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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 72 di venerdì 6 settembre 2013

Pag. 1

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

  La seduta comincia alle 10,35.

  DAVIDE CAPARINI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 20 agosto 2013.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Baretta, Biancofiore, Bocci, Michele Bordo, Capezzone, Castiglione, Cirielli, Dellai, Di Lello, Fassina, Ferranti, Gregorio Fontana, Formisano, Franceschini, Galan, La Russa, Antonio Martino, Giorgia Meloni, Merlo, Migliore, Gianluca Pini, Pisicchio, Pistelli, Sani, Schullian, Sereni, e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente cinquantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,37).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione del disegno di legge costituzionale: S. 813 – Istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali (Approvato, in prima deliberazione, dal Senato) (A.C. 1359).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge costituzionale, già approvato, in prima deliberazione, dal Senato: Istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali.

(Esame di una questione pregiudiziale – A.C. 1359)

  PRESIDENTE. Ricordo che è stata presentata la questione pregiudiziale di costituzionalità Migliore ed altri n. 1, (Vedi l'allegato A – A.C. 1359) non preannunciata in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo.Pag. 2
  Avverto che i tempi per l'esame della questione pregiudiziale sono computati nell'ambito del contingentamento relativo alla discussione sulle linee generali.
  Avverto inoltre che, a norma del comma 3 dell'articolo 40 del Regolamento, la questione pregiudiziale può essere illustrata per non più di dieci minuti da uno solo dei proponenti. Potrà altresì intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi, per non più di cinque minuti.
  Il deputato Gennaro Migliore ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 1.

  GENNARO MIGLIORE. Signor Presidente, colleghe, colleghi e signor Ministro, intendo illustrare la questione pregiudiziale che abbiamo presentato relativamente al disegno di legge costituzionale n. 1359 per rafforzare un ragionamento che avevamo anche perseguito all'interno della discussione generale. Siamo convinti – è un po’ difficile parlare con l'ingresso dei colleghi – che l'azione che è stata realizzata nel corso di questi mesi, tesa ad accelerare un processo complessivo della riforma costituzionale, costituisca un rischio per la stessa tenuta ed integrità della nostra Costituzione.
  In premessa vorrei dire e ribadire all'Aula, ai colleghi ed al Governo che il nostro intento di migliorare e qualificare la Costituzione, che è già una Costituzione straordinariamente solida e che andrebbe tuttavia rafforzata, soprattutto nei suoi motivi ispiratori, credo possa essere concentrato...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore ! Un po’ di silenzio ! Prego.

  GENNARO MIGLIORE. ... in alcune riforme essenziali, che avrebbero potuto essere oggetto di progetti di legge specifici, progetti di legge che non avrebbero avuto bisogno della complicazione un po’ barocca di questo Comitato per le riforme e che sarebbero stati più controllabili dall'attività del Parlamento, che non può essere leso nella propria sovranità ed uguaglianza di ogni parlamentare, in particolare rispetto al Governo, che ha le stesse prerogative di ogni singolo parlamentare in questa materia.
  In questo senso – vorrei ricordarlo rapidamente – noi avremmo preferito che ci fossero singoli progetti di legge relativi alla revisione del bicameralismo, in particolare con la formulazione di un Senato delle autonomie, alla riduzione del numero dei parlamentari, alla riforma del Titolo V che, come voglio qui ricordare, è una riforma che è stata già fatta e che ha portato certamente a risultati di cui nessuno è soddisfatto e che dovrebbero esserci di monito rispetto alla fretta con la quale si considera la riforma costituzionale necessaria per ottenere dei risultati che hanno a che vedere con la realizzazione vera e propria di una soluzione dei problemi politici del Paese.
  Non è così. Noi sappiamo che l'inadeguatezza di una classe politica oggi viene nascosta dietro la possibilità che questa nostra Costituzione non assolva pienamente alle sue funzioni. Ma io non credo che la scorciatoia di attribuire una missione salvifica alla riforma costituzionale salvi dalle responsabilità le inadeguatezze politiche di una classe dirigente che nel corso del ventennio che ci ha preceduti non è stata in grado di rappresentare una buona politica, un'efficace politica, una politica nell'interesse del Paese.
  Del resto, lo vediamo continuamente che c’è una messa in discussione di alcuni dei principi fondamentali della nostra Costituzione. Anche se non riguarda strettamente la questione pregiudiziale, mi faccia ricordare come oggi, in maniera assolutamente incredibile e inopinata, si metta in prospettiva e concretamente da una parte politica di questo Parlamento in discussione il principio di uguaglianza davanti alla legge in relazione alla decadenza del senatore Berlusconi. E di come si metta in capo ad una presunta agibilità politica l'idea che si possano piegare dei valori e dei principi assoluti rispetto ai quali la garanzia della tenuta democratica del nostro Paese deve essere considerata.
  Noi per questo motivo vogliamo e abbiamo anche ottenuto, nel corso dei mesi Pag. 3scorsi, che ci fosse una separazione tra gli strumenti di intervento sulla vita istituzionale del nostro Paese. Lo voglio ricordare in questa sede perché è la prima volta che ci riuniamo dopo la pausa estiva. Avevamo chiesto, anzi avevo chiesto, l'urgenza per il progetto di legge di riforma elettorale, soprattutto segnalando che, a differenza di quanto dicevano altri colleghi, è una legge ordinaria che non poteva e non doveva essere subordinata alla riforma costituzionale. Non voglio ritornare su una polemica che pure c’è stata nel fatto che sia stata incardinata al Senato e non alla Camera, però voglio qui ribadire il nostro intento e la nostra intenzione determinata nell'avere tempi certi nei quali discutere la legge elettorale e la sua riforma perché in questo momento il nostro Paese non si può permettere di mantenere in piedi una legge che, anche in vista della pronuncia della Corte costituzionale, potrebbe essere dichiarata anch'essa incostituzionale.
  Abbiamo, cioè, bisogno di uno scatto politico ed è per questo che noi facciamo appello a tutti i colleghi e a tutte le colleghe, anche nella distrazione che c’è in questo momento, per dire che un processo di revisione extra ordinem come la deroga all'articolo 138 non aiuta nell'intento di migliorare la nostra vita istituzionale. Noi continuiamo a considerare la centralità del Parlamento e ogni ipotesi presidenzialista una minaccia concreta e, appunto, vorrei qui che riflettessero tutti, in particolare i colleghi delle forze politiche che lo hanno sempre sostenuto, su cosa sarebbe accaduto se noi in questo momento avessimo avuto una Repubblica di stampo presidenziale, nel momento in cui il leader del partito di maggioranza del centrodestra si vuole sottrarre, in virtù della sua condizione di leadership, ad un giudizio equanime e, dal nostro punto di vista, dovuto rispetto alla sua incandidabilità e decadenza.
  Ma per quanto riguarda il disegno di legge costituzionale noi ravvisiamo che c’è un rischio, che è quello relativo alla genericità del mandato innanzitutto.
  Si scrive, all'interno del disegno di legge, che possono essere oggetto di revisione per la seconda parte della Costituzione i Titoli I, II, III, V, e tutte le leggi costituzionali e le disposizioni che ad esso afferiscono: una norma che non garantisce il senso che è contenuto all'interno dell'articolo 139, relativo al mantenimento e alla non messa in discussione – perché non può essere oggetto di revisione – della forma repubblicana. Perché solo un'interpretazione restrittiva e un po’ ottusa pensa che l'articolo 139 sia riferito esclusivamente alla questione della Repubblica intesa come forma non monarchica o di altra natura; ma la forma repubblicana – secondo quanto viene stabilito anche da importanti sentenze della Corte costituzionale, voglio ricordare la n. 18 del 1982, la n. 70 del 1984, la 1146 del 1988 – è il complesso delle norme che regola la tenuta democratica e costituzionale del nostro Paese.
  Per questo, lo dico con franchezza e spero che qualcuno ci ripensi dopo la presentazione della nostra questione pregiudiziale, noi non dovremmo procedere in questo senso. Presentiamo subito, come abbiamo già fatto, dei progetti di legge puntuali e – concludo – che possano riformare la legge costituzionale, la legge fondamentale sui punti predetti e sui quali c’è un largo consenso, ma non tocchiamo la sentinella della nostra Costituzione...

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  GENNARO MIGLIORE. ...quell'articolo 138 che ha garantito a tutti noi di avere una Costituzione così importante, così garantista e così autorevole per tutto il mondo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Renato Balduzzi. Ne ha facoltà.

  RENATO BALDUZZI. Signora Presidente, signor Ministro, se le cose stessero così, cioè come rappresentate poc'anzi dal presidente Migliore, probabilmente Scelta Civica voterebbe la questione pregiudiziale di non passaggio agli articoli. Se, cioè, le deroghe all'articolo 138 fossero tali da Pag. 4minare il principio di rigidità costituzionale o da consentire alle Camere di fare, con questo procedimento, cose che altrimenti non sarebbe possibile fare con il procedimento ordinario dell'articolo 138, noi saremmo, credo, tra i primi a votare questa pregiudiziale. Ma così non è.
  Quali sono queste deroghe di cui si parla ? Sono quattro, sostanzialmente: dare funzione referente a questo Comitato bicamerale, termini procedurali acceleratori nell'insieme del procedimento, il dimezzamento del termine di novanta giorni – cioè, quarantacinque giorni invece di novanta – tra la prima e la seconda lettura in Aula e la previsione di un referendum oppositivo anche nell'ipotesi in cui venisse raggiunta la maggioranza costituzionalmente significativa dei due terzi, che, a norma dell'articolo 138, non lo consentirebbero.
  Ebbene, nessuna di queste deroghe è tale da creare problemi perché il Comitato bicamerale serve evidentemente per riaffermare la centralità parlamentare e consentire alla seconda Camera, soprattutto sulle questioni del bicameralismo, di potersi esprimere senza dovere essere tentata da atteggiamenti ostruzionistici.
  I termini procedurali acceleratori sono tali da far diventare più lungo il procedimento rispetto al procedimento normale dell'articolo 138 e, dunque, anche il dimezzamento da novanta a quarantacinque giorni rientra in questa logica, complessivamente, di termini più lunghi. Il referendum oppositivo è certamente uno strumento in più, dato alla possibilità dei cittadini di controllare anche una larga maggioranza che voglia mettere le mani sulla Costituzione.
  Dunque c’è un rafforzamento della rigidità, non una sua diminuzione. Il problema posto dalla questione pregiudiziale, quindi, non è un problema di costituzionalità o di vulnus alla Costituzione, ma un problema strettamente politico. Si dice «no» a una riforma organica, si dice «no» a una cosiddetta grande riforma.
  Ci sono argomenti, anche importanti, per dire questo «no», ma tutto dipende, allora, dal merito, quando ci confronteremo, terminata questa fase che potevamo evitarci; se, probabilmente, invece di seguire questa strada, avessimo seguito l'articolo 138 a quest'ora, avremmo già avuto, approvata in prima lettura, la riforma del bicameralismo, ad esempio. Forse, non lo so, però così non è andata, è andata diversamente; siamo in presenza di un provvedimento importante, di un disegno di legge che, alla fine, anche grazie all'intervento del Senato, non dimentichiamolo, ha ulteriormente rafforzato la rigidità costituzionale, e non è assolutamente una «ferita», la rigidità costituzionale.
  Sul contenuto, cari colleghi di SEL ci confronteremo, ci confronteremo anche duramente. Probabilmente ci sono, evidentemente, nell'Aula, sensibilità diverse. C’è chi ha interesse e pensa ad una larga modificazione della Costituzione, c’è chi ha interesse ad andare ad intervenire su quegli elementi che sono un po’ da tutti considerati problematici, ad esempio ho citato prima il bicameralismo o qualche ritocco al nuovo Titolo V del 2001.
  Ebbene, in presenza di tutto questo, sicuramente, anche la possibilità, che il disegno di legge costituzionale assegna, di avere una pluralità di disegni di legge costituzionali, ci potrà consentire di governare meglio la revisione costituzionale, ammesso che questo Parlamento possa avere la possibilità di fare le riforme.
  Allora, concludendo, mi appello, signora Presidente, ad un elemento che è utile anche per i giuristi e soprattutto, però, lo è per i politici: il buonsenso. Questo disegno di legge costituzionale non stravolge l'articolo 138, non stravolge la nostra Costituzione, sarà nel merito che dovremo andare a confrontarci (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Fabiana Dadone. Ne ha facoltà.

  FABIANA DADONE. Gentile Presidente, colleghi deputati, Ministro per le riforme costituzionali, rinfreschiamoci la memoria dopo il rientro dalle ferie. Di che cosa tratta il disegno di legge n. 1359 ? Pag. 5Cito testualmente il professore Alessandro Pace che abbiamo sentito anche in audizione: si tratta di una vera e propria, illegittima, disapplicazione dell'articolo 138 allo scopo di effettuare delle modifiche alla Costituzione senza il doveroso rispetto di tale norma. Ma come si fa a proporre una deroga dell'articolo 138 ? La norma, è quella che, di fatto, garantisce la nostra Carta costituzionale, il muro di contenimento dell'arbitrio del potere politico, specialmente quello delle maggioranze di Governo. La rigidità della nostra Costituzione è cosa buona e giusta. Giova ricordare che fu proprio la flessibilità dello Statuto Albertino a consentire il passaggio alla dittatura per mezzi legali. Attraverso leggi approvate dalla maggioranza delle Camere Mussolini poté travolgere il labile Stato liberale e instaurare il regime fascista.
  Questo tentativo di aggirare il procedimento dell'articolo 138 è – ad opinione non certo di mia zia Olga, ma di professori di diritto costituzionale quali Pace, Manetti, Sorrentino e Zagrebelsky, solo per citarne alcuni – costituzionalmente illegittimo in quanto violerebbe dei principi fondamentali che sono sottratti allo stesso potere parlamentare di revisione costituzionale. Per cui, come si fa a dire che sia costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
  L'attuale disegno di legge configura, di fatto, una procedura straordinaria e derogatoria del testo costituzionale, sia sotto il profilo procedimentale che sotto quello degli organi deputati a modificare la Costituzione repubblicana. I profili di illegittimità del provvedimento in esame sono molteplici e riguardano non sono le leggi costituzionali ma anche i principi e le norme procedurali disposte dai Regolamenti parlamentari.
  L'organismo abilitato per la riforma costituzionale è uno e uno soltanto, ed è scritto nella carta medesima: è il Parlamento repubblicano, e questo dovrebbe avvenire nelle sedi consone ovvero le Commissione Affari costituzionali di Camera e Senato.
  Con questo disegno di legge invece cosa capita ? Che viene investito un Comitato di 40 tra deputati e senatori e la domanda che ci poniamo è: che cosa dovrebbero fare nel frattempo gli altri deputati della Commissione Affari costituzionali di Camera e Senato ?
  Che dire, poi, del cronoprogramma dei lavori che oltre a comprimere il tempo dei lavori che di fatto dovrebbero concludersi in diciotto mesi, per cui alla faccia dei tempi lunghi, riduce il termine di tre mesi tra la prima e la seconda lettura a 45 giorni escludendo il senso voluto dei padri costituenti ovverosia avere un tempo per riflettere su delle manovre di tipo costituzionale. Tempo per riflettere... no qua si dice «no grazie al tempo per riflettere» perché ci sono 69 articoli della Costituzione da modificare su 139 derogando al centotrentottesimo. Qui bisogna aprire di fatto una fase costituente con un Parlamento eletto con una legge di dubbia costituzionalità coi tempi di Aula addirittura contingentati, dopo due ore e venticinque di discussione in Commissione, dopo l'audizione di numerosi costituzionalisti che si sono permessi di rilevare dei profili di incostituzionalità dopo addirittura delle proposte pervenute da alcuni onorevoli colleghi, di filtrare le opinioni di questi ultimi quando non ci fanno comodo. Complimenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pino Pisicchio. Ne ha facoltà.

  PINO PISICCHIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi. La questione pregiudiziale di costituzionalità è l'esito di un ragionamento posto in modo non improvvisato e che dunque merita una ponderata riflessione.
  C’è un argomento che viene solo affacciato in premessa ma che io vorrei svolgere per un momento ed è questo: quale è la funzione dell'articolo 138 nell'economia generale e nell'equilibrio dell'impianto costituzionale ? Il testo della questione di pregiudizialità dice: il 138 è una norma di garanzia che con gli oneri previsti tende a Pag. 6preservare la Costituzione da interventi procedurali. Condivido questa premessa e aggiungo: la logica di quella che i colleghi del Sel chiamano «la regola delle regole» è quella di interventi manutentivi minori immaginando che il concepimento di un disegno vasto di riforma costituzionale debba poter poggiare su quella condivisione amplissima richiesta dalla norma oppure di un gesto costituente.
  Dunque, e questo argomento è stato da noi affrontato nel corso del dibattito generale, a nostro modo di vedere il percorso avrebbe potuto essere quello di un impianto di riforme ampio e articolato come quello che ci apprestiamo a fare, affidato ad una Assemblea Costituente, con una competenza rigorosamente circoscritta al ridisegno dello Stato ordinamento perché, è indubitabile, il nostro ordinamento statuale ha bisogno di una vasta ed efficace riforma coerente con i principi intangibili contenuti nella prima parte della Costituzione.
  Si è ritenuto che lo strumento più idoneo e veloce potesse essere rappresentato da una revisione del 138, quella modifica della «regola delle regole». Dobbiamo dunque domandarci: questo intervento è così manipolativo ? È davvero in grado di arrecare un insulto alla Costituzione vigente ? È in grado di espropriare il Parlamento delle sue prerogative ? Al netto del paradosso teorico di un disegno di legge volto a modificare la norma che regola a sua volta le procedure di modifica della norma costituzionale, occorre convenire sul fatto che la protesta contenuta nell'A.C. 1359 non si configura come uno stravolgimento delle attuali procedure ma più modestamente di un loro snellimento nel senso dell'azione comune tra le Commissioni competenti di Camera e Senato raccolte in forma ridotta alla stregua di un super Comitato e vengono, inoltre, ridotti i tempi che dovevano decorrere tra una prima e una seconda lettura. È questo tutto il cuore della riforma. Non c’è alcuna sottrazione di competenze al Parlamento, non c’è un vulnus alla sua sovranità.
  Piuttosto, considero il provvedimento carente di un aspetto fondamentale ma questo è riparabile con una pronuncia immediata del Parlamento: quale è la forma di Governo cui il Comitato dovrà essere vincolato nell'elaborazione della proposta che tornerà all’ Assemblea ? È presidenzialistica ? È semipresidenzialistica ? È parlamentare ? Questa va chiarito prima come ebbe a fare l'Assemblea costituente con l'ordine del giorno Perassi vincolando il lavoro della sottocommissione a quel tracciato, che fu di esplicita adesione al modello parlamentare.
  È questo che oggi dobbiamo fare, compiere una scelta vincolante per impedire che il Comitato si muova al buio, prefigurare un modello di forma di Governo.
  Concludo, Presidente, ma questo sarà il prossimo passaggio. Sulla pregiudiziale esprimiamo un giudizio di non accoglibilità (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bressa. Ne ha facoltà.

  GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, lo storico Paolo Pombeni – e con lui molti studiosi concordano – sostiene che il fatto costituente è una dimensione della storia politica di un Paese, per cui sarebbe ingenuo, se non proprio sbagliato, immaginare che un processo di revisione costituzionale possa essere sottratto a un giudizio politico, ma è altrettanto sbagliato e ancora più grave fare del giudizio politico l'unico metodo di valutazione del processo di revisione costituzionale. È esattamente quello che avete fatto, colleghi di SEL, avete presentato, legittimamente, un pregiudizio politico e non una pregiudiziale di costituzionalità.
   Gli argomenti di tipo costituzionale che portate sono inconsistenti, scrivete: è stata scientemente elusa la procedura prevista dall'articolo 138. Quando sostenete che la regola delle regole va tenuta ferma per evitare che la Costituzione possa essere modificata per esigenze di comodo, fate un'affermazione che prova troppo. L'articolo 138 è scritto proprio per poter Pag. 7cambiare la Costituzione e lo fa prevedendo una procedura che ha – questa sì – dei principi fondamentali che non possono essere violati, il primo e il più importante è la tutela delle minoranze, il secondo è l'attribuzione dell'ultima parola al popolo con l'istituto del referendum positivo.
  Ebbene, il disegno di legge che voi considerate viziato costituzionalmente non solo rispetta ma esalta questi due principi, da un lato tutela maggiormente le minoranze perché costituisce un comitato parlamentare composto non solo in proporzione dei seggi ma dei voti ottenuti, corregge quindi le distorsioni del premio di maggioranza, dall'altro consente il referendum costituzionale anche nell'ipotesi si sia raggiunta o superata la maggioranza dei due terzi in seconda deliberazione. La garanzia del voto popolare a difesa della Costituzione è esaltata e questo accentua la rigidità dell'articolo 138 e non, come dite voi, la compromette.
  Il ruolo della centralità del Parlamento non è messo minimamente in gioco perché il comitato ha un compito referente, si è modificato temporalmente solo il primo comma dell'articolo 72, il comitato sostituisce le rispettive Commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato e quindi è solo una fase, una piccola modesta fase del procedimento legislativo. Il potere del Parlamento rispetto alla revisione resta inalterato, confermato in tutte le sue potenzialità.
  L'aspetto francamente paradossale della vostra pregiudiziale politica è che del tutto arbitrariamente sostenete che può essere coinvolta nella revisione anche la forma repubblicana. Questo, più che un ragionamento, è un anatema, la teoria dei limiti impliciti alla revisione costituzionale, così chiaramente definita dalla Corte costituzionale e dalla dottrina, ci consente di non replicare nemmeno ad una cosa che è talmente abnorme e infondata dallo sfidare il ridicolo.
  Il problema è un altro, e questo sì è tutto politico: attraverso questa schermaglia sulle procedure si vuole avallare una cultura del sospetto, del sospetto su cosa e come possa essere cambiato, un sospetto che allontani la possibilità di riformare la Costituzione, non di stravolgere la Costituzione ma di riformarla in quelle parti che hanno dimostrato alla prova dei fatti di essere divenute un limite per la democrazia del Paese. Le abbiamo elencate fin troppe volte, anzi sono i temi che già in Assemblea costituente furono oggetto di difficile definizione. Il problema è tutto qui, vogliamo o non vogliamo tentare di trovare qualche strumento che consenta di rivitalizzare la democrazia e di rinsaldare nelle istituzioni potestas ed auctoritas come ci indica il professor Mario Dogliani ? Questa è una sfida politica, se è vero che la politica è lotta, è anche vero che è la lotta che genera il bisogno di Costituzione come antidoto alla sua possibilità distruttiva.
  Questo si fa non nascondendosi dietro schermaglie procedurali, ma accettando la sfida delle proposte di cambiamento, del merito delle proposte di cambiamento, ognuno con le proprie idee, se si è capaci di farlo.
  Quando si parla della nostra Costituzione, come di una sorta di compromesso garantistico, ci si dimentica che tale affermazione vale come giudizio sul prodotto finale. Le posizioni assunte in partenza dai diversi schieramenti non erano affatto di tipo compromissorio. Che cosa cambia oggi ? Forse il fatto che si ha paura del confronto politico ? Che sono più comode le scorciatoie demagogiche e populiste ? Il PD non ci sta e vuole il confronto politico per cambiare, secondo la lezione che ci ha lasciato Leopoldo Elia. Noi siamo per un costituzionalismo sostenibile, che tenga conto dell'ampiezza di decisioni che lasciamo alla politica e, insieme, delle garanzie irrinunciabili in un'autentica democrazia.
  Questo nostro equilibrio è anche la nostra politica, è anche la nostra forza. Voteremo «no» alla proposta di pregiudiziale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Centemero. Ne ha facoltà.

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  ELENA CENTEMERO. Gentile Presidente, signor Ministro, onorevole colleghe e colleghi, il progetto di legge costituzionale in oggetto rappresenta una fedele traduzione degli impegni al Governo deliberati dal Parlamento con l'approvazione, nel mese di giugno, di due identiche mozioni relative alle riforme istituzionali.
  Il tema delle riforme istituzionali rappresenta, infatti, uno degli snodi decisivi dell'attuale legislatura, che si trova a fronteggiare, da un lato, la difficile fase di recessione economica e, dall'altro, la non adeguatezza della nostra architettura istituzionale, inadeguatezza che proprio le difficoltà del ciclo economico rendono più evidente e più urgente da affrontare.
  L'instabilità e l'inefficienza dell'azione di Governo e la frammentazione del quadro politico costituiscono, infatti, dei fondamentali ostacoli alla capacità del sistema di adottare misure incisive per l'ammodernamento dell'intero nostro sistema Paese, il rilancio dell'economia e la fuoriuscita dalla crisi.
  Il disegno di legge sulle riforme costituzionali, che stiamo appunto apprestandoci a dibattere, costituisce solo il primo passo di un complesso processo di riforma, finalizzato a rendere più coerente ed efficace il percorso di revisione costituzionale, senza attenuare – voglio sottolinearlo – in alcun modo le garanzie che sono state volute dai padri costituenti, quando diedero vita proprio all'articolo 138 della Costituzione, garanzie che, al contrario, vengono rafforzate in un punto che è decisivo. Mi sto riferendo chiaramente all'articolo 105 del disegno di legge, che definisce le procedure per lo svolgimento del referendum confermativo, previsto proprio dall'articolo 138, e prevede che queste procedure possano essere attivate anche se la legge o le leggi di revisione costituzionale siano state approvate a maggioranza dei due terzi dei componenti delle Camere. Si tratta di una previsione essenziale perché garantisce che, in nessun caso, le nuove norme costituzionali possano entrare in vigore senza il consenso della maggioranza del popolo italiano. Si tratta di una garanzia ancora più importante nell'attuale e specifica situazione politica, nella quale la maggioranza che sostiene il Governo supera abbondantemente i due terzi del Parlamento.
  L'attuale maggioranza, se avesse voluto, avrebbe tranquillamente potuto affidare al vigente articolo 138 l'approvazione della riforma istituzionale, sfuggendo al voto confermativo popolare, invece si è deciso di seguire un'altra via e, comunque, di dar vita ad un referendum confermativo, ed è francamente singolare che di questo strappo all'articolo 138 si dolgano le opposizioni che – se vorranno – potranno, al contrario, beneficiarne.
  Ad ulteriore rafforzamento della democrazia e della trasparenza, interviene poi l'articolo 4, comma 2, che fissa il vincolo della omogeneità e della coerenza del contenuto dei progetti di legge di revisione costituzionale al fine di consentire, per quanto possibile, lo svolgimento del referendum su quesiti distinti, per ciascuna parte omogenea del progetto di riforma.
  Anche questo è un modo per meglio garantire l'autenticità di manifestazione del voto popolare e, quindi, la democraticità complessiva del processo riformatore.
  Per il resto il disegno di legge si limita a prevedere alcune disposizioni dirette a rendere più fluido il procedimento parlamentare, senza in alcun modo compromettere le prerogative o mettere in discussione la centralità del Parlamento. La novità più significativa è la previsione di una fase referente svolta da un organo bicamerale. È una previsione finalizzata evidentemente a rendere più efficace e più rapido lo svolgimento dell'esame in Commissione, che rappresenta una fase essenziale del nostro procedimento legislativo. Si tratta, del resto, di una previsione simile a quella già contenuta nella legge che istituiva la «Commissione D'Alema», approvata in tempi rapidissimi dal Parlamento senza dar luogo ad alcuna contestazione.
  Importante anche la scansione temporale che viene prevista, che ha la finalità fondamentale di ribadire l'urgenza della Pag. 9riforma e di scongiurare il rischio che chi legittimamente è contrario ad ogni ipotesi di riforma e che anziché opporsi a viso aperto preferisca, invece, puntare su delle tecniche dilatorie per fare in modo che il processo vada fuori tempo massimo e si concluda con nulla di fatto.

  PRESIDENTE. La prego di concludere.

  ELENA CENTEMERO. In ogni caso, e mi appresto a concludere, si tratta, come è evidente, di una tempistica non perentoria, che lascia comunque libero il Parlamento di deliberare sui temi dei propri lavori.
  Ci sono, poi, una serie di motivazioni adottate nella pregiudiziale che appaiono prive di fondamento. In particolare, l'articolo 138 della Costituzione non viene eluso ma viene semplicemente derogato, con una disciplina speciale che ne rispetta lo spirito e ne rafforza le garanzie fondamentali. Il disegno di legge non configura in alcun modo un potere paracostituente, ma disciplina l'esercizio del potere di revisione costituzionale e la previsione di cui al comma 2, articolo 2, relativa alle disposizioni costituzionali strettamente connesse, non allarga in modo indefinito l'oggetto del processo di revisione ma, al contrario, fissa unicamente i termini essenziali di coordinamento.

  PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.

  ELENA CENTEMERO. Concludo dicendo che il processo di revisione delineato dal disegno di legge non potrà in alcun modo coinvolgere i principi supremi della Costituzione ma sarà, invece, limitato, come è evidente, all'aggiornamento di alcune parti della seconda parte della Carta, con specifico riferimento alla forma di Governo, al bicameralismo e al Titolo V della Costituzione, relativo ai rapporti tra Stato, regioni e autonomie locali.

  PRESIDENTE. Colleghi, ho il piacere di informarvi che sta assistendo ai nostri lavori una delegazione della Commissione affari esteri del Parlamento del Ghana, che è guidata dal presidente Emmanuel Bandua. A voi va il mio saluto e quello di tutti i colleghi (Applausi).
  Ha chiesto di parlare il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, noi stiamo discutendo di una questione pregiudiziale di costituzionalità che, ad avviso di Fratelli d'Italia, è fondata su argomenti assolutamente risibili. Basterebbe uno studente del primo o del secondo anno di giurisprudenza per confutare le argomentazioni – chiamiamole giuridiche – della questione pregiudiziale.
  Infatti, che l'articolo 138 possa essere non aggirato, come è stato detto, ma possa in qualche modo trovare altre vie affinché sia riformata la Costituzione, a patto che non vengano stravolti i principi generali che vi sono contenuti, lo dimostra la storia di questo Parlamento. Almeno quattro volte, da Bozzi a D'Alema, abbiamo fatto bicamerali che hanno modificato, assai più profondamente di quanto si fa in questa occasione, l'iter per modificare la Carta costituzionale.
  Questa volta, in questa occasione, anzi, la modifica più significativa – e non è quella di unificare le due Commissioni, perché di altro non si tratta – è quella di prevedere in ogni caso il passaggio referendario, cioè per la prima volta viene in ogni caso affidata al popolo la decisione di approvare o respingere la modifica che il Parlamento dovesse nel frattempo approvare. A me sembra un motivo assolutamente valido per votare questo provvedimento, non per bocciarlo, a meno che – ed è quello che io penso – alcune forze politiche altro non vogliano che bloccare qualsiasi cambiamento. Vogliono imprigionare la nostra Carta costituzionale al dettato che oggi tutti riconoscono essere insufficiente a fotografare la mutata realtà socio-politica, socio-culturale, chiamatela come volete. Non c’è dubbio che, se vogliamo cambiare il bicameralismo perfetto, questo provvedimento, che mette insieme Pag. 10senatori e deputati nella fase della Commissione, aiuta la discussione. Non c’è dubbio – lo ripeto – che la garanzia del passaggio al corpo elettorale, ai cittadini, sia un dato positivo. Non si capisce quindi quale possa essere la vera ragione per ostacolare questo progetto. Vedete, Fratelli d'Italia è all'opposizione, non dà fiducia a questo Governo, non è assolutamente convinta che questa situazione sia di vantaggio per l'Italia, ma questo non vuol dire un'opposizione preconcetta anche quando provvedimenti come questo vanno nella direzione da noi auspicata. Cosa auspichiamo noi ? Che finalmente ci sia un percorso che consenta a questo Parlamento, benedetto poi dal voto popolare, di dare uno scossone a parte della Costituzione decisamente superata. Noi abbiamo un obiettivo preciso – non so se questo Parlamento vorrà accoglierlo, temo di no, ma ci proveremo – che è quello di arrivare all'elezione del Capo dello Stato direttamente da parte degli elettori, dei cittadini. Così come in tema di riforma elettorale abbiamo chiesto che siano i cittadini a scegliere i deputati e i senatori e non le segreterie dei partiti, nella stessa maniera continuiamo a sostenere che tocchi ai cittadini scegliere il Capo dello Stato.
  Questo provvedimento, se partirà, ci dà questa speranza. Volere bloccare all'inizio questo percorso significa volere rimanere immobili, fermi al passato.

  PRESIDENTE. Questo era l'ultimo intervento, sono esauriti quindi gli interventi sulla questione pregiudiziale. Però, colleghi, prima di passare al voto, io desidero ricordare la figura del sindaco Angelo Vassallo a tre anni dalla sua scomparsa (Applausi).

In ricordo di Angelo Vassallo (ore 11,20).

  PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lei, l'intera Assemblea ed il rappresentante del Governo). A tre anni dall'agguato in cui venne ucciso il sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, la Presidenza della Camera e l'Assemblea desiderano ricordare la figura di questo amministratore eccezionale. Angelo Vassallo fu un sindaco visionario. Ha visto e capito in anticipo le sfide legate al territorio e all'ambiente e lo ha fatto dal Sud, quindi una sfida nella sfida. La sua azione amministrativa improntata alla trasparenza e alla legalità ha reso il suo comune un modello da esportare e al quale ispirarsi.
  Caparbio e tenace, si deve a lui il riconoscimento, tra le altre cose, della dieta mediterranea come patrimonio dell'UNESCO. Amante del mare, ricordato ancora oggi come il «sindaco pescatore», Vassallo aveva saputo mantenere il polso fermo e il massimo rigore nel rispetto della legge, schierandosi apertamente contro gli appetiti delle cosche verso il suo territorio.
  Ci ha lasciato un'eredità importante ed estremamente attuale, che è nostro compito non disperdere. Purtroppo, il suo omicidio è ancora oggi impunito. Ci auguriamo che il lavoro degli inquirenti impegnati in prima linea nel caso possa dare presto risultati concreti (Generali applausi, a cui si associa il rappresentante del Governo).
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Tino Iannuzzi. Ne ha facoltà, per due minuti.

  TINO IANNUZZI. Signor Presidente, sono già tre anni che, con un'inaudita violenza, una belva assassina, rimasta, purtroppo, ancora senza identità e senza volto, stroncò la vita di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica, un sindaco stimato in tutto il Paese perché, attraverso un'azione amministrativa lungimirante e coraggiosa, Angelo Vassallo ha trasformato piccoli borghi di pescatori, come quelli di Pioppi e Acciaroli, in perle del turismo nazionale e internazionale, nel segno, sempre profondo, del rispetto dell'ambiente, di uno sviluppo ecocompatibile, che valorizza le identità naturali dei luoghi attraverso progetti scrupolosamente concepiti ed eseguiti, sempre mirati a far camminare insieme crescita e rispetto delle risorse ambientali.Pag. 11
  E così Angelo Vassallo, in una regione difficile come la Campania, è stato all'avanguardia nell'organizzare un sistema moderno della gestione dei rifiuti con al centro la raccolta differenziata. Ha valorizzato sempre la qualità e l'eccellenza, lo splendore di quel litorale marino di Pioppi e di Acciaroli. Ma è stato sempre impegnato con fermezza e coerenza, come lei ha ricordato, signor Presidente – noi la ringraziamo sentitamente per il suo bello e accorato intervento – sulla frontiera della legalità, del rispetto delle regole.
  È stato un sindaco moderno e innovatore, con un'umanità generosa e vera, come ho potuto constatare avendo avuto l'onore, per anni, della sua amicizia. Purtroppo, nonostante le indagini delle forze dell'ordine e della magistratura, rimangono ancora senza volto gli autori responsabili di questo efferato delitto.
  Noi abbiamo il dovere di restituire alla giustizia e a una punizione esemplare tutti i responsabili di questo assassinio. È un dovere che abbiamo verso la sua famiglia, verso la consorte, signora Angelina, verso i figlioli, Giusy e Antonio, che con tanta dignità hanno vissuto questa tragedia, e verso l'intero suo territorio, per rafforzare il primato della legge.
  Voglio anche dire che è un dovere che abbiamo verso questo esemplare sindaco, che ci lascia un patrimonio di coerenza, di coraggio, di fermezza nel respingere qualunque intervento e qualunque progetto invasivo del territorio, qualunque infiltrazione criminale, che ci lascia anche un segno di operosa tenacia, di grande amore per la sua terra, di passione sconfinata per il suo mandato di sindaco, perché Angelo Vassallo è stato un sindaco esemplare, un grande esempio di buona amministrazione e di buona politica, è stato un grande italiano (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Michele Ragosta. Ne ha facoltà.

