in modo autoritario il dibattito al Senato, che i tempi sono pochi, ma c’è l'onorevole Fraccaro e lo domando a lui che l'ha detto: onorevole Fraccaro, sono 30 anni e passa che questo Paese discute di riforme costituzionali e di superamento del bicameralismo paritario: le sembra un tempo sufficiente trent'anni di dibattito o dobbiamo aspettarne altri trenta (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia) ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Presidente, poche parole, innanzitutto per ringraziare lei, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori per il lavoro difficile che hanno svolto da un anno a questa parte, con risultati lusinghieri, non solo sul piano del contenimento delle spese – perché in due anni ci sarà un risparmio di 138,3 milioni di euro, un fatto straordinario che non ha precedenti nella storia del Parlamento italiano – ma soprattutto per il nuovo stile e per la trasparenza che è stata impressa al lavoro della Camera. La Presidente Boldrini si è ridotta il suo stipendio del 30 per cento, i voli blu sono un ricordo perché la Presidente Boldrini viaggia con i voli di linea o con quelli low cost; il Segretario generale, che è stato messo sotto processo, in questa seduta ha dato ampia assicurazione che sarà lui il primo a dare la disponibilità per una riduzione del suo stipendio nel quadro di una rivisitazione di tutti i trattamenti contrattuali normativi del personale della Camera, a cui va il nostro plauso, il nostro ringraziamento per il modo in cui ci assiste; tutti i funzionari, i consiglieri e gli assistenti ci assistono nel nostro lavoro quotidiano. Se purtroppo in questa fase dobbiamo andare a dei cambiamenti anche dal punto di vista remunerativo e previdenziale, lo facciamo consapevoli che i nostri interessi particolari devono essere coniugati con l'interesse più generale del Paese.
  Purtroppo – vorrei concludere citando un proverbio africano – fa più rumore un albero che cade che una grande foresta che cresce ogni giorno e io vedo che questa nostra Camera dei deputati, con una gestione accorta dal punto di vista della sua amministrazione, sta realizzando tanti risultati sul terreno della trasparenza, dell'autorevolezza e del contenimento delle spese (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Presidente, molto è stato fatto – non c’è dubbio – ma moltissimo – e questa invece è una certezza – dobbiamo ancora fare.
   Negli ordini del giorno che abbiamo presentato ci sono molte proposte articolate, tante delle quali – e questa è una nota positiva di cui do merito all'Ufficio di Presidenza e al Collegio dei Questori – sono state accettate.
  L'auspicio è quello che diventino presto una piattaforma su cui fare, costruire quella che dovrà essere l'istituzione del futuro, un'istituzione che costi molto di meno. Le preoccupazioni del nostro gruppo sono quelle di chi ha visto, dopo una prima fase di importanti tagli, un rallentamento. Abbiamo avuto rassicurazioni da parte del Collegio dei questori e Pag. 103da parte anche dell'Ufficio di Presidenza che l'opera meritoria di diminuzione dei costi della Camera non subirà alcun arresto: staremo a vedere. Noi siamo convinti che bisogna partire, prima di tutto, dalla riorganizzazione, perché è facile intervenire sui dipendenti, ma è molto, molto, molto più difficile, invece, intervenire sull'organizzazione, sull'appropriatezza delle funzioni e, soprattutto, sulla loro efficacia ed economicità. Questo è l'appello che noi continuiamo a fare.
  La richiesta, che è stata accolta, è anche quella di utilizzare un punto di vista esterno, come ormai 30 anni fa Nilde Iotti fece, utilizzando delle consulenze esterne, degli advisor, che possono dare quel punto di vista assolutamente neutrale rispetto a quelle che sono le tensioni e le stratificazioni che, nel corso degli anni, hanno fatto sì che questa, purtroppo, sia diventata una macchina inefficiente; ma non inefficiente a causa dei dipendenti, che, anzi, sono i primi a dover pagare questa incapacità di rinnovarsi della nostra istituzione, ma per il fatto che la politica stessa non ha il coraggio di fare i cambiamenti che sono richiesti dal Paese.
  Per quanto riguarda l'appropriatezza, abbiamo scelto alcuni esempi di come meglio dovrebbero essere investite le risorse dei cittadini, prima di tutto utilizzando la Camera per quello che è: un luogo in cui fare le leggi, in cui approfondirle, e non certo per fare mostre o concerti. Per quelli ci sono l'Auditorium della musica di Roma, consegnatoci da Veltroni, che è una bellissima struttura; ci sono tantissime sale per convegni e altrettante per mostre, in una delle più belle città al mondo.
  La Camera dei deputati deve utilizzare le sue risorse per fare quello che le è chiesto di fare, ovvero le leggi. Poi, per quanto riguarda la capacità di innovazione, abbiamo visto che ci sono alcuni settori in cui l'innovazione è stata fatta, la capacità di innovazione tecnologica prima, ma anche la riqualificazione del personale, e la conseguente diminuzione dei costi e del servizio offerto, con un aumento della qualità.
  Abbiamo citato, in discussione generale, proprio il caso del resoconto stenografico, che è diventato un fiore all'occhiello di questa istituzione, e altri sono gli esempi che possiamo portare. Quindi, mi auguro che il prossimo bilancio ci vedrà non più discutere di questo o quel concerto, ma magari, di ulteriori passi in avanti nell'opera di ammodernamento di questa istituzione, che, sappiamo benissimo, agli occhi dei cittadini è quello che è, ma la causa è tutta nostra.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianfranco Librandi. Ne ha facoltà.

  GIANFRANCO LIBRANDI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, un rapido intervento. La Camera, con questo bilancio, sta andando nella giusta direzione. Certo, vi è ancora molto da fare e siamo tutti perfettamente consapevoli che la riduzione complessiva delle spese dell'1,68 per cento, realizzata quest'anno, non è propriamente esaltante, che esistono ancora importanti margini di riduzione e razionalizzazione delle spese.
  Penso, per esempio, alla necessità di un'attenta analisi del fabbisogno del personale e dei compensi per specifiche mansioni, all'urgenza di attivare alla Camera forti azioni legate al risparmio energetico, e, di conseguenza, rimodulare i costi delle utenze, o di razionalizzare, attraverso l'utilizzo dell'informatica, i rilevanti costi per la stampa di documenti cartacei, e altro ancora.
  Occorre certamente proseguire con forza, convinzione e concretezza il cammino intrapreso. Il percorso è iniziato e non si può e non si deve tornare indietro. Annuncio perciò il voto favorevole di Scelta Civica per l'Italia all'approvazione del conto consuntivo 2013 e del bilancio previsionale 2014 della Camera dei deputati.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vignali. Ne ha facoltà.

