Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 73 di lunedì 9 settembre 2013

Pag. 1

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

  La seduta comincia alle 10,45.

  DAVIDE CAPARINI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 6 settembre 2013.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Archi, Baretta, Biancofiore, Bocci, Boccia, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Bray, Brunetta, Capezzone, Carrozza, Casero, Castiglione, Cicchitto, Cirielli, D'Alia, Dambruoso, De Girolamo, Dell'Aringa, Dellai, Di Lello, Epifani, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Formisano, Franceschini, Galan, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Kyenge, La Russa, Leone, Letta, Lorenzin, Lupi, Merlo, Meta, Migliore, Mogherini, Orlando, Pes, Pisicchio, Pistelli, Rigoni, Santelli, Santerini, Speranza e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantratré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,52).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sulla liberazione del giornalista Domenico Quirico (ore 10,53).

  PRESIDENTE. Prima di riprendere la nostra discussione sulle riforme, permettetemi un brevissimo fuori programma, che sono molto contenta di potervi proporre.
  Da ieri sera, come tutti sappiamo, Domenico Quirico (Applausi), l'inviato che era stato rapito in Siria ben cinque mesi fa, è tornato ad essere un uomo libero. Anche la Camera dei deputati esprime grande soddisfazione per l'esito di questa tormentata vicenda, e abbraccia idealmente la famiglia di Quirico (tutti ricordiamo infatti il video appello delle figlie, un appello sobrio, ma anche commovente); così come abbracciamo i colleghi del quotidiano La Stampa.Pag. 2
  Voglio ringraziare la Ministra degli esteri Emma Bonino, l'unità di crisi della Farnesina e tutti gli apparati dello Stato coinvolti nell'operazione: è stato per merito della loro azione, discreta ma determinatissima, che oggi possiamo festeggiare l'avvenuta liberazione.
  E un grande, veramente un grande e un sentito e particolare grazie voglio inviarlo a Domenico Quirico: le testimonianze di giornalisti come lui fanno da antidoto all'indifferenza, con la quale troppo spesso rischiamo di avvolgere i drammi che avvengono a poche centinaia di chilometri da casa nostra. La gioia di questo momento naturalmente non attenua la grande preoccupazione con la quale continuiamo a guardare alla crisi siriana, una crisi che solo ora, a due anni e mezzo dal suo inizio, la nostra Europa sembra avere finalmente percepito nella sua gravità.

  ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, signor Ministro, colleghi deputati, è con grande gioia, soddisfazione e orgoglio che salutiamo la liberazione del giornalista de La Stampa Domenico Quirico, dopo cinque mesi: un sequestro lunghissimo, che ha segnato molto i suoi colleghi, la sua famiglia, e che ha turbato chi lavora per la pace, chi lavora per il dialogo, chi lavora per una soluzione pacifica del conflitto siriano. Voglio ringraziare il Ministero degli affari esteri e tutti gli apparati dello Stato per la grande attenzione e la grande cura con cui sono riusciti a sbloccare questo lunghissimo sequestro.
  Voglio concludere dicendo due cose. Mercoledì avremo una discussione impegnativa qui in Aula con il Primo Ministro Letta, dove affronteremo il nodo della guerra in Siria, dell'azione militare in Siria, annunciata qualche settimana fa. Vorrei ricordare le parole pronunciate, appena uscito dall'incubo del sequestro, da Domenico Quirico, quando lui ha affermato: non è più la rivoluzione laica di Aleppo che io avevo cominciato a descrivere, quella rivoluzione mi ha tradito, oggi è diventata un'altra cosa.
  Allora, nel dibattito che affronteremo, dovremo discutere di questo.
  Concludo dicendo una cosa: abbiamo bisogno del grande giornalismo d'inchiesta, abbiamo bisogno di coloro che vanno lì e raccontano le cose come sono fatte, come stanno, come si evolvono, e allo stesso tempo abbiamo però bisogno anche degli operatori di pace. Qui voglio lanciare un appello affinché tutte le forze si mobilitino – come sappiamo già stanno facendo – per la liberazione di padre Dall'Oglio (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà), che è lì su quel territorio, sequestrato anche lui da diversi mesi. Abbiamo bisogno di voci che uniscano il mondo nella direzione della pace (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  VINCENZO AMENDOLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  VINCENZO AMENDOLA. Gentile Presidente, deputate e deputati, ci associamo alla gioia che ha espresso in quest'Aula, ci associamo alla gioia dei giornalisti de La Stampa e, soprattutto, alla famiglia di Domenico Quirico. Ci associamo a un ringraziamento forte e determinato a questo Governo, al Ministro Bonino, a chi ha lavorato in questi mesi, anche riferendo in Commissione affari esteri, per la liberazione del nostro giornalista. Ci associamo cioè a un'idea di Paese, dell'Italia, che nei tremendi giorni che interessano noi – ne discuteremo in quest'Aula – ha fatto sempre sentire la sua voce.
  Nello scenario drammatico del Medio Oriente e della Siria tanti italiani stanno lavorando per la pace: lavorano i nostri militari della missione UNIFIL in Libano, lavorano i tanti cooperanti che con grande forza sono presenti anche in questi momenti drammatici e lavorano tante personalità, giornalisti, che tuttora sono in Siria e che, come Domenico Quirico, sono lì per Pag. 3raccontare la verità, perché la verità è anche foriera di soluzioni e di grandi soluzioni per la pace, soprattutto per far cessare la guerra civile.
  Ricordiamo anche noi e siamo in trepida attesa per padre Dall'Oglio e per tutte le personalità che in questo momento drammatico lavorano per una Siria che sia libera da una dittatura e da una guerra civile.
  Gentile Presidente, deputate e deputati, quello che noi vivremo nelle prossime settimane sarà anche un richiamo all'Italia migliore, all'Italia che non ha paura di essere in campo contro le dittature e soprattutto contro le guerre interne, le guerre civili che – abbiamo visto – uccidono atrocemente inermi civili.
  Liberare Domenico Quirico per noi, per questo Governo, è un segnale che non molleremo e non retrocederemo da un'Italia presente in Medio Oriente che combatte per i diritti, soprattutto quelli che sono i diritti dei più deboli, raccontando le guerre, discutendo in Parlamento e trovando una soluzione in un contesto internazionale.
  Quindi, grazie al Governo, grazie a chi ha operato per la liberazione del giornalista e soprattutto ben tornato a casa a Domenico Quirico (Applausi).

  PRESIDENTE. Grazie onorevole Amendola, anch'io mi associo. Speriamo presto di poter dare notizie positive anche rispetto agli altri italiani che ancora sono sequestrati.

  MARIO MARAZZITI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIO MARAZZITI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, è un'occasione felice quella di questa mattina, poterci rallegrare della salute e del ritorno di Domenico Quirico, un grande giornalista, un uomo vero, un uomo coraggioso, anche un amico personale con cui ho condiviso in alcune circostanze il tentativo di raccontare davvero come stavano le cose in altre guerre.
  Quindi, è grande felicità per la famiglia, per lui, che ho visto provato, come non poteva non essere, dopo essere tornato da una brutta, terribile e cattiva avventura. È il momento di ringraziare per la sua capacità il Governo italiano, sicuramente i servizi segreti e quanti silenziosamente hanno lavorato per la sua liberazione.
  Questo mostra che un Paese coeso, che non fa delle crisi internazionali o di fatti privati occasione di scontro, ma che si riunisce nella ricerca di un unico obiettivo, può raggiungere grandi risultati. Questo è avvenuto anche senza la possibilità di avere il sostegno e il supporto in loco della nostra ambasciata italiana e di un bravo ambasciatore, come l'ambasciatore Amerio, perché le ambasciate europee hanno lasciato quel Paese. Questo ha indebolito e indebolisce anche, tante volte, la possibilità di pace e di trovare soluzioni nuove.
  Quindi, un benvenuto a Domenico Quirico. Ascolteremo da lui come le rivoluzioni democratiche, laiche e piene di entusiasmo vengano tradite. Noi abbiamo visto questa guerra, che è diventata una vera e sporca guerra, una vera, sporca guerra che già lascia sul campo quasi centomila morti, che ha visto una città come Homs, dove più di 90.000 cristiani sono dovuti andare via, sono stati massacrati, sono fuggiti: oggi sono meno di 50. La sicurezza della vita non c’è lì e non sappiamo che tipo di scontro ci sia in Siria.
  Nei prossimi giorni ragioneremo con il mondo sulla nostra posizione, sulla posizione dell'Italia, che finora è stata molto chiara e limpida. Noi crediamo in una soluzione politica. C’è un'opposizione politica in Siria e va ascoltata: lavoreremo per questo. Domenico Quirico ci darà una mano, con l'obiettività di chi non si è mai accontentato delle versioni fatte e delle propagande politiche in tempo di guerra; lui stesso forse ci racconterà meglio cosa sta accadendo e anche perché dobbiamo lavorare, come Italia e come Europa, per una soluzione politica.

  FABRIZIO CICCHITTO. Chiedo di parlare.

Pag. 4

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, io sarò brevissimo perché non vorrei che questo dibattito fosse l'anticipazione del dibattito che faremo mercoledì con il Presidente del Consiglio.
   Voglio cogliere solo questa occasione per dare atto, in primo luogo, all'unità di crisi del Ministero degli affari esteri e, in secondo luogo, ai nostri servizi per la parte estera, di aver lavorato con una grandissima capacità, una capacità che si è accompagnata a una grande discrezione e al silenzio, e che ha indubbiamente, diversamente da altri episodi, favorito la soluzione di un caso che era intricato e difficilissimo.
  Dopodiché, vi è la drammaticità della vicenda siriana, ossia il fatto che entrambe le parti mettono, per certi aspetti, in evidenza il peggio di se stesse, perché Quirico ci ha detto qualcosa sulla opposizione, però, per altro verso, sappiamo qualcosa di diverso sul Governo Assad e su quello che ha fatto.
  Ecco, tutto questo ci dà l'indice di una situazione nella quale gli schematismi devono essere messi al bando e dobbiamo soltanto rallegrarci perché, in questa occasione, lo Stato italiano, nelle sue strutture del Ministero degli affari esteri e dei servizi, ha dato il meglio di se stesso per salvare un grande giornalista che, essendo tale, è abituato ad andare incontro a dei rischi, rischi questa volta elevatissimi che, non a caso, si sono prolungati per ben cinque mesi in condizioni assai difficili.
  Quindi, ci congratuliamo con Quirico, con la sua famiglia e con il suo giornale, ma anche con il Ministero degli affari esteri e con l'apparato dello Stato che ha lavorato per salvare questo nostro amico e giornalista (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, anch'io sarò molto breve. Ovviamente, intervengo per esprimere, anche da parte del gruppo della Lega Nord, l'apprezzamento per la buona notizia che lei ha comunicato ed anche il ringraziamento a tutti gli uomini che hanno lavorato per la liberazione di Quirico.
  Io vorrei soltanto sottolineare che le prime dichiarazioni fatte da Quirico, giunto in Italia, potranno essere anche un importante spunto di riflessione per la discussione che avremo mercoledì, perché le parole che ha ricordato Quirico e, anzi, le parole che voglio ricordare di Quirico sono quelle che dicono che questa rivoluzione non è più la rivoluzione laica, ma rappresenta qualcosa di pericoloso.
  Quindi, penso che da chi ha vissuto drammaticamente sulla propria pelle l'esperienza del rapimento in Siria ci debba venire, però, uno spunto di riflessione importante, senza rincorrere notizie messe a nostra disposizione per interposta persona, ma direttamente da un nostro giornalista, che ha fatto in modo molto serio il proprio lavoro e, devo dire, anche mettendo a rischio la propria sicurezza personale, in modo che possa aiutare anche questo Parlamento a prendere le decisioni più opportune e sviluppare una discussione responsabile che possa servire seriamente alla pace nel mondo e non all'interesse di qualche parte.

  PRESIDENTE. Dunque, abbiamo concluso gli interventi sulla liberazione del giornalista Domenico Quirico.

Seguito della discussione del disegno di legge costituzionale: S. 813 – Istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali (Approvato, in prima deliberazione, dal Senato) (A.C. 1359).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge costituzionale, già approvato, in prima deliberazione, dal Senato, recante Pag. 5istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali.
  Avverto che l'emendamento Fraccaro 5.6 è stato ritirato dal presentatore.

(Ripresa esame dell'articolo 2)

  PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1359). Ricordo che nella seduta del 6 settembre è stato da ultimo respinto l'emendamento Migliore 2.77.
  Passiamo, quindi, alla votazione dell'emendamento D'Ambrosio 2.14.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, illustro questo nostro emendamento che va a modificare l'articolo 2, comma 3, di questo disegno di legge costituzionale, in particolare nella parte dove indica il termine utile affinché vengano esaminati dal Comitato le proposte di legge; l'articolo in questione, licenziato dal Governo, dichiara con le testuali parole: «presentati alle Camere a decorrere dall'inizio della XVII legislatura e fino alla data di conclusione dei suoi lavori».
  La premessa doverosa è che, ovviamente, noi siamo completamente contro questo disegno di legge e siamo anche completamente contro la durata che viene indicata in 18 mesi. In primo luogo perché l'articolo 138 è l'unico articolo della Costituzione a dare dei tempi minimi e, di conseguenza, ben si guarda dal dare dei tempi massimi per i lavori. I tempi minimi, evidentemente, sono quelli dei tre mesi per il passaggio dalla lettura di una Camera all'altra. È assolutamente illogico dare come tempo un tempo definito e massimo per l'elaborazione di disegni di legge costituzionale di tale portata.
  Ma, è assolutamente illogico il fatto di indicare una data precisa per la trattazione di queste proposte di legge, ovverosia presentate prima della fine dei 18 mesi. Nel nostro emendamento noi quanto meno cerchiamo di inserire in questo pessimo disegno di legge e in questo pessimo passaggio un po’ di razionalità e di logicità, proponendo la sostituzione del passaggio: «fino alla data di conclusione dei suoi lavori» con le seguenti parole: «quelli presentati entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale». La ratio è evidente, ovverosia a questo punto i disegni di legge già presentati di riforme costituzionali, oppure presentati pochi istanti prima della fine dei 18 mesi di lavoro del Comitato, hanno lo stesso valore. Dove vanno a finire ? In che tempi il Comitato può trattarli ed elaborare un eventuale disegno di legge da presentare alle Camere ?
  Dicendo che dalla formazione del Comitato ci sono quattro mesi, si delimita quanto meno il tempo per la presentazione e si assegna, seppure – lo ripeto – siamo contrari ai tempi massimi, un tempo sufficiente e utile al Comitato per la trattazione.
  Ritengo che questo sia un passaggio fondamentale anche perché, se un disegno di legge fosse presentato all'ultimo istante, ci domandiamo a questo punto se non possa capitare la presentazione da parte del Governo, nella vicinanza della scadenza dei diciotto mesi, di una proposta che non è trattata e che comunque viene presentata, che magari è la proposta del Governo e che il Comitato neanche è in grado di trattare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. A questo punto, devo sospendere la seduta, perché ancora non è decorso il termine di preavviso di venti minuti. Poiché dobbiamo riprendere alle 11,15, sospendo la seduta per pochi minuti.

  La seduta, sospesa alle 11,10, è ripresa alle 11,15.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.Pag. 6
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Ambrosio 2.14, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese, Catania, Russo, Tartaglione, Scuvera, Ascani, Crimi, Malisani, Gadda, Schullian, Giorgis, Locatelli, Causi, Madia, Damiano, Biasotti, Pes, Romele...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  393   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
 116    
    Hanno votato
no  277).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Fraccaro 2.22.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, questo emendamento mira ad introdurre, dopo il comma 3 dell'articolo 2, il comma 3-bis, che recita: «I lavori del comitato sono organizzati dall'Ufficio di Presidenza con la maggioranza di cui al comma 6 dell'articolo 23 del Regolamento della Camera».
  Ora, qui si parla dell'organizzazione dei lavori del Comitato che dovrà occuparsi delle riforme costituzionali. Credo che sia evidente a qualsiasi persona che abbia fatto parte di un'assemblea o di un gruppo di lavoro, come le modalità di lavoro siano fondamentali per garantire un buon esito, anche sostanziale, dei lavori stessi.
  In particolare, qui stiamo parlando di riforme costituzionali. Quindi, vi è un'esigenza ancora maggiore: quella di evitare, anche solo nelle potenzialità, che vi sia un abuso nell'organizzazione dei lavori da parte della maggioranza che partecipa al Comitato.
  Quindi, come evitarlo ? Noi riteniamo opportuno rimandare alle maggioranze previste dal Regolamento della Camera, perché questo Comitato in realtà deroga anche al Regolamento della Camera.
  Ora, ci sembra un emendamento del tutto ragionevole – mi rivolgo anche al Ministro che non è presente al momento e anche e soprattutto al presidente Sisto – un emendamento del tutto comprensibile, facile, semplice e ragionevole. Quindi, mi auguro che venga approvato, non c’è alcun motivo oggettivo per non approvarlo. Però, purtroppo, Presidente, io temo che anche questo emendamento non verrà minimamente, non solo approvato, ma nemmeno ascoltato.
  Dico questo perché – ribadiamo ancora una volta – nessun emendamento proposto, non solo dal MoVimento 5 Stelle, ma anche dalle altre opposizioni, è stato accolto né in Commissione, né in Aula qui alla Camera, né al Senato. Quindi, questo è l'atteggiamento che è sempre stato adottato non solo per le leggi ordinarie, ma ancor più gravemente per le riforme costituzionali.
  Allora, bene, questo è l'atteggiamento della maggioranza e ne prendiamo atto. Un suggerimento, un invito allora: evitate almeno di mistificare la realtà quando andate a parlare e a comunicare all'esterno, perché continuate nelle vostre televisioni di partito a dire che il MoVimento 5 Stelle non è propositivo, non dialoga. Invece, noi abbiamo presentato un sacco di emendamenti ragionevoli e anche i singoli parlamentari del PD e PDL ci dicono che sono ragionevoli, ma non li possono approvare perché c’è un divieto dall'alto da parte del Governo.
  Allora, diciamo la verità alla gente: non volete dialogare con il MoVimento 5 Stelle, non volete migliorare i testi, anche se i testi vanno a influire sulla generalità delle persone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole Fraccaro, la pregherei la prossima volta di attenersi all'emendamento specifico, la ringrazio (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Passiamo ai voti.Pag. 7
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 2.22, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Quartapelle Procopio, Di Gioia, Giacomelli, Gnecchi, Madia, Fabbri, Locatelli... Ci siamo ? Vedete qualcuno che non ha votato ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  411   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
 117    
    Hanno votato
no  294).    

  (Il deputato Piccione ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 2.63, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese, Carrescia, Carbone, Villecco Calipari, Giancarlo Giorgetti, Di Salvo, D'Attorre, Monchiero, Marco Meloni, Pizzolante, Rossomando, Capodicasa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  415   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato
 117    
    Hanno votato
no  298).    

  Passiamo all'emendamento Kronbichler 2.16, sul quale c’è un invito al ritiro.
  Prendo atto che non si accede all'invito al ritiro.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Kronbichler 2.16.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bargero, Cancelleri, Capodicasa, D'Uva, Paolo Bernini, Gigli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  420   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato
 116    
    Hanno votato
no  304).    

  Passiamo all'emendamento Dieni 2.15. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro.

  FEDERICA DIENI. Signor Presidente, l'articolo 2, al comma 4, stabilisce che il Comitato procede in sede referente. Quanto alle regole di esame, si prevede che si applichino quelle previste dalla presente legge costituzionale, quelle previste dal Regolamento della Camera dei deputati e, eventualmente, quelle previste, a maggioranza assoluta dei componenti, dal Comitato stesso. Quest'ultima possibilità, che con il presente emendamento si intende espungere, fa prefigurare una terza fonte regolamentare interna, che può prevedere norme procedurali ulteriori, accrescendo il rischio di compressione delle prerogative parlamentari, ovviamente, anzitutto, di quelle dei parlamentari di opposizione e dei parlamentari che intendano agire in dissenso.
  Colleghi, nel corso dell'esame c’è già stato modo di sottolineare gli eccessivi poteri e il carattere eccessivamente chiuso assegnato al Comitato per le riforme, quasi dando vita... Mi scusi, forse c’è la votazione aperta...

  PRESIDENTE. Abbiamo un problema tecnico e lo stiamo risolvendo. Prego, continui.

Pag. 8

  FEDERICA DIENI. Come dicevo, quasi dando vita ad una sorta di comitato di salute pubblica parlamentare, piuttosto che ad una semplice commissione bicamerale di scopo.
  Il secondo periodo del comma 4, a nostro avviso, insiste proprio su questa strada e, cioè, dopo che la legge ha stabilito che valgono le regole del Regolamento della Camera, si prevede che il Comitato possa adottare ulteriori norme per il proprio funzionamento interno a maggioranza assoluta dei suoi componenti. Noi riteniamo che questa previsione debba essere esclusa, perché, a nostro avviso, prefigura una sorta di terza fonte regolamentare che riguarda solo l'interno del Comitato.
  A questo punto, giova ricordare tutte le attribuzioni fin qui previste al Comitato che derogano ai principi più elementari e ai Regolamenti di Camera e Senato, prima fra tutte, la possibilità di sovrapporre i propri lavori a quelli delle Aule parlamentari, anche con votazioni, intaccando le prerogative costituzionali dei parlamentari stessi e delle rispettive assemblee. C’è, poi, questo carattere chiuso e inaccessibile, che impedisce qualsiasi forma di sostituzione dei membri del Comitato, mettendo a forte rischio l'effettiva rappresentanza di tutti i gruppi.
  Ora si prevede anche la possibilità di darsi autonomamente norme di funzionamento interno, che è cosa ben diversa e, soprattutto, di maggiore rilevanza rispetto all'ovvia autonomia nel decidere il calendario e l'ordine del giorno dei propri lavori.
  Per questo, colleghi, con il nostro emendamento chiediamo di scongiurare questa ulteriore ipotesi di deroga, proponendo di sopprimere il secondo periodo del comma 4 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signora Presidente, è noto che vi sono molte fonti giuridiche che formalmente sono sottordinate alla Costituzione, ma che hanno un valore intrinsecamente costituzionale, pensiamo alla legge elettorale, ma pensiamo, soprattutto, ai Regolamenti parlamentari. I Regolamenti parlamentari attuano la Costituzione e quindi sono la Costituzione nel suo concreto svolgersi e vivere quotidiano nella sede della rappresentanza. Con le riforme del 1997 e del 1998, durante la Presidenza Violante, è stato introdotto il metodo della programmazione in via generalizzata unitamente al contingentamento di tutti i provvedimenti salvo, alla Camera, la conversione dei decreti-legge.
   Voglio ricordare che nel Senato americano, addirittura, è ancora in vigore l'ostruzionismo pieno, qui non c’è più questa possibilità; allora, mi sembra che con questa previsione normativa si voglia «violentare» la Costituzione nel suo punto più delicato che è quello del Regolamento e, quindi, io penso che questo sia inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Sinistra Ecologia Libertà ha esaurito i tempi a sua disposizione. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza, secondo quanto già fatto in analoghe circostanze, concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari a un terzo rispetto a quello originariamente ad esso assegnato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Signora Presidente, colleghi, la collega Dieni ha già espresso in maniera esemplare qual è il senso di questo emendamento. Io vorrei unirmi a lei in particolare esprimendo, anche, un sentimento che ho, e che è un sentimento di grande preoccupazione per questo comma 4 e per questo periodo. È un sentimento di preoccupazione, colleghi, perché in questo comma c’è scritto che questi quarantadue deputati e senatori potranno dotarsi autonomamente, se lo riterranno opportuno, di nuove regole a maggioranza assoluta. Allora io mi chiedo Pag. 9chi è che controllerà la democraticità di queste nuove regole ? Chi è che controllerà la costituzionalità di queste nuove regole ? Chi è che controllerà la conflittualità di queste nuove regole con i Regolamenti di Camera e Senato ? Quindi, in pratica, noi stiamo dicendo che ci saranno quarantadue deputati e senatori che saranno probabilmente sopra la legge e che nessuno potrà in alcun modo bloccare. Allora, signori, non ammetterò, in quel giorno, lacrime di coccodrillo da parte di nessun gruppo politico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 2.15, su cui è stato espresso parere contrario dalla Commissione e dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Luciano Agostini, Miotto, Grassi, Buttiglione...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  428   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato
 119    
    Hanno votato
no  309).    

  (Il deputato Airaudo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Fraccaro 2.17 e Migliore 2.56.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signora Presidente, questo emendamento è volto a favorire, come in realtà anche i precedenti, la larga condivisione delle norme regolamentari interne al Comitato di cui questo potrebbe, eventualmente, dotarsi, estendendo la maggioranza da assoluta a qualificata dei due terzi.
  L'articolo 2, comma 4, infatti, stabilisce che, per le procedure che deve seguire il Comitato in sede referente nell'esaminare il disegno di legge costituzionale per le riforme costituzionali ed elettorali, si applicano le regole previste dal presente disegno di legge costituzionale, quelle previste dal Regolamento della Camera dei deputati ed eventualmente quelle previste a maggioranza assoluta dei componenti del Comitato. Quest'ultima facoltà è quella che ci preoccupa di più, perché prefigura una terza fonte regolamentare interna che potrebbe comportare l'adozione di norme procedurali ulteriori, al momento da noi non prevedibili. Ciò accresce il rischio di compressione delle prerogative dei singoli parlamentari e dei gruppi parlamentari, e ovviamente di quelle dei parlamentari dell'opposizione in particolare, visto che la maggioranza è chiara ed evidente.
  Per questo proponiamo questo emendamento, volto a favorire la larga condivisione delle norme regolamentari interne di cui il Comitato potrà dotarsi. Anche questo è un emendamento estremamente ragionevole, ma, evidentemente e chiaramente, come anche suggerito da lei prima, c’è il parere negativo di questa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Fraccaro 2.17 e Migliore 2.56.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nesci, Damiano, Gigli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  423   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato
 118    
    Hanno votato
no  305).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 10Migliore 2.57, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nesci, Colletti, Colonnese, Piepoli, Gigli, Leva.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  428   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato
 122    
    Hanno votato
no  306).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nuti 2.19.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Signora Presidente, al comma 4 dell'articolo 2 questo emendamento chiede di inserire dopo il secondo periodo il seguente: «Tali norme non possono comunque derogare al Regolamento della Camera dei deputati e alla presente legge». Presidente, l'emendamento è volto ad esplicare che le disposizioni regolamentari ulteriori debbano essere meramente organizzative e non possono in alcun caso essere derogatorie. A questo punto giova ricordare a tutti che le attribuzioni del Comitato fin qui previste derogano ai principi più elementari e ai Regolamenti di Camera e Senato, prima tra tutte la possibilità di sovrapporre i propri lavori a quelli delle Aule parlamentari, anche quando vi sono votazioni, intaccando le prerogative costituzionali dei parlamentari stessi e delle rispettive Assemblee. Quindi, chiediamo, che se proprio al Comitato si vuole riconoscere la prerogativa di approvare norme procedurali interne, che queste debbano porsi all'interno del Regolamento della Camera. Se così non sarà, chiediamo, a chi voterà eventualmente contro, di spiegarci il motivo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 2.19, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevoli Bossa, Ragosta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  434   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato
 121    
    Hanno votato
no  313).    

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Toninelli 2.20 e Migliore 2.58, sui quali il Governo ha formulato un invito al ritiro.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, prima di illustrare questo emendamento volevo fare una premessa che è una mia sensazione personale, ma ritengo sia una sensazione di tutti e soprattutto dei cittadini che a casa che si stanno ascoltando, ovverosia quella della pesantezza del silenzio della maggioranza. Stiamo trattando in maniera analitica nel contenuto, nel tentativo, penso riuscito, di dare spiegazione a tutti i nostri emendamenti presentati, e soprattutto negli ultimi c’è un passaggio anche di razionalità e di logicità di altissimo livello; nonostante ciò questo silenzio da parte della maggioranza, che non interviene quantomeno a dar peso ai contenuti degli articoli presentati dal Governo o che sono stati licenziati dal Senato, è a dir poco spaventoso, perché ci stanno ascoltando i cittadini a cui voi state portando una riforma costituzionale che potrebbe cambiare la loro vita quotidiana e non gliela state neppure spiegando (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Detto questo, l'emendamento 2.20 va a toccare e chiede la soppressione dell'ultimo Pag. 11periodo del quarto comma dell'articolo 2 che leggo: «Non sono in ogni caso ammesse questioni pregiudiziali e sospensive, nonché proposte di non passare all'esame di singoli articoli». Anche in questo passaggio, nonostante nell’incipit di questo articolo si dica «Nel rispetto del Regolamento delle Camere» c’è una totale violazione dei Regolamenti della Camera, c’è una violazione del Regolamento della Camera dei deputati che prevede la possibilità di presentare pregiudiziali in Commissione e del Regolamento del Senato che lo prevede, seppur col limite del voto favorevole del passaggio poi in Assemblea al Senato.
  Almeno in questo, o anche in questo, oltre che negli altri, chiediamo che la maggioranza inizi a uscire dal torpore del silenzio e a spiegare non solo riguardo agli emendamenti del MoVimento 5 Stelle, ma a tutti i cittadini, il perché delle loro richieste di modifica della Costituzione, grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, solo per rassicurare coloro che eventualmente fossero attaccati alla radio per ascoltare questa nostra seduta. La discussione ha luogo primariamente in sede di Commissione, tutte le obiezioni, tutti gli argomenti che possono essere prodotti sono stati già vagliati in sede di Commissione, ed in sede di Commissione la maggioranza si è espressa. La minoranza ha il diritto di fare ostruzionismo, cioè di tentare di ripetere per intero in Aula la discussione che ha già avuto luogo in Commissione, tuttavia la maggioranza ha anche il diritto di non cadere in questa trappola e di non perdere tempo ripetendo una discussione che è stata fatta esaurientemente nella sede propria che è la sede della Commissione, grazie signor Presidente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire a titolo personale il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Signor Presidente, solamente per far presente che siamo semplicemente in fase di illustrazione degli emendamenti e se poi la fase di illustrazione degli emendamenti, e lei ce lo confermerà, è vista come ostruzionismo verso, praticamente, una dittatura, beh, allora non sappiamo che dire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Detto ciò, chiudo dicendo semplicemente, visto che faccio parte della Commissione Affari costituzionali, che l'esame degli emendamenti, oltre che in Commissione, avviene anche in Aula eventualmente e che proprio in Commissione l'esame è stato del livello che le risposte, oltre a non esserci, come in Aula, sono state, quelle poche che sono arrivate, della serie «gli asini volano». Grazie. (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, intervengo per respingere le affermazioni secondo le quali l'appello all'Aula – chiamiamolo così – rappresenterebbe una sorta di ostruzionismo. Noi abbiamo presentato tanti emendamenti, come i colleghi del gruppo del MoVimento 5 Stelle, e credo che non sia onestamente possibile dichiarare che si tratti di emendamenti ostruzionistici. La verità è che con molta serenità possiamo elencare tutte le norme che mirano a mettere un bavaglio all'intera Aula, all'intero Parlamento e, in particolare, alle forze di opposizione.
  L'emendamento proposto – che poi è identico al nostro – in effetti si sforza di togliere questo bavaglio. Ci sono tanti passaggi: modificare il Regolamento per la gestione dei lavori del Comitato con quella maggioranza, sapendo che tale maggioranza assoluta qui è una maggioranza artificiale – come è stato già denunciato Pag. 12precedentemente – in conseguenza di quella mostruosa legge elettorale che tutti quanti conosciamo.
  Perciò io invito qualche collega ad essere più rispettoso e semmai a riflettere su quanta leggerezza sta caratterizzando il modo di affrontare questo problema. Io mi rendo conto che il terreno è fecondo per quello che io chiamo un «golpe strisciante», perché in questi anni la Costituzione non soltanto non è stata attuata, ma è stata anche picconata. Quindi, nel senso comune si è radicato questo processo di decostituzionalizzazione della nostra Carta costituzionale. Siamo abituati ormai a considerare la rappresentanza come un fatto negativo, siamo ormai abituati a considerare il principio proporzionale come un principio aberrante; non più una testa un voto ma una testa che può produrre tanti più seggi.
  Non dimentichiamo che la legge con la quale noi conviviamo da tempo, e con la quale e per la quale siamo qui, è una legge peggiore della cosiddetta «legge truffa» del 1953 e peggiore della stessa legge Acerbo del fascismo. Però noi tranquillamente conviviamo con questa legge, tranquillamente poi dopo la utilizziamo nel riformare la legge costituzionale nella creazione di questo Comitato, che è la prova generale – ripeto – di quello che sarà il futuro, perché è anche inaccettabile il tentativo di sottovalutare quello che stiamo facendo, dicendo: « Non ti preoccupare, non vi preoccupate cittadini, tanto poi la vera questione di merito sarà quella che verrà fuori dal Comitato». Non è affatto così; d'altra parte abbiamo avuto delle chiare spiegazioni da parte di alcuni colleghi che, per onestà intellettuale, hanno rivelato quali sono gli intenti che questa maggioranza si ripropone. D'altronde credo che non sia un caso che i sostenitori di questo disegno di legge vanno dal PD, passano per il PdL, e passano attraverso il consenso della Lega Nord e di Fratelli d'Italia. Quindi questo la dice lunga su dove si vuole arrivare.
  Una certa cultura anticostituzionale è ormai egemone in quest'Aula; purtroppo, devo dire con rammarico che pervade anche ampi spazi negli schieramenti che dovrebbero essere i più ostili a questa riforma, tra quelle forze politiche anche che hanno subito le conseguenze di questa cultura così come si è sviluppata in questi anni.
  Ragion per cui noi voteremo a favore dell'emendamento che vuole sopprimere l'impedimento a porre questioni pregiudiziali, questioni sospensive e il non passaggio agli articoli. È una delle ulteriori, fervide manifestazioni del tentativo di imbrigliare il Parlamento e le opposizioni in particolare (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Mi lasci dire che voglio dare atto, infatti, ai gruppi di opposizione di portare avanti in modo ordinato e corretto questo dibattito. Veramente, anche questo mi sembra doveroso riconoscerlo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, è particolare la circostanza in cui l'onorevole Buttiglione spesso ci illustra eminentemente il Regolamento nei suoi dettagli e adesso non vuole spiegare nulla. Adesso vorrebbe difendere questa maggioranza di questo Governo delle larghe intese e dell'inciucio negandoci addirittura la ratio della bocciatura degli emendamenti. Io credo che questo sia il Governo peggiore per il Paese e lo conferma come stia cercando di attaccare, attraverso la revisione delle riforme costituzionali, la nostra stessa Costituzione e credo che questo debba essere scongiurato. Un Governo democristiano che non fa assolutamente bene al Paese.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici Pag. 13emendamenti Toninelli 2.20 e Migliore 2.58, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Colonnese, Damiano, Vargiu, Venittelli, Catania...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  437   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato
 122    
    Hanno votato
no  315).    

  (Il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 2.21.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, rileggo il testo della modifica: al comma 4, sostituire il terzo periodo con il seguente: «Le sedute del Comitato sono pubbliche e ne è disposta, dalla Presidenza, la trasmissione diretta via web e sui canali satellitari di Camera e Senato».
  Colleghi, com’è noto il MoVimento 5 Stelle è da sempre molto attento al tema della massima pubblicità delle procedure che si svolgono all'interno delle istituzioni. L'abbiamo chiesto e, in alcuni casi, l'abbiamo realizzato con mezzi propri nei consigli comunali dove siamo entrati e lo abbiamo chiesto e realizzato nelle regioni e, dunque, per noi è fondamentale che la pubblicità e l'accessibilità da parte di chiunque sia massima, da parte di chiunque per quanto riguarda i lavori parlamentari.
  In questo senso è giusto riconoscere che già da tempo tutte le sedute delle Assemblee di Camera e Senato sono trasmesse integralmente sui canali satellitari e sui rispettivi siti Internet istituzionali e questo è certamente apprezzabile e lo riconosciamo senza alcun problema. Se dunque la totale pubblicità è già la norma per le sedute di Camera e Senato, a maggior ragione deve esserlo per la riforma della Costituzione, in particolare per quanto riguarda i lavori del Comitato per le riforme che si pone il fine di sostituire il Parlamento.
  In merito alla riforma costituzionale, la legge che stiamo esaminando sta attribuendo al Comitato i poteri di una piccola Costituente, almeno per quanto riguarda la fase redigente. Questa è una fase troppo importante perché non sia trasmessa integralmente sui canali satellitari web di Camera e Senato.
  Probabilmente ci troviamo alla vigilia della più ampia riforma della Costituzione dal momento del suo varo da parte dell'Assemblea Costituente, poiché sempre questa legge ha previsto esplicitamente che il referendum confermativo possa essere richiesto anche in caso di approvazione a maggioranza qualificata in seconda lettura, ma non ne prevede lo svolgimento automatico come pure sarebbe stato preferibile e come avremo modo di sostenere quando arriveremo a trattare dell'articolo 5.
  Fare in modo che i cittadini possano avere la più compiuta informazione diviene ancora più indispensabile. Prevedere la diretta dei lavori del Comitato significa consentire a chiunque lo voglia di seguire passo passo i lavori del Comitato e, dunque, le modalità politiche e procedurali con le quali si arriverà ad uno o più testi finali.
  Colleghi, nella valutazione di un testo costituzionale, oltre alla lettura dello stesso, è fondamentale conoscere anche le modalità e, in particolare, i dibattiti con i quali si è giunti a quel testo, perché un articolo della Costituzione più che una norma solitamente detta un principio, un principio che deve essere successivamente interpretato da parte del legislatore ordinario per produrre una legislazione coerente con la Carta fondamentale.
  L'esperienza insegna quanto sia ancora oggi fondamentale, nell'interpretare un articolo Pag. 14della Costituzione, lo studio dei dibattiti svoltisi alla Costituente, per capire lo spirito più profondo e al fine di evitarne letture distorte alla luce dei tempi.
  Lo abbiamo visto in questa stessa Commissione, quanto sia difficile interpretare un articolo come il 49 della Costituzione. È per questo che riteniamo che sia indispensabile offrire la massima pubblicità ai lavori che il Comitato si accingerà a svolgere, anche e soprattutto in vista di mettere nelle migliori condizioni possibili i cittadini italiani che eventualmente decideranno di concorrere ad attivare la procedura del referendum confermativo. La Costituzione è dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, intervengo per dire che è indispensabile che i cittadini vengano informati. Se esaminiamo la rassegna stampa di questo periodo, vediamo che c’è una congiura del silenzio su questo punto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle): argomenti molto meno importanti conquistano nei giornali posizioni di molto rilievo.
  Credo che sia doveroso da parte della maggioranza consentire la migliore e maggiore utilizzazione possibile dei mezzi di comunicazione, anche per smentire che vogliate modificare la Costituzione in gran silenzio, alla chetichella; e anche per smentire quella norma orribile, secondo la quale tra prima e seconda lettura non debbano intercorrere più tre mesi, ma semplicemente 45 giorni. Allora, se c’è questo disegno perverso, è evidente che è importante, decisivo e necessario votare per questo emendamento.