  MICHELE RAGOSTA. Signor Presidente, quella di ieri è stata una giornata triste per la mia comunità, quella salernitana, ma, soprattutto, è stato un giorno amaro per la politica, la bella politica, quella che qui, in quest'Aula, come Sinistra Ecologia Libertà, stiamo cercando di fare emergere.
  La sera del 5 settembre 2010 sette colpi di pistola, esplosi da mano ancora ignota, uccisero Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, piccolo comune del salernitano, patrimonio dell'UNESCO per la dieta mediterranea, bandiera blu per la limpidezza delle acque del suo mare, polmone verde della Campania con il Parco nazionale del Cilento e del Vallo di Diano.
  Quella sera del 5 settembre non è stato ucciso solo un uomo, un sindaco, un portatore sano di quei valori di legalità e rispetto delle istituzioni e della bella politica. Quella sera del 5 settembre hanno ucciso un sogno, un sogno non solo suo, ma il sogno di quanti, nonostante le avversità e le difficoltà del quotidiano, continuano a credere che un altro futuro per il nostro Paese è possibile.
  Di Angelo Vassallo ho potuto apprezzare negli anni, grazie alla comune esperienza tra i banchi del Consiglio provinciale di Salerno, le sue qualità umane e politiche. Era un uomo semplice, un uomo della gente. Era e rimarrà, nel ricordo di tutti, il «sindaco pescatore», un appellativo scelto non a caso, non solo perché la pesca era, nel privato, la sua attività principale: Angelo, come pescatore, era un uomo paziente, sapeva che prima o poi i frutti del suo lavoro sarebbero arrivati e tutti ne avrebbero tratto beneficio, e da buon pescatore sapeva che il rispetto dell'ambiente era uno dei tasselli principali per sviluppare un nuovo modello di crescita economica, sociale e culturale. Oggi il suo lavoro è riconosciuto unanimemente, sia dalla destra che dalla sinistra. In queste ore sono stati numerosi i messaggi che esponenti del mondo politico e della società civile hanno voluto fare arrivare alla sua famiglia e alla sua comunità, messaggi di vicinanza e di solidarietà verso chi, a distanza di tre anni, attende ancora che la giustizia consegni loro mandanti ed esecutori di quel brutale delitto.Pag. 12
  Il sindaco di Acciaroli, intervenendo pochi giorni fa, signor Presidente, ha annunciato che il Ministero, il Governo intende chiudere nelle prossime settimane la locale caserma dei carabinieri. Il nostro appello in quest'Aula è di sollecitare il Governo affinché questo non avvenga, poiché in quel territorio è necessaria una presenza dello Stato per evitare infiltrazioni camorristiche. Grazie (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Mara Carfagna. Ne ha facoltà

  MARIA ROSARIA CARFAGNA. Presidente, come è già stato ricordato da lei e dai colleghi che mi hanno preceduto, il 5 settembre di tre anni fa veniva ucciso con inaudita ferocia, con diversi colpi di pistola, uno dei più validi amministratori comunali che il territorio di Salerno abbia mai conosciuto. Tre volte sindaco, Vassallo è nato e vissuto a Pollica, e, purtroppo, ha letteralmente dato la vita per la crescita, lo sviluppo non soltanto di Pollica stessa, ma dell'intero entroterra.
  La politica è stata una delle grandi passioni di Angelo Vassallo, un uomo che ha conosciuto il significato del sacrificio e dell'abnegazione fin da piccolo, quando aveva imparato l'arte della pesca e i segreti del mare. Queste passioni gli hanno valso l'appellativo di «sindaco pescatore». Sindaco onesto, sindaco coraggioso: è così che però mi piace ricordarlo. E verso di lui tutti noi abbiamo un preciso dovere morale, quello di rendere urgente e viva la ricerca della verità. La matrice camorristica legata al suo assassinio è tuttora una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti, ma ci sono ancora troppi vuoti sulla strada che conduce all'identità di chi quella sera ha armato la propria mano per uccidere Angelo Vassallo, ponendo per sempre fine alla sua vita e negando ad una comunità la sua figura di sindaco coraggioso e straordinario, e alla sua famiglia la figura di padre e di marito.
  Le sue idee, il suo entusiasmo, i suoi insegnamenti sono vivi nella mente di chi oggi porta avanti nel suo nome l'attività amministrativa nel piccolo centro di Pollica. Penso, per esempio, a Stefano Pisani, attuale sindaco, da sempre braccio destro di Angelo Vassallo. È di questi amministratori che l'Italia ha bisogno, una figura forte e carismatica nella sua semplicità, decisa e testarda nel perseguire obiettivi ambiziosi. E sappiamo quanto questo sia difficile nei nostri territori, al Sud e, in particolare, in Campania.
  A lui, a Pollica e alla sua famiglia, straziata dal dolore, dobbiamo determinazione e perseveranza affinché venga chiarito cosa sia successo e perché, la sera di quel 5 settembre.
  Allora credo che il modo migliore per onorare la memoria di Angelo Vassallo sia far sì che questo patrimonio, il suo patrimonio di idee, di valori, di coraggio, non vada disperso ma continui a vivere nell'azione e nella coscienza di chi, come noi, quotidianamente è chiamato ad operare per realizzare il bene comune (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, io brevemente, nell'associarmi a quello che hanno già detto i colleghi salernitani, ma senza voler fare chiacchiere di rito, sono testimone dell'impegno del sindaco di Pollica, perché da presidente della provincia insieme collaborammo per far scoprire uno scandalo molto importante (strade «fantasma» che venivano pagate regolarmente dalla provincia), ed ebbi modo di apprezzare il suo coraggio anche a denunciare malefatte della sua stessa parte politica proprio in quella vicenda particolare.
  Voglio segnalare soltanto con forza che è una vergogna che, dopo tre anni, lo Stato non è stato in grado di individuare un mandante, una persona che possa essere collegata a questo reato. Credo sia una grave sconfitta dello Stato, quindi approfitto della presenza del Governo per incalzare l'attività degli inquirenti in questa direzione, e penso sia una grave sconfitta da parte dello Stato che questo Governo PD e PdL voglia chiudere la stazione dei carabinieri a Pollica; Pag. 13mi sembra un modo per uccidere una seconda volta il nostro amato sindaco.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Micillo. Ne ha facoltà.

  SALVATORE MICILLO. Signor Presidente, ho conosciuto il figlio di Angelo Vassallo, sono stato lì a capire cosa avesse lasciato nel ricordo delle persone; in quel luogo dove la natura vince, il pescatore, l'uomo, il sindaco vicino alle persone, colui che sapeva trattare il mare come solo i grandi uomini sanno fare, uomini che combattono a testa alta, che vanno avanti portando principi e valori che solo le persone umili sanno dimostrare. Vorremmo che queste persone non fossero lasciate sole, non fossero lasciate sole tutte le persone che ogni giorno lottano in particolari territori.
  Ad Antonio Vassallo, figlio del «sindaco pescatore», alla famiglia noi ci stringiamo e verremo presto a Pollica, ad Acciaroli, ad abbracciarvi e a farvi capire che uno Stato c’è che vigila sulle persone che ogni giorno combattono le mafie (Applausi).

Si riprende la discussione (ore 11,35).

(Ripresa esame di una questione pregiudiziale)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla questione pregiudiziale di costituzionalità Migliore ed altri n. 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese, Di Lello, Frusone, Luigi Gallo, Catania, Sbrollini, Malisani, Villarosa, Brescia, Vecchio, Biasotti, Gribaudo, Epifani, Chimienti, Misuraca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  484   
   Votanti  483   
   Astenuti   1   
   Maggioranza  242   
    Hanno votato
 132    
    Hanno votato
no  351).    

  Essendo stata testè respinta la questione pregiudiziale, passiamo al seguito della discussione del disegno di legge costituzionale.
  Ricordo che nella seduta del 1o agosto 2013 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore di minoranza, deputato Nazzareno Pilozzi, il relatore per la maggioranza e il rappresentante del Governo sono intervenuti in sede di replica, mentre il relatore di minoranza, deputato Riccardo Fraccaro, vi ha rinunciato.

(Esame degli articoli – A.C. 1359)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge costituzionale.
  Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere, che è distribuito in fotocopia (Vedi l'allegato A – A.C. 1359).

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 1359)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1359).
  Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative il deputato Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Signora Presidente e cari colleghi, l'articolo 1 del dispositivo n. 1359 è quello che istituisce il Comitato per le riforme costituzionali ed elettorali. Noi riteniamo che il complesso di questo provvedimento, di questa legge costituzionale che oggi giunge in aula, sia un Pag. 14complesso, una procedura da respingere nel suo insieme e, in subordine, da emendare in modo sostanziale. Perché chiediamo appunto di respingere questo complesso che è stato previsto ? Anche per la fretta con cui la si vuole dare in mano, prevedendo l'instaurazione di una procedura straordinaria per la revisione costituzionale, in deroga all'articolo 138, allo scopo di agevolare una revisione profonda della Costituzione nei Titoli 1, 2, 3 e 5 della parte seconda, che però – ricordiamolo – può estendersi anche alle garanzie giurisdizionali e costituzionali ed alla prima parte.
  La Costituzione non è una questione che può essere trattata con somma urgenza, come avviene per le leggi finanziarie, le cui correzioni possono essere imposte da situazioni contingenti e di mercato. La Costituzione non è un puro atto di diritto positivo, imposto comunque da un legislatore. Le Costituzioni nascono da un processo storico, sono memoria e progetto e come tali definiscono l'identità di un popolo e di una comunità politica organizzata in Stato. La nostra Costituzione, signora Presidente, porta dentro di sé la memoria di cento anni di storia italiana, nel bene e nel male, contempla le ferite del fascismo, il suo ripudio attraverso la lotta di liberazione e realizza le garanzie perché il fascismo non venga più riprodotto attraverso una tecnica di equilibrio dei poteri che impedisce ogni forma di dittatura. Ecco, la Costituzione italiana è stata forgiata in quel crogiolo ardente rappresentato dall'evento globale costituito dalla seconda guerra mondiale e porta l'impronta di uno spirito universale; mettere mano alla Costituzione, pertanto, non è un'azione banale: vuol dire mettere mano alla storia, vuol dire interrogarsi sulla nostra storia, sulle conquiste di civiltà giuridica faticosamente raggiunte, sui suoi successi, sui fallimenti, sui pericoli che sono all'orizzonte.
  La Costituzione può essere sì riformata per adeguarla ai tempi, ma non tollera revisioni radicali che ne snaturino l'impianto. I beni pubblici repubblicani che i costituenti hanno attribuito al popolo italiano ed inerenti la garanzia dei diritti fondamentali della qualità della democrazia costituiscono essi stessi un patrimonio irrecusabile, che non può e non deve essere smantellato. Proprio per tutelare l'indisponibilità di questo patrimonio, la Costituzione ha previsto un procedimento rigido di revisione, incardinato nei binari dell'articolo 138, con il limite dell'immodificabilità della forma repubblicana e dei principi costituzionali supremi. Fra questi rientra il principio della salvaguardia della rigidità costituzionale, che è il più supremo di tutti. Infatti, se si intaccasse la rigidità della Costituzione, tutti i suoi principi e valori verrebbero esposti agli umori delle contingenti maggioranze politiche e perderebbero di effettività.
  Il fatto che per riavviare un processo di revisione costituzionale, la cui iniziativa comunque non spetterebbe al Governo come, invece, è avvenuto e sta avvenendo, ma al Parlamento, si pretenda di incidere sulla rigidità della Costituzione, lascia trasparire l'intento o quanto meno la possibilità che il processo riformatore esorbiti dai limiti sostanziali che la stessa Carta fissa alla sua revisione, limiti che da molto tempo sono contestati da forze politiche portatrici di culture estranee ai principi stessi e ai valori costituzionali, le quali, assieme all'antifascismo, contestano la divisione dei poteri e il principio fondamentale che la Repubblica sia fondata sul lavoro. E non possiamo sottacere il contesto politico in cui questa proposta di revisione costituzionale viene avanzata e portata avanti e, di conseguenza, i rischi che si hanno. In questo contesto ambientale il Parlamento italiano oggi è sottoposto ai ricatti a cui oggi è sottoposto. A maggior ragione non possiamo negare appunto e non evidenziare questo rischio.
  Per chiudere, sull'articolo 1 noi presentiamo tre emendamenti che chiedono sostanzialmente, il primo di eliminare il fatto che il Comitato possa esaminare progetti di legge in materia elettorale e, dunque, di natura ordinaria. Infatti, le Pag. 15iniziative legislative in materia elettorale e diverse dalle proposte di legge costituzionale devono restare di assoluta competenza delle Commissioni affari costituzionali dei due rami del Parlamento. Soltanto il buonsenso appunto dovrebbe portare ad appoggiare e a condividere questo emendamento. Chiediamo, inoltre, che vengano rivisti i criteri di composizione del Comitato. L'emendamento, infatti, oltre ad introdurre la dizione relativa al rispetto del criterio di proporzionalità stabilito sia in Costituzione, sia dai Regolamenti dei due rami del Parlamento, e ad indicare esplicitamente l'obbligatoria presenza di tutti i gruppi rappresentati in Parlamento, sopprime il farraginoso e incongruo meccanismo di rappresentanza che fa riferimento, per la prima volta nella storia della Repubblica, al numero dei voti conseguiti dalle liste e dalle coalizioni di liste ad esso riconducibili. È un assurdo !
  In ultimo, sempre relativamente all'articolo 1, chiediamo, con un emendamento apposito, di sopprimere la tempistica relativa alla prima riunione del Comitato che, invece, nella proposta originaria si prevede che debba avvenire non oltre dieci giorni successivi alla data di entrata in vigore della legge. Con un clima politico, come dicevo prima, così acceso, con una possibile crisi di Governo alle porte, noi pensiamo che porre come vincolo l'insediamento del Comitato di revisione della Costituzione entro dieci giorni sia un errore e un'incongruità (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 1 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere i pareri sulle proposte emendative presentate.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro per gli identici emendamenti Cozzolino 1.1 e Migliore 1.51, altrimenti il parere è contrario, mentre il parere è contrario sull'emendamento Migliore 1.30. Vi è un invito al ritiro sull'emendamento Migliore 1.2, altrimenti il parere è contrario, mentre il parere è contrario sull'emendamento Migliore 1.63.

  PRESIDENTE. Un secondo, ci faccia... con calma. Quindi, siamo all'emendamento Migliore 1.63...

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Migliore 1.63 e 1.52, Toninelli 1.3 e Migliore 1.60; la Commissione invita inoltre al ritiro, altrimenti il parere è contrario, degli emendamenti Migliore 1.61 e 1.70; la Commissione esprime, quindi, parere contrario sugli emendamenti Dadone 1.5, D'Ambrosio 1.6 e Migliore 1.64 e 1.8.
  La Commissione invita, inoltre, al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento Dadone 1.24; la Commissione esprime, poi, parere contrario sull'emendamento Lombardi 1.9 e invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento Dieni 1.10.
  La Commissione esprime, altresì, parere contrario sugli emendamenti Migliore 1.62, Di Lello 1.50, Migliore 1.71, Cozzolino 1.13 e Fraccaro 1.25; la Commissione invita, quindi, al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento Pilozzi 1.14 ed esprime, invece, parere contrario sugli emendamenti Fraccaro 1.15, Dieni 1.16 e Migliore 1.72.
  La Commissione invita, quindi, al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento Lombardi 1.18 ed esprime, invece, parere contrario sugli emendamenti Migliore 1.65 e Nuti 1.19; la Commissione invita inoltre al ritiro, altrimenti il parere è contrario, degli emendamenti Toninelli 1.20 e Migliore 1.53, ed esprime, invece, parere contrario sugli emendamenti Migliore 1.73, Cozzolino 1.21, Dadone 1.22, Migliore 1.55 e D'Ambrosio 1.23; la Commissione invita, infine, al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento Migliore 1.54.

  PRESIDENTE. Il relatore di minoranza vuole esprimere il parere ? Onorevole Fraccaro, prego.

Pag. 16

  RICCARDO FRACCARO, Relatore di minoranza. Sì, signor Presidente, noi esprimiamo parere favorevole sugli emendamenti presentati, tranne sugli emendamenti Rampelli 2.61 e 2.60.

  PRESIDENTE. Un secondo... quindi sugli emendamenti Rampelli 2.61 e 2.60, il parere è ?

  RICCARDO FRACCARO, Relatore di minoranza. È contrario, signor Presidente.

  PRESIDENTE. Sta bene, ma adesso stiamo all'articolo 1.
  Onorevole Pilozzi ?

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, noi esprimiamo parere favorevole su tutti gli emendamenti tranne...

  PRESIDENTE. ... sì, se sono pochi, uno per uno... se no, facciamo confusione.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Sono pochi.

  PRESIDENTE. Va bene, allora mi dica.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Il parere è contrario sugli emendamenti Toninelli 1.3...

  PRESIDENTE. Può indicare la pagina ?

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Il parere è contrario sugli emendamenti Toninelli 1.3, a pagina 3... posso continuare ?

  PRESIDENTE. Prego.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Sull'emendamento 1.5, a pagina 5, astenuti.

  PRESIDENTE. Dunque, parere contrario ?

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Astenuti.

  PRESIDENTE. Cioè, che vuol dire ?

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Contrario, mi scusi.

  PRESIDENTE. Parere contrario, dunque. Sta bene. Poi ?

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Il parere è, quindi, contrario sugli emendamenti D'Ambrosio 1.6, Dadone 1.24, Lombardi 1.9, Cozzolino 1.13, a pagina 9, Fraccaro 1.25 e Lombardi 1.18.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signora Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Cozzolino 1.1 e Migliore 1.51.
  Ricordo che il relatore per la maggioranza ha espresso un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario, mentre il relatore di minoranza Fraccaro ha espresso parere favorevole e così anche il relatore di minoranza Pilozzi. Il Governo ha espresso un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro degli identici emendamenti Cozzolino 1.1 e Migliore 1.51 formulato dal relatore.

  EMANUELE COZZOLINO. Signora Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto, se possibile.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

  EMANUELE COZZOLINO. Signora Presidente, colleghi, questi sono i primi emendamenti di un provvedimento molto importante che noi abbiamo preso a cuore perché vogliamo difendere la Costituzione.Pag. 17
  Come è chiaramente emerso dal dibattito nel corso della discussione sulle linee generali e da quello politico svoltosi nei giorni successivi a quella seduta, il dissenso del MoVimento 5 Stelle verso questo disegno di legge è totale. Lo dimostra il fatto che proprio in questi giorni abbiamo deciso di scendere nelle piazze per raccogliere concretamente il dissenso di tantissimi cittadini, sicuramente molti più dei 50 mila che hanno cliccato sul questionario on-line del Ministro Quagliariello. Mi sono permesso di compilarlo anche io e, anziché assicurare la unicità della compilazione, chiunque poteva compilarlo più volte; quindi la serietà è pessima.
  Tuttavia l'aspetto ancora più rilevante è che sono stati in tanti che, al di fuori dell'ambito politico, hanno ritenuto di far sentire la loro voce per sensibilizzare l'opinione pubblica nei confronti di una riforma costituzionale che non rispetta la Costituzione stessa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Ebbene, l'articolo 1 di questo provvedimento – ovvero la deroga alla procedura ordinaria di riforma costituzionale prevista dai Padri costituenti nello stesso articolo 138 – che istituisce il Comitato dei quarantadue, rappresenta il simbolo di questo dissenso che, oltre a essere il nostro, diviene sempre più generale e, soprattutto, trasversale nella società.
  Invece di seguire il percorso previsto dalla Costituzione stessa, si è preferito seguirne uno più contorto che prevede l'approvazione di una legge costituzionale che autorizza a derogare alla Costituzione stessa. Un'assurdità ! Una procedura con la quale, come hanno sottolineato illustri costituzionalisti, il Parlamento si pone unilateralmente al di sopra della Costituzione stessa; è un vulnus pericoloso che noi vorremmo scongiurare e al quale, certamente, non ci vogliamo associare, a partire proprio dalla soppressione di questo articolo.
  Procedere in questo modo, lo ribadiamo, non ha alcun senso o, meglio, ha un senso solo nel caso in cui l'obbiettivo fosse quello di mettere l'inerzia della riforma costituzionale in gran parte nelle mani del Governo riducendo, parimenti, le prerogative del Parlamento. Ma se così non fosse si aggiungerebbe danno a danno.
  Se questo è il motivo principale del nostro dissenso, anche volendo entrare nel merito del testo, sono molti gli aspetti che non ci convincono, ad iniziare dalle caratteristiche attribuite al Comitato dei quarantadue, che si configura come una sorta di Comitato di salute pubblica parlamentare più che una Commissione bicamerale come le tante che sono state costituite nel corso di questi anni. A nostro avviso, è assolutamente irrazionale ed inaccettabile prevedere un divieto assoluto, come prescrive il comma 6, di sostituzione dei membri del Comitato; passi che non si accettino le sostituzioni giornaliere, come avviene nelle Commissioni ordinarie, ma non è pensabile che un gruppo non possa procedere alla sostituzione di un suo rappresentante in un Comitato, colpito da una lunga malattia o da altro impedimento permanente. Ancora più grave, per come è scritto l'articolo, non si prevede la decadenza o la possibilità di reintegro da parte di un gruppo nel caso che un suo rappresentante passi da un gruppo a un altro. Qui si rischia per i gruppi minori di precludere la rappresentanza nel Comitato dei quarantadue, e dunque nella fase istruttoria della riforma costituzionale.
  È per tutte queste motivazioni che proponiamo l'abrogazione dell'articolo 1; invito i colleghi a valutare questa possibilità, perché questo Comitato è anticostituzionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Egregia Presidente, signor Ministro ed egregi colleghi, la quantità di emendamenti di cui dobbiamo discutere ci consentirà, sia pure a rate, di esprimere pian piano completamente il nostro pensiero. Voglio pertanto, come dire, senza voler divagare, Pag. 18cogliere l'occasione della richiesta di soppressione dell'articolo 1 di questo disegno di legge per un approccio, come dire, più generale, quasi preliminare.
  Voglio ricordare a tutti quanti noi che l'articolo 54 della Costituzione attuale, quella che è intesa come la Costituzione dei costituenti, dice esattamente che tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. Non è un'affermazione, come dire, retorica, una affermazione di mero principio ideale. Fu introdotto questo articolo con tanta convinzione e con tanta serietà, al punto che alcuni proposero anche un secondo comma, il quale secondo comma, lo ricordo a noi stessi, a me per primo, recitava esattamente così: «Quando i poteri pubblici violino le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla Costituzione, la resistenza alla oppressione è diritto-dovere dei cittadini». E le menti più raffinate, che erano abbondantemente presenti in quell'ambito, discussero a lungo sulla opportunità o meno di rafforzare il primo comma con questo periodo. In verità, alla fine si concluse che non era il caso perché è evidente che se si dovesse arrivare ad uno stadio tale di contrasto tra i pubblici poteri e i cittadini non c’è norma della Costituzione che possa evitare una rivoluzione oppure una restaurazione.
  Questo l'ho detto perché credo che sia importante ricordarlo in questa Aula, laddove i ministri, coloro i quali hanno presentato questo disegno di legge, hanno pur giurato fedeltà alla Costituzione e io non ritengo, non ritengo che con tale disegno di legge si stia manifestando lealtà e fedeltà alla Costituzione. E non valgono i mille argomenti pseudo-giuridici che sono stati addotti a sostegno di questo disegno di legge, anche da ultimo in questa Aula. Ora voglio, dicevo sempre come questione di carattere largamente preliminare, evidenziare come approvando la istituzione di questo Comitato parlamentare noi in verità stiamo il linea con il processo di auto-sospensione dell'attività del Parlamento.
  Ora, qui sta passando sotto silenzio che con questo disegno di legge, con la procedura che stiamo seguendo, con quanto abbiamo deliberato in questi giorni e in questi mesi, a poco a poco il Parlamento si sta dimettendo dalle sue funzioni. Prima c’è stato il monito del Presidente della Repubblica, nel momento del suo insediamento, il quale, sia pure senza entrare nel merito, ha evidenziato alcune criticità, ma sorvoliamo su questo. Il passaggio grave è stata l'approvazione da parte della maggioranza il 29 maggio della mozione con cui le Camere – le Camere – invitavano il Governo ad assumere l'iniziativa legislativa, indicandone i contenuti, cioè praticamente decretando la propria incapacità. Siamo nella situazione paradossale che non si può imputare al Governo una invasione di campo, come accadde in occasione della istituzione della Commissione bicamerale presieduta da D'Alema, quando l'iniziativa partì direttamente dal Governo. Ovviamente in Italia, tra i costituzionalisti e non solo, anche nella pubblica opinione, si sollevò il problema di questa invasione di campo. Oggi invece paradossalmente, grottescamente, il Governo è stato messo al riparo dalle vittime, da costoro, i quali si sono autosospesi dalle loro funzioni, che sarebbero i 630 deputati di quest'Aula o perlomeno la maggioranza che votò la famosa mozione del 29 maggio.
  Per questo disegno di legge, in linea con le dimissioni del Parlamento, con l'autosospensione del Parlamento, il Governo ha chiesto e ottenuto al Senato addirittura la procedura d'urgenza, come se si trattasse di un decreto-legge da convertire velocemente in legge o altra materia di straordinaria necessità e urgenza, cioè il Governo ha colto al balzo l'occasione che un imbelle Parlamento gli ha offerto. Ripeto, il Senato ha concesso la riduzione dei tempi di approvazione di quel disegno di legge al punto – non ce lo dimentichiamo – che ha protestato il senatore Schifani, il quale ha detto che era una procedura inaudita, mai conosciuta in precedenza. Potremmo aggiungere ancora come manifestazione di questa Pag. 19sospensione della nostra attività e dei nostri poteri l'accettazione eventuale di un cronoprogramma che dimostra tutta la sfiducia nei nostri confronti, la compressione della discussione intorno a questa questione all'interno del Paese, con i tempi, anche qui ridotti, che sono stati indicati, con la rinuncia addirittura al nostro Regolamento, che sarà applicato dal Comitato se e in quanto lo riterrà ammissibile e con la delega al Comitato di farsi un regolamento, di darsi dei poteri propri, come fece D'Alema quando addirittura ne sancì, in alcuni passaggi, la riservatezza.