Pag. 104

  RAFFAELLO VIGNALI. Signor Presidente, sarò brevissimo anche perché il giudizio sui documenti che oggi votiamo, il bilancio, l'abbiamo già espresso in discussione generale ed è a quello che ci rifacciamo. Anche noi siamo convinti che il dato significativo da registrare sia il risparmio di 138 milioni di euro in due anni. È verissimo, è un grandissimo risultato di cui andare fieri e di cui essere lusingati.
  In più, ultimo elemento, credo che siano stati accolti anche alcuni ordini del giorno da parte del Collegio dei Questori che possono portare non solo a nuovi e ulteriori risparmi, a nuove economie, ma anche a ulteriori innovazioni in questa istituzione facendo credo scelte che devono essere evidentemente ponderate, condivise, perché quando si lavora sulle istituzioni si fa molto presto a distruggere ma poi a costruire normalmente ci vuole molto tempo. Quindi, rinnovo anche io a nome del mio gruppo il ringraziamento a lei Presidente, ai Questori a tutto l'Ufficio di Presidenza e all'amministrazione della Camera e annuncio il nostro voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, io confesso la mia delusione per l'andamento della discussione sul conto consuntivo 2013 e sul bilancio di previsione dell'esercizio finanziario 2014 della Camera. Sono veramente mortificato che durante i lavori della discussione generale non c’è stata una così grande partecipazione in questa Aula e questo è un problema soprattutto per chi è venuto oggi in maniera legittima a ritenere di dissentire su tantissimi altri aspetti, ma forse una discussione più approfondita e più appropriata gli argomenti all'ordine del giorno l'avrebbero sicuramente meritata.
  Ciò perché per l'organizzazione e il funzionamento di questa Aula, per la democrazia di questo Paese sono i due provvedimenti più importanti quelli che sono in discussione all'interno dell'Aula. Non c’è dubbio che sia da parte del mio gruppo nella sua interezza – e sia per un riconoscimento anche di natura personale – va dato atto alla Presidenza della Camera, all'Ufficio di Presidenza, al Collegio dei Questori, di avere impostato un ottimo lavoro. Non c’è dubbio che tutto si può migliorare, ma c’è qualcuno in questa Aula, cara Presidente, che può mettere in discussione i risultati che si sono ottenuti con un risparmio di 138 milioni di euro ? Noi siamo in un contesto dove tutti parlano di spending review, di riduzione della spesa. Esiste un'altra istituzione che in maniera così drastica, in così poco tempo ha ridotto di una cifra considerevole pari a 138 milioni di euro i propri costi ?
  Molti altri ordini del giorno andavano nell'indirizzo, e sono stati accolti, di un ulteriore miglioramento e quant'altro, non c’è dubbio da questo punto di vista. Ci mancherebbe. Così pure per quanto riguarda questa favola del bilancio analitico, eccetera, se ci fosse stata più attenzione durante la discussione generale, si sarebbe registrato che io ho fatto una proposta su questo che è un falso problema; non esiste il problema dei Regolamenti o delle misure legislative. L'Ufficio di Presidenza nella sua autonomia può tirare fuori una decisione di altro indirizzo e può deliberare tranquillamente un atto amministrativo per fare il piano annuale preventivo analitico dei costi di esercizio con tre sezioni: elenco delle spese obbligatorie e d'ordine; elenco delle spese dei contratti in essere ed elenco delle spese derivanti dalle obbligazioni giuridicamente vincolanti contratti negli anni dall'istituzione; elenco costi per nuove spese. E poi aggiungo pure che se qualcuno proprio ha tutta questa voglia, ai sensi della legge n. 241 del 1990, può chiedere copia di tutti i mandati di pagamento e ottiene tutto.
  Quindi che cosa veniamo noi in quest'Aula a dire, che occorre questo, questo, questo e quell'altro ? C’è già tutto, basta solo volerlo.
  Mi avvio alla conclusione con due considerazioni. È vero, Presidente, che nel nostro Paese ci sono stati degli abusi ed è Pag. 105vero che molte cose vanno corrette, non solo riguardo alla corruzione ma anche agli abusi in riferimento ai costi, ai rimborsi e quant'altro, ma io mi rifiuto di trasformare il concetto che il nostro Paese secondo questa Carta costituzionale, all'articolo 1, è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, nel concetto che l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e sugli scontrini ! No ! Gli scontrini teneteveli tutti, perché qui ci vuole e c’è solo trasparenza ed efficienza, noi dobbiamo andare in questo senso, nel senso cioè di chi ha costruito questa Carta democratica.
  Concludo dando tutta la mia solidarietà ed il mio sostegno a tutto il personale, ad iniziare dal Segretario generale per finire all'ultimo dei commessi di quest'Aula; l'ho detto anche in sede di discussione generale e lo ribadisco, che ci sia un problema generale di costi nel Paese non c’è dubbio, ognuno è tenuto a fare la sua parte, ma, Presidente, lo dico a lei, lo dico al Collegio dei questori, lo dico a tutto l'Ufficio di Presidenza e lo dico a quest'Aula, che oggi finalmente è partecipata, non come durante la discussione generale: guai a toccare ciò che funziona ! Questa è un'Aula che dal punto di vista organizzativo-funzionale funziona e funziona anche bene, funziona con una produzione di qualità, perché è giusto dire quanto prende Tizio, Caio e Sempronio, ma è anche giusto vedere cosa produce Tizio, Caio e Sempronio in termini di quantità e di qualità. E per quello che riguarda la democrazia del Paese, è essenziale che la produzione sia di alta qualità, spesso e ben volentieri invece viene ammaccata o viene anche messa in discussione a causa di emendamenti formalizzati invece dalla nostra parte politica, che non sempre è la parte migliore rispetto a questo dato. Quindi, che si continui nella linea che si è già intrapresa di abbattimento dei costi, si continui pure a dare a ciò l'importanza necessaria, ma nessuno immagini che i problemi del Paese si sistemano tutti con gli scontrini, si sistemano tutti con la riduzione dei costi di funzionamento di quest'Aula, che invece c’è necessità di implementare in riferimento ai nuovi strumenti tecnologici e quant'altro, o peggio ancora per gli stipendi di tutti i dipendenti di questa istituzione, dire: questo costa tanto, quest'altro costa tanto, questo costa così, eccetera; noi diciamo basta ! Ognuno ha bisogno di lavorare, di lavorare in maniera tranquilla e serena e di produrre, non di essere messo ogni giorno sul banco degli imputati dando in pasto tutte queste notizie per non parlare di altro. Noi vorremmo sapere tante e tante altre cose invece dal punto di vista della finanza, cosa che non è il caso di affrontare esattamente in questa sede.