  PRESIDENTE. Adesso, per il gruppo, si esprime il deputato Melilla. Prego, ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, volevo semplicemente rafforzare le argomentazioni dei colleghi che mi hanno preceduto, dicendo che la ghigliottina dei tempi di discussione di questo disegno di legge non va solo a colpire la centralità del Parlamento, che nei fatti viene esautorato, ma va ad incidere anche sulla opinione che all'esterno del Parlamento si devono fare i cittadini italiani.
  Il Costituente, nel momento in cui aveva messo al riparo da revisioni totali, disomogenee la Costituzione, aveva in mente anche che attraverso la riflessione, la ponderazione dello strumento della revisione costituzionale era possibile coinvolgere la pubblica opinione, farla partecipe, farle conoscere le cose che noi stiamo cambiando. Se i tempi vengono strozzati, abbiamo un doppio effetto negativo: l'esautoramento del Parlamento e l'umiliazione della pubblica opinione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei sommessamente far una piccola riflessione, e anche un invito al Governo, ai relatori e ai gruppi di maggioranza.
  Signor Presidente, ho perfettamente chiare le ragioni per le quali ci troviamo ad avere difficoltà a modificare questo provvedimento; però non possono sfuggirci anche il valore e le ragioni delle cose che ci troviamo di fronte, e l'esigenza che magari qualche volta la politica riesca a trovare delle soluzioni che contemperino due esigenze, che hanno comunque a mio avviso entrambe grande valore.
  Vorrei fare una riflessione, rivolta in particolare ai relatori e al Governo, se noi in questo momento procediamo a respingere tre emendamenti – e mi riferisco in particolare agli emendamenti Cozzolino 2.21, Migliore 2.78, Nuti 2.105 – che sostanzialmente chiedono la pubblicità dei lavori. E non trascuriamo, non sottovalutiamo che comunque nel Paese c’è un confronto, ci sono anche delle obiezioni, ci Pag. 15sono delle posizioni che ancorché probabilmente di minoranza, almeno nella rappresentanza parlamentare, hanno un valore.
  Non trascuriamo che si arriverebbe a stabilire con un voto la negazione di una questione che invece dovrebbe essere, a mio avviso, ancor di più nell'interesse della maggioranza, tanto più se vogliamo portare questo provvedimento comunque al voto del referendum da parte dei cittadini. I tre emendamenti che ho citato chiedono semplicemente che ci sia la possibilità per tutti i cittadini che lo vogliano di vedere come si svolgono i lavori nel Comitato che stiamo mettendo in piedi (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà). Noi non possiamo limitarci semplicemente a respingere tre emendamenti perché abbiamo da chiudere questo provvedimento, deve intervenire la politica, lo dico a coloro che hanno presentato gli emendamenti e lo dico al Governo e ai relatori.
  La richiesta che io faccio è di accantonare questi tre emendamenti per trovare una soluzione che, anche senza l'esigenza di votare questi tre emendamenti, garantisca con un impegno politico – non so se può essere del presidente o dei presidenti delle Commissioni con una comunicazione anticipata pubblica – che i lavori di questo Comitato siano pubblici dall'inizio alla fine, anche attraverso probabilmente i resoconti stenografici e la trasmissione in diretta.
  Questo è qualcosa che dobbiamo non a noi qui dentro, ma ai cittadini che abbiamo voluto coinvolgere in un dibattito importante che potrebbe portare dei cambiamenti rilevanti, i quali hanno il diritto di essere informati per quello che accade là dentro. E noi dobbiamo stare attenti a non dare l'idea che magari non vogliamo renderlo pubblico perché chissà là dentro che cosa succede (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico e dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Balduzzi. Ne ha facoltà.

  RENATO BALDUZZI. Signor Presidente, sicuramente la richiesta che viene da alcuni colleghi dell'opposizione di intervenire nel dibattito e di arricchirlo è non solo ragionevole ma anche, credo, condivisibile. Certo che è più facile invitare e raccogliere questo invito invece di ripetere affermazioni altamente discutibili che abbiamo già avuto modo di approfondire in sede di discussione generale e di discussione degli emendamenti, come quella per cui stiamo modificando e stiamo stravolgendo la Costituzione. Noi stiamo derogando all'articolo 138 sulla base di esperienze già consolidate nel passato, al fine di arrivare finalmente a fare alcune modifiche utili della Costituzione, questo è il punto di vista della maggioranza su questo aspetto. Quindi, se continuiamo a dire che stiamo modificando e stiamo stravolgendo è evidente che è difficile intervenire, perché abbiamo già detto più volte questa stessa cosa. Diverso è invece andare nel merito specifico dell'emendamento.
  In Commissione, lo dico anche all'onorevole Giachetti, su questo punto c’è stato un approfondimento e si è valutato che per come è l'itinerario – noi stiamo applicando in questo momento il 138 – è evidente che se noi modifichiamo un punto, c’è un ritorno all'altra Camera, con una dilatazione significativa dei tempi che Governo e maggioranza hanno valutato, se non per ragioni proprio fondamentali ed eccezionali, di non accettare.
  Noi abbiamo detto, signor Presidente, e lo ripeto in Aula, che è nella disponibilità del Comitato, in quelle ulteriori norme sul proprio funzionamento, di adottare le forme di pubblicità ritenute le più opportune. Questo è un punto acquisito nei lavori in Commissione ed è importante che lo sia anche nei lavori dell'Aula, ed è per questo che dicevo all'inizio che l'invito a intervenire non è un invito astratto ma è un invito saggio, perché i nostri lavori preparatori saranno importantissimi non Pag. 16soltanto evidentemente per quanto riguarda l'eventuale scrutinio sulle future leggi costituzionali perché rispettino non soltanto i principi supremi della Costituzione ma anche le norme procedurali, ma al fine anche di orientare il lavoro del Comitato stesso nell'adozione di queste norme regolamentari.
  Da questo punto di vista non è saggio irrigidire – ripetiamo quanto abbiamo detto in Commissione – con norme procedurali su quale deve essere la pubblicità e il testo, che è un testo di legge costituzionale.
  Ma, invece, dalla nostra discussione, può utilmente venir fuori e, in questo senso, raccolgo l'invito dell'onorevole Giachetti, ma non per intervenire sul testo, ma per dare atto che c’è una larghissima maggioranza di questa Aula che pensa che vi sia, in sede di regolamento di norme ulteriori, da porre il problema su quali saranno le forme e le modalità più opportune per assicurare la pubblicità dei lavori del Comitato.
  C’è poi anche uno spazio successivo alla nostra discussione da fare con ordini del giorno, ma questo è – credo – il terreno giusto per poter discutere perché, da questa nostra discussione arriveranno e arrivano elementi che orienteranno – ripeto – non solo il futuro giudizio eventuale di legittimità costituzionale, ma anche l'attività normativa ulteriore e integrativa del Comitato.

  PRESIDENTE. Adesso, chiederei, a tal proposito, il parere del relatore per la maggioranza, l'onorevole Sisto.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, mi sembra che si stia affrontando il tema probabilmente non avendo bene a memoria anche il contenuto della relazione e quello che, a pagina 5 della relazione, è scritto espressamente. Parliamoci chiaro: qui i lavori non possono certamente essere segreti; qui mi sembra banale riferire che i lavori di questo Comitato non possono essere in alcun modo oggetto di nessun tipo di riservatezza, anzi è esattamente il contrario. Ve n’è testimonianza perché è facile leggere che: «Al riguardo, va segnalato che nel corso dell'esame in sede referente è stata da più parti evidenziata l'opportunità che il Comitato (...) disponga la forma più ampia di pubblicità dei propri lavori».
  Su questo punto è intervenuto al Senato l'ordine del giorno n. 66.100, che il Governo ha accolto, con il quale il Senato ha assunto l'impegno di assicurare, per ogni seduta del Comitato, «la pubblicazione di un resoconto in forma integrale e la trasmissione audiovisiva, anche esterna, e, tramite il servizio pubblico radiotelevisivo la massima informazione possibile sui lavori, le discussioni e le deliberazioni del Comitato e delle Camere nel corso del procedimento legislativo». Non basta: «Il Senato si è inoltre impegnato a valutare la possibilità di realizzare una piattaforma telematica nel sito istituzionale “Parlamento” per una discussione pubblica on line sui temi della revisione costituzionale e della conseguente riforma elettorale, con lo scopo di favorire lo scambio di opinioni e di informazioni, in forma distinta da quella del dibattito parlamentare». Mi sembra che ce ne sia abbastanza per essere soddisfatti su questo punto.

  PRESIDENTE. Abbiamo adesso ancora tre interventi di deputati e poi la sottosegretaria Amici.
  Prego, deputato Fiano, ha facoltà di parlare.

  EMANUELE FIANO. Signor Presidente, io credo che serva chiarezza sull'obiettivo politico. Per quello che riguarda il Partito Democratico, c’è condivisione dell'obiettivo di dare la massima pubblicità possibile in diretta ai lavori del Comitato su cui qui stiamo legiferando.
  Ci rifacciamo a quanto detto al Senato, in un ordine del giorno approvato dal Governo, che prevede la trasmissione audiovisiva anche esterna. Crediamo – come ha già spiegato il collega Balduzzi – che, in questo momento, l'approvazione di un emendamento produrrebbe la modificazione dei tempi di approvazione di questa Pag. 17legge che ci siamo dati; consideriamo sicuramente che il Partito Democratico, in qualsiasi momento all'interno dei lavori del Comitato si deciderà sulla trasmissione in diretta dei lavori, darà il proprio parere favorevole, oltre al fatto che, alla Camera, se venisse ripresentato un ordine del giorno in tal senso otterrebbe il parere favorevole anche del Partito Democratico.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pisicchio. Ne ha facoltà.

  PINO PISICCHIO. Signor Presidente, io vorrei dire una cosa. Noi ci stiamo apprestando ad un gesto costituente. Non c’è dubbio che il compito centrale che ci apprestiamo ad affidare al Comitato sia un compito che ha la natura costituente per l'entità complessiva degli interventi che debbono essere compiuti: è stato calcolato che circa 69 articoli dell'impianto costituzionale odierno possono essere modificati con questo intervento.
  Io vorrei rammentare a me stesso che alla Costituente, attorno al dibattito importante che si stava sviluppando nell'Aula parlamentare (che poi era questa), si aprì un dibattito pubblico nel Paese, attraverso riviste, attraverso i media dell'epoca, che erano essenzialmente la stampa, molto largo e molto articolato. Ebbene, io credo che noi dobbiamo tentare di compiere un gesto analogo a quello, utilizzando quelle che sono oggi le modalità attraverso le quali si perviene alla pubblica opinione.
  Devo dire per la costruzione della proposta emendativa che io ritengo che meglio si attagli rispetto a quelle che sono state formulate la proposta dell'emendamento Migliore 2.78. Ma, credo che sia condivisibile questa esigenza, né può essere avanzata – lo dico veramente con molta serenità –, in questa circostanza, come ragione per cui non è opportuno approvare un emendamento di questo tipo l'idea che così si allungano i tempi. Io ritengo che quest'Aula debba fare ogni sforzo per arrivare alla gente, per arrivare alla pubblica opinione, per arrivare ai cittadini.
  Quindi, in questo senso – qui non stiamo parlando di una regola di maggioranza, stiamo parlando della regola del gioco, quindi della regola di tutti – pregherei il Governo e pregherei i relatori di considerare con molta attenzione l'opportunità di adoprare le procedure tipiche della pubblicità che vengono adottate alla Camera e di renderle possibili, comunque inserendo da subito questa indicazione nella norma.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Toninelli. Ne ha facoltà, per un minuto.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, mi incastro nella materia relativa alla pubblicità dei lavori del Comitato che questo emendamento va a trattare e rispondo, nella maniera spero il più forte possibile, all'onorevole Balduzzi. Già nella prima lettura al Senato lo stesso emendamento venne presentato e venne votato contro dalla maggioranza e non fu dato nessun tipo di risalto, né fu aperto alcun tipo di dibattito.
  Di conseguenza, mi dispiace, onorevole Balduzzi, ma le sue parole non possono stare in piedi, perché nessun tipo di trattazione è stato fatto e alla pubblicità già in prima lettura, che è nell'unica lettura delle quattro che ci devono essere, è stato dato peso emendativo solo alla maggioranza ed è stato, appunto, data considerazione con la pubblicità.
  Mi incastro nuovamente nella materia della pubblicità dei lavori del Comitato parlando, oltre che di pubblicità, anche di voto elettronico, perché i cittadini non solo devono vedere quello che fanno i loro delegati rappresentanti nella modifica alla Costituzione, ma devono sapere chi ha votato e che cosa ha votato e sappiamo perfettamente che nelle Commissioni le votazioni sono molto poco comprensibili. Mi domando se ciò avvenisse anche nel Comitato o semplicemente se l'assenza di voto elettronico non permettesse un corretto conteggio del voto e si conteggiasse un passaggio costituzionale importante, il Pag. 18voto elettronico probabilmente farebbe venir meno questa possibilità di errore.
  Concludo dicendo, invece, che nel passaggio ripreso dal presidente Sisto, nella cui relazione indicava esserci un'intenzione del Comitato di dare pubblicità, che c’è una gran differenza tra un resoconto sommario e la totale pubblicità dei lavori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, faccio un'osservazione di carattere generale. Tutti quanti si lamentano per la pesantezza del sistema bicamerale e, quindi, ci sono proposte di trasformare il sistema attuale in un sistema con una sola Camera invece che con due.
  Poi c’è una difesa puntigliosa di tutte le prerogative del sistema bicamerale, la quale porta ad allungare terribilmente i tempi del processo legislativo. È ragionevole questo, che le stesse forze da un lato dicano che due Camere sono troppe e, dall'altro, rallentino i tempi, utilizzando fino in fondo tutte le prerogative che il sistema bicamerale dà loro ? A me sembra di no.
  Mi sembra che un modo più ragionevole di organizzare i lavori sarebbe quello per cui, fatta la discussione in Commissione – e torno all'argomento del mio precedente intervento – l'opposizione presentasse in Aula pochi selezionati e qualificati emendamenti, in modo che, con un uso di tempo ragionevolmente ridotto, sia possibile anche rimandare il testo all'altra Camera, in modo da ottenere delle modifiche e degli emendamenti che vengano discussi davvero e non per finta – ma sono discussi per finta perché sono troppi e perché sono presentati in larga misura con l'obbiettivo di rallentare i lavori – e si ottenga invece magari di approvarne qualcuno.
  Quanto al merito di questi emendamenti, a me sembrano molto ragionevoli e intendo votarli.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fantinati. Ne ha facoltà.

  MATTIA FANTINATI. Signor Presidente, da quanto ho sentito prima delle ferie, erano prioritari per il Governo la crisi, i giovani e le aziende. Io mi aspettavo che finalmente, dopo le ferie, il Parlamento iniziasse a lavorare, però noto che, invece di occuparsi di crisi, di lavoro, di famiglia, di piccole e medie imprese, sembra che ci tengano qui a parlare e a discutere di questi saggi.
  Forse se i partiti della maggioranza in campagna elettorale avessero presentato questa loro proposta di legge come una delle proposte prioritarie, i numeri sarebbero stati diversi alle elezioni. Allora forse, oltre che scorretti, sono stati anche un pochino vigliacchi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il relatore di minoranza, deputato Pilozzi. Ne ha facoltà.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, intervengo solo per dire che io credo che noi stiamo peggiorando anche il clima da quando abbiamo iniziato questa discussione. Si sente ripetere all'infinito «la maggioranza, la maggioranza, la maggioranza», ma lo spirito della Costituzione è quello che la Costituzione non venga cambiata a maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
  Guardate che quando noi abbiamo presentato la pregiudiziale di costituzionalità, il clima, caro onorevole Buttiglione, era esattamente questo. Se lei avesse partecipato ai lavori in Commissione, saprebbe che noi in Commissione abbiamo presentato pochi emendamenti e qualificati e non è che non si è accettato nessun nostro emendamento, ma non si è neanche aperta la discussione, perché il ragionamento è che, dato che il Senato ha votato, se noi cambiamo anche una virgola di questo disegno di legge... È stato ribadito qua poc'anzi da importanti esponenti di questa Pag. 19maggioranza, che vuole cambiare la Costituzione a colpi di maggioranza, senza ascoltare le proposte nostre o di tutto il Parlamento, ed è grave – lo dico anche alla Presidente – che dobbiamo ascoltare qui dentro che ci si dica che, siccome il Senato ha votato, noi come Camera non possiamo cambiare nulla, perché altrimenti perdiamo tempo.
  Io credo che questo sia un monocameralismo di fatto. Io non so se nottetempo, durante l'estate, quest'Assemblea abbia perso alcuni poteri fondamentali, che sono quelli di migliorare (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) le leggi che escono dall'altra Camera, così come il Senato ha il compito di migliorare le leggi che noi proponiamo.
  Allora, io dico una cosa: guardate, anche noi siamo per il monocameralismo – ma non mi sembra questa la discussione che si sta facendo in questo momento –, ma adesso dobbiamo stare allo spirito della Costituzione. Siccome il bicameralismo era appunto concepito nel senso che, nel passaggio tra le due Camere, le leggi venissero migliorate e fosse acquisita da parte dei cittadini anche maggiore contezza di quello che stava votando il Parlamento, tanto più sulle leggi di riforma costituzionale, io invito veramente tutti – come già avevamo fatto su altri emendamenti fondamentali del primo articolo, quelli che per esempio riguardavano la sostituzione di membri di quel Comitato che per qualsiasi motivo non vi potessero più partecipare –, anche su questi emendamenti che riguardano la trasparenza (qui non siamo ancora ad emendamenti che riguardano la partecipazione, ma siamo ad emendamenti che riguardano la pubblicità e la trasparenza dei lavori) a non cavarsela dicendo: abbiamo votato un ordine del giorno e questo magari aiuterà anche la Corte costituzionale un domani a stabilire qual era il dibattito svolto nella Camera per capire come va interpretata quella legge che è stata modificata.
  Noi abbiamo, qui ed ora, la possibilità di inserire dentro questo disegno di legge di riforma costituzionale almeno la previsione che vi sia la massima pubblicità e trasparenza dei lavori (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Luigi Di Maio. Ne ha facoltà.

  LUIGI DI MAIO. Signor Presidente, io credo che, in alcuni momenti, ci troviamo veramente in fasi cruciali in quest'Aula e non ce ne rendiamo conto. Questa è una di quelle. Vorrei rivolgere un appello a tutta l'Aula e a tutti i deputati della Repubblica. Ho sentito il presidente Giachetti, il presidente Buttiglione, il presidente Pisicchio: si sta formando una maggioranza trasversale su un tema. Per una volta, dimostriamo come funziona il potere legislativo rispetto all'Esecutivo ! Per una volta, scongeliamo questa Camera e creiamo una maggioranza di coscienza (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà) !
  Se non la creiamo sulla trasparenza, su cos'altro la possiamo creare ? Io mi appello a tutti i deputati della Repubblica: creiamo una maggioranza sulla trasparenza e facciamo passare questo emendamento (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il relatore di minoranza, deputato Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO, Relatore di minoranza. Signor Presidente, alla luce di questi discorsi, alla luce degli interventi, anche di esponenti della maggioranza, che ringrazio fortemente, credo che sarebbe opportuno, probabilmente, sospendere i lavori d'Aula per vedere di trovare un confronto costruttivo con il Governo e con la maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, in rappresentanza del Governo, la sottosegretaria Sesa Amici. Ne ha facoltà.

Pag. 20

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, ovviamente l'Esecutivo è rispettoso delle determinazioni dell'Aula e quindi non interverrò nel merito del dibattito che si è sviluppato. Credo, invece, che sia necessario ripristinare un punto di verità.
  Il punto di verità è dato dal fatto che io credo che nessuno in quest'Aula intenda sottovalutare il tema della pubblicità e della costruzione di un rapporto, quando si discute dei processi di revisione costituzionale (ma ancora dovremo discutere, perché siamo nella fase dell'individuazione dello strumento che avvia tali processi).
  Proprio per questo, avremmo bisogno di sentire opinioni, qui dentro e fuori, che costruiscano il consenso intorno ad un lavoro che si avvia nelle Aule parlamentari. Questa sensibilità è talmente vera, e non semplicemente assertiva, che, seppure al Senato – i motivi dell'autonomia della Camera e del Senato non possono essere oggi messi in discussione – quell'emendamento è stato presentato e non votato, il Governo su questo ha mostrato una sensibilità che è data anche dal fatto – scuso il Ministro Quagliariello, ma è attualmente impegnato nel Consiglio dei ministri – che il Ministro che è titolare di questa materia ha già istituito, per conto del Governo, un sito in cui si avviano le proposte, a testimonianza della necessità e della veridicità di un rapporto dialettico tra l'opinione pubblica, le forze politiche e l'Esecutivo.
  Proprio per questo, ha lavorato ed agevolato al Senato l'approvazione di un ordine del giorno, così come ricordava il presidente della I Commissione Sisto, che prevede che il Comitato debba avere alcune caratteristiche, rimettendo tutta questa materia – che ha in nuce gli elementi non solo della trasparenza, ma della conoscenza, perché esiste la trasparenza se vi è la conoscenza e se si è informati rispetto ai lavori da fare – a un meccanismo che invita il Comitato che stiamo istituendo, come una delle forme di autorganizzazione dei propri lavori, ad essere vincolato non solo alla costruzione di una piattaforma telematica, utilizzando il servizio pubblico di trasmissione, ma a rendere pubbliche tutte le discussioni, come per il resto avviene, in un resoconto stenografico, non limitato, ma per esteso.
  Io credo che queste siano le condizioni che oggi si possono ripetere come elemento di riassicurazione intorno al tema. Quindi, credo che sarebbe anche auspicabile che, sulla scia di quello che è avvenuto al Senato, questa idea venisse rafforzata alla Camera con un ordine del giorno, su cui il Governo, ovviamente, si dichiara, sin da adesso, pronto a dare piena disponibilità.
  E dall'altro individuiamo proprio questo come l'elemento che non interrompe l'iter, e questo è l'unico elemento che esula dalle mie competenze, poi mi taccio. Oggi siamo nelle condizioni – lo ha ricordato con grande precisione il deputato Balduzzi – per cui la procedura, che abbiamo iniziato, di costruzione dello strumento per la revisione costituzionale, se oggi venisse approvato un emendamento – non perché è sbagliato o negativo, non perché si possono costruire maggioranze diverse –, interromperebbe la procedura con la quale il Governo ha chiesto l'urgenza per avviare il terreno del meccanismo di revisione costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bonafede: a che titolo?

  ALFONSO BONAFEDE. A titolo personale.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Presidente, il Governo si è espresso affermando che nessuno vuole sottovalutare il profilo della pubblicità e della trasparenza. Il nostro timore – e questo lo diciamo con serenità – è che non solo si voglia sottovalutare, ma che si voglia addirittura alterare quel sistema di pubblicità che per noi è fondamentale. D'altronde non comprendiamo: se siamo tutti d'accordo sul fatto che questo profilo sia un profilo importante e se ci sono stati anche interventi in questo Pag. 21senso della maggioranza, qual è il problema in una democrazia se per una volta viene accolto un emendamento dell'opposizione, che viene considerato da tutti come un emendamento propositivo ?
  Altrimenti, il sospetto è che ciò di cui si parla all'esterno di quest'Aula sia completamente estraneo a quello che accade realmente in quest'Aula. E allora diamo un segnale per cui quello che viene letto sui giornali corrisponde per un attimo all'attività del Parlamento. Diamo un segnale forte ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Perché, vedete, stando ai fiumi di inchiostro che stanno inondando le pagine dei giornali – e concludo –, questo pomeriggio, dopo le 15, il Governo sostanzialmente cade, o no ? Perché se la risposta è no, viene da pensare, viene da sospettare, che tutto quello che si dice all'esterno sia solo un modo, un alibi, per distrarre l'attenzione degli italiani da quello che accade qui dentro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! A me – e finisco, Presidente, e la ringrazio –, come a noi, non interessa quali siano le differenze interne tra i partiti, tra renziani, turchi, bersaniani o tra falchi e colombe.

  PRESIDENTE. Deve concludere. Ha raddoppiato l'intero tempo a sua disposizione. Deve concludere, per favore.

  ALFONSO BONAFEDE. Ciò a cui ci appelliamo è la coscienza dei deputati. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Attorre. Ne ha facoltà.

  ALFREDO D'ATTORRE. Presidente, vorrei rassicurare i colleghi del Movimento 5 Stelle che il Partito Democratico non ha alcuna preoccupazione circa la totale trasparenza dei lavori del Comitato che noi andiamo a istituire.
  Noi siamo assolutamente interessati a che la discussione sulla riforma costituzionale avvenga con il massimo di partecipazione e con il massimo di partecipazione consapevole, come veniva detto bene dal rappresentante del Governo, e crediamo, riteniamo, che il testo che è stato approvato al Senato, dopo un'approfondita discussione che ha visto il concorso di tutti i gruppi al di là della maggioranza e del vincolo di maggioranza, sia assolutamente nelle condizioni di assicurare questo obiettivo.
  Inviterei i colleghi del Movimento 5 Stelle a stare su questo tema, a non avventurarsi sulle questioni della vita democratica di altri partiti, anche perché è un tema sul quale, credo, siano destinati a scivolare, non hanno sufficiente esperienza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quindi, rimaniamo sul tema e non avventuriamoci su questo.
  La ragione per la quale noi riteniamo che il testo approvato al Senato non necessiti di emendamenti è che riteniamo che dentro quel testo ci siano tutte le condizioni perché il lavoro del Comitato dei quarantadue abbia la massima trasparenza. Anche la preoccupazione sollevata dal collega Giachetti è stata già esaminata sia dal gruppo del Partito Democratico al Senato, sia nel lavoro che abbiamo svolto come gruppo del PD e, più in generale, come Commissione affari costituzionali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Da Villa. Ne ha facoltà.

  MARCO DA VILLA. Signor Presidente, una delle prime cose che ho imparato entrando in quest'Aula, è un detto che circolava tra i deputati, e cioè che un ordine del giorno non si nega a nessuno. Ora, se veramente ci fosse stata la volontà da parte del Governo e della maggioranza di accogliere questa istanza di trasparenza da parte del MoVimento 5 Stelle e di SEL, sicuramente al Senato l'emendamento proposto sarebbe passato, come sono passati altri emendamenti, e non saremmo costretti a riproporre le medesime istanze qui alla Camera.Pag. 22
  Quindi, credo che sia assolutamente debole la motivazione che ha portato il sottosegretario rispetto all'ordine del giorno approvato al Senato. Per questo credo sia necessario che passi l'emendamento sulla trasparenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. A questo punto chiederei al deputato Giachetti se insiste sulla proposta di accantonamento sui cui il relatore Sisto già si è espresso.

  ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intanto mi dispiace deludere il collega Di Maio ma nel mio intento non c'era minimamente quello di creare una maggioranza trasparente, perché penso che la maggioranza che c’è sia assolutamente trasparente e stia facendo quello che spetta alla maggioranza, così come non ritengo che noi stiamo torturando o stuprando la Costituzione, ma stiamo facendo quello che dobbiamo fare, magari non in modo perfetto.
  Il tema è uno, e in questo però richiamo adesso alla responsabilità di tutti: io ho posto un problema prima che si passasse... si stava passando al voto degli emendamenti, ed è del tutto evidente che una volta votati quegli emendamenti, noi non siamo neanche più nelle condizioni di presentare un ordine del giorno. Per cui la mia richiesta di accantonamento – e infatti ho detto: cerchiamo una soluzione politica che consenta di uscire da questa situazione – era perché io ritenevo che sarebbe stato molto grave se noi ci fossimo limitati in modo, così, un po’ come dire, sciolto, a respingere degli emendamenti che chiedevano pubblicità.
  Bene, al Senato è stato approvato un ordine del giorno, come ricordava il collega Sisto, e siccome è del tutto evidente che questo è un Comitato bicamerale, o noi troviamo una formula politico-parlamentare che dia lo stesso respiro alla Camera, o teoricamente quello approvato al Senato, essendo un Comitato bicamerale, non sarebbe impegnativo nei confronti della Camera.
  Allora, vorrei dire questo: noi possiamo presentare un ordine del giorno esattamente speculare a quello presentato al Senato, nel quale, per essere chiari, si richiami sia la diretta web, sia il resoconto stenografico: in questo modo abbracciamo le due esigenze. È del tutto evidente, però – e lo dico perché è nelle mani vostre, ossia dei colleghi del MoVimento 5 Stelle e dei colleghi di SEL – che, per fare questo ordine del giorno che ci darà la garanzia che l'obiettivo che vogliamo raggiungere si raggiunga, è necessario che voi ritiriate gli emendamenti. Se voi non ritirate gli emendamenti, noi non possiamo presentare più ordini del giorno perché su un emendamento bocciato non si può presentare un ordine del giorno e sia chiaro di chi sarà la responsabilità se noi non avremo la chiarezza, tra Senato e Camera, di chi vuole ottenere la pubblicità dei lavori.
  Quindi, siccome parliamo dei Regolamenti parlamentari e non parliamo di filosofia, sia chiaro che il Regolamento dice che se vengono bocciati degli emendamenti, su quei temi non si può presentare un ordine del giorno. Quindi, siccome l'obiettivo di tutti dovrebbe essere quello di portare a casa la certezza della pubblicità dei lavori, questa con l'ordine del giorno si raggiungerebbe. Mi limito semplicemente a dire agli uni e agli altri che è nelle vostre mani, decidete voi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Va bene, quindi lei ha fatto due proposte, quella di accantonamento...

  ROBERTO GIACHETTI. No, l'accantonamento lo ritiro a questo punto.

  PRESIDENTE. Lo ritira. Resta l'invito al ritiro, di fatto. Ora sentiamo il deputato Di Maio su questo, prego.

  LUIGI DI MAIO. Signor Presidente, intervengo semplicemente a titolo personale, perché avevo detto maggioranze «trasversali», tra parentesi, alle forze politiche: non trasparenti. Non volevo assolutamente Pag. 23mettere in dubbio la trasparenza delle maggioranze, anche perché siamo in regime di voto palese.
  Ne approfitto anche per dire che conosciamo benissimo la validità di un ordine del giorno e la validità di un emendamento approvato, quindi è una proposta secondo me irricevibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  TITTI DI SALVO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  TITTI DI SALVO. Signora Presidente, solo per chiedere, se è possibile, la sospensione e una riflessione del Comitato dei nove. Naturalmente la Commissione deve essere...

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, credo che la proposta del collega Giachetti sia stata chiarissima. Il collega Giachetti dice: se l'obiettivo comune – ed è anche il nostro obiettivo, sia ben chiaro – è quello della massima trasparenza, è necessario ritirare gli emendamenti. Il Comitato dei nove non credo che possa aggiungere niente a questa scelta. Allora, signor Presidente, convocare il Comitato dei nove sulla facoltà di un gruppo di ritirare gli emendamenti, a me non sembra che sia opportuno.

  PRESIDENTE. Quindi, se ho ben capito, presidente, lei si oppone all'ipotesi di riunire il Comitato dei nove.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Relatore per la maggioranza. Lo trovo non economico: è facoltà di un gruppo ritirare gli emendamenti. Il Comitato dei nove nulla potrebbe aggiungere alla scelta autonoma di un gruppo di ritirare o meno gli emendamenti.

  PRESIDENTE. Grazie. Deputata Di Salvo, prego.

  TITTI DI SALVO. Signor Presidente, a questo punto, noi manteniamo l'emendamento (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle).

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, ho sentito anche gli altri componenti del Comitato dei nove: se la riunione può avere lo scopo di favorire il raggiungimento di un obiettivo comune – lo dico con grande sincerità –, se può avere questo scopo, cioè di trovare un'intesa sul meccanismo che il collega Giachetti suggeriva, a questo punto, non mi oppongo a questa richiesta. Però, vorrei che questa riunione partisse da una disponibilità dei gruppi ad una discussione su questo punto. Se è così, potremmo accantonare gli emendamenti ed eventualmente, poi, decidere successivamente di riunire il Comitato dei nove.

  PRESIDENTE. Io non posso certo garantire sull'esito di questo, chiaramente. Per cui, vorrei capire dai gruppi cosa intendono fare.

  RICCARDO FRACCARO, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO, Relatore di minoranza. Signor Presidente, ci uniamo alla richiesta di riunire il Comitato dei nove.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 24

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, anche noi, ovviamente, ci uniamo alla richiesta di riunire il Comitato dei nove. Ovviamente, non possiamo garantire all'inizio il termine della discussione, però, siamo disponibili a riunire il Comitato dei nove.

  EMANUELE FIANO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Signor Presidente, il Partito Democratico è favorevole alla convocazione del Comitato dei nove. Al momento, accantoniamo gli emendamenti e decidiamo, poi, quando convocare il Comitato dei nove sul tema che riguarda gli emendamenti che vengono accantonati.

  PRESIDENTE. Allora stiamo decidendo per un accantonamento ? I gruppi devono essere d'accordo su questo.

  EMANUELE FIANO. Accantonamento con convocazione...

  PRESIDENTE. Allora, scusate, io direi che si può anticipare la pausa per convocare il Comitato dei nove e anticipare la ripresa alle 14,30 riprendiamo i nostri lavori, in modo che adesso il Comitato dei nove possa riunirsi.
  Sospendo quindi la seduta.

  La seduta, sospesa alle 12,40, è ripresa alle 14,30.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amici, Michele Bordo, Damiano, Manlio Di Stefano, Fico, Gregorio Fontana, Formisano, Giancarlo Giorgetti, Legnini, Giorgia Meloni, Pisicchio, Realacci, Speranza, Vezzali e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 2 – A.C. 1359)

  PRESIDENTE. Invito il relatore per la maggioranza, deputato Sisto, a riferire all'Assemblea gli esiti della riunione del Comitato dei nove.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signora Presidente, il Comitato dei nove si è riunito e ha discusso lungamente nel tentativo di trovare una soluzione, prendendo le mosse da quanto il presidente Giachetti aveva detto in Aula sulla opportunità di non votare gli emendamenti e di far confluire, analogamente a quanto accaduto in Senato, la tematica della trasparenza in un ordine del giorno su cui il Governo, e per la verità anche il sottosegretario Amici, aveva dato la sua disponibilità a un parere favorevole. Dagli interventi dei colleghi Fiano, Bressa, Bindi, D'Attorre, Balduzzi, Giorgis e di chi le parla è stato ribadito che, da parte di tutti i gruppi, c’è l'assoluta necessità di garantire la trasparenza dei lavori e la piena comunicazione, non in forma riassuntiva, ma integrale, di tutto quello che, ovviamente, accade e accadrà nel Comitato. Si è anche segnalato che la norma ha certamente una natura procedimentale, regolamentare e quindi non ha nessun bisogno di essere incastonata nel provvedimento legislativo. Si è inoltre fatto presente che, probabilmente, un eventuale voto negativo dell'Aula poteva essere addirittura un ostacolo a che, mediante l'ordine del giorno, questa trasparenza avesse un impegno da parte del Governo e dell'Aula. Ciononostante, nel pieno rispetto Pag. 25dei diritti e delle prerogative devo dire che i colleghi di SEL e del MoVimento 5 Stelle non hanno inteso addivenire ad un ritiro degli emendamenti e ad una formulazione di questo impegno mediante l'ordine del giorno.
  Pertanto, voglio chiarire, e questo è stato il mandato che ho ricevuto, a nome di tutti i gruppi, che anche nell'ipotesi in cui gli emendamenti proposti non fossero votati dall'Aula, vi è l'impegno a rispettare la massima trasparenza nonostante un eventuale voto negativo. Ribadito questo e chiarito che, comunque, la non condivisione di quegli emendamenti non viene certamente dalla non condivisione della necessità della massima trasparenza, le comunico che il Comitato dei nove non ha sortito effetto rispetto al motivo per cui è stato convocato.

  RICCARDO FRACCARO, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO, Relatore di minoranza. Signora Presidente, cercherò di riportare quanto il MoVimento 5 Stelle ha espresso in sede di Comitato dei nove. Noi crediamo che l'argomento sia estremamente rilevante; stiamo, di fatto, derogando a una norma costituzionale e già questo dovrebbe far tremare i polsi a chiunque: derogare alla Costituzione. Quando si fa un'azione del genere dal punto di vista politico, quando si va ad incidere sulla Costituzione, soprattutto la maggioranza dovrebbe avere la consapevolezza, che ci insegnano il costituzionalismo moderno e i nostri Padri costituenti, che quando la maggioranza va a toccare la Costituzione deve essere ella stessa, in primis, a preoccuparsi di eventuali abusi della maggioranza nei confronti delle minoranze, e deve porlo nero su bianco in maniera vincolante, questo ci insegna il costituzionalismo moderno. Ora, invece, questa maggioranza ci viene a dire: noi vogliamo incidere sulla Costituzione, ma non andiamo a definire tutte le garanzie per le minoranze, per la popolazione, per il dibattito pubblico, perché tanto siamo in buona fede, vogliamo il bene dei cittadini e non c’è bisogno di farlo.
  Bene, questo dimostra, da una parte, una memoria storica quantomeno risibile visto il recente passato proprio di questa maggioranza e delle norme anche ordinarie che ha approvato e, dall'altra parte, di non aver colto e di non saper tradurre in realtà quelli che sono i principi di qualsiasi riforma costituzionale.
  Però, andando nel merito della questione, cioè la trasparenza, la richiesta di approvare un ordine del giorno non ha alcun senso da parte nostra, dal nostro punto di vista di opposizione, di minoranza in questo Parlamento. Perché ? Perché l'ordine del giorno non è vincolante, Presidente. Quindi, se ci dobbiamo attenere alla loro buona fede, alla buona fede di questa maggioranza, che si approvi o meno un ordine del giorno non cambia nulla. Se questa maggioranza sarà in buona fede ci sarà la trasparenza, se non sarà in buona fede non ci sarà la trasparenza. L'unica cosa che garantirebbe ai cittadini, in questo momento, una certa fiducia nei confronti di un'operazione così importante e preoccupante sarebbe un emendamento messo nero su bianco, che sarebbe vincolante per il futuro di questo Paese, per il futuro democratico di questo Paese. Mettere nero su bianco, in maniera vincolante, che questa maggioranza vuole l'assoluta trasparenza in tema di riforme costituzionali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Non farlo significa chiederci una fiducia che è stata per venti, trent'anni calpestata, e non è possibile chiederlo; non è possibile chiederlo in una materia così importante (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, anche noi, in sede di Comitato dei nove, abbiamo deciso Pag. 26di non ritirare gli emendamenti su questo punto. Tra l'altro, a me dispiace che si continui a far finta di non capire o ad equivocare su un punto: noi riteniamo che le riforme costituzionali non possano essere appannaggio della maggioranza e non possano essere appannaggio di una sola Camera, visto che siamo in un Parlamento dove ci sono due Camere legislative. Noi abbiamo proposto questo emendamento perché riteniamo ormai arrivato il momento necessario per mettere anche in una norma di rango costituzionale la trasparenza e la pubblicità degli atti che si svolgono qui dentro, e credo che sia fondamentale metterlo in una norma di rango costituzionale.
  La discussione che ci viene fatta, a mio avviso, è abbastanza stucchevole, perché ci si dice: fidatevi di noi, e fidatevi di noi, poi, nel merito della discussione. Ma io domando a tutti i colleghi e mi domando: cambiare l'articolo 138 non è il merito della discussione ? Cos’è ? Noi cambiamo un articolo della Costituzione repubblicana così come poi ne cambieremo, o ne vorreste cambiare, altri. Quindi, se già sull'articolo 138, che è una discussione di merito, non c’è la volontà di andare incontro a quelli che sono emendamenti e proposte di buonsenso di tutti i parlamentari, credo che noi partiamo con il piede sbagliato. Veramente, invito tutti a riflettere sul merito di questi emendamenti, che ci trovano tutti quanti d'accordo, e a non rinviare a un ordine del giorno, tra l'altro già approvato dal Senato, e che, quindi, già impegna Governo, maggioranza, Comitato e tutti noi a fare quelle cose. Tuttavia, io credo sia necessario e rappresenti un segnale importante che daremmo a noi stessi e al Paese se per la prima volta scrivessimo in una norma di rango costituzionale che le discussioni sono pubbliche attraverso i nuovi strumenti che noi abbiamo, che la tecnologia ci mette a disposizione, dando l'impressione che questa riforma costituzionale che si vuol far partire è una riforma costituzionale che coinvolge tutti ed utilizza tutti i mezzi a disposizione dei cittadini, appunto, per essere informati. Noi riteniamo che questa sia una norma importante che darebbe un segnale diverso anche a tutto l'iter che noi stiamo percorrendo. Per quanto riguarda la buona fede e l'impegno degli altri gruppi, non abbiamo assolutamente motivo di non credergli, ma riteniamo che un'Assemblea legislativa debba esprimersi con gli atti di legge e non con i principi e con la buona creanza.
  Noi riteniamo che se si è d'accordo su un principio quell'emendamento si vota, lo si vota tutti, lo si fa diventare legge e su quelli ci impegniamo noi e impegniamo anche eventualmente chi verrà dopo di noi che se vorrà di nuovo mettere mano alla Costituzione saprà che chi l'ha fatto prima di lui lo ha fatto mettendo nella legge del Comitato dei quarantadue una norma che prevedeva la massima trasparenza e pubblicità dei lavori.