  PRESIDENTE. Onorevole Sannicandro, la invito a concludere.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Concludo. Avremo modo ovviamente di parlare a rate, con i prossimi emendamenti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Cozzolino 1.1 e Migliore 1.51, non accettati dalla Commissione né dal Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Catania, Dellai, Morassut, Epifani, Piepoli, Ferraresi, Amendola...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  474   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato
 130    
    Hanno votato
no  344).    

  (Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Migliore 1.30.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

  GENNARO MIGLIORE. Signora Presidente, vorrei rivolgermi innanzitutto ai colleghi, al presidente della Commissione, oltre che al Governo, per comprendere il motivo per il quale non sia stato dato parere favorevole a questo emendamento.
  Lo dico – vedo qui anche il Ministro Franceschini – perché ritengo che sia davvero da leggere questo emendamento in relazione anche all'evoluzione più recente di ciò che è stato deciso anche in materia di legge elettorale. Il principio che la legge elettorale sia una legge ordinaria credo sia da tutti quanti condiviso: il motivo per il quale era stata inserita in questo disegno di legge costituzionale anche la riforma elettorale, conseguente alla riforma di tipo costituzionale, rispondeva ad una logica che voleva posticipare l'esame della legge elettorale perché – si diceva – non si poteva intervenire a monte di un percorso di riforma che avrebbe avuto diciotto mesi di tempo. Ora mi chiedo – e lo chiedo ai tanti e alle tante colleghe che hanno anche sottoscritto e appoggiato, prima ancora che fosse una decisione unanime dei capigruppo, la richiesta dell'urgenza per la discussione della riforma elettorale –, voi pensate davvero che sia questa la sede, cioè questo Comitato, a dover esaminare eventuali proposte di legge in materia elettorale ? Io sono davvero stupito del fatto che ci sia questo conformismo rispetto alle cose che vengono decise, in quanto c’è una sorta di pregiudiziale schieramento maggioranza-opposizione.
  Il collega Balduzzi – ed io lo ringrazio perché il suo è stato un intervento rispettoso e, anche nel dissenso, ho molto apprezzato molti dei suoi passaggi – ci invitata ad intervenire nel merito. Ecco, mi si spiega qual è il motivo per il quale bisogna attribuire competenze in materia elettorale a questo che, invece, è un Comitato che ha una precipua funzione – per chi crede che sia così – per sua natura, di revisione costituzionale ? È una sovrabbondanza, è un orpello politico per fare contenti quelli che hanno sostenuto, sin dal primo momento, l'idea che non si Pag. 20dovesse intervenire sulla legge elettorale. Ma adesso voi, colleghe e colleghi, avete già cambiato idea perché avete votato l'urgenza. Quindi, non c’è più bisogno di queste traccheggiamento tattico. Rendete più pulito il testo ! Espungete la materia elettorale, perché non c'entra niente ! Lo dico anche al collega Giachetti. Giachetti, come fa questo Parlamento a votare una cosa del genere, sapendo benissimo che la legge elettorale la dobbiamo discutere il mese prossimo ? Questa mi sembra una rigidità inutile all'interno di una discussione come questa. Si tolga, lo dico anche al collega Bressa, che mi ha – diciamo così – velatamente accusato di fare propaganda. Spero che non si faccia propaganda su questo argomento, dicendo che è assolutamente indispensabile che il Comitato prenda in esame la materia elettorale. Non è così, non dovrà essere così. Io mi appello davvero, innanzitutto, al presidente della Commissione e ai relatori di maggioranza perché possano cambiare parere e, di conseguenza, perché anche il Governo possa recedere da questa convinzione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 1.30, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Epifani, Arlotti, Gutgeld, Palma, Paris... Allora, hanno votato tutti i colleghi ? Ce n’è qualcuno che ancora... Guerini, ce l'ha fatta ? Ora sì. Ci siamo tutti ? Bene.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  475   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato
 134    
    Hanno votato
no  341).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Migliore 1.2.
  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Migliore 1.2 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 1.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bargero, Vecchio, Di Lello, Casellato, Capodicasa... Chi altro ? Malpezzi. Ecco, ce l'ha fatta. Chi altro ? Ci siamo ? Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  478   
   Maggioranza  240   
    Hanno votato
 132    
    Hanno votato
no  346).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Migliore 1.63.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Egregia Presidente, l'emendamento che abbiamo proposto è stato rilevato integralmente dalla legge precedente istitutiva della Commissione bicamerale presieduta dall'onorevole D'Alema la quale, appunto, prevedeva che la cosiddetta bicamerale fosse composta da 35 senatori e da 35 deputati.
  Perché abbiamo proposto questo emendamento ? Per dimostrare con questo e con gli altri che verranno come in questa occasione si sta tentando, al di là di qualche «trucchetto» insomma, di restringere ulteriormente la partecipazione democratica delle Camere e dei cittadini al processo di cosiddetta revisione costituzionale. È evidente che più ridotta è la Pag. 21composizione del Comitato più si cerca di restringere la presenza delle opposizioni e questo, come dire, la matematica da questo punto non è un'opinione, come suole dirsi, e ci conforta abbondantemente.
  Ora badate che si restringe la partecipazione con un comitato ristretto, che è un intruso nel processo costituzionale ed è una presenza inquietante e inaccettabile. Ho sentito argomenti a favore della costituzionalità di questo disegno di legge con una tranquillità degna di miglior causa, arzigogolando intorno all'articolo 138. Sarebbe più che sufficiente rileggersi l'articolo 72 della Costituzione – lo leggo semplicemente, senza commento – il quale stabilisce: «Ogni disegno di legge, presentato ad una Camera è (...) esaminato da una commissione e poi dalla Camera stessa, che l'approva articolo per articolo e con votazione finale». Poi, saltando le parti che non interessano, si conclude: «La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale e per quelli di delegazione legislativa, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali, di approvazione di bilanci e consuntivi». Quindi, insegnano gli antichi giuristi: «dove è chiara la lettera non fare oscuro commento». Quindi l'articolo 72 dice chiaramente che la competenza sovrana appartiene al Parlamento e non a questo organismo artificiale che è stato inventato, tra l'altro non con un altro organismo segreto, che è quello dei saggi famosi che sono lì dietro l'uscio e dovrebbero da lì indirizzare e suggerire le soluzioni o le proposte a questo stesso comitato. Quindi noi siamo per un allargamento: se proprio dobbiamo avere un comitato, un intruso che ci dirige, che almeno sia consentito alle minoranze di parteciparvi in modo adeguato. Ovviamente poi leggeremo negli articoli successivi come si tenta ulteriormente di ridurre la nostra partecipazione, con il cronoprogramma, con i tempi ristretti, con l'incapacità a proporre emendamenti, con il ruolo privilegiato attribuito al Governo nell'iniziativa legislativa in tutto il percorso, cioè esattamente tutto il contrario di quello che la Costituzione prevede, per cui in un certo senso è veramente patetico vedere come ci si arrampichi sugli specchi. Si tratta di un rafforzamento, ho ascoltato dire da una collega addirittura, delle procedure previste dalla Costituzione, citando l'articolo 138. Ma di che cosa parliamo ? Il 138 o c’è o non c’è, non esiste una forma attenuata di 138 o una forma rafforzata di 138 (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle). La sentinella o c’è o non c’è ! Ora la verità è che la rigidità della Costituzione è essa stessa un valore non censurabile e non attenuabile. Un giurista ha detto che una legge costituzionale, come è opinione generalmente accettata, come questa, può essere sottoposta al vaglio di legittimità costituzionale. E ha ragione, soltanto che si è permesso di dire che però la legittimità della legge va vagliata alla luce dei principi fondamentali, quasi che i principi fondamentali fossero esclusivamente quelli contenuti nella prima parte della Costituzione, il che non è vero, perché tra i principi fondamentali della Costituzione esiste anche il principio di rigidità a prescindere da altri principi, pur ricavabili, per esempio il principio dell'autonomia istituzionale, e potrei fare altri esempi. La verità signori è che in questi ultimi vent'anni è venuta meno la spinta politica, che è quella che garantisce la sopravvivenza della Costituzione, ovvero è venuta meno la spinta politica, democratica ed antifascista, per cui la Costituzione ad un certo punto non è più – non lo dico in francese perché io parlo barese – una legge politica, ma è diventata una legge, sia pure di rango costituzionale. Tant’è che la sua difesa ormai è affidata ai magistrati e sono vent'anni che noi qui in questo Parlamento, anziché dedicarci all'attuazione della Costituzione, ci siamo dedicati alla rivoluzione contro la Costituzione (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle).

Pag. 22

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Lello. Ne ha facoltà.

  MARCO DI LELLO. Signor Presidente, la componente socialista ha depositato un emendamento analogo, di cui discuteremo più avanti, ma io, francamente, davvero non capisco la contrarietà della maggioranza a questo emendamento dei deputati Migliore ed altri, illustrato ora dal collega Sannicandro. Infatti, se qualcuno pensa di riscrivere la Costituzione a colpi di maggioranza, ricordando che siamo tutti minoranze, credo che abbia in mente percorsi che possono essere pericolosi. Chiederei davvero al Governo e alla maggioranza di cambiare il parere e di esprimerlo positivamente, in questo senso.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 1.63, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Marco Meloni, Vecchio, Lombardi, Nicchi, Roberta Agostini, Manciulli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  485   
   Votanti  467   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato
 135    
    Hanno votato
no  332).    

  Passiamo all'emendamento Migliore 1.52. Ricordo che la Commissione e il Governo hanno espresso parere contrario, mentre i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, in questo articolato vi è anche un'ingiustificata separazione all'interno del famoso comitato. La Commissione bicamerale D'Alema era molto più limpida da questo punto di vista, perché era previsto che i 35 deputati e i 35 senatori costituissero una commissione indipendentemente dalla provenienza, Camera o Senato; poi, a differenza di come vedremo in seguito, eleggevano l'Ufficio di Presidenza.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 12,30)

  ARCANGELO SANNICANDRO. In questo caso, invece, si mantiene in piedi questa sottolineatura dell'origine dei componenti del comitato, senza alcuna giustificazione giuridica o politica. Ripeto, ho letto tutte le relazioni, ma questa giustificazione io non l'ho trovata. E si continua su questa strada, sempre, in tante altre normative. Ritengo che, una volta nominato il comitato, questo debba prescindere dalla provenienza, dalla considerazione del DNA, dalla genesi, ma debba procedere liberamente. Non è che debba seguire una logica di Senato e una logica di Camera.
  Ecco perché noi abbiamo insistito perché il comitato diventasse, visto che lo dovete nominare, un organismo autonomo. Per quanto riguarda, poi, le designazioni dei gruppi, anche lì, noi sottolineiamo con i vari emendamenti che abbiamo presentato che i gruppi siano liberi di gestirsi i propri rappresentanti. Anche sui gruppi vi è una specie di cappa di piombo che si cerca di sovrapporre per limitarne l'agibilità. Anche questa sovrapposizione, questa specie di maglia di ferro che viene posta sui gruppi, non ha alcuna giustificazione né politica né giuridica né istituzionale, e vorremmo capirne il perché.
  A meno che l'unica spiegazione sia sempre la solita, cioè quella di mettere su un testo blindato, un testo governativo, badate bene, che è un monstrum già a Pag. 23pronunciarlo, perché il Governo assurdamente ha legato la propria sopravvivenza all'approvazione di questo disegno di legge. Il che la dice tutta, ripeto, su come siamo completamente fuori dalla Costituzione, anche se qui facciamo finta di parlare di revisione costituzionale. La verità è che stiamo parlando di una eversione costituzionale.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 1.52, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Madia, Cesa, Paris... hanno votato tutti ? Di Salvo, Palma... sembra che abbiano votato tutti... non ancora... arrivano, eccoli... Casellato non ha votato... hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  477   
   Votanti  461   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato  134    
    Hanno votato no  327    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 1.3, su cui è stato espresso parere contrario dalla Commissione e dal Governo, parere favorevole dal relatore di minoranza Fraccaro e parere contrario dal relatore di minoranza Pilozzi.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 12,35)

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, questo emendamento ha una notevole importanza perché concerne la composizione dei membri del comitato che il disegno di legge costituzionale governativo dice essere di 20 deputati e 20 senatori. Il nostro emendamento invece parla di 14 senatori e di 28 deputati, di fatto riportando alla reale proporzione dei componenti di Camera e Senato la composizione di questo comitato. Creare un comitato composto in modo paritario di deputati e senatori significa rendere ancora più illegittima la composizione di questo comitato e rendere addirittura ancora più dubbi, infondati e illegittimi i risultati che questo comitato potrà o potrebbe conseguire. Noi, quindi, con questo emendamento vogliamo ristabilire la proporzionalità dei componenti di Camera e Senato in quanto, altrimenti, ci sarebbe una sovrarappresentazione del Senato rispetto alla Camera. Questa sovrarappresentazione renderebbe, appunto, ancora più illegittimo il tutto. Si andrebbe infatti in questo modo a creare un organo dotato di rilevantissimi poteri istituzionali, con questo tipo di costituzione, che, oltre a seguire delle procedure di decisione del tutto privilegiate e sui generis – e lo vedremo nei prossimi passaggi –, avrebbe alla base dei principi partecipativo-rappresentativi di legittimazione dei suoi componenti del tutto sconosciuti all'ordinamento italiano.
  Volevo poi fare un richiamo a quello che tutti i sostenitori di questo disegno di legge hanno fatto, ovverosia alla bicamerale D'Alema del 1997, ricordando loro che essa naufragò in maniera tragica e che inizialmente si fondò sul cosiddetto «patto della crostata» – che già sembra abbastanza ridicolo nella descrizione della parola – che sembrava aver dato inizialmente delle basi per arrivare ad un risultato e che dall'oggi al domani naufragò. Quindi il consiglio che umilmente mi permetto di dare è di cercare un altro esempio di bicamerale. Ma purtroppo di grandi esempi non ce ne sono, non ce n’è addirittura nessuno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 24

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, intervengo per dire che esprimo parere contrario su questo emendamento per due motivi. Il primo, perché credo che questo emendamento tende a superare il bicameralismo attraverso la fusione delle Camere, cosa che noi non riteniamo assolutamente da perseguire. Il secondo, perché invece, con l'emendamento precedente al quale io ho dato parere favorevole, si prevedeva l'aumento dei membri del Comitato, perché noi riteniamo che così com’è stato pensato questo Comitato vada solamente incontro alle esigenze dei gruppi maggiori; poi, come vedremo in seguito, non solo mi riferisco ai gruppi maggiori, ma anche in base ai voti presi dalle liste. Quindi per questo motivo esprimo parere contrario su questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 1.3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Catania, Bordo, Roberta Agostini, Cova.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  477   
   Votanti  476   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  239   
    Hanno votato
  98    
    Hanno votato
no  378).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 1.60, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Sannicandro, Malisani, Colaninno, Abrignani.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  475   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato
 130    
    Hanno votato
no  345).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Migliore 1.61.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'emendamento.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Certo. Noi chiediamo...

  PRESIDENTE. C’è un invito al ritiro.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Questi sono inviti che non accetteremo mai e che respingiamo al mittente. Possiamo anche contrattare: noi accettiamo qualche invito, loro però modificassero qualche cosa. Dicevo, noi riteniamo di espungere dal testo le parole: «Oltre ai componenti nominati fanno parte di diritto del Comitato i Presidenti delle predette Commissioni parlamentari, cui è affidata congiuntamente la Presidenza del Comitato». Ora, la prima ragione l'abbiamo detta prima e cioè che noi non comprendiamo per quale motivo non ci debba essere un presidente. C’è un Comitato, c’è una Commissione, come avviene in tutte le buone famiglie secondo la tradizione si elegge un Presidente, si elegge un ufficio di presidenza. Poi c’è la questione pratica: noi non possiamo affidare al bon ton – che certamente non mancherà –, alla sensibilità istituzionale dei due Presidenti la gestione di questo Comitato.
  Ma voi immaginate, qualora dovesse nascere un contrasto tra i due Presidenti, quali ripercussioni ciò potrà avere sulla bontà dell'attività legislativa.Pag. 25
  Ora, ciò premesso, credo che non si possa e non si debba aggiungere altro perché, come ho già detto prima, è inutile fare «oscuri» commenti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 1.61.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris, Grassi, Lo Monte, Bonifazi, Ginefra...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  480   
   Maggioranza  241   
    Hanno votato
 133    
    Hanno votato
no  347).    