  Per questo noi voteremo a favore del provvedimento, con l'indicazione al Collegio, cioè all'Ufficio di Presidenza, alla Presidenza della Camera, di continuare su questa strada (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Signor Presidente, per la dichiarazione di voto del MoVimento 5 Stelle, questo mio intervento è complementare a quello fatto in sede di discussione generale lunedì insieme ai colleghi Fraccaro e Di Maio, una dichiarazione di voto fatta non solo di parole ma a nostro avviso con 60 ordini del giorno volti a rendere questo palazzo più trasparente, più sostenibile e soprattutto più leggero. Idee che abbiamo offerto a quest'Aula e a tutti i colleghi affinché venissero valutate e condivise.
  Ci spiace constatare che la relazione del Questore Fontanelli si concentri solo su un aspetto marginale, a nostro avviso, dei nostri ordini del giorno.
  Nel corso di questo intervento, vi dirò alcuni degli argomenti che allontanano i cittadini dall'istituzione.
  Sapete bene che il nostro ruolo, in questo palazzo, è quello di portare la voce dei cittadini e proprio in questa occasione è impossibile sottrarci al nostro vero ed unico mandato.Pag. 106
  Come facciamo a spiegare ai cittadini che con i loro soldi paghiamo i viaggi agli ex parlamentari ?
  O che diamo i contributi al patriarca di Antiochia per celebrare la messa nella cappella di Montecitorio, a sfavore degli stage per gli studenti universitari che invece vorrebbero intraprendere una carriera parlamentare ?
  Come facciamo a spiegarglielo proprio ora, quando l'obiettivo di gran parte dei cittadini è la sopravvivenza, riuscire ad arrivare indenni a fine mese ?
  Come si fa a difendere ancora uno status, di fronte a ciò che accade fuori ?
  Anche qui a Montecitorio si deve cambiare verso, si deve trovare il modo per allinearsi con sobrietà all'attuale situazione del Paese.
  Ma il Governo, questa maggioranza, vuol far passare il messaggio che grazie solo alle riforme istituzionali che sta improntando e che sta imponendo si risolveranno questi problemi per i cittadini: quello che manca il lavoro, quello che l'economia è stagnante, quello della corruzione, insomma, una panacea di tutti i mali, che si risolve solo con le riforme istituzionali.
  Noi invece oggi vi diciamo che con le proposte del MoVimento 5 Stelle, quelle idee che oggi abbiamo cercato di condividere con tutti voi, si sarebbe giunti ad un risparmio di costi che quasi è il doppio dei presunti risparmi che facciamo se aboliamo il Senato: noi ipotizziamo, appunto, 170 milioni di euro. Sono le spese annuali di una città media italiana come Pisa o se preferite il buco di bilancio della grande città di Milano, 170 milioni di risorse che si libererebbero e che potrebbero essere investite sulla piccola e media impresa, sulla scuola, sulle infrastrutture, sulle strade, sugli ospedali o comunque a favore dei cittadini.
  Immaginate il gesto di questo palazzo, se i giornali domani dicessero che questi parlamentari rinunciano ai privilegi per andare incontro ai cittadini, tagliano gli sprechi per restituire ai cittadini.
  Ma le restituzioni le facciamo solo noi, noi del MoVimento 5 Stelle.
  Ma ci domandiamo: se riusciamo a farlo noi, ci tagliamo lo stipendio, rendicontiamo le spese e restituiamo il tutto ad un fondo per la piccola e media impresa (a proposito: in un anno e mezzo siamo arrivati a 6 milioni 124 mila euro), perché non potete farlo tutti ?
  E questo, cari colleghi, non dovremo spiegarlo noi ai cittadini, ma dovrete spiegarlo voi ai cittadini. Non facciamo retorica e tutto ciò può cambiare se solo metteste in pratica le nostre proposte, le nostre idee.
  Lo facciamo e non sono solo parole, parliamo di fatti, parliamo di sprechi e privilegi, perché, se confrontati con quello che vivono quotidianamente i cittadini italiani, non possono essere definiti diversamente i già citati viaggi degli ex deputati, il taglio del 20 per cento per il contributo dei gruppi parlamentari, il taglio delle spese di rappresentanza soprattutto per gli eventi che nulla hanno a che fare con l'attività parlamentare, i tetti retributivi del personale dipendente ed in pensione.
  Non possiamo non riproporre la riduzione dello stipendio, come fa il MoVimento 5 Stelle, a 5 mila euro lordi, la soppressione delle indennità di carica e l'assegno di fine mandato, il recesso dalle polizze assicurative sanitarie per i parlamentari, la soppressione del presidio sanitario, che qua dentro costa 990 mila euro l'anno.
  E poi gli assegni vitalizi, non superiori ai 5 mila euro lordi e, finalmente, la disdetta dei palazzi Marini, sono due obiettivi raggiunti. Per la prima volta, grazie ad una proposta del MoVimento 5 Stelle, si metterà fine a questo enorme spreco di 25 milioni di euro l'anno, senza che la Camera sia padrona di un solo chiodo.
  Le proposte che facciamo sono immediatamente attuabili ed invece ci dite ancora «no».
  In Ufficio di Presidenza abbiamo appreso però con piacere che la sospensione delle indennità ai deputati arrestati, che fino alla settimana scorsa richiedeva un'apposita proposta di legge, che abbiamo comunque depositato, oggi è oggetto Pag. 107di indagine da parte dei Questori, grazie ad una richiesta della Presidente. Ne prendiamo atto e ne siamo contenti. Mentre ci dite «sì» all'utilizzo del car sharing mantenete il parco auto: 11 auto blu.
  E mentre ci dite «sì» al tetto degli stipendi dei dipendenti, i vostri stipendi non li volete nemmeno toccare. Non chiediamo un paragone con gli altri Parlamenti europei, ma con la sobrietà con cui i cittadini italiani arrivano a fine mese. Quando poi anche il Paese potrà vivere meglio, allora a quel punto potremmo pensare di riaumentare i nostri stipendi. Ma noi in fondo speriamo sempre che ci sorprendiate, che in un improvviso moto di senso civico vi riconnettiate con la realtà quotidiana dei cittadini, che finalmente darete un segnale, quello che da tempo i cittadini aspettano, che metterete da parte la difesa ferrea di questo status. Poche cose di buonsenso si possono immediatamente fare, senza avere bisogno, né di un ordine del giorno di una forza di opposizione o di maggioranza, né di un «impegno a». Concludo dicendo che, quindi, noi voteremo contro questo bilancio consuntivo 2013 e contro il progetto di bilancio 2014 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mauri. Ne ha facoltà.

