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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 108 di mercoledì 30 ottobre 2013

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

  La seduta comincia alle 10.

  DAVIDE CAPARINI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
  (È approvato).

  PRESIDENTE. Saluto gli alunni e i docenti dell'Istituto comprensivo statale Anna Fraentzel Celli di Roma, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Balduzzi, Michele Bordo, Damiano, Di Gioia, Fico, Galati, Gasbarra, Gitti, Guerra, Leone, Migliore, Pisicchio, Realacci, Sani, Speranza, Tabacci e Villarosa sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Annuncio della costituzione della Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria.

  PRESIDENTE. Comunico che la Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria ha proceduto in data odierna all'elezione del vicepresidente e del segretario. Sono risultati eletti: vicepresidente il deputato Alessandro Pagano e segretario la senatrice Raffaela Bellot.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,04).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo pertanto la seduta.

  La seduta, sospesa alle 10,05, è ripresa alle 10,30.

Sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Dovremmo ora passare al disegno di legge n. 1574-A, Conversione in legge del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, recante misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca.Pag. 2
  Ha chiesto la parola il presidente della VII Commissione, onorevole Galan.

  GIANCARLO GALAN, Presidente della VII Commissione. Signor Presidente, il Comitato dei nove è riunito e sta analizzando non il parere della Commissione bilancio ma, come dire, un preparere, perché il parere della Commissione bilancio formalmente non è ancora prevenuto. Pertanto le chiedo un rinvio per la cui durata mi rimetto al suo prudente apprezzamento.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Rinviamo alle 11,30 e poi vediamo qual è lo stato dell'arte sperando che quest'ora aiuti a risolvere i diversi problemi.
  Sospendo la seduta che riprenderà alle 11,30.

  La seduta, sospesa alle 10,35, è ripresa alle 11,40.

  PRESIDENTE. Saluto gli alunni e i docenti dell'istituto comprensivo statale «Stefanelli» di Roma, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, recante misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca (A.C. 1574-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, n. 1574-A: Conversione in legge del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, recante misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca.
  Ricordo che nella seduta del 28 ottobre 2013 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica.
  Avverto che prima dell'inizio della seduta, gli emendamenti 7.1000, 8-bis.1001, 10-bis.1001, 15.1000, 24.1000 della Commissione, gli emendamenti Centemero 17.217, 17.215 e 17.218 e Buonanno 24.201 sono stati ritirati dai presentatori.
  Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili in sede referente, ovvero il cui contenuto corrisponde a quello di emendamenti dichiarati inammissibili in tale sede: Vacca 2.400, 2.0210 (analogo a Vacca 2.02); 5.400, 7.82 (analogo a Vacca 15.82), 7.204 e 7.205 (analoghi a Santerini 12.02), 15.72, 15.54, 15.221, 16.03 e 22.4; Buonanno 2.33 e 4.0100; Capozzolo 4.5; Chimienti 5.515; Brescia 5.27; Marzana 7.20 (analogo a Marzana 5.20) e 15.80; Caparini 7.0200 (analogo a Buonanno 7.02); Vacca 12.200 (analogo al 12.01, dichiarato inammissibile in Commissione); Rigoni 15.32; Giammanco 15.25; Palazzotto 15.219 (analogo al 15.54, dichiarato inammissibile in Commissione); Di Lello 15.203 (analogo a Folino 15.32); Blazina 15.0201, che corrisponde al comma 4 dell'articolo aggiuntivo 15.02, già dichiarato inammissibile in sede referente; Vacca 22.4; Vacca 22.0200 (analogo a Vacca 20.03); Manzi 23.0200 e Pisicchio 24.203 (analoghi a Pisicchio 23.01); Dallai 24.200 (analogo a Manzi 24.8); Di Lello 24.5 e Lavagno 24.204 e Zaratti 24.202 (analoghi a Di Lello 23.5, Ghizzoni 24.3 e Fratoianni 24.07); Fratoianni 24.205 e 24.0207 (analoghi a Di Lello 24.13); Lavagno 24.206 (analogo a Fratoianni 24.09 e 24.07); Centemero 26.5 (analogo a Faenzi 26.5).
  La Presidenza non ritiene altresì ammissibili, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 96-bis, comma 7, del Regolamento, le seguenti proposte emendative, non previamente presentate in Commissione, in quanto relative ad argomenti estranei rispetto al contenuto del provvedimento in esame:
  Costantino 2.203, volto ad includere tra i beni che rimangono allo Stato, ai sensi dell'articolo 48, comma 3, del decreto legislativo n. 159 del 2011, quelli relativi agli enti regionali per il diritto allo studio; Brescia 2.204 recante una copertura – che rappresenta il contenuto prevalente dell'emendamento Pag. 3– in materia di autorizzazione di spesa relativa alle missioni internazionali, estranea rispetto alle materie trattate dal decreto-legge (si veda al riguardo il parere della Giunta per il Regolamento del 26 giugno 2013); Luigi Gallo 4.236 che reca misure per il contrasto del fenomeno del cosiddetto «bullismo» nelle scuole; Vacca 5.209 in materia di trasmissione in diretta streaming di alcune lezioni universitarie; Vacca 12.201, in materia di composizione delle classi; Giancarlo Giordano 15.215, in materia di programmazione di attività alternative all'ora di religione; Laffranco 15.0202, che concerne la proroga della validità delle idoneità conseguite da docenti universitari; Dallai 23.0201, che è volto ad escludere le università e gli enti di ricerca dall'applicazione di disposizioni sugli acquisti di beni e sulla trasparenza; Petrini 25.203, che reca una copertura in materia di accise sull'energia elettrica, estranea al contenuto del provvedimento; D'Uva 27.201, che reca una copertura estranea al contenuto del provvedimento.

(Esame dell'articolo unico – A.C. 1574-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A – A.C. 1574-A), nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione (Vedi l'allegato A – A.C. 1574-A).
  Avverto che le proposte emendative presentate si intendono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione (Vedi l'allegato A – A.C. 1574-A)
  La I Commissione (Affari costituzionali) e la V Commissione (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri che sono distribuiti in fotocopia (Vedi l'allegato A – A.C. 1574-A).
  Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative la deputata Santerini. Ne ha facoltà. Colleghi, per cortesia, siamo nella fase degli interventi sul complesso delle proposte emendative.

  MILENA SANTERINI. Signor Presidente, colleghi, come sapete, questo decreto-legge è piuttosto travagliato e, quindi, dovete scusarci se tutta la Commissione ha lavorato per molti giorni e settimane cercando un accordo, pur riconoscendo la grande positività di un decreto che, dopo anni, giunge a dare risorse alla scuola. La discussione è stata molto articolata e non ha mancato di momenti in cui si sono toccate alcune questioni fondamentali. Non condivido, quindi, il parere di chi parla di un'occasione sprecata: anzi, si tratta di un segnale di fiducia nella scuola – di cui ringraziamo, in particolare, il Ministro per l'impegno profuso – e ha aperto al Parlamento la possibilità di approvare una serie di norme, alcune emergenziali, altre di manutenzione, alcune di apertura di nuove prospettive.
  Tuttavia, crediamo che sia a partire da qui che debba aprirsi un'iniziativa autonoma, che accolga i punti messi in evidenzia dal decreto, ma li rilanci con un nuovo respiro, perché quello che auspichiamo dal Parlamento, in ripresa dei punti che il decreto, appunto, apre, è la formulazione di obiettivi chiari, perché sappiamo che la possibilità di un uso produttivo delle risorse dipende dalla chiarezza degli scopi e dalla valutazione dei risultati.
  La scuola ha bisogno di un dialogo stretto con la migliore ricerca pedagogica, che suggerisce prospettive e soluzioni, spesso divergenti, rispetto a impostazioni più tradizionali che, pigramente, siamo tentati di assumere. Purtroppo, su questa come su altre iniziative, anche se positive, si sente il peso della pressione di diverse categorie, alcune mortificate, come gli insegnanti; si sente lo scoraggiamento delle famiglie, la distanza delle giovani generazioni dalla cultura scolastica e, non ultimo, la fatica di gestire la complessità da parte dei decisori, siano amministrativi, siano politici.
  Da dove partire allora ? Vorrei esporvi sugli emendamenti alcuni punti di vista che Scelta Civica ha sostenuto, a partire dalle iniziative per il welfare, il sostegno ai trasporti, la riduzione del costo dei libri di testo: sono a vantaggio di tutti gli studenti, di tutte le famiglie; avremmo, naturalmente, Pag. 4preferito che fosse specificato di tutto il sistema nazionale di istruzione.
  Infatti, mentre sosteniamo che il diritto allo studio è di tutti, vorremmo che si mettesse fine a ogni tipo di discriminazione. In particolare, vorrei richiamare qui un punto limitato ma importante: il fenomeno, ad esempio, di quei trasferimenti per sostenere gli esami in alcune istituzioni scolastiche esterne alla provincia di residenza che producono diplomi in serie. Solo contrastando fenomeni come questi potremo garantire la qualità di un sistema formativo integrato composto di scuole di provata serietà e qualità.
  Il prolungamento dell'orario scolastico e il potenziamento dell'orientamento anche alle secondarie di primo grado sono stati alcuni degli emendamenti da noi presentati. Vanno in direzione di un potenziamento dell'offerta e dell'inclusione, senza eccezioni, di tutti gli alunni e studenti, perché la dispersione scolastica ha certamente radici nella scuola primaria, anche prima, ma è nella scuola secondaria di primo grado che maturano le condizioni dei fallimenti e degli abbandoni nella fascia tra i 14 e i 16 anni.
  Riteniamo, in particolare, che il miglior servizio da dare allo studente sia un insegnante competente in una scuola adeguata. Ci siamo per questo particolarmente spesi per una formazione obbligatoria degli insegnanti, che oggi ci vede, invece, eccezionalmente tra i Paesi europei, affermare soltanto un generico diritto-dovere. La formazione e l'aggiornamento sono strettamente connessi alla libertà di insegnamento, sono certamente oggetto di trattativa contrattuale, ma più che altro sono segno della rilevanza culturale e sociale della funzione docente. Per questo crediamo fortemente nella formazione al ruolo degli insegnanti stessi e delle loro associazioni professionali e abbiamo presentato un emendamento sulla possibilità di inserire le stesse associazioni professionali degli insegnanti come organizzatrici della formazione.
  Qualcuno ci vuole far credere che l'obbligo della formazione sia un ulteriore carico sugli insegnanti già oberati. È una visione sbagliata. I docenti che hanno scelto questo mestiere nella stragrande maggioranza scelgono un mestiere dell'umano perché amano la cultura e chi sceglie di formare crede anche nella propria formazione. Per questo dobbiamo garantirla, al di là di un generico diritto-dovere, e abbiamo chiesto e chiediamo con forza al Governo di rafforzare questa opportunità di sviluppo professionale anziché scegliere una concezione minimalista, che vede l'aggiornamento solo come risposta a singoli problemi.
  Certo, in tempi di scarse risorse occorre indirizzare gli interventi per la formazione, vanno previsti dei criteri di azione che privilegino le aree a forte rischio, ma noi riteniamo che tra questi obiettivi da privilegiare ci siano le classi italiane con problemi diversi: alunni con svantaggio socio-economico, alunni con problemi di disturbi di apprendimento, alunni con disabilità, ma anche quegli alunni stranieri nuovi arrivati, gli alunni immigrati, le cui competenze linguistico-comunicative non superano per ora il livello A1.
  La formazione è fondamentale in un momento in cui vediamo gruppi in conflitto a causa di sciagurate politiche di reclutamento del passato: sono i precari storici, i neo precari, tieffini ordinari, persone che hanno scelto i PAS speciali, persone che hanno superato prove di selezione severe. Chiediamo con forza al Governo di farsi carico delle attese dei giovani e meno giovani più qualificati, senza cedere alla tentazione di considerare come unico fattore per la progressione in carriera l'anzianità di servizio. Intendiamo riscuotere l'impegno che il Governo ha dato a considerare diversi pesi dei punteggi delle graduatorie.
  Il decreto prevede anche una diversa selezione dei dirigenti scolastici. Il ritorno a una gestione nazionale è resa indispensabile, come noto, dalle difficoltà incontrate nello svolgimento degli ultimi concorsi: controversie amministrative, ritardi e inadeguatezze, che avevamo più volte Pag. 5segnalato anche a causa del modo in cui vengono disincentivati, anziché incentivati, i commissari.
  In nome di una più alta qualificazione, avremmo preferito una formazione dei dirigenti attraverso master, perché una formazione generalista rischia di riprodurre il modello della dirigenza pubblica, ma la scuola non è un'istituzione come le altre, è un luogo di vita e di educazione e i dirigenti non sono solo manager: devono avere ben altre competenze, anche pedagogiche.
  Riteniamo che in questo decreto sia rimasta in ombra la valutazione della verifica del monitoraggio dei risultati; lo abbiamo evidenziato chiedendo anagrafi coerenti, flessibili, funzionali, sia per analizzare le performance ma anche per poter verificare quale sia il valore aggiunto della scuola rispetto alle condizioni socio-economiche di partenza. In questo senso, siamo soddisfatti di aver avuto approvati alcuni emendamenti a proposito dell'inserimento e la qualificazione delle anagrafi.
  Bene individuare le aree a rischio, per la parte del decreto che individua la lotta alla dispersione, ma riteniamo che questi obiettivi debbano riguardare la classe inclusiva. Come sappiamo il titolo di studio dei genitori è ancora il fattore di maggiore predittività del successo scolastico. La nostra scuola non riesce a realizzare quel fattore di mobilità sociale che permetta di laurearsi soprattutto ai figli di non laureati. Chiedere formazione sulla didattica inclusiva costituisce, negli emendamenti che abbiamo difeso, un modo di fare integrazione non assistenziale, anche perché stiamo stabilizzando in questo decreto 27 mila insegnanti di sostegno, che devono essere preparati a questo compito. È stato accolto un nostro emendamento sull'equità di distribuzione della stabilizzazione di questi insegnati tra le diverse regioni italiane, per garantire un organico di diritto di posti dei sostegno percentualmente uguale nei territori.
  Riteniamo anche indispensabile specializzare gli insegnanti dell'insegnamento dell'italiano come L2, che richiede competenze particolari, a fronte di quegli alunni di cittadinanza non italiana, che sono il volto e il futuro della scuola di domani. In questo senso abbiamo appoggiato l'estensione del permesso di soggiorno degli studenti stranieri per la durata degli studi.
  L'alleanza con le università diviene a questo proposito fondamentale, ma c’è un'altra arma della scuola ed è l'alleanza con il territorio. Per prevenire la dispersione occorre puntare sulle extra scuole e sugli educatori, e i nostri emendamenti sull'inserimento delle cooperative e degli educatori mettono in luce la possibilità di un partenariato non solo per risparmiare risorse, ma anche perché svela una visione della dispersione diversa, in cui tutti i fattori dello svantaggio vengono presi in considerazione, ed è in questo che l'alleanza educatori-insegnanti si rivela vincente.
  Sottolineo anche la nostra proposta di mettere a sistema la rilevazione delle frequenze irregolari con allarmi precoci, così come raccomandato dal Consiglio dell'Unione europea sulle politiche della riduzione dell'abbandono scolastico. Le scuole hanno l'obbligo di effettuare questa rilevazione come fattore predittivo dell'abbandono.
  Infine, il valore dei dati: questo decreto contiene – lo sappiamo – misure valide ma molto frammentarie, sovrapposte tra loro e non sempre coerenti. Ribadiamo il valore di uno studio specifico di tutte le condizioni che determinano la scarsa qualità della scuola di oggi e l'importanza di impostare le anagrafiche, valutare i risultati, verificare la validità del monitoraggio: tutto questo è un fattore di qualità che non costa, ma produce merito.

  PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Di Lello, che aveva chiesto di parlare: s'intende che vi abbia rinunziato.
  Ha chiesto di parlare il deputato Giordano. Ne ha facoltà.

  GIANCARLO GIORDANO. Signor Presidente, noi oggi siamo qui a parlare – la voglio mettere così – di futuro, del futuro di una società, cioè della scuola, dei luoghi Pag. 6in cui si formano i cittadini e si dovrebbe formare la cittadinanza. Il senso forte di frustrazione che stiamo vivendo noi che in Commissione, ognuno dal proprio lato del campo, abbiamo cercato di dare un contributo a una discussione che per la prima volta aveva un oggetto, è che in questo Paese il futuro è in mano ai ragionieri. Questo è un dato molto grave, lo voglio sottolineare al Governo, lo voglio affidare alla Presidenza e lo vorrei affidare anche all'attenzione dell'Aula, perché quando si parla di scuola si parla del futuro e della qualità del futuro di una società.
  Allora, diciamoci subito molto chiaramente la verità: il futuro della nostra società è sovrastato da un principio di compatibilità economica che ci sta strozzando, che sta strozzando noi, qui, nel presente. Ieri abbiamo discusso delle tante crisi che stanno mettendo in affanno questo Paese fino ad inginocchiarlo; stiamo attenti, perché oggi parliamo delle crisi che ancora non si vedono, quelle che ancora non sono visibili a noi.
  Il pareggio di bilancio dovrebbe venire dopo i diritti fondamentali e, come sappiamo bene, tra i diritti fondamentali c’è l'istruzione, come il diritto alla salute. Non mi pare di poter sostenere che questo Governo possa farsi paladino del diritto all'istruzione, né possa dirsi attento al futuro delle generazioni che va formando, perché, inseguendo le vostre compatibilità, state castrando il futuro del Paese.
  Io la voglio mettere in maniera più chiara possibile. Si è detto, si è sostenuto, si pretende che questo provvedimento segni una controtendenza rispetto al passato. Misuriamola ! In questi anni sono stati tagliati circa 8 miliardi e mezzo alla scuola pubblica e si porta un sollievo, un sollievo blando, che solleva da un dolore, da una difficoltà, misurabile in poche centinaia di milioni. Lo sforzo c’è, lo abbiamo riconosciuto con un atteggiamento costruttivo in Commissione, ma non c’è un'inversione di tendenza, se poi arriviamo ad essere falcidiati nel buon lavoro che abbiamo fatto da criteri di compatibilità francamente stringenti con l'esigenza di futuro di questo Paese.
  Il provvedimento è costruito per inseguire le urgenze e si sa che le urgenze sono incombenti, se non fossero crisi, crisi strutturali ormai, di questo Paese. Nelle scuole – lo dico ai colleghi più distratti – siamo ormai ai bilanci informali, siamo ormai alle famiglie che portano un po’ di soldi, che accompagnano il bimbo della famiglia che si conosce e non ce la fa ad arrivare a comprare un libro in più, a comprare una penna in più, un quaderno in più. Siamo ormai alla carta igienica portata dai genitori, siamo agli intonaci che cadono. Siamo di fatto ad una crisi strutturale profonda e non è un'emergenza quella che stiamo affrontando, è esattamente questo: la messa in ginocchio di un sistema che dovrebbe essere ed è stato per lungo tempo il fiore all'occhiello di questo Paese, che dovrebbe guardare alla modernità modernizzandosi e che invece affanna e affannosamente resta fermo.
  Io vorrei segnalare che un Governo, prima di partire, appena parte, si dà delle priorità, non le declara, le pratica dopo averle dichiarate. Ho ascoltato con interesse l'intervento del Presidente Letta in quest'Aula, dove ha sostenuto che la formazione e l'istruzione fossero la via che avrebbe portato questo Paese fuori dalla crisi. Non ci sono atti conseguenti, non avete ben definito le priorità di Governo.
  Non l'avete fatto perché non potete, visto che questa maggioranza è formata anche da chi ha sabotato in questi anni la scuola pubblica e ne ha fatto un vessillo di lotta politica, trattandola come la camicia di Cristo per difendere o per separare il futuro delle nuove generazioni dalla storia che stiamo vivendo.
  Ci sono emergenze che si affrontano – è vero –, si affrontano emergenze importanti, puntuali interessi non soddisfatti fino ad adesso e che vanno soddisfatti, ma questo è il decreto delle emergenze che non ci sono dentro il decreto, è il decreto delle «classi pollaio», che restano lì a segnalare una vergogna per uno Stato che si dichiara e si pretende civile ed europeo come il nostro; ed è il decreto delle Pag. 7emergenze affrontate con grande timidezza e con grande – vorrei dire – incoscienza.
  Noi diamo un giudizio di insufficienza. Il nostro modo di esprimerlo è stato quello di presentare emendamenti che scoprissero il gioco, che scoprissero il bluff di un decreto che sul diritto allo studio mette risorse fortemente insufficienti e forse le taglia ancora, dopo che la Commissione si era sforzata di migliorarne l'impianto e di cercare un po’ di soldi in più. E siamo di fronte all'insufficienza di una maggioranza politica, che non può riformare se stessa, non può riformare il settore della scuola, perché è l'unione di storie incompatibili, e lo voglio dire agli amici del PD. La nostra opposizione, che sarà sempre responsabile, non è l'opposizione ideologica, ma è l'opposizione ad un riformismo blando, che non cambia nulla perché nulla può cambiare il PD insieme al PdL, soprattutto sulla scuola. Di questo bisogna farsi carico in quest'Aula, perché non si può riformare a fondo ciò che andrebbe riformato, come la controriforma Gelmini.
  Allora – e vado a concludere –, io vorrei ricordare a tutti, per darci un segnale chiaro, che in un provvedimento di urgenze, le più urgenti sono sempre la giustizia e l'equità. Non avete messo mano, perché non potete, ad una questione strutturale, che viene da una domanda concreta. Vorrei ricordare a tutti che, in una città importante come Bologna, si è tenuto un referendum, non ideologico, per colpire le scuole paritarie, ma questo è il segno di una crisi profonda che attraversa la coscienza civile dei cittadini: se nella ricca Bologna, o nella ex ricca Bologna, si pone il problema di ridefinire una scaletta di priorità di interventi dello Stato a vantaggio della scuola pubblica, è perché c’è il terrore da parte dei cittadini e dei genitori che quelle finanze e quegli investimenti non siano più sufficienti a tenere insieme il sistema. È una preoccupazione legittima ed è una domanda di laicità dello Stato. A questa dovete rispondere, ma ancor più rapidamente – e chiudo davvero – dovete rispondere ad una domanda che, fatta da me, potrebbe sembrare quella di un demagogo. Si dice sempre: non ci sono i soldi, non ci sono risorse sufficienti; voi che siete grandi riformatori, però, i soldi per le navi da guerra li avete trovati e li inserirete in una legge che discuteremo di qui a poco (sono circa 5 miliardi e 600 milioni); voi che siete grandi riformatori i soldi per gli F-35 li avete trovati, dicendo anche qualche bugia a questo Parlamento. Noi che siamo demagoghi vi accusiamo di non aver trovato i soldi per il nostro futuro, per i nostri alunni e per i docenti di questo Paese, che sono l'impalcatura democratica che guarda al futuro, senza lanciare una bomba, portandoci fuori da una crisi enorme (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Saluto gli alunni e i docenti dell'Istituto tecnico industriale «Francesco Morano» di Caivano, in provincia di Napoli, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Benedetto. Ne ha facoltà.