  (Il deputato Pagani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo all'emendamento Migliore 1.70 su cui vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, espresso dalla Commissione e dal Governo, mentre i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Migliore 1.70 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, credo che valga la lettura dell'emendamento per spiegare bene come la pensiamo e quanto sia più limpida, trasparente ed efficiente la procedura che sosteniamo.
  Noi scriviamo: «I Presidenti delle Camere convocano il Comitato in una data compresa entro i dieci giorni successivi alla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale. Nella prima seduta il Comitato elegge a voto segreto il Presidente.» Il Presidente ! «Nell'elezione, se nessuno riporta la maggioranza assoluta dei voti, si procede immediatamente al ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti. In caso di parità di voti, è proclamato eletto o entra in ballottaggio il più anziano per età. Immediatamente dopo, il Comitato elegge un ufficio di presidenza composto da tre vicepresidenti, con voto segreto e limitato ad uno, e quattro segretari, con voto segreto e limitato a due. Risulta eletto chi ottiene il maggior numero di voti», eccetera.
  Ora, è evidente che questa parte è un pochino negletta all'interno di tutto il testo. Allora, secondo il testo governativo il Comitato è composto da un numero ristretto di persone, i Presidenti sono sottratti alla votazione, non devono avere praticamente il voto del Comitato perché sono di diritto le due personalità indicate. Poi si passa al numero dei vicepresidenti e dei segretari, cioè ad un numero ovviamente più ridotto, e anche in questo caso non si chiarisce bene quale dovrà essere il ruolo che le minoranza dovranno avere.
  Poiché, presumibilmente, avete deciso di «blindarvi» in ogni caso e di non ascoltare ragioni, questo emendamento non passerà, ecco che noi successivamente abbiamo proposto altri emendamenti, come dire, a testo dato, cercando di ridurre il danno.
  Noi con questo emendamento vogliamo, ripeto, un Comitato che, dal momento che deve funzionare, funzioni al meglio, che la Presidenza sia rappresentativa della Commissione e che non si introduca una variante del porcellum pure qua, o perlomeno limitata ai Presidenti, tanto per fare una battuta, mi sia consentita. Questa ragione, ripeto, l'abbiamo ricavata dal testo della bicamerale precedente che è certamente un precedente nefasto per quanto riguarda altre questioni, ma è certo che è una bicamerale che dal punto di vista dei diritti delle minoranze era molto più garantista.

Pag. 26

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 1.70.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lotti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  475   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato
 133    
    Hanno votato
no  342).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Dadone 1.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo, il relatore di minoranza Pilozzi contrario ed il relatore di minoranza Fraccaro favorevole.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dadone. Ne ha facoltà.

  FABIANA DADONE. Signora Presidente, in merito a questo emendamento vale la pena fare un passo indietro ed andare a leggere il testo, secondo il quale è istituito un Comitato parlamentare per le riforme composto di 20 deputati e 20 senatori scelti fra i membri delle Commissioni affari costituzionali. Oltre ai componenti, ne fanno parte di diritto i presidenti delle Commissioni parlamentari. Ora, il nostro emendamento che cosa mira a fare, semplicemente ? Permette ai presidenti di entrare di diritto, però di fatto dovrebbero essere computati nel conto dei 40, perché quello che si va proponendo non è un Comitato dei 42, ma un Comitato dei 40 e noi vorremmo che rimanesse all'interno dei 40, mentre di fatto, come ha illustrato in maniera sufficientemente chiara il collega Cozzolino, questo è un Comitato dei 42. Sappiamo che il presidente anzi i presidenti, perché in questo caso sarebbero 2, di fatto, dovrebbero essere super partes, ma capita che spesso non lo siano. Pertanto inevitabilmente sarebbero influenzati da quelle che sono le loro provenienze politiche, pur essendo super partes. Pertanto chiediamo a tutti di sostenere questo emendamento. Non c’è nulla di strano: in tutte le 14 Commissioni di Camera e Senato i presidenti sono contati all'interno dei membri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 1.5.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  477   
   Votanti  429   
   Astenuti   48   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato
 100    
    Hanno votato
no  329).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento D'Ambrosio 1.6: parere contrario della Commissione e del Governo, il relatore di minoranza Pilozzi, contrario, il relatore di minoranza Fraccaro favorevole.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signora Presidente, questo emendamento riguarda l'articolo 1, che è logicamente tra gli articoli sui quali il MoVimento 5 Stelle comunque manifesta il suo più grande dissenso, proprio perché lo riteniamo il principale strumento di deroga all'articolo 138, anche perché questo Comitato, nei fatti, è fortemente negativo, perché costituisce un precedente estremamente pericoloso Pag. 27per quella che è la procedura parlamentare, in quanto va completamente ad esautorare il Parlamento nella propria funzione, trasformandolo, alla fine, in un mero organo ratificatore di quelle che sono le funzioni, in pratica, di questo Comitato; Comitato che alla fine non solo è composto, in maniera anomala, pariteticamente tra Camera e Senato, ma addirittura, poi, non è di fatto composto da 40 membri, ma da 42, perché contiene all'interno anche i due presidenti delle Commissioni rispettive.
  E questa è una notevole forzatura di tutte quelle che sono le procedure parlamentari e i Regolamenti parlamentari perché, di fatto, comunque, quei presidenti delle Commissioni affari costituzionali, rappresentano già un ruolo, che è quello della presidenza, e sono nominati lì in quanto rappresentanti, alla fine, di quella che è questa maggioranza delle larghe intese. Quindi, è un'ulteriore forzatura, quasi a blindare all'interno del Comitato quella che è la maggioranza.
  E a questo punto, provocatoriamente, il MoVimento 5 Stelle e le opposizioni stesse, potrebbero tranquillamente dire, sapendo che comunque porteremo al voto questo emendamento e questa maggioranza delle larghe intese ce lo boccerà, che, nel caso in cui ci fossero problemi, come è stato manifestato ad esempio più volte nelle Commissioni, numericamente, non c’è bisogno di fare una forzatura a quelli che sono i Regolamenti parlamentari inserendo all'interno del Comitato i due presidenti, ma possiamo fare una cosa molto più facile: avvisateci e il MoVimento 5 Stelle all'interno del Comitato non ci sarà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Ambrosio 1.6.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Catania, Rostan, Rocchi, Roberta Agostini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  478   
   Votanti  462   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato
 102    
    Hanno votato
no  360).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Migliore 1.64. Ricordo che la Commissione e il Governo hanno espresso parere contrario, mentre i relatori di minoranza (Fraccaro e Pilozzi) hanno espresso parere favorevole.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, è difficile comprendere che, non computando nella quota di riparto spettante a ciascun gruppo i due presidenti, i due gruppi che oggi hanno la presidenza delle Commissioni affari costituzionali partono avvantaggiati rispetto agli altri ? È difficile capire questo ? E, allora, è inutile che facciamo professioni di democrazia. Già avete ridotto il numero a venti, poi dopo vi prendete le due presidenze, poi addirittura volete che le due presidenze non si computino nel riparto. Ma di che cosa stiamo parlando allora ? Dite che vi volete fare una nuova Costituzione a vostra immagine e somiglianza, se ci riuscirete. Se ci riuscirete perché, ovviamente, l'inganno generale sta nell'ampia delega che avete costruito. D'altra parte, basta ascoltare un po’ quello che trapela dai dibattiti e già si capisce che con questa ampia delega volete soltanto soffocare le eventuali differenze che ci sono tra di voi.
  Non so quanti, per esempio, condividono quanto ha detto l'onorevole La Russa con molta chiarezza, che «noi lottiamo per arrivare ad una Costituzione che preveda Pag. 28l'elezione diretta del Presidente della Repubblica», cioè la scomparsa del Presidente della Repubblica, che cumuli eventualmente anche le funzioni di Governo, e quindi non abbia più la funzione di garante dell'intera Costituzione come oggi. Ditelo chiaramente. Cominciamo a denunciarlo qui e fuori di quest'Aula. Noi vi invitiamo caldamente a rivedere la vostra posizione su questo punto e a dare a Cesare quel che è di Cesare, cioè a dare all'Aula e ai gruppi parlamentari la rappresentanza adeguata che spetta, senza sotterfugi di sorta.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Battista. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Signor Presidente, cercherò di stare calmo perché mi sono ripromesso dopo l'estate di essere molto calmo, però di dire le cose con estrema chiarezza. Noi siamo d'accordissimo con voi, colleghi di SEL, assolutamente. Oggi parlate di eversione, di Costituzione scritta a immagine e somiglianza da parte dei partiti. Siamo d'accordissimo. Ci chiediamo dove eravate quelle cinquantaquattro ore di costruzionismo e ostruzionismo qui in Aula quando il MoVimento 5 Stelle da solo difendeva la Costituzione che appartiene a tutti i cittadini e non a partiti, molti dei quali portati avanti da chi è stato condannato in via definitiva (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Pensateci, colleghi di SEL, grazie !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, noi abbiamo votato a favore dell'emendamento precedente, D'Ambrosio 1.6, che, per la verità mi sembra precludere questo altro emendamento in quanto mi pare che il risultato sia il medesimo. Noi non abbiamo alcuna difficoltà a votare a favore anche di questo ulteriore emendamento – pur meravigliandoci, ripeto, che non risulti precluso – perché riteniamo che l'argomentazione, privata dagli orpelli della lesa minoranza, sia assolutamente corretta. Credo che inserire fuori dal riparto, in base alla consistenza dei gruppi, i due Presidenti, sia un'operazione che in qualche modo modifica la fotografia che la Commissione di venti va a costituire nella realtà del Parlamento. Per questo motivo voteremo a favore, ma chiedo a lei come mai rimettiamo in votazione un emendamento che ha la medesima consistenza del precedente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lattuca. Ne ha facoltà.

  ENZO LATTUCA. Signor Presidente, ebbene, sono tanti i motivi per cui legittimamente una forza politica si può dire contraria o favorevole a un percorso di revisione della nostra Costituzione, ma credo che su questo punto, sulla composizione del Comitato paritetico di Camera e Senato che andrà a svolgere la funzione di Commissione in sede referente su questo testo, argomenti non ce ne siano.
  Non ce ne sono perché nel testo che stiamo discutendo è previsto un principio che va a superare quel difetto di rappresentanza proporzionale che tutti riconosciamo all'attuale legge elettorale. È dunque evidente che se ci sono forze politiche che subiscono conseguenze negative dal diverso parametro che si utilizzerà rispetto al numero seggi attribuiti nella composizione di questo Comitato, sono le forze politiche di maggioranza, sono le forze politiche come il Partito Democratico, che hanno avuto un riconoscimento in seggi attribuiti molto più che proporzionale rispetto ai voti ottenuti. Credo, quindi, che tutti gli emendamenti presentati su questo punto, che chiedono il riconoscimento del ruolo delle minoranze, siano da considerare già assolti pienamente dal testo di questo disegno di legge costituzionale.
  E mi pare stucchevole che si continui a fare polemica sulla composizione di questo Comitato e sulle regole della sua composizione, Pag. 29sia da parte di chi ha beneficiato e viene rappresentato in tutte le Commissioni e sarà rappresentato anche in questo Comitato con un numero di partecipanti più che proporzionale, molto più che proporzionale, rispetto ai voti ottenuti, e mi riferisco a SEL, sia da parte di chi ci sta dicendo – e lo ha detto in tutti i modi – che alla fine con questa legge elettorale vuole tornare a votare, e sapete bene a chi mi riferisco (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Sarti. Ne ha facoltà.

  GIULIA SARTI. Signor Presidente, solo per ribadire una semplice cosa: di contestazioni a questo disegno di legge costituzionale ce ne saranno tante, ne sono state fatte tante in questo periodo. Noi siamo in quest'Aula per ribadire la contrarietà non semplicemente al numero dei componenti o al modo in cui i componenti di questo Comitato bicamerale saranno scelti.
  Il punto vero è che questo Comitato non avrebbe ragione di esistere in un Paese come il nostro, perché le regole per fare riforme costituzionali ci sono già. Noi non capiamo perché a queste regole non ci si deve attenere. Questo è il punto chiaro che vogliamo mettere in discussione quest'oggi e che stiamo mettendo in discussione in tutto questo periodo. Non siamo gli unici a fare questo tipo di opposizioni. Il punto è che ci sono tantissimi costituzionalisti, in questo Paese, che hanno già messo in luce i problemi di questo disegno di legge costituzionale. Noi siamo qui per dare voce ai professionisti che, in questo Paese, si battono per difendere la Costituzione e siamo in quest'Aula, anche, per ribadire che sono le Commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato quelle deputate a fare le riforme, a scrivere le proposte di legge parlamentare in questo Paese e a dare la spinta per le riforme e i disegni di legge costituzionale. Il fatto che ci sia un Governo che prende in mano la situazione e, come al solito, mette in piedi questo tipo di riforme, per noi è scandaloso.
   L'altra cosa che voglio dire è che qui, quando si parla di legge elettorale, non si sta contestando il fatto che bisogna ritornare a votare con il «porcellum», il punto è che davanti alla possibilità di una legge elettorale che sia ancora peggiore del «porcellum», quindi un «super porcellum», noi diciamo: no, signori, a questo punto sarebbe meglio andare al voto. È ovvio che questa legge elettorale è da cambiare, è ovvio. Il punto, però, è che, davanti alla possibilità di una legge elettorale ancora peggiore di questa, allora, signori, è molto meglio ritornare tutti alle urne (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Ambrosio. Ne ha facoltà, per un minuto.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signora Presidente, oltre a ribadire, logicamente, la nostra contrarietà a questo Comitato, come diceva giustamente la collega Sarti, per tutti i motivi che ha elencato, rubo davvero venti secondi per ricordare al collega del Partito Democratico un nome; andando sul sito attuale della Camera vedo che l'onorevole Giachetti fa parte del Partito Democratico. Al momento, l'onorevole Giachetti aveva presentato una mozione proprio per cancellare, immediatamente, quella che il collega del Partito Democratico definiva una infausta legge elettorale, cioè il «porcellum»; per quanto risulta dai resoconti stenografici, la mozione Giachetti, oltre ad aver visto ritirate tutte le firme dei colleghi del Partito Democratico che la appoggiavano, ha visto in quest'Aula, votare a favore di questa mozione, soltanto SEL e il MoVimento 5 Stelle. Questi sono i fatti e il resto sono chiacchiere e queste le lasciamo a voi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fraccaro. Ne ha facoltà, per un minuto.

Pag. 30

  RICCARDO FRACCARO. Signora Presidente, intervengo per chiarire, in qualità anche di relatore di minoranza, alcuni dubbi sul reale obiettivo di questa riforma, di questo disegno di legge. Credo che gli esponenti del Governo siano stati fin troppo chiari. Come ha ammesso lo stesso Ministro per le riforme costituzionali è necessario adottare un sistema basato sull'elezione diretta del Presidente Repubblica. Il vero obiettivo dichiarato di questo disegno di legge non è assolutamente fare lo Stato federale, eliminare il Senato e cambiarlo in un Senato delle regioni, non è diminuire, come era stato promesso in campagna elettorale, il numero dei parlamentari perché, se la matematica non è un'opinione, da quando c’è questo Governo il numero dei parlamentari è addirittura aumentato, ci sono quattro persone in più al Senato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, il vero e unico obiettivo è il semipresidenzialismo.

  PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Fraccaro. Non ci sono altri interventi quindi passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 1.64, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malpezzi, Saltamartini, Gregori, Rostan, Rocchi, Amici, Rampelli, D'Attorre, Palma...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  485   
   Votanti  469   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato
 140    
    Hanno votato
no  329).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Migliore 1.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, noi proponiamo che il Comitato sia composto in modo strettamente proporzionale alla consistenza dei gruppi. Ringrazio il collega del PD che è intervenuto prima perché, come dire, ha dato la dimostrazione vivente di come gli argomenti di tale delicatezza vengono trattati come se fossero argomenti di attualità, di cronaca spicciola. Ora, il fatto che le elezioni abbiano dato quel risultato nulla rileva oltre al fatto che quel risultato elettorale se ha avvantaggiato SEL ha avvantaggiato il PD, e non ce la scordiamo mai, è chiaro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? E quindi spero che non si ripeta più questa, diciamo, caduta di stile, ma io dico manifestazione di presunzione e di arroganza, ma chiusa questa parentesi (Commenti)... c’è poco da gridare, perché la nostra modesta quota ha favorito il PD, chiaro ? Senza quella modesta quota, fatevi i conti e vediamo quanti eravamo noi e quanti eravate voi.
  Chiusa questa parentesi, che non ho introdotto io, ripeto, che non ho introdotto io, chiusa questa parentesi, noi dobbiamo fare riferimento alla Costituzione vigente e ai principi, come dire, costitutivi. L'articolo 72 della Costituzione dice che bisogna fare riferimento alla consistenza dei gruppi, del porcellum anche noi siamo abituati a dire, come dire, ad evidenziarne tutte le criticità noi, d'altra parte non ci siamo abituati ancora a convivere con il porcellum, chiaro ? Quindi siamo ben consapevoli delle distorsioni che il porcellum ha provocato nella rappresentanza politica, ma ciò non toglie che bisogna fare riferimento ai gruppi così come la Costituzione detta e lo detta, ripeto, quel principio al di là di ogni attualità e di ogni Pag. 31contingenza, cioè non siamo abilitati ad introdurre elementi ulteriori a quelli che nel bilanciamento degli interessi tra voti, gruppi e così via, il costituente ha scelto.
  Mi rendo conto che si può fare riferimento a tanto altro, d'altra parte se non c'era il porcellum e ci stava una legge maggioritaria, per esempio mettiamo se stavamo in Inghilterra con il maggioritario secco, che facevamo si veniva in questa Aula e si diceva: da un lato crediamo al maggioritario secco, che molto spesso riduce a minoranza chi è maggioranza e viceversa; poi saremmo venuti qui con una, non so, contraddizione ipocrita ed avremmo detto: sì, va bene, abbiamo questa legge che è la migliore del mondo però in effetti poi c'ha questi limiti.
  Ma stiamo veramente a scherzare ? Allora dobbiamo affidarci a punti fermi, non a punti contingenti ed opinabili, oppure, ripeto, contingenti come sono contingenti in quest'Italia purtroppo le leggi elettorali. Il punto fermo è: i gruppi, comunque essi siano stati costituiti, indipendentemente dal fatto che alcuni gruppi se ne sono avvantaggiati e altri, purtroppo per loro, ne sono risultati svantaggiati.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 1.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bargero, Madia, Daniele Farina, Molteni, Marti, Vacca, Giulietti, Gullo, Nissoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  478   
   Maggioranza  240   
    Hanno votato
 134    
    Hanno votato
no  344).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Io proporrei adesso di votare un altro emendamento, poi facciamo una pausa e riprendiamo alle ore 15. Passiamo alla votazione dell'emendamento Dadone 1.24, sul quale è stato formulato dal relatore per la maggioranza e dal Governo un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, inoltre c’è il parere contrario del relatore di minoranza Pilozzi e favorevole del relatore di minoranza Fraccaro.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dadone. Ne ha facoltà.