  MATTEO MAURI. Signor Presidente, vorrei dire poche parole, ma spero significative. Io avrei voluto che qui da quest'Aula oggi uscisse un segnale chiaro, coerente e molto corrispondente anche al lavoro che abbiamo fatto tutti insieme in questo anno e anche prima. Il segnale sarebbe stato: siamo tutti insieme nella giusta direzione, abbiamo fatto degli sforzi importanti, li abbiamo fatti per voi cittadini, li abbiamo fatti perché sappiamo benissimo qual è la situazione e la parte che noi dobbiamo saper avere in questa fase politica. Invece, quello che ho sentito, purtroppo, sono state molte polemiche a uso di telecamere che delegittimano il lavoro di tutti. Allora, io dico che i dati che sono stati messi in fila hanno la loro forza. La riduzione che è stata fatta nel corso del tempo, dalla scorsa legislatura a questa, è una riduzione consistente e intelligente. Stiamo parlando di un risparmio in un triennio di 138 milioni di euro e, se consideriamo un altro triennio, di 150 milioni di euro. Stiamo parlando di riduzione dei costi di funzionamento della Camera, ma stiamo parlando anche di sacrifici che abbiamo chiesto a tutti e che anche quest'Aula ha fatto. Infatti, provare a far passare il messaggio, come qualcuno adesso ha fatto, «tagliate ad altri, ma non tagliate a voi», è una menzogna ed è una menzogna storica perché basta prendere solamente gli ultimi anni per rendersi conto di quanti siano stati i tagli delle indennità e di tutte le spese e di tutte quelle condizioni che forse potevano essere sostenibili un tempo e, secondo me, probabilmente neanche allora, ma oggi sicuramente non lo sono.
  E, allora, bisogna riconoscere a quest'Aula di aver saputo andare nella direzione corretta, di aver saputo anche trovare la strada che tenesse insieme due aspetti che sono molto importanti. Io riprendo un collega del MoVimento 5 Stelle che oggi è stato molto citato, anche in senso negativo, ma io lo voglio fare in senso positivo. Il collega Fraccaro ha detto: tagliare gli sprechi, ma non la democrazia. È esattamente quello che noi stiamo facendo. Noi dobbiamo garantire la piena funzionalità delle istituzioni perché questo è un bene per i cittadini, l'interesse diretto dei cittadini. Pertanto, non possiamo spogliare questa istituzione, ma dobbiamo renderla più efficiente. Le cose che abbiamo fatto vanno in questo senso. E l'abbiamo fatto, guardate, con la consapevolezza che non siamo arrivati qua dicendo che non funzionava niente; non siamo arrivati qua dicendo che avremmo aperto tutto come una scatola di tonno. Siamo arrivati qua rispettosi di questa istituzione e rispettosi anche del mandato che i cittadini ci hanno conferito e consapevoli della professionalità e della capacità che da sempre contraddistingue questa Camera nei suoi uffici e in tutte le Pag. 108persone che da tanti anni ci lavorano con passione e per competenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Noi stiamo provando a tenere insieme tutte queste cose in modo serio. Secondo me questo è un considerevole passo avanti, altri li abbiamo disegnati, altri li percorreremo insieme. Vorremmo che ci fossero tutti con noi e non invece qualcuno che poi alla fine vota sempre contro per volersi distinguere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Testo sostituito con errata corrige volante   PRESIDENTE. Gentili colleghi, vi chiedo ora un momento di attenzione prima di procedere alla votazione finale del documento di bilancio interno. Io voglio infatti esprimere il mio sentito ringraziamento ai deputati Questori per il loro impegno su questo tema e a tutti i membri dell'Ufficio di Presidenza per aver condiviso in questi mesi, perché questo è frutto di un percorso che abbiamo fatto insieme, le misure che ci hanno permesso già di raggiungere considerevoli risultati, come qualcuno ha evidenziato, considerevoli risultati sia in termini di razionalizzazione che di riduzione dei costi, costi di funzionamento della nostra istituzione. Ringrazio anche i deputati che hanno partecipato a questo dibattito in Aula fornendo, molti di loro, un apporto di idee e sollecitazioni che saranno sicuramente considerate nel lavoro che ci aspetta per i prossimi tempi, un lavoro che deve proseguire nella linea del rigore, della sobrietà nell'utilizzo delle risorse pubbliche e della individuazione di tutti gli interventi necessari per raggiungere ulteriori risultati in termini di risparmio strutturale, perché di questo stiamo parlando, di risparmio strutturale, e lo stiamo facendo garantendo al contempo la piena efficienza di questa istituzione e anche la sostenibilità. In questo contesto si inseriscono anche le misure in tema di trattamento retributivo dei dipendenti della Camera, a cominciare dagli indirizzi che sono stati oggi approvati dall'Ufficio di Presidenza per introdurre dei tetti alle retribuzioni, in analogia con quanto disposto dal decreto-legge n. 66 del 2014 per il personale di tutte le altre pubbliche amministrazioni. Quindi si tratta di interventi che appaiono oggi doverosi alla luce dell'attuale difficile quadro economico, un quadro difficile anche dal punto di vista sociale e che chiede a tutti, tutti, uno sforzo ed un contributo aggiuntivo. Tengo però a precisare in questa sede, anche alla luce di alcuni interventi di questi giorni, che queste misure non vanno intese in alcun modo come disconoscimento dell'alto livello professionale e della dedizione che il personale della Camera pone al servizio di tutti gli organi parlamentari e delle istituzioni nel suo complesso, garantendo attraverso il suo impegno imparziale e qualificato un supporto a tutti noi e il corretto andamento dei lavori di questa Camera (Applausi).
  Dedizione, professionalità e lealtà istituzionale che intendo qui riconoscere ancora una volta. E lasciatemi dire una cosa, alla luce di quanto ho ascoltato oggi in quest'Aula, io intendo ribadire la stima e la fiducia nel Segretario generale, dottor Ugo Zampetti, la cui competenza e dedizione al servizio dell'istituzione è garanzia di supporto imparziale e obiettivo sia per me che per tutti i deputati e i gruppi parlamentari. Il personale rappresenta per la Camera la risorsa più preziosa e le misure in ordine al sistema retributivo debbono accompagnarsi ad una valorizzazione complessiva delle professionalità e delle funzioni dell'apparato, nella prospettiva, colleghi, di un ruolo unico dei dipendenti del Parlamento e di una generale riorganizzazione delle strutture. Bene, chiudo, accogliendo la vostra sollecitazione, però ci tenevo a specificare quanto vi ho detto. E adesso, prima di passare ai voti, anche un'occasione per congratularci tutti con la nostra collega Valentina Vezzali, che insieme ad altre atlete italiane ha vinto la medaglia d'oro nel fioretto a squadra e singolarmente la medaglia di bronzo nella gara di fioretto individuale. Brava Valentina (Applausi) !
  PRESIDENTE. Gentili colleghi, vi chiedo ora un momento di attenzione prima di procedere alla votazione finale del documento di bilancio interno. Io voglio infatti esprimere il mio sentito ringraziamento ai deputati Questori per il loro impegno su questo tema e a tutti i membri dell'Ufficio di Presidenza per aver condiviso in questi mesi, perché questo è frutto di un percorso che abbiamo fatto insieme, le misure che ci hanno permesso già di raggiungere considerevoli risultati, come qualcuno ha evidenziato, considerevoli risultati sia in termini di razionalizzazione che di riduzione dei costi, costi di funzionamento della nostra istituzione. Ringrazio anche i deputati che hanno partecipato a questo dibattito in Aula fornendo, molti di loro, un apporto di idee e sollecitazioni che saranno sicuramente considerate nel lavoro che ci aspetta per i prossimi tempi, un lavoro che deve proseguire nella linea del rigore, della sobrietà nell'utilizzo delle risorse pubbliche e della individuazione di tutti gli interventi necessari per raggiungere ulteriori risultati in termini di risparmio strutturale, perché di questo stiamo parlando, di risparmio strutturale, e lo stiamo facendo garantendo al contempo la piena efficienza di questa istituzione e anche la sostenibilità. In questo contesto si inseriscono anche le misure in tema di trattamento retributivo dei dipendenti della Camera, a cominciare dagli indirizzi che sono stati oggi approvati dall'Ufficio di Presidenza per introdurre dei tetti alle retribuzioni, in analogia con quanto disposto dal decreto-legge n. 66 del 2014 per il personale di tutte le altre pubbliche amministrazioni. Quindi si tratta di interventi che appaiono oggi doverosi alla luce dell'attuale difficile quadro economico, un quadro difficile anche dal punto di vista sociale e che chiede a tutti, tutti, uno sforzo ed un contributo aggiuntivo. Tengo però a precisare in questa sede, anche alla luce di alcuni interventi di questi giorni, che queste misure non vanno intese in alcun modo come disconoscimento dell'alto livello professionale e della dedizione che il personale della Camera pone al servizio di tutti gli organi parlamentari e della istituzione nel suo complesso, garantendo attraverso il suo impegno imparziale e qualificato un supporto a tutti noi e il corretto andamento dei lavori di questa Camera (Applausi).
  Dedizione, professionalità e lealtà istituzionale che intendo qui riconoscere ancora una volta. E lasciatemi dire una cosa, alla luce di quanto ho ascoltato oggi in quest'Aula, io intendo ribadire la stima e la fiducia nel Segretario generale, dottor Ugo Zampetti, la cui competenza e dedizione al servizio dell'istituzione è garanzia di supporto imparziale e obiettivo sia per me che per tutti i deputati e i gruppi parlamentari. Il personale rappresenta per la Camera la risorsa più preziosa e le misure in ordine al sistema retributivo debbono accompagnarsi ad una valorizzazione complessiva delle professionalità e delle funzioni dell'apparato, nella prospettiva, colleghi, di un ruolo unico dei dipendenti del Parlamento e di una generale riorganizzazione delle strutture. Bene, chiudo, accogliendo la vostra sollecitazione, però ci tenevo a specificare quanto vi ho detto. E adesso, prima di passare ai voti, anche un'occasione per congratularci tutti con la nostra collega Valentina Vezzali, che insieme ad altre atlete italiane ha vinto la medaglia d'oro nel fioretto a squadra e singolarmente la medaglia di bronzo nella gara di fioretto individuale. Brava Valentina (Applausi) !