  CHIARA DI BENEDETTO. Signor Presidente, mi lasci dire che siamo francamente imbarazzati per come si stanno svolgendo i lavori su questo decreto-legge. Oggi stiamo assistendo al fallimento del nostro assetto istituzionale, alla sconfitta della politica, dato che oramai l'agenda politica della stessa maggioranza è dettata dalla Ragioneria dello Stato, che ha bloccato e bocciato un emendamento per riportare il diritto allo studio quanto meno ai livelli, che già erano bassissimi, dell'anno scorso. E questo Presidente è una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Questo decreto-legge ha generato singolari ma tipici fenomeni di un Governo delle larghe intese. Infatti, sin dall'inizio il Ministro Carrozza ha voluto sottolineare come questo decreto-legge segnasse inequivocabilmente un'inversione di tendenza. Praticamente è diventato un mantra: si torna a investire nella scuola, basta con i tagli alla politica... Basta con la politica dei tagli, perché i tagli alla politica invece... ! Lo avrebbero confermato persino le parole del Presidente Pag. 8del Consiglio Letta, anche se oramai le sue parole non ispirano più nessuna fiducia, in quest'Aula quando dichiarò che non si sarebbero operati ulteriori tagli al settore culturale e della scuola, per poi garantire le proprie dimissioni qualora lo avesse fatto.
  Tornando all'inversione di tendenza, lo abbiamo sentito ripetere in continuazione in Aula, in Commissione, in televisione, tra i corridoi, che ormai sono diventati i luoghi deputati al confronto politico e alla definizione degli equilibri di questo Governo. Io voglio chiedere a questa maggioranza: ma veramente pensate che questo sia un passo avanti, un primo passo ? Ma è un primo passo verso cosa ? Perché chiunque abbia un minimo di senso logico capirebbe che investire pochissime risorse – perché si sta parlando soltanto di 450 milioni, a fronte degli ultimi tagli pari a 8 miliardi in un sistema, quello scolastico, martoriato e vessato da decenni, che necessiterebbe di una completa riforma – non farà partire proprio niente, tanto meno l'istruzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo Governo non si è voluto prendere la responsabilità di definire una volta per tutte la condizione drammatica, ad esempio, dei docenti italiani, intervenendo sul reclutamento e sull'ampliamento dell'organico. Il Governo lo ha candidamente affermato in Commissione: non ci occuperemo di reclutamento. Ma come no ? E l'inversione di tendenza ? E le migliaia di persone che aspettavano ancora una volta una risposta dal Ministro Carrozza nello specifico e che rimarranno in questo limbo disperato in cui voi stessi li avete cacciati ?
  Entrando nel merito del provvedimento, in particolare i primi articoli riguardano il welfare degli studenti delle scuole secondarie, il diritto allo studio, nonché le borse di studio per gli studenti AFAM, per le quali voci sono stati stanziati complessivamente poco più di 120 milioni di euro, una cifra irrisoria e assolutamente inadeguata a coprire i reali bisogni degli studenti. L'articolo 5 è dedicato al potenziamento dell'offerta formativa e prevede l'introduzione di una sola ora di geografia generale ed economica in una delle due classi del primo biennio di quegli istituti tecnici e professionali nei quali la materia era stata completamente cancellata dalla riforma Gelmini delle superiori. La disposizione consente la formazione di 287 cattedre di geografia in più, per le quali vengono stanziati circa 10 milioni di euro per il 2014. Questo intervento ha tutto il sapore della beffa, se si pensa al generale impoverimento dell'offerta formativa di tutto il nostro sistema di istruzione, dalla scuola dell'infanzia alle superiori, determinato dalle riforme dell'allora Ministro Gelmini, che avevano come obiettivo la decurtazione di oltre 8 miliardi di euro dal settore. Il nuovo Ministro avrebbe dovuto cogliere l'occasione per ripensare e modificare almeno i quadri orari dei licei, dove sempre per effetto della riforma Gelmini di fatto gli insegnanti non riescono a portare avanti il programma a causa dell'esiguità del tempo a disposizione, per non parlare del depotenziamento subito da altre materie di base, come l'italiano e il latino. Quest'ultimo nello specifico è stato relegato quasi esclusivamente al solo liceo classico. Di tutt'altra entità dovrebbero essere gli interventi per riqualificare e potenziare l'offerta formativa delle nostre scuole superiori, che non possono prescindere da una revisione e integrazione, sulla base di rigorosi principi didattici, dei quadri orari riformati dalla Gelmini in ottemperanza delle direttive del MEF e quindi seguendo una logica di mero risparmio economico. L'articolo 6 reca disposizioni ulteriori rispetto a quelle di recente adottate con il decreto-legge n. 179 del 2012, volte alla riduzione della spesa per l'acquisto di testi e strumenti didattici da parte degli studenti, intervenendo sulle regole per l'adozione dei libri di testo e prevedendo l'assegnazione alle istituzioni scolastiche di 2,7 milioni di euro nel 2013 e 5,3 milioni di euro nel 2014 per l'acquisto di libri di testo e dispositivi per la lettura di materiali didattici digitali da concedere agli studenti.
  Pur apprezzando lo sforzo, si rileva che le misure adottate non sono sufficienti a Pag. 9incentivare l'utilizzo dei libri digitali. Il tradizionale libro di testo è solo uno degli strumenti a disposizione dell'insegnante, che, insieme all'utilizzo di nuovi strumenti didattici, può rendere l'insegnamento più efficace.
  Il libro digitale non è un semplice trasferimento dell'edizione cartacea in un file, ma consente, attraverso l'utilizzo di sistemi applicativi, di trovare nuovi modi per individualizzare l'apprendimento, sfruttando, ad esempio, le potenzialità dell'ipertesto e dei sistemi audiovisivi. In questo modo, si potrebbe arrivare alla condivisione del sapere. L'articolo 7, intitolato «Apertura delle scuole e prevenzione della dispersione scolastica», prevede l'avvio, in via sperimentale e solo in alcune scuole, di un programma di didattica integrativa, con prolungamento, ove possibile, dell'orario scolastico per gruppi di studenti, con particolare riferimento alla scuola primaria.
  La disposizione, invece di intervenire in maniera strutturale sul problema della dispersione scolastica, che, peraltro, riguarda più la scuola secondaria che la primaria, e invece di provvedere a un arricchimento serio della didattica, ripristinando, ad esempio, le compresenze e il modulo nella scuola primaria e garantendo il tempo pieno alle famiglie che ne fanno richiesta, dà corpo a questi provvedimenti-tampone che non sono in grado di assolvere nessuno dei compiti che si prefiggono.
  L'articolo 10 prevede la possibilità per le regioni di contrarre mutui trentennali destinati alla realizzazione di interventi di edilizia scolastica per un importo di 40 milioni annui. Apprezziamo gli sforzi, ma dobbiamo constatare che si tratta di una goccia nel mare, e ciò nonostante già il «decreto del fare» abbia previsto uno stanziamento di fondi per l'edilizia scolastica di 150 milioni di euro. Peraltro, le scadenze previste da tale decreto sono state tali da rendere inattuabili, spesso, le norme in esso previste.
  Del resto, secondo quanto emerge dall'XI Rapporto sulla sicurezza, qualità e comfort degli edifici scolastici, realizzato da Cittadinanzattiva e presentato il mese scorso in audizione in Commissione, la situazione è davvero allarmante. In una scuola su sette vi sono lesioni strutturali evidenti, il 20 per cento delle aule presenta distacchi di intonaco. E ancora, solo il 44 per cento delle scuole possiede il certificato di agibilità, il 38 per cento quello di agibilità igienico-sanitaria, una classe su cinque ha più di 25 alunni, e dunque non è assolutamente adeguata alla normativa antincendio.
  Inoltre, continua a mancare un'anagrafe dell'edilizia scolastica, prevista dalla legge-quadro sulla materia e che il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca avrebbe già da tempo dovuto mettere a disposizione, per consentire di effettuare le necessarie valutazioni per ciascun edificio scolastico circa gli interventi da realizzare e le priorità da rispettare.
  Giungendo all'articolo 15, che riguarda il personale scolastico, questo definisce un piano triennale per l'assunzione a tempo indeterminato di personale docente, educativo e ATA per gli anni 2014-2016, tenuto conto dei posti vacanti e disponibili in ciascun anno. L'intervento non comporta nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato. Chiaro, perché le assunzioni copriranno a malapena i pensionamenti (si prevedono 27.872 docenti e 13.400 ATA) e non comporteranno incrementi di personale, se non per il sostegno, il cui organico di diritto aumenterà, di fatto, di quasi 26.700 unità, peraltro nell'arco di tre anni, invece che nell'immediato.
  E non è tutto: l'attuazione di questo ambiziosissimo piano di immissioni in ruolo è espressamente subordinato all'esito di una specifica sessione negoziale concernente interventi in materia contrattuale per il personale della scuola, che assicuri invarianza finanziaria. A saper leggere, significa che, come per le immissioni in ruolo del 2011, a pagare il prezzo della stabilizzazione saranno i neoassunti stessi, che dovranno, con buona probabilità, rinunciare agli scatti di anzianità e rimanere ancorati, ancora per chissà quanto tempo, al loro modesto stipendio.Pag. 10
  Inoltre, è doveroso ribadire che, mentre si procede di anno in anno a coprire solo i pensionamenti con i sempre più esigui numeri delle nuove assunzioni in ruolo, alla scuola non sono mai stati restituiti i 130 mila posti, tra docenti e ATA, tagliati per effetto dell'applicazione della legge n. 133 del 2008, che ha determinato, oltre che l'impoverimento generalizzato dell'offerta formativa delle nostre scuole, anche l'impossibilità di garantire una gestione razionale del personale della scuola (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Riteniamo che incrementi di organico risultano oggi improcrastinabili per porre rimedio alla dequalificazione del sistema di istruzione pubblico determinata dai feroci tagli degli ultimi anni, per offrire una soluzione al precariato scolastico e qualche speranza di sbocco lavorativo nella scuola a coloro che hanno frequentato, ad esempio, i nuovi percorsi abilitanti, TFA, con troppa disinvoltura istituiti dal MIUR in una fase di contrazione degli organici, nonché i vincitori dell'ultimo concorso.
  Le immissioni in ruolo andrebbero effettuate dopo avere finalmente pianificato gli organici in base ai seguenti criteri: attenendosi scrupolosamente ai limiti del numero degli alunni per classe imposto dalle norme sulla sicurezza e agibilità dei plessi scolastici; evitando la riconduzione forzata a 18 ore di insegnamento; ripristinando le compresenze nella scuola primaria; attivando tutte le sezioni a tempo pieno necessarie a soddisfare le domande delle famiglie, e non più subordinandone il numero alle disponibilità di organico stabilite dal MIUR e dal MEF.
  Per contrastare seriamente il fenomeno del precariato scolastico è ora di superare la distinzione tra organico di diritto e organico di fatto, istituendo l'organico funzionale all'interno del quale venga individuata una dotazione organica aggiuntiva, cioè un contingente di insegnanti con contratto a tempo indeterminato a disposizione delle singole istituzioni scolastiche, da impiegare sia per la copertura dei posti in organico di fatto, sia per svolgere tutte quelle mansioni aggiuntive alla didattica ordinaria. Ci piacerebbe sapere come mai niente di tutto questo sia previsto all'interno del decreto.
  Gli articoli da 20 a 24 dispongono in materie concernenti il sistema universitario, regolando l'accesso ai corsi di laurea a numero programmato, modificando il sistema di valutazione per la formazione specialistica dei medici e disponendo nuove assunzioni per alcuni enti di ricerca vigilati dal MIUR; provvedimenti tampone, praticamente, alcuni dei quali non solo non risolvono i problemi, ma rischiano di crearne altri di più difficile soluzione (pensiamo al bonus di maturità).
  Le succitate disposizioni dimostrano ancora una volta come questo Governo non sia in grado di assumere scelte ben decise in materia di università e ricerca, ma invece provvede con misure tampone e non efficienti a risolvere problemi che necessiterebbero di maggiore organicità e soprattutto di maggiore coraggio. Il tema della ricerca è affrontato da questo decreto in maniera marginale; si arriva quindi alla necessaria considerazione che in questo caso si è quasi voluto evitare di affrontare il tema.
  Giungendo infine agli articoli 25, 26 e 27 che dispongono in materia economica e finanziaria e pertanto permettono di valutare con sufficiente precisione l'entità dell'impegno di questo Governo in materia di istruzione, università e ricerca, più precisamente, l'articolo 25 interviene in materia di accisa, disponendo aumenti delle aliquote di accisa relativi alla birra, ai prodotti alcolici intermedi e all'alcol etilico, ancora.
  Presidente, è sintomatico che proprio sui due decreti che il Governo ha gentilmente concesso ai settori della cultura e dell'istruzione, quelli più martoriati di sempre, è sintomatico che proprio su questi temi la maggioranza abbia dimostrato la propria fragilità ed inadeguatezza a rispondere alle necessità dei cittadini.
  La discussione in Commissione degli ultimi articoli, quindi quelli relativi alle coperture finanziarie, è stata, di fatto, rallentata, non dalle opposizioni, totalmente Pag. 11escluse dalle trattative che avvenivano al di fuori della sede ufficiale della Commissione. I colleghi del PD ieri hanno più volte ribadito come sia stato proficuo, corale, partecipato il lavoro in Commissione fra tutti i gruppi politici. Sì, Presidente, dobbiamo ammettere che abbiamo lavorato bene, nei ritagli di tempo tra una sospensione della seduta e l'altra, però ! Sospensioni durante le quali solo alcuni membri – quindi nemmeno tutti – della Commissione del PD e del PdL cercavano di trovare tra loro un accordo e di trovarlo anche con il Governo, facendo, di fatto, le sorti di questo decreto, e della scuola italiana, fuori dal contesto formale ufficiale della Commissione, ma, piuttosto, nelle stanze della presidenza della Commissione, escludendo di fatto le opposizioni da questo certosino lavoro, escludendo di fatto una forza politica che in questo Parlamento rappresenta il 25 per 100 dei cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Personalmente, Presidente, ho provato anche spesso imbarazzo per i colleghi che sono stati costretti ad attenersi a direttive arrivate dall'alto, con improvvise telefonate durante lo svolgimento dei lavori.
  Mi avvio alla conclusione. L'inversione di tendenza in questo decreto evidentemente non c’è. Questo decreto, seguendo esattamente la tradizione degli ultimi Governi, è stato scritto dal Ministero dell'economia e delle finanze e dalla Ragioneria dello Stato, tanto che molte proposte migliorative e innovative sia del MoVimento 5 Stelle sia di deputati di altre forze politiche venivano apprezzate, ma licenziate, perché appartenenti al «libro dei sogni», alla «scuola che vorrei». Della serie: siamo d'accordo con voi, ma il Governo, questo Governo, i soldi per fare questo salto di qualità, per determinare uno scarto con le politiche precedenti, non li trova, come li trova invece per l'acquisto dei cacciabombardieri F-35, per continuare a fare intascare ai partiti il finanziamento pubblico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), per fare sconti alle lobby delle slot machine, per le auto blu, per le pensioni d'oro, ed ho concluso.
  Quindi, anche grazie a questo Governo, signor Presidente, purtroppo dovremo aspettare ancora un po’ – e probabilmente, non troppo – per avere finalmente la scuola dei sogni, perché oggi, purtroppo, ancora l'istruzione non riparte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Ottavio. Ne ha facoltà.

  UMBERTO D'OTTAVIO. Signor Presidente, mi rivolgo anche a tutti i colleghi che hanno visto come l'inizio dei lavori di questa mattina sia stato un po’ complicato, ma credo che tutti voi abbiate ricevuto in questi giorni, come noi della Commissione, centinaia di e-mail, lettere, messaggi, perché effettivamente le aspettative che si sono create intorno a questo provvedimento sono state tantissime.
  Devo dire che il lavoro della Commissione è stato un ottimo lavoro, un lavoro impegnato e intenso. Vorrei ricordare ai colleghi che abbiamo svolto 48 audizioni e tutti quelli che sono intervenuti hanno lasciato alla Commissione documenti – chi più brevi, chi più lunghi – ma con un lunghissimo elenco di richieste fatte al Parlamento.
  C’è stata moltissima gente che ha seguito questi lavori. Lo ripeto: ancora in queste ore stiamo ricevendo messaggi.
  Lo dico con estrema chiarezza: lo sapevamo che il rischio di un decreto, dopo anni di difficoltà rispetto alla scuola, sarebbe stato quello di provocare tante aspettative alle quali non si poteva dare risposta.
  Dico, però, una cosa molto chiara e vorrei che, da questo punto di vista, il nostro Parlamento ne apprezzasse l'importanza. Durante i lavori della Commissione c’è stato un afflato unanime per dire che l'intero nostro lavoro deve andare verso un miglioramento della nostra scuola, verso una scuola all'altezza delle necessità e verso un servizio agli studenti Pag. 12che ci porti ad avere una scuola di livello europeo. Infatti, questo decreto traccia una linea molto chiara, e devo dire che nei titoli degli articoli c’è l'indicazione di lavoro.
  Da questo punto di vista, basta scorrere i titoli. Innanzitutto, parliamo per la prima volta di welfare degli studenti. È un concetto molto importante riuscire a fare in modo che i nostri studenti siano messi nelle condizioni di poter usufruire del loro diritto allo studio. È un'impresa ancora molto complicata. Faccio un esempio molto concreto da questo punto di vista: i tagli ai trasporti che ci sono stati stanno rendendo per molti studenti ancora più difficile andare a scuola e all'università. Quindi, quando noi parliamo di diritto allo studio, dobbiamo avere in mente – e questo articolo ce l'ha in modo molto chiaro – di poter consentire in tutti i modi e dovunque abitino i nostri studenti di assolvere al loro diritto, che penso sia anche un dovere.
  Da questo punto di vista, è importante che i nostri cittadini continuino ad abitare dove abitano, che non ci sia lo spopolamento della montagna, che non ci sia l'abbandono dei piccoli comuni. Noi abbiamo bisogno di fare in modo che tutti i cittadini abbiano il diritto di poter assolvere al loro percorso di formazione. In questo senso si comincia. Infatti, abbiamo posto la nostra attenzione proprio al tema dei trasporti.
  Inoltre, l'articolo successivo parla del potenziamento dell'offerta formativa e della lotta alla dispersione scolastica. Questo è il vero tema che noi abbiamo: la lotta alla dispersione scolastica. Siamo purtroppo il penultimo Paese dell'OCSE in termini di successo formativo. Il fatto che i nostri giovani possano raggiungere una qualifica, un diploma e laurearsi è l'obiettivo prioritario.
  Non si riesce e non si può immaginare nessun progetto di sviluppo per il nostro Paese se non abbiamo persone istruite. La precondizione per immaginare un progetto di sviluppo per il nostro Paese è avere cittadini istruiti, e lo sappiamo ormai da molto tempo. Il livello di prodotto interno lordo di un Paese è direttamente proporzionale al livello di istruzione dei cittadini di quel Paese. Quindi, dobbiamo assolutamente insistere in questo senso.
  C’è un articolo molto interessante sul tema dell'orientamento, sulla possibilità di fare in modo che i nostri ragazzi siano accompagnati – addirittura negli emendamenti scriviamo «con un percorso individuale» – nel loro percorso didattico ed evitare errori e scelte sbagliate. Per esempio, la bocciatura è la principale causa di abbandono scolastico.
  Io devo dire che da questo punto di vista abbiamo molto lavoro da fare.
  Vorrei soffermarmi un attimo sull'articolo 10, l'articolo che, per quanto mi riguarda, per la mia storia personale e politica, considero l'articolo più qualificante di questo provvedimento, quello che riguarda il tema dell'edilizia scolastica.
  Forse non è stato chiaro a tutti, anzi – lo dico con estrema franchezza – forse non era nemmeno chiaro al Governo, perché devo dire che non se la è venduta nemmeno bene questa cosa: il fatto che si faccia un mutuo trentennale di 40 milioni di euro consentirà di avere l'anno prossimo a disposizione 800 milioni di euro per l'edilizia scolastica. Guardate, colleghi del Parlamento, è il più grande intervento in termini di edilizia scolastica degli ultimi vent'anni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Non c’è mai stata a disposizione dell'edilizia scolastica una cifra così importante. Noi abbiamo scritto negli emendamenti che abbiamo presentato che si deve fare in fretta questa operazione, abbiamo scritto che entro tre mesi dev'essere affrontato il tema del mutuo che farà lo Stato, per conto delle regioni, e le regioni dovranno fare la programmazione nel loro territorio perché i comuni e le province possano affrontare i temi della sicurezza nelle scuole, innanzitutto.
  Dico questo alla luce delle difficoltà che sono sempre continue, anzi, da questo punto di vista l'intervento sull'edilizia scolastica è un grande intervento anticiclico. Noi parliamo di intervento nell'economia, ma qual è il miglior intervento se non fare Pag. 13in modo che l'artigiano o la piccola azienda o anche la grande azienda intervenga per mettere a posto una scuola ? È importantissimo questo provvedimento. Noi abbiamo bisogno di affrontare il tema dell'edilizia scolastica come una grande emergenza nazionale, perché tutti i dati ci dicono che per raggiungere l'obiettivo di avere gli studenti preparati nel migliore dei modi ci vogliono insegnati qualificati e ci vogliono scuole accoglienti.
  Sul tema degli insegnanti si può dire chiaramente che si doveva e si poteva fare di più. Anzi, dalle mie parti si dice: «Piuttosto che niente, è meglio piuttosto»: è questo il tema. Non si poteva fare e non si potrà fare tutto insieme, abbiamo tracciato una linea e da questo punto di vista, però, pregherei anche i colleghi che hanno ricevuto le e-mail di leggere quante contraddizioni ci sono.
  Io, per esempio, sono convinto che sul tema del sostegno andare verso l'area unica di sostegno è importantissimo, perché deve passare chiaramente il concetto che il sostegno è alla classe, il sostegno è fare in modo che quella classe possa integrare gli alunni, fare in modo che la classe sia «ricca» anche con la presenza di persone con disabilità, ma che sia il sostegno alla classe. Non può essere un sostegno per materie, come qualcuno immagina. Devo dire che da questo punto di vista davvero si è tracciata una linea.
  In questo Parlamento, da quando abbiamo cominciato questa legislatura, abbiamo parlato moltissimo di infrastrutture, abbiamo parlato di grandi opere; guardate, la più grande opera e la più grande infrastruttura che il nostro Parlamento può offrire al Paese è proprio quella legata all'istruzione. Facciamo dell'istruzione la nostra più grande infrastruttura per chi vuole pensare al futuro del Paese. È un inizio. Lo dico con estrema chiarezza: anche noi della maggioranza, che -ripeto – dovremmo difendere – lo dico ai colleghi – questo provvedimento, portarlo in porto e cercare di fare in modo che presto anche il Senato lo approvi, dobbiamo fare in modo che la scuola ritorni al centro dell'attenzione del nostro Paese.
  Abbiamo dato un bel segnale, abbiamo voltato pagina. Non c’è più la gara a chi taglia di più, ma la gara a chi fa proposte migliori, in un sistema che è un sistema plurale. Io devo dire che – e mi aspetto che si esca anche da un dibattito ideologico intorno ai temi della scuola – il nostro sistema di istruzione è un sistema di istruzione articolata, dove anche le scuole paritarie, che molto spesso – lo ricordo – sono le scuole dei comuni, e le scuole che stanno ai criteri che impone la nostra legislazione contribuiscono.
  In questo senso, guardate, il nostro sistema di istruzione e di formazione è un sistema ricco, articolato e dobbiamo prendere gli esempi migliori e portarli in un Paese che è ancora troppo suddiviso. Da questo punto di vista – è l'ultima cosa che dico – abbiamo discusso anche di alcune cose che sembravano temi di secondaria importanza. Abbiamo discusso per esempio di educazione alimentare e in molte scuole, in molte realtà e in molte aree, per esempio, la mensa non c’è. Io devo dire che da questo punto di vista mi sono permesso in Commissione di far presente che nella mia realtà la mensa scolastica è sotto la supervisione di slow food, nel senso che quella è una mensa di qualità, che non ha nulla da invidiare al miglior ristorante. Si può fare questo, si possono portare avanti le migliori pratiche, diffonderle nel nostro Paese, fare in modo che il nostro Paese raggiunga i risultati che si prefigge e che guardi al futuro dello sviluppo investendo sui giovani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole Ascani pregherei tutti di abbassare leggermente il tono della voce, perché siamo in tanti, ci sono ancora degli interventi sul complesso degli emendamenti e chi parla ha diritto di parlare e magari chi vuole ascoltare di farlo anch'esso.
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascani. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