  FABIANA DADONE. Signor Presidente, non ritiro l'emendamento innanzitutto perché questo emendamento sopprime una parte della disposizione del comma che appare difficilmente applicabile, non si capisce in effetti come debbano rapportarsi i due criteri in base ai quali comporre la rappresentanza dei gruppi in seno al Comitato. La disposizione che si vuole andare ad emendare sopprimendo le parole «alla complessiva consistenza numerica dei gruppi e» appare nella sua formulazione originale di portata alquanto oscura, non tanto nel senso delle parole impiegate quanto in relazione alla possibilità e alla modalità della sua concreta attuazione.
  Il comma 2, così come formulato, vorrebbe che la nomina dei membri del Comitato fosse effettuata tenendo conto tanto della consistenza numerica dei gruppi nell'Assemblea quanto ai numeri dei voti conseguiti sia dalla lista che dalla coalizione di liste ad esse riconducibili, non si capisce come questi criteri possano operare tutti contemporaneamente, a maggior ragione alla luce degli esiti nell'attribuzione dei seggi avutisi in questa legislatura grazie all'applicazione delle regole del tanto criticato porcellum.
  Dovendosi poi scegliere il criterio migliore da selezionare fra quelli indicati, a nostro parere appare opportuno orientarsi per la selezione del numero reale dei voti conseguiti dalle varie forze politiche, per cui semplicemente leggendo il testo è sufficiente eliminare la parte che fa riferimento ai gruppi evitando che si legga: alla consistenza numerica dei gruppi, al voto Pag. 32conseguito dalle liste, alla coalizione... di fatto si danno troppe possibilità di scelta alternative. Quello che vogliamo noi è semplicemente che questi posti vengano attribuiti in base ai voti presi dalle liste (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pilozzi. Ne ha facoltà.

  NAZZARENO PILOZZI. Signor Presidente, noi esprimiamo parere contrario a questo emendamento, abbiamo anche visto che come SEL siamo nei pensieri di molti in quest'Aula, tanti che magari ritengono di avere un imprimatur dell'opposizione e poi magari ci spiegano perché mentre noi eravamo a discutere gli emendamenti in Commissione loro sono andati via.
  Oppure magari dovrebbero spiegarci, quando era da presentare la pregiudiziale di costituzionalità a questa legge, dov'erano. Io credo che ognuno di noi ha fatto opposizione a questa legge costituzionale e credo che non sia giusto, non solo dal punto di vista politico, ma anche dal punto di vista dei rapporti tra colleghi, che ogni volta qualcuno si alzi e cerchi di spiegarci che lui è più oppositore degli altri.
  Detto questo, sull'emendamento specifico, io esprimo parere contrario, come rappresentante di SEL in sede di Comitato dei nove, perché noi riteniamo che una legge elettorale esiste, che con quella legge elettorale siamo stati tutti quanti eletti e il popolo ha votato con quella legge elettorale, che noi contestiamo da sempre, e riteniamo che delegittimare la rappresentanza uscita da una legge elettorale sia comunque un errore, perché esiste oggi una composizione ed esistono oggi dei gruppi parlamentari ed è chiaro che, siccome la nostra Costituzione dà al Parlamento, e quindi all'organizzazione del Parlamento, una centralità, noi riteniamo che tenere in considerazione la composizione del Parlamento sia fondamentale anche nella scelta della composizione del Comitato dei quarantadue.
  È chiaro che questi sono emendamenti con i quali noi tentiamo di mitigare e di migliorare questa legge, che non ci piace. Abbiamo chiesto di sopprimere tutto l'articolo 1, come avete visto, ed è chiaro anche che dobbiamo constatare, dopo già qualche ora di discussione, che anche in Aula si ripresenta quella fiducia fantasma – diciamo così – che non consente poi di avere una discussione nel merito delle questioni. Invece, siccome bisogna sbrigarsi, approvare questo disegno di legge al più presto possibile e rimandarlo al Senato, purtroppo, notiamo con dispiacere che quel dibattito, che magari poteva essere più vivo e più ricco e che poteva migliorare questa legge, in realtà, è strozzato da voti, in questo caso sì, pregiudiziali, perché vengono presi a prescindere dal merito delle questioni (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Signor Presidente, per rispondere al collega Pilozzi, il motivo per il quale siamo usciti dalla Commissione quella sera è che, dopo svariate ore di possibilità e, quindi, dopo il nostro tentativo di spiegare il contenuto degli emendamenti presentati, abbiamo capito che era inutile stare lì a farci prendere in giro, perché – come potete vedere anche adesso – tutti i pareri che sono stati espressi, sia dal relatore di maggioranza, quindi dalla Commissione, sia anche dal Governo sono pareri contrari o di invito al ritiro, quindi ovviamente una discussione nel merito vediamo che è impossibile averla in questa sede. Infatti, in maniera del tutto preventiva, qualsiasi cosa noi avessimo detto o fatto in quel contesto, sarebbe stata comunque una cosa che non avrebbe avuto alcun tipo di seguito da parte del Governo.
  Quindi, ora, volevamo – e vogliamo – discutere nel merito questi emendamenti, però vediamo che anche questo nostro tentativo non trova risposta in questa sede.Pag. 33
  Quindi, riconsideriamo questo emendamento: gentilmente e possibilmente capite che l'unico modo per poter avere comunque la possibilità di incidere sulla struttura del Comitato è quello di approvare un emendamento simile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, gli ultimi due interventi, soprattutto l'ultimo, non sono stati incentrati minimamente sull'emendamento. Io credo che noi abbiamo pazienza – per carità –, ma la gara a chi è più opposizione a questo provvedimento, tra SEL e MoVimento 5 Stelle, è un inedito nella Camera dei deputati.
  Addirittura emendamento per emendamento cercare di scoprire chi dei due è più contro credo che possa andare anche contro il Regolamento, che prescrive che si parli nel merito. Poi divagazioni sono possibili, ma quando l'intervento è completamente fuori io credo che il Presidente possa intervenire, se lo ritiene.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lombardi. Ne ha facoltà.

  ROBERTA LOMBARDI. Signor Presidente, sarò brevissima, perché la collega Dieni ha già ricordato all'Aula e informato la Presidenza sull'andamento dei lavori in Commissione e, quindi, sulle motivazioni per le quali il MoVimento 5 Stelle ha preferito evitare che nove milioni di cittadini fossero presi in giro.
  Volevo solamente, per onore di verità, aggiungere il fatto che nel momento in cui siamo andati via, per le motivazioni sopra espresse, i colleghi dei partiti hanno addirittura iniziato a sottoscrivere i nostri emendamenti e a far finta di discutere e votare contro pur di non parlare del finanziamento pubblico su cui non trovano l'accordo per spartirsi il malloppo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  STEFANO DAMBRUOSO. Non è pertinente. Che c'entra ?

  PRESIDENTE. Onorevole Lombardi, atteniamoci al testo dell'emendamento, per favore. Vi pregherei di attenervi al merito dell'emendamento.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Ambrosio. Ne ha facoltà. La prego di attenersi al merito.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, credo che il merito dell'emendamento sia quello proprio del parlare del Comitato e, quindi, del ruolo dei parlamentari, sia che sono all'interno del Comitato sia all'interno di questa Assemblea.
  Su quella che è stata la discussione su questo emendamento che si è svolta all'interno della Commissione io voglio fare un pochino un piccolo ricordo all'Assemblea, che magari può essere uno spunto di riflessione.

  MAURIZIO BIANCONI. Basta, ce ne andiamo ! Andiamo via !

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. L'onorevole se vuole può andare via. Io non credo che nessuno lo blocchi all'interno di quest'Aula.

  PRESIDENTE. Per favore...

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Presidente, dicevo che in merito proprio a questo emendamento noi abbiamo fatto presente a questa maggioranza il merito dell'emendamento e ci è stato risposto, proprio da un collega di SEL che ha parlato prima, che in pratica parliamo di «fiducia bianca» e proprio su quella «fiducia bianca» noi siamo andati via mentre loro lì sono rimasti. E al collega...

  PRESIDENTE. Va bene, questo è stato già detto.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Presidente, mi consenta...

Pag. 34

  PRESIDENTE. La prego...

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. No, mi consenta...

  PRESIDENTE. Le chiedevo di attenersi al tema dell'emendamento...

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Assolutamente, a quella che è la discussione...

  PRESIDENTE. Su questo già si sono espressi. La pregherei di concludere su questo.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. In merito proprio all'emendamento, voglio dire che anche qui stiamo assistendo allo spettacolo che abbiamo avuto all'interno della Commissione...

  PRESIDENTE. Deve concludere. Il suo tempo è scaduto.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Sì, Presidente, se mi interrompe però non riesco...

  PRESIDENTE. Però, le ho detto di attenersi al merito e di non fare la cronistoria dell'emendamento.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Presidente, ma se io...

  PRESIDENTE. Per favore !

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Ma se io devo ascoltare il deputato La Russa che ci dice che noi stiamo facendo più opposizione ? Capisco che quest'Assemblea si è poco abituata all'opposizione, però (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. Onorevole D'Ambrosio, il suo tempo è scaduto. La ringrazio.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sorial. Ne ha facoltà. Atteniamoci al contenuto dell'emendamento.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Signor Presidente, mi atterrò al contenuto dell'emendamento e, anzi, sono felicissimo che si parli dell'emendamento, perché io mi ero stufato di sentire parlare di altro, anche fuori. Probabilmente anche l'onorevole La Russa si è stufato di sentire parlare di cosa farà il PD al Senato il 9 settembre e si è stufato di parlare di Berlusconi. Quindi, lo invito, anche lui con noi, a parlare dell'emendamento e parlare in televisione...

  PRESIDENTE. Vada a concludere, la prego.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. ... di quello che succede su questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 1.24, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Mognato... Chi altro ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  471   
   Maggioranza  236   
    Hanno votato
  99    
    Hanno votato
no  372).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15.

  La seduta, sospesa alle 13,25, è ripresa alle 15,05.

Pag. 35

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amici, D'Alia, Dambruoso, Damiano, Dellai, Di Lello, Epifani, Gregorio Fontana, Formisano, Franceschini, La Russa, Migliore, Pisicchio, Sani, Speranza, Valeria Valente e Vezzali sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 1 – A.C. 1359)

  PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento Dadone 1.24.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Lombardi 1.9.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lombardi. Ne ha facoltà.

  ROBERTA LOMBARDI. Signor Presidente, volevo cogliere l'occasione per illustrare le motivazioni della presentazione di questo emendamento. La procedura indicata per il calcolo dei componenti del Comitato cui ciascun gruppo avrebbe diritto ci è apparsa quanto meno infelice nel testo che è arrivato dal Senato ed è complessa ai limiti dell'inapplicabilità. Si richiede che il calcolo sia fatto, da una parte, sulla base del numero complessivo dei parlamentari di ciascun gruppo, con ciò mischiando i numeri alla Camere e i numeri al Senato, e le differenze applicative della mostruosa legge elettorale vigente si ripercuotono dunque anche in questa procedura e, al contempo, però occorrerà tenere conto del numero dei voti conseguiti dalle liste e dalle coalizioni ad esse riconducibile, operazione questa piuttosto complessa stante il fatto che le coalizioni non sono più le stesse almeno sulla carta. Ora in quel simulacro di discussione che abbiamo avuto in Commissione prima che gettassimo la spugna, vista l'inutilità, abbiamo fatto presente che non si ravvisano nel testo arrivato dal Senato dei criteri chiari che vadano ad attribuire esattamente i componenti del Comitato tra le varie forze politiche, proprio per questa concomitante operazione di sovrapposizione dei criteri. Ci è stato risposto dalle altre forze politiche, perché il Governo, nonostante noi chiedessimo spiegazioni ha preferito non rispondere mai, dicendo che è nelle sue facoltà non rispondere, e ci è stato rassicurato, tra virgolette, dalle altre forze politiche che sarebbe stato l'Ufficio di Presidenza di questo comitato a stabilire l'assegnazione dei seggi per i componenti. Ora, che la casta politica non applichi la legge anche quando arriva una sentenza definitiva ormai l'abbiamo visto ed è cronaca di questi giorni, ma che addirittura si porti avanti con il lavoro e decida che la legge viene applicata a discrezione volta per volta, veramente ci sembra paradossale. Per questo motivo, a fronte della farraginosità e dell'incomprensibilità di tale scelta, a fronte anche del fatto che la composizione delle coalizioni risulta di molto cambiata, almeno sempre sulla carta, rispetto alle condizioni iniziali, chiediamo quindi con questo emendamento che salti il computo del premio di maggioranza. Secondo questo emendamento la composizione del Comitato deve rispecchiare i voti conseguiti dalle sole liste, anche in previsione della sentenza della Corte costituzionale sul premio di maggioranza del «porcellum» che arriverà a mesi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rosato. Ne ha facoltà.

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  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, anche noi interveniamo per qualche considerazione nel merito su questo emendamento, ricordando che il lavoro che è stato svolto al Senato per la costruzione di questo testo è un lavoro che è teso unicamente – anche questa norma lo è – a cercare di essere più rappresentativi possibili nel complesso panorama politico e parlamentare, senza metterci e senza far pesare troppo gli effetti di una legge elettorale che noi consideriamo sbagliata, anche dove il Partito Democratico poteva trarne un beneficio diretto, lavorando in merito al riconoscimento di quello che è il premio di maggioranza e quindi di un numero maggiore di rappresentanti all'interno del Comitato.
  Io, invece, credo che il lavoro che è stato fatto al Senato in questo senso sia un lavoro utile, un lavoro equilibrato, e anche se all'interno di questo equilibrio vi è qualche norma che diventa di non immediata e facilissima lettura da parte di tutti, io penso che, invece, la sua applicazione, nelle more di una logica rappresentativa, sia più semplice di quanto appaia.
  Aggiungo a questo – lo dico anche con riferimento al dibattito che vi è stato questa mattina, sempre nel merito degli emendamenti – che il nostro atteggiamento è molto lineare e anche il parere contrario che il relatore per la maggioranza ha dato su questi emendamenti deriva da un'analisi molto semplice: noi abbiamo urgenza e siamo consapevoli che la Costituzione vada modificata. Abbiamo trovato lo strumento più aderente alla modifica costituzionale, ad un percorso più snello possibile, un percorso partecipativo, che si concluderà con un referendum dei cittadini italiani.
  Quindi, il lavoro di questo Comitato è supportato da una volontà politica forte, che vuole che questo disegno di legge diventi legge il prima possibile, per consentire che inizi un lavoro redigente per permettere a questo ramo del Parlamento e al Senato di apportare le modifiche alla Costituzione che anche il Presidente Letta, nelle sue dichiarazioni programmatiche, ha annunziato.
  Respingiamo questo emendamento sia nel merito sia nel metodo, e il metodo è proprio quello che il testo, così come approvato al Senato, per noi va approvato rapidamente, per poter poi diventare legge e poter cominciare questo importante percorso che cambierà, in maniera aderente alle necessità dei nostri concittadini, le istituzioni italiane.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
   Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lombardi 1.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo e del relatore di minoranza Pilozzi e il parere favorevole del relatore di minoranza Fraccaro.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cassano, Arlotti, Castelli, Artini, Braga, Nuti, Gasparini, Pagani, Ricciatti, Paola Bragantini, De Lorenzis, Sorial...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  391   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato   87    
    Hanno votato no  304.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Dieni 1.10.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Signor Presidente, con questo emendamento noi chiediamo di sopprimere al comma 2, primo periodo, la parola «complessiva», al fine di evitare problemi di ordine interpretativo. Questo comma sembra studiato apposta, maliziosamente, per aiutare a delineare fin da subito una maggioranza interna al Comitato o, quanto meno, a scombinare i piani.
  Il testo prevede che la nomina dei componenti effettuata dai Presidenti delle due Camere debba basarsi sulla complessiva consistenza numerica dei gruppi. Cosa Pag. 37significa questo ? Che criterio è ? Vuol dire che ciascun gruppo deve essere contato in base ai suoi rappresentanti in I Commissione sia alla Camera che al Senato ? Ci sono gruppi alla Camera che non hanno eletto senatori sufficienti per formare un gruppo al Senato. Al criterio del numero complessivo andrebbe poi aggiunto il calcolo dei voti conseguiti dalle liste e dalle coalizioni. Quindi, chi chiamiamo ? Archimede Pitagorico ? Questa disposizione viola l'articolo 72 della Costituzione per quanto riguarda la composizione della commissione referente, la quale, anziché essere proporzionale alla consistenza dei gruppi parlamentari e basta, dovrà nel contempo rispettare sia quel precetto sia il numero di voti conseguiti dalle liste. Questione che appare, oltre che illegittima, anche molto complessa, al limite dell'applicabilità.
  Non vi è dubbio, inoltre, che il mancato rispetto delle risultanze elettorali in termini di consistenza dei gruppi parlamentari, si risolve in violazione della Costituzione stessa. La tesi del Governo è quella che questo disegno di legge prevedrebbe un procedimento straordinario di revisione costituzionale, una sorta di una tantum – vale solo ora – a fronte della contingenza, e poi non verrà applicato mai più. Oltre che estrosa, questa tesi è inesatta, e lo è manifestamente. Urta contro gli assiomi della teoria costituzionale per la quale la revisione costituzionale costituisce una garanzia della Costituzione. In sostanza, la suddetta tesi del procedimento straordinario sostitutivo dell'articolo 138, finisce per collocare il disegno di legge e, con esso, il Parlamento al di sopra della stessa Costituzione. Ma siamo sicuri che l'ostacolo della revisione della Carta costituzionale sia nell'articolo 138, uno dei meno complessi nel mondo democratico, e non nell'incapacità politica di provvedere a quel che è veramente urgente per far funzionare le istituzioni ?
  Colleghi, poiché, in merito ai criteri sulla base dei quali si dovrà stabilire la composizione del comitato, è la rappresentanza dei gruppi e gli elementi di confusione e di criticità sono molteplici, è quanto mai opportuno cercare di fare massima chiarezza per evitare fraintendimenti, oppure – il che sarebbe ancora peggio – applicazioni errate che finiscano per danneggiare alcuni gruppi a vantaggio di altri.
  In questo senso, per quanto riguarda il criterio che fa riferimento alla consistenza numerica dei gruppi, riteniamo che si debba prendere in considerazione un singolo gruppo parlamentare a se stante e non complessivamente tra Camera e Senato, anche perché sono diversi i gruppi costituiti solo in una delle due Camere. È questo il senso del nostro emendamento che, appunto, va a sopprimere la parola «complessiva». Il rischio che assicurare effettiva rappresentanza a tutti i gruppi finirà per essere un grande problema, è purtroppo molto reale, perché troppi sono i criteri da dover far combaciare e soprattutto si tratta di criteri tra loro contrapposti. Se si prende a riferimento la consistenza dei gruppi, che almeno alla Camera sono «drogati» nella loro composizione numerica dal cospicuo premio di maggioranza previsto dalla legge elettorale, diviene complicatissimo temperarlo alla luce del criterio dei voti di lista riportati da ogni forza politica, che invece costituiscono un dato oggettivo e assoluto. Non parliamo poi del riferimento alle coalizioni politiche, criterio che più che essere complicato dal punto di vista tecnico-numerico, rischia di essere difficilmente individuabile dal punto di vista logico-concettuale, visto che le uniche due coalizioni esistenti nel momento elettorale oggi sono praticamente estinte, spaccate clamorosamente tra forze che sono andate al Governo e forze che invece si sono collocate all'opposizione: uno dei tanti miracoli del Porcellum ed una delle tante peculiarità di questa particolarissima, quanto oscura legislatura.
  Questa digressione era inevitabile per far capire quanta sia già la carne al fuoco in merito ai criteri che dovranno regolare la presenza numerica dei gruppi parlamentari all'interno del comitato. E non tutta questa carne è commestibile. Meglio dunque sfrondare questa sorta di giungla, Pag. 38piuttosto che rischiare di dare vita a pastrocchi che rischiano di peggiorare ancor più una legge costituzionale che presenta molte lacune. È stato un clamoroso errore derogare alla procedura prevista dall'articolo 138. Sarebbe ancora più esiziale dare vita a disparità nella rappresentanza dei gruppi nel comitato, un elemento che inficerebbe il processo stesso di riforma costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 1.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cassano, Ascani, Ventricelli, Tino Iannuzzi, Rizzo, Gnecchi, Rocchi, Bruno Bossio, Chimienti, Carfagna.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  440   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato   98    
    Hanno votato no  342.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 1.62, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Polidori, Sannicandro, Bordo, Ventricelli, Cassano, Elvira Savino, Turco, Andrea Romano, Marrone.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  441   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato  131    
    Hanno votato no  310.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Lello 1.50.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Lello. Ne ha facoltà.