(Votazioni Doc. VIII nn. 3 e 4)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul Pag. 109Doc. VIII, n. 3, Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2013.
  (Segue la votazione).

  Folino, Tancredi, Binetti, Currò. Chi altro ? Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  301   
   Votanti  300   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  151   
    Hanno votato  289    
    Hanno votato no   11    
  Sono in missione 60 deputati.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul Doc. VIII, n. 4, Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2014.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dellai, Turco, Lavagno, Baruffi. Chi altro ? Hanno votato tutti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  299   
   Votanti  292   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  147   
    Hanno votato  286    
    Hanno votato no    6    
  Sono in missione 60 deputati.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Iannuzzi ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi).

Seguito della discussione delle mozioni Ginefra, Palese, Leone, Matarrese, Fratoianni, Cera, Pisicchio ed altri n. 1-00134 e De Lorenzis ed altri n. 1-00552 concernenti iniziative per il prolungamento del corridoio Baltico-Adriatico e per l'ammodernamento della linea ferroviaria sulla dorsale adriatica (ore 19,35).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Ginefra, Palese, Leone, Matarrese, Fratoianni, Cera, Pisicchio ed altri n. 1-00134 e De Lorenzis ed altri n. 1-00552 concernenti iniziative per il prolungamento del corridoio Baltico-Adriatico e per l'ammodernamento della linea ferroviaria sulla dorsale adriatica (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Ricordo che nella seduta di lunedì 21 luglio 2014 si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Parere del Governo)

  PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

  UMBERTO DEL BASSO de CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Grazie Presidente, il parere del Governo è favorevole su entrambi i punti contenuti nella mozione Ginefra, Palese, Leone, Matarrese, Fratoianni, Cera, Pisicchio ed altri n. 1-00134.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 19,36)

  UMBERTO DEL BASSO de CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Il Governo si rimette all'Assemblea sulla mozione De Lorenzis ed altri n. 1-00552.

Pag. 110

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Leone. Ne ha facoltà.

  ANTONIO LEONE. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie Presidente, ribadisco tutto quanto io ho sostenuto durante la discussione sulle linee generali anche in questa dichiarazione di voto. Preannunzio il voto favorevole sulla mozione Ginefra, Palese, Leone, Matarrese, Fratoianni, Cera, Pisicchio ed altri n. 1-00134, chiaramente, e preannunzio il voto di astensione sulla mozione De Lorenzis ed altri n. 1-00552.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Lorenzis, che non è in Aula.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mirella Liuzzi, che non è in Aula.
  Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Ginefra, Palese, Leone, Matarrese, Fratoianni, Cera, Pisicchio ed altri n. 1-00134, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fraccaro, Baruffi, Culotta, Bragantini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  277   
   Votanti  266   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  134   
    Hanno votato  266.

  Sono in missione 60 deputati.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione De Lorenzis ed altri n. 1- 00552, in quanto non assorbita, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 111

  Milanato, Dell'Aringa, Fraccaro, Carrozza.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  271   
   Votanti   39   
   Astenuti  232   
   Maggioranza   20   
    Hanno votato   33    
    Hanno votato no    6.

  Sono in missione 60 deputati.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Garavini ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Venerdì 25 luglio 2014, alle 9,30:

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

  La seduta termina alle 19,40.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO MARTINA NARDI SUI DOC. VIII, NN. 3 E 4

  MARTINA NARDI. Gentile Presidente, colleghi deputati, salutiamo positivamente il fatto che siamo arrivati a questa discussione prima dell'estate, con diversi mesi di anticipo rispetto a quello successo lo scorso anno.
  Uno sforzo importante, che credo debba essere sostenuto, con l'augurio che magari il prossimo anno si possa arrivare ad anticipare ancora questa discussione.
  Oggi affrontiamo due provvedimenti importanti, che considero squisitamente e profondamente politici, nel senso più alto che queste parole possono assumere.
  Parto dal primo dato, quello più importante: la Camera dei Deputati continua nello sforzo, già iniziato con lo scorso bilancio, di riduzione delle spese, diminuzione che anche quest'anno si attesta a 50 milioni. Di questi, 4 milioni si ottengono tramite la riduzione del costo del personale esterno.
  Ma purtroppo, anche quest'anno vi è un aumento delle spese per il trattamento previdenziale dei deputati cessati dal mandato, così come di quello del personale di ruolo collocato a riposo.
  Si tratta di spese incomprimibili perché frutto di diritti acquisiti. E si tratta di spese che nel tempo sono destinate inevitabilmente ad aumentare.
  Ciò significa che i tagli di 50 milioni di euro che andiamo a confermare con l'approvazione di questo bilancio sono tutti relativi alle spese per il funzionamento dell'istituzione.
  Credo invece, onorevoli Questori e colleghi deputati, che questa Camera debba fare uno sforzo maggiore producendo risparmi tramite la riorganizzazione degli uffici e tramite una vera e propria spending preview che passa, innanzitutto, tramite la totale informatizzazione dei sistemi.
  Sono troppi i fax che si fanno all'interno del palazzo, troppa è la carta stampata, quando addirittura nelle scuole si sta passando all'utilizzo dei tablet.
  La spesa per la stampa potrebbe abbattersi dell'80% se solo si decidesse di investire in questo settore.
  Vi sono altre questioni, ritengo, che l'ufficio di Presidenza e il Collegio dei questori dovrebbero affrontare con urgenza.
  Se ne è parlato a lungo: è il tema di Palazzo Marini. Dal 31 dicembre la Camera ha deciso di rescindere dal contratto e chiudere gli uffici.
  Si tratta di una scelta importante, che ha delle conseguenze non solo occupazionali Pag. 112– come pure saggiamente sottolineato nella relazione del Collegio dei Questori, ma anche organizzative.
  Bisognerebbe anche capire che ne sarà della mensa dei dipendenti: potremmo essere una delle poche aziende in Italia a non avere una mensa per i dipendenti.
  Riorganizzare i lavori della Camera potrebbe portare oltre che ad un miglioramento del nostro lavoro, anche ad un risultato economico positivo.
  E, sempre riguardo ai collaboratori, ritengo che, per assicurare in modo certo a questi lavoratori delle garanzie economiche e giuridiche, ribadisco la necessità di un regolamento che fissi i requisiti minimi del rapporto tra il deputato e il collaboratore parlamentare, da sottoscrivere obbligatoriamente tra i medesimi quale allegato al contratto, nel caso in cui il deputato presenti a «rimborso delle spese per l'esercizio del mandato» un contratto di collaborazione o di tipo subordinato.
  E infine vi è il tema del rimborso delle spese telefoniche. Con i contratti attuali, che costano circa 29 euro a persona, prevedere un rimborso in cui si devono distinguere le spese personali da quelle sostenute per l'esercizio del mandato, è quanto meno arduo. Anche su questo credo che il Collegio dei Questori debba fare una riflessione.
  Credo che con l'oculata amministrazione abbiamo la possibilità di spiegare ai cittadini che quest'Aula non è luogo di ruberie o di odiosi privilegi, ma strumento dato alla collettività per partecipare in modo democratico alla gestione della cosa pubblica.
  E abbiamo anche l'opportunità di dimostrare che è possibile, in Italia, avere amministrazioni pubbliche che funzionino in modo efficiente, valorizzando le professionalità interne, investendo risorse sui lavoratori al fine di far funzionare bene i servizi.
  Occorre ridurre i costi della politica, è vero, ma occorre farlo al fine di irrobustire la democrazia, non per indebolirla.
  Annuncio perciò il voto favorevole di Libertà e Diritti socialisti europei.

TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO DEI DEPUTATI ANGELO CERA, FILIBERTO ZARATTI E ANTONIO LEONE SULLE MOZIONI CONCERNENTI INIZIATIVE PER IL PROLUNGAMENTO DEL CORRIDOIO BALTICO-ADRIATICO E PER L'AMMODERNAMENTO DELLA LINEA FERROVIARIA SULLA DORSALE ADRIATICA

  ANGELO CERA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, questo importante testo condiviso è il frutto di un lavoro trasversale e bipartisan che si è rivelato proficuo e fruttuoso in relazione allo sviluppo infrastrutturale ed in particolare agli interventi in tal senso relativi alle aree del Meridione, che tanto patiscono il divario esistente nei confronti del Nord d'Italia e, soprattutto, d'Europa.
  Tali interventi sono peraltro caldeggiati fortemente a livello europeo, come abbiamo segnalato chiaramente nella mozione. Il «Meccanismo per collegare l'Europa», difatti, è lo strumento privilegiato predisposto dalla Commissione europea al fine di disegnare una rete di comunicazione integrata dell'intera unione, armonizzando i flussi di traffico all'interno del mercato unico.
  Attraverso l'estensione di tale strumento potremo attrarre importanti investimenti finalizzati a dare piena interconnessione tra le reti energetiche, digitali e di trasporto in modo da rientrare pienamente negli obiettivi di Europa 2020. Nell'ottica di armonizzare le comunicazioni transfrontaliere, l'Unione europea ha deciso di sviluppare il progetto TENT, riguardante la rete trans-europea dei trasporti, che consentirà a merci e persone di circolare rapidamente e facilmente tra gli Stati membri e garantendo le connessioni internazionali.
  Non possiamo perdere questa grande opportunità di ammodernamento delle nostre infrastrutture e serve quindi un'azione politica forte ed efficiente, volta ad attrarre investimenti e consolidare la coesione tra territori tanto diversi e distanti, sotto molti punti di vista nonché di adoperarci Pag. 113autonomamente al fine di implementare, migliorare ed estendere le politiche europee di collegamento continentale.
  Si pensi difatti non soltanto al divario già sottolineato che persiste tutt'ora tra Nord e Sud dell'Europa e vieppiù nel Paese, bensì anche e soprattutto alla distanza incolmabile che separa la dorsale tirrenica (ove arriva l'alta velocità e ove si assiste ad un grande sviluppo infrastrutturale) e la dorsale adriatica, che sembra quasi rimanere figlia di un dio minore, come già è stato peraltro autorevolmente sottolineato da alcuni colleghi intervenuti in discussione generale.
  Si pone quindi all'orizzonte la scelta di affidarci completamente alle politiche europee, ovvero di attivarci attraverso tutte le iniziative possibili al fine di rendere davvero l'Italia il centro motore dei traffici commerciali non soltanto all'interno del Mediterraneo, ma a fungere da tramite saldo tra il ricco Nord Europa e le economie emergenti che si affacciano sul Mare Nostrum.
  Siamo quindi coscienti di quanto sia importante questa sfida e dobbiamo rilanciarla a livello europeo.
  Dobbiamo spostare l'asse produttivo e commerciale, che ormai si sta stabilizzando su una linea immaginaria che va dal Benelux alla Polonia, passando ovviamente per la Germania, riportando sinergie e flussi di beni e persone nel Sud d'Europa. A ben guardare la geografia degli interventi infrastrutturali proposti, se si eccettua l'importanza.
  Qualcuno in Europa forse ha dimenticato l'insegnamento di uno dei padri fondatori dell'Europa Unita, Alcide De Gasperi: non si può costruire un'Europa esclusivamente sulla base dei rapporti di potere esistenti. L'Europa deve avere un'anima, libera e indipendente, capace di avvicinare le periferie tra di loro, senza privilegiare centri propulsori a danno delle articolazioni.
  Dovrebbero ricordare sempre che un corpo senza arti non può camminare, nutrirsi, muoversi, essendo memori dei grandi insegnamenti dell'antichità: durante la rivolta dei plebei, nell'antica Roma, Menenio Agrippa, senatore di rango consolare, non esitò ad ammettere che se, in corpo umano, le braccia smettessero di lavorare lo stomaco non si nutrirebbe e proseguì dicendo che ove lo stomaco languisse, le braccia non riceverebbero la loro parte di nutrimento. Siamo parte, ormai, di uno stesso corpo politico e non è più ammissibile che una parte lavori a discapito di altre.
  Siamo quindi determinati affinché il Governo italiano vada in Europa, forte anche del semestre di presidenza, ed assuma ogni iniziativa possibile, in modo da garantire il proseguimento del corridoio Baltico-Adriatico. L'Europa non può fermarsi in Austria e noi italiani non siamo lo sbocco a mare della Carinzia.
  Siamo uno dei sei paesi fondatori di quest'Europa: abbiamo un'economia ed una popolazione che richiedono rispetto ed attenzione per le proprie prerogative. Pertanto siamo sicuri che i nostri rappresentanti sapranno in ogni modo adoperarsi al fine di riportare la priorità dell'intervento lungo la direttrice Ancona-Pescara-Bari-Taranto-Lecce, in quanto collegamento strategico tra diversi poli produttivi in vari settori economici.
  Al contempo, toccherà a noi individuare anche le misure necessarie a garantire un'adeguata programmazione in favore di progetti indirizzati all'ammodernamento della linea ferroviaria della dorsale adriatica. Abbiamo difatti già sottolineato i solchi sempre più profondi che vengono a scavarsi tra Tirreno e Adriatico in ambito infrastrutturale.
  Siamo convinti che il Governo possa e debba trovare le risorse e le energie necessarie al fine di implementare le infrastrutture già esistenti: rendere più agevoli i trasporti, difatti, significa rendere più vicini i cittadini e le economie locali. Soltanto così potremo avere un Paese davvero unito e coeso, capace di essere protagonista in un'Europa sempre meno distante.

  FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, Sinistra Ecologia e Pag. 114Libertà, insieme ad altri Gruppi parlamentari di maggioranza e opposizione, ha sottoscritto la mozione che stiamo votando per chiedere al Governo di assumersi un impegno cruciale per lo sviluppo infrastrutturale, economico e occupazionale del nostro Paese.
  E cioè quello di attivarsi in sede europea – con ogni mezzo – per promuovere il prolungamento del corridoio baltico-adriatico (n. 1) lungo la direttrice Ancona-Pescara-Bari-Taranto-Lecce.
  Detto corridoio, infatti, come spieghiamo nell'ambito della nostra mozione, rappresenta un elemento strategico tra i diversi poli produttivi e le aree portuali dell'Adriatico, capace di rendere l'Italia il baricentro dei traffici commerciali tra l'Oriente e l'Occidente, nonché fra i Paesi del Nord Europa e le nuove economie che si affacciano sul Mediterraneo.
  Allo stesso modo, abbiamo chiesto al Governo di individuare le misure necessarie a garantire un'adeguata programmazione in favore di progetti indirizzati all'ammodernamento della linea ferroviaria della dorsale adriatica, con particolare riferimento alla direttrice Milano-Lecce, in considerazione della programmazione delle risorse dell'Unione europea per il periodo 2014-2020 nel quadro delle grandi reti trans-europee.
  Le ragioni di queste richieste sono sotto gli occhi di tutti e siamo soddisfatti che il Governo abbia (in parte o totalmente) accolto gli impegni da noi proposti.
  Esiste, infatti, una parte del nostro Paese – individuata per lo più nell'area tirrenica – in cui le infrastrutture che riguardano il trasporto, la mobilità, l'alta velocità, l'alta capacità, i porti e gli interporti appaiono molto più sviluppate e ben funzionati rispetto a quelle presenti in un'altra parte del nostro Paese corrispondente alla dorsale adriatica.
  In quest'area, infatti, queste infrastrutture, l'alta velocità, l'alta capacità, di fatto, non esistono, e, più in particolare, non esiste la possibilità di interconnettersi in modo realisticamente strategico con altro Paesi dell'Unione europea.
  L'Europa, inoltre, non prevede più il Corridoio n. 8 (Bari-Varna) che assolveva ad un ruolo essenziale nel collegamento tra le regioni che si affacciano sul Mar Mediterraneo e le regioni balcaniche.
  Insomma, non essendoci più nulla di tutto questo, appare chiara ed evidente la necessità che il Governo Italiano, anche in vista dell'approvazione della macro-regione Adriatico-Ionica, provveda a risolvere questo clamoroso gap infrastrutturale puntando innanzitutto alla nuova programmazione finanziaria pluriennale prevista per il periodo 2014-2020.
  A nostro avviso, in questo semestre di Presidenza italiana, il Governo deve fare di tutto – e dico di tutto – affinché l'Adriatico e lo Ionio possano diventare realmente un sistema territoriale europeo attraverso il nuovo strumento comunitario delle Macroregioni.
  Del resto, la loro naturale e storica funzione di ponte tra Oriente e Occidente, tra Nord e Sud, trova nella valorizzazione delle opportunità economiche, culturali e ambientali un indirizzo da privilegiare nell'orientamento delle politiche istituzionali.
  La scelta della Macroregione, inoltre, produce un progetto di sviluppo che finalmente non taglia l'Italia secondo lo schema Nord/Sud, ma lo supera in positivo, conferendo all'area adriatico-ionica, come si spera, un ruolo nazionale ed europeo.
  Per tali ragioni voteremo in modo convinto la mozione a prima firma Ginefra da noi sottoscritta e – allo stesso modo – ci esprimeremo anche nei confronti della mozione presentata dai colleghi del Movimento 5 Stelle che, in linea con la nostra mozione – al di là dei distinguo espressi in sede di discussione generale dal collega De Lorenzis – chiede al Governo di impegnarsi affinché venga adottata ogni iniziativa valida volta ad ottenere il prolungamento del corridoio baltico-adriatico, nonché ad individuare ulteriori risorse a valere sui fondi assegnati all'Italia in attuazione della politica di coesione 2014-2020 per finanziare interventi di ripristino, ammodernamento e adeguamento della linea Pag. 115ferroviaria della dorsale adriatica, di implementazione e potenziamento dei collegamenti su ferro con i principali aeroporti e porti situati sulla medesima dorsale, nonché di implementazione e sviluppo della linea ferroviaria lucana.
  Questi sono temi rispetto ai quali, cari colleghi, tutto il Parlamento deve continuare a fare fronte comune, perché i trasporti sono cruciali e vitali sia per l'economia nazionale, che per l'economia europea.
  Né l'Europa, né l'Italia potranno crescere e prosperare senza buone connessioni trasportistiche.
  Il corridoio Baltico-Adriatico è, e voglio ricordarlo, uno dei più importanti assi stradali e ferroviari transeuropei che collega il Mar Baltico al Mare Adriatico attraversando zone industrializzate che vanno dalla Polonia meridionale (Slesia superiore) a Vienna e Bratislava, alla Regione delle Alpi orientali e al nostro Paese.
  La nuova politica infrastrutturale dell'UE mira a realizzare nei 28 Stati membri una rete europea dei trasporti robusta e capace di promuovere la crescita e la competitività, che collegherà l'est all'ovest e sostituirà il puzzle attuale dei trasporti con una rete autenticamente europea ed è in questo contesto che l'Italia, il Parlamento Italiano e il Governo italiano devono giocarsi la partita più importante, chiedendo conto del raggiungimento degli obiettivi che vengono espressi in queste mozioni. Grazie.

  ANTONIO LEONE. Questa mozione si ispira agli obiettivi della politica di coesione economica, sociale e territoriale fissati dalla Strategia di Lisbona, tra le cui priorità rientra il potenziamento delle reti infrastrutturali.
  Infatti, le politiche di coesione, portate avanti dall'Unione europea, sono finalizzate a creare omogeneità e integrazione tra i territori puntando proprio sull'integrazione della rete come attività di completamento.
  Ricordiamo che il Senato ha approvato, in data 18 gennaio 2012, una risoluzione concernente la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sugli orientamenti dell'Unione per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti.
  Quella risoluzione mette in evidenza l'interesse nazionale del nostro Paese a condividere pienamente le scelte strategiche promosse dall'Unione europea.
  La proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio, in particolare, è orientata alla realizzazione entro il 2050 di uno spazio unico europeo dei trasporti, basato su una rete di trasporto completa, interconnessa ed intermodale, che coinvolga le infrastrutture ferroviarie, marittime, aree e viarie di tutti gli Stati membri, capace di contribuire al miglioramento della libera circolazione delle merci, dei servizi e delle persone all'interno degli Stati membri, tra di loro, e con i Paesi confinanti.
  Nella proposta comunitaria è previsto anche un aumento delle risorse messe a disposizione per l'incentivazione e la realizzazione di tali reti: e tra queste reti sono di importanza fondamentale i cosiddetti corridoi.
  Mi riferisco in particolare al corridoio Baltico-Adriatico che deve essere prolungato, in prospettiva dell'approvazione della macroregione adriatico-ionica (che rappresenta un'opportunità per il nostro Paese per prendere parte a quel grande processo di coesione europeo al fine di conseguire gli obiettivi comuni di sviluppo), lungo la direttrice Ancona-Pescara-Bari-Taranto-Lecce e che costituisce, senza dubbio, un elemento fondamentale per rendere l'Italia il centro dei traffici commerciali tra l'Oriente e l'Occidente, nonché fra i Paesi del Nord Europa e le nuove economie del Mediterraneo.
  In tale contesto, con il presente atto di indirizzo, impegniamo il Governo ad un intervento puntuale diretto al sostegno, in sede europea, del prolungamento del corridoio Baltico-Adriatico lungo la dorsale citata.
  Riteniamo, pertanto, fondamentale promuovere ed individuare risorse e progetti rivolti all'ammodernamento della nostra rete ferroviaria e allo sviluppo di connessioni Pag. 116infrastrutturali, in particolare lungo la dorsale adriatica, oggi purtroppo penalizzata rispetto ad altre direttrici.
  È necessario, altresì, individuare le misure necessarie a garantire un'adeguata programmazione in favore di progetti indirizzati all'ammodernamento della linea ferroviaria della dorsale adriatica, con particolare riferimento alla direttrice Milano-Lecce in considerazione della programmazione delle risorse dell'Unione europea per il periodo 2014-2020.
  La dorsale adriatica, pertanto, risulta centrale per le potenzialità che manifesta ed è, quindi, essenziale per l'ammodernamento infrastrutturale di una parte importante del nostro Paese al fine di realizzare un'integrazione dell'Italia e dell'Europa proiettandole verso il Mediterraneo.
  L'efficienza delle infrastrutture costituisce, infatti, una precondizione necessaria affinché l'Italia sia in grado di veicolare i traffici commerciali, diventando una piattaforma logistica del quadrante adriatico-ionico in grado di collegarsi con le nuove economie emergenti.
  Come, abbiamo già detto, è necessario che la UE consideri la necessità di estendere il progetto di prolungamento del corridoio Baltico-Adriatico anche al Sud lungo la dorsale adriatica.
  Infatti tale parte della dorsale non dispone di collegamenti adeguati: con queste evidenti mancanze infrastrutturali, il mercato del Sud dell'Italia rimane paralizzato e non ha possibilità di ripresa.
  Pertanto, il prolungamento del corridoio baltico-adriatico fino al sud dell'Italia avrebbe una rilevanza certamente positiva per le Regioni interessate: sarebbe, infatti, utile per lo sviluppo delle strategie economiche, turistiche ed ambientali sia del nostro Paese che dell'Unione europea, la quale potrebbe sfruttare pienamente la posizione dell'Italia, piattaforma europea del Mediterraneo.