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  ANNA ASCANI. Signor Presidente e colleghi, molte cose sono già state dette, però ci tengo a ribadire che oggi siamo qui a discutere un decreto fondamentale, un decreto davvero importante, perché con questo decreto si vuole dire al Paese che la scuola non è più un costo, non è più esclusivamente un costo, che si torna ad investire, che è finita la politica dei tagli. Si è detto molto spesso che non si è fatto abbastanza. Ebbene, il benaltrismo è molto praticato anche in queste aule, però qui si fa qualcosa: si dice che la scuola è un investimento.
  Io concentrerò questo mio intervento sull'articolo 15, che è stato al centro di tutte le audizioni che tutti i soggetti che abbiamo ascoltato in Commissione ci hanno chiesto di trattare ed in particolare sul tema del reclutamento degli insegnanti, perché anche in fase di discussione generale ho sentito tutte le forze politiche lamentarsi per le sovrapposizioni che esistono oggi nel sistema di reclutamento, sovrapposizioni che sono figlie della tendenza, ad ogni giro di boa, ad ogni cambio di Governo, di cambiare il sistema di reclutamento, di mettere la propria bandierina.
  Tutti abbiamo criticato questo sistema, eppure qualcuno qui oggi ci proponeva di fare la stessa cosa. Allora io voglio ringraziare il Ministro per non aver voluto fare la stessa cosa, per aver voluto marcare anche in questo senso un'inversione di tendenza, perché i decreti – ce lo avete ricordato spesso voi, colleghi del MoVimento 5 Stelle – servono per risolvere le urgenze. Al centro di questo decreto stanno le urgenze. Non voglio dire con questo che il tema del reclutamento degli insegnanti non sia una cosa da trattare come urgenza. Credo però che, se abbiamo deciso qualche tempo fa di chiudere le graduatorie ad esaurimento, lo abbiamo fatto perché abbiamo capito che quel sistema lì era inadatto, che creava altro precariato, che creava soltanto nuovi problemi, che creava frustrazione, che non dava motivazione agli insegnanti sempre più precari. Chiedere oggi con molti emendamenti di riaprirle, significa chiederci un'incoerenza. Il Partito Democratico e questa maggioranza non vogliono praticare quell'incoerenza.
  Allora se il nostro fine è dare il giusto riconoscimento a chi, come tanti ragazzi – e non solo ragazzi, perché la media di età di coloro che si sono sottoposti alle prove delle TFA ordinario è di 37 anni – ha sostenuto tre prove, a chi ha pagato tasse salate, a chi si è trovato di fronte lezioni frontali impegnative, a chi ha sostenuto esami finali, se il nostro fine è quello, allora dobbiamo riconoscere quanto era previsto dal bando a cui hanno partecipato, ovvero l'inserimento nella seconda fascia delle graduatorie di istituto. Il Partito Democratico in questo è in prima linea e io stessa mi sono spesa in questo, chiederemo un impegno immediato al Governo, ma non di illudere altre persone, pensando di riaprire le graduatorie ad esaurimento: questo è sbagliato e dobbiamo dirlo con forza, perché questo sistema non ha funzionato fin qui e non funzionerà più avanti.
  Abbiamo bisogno di una riforma strutturale del sistema di reclutamento e non solo perché tra gli insegnanti italiani ci sono troppi precari, pagati troppo poco, costretti a svolgere mansioni che nulla hanno a che vedere con la formazione e l'educazione dei ragazzi. Ma anche perché abbiamo la classe insegnante più vecchia d'Europa. Allora dobbiamo riprendere la strada che conduce all'organico funzionale che costa di più e rende molto molto di più. Dobbiamo avere un piano di assunzioni che ci consenta di bandire concorsi con regolarità, magari prevedendo posti riservati ai giovani più meritevoli e premiando nel contempo, con un riconoscimento ampio del punteggio di anzianità di servizio, coloro che hanno consentito alla nostra scuola di mantenere standard di qualità elevati nonostante le ristrettezze finanziarie.
  Chiediamo, anche a voi colleghi dell'opposizione, di aiutarci in una riforma strutturale e non con interventi che sembrano perpetuare il sistema delle toppe peggiori del buco. La demagogia praticata sin qui ha ucciso ogni tentativo di riforma. Noi Pag. 15con questo decreto-legge e con gli emendamenti della nostra Commissione non diciamo che l'istruzione arriva. Diciamo che l'istruzione riparte. Questo credo che vada riconosciuto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, intervenire oggi su un decreto-legge così consistente come il decreto scuola porta con sé una serie di considerazioni che sono tra loro contrastanti. Anzitutto dobbiamo dire che all'interno di quello che è stato il metodo utilizzato nella Commissione cultura per esaminare questo decreto-legge scuola si sono affrontati tutti gli emendamenti che sono stati presentati dalle diverse forze politiche e credo che questo sia un punto di merito, un punto di grande importanza perché ha permesso un dibattito approfondito su un decreto-legge che, permettetemi di dire, porta con sé una serie di misure che sono tra loro di diversa natura e tra loro eterogenee.
  Si tratta di un provvedimento di urgenza che, a parere del Popolo della Libertà, ha una ratio fondamentale e un centro fondamentale. Centosette milioni sui circa 400 che prevede questo decreto-legge sono spesi su provvedimenti che riguardano il personale della scuola, che riguardano assunzioni e stabilizzazioni di precari.
  Permettetemi di esprimere una considerazione che ritengo fondamentale per noi dal momento che si è discusso così a lungo e ho ascoltato gli interventi di chi mi ha preceduto. Vorremo che fosse davvero nel cuore di questo Governo, che fosse nel cuore di questo Ministro ma che fosse nel cuore anche di tutti i colleghi che mi hanno preceduto. Credo che al centro della scuola e dell'università siano gli studenti, siano le studentesse e quindi che i provvedimenti che siamo chiamati ad affrontare debbano avere come cuore centrale proprio la formazione, la crescita nell'ottica europea: l'Europa ci parla di inclusione sociale ma ci parla anche di occupabilità. Quindi che tali provvedimenti debbano avere al centro anzitutto gli studenti e studentesse prima ancora che il personale scolastico, prima ancora che la stabilizzazione dei precari.
  Parliamo tanto ma la considerazione che spesso posso fare è che le nostre parole sono lontane dai fatti e dalla realtà. Nei discorsi che mi hanno preceduto ho sentito e ho apprezzato molto anche la posizione del Popolo della Libertà, l'attenzione alla scuola e all'università nel suo complesso. Quando parlo di scuola, mi riferisco sostanzialmente ad una legge dello Stato che era la famosa legge Berlinguer nella quale si parla di scuola pubblica. In questi giorni ho sentito abusare da parte di molti colleghi del termine «pubblico» inteso come statale. No, no, pubblico è scuola statale e scuola paritaria fatta dagli enti locali e fatta dai privati.
  Quello che manca fondamentalmente all'interno di questo decreto-legge – se non per quanto riguarda l'articolo 4 cioè la tutela della salute, dove c’è anzitutto parità di doveri prima che di diritti – è che in esso non si tratta mai, nonostante una serie di emendamenti di cui abbiamo parlato, di scuola paritaria ma si parla solo ed esclusivamente di scuola statale.
  Detto questo, abbiamo invece apprezzato molto e sostenuto l'intervento per il welfare studentesco, per il diritto allo studio, anche perché il diritto allo studio ha dei parametri e degli stanziamenti inferiori a quelli che fece il Ministro Gelmini quando noi eravamo al Governo. E poi riteniamo che un punto qualificante all'interno di questo decreto-legge sia rappresentato da quegli emendamenti con cui noi abbiamo contribuito a migliorare questo provvedimento, cioè quegli emendamenti che riguardano sostanzialmente l'alternanza scuola-lavoro, stage, tirocinio ed apprendistato. Infatti, crediamo fortemente che l'arricchimento, cioè il potenziamento dell'offerta formativa, contenuto all'articolo 5, ma anche combattere la dispersione scolastica, che una delle ratio di questo decreto-legge, passi proprio attraverso, come abbiamo proposto, l'implementazione Pag. 16del sistema di alternanza scuola-lavoro, di stage, di tirocinio, di didattica del laboratorio. Per questo, abbiamo molto premuto e ci siamo molto preoccupati di definire – e l'abbiamo inserito proprio grazie ad un emendamento in questo decreto-legge – lo status, i diritti e doveri degli studenti in alternanza nell'ultimo biennio della scuola secondaria. E anche la necessità, attraverso un decreto legislativo successivo, di definire la modalità di applicazione agli studenti in alternanza scuola-lavoro durante il tirocinio e nel laboratorio.
  Ma poi abbiamo anche l'articolo 8, laddove si parla di orientamento, perché riteniamo fondamentale far sì che i nostri studenti comprendano esattamente quale sia l'offerta del mercato del lavoro, ma, soprattutto, colleghino la formazione teorica a quella pratica, affinché possano realmente trovare quelle che sono le motivazioni del loro agire e del loro studiare. Per questo, abbiamo ritenuto opportuno migliorare il testo introducendo un emendamento allo scopo di far conoscere il valore educativo e formativo del lavoro, anche attraverso giornate di formazione fin dal primo biennio per gli studenti nelle aziende, ma anche sostenendo la diffusione dell'apprendistato di alta formazione negli ITS che abbiamo fortemente voluto anche all'interno di questo decreto-legge, permettendo che le regioni possano aprire ulteriori ITS per quanto riguarda aree dove sono già presenti.
  Un altro punto che noi riteniamo qualificante all'interno di quello che è stato il lavoro di miglioramento a cui abbiamo contribuito è stato quello relativo al bonus maturità. L'abbiamo ritenuta una battaglia importante, una battaglia di equità, una battaglia di giustizia, proprio perché molti studenti che attraverso il cosiddetto bonus maturità avrebbero avuto accesso alle facoltà a numero chiuso e ne erano stati esclusi, potessero, a partire da quest'anno e anche dal prossimo anno attraverso il riconoscimento di crediti formativi, avere la possibilità di effettuare la scelta che ritengono opportuna per il loro futuro e per il loro lavoro futuro soprattutto. Questo, quindi, è un punto per noi di grande importanza che abbiamo condiviso – lo devo dire – con tutte le forze politiche.
  Altro punto qualificante su cui siamo intervenuti è il ruolo unico per i docenti di sostegno. Ecco, questo partirà nelle graduatorie di istituto di prima fascia e in quelle ad esaurimento perché in questo provvedimento si parla sempre di graduatorie ad esaurimento che non si esauriscono mai purtroppo. Si parla, appunto, dell'implementazione di questo ruolo unico a partire dal 2017. Io avrei voluto che il Governo fosse stato più coraggioso nelle scelte. Avrei voluto – e ci sono stati una serie di emendamenti che noi abbiamo proposto proprio per andare nell'ottica di un'innovazione anche nel sistema di reclutamento dei docenti e dei dirigenti scolastici – che potessero essere inserite norme più innovative, anche sui concorsi, ma proprio a partire da questo, dal ruolo unico per il sostegno perché, come è stato ricordato prima, il sostegno è un elemento importantissimo. Permette l'inclusione – ed è una grande ricchezza della nostra scuola – degli studenti con disabilità all'interno della classe, ma è una grande ricchezza per tutti gli altri studenti ed è un vanto per la nostra scuola a partire dal 1977.
  Ecco, il docente di sostegno unico, perché dobbiamo avere quattro aree distinte, è un docente assegnato alla classe. Questo principio deve passare, deve passare anche il principio dell'area unica – ma noi avremmo voluto da subito – come forma fondamentale di integrazione.
  Altri punti importanti e, poi, mi accingo a concludere, con cui abbiamo migliorato il provvedimento sono stati l'attenzione all'istruzione e alla formazione professionale, l'edilizia scolastica, è stato ricordato prima, è una battaglia che ha condiviso tutta la Commissione. Però, permettetemi di concludere con una nota che per noi è di grande importanza: quando si parla di investimenti nel settore scolastico, nel settore universitario, io penso sempre, noi pensiamo sempre che sia opportuno che questi investimenti non siano – e lo abbiamo perseguito all'interno delle nostre Pag. 17politiche durante il Governo Berlusconi – un investimento «a pioggia», senza controllo e senza verifica di come questi soldi vengono utilizzati, ma, soprattutto, che la spesa sia efficace ed efficiente, come prevede il decreto interministeriale n. 44.
  Ecco, questo principio manca, manca fondamentalmente all'interno di questo decreto-legge. Io credo che sia una cosa che noi cercheremo di perseguire per il futuro, perché, guardate, investire sulla scuola significa investire bene, significa investire per la formazione dei nostri giovani, significa investire per il loro futuro, ma dobbiamo metterci nella testa che la valutazione, la valutazione di come noi utilizziamo le risorse deve diventare un modo per migliorare il loro utilizzo e per migliorare i processi.
  Per questo, concludo con l'attenzione ad un tema che a noi è molto caro, quello della copertura finanziaria di questo provvedimento. Nella copertura finanziaria – è stato ricordato in precedenza – vengono aumentate le accise su birra, alcolici e superalcolici, ma anche l'imposta di registro. Io credo che sia importante che si consideri per il futuro, ma anche per il presente, una copertura finanziaria che non vada ad aumentare le tasse per i nostri cittadini, i cittadini che ci hanno eletto e che ci hanno voluto qui. Per questo noi abbiamo presentato degli emendamenti con copertura finanziaria alternativa, ma ciò che ci preme dire è che è bene aver dato un aiuto alle scuole, ma la copertura finanziaria non deve incidere ulteriormente sulle tasche dei nostri cittadini.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, signor sottosegretario, onorevoli colleghi, io sono a commentare quella che è, di fatto, dal mio punto di vista, un'occasione mancata. Certo, si può parlare di grande risultato nel momento in cui si decide di destinare 800 milioni di euro per l'edilizia scolastica, ma ricordiamoci che non abbiamo un'edilizia scolastica d'avanguardia, quindi, non andiamo ad innovare. Abbiamo destinato 800 milioni di euro, magari, per rifare i sotto soffitti, piuttosto che per mettere a norma alcuni bagni di molti istituti che non sono, di fatto, quasi nemmeno agibili.
  E vorrei sottolineare questo aspetto, perché con 800 milioni, lavorando anche nel campo dell'edilizia, non vedo e non vedrò, credo, tutti i bagni degli istituti rifatti, piuttosto che nuove aule riammodernate, piuttosto che interventi, anche strutturali per il risparmio energetico, e così via. Certo, si potrebbe obiettare che, per fare questo, ci sono anche i fondi autonomi degli enti locali – comuni, piuttosto che le province o le regioni –, ma ci dimentichiamo o, meglio, vi dimenticate che questi enti sono strangolati dal Patto di stabilità e non riescono, di fatto, nemmeno ad utilizzare i soldi provenienti dall'Unione europea.
  Questa è un'occasione mancata, anche perché, di fatto, quando si parla di scuola si parla di futuro e quando si parla di docenti si parla di una categoria che è tra le categorie professionali più delicate. Oggi, di fatto, bisognerebbe disegnare un buon sistema scolastico per poter immaginare un futuro all'altezza delle sfide che attendono non noi, non il nostro Paese: questa è una generalizzazione che mi fa paura, che non mi piace e che, a tratti anche, sinceramente, mi spaventa.
  Noi dobbiamo disegnare un futuro per i giovani, per quelli che saranno i cittadini che dovranno essere messi in condizione di lavorare e di confrontarsi con un mercato del lavoro che è distante anni luce da quello che molti di voi hanno conosciuto nell'arco dei loro anni di attività professionale.
  Un mondo che è cambiato, ma che comunque pretenderà lavoro per poter continuare a pagare le tasse ad una popolazione che sta invecchiando sempre di più, e che quindi avrà bisogno di un sistema pensionistico che sappia includere i bisogni di tutti ma che ricadrà su una fetta di lavoratori sempre meno consistente.Pag. 18
  Questo significa riflettere sulla scuola, anche quando ci mettiamo nelle condizioni dei ragazzi che devono iniziare a lavorare, tra pochi anni piuttosto che tra pochi mesi, e che devono confrontarsi con il peso di uno Stato «burocratico» che non trova nella sua prima emanazione, la scuola, un motivo di crescita personale e un valido alleato che sappia mettere nelle condizioni di potersi muovere nel mondo. Questo lo dice un ragazzo, perché sono uscito da pochi anni da scuola e conosco molti miei coetanei che una volta usciti dagli istituti scolastici superiori o dalla stessa università, anche con qualche specializzazione, si trovano spiazzati perché la teoria che gli era stata insegnata è parecchio distante da quella che è la lotta quotidiana per la sopravvivenza nei confronti di questo apparato burocratico statale.
  Dal mio punto di vista, quella di oggi è un'occasione mancata, ma sinceramente non mi potevo aspettare qualcosa di più da parte di questo Governo che non riesce a guardare lontano e va avanti emanando decreti che sembrano spot per apparire, piuttosto che seguire le politiche che farebbero crescere e guardare lontano ai nostri giovani che avrebbero tanta voglia di fare, ma che una volta scontratisi con il sistema che vi ho descritto decidono di scappare impauriti.
  Non solo il Governo non ha dimostrato il coraggio di contrastare fattivamente con una task force quello che è il fenomeno sempre crescente dei «diplomifici», ma non hanno avuto neanche il coraggio di contrastare la piaga della dispersione scolastica in modo fattivo, perché ha scaricato sugli enti locali la soluzione del problema senza che questi abbiano da una parte gli strumenti normativi per poter intervenire e dall'altra la capacità di monitorare costantemente i risultati e di tarare l'azione in coordinamento con lo Stato.
  E poi l'approccio usato per il finanziamento, per la copertura di questo decreto. Non è un messaggio bellissimo quello che diamo.
  Non sottovalutate la capacità di analisi dei tanti ragazzi che quando si confronteranno con questo decreto vedranno che la copertura non deriva dalle scelte razionali e dai sacrifici fatti nei loro confronti da parte dello Stato, ma, quella che oggi voi «pompate» come una delle più grandi operazioni in materia di istruzione, viene finanziata con l'aumento delle accise sulla birra e sugli alcolici. Sinceramente non lo ritengo un bel messaggio da parte di questo emiciclo, ma soprattutto da parte del Governo.
  Oppure pensate al finanziamento per le campagne di informazione e di sensibilizzazione sociale importantissime come quelle della alimentazione, in particolare quella sull'alimentazione biologica.
  Questo non è un programma che trova un finanziamento da parte nostra, non è un programma che lo Stato dice che avrà poi un effetto virtuoso perché mette in ciclo da una parte le buona pratiche, la salute dei cittadini quindi minori costi futuri, e dall'altra la messa a regime di un'economia già consolidata ma che si consoliderà sempre di più rafforzando le nostre imprese nel settore agricolo che già oggi sono campioni a livello europeo e nazionale nella qualità dei prodotti biologici e nella tracciabilità dei prodotti.
  Non lo fate in maniera automatica, ma lo fate a carico delle famiglie. Dovete avere il coraggio di dire anche questo, noi abbiamo il coraggio di fare questa denuncia.
  È un'operazione che ancora una volta dovranno sopportare le nostre famiglie, e quindi, ancora una volta, lo Stato che non riesce a tagliare a se stesso, uno Stato che delega sui propri cittadini la responsabilità delle proprie scelte, delle proprie azioni, anche se lodevoli come in questo caso.
  È un'occasione mancata perché il Governo dimostra, di fatto, di non sapere immaginare il futuro. Prima ho sentito dire, da una parte della maggioranza: «piuttosto di niente, meglio piuttosto», mi dispiace io non sono d'accordo, perché ho avuto la certezza poc'anzi che una parte di questa maggioranza, la maggioranza insomma, accetta un futuro «piuttosto» ai propri ragazzi, io non sono assolutamente d'accordo e non lo sarò mai su questo.Pag. 19
  La nostra idea era quella, ed è ancora quella, di legare la scuola al territorio in cui è inserita, in particolare le peculiarità del territorio in un sistema che integri le politiche di sviluppo del territorio assieme ai principali attori dello sviluppo, cioè gli studenti; una scuola che sia così inclusiva perché reputa gli studenti, appunto, come cittadini, li reputa come gli attori del sistema e non come delle semplici comparse.
  Dovremmo lavorare per avere un corpo docente che ragioni e che parli come ragionano e come parlano gli studenti, invece, ancora una volta, non si ha il coraggio di affrontare questo tema, e voi sapete, e chi ci ascolta sa benissimo, di cosa stiamo parlando.
  Dovremmo lavorare per inserire tra le materie di formazione, come ha fatto la Polonia, l'ora obbligatoria, o meglio, le ore obbligatorie di studio sull'imprenditoria, perché i giovani crescano con l'idea giusta che è quella della autorealizzazione, non aspettino che qualcun altro vada ad aiutarli o che accampino dei diritti acquisiti solamente perché hanno un pezzo di carta, ma capiscano da che parte gira il mondo e soprattutto da che parte girerà il mondo sempre più tra pochi anni.
  Magari qualche regione non proporrebbe questo tipo di attività educativa, ma sono sicuro che le regioni del Nord lo farebbero bene, lo accetterebbero tutte le famiglie sia autoctone, per così dire, sia immigrate. E questo vorrebbe dire anche inclusione, questo vorrebbe dire anche integrazione, una parola di cui spesso si abusa, che spesso si usa così, ma che poi nella pratica non trova mai una reale corrispondenza tra ciò che si dice e ciò che si fa.
  La Polonia questo lo sta già facendo, potrebbe essere un esempio da prendere a riferimento proprio quella ex Polonia, condannata per mezzo secolo dal comunismo, che adesso sta crescendo nell'Unione europea, seppure in un regime internazionale di crisi forte; sta crescendo, sta reagendo e i cui ragazzi stanno progredendo e stanno di fatto «mangiando il riso in testa», come si dice dalle nostre parti, ai nostri.
  Dovremmo lavorare per premiare fattivamente i docenti che investono nella loro formazione, cosa che di fatto oggi non accade; si premia di più in maniera automatica chi ha l'anzianità in un sistema di sindacato che non ha più senso di esistere, piuttosto che chi invece investe nella propria formazione mettendosi esso stesso, per primo, in discussione in ordine al raggiungimento o meno degli obiettivi che si propone. Questo oggi non succede affatto.
  Qualcuno mi spieghi, per cortesia, come si fa a formare una generazione senza dei professori che vengano presi in considerazione dai propri studenti come dei fari, come dei punti di riferimento ? Guardate che oggi nelle classi non succede, i docenti vengono spesso derisi semplicemente perché non sanno nemmeno su quale mondo si stanno confrontando i ragazzi a cui loro pretenderebbero di insegnare a camminare. Dobbiamo avere il coraggio di promuovere un sistema di reclutamento che premi il merito...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Prataviera. Onorevole Iannuzzi, colleghi, sono stato assolutamente tollerante, però perlomeno non urlate.

  EMANUELE PRATAVIERA. Dobbiamo avere, dicevo, il coraggio di promuovere un sistema di reclutamento che premi il merito tra il corpo docente e allontani, invece, chi rappresenta un modello ai quali gli studenti non sono in grado di ispirarsi.
  Per concludere, signor Presidente, io mi soffermerei su un passaggio importante che è quello che rappresenta il futuro; il futuro passa di fatto da questi provvedimenti, una volta che si decidono questi provvedimenti bisogna anche riuscire a calcolare gli effetti che derivano e gli effetti che non ne derivano, e io qui vedo più effetti mancati che effetti raggiunti.
  Per questo vi preghiamo quanto meno di valutare i nostri emendamenti, gli emendamenti in generale che sono stati Pag. 20presentati, che vanno in questa direzione perché quando si parla di giovani, quando si parla di ragazzi e di studenti, stiamo giocando con quella che è la tenuta sociale anche nel breve termine: dieci anni non sono uno spazio temporale largo su cui possiamo permetterci di giocare e continuare a colpi e visioni che vanno solo nella direzione di una tenuta di Governo non aiuta né i giovani che domani dovranno confrontarsi, né noi che di fatto stiamo procedendo in questa direzione.
  Per cui un invito a riflettere su quello che stiamo facendo credo sia doveroso da parte mia e soprattutto da parte del mio gruppo, la Lega Nord, che su questo è sempre stata disponibile a confrontarsi in maniera fattiva e non in maniera ideologica come invece purtroppo vedo in molti aspetti soprattutto sindacali (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, all'onorevole Di Lello che avevo chiamato ed era decaduto perché non era in Aula, il Presidente gli concede la parola per un minuto per fare un breve intervento.

  MARCO DI LELLO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, dopo il decreto «Valore cultura» approda dunque oggi il decreto «istruzione». Mi piace sottolineare come sia un duplice segnale positivo, li metto insieme perché, dopo anni di tagli nella cultura, nell'istruzione e nel sapere c’è finalmente un'importante inversione di tendenza. È un primo segnale, ma positivo, perché veniamo appunto da lustri in cui, in un periodo anche di crisi economica, anziché investire nel sapere e nella cultura dei nostri giovani si è tagliato. Perciò oggi è importante questo provvedimento in Aula e i tanti emendamenti e le lunghe discussioni in Commissione danno, credo bene, conto dell'attesa che c’è su questo provvedimento.
  Mi auguro che si possa ancora migliorare dopo il lavoro fatto in Commissione; è importante, perché torna finalmente un riconoscimento vero, perché c’è un finanziamento del diritto allo studio, si riducono i costi dei libri, ma so bene che ci sono ancora da affrontare nodi importanti che riguardano gli idonei ai concorsi, che non vorrebbero aver fatto finta di nulla dopo una prova selettiva così importante, c’è da dare una risposta ai tanti precari che hanno fatto il tirocinio formativo abilitante, c’è da farsi carico delle aspettative dei presidi incaricati. Insomma un esercito di precari, dirigenti, docenti e non docenti che ogni giorno portano avanti la scuola pubblica e a cui il Parlamento ha il dovere di dare una risposta.
  Concludo, Presidente. So bene che non potrà che essere parziale ma una risposta è doveroso che ci sia. D'altra parte affrontiamo anche la vicenda paradossale dei bonus, proviamo a dare segnali ai ricercatori, ai docenti AFAM, al personale di sostegno; insomma, io credo che un discreto lavoro sia stato fatto ma altro positivo potremo farlo in quest'Aula senza per questo rinunciare a un disegno di riforma organica che dopo questo consacri la centralità del sapere e della scuola pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)-Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire sulle proposte emendative presentate, a questo punto dovrei dare la parola al relatore per l'espressione del parere, ma ha chiesto di intervenire il presidente della Commissione, Galan. Ne ha facoltà.

  GIANCARLO GALAN, Presidente della VII Commissione. Signor Presidente, onorevoli colleghi, siccome esistono ancora, data la complessità del provvedimento – credo che un saggio sia stato dato poco fa –, alcuni punti su cui la Commissione e il Comitato dei nove in particolare deve ritrovarsi, io la pregherei di sospendere la seduta per riprenderla alle ore 16.

  PRESIDENTE. La ringrazio, presidente Galan. La seduta la riprenderemo alle 15 perché abbiamo il question time, e subito dopo, alle 16, quando riprenderemo i nostri lavori, li riprenderemo, speriamo, Pag. 21anche con un buon esito dei minuti che stiamo impiegando ora con la sospensione della seduta. Quindi, sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata e alle ore 16 con il seguito del decreto in materia di istruzione.

  La seduta, sospesa alle 13,05, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, il Ministro della salute e il Ministro del lavoro e delle politiche sociali.

(Ritiro dell'interrogazione Schullian n. 3-00403)

  PRESIDENTE. Avverto che la prima interrogazione all'ordine del giorno, Schullian n. 3-00403, è stata ritirata dai presentatori in data odierna.

(Intendimenti in merito ad un eventuale riordino del sistema degli archivi di Stato – n. 3-00404)

  PRESIDENTE. La deputata Irene Manzi ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Piccoli Nardelli n. 3-00404, concernente intendimenti in merito ad un eventuale riordino del sistema degli archivi di Stato (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

  IRENE MANZI. Gentile Ministro, onorevoli colleghi, Presidente, forte è il dibattito sorto in questi mesi intorno alla situazione degli Archivi di Stato, oggetto di un possibile riordino che, agli occhi di molti, potrebbe preludere ad un'ulteriore contrazione e riduzione delle capacità operative di questi enti, finendo così per sommarsi ad una situazione più complessiva di disagio e difficoltà che gli istituti archivistici stanno affrontando da troppi, molti anni.
  Tante sono le problematiche presenti: la progressiva riduzione delle risorse finanziarie a disposizione, spesso volatili ed incerte, che impedisce l'avvio di una programmazione annuale e pluriennale certa e definita; una dotazione organica sempre più esigua, a causa del blocco dei concorsi, che continua a penalizzare i tanti professionisti specializzati formatisi in questi anni. Ma ancor più penso a settori nuovi ed importanti che richiederanno una progressiva messa alla prova delle nuove professionalità: la catalogazione e la gestione dei documenti digitali e di quelli prodotti dalle pubbliche amministrazioni; l'incremento di politiche di digitalizzazione.
  Proprio per questo, Ministro, sollecitiamo oggi la sua attenzione su una complessiva riforma del sistema archivistico, che non potrà non coinvolgere le istituzioni e l'intero settore per la tutela del nostro patrimonio culturale.

  PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Massimo Bray, ha facoltà di rispondere.

  MASSIMO BRAY, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, onorevoli colleghi, nella mia audizione del 23 maggio scorso, presso le Commissioni cultura di Camera e Senato, ho illustrato le linee programmatiche dell'azione del Ministero del quale avevo, da poco, assunto la guida.
  Un punto importante di quelle linee riguardava proprio gli archivi e la conservazione delle memorie digitali. Richiamavo il fatto che gli Archivi di Stato, spesso percepiti come strutture antiquate che operano in favore di una ristretta cerchia di studiosi, sarebbero stati oggetto del mio Pag. 22impegno per tornare ad essere strutture di eccellenza e all'avanguardia in linea con il ruolo fondamentale che essi sono chiamati ad assumere rispetto alla conservazione delle memorie digitali.
  Sono a conoscenza del dibattito che si sta svolgendo anche in Rete in merito al riordino degli Archivi di Stato, che paventa il rischio di un'ulteriore contrazione della capacità operativa degli istituti archivistici. A tal proposito desidero anzitutto rassicurare gli onorevoli interroganti circa il fatto che il riordino del sistema archivistico, nell'ambito della generale riorganizzazione del Ministero, sarà svolto nell'ottica di ampliare le funzioni degli istituti, dare un maggior impulso al settore, garantire l'efficacia e l'efficienza dei servizi resi, nella convinzione del decisivo ruolo che gli archivi svolgono nella tutela e valorizzazione dell'ingente patrimonio di conoscenza della nazione.
  Una prima iniziativa è contenuta nel decreto «Valore Cultura», il cui articolo 2 è stato dedicato allo sviluppo delle biblioteche e degli archivi, per implementare il livello di inventariazione e digitalizzazione del patrimonio culturale. La norma prevede la realizzazione di un programma, per il quale è stata autorizzata la spesa di due milioni e mezzo di euro per l'anno 2014, integrata anche con eventuali finanziamenti europei, che, nel quadro delle indicazioni dell'Agenda digitale europea, incrementi le attività di inventariazione, catalogazione e digitalizzazione del patrimonio culturale. Il programma viene attuato negli istituti e nei luoghi della cultura statali individuati dal Ministero, con l'indirizzo e l'assistenza tecnico-scientifica degli istituti centrali competenti per la tipologia di patrimonio digitalizzato.
  Sono inoltre consapevole dell'esigenza, richiamata dagli onorevoli interroganti, di dover rafforzare il ruolo degli istituti archivistici nei confronti degli archivi correnti delle pubbliche amministrazioni, ormai quasi totalmente generati in forma digitale, secondo quanto previsto proprio dal codice dell'amministrazione. È mia intenzione, a tale riguardo, procedere in accordo con il Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri, per trovare le soluzioni adeguate e condivise. Anche in questa prospettiva non mancherà la dovuta considerazione alle esigenze del sistema archivistico e sarà mia cura concentrare l'attenzione su questo delicato settore.
  Condivido, infine, il suggerimento di procedere ad un confronto che coinvolga le associazioni di settore nel progetto di riordino del sistema archivistico e a tale proposito ricordo l'avvenuta audizione dell'Associazione nazionale archivistica italiana e di altre associazioni proprio presso la Commissione incaricata della riorganizzazione del Ministero. Tornerò a riferirvi su questo argomento non appena la Commissione avrà concluso i propri lavori.