  EMANUELE FIANO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Signor Presidente, il dibattito di questi minuti avrebbe potuto concludersi diversamente, con un voto unitario di tutta l'Aula su un ordine del giorno che, così come al Senato, impegnava tassativamente il Governo, perché questa è la formula degli ordini del giorno, a far si che i lavori del Comitato fossero resi pubblici tramite la trasmissione via web o satellitare. Non sarà così e si è sprecata un'occasione, perché noi, per i motivi sui quale si può non concordare ma che abbiamo spiegato con assoluta trasparenza e che riguardano i tempi di approvazione di questa legge, noi voteremo contro gli emendamenti che comunque saranno presentati anche se abbiamo chiarito, al di fuori di ogni dubbio, che la nostra posizione, la posizione del Partito Democratico, per la verità, tutta la maggioranza nel Comitato dei nove, così come prima in Aula lo ha chiarito, è totalmente d'accordo sul fatto che tutti i lavori di quel Comitato vengano resi pubblici tramite la trasmissione via web o via canale satellitare.Pag. 27
  E dunque un'occasione sprecata perché avremmo potuto fortificare questa opinione politica trasversale e unanime di tutto il Parlamento. Peraltro devo dire, Presidente mi rivolgo a lei per parlare al collega Fraccaro, che l'opinione che egli ha espresso qui sulla debolezza dell'istituto dell'ordine del giorno non è un'opinione, che ne so, che per il momento è riportata nel dibattito che si sta facendo sulla Giunta del Regolamento della Camera, perché se qui si è completamente d'accordo sul fatto che approvare un ordine del giorno o non approvarlo sia la stessa cosa, si chieda nella Giunta per il Regolamento della Camera di abolire l'istituto dell'ordine del giorno, perché non è vero che è inutile. Perché il giorno dopo che il Partito Democratico impazzendo, decidendo di suicidarsi politicamente, volesse votare nel Comitato contro il parere che con il proprio voto in Senato, lo avremmo fatto alla Camera, avesse dato anche qui alla Camera a favore di un ordine del giorno che diceva e impegnava il Governo sì, ma evidentemente il Parlamento, ad istituire la trasmissione diretta di quei lavori, il giorno dopo chiunque dell'opposizione potrebbe dire che il Partito Democratico non ha nessuna credibilità ed è per questo che noi mettiamo sul piatto della bilancia il nostro voto, l'avremmo messo volentieri sull'ordine del giorno perché condividiamo totalmente quel disegno che tutto ciò che avverrà in quel Comitato sia completamente trasparente per i cittadini e non è un caso che la legge porti anche, modificando la Costituzione, la possibilità di svolgere dei referendum, cioè di rapportarsi direttamente, con una domanda diretta verso i cittadini, superando i limiti rigidi che aveva posto la Costituzione; cioè oltre al fatto che in Parlamento si ritrovi una maggioranza qualificata sulla approvazione di quelle leggi di modifica costituzionale. Per questo noi riteniamo la nostra posizione coerente, lo diciamo qui oggi, rimane a verbale, anche se voteremo contro quegli emendamenti: la stessa opinione favorevole alla completa trasparenza di tutti i lavori di quel Comitato che qui oggi affermiamo, la riaffermeremo il primo giorno dei lavori di quel Comitato nel quale chiederemo noi, voi, tutti insieme, che quei lavori abbiano trasparenza. Oggi si è persa un'occasione, perché vi abbiamo proposto uno strumento diverso per essere tutti d'accordo e prendere insieme un impegno che comunque noi in quel Comitato rispetteremo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  RENATO BALDUZZI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RENATO BALDUZZI. Signor Presidente, Scelta Civica per l'Italia voterà contro gli emendamenti proposti, ma lo farà non perché ritiene che il principio di trasparenza non abbia la necessità di essere applicato nel procedimento davanti al futuro Comitato parlamentare, ma perché questa non è la sede dove inserire questo tipo di norme.
  Per la loro natura queste sono norme di carattere regolamentare, sono quelle norme che il Comitato parlamentare – e se ci sarà la possibilità e lo spazio di un ordine del giorno, questo sarà uno dei contenuti dell'ordine del giorno – dovrà adottare in quella attuazione della previsione di una facoltà che, però, per quanto ci riguarda, è qualcosa di più di una facoltà, è qualche cosa che, anche sulla scorta dei precedenti e delle precedenti Commissioni bicamerali, deve essere adottato.
  Per quale ragione, oltre a questo importante motivo che non è la sede materiale propria, noi voteremo contro ? Lo facciamo perché una dilazione dei tempi di approvazione di questa, che non è – lo ripetiamo a costo di essere stucchevoli, ma non è chiaro evidentemente per tutti – la revisione costituzionale, ma è l'insieme delle norme che devono consentirci una revisione costituzionale armonica ed equilibrata, una dilazione di questi tempi – dopo quelli che già ci siamo dati con questo spatium deliberandi dal mese di agosto al mese di settembre – potrebbe Pag. 28dare l'impressione di una esitazione da parte delle Camere e delle forze politiche rispetto alla revisione costituzionale.
  Noi non vogliamo stravolgere la Costituzione, la vogliamo aggiornare per quelle parti che ne ha bisogno e dunque, sotto questo profilo, è importante che questo disegno di legge vada avanti secondo il proprio iter, ma è anche importante sottolineare quei contenuti che devono essere – ed è quindi da questo punto di vista stato utile il lavoro del Comitato dei nove, perché ha consentito di prendere atto della unanimità quanto a intenti e quanto a principi – ciò che ci differenzia, ossia la decisione, ma se questo deve significare un ritardo nell'approvazione della legge costituzionale o no, la nostra posizione come Scelta Cinica è no, questo non deve significare ritardo, questo deve significare un impegno che non è solo politico, perché gli ordini del giorno, le valutazioni che facciamo in questa sede non sono soltanto valutazioni politiche, ma sono valutazioni che entrano a far parte dei lavori preparatori di una legge costituzionale.

  GIUSEPPE BRESCIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE BRESCIA. Signor Presidente, dato che il Comitato dei nove non ha avuto alcun esito e che ha confermato la volontà della maggioranza di bocciare questo emendamento, voglio sottolineare una cosa. Ho sentito prima il collega Giachetti dire che se ci teniamo alla trasparenza dobbiamo ritirare questo emendamento, che di fatto tutela la trasparenza dei lavori, optando per un ordine del giorno, che di fatto è meno vincolante per il Governo, e che se non lo avessimo fatto sarebbe stata nostra la responsabilità.
  Secondo me questo è ridicolo, è ridicolo l'atteggiamento del PD di scaricare sempre la responsabilità sul MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Sono al Governo con il PdL perché è colpa del MoVimento 5 Stelle, non votano questo emendamento perché è colpa del MoVimento 5 Stelle, assumetevi le vostre responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

  TITTI DI SALVO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  TITTI DI SALVO. Signor Presidente, abbiamo ascoltato l'esito della riunione del Comitato dei nove. Noi avevamo chiesto quella riunione perché eravamo convinti e speranzosi che si potesse arrivare ad una soluzione. La soluzione per noi era tradurre concretamente un'opinione che non ci permettiamo di mettere in dubbio e abbiamo sentito da parte di tutti gli interventi una sincera volontà – credo – di risolvere il problema posto e una sincera convinzione del fatto che la pubblicità dei lavori sia garantita. Ma allora, se c’è stato un corale pronunciamento in questo senso, io penso che la cosa più ragionevole era che si arrivasse a votare a favore di un emendamento. Siccome così non è, noi chiediamo, ai sensi degli articoli 49 e 51 del Regolamento, il voto segreto su questo emendamento.

  PRESIDENTE. Sulla richiesta di votazione a scrutinio segreto, la Presidenza ritiene che l'oggetto degli emendamenti che stiamo per votare non faccia parte delle materie previste dall'articolo 49 come quelle per le quali è prevista la possibilità del voto segreto. Gli articoli della Costituzione citati, infatti, non comprendono l'articolo 65 della Costituzione, che è quello in materia di pubblicità dei lavori delle Camere.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 2.21, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Gioia, Colonnese, Sbrollini, Folino, Cassano, Ruocco...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 29
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Vedi votazioni).

   (Presenti  444   
   Votanti  437   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato
 140    
    Hanno votato
no  297).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 2.78, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese, Piepoli, Moretti, Capua, Luciano Agostini, Brandolin...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
   (Presenti e votanti  446   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato
 142    
    Hanno votato
no  304).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 2.105, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese, Rizzetto, Lombardi, Rostan, Garofani, D'Attorre, Grassi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  447   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato
 138    
    Hanno votato
no  309).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Lombardi 2.23.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lombardi. Ne ha facoltà.

  ROBERTA LOMBARDI. Signor Presidente, questo emendamento, sempre nell'ottica di riforme costituzionali condivise, ampie, partecipate, discusse, trasparenti, eccetera, si propone di estendere ai progetti di legge assegnati al Comitato, le disposizioni prescritte dal Regolamento della Camera per le Commissioni in sede referente. In particolare, il riferimento è agli ampi poteri istruttori di cui il Comitato deve disporre per verificare la qualità e l'efficacia delle disposizioni contenute nel testo; a questo scopo, il Comitato può chiedere al Governo l'invio di apposite relazioni tecniche, audizioni specifiche e via dicendo, tutto secondo l'articolo 79, commi 4, 5, 6 e 7 del Regolamento della Camera.
  Data la rilevanza delle questioni di cui si vuole investire questo istituendo Comitato per le riforme, è doveroso a nostro avviso prevedere esplicitamente, e quanto meno in questi termini (rimandando a quanto previsto quindi nel Regolamento della Camera), la possibilità per i membri del Comitato di acquisire tutti gli elementi informativi necessari per svolgere un lavoro di alto livello qualitativo. La fase istruttoria deve costituire il perno del lavoro del Comitato, perché solo in questo modo possano essere affrontate delicatissime questioni che coinvolgono lo stesso assetto della forma di governo dello Stato, e non deve essere in alcun modo permesso che si possa procedere al buio, sulla base di aprioristiche determinazioni di parte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lombardi 2.23 – nel quale vi era invito al ritiro – con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Deputati Scotto, Cassano, Vargiu, Dambruoso, Gigli, Saltamartini...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 30
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  450   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato
 124    
    Hanno votato
no  326).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Dadone 2.24.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dadone. Ne ha facoltà.

  FABIANA DADONE. Signor Presidente, l'emendamento elimina l'inutile previsione della nomina di più relatori ad oggi consentita dai Regolamenti, che potrebbe essere interpretata come obbligo, del tutto inopportuno, di avere due relatori di maggioranza.
  Da quando le maggioranze che sostengono il Governo si sono trasformate da maggioranze politiche a maggioranze basate sulle larghe intese, la pratica del doppio relatore di maggioranza è ormai acquisita e scontata nella prassi legislativa ordinaria: una prassi che ha una finalità esclusivamente politica, e non certo procedurale o tecnica, e consiste nel consentire ai principali partiti di maggioranza di «marcarsi» a vicenda per evitare scherzi. Tradurre in norma esplicita, per giunta di legge costituzionale, quella che è una prassi imposta dalle contingenze politiche, è un'ipotesi che riteniamo si debba evitare: i due relatori, ovviamente di maggioranza, sono obiettivi facilmente raggiungibili in sede politica, per le vie informali degli accordi tra i gruppi; dunque la loro sede naturale dev'essere l'Ufficio di presidenza integrato dai presidenti di gruppo del Comitato, e non la lettera di una legge che – dobbiamo ricordarlo – non è ordinaria, ma è una legge di riforma costituzionale.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 2.24, con parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Deputati Lombardi, Lavagno, Locatelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  454   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato
 124    
    Hanno votato
no  330).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Lombardi 2.25.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lombardi. Ne ha facoltà.

  ROBERTA LOMBARDI. Signor Presidente, con questo emendamento vorremmo sostituire le parole «i Presidenti del Comitato nominano» con le seguenti «l'Ufficio di Presidenza del Comitato nomina», questo perché vorremmo dare voce anche alle minoranze ivi rappresentate e aumentare partecipazione e scelte, sempre nell'ottica della maggiore condivisione possibile delle riforme costituzionali.
  Il disegno di legge attribuisce il potere di nomina dei relatori ai presidenti del Comitato, invece attraverso l'emendamento in questione si intende dar voce quindi alle minoranze ivi rappresentate, attribuendo il potere suddetto di nomina all'intero Ufficio di Presidenza, di cui fanno parte rappresentanti della maggioranza e della minoranza, anche perché maggioranza e minoranza sono ovviamente in dipendenza di quelli che sono i risultati delle elezioni e, come si sa, la vita è una ruota, un giorno sei maggioranza e un giorno sei opposizione, quindi non fate troppo affidamento sui numeri di cui godete adesso.Pag. 31
  La scelta di attribuire il rilevantissimo compito di avviare la fase istruttoria e di riferire su un progetto di riforma costituisce un momento cardine nel complesso procedurale previsto nel presente disegno di legge, di conseguenza appare opportuno che esso non sia rimesso alla piena discrezionalità dei Presidenti del Comitato, che sono sempre espressione appunto di una maggioranza aleatoria. Si propone quindi di rimettere tale decisione all'Ufficio di Presidenza nel suo complesso, al fine di coinvolgere in questo processo anche le altre forze politiche che non siano necessariamente quelle appartenenti alla maggioranza del momento. Questo permetterebbe di aumentare il livello di partecipazione delle scelte in una fase delicata, garantendo in qualche misura gli stessi diritti delle opposizioni e quindi gli stessi diritti di tutti cittadini del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lombardi 2.25, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Toninelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  446   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato
 121    
    Hanno votato
no  325).    

  (I deputati Rotta, Sisto e Grassi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario, la deputata Di Salvo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento D'Ambrosio 2.26.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, colleghi, con questo emendamento cerchiamo di lasciare ampio spazio alla possibilità di presentare relazioni di minoranza, in particolare non vincolandolo al fatto che la relazione di minoranza debba essere collegata ad un articolato alternativo a quello approvato dalla maggioranza del Comitato, questo perché nell'ambito di una riforma costituzionale il dissenso verso la proposta di maggioranza può generalmente essere di due tipi, uno di natura alternativa, perché in tema di forma di Governo ci può essere chi ad esempio aspira ad un modello semipresidenziale di tipo francese o ne preferisca ad esempio uno completamente presidenziale sul modello americano, e dunque oppone una relazione di minoranza ed un articolato alternativo in tale senso. L'altro tipo di dissenso, che è quello poi del MoVimento 5 Stelle, può riguardare la contrarietà alla deroga dell'articolo 138, alla modifica tramite deroga dell'articolo 138 di alcuni articoli della Carta costituzionale e il mantenimento degli attuali articoli della Costituzione a fronte della proposta di modifica avanzata. In questo caso, chi dovesse decidere di ricorrere alla relazione di minoranza lo farà per spiegare puntualmente i motivi alla base del dissenso della proposta di riforma avanzata, ma poiché la posizione di partenza è la difesa dell'attuale dettato costituzionale, non c’è alcun motivo, e soprattutto non sarebbe razionale, presentare un articolato che non fa altro che riprodurre gli articoli della Costituzione già vigente. D'altro canto, con questo emendamento vogliamo evitare che senza una previsione esplicita, come quella appunto dell'emendamento in esame, possa essere preclusa, a quei gruppi che si attestassero su questo forma di dissenso di minoranza, la possibilità di presentare proprio una relazione di minoranza alternativa. Io mi appello ai colleghi, votate questo emendamento anche per una cosa molto semplice: evitiamo, Pag. 32evitateci di tornare ancora una volta sul tetto di Montecitorio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo al voto. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Ambrosio 2.26, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Stumpo, Colonnese, Piepoli, Giacomelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  452   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato
 124    
    Hanno votato
no  328).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nuti 2.27.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Signor Presidente, con questo emendamento, chiediamo di sopprimere l'ultimo periodo del comma 5. In pratica, chiediamo: perché, sin dall'inizio, bisogna stabilire un tempo per la presentazione della relazione del relatore o dei relatori e per le votazioni dell'esame del Comitato, siccome anche nell'ultima Conferenza dei presidenti di gruppo si è parlato tanto di qualità del lavoro, di cercare di non restringere i tempi, ma sembra quasi un controsenso – e di questo ne ha parlato proprio il capogruppo del PD – rispetto al porre già dei tempi fissati prima dello svolgimento dei lavori ?
  Quindi, perché comprimere i tempi prima di iniziare già i lavori ? Sempre per terminare l'illustrazione dell'emendamento, siccome fra personale, carta, toner della stampante e tempo, questo emendamento, più o meno, ci è costato 65 euro e, visto che evidentemente è inutile questa votazione, che spesso viene scambiata addirittura per ostruzionismo, allora forse vale la pena chiedere il rimborso.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 2.27, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malpezzi, Capua, Piepoli, Vargiu, Roberta Agostini, Mura, Palazzotto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  453   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato
 124    
    Hanno votato
no  329).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Dieni 2.28.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Signor Presidente, questo emendamento, fermo il termine di quattro mesi previsto per i lavori del Comitato – e noi ricordiamo che neanche in questo caso siamo favorevoli e, infatti, è stato appena bocciato il nostro emendamento – esclude l'obbligo di pervenire in ogni caso ad una decisione.
  A nostro avviso, il percorso temporale previsto dalla legge per la riforma costituzionale è già troppo sincopato. È quindi necessario eliminare questa parte della disposizione al comma 5, che prevede la possibilità di introdurre una sorta di tagliola al lavoro dei componenti del Comitato, all'interno del Comitato stesso.
  Quindi, ricordiamo che questo termine così ristretto non è previsto all'interno dei lavori in Commissione e quindi non si capisce come si possa introdurre un siffatto strumento all'interno di un Comitato che è deputato a valutare ed esaminare una riforma così importante, come appunto la riforma costituzionale.
  Proprio per questa ragione, noi chiediamo la soppressione di questa parte della disposizione perché non è pensabile e non è accettabile che gli emendamenti, Pag. 33che eventualmente siano presentati all'interno del Comitato e che quindi non siano esaminati nel termine di quattro mesi, possano immediatamente decadere e quindi non essere più esaminati dal Comitato stesso. Qui non si tratta quindi di accelerare la procedura e di rendere certa e celere la procedura che viene utilizzata, bensì di garantire – questa è la cosa fondamentale – che comunque principi democratici vengano rispettati, in particolare con riferimento ad una riforma costituzionale così importante.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 2.28, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Lomonte, Pagano, Portas. Hanno votato tutti i colleghi ? No, Vito ...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  456   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato
 123    
    Hanno votato
no  333).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 2.67, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grassi, Toninelli, Lomonte, Giammanco.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  449   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato
 121    
    Hanno votato
no  328).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 2.35.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, l'emendamento che presentiamo riguarda l'ottavo comma dell'articolo 2. In particolare, noi chiediamo la sostituzione nella parte che indica una possibilità per i presidenti del Comitato di programmare i tempi di lavoro del Comitato stesso.
  Innanzitutto, andiamo ad affrontare un argomento che è una delle malattie principali di questo Parlamento, ovverosia la qualità del lavoro del Parlamento che è strettamente ed evidentemente connessa con il tempo che alle varie Commissioni e all'Aula medesima è destinato per trattare le proposte di legge e le varie materie oggetto di ogni proposta di legge. Stiamo tutti vedendo che se oggi trattiamo una discussione generale in Commissione, l'indomani siamo già a illustrare e a votare gli emendamenti e dopo pochi giorni siamo in Aula. Purtroppo, questo è l'unico caso presente in Europa e nelle democrazie classiche in generale perché, negli altri Paesi, ad esempio in Gran Bretagna, dal deposito di una proposta di legge trascorre un mese affinché la proposta arrivi in Aula e i deputati e i parlamentari britannici, ad esempio, addirittura hanno un divieto di lettura, cosa che evidentemente noi non potremmo avere, considerato che forse solo il Comitato dei nove ha una minima parvenza e preparazione della materia in trattazione e in votazione.
  Noi, appunto, chiediamo di sostituire il comma di cui si parla con questo emendamento per far venire meno la possibilità di programmare i lavori da parte della presidenza del Comitato, appunto perché è inaccettabile e inconcepibile, da ogni punto di vista, il fatto che possano essere contingentati i tempi di lavorazione di materie tanto importanti quanto quella della riforma costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 34Toninelli 2.35, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lo Monte, D'Incecco, Nicchi. Hanno votato tutti i colleghi ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  455   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato
 122    
    Hanno votato
no  333).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Fraccaro 2.33.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, l'emendamento prevede di sopprimere al comma 7 le parole «e il Governo», perché in questo comma – e questo traspare un po’ in tutto il disegno di legge – si tende a dare un ruolo prioritario, un'importanza e un'incisività maggiore al Governo rispetto ai singoli parlamentari e questa purtroppo è una tendenza che traduce un modo di concepire il potere legislativo di questa maggioranza; ossia questa maggioranza da anni sta mettendo su un piedistallo il Governo rispetto al Parlamento, violando la centralità del Parlamento, che è prevista dalla stessa Costituzione che loro vorrebbero modificare. Ora questo è ciò che si respira in questo disegno di legge ed è quello che noi vorremmo modificare. Analizzando questa concezione unitamente anche alla legge elettorale, che non prevede il voto di preferenza, si vede che questo Parlamento si è trasformato negli anni nella sua stragrande maggioranza in un gruppo di parlamentari non eletti ma nominati che schiacciano semplicemente dei bottoni a comando (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ora io vorrei portare un esempio concreto di quello che sto dicendo. Alcuni esponenti del PD e alcuni esponenti dell'SVP, che fanno parte dell'attuale maggioranza, Presidente, hanno presentato tre proposte in questa legislatura, ma in realtà analoghe proposte erano state presentate anche in legislature precedenti, volte e tendenti a irrigidire l'articolo 138 della Costituzione, innalzando in maniera permanente il quorum necessario per modificare le norme costituzionali. Mi riferisco ad esempio all'iniziativa dei deputati Bressa, Bindi ed altri, a quella del senatore Peterlini, a quella sottoscritta e firmata Lauricella, a quella di iniziativa dei deputati Schullian, Alfreider, Gebhard e Plangger. Presidente, è chiaro perché la SVP ha pensato di irrigidire ulteriormente la «norma lucchetto» che protegge la Costituzione, perché per la SVP questo significa proteggere la loro autonomia e la nostra autonomia. Dico nostra perché anche io come loro sono stato eletto in Trentino Alto Adige. Quindi io mi sto battendo per difendere la Costituzione e anche per difendere la nostra autonomia, Presidente, invece la SVP accetta di scardinare il 138 svendendo senza ritegno i valori autonomisti che ha sempre portato avanti. Allora mi chiedo in questo caso: cosa ha ricevuto in cambio per accettare di mettere in pericolo la nostra autonomia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? In nome di che cosa si sono svenduti ? Ecco, questo è il Parlamento che abbiamo davanti: un vero e proprio mercato in cui si baratta di tutto e questo Parlamento vorrebbe modificare più di sessanta articoli della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Dall'Osso. Ne ha facoltà, per un minuto.

  MATTEO DALL'OSSO. Signor Presidente, vorrei svolgere un intervento a titolo personale – come sapete non parlo quasi mai – semplicemente per farvi notare che ad esempio io sono ingegnere, ho trentacinque anni e ho lavorato per diverse multinazionali. L'ultima aveva 100 Pag. 35mila dipendenti nel mondo e quando c’è una scadenza c’è una scadenza e non puoi derogare. Trovandosi a parlare con 100 mila persone, come sapete meglio di me qui sono 630 e al Senato sono 315, ci può essere qualche battibecco, ma se c’è qualche battibecco è forse per migliorare le nostre proposte. E mettere una deroga alla Costituzione che hanno pensato i padri fondatori penso sia davvero qualcosa che esce proprio dall'ottica del nostro essere qui.
  Infatti, se noi non siamo capaci, e io sono dentro il «siamo», di poter applicare questi criteri, tra 630 deputati e 315 senatori...

  PRESIDENTE. Deve concludere, deputato Dall'Osso. Ha terminato il suo tempo.

  MATTEO DALL'OSSO. ... se noi non siamo capaci, significa che non siamo capaci di lavorare. E se non siamo capaci di lavorare, è squalificante per tutti noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, ho ascoltato con vera commozione il collega Fraccaro che tuonava contro questa legge elettorale che abbiamo adesso. Mi domando se il collega Fraccaro appartenga allo stesso partito il cui leader indiscusso è l'onorevole Grillo, che vuole andare alle elezioni con questa legge elettorale, e non con un'altra (Applausi dei deputati dei gruppi Scelta Civica per l'Italia, Partito Democratico e Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).
  Infatti, Grillo ha detto con chiarezza che alle elezioni vuole andare con questa legge elettorale e non con un'altra. Domando: l'onorevole Fraccaro a che partito appartiene (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia) ?
  Una seconda osservazione: al centro della Costituzione italiana non vi è il Parlamento; al centro vi è il cittadino. Il Parlamento deve servire il cittadino, come lo deve servire il Governo, e il cittadino ha il diritto di vedere approvati in tempi certi e rapidi i provvedimenti che servono per il bene comune.
  Il tentativo di bloccare l'azione dell'Esecutivo attraverso il Parlamento o il tentativo di bloccare la maggioranza privandola del diritto di arrivare all'approvazione dei provvedimenti va contro le buone regole dell'attività parlamentare. Ho concluso in un minuto (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Toninelli. Ne ha facoltà per un minuto.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, anche se quest'Aula non è sicuramente il luogo per un botta e risposta, in questo caso è assolutamente doveroso dare una risposta a quanto appena affermato dall'onorevole Buttiglione, in quanto le sue parole sono completamente sbagliate, ma, soprattutto, totalmente fasulle.
  Il capo politico del MoVimento 5 Stelle ha parlato di andare a votare con il «porcellum» nella consapevolezza che questa maggioranza ha come unico fine quello di fare dei ritocchi al «porcellum» per renderlo «super porcellum». Quindi, ben venga andare a votare con il «porcellum»(Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Detto questo, il MoVimento 5 Stelle ha lavorato ad una propria proposta di legge, che ora, oltre a depositare istituzionalmente alla Camera e al Senato, presenterà soprattutto ai cittadini, perché ritiene inutile sfruttare il proprio tempo istituzionale in un dibattito con le Commissioni, con i membri delle Commissioni, ma più utile aprire un dibattito su una legge che può modificare sia la classe politica sia lo stato civile di tutti i cittadini, cioè la legge elettorale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Brescia. Ne ha facoltà per un minuto.

Pag. 36

  GIUSEPPE BRESCIA. Signor Presidente, sarò brevissimo. Io sono veramente imbarazzato, perché l'onorevole Buttiglione ha perso l'ennesima occasione di non mettersi in ridicolo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Deputato Brescia !

  GIUSEPPE BRESCIA. Non vi è alcun onorevole Grillo, a parte la nostra Giulia, qui, perché, forse, il deputato Buttiglione vive su un altro pianeta: non sa che Beppe Grillo non fa parte del Parlamento, e quindi non è un onorevole. Non so di che cosa stesse parlando. Ridicolo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Dieni. Ne ha facoltà per un minuto.

  FEDERICA DIENI. Signor Presidente, intervengo soltanto per aggiungere a quanto detto dal mio collega Toninelli che, in tempi non sospetti, abbiamo chiesto a gran voce e più volte che si iniziasse a discutere di modificare il «porcellum», e quindi di modificare la legge elettorale. Ci è stato risposto da questa maggioranza che sarebbe stato il Comitato ad occuparsi della legge elettorale, dopo avere capito qual è l'assetto da dare alla nuova forma di Stato e alla nuova forma di Governo, quindi il nuovo assetto istituzionale.
  Adesso non comprendiamo tutta questa velocità per parlare di legge elettorale, e quindi voler trasformare il «porcellum» in «super porcellum». È solo per questo che vorremmo tornare ad elezioni adesso, soltanto perché non abbiamo i numeri per poter incidere e le nostre proposte rimangono vane (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Balduzzi. Ne ha facoltà per un minuto.

  RENATO BALDUZZI. Presidente, non intervengo a titolo personale, ma, comunque, ho chiesto di parlare.

  PRESIDENTE. A titolo personale perché ha parlato il presidente Buttiglione per cinque minuti.

  RENATO BALDUZZI. Ha ragione, Presidente. Siamo nello stesso gruppo parlamentare, vero...

  PRESIDENTE. Prego.

  RENATO BALDUZZI. Io credo, Presidente, che già da domani, visto che comincia al Senato della Repubblica la discussione sulla riforma della legge elettorale vigente per Camera e Senato, sarà possibile verificare chi vuole davvero modificare la legge elettorale vigente e chi non la vuole modificare (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia). Noi avremmo preferito che questa discussione cominciasse in quest'Aula. Le cose sono andate diversamente, ma comunque sarà un ottimo banco di prova.
  Relativamente all'emendamento, volevo ricordare ai colleghi del MoVimento 5 Stelle – perché stiamo parlando, se non sbaglio, dell'emendamento Fraccaro 2.33, che sopprime l'iniziativa legislativa del Governo – che, se è proprio vero che bisogna limitare al minimo le deroghe alla Costituzione, allora questo emendamento non ha ragione d'essere, perché l'iniziativa legislativa del Governo è talmente dentro la nostra Costituzione che quando l'articolo 71 fa l'elenco dei soggetti titolari dell'iniziativa legislativa mette al primo posto il Governo. Quindi, volerla togliere mi sembra veramente contro la Costituzione.

  PRESIDENTE. Grazie, deputato Balduzzi. So che il presidente Buttiglione vorrebbe dirmi che ha parlato per richiamo al Regolamento, ma, non avendolo specificato al momento in cui ha chiesto la parola – lo dico per il gruppo di Scelta Civica e per tutti i gruppi –, deve intendersi che il primo intervento di ciascun Pag. 37gruppo è quello dei cinque minuti – e, quindi, sul merito –, e poi gli altri, seguenti, sono a titolo personale. In questo modo, assumiamo una regola che vale per tutti.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Presidente, chiedo ora di parlare per richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Intervengo solo per ricordare che a me la parola è stata data a titolo personale. Lo ha detto lei e lo hanno rimarcato i colleghi.

  PRESIDENTE. No, presidente Buttiglione, mi dispiace, ma non è stato così. Forse non ci siamo intesi, io e lei. Magari per colpa mia, è molto probabile.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Presidente, pongo tre questioni velocissime. La prima: invito gli italiani – non i presenti, perché qui forse la memoria latita – ad andare a perdere un pochino di tempo per vedere quale è stata la votazione – si può andare tranquillamente su Open Parlamento – del Presidente Buttiglione sulla mozione Giachetti, per valutare un pochettino se davvero lui ha intenzione di cambiare o no (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) questa legge elettorale. Poi, altre due cose: io sono molto felice che a Beppe si dia il titolo di onorevole, persona che non è presente in Parlamento, mentre qualcuno qui dall'altra parte, che parla di un condannato, in questo caso Beppe Grillo, governa invece l'Italia con un condannato in via definitiva che è presente al Senato, cosa della quale non si vergogna.

  PRESIDENTE. Grazie. Ha esaurito il suo tempo.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Concludo, Presidente, concludo. Altra cosa: cominciamo ad utilizzare forse la parola «onorevole», visto che questa politica ha portato l'Italia in questa situazione, chiamando «onorevoli» tutti i cittadini che ogni giorno hanno difficoltà a mettere il piatto sulla tavola e continuano ogni giorno a pagare le tasse nonostante quello che...(Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Grazie, ha esaurito il suo tempo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cera. Davvero un minuto, perché altrimenti stiamo estendendo questa discussione un po’ random. Cercherei di restare al tema.

  ANGELO CERA. Presidente, qualche tempo addietro il collega Sibilia mi attribuì qui pubblicamente di aver apostrofato alcuni colleghi in una certa maniera. Dopo quello che ho ascoltato ho la sensazione che, come dire, il banco si allarghi, perché non rispettare le persone ed offenderle fa parte di una categoria di «scostumati» che, credo, possa appartenere tranquillamente a quella razza di cui parlava qualche tempo fa l'amico Sibilia.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Presidente, io la invito davvero caldamente nell'interesse dell'economia dei lavori dell'Aula a curare che gli interventi siano strettamente pertinenti agli emendamenti. Noi abbiamo lavorato su questo provvedimento e mi sembra che il rispetto per chi ha lavorato su questo provvedimento induca a limitare gli interventi.
  Confido anche nella pazienza e bonomia dei colleghi allo stretto contenuto degli emendamenti. Credo che tempo da perdere davvero non ne abbiamo.

Pag. 38

  PRESIDENTE. Grazie presidente, raccolgo il suo invito e passiamo subito alla votazione.

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Il deputato Sibilia chiede di parlare sull'emendamento ? A titolo personale ? Al termine della seduta (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Scusate, non c’è stato nessun elemento che possa giustificare una richiesta di un intervento a titolo personale.
  Metto in votazione l'emendamento 2.33 (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  ALESSANDRO DI BATTISTA. È stato nominato !

  PRESIDENTE. È stato nominato, questo non significa che sia stato insultato, Di Battista, lei lo sa. Io ho sentito con le mie orecchie. Prego, deputato Sibilia.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, io sono stato nominato, quindi volevo intervenire a titolo personale. Niente di straordinario. Semplicemente, chiederei di evitare termini come «razza» all'interno di questo emiciclo, perché non credo che sia proprio il caso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Poi, il deputato Cera già è stato graziato una volta dall'Ufficio di Presidenza e non è stato espulso perché il suo gruppo si è scusato pubblicamente: reiterare l'errore è alquanto poco saggio.

  PRESIDENTE. Basta interventi a titolo personale.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 2.33, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ventricelli, Catania, Capua, Grassi, Nicchi, Palma. Hanno votato tutti i colleghi ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  455   
   Votanti  442   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato
 124    
    Hanno votato
no  318).    

  Passiamo all'emendamento Fraccaro 2.31.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, adesso mi accingo ad illustrare l'emendamento, poi voi lo boccerete e andremo avanti così fino alla fine.
  L'emendamento in discussione tende ad ampliare le possibilità di emendare il testo, estendendole a tutti i deputati, riallineando le procedure del Comitato al Regolamento della Camera. Infatti, questo emendamento colma una lacuna del testo, prevedendo espressamente che i presentatori di emendamenti non componenti del Comitato possano illustrarli senza diritto di voto, naturalmente. L'emendamento applica, inoltre, al Comitato la possibilità, già oggi prevista per i lavori delle Commissioni in sede referente, di partecipazione al dibattito dei senatori e dei deputati non componenti anche la Commissione stessa.
  Mi sembra che non si possa eccepire, è un emendamento di buonsenso, semplice, che amplia la partecipazione, com’è nello spirito di una riforma costituzionale, e che voi ancora una volta boccerete. Vi ringrazio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pilozzi. Ne ha facoltà.

  NAZZARENO PILOZZI. Signor Presidente, intervengo anche per dire che prima avevo chiesto la parola come relatore Pag. 39di minoranza, e non a titolo personale. Io capisco che noi di SEL, che non siamo invitati a Cernobbio, anche qui dentro abbiamo qualche problema, però (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà)...

  PRESIDENTE. Deputato Pilozzi, a me chi è invitato a Cernobbio interessa poco, a dire il vero. Posso aver sbagliato, ma non per quel motivo. La prego di prendere le mie scuse per buone.

  NAZZARENO PILOZZI. Mi si consenta la battuta dopo i fatti. È solo per dire – perché prima si parlava di quelle che sono le prerogative del Governo e della legge elettorale –, al collega Toninelli, che ha detto che la legge elettorale non si dovrà discutere in Commissione, ma si discuterà – non ho capito bene come – con i cittadini, che c’è in atto un tentativo di mettere in campo un «super porcellum».
  Tuttavia, avendo letto su qualche giornale la proposta del collega Toninelli, non vorrei che qualcun altro avesse l'idea di fare un iper «porcellum»; quindi, ritengo che su questa discussione ci saranno le Commissioni competenti, tra cui la I Commissione, per discutere di legge elettorale. Quindi, Presidente, volevo aggiungere solo questo come relatore di minoranza; prima era un intervento sull'emendamento precedente che però mi sembrava importante fare adesso.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Dall'Osso. Ne ha facoltà, per un minuto. La prego di attenersi all'emendamento.

  MATTEO DALL'OSSO. Signora Presidente, sarò brevissimo. Vorrei ricordare a tutta l'Aula che se fosse stato facile non avrebbero scelto loro. Quindi, come diceva il mio manager nell'ultima azienda, quando io dicevo che non c'erano i tempi, che eravamo strettissimi, che non saremmo riusciti ad uscire con un nuovo prodotto e così via, che, davvero, questa è la base, non possiamo cambiarla.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Toninelli. Ne ha facoltà, per un minuto.

  DANILO TONINELLI. Signora Presidente, intervengo semplicemente per una specifica, in quanto il MoVimento 5 Stelle è appena stato interpellato dal collega Pilozzi circa la propria proposta. Innanzitutto l'invito è a non dare peso alle informazioni giornalistiche, soprattutto a persone che, magari, svolgono attività politica da più tempo di me e di noi del MoVimento 5 Stelle, però la specifica evidentemente più importante è che il «porcellum» si pone su un premio di maggioranza che esiste solo in Italia rispetto al resto del mondo, mentre la proposta del MoVimento 5 Stelle è ben lungi dall'avere un premio di maggioranza a cui noi, ovviamente, non diamo nessun peso perché lo contestiamo completamente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 2.31, con il parere contrario della Commissione e dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dambruoso, Rughetti, Ferro, Piepoli, Ventricelli, Lombardi, Cani, Dorina Bianchi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  455   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato
 123    
    Hanno votato
no  332).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Lombardi 2.32.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lombardi. Ne ha facoltà.