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ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DELLA PROPOSTA DI LEGGE N. 559

Pdl n. 559 – Reato di depistaggio e inquinamento processuale

Discussione generale: 7 ore.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici
Interventi a titolo personale 1 ora e 8 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 2 minuti
 Partito Democratico 32 minuti
 MoVimento 5 Stelle 30 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà –  Berlusconi Presidente 30 minuti
 Nuovo Centrodestra 30 minuti
 Scelta civica per l'Italia 30 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 30 minuti
 Lega Nord e Autonomie 30 minuti
 Per l'Italia 30 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 30 minuti
 Misto: 30 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei   (LED) 12 minuti
  Minoranze Linguistiche 6 minuti
  Centro Democratico 4 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani   all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 4 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Li  berali per l'Italia (PLI) 4 minuti
Pag. 118

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2496-A - em. 8.14 338 338 170 95 243 75 Resp.
2 Nom. em. 8.15 394 366 28 184 83 283 70 Resp.
3 Nom. em. 8.13 422 388 34 195 90 298 67 Resp.
4 Nom. em. 8.10 419 384 35 193 89 295 67 Resp.
5 Nom. em. 8.9 424 381 43 191 81 300 67 Resp.
6 Nom. em. 8.205 434 393 41 197 83 310 66 Resp.
7 Nom. em. 8.202 427 385 42 193 79 306 66 Resp.
8 Nom. em. 8.209 433 393 40 197 85 308 66 Resp.
9 Nom. em. 8.208 437 394 43 198 83 311 65 Resp.
10 Nom. em. 8.206 444 401 43 201 86 315 64 Resp.
11 Nom. em. 8.204 442 398 44 200 85 313 64 Resp.
12 Nom. em. 8.203 442 399 43 200 86 313 64 Resp.
13 Nom. em. 8.207 442 417 25 209 108 309 64 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 8.42 447 445 2 223 88 357 64 Resp.
15 Nom. em. 8.45 447 446 1 224 178 268 63 Resp.
16 Nom. em. 9.1 446 419 27 210 107 312 63 Resp.
17 Nom. em. 9.3 450 411 39 206 98 313 63 Resp.
18 Nom. em. 9.4 451 412 39 207 98 314 62 Resp.
19 Nom. em. 9.5 454 413 41 207 98 315 62 Resp.
20 Nom. em. 9.300 449 402 47 202 401 1 62 Appr.
21 Nom. em. 9.6 450 411 39 206 105 306 62 Resp.
22 Nom. odg 9/2496-A/8 448 441 7 221 160 281 61 Resp.
23 Nom. odg 9/2496-A/26 453 452 1 227 167 285 61 Resp.
24 Nom. odg 9/2496-A/30 454 373 81 187 79 294 60 Resp.
25 Nom. Ddl 2496-A - voto finale 445 415 30 208 305 110 54 Appr.
26 Nom. Doc. VIII, n. 4 - odg 9/4 427 426 1 214 426 65 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/9 435 429 6 215 136 293 64 Resp.
28 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/12 437 436 1 219 139 297 64 Resp.
29 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/19 447 446 1 224 114 332 64 Resp.
30 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/20 453 449 4 225 108 341 62 Resp.
31 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/21 451 429 22 215 111 318 62 Resp.
32 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/22 429 404 25 203 149 255 61 Resp.
33 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/23 428 409 19 205 107 302 61 Resp.
34 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/24 437 431 6 216 111 320 61 Resp.
35 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/25 443 438 5 220 111 327 61 Resp.
36 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/26 438 412 26 207 110 302 62 Resp.
37 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/38 431 428 3 215 108 320 61 Resp.
38 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/39 411 410 1 206 114 296 62 Resp.
39 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/41 440 439 1 220 108 331 61 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/44 412 410 2 206 84 326 61 Resp.
41 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/45 420 420 211 120 300 61 Resp.
42 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/50 424 407 17 204 98 309 61 Resp.
43 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/53 337 333 4 167 18 315 61 Resp.
44 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/56 335 332 3 167 18 314 61 Resp.
45 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/59 337 337 169 19 318 61 Resp.
46 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/62 337 311 26 156 10 301 61 Resp.
47 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/67 336 328 8 165 13 315 61 Resp.
48 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/69 333 318 15 160 19 299 61 Resp.
49 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/79 337 337 169 33 304 61 Resp.
50 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/80 337 320 17 161 35 285 62 Resp.
51 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/92 336 321 15 161 311 10 60 Appr.
52 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/99 335 318 17 160 20 298 60 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/102 335 321 14 161 21 300 60 Resp.
54 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/107 332 315 17 158 20 295 60 Resp.
55 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/109 330 315 15 158 21 294 60 Resp.
56 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/110 333 318 15 160 20 298 60 Resp.
57 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/111 330 328 2 165 20 308 60 Resp.
58 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/112 330 330 166 19 311 60 Resp.
59 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/119 334 334 168 20 314 60 Resp.
60 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/122 337 336 1 169 19 317 60 Resp.
61 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/132 322 311 11 156 10 301 60 Resp.
62 Nom. Doc. VIII, n. 3 - voto finale 301 300 1 151 289 11 60 Appr.
63 Nom. Doc. VIII, n. 4 - voto finale 299 292 7 147 286 6 60 Appr.
64 Nom. Moz. Ginefra e a n, 1-134 277 266 11 134 266 60 Appr.
65 Nom. Moz. De Lorenzis e a n, 1-552 271 39 232 20 33 6 60 Appr.