  PRESIDENTE. La deputata Piccoli Nardelli ha facoltà di replicare.

  FLAVIA PICCOLI NARDELLI. Grazie Presidente, grazie signor Ministro, la ringrazio della risposta, di cui mi dichiaro soddisfatta.
  Stiamo seguendo con grande attenzione il lavoro del Ministro e del Ministero.
  Gli archivi italiani, sia quelli in analogico sia quelli in digitale, oltre a svolgere la funzione di strumenti fondamentali di efficienza amministrativa e di trasparenza democratica, raccolgono un patrimonio storico che testimonia la storia e l'articolata identità del nostro Paese. Non occorre ricordare che l'efficacia dello svolgimento di tale funzione, a fronte delle cresciute esigenze della tutela, conservazione e fruizione di un patrimonio archivistico storico, che continua naturalmente a incrementarsi, è in seria crisi. La crisi coinvolge il personale, che rischia a breve termine di venire a mancare del tutto per assenza di ricambio, le strutture, che si trovano a fronteggiare oneri logistici crescenti, e le attività, che richiedono un maggiore sostegno finanziario e normativo.
  Il codice dei beni culturali, alla lettera b) del comma 2 dell'articolo 10, definisce Pag. 23tra i beni culturali gli archivi e i singoli documenti dello Stato, delle regioni, degli altri enti pubblici territoriali, nonché di ogni altro ente ed istituto pubblico. Troppo perché si riesca oggi a gestire e mantenere questo patrimonio con le strutture esistenti, così come ha detto poco fa il Ministro.
  Quindi, chiediamo a lei, signor Ministro, di lavorare per una riforma di lungo respiro che contempli queste nuove responsabilità, pur rispettando le attuali competenze e che prenda in considerazione la documentazione amministrativa delle varie articolazioni della pubblica amministrazione, ormai prodotta quasi integralmente in formato digitale e bisognosa di adeguate infrastrutture.
  Siamo consapevoli che i passaggi tecnologici determinano spesso perdita di dati, di contenuti, di storia. Anche per questo abbiamo bisogno di raccomandarle la tutela delle migliaia di archivi pubblici in tutte le loro fasi di vita, dalla creazione, alla corretta gestione, alla delicata fase della selezione, fino alla parziale distruzione e all'archiviazione storica, attraverso lo sviluppo e l'applicazione di metodologie omogenee, ma anche curando queste numerose e nuove problematiche che via via emergono nella pratica quotidiana. Grazie Ministro.

(Iniziative volte ad un'adeguata valutazione del quadro clinico dei pazienti sottoposti a cure con il «metodo Stamina» – n. 3-00405)

  PRESIDENTE. Il deputato Rondini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00405, concernente iniziative volte ad un'adeguata valutazione del quadro clinico dei pazienti sottoposti a cure con il «metodo Stamina» (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  MARCO RONDINI. Grazie Presidente, partendo dal presupposto dell'assenza di gravi effetti collaterali sui pazienti in cura presso gli Spedali civili di Brescia in base al trattamento a base di cellule staminali messo a punto dalla Stamina Foundation e al fine di accertare la validità della suddetta metodica, il Parlamento aveva approvato il decreto-legge 25 marzo 2013. Detta normativa disciplina l'impiego di medicinali per terapie avanzate, preparati su base non ripetitiva e l'impiego terapeutico dei medicinali sottoposti a sperimentazione clinica.
  Il decreto ministeriale in nessun modo aveva attribuito al comitato scientifico il potere di operare alcune valutazioni; infatti i compiti del comitato scientifico erano limitati all'identificazione delle patologie da includere nella sperimentazione, alla definizione dei protocolli clinici per ciascuna delle patologie sottoposte a sperimentazione, all'identificazione delle officine di produzione da coinvolgere nella sperimentazione.
  Quindi noi chiediamo e riteniamo che sia indispensabile comunque garantire un'adeguata valutazione del quadro clinico dei pazienti in cura presso l'ospedale di Brescia, specie dopo le affermazioni rilasciate pubblicamente anche dal Ministro interrogato, relative all'assenza di miglioramenti desumibili dalle cartelle cliniche dell'ospedale di Brescia, affermazioni peraltro sconfessate anche da una nota trasmissione televisiva.

  PRESIDENTE. La Ministra della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Signor Presidente, diciamo che la risposta richiederebbe più di tre minuti. Ora, noi – parlo di noi come Paese, società, Governo, Parlamento – stiamo seguendo ormai da due anni, con grandissima emozione e, sicuramente, con un coinvolgimento personale che ha riguardato tutti i decisori che si sono alternati, questa vicenda drammatica che va sotto il nome di Stamina Foundation, del trattamento con le cellule staminali così come elaborate dalla Fondazione Stamina.
  Tra marzo, aprile e maggio, nel susseguirsi dei mesi, sono state valutate alcune opzioni e si è arrivati, alla fine, con Pag. 24l'approvazione del decreto Balduzzi, ad una definizione che promuoveva la sperimentazione clinica nel nostro Paese del metodo Stamina.
  Una sperimentazione che avveniva anche in deroga – lo ricordo agli interroganti, che lo sanno – rispetto alle normative, purché si rispettasse la normativa dal punto di vista non solo italiano, ma internazionale, che fa espressamente riferimento alle buone prassi di fabbricazione richieste dal diritto comunitario, inderogabile da parte del diritto internazionale.
  Per realizzare questa sperimentazione, è stato emanato un apposito decreto ministeriale, il 18 giugno 2013, in cui si è indicata la costituzione di un comitato scientifico, sotto il coordinamento dell'Istituto superiore di sanità e alla presenza dei tre enti principali, cioè l'Istituto superiore di sanità, l'Aifa e il Centro nazionale trapianti. Questo comitato scientifico doveva, di fatto, valutare non il funzionamento del trattamento, ma la sua possibile applicazione, cioè che ci fossero i parametri per dare via alla sperimentazione, così come previsto dalla normativa non solo italiana e internazionale, anche con alcune deroghe precise.
  Queste deroghe, però, non potevano andare oltre due aspetti: un aspetto principale, che è la sicurezza dei pazienti, che siamo tenuti a garantire, e l'altro, il fatto che vi fosse la possibilità stessa di rendere praticabile la sperimentazione. Purtroppo – lo dico con grandissimo rammarico – il comitato scientifico, composto da dieci membri tra i maggiori esperti italiani su queste patologie e dall'associazione EURORDIS – rispondo anche a una parte che è scritta nella sua interrogazione – che è un'associazione...

  PRESIDENTE. Ministro, concluda.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. ... di cura del settore della tutela dei pazienti di carattere europeo, ha dato una valutazione negativa, sia dal punto di vista della sicurezza sia dal punto di vista dell'appropriatezza delle funzioni.
  A quel punto, abbiamo richiesto all'Avvocatura dello Stato che cosa dovesse fare il Ministero e che cosa dovesse fare il Ministro. L'Avvocatura dello Stato ha detto che non vi erano i presupposti per continuare la sperimentazione del metodo Stamina.
  Lo dico, e mi scusi, Presidente, se ho debordato nella mia risposta, perché è assolutamente indispensabile far capire a tutti che noi abbiamo seguito le procedure previste dalla legge scritta da questo Parlamento e vi è stata una tale buona fede da parte di tutti, anche di voler pensare che avremmo avuto un esito positivo, che non è stata prevista una misura di uscita dalla sperimentazione nella norma, tant’è vero che abbiamo dovuto chiedere un chiarimento al comitato scientifico.

  PRESIDENTE. Deve concludere, Ministro.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Per quanto riguarda la questione delle cartelle cliniche, noi, così come previsto dalla normativa, nel corso di questi mesi abbiamo acquisito i dati provenienti da Brescia. Questi ultimi non ci hanno dato significativi risultati e la sottoscritta ha chiesto, all'indomani della chiusura della sperimentazione, che fossero acquisite le cartelle cliniche, per fare un'ulteriore valutazione approfondita delle cartelle; valutazione che, ovviamente, non fa né la televisione né la politica, ma che viene fatta dagli organi interessati e che sono tecnicamente validati per poter realizzare questo genere di valutazione.

  PRESIDENTE. Il deputato Marco Rondini ha facoltà di replicare.

  MARCO RONDINI. Signor Presidente, noi non rimaniamo soddisfatti dalla risposta, anche perché noi crediamo che, in violazione di quello che era stato stabilito nel decreto, il comitato abbia operato, di fatto, il blocco della sperimentazione. Come è presente nell'interrogazione, noi abbiamo sottolineato che, di fatto, i compiti del comitato scientifico erano ben altri.Pag. 25
  Di più, i membri del comitato scientifico erano persone – e questo basta verificarlo leggendo gli articoli di stampa – che, senza mettere in dubbio la loro preparazione dal punto di vista scientifico, si erano già espresse più e più volte attraverso gli organi di stampa, nella migliore delle ipotesi criticando quello che veniva fatto presso gli Spedali civili di Brescia, e di più, magari liquidando la metodica come una sorta di metodo poco scientifico e che poteva mettere sicuramente a rischio la vita dei pazienti. Di fatto, oggi noi non abbiamo riscontro che questa metodica possa creare dei problemi alla salute dei pazienti, e questo è innegabile, questo è assolutamente innegabile. Dopodiché oggi veniamo a sapere che le cartelle cliniche sono state acquisite e ci fa piacere. Probabilmente il comitato scientifico prima di licenziare quel proclama (tra parentesi, che abbiamo acquisito attraverso i mezzi di stampa) avrebbe potuto acquisire le cartelle cliniche, perché questo dimostra la poca serietà di quel comitato scientifico.

(Iniziative in materia di distribuzione dei prodotti alimentari a fini di solidarietà sociale – n. 3-00406)

  PRESIDENTE. Il deputato Raffaele Calabrò ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00406, concernente iniziative in materia di distribuzione dei prodotti alimentari a fini di solidarietà sociale (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  RAFFAELE CALABRÒ. Signor Presidente, signor Ministro, il 16 ottobre si è svolto un convegno per la Giornata mondiale dell'alimentazione, nella sede della FAO qui a Roma. Il tema era la disponibilità delle risorse alimentari. Sappiamo che soprattutto nei Paesi ad alto reddito – e l'Italia la ritroviamo in questa situazione – si verifica un significativo spreco degli alimenti, e questo è andato aumentando negli ultimi tempi. Parallelamente è andato aumentando il numero delle persone indigenti. Gli sprechi sono sia a livello familiare, senz'altro (è stato calcolato che addirittura per ogni famiglia vi è uno spreco di 49 chili di cibo ogni anno), ma anche nella ristorazione pubblica, e, in particolare, nelle realtà ospedaliere. Queste perdite sono a vari livelli della catena di distribuzione, però forse nella fase di commercializzazione si hanno gli sprechi maggiori, soprattutto quando esistono notevoli quantità di prodotti che non vengono venduti, e ancora sono idonei per il consumo delle persone. Questi vengono destinati alla distruzione anche se, di fatto, potrebbero sostenere la necessità di molte persone indigenti. Mi affretto, Presidente: è documentato che oggi le strutture ospedaliere hanno uno spreco di circa il 30 per cento, che incide negativamente sulla qualità dei servizi e sui costi. È stata approvata una legge nel 2003, la legge n. 155, che disciplina la distribuzione dei prodotti alimentari a fini di solidarietà sociale, ma questo non sembra che abbia portato grandi risultati. La domanda è: quali iniziative il Ministro intende adottare affinché vi sia una semplificazione delle procedure che oggi hanno reso difficile l'applicazione della legge e a garanzia anche degli alimenti, dei consumatori e degli indigenti.

  PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Signor Presidente, la redistribuzione di alimenti alle persone indigenti rappresenta una priorità dell'azione di Governo e, in particolare, mia. Si condividono pertanto le preoccupazioni degli onorevoli interroganti. Nello specifico, il Ministero della salute si è da tempo attivato per promuovere iniziative volte ad agevolare una distribuzione più ampia possibile del cibo, anche attraverso la riduzione degli sprechi alimentari. In particolare, nel 2010 sono state adottate le Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica, mediante apposita intesa Stato-regioni, per educare gli studenti a una corretta azione di contrasto agli Pag. 26sprechi alimentari. È stato a tal fine predisposto, in intesa con il MIUR, un questionario per realizzare un'indagine conoscitiva destinata agli istituti scolastici, al fine di monitorare il riscontro dell'efficienza delle Linee di indirizzo di cui sopra. È mia intenzione attivare quanto prima una analoga iniziativa anche nell'ambito della ristorazione ospedaliera, dove il fenomeno è particolarmente rilevante e rende non più differibile l'attivazione di un apposito monitoraggio.
  Colgo l'occasione per comunicare che il Ministero della salute, già prima della pausa estiva, ha proposto al Mipaaf, per i profili di competenza, la costituzione di un tavolo tecnico, nella convinzione che sia necessario non solo definire misure a sostegno delle attività delle organizzazioni caritatevoli, ma anche individuare ulteriori modalità per ridurre il fenomeno dello spreco di cibo, conciliando le misure di semplificazione delle attività per la redistribuzione del cibo agli indigenti con il rispetto delle misure di salvaguardia a tutela dei destinatari finali.
  Sono fermamente convinta che la rilevanza del tema della redistribuzione di cibo alle persone indigenti renda non più differibile un intervento di natura normativa, di cui mi farò promotrice già nel disegno di legge di stabilità del 2014, che vada nella direzione di agevolare ulteriormente la redistribuzione dei prodotti alimentari, ai fini di solidarietà sociale, salvaguardando nel contempo le misure di sicurezza alimentare. In particolare intendo promuovere disposizioni che, in modo uniforme sul territorio nazionale, siano finalizzate a promuovere ed agevolare efficacemente il recupero tempestivo e la redistribuzione di alimenti, di quelli che, sebbene ancora idonei al consumo, sarebbero destinati alla distruzione ed allo smaltimento, attraverso misure di semplificazione e agevolazioni a favore dei soggetti che operano nella catena della distribuzione alimentare.
  Ritengo che destinatari delle anticipate disposizioni debbano essere le Onlus che ai fini di beneficenza già effettuano una distribuzione gratuita di prodotti alimentari raccolti presso la catena della grande distribuzione o presso strutture pubbliche o private che somministrano pasti ed i singoli operatori del settore alimentare che direttamente redistribuiscono cibo alle persone in stato di bisogno.
  Concludo ribadendo che l'iniziativa normativa sarà ovviamente caratterizzata da ogni necessaria misura di garanzia a tutela dei consumatori finali e, circa la sicurezza degli alimenti, in tutte le fasi che vanno dalla raccolta allo stoccaggio, al trasporto ed alla distribuzione, attraverso il coinvolgimento dei competenti servizi del Servizio Sanitario Nazionale.

  PRESIDENTE. Il deputato Calabrò ha facoltà di replicare.

  RAFFAELE CALABRÒ. Signora Presidente, io mi ritengo molto soddisfatto dalla risposta del Ministro. Crediamo molto ed abbiamo la sensazione che stia funzionando quanto riguarda il processo educativo all'interno delle scuole. Analogo processo e tutto quello che è stato sottolineato che si può fare all'interno degli ospedali e delle strutture ospedaliere con un tavolo tecnico che lavori su meccanismi di semplificazione ci sembra lo strumento adatto e senz'altro va immaginato lo strumento normativo a cui faceva riferimento.
  Ci auguriamo che questo possa portare ad un più corretto e rapido recupero, soprattutto – io sottolineo – a garanzia della salute dei cittadini indigenti che potranno utilizzarlo.

(Iniziative urgenti per la prosecuzione della sperimentazione del «metodo Stamina» – n. 3-00407)

  PRESIDENTE. Il deputato Totaro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00407, concernente iniziative urgenti per la prosecuzione della sperimentazione del «metodo Stamina» (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  ACHILLE TOTARO. Signora Ministro, ho sentito anche le motivazioni date agli Pag. 27altri parlamentari intervenuti prima di me su questo argomento. Noi partiamo da questo decreto approvato dal Parlamento pochi mesi fa, che prevedeva addirittura lo stanziamento di 3 milioni di euro per la sperimentazione e in base a questa interrogazione, in cui chiediamo appunto il ripristino della sperimentazione per quanto riguarda il «metodo Stamina», prendiamo atto che il comitato scientifico nominato dal Governo in pratica ha bloccato la sperimentazione in base ad un documento presentato a dicembre dal presidente della Stamina Foundation Onlus e in base a quello ha detto che c'erano delle criticità in questo documento e si è bloccata la sperimentazione, anzi l'inizio della sperimentazione.
  Noi chiediamo invece che appunto si possa andare avanti, perché è un argomento importante e non si può appunto stabilire o l'inefficacia della cura o la pericolosità di questa se non si fa la sperimentazione o se non si inizia nemmeno, perché di fatto non si è iniziata.

  PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Signora Presidente, non ripeto ovviamente le cose che ho già detto prima, visto che siamo tutti presenti. Vorrei ricordare due passaggi all'interrogante: allora, noi abbiamo istituito con decreto ministeriale, il 18 giugno 2013, tutte le procedure per attivare la sperimentazione, cioè abbiamo stanziato e trovato non soltanto i tre milioni, ma abbiamo trovato i lavoratori ed abbiamo costituito il comitato scientifico che, ricordo, non è costituito da persone trovate per strada, ma tra i massimi rappresentanti in Italia, cioè 10, delle patologie che erano appunto afferenti alle questioni sollevate.
  Dopodiché, il 1o agosto, il rappresentante della Stamina Foundation ha depositato presso l'Istituto superiore di sanità non un documento, ma tutto il protocollo concernente la metodica, consentendo così al comitato scientifico di iniziare la valutazione del trattamento così come previsto dalla legge italiana e dalla legge internazionale, a cui noi avevamo previsto delle deroghe che però avevano dei limiti e dei paletti cioè la sicurezza e la ripetibilità.
  In data 11 settembre, il comitato scientifico ha elaborato un'analitica e motivata relazione esprimendo all'unanimità parere negativo e, pertanto, ostativo all'ulteriore prosecuzione dell'iter della sperimentazione con il metodo esaminato, rilevandone l'assenza di presupposti di scientificità e sicurezza per l'inadeguata descrizione del metodo – sottolineo: inadeguata descrizione del metodo – per la insufficiente definizione del prodotto e per i potenziali rischi per i pazienti, per la mancanza di un piano di identificazione screening e testing dei donatori con conseguente esclusione della verifica del rischio di malattie trasmissibili e di altri rischi di fenomeni di sensibilizzazioni anche gravi. Il metodo – domanda che io avevo posto ovviamente – è stato consegnato ponendo la condizione che non vi fosse alcun tipo di modifica apportabile. Quindi, in base a questi parametri, il comitato si è espresso, il Ministero e il dipartimento e la sottoscritta abbiamo chiesto un parere all'avvocatura dello Stato e quest'ultima ha detto che non ci sono i presupposti per continuare la sperimentazione.
  Per quanto riguarda invece i 3 milioni di euro, ho chiesto alle regioni e sono sicura che arriveremo ad una conclusione positiva di destinare questi 3 milioni di euro alla ricerca e alla cura delle malattie rare che è il problema dei problemi. Sicuramente accanto alle valutazioni di tipo tecnico-scientifico e di tipo giuridico c’è il destino dei malati: e questo non può non stare a cuore a tutti quanti noi, a tutto il Parlamento. Non ci sono divisioni tra buoni e cattivi. C’è un ambito che è quello giuridico e politico e un altro ambito che appartiene alla scienza e questi due ambiti vanno entrambi rispettati e bisognerà che noi tutti troviamo un equilibrio tra queste due ambiti.

Pag. 28

  PRESIDENTE. Il deputato Totaro ha facoltà di replicare.

  ACHILLE TOTARO. Ministro, le dico che ho avuto un problema familiare. Mia madre ha avuto per trentacinque anni la sclerosi multipla, quindi so bene quanti personaggi quanto meno ambigui si presentano di fronte a molte famiglie che si trovano a dover affrontare la vicissitudine di avere un proprio parente, un caro che non ha più speranza di guarire. Quindi so bene e lei ha fatto bene ad essere intransigente nella verifica di certi parametri e, dal punto di vista tecnico, non le possiamo fare nessun appunto.
  Le vorrei dire che qui parliamo di una situazione in cui un comitato scientifico è intervenuto e ha detto addirittura, nelle motivazioni per bloccare la sperimentazione, che nel documento presentato da Stamina Foundation non c'era sicurezza, ad esempio, nel prelievo del midollo osseo cioè come se negli ospedali italiani – qui parliamo degli Spedali riuniti di Brescia – non vi fossero i parametri necessari per fare in modo che questo prelievo venisse fatto nelle misure adeguate. Francamente mi sembrano motivazioni un po’ risibili.
  Allora io dico che forse un po’ di coraggio servirebbe in questo caso perché non possiamo far pensare poi ai tanti malati che sono fuori di qua, che non hanno speranze perché ricordiamoci di questo: Il problema che noi stiamo affrontando è quello di migliaia e migliaia di cittadini che non hanno la speranza, non hanno la speranza di niente. Allora se c’è una piccola speranza perseguiamo quella strada. Non vorrei che qualcuno pensasse, forse a ragione forse a torto non lo so, che poi dietro a tanti personaggi che rappresentano anche il mondo scientifico vi siano anche le multinazionali del farmaco o queste cose. Spero di no. Fughiamo questo dubbio. Allora iniziamola la sperimentazione. Se poi non avrà risultati lo verifichiamo ma dire, a prescindere, prima d'iniziare, che fa male o non produce risultati, secondo me, è un modo sbagliato. Per questo non mi ritengo soddisfatto della risposta del Ministro.

(Iniziative per l'attivazione di un tavolo di concertazione per la salvaguardia dei livelli occupazionali nel mercato delle energie rinnovabili – n. 3-00408)

  PRESIDENTE. Il deputato Rizzetto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00408 concernente iniziative per l'attivazione di un tavolo di concertazione per la salvaguardia dei livelli occupazionali nel mercato delle energie rinnovabili (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  WALTER RIZZETTO. Signor Presidente, Ministro, l'Italia nel 2011, come lei sa, Ministro, è stato il più grande mercato mondiale rispetto al settore del fotovoltaico con circa 18 mila 500 occupati e con quasi 100 mila persone che, lavorando in questo settore, hanno aumentato notevolmente l'indotto.
  Ora questo indotto, questo settore, a causa della crisi economica, a causa del credito, sempre insufficiente, a causa del crollo di materie prima, a causa del crollo delle celle e dei moduli, a causa anche della fine del quinto conto energia, anche se si è poi in parte risolta la cosa con le detrazioni fiscali, è un mercato assolutamente in crisi. Le due aziende di cui le parlo sono la Mx group di Villasanta e la Solarday di Mezzago in provincia di Milano. Vorremmo capire se intende attivare subito un tavolo di concertazione con la partecipazione delle parti sociali per individuare una sorta di salvaguardia dei poli produttivi summenzionati e dello stesso livello occupazionale.

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Enrico Giovannini, ha facoltà di rispondere.

  ENRICO GIOVANNINI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, l'onorevole Rizzetto con il presente atto parlamentare richiama l'attenzione sulla crisi che sta attraversando il comparto produttivo delle energie rinnovabili e nello specifico il settore fotovoltaico, Pag. 29con le conseguenti ricadute occupazionali che hanno interessato, tra l'altro, le società Mx group Spa e la Solarday Spa. Voglio ricordare preliminarmente, come l'interrogante ha già ricordato, che già dallo scorso mese di giugno il Governo è intervenuto sulla questione degli incentivi alla produzione di energia da fonte fotovoltaica con l'adozione del decreto-legge n. 63 del 2013. Ricordo, inoltre, che il disegno di legge di stabilità, attualmente all'esame del Senato, prevede la proroga di detti incentivi fino a tutto il 2015 a conferma del fattivo interesse del Governo per questo importante settore di attività.
  Per quanto concerne, invece, gli aspetti di specifica competenza del Dicastero che rappresento, faccio presente che la società Mx group, a decorrere dal 16 luglio 2012, beneficia del trattamento di cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale per la totalità dei lavoratori. Successivamente, lo scorso 30 luglio, all'approssimarsi della scadenza del predetto trattamento di integrazione salariale, la società è stata ammessa alla procedura di concordato preventivo ed ha, pertanto, presentato istanza di cassa integrazione straordinaria per dodici mesi con decorrenza dal 9 maggio 2013. Tale istanza risulta essere allo stato ancora in fase di istruttoria.
  Per quanto concerne, invece, la società Solarday Spa, già in liquidazione, informo che la stessa ha beneficiato del trattamento di cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale per cessazione di attività per il periodo 10 aprile-27 novembre 2012 per un numero massimo di 106 lavoratori. Attualmente, a seguito dell'ammissione della società alla procedura di concordato preventivo, la società usufruisce del trattamento di cassa integrazione straordinaria ai sensi dell'articolo 3, comma 1, della legge n. 223 del 1991.
  Sebbene le parti interessate non abbiano sinora chiesto al Ministero che rappresento alcun incontro per l'analisi della situazione occupazionale, posso comunque assicurare la massima attenzione del Governo in ordine alle vicende delle due società nonché la più ampia disponibilità a valutare ogni possibile soluzione diretta a tutelare i lavoratori in questione tenuto anche conto degli strumenti finora attivati. Il Ministero dello sviluppo economico, espressamente interpellato per la parte di competenza, ha comunicato di essere in continuo contatto con le associazioni di categoria per valutare ulteriori iniziative che possano dare opportunità di ripresa alle aziende del settore.

  PRESIDENTE. Il deputato Rizzetto ha facoltà di replicare.

  WALTER RIZZETTO. Signor Presidente, grazie Ministro, mi ritengo in parte soddisfatto rispetto alla sua risposta nel senso che va benissimo il tavolo di concertazione e va bene la sua apertura rispetto ad un eventuale dialogo con le aziende stesse, anche in concerto con la X Commissione attività produttive. Per quanto riguarda, invece, come lei giustamente ricordava, la riproroga probabile in seno alla prossima legge di stabilità degli ecoincentivi e, quindi, delle detrazioni fiscali sino al 31 dicembre del 2014, anche in questo caso noi ci riteniamo abbastanza soddisfatti. Lei mi insegna, Ministro, che un'azienda deve iniziare a guardare oltre l'anno di vita. Mi insegna anche che in questo caso la cassa integrazione e la cassa integrazione in deroga sono delle misure temporanee per poi dopo concludersi con un nulla di fatto e, quindi, effettivamente pesano sulle casse dello Stato per andare avanti cinque, sei o sette mesi o anche di più, per dopo, però, decretare il fallimento o la chiusura dell'azienda stessa.
  Quindi, io sicuramente, e lo ripeto, sono in parte soddisfatto. La invito, anche con il Ministro Zanonato, a valutare l'opportunità di una proroga a più ampio margine degli ecobonus e di tutto quanto...