Pag. 40

  ROBERTA LOMBARDI. Signor Presidente, con questo emendamento prevediamo la subemendabilità del testo anche in sede di Comitato referente, possibilità che non è prevista in questo disegno di legge. L'obiettivo dell'emendamento è chiaramente quello di restituire a un Parlamento già esautorato e depredato di ogni autorità nei confronti del Governo il potere di avere l'ultima parola sulle modifiche apportate dal Governo stesso. Solo in questo modo, infatti, la minoranza potrà esercitare il proprio diritto di partecipare, effettivamente, all'iter legislativo. Non so se qualcuno se ne sia accorto, soprattutto tra i partiti, se si tratti di una svista o se, addirittura, la cosa sia voluta, ma l'attuale lettera del provvedimento, in particolare del comma 7 dell'articolo 2, non prevede la possibilità di subemendare emendamenti del Governo. Questo rischia di configurare un'ipotesi molto pericolosa dal punto di vista parlamentare dove l'emendamento del Governo si potrebbe trasformare in una sorta di ipse dixit che può essere solo o approvato o respinto in blocco; e considerando come funziona l'attività parlamentare, direi più la prima che la seconda.
   Questa è una procedura che non ha precedenti nella normale prassi parlamentare e che dunque, a nostro avviso, deve essere modificata, anche perché non dobbiamo dimenticarci che stiamo parlando di Costituzione e che dunque il compito di riforma, anche alla luce di una deroga ampia al 138, deve spettare soprattutto al Parlamento, e non al Governo. Invece, l'attuale disegno di legge rischia di dare una posizione di vantaggio al Governo che, a differenza dei singoli gruppi parlamentari, è presumibile che, quando presenti un emendamento, lo faccia a nome della maggioranza e dunque con un peso specifico ben maggiore delle altre proposte emendative.
  Ecco perché riteniamo che debba essere prevista esplicitamente la possibilità, per tutti, almeno di proporre modifiche parziali alle proposte emendative presentate dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lombardi 2.32, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dambruoso, Ventricelli, Gregori, Toninelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  453   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato
 125    
    Hanno votato
no  328).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 2.64, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ventricelli, Malpezzi, Rizzetto, Moretti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  457   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato
 122    
    Hanno votato
no  335).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 2.65, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rizzetto, Ventricelli, Casellato, Vitelli, Marti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 41

   (Presenti e votanti  456   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato
 125    
    Hanno votato
no  331).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 2.66, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bellanova, Moretti, Cera, Ventricelli, Brandolin, Simoni, Agostini Roberta, Grassi, Agostini Luciano, Fanucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  459   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato
 123    
    Hanno votato
no  336).    

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Migliore 2.100 e Fraccaro 2.102.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, come sicuramente avrete capito, ma è sempre bene ribadirlo, la proposta di riforma della Costituzione imposta dal Governo al Parlamento è a nostro giudizio, a giudizio del MoVimento 5 Stelle, estremamente pericolosa per la democrazia, sotto diversi profili.
  In particolare, il provvedimento presenta una caratteristica che più delle altre lo rende inaccettabile, perché rade al suolo le fondamenta del nostro ordinamento, e mi riferisco alla tempistica, alla tempistica speciale prevista per i lavori del Comitato è disciplinata dall'articolo 4, che in pratica cancella e riscrive daccapo l'articolo 138 della Costituzione.
  Si tratta di una norma capestro che detta in maniera inaudita, a mio avviso, i tempi massimi di esame e di approvazione dei progetti di legge costituzionale. Il provvedimento prevede infatti che i lavori parlamentari si dovranno concludere entro diciotto mesi, si dovrebbe quindi ragionare e discutere in maniera equilibrata e ponderata le decisioni da adottare per stravolgere la Costituzione con un limite temporale che incalza. Una riforma con la scadenza come lo yogurt, Presidente, che il Governo vuole far digerire al Parlamento con l'imbuto di un percorso accelerato.
  Come se non bastasse vengono anche dimezzati i tempi di deliberazione rispetto alle previsioni dell'articolo 138 riducendoli da tre mesi a 45 giorni. Il meccanismo temporale previsto dal 138, volto a garantire ovviamente le opportune riflessioni, a verificare l'effettiva condivisione delle modifiche introdotte, insomma è completamente stravolto.
  Il procedimento di revisione costituzionale a rigor di logica dovrebbe prevedere dei tempi minimi non massimi di conclusione degli esami dei provvedimenti; insomma l'articolo 4 riduce Camera e Senato a due catene di montaggio, mi vengono in mente i Tempi moderni di Charlie Chaplin.
  Il provvedimento vuole sottoporre il Parlamento a dei ritmi meccanici di lavoro, costringere deputati e senatori a pigiare semplicemente dei bottoni come fossero automi. Far si che i lavori procedano a tappe forzate significa imporre le decisioni assunte dal Comitato con la forza del limite temporale che consentirà al Governo di tirare le fila del dibattito, come più volte detto in questa Aula. È semplicemente intollerabile, questa norma trasformerà il Parlamento della Repubblica in un teatrino delle marionette.
  Non si può fissare un cronoprogramma di lavoro semplicemente perché si viola la Costituzione; l'articolo 138 è stato scritto proprio per disciplinare eventuali modifiche della Carta e prevede una procedura aggravata che va rispettata altrimenti si ricade in ciò che i Padri costituenti hanno voluto scongiurare: cioè lo scardinamento della nostra Carta fondamentale, dettata da cosa se non da un'improvvisa corsa ai ripari da parte di una classe dirigente Pag. 42fallita e incapace di farsi da parte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  L'articolo 4 del provvedimento va soppresso perché scardina il chiavistello posto a fondamento della democrazia, cioè la rigidità delle norme democratiche. Non si può aggirare questo meccanismo perché altrimenti si infrange la legge dello Stato, si compie né più né meno che un golpe bianco. I cittadini sappiano che non tutti qui sono disposti a fare i burattini, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti Migliore 2.100 e Fraccaro 2.102, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris, Roberta Agostini, Spadoni, Malpezzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  454   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato
 120    
    Hanno votato
no  334).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 2.79, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bellanova, Nardella, Duranti, Carrescia, Luciano Agostini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  456   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato
 121    
    Hanno votato
no  335).    

  (I deputati Malpezzi e Carlo Galli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nuti 2.37.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Signor Presidente, con questo emendamento al comma 10 chiediamo di aggiungere il seguente periodo: «Il Comitato definisce altresì le regole per la partecipazione pubblica ai propri lavori anche mediante la rete web».
  Colleghi, perché riteniamo che la consultazione prevista dal comma 10 debba essere la più ampia possibile al fine del coinvolgimento delle autonomie locali, riteniamo opportuno prevedere che tali consultazioni possano essere il più possibile aperte anche attraverso la rete web. Questo strumento fondamentale di partecipazione e di informazione deve – a nostro avviso – essere valorizzato al massimo nell'opera di riforma costituzionale, sia per quanto riguarda la pubblicità dei lavori sia per quanto riguarda la partecipazione alle fasi consultive. Chiediamo quindi che il Governo, visto il parere negativo, ci dica il perché (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 2.37, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia, Rosato, Vallascas, Palma, Currò...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 43

   (Presenti e votanti  458   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato
 134    
    Hanno votato
no  324).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 2.38.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, il nostro emendamento chiede di inserire un comma aggiuntivo all'articolo 2 di questo disegno di legge costituzionale e, in particolare, la materia è quella della pubblicità e, soprattutto, della trasparenza dei lavori all'interno del Comitato. È un argomento che nel discorso di poche ore fa circa la pubblicità dei lavori del Comitato è già stato brevemente accennato, ovverosia quello delle votazioni in modo elettronico di tutti i membri del futuro Comitato. E, difatti, dice, questo comma aggiuntivo, che le votazioni sono effettuate nominalmente con il sistema elettronico.
  Nonostante e nella consapevolezza che questa maggioranza non voglia portare avanti nessuna, seppur piccola o piccolissima, modifica di questo disegno di legge costituzionale grazie ai nostri emendamenti e di altre forze di opposizione e minoranza, vorremmo quanto meno che il Governo o membri delle forze di maggioranza ci spiegassero il motivo per il quale un voto elettronico all'interno del Comitato rappresenti non solo un'istanza di trasparenza e di pubblicità – perché come già affermavo, io, in qualità di cittadino ed elettore, vorrei sapere il perché un eletto da me votato ha votato appunto all'interno del Comitato in una maniera piuttosto che in un'altra o semplicemente non ha votato – ma soprattutto poi risolve anche i problemi di criticità di votazione come i conteggi nelle votazioni. È, quindi, una norma di assoluto buonsenso, di assoluta trasparenza e vorremmo capire le giustificazioni per le quali Governo e maggioranza intendono votare contro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 2.38, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sorial, Luciano Agostini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  461   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato
 122    
    Hanno votato
no  339).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 2.39.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, colleghi, questo emendamento vuole prevedere la possibilità per il Comitato per le riforme di procedere ad audizioni di esperti o di effettuare vere e proprie indagini conoscitive su temi specifici. In sostanza, non si tratta altro che di garantire al Comitato quegli stessi diritti che i Regolamenti della Camera e del Senato prevedono per le rispettive Commissioni. Un diritto, quello di approfondire la conoscenza di determinate tematiche, che, a maggior ragione, dovrebbe essere acclarato per il costituendo Comitato proprio in virtù della delicatezza estrema del suo compito che consiste nel proporre alle Aule di Camera e Senato una proposta di riforma di revisione della Costituzione.
  La legge che stiamo esaminando non prevede esplicitamente questo diritto e non vorremmo che tale silenzio normativo sia stato volutamente previsto da chi ha scritto questo provvedimento in virtù dell'applicazione di un particolare concetto di proprietà transitiva. Una proprietà transitiva strampalata che magari induce qualcuno a ritenere che dal momento che il Pag. 44Governo si è dotato di un piccolo esercito di saggi, esercito del quale ho da tempo perso il conto dei battaglioni e delle divisioni di cui è composto, allora in virtù di tanta generosa sapienza si ritiene che il Comitato non abbia alcun bisogno di procedere ad ulteriori approfondimenti. Al contrario, noi riteniamo che il Comitato e con esso il Parlamento che rappresenta e di cui è espressione debba poter ricorrere, se lo ritiene, alla consultazione di esperti e ad ulteriori approfondimenti tecnici. La forma di Governo, la forma di Stato, i rapporti tra Governo e Parlamento, il ruolo del Capo dello Stato nonché la legge elettorale, sono temi troppo delicati per non prevedere la possibilità di approfondimenti e consultazioni tecniche al di fuori dell'ambito politico. E con questo emendamento prevediamo proprio questa possibilità. Invito, quindi, tutti a votare questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 2.39, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Luciano Agostini, Richetti, Bini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  460   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato
 120    
    Hanno votato
no  340).    

  Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giorgis. Ne ha facoltà.

  ANDREA GIORGIS. Signor Presidente, in quest'Aula e anche quest'oggi c’è stato un insistere sulla deroga all'articolo 138: si è da più parti denunciato come si stia consumando una vera e propria lesione della Carta costituzionale, violando in particolare l'articolo 138. Vorrei che noi qui con fermezza e con onestà intellettuale analizzassimo qual è davvero il contenuto delle deroghe che la proposta di legge costituzionale che stiamo per approvare prevede, e ci interrogassimo su qual è il verso delle deroghe che qui sono previste.
  Vi è una qualche deroga che tende a rendere più semplice la modifica della Costituzione ? Vi è una qualche deroga che riduce il potere di minoranza ? Vi è cioè una qualche deroga che mitiga il grado di rigidità della nostra Costituzione ? Direi proprio di no. Vi è in questa proposta di legge costituzionale una qualche deroga, che mortifica il ruolo o le prerogative dei singoli parlamentari ? In questo articolo si prevede espressamente che il Comitato operi in sede referente, e si prevede espressamente la possibilità di emendamento quando le proposte verranno presentate all'attenzione delle due Camere.
  Vi è una qualche deroga che riduce la trasparenza dei lavori parlamentari ? Noi stiamo introducendo una qualche deroga a quanto è previsto per la procedura di cui all'articolo 138, che riduca il grado di conoscibilità dei lavori parlamentari ? E soprattutto, perché questo è il punto più delicato: vi è una qualche deroga che rende modificabile ciò che attraverso l'articolo 138 non sarebbe stato modificabile ? C’è qualche cosa in questo disegno di legge che le Camere potranno fare, che non avrebbero potuto fare se si fosse seguita la strada dell'articolo 138 ? La risposta è evidente: no.
  E allora mi auguro che quando entreremo nel merito delle proposte, coloro ad esempio che si sono issati fin sul tetto di questo palazzo, con la medesima determinazione si adoperino per discutere sul come razionalizzare il rapporto tra Stato, regioni e gli altri enti territoriali; oppure si adoperino per riaffermare la centralità del Parlamento, e dunque la centralità dei corpi intermedi e dei partiti politici, e più in generale per riaffermare la centralità della partecipazione politica organizzata, a partire dalla quale la nostra Costituzione Pag. 45delinea l'intera forma di Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Signor Presidente, siccome sono state fatte una serie di domande dal collega del PD, la risposta è: sì, ci sono tutte queste violazioni e tutte queste cose che sono state domandate. Il problema è che siccome è da due giorni che siamo qui a discutere di emendamenti, di assurdità, come per esempio che se muore qualcuno del Comitato nei gruppi piccoli non può essere sostituito, e siccome non riceviamo nessuna risposta né dal Governo né dalla maggioranza, allora dopo due giorni ci sentiamo ripetere le stesse domande di cose di cui stiamo discutendo da due giorni, ma dove state (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti) ?

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Piepoli, D'Attorre, Capodicasa, Simone Valente, Petrenga, Ricciatti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  463   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato
 343    
    Hanno votato
no  120).    

  Prima di passare all'articolo aggiuntivo D'Ambrosio 2.01, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo D'Ambrosio 2.01.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, sarò velocissimo. Analogamente all'articolo 32 del Regolamento del Senato e all'articolo 34 del Regolamento della Camera, riferito alle Commissioni permanenti, questo articolo aggiuntivo prevede la redazione del processo verbale anche in seno al Comitato di cui alla presente legge costituzionale. Presidente, poi vorrei concludere con un invito: qualche giorno fa al comune di Manfredonia, in Puglia, hanno dovuto chiamare gli «acchiappafantasmi» perché probabilmente c'erano dei fantasmi, la prego di verificare perché qui in Aula vediamo delle schede inserite che probabilmente votano da sole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Sa benissimo che le schede inserite che non abbiano persone debbono essere indicate con una certa precisione, altrimenti è impossibile per la Presidenza controllare eventuali irregolarità.
  Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo D'Ambrosio 2.01, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Totaro, Marti, Gutgeld, Leva, Rostan, Roberta Agostini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 46

   (Presenti e votanti  457   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato
 125    
    Hanno votato
no  332).    

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 1359)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1359).
  Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative il collega Kronbichler. Ne ha facoltà.

  FLORIAN KRONBICHLER. Signor Presidente, signor Ministro, siamo all'articolo 3, l'articolo che regola i lavori delle Assemblee parlamentari e il rapporto tra esse e il Comitato da costituire. Se siamo riusciti a farci capire, tutti avranno capito che i nostri emendamenti mirano tutti a salvare il salvabile. In questo caso, non è fuori posto la metafora della resistenza, usata dal collega Fraccaro, ancor prima dell'atto, chiamato pure di resistenza, messo in scena venerdì pomeriggio dal suo gruppo sul tetto di questo palazzo.
  Tutti gli emendamenti sono espressione della nostra contrarietà all'impostazione, all'architettura intera della riforma e all'approccio per il quale ci si vuole arrivare. Noi vi vediamo un'esautorazione del Parlamento e, con ciò, del parlamentarismo e, certo, dobbiamo ribattere all'accusa di esautorazione del sistema repubblicano, come il collega Bressa del Partito Democratico aveva capito venerdì.
  La riforma costituzionale è la competenza più nobile del Parlamento: se questa competenza è delegata, quasi per intero, ad un Comitato sostanzialmente esterno, all'ennesimo Comitato esterno – bisogna dire – ha ragione la collega del Movimento 5 Stelle, che pure sabato si è chiesta: « noi parlamentari, nel frattempo, cosa facciamo ?». È, al più tardi, in questo articolo 3 che si articola manifestamente la sovrapposizione del Governo sul Parlamento. Sarà il Governo che detterà tempi, maniere e numeri. Vengono delimitati, oltre ogni bisogno, i diritti dei singoli deputati. Un deputato dissenziente non può presentare alcun emendamento.
  Devo in questo contesto una risposta al collega Bressa, che, venerdì, intervenendo sulla nostra questione pregiudiziale illustrata dal nostro capogruppo Gennaro Migliore, ci ha mosso la critica di aver scambiato una pregiudiziale costituzionale per pregiudizio politico. Sì, la nostra pregiudiziale è politica, ma noi non abbiamo per niente una concezione negativa del concetto politico, a differenza di certi altri, che apparentemente ce l'hanno.
  Altra precisazione che viene mossa alla nostra critica è che l'articolo 138 sarebbe stato scritto per cambiare la Costituzione. Appunto: ma non è stato scritto per essere cambiato esso stesso per primo perché costituisce la sua sentinella, la regola secondo cui cambiare la Costituzione. Cambiandolo, si va ad affrontare una partita senza arbitro, un gioco senza regole e noi non ci stiamo.
  Il Governo e la sua larga maggioranza ci vogliono rendere appetibile il progetto di legge, spiegandoci che, con esso, l'articolo 138 verrebbero rafforzato. Questo ci vogliono far credere. Grazie di tanta compiacenza premurosa ! L'articolo 138 è già sufficientemente forte così com’è: non ha nessun bisogno di essere rafforzato.
  Mi si scusi per un ultimo riferimento alla lezione di venerdì del collega Bressa. Al momento non c’è...

  GIANCLAUDIO BRESSA. Sono qui !

  FLORIAN KRONBICHLER. Però, mi deve capitare questo per la «venerazione» che gli devo, perché l'onorevole Bressa è stato insignito, la settimana scorsa, della più alta onoreficenza che la mia provincia autonoma di Bolzano abbia da conferire. Ad onor di giustizia, insomma, devo aggiungere che l'onore lo deve dividere con l'altro collega, Lorenzo Dellai, che pure l'ha avuta.
  Ecco, Bressa ha accusato il nostro gruppo di avallare una cultura del sospetto. È un'accusa pesante. Se anche c’è del vero, abbiamo buona ragione per sospettare della buona fede dei riformisti. Sì, noi sospettiamo. Pag. 47Sarà la mia assoluta impreparazione giuridica ed inesperienza parlamentare. Sarò il più sprovveduto qua dentro, ma da tutti gli interventi sentiti fino ad ora da parte dei rappresentanti della maggioranza, sia in Aula sia in Commissione affari costituzionali, non sono riuscito a capire la necessità di questa legge costituzionale, la necessità di mettere prima mano all'articolo 138. Sento solo ragioni negative.
  Anche il collega Giorgis poc'anzi non ha fatto altro che sminuire la portata di questa legge che stiamo per trattare, con ragioni secondo cui non ci sarebbe alcun problema. Sentiamo solo questo perché non si violerebbe alcun principio. Quasi, mi spiegano autorevoli giuristi della maggioranza, si potrebbe anche fare a meno di questa legge. Del Comitato che andiamo ad insediare si parla in modo dispregiativo come di un «comitatino». «Tanto faremo un comitatino come ne sono già fatti tanti altri. Ne facciamo un altro ancora così, cosa c’è da scandalizzarsi ?» Così sento parlare.
  Mai, ma mai una spiegazione stringente sul perché si debba fare, perché è indispensabile, perché vale mettersi contro non solo l'opposizione ma tanti autorevoli giuristi e tanta opinione pubblica. Che ci spieghino perché cambiare la Costituzione non è possibile o non opportuno stando alla regola che c’è. Noi vogliamo riformare la Costituzione, ma la vogliamo riformare secondo la regola, perché non è vero che per riformare il bicameralismo perfetto, anzi esasperato qual è, per ottenere la diminuzione del numero dei parlamentari, per la riforma delle competenze di cui al titolo V della seconda parte, non è vero che per tutto ciò c’è bisogno di violentare prima la sentinella della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 3 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, ci occupiamo dell'articolo 3. La Commissione invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, degli identici emendamenti Dieni 3.1 e Migliore 3.60; la Commissione invita al ritiro dell'emendamento Migliore 3.61 e degli identici emendamenti Lombardi 3.4 e Migliore 3.62.
  La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Toninelli 3.3, Migliore 3.66 e Nuti 3.7; la Commissione invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento Migliore 3.63; la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Toninelli 3.9, Migliore 3.65 e 3.11, Dieni 3.12, Migliore 3.64 e D'Ambrosio 3.10.
  La Commissione invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento Fraccaro 3.13; la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Lombardi 3.14.
  La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Toninelli 3.17, Kronbichler 3.18, Nuti 3.15, Cozzolino 3.19 e 3.21, Dadone 3.22, Migliore 3.67, D'Ambrosio 3.24 e Dieni 3.25.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  GAETANO QUAGLIARIELLO, Ministro per le riforme costituzionali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Dieni 3.1 e Migliore 3.60.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Signor Presidente, l'emendamento elimina la disciplina procedimentale speciale presso le Assemblee. Si applicheranno di conseguenza i Regolamenti vigenti di Camera e Senato. La norma contenuta nel disegno di legge in esame, che detta la disciplina dei lavori delle Assemblee, presenta una serie di criticità sia dal punto di vista tecnico-formale, in quanto problematiche in ordine al rapporto tra le fonti dell'ordinamento, Pag. 48sia sotto il profilo sostanziale, poiché introduce una netta disparità di trattamento tra il potere emendativo del Parlamento e quello del Governo. In particolare, nel primo comma è disposto che i Presidenti delle Camere non solo iscrivono i progetti di legge deliberati dal Comitato all'ordine del giorno delle Assemblee, ma stabiliscono la data della votazione in conclusione dell'esame. Come noto, sono i Regolamenti parlamentari che assegnano alla Conferenza dei presidenti dei gruppi la programmazione dei lavori nelle Assemblee con procedure che tutelano le opposizioni. Dunque, il comma primo dell'articolo 3 trasferisce dei poteri di un organo collegiale camerale al Presidente determinando problemi di ordine pratico e interpretativo. In altri termini, le Conferenze dei presidenti dei gruppi parlamentari sia di Camera sia di Senato potrebbero non essere informate della calendarizzazione di riforme costituzionali in quanto decise congiuntamente dai Presidenti con una tempistica rigida e predefinita rimessa ai soli Presidenti. Potrebbero quindi venir meno anche i già deboli presidi attualmente previsti per le opposizioni che partecipano alla Conferenza dei presidenti dei gruppi. Quanto poi al comma 2, esso istituisce un sottocomitato che nella discussione dinanzi alle Assemblee rappresenta il Comitato. Ebbene, innanzitutto la norma non fissa criteri precisi per la composizione del sottocomitato, parlando di rappresentanza di tutti i gruppi, senza specificare se debba trattarsi di una rappresentanza proporzionale alla composizione numerica dei gruppi alla Camera o al Senato o se siano invece utilizzabili altri criteri. In secondo luogo, la norma, come è scritta, lascia intendere che i deputati possono intervenire nell'Aula del Senato e i senatori nell'Aula della Camera. È il caso di osservare che da un punto di vista istituzionale pare quantomeno insolita una prassi del genere. Infine, si «inaugura» al comma terzo, sancendo che nel corso dell'esame davanti alle Assemblee si osservano le norme dei rispettivi Regolamenti per poi, nel corso del medesimo comma, disporre deroghe e restrizioni applicative ai Regolamenti medesimi. Per tutte queste ragioni, l'articolo del disegno di legge proposto va soppresso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, ho chiesto prima di parlare per dare i pareri come relatore di minoranza. Posso farlo adesso ?

  PRESIDENTE. Lo ha chiesto, però dopo che la deputata Dieni aveva chiesto di parlare. Comunque, può intervenire. In ogni caso, lo dico per i relatori di minoranza, i tempi dei relatori di minoranza sono esauriti, quindi saranno computati nei tempi del gruppo. Lei può esprimere il suo parere su tutti gli emendamenti oppure intervenire nel merito sull'emendamento che stiamo discutendo.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, i tempi erano strettissimi e io volevo semplicemente dire che il mio parere è favorevole su tutti gli emendamenti.

  PRESIDENTE. Perfetto, se vuole però può anche intervenire sull'emendamento in discussione.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Dieni 3.1 e Migliore 3.60, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giacomelli, Gadda, Turco, Colletti, Stumpo, Piepoli, Toninelli, Paola Bragantini, Nesci, Nissoli, Scotto, Nicchi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 49

   (Presenti e votanti  463   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato
 119    
    Hanno votato
no  344).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 3.61, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza Pilozzi.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nicchi, Gutgeld, Della Valle, Paolucci, Vacca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  464   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato
 119    
    Hanno votato
no  345).    

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Lombardi 3.4 e Migliore 3.62. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lombardi. Ne ha facoltà.

  ROBERTA LOMBARDI. Signor Presidente, nel comma 1 di questo articolo è disposto che i Presidenti delle Camere non solo iscrivono i progetti di legge deliberati dal Comitato all'ordine del giorno delle Assemblee, ma stabiliscono la data della votazione di conclusione dell'esame. Come noto, sono i Regolamenti parlamentari che assegnano alla Conferenza dei presidenti di gruppo la programmazione dei lavori delle Assemblee, con procedure che tutelano le opposizioni.
  Dunque, il comma 1 dell'articolo 3 trasferisce i poteri di un organo collegiale camerale al Presidente, determinando problemi di ordine pratico ed interpretativo. In altri termini, le Conferenze dei presidenti dei gruppi parlamentari, sia della Camera che del Senato, potrebbero non essere informate della calendarizzazione di riforme costituzionali, in quanto decise congiuntamente dai soli Presidenti.
  Con una tempistica rigida e predefinita rimessa ai Presidenti, potrebbero, quindi, venire meno anche i già deboli, debolissimi, presidi attualmente previsti per le opposizioni che partecipano alla Conferenza dei presidenti di gruppo, che verrebbe, di fatto, bypassata. Pertanto, con questo emendamento si propone di eliminare il riferimento alla votazione finale a data fissa.
  Si osserva, inoltre, che la fissazione di un simile termine risponde alla ratio generale che innerva l'intero disegno di legge, quella di sottoporre la procedura di esame e l'approvazione delle leggi costituzionali ad un cronoprogramma, come esplicitamente denominato nella relazione illustrativa del Governo, come se si trattasse di una qualunque legge ordinaria di particolare urgenza, e non della modifica della Costituzione, che, come già ampiamente detto, ha bisogno di tempi di ponderazione, approfondimento, dibattito, discussione e confronto, tutte cose che in quest'Aula, forse, sono merce molto rara.
  A tal proposito mi preme sottolineare che il Governo ha chiesto al Senato, infatti, a dimostrazione, per il disegno di legge costituzionale n. 813, la procedura prevista dall'articolo 77 del Regolamento del Senato, con conseguente dimezzamento di tutti i termini di esame nel procedimento di approvazione. Questa è la... ponderatezza e l'approfondimento inteso dal Governo. A onor del vero, la norma più aberrante proposta in temi di tempistica è l'articolo 4 del presente disegno di legge, a cui peraltro l'articolo 3, di cui stiamo discutendo, nella sua attuale formulazione rinvia. Si tratta di quella che potremmo definire la «norma manifesto» di questo vergognoso progetto di riforma costituzionale, in quanto, riducendo in misura rilevante i tempi di organizzazione dei lavori, risulta la norma più rischiosa: diciotto mesi dall'entrata in vigore della presente legge costituzionale per la conclusione dell'iter parlamentare relativo ai progetti di legge costituzionale, sei mesi Pag. 50dalla prima seduta del Comitato per la conclusione dei suoi lavori, tre mesi per ciascuna Camera per concludere l'esame del disegno di legge, quarantacinque giorni di intervallo tra le due successive deliberazioni di ciascuna Camera. Praticamente una corsa ad ostacoli. Siamo davvero certi che sia opportuno porre dei paletti tanto rigidi al procedimento di ristrutturazione della Carta costituzionale ? Tutti i più illustri costituzionalisti del nostro Paese hanno espresso il proprio profondo dissenso, in primis nei confronti di una legge deroga alla Costituzione – anche questo lo abbiamo più e più volte detto – e in secondo luogo verso un contingentamento dei tempi tanto rigoroso. I settantacinque membri dell'Assemblea costituente spostarono per ben tre volte il termine che si erano prefissati per la conclusione dei lavori. Riformulare la Costituzione della Repubblica italiana, per loro, non era affare da poco – e dovrebbe esserlo anche per noi –, un affare che si possa liquidare nel giro di poco tempo e senza le necessarie riflessioni. E loro erano persone di altra statura morale ed etica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Lombardi 3.4 e Migliore 3.62, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pesco, Grassi... Ci sono altri che non riescono a votare ? Non vedo mani alzate. Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  465   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato
 121    
    Hanno votato
no  344).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 3.3.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Presidente, il comma 1 dell'articolo 3, di cui noi chiediamo la sostituzione, riguarda i lavori dell'Assemblea di Camera e Senato sui progetti esaminati in sede di Comitato. Mi rivolgo a coloro che in quest'Aula sono intervenuti affermando che le modifiche alla Costituzione indicate con questo disegno di legge avvengono nel solco – mi è piaciuta molto, in modo ovviamente eufemistico, questa parola – dell'articolo 138, o altri che invece parlavano di nessuna deroga alle prerogative delle minoranze o nessuna deroga alle prerogative dei singoli parlamentari. Ebbene, quanto è scritto in questo primo comma dell'articolo 3 evidentemente stride completamente, perché dà ai Presidenti della Camera e del Senato il potere, con delle opportune intese, di stabilire non solo l'ordine del giorno con cui calendarizzare in Assemblea di Camera e Senato i progetti di legge che arrivano dal Comitato, ma, addirittura, di definire la data del voto. Sappiamo benissimo che questa è una violazione totale dei Regolamenti parlamentari, all'interno dei quali, non sono i Presidenti di Camera e Senato, ma è la Conferenza dei Presidenti di gruppo a dover calendarizzare gli ordini del giorno e a dover stabilire le date delle votazioni. Quindi, domando a queste persone che parlano di «solco» dell'articolo 138 e di non deroga alle prerogative delle minoranze, se questa non è una violazione di entrambe le cose che ho appena detto, chiedendo magari a loro di intervenire, se si sentono direttamente interpellati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 3.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 51

  Toninelli, Piepoli, Ginefra, Giampaolo Galli, Capodicasa, Di Stefano, Rostan. Hanno votato tutti i colleghi ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  466   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato
 121    
    Hanno votato
no  345).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 3.66, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Hanno votato tutti i colleghi ? Verini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  468   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato
 123    
    Hanno votato
no  345).    

  Passiamo all'emendamento Nuti 3.7.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Signor Presidente, con questo emendamento, per fugare ogni dubbio, si propone di specificare che la questione di costituzionalità in Aula possa essere proposta anche a discussione già iniziata, qualora si verifichino questioni rilevanti. Tenuto conto della rilevanza della materia costituzionale, si vieta di procedere con votazioni riassuntive o per principi. Reputiamo, infatti, di fondamentale importanza intervenire in modo puntuale sui progetti di legge sottoposti all'esame dell'Aula, al fine di evitare che, per vostre esigenze di tempo e mediatiche, ci si trovi a votare altri orrori elettorali e costituzionali.
  Infine, questo emendamento inibisce l'utilizzo di strumenti di chiusura anticipata della discussione, una discussione che, sfortunatamente, nasce già strutturata in mala maniera, con tempi già compressi e con pochissime garanzie per le istanze dell'opposizione. Se ci viene spiegato anche qui il motivo del no, anziché stare sempre in silenzio, ne saremo grati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 3.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marti, Calabria, Verini, Lombardi. Ci sono altri che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  462   
   Votanti  460   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato
 120    
    Hanno votato
no  340).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 3.63, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Totaro, Petrenga, Rostan, Madia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  465   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato
 123    
    Hanno votato
no  342).    

  Mi rivolgo ai due colleghi che siedono in cima al settore alla mia destra che votano ed escono nel corridoio, li ho visti Pag. 52un paio di volte, motivo per il quale le loro postazioni appaiono votate da un fantasma. Per cui, vi prego, fumate di meno e rimanete in Aula di più che vi fa anche bene alla salute (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 3.9.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signora Presidente, penso che con questo emendamento, e in particolare con il comma 3 dell'articolo 3, si vada a toccare il fondo, se mai un fondo c’è, di questo disegno di legge perché in questo caso – e qui veramente lo dico nel modo più accorato, nella consapevolezza che non verrà votato favorevolmente – ci dovete spiegare questo passaggio del comma 3, ovverosia le differenze che si creano, e lo chiedo ai giuristi, alle persone che hanno dedicato la propria vita allo studio del diritto, delle prerogative delle minoranze, della democrazia parlamentare e di quant'altro; questo emendamento crea due discipline completamente diverse, da una parte i parlamentari e dall'altra il Comitato e il Governo. In altre parole dà la possibilità ai singoli parlamentari di presentare emendamenti solo limitatamente agli emendamenti già presentati in sede di Comitato o a emendamenti già respinti dal Comitato stesso, di fatto limitando moltissimo la materia dell'emendabilità; diritto garantito, ovviamente, a tutti noi parlamentari. Tuttavia, non fa solo questo; ovviamente lo fa solo per i singoli parlamentari, non lo fa per il Governo e non lo fa per il Comitato stesso, ma fa una cosa ancora più grave che stride con qualsiasi Regolamento parlamentare: dice che i singoli parlamentari possono presentare questi emendamenti limitati per materia entro cinque giorni dall'inizio della discussione generale, peccato che poco dopo dice che il Comitato e il Governo invece possono farlo entro 72 ore dalla data fissata per la votazione finale, di fatto creando due binari completamente diversi, parlamentari da una parte, Comitato e Governo dall'altra.
  Mi rivolgo, come fatto pochi istanti fa, un'altra volta ai signori della maggioranza e a coloro che sono intervenuti difendendo il rispetto totale di tutte le prerogative dei parlamentari, chiedendo dov’è, in questo passaggio, il rispetto. Da una parte, la materia limitata e un tempo molto più ristretto per la presentazione degli emendamenti, dall'altra, tutt'altra situazione per il Comitato e il Governo. Diteci dove sta questa parità di trattamento democratico dei parlamentari rispetto al Governo e al Comitato. È necessario un intervento di coloro che hanno partecipato alla stesura, Governo compreso, di questo comma, di questo articolo e di quelle persone che si sono già spese dicendo cose esattamente opposte ai passaggi di questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signora Presidente, l'articolo 138 riduce ai minimi termini il dibattito in Parlamento, non basta, il disegno di legge vieta la possibilità di subemendamenti in Aula da parte di singoli parlamentari, con una lesione del diritto di rappresentanza di ogni eletto. Cioè non li puoi presentare come singolo e contro il parere del tuo gruppo politico in Parlamento; i subemendamenti non sono presentabili o sono limitati nella loro possibilità di essere presentati agli emendamenti già proposti da coloro che fanno parte del Comitato.
  Considerato che ogni deputato risponde al popolo italiano e non al partito, questa cosa è assurda, perché accentra ancora di più il potere nelle mani dei partiti, che già sono andati avanti con listini bloccati tali che fossero le segreterie dei partiti a decidere chi far votare. Con questa ulteriore mossa l'agibilità del singolo deputato è tolta definitivamente: se non sei d'accordo con il tuo partito non ci puoi fare Pag. 53nulla. A mio avviso, questo è un fatto gravissimo. Tutti coloro che stanno facendo iniziative in difesa della Costituzione sottolineano poco. Lo strumento dei subemendamenti è uno strumento incisivo e pratico con cui fare politica, non può esser limitato in questo modo né può essere, appunto, ridotta la possibilità del deputato di presentare in nome e in rappresentanza del popolo italiano emendamenti allo stesso modo di chi fa parte del Comitato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Castelli. Ne ha facoltà, per un minuto.