  MARCO DI LELLO. Signor Presidente, in un dibattito come questo, che ha per tema un disegno di legge costituzionale che dovrebbe costituire il primo passo per la riscrittura di alcune regole della nostra Repubblica, credo sia utile ricordare come vi siano dei principi inderogabili. L'ho già fatto in quest'Aula altre volte, rischio di essere banale, ma è giusto pensare a Voltaire, che con gli occhi della mente immaginava un dialogo tra due persone o gruppi di persone che non la pensavano allo stesso modo, insomma tra una maggioranza e una minoranza, e pensava a come tutelare la libertà di espressione.
  Come si può combattere le idee di qualcuno e magari difenderle se nemmeno lo si lascia parlare ? Deve dunque esserci una minoranza. L'asse portante della democrazia, di una democrazia liberale e parlamentare qual è la nostra, si regge non sul potere della maggioranza, ma sul rispetto della minoranza. Se vogliamo migliorare la nostra Carta costituzionale, allora dobbiamo avere come stella polare proprio il rispetto sacrale per le minoranze, siano esse etniche, religiose, sessuali, linguistiche, politiche o culturali, perché da esse, dalla libertà che hanno di esprimersi, di controllare e criticare ciò che fa la maggioranza che detiene il potere discende la legittimazione dell'intero sistema democratico. Anche quella delle maggioranze, infatti, può divenire una dittatura.
  Sappiamo che c’è chi, siccome ha avuto o potrebbe avere, grazie a questa legge elettorale, la maggioranza parlamentare pur rappresentando non più di un terzo dei votanti o un quinto dell'elettorato, pensa di avere il diritto di esercitare una sorta di potere assoluto, finanche di cambiare le regole del gioco, una minoranza di Pag. 39elettorato che si impone su tutti. Ma qui – giova ricordarlo –, in quest'Aula siamo tutti minoranze.
  Mi piace ricordare come gli Stati totalitari di destra e di sinistra si sono sempre camuffati nella storia sotto le spoglie di democrazie popolari, di regimi plebiscitari, dove in nome del popolo tutti avevano una sola possibilità: obbedire.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  MARCO DI LELLO. Ho cinque minuti per illustrare il mio emendamento. Ma è un'eventualità...

  PRESIDENTE. Le ricordo che ha tre minuti.

  MARCO DI LELLO. Ma la tentazione di tradurre la rappresentanza attraverso una mera trasposizione aritmetica e proporzionale che traspare dall'articolo 2 di cui stiamo discutendo, di ridurre fino ad annullarlo il peso delle minoranze per cancellarne il ruolo, significa avviarsi sulla strada di una dittatura della maggioranza. Noi socialisti ne saremmo anche parte, ma non per questo rinunciamo a lottare per chi non lo è. Su questa strada, infatti, aiutati dalla cultura di massa, si arriva al pensiero unico, c’è già chi nel Paese, ahimè, dichiara di ambirci.
  Il combinato disposto dei fattori della crisi economica, finanziaria...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  MARCO DI LELLO. ... anche dei conflitti bellici spingono tutti verso una soluzione di forza che può solo annunciare il peggio.
  Chiedo a quest'Aula, e concludo, in coscienza, di ascoltare la nostra voce e di votare a favore dell'emendamento perché appaiono esserci tutte le premesse per una tempesta perfetta. Allora mi rivolgo a tutti i colleghi ricordando a ciascuno che chi oggi è maggioranza domani potrebbe non esserlo più.
  Cinquant'anni fa – e chiudo davvero – Calamandrei spiegava agli studenti come la nostra Costituzione fosse un testamento, un testamento di 100 mila morti. «Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Ovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, oh giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra Costituzione» spiegava Calamandrei. Aiutatemi voi, onorevoli colleghi, a spiegare a mio figlio su quali valori nasce la nuova Costituzione che avete in mente (Applausi dei deputati dei gruppi Misto – Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) e Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pisicchio. Ne ha facoltà.

  PINO PISICCHIO. Signor Presidente, vorrei esprimere una condivisione dell'emendamento testé illustrato dall'onorevole Di Lello per ragioni coerenti con le argomentazioni che abbiamo portato questa mattina in Aula, allorquando si è discusso della questione pregiudiziale di costituzionalità che sintetizzo in brevissime battute.
  La via normale per una riforma di impianto così vasta, così articolata, non una riforma segmentale, la via normale sarebbe quella di un'Assemblea costituente. Ora, la scelta che è stata compiuta è una scelta che sta dentro il percorso dell'articolo 138, seppure con le modifiche di cui abbiamo già discusso, modifiche che non stravolgono la natura dell'articolo 138. Ebbene, allora però cerchiamo di rendere possibile una partecipazione corale al processo riformatore, una partecipazione di tutte le culture politiche di qualche significato presenti all'interno di questo Parlamento, rammentando a noi stessi che questo Parlamento è esso stesso espressione di una legge elettorale maggioritaria, che quindi già a priori realizza una forma di ridimensionamento dell'arena politica e culturale della rappresentanza. Quindi questo emendamento in Pag. 40qualche modo introduce un elemento di ricchezza nel dibattito politico e culturale in un percorso di riforma così importante e credo che debba essere da noi tutti condiviso.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Lello 1.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo, su cui i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Sannicandro, Carrescia, Tofalo, Lombardi, Cancelleri, Famiglietti, Rizzo, Fossati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  453   
   Votanti  451   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato
 139    
    Hanno votato
no  312).    

  (La deputata Iacono ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Migliore 1.71.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente e colleghi, come è stato poc'anzi dalla collega del MoVimento 5 Stelle esaurientemente spiegato, il Comitato dovrebbe nascere sulla base di un farraginoso meccanismo. Praticamente, secondo l'articolo 1, dovrebbero combinarsi fra di loro il criterio della complessiva consistenza numerica dei gruppi (apro una parentesi per plaudire all'emersione finalmente di un concetto unitario di questa Commissione, che finora era ritenuta invece come una sovrapposizione, un assemblaggio di due pezzi, e rimane tale quando si indicano i due presidenti e via dicendo). Quindi primo elemento è la complessiva consistenza numerica dei gruppi. Secondo: un rappresentante per ogni gruppo, un rappresentante per le minoranze linguistiche. Ora, è evidente che è un percorso farraginoso e complicato. Per dirla in modo più semplice, non si capisce qual è il peso dell'uno e dell'altro criterio per poterli combinare insieme, perché quando ci sono più criteri, la prima esigenza che si palesa è quella di attribuire un peso, di ponderare l'uno o l'altro criterio. Quando si devono licenziare, in un'azienda, cento persone, allora c’è il criterio del carico familiare, dell'anzianità di servizio, della qualifica e ad ognuno di questi criteri è giocoforza attribuito un peso, altrimenti non se ne esce. Ora qui nulla si dice a proposito di un eventuale contrasto tra la decisione finale che verrà assunta con gli interessi, chiamiamoli così, dei singoli gruppi. Allora, domanda: a chi è affidato, a quale metodo è affidata la risoluzione del presumibile contrasto ? Alla buona relazione tra i presidenti ? A chi è attribuita questa competenza ?
  Allora noi, proprio per cercare di mettere riparo a questa lacuna, abbiamo proposto un emendamento con il quale diciamo che l'Aula rimane sovrana per tale decisione. In altre parole, il nostro emendamento dice: se un gruppo contesta le decisioni di cui al precedente comma, la questione è sottoposta alle Assemblee del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati. E poiché in quest'Aula – ripeto – ci sono delle maggioranze della natura che noi sappiamo, aggiungiamo che le decisioni di cui al precedente comma sono confermate se approvate con i due terzi dei voti delle rispettive Assemblee. Altrimenti sarebbe semplice e facile prevedere che la maggioranza governativa che sostiene il Governo potrebbe tranquillamente sopprimere o soffocare quella esigenza manifestata dai gruppi dissenzienti. E poiché non è una norma che mira a Pag. 41dilatare i tempi, noi aggiungiamo: nel dibattito in Aula può prendere la parola un rappresentante per ogni gruppo parlamentare. Quindi credo che sia una norma di buonsenso.
  Ora io mi sono chiesto: ma è mai possibile che il Governo abbia infarcito questo disegno di legge di tanti punti oscuri, che certamente daranno origine a contrasti all'interno del Comitato e tra il Comitato ed i gruppi parlamentari ? Guardate che se noi non risolviamo questi punti e non facciamo luce su questi punti oscuri io ne dovrei dedurre, alla fine, che ho l'impressione che questo disegno di legge alla fin fine si riduca ad un mero escamotage per assegnare 18 mesi di vita – oltre a quelli che spenderemo prima – a questo Governo. Alla fine rimane questo, la qual cosa, ripeto, mi spaventa. Mi spaventa perché denota chiaramente lo spirito dei tempi: se la riforma costituzionale si è ridotta a questo, cioè ad un modo per garantire una certa durata ad un Governo, veramente questo Parlamento sta proprio in decadenza. Questa è la ragione per cui noi vi invitiamo a votare a favore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 1.71, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cesa, Vecchio, Carinelli, Garavini, Roberta Agostini, Gribaudo, Bianconi, Bonifazi, Mannino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  454   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato  136    
    Hanno votato no  318.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Iacono ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 1.13.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, colleghi, il senso di questo emendamento è estremamente chiaro e quindi non servono molte parole per illustrarlo. La Costituzione rappresenta la legge fondamentale, detta dei principi e delle regole nelle quali tutti si debbono riconoscere e delinea il campo di azione all'interno del quale il legislatore deve svolgere la propria attività. Il Comitato dei quarantadue è lo strumento che in prima istanza dovrà procedere alla prima fase di una riforma costituzionale che, almeno nelle intenzioni dichiarate, si annuncia quanto mai ampia.
  È inevitabile che, a nostro avviso, nell'individuare i componenti del Comitato sia doveroso tenere ben presente la specificità dei compiti che verranno loro assegnati. Inoltre, riteniamo di dover applicare il codice etico approvato nel 2010 dalla Commissione antimafia prevedendo che i parlamentari chiamati a ricoprire tale incarico dichiarino ai Presidenti delle rispettive Assemblee se nei loro confronti ricorra una delle condizioni individuate in quel codice. Cosa devono dichiarare ? Devono dichiarare ai Presidenti che non sia stato emesso decreto che dispone il giudizio ovvero sia stata emessa misura cautelare personale non revocata né annullata ovvero che si trovino in stato di latitanza o di esecuzione di pene detentive ovvero che siano stati condannati con sentenza, anche non definitiva, allorquando le predette condizioni siano relative a uno dei seguenti delitti: delitti dell'articolo 51, comma 3-bis, del codice di procedura penale, estorsione, usura, riciclaggio e impiego di denaro e beni o utilità di provenienza illecita, trasferimento fraudolento di valori, omessa comunicazione delle variazioni Pag. 42patrimoniali da parte delle persone sottoposte ad una misura di prevenzione disposta ai sensi della legge 31 maggio 1965, n. 575, nonché da parte dei condannati con sentenza definitiva per il delitto previsto dall'articolo 416-bis del codice penale, attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, delitti le cui caratteristiche o modalità di commissione rientrino nella pratica comune alle attività a carattere mafioso previste dall'articolo 7 del decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203, e successive modificazioni.
  La finalità è ovviamente a tutela del risultato del lavoro di riforma costituzionale. Un lavoro che certamente produrrà forti lacerazioni politiche, come già sta succedendo, e altrettanto forti lacerazioni nella società civile, come spereremo. È per questo che riteniamo che debbano, nei limiti del possibile, essere evitati vizi di origine che in questo caso riguarderebbero le persone individuate per andare a ricoprire il ruolo di membro del Comitato delle riforme. Se mi è consentita una semplificazione, quello che proponiamo è questo: litighiamo e certamente litigheremo aspramente sul presidenzialismo, sulla difesa del regime parlamentare, ma non polemizziamo e soprattutto evitiamo che lo faccia l'opinione pubblica su una riforma non per il merito, ma perché è stata proposta e magari approvata da uno o più parlamentari che non avrebbero soddisfatto i parametri etici per essere candidati a elezioni regionali o comunali o anche un semplice bidello dovrebbe rispondere dei fatti propri.
  Ricordiamo che abbiamo ancora una persona condannata in via definitiva che fa parte del nostro Parlamento. Per questo, invito la maggioranza a votare a favore di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 1.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale il relatore di minoranza Fraccaro ha espresso parere favorevole mentre il relatore di minoranza Pilozzi ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ventricelli, Rizzetto, Vitelli, Gigli, Fossati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  454   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no  353.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Fraccaro 1.25.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, questo è un emendamento meraviglioso, fantastico, finalmente parla di democrazia diretta, di partecipazione attiva dei cittadini. Non mi capacito veramente del fatto che non sia stato accolto in Commissione. In un momento storico particolare come questo, delicato, caratterizzato da una forte crisi che affligge il Paese e da forti spinte provenienti dalla cittadinanza che chiede maggiore partecipazione alla vita democratica, riteniamo imprescindibile introdurre nel procedimento di revisione costituzionale, oggetto in esame, una forma di democrazia diretta che preveda il coinvolgimento anche dei cittadini. È necessario, cioè, adeguare i diritti di partecipazione alle esigenze del Paese e del contesto storico. Una riforma come questa che si vuole approvare, una vera e propria vis costituente che investe l'intero impianto costituzionale, lo abbiamo visto, Pag. 43toccando la forma di Stato, la forma di Governo, il bicameralismo nonché tutte le materie connesse, non può rimanere appannaggio di una ristretta cerchia di persone, ma deve necessariamente, a mio avviso, coinvolgere le componenti civili della società. Allora, la proposta trae spunto dall'esperienza irlandese relativa all'istituto operante in Irlanda nell'ambito della Convenzione per la Costituzione. Si tratta di una composizione di cento membri fra i quali sessantasei cittadini estratti a sorte dalle liste elettorali, cercando di garantire una rappresentanza proporzionale delle varie componenti della società. La Convenzione può anche inviare e accogliere contributi provenienti da enti interessati e chiedere la consulenza di esperti nei casi in cui lo ritenga opportuno. Il testo della Convenzione sulla costituzione irlandese prevede che tale organismo, poi, possa rivolgere le raccomandazioni che ritiene opportune alle due Camere su rilevanti modifiche costituzionali e questa Convenzione, che è ancora attualmente operante, ha dato buona prova di sé in Irlanda ed è giunta ad approvare innumerevoli modifiche costituzionali. Inoltre, tale partecipazione non contraddice lo spirito della nostra Costituzione che non prevede il monopolio del potere legislativo, ma contempla la possibilità che i cittadini partecipino ad esempio proponendo leggi di iniziativa popolare, con ciò imprimendo all'intera Carta una chiara impronta democratica. Si tratta, quindi, di uno strumento di partecipazione che rappresenta un importante complemento perché i veri titolari della sovranità sono, comunque, sempre e soltanto i cittadini. La partecipazione ai lavori del Comitato di cittadini scelti in proporzione alla consistenza numerica delle popolazioni delle regioni, assicurando la presenza delle minoranze linguistiche, ovviamente, consentirebbe una rappresentanza proporzionale della collettività presente sul territorio e darebbe anche alle minoranze la possibilità di farsi sentire.
  Allora, ai cittadini non verrebbe nemmeno corrisposto alcun compenso, secondo questo emendamento, per l'attività prestata, che sarebbe quindi svolta a titolo gratuito, salvo rimborso delle spese debitamente autorizzato ovviamente dall'Ufficio di Presidenza del Comitato e documentate. Infine, l'esclusione dal Comitato di soggetti che siano stati condannati con sentenza definitiva per delitto non colposo mira a far sì che i rappresentanti del popolo siano affiancati da soggetti puliti e onesti, e a evitare che chi ha subito una sentenza penale di condanna passata in giudicato possa avere un ruolo in un processo così delicato di riforma quale è appunto quello che il Parlamento si appresta a votare. Quindi, io credo che questa nostra protesta sia un ottimo modo per contemperare quella che a mio avviso è una preoccupantissima deriva democratica di questo Parlamento, forse l'unico che abbiamo a disposizione in questo momento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