  ENRICO GIOVANNINI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. 2015 !

  WALTER RIZZETTO. Sì, effettivamente, io avevo notato 31 dicembre 2014: se, a questo punto, in questa piacevole discussione, lei mi conferma al 2015, tanto meglio.

Pag. 30

(Iniziative di competenza in relazione al ruolo degli istituti di credito nell'ambito della crisi economico-finanziaria, anche alla luce della recente disdetta da parte dell'ABI del contratto nazionale di lavoro e del fondo di solidarietà per il personale del settore – n. 3-00409)

  PRESIDENTE. La deputata Di Salvo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00409, concernente iniziative di competenza in relazione al ruolo degli istituti di credito nell'ambito della crisi economico-finanziaria, anche alla luce della recente disdetta da parte dell'ABI del contratto nazionale di lavoro e del fondo di solidarietà per il personale del settore (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  TITTI DI SALVO. Signor Presidente, signor Ministro, la nostra domanda riguarda il sistema bancario, come ha sentito dal titolo dell'interrogazione e, in particolare, il rapporto tra quel sistema – quello che ha venduto titoli «tossici» ai cittadini, il più avaro d'Europa per l'accesso delle piccole imprese al credito –, che oggi, nonostante riceva nuove risorse pubbliche nel disegno di legge di stabilità, annuncia non solo la disdetta del contratto nazionale di lavoro, ma anche di voler abolire il contratto nazionale di lavoro e il fondo di solidarietà, che è stato l'unico strumento per 50 mila lavoratori bancari di tutela nel momento delle ristrutturazioni che li hanno estromessi dal sistema delle banche.
  Allora la domanda è questa, signor Ministro: ma il Governo, che è responsabile della distribuzione e della gestione delle risorse pubbliche, cioè di tutti noi, ha qualcosa da dire rispetto al fatto che questo sistema che tanto dà, in cambio schiaffeggia il contratto nazionale, i sindacati, i lavoratori, i cittadini e le piccole imprese ?

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Enrico Giovannini, ha facoltà di rispondere.

  ENRICO GIOVANNINI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, gli onorevoli interroganti nel richiamare la disdetta da parte dell'ABI sia del contratto collettivo nazionale di lavoro, proponendo in sua vece un contratto aziendale per ogni istituto, sia del fondo di solidarietà di categoria, sottolineano uno stato di agitazione delle organizzazioni sindacali del personale e auspicano un intervento del Governo, che dovrebbe essere – per usare le stesse parole degli interroganti – finalizzato a ricondurre gli istituti di credito a un comportamento più consono al loro ruolo e alle loro responsabilità economiche e sociali.
  Dal punto di vista generale, pur tenendo, ovviamente, nella massima considerazione le esigenze rappresentate, in particolare per quanto riguarda il trattamento normativo ed economico dei lavoratori di un settore così importante per l'economia e la società nel suo complesso, non può essere dimenticata la crisi di sistema che ha interessato l'intero settore creditizio negli anni più recenti e, come sappiamo, non solo in Italia, e, quindi, la necessità di procedere ad operazioni di razionalizzazione delle strutture in un mercato ormai ampiamente contendibile.
  Proprio per questo, il Governo segue con la massima attenzione l'evoluzione della situazione rappresentata e ritengo ancora possibile, anche dai contatti che ho avuto nei giorni scorsi con i rappresentanti sia di alcune organizzazioni sindacali sia dell'ABI, individuare una soluzione basata sul consenso tra le parti interessate, che contemperi i diversi obiettivi, ivi compreso quello di tutela dei lavoratori. Vorrei rinviare anche alle relazioni che, questa mattina, il presidente dell'ABI, il Governatore della Banca d'Italia e il Ministro Saccomanni hanno svolto nel corso della «Giornata mondiale del risparmio», in cui il tema del futuro del sistema bancario è stato ampiamente discusso.
  Con riferimento alla seconda questione sollevata dagli onorevoli interroganti relativa alla disdetta del fondo di solidarietà di categoria, faccio presente che la competente direzione generale del Ministero che Pag. 31rappresento non ha ricevuto alcuna formale comunicazione relativa alle sorti del fondo di solidarietà. Osservo al riguardo che la legge n. 92 del 2012, di riforma del mercato del lavoro, ha previsto che la disciplina di tutti i fondi di solidarietà esistenti alla data di entrata in vigore della legge venisse adeguata alle norme previste dalla medesima legge con decreto interministeriale del Ministero del lavoro e del Ministero dell'economia e finanze, sulla base di accordi collettivi e contratti collettivi da stipulare tra le organizzazioni comparativamente più rappresentative a livello nazionale entro il 31 ottobre 2013.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ENRICO GIOVANNINI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Anche in questo caso, posso confermare che il Governo continuerà a monitorare in modo proattivo, con tutto l'interesse che la delicatezza del caso richiede, l'evoluzione della questione, nella consapevolezza dell'importanza dei fondi di solidarietà di settore per la piena tutela della posizione dei lavoratori.

  PRESIDENTE. La deputata Di Salvo ha facoltà di replicare.

  TITTI DI SALVO. Signor Presidente, signor Ministro, io interpreto la sua risposta come un impegno, quindi, per impedire che chi riceve, come il sistema bancario, delle risorse pubbliche, in cambio dia ai lavoratori e alle lavoratrici e al sindacato uno «schiaffo» come quello che descrivevo. Ciò perché è vero che le ristrutturazioni sono state necessarie, ma non si fanno ristrutturazioni contro i lavoratori. Quindi, il contratto nazionale è uno strumento utile in momenti di crisi, non il contrario, perché immaginare il contrario fa parte di un'altra cultura politica. Voglio dire: è un sistema, come lei sa, signor Ministro, che dà 115 milioni di euro a uno sparuto gruppo di top manager (cioè l'equivalente della retribuzione di 250 lavoratori), ma è un sistema che perde 2 miliardi 143 milioni di euro nel 2012 a causa delle gestioni degli stessi manager, che hanno un rapporto da 1 a 64 rispetto alle persone che lavorano nel settore.
  Lei ovviamente, signor Ministro, ha ben presente come elementi di moralità, in un momento di crisi in cui le disuguaglianze si approfondiscono – l'Italia è il secondo Paese dopo l'Inghilterra –, sono assolutamente indispensabili. Per questo io ripeto a nome del mio gruppo, Sinistra Ecologia Libertà, l'invito a vigilare fortemente perché un sistema che riceve risorse pubbliche non le possa usare contro i lavoratori e le lavoratrici. Noi siamo vicini allo sciopero che loro domani faranno e penso che sia interesse del Governo impedire lo smantellamento del diritto del lavoro in Italia. Il contratto nazionale è l'architrave del diritto del lavoro in Italia, e senza di questo – so che ci sono esempi in altri settori merceologici –, francamente, viene a mancare la civiltà giuridica europea e italiana (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

(Iniziative in materia pensionistica volte a sanare disparità di trattamento nei confronti dei lavoratori del comparto scuola – n. 3-00410)

  PRESIDENTE. Il deputato Cera ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00410 concernente iniziative in materia pensionistica volte a sanare disparità di trattamento nei confronti dei lavoratori del comparto scuola (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  ANGELO CERA. Signor Presidente, Ministro Giovannini, se non fosse entrata in vigore la legge Fornero l'ultima finestra di uscita utile del personale docente sarebbe stata il 31 agosto 2012. La legge Fornero ha stabilito nuovi requisiti per il diritto alla pensione, spostando indietro le lancette, per poter usufruire delle finestre di uscita del 31 dicembre 2011. Questa nuova condizione ha difatti bloccato coloro che erano già in possesso dei requisiti in base alla vecchia normativa per andare in pensione e che avevano fatto regolarmente Pag. 32domanda di uscita prima dell'entrata in vigore della legge Fornero. Un numero cospicuo di docenti donne sulla soglia dei quarant'anni di servizio e a pochi mesi dai sessant'anni di età, quelli esattamente tra il 31 dicembre 2011 e il 31 agosto 2012, per non restare ancora in servizio per altri tre anni, ha optato per la finestra concessa dalla legge n. 243 del 23 agosto 2004, che però è fortemente penalizzante, perché consente sì di andare in pensione, ma con il sistema contributivo, con esattamente, signor Ministro, importi tra i 600 e i 700 euro mensili netti.

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Enrico Giovannini, ha facoltà di rispondere.

  ENRICO GIOVANNINI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, l'onorevole Cera richiama l'attenzione sugli effetti prodotti sul personale appartenente al comparto della scuola dalla riforma pensionistica introdotta dal decreto-legge n. 201 del 2011, il quale, nell'introdurre nuovi e più rigidi requisiti per l'accesso al pensionamento, ha previsto che le disposizioni in materia di requisiti di accesso e di regime delle decorrenze vigenti prima del dicembre 2011 continuassero ad applicarsi in favore dei soggetti che avessero maturato quei requisiti entro il 31 dicembre dello stesso anno. E quindi non sono state considerate le peculiarità del settore scuola, come l'interrogante ha ricordato.
  Per ovviare a tale situazione l'onorevole interrogante rappresenta che alcuni soggetti interessati hanno già optato per l'accesso alla cessazione dal servizio con il trattamento pensionistico calcolato con il sistema contributivo. A fronte di tale situazione si afferma che, ove intervenisse una modifica all'attuale sistema pensionistico, queste persone sarebbero penalizzate.
  Ora la questione sollevata non attiene tanto alla necessità di consentire l'accesso ai trattamenti pensionistici ai soggetti che vengono a trovarsi, per effetto della riforma, senza occupazione e senza pensione, cioè i cosiddetti «esodati», quanto piuttosto di riconoscere a una determinata platea di lavoratori i requisiti pensionistici diversi rispetto a quelli stabiliti per la generalità dei lavoratori.
  Ora a questo proposito è all'esame del Parlamento una proposta di legge (A.C. n. 249) finalizzata a riconoscere proprio questo diritto. La richiesta, formulata dal Ministero dell'istruzione, a cui l'onorevole interrogante fa riferimento, si pone nella più generale verifica di tale proposta di legge volta ad operare una mera ricognizione degli effetti derivanti dall'eventuale estensione al 31 agosto 2012 del possesso dei requisiti pensionistici previgenti la riforma del 2011. Su questo punto valgono le considerazioni già espresse nel corso dell’iter parlamentare del provvedimento richiamato.
  In primo luogo non va trascurato che l'eventuale ripristino della cosiddetta «quota 96» per i lavoratori del comparto scuola risulterebbe antitetico, anche rispetto alla disciplina previgente con la quale il legislatore aveva fissato, a decorrere dal 2013, la maturazione della cosiddetta «quota 97».
  In secondo luogo, ma si tratta di un elemento di non minore importanza, occorre ricordare che la proposta in questione, laddove fosse accolta, determinerebbe certamente oneri considerevoli per il sistema previdenziale la cui sostenibilità andrebbe valutata nel generale quadro dei saldi di finanza pubblica.
  In conclusione, credo che la questione sollevata dall'onorevole interrogante si pone in via del tutto eventuale, in questo momento, laddove cioè venisse effettivamente adottato il provvedimento all'esame del Parlamento. Soltanto in tale ipotesi andrebbero operate le necessarie valutazioni per evitare che eventuali modifiche alla disciplina vigente possano concretamente determinare disparità di trattamento e soprattutto valutare i costi che un intervento del genere dovrebbe comportare.

  PRESIDENTE. L'onorevole Cera ha facoltà di replicare.

Pag. 33

  ANGELO CERA. Signor Presidente, grazie Ministro, una disparità di trattamento ma che è disparità e ingiustizia. Abbiamo parlato di personale che sta tra i 40 anni di servizio e i 60 anni di età, che hanno abbondantemente superato «quota 96», siamo su «quota 100» quasi. A questa gente la Fornero ha chiesto un ulteriore sacrificio – molti si sono rivolti agli avvocati e hanno dovuto pagarli – ma in moltissimi casi non si sono mai espressi. A questa gente si chiedono altri tre anni di servizio signor Ministro, pur bloccando la previdenza a 40 anni, e a questa gente lo Stato italiano chiede un ulteriore tangente di 600-700 euro al mese, che si sono guadagnati nella vita scolastica, per poter loro consentire di andare in pensione con il sistema contributivo.
  Allora, signor Ministro, noi siamo uno Stato di diritto o siamo uno Stato nell'anarchia assoluta ? Tenga presente, signor Ministro, che parliamo di gente del ’52, di docenti e probabilmente anche esodati, gente che è stata «ammazzata» volutamente e parliamo del periodo dal 31 dicembre 2011 al 31 agosto 2012, e per lo Stato italiano questa è una vergogna !

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 16 con il seguito della discussione del decreto-legge recante misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca.

  La seduta, sospesa alle 15,50, è ripresa alle 16,15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bonafede, Lauricella e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
  Salutiamo gli alunni e i docenti dell'istituto magistrale «Publio Virgilio Marone» di Avellino, che assistono ai nostri lavori (Applausi).

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1574-A.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 1574-A)

  PRESIDENTE. Riprendiamo la discussione del disegno di legge n. 1574-A: Conversione in legge del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, recante misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca.
  Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si sono conclusi gli interventi sul complesso degli emendamenti.
  Avverto che l'emendamento Schullian 26.1 è stato ritirato dal presentatore.
  Con riferimento alla lettera in data odierna del deputato Buonanno in cui si chiede la riammissione degli emendamenti 2.33, 4.0100, 7.0200, in materia, rispettivamente, di esclusione dal patto di stabilità dei fondi derivanti dal gettito della tassa regionale per il diritto allo studio, di corsi di primo soccorso nelle scuole e di alfabetizzazione degli studenti stranieri non italofoni, faccio presente che si tratta di proposte emendative già dichiarate inammissibili in Commissione o recanti, seppur con diversa formulazione, contenuti analoghi a quelli di emendamenti dichiarati inammissibili in quella sede.
  Come è noto, è in sede referente che si definisce l'ambito delle materie oggetto di discussione, anche per l'esame in Assemblea. L'articolo 86, comma 1, del Regolamento stabilisce, infatti, che «gli articoli Pag. 34aggiuntivi e gli emendamenti sono, di regola, presentati e svolti nelle Commissioni. Possono comunque essere presentati in Assemblea nuovi articoli aggiuntivi ed emendamenti purché nell'ambito degli argomenti già considerati nel testo o negli emendamenti presentati e giudicati ammissibili in Commissione».
  È ben vero, come lei afferma, che il novero degli interventi originariamente contenuti nel decreto è stato ampliato nel corso dell'esame in sede referente, tuttavia le materie introdotte in tale sede erano contenute in proposte emendative già giudicate ammissibili e, comunque, nessuno degli emendamenti di cui si chiede la riammissione è riconducibile al testo del provvedimento come approvato dalla Commissione.
  Alla luce di tali elementi, non posso pertanto che confermare, secondo una costante prassi osservata dalla Presidenza, la inammissibilità degli emendamenti 2.33, 4.0100, 7.0200.
  A questo punto, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle proposte emendative.

  MANUELA GHIZZONI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, poiché abbiamo molti emendamenti da affrontare e per agevolare il lavoro anche dei colleghi, affinché possano seguire meglio i pareri, stavo facendo un elenco degli emendamenti con pareri favorevoli e degli emendamenti dei quali chiederei l'accantonamento. Se il Presidente, invece, preferisce che io esprima il parere emendamento dopo emendamento, mi adeguo alla sua decisione.

  PRESIDENTE. Se lei questa ripartizione ce l'ha con le pagine del fascicolo possiamo farlo, perché altrimenti è difficile per gli uffici seguire.

  MANUELA GHIZZONI, Relatore per la maggioranza. Ho le pagine degli emendamenti con parere favorevole. Se riusciamo, lo facevo per agevolare i lavori.

  PRESIDENTE. Mi sembra una saggia decisione.

  MANUELA GHIZZONI, Relatore per la maggioranza. Ho l'elenco degli emendamenti con parere favorevole solo fino a pagina 161, del fascicolo quindi devo verificare se ve ne sono altri nelle pagine successive. Gli emendamenti su cui la Commissione esprime parere favorevole sono: emendamento Costantino 2.202; emendamento Buonanno 3.1; emendamento Buonanno 3.203; emendamento Buonanno 5.23; emendamento Blazina 10.215; Santerini 16.21, con una piccola riformulazione, la leggo ora ?

  PRESIDENTE. La legga ora, onorevole Ghizzoni.

  MANUELA GHIZZONI, Relatore per la maggioranza. Dopo le parole: «e con le associazioni professionali» inserire le parole «di docenti».
  Ho finito di elencare gli emendamenti per i quali la Commissione esprime parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Ghizzoni, immagino che la Commissione esprima parere favorevole anche sugli emendamenti della stessa Commissione e su quelli che recano condizioni della Commissione bilancio.

  MANUELA GHIZZONI, Relatore per la maggioranza. Sì, signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione dei suoi emendamenti, fatti salvi gli emendamenti ritirati.

  PRESIDENTE. E su quelli relativi alla Commissione bilancio...

  MANUELA GHIZZONI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, relativamente agli accantonamenti, a seguito della discussione che si è svolta in sede di Comitato dei nove, soprattutto alla luce dei pareri della Commissione bilancio, chiediamo anche l'accantonamento di emendamenti e parti di testo che hanno ricevuto un parere contrario della Commissioni bilancio, ai sensi dell'articolo 81, Pag. 35in modo da poter tentare di riscriverli in modo tale che possano essere accolti.
  Pertanto, la Commissione propone l'accantonamento dell'emendamento soppressivo della Commissione bilancio all'articolo 2, comma 1, che dovrebbe essere a pagina 10 del fascicolo. Voi considerate, colleghi, che noi non abbiamo ancora gli emendamenti soppressivi di cui al parere della Commissione bilancio.

  PRESIDENTE. Onorevoli Ghizzoni, si dovrebbe trattare dell'emendamento 2.600, che inseriremo a pagina 12. Adesso, onorevole Ghizzoni, le faccio avere il fascicolo con gli emendamenti riferiti alle condizioni della Commissione bilancio.

  MANUELA GHIZZONI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, noi abbiamo lavorato al Comitato dei nove senza fascicolo. Signor Presidente, magari esprimerò dopo il parere sugli emendamenti della Commissione bilancio.

  PRESIDENTE. Va bene.

  MANUELA GHIZZONI, Relatore per la maggioranza. La Commissione propone l'accantonamento dell'emendamento Buonanno 4.23, dell'emendamento Giancarlo Giordano 4.235. A pagina 38, abbiamo un altro emendamento soppressivo della Commissione bilancio, ma lo vediamo dopo.

  PRESIDENTE. È l'emendamento 4.200, ma i pareri sugli emendamenti che recepiscono condizioni della Commissione bilancio li vediamo dopo.

  MANUELA GHIZZONI, Relatore per la maggioranza. La Commissione propone l'accantonamento degli identici emendamenti Chimienti 4.13 e Buonanno 4.313, dell'emendamento Brescia 4.311, dell'emendamento Luigi Gallo 5.210, dell'emendamento Marzana 5.216.
  La Commissione propone altresì l'accantonamento degli identici emendamenti Toninelli 5.26 e Buonanno 5.426, degli emendamenti Luigi Gallo 6.18, Marzana 6.204, Luigi Gallo 7.203, Luigi Gallo 10.207, Vacca 10.205, Chimienti 15.65, Marzana 15.211, Chimienti 15.64 e Chimienti 15.61, di analogo tenore.
  La Commissione propone l'accantonamento dell'emendamento Marzana 15.222, a pagina 145 del fascicolo, e dell'emendamento Chimienti 16.211, a pagina 157. Adesso, Presidente, devo riprendere...

  PRESIDENTE. Dagli emendamenti della Commissione bilancio ?

  MANUELA GHIZZONI, Relatore per la maggioranza. No, dagli ultimi. Le avevo annunciato che eravamo arrivati fino a pagina 194 (Commenti del deputato Fedriga). Non va bene ?

  PRESIDENTE. Qual è il problema, onorevole Fedriga ? Sta indicando gli emendamenti per i quali si chiede l'accantonamento, se lei segue.

  MANUELA GHIZZONI, Relatore per la maggioranza. Infatti, sto indicando gli emendamenti per i quali si chiede l'accantonamento. Eravamo arrivati a pagina 167 del fascicolo. Io l'ho fatto tentando di agevolare il lavoro di tutti.

  PRESIDENTE. Assolutamente sì, onorevole Ghizzoni. Lo decide la Presidenza.

  MANUELA GHIZZONI, Relatore per la maggioranza. La Commissione propone l'accantonamento dell'emendamento Luigi Gallo 17.205. La Commissione propone l'accantonamento del subemendamento Lenzi 0.21.1000.1, e anche dell'emendamento 21.1000 della Commissione, perché vi è da fare un raccordo tra i due, e quindi si tratta di una riscrittura veloce.
  La Commissione propone l'accantonamento dell'emendamento Capua 23.4. Chiediamo, per le stesse ragioni che ho annunciato prima, l'accantonamento degli emendamenti riferiti all'articolo 25, che è quello della copertura, su cui stiamo lavorando ad una complessiva riformulazione.

Pag. 36

  PRESIDENTE. Quindi, tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 25 sono accantonati ?

  MANUELA GHIZZONI, Relatore per la maggioranza. Esatto.

  PRESIDENTE. Adesso mi deve dire gli emendamenti della Commissione bilancio da accantonare.

  MANUELA GHIZZONI, Relatore per la maggioranza. Se mi dà un attimo, guardo gli emendamenti del fascicolo che noi non avevamo. Chiedo di essere coadiuvata dai colleghi, perché vedo per la prima volta il fascicolo.

  PRESIDENTE. Vada tranquilla.

  MANUELA GHIZZONI, Relatore per la maggioranza. La Commissione propone l'accantonamento dell'emendamento 2.600.

  PRESIDENTE. Il relativo fascicolo è in distribuzione, anzi è già distribuito.

  MANUELA GHIZZONI, Relatore per la maggioranza. Con riferimento all'emendamento 4.600, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento, che si riferisce all'articolo 4, comma 4, ritengo contenga un errore, perché si è dimenticato di fare riferimento ai due Ministeri che sono coinvolti. Quindi, credo che si debba operare una riformulazione; per cui, lo accantonerei. La Commissione propone di accantonare l'emendamento riferito all'articolo 15, comma 6...

  PRESIDENTE. Sarebbe l'emendamento 15.600 ?

  MANUELA GHIZZONI, Relatore per la maggioranza. No, si tratta dell'emendamento 15.601. La Commissione propone di accantonare l'emendamento 17.602, soppressivo dei commi da 8-ter a 8-novies dell'articolo 17. Infine, si propone di accantonare l'emendamento 23.600.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Mi pare che il metodo seguito sia stato utile. Qual è il parere del Governo ?

  GIAN LUCA GALLETTI, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  MANUELA GHIZZONI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MANUELA GHIZZONI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, devo aggiungere che la Commissione chiede l'accantonamento, sempre del fascicolo relativo agli emendamenti che recepiscono condizioni della Commissione bilancio, anche dell'emendamento 16.600.

  PRESIDENTE. Sta bene. Ora mi rivolgo ai relatori di minoranza per il parere. Sarebbe ideale se potessero usare lo stesso sistema, ma mi pare di no. Onorevole Buonanno, Prego.

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Signor Presidente, le dico una cosa, mi scusi: lei chiede una cosa giusta, però le assicuro che lavorare così è veramente una cosa da «Repubblica delle banane», non per fare polemica. Perché veramente, nonostante la collega Ghizzoni e tutti abbiano fatto un lavoro importante in Commissione, nella realtà noi siamo qua a discutere di cose senza conoscere nemmeno la copertura finanziaria, non si capisce niente, si continua a rimandare le cose...

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno, le chiedo scusa, mi ascolti: che lo svolgimento dei lavori non sia semplice ce ne siamo resi conto, perché è del tutto evidente. Io le ho solo chiesto, siccome lei deve esprimere un parere, e mi rendo conto delle difficoltà del caso, se era possibile adottare lo stesso sistema. Mi dice di no. Ovviamente lo esprima come Pag. 37meglio ritiene, poi le considerazioni sul merito le facciamo successivamente. Ora lei deve esprimere il parere sugli emendamenti. Onorevole Ghizzoni, scusi: è del tutto evidente che su gli altri emendamenti la Commissione esprime parere contrario.

  MANUELA GHIZZONI, Relatore per la maggioranza. Sì, Presidente.

  PRESIDENTE. Sta bene. Prego, onorevole Buonanno.

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Esprimo parere contrario sull'emendamento 1.13. Esprimo parere favorevole sull'emendamento 1.300.

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Buonanno, forse possiamo facilitare, come giustamente mi suggeriscono gli uffici: se voi siete d'accordo, io potrei leggere di volta in volta l'emendamento e i due relatori possono esprimere il parere, di volta in volta, in modo che evitiamo di ripetere lo stesso emendamento due volte. Immagino che siete pronti tutti e due per esprimere i pareri. Direi che è più semplice. Cominciamo con l'emendamento Giancarlo Giordano 1.13.

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Relatore Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Signor Presidente, noi non siamo pronti per esprimere i pareri su tutti gli emendamenti e quindi chiediamo una sospensione, visto anche il tema degli accantonamenti previsti.

  PRESIDENTE. No, gli emendamenti accantonati sono accantonati e, quindi, li vediamo successivamente. Però, adesso come sono pronti gli altri relatori dovete essere pronti anche voi. Non possiamo sospendere i lavori per il parere. Siete stati in Commissione, siete relatori di minoranza e avete la stessa responsabilità del relatore per la maggioranza. Se poi volete non esprimere i pareri, potete non esprimerli. Decidete voi ... L'onorevole Buonanno intanto si è espresso sull'emendamento Giancarlo Giordano 1.13. Se lei mi dice qual è il suo parere...

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Sull'emendamento Giancarlo Giordano 1.13 il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Buonanno 1.300.

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti Luigi Gallo 1.8 e Buonanno 1.301.

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Marzana 1.203.

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 1.1: mi dica onorevole Buonanno.

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole. Sui miei può anche non chiedermelo.

  PRESIDENTE. Come vuole lei. Io glielo devo chiedere, se lei mi dice che non glielo devo chiedere non glielo chiedo. Potrebbe anche avere un ripensamento.

Pag. 38

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Va bene che la politica è l'arte del tutto e del...

  PRESIDENTE. Va bene, la ringrazio onorevole Buonanno. Mi dica onorevole Gallo.

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Giancarlo Giordano 1.14: mi dica onorevole Gallo.