  LAURA CASTELLI. Signor Presidente, io sento un po’ lesi i diritti di alcuni deputati, che vorrebbero capire, da parte del Governo, quali problemi ci siano, rispetto a questi emendamenti. In particolare, stiamo di nuovo affrontando un emendamento molto particolare, quindi vorremmo che lei, Presidente, in qualche modo, faccia capire al Governo, altro organo, che è importante che si esprima, non tanto perché non sappiamo cosa pensi, ma per ribadire dinanzi ai cittadini che sono davanti alle dirette web, che stanno seguendo questi lavori e che li seguiranno ancora, qual è la sua posizione. Per cui, Presidente, le chiedo se c’è uno strumento per far sì che il Governo si possa esprimere in una maniera chiara, visto che continuiamo a chiederlo a gran voce (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Il Governo è presente, quando vuole chiede di parlare.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sorial. Ne ha facoltà.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Signor Presidente, questo comma rappresenta nient'altro che l'arrogante principio di egemonia e di superbia che ha questa maggioranza nel pensare che la ruota non giri e che prima o poi non finiscano anche loro all'opposizione a non controllare niente di tutto ciò che passa qui dentro. Qui si parla fondamentalmente di attribuire ai deputati la possibilità di poter intervenire con degli emendamenti su quello che viene da sempre deciso dalla maggioranza, quindi è fondamentale che il Ministro Quagliariello risponda, perché sicuramente, quando magari sarà all'opposizione e noi saremo al Governo, magari non gli daremo la possibilità di presentare emendamenti su quello che deciderà il Comitato, quindi è fondamentale che ci faccia capire. È una bravissima persona, ne sono sicuro, fa benissimo il Ministro, però non è detto che lo sceglieremo come Ministro. Quindi, si esprima anche a favore di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 3.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bernini, Oliaro, Fanucci, Piccione...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  468   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato
 122    
    Hanno votato
no  346).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 3.65, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Moretti, Madia, Invernizzi, Palma, Bragantini Paola...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 54

   (Presenti e votanti  466   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato
 124    
    Hanno votato
no  342).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 3.11, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giacomelli, Piepoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  467   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato
 125    
    Hanno votato
no  342).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Dieni 3.12.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Signor Presidente, vediamo di fare un po’ chiarezza. Allora, cosa succede con questa legge di revisione costituzionale, con questo Comitato ? Che i singoli parlamentari potranno presentare, fino a cinque giorni prima della data fissata per la votazione, gli emendamenti, mentre il Governo e il Comitato stesso possono invece presentare emendamenti e subemendamenti fino a 72 ore precedenti alla data fissata per la votazione. Quindi, diciamo che c’è una disparità di trattamento tra il Governo, che non si capisce bene quale ruolo e quale funzione possa avere all'interno di questo Comitato, e i singoli parlamentari che ovviamente hanno un ruolo abbastanza limitato perché il loro potere di emendare è soltanto fino a cinque giorni prima della data fissata per le votazioni. Quindi, con questo emendamento chiediamo di modificare questa norma e quindi modificare la disparità di trattamento che c’è tra Governo e singoli parlamentari in modo tale che comunque anche gli stessi parlamentari, singolarmente, potranno presentare emendamenti fino a 72 ore prima.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 3.12, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dambruoso, Moretti, Malpezzi, Carrescia... hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Mi dispiace non ho visto, non abbiamo visto, poi dopo lo dica agli stenografi...
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  454   
   Votanti  453   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato
 117    
    Hanno votato
no  336).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 3.64, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Toninelli, Fantinati, Giacomelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  458   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato
 120    
    Hanno votato
no  338).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento D'Ambrosio 3.10.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

Pag. 55

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, l'emendamento amplia la portata dell'emendabilità, prevedendo l'ammissibilità anche di nuovi emendamenti correlati a materie già trattate e a emendamenti dichiarati ammissibili, come attualmente consentito nel Regolamento della Camera. Parifica, inoltre, il relatore di minoranza a quello di maggioranza nel Comitato. Si inaugura, infatti, il comma 3 sancendo che nel corso dell'esame davanti alle Assemblee si osservano le norme dei rispettivi Regolamenti, per poi, nel corso del medesimo comma, disporre deroghe e restrizioni applicative ai Regolamenti medesimi.
  Nella fattispecie, con riguardo ai profili di emendabilità si registrano profili problematici sia di tempistica che di contenuto. Infatti, possono essere presentati nelle Assemblee solo emendamenti già presentati in Comitato e respinti o nuovi emendamenti in diretta correlazione con le parti modificate dal Comitato. Tenuto conto che la seconda fase di lettura prevede la inemendabilità, possiamo concludere che si tratta di un meccanismo più limitativo di quelli previsti per leggi assai meno importanti. Diversamente dal Regolamento della Camera, tuttavia, non viene espressamente ammessa la presentazione di emendamenti riferiti ad argomenti già presenti nel testo o in emendamenti già ammessi in Comitato.
  Inoltre, Presidente, viene sancito un requisito stringente per i subemendamenti agli emendamenti del Governo e del Comitato. La presentazione, infatti, è consentita soltanto a un presidente del gruppo o a 20 deputati o a 10 senatori, fino al giorno precedente di inizio della seduta. Anche in questo caso, tenuto conto della materia, parliamo di materia costituzionale, non si vede la ragione di questa distinzione tra emendamenti e subemendamenti. La prassi, infatti, insegna che con emendamenti aggiuntivi o interamente sostitutivi il Governo e la maggioranza potrebbero apportare modifiche assai rilevanti al testo deliberato dal Comitato, sul quale ciascun senatore o deputato di maggioranza come di opposizione, tanto più se dissenziente dal gruppo, dovrebbe essere titolato ad intervenire con subemendamenti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Ambrosio 3.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Agostinelli...

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 17)

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  458   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato
 122    
    Hanno votato
no  336).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Fraccaro 3.13.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro del suo emendamento 3.13, formulato dal relatore.

  RICCARDO FRACCARO. Insistiamo per la votazione, signor Presidente. Spiegherò e illustrerò l'emendamento solo per dimostrare ai cittadini italiani e spiegare cosa questa maggioranza voterà contro ancora una volta. L'emendamento parifica deputati e Governo nei termini previsti per la presentazione degli emendamenti, non essendoci ragione alcuna per noi per attribuire vantaggi procedurali all'Esecutivo rispetto ai parlamentari stessi in materia costituzionale. Non si vede perché per l'esame degli emendamenti si debba applicare un diverso regime per gli emendamenti previsti dai singoli parlamentari e per quelli presentati dal Comitato o dal Governo.

Pag. 56

  Infatti, il termine previsto al comma 3, terzo periodo, affinché i componenti dell'Assemblea possano ripresentare gli emendamenti respinti dal Comitato in sede referente e presentare emendamenti al testo del Comitato in diretta correlazione con le parti modificate dal Comitato stesso, è fino a cinque giorni prima della data fissata per l'inizio della discussione sulle linee generali, mentre il Comitato e il Governo inspiegabilmente dispongono di un termine molto più comodo, ossia settantadue ore prima dell'inizio della seduta in cui è prevista la votazione degli articoli.
  Equiparando il Parlamento al Governo nei termini emendativi si vuole, pertanto, ristabilire in questo campo un regime paritario tra i due organi evitando che venga lesa l'uguaglianza di noi parlamentari. È un emendamento, quindi, per il bene di tutti noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 3.13, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Buttiglione...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  455   
   Votanti  443   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato
 121    
    Hanno votato
no  322).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Lombardi 3.14.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lombardi. Ne ha facoltà.

  ROBERTA LOMBARDI. Signor Presidente, anche questo emendamento è volto a eliminare una disparità di trattamento prevista tra parlamentari da un lato e membri del Comitato e del Governo dall'altro. Solo i primi, infatti, incontrano un limite contenutistico dato dal fatto che possono presentare solo gli emendamenti respinti dal Comitato in sede referente o emendamenti nuovi purché, però, in diretta correlazione con le parti modificate dal Comitato rispetto al testo adottato come base ovvero rispetto al testo trasmesso dall'altra Camera, laddove Comitato e Governo, invece, non incontrano tale limite. Contro tale regime privilegiato di cui gode il Governo per la presentazione degli emendamenti, l'emendamento in esame, quindi, intende attribuire ai componenti dell'Assemblea la stessa possibilità sancita espressamente dall'articolo 86 del Regolamento della Camera, ossia quella di presentare anche nuovi emendamenti o articoli aggiuntivi purché nell'ambito degli argomenti già considerati nel testo o negli emendamenti presentati e giudicati ammissibili nel Comitato. Infatti, oltre che avere altrimenti un Parlamento succube del Governo, avremo anche deputati di serie A, B, C, D, eccetera eccetera (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lombardi 3.14, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bonaccorsi, Luigi Gallo, Tartaglione, Di Gioia, Bueno, Maestri, Marzano, Mariastella Bianchi, Busto, Abrignani, Locatelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  459   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato
 121    
    Hanno votato
no  338).    

Pag. 57

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 3.17.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, l'emendamento amplia i poteri emendativi del relatore di minoranza, in modo da non lasciare alla sola maggioranza i termini agevolati. Considerato che il comma 3, quarto periodo, dell'articolo 3 del disegno di legge prevede per Comitato e Governo un termine più elastico per la presentazione di emendamenti e subemendamenti rispetto a quello stabilito per i componenti l'Assemblea, con l'emendamento in questione si intendono tutelare anche le minoranze, estendendo tali termini agevolati anche a ciascun relatore di minoranza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 3.17, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e su cui vi è invece il parere favorevole del relatore di minoranza Pilozzi.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bonaccorsi, Folino, Locatelli, Baruffi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  446   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato
 116    
    Hanno votato
no  330).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Kronbichler 3.18, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cancelleri, Nesci, Buttiglione, Vacca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  444   
   Votanti  432   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato
 114    
    Hanno votato
no  318).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nuti 3.15.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Signor Presidente, considerata la delicatezza della materia (se di delicatezza si può parlare, visto come viene trattato l'argomento in quest'Aula), l'emendamento in questione si propone di attenuare la rigida procedura emendativa prevista dal disegno di legge. In particolare, si vuole dare la possibilità al Comitato e al Governo di presentare emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, anziché fino a 72 ore prima dell'inizio della seduta in cui è prevista la votazione degli articoli o degli emendamenti ai quali si riferiscono, fino al più elastico 24 ore prima dell'inizio della seduta; fissando però lo stesso limite sancito dall'articolo 86 del Regolamento della Camera, ossia purché sia in diretta correlazione con le parti modificate e nell'ambito degli argomenti già considerati nel testo o negli emendamenti presentati e giudicati ammissibili nel Comitato.
  A proposito poi dei subemendamenti agli emendamenti del Governo e del Comitato, considerata la già accennata delicatezza della materia, appare troppo stringente attribuirne la possibilità di presentazione solo ad un presidente del gruppo o ad almeno venti deputati o dieci senatori, possibilità che invece sarebbe opportuno concedere a ciascun componente dell'Assemblea, considerato peraltro il fatto che potrebbe capitare, soprattutto su una materia così importante, che un singolo parlamentare sia in disaccordo col gruppo di appartenenza.Pag. 58
  Infine, con l'emendamento in questione si stabilisce la possibilità prevista dall'articolo 86, comma 5, del Regolamento della Camera, per ciascun relatore di minoranza di presentare un subemendamento riferito a ciascun emendamento o articolo aggiuntivo presentato dal comitato o dal Governo, possibilità non prevista dal disegno di legge in esame.
  Domando quindi a lei, Presidente, e all'Aula tutta: ma da quando un parlamentare di quest'Aula ha dei diritti in meno in materia di legislativa rispetto ad altri parlamentari o ancora di più rispetto al Governo o ai facenti parte del Comitato ? Mi risulta nuova (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 3.15, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marchi, Gutgeld, Saltamartini, Guidesi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  446   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato
 112    
    Hanno votato
no  334).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 3.19.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, colleghi, con questo emendamento intendiamo introdurre una clausola di garanzia nei confronti dei «colpi di mano» dell'ultimo minuto, dunque potremmo definirla una sorta di norma antimaxiemendamenti. In sostanza non si fa altro che prevedere il divieto di presentare emendamenti che stravolgano il testo portato in Aula attraverso la soppressione di interi articoli e completa sostituzione di altri, attribuendo ai Presidenti delle Camere il potere di dichiararli inammissibili.
  Lo stravolgimento dei testi all'ultimo minuto, come sovente avviene con i decreti – e ne abbiamo avuto prova – non è mai stata una pratica legislativa che ha prodotto frutti positivi, riteniamo che non solo non ne possa produrre in merito alla riforma costituzionale ma che sia anche un'ipotesi da scongiurare preventivamente.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, da qualche tempo stiamo approvando modifiche sostanziali al Regolamento della Camera, credo che non ci siano dubbi. Allora vorrei un chiarimento su questo punto. Stiamo decidendo chi può emendare, chi può subemendare, se ci deve essere il voto palese, se ci deve essere il voto segreto. Poc'anzi la collega Titti Di Salvo ha chiesto il voto segreto – c'era il Vicepresidente, se non ricordo male – su una questione che riguardava appunto il Regolamento, è stato obiettato che non era possibile il voto segreto perché non rientrava nelle ipotesi di cui agli articoli 49 e 51 del Regolamento della Camera. Io vi leggo – ho atteso appunto di vedere come evolveva la situazione – perché qui ci dobbiamo capire su questo punto. L'articolo 49 dice «Le votazioni hanno luogo a scrutinio palese», materia di competenza, appunto, del Regolamento. «Sono effettuate a scrutinio segreto le votazioni riguardanti le persone, nonché, quando ne venga fatta richiesta ai sensi dell'articolo 51, quelle che incidono sui principi e sui diritti di libertà di cui agli articoli 6, 13...» eccetera. «Sono altresì effettuate a scrutinio segreto, sempre che ne venga fatta richiesta, le votazioni sulle modifiche al Regolamento».Pag. 59
  Ora, è evidente, che gli articoli 16, 17 e 18 di questo Regolamento prevedono, appunto, come si redige un Regolamento e come si deve cambiare. Noi, invece, con una grande disinvoltura, stiamo assumendo, per legge, le modifiche al Regolamento, superando a piè pari il rigore che la disciplina presente nel Regolamento stabilisce per le modifiche del Regolamento stesso. E, allora, vi sembra corretta una cosa di questo tipo ? Questa è la domanda.
  Un collega, ore fa, ha eccepito che alcuni emendamenti non potevano essere proposti perché erano in materia regolamentare. Ma tutta questa materia regolamentare che stiamo assumendo per legge che cos’è ? Vogliamo sapere, vogliamo che ci sia un chiarimento anche da parte della Giunta per il regolamento perché noi abbiamo intenzione di chiedere e vogliamo sapere – visto che la maggioranza è blindata nella misura che stiamo constatando – se possiamo proporre il voto segreto perché così non si può andare avanti, con questa – ripeto – disinvoltura, che è veramente terribile. Quindi, chiedo una risposta alla Presidenza su questo punto (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle).

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, credo che le cose che diceva l'onorevole Sannicandro hanno grande dignità, ma non possono essere un richiamo al Regolamento, perché o sono una questione pregiudiziale – vengono prima – o un richiamo al Regolamento per qualcosa che oggi stiamo facendo che non è conforme al Regolamento. Mi sembra che con la dignità di una legge costituzionale, nel merito, si possa decidere quello che si ritiene, ma non è un richiamo al Regolamento. Tutto qua (Commenti del deputato Sannicandro).

  PRESIDENTE. Colleghi, scusate, non possiamo adesso fare il ping-pong e io non posso che confermare quanto detto dal Presidente di turno. Poi se ci sarà bisogno di ulteriori approfondimenti, ne parleremo. Comunque, stiamo parlando di una legge costituzionale (Commenti del deputato Sannicandro).

  PRESIDENTE. Onorevole Sannicandro, ogni opinione è legittima. Per carità, io rispetto la sua...
  Passiamo ai voti.
   Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 3.19, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lo Monte...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  433   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato
 110    
    Hanno votato
no  323).    

  (La deputata Fitzgerald Nissoli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 3.21.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, colleghi, con questo emendamento, intendiamo porre una questione, a nostro avviso di grande rilievo, sulla quale mi auguro ci sia la possibilità di riflettere serenamente. Proponiamo che sia consentito presentare subemendamenti, agli emendamenti presentati in Aula dal Governo e Comitati, da ogni singolo parlamentare, eliminando il vincolo previsto nel testo attuale della sottoscrizione del capogruppo e di almeno venti deputati e dieci Pag. 60senatori. È una modifica volta a tutelare, soprattutto, le prerogative dei parlamentari di maggioranza e che – come tale – dovrebbe stare a cuore soprattutto a loro.
  Con i vincoli attualmente previsti dal testo in esame, infatti, c’è poco spazio per l'eventuale dissenso nei confronti di un emendamento del Governo da parte di un parlamentare della maggioranza.
  Se questo non dovesse condividere una modifica proposta dal Governo, infatti, si troverebbe nelle condizioni di limitarsi eventualmente a non votarla, mentre la strada di presentare una modifica in dissenso dal suo gruppo gli sarebbe preclusa. In questo caso difficilmente potrebbe ottenere la firma del proprio capogruppo ed è altrettanto difficile che nel suo gruppo ci siano colleghi che ne condividano il dissenso nel numero previsto dal testo della proposta di legge.
  Trattandosi di una riforma costituzionale riteniamo che, invece, debba essere garantita la massima libertà al singolo parlamentare, anche al di fuori della disciplina di gruppo e dei vincoli di schieramento tra maggioranza e opposizione. Il Governo si è già ritagliato un ruolo eccessivamente da protagonista in questo processo di riforma costituzionale per potere consentire vincoli ulteriori in danno del singolo parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 3.21.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ciprini, D'Incecco, Braga, Grassi, Morani... Allora, ci siamo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  447   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato
 116    
    Hanno votato
no  331).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Dadone 3.22.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dadone. Ne ha facoltà.

  FABIANA DADONE. Signor Presidente, anche questo emendamento parla del terzo comma dell'articolo 3 e della questione emendativa, che non andrò più a riassumere tanto i miei colleghi l'hanno spiegata in maniera più che esaustiva.
  Quello che si prevede con questo emendamento è la possibilità di subemendare, da parte del relatore di minoranza, gli emendamenti del Comitato e del Governo esattamente come è possibile, secondo il testo del disegno di legge, per un presidente di gruppo, almeno 10 senatori e 20 deputati. Perché ? Il perché di questo emendamento viene dal fatto che... Non so se lei ha avuto la stessa impressione, ma leggendo questa parte emendativa mi è venuta in mente l'immagine di Orwell: «Tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri», ed è la sostanza di tutto questo terzo comma.
  Per cui quello che si vuole fare con questo emendamento è semplicemente portare ad appianare la situazione, dando questa possibilità in più ai relatori di minoranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 3.22.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  440   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato
 115    
    Hanno votato
no  325).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Migliore 3.67, sul quale la Commissione e il Governo hanno espresso parere contrario.Pag. 61
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, il disegno di legge governativo stabilisce o meglio priva il singolo deputato o senatore della possibilità, del potere e del diritto di presentare emendamenti. Ora, qual è la logica di questo ? Qual è la logica di questa norma ? Perché gli emendamenti o i subemendamenti dovrebbero essere presentati soltanto da almeno venti deputati o dieci senatori ? Questa norma non è limitativa, oltre che dei diritti e dei poteri che la Costituzione assegna ai singoli deputati, anche del Regolamento della Camera dei deputati ? Poc'anzi qualcuno ha detto in questa giornata che non vi è violazione della Costituzione. Ma quale altra prova ne vogliono ? Quale altra prova ? Non hanno lasciato indenne neanche il Regolamento della Camera pur di mettere la museruola al Parlamento ed in particolare alle opposizione (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle). Altro che argomenti giuridici ! Poi c’è stata una confessione plateale in questa Aula perché un collega ha detto: non possiamo accettare gli emendamenti, anche se di buonsenso anche se tecnicamente ineccepibili, perché altrimenti dovremmo rinviare il tutto al Senato. Quale altra più grossolana violazione dell'articolo 138 e dell'articolo 72 della Costituzione (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle) se il testo è quello del Senato ? Per cui questa è una farsa; è stato dichiarato da deputati della maggioranza. Allora, c’è una norma del Regolamento che ci sottrae a questo supplizio ? C’è una norma del Regolamento che ci sottrae ? Noi oggi dobbiamo far finta di stare a votare un testo che sappiamo già che non potrà essere emendato perché il testo è quello che i fortunati senatori hanno potuto deliberare e quindi ci sarà la farsa della seconda lettura ed una farsa anche affrettata (Commenti del deputato Brandolini). Come ? Quale ? Che dici ? Non ho capito. La questione è come ha detto un suo collega, che ha tentato di sminuire la portata di tutto ciò dicendo: ma dove sta la violazione dell'articolo 138 ? Allora se non c’è, se abbiamo a disposizione un articolo 138, se praticamente questa procedura collima con il 138, perché non abbiano seguito la via maestra, che sarebbe stata anche più celere ? Perché a quest'ora la Commissione della Camera o del Senato avrebbe potuto prendere in esame un progetto di legge. La verità è che questo è un espediente esclusivo, da un lato, per dare diciotto mesi di vita al Governo, ma dall'altro anche per fare il colpaccio a danno della Costituzione, perché sono vent'anni che si sta tentando di modificarla. Dopo il referendum del 2006 sembrava che il progetto di grande riforma fosse sparito dal dibattito politico, ma è riemerso prepotentemente quando c’è stata la grande occasione delle grandi intese, che poi significa in particolare della fine della politica, perché noi qui l'abbiamo ratificato. Oggi è il 9 settembre, meno male che non l'abbiamo fatto l'8 settembre, perché sarebbe stato simbolico, perché l'8 settembre c’è stata la fuga della politica in Italia. Mi riferisco al 1943 ovviamente, ma credo che l'esempio calzi molto bene e raffiguri molto bene la situazione. Ci siamo consegnati mani e piedi al Governo dichiarando la nostra impotenza. Allora – ripeto – ogni fase di trapasso è sempre caratterizzata da una resa incondizionata della classe politica precedente e noi abbiamo dato un abbondante esempio (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 3.67.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Venittelli, Toninelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 62

   (Presenti e votanti  433   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato
 111    
    Hanno votato
no  322).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento D'Ambrosio 3.24, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, anche questo emendamento cercava di recuperare e riequilibrare quella che è la posizione clamorosa di vantaggio che viene consegnata al Governo nei confronti di tutte le altre componenti istituzionali. Di fatto, in questo disegno di legge stiamo dando al Governo le chiavi della Carta costituzionale, che dovrebbe essere la carta di garanzia di tutti i cittadini italiani, e quindi non solo a disposizione del Governo e con la possibilità di cambiarla, ma nella disponibilità, piuttosto, del Parlamento, che rappresenta quella che è, in qualche modo, l'espressione dei cittadini italiani.
  Avevo preparato tutta una serie di spiegazioni dell'emendamento stesso, ma, francamente, stiamo assistendo allo stesso spettacolo al quale abbiamo già assistito all'interno della Commissione affari costituzionali qui alla Camera, e cioè la presentazione di emendamenti senza alcuna risposta né da parte della maggioranza né da parte del Governo, che è impegnato, magari, a parlare anche con altre persone, come vediamo costantemente, che occupano i banchi del Governo stesso.
  Quindi, capisco che, probabilmente, quei discorsi siano più importanti degli emendamenti che possono provenire dall'Aula. Però, signor Presidente, alla fine mi sento, a nome, probabilmente del MoVimento 5 Stelle, di dover fare una domanda all'Aula, una domanda che è rivolta all'Aula, ma, probabilmente, dovrebbe ridondare al di fuori dell'Aula.
  Io mi chiedo: dov’è, in questo momento, il garante assoluto per i cittadini della Carta costituzionale ? Dov’è il nostro Presidente della Repubblica di fronte a quello che sta accadendo oggi in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Perché il nostro Presidente della Repubblica, ad esempio, non chiede egli stesso spiegazioni, perlomeno, al Governo del perché non risponda a quelle che sono le domande legittime, credo – poi possono essere condivise o meno – dell'opposizione ? Perché assistiamo a questo spettacolo indegno di un'opposizione che pone delle domande e non ottiene alcuna risposta ?
  L'unica risposta, perenne, è vedere lì un'opposizione che accende delle luci verdi e una maggioranza che pigia dei tasti, pigia dei tasti, in molti casi senza sapere nemmeno quello che fa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente), perché non frequentate nemmeno le Commissioni di competenza, ed è vero...

  PRESIDENTE. Deputato D'Ambrosio, non sia offensivo verso i suoi colleghi ! Continui pure.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, non voglio essere offensivo, però, se qualcuno ha la coda di paglia, semplicemente mi riferivo al fatto che all'interno della Commissione la riforma è stata discussa per sole 2 ore e 25 minuti.
  E se 2 ore e 25 minuti bastano per cambiare la nostra Carta costituzionale, questo perlomeno dovreste chiederlo prima ai cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, intervengo solo per leggere l'articolo 40 del Regolamento della Camera, secondo cui la questione pregiudiziale può essere proposta da un singolo deputato prima che abbia inizio la discussione Pag. 63stessa; e ancora, si prevede che non possano essere proposte eccezioni pregiudiziali, e cioè che l'argomento non possa essere sospeso, e così via. Questa è la dimostrazione chiara, palese e letterale che stiamo modificando il Regolamento della Camera.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Adornato. Ne ha facoltà.

  FERDINANDO ADORNATO. Signora Presidente, vorrei tentare di spiegare – anche se forse ritengo che sia inutile – perché sappiamo quello che facciamo. Non sono due ore e 25 minuti che discutiamo, o due giorni; è più di trent'anni, signora Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Discute il Paese. Nel 1978 (Commenti dei deputati dei gruppo MoVimento 5 Stelle)... Volete ascoltare perché forse sappiamo quello che facciamo, o no ?

  PRESIDENTE. Prego.

  FERDINANDO ADORNATO. Nel 1978 il Congresso del Partito socialista a Torino lanciò la grande riforma, ma prima, alcuni storici sostengono che già Aldo Moro, pensando alla terza fase della storia repubblicana, pensava a un cambio della Costituzione. Poi, dopo quegli anni, negli anni ottanta, ci fu la teoria delle bicamerali. Tutti questi tentativi del sistema politico italiano sono falliti. E siamo arrivati fino ad oggi, ci avviciniamo quasi al mezzo secolo, in cui questo Paese discute della necessità di riforme costituzionali e non riesce a fare niente, quando per un motivo, quando per un altro.
  C’è chi oggi ha messo l'accento sulla difesa del Parlamento, sulla difesa della rappresentanza. Io ricordo quando negli anni ottanta, dopo alcuni decenni in cui il sistema parlamentare voluto dai nostri Padri costituenti perché il fascismo non tornasse più, perché non tornasse più l'autoritarismo in nessuna forma, ci fu una discussione nel Paese, non solo in questa Aula, in cui si diceva «questa concezione dei Padri costituenti ha fatto in modo che le segreterie dei partiti occupassero le Aule parlamentari», presenti i segretari nell'Aula come fu a quel tempo, non presenti come oggi con l'assenza di Beppe. Tutti dissero: «Bisogna che l'elemento della decisione, non più solo quello della rappresentanza, venga preso in considerazione, perché il Paese non riesce ad essere governato, perché il Parlamento blocca il Governo». Ecco che allora il dibattito era totalmente diverso da quello che è oggi. Si diceva «il Parlamento, le segreterie dei partiti bloccano il Governo, dobbiamo dare più poteri al Governo». Ma neanche questo riuscì. Nei vari tentativi, nelle miriadi di discussioni e di scenari proposti, non riuscì a questo Paese neanche di trovare la soluzione a quel problema di decisione.
  Oggi abbiamo una situazione, signora Presidente, assolutamente drammatica, perché noi non siamo riusciti a rivitalizzare il sistema della decisione – i vent'anni della seconda Repubblica, che pure nascevano per questo, non ci sono riusciti – e non siamo riusciti neanche a rivitalizzare il sistema della rappresentanza, anzi oggi stiamo discutendo di una legge elettorale che forse è l’«assassinio» della rappresentanza.
  Questa è la situazione del Paese, cari amici del MoVimento 5 Stelle. Non ha più senso discutere di «decisione contro rappresentanza», perché in questo Paese sia il sistema della decisione sia il sistema della rappresentanza sono in crisi. È collassato il sistema politico alla fine degli anni novanta.   collassato di nuovo negli ultimi tempi, con la fine della seconda Repubblica. Le responsabilità sono evidenti. Ma, vedete, lo schema «vecchio o nuovo», «andate via voi, che veniamo noi», voi pensate che sia uno schema nuovo ? Ah no, ah no ! Anche all'inizio degli anni novanta si disse così: «Via la vecchia classe politica; ce ne vuole una nuova». Gli homines novi della seconda Repubblica, facce nuove, si diceva. E tante facce nuove sono arrivate, come le vostre, benvenute ovviamente. Ma, come vedete, se le responsabilità sono di un sistema che Pag. 64non riesce ad andare avanti e di una classe politica che non è riuscita a riformare – l'ho detto all'inizio – la via della rottamazione, del nuovo contro il vecchio, anche questa è stata tentata e non è riuscita. Non c’è più niente da rottamare, in questo Paese ! È tutto rottamato: l'economia, la politica, la società civile, la cultura, l'etica. Oggi bisogna ricostruire, non rottamare (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia) ! Questo è il verbo di oggi. E se questa maggioranza riuscirà – ho i miei dubbi, non per mancanza di fiducia nella maggioranza, ma perché questo Paese non ci è riuscito per troppi decenni, per avere ottimismo – con la riforma costituzionale a ricostruire il sistema della decisione e il sistema della rappresentanza in questo Paese, forse riuscirà a uscire dal dramma (Applausi dei deputati dei gruppi Scelta Civica per l'Italia e Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, intervengo per fatto personale. Qui, spesso, in Aula, sento alcuni colleghi chiamarmi «amico»: io gli amici me li scelgo, qui ho solo colleghi, al più (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ANDREA COLLETTI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, articolo 8 e seguenti. Premesso che apprezzo l'intervento e l’excursus storico-politico del collega di Scelta Civica o dell'UdC, mi perdoni, noi del MoVimento 5 Stelle siamo per la piena libertà delle discussioni, però dovrei associarmi anche al fatto che, nella scorsa seduta, lei ha imperterritamente interrotto i miei colleghi del MoVimento 5 Stelle quando stavano argomentando la propria discussione su alcuni emendamenti. Ora, capisco che noi siamo opposizione e, magari, da un certo punto di vista, siamo anche minoranza, però ci dovrebbe essere piena libertà di ciascuno e piena uguaglianza dei deputati di fronte alla Presidenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Stia tranquillo, non c’è nessun comportamento diverso nei confronti del suo gruppo. Qui cerchiamo di avere lo stesso atteggiamento nel rispetto del Regolamento con tutti i gruppi (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, l'articolo 138 è la regola che regola le regole: definisce la rigidità con cui può essere modificata la Costituzione e la debolezza della politica non può scaricare le proprie responsabilità sulle istituzioni, le proprie colpe sulle istituzioni, cercando di trovare una nuova verginità o di ricreare qualcosa quando non ne ha assolutamente facoltà, è delegittimata completamente. Qui noi abbiamo bisogno soltanto di una buona manutenzione della Costituzione, non abbiamo necessità di stravolgerla.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Quindi, io chiedo per l'ennesima volta al Governo di chiederci almeno la ratio dei provvedimenti e degli articoli che si vanno definendo, soprattutto, perché negli ultimi anni è stato introdotto l'articolo 81 – quello relativo al fiscal compact –, un articolo veramente che va a definire un default, va a preparare un default programmato, un debito immorale, la spoliazione dei diritti, un'usura legale.

  PRESIDENTE. Concluda, per favore.

  ADRIANO ZACCAGNINI. E noi non ci possiamo fidare, noi cittadini non ci possiamo fidare di questa prosecuzione del Pag. 65Governo tecnico in veste DC. E quindi, è bene che venga mantenuta la rigidità che c’è nell'articolo 138.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pisicchio. Ne ha facoltà.

  PINO PISICCHIO. Signora Presidente, intervengo molto, molto velocemente. Devo dire che questo dibattito si sta facendo anche appassionante, nonostante abbia come oggetto soltanto una questione procedurale, la costruzione della struttura con cui si modifica l'articolo 138. E ho molto apprezzato l'intervento che è stato svolto qualche momento fa dall'onorevole Adornato, quando sono stati portati in Aula, ma prima altri colleghi l'avevano fatto, alcuni aspetti fondamentali del rapporto tra rappresentanza proporzionale e decisione. Il tema che, poi, entrando nel corpo delle modifiche, sarà, credo, oggetto di una valutazione molto, molto attenta, e dovrà esserlo.
  Mi permetto di fare una sola sottolineatura e la faccio molto brevemente.

  PRESIDENTE. Onorevole Pisicchio, mi raccomando sul tema...

  PINO PISICCHIO. Concludo subito. Il collega Adornato ha citato Moro facendo in modo di evocare un suo desiderio di modifica costituzionale, mi è parso di avere capito così, se ho capito male chiedo scusa. Ebbene, questo desiderio, questo intervento di Moro modificativo della Costituzione, io non ricordo sia stato mai fatto. Moro è stato uno dei grandi costituenti, uno di quelli che l'ha scritta la Costituzione, ma non ha mai voluto modificarla, gli andava bene così com'era.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signora Presidente, sono qui ad ascoltare parole che francamente avrei preferito non sentire, perché quando ascolto gli interventi di alcuni colleghi come il deputato Adornato, il deputato Pisicchio, che sono qua dalla bellezza di cinque legislature, e oggi ci vengono a dire che noi non riusciremo a cambiare quello che loro non sono riusciti a cambiare dopo il Novanta, mi danno un'energia pazzesca, mi danno una volontà di cambiare quello che loro non sono riusciti a cambiare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo è quello che disegna il loro immobilismo politico della Democrazia Cristiana che aleggia ed è presente in quest'Aula in maniera preoccupante, ma noi siamo qua, siamo qua per riuscire a cambiarlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Che siano di auspicio queste parole.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signora Presidente, mi incastro anche io in questa piacevolissima discussione che grazie a Dio stiamo portando avanti.

  PRESIDENTE. Magari rimaniamo sul tema.

  DANILO TONINELLI. Mi attengo al tema, assolutamente, Presidente, ma intervengo per confutare l'affermazione di chi sostiene che sono trent'anni e più che si discute di riforme costituzionali senza arrivare a nulla. In realtà, anche queste sono affermazioni false e ingiustificate che continuano a essere perpetrate in quest'Aula. Dal 1948 ad oggi ci sono state ben 38...

  PRESIDENTE. Ritorniamo all'emendamento, di questo ci stiamo occupando.

  DANILO TONINELLI. Intervengo a titolo personale, ci sono state ben 38 modifiche di legge costituzionale, puntuali, e due modifiche circostanziate, complessive, di cui una nel 2001 è stata votata favorevolmente con un referendum confermativo e di cui un'altra che invece non trovò Pag. 66l'avallo del referendum confermativo del 25 e 26 giugno del 2006 e che andava a toccare proprio le riforme istituzionale e l'assetto dello Stato. Quindi ci stiamo raccontando un'ulteriore falsità quando ci diciamo che non è possibile rispettare l'articolo 138 per modificare la Costituzione, perché è stata modificata decine di volte, e lo possiamo fare nel solco del 138.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Ambrosio 3.24.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chiarelli, Tidei, Grassi, Velo, Ruocco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  427   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato
 107    
    Hanno votato
no  320).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Dieni 3.25.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Signora Presidente, con questo emendamento vorremmo introdurre la possibilità di ammettere questioni pregiudiziali, sospensive, di non passaggio agli articoli, di rinvio in Comitato, anche per singole parti del disegno di legge in esame.
  Nel caso in cui le questioni pregiudiziali parziali venissero approvate, le parti cui si riferiscono risultano espunte dal testo. Nell'interesse della discussione, il Presidente, inoltre, può disporre i rinvii in Comitato di singoli articoli ed emendamenti, stabilendo la data nella quale la discussione dovrà essere ripresa in Assemblea. Con questo emendamento, appunto, chiediamo l'introduzione dei commi 4 e 5 all'articolo che stiamo trattando, e chiediamo di votare in maniera favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gallinella. Ne ha facoltà.

  FILIPPO GALLINELLA. Signor Presidente, intervengo a titolo personale perché volevo intervenire prima, ma forse perché sono piccolo non mi avete visto. Noi oggi portiamo questa maglietta, dove c’è scritto: «La Costituzione è di tutti» – e lo sapete –, con delle mani che abbracciano l'Italia, perché noi vogliamo che siano coinvolti tutti i cittadini, non un comitato ristretto di persone che, anche se volessero, non potrebbero essere sostituite. Ripensateci, bloccate questi lavori, date agli italiani il messaggio che ci tenete, altrimenti passerete ancora di più da casta, e noi saremo qui con i cittadini a bloccare questo scempio e questa violenza alla Costituzione, oggi, sempre e domani. Non ci fermeremo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, credo sia più opportuno soffermarsi sul contenuto dei singoli emendamenti, anziché, in qualche caso, interloquire, sproloquiare, scegliamo il verbo che vogliamo, sulla difesa della Costituzione. Infatti, c’è uno strano modo di difendere la Costituzione, quello di immaginare che un modo voluto per riuscire a cambiare in meglio la Costituzione sia il contrario del voler far bene. Cioè, mi sembra, tante volte, che una difesa strenua dell'esistente equivalga alla volontà di non voler cambiare niente. Permettete che io abbia questo dubbio ?
  Tornando sull'emendamento, invece, e proprio a dimostrazione che non ci devono essere argomenti preconcetti, io chiedo la Pag. 67votazione per parti separate, perché, mentre il comma 4, prevedendo l'ammissibilità di questioni pregiudiziali, sospensive, può fare immaginare la precostituzione di strumenti per bloccare la discussione o allungarla e renderla sterile, ritengo invece che la domanda di offrire al Presidente – e io debbo avere fiducia nel ruolo del Presidente – uno spazio maggiore di quello che prescrivono i Regolamenti – vedete che anche chi scrive gli emendamenti li vuole cambiare i Regolamenti ? –, cioè dandogli la facoltà di disporre il rinvio in Comitato di singoli articoli ed emendamenti quando ciò possa favorire la discussione, mi sembra abbastanza accoglibile, anche se modifica il Regolamento, perché fatto per favorire la discussione. Non ci sono tabù. Per cui, chiedo la votazione per parti separate, preannunziando il voto contrario sulla prima parte e il voto favorevole sulla seconda parte da parte dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia.

  PRESIDENTE. Sta bene. Siccome sono due temi separati, possiamo procedere con una votazione per parti separate sul punto 4 ed il punto 5 dell'emendamento Dieni 3.25.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 3.25, punto 4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marazziti, Sisto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  433   
   Votanti  432   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato
 111    
    Hanno votato
no  321).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 3.25, punto 5, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Mazzoli, Madia, Toninelli, Moretti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  434   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato
 114    
    Hanno votato
no  320).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 3.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Signor Presidente, preannunzio il voto favorevole della Lega Nord sull'articolo 3 per due ordine di motivi. Innanzitutto perché ne condividiamo il merito, in secondo luogo soprattutto perché rappresenta il terzo gradino di quella scala fatta da nove gradini appunto che noi speriamo di poter percorrere, diciamo che potremmo considerarlo almeno per quanto riguarda noi della Lega Nord una sorta di scala santa. Saremmo disposti a percorrerla in ginocchio sui ceci pur di veder partire, anche all'interno di questo Parlamento, la discussione su ciò che poi, penso non soltanto a noi ma anche ai cittadini, interessa maggiormente, cioè un progetto di vere riforme istituzionali che anche questo Paese, ormai nel 2013 inoltrato, forse ha diritto di vedere affrontato con serietà dal proprio Parlamento.Pag. 68
  Io penso che il discorso sulle regole fatto in questi giorni e che sicuramente andrà avanti anche successivamente, sia molto importante; insomma, se non si discute di articolo 138, di riforme tecniche, della riforma costituzionale all'interno dell'Aula in un'Aula del Parlamento, non so dove si dovrebbe discuterne e, malgrado in questa fase la Lega Nord abbia votato la stragrande maggioranza delle volte con il Governo e con la maggioranza che lo sostiene, ritengo comunque di dover ringraziare sia SEL che il MoVimento 5 Stelle per aver comunque insistito su una situazione che deve essere affrontata.
  E non riesco veramente a capire come mai la maggioranza, questo ho notato, lo fa parecchie volte, è capitato a noi quando si parlava di «svuotacarceri», ogni tanto si scateni proprio quasi con rabbia nei confronti di coloro che sono qui, vorrei ricordarlo a tutti, per fare coerentemente il loro dovere, vale a dire l'opposizione. Per cui io mi auguro che questa discussione che, ripeto, a noi della Lega Nord interessa fino ad un certo punto ma la cui validità, la cui importanza comunque consideriamo, possa ovviamente nei tempi previsti concludersi e finalmente partire ad analizzare quello che interessa soprattutto, penso e ripeto non soltanto alla Lega ma a tutti i nostri cittadini. Non vedo l'ora, signor Ministro e colleghi deputati, di poter parlare, magari scontrarmi anche, con voi su temi quali il federalismo fiscale, riduzione del numero dei parlamentari, fine del bicameralismo perfetto, magari cominciare ad affrontare anche il discorso sul sistema elettorale che garantisca che venga eletto un Governo che governi e che garantisca che ci sia un'opposizione che possa fare opposizione e quindi che ci siano regole che garantiscono la straordinaria importanza del ruolo ricoperto dall'opposizione. Perché molte volte, forse ce lo dimentichiamo, la democrazia non c’è quando vi è una maggioranza di Governo ma la democrazia c’è quando esiste un'opposizione che può fare fino in fondo il proprio dovere.
  Per cui io ringrazio nuovamente tutti i colleghi che in questi giorni hanno preparato emendamenti, che si sono sicuramente dati da fare su un tema fondamentale per noi della Lega Nord e mi auguro, quindi, che questa discussione sia soltanto l'antipasto di quello che può aspettare – auspico aspetti – quest'Aula nei prossimi mesi, cioè finalmente una seria discussione su che tipo di Stato vogliamo vedere da qui ai prossimi anni in Italia, una seria discussione sulla organizzazione statuale che vogliamo vedere finalmente applicata nel nostro Stato, insomma su quello che vogliamo che sia lo Stato italiano da qui ai prossimi decenni.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pollastrini. Ne ha facoltà.