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Brescia 1.202: mi dica onorevole Buonanno.

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Giancarlo Giordano 1.201: mi dica onorevole Gallo.

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 1.6: Buonanno favorevole, mi dica onorevole Gallo.

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 1.200: Buonanno favorevole, mi dica onorevole Gallo.

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Rampelli 1.209: mi dica onorevole Gallo.

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Centemero 1.400: mi dica onorevole Buonanno.

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Rampelli 1.206: mi dica onorevole Gallo.

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 2.200: Buonanno favorevole, mi dica onorevole Gallo.

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Chimienti 2.14: mi dica onorevole Gallo.

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

Pag. 39

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. L'emendamento Brescia 2.204 è inammissibile.
  Emendamento Fratoianni 2.12: mi dica onorevole Buonanno.

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Chimienti 2.13: mi dica onorevole Gallo.

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Chimienti 2.206: mi dica onorevole Gallo.

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 2.600 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento): mi dica onorevole Buonanno.

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Fratoianni 2.11: mi dica onorevole Gallo.

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Fratoianni 2.10: mi dica onorevole Buonanno.

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Chimienti 2.15: mi dica onorevole Gallo.

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo, posso interpretare anche per lei: sugli emendamenti del MoVimento 5 Stelle se c’è un parere favorevole posso evitare di chiederlo, vuole fare come fa l'onorevole Buonanno, oppure no, glielo devo chiedere ? No, glielo devo chiedere, va bene.
  Emendamento Vacca 2.216: mi dica onorevole Gallo.

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

Pag. 40

  PRESIDENTE. Emendamento Vacca 2.201: mi dica onorevole Gallo.

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 2.20: Buonanno favorevole, mi dica onorevole Gallo.

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 2.601 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento): mi dica onorevole Gallo.

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 2.1000 della Commissione: mi dica onorevole Buonanno.

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 2.602 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento): mi dica onorevole Buonanno.

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 2.603 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 2.1002 della Commissione sarà precluso dai voti precedenti. Quindi semmai lo richiediamo dopo.
  Emendamento 2.604 della Commissione. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Fratoianni 2.9. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Costantino 2.202. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

Pag. 41

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 3.202. Buonanno, favorevole.
  Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 3.200. Buonanno, favorevole.
  Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 3.201. Buonanno, favorevole.
  Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 3.250. Buonanno, favorevole.
  Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 3.1000 della Commissione. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 3.251. Buonanno, favorevole.
  Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Marzana 3.205. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Vacca 3.206. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 3.1. Buonanno, favorevole.
  Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 3.203. Buonanno, favorevole.
  Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 4.23. Buonanno, favorevole.
  Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Questo emendamento Buonanno 4.23 è accantonato. Ripeteremo il parere in seguito.
  Emendamento 4. 1000 della Commissione. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

Pag. 42

  PRESIDENTE. Gli emendamenti Giancarlo Giordano 4.235 e 4.600 della Commissione sono stati accantonati.
  Emendamento Simone Valente 4.232. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Simone Valente 4.233. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Simone Valente 4.234. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 4.24. Buonanno, favorevole.
  Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Capozzolo 4.4. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 4.202. Buonanno, favorevole.
  Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 4.203. Buonanno, favorevole.
  Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 4.204. Buonanno, favorevole.
  Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 4.205. Buonanno, favorevole.
  Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 4.10. Buonanno, favorevole.
  Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 4.215. Buonanno, favorevole.
  Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 4.20. Prendo atto che l'onorevole Buonanno è favorevole. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

Pag. 43

  PRESIDENTE. Emendamento Gianluca Pini 4.250. Prendo atto che l'onorevole Buonanno è favorevole. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 4.601 della Commissione. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Gianluca Pini 4.251. Prendo atto che l'onorevole Buonanno è favorevole. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Oliverio 4.252. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gli identici emendamenti Chimienti 4.13 e Buonanno 4.313 sono accantonati. Emendamento Buonanno 4.216. Prendo atto che l'onorevole Buonanno è favorevole. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Luigi Gallo 4.230. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Rampelli 4.231. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 5.200. Prendo atto che l'onorevole Buonanno è favorevole. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 5.600 della Commissione. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 5.205. Prendo atto che l'onorevole Buonanno è favorevole. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Chimienti 5.316. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

Pag. 44

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 5.201. Prendo atto che l'onorevole Buonanno è favorevole. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Chimienti 5.211. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Costantino 5.208. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Marzana 5.214. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Battelli 5.18. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 5.202. Prendo atto che l'onorevole Buonanno è favorevole. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 5.203. Prendo atto che l'onorevole Buonanno è favorevole. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 5.3. Prendo atto che l'onorevole Buonanno è favorevole. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Identici emendamenti Luigi Gallo 5.21 e Buonanno 5.321. Prendo atto che l'onorevole Buonanno è favorevole. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Identici emendamenti Bossa 5.5 e Buonanno 5.355. Prendo atto che l'onorevole Buonanno è favorevole. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Rampelli 5.217. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 5.23. Prendo atto che l'onorevole Buonanno è favorevole. Gallo ?

Pag. 45

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 5.1000 della Commissione. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. È accantonato l'emendamento Luigi Gallo 5.210. Emendamento Buonanno 5.206. Prendo atto che l'onorevole Buonanno è favorevole. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 5.204. Prendo atto che l'onorevole Buonanno è favorevole. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 5.207. Prendo atto che l'onorevole Buonanno è favorevole. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Luigi Gallo 5.212. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Fratoianni 5.12: onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 5.9: l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole, l'onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 5.15: l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole, l'onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 5.1: l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole, l'onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. L'emendamento Marzana 5.216 è accantonato.
  Emendamento 5.601, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento: onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 5.1001 della Commissione: onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

Pag. 46

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 5.4: l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole, l'onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gli identici emendamenti Toninelli 5.26 e Buonanno 5.426 sono accantonati. Passiamo all'articolo 6.
  Emendamento Pes 6.201: onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 6.26: l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole, l'onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 6.15: l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole, l'onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Identici emendamenti Vacca 6.17 e Buonanno 6.317: l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole, l'onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 6.13: l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole, l'onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. L'emendamento Luigi Gallo 6.18 è accantonato.
  Emendamento Luigi Gallo 6.203: l'onorevole Luigi Gallo esprime parere favorevole, l'onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 6.21: l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole, l'onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 6.20: l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole, l'onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 6.30: l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole, l'onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 6.1000 della Commissione: onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Culotta 6.200: onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. L'emendamento Marzana 6.204 è accantonato.Pag. 47
  Identici emendamenti Brescia 6.22 e Buonanno 6.522: l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole, l'onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 6.202: l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole, l'onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 6.1010 della Commissione: onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 6.23: l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole, l'onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 6.24: l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole, l'onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Rampelli 7.210: onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 7.200: l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole, l'onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Giancarlo Giordano 7.209: onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Identici emendamenti Chimienti 7.22 e Buonanno 7.322: l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole, l'onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. L'emendamento Marzana 7.20 è inammissibile.
  Emendamento Battelli 7.201: onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Chimienti 7.24: onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

Pag. 48

  PRESIDENTE. Emendamento Giancarlo Giordano 7.300: onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Luigi Gallo 7.25: onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Scuvera...
  Emendamento Scuvera 7.14. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Chimienti 7.202. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Presidente, mi scusi, sull'emendamento Scuvera 7.14 esprimo parere favorevole.

  PRESIDENTE. Sta bene.

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Le chiedo scusa, però, devo fare tutto da solo. Sono capogruppo di me stesso.

  PRESIDENTE. Non si preoccupi, onorevole Buonanno, siamo molto comprensivi, ma lei è bravissimo, quindi, sicuramente, procederemo nel migliore dei modi.
  Emendamento Chimienti 7.202. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Luigi Gallo 7.203 è stato accantonato.
  Emendamento Giancarlo Giordano 7.207, a pagina 84 del fascicolo. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Giancarlo Giordano 7.206. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Vacca 7.26. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno ?

Pag. 49

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 7.600 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento). Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 8.200. Prendo atto che l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 8.1000 della Commissione. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Giancarlo Giordano 8.202. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 8.201. Prendo atto che l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 8.4. Prendo atto che l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole.
  Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 8.300. Prendo atto che l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 8-bis.1000 della Commissione. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 9.1. Prendo atto che l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Luigi Gallo 10.9. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno ?

Pag. 50

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 10.200. Prendo atto che l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 10.201. Prendo atto che l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Marzana 10.203. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Luigi Gallo 10.206. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Luigi Gallo 10.207 è stato accantonato.
  Emendamento Buonanno 10.3. Prendo atto che l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 10.14. Prendo atto che l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Vacca 10.204. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Vacca 10.205 è stato accantonato.
  Emendamento Brescia 10.208, a pagina 100 del fascicolo. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Brescia 10.209. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Brescia 10.210. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

Pag. 51

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Brescia 10.211. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Brescia 10.202. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Blazina 10.215. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 10-bis.600 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento). Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Articolo aggiuntivo Rampelli 10-ter.0200. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Giancarlo Giordano 11.3. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 11.2. Prendo atto che l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 11.1. Prendo atto che l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Culotta 11.200. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

Pag. 52

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 11.4. Prendo atto che l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Rampelli 11.201. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 12.600 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento). Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Identici emendamenti Di Lello 12.3 e Marzana 12.9. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 13.3. Prendo atto che l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 13.2. Prendo atto che l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 13.600 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento). Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 14.600 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento). Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 14.1000 della Commissione. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 14.601 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento). Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

Pag. 53

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Vacca 15.207. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, delle volte do la risposta qualche secondo dopo perché non si accende la luce.

  PRESIDENTE. Ringraziamo i tecnici che stanno facendo un lavoro notevole.

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Ho delle amnistie, perché aspetto che si accenda la luce, poi vedo rosso e non capisco più niente.

  PRESIDENTE. Se lei mi assicura che è più veloce, le cambio subito la lampadina, onorevole Buonanno.

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Mettiamola verde.

  PRESIDENTE. Emendamento Vacca 15.207. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Fratoianni 15.85. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Giancarlo Giordano 15.87. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Giancarlo Giordano 15.88. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Propongo una cosa, così aiutiamo anche i tecnici dell'audio. Io chiederò sempre il parere prima dell'onorevole Buonanno.
  Identici emendamenti Marzana 15.47 e Giancarlo Giordano 15.208. Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Sul 15.202 c’è il parere favorevole dell'onorevole Buonanno. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Di Lello 15.14. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

Pag. 54

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Il 15.65 è accantonato, siamo all'emendamento Vacca 15.209. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Marzana 15.210. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Siamo all'emendamento 15.600 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Marzana 15.48. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Centemero 15.3. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Chimienti 15.55. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Centemero 15.4. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Di Lello 15.204. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Centemero 15.5. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gallo ?

Pag. 55

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Centemero 15.212. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Centemero 15.213. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Centemero 15.214. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Piccione 15.12. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Chimienti 15.57. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Centemero 15.216. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Centemero 15.218. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario. Tra l'altro, esprimo parere contrario anche sull'emendamento precedente Centemero 15.216.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Emendamento Centemero 15.217. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Fratoianni 15.89. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

Pag. 56

  PRESIDENTE. Emendamento Vacca 15.49. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Gli emendamenti 15.64 e 15.61 sono stati accantonati. Sull'emendamento 15.200 l'onorevole Buonanno ha espresso parere favorevole. Onorevole Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 15.601 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Scusate il 15.601 era accantonato. Passiamo all'emendamento Chimienti 15.62. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Chimienti 15.63. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Di Lello 15.15. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Marzana 15.50. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Vacca 15.52. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Chimienti 15.68. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Vacca 15.76. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

Pag. 57

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Brescia 15.77. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Giammanco 15.26. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Marzana 15.220. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Albanella 15.205. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Di Lello 15.16. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Vacca 15.44. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Vacca 15.46. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Petrenga 15.223. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Albanella 15.206. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

Pag. 58

  PRESIDENTE. Emendamento Albanella 15.225. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 15.602 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Ascani 15.224. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Vorrei dire di sì, ma dico di no. Ascani è una ragazza in gamba.

  PRESIDENTE. Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Articolo aggiuntivo Centemero 15.0200. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Chimienti 16.13 Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 16.201: l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole, l'onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Chimienti 16.202. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti Giancarlo Giordano 16.203 e Chimienti 16.204. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario. Signor Presidente, poiché sono scaramantico, se arriviamo fino al 17, al 16 ci si può fermare un minuto che devo ricapitolare tutto ? Perché, ripeto, sono da solo, non vorrei dire...

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno, adesso andiamo avanti, poi dopo vediamo.

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. No, ma davvero, sono in difficoltà.

  PRESIDENTE. Qual è il problema ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Che devo fare tutto io !

  PRESIDENTE. Ho capito, onorevole Buonanno, ma il relatore non è multiplo, è uno !

Pag. 59

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Ho capito, però devo guardare, vedere...

  PRESIDENTE. Ma lei mi dica, se devo andare più piano, è questo il problema ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. No, no, vado avanti.

  PRESIDENTE. Mi dica, come posso aiutarla, onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Niente, fa niente, va bene così.

  PRESIDENTE. Emendamento Chimienti 16.205. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Giancarlo Giordano 16.206. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Sono accantonati sia l'emendamento Chimienti 16.211 che l'emendamento 16.600 della Commissione.

  PRESIDENTE. Emendamento Nicchi 16.7. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Luigi Gallo 16.207. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Giancarlo Giordano 16.209. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Chimienti 16.17. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Santerini 16.21. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Con dispiacere, contrario.

  PRESIDENTE. Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 16.200: l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole, l'onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

Pag. 60

  PRESIDENTE. Emendamento Giancarlo Giordano 16.210. Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Buonanno 17.5: l'onorevole Buonanno esprime parere favorevole, l'onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Vacca 17.200.
  Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Buonanno 17.201.
  L'onorevole Buonanno è favorevole.
  Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 17.1000 della Commissione.
  Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Vacca 17.11.
  Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole

  PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Centemero 17.215 è stato ritirato.
  Passiamo all'emendamento Centemero 17.216.
  Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Ricordo che gli emendamenti Centemero 17.217 e Centemero 17.218 sono stati ritirati.
  Passiamo agli identici emendamenti Nastri 17.202 e Rocchi 17.203.
  Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere contrario

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 17.1001 della Commissione.
  Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

Pag. 61

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 17.600 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
  Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 17.601 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
  Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti Vacca 17.13 e Giancarlo Giordano 17.23.
  Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Buonanno 17.204.
  L'onorevole Buonanno è favorevole.
  Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Luigi Gallo 17.205 è accantonato.
  Passiamo all'emendamento 17.1003 della Commissione.
  Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo direttamente a pagina 172 all'emendamento Albanella 17.219.
  Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Vacca 18.200.
  Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento... se fosse possibile non urlare proprio alla mia destra aiutereste il Presidente. Onorevole Abrignani ? Passiamo all'emendamento Vacca 18.2.
  Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Blazina 18.4.
  Onorevole Buonanno ?

Pag. 62

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Chimienti 18.1.
  Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Buonanno 19.201.
  L'onorevole Buonanno è favorevole.
  Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Buonanno 19.202.
  L'onorevole Buonanno è favorevole.
  Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo a pagina 178, all'emendamento Costantino 19.36.
  Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Ginefra 19.203.
  Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Di Lello 19.1.
  Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo ?

  LUIGI GALLO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Vacca 19.23.
  Onorevole Buonanno ?

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Signor Presidente, guardi, io rinuncio a dare i pareri, aspetto domani mattina.

  PRESIDENTE. No, onorevole Buonanno, i pareri li stiamo dando in questa fase, quindi o lei li dà oppure rinuncia. So che vuole parlare il presidente della Commissione cultura, però mi dica lei, se rinuncia a dare pareri, rinuncia e non li dà domani mattina. Evidentemente devo rivolgere la stessa domanda all'onorevole Luigi Gallo. So che vuole chiedere la parola il presidente della Commissione cultura, però lei mi deve dire se rinuncia ai pareri o no.

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore di minoranza. Signor Presidente, io le voglio dire che sono qua per collaborare e quindi aspetto che il presidente della Commissione cultura proferisca qualcosa.

  PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il presidente Galan.

Pag. 63

  GIANCARLO GALAN, Presidente della VII Commissione. Signor Presidente, onorevoli colleghi, a me sembra che sia evidente a tutti una difficoltà oggettiva e anche – non ce lo nascondiamo – una difficoltà di natura politica su alcuni snodi. Diciamocelo apertamente: questo provvedimento, per la sua complessità, la sua lunghezza e il suo peso può essere portato alla sua conclusione soltanto in base ad un accordo di natura politica.
  Proprio per questo, quindi, dopo la rinuncia all'espressione dei pareri da parte dei due relatori di minoranza, io mi vedo costretto a chiedere una sospensione dei lavori dell'Aula fino a domani mattina, nel tentativo di trovare un accordo.

  PRESIDENTE. Siccome noi dobbiamo anche applicare il Regolamento, oltre alle giustissime valutazioni e accordi politici, vorrei essere chiaro con i due relatori, gli onorevoli Gallo e Buonanno. Vi prego di ascoltarmi. La situazione è la seguente: noi siamo in fase di espressione dei pareri da parte dei relatori di minoranza, c’è una proposta del presidente della Commissione che dice che, per risolvere le questioni che abbiamo di fronte – onorevole Romani, la prego – propone un rinvio a domani mattina dei lavori dell'Aula. Questo però implica una rinuncia da parte dei relatori a esprimere i pareri, cioè non possiamo interrompere e riprendere domani mattina con i pareri, perché siamo in fase di espressione dei suddetti pareri. Quindi, vorrei semplicemente dire, affinché sia chiaro ai due relatori, che la proposta del presidente interviene nel momento in cui i relatori hanno rinunciato ad esprimere i pareri sui restanti emendamenti.

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore per la minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA BUONANNO, Relatore per la minoranza. Signor Presidente, io penso che un provvedimento così importante non possa essere gestito con un «tira e molla». Quindi, la Lega Nord – e io che la rappresento in questo tavolo – pensa che sia giusto vedere se si trova una forma di sintesi, che possa portare domani mattina a un lavoro più proficuo e chiaro.
  Quindi, da parte nostra, accettiamo la proposta del presidente.

  LUIGI GALLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, sicuramente, a tutti appare ovvio che stiamo lavorando continuamente con stop and go su questo provvedimento. È quindi opportuno avere un giusto momento di riflessione per affrontare i temi politici, come avevamo chiesto anche prima.

  PRESIDENTE. Quindi, prendo atto che anche l'onorevole Gallo rinuncia, sulla base della proposta del presidente della Commissione, all'espressione dei pareri.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare, per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, non ho capito bene una cosa: i due relatori rinunciano ad esprimere i prescritti pareri. Questo ricade nella loro responsabilità e nel loro potere di disposizione, ma il Governo ha un diritto/dovere di esprimere i pareri.

  PRESIDENTE. Onorevole Buttiglione, il Governo ha già espresso all'inizio il parere, sia il Governo che la Commissione. Questa pertanto era semplicemente una decisione dei relatori di minoranza.
  Se non vi sono obiezioni, sulla base di quanto abbiamo deciso e di quanto proposto dal presidente della Commissione, questo argomento è rinviato alla seduta di domani mattina.
  Tuttavia, siccome bisogna dare delle comunicazioni, sospendo la seduta che riprenderà tra breve, perché devo comunicare le decisioni prese dalla Conferenza dei presidenti di gruppo sulla programmazione Pag. 64dei lavori. Quindi il punto all'ordine del giorno, accogliendo la proposta del presidente della Commissione e senza obiezioni da parte dei gruppi, è rinviato a domani mattina. La seduta è sospesa, riprenderà tra poco con la comunicazione relativa alla Conferenza dei presidenti di gruppo.

  La seduta, sospesa alle 17,25, è ripresa alle 17,55.

  PRESIDENTE. Saluto gli alunni e i docenti dell'istituto tecnico commerciale «Baggi» di Sassuolo, in provincia di Modena, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Grazie di essere qui.
  Bene colleghi, abbiamo un certo numero di informazioni da condividere e quindi il Presidente inizia.

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di novembre 2013 e programma dei lavori dell'Assemblea per il mese di dicembre 2013.

Testo sostituito con errata corrige volante   PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di novembre 2013:
  Lunedì 4 novembre (antimeridiana)
  Discussione sulle linee generali delle mozioni Luigi Di Maio ed altri n. 1-00150, Labriola ed altri n. 1-00171, Migliore ed altri n. 1-00198, Rostan ed altri n. 1-00098, Picierno ed altri n. 1-00203 e Antimo Cesaro ed altri n. 1-00211 concernenti iniziative per la bonifica dei siti inquinati di interesse nazionale, con particolare riferimento alla situazione nella cosiddetta Terra dei fuochi.

  Lunedì 4 novembre (ore 16 con eventuale prosecuzione notturna)
  PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di novembre 2013:

  Lunedì 4 novembre (antimeridiana)
  Discussione sulle linee generali delle mozioni Luigi Di Maio ed altri n. 1-00150, Labriola ed altri n. 1-00171, Migliore ed altri n. 1-00198, Rostan ed altri n. 1-00098, Picierno ed altri n. 1-00203 e Antimo Cesaro ed altri n. 1-00211 concernenti iniziative per la bonifica dei siti inquinati di interesse nazionale, con particolare riferimento alla situazione nella cosiddetta Terra dei fuochi.

  Lunedì 4 novembre (ore 16 con eventuale prosecuzione notturna)

Testo sostituito con errata corrige volante   Discussione congiunta del conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2012 (Doc. VIII, n. 1) e del progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2013 (Doc. VIII, n. 2).
  Martedì 5 novembre (ore 12 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni)
  Discussione congiunta del conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2012 (Doc. VIII, n. 1) e del progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2013 (Doc. VIII, n. 2).

  Martedì 5 novembre (ore 12 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni)

  Martedì 12 e mercoledì 13 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni)

  Giovedì 14 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 15 novembre) (con votazioni)

  Lunedì 18 novembre (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Testo sostituito con errata corrige volante   Seguito dell'esame delle mozioni Luigi Di Maio ed altri n. 1-00150, Labriola ed altri n. 1-00171, Migliore ed altri n. 1-00198, Rostan ed altri n. 1-00098, Picierno ed altri n. 1-00203 e Antimo Cesaro ed altri n. 1-00211 concernenti iniziative per la bonifica dei siti inquinati di interesse nazionale, con particolare riferimento alla situazione nella cosiddetta Terra dei fuochi.   Seguito dell'esame delle mozioni Luigi Di Maio ed altri n. 1-00150, Labriola ed altri n. 1-00171, Migliore ed altri n. 1-00198, Rostan ed altri n. 1-00098, Picierno ed altri n. 1-00203 e Antimo Cesaro ed altri n. 1-00211 concernenti iniziative per la bonifica dei siti inquinati di interesse nazionale, con particolare riferimento alla situazione nella cosiddetta Terra dei fuochi.

  Martedì 19, mercoledì 20 e giovedì 21 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni)

  Lunedì 25 novembre (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

  Martedì 26 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 27 e giovedì 28 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 29 novembre) (con votazioni)

Testo sostituito con errata corrige volante   Deliberazione sull'urgenza, ai sensi dell'articolo 69, comma 2, del Regolamento della proposta di legge n. 327 – Disciplina organica del diritto di asilo, dello status di rifugiato e della protezione sussidiaria, nonché disposizioni di attuazione delle direttive 2003/9/CE, 2005/85/CE e 2011/95/UE.   Deliberazione sull'urgenza, ai sensi dell'articolo 69, comma 2, del Regolamento della proposta di legge n. 327 – Disciplina organica del diritto di asilo, dello status di rifugiato e della protezione sussidiaria, nonché disposizioni di attuazione delle direttive 2003/9/CE, 2005/85/CE e 2011/95/UE.

  Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

  È stato altresì predisposto, ai sensi dell'articolo 23, comma 6, primo periodo, del Regolamento, il seguente programma dei lavori per il mese di dicembre 2013:

  Dicembre:
   Esame dei progetti di legge:
    disegni di legge S. 1120 – Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2014) e S. 1121 – Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016;
    disegno di legge costituzionale n. 1359-B – Istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali (Approvato, in prima deliberazione, dal Senato e dalla Camera dei deputati e approvato in seconda deliberazione, con la maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, dal Senato);
    proposta di legge n. 327 – Disciplina organica del diritto di asilo, dello status di rifugiato e della protezione sussidiaria, nonché disposizioni di attuazione delle direttive 2003/9/CE, 2005/85/CE e 2011/95/UE (prevista la deliberazione di urgenza il 5 novembre 2013);
    proposta di legge n. 631 ed abbinata – Modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari personali;
    disegno di legge n. 1710 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica Pag. 68di Albania, la Repubblica greca e la Repubblica italiana sul progetto ’Trans Adriatic Pipeline’, fatto ad Atene il 13 febbraio 2013 (Approvato dal Senato).

Testo sostituito con errata corrige volante   Esame della domanda di autorizzazione all'utilizzo di intercettazioni di conversazioni e comunicazioni nei confronti dell'on. Francesco Proietti Cosimi, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV, n. 4).   Esame della domanda di autorizzazione all'utilizzo di conversazioni e comunicazioni nei confronti dell'on. Francesco Proietti Cosimi, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV, n. 4).

Testo sostituito con errata corrige volante   Al termine delle votazioni, avrà luogo la discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1670 – Conversione in legge del decreto-legge 10 ottobre 2013, n. 114, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione (da inviare al Senato - scadenza: 9 dicembre 2013).
  Mercoledì 6 e giovedì 7 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 8 novembre) (con votazioni)
  Al termine delle votazioni, avrà luogo la discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1670 – Conversione in legge del decreto-legge 10 ottobre 2013, n. 114, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione (da inviare al Senato - scadenza: 9 dicembre 2013).

  Mercoledì 6 e giovedì 7 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 8 novembre) (con votazioni)

Testo sostituito con errata corrige volante   Seguito dell'esame congiunto del conto consuntivo della Camera dei deputati per Pag. 65l'anno finanziario 2012 (Doc. VIII, n. 1) e del progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2013 (Doc. VIII, n. 2).   Seguito dell'esame congiunto del conto consuntivo della Camera dei deputati per Pag. 65l'anno finanziario 2012 (Doc. VIII, n. 1) e del progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2013 (Doc. VIII, n. 2).

Testo sostituito con errata corrige volante   Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1670 – Conversione in legge del decreto-legge 10 ottobre 2013, n. 114, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione (da inviare al Senato - scadenza: 9 dicembre 2013).   Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1670 – Conversione in legge del decreto-legge 10 ottobre 2013, n. 114, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione (da inviare al Senato - scadenza: 9 dicembre 2013).

Testo sostituito con errata corrige volante   Seguito dell'esame degli altri argomenti previsti nella giornata di martedì 5 novembre e non conclusi.
  Lunedì 11 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)
  Seguito dell'esame degli altri argomenti previsti nella giornata di martedì 5 novembre e non conclusi.

  Lunedì 11 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Testo sostituito con errata corrige volante   Discussione sulle linee generali della mozione Guidesi ed altri n. 1-00201 concernente iniziative in materia di federalismo fiscale.   Discussione sulle linee generali della mozione Guidesi ed altri n. 1-00201 concernente iniziative in materia di federalismo fiscale.

Testo sostituito con errata corrige volante   Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1309 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica francese per la realizzazione e l'esercizio di una nuova linea ferroviaria Torino-Lione, con Allegati, fatto a Roma il 30 gennaio 2012.
  Martedì 12 e mercoledì 13 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni)
  Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1309 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica francese per la realizzazione e l'esercizio di una nuova linea ferroviaria Torino-Lione, con Allegati, fatto a Roma il 30 gennaio 2012.

  Martedì 12 e mercoledì 13 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni)

Testo sostituito con errata corrige volante   Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1309 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica francese per la realizzazione e l'esercizio di una nuova linea ferroviaria Torino-Lione, con Allegati, fatto a Roma il 30 gennaio 2012.   Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1309 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica francese per la realizzazione e l'esercizio di una nuova linea ferroviaria Torino-Lione, con Allegati, fatto a Roma il 30 gennaio 2012.

Testo sostituito con errata corrige volante   Seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.   Seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Testo sostituito con errata corrige volante   Seguito dell'esame della mozione Guidesi ed altri n. 1-00201 concernente iniziative in materia di federalismo fiscale.   Seguito dell'esame della mozione Guidesi ed altri n. 1-00201 concernente iniziative in materia di federalismo fiscale.

Testo sostituito con errata corrige volante   Mercoledì 13 novembre, al termine delle votazioni, avrà luogo la discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1690 – Conversione in legge del decreto-legge 15 ottobre 2013, n. 120, recante misure urgenti di riequilibrio della finanza pubblica nonché in materia di immigrazione (da inviare al Senato – scadenza: 14 dicembre 2013).
  Giovedì 14 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 15 novembre) (con votazioni)
  Mercoledì 13 novembre, al termine delle votazioni, avrà luogo la discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1690 – Conversione in legge del decreto-legge 15 ottobre 2013, n. 120, recante misure urgenti di riequilibrio della finanza pubblica nonché in materia di immigrazione (da inviare al Senato – scadenza: 14 dicembre 2013).

  Giovedì 14 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 15 novembre) (con votazioni)

Testo sostituito con errata corrige volante   Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1690 – Conversione in legge del decreto-legge 15 ottobre 2013, n. 120, recante misure urgenti di riequilibrio della finanza pubblica nonché in materia di immigrazione (da inviare al Senato – scadenza: 14 dicembre 2013).   Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1690 – Conversione in legge del decreto-legge 15 ottobre 2013, n. 120, recante misure urgenti di riequilibrio della finanza pubblica nonché in materia di immigrazione (da inviare al Senato – scadenza: 14 dicembre 2013).

Testo sostituito con errata corrige volante   Nel corso della giornata potrà avere luogo l'esame di argomenti previsti nelle giornate di martedì 12 e mercoledì 13 novembre e non conclusi.   Nel corso della giornata potrà avere luogo l'esame di argomenti previsti nelle giornate di martedì 12 e mercoledì 13 novembre e non conclusi.

Testo sostituito con errata corrige volante   Al termine della parte antimeridiana della seduta (a partire dalle ore 13,30) avranno luogo le votazioni per schede per l'elezione di un componente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e dei componenti effettivi e supplenti della Commissione di vigilanza della Cassa depositi e prestiti.   Al termine della parte antimeridiana della seduta (a partire dalle ore 13,30) avranno luogo le votazioni per schede per l'elezione di un componente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e dei componenti effettivi e supplenti della Commissione di vigilanza della Cassa depositi e prestiti.

Testo sostituito con errata corrige volante   Entro la settimana 11-15 novembre, avrà luogo un'informativa urgente del Governo sulla questione del Datagate.
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  Lunedì 18 novembre (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)
  Entro la settimana 11-15 novembre, avrà luogo un'informativa urgente del Governo sulla questione del Datagate.

  Lunedì 18 novembre (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

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Testo sostituito con errata corrige volante   Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 730 – Legge quadro in materia di interporti e di piattaforme logistiche territoriali.   Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 730 – Legge quadro in materia di interporti e di piattaforme logistiche territoriali.

Testo sostituito con errata corrige volante   Discussione sulle linee generali delle mozioni Morassut ed altri n. 1-00011, Lombardi n. 1-00092 e Piazzoni ed altri n. 1-00149 concernenti iniziative in merito alla dismissione del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali.   Discussione sulle linee generali delle mozioni Morassut ed altri n. 1-00011, Lombardi n. 1-00092 e Piazzoni ed altri n. 1-00149 concernenti iniziative in merito alla dismissione del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali.

Testo sostituito con errata corrige volante   Discussione sulle linee generali della proposta di inchiesta parlamentare Doc. XXII, n. 13 – Istituzione di una Commissione di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro.
  Martedì 19, mercoledì 20 e giovedì 21 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni)
  Discussione sulle linee generali della proposta di inchiesta parlamentare Doc. XXII, n. 13 – Istituzione di una Commissione di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro.

  Martedì 19, mercoledì 20 e giovedì 21 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni)

Testo sostituito con errata corrige volante   Seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.   Seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Testo sostituito con errata corrige volante   Seguito dell'esame della proposta di legge n. 730 – Legge quadro in materia di interporti e di piattaforme logistiche territoriali.   Seguito dell'esame della proposta di legge n. 730 – Legge quadro in materia di interporti e di piattaforme logistiche territoriali.

Testo sostituito con errata corrige volante   Seguito dell'esame delle mozioni Morassut ed altri n. 1-00011, Lombardi n. 1-00092 e Piazzoni ed altri n. 1-00149 concernenti iniziative in merito alla dismissione del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali.   Seguito dell'esame delle mozioni Morassut ed altri n. 1-00011, Lombardi n. 1-00092 e Piazzoni ed altri n. 1-00149 concernenti iniziative in merito alla dismissione del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali.

Testo sostituito con errata corrige volante   Seguito dell'esame della proposta di inchiesta parlamentare Doc. XXII, n. 13 – Istituzione di una Commissione di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro.
  Lunedì 25 novembre (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)
  Seguito dell'esame della proposta di inchiesta parlamentare Doc. XXII, n. 13 – Istituzione di una Commissione di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro.

  Lunedì 25 novembre (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Testo sostituito con errata corrige volante   Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 254 ed abbinata – Disposizioni in materia di modalità per la risoluzione del contratto di lavoro per dimissioni volontarie del lavoratore e del prestatore d'opera (deliberata l'urgenza).   Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 254 ed abbinata – Disposizioni in materia di modalità per la risoluzione del contratto di lavoro per dimissioni volontarie del lavoratore e del prestatore d'opera (deliberata l'urgenza).

Testo sostituito con errata corrige volante   Discussione sulle linee generali della mozione Villarosa ed altri n. 1-00194 concernente iniziative volte all'introduzione di un prelievo straordinario sui redditi da pensione superiori ad un determinato importo;   Discussione sulle linee generali della mozione Villarosa ed altri n. 1-00194 concernente iniziative volte all'introduzione di un prelievo straordinario sui redditi da pensione superiori ad un determinato importo;

Testo sostituito con errata corrige volante   Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
   disegno di legge n. 1542 ed abbinata – Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni (deliberata l'urgenza);
   proposta di legge n. 731 ed abbinata – Delega al Governo per la riforma del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285;
   proposta di legge n. 101 ed abbinate – Istituzione di un Osservatorio nazionale sulle dipendenze da gioco d'azzardo e disposizioni per la prevenzione, la cura e la riabilitazione della dipendenza da gioco d'azzardo patologico (ove concluso dalla Commissione).
  Martedì 26 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 27 e giovedì 28 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 29 novembre) (con votazioni)
  Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
   disegno di legge n. 1542 ed abbinata – Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni (deliberata l'urgenza);
   proposta di legge n. 731 ed abbinata – Delega al Governo per la riforma del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285;
   proposta di legge n. 101 ed abbinate – Istituzione di un Osservatorio nazionale sulle dipendenze da gioco d'azzardo e disposizioni per la prevenzione, la cura e la riabilitazione della dipendenza da gioco d'azzardo patologico (ove concluso dalla Commissione).

  Martedì 26 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 27 e giovedì 28 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 29 novembre) (con votazioni)

Testo sostituito con errata corrige volante   Seguito dell'esame della proposta di legge n. 254 ed abbinata – Disposizioni in materia di modalità per la risoluzione del contratto di lavoro per dimissioni volontarie del lavoratore e del prestatore d'opera (deliberata l'urgenza).   Seguito dell'esame della proposta di legge n. 254 ed abbinata – Disposizioni in materia di modalità per la risoluzione del contratto di lavoro per dimissioni volontarie del lavoratore e del prestatore d'opera (deliberata l'urgenza).

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Testo sostituito con errata corrige volante   Seguito dell'esame della mozione Villarosa n. 1-00194 concernente iniziative volte all'introduzione di un prelievo straordinario sui redditi da pensione superiori ad un determinato importo.   Seguito dell'esame della mozione Villarosa n. 1-00194 concernente iniziative volte all'introduzione di un prelievo straordinario sui redditi da pensione superiori ad un determinato importo.

Testo sostituito con errata corrige volante   Seguito dell'esame dei progetti di legge:
   disegno di legge n. 1542 ed abbinata – Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni (deliberata l'urgenza);
   proposta di legge n. 731 ed abbinata – Delega al Governo per la riforma del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285;
   proposta di legge n. 101 ed abbinate – Istituzione di un Osservatorio nazionale sulle dipendenze da gioco d'azzardo e disposizioni per la prevenzione, la cura e la riabilitazione della dipendenza da gioco d'azzardo patologico (ove concluso dalla Commissione).
  Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.
  Seguito dell'esame dei progetti di legge:
   disegno di legge n. 1542 ed abbinata – Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni (deliberata l'urgenza);
   proposta di legge n. 731 ed abbinata – Delega al Governo per la riforma del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285;
   proposta di legge n. 101 ed abbinate – Istituzione di un Osservatorio nazionale sulle dipendenze da gioco d'azzardo e disposizioni per la prevenzione, la cura e la riabilitazione della dipendenza da gioco d'azzardo patologico (ove concluso dalla Commissione).

  Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Testo sostituito con errata corrige volante   Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).   Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).

Testo sostituito con errata corrige volante   Lo svolgimento di interrogazioni e di interpellanze avrà luogo (salvo diversa previsione) il martedì (tra le ore 9 e le ore 11); lo svolgimento di interpellanze urgenti il venerdì, alle ore 9. Venerdì 22 novembre non avrà luogo lo svolgimento delle interpellanze urgenti che sarà anticipato a giovedì 21 novembre, alle ore 16.
  Il Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di ulteriori documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.
  Dopo l'inizio della sessione di bilancio non potranno essere esaminati dall'Assemblea provvedimenti che comportino nuove o maggiori spese o diminuzioni di entrate, con l'eccezione dei progetti di legge indicati nell'articolo 119, comma 4 del Regolamento.
  L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
  Per quanto riguarda la discussione delle proposte di legge n. 254 ed abb. e 101 ed abb., l'organizzazione dei tempi sarà valutata sulla base del testo che verrà licenziato dalle rispettive Commissioni di merito.
  È stato altresì predisposto, ai sensi dell'articolo 23, comma 6, primo periodo, del Regolamento, il seguente programma dei lavori per il mese di dicembre 2013:

  Dicembre:
   Esame dei progetti di legge:
    disegni di legge S. 1120 – Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2014) e S. 1121 – Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016;
    disegno di legge costituzionale n. 1359-B – Istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali (Approvato, in prima deliberazione, dal Senato e dalla Camera dei deputati e approvato in seconda deliberazione, con la maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, dal Senato);
    proposta di legge n. 327 – Disciplina organica del diritto di asilo, dello status di rifugiato e della protezione sussidiaria, nonché disposizioni di attuazione delle direttive 2003/9/CE, 2005/85/CE e 2011/95/UE (prevista la deliberazione di urgenza il 5 novembre 2013);
    proposta di legge n. 631 ed abbinata – Modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari personali;
    disegno di legge n. 1710 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica Pag. 68di Albania, la Repubblica greca e la Repubblica italiana sul progetto ’Trans Adriatic Pipeline’, fatto ad Atene il 13 febbraio 2013 (Approvato dal Senato).
  Lo svolgimento di interrogazioni e di interpellanze avrà luogo (salvo diversa previsione) il martedì (tra le ore 9 e le ore 11); lo svolgimento di interpellanze urgenti il venerdì, alle ore 9. Venerdì 22 novembre non avrà luogo lo svolgimento delle interpellanze urgenti che sarà anticipato a giovedì 21 novembre, alle ore 16.
  Il Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di ulteriori documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.
  Dopo l'inizio della sessione di bilancio non potranno essere esaminati dall'Assemblea provvedimenti che comportino nuove o maggiori spese o diminuzioni di entrate, con l'eccezione dei progetti di legge indicati nell'articolo 119, comma 4 del Regolamento.
  L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
  Per quanto riguarda la discussione delle proposte di legge n. 254 ed abb. e 101 ed abb., l'organizzazione dei tempi sarà valutata sulla base del testo che verrà licenziato dalle rispettive Commissioni di merito.

  È stato altresì predisposto, ai sensi dell'articolo 23, comma 6, primo periodo, del Regolamento, il seguente programma dei lavori per il mese di dicembre 2013:

  Dicembre:
   Esame dei progetti di legge:
    disegni di legge S. 1120 – Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2014) e S. 1121 – Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016;
    disegno di legge costituzionale n. 1359-B – Istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali (Approvato, in prima deliberazione, dal Senato e dalla Camera dei deputati e approvato in seconda deliberazione, con la maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, dal Senato);
    proposta di legge n. 327 – Disciplina organica del diritto di asilo, dello status di rifugiato e della protezione sussidiaria, nonché disposizioni di attuazione delle direttive 2003/9/CE, 2005/85/CE e 2011/95/UE (prevista la deliberazione di urgenza il 5 novembre 2013);
    proposta di legge n. 631 ed abbinata – Modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari personali;
    disegno di legge n. 1710 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica Pag. 68di Albania, la Repubblica greca e la Repubblica italiana sul progetto ’Trans Adriatic Pipeline’, fatto ad Atene il 13 febbraio 2013 (Approvato dal Senato).

Testo sostituito con errata corrige volante   Esame delle mozioni:
   Airaudo ed altri n. 1-00196 concernente iniziative volte alla salvaguardia dell'interesse nazionale in relazione agli assetti proprietari di aziende di rilevanza strategica per l'economia italiana;
   Rondini ed altri n. 1-00227 concernente iniziative in materia di etichettatura dei prodotti agroalimentari;
   Fratoianni ed altri n. 1-00190 e Zampa ed altri n. 1-00156 concernenti iniziative in ordine alla disciplina dell'ingresso, del soggiorno e dell'allontanamento dei cittadini stranieri, con particolare riferimento alla problematica dei centri di identificazione e di espulsione.
  Esame delle mozioni:
   Airaudo ed altri n. 1-00196 concernente iniziative volte alla salvaguardia dell'interesse nazionale in relazione agli assetti proprietari di aziende di rilevanza strategica per l'economia italiana;
   Rondini ed altri n. 1-00227 concernente iniziative in materia di etichettatura dei prodotti agroalimentari;
   Fratoianni ed altri n. 1-00190 e Zampa ed altri n. 1-00156 concernenti iniziative in ordine alla disciplina dell'ingresso, del soggiorno e dell'allontanamento dei cittadini stranieri, con particolare riferimento alla problematica dei centri di identificazione e di espulsione.

Testo sostituito con errata corrige volante   Esame delle proposte di legge:
   n. 259 ed abbinate – Delega al Governo per la modifica della disciplina in materia di responsabilità professionale del personale sanitario e per la riduzione del relativo contenzioso;
   n. 1750 ed abb. – Disposizioni per l'introduzione del reddito di cittadinanza (ove concluso dalla Commissione);
   n. 1253 e abb. – Disposizioni in materia di pensioni superiori a dieci volte l'integrazione al trattamento minimo INPS (ove concluso dalla Commissione).
  Esame delle proposte di legge:
   n. 259 ed abbinate – Delega al Governo per la modifica della disciplina in materia di responsabilità professionale del personale sanitario e per la riduzione del relativo contenzioso;
   n. 1750 ed abb. – Disposizioni per l'introduzione del reddito di cittadinanza (ove concluso dalla Commissione);
   n. 1253 e abb. – Disposizioni in materia di pensioni superiori a dieci volte l'integrazione al trattamento minimo INPS (ove concluso dalla Commissione).

Testo sostituito con errata corrige volante   Nell'ambito del programma potranno essere inseriti eventuali ulteriori disegni di legge trasmessi dal Senato.   Nell'ambito del programma potranno essere inseriti eventuali ulteriori disegni di legge trasmessi dal Senato.

Testo sostituito con errata corrige volante   Nell'ambito del programma è inoltre previsto lo svolgimento di atti del sindacato ispettivo e potrà aver luogo l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di ulteriori documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.   Nell'ambito del programma è inoltre previsto lo svolgimento di atti del sindacato ispettivo e potrà aver luogo l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di ulteriori documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

Testo sostituito con errata corrige volante   Dopo l'inizio della sessione di bilancio non potranno essere esaminati dall'Assemblea provvedimenti che comportino nuove o maggiori spese o diminuzioni di entrate, con l'eccezione dei progetti di legge indicati nell'articolo 119, comma 4 del Regolamento.   Dopo l'inizio della sessione di bilancio non potranno essere esaminati dall'Assemblea provvedimenti che comportino nuove o maggiori spese o diminuzioni di entrate, con l'eccezione dei progetti di legge indicati nell'articolo 119, comma 4 del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 18,10).

  TIZIANO ARLOTTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  TIZIANO ARLOTTI. Signor Presidente, il 31 ottobre moriva a Roma Federico Fellini, l'artista e intellettuale italiano che più di ogni altro ha segnato il Novecento in ambito internazionale. Cinque premi Oscar, innumerevoli riconoscimenti prestigiosi in ogni parte del mondo. A vent'anni dalla sua scomparsa, Fellini continua a essere fonte di ispirazione per artisti e registi cinematografici (tra i tanti Sorrentino, Woody Allen, Tim Burton). L'iter felliniano è costellato di omaggi e riconoscimenti, inclusi la Legion d'onore (1984) e il Praemium dell'Imperatore del Giappone (1990). Appena poche settimane fa, sua santità Papa Francesco ha rivelato in un'intervista al direttore de La Civiltà Cattolica la sua passione per il cinema italiano, indicando proprio in Federico Fellini il regista da lui più amato, e nel film «La strada» il film da lui preferito, in cui ritrova un implicito riferimento a San Francesco.
  Ricordare una figura universale come quella di Federico Fellini significa commemorare un genio capace di precorrere i tempi. Nel 1960, il film «La dolce vita» fu percepito come un'opera scandalosa da parte di alcune autorità ecclesiastiche. L’Osservatore Romano commentò con toni pieni di sdegno («basta» e «vergogna») e vi furono prelati che vietarono ai fedeli la visione del film e intimarono di preservarsi dal «pubblico peccatore Federico Fellini». Oggi, come mostra l'eccellente Pag. 69docufilm «Viva Fellini», mandato in onda domenica sera sul Tg1, a distanza di oltre 60 anni è lo stesso Presidente del Consiglio pontificio della cultura, cardinal Gianfranco Ravasi, a vedere in Fellini un genio per la spiritualità emanata nelle sue opere.
  Credo che sia del tutto ovvio che quando nel 1993 addirittura l'università di Bologna propose al maestro la laurea honoris causa, egli la rifiutò, rispetto anche al carattere che aveva, scrivendo al rettore una lettera in cui affermava: «Mi sentirei Pinocchio premiato dai gendarmi».

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  TIZIANO ARLOTTI. Solo tre episodi, che illuminano una personalità straordinaria – e vado a concludere e poi chiedo di poter pubblicare in calce al resoconto il testo integrale (La Presidenza lo consente sulla base dei criteri costantemente seguiti) – di genio e poeta, che dalla natale Rimini è arrivato a trasmettere emozioni condivise e comprese in tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Giappone. Fellini e la sua opera sono un patrimonio dell'umanità che l'Italia deve continuare a valorizzare. Così come avviene per i geni di ogni tempo, commemorare oggi la figura di Fellini rappresenta un'occasione straordinaria non solo per fare il punto sull'eredità poetica e intellettuale dell'italiano più conosciuto al mondo (pensate: 14 milioni di pagine online citano a tutt'oggi il nome di Fellini), ma anche per rilanciare, a beneficio dei più giovani, il tema della connessione tra futuro del Paese e modernità...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Arlotti.

  TIZIANO ARLOTTI. ...rappresentata dal genio creativo che è leva di uno sviluppo virtuoso e possibile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  EMANUELE PRATAVIERA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, ieri ero intervenuto per ricordare la manifestazione importante degli imprenditori, che si è svolta a Venezia nel fine settimana e, come avevo anticipato ieri, oggi mi ero impegnato a portare in questo emiciclo le richieste che loro avanzano e i punti di criticità che loro sottolineano, a partire dalla difficoltà dell'accesso al credito, dal difficile rapporto con la burocrazia e la pubblica amministrazione, come quello con il fisco e l'Agenzia delle entrate, la distanza e la difficoltà di poter interagire fattivamente con i sindacati e il sistema politico, il sempre presente problema della giustizia e quello del credito.
  Ma loro, oltre ad aver sottolineato le difficoltà, hanno anche proposto, dal loro punto di vista, una buona soluzione, che potrebbe accontentare un po’ tutti, ma soprattutto potrebbe far crescere il nostro sistema economico e produttivo in maniera particolare al Nord. Attualmente la pressione fiscale è di circa il 70 per cento sulle aziende e loro dicono va bene, manteniamo questo livello, però rimoduliamolo in modo che, di quel 70 per cento, circa il 40 vada a coprire la tassazione globale, tra costo del lavoro, imposte dirette e indirette; il 15 per cento venga redistribuito ai dipendenti sotto forma di aumenti sostanziali in busta paga, riducendo le imposte sul lavoro, per permettere una ripresa dei consumi e, soprattutto, far credere, a chi si reca la mattina come dipendente in azienda, in quello che sta facendo e nel futuro...

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  EMANUELE PRATAVIERA. ...mentre il 15 per cento restante rimanga nelle imprese in modo che lo possano utilizzare per investimenti e ristrutturazioni. Questo è l'unico modo per sopravvivere accrescendo la competitività delle aziende del nord Italia e, in generale, di tutto lo «stivale».

  PRESIDENTE. Deve concludere.

Pag. 70

  EMANUELE PRATAVIERA. Anch'io sottolineo il fatto che l'impresa sia l'unica vera risorsa e l'unica materia prima che abbiamo nel nostro territorio, per cui difendiamola.

  MARIA GAETANA GRECO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIA GAETANA GRECO. Signor Presidente, io intervengo in merito al decreto del Ministero per lo sviluppo economico del 10 aprile 2013, in relazione alla legge regionale siciliana n. 11 del 12 maggio 2010 e in particolare all'articolo 67, che consente l'istituzione di ulteriori zone franche urbane rispetto a quelle selezionate con la delibera CIPE n. 14/2009, individuate secondo i criteri definiti dalla precedente delibera CIPE n. 5/2008 e dalla circolare del Ministero dello sviluppo economico, Dipartimento per le politiche di sviluppo.
  Considerato, quindi, che il Ministero ha di fatto riconosciuto ed equiparato le zone franche urbane, individuate con delibera CIPE n. 14/2009 e quelle individuate dalla regione siciliana ai sensi della legge n. 11 del 12 maggio 2010, avevo proposto nel decorso mese di luglio una interrogazione al Governo per chiedere che il criterio di finanziamento per le ulteriori risorse di circa 41 milioni di euro prendano a base il criterio della densità abitativa di ciascuna zona franca, escludendo pertanto la determinazione di una graduatoria tra le diverse zone franche urbane e ripartendo le somme individuate in base all'unico criterio individuato.
  Ciò considerato che tale criterio della densità abitativa all'interno delle zone franche urbane per la ripartizione del contributo spettante ad ogni singola zona già aveva trovato generale applicazione nel decreto ed era stato accettato dalle amministrazioni in cui ricadono le zone franche urbane.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MARIA GAETANA GRECO. Quindi, alla luce di ciò, io chiedo che il Governo intervenga con immediatezza, attesa la scadenza del termine e, in sede di certificazione della spesa nei tempi previsti, preveda che anche i 41 milioni di euro non provenienti dalla delibera n. 478 del 2012 siano ripartiti sulla base del criterio della densità abitativa, evitando situazioni paradossali, che esporrebbero il procedimento a numerosi ricorsi da parte dei comuni. Confido, pertanto, nella sensibilità del Governo.

  GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, intervengo per sollecitare la risposta ad un'interrogazione che ho svolto alcuni mesi fa al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti sulla crescente penalizzazione del sistema ferroviario abruzzese.
  Da allora, la situazione è anche peggiorata, perché, è proprio di questi giorni, l'annuncio della soppressione della linea ferroviaria Sulmona-Carpinone, che collega due regioni, l'Abruzzo e il Molise, che attraversa due parchi nazionali, che si svolge ad un'altezza considerevole, al punto tale che questa relazione ferroviaria è chiamata la «Transiberiana d'Italia», perché tocca stazioni che sono oltre i 1.200 metri di altezza. Il collegamento con il parco nazionale della Maiella e del Morrone, con il parco nazionale d'Abruzzo, Molise e Lazio, fa di questa relazione ferroviaria una ferrovia ad alta valenza turistica e, quindi, anche economica. E, poi, l'altra notizia è che da Ancona, a metà novembre, partiranno treni ad alta velocità non solo di Trenitalia, ma anche della compagnia privata Italo, e questo nonostante la stazione di Pescara sia, per numero di viaggiatori, superiore a quella di Ancona.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  GIANNI MELILLA. Quindi, non si arretra di 100 chilometri a sud di Ancona la Pag. 71partenza di questi treni ad alta velocità e si isola una regione di oltre un milione 300 mila abitanti.