  BARBARA POLLASTRINI. Signor Presidente, signor Ministro, voteremo sì all'articolo 3 che disciplina e riafferma al contempo la funzione del Parlamento nel percorso riformatore. Ma io mi rivolgo alle colleghe e ai colleghi che, anche se non sono d'accordo sui contenuti, mi domando se non possano riconoscerci una cosa: la passione nel difendere la Costituzione non è una cosa di una parte sola.
  Vedete, l'ansia che ci muove è come oggi, oggi, non sciupare il tempo, dopo trent'anni di fallimento, per rendere vincenti domani nei cuori e nei conflitti aperti parole come «autonomia della politica», «democrazia» e «etica». Non è per nulla scontato per noi e per l'intero Occidente. Il professor Olivetti si è espresso in questo modo: fare innovazioni non rinviabili proprio in nome di un conservatorismo costituzionale, cioè in nome della difesa di valori costituzionali essenziali. Lo so, non basterà per riguadagnare prestigio alla politica, alle istituzioni, ai partiti, estenuati in termini di rappresentanza sociale e morale, ma, guardate, è un tassello importante, da non sprecare.
  Durante il nostro confronto, in queste ore e l'altro giorno, si è più volte evocato il termine «rispetto». Rispetto, innanzitutto, Pag. 69ad una partecipazione decidente e democratica ed è per questo l'uso del referendum, dei referendum sui singoli capitoli, anche con una maggioranza ampia come quella dei due terzi. Rispetto che chiediamo al Governo, che ci accompagni ma si ponga in uno stile di servizio rispetto al Parlamento come è avvenuto in queste ore. Rispetto, che a noi non manca e non mancherà, verso il pluralismo da coinvolgere pienamente nelle scelte decisive. La Costituzione è di tutti a partire dalla tutela delle minoranze e, io aggiungo, ascolto, per quelle voci critiche e autorevoli che animano fuori di qui, appelli e dibattito. Penso a chi mi è maestro, Rodotà, Zagrebelsky, Urbinati.
  Ma con modestia, molta modesta, chiedo a voi colleghi e colleghe, in particolare ai colleghi di SEL e a quelle voci critiche che non sono qui, davvero pensate che il Partito Democratico, con le sue differenze e le sue vivacità, possa venir meno ad un orgoglio costituzionale ? Davvero pensate questa cosa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ? Noi siamo fieri di avere sostenuto Scàlfaro, Ciampi e ora Napolitano, Presidenti che hanno voluto risvegliare un sentimento popolare per la nostra Carta, la Bibbia laica, e anche così ridare slancio all'Unità del nostro Paese.
  E, allora, in conclusione io dico: verifichiamoci, vigilateci, ma nel vivo del percorso. Non ad ogni costo, ha detto il Presidente Letta. L'ha detto per il Governo. Non ad ogni costo, noi stiamo dicendo in queste ore difficili perché non deflettiamo da un principio di uguaglianza dinanzi alla legge. Non ad ogni costo, noi diciamo, nel condurre avanti le riforme, le innovazioni per la Costituzione.
  Finisco dicendo: misuriamoci, dunque, capitolo dopo capitolo e su una scansione di priorità. Diventerà limpido chi dice sì alla «sistemazione» del Titolo V, ma prima ancora chi dice sì al superamento del bicameralismo, chi dice sì ad una forma di Governo più efficiente, senza – sottolineo senza – ricorrere, per quanto mi riguarda e per quanto ci riguarda, a forme di presidenzialismo e a stravolgimenti. Con un'aggiunta, che è una premessa per il Partito Democratico: il primo sì è ad una legge elettorale che superi il vergognoso «porcellum». E, allora, salire sui tetti e paragonarsi ai disperati che perdono il lavoro è quanto meno un atto di insensibilità e di mancanza di umanità verso chi soffre davvero ed è lì per difendere diritti e una dignità di questo Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Totaro. Ne ha facoltà.

  ACHILLE TOTARO. Signora Presidente, onorevoli colleghi, noi di Fratelli d'Italia voteremo a favore di questo articolo nonostante durante le votazioni per gli emendamenti ci siano stati dei voti a favore e dei voti contrari. Voteremo a favore di questo articolo perché riteniamo che si debba iniziare un processo e con questa legge si può iniziare un processo che va verso una riforma della Costituzione, verso un cambiamento che noi auspichiamo da sempre. La battaglia per dare più potere ai cittadini, per una Repubblica presidenziale che noi abbiamo fatto in quest'Aula, che hanno fatto i nostri predecessori prima di noi, è una battaglia sacrosanta per dare più potere ai cittadini, non è una battaglia di retroguardia. La battaglia di retroguardia è quella di coloro che invece vogliono far rimanere tutto così com’è e non vogliono cambiare niente. È stata una battaglia che ha visto uomini in quest'Aula, come Giorgio Almirante, parlare di Repubblica presidenziale quando non era popolare e tutti gli andavano contro. Noi riteniamo che, quindi, attraverso questa legge si possa iniziare un percorso di riforma che noi guardiamo con interesse e per questo voteremo a favore di questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luigi Di Maio. Ne ha facoltà.

Pag. 70

  LUIGI DI MAIO. Signor Presidente, per onestà intellettuale credo che dobbiamo ribadire una cosa: qui non stiamo discutendo delle riforme costituzionali. Stiamo discutendo della deroga al 138 e basta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Sono due cose completamente differenti. Se volevamo discutere di riforme costituzionali, eravamo qui già e stavamo utilizzando il 138 e ci stavamo confrontando sui temi con i quali anche noi siamo d'accordo ad innovare la Costituzione. E quanto a Rodotà, proprio il professor Rodotà è uno di quelli che non è d'accordo con questa deroga al 138 e ha avuto parole proprio ieri di apprezzamento per il nostro gesto sul tetto della Camera dei deputati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Proprio ieri. Evitiamo, quindi, in questo momento di prenderci in giro perché, se non ci stiamo prendendo in giro, vuol dire che non sappiamo cosa stiamo votando (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

  NICOLA FRATOIANNI. Signor Presidente, vorrei, attraverso lei, rassicurare la collega Pollastrini.
  Vede, onorevole Pollastrini, il nostro problema, e credo il problema della discussione di questi giorni, non è discutere se il Partito Democratico possa o no abdicare ad una sorta di orgoglio costituzionale: quello che stiamo qui discutendo è invece quanto quest'Aula sta producendo, e la modalità con cui questo dibattito si sta svolgendo. Noi, insieme al MoVimento 5 Stelle, ci siamo in questi giorni, e continueremo a farlo, opposti ad una deroga al 138 che consideriamo ingiustificabile. Ci opponiamo ad una modalità di discutere su un tema fondamentale, come quello della riforma della nostra Costituzione, che sembra produrre un indebito posizionamento tra maggioranza e minoranza, come se il tema fondamentale della riforma della Costituzione non dovesse invece assumere una modalità di discussione tutt'affatto diversa; e continueremo a farlo.
  Il tema che qui si è posto e se è legittimo o no dissentire, se è legittimo o no introdurre su una questione come questa elementi di dissenso. Noi continueremo a farlo in modo determinato, senza nessun pregiudizio, ma sempre con la capacità e la determinazione di potere esprimere invece un giudizio sulle scelte che tutti e tutte compiamo in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Grillo. Ne ha facoltà, per un minuto.

  GIULIA GRILLO. Signor Presidente, intervengo naturalmente sulla votazione dell'articolo 3.
  Mi permetta una piccola digressione, Presidente: nel diritto penale italiano l'attentato contro la Costituzione dello Stato è il reato previsto dall'articolo 283 del codice penale, commesso da chiunque commette un fatto diretto a mutare la Costituzione dello Stato o la forma del Governo con mezzi non consentiti dall'ordinamento costituzionale dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). O meglio, dovrei dire era: a seguito dell'approvazione durante il Governo Berlusconi III della legge n. 85 del 2006, l'articolo 283 è stato stravolto. Infatti è diventato: «Chiunque, con atti violenti, commette un fatto diretto o idoneo a mutare la Costituzione dello Stato o la forma di Governo, è punito con la reclusione non inferiore a cinque anni».
  Prima si parlava solo di mezzi non consentiti dall'ordinamento costituzionale dello Stato. Mi viene allora da pensare che prima di questa legge, prima del 2006, visto che i mezzi consentiti dallo Stato per modificare la Costituzione sono l'articolo 72 e l'articolo 138, questo disegno di legge costituzionale atto Camera n. 1359 poteva essere pensato e immaginato come un attentato contro la Costituzione (Applausi Pag. 71dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, concordo con il collega Adornato sulla necessità di costruzione, che può partire davvero dalla politica. Ma è già partita la costruzione: è partita proprio con le elezioni del 24 e 25 febbraio scorso, in cui la costruzione è nata dall'inversione di una tendenza all'allontanamento dalla politica. C’è stata partecipazione, le persone sono andate a votare e sono attente: è sufficiente guardare quante persone si collegano al sito della Camera rispetto alle precedenti legislature per vedere che c’è stata costruzione.
  Si costruisce appunto grazie alla partecipazione, grazie al ruolo di tutti. Il modo in cui si sta svolgendo il dibattito, con il passaggio a colpi di maggioranza, è a mio parere assolutamente non costruttivo: non aiuta a costruire, perché stiamo parlando della Carta fondamentale che è la Costituzione. Ed è chiaro che poi siamo politica, ma in qualche modo dobbiamo essere collegati anche alla drammaticità della società, dove, anche a causa della malapolitica, avvengono dei suicidi. Però c’è una forma di suicidio che in qualche modo può non dispiacere, che è il suicidio politico che sta esercitando su se stesso il Partito Democratico con questi mezzi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, certo riconoscere la passione politica a chi ha introdotto l'articolo 81 non è facile, non è assolutamente facile. In particolare, vorrei riportare le parole di Rodotà, dato che io c'ero ieri a quell'incontro: non so chi altro può dire lo stesso. Riporto appunto di come il two-pack, che fa parte dell'articolo 81, implica che il Parlamento deve comunicare a Bruxelles prima e dopo i propri conti.
  Quindi, solo dopo che Bruxelles ha dato il via libera possiamo reinvestire nel Paese. Ora, non so dove riconoscere passione politica in questo, in questa «usura legalizzata» sui popoli europei. Altre parole, sempre dello stesso Rodotà, sono la debolezza della politica, scaricata sulle istituzioni. Non so se ritrovare quindi passione in quest'Aula da parte di tutti. Questo presidenzialismo di fatto tra l'altro amplificano soltanto il leaderismo e la personalizzazione della politica. Quindi l'articolo 138 si può discutere, concordo con un altro collega qui che ha detto che appunto si sta discutendo dell'articolo 138, beh, discutiamone ma con le regole che ci hanno dato i nostri padri costituenti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nicchi, Garavini, Malisani, D'Agostino, Giammanco, Brandolin, Rostan, Gregori, Vitelli, Palese...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  440   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato
 322    
    Hanno votato
no  118).    

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 1359)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1359).
  Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

Pag. 72

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, l'articolo 4 è il paradigma di questo provvedimento, in negativo naturalmente. Il letto di Procuste in cui si pretende di umiliare la discussione parlamentare, con tempi prefissati, denota una completa sfiducia nei confronti del Parlamento, ben oltre quanto fece l'ultima bicamerale, che poneva un termine al lavoro della Commissione, ma non certo ai lavori del Parlamento. Si comprime peraltro non solo la discussione nel Parlamento, ma anche nella pubblica opinione, limitando la comprensione piena della portata della revisione della Costituzione e, in più, non si vuole neanche garantire un'adeguata pubblicizzazione dei lavori.
  Ci hanno insegnato, nelle nostre università, che le Costituzioni possono essere cambiate solo se è necessario, e sempre con la lima e mai con l'accetta. Il potere di revisione costituzionale dispone appunto di una lima per rifinire e adeguare le Costituzioni, l'accetta è invece l'arnese di cui dispone il potere costituente. Il Governo usurpa un potere costituente utilizzando l'accetta, o meglio la ghigliottina del cronoprogramma e il disconoscimento della centralità del Parlamento. La scelta dei tempi prefissati disconosce la saggia previsione di un iter normativo ponderato, tipico di ogni procedimento di revisione costituzionale.
  Il Governo, dopo aver esautorato il Parlamento, con quest'articolo impone una tempistica perentoria: diciotto mesi per la conclusione dell'iter parlamentare, un termine del tutto estraneo ad ogni logica di revisione costituzionale, che può prevedere un tempo minimo, ma mai massimo.
  Come sostiene il professore Claudio De Fiores, le scorciatoie procedurali, oltre che per le leggi costituzionali e di revisione, non sono ammesse in Costituzione neppure per le leggi ordinarie adottate in materia costituzionale, ex articolo 72, ultimo comma.
  Il dimezzamento dei tempi di deliberazione da parte del Parlamento, previsto dal comma 4 di questo articolo 4, rispetto a quanto previsto dall'articolo 138 della Costituzione, che appunto prevede un intervallo non inferiore ai tre mesi tra le due deliberazioni, va nella direzione di fare questo, di non perdere tempo, come ci diceva prima l'onorevole Adornato. Si dimentica, però, che le procedure stabilite dalla Costituzione sono state scritte proprio per evitare che, in tempi difficili, sull'onda dell'emergenza, prevalga la logica, tragica, di cui parlava Carl Schmitt, della decisione unilaterale, ottenuta con la forza, esautorando il Parlamento, che si piega formalmente ad approvare decisioni assunte altrove, in questo caso dal Governo. Nella storia del Novecento abbiamo, purtroppo, avuto vari esempi tragici di questo modo di procedere. Questo è esattamente ciò che non vuole la Costituzione italiana, non solo con l'articolo 138, ma anche con gli articoli 70, 72, 76 e 77. Sembra che noi stiamo convertendo un decreto-legge del Governo, mentre invece si sta approvando una legge che consentirà potenzialmente di intervenire in maniera né specifica, né omogenea su ben 69 articoli della Costituzione. Siamo cioè in presenza di una revisione totale, che la nostra Costituzione, come ha autorevolmente detto il professore Alessandro Pace, esclude.
  Nell'articolo 4 di questo disegno di legge, è stata inoltre evidenziata da vari costituzionalisti una grave incertezza normativa che potrebbe derivare dalla inosservanza del cronoprogramma. Il comma 2 dell'articolo 2 fissa al Comitato il termine tassativo di sei mesi dalla data della sua prima seduta per trasmettere ai Presidenti delle Camere il progetto, o i progetti di legge costituzionale esaminati in sede referente.
  Altro punto negativo è l'abolizione di fatto delle cosiddette navette, al di là di quello che si può pensare nel merito. Oggi c’è questo modo di procedere e non si può toglierlo senza che prima sia formalmente tolto dalla Costituzione.
  Il comma 3 dell'articolo 4 dispone che, approvato il disegno di legge dalla prima Camera, entro tre mesi, questo è trasmesso Pag. 73all'altra Camera, che ne conclude l'esame entro i successivi tre mesi, senza avere il diritto di modificarlo.
  Si cerca così di anticipare l'esito della riforma, smantellando subito il bicameralismo perfetto. Dagli insegnamenti di Weber e Kelsen, si è appreso che le regole devono rappresentare, in un sistema democratico e pluralista, un punto fermo per consentire anche il conflitto e la dialettica tra le varie proposte. La filosofia del diritto definisce le regole come norme costitutive, che rendono possibile il confronto tra le parti avverse. Per questo, le regole non possono essere sospese durante la partita, come si sta facendo con l'articolo 72 e con l'articolo 138, urtando violentemente contro il principio supremo di certezza e di affidamento. La modifica permanente è, in linea teorica, ammissibile. La sospensione è, a priori, illegittima, la deroga agli articoli 138 e 72 della Costituzione è manifestamente irrazionale.
  In uno Stato di diritto – ci ricorda la professoressa Michela Manetti – la modifica delle norme procedurali, che sia finalizzata esplicitamente ad una occasio non può non incontrare diffidenza. La deroga temporanea solleva invero il fondato sospetto che la volontà parlamentare si sia formata in modo deviato, mosso da finalità opache o inconfessabili.
  È questo, purtroppo, colleghi deputati, quello che sta avvenendo oggi. Stiamo vivendo una «notte della Repubblica», con la Costituzione ostaggio delle larghe e, spero, ancora innaturali intese (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 4 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Dadone 4.3 e Migliore 4.60 nonché sugli emendamenti Migliore 4.61 e Lombardi 4.4; la Commissione invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, degli identici emendamenti Dieni 4.7 e Migliore 4.70.
  Inoltre, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Toninelli 4.8, Migliore 4.62 e 4.71, D'Ambrosio 4.10, Cozzolino 4.11, Migliore 4.12 e sugli identici emendamenti Migliore 4.13 e Dadone 4.14; infine, la Commissione invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, degli identici emendamenti Dadone 4.15 e Migliore 4.63.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore di minoranza sulle proposte emendative all'articolo 4 ?

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, per accelerare, i miei pareri sono favorevoli sugli emendamenti all'articolo.

  PRESIDENTE. Sono tutti favorevoli ?

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza.
  Tutti favorevoli.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Dadone 4.3 e Migliore 4.60.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dadone. Ne ha facoltà.

  FABIANA DADONE. Signor Presidente, il disegno di legge di revisione costituzionale sostituisce alle regole ordinarie una procedura estremamente semplificata per l'approvazione delle future riforme che non è affatto compensata dalla previsione di un referendum finale. Tali semplificazioni violano sia la procedura aggravata dell'articolo 138 della Costituzione sia le Pag. 74regole costituzionali sul procedimento legislativo ordinario di cui all'articolo 72 della Costituzione, sia le regole dei Regolamenti parlamentari che sono specificamente dedicate all'approvazione delle leggi di revisione costituzionale e che, proprio in considerazione della gravità delle decisioni di riformare la Costituzione, aumentano le garanzie ordinariamente previste. Le semplificazioni introdotte, viceversa, si disfano delle garanzie speciali del procedimento di revisione e persino di quelle previste per un ordinario procedimento legislativo.
  Ciò che questo emendamento si propone di fare è liberare la discussione di revisione costituzionale dalla dittatura dei tempi per la procedura e delle deroghe ai Regolamenti parlamentari. Troppe sono, infatti, le semplificazioni che questo disegno di legge introduce. La prima consiste nell'istituzione del Comitato dei quarantadue. La seconda consiste nel disegnare una corsia preferenziale per le future riforme che assicuri di approdare in tempi certi ad un voto finale, come se si trattasse di convertire un decreto-legge. Sono preventivamente stabiliti i tempi che dovranno cadenzare le fasi intermedie dell'iter parlamentare ed è previsto un termine complessivo di durata dell'intero iter corrispondente a solamente 18 mesi. La terza semplificazione riguarda il fatto che all'interno di questo tempo massimo, già stabilito per ciascuna fase dell'iter legislativo e per il procedimento nel suo complesso, si procederà al contingentamento dei lavori parlamentari, così derogando palesemente le norme dei nostri Regolamenti parlamentari, che escludono il contingentamento proprio con riguardo alla revisione costituzionale. Si tratterà, tra l'altro, di un contingentamento del tutto anomalo anche rispetto a quello praticato per i disegni di legge ordinaria.
  Il quarto consiste nell'affidare al Comitato parlamentare un potere regolamentare autonomo grazie al quale potranno essere introdotte ulteriori regole di semplificazione. Ciò che chiediamo con questo emendamento è che siano soppressi i termini massimi che comprimono a cascata e a ritroso tutti i tempi di esame e che siano rispettati i tempi proposti dal Regolamento della Camera.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Dadone 4.3 e Migliore 4.60, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dambruoso, Richetti, Mantero, Piepoli, Abrignani, Lombardi, Velo, Tidei, Grillo, Mucci, Balduzzi, Toninelli, Pinna, Bobba, Vito, Oliaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  388   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato
  95    
    Hanno votato
no  293).    

  (I deputati Carlo Galli e Zampa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 4.61, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  384   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato
  92    
    Hanno votato
no  292).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Lombardi 4.4. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lombardi. Ne ha facoltà.

Pag. 75

  ROBERTA LOMBARDI. Signor Presidente, questo disegno di legge fissa un aberrante contingentamento dei tempi di riforma della Costituzione, che dovrebbe avvenire nell'arco di 18 mesi. Tuttavia, dal testo non si capisce quali conseguenze si verificherebbero nel caso in cui i lavori parlamentari non si concludessero nel suddetto termine.
  Pertanto, in un'ottica riparatoria, l'emendamento che stiamo proponendo fissa in modo chiaro la riespansione dell'articolo 138 e della procedura ordinaria in esso prevista allo scadere, senza esito, del termine previsto per la procedura derogatoria temporanea.
  L'articolo 4 dispone sull'organizzazione dei lavori. Il primo comma prevede, infatti, che i lavori parlamentari relativi ai progetti di legge costituzionale di cui all'articolo 2, comma 1, e cioè i progetti di legge di revisione costituzionale degli articoli riferiti ai Titoli I, II, III e V della seconda parte della Costituzione, nonché in materia elettorale, siano organizzati in modo tale da consentirne la conclusione entro 18 mesi dalla data di entrata in vigore del provvedimento all'esame.
  Considerato che lo scopo di questo Comitato è quello di garantire l'approvazione dei progetti di legge in materia costituzionale in tempi certi, qualora tale organismo non riesca nel suo compito riteniamo opportuno ripristinare quanto previsto dalla Costituzione e dalla procedura ordinaria.
  Decorso il termine di cui al succitato comma, dunque, con questo emendamento si introduce la riespansione dell'articolo 138 della Costituzione, che prevede che le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali siano adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni, ad intervallo non minore di tre mesi, e siano approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Balduzzi. Ne ha facoltà.

  RENATO BALDUZZI. Signor Presidente, la discussione di questo emendamento è utile per chiarire la natura dei termini contenuti in questo disegno di legge, che non è una natura perentoria. Si tratta di termini non perentori, ma non meramente ordinatori, che servono a dare un'idea di massima, ma sono termini sollecitatori, cioè termini che servono per stare dentro un percorso che si vuole arrivi da qualche parte.
  Da questo punto di vista, è molto importante la valutazione che noi possiamo dare in quest'Aula sulla natura giuridica del termine, per le ragioni che abbiamo già detto più volte. Su questo disegno di legge in particolare, il dibattito, la discussione parlamentare è molto utile, perché serve per dare elementi ulteriori rispetto a quelli dei lavori preparatori di una legge ordinaria, ma anche, sotto il profilo specifico dell'emendamento in oggetto, per motivarne la necessaria reiezione.
  Questo meccanismo, il meccanismo proposto, non aiuta, in quanto renderebbe questi termini perentori, cioè termini che, se non vengono rispettati, determinano una sanzione. In questo caso, la sanzione, la conseguenza, sarebbe il ritorno ad una procedura ordinaria; non quella derogata dal disegno di legge costituzionale, ma quella ordinaria dell'articolo 138.
  Questo non sarebbe, probabilmente, saggio, perché i termini di cui stiamo parlando sono termini che aiutano, come dicevo all'inizio, ad arrivare da qualche parte, ma che, nello stesso tempo, mantengono una certa flessibilità e duttilità, perché può darsi che, per ragioni anche importanti, non si riesca proprio a rispettarli all'esatto giorno, ma questo non va a detrimento della linearità e della velocità del procedimento complessivo.
  Questo, credo che sia importante sottolinearlo. Ho preso come argomento questo emendamento; non è l'unico che riguarda i termini, però è quello che forse consente meglio di fare questo ragionamento.

Pag. 76

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Presidente, io trovo francamente inaccettabile che l'articolo 138 venga definito dall'onorevole Balduzzi una sanzione. Allora, ci spieghi come ha fatto questo Parlamento, nella scorsa estate, nella scorsa legislatura, a modificare la Costituzione approvando il fiscal compact e il pareggio di bilancio in Costituzione, se questa è una procedura così complicata per modificare la Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lombardi 4.4. Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Incecco, Ragosta, Rostan, Pesco...Ci siamo ? Tutti hanno votato ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  417   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato
 112    
    Hanno votato
no  305).    

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Dieni 4.7 e Migliore 4.70. C’è un invito al ritiro. I presentatori insistono ? Prego, deputata Dieni.

  FEDERICA DIENI. Presidente, sì, insistiamo. Con questo emendamento chiediamo la soppressione della disposizione che obbliga il Comitato a completare il lavoro in sede referente entro un determinato termine. Vi è un insieme composito di strappi e deroghe. Sotto il profilo generale, il disegno di legge costituzionale istituisce una procedura di revisione costituzionale in esplicita antitesi rispetto al comma 4 dell'articolo 72 della Costituzione, che dispone «la procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale» (la normalità procedimentale è travisata proprio dall'istituzione del Comitato stesso), e poi, appunto, rispetto all'articolo 138 della Costituzione.
  Problema di notevolissima portata, insito nel presente disegno di legge, consiste nella impropria intromissione negli istituti disciplinati dai Regolamenti parlamentari, determinando scompensi ordinamentali di non facile soluzione applicativa ed interpretativa. I Regolamenti parlamentari hanno infatti autonomia costituzionale propria, non attivabile né comprimibile né espandibile da leggi costituzionali, ma esclusivamente dai Regolamenti parlamentari stessi. In altri termini, un istituto previsto da un Regolamento parlamentare vigente, ove soppresso da una legge costituzionale vigente, può essere inibito ad un parlamentare ? Giuridicamente no, ma in sede applicativa solo e soltanto i Presidenti delle rispettive Assemblee formuleranno le conseguenti decisioni e valutazioni.
  In tutta evidenza appare comunque assai grave e inopportuno che il Governo non solo si arroghi il diritto di promuovere riforme della Costituzione, ma di farlo tentando di comprimere la sovranità parlamentare, attraverso limiti, freni ed ostacoli del tutto incostituzionali. Un procedimento speciale di revisione costituzionale, di cui all'articolo 138 ha la funzione di adeguare la Costituzione alle mutate esigenze storiche, sociali e politiche. È quindi esercizio di potere costituito, e non costituente.
  Parlare con riferimento al momento attuale di percorso costituente – forse è un lapsus, ma tale espressione ha allineato il Governo che, appunto, l'ha pronunciata – è frutto di ignoranza oppure sottende intendimenti eversivi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

Pag. 77

  GIANNI MELILLA. Signora Presidente, colleghi deputati, oltre al limite perentorio che è stato fissato, una obiezione sollevata da molti costituzionalisti riguarda una grave incertezza normativa che potrebbe derivare dalla inosservanza del cronoprogramma. Il comma 2 di questo articolo, infatti, fissa al Comitato il termine tassativo di sei mesi dalla data della sua prima seduta per trasmettere ai Presidenti delle Camere i disegni di legge costituzionali esaminati in sede referente, non specificando, però, cosa succede se tale termine non viene rispettato.
  Il professor De Fiores evidenzia che, in questo caso, si tratta di una lacuna difficilmente colmabile, se non commettendo, anche in questo caso, un intervento integrativo normativo da parte del Comitato, con problemi, però, molto seri soprattutto nel caso in cui la soluzione dovesse essere ravvisata nella trasmissione coattiva del testo all'altro ramo del Parlamento, con l'automatica decadenza di tutti gli emendamenti non esaminati, quasi si trattasse di convertire un decreto-legge. Per questo, non è possibile, per motivi anche di razionalità, accettare questo comma.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Dieni 4.7 e Migliore 4.70, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia, Luigi Gallo, Sbrollini, Lombardi, Venittelli, Caparini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  415   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato
 114    
    Hanno votato
no  301).    

  Passiamo all'emendamento Toninelli 4.8.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, l'emendamento che abbiamo presentato, che riguarda il secondo comma dell'articolo 4, ha il fine di modificare la parola «esaminati», con la parola «approvati». In pratica, è per una mera logicità di intendimento di questo articolo, che dichiara che, nei lavori del Comitato, nei sei mesi dalla costituzione del Comitato, verranno passati ai Presidenti di Camera e Senato tutti quei progetti di legge costituzionale che il Comitato avrà esaminato.
  L'illogicità sta nel fatto che ci potrebbero essere progetti, disegni, progetti di riforma costituzionale il cui esame non è completamente terminato e, di conseguenza, questo Comitato potrebbe portare all'Assemblea di Camera e Senato un lavoro che non è completo, che non ha relazioni illustrative sufficienti.
  Con questo emendamento, quindi, chiediamo, con una trasformazione logica di un emendamento, di trasformare la parola: «esaminati» in «approvati», approvati dal Comitato, in modo tale che all'Assemblea arrivi un lavoro che ha concluso il suo iter e che è stato votato favorevolmente dal Comitato stesso.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 4.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  416   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato
 115    
    Hanno votato
no  301).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 78Migliore 4.62, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Carrescia, Ginefra, Causi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  419   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato
 115    
    Hanno votato
no  304).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 4.71, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia, Grillo, Molteni, Roberta Agostini, Palma, Cicu, Bonaccorsi, Sereni, Ginoble...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  422   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato
 117    
    Hanno votato
no  305).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Ambrosio 4.10 con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Toninelli, Locatelli, Grassi, Capodicasa, Casellato, Rughetti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  420   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato
 116    
    Hanno votato
no  304).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 4.11.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, continuiamo l'illustrazione degli emendamenti anche se ciò non interessa all'altra parte del Parlamento, ma comunque lo facciamo per quelli che ci stanno ascoltando e seguendo la seduta. Solo poche parole su questo emendamento. Il ritmo temporale previsto per il processo di riforma costituzionale è già fin troppo serrato, e proprio questa riduzione dei tempi rispetto a quella ordinaria prevista dall'articolo 138 costituisce uno dei dubbi più rilevanti sollevati da molti costituzionalisti. Anche alla luce di questo, riteniamo che tempi per la seconda e decisiva lettura del progetto di riforma debbano essere definiti quanto meno con il concorso della Conferenza dei capigruppo, anche perché è l'unico modo di consentire all'opposizione di provare a far sentire la sua voce sulla tempistica dei lavori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 18,55).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 4.11, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giuliani.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  417   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato
 112    
    Hanno votato
no  305).    

Pag. 79

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 4.12, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brandolin, Kronbichler, Grassi, Bragantini Paola, Agostini Roberta, Lombardi, Tripiedi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  421   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato
 115    
    Hanno votato
no  306).    

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Migliore 4.13 e Dadone 4.14.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dadone. Ne ha facoltà.

  FABIANA DADONE. Signor Presidente, colleghi, nel corso di questo esame abbiamo avuto modo più volte di manifestare tutto il dissenso del nostro gruppo nei confronti della via scelta per la riforma costituzionale, ovvero quella di derogare alla procedura prevista ex articolo 138 della Costituzione, un dissenso del quale abbiamo avuto modo di spiegare tutte le ragioni, ma che giova ulteriormente ribadire, perché così facendo, a nostro avviso, si pone un precedente pericoloso, ovvero quello di un Parlamento che si pone autonomamente al di sopra della Costituzione stessa, alla quale, invece, dovrebbe essere soggetto. I profili di criticità di questo disegno di legge sono molteplici e consistono nell'assegnazione della funzione di guida del processo di revisione al Governo, nel prevedere l'istituzione di un Comitato straordinario con una libertà di azione amplissima, ma soprattutto nel prevedere dei tempi di riforma eccessivamente serrati.
  Nel momento in cui la procedura di approvazione delle leggi di revisione costituzionale viene esplicitamente sottoposta ad un cronoprogramma a tempi ristretti ci troviamo automaticamente in antitesi alle caratteristiche di riflessione e ponderatezza tipiche delle procedure di revisione costituzionale, dimenticando, così, che i tempi lunghi delle revisioni servono anche per consentire a chi sta fuori dalle Aule parlamentari di farsi un'idea di quanto si intende fare e delle prospettive che si aprono, delle conseguenze che certe modifiche sono in grado di procurare. In questo senso il nostro emendamento, a fronte delle molteplici deroghe previste all'articolo 138, propone di lasciare almeno inalterato l'intervallo di 90 giorni tra la prima e la seconda votazione in ciascuna delle Camere così come voluto dai padri costituenti. (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

  ARCANGELO SANNICANDRO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, anche noi abbiamo proposto di rispettare il termine previsto dall'attuale Costituzione di 90 giorni di intervallo tra la prima e la seconda lettura. Ora è inutile ripetere ancora una volta quanto sta accadendo in termini di violazione del 138; voglio soltanto, così, ricordare all'Aula che, di fronte alla disinvoltura con cui si sta procedendo ad aggirare l'articolo 138, mi rendo conto che, quando si discusse nell'Assemblea costituente di come rendere rigida la Costituzione, non erano affatto, come dire, infondate le pessimistiche previsioni di alcuni. Voglio ricordare che l'onorevole Paolo Rossi, socialista, propose di seguire l'esempio di altre nazioni, per esempio la Svizzera, il Belgio; le Costituzioni di tali paesi prevedono un sistema molto più rafforzato e cioè per esempio, come in quel caso, che la seconda lettura non spettasse alla Camera che votasse la prima lettura. E cioè, praticamente, se un Parlamento decideva di cambiare la Costituzione, dopo, doveva essere sciolto e la seconda lettura spettava alla rinnovata Assemblea legislativa. Il dibattito fu serrato, Pag. 80alla fine insomma per varie ragioni, si addivenne all'attuale normazione, fidando, io credo a questo punto eccessivamente, nella lealtà della futura classe politica pensando che la spinta propulsiva della Costituzione sarebbe rimasta intatta o che comunque avrebbe alimentato la politica per vari e vari decenni.
  Così devo constatare amaramente che non è accaduto; c’è, ripeto, ormai una conclamata volontà di fare della riforma della Costituzione una procedura quasi di routine, abbiamo potuto vedere come si è sbizzarrita la fantasia per comprimere i poteri del Parlamento, per comprimere i poteri, anche le iniziative e l'autonomia delle opposizioni; credo che il barile sia stato, come dire, raschiato fino in fondo, non so cosa altro si poteva inventare. Questa è la ciliegina sulla torta, una norma quasi vessatoria, del tutto ingiustificata che, comunque, dice molto bene qual è l'approccio di coloro i quali questo progetto hanno proposto, di coloro i quali questo progetto stanno approvando.
  Ora si dice in questa Aula: «guardate, non stiamo cambiando la Costituzione»: non so, come dire, non vorrei usare un'espressione pesante, ma non so se è ipocrisia o veramente incomprensione. Ma noi la stiamo oggi violando la Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! È inutile che ci invitate a guardare quello che partorirà il Comitato dei quarantadue, oggi stiamo violando la Costituzione e stiamo violando anche il Regolamento della Camera che, per essere modificato, se andiamo a leggere appunto il Regolamento in vigore, lo può essere ma lo può essere con una procedura particolarmente garantista. Invece no, noi siamo addivenuti anche a dei mezzucci, miserabili, cioè quelli di assumere nella legge costituzionale le modifiche del Regolamento. Non avete lasciato nulla di intentato e questo la dice lunga su quello che potrà partorire il Comitato dei quarantadue. Concludo Presidente.
  Quindi io spero molto che, strada facendo, ci si ravveda, che qualche miracolo accada. Certo che siamo amareggiati: mi rendo conto che 20 anni di diseducazione ai valori della Costituzione – checché ne dica la collega Pollastrini – hanno scavato a lungo, profondamente sotto le fondamenta della Costituzione italiana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Nelle scuole ormai sono valori sconosciuti: una volta si insegnava l'educazione civica, mi pare che non si insegni neanche più.
  Una volta che la passione e l'amore per la Costituzione sono crollati nelle giovani generazioni e tra gli adulti è evidente che un fosco avvenire ci attende. Però, come al solito, noi siamo degli ottimisti instancabili e speriamo sempre fervidamente che ci si possa ravvedere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, volevo ricordare a quest'Aula un piccolo inciso, giusto per fare il punto su chi è coerente e chi è sincero. Ebbene, Pierluigi Bersani – che purtroppo non vedo più in quest'Aula – dichiarava, a novembre 2012, in un suo tweet che «tutte le riforme devono avvenire sulla base della nostra Costituzione, la più bella del mondo, su questo non deroghiamo» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Migliore 4.13 e Dadone 4.14, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Capua, La Marca, Fanucci, Paola Bragantini.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 81
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  408   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
 109    
    Hanno votato
no  299).    

  (Il deputato Sisto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Dadone 4.15 e Migliore 4.63.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dadone. Ne ha facoltà.

  FABIANA DADONE. Signor Presidente, con il comma 5 torniamo ad uno dei temi del presente disegno di legge che più ha suscitato il nostro dissenso, ovvero la potestà assegnata al Comitato di procedere alla redazione di testi relativi alla legge elettorale. Sono due i motivi per cui siamo contrari fondamentalmente. Il primo è che si tratta di una legge ordinaria, per cui non capiamo il motivo per il quale si dovrebbe costituire un Comitato parlamentare, appositamente costituito per procedere alle riforme costituzionali, e poi attribuirgli anche la competenza in sede referente di una legge ordinaria. Il secondo motivo è che non riusciamo a capire quale sia la consequenzialità tra la legge elettorale e un progetto di riforma costituzionale. Si è trattato a lungo oggi del discorso relativo alla legge elettorale; a maggior ragione dopo che è stata incardinata al Senato una proposta di legge elettorale, comunque se ne discuterà lì e non vediamo il senso logico di dare anche al Comitato la competenza in materia di legge elettorale, non ha senso alcuno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Dadone 4.15 e Migliore 4.63, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bonaccorsi, Ginefra, Lainati, Pizzolante, Bindi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  411   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
 114    
    Hanno votato
no  297).    