  ARIANNA SPESSOTTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARIANNA SPESSOTTO. Signor Presidente, è di poche ore fa la notizia che i militari della Guardia di finanza di Taranto hanno notificato in Puglia l'avviso di chiusura delle indagini preliminari a 53 indagati dell'inchiesta per disastro ambientale, a carico dell'Ilva.
  Tra gli indagati ci sono anche il presidente della regione Puglia, Nichi Vendola, indagato per concussione aggravata in concorso nei confronti del direttore generale di ARPA Puglia, Giorgio Assennato, e il sindaco di Taranto, indagato per omissione.
  In particolare, secondo quanto indicato negli atti dell'accusa, nei mesi scorsi, Vendola avrebbe tentato di «far fuori» il direttore generale di ARPA Puglia, Giorgio Assennato, figura sgradita all'azienda Ilva. Dagli atti si evince che il presidente Vendola avrebbe costretto Assennato a modificare la posizione sull'Ilva, minacciandolo di non confermare il suo incarico alla direzione dell'ARPA (in scadenza a febbraio 2011); Vendola lo avrebbe, quindi, costretto ad ammorbidire la posizione dell'ARPA permettendo così ad Ilva di continuare a produrre ai massimi livelli, come fino ad allora era avvenuto, a discapito delle prescrizioni ambientali.
  Questa notizia arriva proprio mentre, stamattina, quindici operai dell'Ilva sono stati intossicati per aver inalato fumi sprigionatisi dalla Siviera di emergenza della colata a caldo dell'acciaieria 1 dell'Ilva, probabilmente a causa di un incendio. È il secondo caso di intossicazione in pochi giorni e, con tutta probabilità, non sarà l'ultimo se al più presto non si interverrà per risolvere il dramma ambientale vissuto quotidianamente dai lavoratori dell'Ilva e dagli abitanti di Taranto.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ARIANNA SPESSOTTO. Lo scorso 19 ottobre, altri sei dipendenti del siderurgico Ilva hanno riscontrato grosse difficoltà di respirazione in seguito all'inalazione di monossido di carbonio e di chissà quali altre sostanze, sprigionate nel capannone senza che nessun tipo di allarme abbia avvertito le maestranze.
  Come sappiamo tutti in quest'Aula, la pericolosità delle discariche nel territorio di Taranto è stata ribadita a più riprese da studi epidemiologici di tecnici e di esperti, confermati, tra l'altro, dalle ordinanze del GIP di Taranto, che hanno ripetutamente decretato non solo la grande pericolosità ambientale dello stabilimento Ilva, ma anche il suo effetto certo e confermato sulla salute della popolazione. Anche i sindacati hanno inutilmente ribadito come l'acciaieria e le colate continue 1 e 5 necessitino di grandi e immediati interventi, partendo dalla salvaguardia della salute e sicurezza di chi ci lavora, che allo stato delle cose non viene garantita.

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere, onorevole Spessotto.

  ARIANNA SPESSOTTO. Quanti lavoratori dovranno ancora essere intossicati affinché si agisca, attraverso le necessarie autorizzazioni ambientali, per rendere sicuro l'impianto Ilva e le sue discariche ?

  PRESIDENTE. Onorevole Spessotto...

  ARIANNA SPESSOTTO. Nel frattempo lo stabilimento Ilva di Taranto continua ad inquinare, funzionando in assoluta violazione della direttiva IPCC e dell'AIA, con la complicità del Governo e delle maggiori forze politiche. La notizia dei 53 indagati nel caso Ilva e degli operai vittime di intossicazione rappresenta l'ennesima beffa, non solo nei confronti della città di Taranto e dei suoi abitanti, ma anche al principio di legalità cui di cui impropriamente vi ergete a difensori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 72

  DAVIDE CAPARINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, brevemente volevo sollecitare la risposta a una mia interrogazione, che è urgente in quanto, come spesso accade, come tutti gli anni accade, la RAI mette in atto questa pratica di sollecitazione del canone, in particolar modo del canale speciale, che sappiamo dovuto solo da una particolarissima tipologia di utenza, che però non viene specificata nel momento in cui la RAI indistintamente sollecita le imprese a corrispondere il canone per qualsiasi apparecchio atto a ricevere il segnale TV. Però lo fa non spiegando al contribuente di cosa si tratta e qual è l'apparecchio atto a ricevere il segnale TV, dando quindi una fuorviante indicazione – poi con le lettere con toni molto minacciosi – ai malcapitati imprenditori, artigiani e commercianti che hanno un semplice computer che utilizzano per la loro normale attività, non certo per vedere la televisione, ma che utilizzano per contribuire alla produzione di quel Prodotto interno lordo che ci permette di perdere interi pomeriggi alla Camera non legiferando. Queste lettere inducono questi contribuenti a pagare il canone RAI in modo errato.
  Allora, io ho presentato un'interrogazione chiedendo prima di tutto il rispetto dello statuto del contribuente, in quanto le missive della RAI sono minacciose e ledono, come già sottolineato dall'Autorità per la privacy, i diritti dei contribuenti; e soprattutto, che la RAI specifici, spieghi, quali sono questi apparecchi, come le è stato indicato dal Ministero delle attività produttive, che a febbraio dell'anno scorso ha indicato quali sono le tipologie. Lo ha fatto in modo ben preciso e quindi non vedo perché la RAI si debba comportare diversamente.
  Inoltre, ho anche chiesto – e qui concludo – di capire come l'utente che è indotto erroneamente a pagare il canone RAI, una volta che corrisponde questa cifra, può rientrare di ciò che non doveva versare, in quanto la RAI dà per scontato che quella cifra è dovuta e non ci sono modalità per il rientro. Allora, sono tre fattispecie importanti che vanno chiarite, che devono essere chiarite e che solo il Ministro per le attività produttive può fare, qui in Parlamento, e soprattutto nei rapporti con la RAI, in quanto sottoscrive il contratto di servizio con la RAI stessa.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, egregi colleghi, sinceramente non ho capito dove mirasse l'intervento della collega del MoVimento 5 Stelle che ha voluto qui rileggerci la notizia diffusa dai media circa l'informazione di garanzia che sarebbe arrivata a 53 cittadini, politici, imprenditori, pubblici impiegati della regione Puglia in relazione alla vicenda dell'Ilva. Noi possiamo semplicemente – io lo posso dire anche perché sono stato protagonista di quella stagione – che il punto di vista del governo regionale è stato sempre quello sancito dalla Costituzione italiana.
  E cioè, che la libertà d'impresa in Italia è assicurata ma che l'imprenditore non può svolgere la propria attività in danno della libertà, della dignità e della sicurezza dei lavoratori. Quindi siamo stati sempre convinti, e lo siamo ancora oggi ad inchiesta, come dire, già abbondantemente conclusa, che la fabbrica è un bene per la collettività, ma che deve essere una fabbrica che non danneggia la salute dei cittadini. Questo vale per l'Ilva, vale per la FIAT, vale per qualunque impresa che deve, ripeto, mantenere il profilo della responsabilità sociale.
  Questa è una regola che noi ci siamo dati e che abbiamo sempre coltivato. E in virtù di questa regola abbiamo in quegli anni, dal 2005 in poi, deliberato una legislazione sulla diossina e su altri elementi nocivi, che è l'unica praticamente in Europa, tant’è che ci siamo scontrati con la dirigenza della società Ilva, con il Governo dell'epoca – tutti ricorderanno le Pag. 73polemiche con il ministro Prestigiacomo, dell'epoca –, con tutti i tentativi di rinviare il momento della messa in atto delle misure per limitare o per abbattere o per eliminare la nocività delle imprese.
  Quindi questo noi abbiamo fatto, quindi siamo serissimi, proprio siamo tranquilli perché, ripeto, abbiamo fatto il nostro dovere, e di questo si dovranno convincere tutti. Fa parte della storia, questa vicenda, come dire, dei poteri forti che sono sempre in agguato rispetto alle buone pratiche politiche, e non vorrei che in questa Aula qualcuno si rivelasse una propaggine di quei tentativi di fatto di salvaguardare l'impresa così com’è, e con non come dovrebbe essere (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole D'Ambrosio, io le do la parola, ma vorrei semplicemente provare, se noi riuscissimo visto che comunque siamo anche a fine seduta, a far sì che, una volta che è stato legittimamente sollevato un argomento dal collega di un gruppo e che un altro gruppo, che si è sentito chiamato in causa, replica, noi potessimo evitare di fare una coda della seduta; scusi se mi permetto di dirle questo preventivamente, ovviamente la faccio parlare. Sarebbe penso più utile per tutti, ma ovviamente lei ha i suoi due minuti. Prego.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, non è per una questione polemica o altro o comunque per far polemica davvero su un argomento che ritengo sia estremamente importante per, probabilmente, quello che è il problema principale che, a differenza del collega Sannicandro, noi vediamo, cioè la salute dei cittadini, prima ancora che la libertà di impresa e che l'impresa svolga quello che è il suo diciamo così compito all'interno di quelle che sono le normative.
  Però, prima di tutto ci teniamo a salvaguardare un principio: qui stiamo parlando di indagati e non quindi di condannati, la presunzione di innocenza vale per chiunque altro; la tutela per coloro che sono in questo caso indagati vale anche da parte nostra. Però, dall'altra parte comunque, non è più possibile, ripeto, ascoltare queste parole, nel senso che è chiaro, è limpido, è evidente che quell'impresa a, ricordo, 152 metri dalla città di Taranto, non può essere compatibile con la vita dei tarantini. Qualsiasi normativa si ponga quella struttura industriale, così com’è, non è compatibile con la città di Taranto e siccome la città di Taranto ha già pagato nei suoi cittadini un – credo veramente – prezzo che sia ineguagliabile rispetto a qualunque altra situazione, io credo che porre altri prezzi ad una cittadinanza che è oramai stremata sulla cosa sia davvero irraggiungibile.
  E in questo senso spero di lanciare un messaggio di dialogo a qualunque forza politica che sulla cosa vuole comunque ragionare: vi prego, qualsiasi cosa vogliamo fare a Taranto discutiamo e lasciamo principalmente decidere ai tarantini.
  Non poniamoci noi come i principali portatori di verità che non abbiamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. La ringrazio, anche per aver assolutamente esaudito i desiderata del Presidente. Non accade tutti i giorni !

  VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Signor Presidente, per chiedere il suo intervento, conoscendo anche la sua sensibilità, per ottenere risposta dal Governo ad un'interrogazione; si tratta della n. 5-01313, che è un'interrogazione a risposta in Commissione che in realtà, caro Presidente, è l'interrogazione n. 4-00235 del 16 aprile scorso. Prima era a risposta scritta, adesso l'ho trasformata in risposta in Commissione, magari in questa forma riuscirò ad ottenere una risposta, visto che sono passati tutti questi mesi. Chiedo ancora il suo intervento, Presidente, per ottenere questa risposta.

Pag. 74

  PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Peluffo, devo dire che in particolare in questi ultimi giorni sono state molte le sollecitazioni di molti colleghi di diversi gruppi rispetto all'esigenza che il Governo risponda alle interrogazioni, alle interrogazioni in Commissione e alle interpellanze. Penso di poter sicuramente dire che faremo presente al Governo che sono adesso veramente molte le richieste e fare in modo che ci sia una maggiore presenza nella risposta da parte del Governo ai colleghi deputati.

Elezione dei vicepresidenti e dei segretari della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

  PRESIDENTE. Comunico che la Commissione parlamentare per le questioni regionali ha proceduto in data odierna alla costituzione dell'ufficio di presidenza: sono risultati eletti vicepresidenti i senatori Raffaele Ranucci e Lionello Marco Pagnoncelli, segretari il deputato Michele Mognato e la senatrice Manuela Serra.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Giovedì 31 ottobre 2013, alle 9,30:

  Seguito della discussione del disegno di legge:
   Conversione in legge del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, recante misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca (C. 1574-A).
  – Relatori: Ghizzoni, per la maggioranza; Buonanno e Luigi Gallo, di minoranza.

  La seduta termina alle 18,35.

TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO DEL DEPUTATO TIZIANO ARLOTTI SULL'ORDINE DEI LAVORI

  TIZIANO ARLOTTI. Il 31 ottobre 1993 moriva a Roma Federico Fellini, l'artista e intellettuale italiano che più di ogni altro ha segnato il Novecento italiano in ambito internazionale. Cinque premi Oscar, innumerevoli riconoscimenti prestigiosi in ogni parte del mondo: a vent'anni dalla sua scomparsa, Fellini continua a essere fonte di ispirazione per artisti e registi cinematografici (tra i tanti Sorrentino, Woody Allen, Tim Burton). L'iter felliniano è costellato di omaggi e riconoscimenti, inclusi la Legion d'onore (’84) e il Praemium dell'Imperatore del Giappone (’90).
  Appena poche settimane fa, sua Santità Papa Francesco ha rivelato in un'intervista al direttore di La Civiltà Cattolica la sua passione per il cinema italiano, indicando proprio in Federico Fellini il regista da lui più amato, e in La strada il film da lui preferito, in cui ritrova un implicito riferimento a San Francesco.
  In un articolo apparso sulla rivista Il Mulino, Oscar Ianussi dedicava a «ciò che resta di Federico Fellini» nell'imminenza del ventennale della morte un interessante articolo, in cui l'autore preventivamente paventava il rischio della «dimenticanza postuma» del regista e dell'intellettuale che continua ancor oggi ad influenzare sensibilmente l'opera dei più giovani colleghi. Un rischio che si mischia al ridimensionamento ad oleografia standardizzata. «Il meglio – continua Iannussi nello stesso intervento pubblicato da Il Mulino –, nell'Italia smemorata, sarebbe ricordare degnamente i propri artisti, al posto di trasformarli in maschere e coriandoli di Amarcord».
  L'attualizzazione del messaggio di Federico Fellini, bene prezioso anche per «l'esportazione» di un Paese che non può essere conosciuto all'estero esclusivamente per i suoi travagli politico-sociali o per le vicende calcistiche, passa certamente dalle diverse iniziative culturali, che – in maniera più o meno spontanea – stanno Pag. 75captando il tema delle celebrazioni del ventennale.
  Ringrazio per questo il ministro dei Beni e attività Culturali Massimo Bray, che riconoscendo in Fellini «la più alta vetta del cinema italiano, inventore di un genere cinematografico che superando gli schemi della poetica neorealistica ha fatto scuola in Italia e nel mondo», ha riconosciuto l'interesse culturale dell'opera filmica «Che strano chiamarsi Federico» del regista Ettore Scola, e nella convinzione che il cinema sia uno dei veicoli più efficaci per promuovere la cultura e l'immagine dell'Italia nel mondo si è impegnato a valorizzare l'opera del Maestro Fellini presso gli Istituti di cultura italiana all'estero.
  Ringrazio la RAI, nella persona della Presidente Anna Maria Tarantola, per la sensibilità e l'attenzione dimostrata alla degna celebrazione del ventennale della scomparsa di Fellini attraverso il lavoro di «ripubblicazione» delle opere del Maestro riminese nei palinsesti dei canali televisivi a diffusione nazionale. Ricordare una figura universale come quella di Federico Fellini significa commemorare un genio capace di precorrere i tempi. Nel 1960, il film La dolce vita fu percepito come un'opera scandalosa da parte di alcune autorità ecclesiastiche. L'Osservatore Romano commentò con toni pieni di sdegno «Basta» e «Vergogna», vi furono prelati che vietarono ai fedeli la visione del film e intimarono di «preservarsi dal pubblico peccatore Federico Fellini». Oggi, come mostra l'eccellente docufilm «Viva Fellini», a distanza di oltre 60 anni è lo stesso presidente del Consiglio Pontificio della Cultura, Cardinal Gianfranco Ravasi, a vedere in Fellini un genio per la spiritualità emanata nelle sue opere.
  Nel 1972 in Italia fu pubblicato il Libretto rosso degli studenti, che causò ad editore e autore un processo per via dei contenuti ritenuti oltraggiosi alla morale comune. Federico Fellini scrisse un'appassionata lettera in difesa della libertà di stampa, sottolineando l'innocenza dei contenuti, promossi da ragazzi sulla scia di un vento nuovo che si affacciava sulla scena dell'Italia e del mondo.
  E nel 93, quando l'Università di Bologna propose al Maestro la laurea honoris causa, egli rifiutò scrivendo al Rettore una lettera in cui affermava «Mi sentirei Pinocchio premiato dai gendarmi». Solo tre episodi, che però illuminano una personalità straordinaria di genio e poeta, che dalla natale Rimini è arrivato a trasmettere emozioni condivise e comprese in tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Giappone. Fellini e la sua opera sono un patrimonio dell'umanità che l'Italia deve continuare a valorizzare. Così come avviene per i geni di ogni tempo, commemorare oggi la figura di Fellini rappresenta un'occasione straordinaria non solo per fare il punto sull'eredità poetica e intellettuale dell'italiano più conosciuto al mondo (14 milioni di pagine online citano a tutt'oggi il nome di Fellini), ma anche per rilanciare a beneficio dei più giovani il tema della connessione tra futuro del Paese e modernità rappresentata dal genio creativo che è leva di uno sviluppo virtuoso e possibile.

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ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Mozioni nn. 1-00150, 1-00171, 1-00198, 1-00098, 1-00203 e 1-00211 – Bonifica dei siti inquinati di interesse nazionale, con particolare riferimento alla situazione nella cosiddetta Terra dei fuochi

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
Partito Democratico 1 ora e 16 minuti
MoVimento 5 Stelle 38 minuti
Popolo della Libertà – Berlusconi
Presidente
36 minuti
Scelta civica per l'Italia 26 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 24 minuti
Lega Nord e Autonomie 21 minuti
Fratelli d'Italia 19 minuti
Misto: 20 minuti
  Centro Democratico 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 6 minuti
  MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero - Alleanza per l'Italia (API) 4 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI)
  – Liberali per l'Italia (PLI)
4 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.

Pag. 77

Doc. VIII, nn. 1 e 2 – Conto consuntivo 2012 e progetto di bilancio della Camera dei deputati 2013

Tempo complessivo: 15 ore, di cui:
• discussione congiunta: 7 ore e 30 minuti.
• seguito dell'esame congiunto: 7 ore e 30 minuti.

Discussione congiunta Seguito dell'esame congiunto
Deputati questori 1 ora e 30 minuti 40 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 5 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 12 minuti (con il limite massimo di 11 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 45 minuti 5 ore e 13 minuti
Partito Democratico 52 minuti 1 ora e 31 minuti
MoVimento 5 Stelle 38 minuti 46 minuti
Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 37 minuti 43 minuti
Scelta civica per l'Italia 33 minuti 32 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 33 minuti 29 minuti
Lega Nord e Autonomie 31 minuti 25 minuti
Fratelli d'Italia 31 minuti 23 minuti
Misto: 30 minuti 24 minuti
  Centro Democratico 8 minuti 7 minuti
  Minoranze linguistiche 8 minuti 7 minuti
  MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero - Alleanza per l'Italia (API) 7 minuti 5 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 7 minuti 5 minuti
Pag. 78

Doc. IV, n. 4 – autorizzazione all'utilizzo di conversazioni e comunicazioni nei confronti dell'on. Francesco Proietti Cosimi, deputato all'epoca dei fatti

Tempo complessivo: 2 ore e 30 minuti.


Relatore 15 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 23 minuti (con il limite massimo di 3 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ore e 42 minuti
Partito Democratico 30 minuti
MoVimento 5 Stelle 15 minuti
Popolo della Libertà – Berlusconi
Presidente
14 minuti
Scelta civica per l'Italia 10 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 10 minuti
Lega Nord e Autonomie 8 minuti
Fratelli d'Italia 7 minuti
Misto: 8 minuti
  Centro Democratico 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero - Alleanza per l'Italia (API) 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI)
  – Liberali per l'Italia (PLI)
2 minuti
Pag. 79

Mozione n. 1-00201 – Iniziative in materia di federalismo fiscale

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).


Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
Partito Democratico 1 ora e 16 minuti
MoVimento 5 Stelle 38 minuti
Popolo della Libertà – Berlusconi
Presidente
36 minuti
Scelta civica per l'Italia 26 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 24 minuti
Lega Nord e Autonomie 21 minuti
Fratelli d'Italia 19 minuti
Misto: 20 minuti
  Centro Democratico 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 6 minuti
  MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero - Alleanza per l'Italia (API) 4 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI)
  – Liberali per l'Italia (PLI)
4 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Ddl di ratifica n. 1309 – Linea ferroviaria Torino-Lione

Tempo complessivo: 12 ore di cui:
• discussione generale: 6 ore e 30 minuti;
• seguito dell'esame: 5 ore e 30 minuti.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 20 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 20 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 3 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 48 minuti (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 37 minuti 3 ore e 32 minuti
Partito Democratico 51 minuti 48 minuti
MoVimento 5 Stelle 34 minuti 43 minuti
Popolo della Libertà – Berlusconi
Presidente
37 minuti 26 minuti
Scelta civica per l'Italia 33 minuti 21 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 31 minuti 23 minuti
Lega Nord e Autonomie 31 minuti 18 minuti
Fratelli d'Italia 30 minuti 15 minuti
Misto: 30 minuti 18 minuti
  Centro Democratico 8 minuti 5 minuti
  Minoranze linguistiche 8 minuti 5 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero 7 minuti 4 minuti
  Socialisti italiani 7 minuti 4 minuti
Pag. 80

Pdl n. 730 – Interporti e piattaforme logistiche

Tempo complessivo: 13 ore e 30 minuti di cui:
• discussione generale: 6 ore;
• seguito dell'esame: 7 ore e 30 minuti.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 15 minuti 20 minuti
Governo 15 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 20 minuti
Interventi a titolo personale 58 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 10 minuti (con il limite massimo di 11 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 22 minuti 5 ore e 10 minuti
Partito Democratico 40 minuti 1 ora e 30 minuti
MoVimento 5 Stelle 34 minuti 45 minuti
Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 34 minuti 43 minuti
Scelta civica per l'Italia 32 minuti 31 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 31 minuti 29 minuti
Lega Nord e Autonomie 31 minuti 25 minuti
Fratelli d'Italia 30 minuti 23 minuti
Misto: 30 minuti 24 minuti
  Centro Democratico 8 minuti 7 minuti
  Minoranze linguistiche 8 minuti 7 minuti
  MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero - Alleanza per l'Italia (API) 7 minuti 5 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 7 minuti 5 minuti
Pag. 81

Mozioni nn. 1-00011, 1-00092 e 1-00149 – Iniziative in merito alla dismissione del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).


Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
Partito Democratico 1 ora e 16 minuti
MoVimento 5 Stelle 38 minuti
Popolo della Libertà – Berlusconi
Presidente
36 minuti
Scelta civica per l'Italia 26 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 24 minuti
Lega Nord e Autonomie 21 minuti
Fratelli d'Italia 19 minuti
Misto: 20 minuti
  Centro Democratico 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 6 minuti
  MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero - Alleanza per l'Italia (API) 4 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI)
  – Liberali per l'Italia (PLI)
4 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.

Pag. 82

Doc. XXII, n. 13 – Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro

Discussione generale: 6 ore e 30 minuti.


Relatore 15 minuti
Governo 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 5 minuti (con il limite massimo di 15 minuti ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 45 minuti
Partito Democratico 52 minuti
MoVimento 5 Stelle 38 minuti
Popolo della Libertà – Berlusconi
Presidente
37 minuti
Scelta civica per l'Italia 33 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 33 minuti
Lega Nord e Autonomie 31 minuti
Fratelli d'Italia 31 minuti
Misto: 30 minuti
  Centro Democratico 8 minuti
  Minoranze Linguistiche 8 minuti
  MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia 7 minuti
  Partito Socialista Italiano(PSI)
  – Liberali per l'Italia (PLI)
7 minuti
Pag. 83

Mozione n. 1-00194 – Iniziative volte all'introduzione di un prelievo straordinario sui redditi da pensione superiori ad un determinato importo

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).


Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
Partito Democratico 1 ora e 16 minuti
MoVimento 5 Stelle 38 minuti
Popolo della Libertà – Berlusconi
Presidente
36 minuti
Scelta civica per l'Italia 26 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 24 minuti
Lega Nord e Autonomie 21 minuti
Fratelli d'Italia 19 minuti
Misto: 20 minuti
  Centro Democratico 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 6 minuti
  MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero - Alleanza per l'Italia (API) 4 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI)
  – Liberali per l'Italia (PLI)
4 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 84

Ddl n. 1542 e abb. – Città metropolitane, Province, unioni e fusioni di Comuni

Tempo complessivo: 14 ore e 30 minuti, di cui:
• discussione generale: 6 ore e 30 minuti;
• seguito dell'esame: 8 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 20 minuti 25 minuti
Governo 20 minuti 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 1 ora e 30 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 3 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 2 minuti (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 37 minuti 4 ore e 28 minuti
Partito Democratico 51 minuti 1 ora e 1 minuto
MoVimento 5 Stelle 34 minuti 54 minuti
Popolo della Libertà – Berlusconi
Presidente
37 minuti 33 minuti
Scelta civica per l'Italia 33 minuti 27 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 31 minuti 29 minuti
Lega Nord e Autonomie 31 minuti 23 minuti
Fratelli d'Italia 30 minuti 19 minuti
Misto: 30 minuti 22 minuti
  Centro Democratico 8 minuti 6 minuti
  Minoranze linguistiche 8 minuti 6 minuti
  MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero - Alleanza per l'Italia (API) 7 minuti 5 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI)
  – Liberali per l'Italia (PLI)
7 minuti 5 minuti
Pag. 85

Ddl n. 731 e abb. – Riforma del codice della strada

Tempo complessivo: 11 ore e 30 minuti di cui:
• discussione generale: 6 ore e 30 minuti;
• seguito dell'esame: 5 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 20 minuti 15 minuti
Governo 20 minuti 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 20 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 3 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 44 minuti (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 37 minuti 3 ore e 16 minuti
Partito Democratico 51 minuti 43 minuti
MoVimento 5 Stelle 34 minuti 41 minuti
Popolo della Libertà – Berlusconi
Presidente
37 minuti 24 minuti
Scelta civica per l'Italia 33 minuti 20 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 31 minuti 21 minuti
Lega Nord e Autonomie 31 minuti 17 minuti
Fratelli d'Italia 30 minuti 14 minuti
Misto: 30 minuti 16 minuti
  Centro Democratico 8 minuti 5 minuti
  Minoranze linguistiche 8 minuti 5 minuti
  MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero - Alleanza per l'Italia (API) 7 minuti 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI)
  – Liberali per l'Italia (PLI)
7 minuti 3 minuti

Per quanto riguarda la discussione delle proposte di legge n. 254 e abb. e 101 e abb., l'organizzazione dei tempi sarà valutata sulla base del testo che verrà licenziato dalle rispettive Commissioni di merito.