  Passiamo alla votazione dell'articolo 4.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Guidesi. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Signor Presidente, ci tengo ad intervenire sull'articolo 4, che riguarda l'organizzazione dei lavori. Noi, ovviamente, ci sentiamo protagonisti e anche testimoni diretti di tutte le iniziative che erano state fatte precedentemente dal punto di vista dei tentativi di riforme costituzionali in questo Paese. Premesso che qui non stiamo parlando di ledere i principi fondamentali della Costituzione. Qui stiamo parlando di trovare un metodo affinché si possa modernizzare la struttura di questo Paese, un Paese che è arcaico e non è al passo con i tempi.
  Noi condividiamo questo articolo in funzione della scadenza dei diciotto mesi. Per noi l'accelerazione è fondamentale, ma è fondamentale oggi per un motivo in più, perché, nonostante oggi le parole del Ministro dell'economia e delle finanze siano smentite addirittura dalla relazione presentata dal Governo e l'ottimismo suo sia smentito, se un domani ci sarà una piccola, come ci auguriamo tutti, ripresa economica, questo Paese è pronto ad accompagnarla dal punto di vista strutturale ? Dal nostro punto di vista no. E proprio anche per questo motivo ci sarà bisogno al più presto di una riforma strutturale di questo Paese e di una riforma costituzionale.
  Colgo anche l'occasione per smentire alcuni articoli di giornale, ma anche alcune dichiarazioni di alcuni imprenditori impegnati al meeting di Cernobbio rispetto al federalismo fiscale. Oggi non è possibile parlare dei risultati del federalismo fiscale, Pag. 82perché oggi in questo Paese il federalismo fiscale non c’è. Oggi, in questo Paese non sono stati applicati i decreti del federalismo fiscale. Oggi, in questo Paese non c’è nessuna sperimentazione da quel punto di vista.
  Gli enti locali, e questo lo sanno tutti i sindaci, di qualsiasi colore politico, sono stati costretti ad affrontare – e lo sono tuttora – le questioni di bilancio, le chiusure di bilancio in maniera allarmante per dare servizi ai cittadini, aumentando le imposizioni locali delle imposte che già c'erano e facendolo solo in funzione e conseguentemente dei tagli lineari che ci sono stati dallo Stato centrale. È falso dire che il federalismo fiscale non funziona. Noi siamo d'accordo con le parole del Ministro Del Rio, della scorsa settimana. Siamo d'accordo che questo Stato, questo Paese debba passare da un sistema centralista ad un sistema federalista, ma proprio per questo non riusciamo a capire come mai l'ex presidente di ANCI, ora Ministro, non abbia ancora applicato quei decreti del federalismo e non si sia ancora applicato per filo e per segno sull'applicazione dei costi standard che farebbero anche un gran bene a questo Paese dal punto di vista della spesa pubblica.
  Daremmo anche una certezza a quei sindaci e a quegli enti locali che oggi non riescono a chiudere i propri bilanci, che non riescono a farlo perché non conoscono le regole attraverso cui chiudere i bilanci, perché lo Stato non gli dà la possibilità di farlo. E proprio per questo noi dobbiamo garantire certezze agli enti locali, dobbiamo farlo in maniera coerente e corretta nei confronti di persone che si impegnano ormai in maniera praticamente volontaria e dal punto di vista anche sociale. Noi auspichiamo l'applicazione di un vero federalismo e di una vera riforma delle autonomie. Ciò garantirebbe il rispetto delle singole identità territoriali, che tutti sappiamo essere diverse in questo Paese. Ciò garantirebbe un principio di equità e, soprattutto, un principio di responsabilità. Il nostro impegno da questo punto di vista sarà totale, sarà un impegno propositivo, anche per le esperienze che abbiamo portato in quest'Aula nelle legislature precedenti.
  Noi ci saremo, perché siamo qui per cambiare e tentare di modernizzare questo strano Paese e sulle riforme, lo ribadiamo, il nostro impegno sarà massimale. Il Paese crediamo abbia bisogno di risposte, di risposte anche dal punto di vista di riforme strutturali e di uno snellimento di questo Paese.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lauricella. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE LAURICELLA. Signor Presidente, noi ovviamente approveremo questo articolo, che non è altro che un articolo che riguarda l'organizzazione dei lavori, che viene scadenzata secondo dei termini precisi; e dico subito, anche per rispondere ad altri interventi, che non si tratta di termini certamente perentori, ma di termini ordinatori. D'altro canto, in nessuna parte procedurale della Costituzione sono previsti termini perentori; ma a noi appartiene un valore, che è anche quello di assumerci la responsabilità dell'impegno: quindi la responsabilità politica è la sanzione che viene rivolta a chi approva e a chi segue l’iter costituzionale.
  Sono previsti dei termini di conclusione di tutta la procedura, che sono 18 mesi dall'entrata in vigore della legge che andremo ad approvare. Entro sei mesi c’è un altro termine, entro cui il Comitato dovrà trasmettere ai Presidenti delle Camere i progetti di legge costituzionali esaminati in sede referente. Nelle parti del provvedimento che noi approveremo, «esaminati in sede referente» sembra ormai un dato acquisito e normale; ma ricordo a coloro che parlano di stravolgimento della Costituzione e accusano la maggioranza e chi approverà questo provvedimento, che la sede referente è stata un passaggio discusso, e quindi voluto da questa parte nella proposta costituzionale: proprio perché ricordo a me stesso e ricordo a tutti che nella fase iniziale, nella proposta originaria non v'era la sede referente, ma Pag. 83v'era la sede redigente, cosa che veramente avrebbe in quel caso determinato un'usurpazione in qualche modo, comunque uno stravolgimento di quello che è l’iter del 138. Così com'era previsto un Comitato formato non solo da parlamentari, ma anche da tecnici; così come è previsto anche un referendum obbligatorio, che diventava un referendum della maggioranza, e non a garanzia delle opposizioni e delle minoranze.
  Quando quindi si scandiscono i termini è per dare un riferimento a quello che dovrà essere il procedimento da seguire; così come i tre mesi che sono previsti per l'approvazione per una Camera e per l'altra, e così come i 45 giorni di distanza tra una deliberazione e l'altra che sono previsti per il completamento del procedimento. Ed è prevista a maggioranza assoluta, sapendo che è possibile ovviamente la maggioranza dei due terzi, e che in quel caso – come vedremo poi nel prosieguo dell'esame del provvedimento – potrà essere richiesto quindi un referendum eventuale, da parte proprio delle minoranze e dell'opposizione.
  Abbiamo quindi un procedimento che offre delle garanzie, e come dicevo poco fa, offre una sanzione: la sanzione è quella politica, non ci può essere altro tipo di sanzione, non ci può essere certo una sanzione di tipo giuridico oppure una sanzione civile con il risarcimento del danno, questo è chiaro. Vi è quindi la garanzia della sede referente, vi è la garanzia di un referendum facoltativo.
  A chi continua quindi a voler nascondere quello che è un dato di fatto, quello di aver garantito che sì, certo, è una deroga all'articolo 138, ma abbiamo garantito però che il procedimento per la revisione sia stato aggravato, proprio prevedendo un referendum anche nel caso dell'approvazione con i due terzi. Quindi, ogni altra considerazione diventa soltanto strumentale, come strumentale d'altro canto è stato il richiamo ad altre proposte di legge costituzionale che non fanno altro che richiamare questo, il rafforzamento dei casi in cui bisogna modificare la Costituzione, e questo articolo e tutto l'impianto lo garantisce (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Sinistra Ecologia Libertà ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. Poiché ha chiesto di parlare il deputato Melilla, la Presidenza, come ha fatto già in precedenti analoghe circostanze, gli dà la parola per un minuto, perché poi lasciamo il tempo residuo per la dichiarazione di voto finale. Ha chiesto, appunto, di parlare per dichiarazione di voto il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, questo articolo riassume in negativo una legge che manomette la Costituzione in maniera del tutto evidente, come tanti costituzionalisti hanno detto in questi giorni. In particolare non siamo in presenza, come si è detto da più parti per giustificare questa legge costituzionale, di una nuova regola generale, perché una nuova regola generale la Costituzione ce l'ha, ed è essa stessa. L'articolo 138 si rivolge esclusivamente al Parlamento e delinea la cornice entro cui si possono prevedere i modi e le forme di una possibile revisione costituzionale. In questo caso invece, noi lasciamo campo libero alla manomissione della Costituzione andando ad esautorare il Parlamento e i parlamentari affidando al Governo e al Comitato una funzione dominante in questo processo di revisione. Per questo, noi voteremo contro.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Piepoli, Gandolfi, Nardella, Di Gioia, Fucci, Matarrese...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 84
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  401   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato
 287    
    Hanno votato
no  114).    

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 1359)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1359).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Kronbichler 5.4 e formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento Dieni 5.5. La Commissione esprime inoltre parere contrario sugli emendamenti Fraccaro 5.6 e 5.8.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  GAETANO QUAGLIARIELLO, Ministro per le riforme costituzionali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i relatori di minoranza non intendono intervenire.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Kronbichler 5.4.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, questo emendamento nasce da un'esperienza che abbiamo avuto con la legge costituzionale n. 1 del 1997, che prefigurava l'emanazione di un'unica legge costituzionale di revisione relativa a ben 83 articoli. Essa doveva essere sottoposta a un referendum confermativo, ma avrebbe pregiudicato la libertà di voto dei cittadini, perché non riguardava testi omogenei e specifici.
  In questo caso, il disegno di legge prevede che saranno adottate leggi costituzionali aventi materia omogenea e specifica, però nell'articolo non si evidenzia con grande chiarezza che i referendum dovranno riguardare le varie leggi costituzionali, ognuna delle quali dovrà avere un contenuto omogeneo e specifico per dare un senso proprio al pronunciamento dei cittadini.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Kronbichler 5.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Misiani, Fanucci, Cesellato, Gnocchi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  398   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato
 111    
    Hanno votato
no  287).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Dieni 5.5.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Signor Presidente, l'articolo 5 recita così: «La legge o le leggi costituzionali, approvate ai sensi della presente legge costituzionale, sono sottoposte, quando ne facciano domanda, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, un quinto dei membri della Camera, o 500 mila elettori, o cinque consigli regionali, a referendum popolare, anche qualora siano state approvate nella seconda votazione di ciascuna delle Camere a maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, e sono Pag. 85promulgate se, al referendum, siano state approvate dalla maggioranza dei voti validi».
  Quindi, vediamo che il referendum, previsto dall'articolo 5, non è automatico, ma richiede una maggioranza qualificata affinché possa essere indetto.
  Noi invece chiediamo, in virtù di tutte le deroghe o violazioni dell'articolo 138 e in virtù ovviamente dell'impoverimento dei poteri nostri all'interno del Parlamento, che il referendum sia automatico e che quindi sia data la possibilità ai cittadini che al momento ci stanno guardando e che vorrebbero partecipare a questo dibattito, che comunque li coinvolge direttamente, di poter partecipare automaticamente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signora Presidente, volevo puntare il dito su questo emendamento, che evidentemente è lo scudo dietro cui questa maggioranza, che vuole portare avanti questa modifica all'articolo 138, si sta nascondendo.
  In questo emendamento, noi parliamo di automaticità del referendum confermativo popolare. Giova però precisare che quella dello scudo dietro cui questa maggioranza si sta difendendo è un'altra falsità che viene venduta ai cittadini, prima di tutto perché l'articolo 138, che stiamo trattando ora in Aula, non prevede questo passaggio e vi da – avendo questa maggioranza finta perché votata con una legge elettorale anticostituzionale, che ha regalato i due terzi, che non sono i due terzi dell'elettorato – la possibilità di votare, con i due terzi, la deroga all'articolo 138 senza andare davanti ai cittadini con un referendum, anche se i due terzi effettivi dei cittadini e degli elettori non li avete. Quindi, questa è la prima falsità perché forse è un passaggio di cui ci si è dimenticati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  In secondo luogo, il referendum che sarà poi utilizzato nella modifica all'articolo 138 della Costituzione potrebbe essere utilizzato da voi come una sorta di plebiscito, con un referendum che riguarda varie materie di modifica costituzionale e con uno slogan: «Diminuiamo i parlamentari» e sotto poi ci mettiamo il presidenzialismo e quindi è bello che fatto tutto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 5.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ricciatti, Lavagno, Sandra Savino, Ruocco, Roberta Agostini... Ricciatti ancora non riesce a votare... Hanno votato tutti i colleghi ? Mi sembra di sì.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  401   
   Votanti  392   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
 109    
    Hanno votato
no  283).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Fraccaro 5.6.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, il mio emendamento 5.6 è stato ritirato.

  PRESIDENTE. Sì, è ritirato. Grazie, ho avuto bisogno dell'assistenza del Governo. Perfetto. Scusate, sono io che non lo avevo segnalato.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Fraccaro 5.8.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, questo emendamento trae la sua necessità e la sua urgenza da una considerazione, Pag. 86da una considerazione triste e agghiacciante, dalla considerazione che in questo Paese, purtroppo, non esiste una vera libertà di informazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Secondo Reporter senza frontiere siamo al cinquantasettesimo posto nel mondo per libertà di informazione, dopo il Niger e Moldavia, con tutto il rispetto per il Niger e la Moldavia che, evidentemente, hanno molto, molto da insegnarci in materia di libertà di informazione e di stampa.
  Quindi, credo che possiamo trarre alcune conclusioni dal dibattito fin qui in corso. In primo luogo, questa maggioranza non è riuscita a garantire quel minimo di libertà di conoscenza da parte dei cittadini, che è il fondamento di qualsiasi democrazia occidentale, e proprio questa maggioranza vuole e si appresta a modificare, in deroga alla Costituzione, più di 60 articoli. Sempre questa maggioranza non è riuscita, anche per dichiarazione degli esponenti della stessa maggioranza, a fare nulla di buono per questo Paese negli ultimi trent'anni e sempre questa maggioranza si accinge a modificare e pretende di modificare la Costituzione in deroga all'articolo 138.
  La terza considerazione è che sempre questa maggioranza non è riuscita, in sei mesi di legislatura, ad approvare una sola legge di iniziativa parlamentare e pretende di modificare la Costituzione.
  Sulla base di questi considerazioni abbiamo portato all'attenzione di questo Governo l'emendamento 5.8, l'emendamento in discussione che è volto, appunto, a pretendere un adeguato programma conoscitivo ai cittadini, che consenta ai cittadini un'adeguata informazione in relazione ai contenuti della legge o delle leggi costituzionali oggetto del referendum. Questo programma comunicativo deve essere attuato mediante la diffusione agli elettori di un opuscolo informativo, mediante la pubblicazione dei contenuti del referendum, con l'indicazione degli orientamenti delle diverse forze politiche presenti in Parlamento sui siti istituzionali della Presidenza della Repubblica, della Camera dei deputati, del Senato della Repubblica, della Presidenza del Consiglio dei ministri e del Ministero dell'interno, nonché sui quotidiani a diffusione nazionale che ricevono finanziamenti pubblici e in apposito spazio inserito prima dell'inizio dei notiziari delle emittenti radiotelevisive pubbliche.
  La ratio di questa proposta è cioè quella – mi rivolgo soprattutto a lei Ministro – di garantire che ci sia consapevolezza e condivisione non solo all'interno, ma anche all'esterno del Parlamento. In occasione delle consultazioni referendarie purtroppo spesso accade che la maggior parte degli italiani non conosca i quesiti referendari e non sappia cosa decidere o come votare. L'esigenza di garantire una adeguata informazione ai cittadini è imprescindibile in una materia così delicata come quella costituzionale, dove più che mai è necessario che gli elettori siano pienamente a conoscenza dei contenuti delle riforme che si apprestano ad approvare. La sovranità fino a prova contraria spetta ai cittadini e non ai partiti, che stanno occupando abusivamente i posti di potere e le poltrone per costruire un consenso in maniera artificiale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) militarizzando l'informazione. Allora, lasciamo che i cittadini sappiano in cosa consiste realmente questa riforma, quali saranno in caso di approvazione le sue gravissime conseguenze per la tenuta della democrazia di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Tofalo. Ne ha facoltà, per un minuto.

  ANGELO TOFALO. Signor Presidente, non posso che appoggiare questo emendamento e sinceramente oggi sto vedendo uno spettacolo macabro. Vedere a trentadue anni un Ministro della Repubblica italiana utilizzare la penna non per prendere appunti sui vari contributi dei colleghi, ma masticarla come un quindicenne nevrotico, vedere un presidente di Commissione affari costituzionali sbuffare più Pag. 87volte e masticare la gomma come un ruminante (Commenti dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente), vedere anche il professor Baldelli passare, Balduzzi...

  PRESIDENTE. Deputato Tofalo, ha finito il suo tempo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 5.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Portas, Tripiedi, Della Valle, Berlinghieri, Vitelli, Toninelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  402   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato
 107    
    Hanno votato
no  295).    

  Passiamo alla votazione dell'articolo 5.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Busin. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, la Lega Nord voterà a favore di questo articolo che amplia le possibilità di ricorso al referendum popolare e in generale il nostro movimento è a favore delle riforme di cui questo Paese ha estremo e urgente bisogno. Ma a proposito di referendum mi lasci ricordare quella che è stata una grande occasione mancata per la riforma in senso federalista del nostro Stato, cioè il referendum sulla devolution del 2006. Quella riforma anticipava di otto anni molte delle proposte di riforma sulle quali c’è un'ampia convergenza delle varie forze politiche su cui si sta discutendo in questi giorni otto anni dopo. Alcune di queste riforme le voglio citare perché già nella devolution era contenuto il provvedimento che prevedeva il dimezzamento dei deputati, l'istituzione del Senato delle regioni, la definizione delle competenze concorrenti tra i vari livelli di Governo centrale e periferico. Gli stessi argomenti e le stesse posizioni che oggi vengono discusse e sulle quali c’è un'ampia convergenza.
  È stata un'occasione mancata ed è per questo improprio parlare oggi, come si sente anche nel dibattito odierno, di fallimento del federalismo, per il semplice fatto che il federalismo, quello vero, quello da noi proposto, quello per cui noi ci battiamo e per cui siamo nati, non è mai stato realizzato.
  E, oltre al fallimento del referendum sulla devolution, lamentiamo anche e attendiamo ancora l'attuazione delle disposizione attuative della legge n. 42 del 2009, la legge delega in materia di federalismo fiscale, che sono state volutamente dimenticate e lasciate in un cassetto e di cui questo Stato avrebbe bisogno, soprattutto per il tema, che oggi è preponderante, del rispetto degli equilibri di bilancio.
  Sempre in tema di referendum popolare, lasciateci dire che noi guardiamo con un po’ di invidia, anzi, con molta invidia, quello previsto per il 2014 per l'indipendenza della Scozia. Lo consideriamo un esempio, una lezione di democrazia, che rappresenta senz'altro un percorso da seguire, frutto di un'evoluzione di Paesi, come la Gran Bretagna, che vantano una tradizione democratica più radicata e avanzata della nostra (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bressa. Ne ha facoltà.

  GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, l'articolo 5 è l'articolo che ammette il referendum anche nel caso in cui vi sia stata una maggioranza dei due terzi nella seconda votazione e mantiene il carattere oppositivo del referendum, che è la forza dell'articolo 138, per evitare che il referendum si trasformi in uno strumento plebiscitario di consenso coartato.
  È per questo che l'articolo 5 è l'articolo verità, che inchioda molte parole che abbiamo sentito in quest'Aula alla propaganda Pag. 88e al populismo. Parole che sono menzognere e, talvolta, sono anche violente, ma sono menzognere perché dite una falsità che non siete in grado di dimostrare con un punto vero.
  Voi state dicendo che noi stiamo stravolgendo e snaturando la Costituzione, quando il referendum, nella versione dell'articolo 5, rafforza le garanzie e la rigidità della Costituzione. L'ultima parola è affidata ad un voto popolare vero, fatto da cittadini elettori.
  Hic Rhodus, hic salta: il voto sul referendum è il voto verità tra chi vuole la riforma per attuare, non stravolgere, la Costituzione e chi vuole scommettere sul caos, sul sospetto, su chi crede di poter speculare politicamente sulla crisi istituzionale.
  Il Partito Democratico è protagonista da sempre di una politica della Costituzione, ma è sbagliato pensare che la Costituzione sia un programma politico in cui tutto si risolve e tutto si esaurisce. È fondamentale, invece, riconoscere che la Costituzione segna un confine e definisce quegli obiettivi irrinunciabili per attuare le scelte politiche.
  Ebbene, la scelta politica del Partito Democratico è quella di cambiare per rendere più forte la nostra Costituzione, perché solo con istituzioni democratiche rivitalizzate e rinsaldate nello spirito della Costituzione finalmente potremo rendere realtà i diritti inviolabili, la dignità, l'eguaglianza, la libertà, che non è tale se non è accompagnata dalla liberazione dal bisogno e dalla disoccupazione, così come indicano i primi tre articoli della Costituzione, che noi vogliamo vedere attuati.
  E vogliamo farlo non da soli, ma con i cittadini elettori, quelli veri, non quelli virtuali; quelli che voteranno il referendum. E se qualcuno dice che non ci sta e vuole votare contro tutto questo, ebbene lo faccia a suo rischio e pericolo, perché i cittadini sanno distinguere chi fa una battaglia vera nell'interesse della Repubblica e chi fa, invece, il proprio gioco nell'interesse di se stesso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Caon. Ne ha facoltà, per un minuto.

  ROBERTO CAON. Signor Presidente, la mia è una raccomandazione. Oggi, in questi giorni, sicuramente l'Italia può fare quel salto per cui noi da tanti anni lottiamo, quel salto che basta andare Oltralpe e ci viene insegnato. Oggi l'Europa non è governata dall'Italia o dal Portogallo o dalla Grecia; è governata da un grande Paese che si chiama Germania. Questa Germania può governare e può dettare legge in Europa perché la sua economia poggia su un sistema federale. Per questo motivo, io penso che da qui si debba partire per copiare i migliori e non per copiare i peggiori. Se vogliamo rimanere dentro questa Europa in cui ci avete portato, dobbiamo fare quelle riforme per restare al passo, esattamente, dei migliori.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  C’è qualcuno che non riesce ancora a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  391   
   Votanti  390   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
 285    
    Hanno votato
no  105).    

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 1359)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1359).Pag. 89
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli identici emendamenti Migliore 6.1 e Nuti 6.2.
  La Commissione esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Lombardi 6.03.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il parere del Governo è conforme al parere del relatore di maggioranza.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i relatori di minoranza non intendono intervenire.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Migliore 6.1 e Nuti 6.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grassi, D'Attorre, Gregori... affrettarsi ! Marazziti... ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  390   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
 106    
    Hanno votato
no  284).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nicchi... C’è ancora qualcuno che deve votare ? Mi sembra di no.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  395   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
 283    
    Hanno votato
no  112).    

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Lombardi 6.03.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lombardi. Ne ha facoltà.

  ROBERTA LOMBARDI. Signor Presidente, dopo l'articolo 6 chiediamo, con questo emendamento, di inserire un articolo 6-bis sulle disposizioni in materia di doveri informativi della concessionaria televisiva pubblica nell'ambito del procedimento di revisione costituzionale.
  Il testo dell'emendamento che proponiamo recita: «Nel corso del procedimento di revisione costituzionale di cui alla presente legge, la RAI Radiotelevisione italiana, società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, è tenuta ad assicurare un ampio programma comunicativo ed informativo sugli argomenti oggetto del lavoro del Comitato, mediante i telegiornali, i giornali radio, i notiziari, i programmi di approfondimento e ogni altro programma di contenuto informativo, conformemente ai principi del pluralismo, dell'imparzialità, dell'indipendenza, dell'obiettività e della completezza delle informazioni. In caso di mancato rispetto delle suddette previsioni, i componenti del consiglio di amministrazione della RAI decadono dal loro incarico».
  L'assetto complessivo di una riforma costituzionale ponderata e realmente democratica non solo dovrebbe attribuire al popolo il potere di esprimere la propria opinione in merito, ma dovrebbe anche porre i cittadini nelle condizioni di conoscere realmente i contenuti di quello di cui si sta discutendo.
  Il 10 aprile del 1954, dalle ceneri di vecchi enti radiofonici privati, nasceva la società concessionaria del servizio radiotelevisivo Pag. 90pubblico italiano, la RAI, che oggi è il quinto gruppo televisivo di Europa. Ebbene, «concessionario del servizio pubblico», dicevamo, è la dicitura esatta, ma che cosa è rimasto davvero di pubblico di questo servizio ? Forse, solo i soldi dei contribuenti, che continuano a pagare il canone annuale, peraltro sempre più salato, per farsi bombardare ogni giorno da notizie e informazioni sempre più false e sempre più faziose (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  
Il consiglio di amministrazione della RAI ha approvato all'unanimità e sottoscritto un codice etico, che impone a tutti i dipendenti – e, quindi, anche ai giornalisti – il rispetto di principi quali l'onestà, l'osservanza della legge, il pluralismo, la trasparenza nell'informazione, la professionalità, l'imparzialità, la correttezza in caso di conflitti di interesse – e mi scappa da ridere –, la responsabilità verso la collettività nelle trasmissioni di servizio. Quale tra questi principi è stato o viene realmente rispettato ?
  Lo stesso codice etico, sempre nell'articolo 10, irroga, almeno teoricamente, onerose sanzioni per chiunque violi le regole in esso contenute. Trattasi di inadempimento contrattuale, ma, a memoria, non mi pare che ci siano risoluzioni di contratti di giornalisti faziosi; anzi, non solo chi ci racconta una minima parte di quello che accade intorno a noi è ancora lì, ma sono proprio quei giornalisti che provano a fare il loro lavoro nel modo più corretto quelli che non vediamo più in video.
  Alla luce di questo scempio indegno di un sistema democratico che si basi sull'informazione corretta e pluralista nei confronti dei nostri concittadini, chiediamo che il codice etico venga attuato sempre e, con riferimento al caso che qui ci interessa – quindi, a questo disegno di legge costituzionale –, chiediamo che gli argomenti oggetto del lavoro del presente Comitato siano oggetto di un'informazione costante, trasparente e completa per i dipendenti RAI e che, in caso di mancato rispetto degli obblighi imposti dal buon senso prima ancora che dal codice unanimemente approvato, i componenti del CdA decadono dal loro incarico una volta accertata la loro responsabilità nelle sedi adeguate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Lombardi 6.03, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carnevali... Ci sono altri che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  394   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
  96    
    Hanno votato
no  298).    

(Esame dell'articolo 7 – A.C. 1359)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1359).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento Migliore 7.1.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signora Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. I relatori di minoranza ?

Pag. 91

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Signora Presidente, il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 7.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Ambruoso, Misiani, Rostan, Kronbichler, Oliaro, Portas...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  394   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
 108    
    Hanno votato
no  286).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Nicoletti, Malisani, Giorgis, Capodicasa, Bragantini Paola, Pizzolante, Venittelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  397   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato
 291    
    Hanno votato
no  106).    

  (Il deputato Sibilia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

(Esame dell'articolo 8 – A.C. 1359)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1359).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Cozzolino 8.1.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signora Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i relatori di minoranza non intendono intervenire.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 8.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signora Presidente, colleghi, con questo emendamento vogliamo affermare il principio che il Comitato debba essere a costo zero per le rispettive Camere o, quanto meno, prevedere i minori costi possibili che possono essere quantificati giusto nella stampa dei materiali cartacei attinenti ai propri lavori. Anche perché se si volesse procedere a un conto effettuato a penna sulla carta del pane, come facevano le nonne di una volta, sarebbe difficile giustificare ulteriori costi. I due presidenti del Comitato sono i presidenti delle rispettive Commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato e, dunque, in quella veste, già percepiscono indennità aggiuntive e usufruiscono dei cosiddetti decreti del personale di segreteria particolare.
  Considerati i tempi difficili e la tendenza a ridurre le spese di Camera e Senato, riteniamo impensabile ipotizzare indennità aggiuntive o prevedere ulteriori dotazioni di segreteria per loro. L'attuale disegno di legge non prevede la possibilità per il Comitato di dotarsi di esperti, di procedere ad audizioni o ad indagini conoscitive, Pag. 92dunque, anche su questo fronte, sono esclusi i costi che solitamente comportano le Commissioni bicamerali e di inchiesta. Se il personale, i locali e gli strumenti operativi messi a disposizione saranno quelli di Camera e Senato, riteniamo che ci sia poco spazio per spese da conteggiare nei rispettivi bilanci, e sicuramente controlleremo che sia così almeno qui, in fase di esame del bilancio alla Camera (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 8.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dambruoso, Garavini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  396   
   Votanti  395   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
 119    
    Hanno votato
no  276).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Magorno, Giorgis, Locatelli, Milanato, Capodicasa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  396   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato
 286    
    Hanno votato
no  110).    

(Esame dell'articolo 9 – A.C. 1359)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1359).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, il parere è contrario sull'emendamento Dadone 9.1.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. I relatori di minoranza ?

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, anch'io esprimo parere contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Dadone 9.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dadone. Ne ha facoltà.

  FABIANA DADONE. Signor Presidente, l'obiettivo di questo emendamento è di sottoporre a referendum senza richiesta la presente legge costituzionale, in quanto derogatoria della Costituzione stessa e quindi surrettiziamente modificativa. Perché ? Perché questo disegno di legge esautora il popolo. Voi cercate di giustificare la democraticità della deroga proposta enfatizzando la circostanza che la grande riforma sarà comunque sottoposta a referendum, anche se dovesse essere approvata dalla maggioranza dei due terzi dei parlamentari in entrambe le Assemblee. Si tratta però di un imbroglio. In primo luogo, per essere coerenti, si dovrebbe sottoporre a referendum innanzitutto la riforma madre per incidere sul procedimento per modificare la Costituzione. Il popolo deve essere interpellato prima di dare vita al Comitato per le riforme, per Pag. 93chiedere agli elettori se vogliono davvero che le Camere, nei prossimi mesi, siano impegnate a modificare la Costituzione più bella del mondo, stravolgendola, e se vogliano che essa sia modificata con un procedimento semplificato.
  La deroga al 138, che si introduce con la riforma madre, passerà col voto dei due terzi delle Camere e non verrà sottoposta a referendum. Così la maggioranza potrà evitare il referendum sulla riforma madre, che si colloca all'inizio del percorso riformatore. Va, però, ricordato che la maggioranza è dei due terzi dei seggi ma non c’è il consenso dei due terzi degli elettori e che tale maggioranza è gonfiata solo grazie ad una legge elettorale illegittima. Ne discende che la maggioranza compie un furto di democrazia, perché riesce ad impedire alla minoranza di sollecitare un referendum e dunque una discussione popolare preventiva sulla necessità di grandi riforme solo grazie al fatto che il premio incostituzionale gli ha regalato dei seggi, troppi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  In secondo luogo, siccome la maggioranza sa che, una volta approvata, la grande riforma sarà sottoposta al voto referendario, non sarà preoccupata di cercare un accordo con le minoranze in Parlamento, ma solo di confezionare alcuni slogan da dare in pasto agli elettori quando si andrà al referendum finale per convincerli ad accettare con un voto unico, sì o no, la modifica delle diverse parti della nostra Costituzione.
  In questo modo il referendum è trasformato in uno strumento nelle mani della maggioranza che può ignorare in Parlamento le ragioni delle opposizioni e si rivolge direttamente al popolo quando la riforma è già approvata e la si può solo prendere o lasciare. Per cui, colleghi, se davvero tenete come dite alla partecipazione popolare, oggi ve ne siete riempiti la bocca tutti, allora non potete impedire ai cittadini di decidere su questo disegno di legge. Se siete coerenti con quello che predicate, non avete problemi a votare favorevolmente questo emendamento, altrimenti dovrò constatare che è proprio vero che tra il dire e il fare c’è di mezzo un mare, ma un mare di gente presa in giro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 9.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Minardo, Vitelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  391   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
  88    
    Hanno votato
no  303).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Cesellato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  396   
   Votanti  395   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
 290    
    Hanno votato
no  105).    

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 1359)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 1359).
  Avverto che l'ordine del giorno Lattuca n. 9/1359/2 è stato ritirato dal presentatore.Pag. 94
  Il deputato Pisicchio ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1359/1.

  PINO PISICCHIO. Signor Presidente, risolveremo in pochissimi minuti.

  PRESIDENTE. Scusi, deputato Pisicchio, avvertirei i colleghi che ci sono pochissimi passaggi prima di passare alla parte della seduta in cui non si vota.

  PINO PISICCHIO. Signor Presidente, nella seduta del 5 settembre 1946 dell'Assemblea costituente l'onorevole Perassi presentò un ordine del giorno di contenuto perfettamente sovrapponibile a quello da noi proposto all'attenzione di quest'Aula.
  L'intento del costituente era di offrire un perimetro di lavoro tra le ipotesi possibili di forma di Governo perché l'Assemblea, ancorché sovrana e generatrice suprema della nuova regola costituzionale, non operasse al buio. E non è che non ci fossero sensibilità, che specialmente nella cultura liberale si facevano portatrici di forme di Governo diverse dall'opzione parlamentare. L'ordine del giorno Perassi rappresentò allora un elemento di chiarezza, perché fornì ai costituenti impegnati nella redazione del testo che sarebbe stato proposto all'Assemblea l'orientamento necessario.
  Ebbene, noi siamo oggi nella medesima condizione, con qualcosa in meno dal punto di vista della forza rappresentativa che dovrebbe essere assunta dal Comitato, perché come già si è detto non è espressione di un'Assemblea Costituente e quindi non è dotato di tutte le garanzie d'impianto proporzionalistico e di scelta della rappresentanza che sono tipiche del gesto costituente.
  Si comprenderà come allora una pronuncia senza margini di ambiguità sulla forma di Governo diventi a questo punto dirimente. Questa è la ragione per cui abbiamo ritenuto di proporre all'attenzione dell'Assemblea un ordine del giorno che ripropone i contenuti di un orientamento che ha rappresentato la pietra angolare su cui si è costruita la Costituzione vigente, che – siamo convinti – deve essere attraversata da una ventata di fresco, ma – attenzione – restando coerente con i suoi principi e le sue ragioni.
  Ci viene chiesto di non insistere nella presentazione dell'ordine del giorno, per una estraneità alla struttura del disegno di legge di carattere essenzialmente procedurale. Mi si consenta di esprimere dubbi su questa interpretazione. L'indicazione del perimetro della forma di Governo non è cosa eccentrica rispetto alle procedure. Tuttavia, noi possiamo scegliere di non porre oggi la questione evitando gesti deflagranti in questa Assemblea e di collocare in un momento successivo l'ineludibile scelta. Ma questa dovrà essere compiuta comunque prima che il Comitato dei 42 cominci i suoi lavori, perché non può da noi essere accettata un'ipotesi di riforma che non abbia un orientamento certo sulla forma di Governo. Ebbene, con questa sottolineatura, con questa precisazione, che voglio consegnare ai verbali, io ritiro il mio ordine del giorno.

  PRESIDENTE. L'onorevole Sisto ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1359/3.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, abbiamo presentato un ordine del giorno insieme al presidente Balduzzi e al collega Fiano, che è la risultante naturale di quanto è stato discusso e deciso nel Comitato dei nove, cioè l'impegno rinnovato, che noi vogliamo sia assunto formalmente dal Governo e dall'Aula, a mantenere quella trasparenza e quella piena comunicazione dei lavori del Comitato. Per dimostrare che le parole qualche volta diventano fatti, noi chiediamo che l'ordine del giorno sia sottoposto all'attenzione del Governo e quindi dell'Aula.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo sull'ordine del giorno Sisto ed altri n. 9/1359/3 ?

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, rispetto all'unico ordine Pag. 95del giorno che è stato illustrato dal presidente Sisto, così come eravamo intervenuti nella discussione sugli emendamenti che aveva caratterizzato il tema riguardo alla pubblicità dei lavori e su cui già c'era stato un pronunciamento del Governo qualora ci fosse stato un ordine del giorno, confermo il parere favorevole all'ordine del giorno Sisto.
  Mi permetto anche di ringraziare il collega Pisicchio di aver colto un dato della richiesta di invito al ritiro, sapendo che quello è un argomento che entra già nel merito e al quale al più presto saremo chiamati tutti a rispondere.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, io chiedo che questo ordine del giorno sia posto in votazione e invito caldamente i colleghi del MoVimento 5 Stelle a votarlo, nel convincimento che l'Aula possa testimoniare con il proprio voto la comune volontà di dare trasparenza ai lavori di questo Comitato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, comunico il voto positivo del MoVimento 5 Stelle su questo ordine del giorno. Mi preme sottolineare una cosa: noi avremmo visto con positività anche l'ordine del giorno presentato dal collega Lattuca che è stato ritirato, in cui si legge, appunto, che né il tipo di Governo presidenziale né quello del Governo direttoriale risponderebbero alle condizioni della società italiana. Ora, non capisco perché l'abbia ritirato. Sicuramente è chiaro, è un'altra prova evidente di come i giovani del PD continuino ad essere presi in giro...

  PRESIDENTE. Deputato Fraccaro...

  RICCARDO FRACCARO. ... dai loro proprietari, da quelli che li hanno portati lì.

  PRESIDENTE. ... cerchiamo di concludere questa giornata di lavoro molto intenso in una maniera...

  RICCARDO FRACCARO. E mi chiedo perché hanno ritirato questo ordine del giorno che era estremamente condivisibile e che rispondeva alle opinioni espressamente...

  PRESIDENTE. Poiché non è in discussione quell'ordine del giorno...

  RICCARDO FRACCARO. ... ripetute più volte in Commissione dall'onorevole Lattuca.

  PRESIDENTE. Non c’è, non c’è più però.

  RICCARDO FRACCARO. Forse se ne è andato a testa bassa perché è stato costretto dal suo partito.

  PRESIDENTE. No, non c’è più l'ordine del giorno. Non è in discussione l'ordine del giorno, perché l'ordine del giorno è stato ritirato, per cui è inutile fare una dichiarazione di voto su un ordine del giorno che non c’è più.

  ENZO LATTUCA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Prima mettiamo in votazione l'ordine del giorno Sisto n. 9/1359/3 se siete d'accordo, poi diamo la parola al deputato Lattuca.
  Toninelli su cosa chiede di parlare ? Dopo. Ma non possiamo aprire una discussione su un ordine del giorno che non c’è più, scusatemi. Do la parola al deputato Lattuca perché è stato chiamato in causa dall'intervento del deputato Fraccaro, così come mi avete fatto fare con il deputato Sibilia. Adesso do la parola subito, così chiudiamo qui la partita, al Pag. 96deputato Lattuca, e poi votiamo l'ordine del giorno Sisto n. 9/1359/3. Prego, deputato Lattuca.

  ENZO LATTUCA. Signor Presidente, semplicemente e senza alcuna vena polemica dico che questo ordine del giorno, che è molto simile a quello che lo stesso deputato Pisicchio ha ritirato, è stato pensato – ed avevo pensato di presentarlo – per ricordare una ricorrenza che, come tutti forse non sanno, risale a settant'anni fa, al 5 settembre, quando nella Commissione dei 75 l'onorevole Perassi presentò questo ordine del giorno che segnò la svolta all'interno del dibattito costituente verso una scelta della forma di Governo. Come ben sapete e come ho sostenuto, sia in Commissione che in Aula, ho sempre riconosciuto a questo disegno di legge costituzionale una valenza meramente procedurale e volevo significare e segnalare, con la presentazione di questo ordine del giorno e con la disponibilità che avevo comunicato per correttezza sin dall'inizio al capogruppo della Commissione e al segretario d'Aula, la disponibilità al ritiro, semplicemente un auspicio e l'auspicio è quello che la questione della forma di Governo venga affrontata dal Comitato parlamentare nei primi giorni dal suo insediamento. Ma riconosco che prima ancora di questa scelta c’è un'altra scelta ed è la scelta di dare vita a questo Comitato parlamentare per le riforme, di dare vita a questo Comitato parlamentare per attuare la Costituzione, per attuare quell'ordine del giorno Perassi che parlava della forma parlamentare, ma che metteva in guardia dalle derive dell'assemblearismo – e concludo Presidente – e questa scelta è una scelta coraggiosa ed è una scelta fatta non per snaturare la Costituzione...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  ENZO LATTUCA. ... ma per attuarla (Applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E, invece, c’è qualcuno in quest'Aula che ha dimostrato...

  PRESIDENTE. Deve concludere, deputato Lattuca.

  ENZO LATTUCA. ... di voler giocare sullo sfascio di questo Paese per il proprio tornaconto elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  ARCANGELO SANNICANDRO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, sinceramente è soltanto una domanda: non ho capito la motivazione con la quale l'onorevole Pisicchio ha ritirato questo ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Lo chiederà poi. La domanda non la può rivolgere a me, mi dispiace: leggerà il resoconto stenografico della discussione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sisto n. 9/1359/3, accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Deputati Totaro, Lainati, Roberta Agostini, Gallo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  375   
   Votanti  362   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato
 362).    

  Si è così concluso l'esame degli ordini del giorno. Come stabilito dalla Conferenza dei presidenti di gruppo, le dichiarazioni di voto finale avranno luogo nella seduta di domani, 10 settembre, a partire dalle ore 14. Seguirà la votazione finale.

Pag. 97

Sui lavori dell'Assemblea (ore 20,23).

  PRESIDENTE. Avverto che sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di domani, martedì 10 settembre, la questione pregiudiziale Nuti ed altri, riferita al disegno di legge atto Camera n. 1544, di conversione del decreto-legge n. 102 del 2013, recante disposizioni urgenti in materia di IMU. Entro tale data, dovranno essere presentate le eventuali ulteriori questioni pregiudiziali.

Sull'ordine dei lavori (ore 20,25).

  PRESIDENTE. Hanno chiesto la parola un certo numero di colleghi per interventi a fine seduta. Sarò piuttosto precisa nella tempistica.

  PAOLO COVA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO COVA. Signor Presidente, colleghi, voglio intervenire oggi in ritardo, ma voglio ricordare una persona speciale del mondo della corsa. Lo voglio fare brevemente, per ricordare la figura di William Govi, che ci ha lasciato qualche giorno fa dopo un lungo periodo di malattia.
  William è una persona semplice e comune che ognuno di noi incontra per strada come una persona normale, ma che poi scopre aver fatto imprese straordinarie e non essere un semplice cittadino. Questo lo dico perché è stato l'esempio per tanti di noi, ed è l'esempio come tanti italiani, nella loro normalità e nella loro quotidianità svolgono un ruolo eccezionale.
  William si è fermato al muro delle 745 maratone corse: per noi, persone normali, normali runner, non bastano 7-8 vite per correre tante maratone quante ne ha corse lui. È stato anche il precursore di questo movimento, di runner appassionati alla maratona, che ha sfatato vecchi miti della corsa e della fisiologia. Lui con altri, come Giuseppe Togni, Giorgio Calcaterra, Antonio Margiotta, Angela Galgano e tanti altri, hanno sfatato e sfidato questi vecchi principi della corsa, dimostrando che si può superare il limite, che si può andare oltre e correre più volte la maratona in un anno.

  PRESIDENTE. Deve concludere, deputato Cova.

  PAOLO COVA. William ha affrontato la corsa, la fatica, la difficoltà, la tentazione di fermarsi, e come tante persone normali, ha ricominciato a ricorrere e a continuare la propria vita e le proprie difficoltà. Ringrazio William per l'esempio che ci ha dato, e posso dire che solamente il muro della morte l'ha potuto fermare (Applausi).

  TIZIANO ARLOTTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  TIZIANO ARLOTTI. Signor Presidente, la settantesima Mostra del cinema di Venezia ha omaggiato venerdì scorso il grande regista Federico Fellini, con il film fuori concorso diretto da Ettore Scola Che strano chiamarsi Federico, proiettato alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
  Il 31 ottobre 2013 ricorre infatti il ventennale della scomparsa del maestro del cinema, l'artista, intellettuale italiano che più di ogni altro ha segnato il Novecento, in ambito internazionale, insignito di ben cinque premi Oscar e di riconoscimenti prestigiosi in ogni parte del mondo. Così come avviene per i geni di ogni tempo, la ricorrenza rappresenta un'occasione straordinaria per fare il punto sull'eredità poetica e intellettuale di uno dei geni italiani più conosciuti al mondo. Solo per citare alcuni esempi, su Internet 14 milioni di pagine riconoscono il grande artista e citano tutt'oggi il nome di Fellini, mentre sotto la sigla di «Felliniano 2013» il comune di Rimini, città che ha dato i natali al maestro, organizza e promuove una collana di iniziative e di appuntamenti per ricordare il ventennale dalla sua scomparsa.Pag. 98
  Credo che sia doveroso – per questo ho già presentato anche al presidente della Commissione di vigilanza RAI, Roberto Fico, e ho depositato altresì un'interrogazione prima della pausa estiva al Ministro per i beni e le attività culturali Massimo Bray – che ci sia un riconoscimento adeguato. Soprattutto, visti i tempi ristretti e vista la scadenza del 31 ottobre, chiedo anche che la Presidenza della Camera si attivi per dare un giusto riconoscimento a questo grande artista e regista che tutto il mondo ancora ricorda.
  Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. La Presidenza raccoglie questa sollecitazione.

  IVAN SCALFAROTTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per un minuto.

  IVAN SCALFAROTTO. Signor Presidente, soltanto per richiamare l'attenzione dell'Aula sui problemi che si stanno verificando in molte parti del territorio a proposito della riforma della geografia giudiziaria.
  Come ricordate, sia la Camera dei deputati che il Senato della Repubblica hanno approvato ordini del giorno chiedendo al Governo di verificare la possibilità di un decreto correttivo, in quanto questa è una riforma che, in via di principio, trova credo tutti d'accordo, l'Italia è il Paese delle strutture disperse a pioggia su tutto il territorio nazionale, con il risultato che il più delle volte tutte queste strutture così capillarmente diffuse servono a poco, per cui capiamo benissimo che avere in ogni Paese un casello autostradale, un policlinico, un'università, un tribunale o un aeroporto non possa essere il caso, però è importantissimo che noi, nel fare una riforma – esigenza fondamentale – ci ricordiamo anche di farla bene. Esistono alcuni tribunali – penso a quello di Rossano, di Lucera, di Pinerolo, di Tolmezzo – in particolare che queste Aule, quella della Camera e del Senato, hanno più volte sottolineato essere presidi di giustizia indispensabili per motivi geografici, per motivi legati all'efficienza, per consentire ai cittadini... spesso anche per motivi legati alla presenza criminale che evidentemente dobbiamo efficacemente contrastare.
  Quindi vorrei sottolineare, a nome anche di molti altri colleghi, questa preoccupazione che, ripeto, non è una preoccupazione sulla riforma in assoluto, che è assolutamente condivisibile, ma su alcuni mirati interventi che vanno fatti per assicurare che una buona idea non sia eseguita malissimo.

  TIZIANA CIPRINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  TIZIANA CIPRINI. Signor Presidente, dopo tante amarezze per l'articolo 138, vorrei parlare di qualcosa di dolce per illustrare una situazione che sta lasciando però molto amaro in bocca: il Bacio Perugina, ovvero il famoso cioccolatino che si produce nello stabilimento di San Sisto della mia città, Perugia, dove è nato negli anni Venti grazie all'intuizione di Luisa Spagnoli che, nel tentativo di contenere i costi di produzione, impastò la granella di nocciola, residuo di tante lavorazioni, ricoprendola con l'inconfondibile cioccolato Luisa.
  Ebbene, qualche mese fa lo stabilimento ha iniziato la produzione di Bacetti per il mercato francese, una commessa per la Francia che avrebbe incrementato ore di lavoro per una fabbrica che viene da periodi di cassa integrazione ordinaria e contratti di solidarietà, quindi una buona notizia. Peccato però che si siano dimenticati di dire che il marchio Perugina e qualsiasi riferimento allo stabilimento di San Sisto di Perugia sarebbe stato eliminato dagli imballi e i Bacetti sono venduti in Francia sotto il marchio semisconosciuto Pag. 99di Lanvin. Sembra che i sindacati sapessero qual era il prezzo da pagare per la commessa e abbiano ceduto al ricatto: o così o niente commessa.
  L'azienda ha spiegato che, nonostante il marchio «Perugina» non compaia sul prodotto, all'interno delle confezioni destinate alla Francia, sarà inserito un fogliettino, che illustrerà la lunga storia di successo del bacio e della Perugina e dello speciale rapporto che li lega alla città di Perugia, come a dire: «Cittadini di Perugia e dell'Umbria siate sereni, che un bigliettino salverà la vostra eccellenza territoriale in Francia». E, invece, noi ci preoccupiamo molto perché il nostro è quel Paese in cui le aziende chiudono per le ferie per poi non riaprire mai più, con i lavoratori in vacanza all'oscuro di tutto, che con la scusa della crisi economica svende pezzi significativi dell'economia italiana e smantella intere aziende.
  Vorremmo sapere invece se queste sono scelte al ribasso e il perché di certe scelte, visto che il marchio Perugina è conosciuto in tutto il mondo e non ha certo bisogno della pubblicità di Lanvin.

  PRESIDENTE. La ringrazio...

  TIZIANA CIPRINI. Di solito, eravamo abituati al contrario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  DONATELLA AGOSTINELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DONATELLA AGOSTINELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, in data 6 settembre 2013, Il Fatto Quotidiano ha pubblicato un articolo in cui l'amministratore delegato di Banca Intesa, signor Enrico Cucchiani, si esprimeva in maniera favorevole in merito ad un improbabile, ma auspicato intervento della troika in Italia, con queste parole: «Di per sé, non sarebbe una cosa negativa, visto che dove la troika è andata, i Paesi hanno migliorato la loro condizione, fatto riforme, e dato segnali di cambiamento più forti, più forti di quelli che si vedono in Italia».
  Ora, queste dichiarazioni le ritengo scandalose, ripeto scandalose. Vorrei tragicamente ricordare a quanti sono rimasti qui questa sera che quelle politiche di rientro, attuate dal 2 maggio 2010, con il prestito di 110 miliardi di euro e attuate ancora con termini più draconiani con il via libera da parte del Parlamento ellenico, in data 12 febbraio 2012, grazie al voto favorevole all'ennesimo piano di austerity incassando gli aiuti di 130 miliardi di euro dalla troika, espressione che indica il triumvirato Banca centrale europea, Fondo monetario internazionale Unione europea, la situazione in Grecia è tutto tranne che migliorata.
  Infatti, analizziamo alcuni dati: l'UNICEF Grecia, nel rapporto intitolato «la condizione dei bambini in Grecia 2013» realizzato in collaborazione con l'Università di Atene e che fa seguito al rapporto 2012, snocciola i seguenti, spaventosi numeri. L'indicatore di povertà, o di esclusione sociale nel 2011 ha riguardato 5.907 mila bambini...

  PRESIDENTE. Deputata Agostinelli, ha esaurito il suo tempo. Deve concludere.

  DONATELLA AGOSTINELLI. Concludo. Tralascio i dati che sono drammatici e che sicuramente tutti conoscono.
  Concludo: allora, caro signor Enrico Cucchiani, lei è l'amministratore delegato di un ente privato, dunque non fa gli interessi di tutti i cittadini della Repubblica, ma dei suoi azionisti ! A questo punto, vorrei ricordare cosa significherebbe un eventuale prestito della troika anche in Italia: perdita della sovranità in merito a politiche economiche e fiscali che verrebbero poste sotto il controllo dei commissari eletti da nessuno e privatizzazioni.
  Signor Cucchiari, quali sarebbero i suoi interessi in quanto amministratore delegato... ?

  PRESIDENTE. La ringrazio.

Pag. 100

  PATRIZIA MAESTRI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PATRIZIA MAESTRI. Signor Presidente, vorrei questa sera ricordare che questa mattina è scomparso qui a Roma il grande scrittore Alberto Bevilacqua, scrittore, regista, poeta, giornalista (Applausi). Uno scrittore di grande successo, molto amato dal pubblico, che lascia quindi un vuoto nel mondo della cultura del Paese e della città di Parma, la mia città, la città dove Bevilacqua nacque 79 anni fa.
  A Parma, la sua città, questo scrittore rimase sempre legato anche negli anni romani; egli amava sempre ricordare le proprie origini nel quartiere popolare dell'Oltretorrente, un quartiere povero, antifascista, ricco di umanità, solidarietà e genialità.
  Bevilacqua racconta con maestria, partendo dalla sua terra, quindi Parma, i conflitti sociali e le ingiustizie degli anni Sessanta, anni del boom economico, con opere come La Califfa, Una città in amore, Questa specie d'amore. Mentre narra e quindi interpreta l'anima della sua città, di una provincia e quindi racconta la vita degli uomini e delle donne e sopratutto dei grandi legami sentimentali e d'amore che avvolgevano queste persone, narra intanto la storia dell'intero Paese. Questo fa di lui un grande scrittore. Quindi, Parma perde uno dei suoi cittadini illustri, ma la cultura italiana perde un grande interprete di questo tempo (Applausi).

  PRESIDENTE. La Presidenza si associa a questo ricordo dello scrittore Alberto Bevilacqua.

  GIUSEPPE BRESCIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE BRESCIA. Signor Presidente, intanto intervengo per ringraziare la maggioranza per la grande esperienza di democrazia che ci ha offerto oggi e, poi, per informare l'Aula di quanto sta avvenendo all'Ilva di Taranto. Mi è giunta notizia che venti operai sono saliti sul tetto del palazzo della dirigenza dell'Ilva per protestare contro il licenziamento di un loro collega, avvenuto perché sul posto di lavoro pretendeva il rispetto delle regole e dei diritti, comportamento derivato dalla morte di un suo collega sul posto di lavoro. A quanto pare l'Ilva lo ha licenziato per accumulo di provvedimenti disciplinari. Ora questi operai sono sul tetto del palazzo della dirigenza e chiedono semplicemente di parlare con la dirigenza e la dirigenza si sta rifiutando.
  Allora, faccio il mio intervento per dimostrare solidarietà nei confronti loro e nei confronti, soprattutto, dell'operaio licenziato e per rivolgere un appello alla dirigenza affinché vada al più presto a confrontarsi con gli operai, che chiedono solamente questo sacrosanto diritto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PIA ELDA LOCATELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Signor Presidente, questa mattina, in avvio dei nostri lavori, verso le 10,30, una collega si è recata all'ambulatorio della Camera per chiedere al medico di turno la prescrizione della cosiddetta «pillola del giorno dopo». Il medico le ha risposto di non essere disponibile a farle la prescrizione, in quanto obiettore di coscienza, così come non lo era il medico del turno successivo e così come tutti gli altri colleghi medici.
  Ho incontrato la giovane collega all'uscita dell'ambulatorio. Era sorpresa, stupita, ma anche piuttosto arrabbiata e, ovviamente, la vicenda ha stupito anche me, perché tre mesi fa in quest'Aula abbiamo discusso dell'obiezione di coscienza e abbiamo valutato i dati di questo fenomeno che sono mediamente attorno al 70 per cento in Italia, con punte estreme del 70, 80 per cento, ma non del 100 per cento come qui.Pag. 101
  Questo mi è stato riferito questa mattina e ho voluto segnalare il caso ai colleghi immediatamente. Ovvio che il diritto e il principio dell'obiezione di coscienza va difeso quando nasce da un vero convincimento morale e, però, in quest'Aula abbiamo anche ribadito che l'esercizio dell'obiezione di coscienza non deve impedire l'applicazione della legge n. 194 in tutte le sue parti, a partire dal diritto di ogni giovane donna alla salute e all'autodeterminazione, come nel caso della giovane collega.
  Ho segnalato il fatto e mi riservo di presentare un'interrogazione alla Ministra della salute per verificare se quanto ho saputo oggi corrisponde a verità – 100 per cento degli obiettori – ma anche, in caso di risposta affermativa, quali iniziative la Ministra intenda assumere o la Presidenza della Camera intenda assumere o l'istituzione nel suo complesso o chi di competenza intenda assumere per garantire alle parlamentari – non solo alle parlamentari, ma in questo caso alle parlamentari – il diritto alla salute e per garantire il rispetto dei diritti sessuali e riproduttivi.

  PRESIDENTE. La Presidenza era stata informata, per le vie brevi, dalla diretta interessata. In ogni caso noi approfondiremo, proprio perché l'episodio è di oggi, e la Presidenza è impegnata ad approfondire l'episodio stesso e a prendere le necessarie determinazioni.

  LELLO DI GIOIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, ho voluto prendere la parola da questi banchi per sottolineare, con fermezza e con grande determinazione, quello che poco fa diceva il collega Scalfarotto e, cioè, che non è possibile, Presidente, che quest'Aula, all'unanimità, con il parere favorevole del Governo, abbia approvato un ordine del giorno per impegnare il Governo a risolvere i problemi della geografia giudiziaria.
  Oggi stiamo verificando con grande dispiacere che burocrati di quel Ministero stanno facendo attuare una riforma che non dà certezza di giustizia in questo Paese. Abbiamo il dovere di riappropriarci delle decisioni politiche e non demandare a burocrati che stanno distruggendo la giustizia in questo Paese. Le voglio fare un esempio: abbiamo sostenuto dieci anni fa una riforma della giustizia senza che si sia alzata una parola tra i cittadini e nel Parlamento. Oggi abbiamo una riforma delle circoscrizioni giudiziarie che sta determinando...

  PRESIDENTE. La prego di concludere.

  LELLO DI GIOIA. Arrivo alle conclusioni, perché chiedo a lei, Presidente, di fare in modo che il Ministro della giustizia sia qui in Aula a dare risposte chiare e precise su quelli che sono gli adempimenti che non sono stati realizzati, perché oggi l'ordine degli avvocati sta scioperando per far rispettare un diritto, farlo rispettare in modo che in Italia vi sia giustizia vera e con questa riforma si sta veramente distruggendo la giustizia, vedi per esempio il tribunale di Rossano, vedi per esempio il tribunale di Lucera, vedi altri tribunali cui ha già fatto riferimento il collega Ivan Scalfarotto. Per questo le chiedo, signor Presidente, di comunicare al Presidente del Consiglio e al Ministro di venire in Aula a rispondere di quello che hanno fatto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Magorno, credo sullo stesso tema, quindi pregherei brevità. Ne ha facoltà.

  ERNESTO MAGORNO. Signor Presidente, la riforma della geografia giudiziaria è un atto atteso da tanti anni ed è evidente come l'attuale sistema di ripartizione sul territorio di tribunali e sedi distaccate non sia attuale. Ma è necessario operare con criterio, tenendo conto delle peculiarità delle singole realtà locali e guardando all'efficienza del sistema giustizia. Mi sia permesso, a tal proposito, Pag. 102ricordare il voto unanime del Parlamento per un rinvio della soppressione della chiusura dei tribunali, così come l'accoglimento da parte del Governo di ordini del giorno di Camera e Senato votati da una maggioranza più ampia di quella che sostiene il Governo per chiedere correzioni alla riforma, disponibilità seguita dall'approvazione da parte della Commissione giustizia del Senato della proroga di un solo anno della riforma.
  Procedere ugualmente sulla scelta, a mio parere così grave, della chiusura dei tribunali, in contrasto con la volontà delle Camere sarebbe un atto che violerebbe ogni principio di democrazia, sminuendo il valore costituzionale del Parlamento e rendendo ancora più difficile l'attività del Governo. Voglio sperare che il Governo, pur non rinunciando ai principi cardine della riforma della geografia giudiziaria, voglia rispettare l'indirizzo del Parlamento, tenendo conto dei territori, del bacino di utenza, della situazione infrastrutturale e soprattutto della presenza di fenomeni delinquenziali di criminalità organizzata.
  E parlando di territori, mi lasci passare ancora una volta il riferimento a quanto succede nella provincia di Cosenza, penso a Rossano. Le motivazioni contenute nel decreto ministeriale che introduce solo alcune correzioni al percorso attuativo e all'autorizzazione allo smaltimento delle attività giudiziaria arretrate, riconoscono implicitamente le peculiarità del tribunale di Rossano. Specificità che avrebbero dovuto indurre il Governo a tornare sui suoi passi, come invece non sembra dover accadere. Il tribunale di Rossano ha tutte le carte in regola e non può essere chiuso: in termini di bacino di utenza; di numero di procedimenti, per la presenza, purtroppo, di fenomeni di criminalità organizzata. Come ho già detto in altre occasioni, la giustizia, soprattutto al sud, deve essere sempre più considerata non un costo da tagliare, ma un investimento per combattere ogni forma di criminalità, tra l'altro ormai diffusa in tutto il nostro Paese e per assicurare presidi costanti di legalità ai cittadini. Questo territorio, dove la ’ndrangheta è ben radicata e operativa, con la chiusura del tribunale di Rossano, verrebbe così privato di un qualsiasi presidio giudiziario e di contrasto a tale fenomeno con il consequenziale favoreggiamento del dilagare della criminalità organizzata. Così vale per Scalea...

  PRESIDENTE. La ringrazio, ha finito il suo tempo. Mi dispiace ma questo è un tema molto serio, non da fine seduta. Mi spiace per voi, ma il tempo è quello concordato con i capigruppo.

  ELENA CARNEVALI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ELENA CARNEVALI. Signora Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, intervengo in merito al fatto grave di cronaca che è avvenuto oggi a Chiuduno, nella provincia di Bergamo, dove due persone hanno perso la vita: un giovane che era a terra ferito, preso precedentemente a sprangate, e una donna, una dottoressa conosciuta e stimata da tutti, Eleonora Cantamessa, che si era fermata a soccorrerlo, entrambi falcidiati da un'auto guidata da coloro che paiono essere i responsabili dell'aggressione.
  Voglio esprimere, a nome del Partito Democratico, il nostro più profondo e sentito cordoglio per le vittime e la nostra vicinanza anche alle famiglie, in particolare a quella della dottoressa Eleonora Cantamessa, che ha avuto come unica colpa quella di prestare soccorso, corrispondendo pienamente al senso etico e deontologico della propria professione.
  Esprimiamo la nostra più ferma e dura condanna per l'efferatezza di questo episodio, per la sua brutalità, per la sua gravità e per quegli atti recenti che hanno mietuto vittime inermi dovute alla mano di coloro che non hanno alcun senso del rispetto della vita, sia essa di donne o di uomini.
  Ci affidiamo all'attività della magistratura, degli inquirenti, delle forze dell'ordine, per far luce sulle dinamiche di Pag. 103questo drammatico e barbaro episodio, affinché i responsabili siano assicurati al più presto alla giustizia.
  Ognuno di noi è chiamato ad un compito fondamentale: in un clima di crescente violenza, siamo maggiormente chiamati al senso di responsabilità, a costruire e rafforzare, anche con ogni gesto quotidiano, i legami di comunità, presupposti di convivenza civile, di solidarietà e di vicinanza, che devono unirci tutti come esseri umani che vivono insieme in un luogo e in un tempo preciso.
  Abbiamo letto, e concludo, con preoccupazione parole sguaiate e violente a cui alcune forze politiche hanno fatto ricorso, non addossandone colpa a chi è nato nel nostro territorio o a chi è vissuto qui, tentando di erigere barriere impossibili a garantire la sicurezza dei nostri territori.
  Ci vuole un lavoro più profondo, che parta da un linguaggio più equilibrato, dalla condanna unanime di ogni violenza su donne e su uomini, su chi è nato e su chi vive da noi, per togliere terreno ad una possibile legittimazione ad azioni efferate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  NICOLA MOLTENI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, intervengo anch'io con riferimento ai fatti poc'anzi enunciati dalla collega del PD. Riportando i fatti così come sono stati illustrati in queste ore dagli organi di stampa locale e dalle prime ricostruzioni che gli inquirenti hanno fatto degli avvenimenti, mi riferisco, ovviamente, a quanto accaduto l'altra notte a Chiuduno, dove vi sono stati otto feriti e due vittime.
  Ovviamente, anche da parte del gruppo della Lega Nord portiamo alla famiglia, ai familiari e ai cari le nostre più sentite condoglianze per i gesti brutali e la violenza nei confronti di queste due persone, tra cui una dottoressa di 44 anni che è intervenuta nell'imminenza dei fatti per prestare soccorso alla vittima accoltellata sul ciglio della strada. Portiamo, ovviamente, la nostra condoglianza per i gravissimi e vergognosi fatti che si sono verificati. Però voglio ricordare, proprio alla luce delle ricostruzioni che gli organi di stampa locali hanno fatto e alla luce delle prime ricostruzioni che gli inquirenti hanno apportato, che questo tragico, violento e brutale gesto avviene come conseguenza di una rissa, tramutata poi in strage, avvenuta tra soggetti stranieri.
  Noi crediamo che andrà fatta, ovviamente, chiarezza. Condanniamo, ovviamente, questo tipo di fatti. Presenteremo un'interrogazione o un'interpellanza urgente al Governo perché, se così come appare dalle prime ricostruzioni, questa rissa avviene tra stranieri, tra immigrati presenti nel nostro Paese, questi fatti sono la certificazione del fallimento di una politica di accoglienza buonista che produce fatti come questo.
  Quindi, noi chiediamo e pretendiamo, visto che non è questa l'integrazione che credo sia auspicata dalle forze politiche, dal Governo e da alcuni membri del Governo, che venga fatta immediata chiarezza, proprio perché vi sia una ricostruzione attinente ai fatti e, ovviamente, vi sia una giustizia certa, che colpisca in modo chiaro, determinato e rigoroso i criminali che hanno commesso fatti di natura così brutale (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Signor Presidente, anche io seguo la discussione che c’è stata sulla questione tribunali, ma vorrei aggiungere alcune cose. Si è impegnato, il Governo, il 9 agosto, ad emanare un decreto correttivo del decreto legislativo n. 156. A che servono gli ordini del giorno che impegnano il Governo, se poi non ci si impegna fino in fondo ?
  Sono stati chiusi trentuno tribunali. Io non ero presente nella precedente legislatura, ma se il criterio che si è usato per chiudere Rossano in Calabria è stato usato Pag. 104anche nelle altre regioni, ho seri dubbi anche su quella riforma. Si voleva tagliare veramente ? Allora criteri chiari e coerenti. Ma senza criteri chiari ci sarà qualcuno che per altri stabilisce l'equità di queste chiusure. Magari un non tanto oscuro burocrate ministeriale, condizionato – loro sì – da potenti più furbi degli altri. Nonostante tutto questo, sono stati individuati criteri oggettivi di sei tribunali, coerenti con i criteri della riforma. Quindi, un fatto tecnico, non politico. Nessun campanilismo. Infatti questi sei, più qualcun altro, sono nel provvedimento annunciato dal Ministro. Ma questo provvedimento non può fermarsi a metà del guado. Se questi tribunali sono – e lo sono per ammissione stessa del Ministero – all'interno dei criteri, devono avere lo stesso trattamento di quelli già mantenuti nella riforma Severino. Per questo auspichiamo, e ho concluso, che il Ministro vada fino in fondo ed emani, come è giusto, un decreto correttivo, nello spirito della riforma che lei stessa vuole difendere.

  WALTER RIZZETTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Signor Presidente, intervengo veramente per pochi secondi, vista anche l'ora. Il MoVimento 5 Stelle si associa al cordoglio nei confronti di questo eroe per caso, che era la dottoressa Eleonora Cantamessa.   proprio un eroe per caso, nel senso che casualmente si è trovata a dover soccorrere, a voler soccorrere, una persona che effettivamente aveva qualche problema, tanto è vero che dopo è rimasto ucciso in questo agguato. Concludo dicendo che vorrei e vorremmo che semplicemente la Presidenza si impegnasse, e anche le più alte cariche istituzionali si impegnassero, a celebrare e ricordare degnamente questo eroe che ha perso la propria vita per cercare di aiutare qualcun altro.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, volevo solo intervenire per sollecitare da parte della Presidenza della Camera un'azione, coinvolgendo il Ministro competente, per quanto sta continuando ad accadere anche in queste ore, alla luce dei provvedimenti, delle dichiarazioni a mio giudizio, sobrie, attente e indirizzate unicamente a difendere l'interesse di questo Parlamento, di tutti i parlamentari e delle istituzioni.
  La Presidente Boldrini è stata oggetto di un massiccio attacco, – immagino non organizzato da nessuno – sul web, offensivo in moltissimi aspetti, che è una prassi ormai che purtroppo si sta consolidando. Io credo che non possiamo più continuare ad accettare questo tipo di violenza sulla Rete. Una violenza che non accetteremmo nelle forme verbali in una normale discussione, in una normale assemblea, penso che non possiamo neanche accertarla sulla Rete.
  Allora, pensando che la Presidente Boldrini ha fatto il suo lavoro, che rappresenta tutti noi quando difende le istituzioni e che, comunque, questo non riguarda solo lei, ma riguarda anche una violenza che coinvolge i cittadini normali, che ricevono insulti sulla Rete e che questa sembra quasi che sia un'area in cui tutto è consentito, io chiedo che con il lavoro del Ministro Alfano, con il lavoro del Governo, ci sia un intervento forte e mirato in forma generale, che non è di censura, ma è di repressione dei reati, e che poi, in particolare nel caso della Presidente Boldrini, ci sia un intervento volto a localizzare se qualcuno organizza questo tipo di attacchi nei suoi confronti e ci sia un intervento delle forze di polizia, così come stabilisce il nostro codice penale.

  PRESIDENTE. Grazie. La Presidenza si associa a questa ultima considerazione.

Pag. 105

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Martedì 10 settembre 2013, alle 10,30:

  1. – Svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.

  (ore 14)

  2. – Seguito della discussione del disegno di legge costituzionale (per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e per la votazione finale):
   S. 813 – Istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali (Approvato, in prima deliberazione, dal Senato) (C. 1359).
  — Relatori: Sisto, per la maggioranza; Fraccaro e Pilozzi, di minoranza.

  3. – Discussione del disegno di legge (per l'esame e la votazione della questione pregiudiziale presentata):
   Conversione in legge del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 102, recante disposizioni urgenti in materia di IMU, di altra fiscalità immobiliare, di sostegno alle politiche abitative e di finanza locale, nonché di cassa integrazione guadagni e di trattamenti pensionistici (C. 1544).

  4. – Discussione della relazione al Parlamento predisposta ai sensi dell'articolo 10-bis, comma 6, della legge 31 dicembre 2009, n. 196 (Doc. LVII-bis, n. 2).

  5. – Discussione dei progetti di legge:
   MOGHERINI ed altri; MARAZZITI ed altri: Ratifica ed esecuzione del Trattato sul commercio delle armi, adottato a New York dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 2 aprile 2013 (C. 1239-1271-A).
  — Relatore: Mogherini.
   S. 598 – Ratifica ed esecuzione della Convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) n. 186 sul lavoro marittimo, con Allegati, adottata a Ginevra il 23 febbraio 2006 nel corso della 94ma sessione della Conferenza generale dell'OIL, nonché norme di adeguamento interno (Approvato dal Senato) (C. 1328).
  — Relatori: Picchi, per la III Commissione; Cinzia Maria Fontana, per l'XI Commissione.

  La seduta termina alle 20,55.

TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO DEL DEPUTATO TIZIANO ARLOTTI SULL'ORDINE DEI LAVORI

  TIZIANO ARLOTTI. Onorevoli colleghi, la settantesima Mostra del Cinema di Venezia ha omaggiato venerdì scorso il grande regista Federico Fellini con il film fuori concorso diretto da Ettore Scola, «Che strano chiamarsi Federico», proiettato alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
  Il 31 ottobre 2013 ricorre infatti il ventennale della scomparsa del Maestro del cinema, l'artista e intellettuale italiano che più di ogni altro ha segnato il Novecento in ambito internazionale, insignito di cinque premi Oscar e di riconoscimenti prestigiosi in ogni parte del mondo. Si celebrano inoltre quest'anno i decennali di quattro capolavori di Fellini: I vitelloni (60 anni), 8 e 1/2 (50 anni), Amarcord (40 anni), E la nave va (30 anni).
  Così come avviene per i geni di ogni tempo la ricorrenza rappresenta un'occasione straordinaria per fare il punto sull'eredità poetica e intellettuale di uno dei geni italiani più conosciuti al mondo. Solo per citare alcuni esempi, su internet 14 milioni di pagine citano a tutt'oggi il nome di Fellini, mentre sotto la sigla di Fellinianno 2013 il Comune di Rimini, città che diede i natali al Maestro, organizza e Pag. 106promuove una collana di iniziative e di appuntamenti per ricordare il ventennale dalla sua scomparsa.
  Credo sia doveroso che anche la Rai, radiotelevisione italiana, inserisca la trasmissione delle opere di Federico Fellini nei palinsesti dei propri canali televisivi in occasione di questa importante ricorrenza. Per questo ho scritto al presidente della Commissione di vigilanza Rai, Roberto Fico, e ho depositato, già prima della pausa estiva, un'interrogazione al ministro dei Beni e delle attività culturali, Massimo Bray. Ritengo sia inoltre opportuno valorizzare l'opera del grande regista anche attraverso le Ambasciate d'Italia all'estero, con iniziative in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività culturali e con la rete degli Istituti italiani di cultura.
  Sollecito pertanto anche la Presidente a farsi carico di un'azione per la valorizzazione della figura e dell'opera di Federico Fellini, dato che i tempi di risposta rischiano di rivelarsi più lunghi rispetto alle necessità e agli obiettivi indicati nelle mie richieste.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 1359 - em. 2.14 393 393 197 116 277 52 Resp.
2 Nom. em. 2.22 411 411 206 117 294 52 Resp.
3 Nom. em. 2.63 415 415 208 117 298 51 Resp.
4 Nom. em. 2.16 420 420 211 116 304 51 Resp.
5 Nom. em. 2.15 428 428 215 119 309 51 Resp.
6 Nom. em. 2.17, 2.56 423 423 212 118 305 50 Resp.
7 Nom. em. 2.57 428 428 215 122 306 49 Resp.
8 Nom. em. 2.19 434 434 218 121 313 49 Resp.
9 Nom. em. 2.20, 2.58 437 437 219 122 315 49 Resp.
10 Nom. em. 2.21 444 437 7 219 140 297 57 Resp.
11 Nom. em. 2.78 446 446 224 142 304 57 Resp.
12 Nom. em. 2.105 447 447 224 138 309 57 Resp.
13 Nom. em. 2.23 450 450 226 124 326 57 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 2.24 454 454 228 124 330 57 Resp.
15 Nom. em. 2.25 446 446 224 121 325 57 Resp.
16 Nom. em. 2.26 452 452 227 124 328 57 Resp.
17 Nom. em. 2.27 453 453 227 124 329 57 Resp.
18 Nom. em. 2.28 456 456 229 123 333 56 Resp.
19 Nom. em. 2.67 449 449 225 121 328 56 Resp.
20 Nom. em. 2.35 455 455 228 122 333 56 Resp.
21 Nom. em. 2.33 455 442 13 222 124 318 56 Resp.
22 Nom. em. 2.31 455 455 228 123 332 56 Resp.
23 Nom. em. 2.32 453 453 227 125 328 55 Resp.
24 Nom. em. 2.64 457 457 229 122 335 55 Resp.
25 Nom. em. 2.65 456 456 229 125 331 55 Resp.
26 Nom. em. 2.66 459 459 230 123 336 55 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 2.100, 2.102 454 454 228 120 334 55 Resp.
28 Nom. em. 2.79 456 456 229 121 335 55 Resp.
29 Nom. em. 2.37 458 458 230 134 324 55 Resp.
30 Nom. em. 2.38 461 461 231 122 339 55 Resp.
31 Nom. em. 2.39 460 460 231 120 340 55 Resp.
32 Nom. articolo 2 463 463 232 343 120 55 Appr.
33 Nom. articolo agg. 2.01 457 457 229 125 332 55 Resp.
34 Nom. em. 3.1, 3.60 463 463 232 119 344 55 Resp.
35 Nom. em. 3.61 464 464 233 119 345 55 Resp.
36 Nom. em. 3.4, 3.62 465 465 233 121 344 55 Resp.
37 Nom. em. 3.3 466 466 234 121 345 55 Resp.
38 Nom. em. 3.66 468 468 235 123 345 55 Resp.
39 Nom. em. 3.7 462 460 2 231 120 340 55 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 3.63 465 465 233 123 342 55 Resp.
41 Nom. em. 3.9 468 468 235 122 346 55 Resp.
42 Nom. em. 3.65 466 466 234 124 342 55 Resp.
43 Nom. em. 3.11 467 467 234 125 342 55 Resp.
44 Nom. em. 3.12 454 453 1 227 117 336 55 Resp.
45 Nom. em. 3.64 458 458 230 120 338 55 Resp.
46 Nom. em. 3.10 458 458 230 122 336 56 Resp.
47 Nom. em. 3.13 455 443 12 222 121 322 56 Resp.
48 Nom. em. 3.14 459 459 230 121 338 56 Resp.
49 Nom. em. 3.17 446 446 224 116 330 56 Resp.
50 Nom. em. 3.18 444 432 12 217 114 318 55 Resp.
51 Nom. em. 3.15 446 446 224 112 334 56 Resp.
52 Nom. em. 3.19 433 433 217 110 323 56 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 3.21 447 447 224 116 331 55 Resp.
54 Nom. em. 3.22 440 440 221 115 325 55 Resp.
55 Nom. em. 3.67 433 433 217 111 322 54 Resp.
56 Nom. em. 3.24 427 427 214 107 320 54 Resp.
57 Nom. em. 3.25 p. I 433 432 1 217 111 321 54 Resp.
58 Nom. em. 3.25 p. II 434 434 218 114 320 54 Resp.
59 Nom. articolo 3 440 440 221 322 118 54 Appr.
60 Nom. em. 4.3, 4.60 388 388 195 95 293 55 Resp.
61 Nom. em. 4.61 384 384 193 92 292 54 Resp.
62 Nom. em. 4.4 417 417 209 112 305 54 Resp.
63 Nom. em. 4.7, 4.70 415 415 208 114 301 54 Resp.
64 Nom. em. 4.8 416 416 209 115 301 55 Resp.
65 Nom. em. 4.62 419 419 210 115 304 54 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 4.71 422 422 212 117 305 54 Resp.
67 Nom. em. 4.10 420 420 211 116 304 54 Resp.
68 Nom. em. 4.11 417 417 209 112 305 54 Resp.
69 Nom. em. 4.12 421 421 211 115 306 54 Resp.
70 Nom. em. 4.13, 4.14 408 408 205 109 299 54 Resp.
71 Nom. em. 4.15, 4.63 411 411 206 114 297 55 Resp.
72 Nom. articolo 4 401 401 201 287 114 55 Appr.
73 Nom. em. 5.4 398 398 200 111 287 55 Resp.
74 Nom. em. 5.5 401 392 9 197 109 283 55 Resp.
75 Nom. em. 5.8 402 402 202 107 295 55 Resp.
76 Nom. articolo 5 391 390 1 196 285 105 55 Appr.
77 Nom. em. 6.1, 6.2 390 390 196 106 284 55 Resp.
78 Nom. articolo 6 395 395 198 283 112 55 Appr.


INDICE ELENCO N. 7 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 86)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. articolo agg. 6.03 394 394 198 96 298 55 Resp.
80 Nom. em. 7.1 394 394 198 108 286 55 Resp.
81 Nom. articolo 7 397 397 199 291 106 55 Appr.
82 Nom. em. 8.1 396 395 1 198 119 276 55 Resp.
83 Nom. articolo 8 396 396 199 286 110 55 Appr.
84 Nom. em. 9.1 391 391 196 88 303 55 Resp.
85 Nom. articolo 9 396 395 1 198 290 105 55 Appr.
86 Nom. odg 9/1359/3 375 362 13 182 362 55 Appr.