  GENNARO MIGLIORE. Signor Presidente, signori colleghi, avremmo potuto semplicemente avvalerci della capacità nostra di votare contro ad un emendamento che non condividevamo, ma siccome ritengo che anche nelle motivazioni proposte del collega Fraccaro ci siano degli argomenti di grande rilievo e di grande interesse, cioè quelli relativi alla partecipazione, io vorrei, seppure nel tempo di un minuto, dire quali sono i motivi per i quali noi non siamo d'accordo. Non credo che il termine della partecipazione possa essere surrettiziamente utilizzato nel momento in cui si procede ad una modifica costituzionale; la centralità del Parlamento è innanzitutto la centralità dei parlamentari, che non sono una ristretta cerchia, lo voglio dire nei termini più pacati possibili: noi siamo, con tutti i limiti, con tutte le condizioni che spesso non rappresentano al meglio la politica e la buona politica in questo Paese, i rappresentanti del popolo italiano e siamo gli unici oggi secondo la Pag. 44Costituzione a verificarne la possibile modifica (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà), in questo senso io invito davvero i colleghi del MoVimento 5 Stelle a spingere, come fanno sempre e meritevolmente, affinché ci possa essere una partecipazione nella trasparenza dei lavori e noi voteremo sempre a favore di qualsiasi modifica in questo senso, ma che il potere di revisione della Costituzione sia nelle mani dei parlamentari, uguali tra di loro e che abbiano, i cittadini, gli strumenti previsti proprio da quella sentinella del 138 che è il referendum, altrimenti i padri costituenti avrebbero sostanzialmente immaginato un altro percorso e io credo che anche il ricorso al riferimento alla legge di iniziativa popolare non c'entri in questo caso. Le leggi di revisione costituzionale sono le leggi regolate dal 138. (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Sempre sull'emendamento, ringraziamo il collega di SEL che almeno si è degnato di dire perché non voteranno questo emendamento. In realtà, non vedo assolutamente cosa osti alla partecipazione dei cittadini ed è inutile richiamare l'articolo 138, perché comunque con questo disegno di legge naturalmente noi il 138 lo stiamo derogando, quindi è inutile dire che è quella la legge che dovremmo seguire, perché di fatto non la stiamo seguendo. E allora, visto che non la stiamo seguendo, almeno cerchiamo di stimolare la partecipazione dei cittadini.
  Non ci vedo niente contro, vorrei fare notare però una cosa, che questo disegno di legge, come tutti sapete, spero che tutti lo sappiano, in seconda lettura non potrà essere modificato e vi faccio presente, signori colleghi, che tanto al Senato quanto qui alla Camera non è passato neanche un emendamento del MoVimento 5 Stelle, quindi questo significa che questo disegno di legge è un disegno di legge calato dalla maggioranza, calato dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e così com’è calato, passato dal Senato, passa alla Camera e rimarrà tale e quale, quindi se questa è una farsa, signori, possiamo dircelo in faccia tranquillamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 1.25, con il parere contrario della Commissione e del Governo e del relatore di minoranza Pilozzi e il parere favorevole del relatore di minoranza Fraccaro.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Tofalo, Villecco Calipari, Paolucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  459   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato  102    
    Hanno votato no   357.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pilozzi 1.14, sul quale la Commissione e il Governo hanno espresso parere contrario, mentre i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, con queste emendamento chiediamo la soppressione della disposizione: «La prima riunione del Comitato ha luogo non oltre i dieci giorni successivi alla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale».
  È questa un'altra delle manifestazioni della spontanea subordinazione delle Camere a quello che sarà l'operato del Comitato e del Governo stesso, che in questo Pag. 45processo hanno una funzione privilegiata. A me veramente dà un po’ fastidio, per non dire troppo fastidio, il fatto che i lavori, addirittura di riforma della Costituzione, debbano essere svolti con il frustino in mano. Noi siamo abituati a dare nei nomignoli alle leggi – decreto del fare, salva-Italia, eccetera – forse qui sarebbe opportuno dire «legge del frustino» o «legge del guinzaglio», ci vogliono condurre mano a mano, e badate che questo disegno di legge non si limita a porre una tempistica al Comitato; come vedremo dopo, c’è una tempistica addirittura all'Assemblea, cosa che la precedente bicamerale non prevedeva.
  Allora, un sussulto di orgoglio da parte di questa Assemblea, quando lo manifesteremo ? Questa è la questione: ma veramente siamo completamente rassegnati a far stuprare la Costituzione italiana senza fare alcun gesto, senza assumere alcun moto di protesta ? Ora, sembra una regoletta – tre articoli in un comma inserito così – ma è una manifestazione veramente pericolosa dei rapporti che si stanno instaurando. Badate, non abbiamo il tempo per soffermarci molto, ma qui sta sfuggendo che con questo disegno di legge, con queste norme, stiamo già facendo la prova generale di quello che sarà il domani. La subordinazione del Parlamento la stiamo già sancendo, la fine del bicameralismo – come vedremo per qualche altro articolo – la stiamo già sancendo, il ruolo privilegiato nella funzione legislativa da parte del Governo lo stiamo già sancendo.
  Ho parlato in altre occasioni di attimo fuggente, effettivamente le forze avverse alla Costituzione italiana stanno cogliendo questo attimo fuggente per portare a norma costituzionale quella che è stata la cattiva costituzione materiale che è stata conquistata in questi anni. Voglio far presente che ormai da vent'anni – da vent'anni –, quando si è posto mano alla Costituzione – ecco perché ci vorrebbe un momento di riflessione – lo si è fatto con una leggerezza tale che ha generato dei mostri. Faccio un esempio pratico, di attualità: oggi si sta discutendo se una persona condannata è sottoponibile o meno – un collega nostro del Senato – alla legge Severino, giusto ? Ma è mai possibile che sia ancora in piedi quell'articolo della Costituzione il quale dice – ed è un articolo dei costituenti – sostanzialmente che le Camere decidono dei titoli di appartenenza di ognuno di noi alle Camere stesse ? Non dovrebbe essere un organismo terzo che decide una cosa di questo genere ? Questo comunque riguarda il testo originario, ma voglio richiamare la vostra attenzione sulla legge sull'amnistia e sull'indulto.
  Quando facciamo le leggi sull'onda delle campagne mediatiche e sull'onda delle contingenze più varie, generiamo dei mostri, cioè oggi si può cambiare più facilmente la Costituzione, che non dare un'amnistia, perché se vi andate a leggere l'articolo sull'amnistia ci vuole una maggioranza tale, che non è neanche prevista per riformare la Costituzione.
  Poi potrei parlare del Titolo V della Costituzione, modificato a suo tempo con qualche voto di maggioranza, di quello che ha prodotto, del contenzioso abnorme che sta di fronte alla Corte. Potrei parlare – lo ripeto – di tanti altri esempi, di come la fretta – la fretta – e soprattutto la miopia, soprattutto la miopia con cui si affrontano questi problemi, hanno prodotto dei danni, a cui sì, andrebbe posto rimedio.
  Io non chiedo, ma spero soltanto che il Parlamento riprenda in mano la Costituzione come programma politico, quale è nata nella sua origine. Invece, oggi, purtroppo, la Costituzione è rimasta come regola giuridica fondamentale. Abbiamo una giurìdicizzazione, se così si può dire, della Costituzione. Ma almeno le leggi facciamole bene, almeno le leggi – ripeto – facciamole bene ! Ormai l'attuazione della Costituzione è la questione dei giudici, della Corte costituzionale, dell’interpretatio secundum Constitutionem – per dirlo ai colleghi avvocati – rimessa al giudice ordinario – badate bene ! – e la politica ha fatto marcia indietro e si è sottratta – si è sottratta – al suo compito fondamentale.Pag. 46
  Allora, se non siamo più dei costituenti, intesi come politici, per lo meno facciamo bene i legislatori (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gallinella. Ne ha facoltà.

  FILIPPO GALLINELLA. Signor Presidente, io sono indignato – come i miei colleghi – perché noi non siamo contrari a modificare la Costituzione e ad aggiornarla, ma questa modalità è completamente sbagliata. È una delocalizzazione delle modifiche costituzionali, come questa classe dirigente negli anni ha permesso che sia accaduto in Italia con le aziende: incapacità gestionale e delocalizzazione.
  Noi siamo contro questo sistema e questa modalità e combatteremmo finché ci è possibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pilozzi 1.14, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sannicandro, Daniele Farina, Carrescia, Roberta Agostini, Gadda, Ventricelli, Tofalo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  451   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  133    
    Hanno votato no  318.    
  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Fraccaro 1.15.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, l'obiettivo di questo emendamento è quello di correggere la procedura che concerne l'insediamento del Comitato, opportunamente indicando la competenza dei Presidenti delle Camere, alla stregua di quanto avviene per le Commissioni parlamentari bicamerali.
  Questo emendamento vuole evitare che si applichi uno dei tanti commi previsti da questo disegno di legge, che ha come obiettivo quello di garantire a questa maggioranza un potere immenso, un potere che questa maggioranza forse non si merita, io credo un potere veramente inconcepibile per qualsiasi Parlamento democratico. Per questo, credo che il disegno di legge che oggi abbiamo in votazione, di cui oggi discutiamo qui alla Camera, sia uno dei più pericolosi mai presentati in questo Parlamento – lo dico con il cuore, lo dico con sincerità – perché la maggioranza intende, di fatto, prendersi una finestra temporale di diciotto mesi per fare carta straccia di questa Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Allora, io voglio fare una riflessione: credo che a questo punto sia utile chiedersi se i partiti di Governo siano minimamente degni di tutto questo potere che vogliono arrogarsi, che vogliono autoconferirsi. Chiediamoci cosa hanno fatto in questi anni per dimostrare di potere essere affidabili al punto da mettere mano alla Carta fondamentale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora, sotto questo profilo Presidente – mi rendo conto che parlare del centrodestra è sparare sulla Croce Rossa – ricordo il decreto «salva ladri», vari condoni edilizi e fiscali, norme sulle rogatorie, falso in bilancio, «legge Cirami», «ex Cirielli», «lodo Schifani», «riforma Gasparri», «lodo Alfano», «legge Frattini» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Ma, anche il centrosinistra, Presidente, ce l'ha messa tutta per approvare norme, in questi vent'anni, indegne di questo Paese, norme indecenti. La «legge Maccanico» «salva Rete 4», provvedimento di Pag. 47indulto su reati fiscali e di corruzione, «salva Telecom», legge sui pentiti di mafia, supercarceri, scandali bancari, finanziamenti pubblici ai partiti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e forse la colpa più grande è quello che non ha fatto questo centrosinistra. Quindi, quello che non ha fatto, le sue omissioni, la legge sul conflitto di interessi, una seria legge sulla corruzione e, per ultimo, la bicamerale D'Alema-Berlusconi, di cui questo disegno di legge non è altro che il secondo tempo.
  Allora, Presidente, questa è la drammatica fotografia di questo Parlamento e io sinceramente, Presidente, ho paura e sono terrorizzato per il mio futuro, per il futuro della mia famiglia e dei miei concittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Signor Presidente, vorrei replicare al collega che mi ha preceduto, che stimo come persona seria e appassionata, degli argomenti decisivi che qui stiamo trattando per il futuro della nostra Repubblica, che nessuno qui dentro, nel partito che in questo momento rappresento, nel Partito Democratico, vuole fare carta straccia della nostra Costituzione (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non lo vogliamo...

  PRESIDENTE. Prego deputato.

  EMANUELE FIANO. Scusate, io do a voi tutti il rispetto...

  PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza.

  EMANUELE FIANO. Do, Presidente, tutto il rispetto che si deve ai miei colleghi e chiedo altrettanto. Non credo di aver mai mancato di rispetto a loro quando parlano. Dicono cose che si possono non condividere, ma sono cose serie (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. Prego, vada avanti. Deputati, facciamo esprimere il deputato Fiano. Prego.

  EMANUELE FIANO. Noi stiamo votando un provvedimento che non sta ancora entrando nel merito delle riforme che ognuno di noi crede necessarie o meno per questo Paese.
  Credo di poter dire che ciascuno di noi che siede in questo emiciclo, ha in mente che per questo Paese servano delle riforme. La Costituzione, i padri costituenti, hanno scritto nel nostro testo costituente, che io personalmente ritengo il migliore del mondo, che c’è possibilità di modificarlo. Lo hanno scritto nel testo dell'articolo 138 (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e, quindi, è evitabile a priori la discussione che questo nostro testo non sia modificabile. Hanno reso – e qui ha ragione chi lo dice, e lo ha detto anche il collega che mi ha preceduto – molto rigide le regole per la trasformazione o la modifica della Costituzione, ma non hanno negato a priori la possibilità di modificarla.
  Quindi, se vi è una maggioranza politica che propone un percorso di legge che individua uno strumento che sia il luogo referente dove si propongono delle modifiche alla Costituzione e che sia poi il Parlamento, con le sue maggioranze fisse o variabili, a vagliare ognuna, in sede di Aula parlamentare, di quelle modifiche proposte e che vi sia poi un'ulteriore garanzia per il popolo italiano, per i nostri elettori, di accedere ad un referendum, oltre quello che avevano previsto i padri costituenti – perché a quel referendum si potrà accedere anche a prescindere dal fatto che in quest'Aula o in quella del Senato si raggiungano maggioranze qualificate – allora, nessuno di noi, né noi né voi, vuole fare carta straccia della Costituzione.
  Io ho grandissimo rispetto per le idee che voi professate – mi rivolgo ai colleghi Pag. 48del MoVimento 5 Stelle, non solo a quelli che conosco di più della I Commissione – e per il fatto che voi professiate l'idea che servono alcune modifiche e altre no. E non ritengo affatto carta straccia le vostre idee di modificare la Costituzione. Chiedo il medesimo rispetto perché ancora noi non siamo entrati – mi rivolgo anche ai colleghi di SEL – nel merito delle proposte che ognuno di noi ha sulla modifica. Noi stiamo analizzando lo strumento per arrivarci.
  Io penso che il rispetto tra di noi sia la prima regola necessaria per mantenere vivo lo spirito, per me sacro, che i Padri costituenti hanno iscritto nella nostra Costituzione e per difendere la nostra democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lombardi. Ne ha facoltà.

  ROBERTA LOMBARDI. Signor Presidente, mi rivolgo alla Presidenza perché si faccia portatrice del messaggio al collega Fiano – con cui ho il piacere di condividere il lavoro in I Commissione, quando riusciamo a lavorare – che siamo estremamente contenti di sapere che egli si ricorda che la Costituzione si può modificare ma con l'articolo 138 e secondo le regole che i nostri Padri costituenti hanno previsto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Noi non stiamo entrando nel merito, come giustamente ricorda il collega, delle modifiche. Stiamo semplicemente dicendo: ci sono delle regole e noi ce ne freghiamo. Siamo scarsi a giocare a questo gioco e che facciamo ? Le cambiamo. Questo è quello che sta succedendo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, io do alle parole il peso che hanno. Non penso che sia consentito abusare anche di un'interiezione per mettere in dubbio l'unico passaggio che mi interessa, e il resto ovviamente lo affido alla sapienza dell'Aula. «Ci incontriamo in I Commissione quando si lavora». Io direi che questo è un falso ideologico. La I Commissione notoriamente, lo dico per le notti che abbiamo passato insieme agli amici del MoVimento 5 Stelle, e li voglio chiamare così perché hanno lavorato seriamente insieme a noi... e solo chi non ha passato quelle notti si può permettere in un'Aula parlamentare di mettere in dubbio il grande impegno che quella Commissione, la nostra Commissione, quotidianamente pone nel suo lavoro. Quindi, bene per le idee, ma lontani dai falsi ideologici (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sorial. Ne ha facoltà.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Signor Presidente, come bisogna spiegarvelo che l'articolo 138 della Costituzione non deve essere toccato oggi ? Io cercherò di essere il più chiaro possibile. I padri costituenti nel dicembre del ’47 hanno partorito una figlia e hanno deciso di mettere un caschetto sulla testa di questa figlia perché sapevano che, come su una bambina su una bicicletta su una lunga strada sterrata, come è la nostra Repubblica, doveva fare un percorso ed arrivare ai giorni nostri. Ora se voi oggi togliete questo caschetto dalla testa di questa bambina e questa finisce in una buca, in un incidente mortale, la nostra Costituzione, nostra figlia, la nostra bambina, morirà e voi ne sarete colpevoli. Quindi, attenzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Dadone. Ne ha facoltà. Ricordo che siamo sull'emendamento 1.15.

Pag. 49

  FABIANA DADONE. Signor Presidente, sarò telegrafica. Volevo soltanto far presente che è vero che non siamo nel merito ma sul metodo, però il metodo è sbagliato e si parte già malissimo. C’è un modo per cambiare la Costituzione e si chiama articolo 138, ed è il motivo per cui stiamo facendo quello che stiamo facendo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà. Ricordo che siamo sull'emendamento 1.15.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, lei ricorda giustamente l'emendamento e io ricordo a quest'Aula che dire che in qualche modo la Costituzione ci è stata portata ma non ci è stato detto che non si poteva cambiare in altro modo, è un po’ come avere una porta con una chiave in mano, ma cercare di rompere la serratura e dire che la presenza della chiave non permette in qualche modo di usare altri mezzi per aprire la porta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Balduzzi. Ne ha facoltà.

  RENATO BALDUZZI. Signor Presidente, lei ha ragione nel richiamare il fatto che ci stiamo occupando dell'emendamento Fraccaro 1.15, ma sappiamo bene che c’è un testo ma c’è anche un contesto, e forse questo è l'emendamento che meno si prestava a sviluppare considerazioni complessive, ma è anche vero che, quando alcuni colleghi legittimamente fanno affermazioni generali riguardanti il testo e in più sulle intenzioni di altri colleghi, chi ha espresso alcune opinioni anche oggi in sede di dichiarazione sulla pregiudiziale si sente interpellato almeno a fare un tentativo per capirci. Lo dico evidentemente soprattutto ai colleghi del MoVimento 5 Stelle e in parte anche ai colleghi di SEL. Non esiste il problema «articolo 138 sì, articolo 138 no». L'unico su cui si potrebbe discutere dal punto di vista degli articoli è l'articolo 139. Peraltro nei primi anni dopo l'entrata in vigore della Costituzione ci furono costituzionalisti che sostenevano che comunque anche l'articolo 139 nel contenuto poteva essere modificato modificando l'articolo 139 stesso, però la maggior parte fu contraria. Ma sull'articolo 138 il problema – la maggioranza dei costituzionalista almeno la pensa così – sta nel merito. Vale a dire: qual è il nucleo dell'articolo 138 ? La rigidità costituzionale. Questo disegno di legge costituzionale è una ferita alla rigidità costituzionale ? Credetemi, se così fosse, io sarei il primo a fare una battaglia contro, ma così non è. Pensavo di avere esposto alcune argomentazioni anche io insieme ad altri questa mattina, evidentemente non è sufficiente, però davvero in quel senso di fiducia reciproca che veniva testé evocato dal collega Fiano io ci metterei anche la fiducia nella bontà e nelle intenzioni dei presenti. L'articolo 138 non viene incrinato da questo disegno di legge costituzionale nel suo senso profondo di rigidità, anzi da un certo punto di vista le garanzie vengono aumentate. Poi, per quanto riguarda quello che faremo nel merito, andremo davvero a vedere su questa o su quella proposta quale stravolge e quale non stravolge. Io spero che nessuna proposta stravolga la nostra Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Prima di dare la parola al deputato Manlio Di Stefano voglio precisare, proprio partendo dalla premessa che ha fatto il deputato Balduzzi, che noi stiamo discutendo l'emendamento Fraccaro 1.15. È chiaro che esiste una tolleranza nelle argomentazioni, e c’è tutta la tolleranza del caso, però se si abusa di questa tolleranza poi inevitabilmente si abbassa il nostro margine di tolleranza per l'economia dei lavori. Quindi vi chiediamo, e vi chiedo, di attenerci all'argomento. Il deputato Di Stefano ha facoltà di parlare per dichiarazione di voto.

Pag. 50

  MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente, intervengo soltanto sull'emendamento, sostanzialmente anche un po’ su quello che questo emendamento va a creare insieme a tutti gli altri. Credo che in questo caso più che in altri sia necessario ricordare alcuni passaggi fondamentali, perché si cerca e si continua a fare una strumentalizzazione sul ruolo del MoVimento 5 Stelle in questo caso specifico. Il MoVimento 5 Stelle vuole, ed ha in programma, la modifica della Costituzione, perché il nostro programma non potrebbe attuarsi senza la stessa modifica, ma vuole modificare la Costituzione per introdurre la partecipazione diretta dei cittadini, per introdurre tutta una serie di migliorie che servono a questo Paese. Il problema non è modificare la Costituzione, il problema è che noi abbiamo paura di voi. Non ci fidiamo, e come noi non si fidano i cittadini qua fuori, perché in questi ultimi venti anni tutti gli scandali e tutte le vergogne che ha ricordato prima il mio collega Fraccaro li avete fatti voi, non li abbiamo fatti noi.

  PRESIDENTE. Deputato Di Stefano, concluda.

  MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente, concludo dicendo che quando si parla di migliorare il lavoro in Aula e quando si parla di spending review allora io ci sto e dico che, se vogliamo far lavorare queste quaranta persone al posto di mille, allora però le altre mille mandiamole a casa, non stipendiamole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Di di questo stiamo parlando.
  Aggiungo – e questo lo dico al collega Fiano – che quando si parla di rispetto, le ricordo che lei è quello che ha provato a darmi un pugno lì sotto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Signor Presidente, il complesso di questi emendamenti apprezza una posizione sia del MoVimento 5 Stelle, sia di Sinistra Ecologia Libertà, fortemente contestativa della formazione di questa sorta di super Commissione.
  Io penso che questa sia una posizione non solo degna di rispetto, ma che abbia un grande fondamento sul rispetto dei principi costituzionali. Però, secondo me, vanno dette le cose come stanno e il problema va impostato per com’è, perché non si tratta di un problema di poco conto, non è – devo dirlo – così semplificato come è stato semplificato nel porgerlo ai colleghi e non è così rivoluzionario e giusto come è stato posto ai colleghi.
  È un problema serio ! Si dice, in sostanza, con questo disegno di legge costituzionale; fermo l'articolo 138 della Costituzione per la normalità dei casi – visto che abbiamo perduto tanto tempo negli anni e che i lavori delle Commissioni della Camera e del Senato sono lavori lunghi, defatiganti, che ci farebbero perdere ancora tempo – inventiamoci questo strumento più snello per poter fare quel lavoro che dovrebbero fare le Commissioni affari costituzionali del Senato e della Camera. Stringi stringi, il rapporto con questo comitato è solo questo, è di natura strumentale.
  Domanda: questo quanto inficia l'integrità dell'articolo 138 e del procedimento costituzionale ? Hanno pensato a un presidio, che non è soltanto l'ordinaria doppia lettura e le maggioranze particolari, ma è costituito dal referendum successivo. Si andrà comunque a referendum anche se le maggioranze non saranno quelle che richiederebbero il referendum.
  Come a dire: guardate, all'inizio abbiamo avuto un po’ fretta, ma poi, se abbiamo sbagliato, è sempre il popolo sovrano che decide. È un percorso corretto ? È un percorso sbrigativo ? È un percorso sbagliato ? Non saprei dirlo, ma quello che so dire è che non è una posizione così drammaticamente impostata come la impostano i tifosi di questa super commissione e i suoi avversari.
  È un problema che serenamente va impostato in questi termini. Dire che si tradisce la Costituzione è eccessivo; dire, Pag. 51però, che questa commissione è salvifica di tutto, è altrettanto eccessivo. Riconquistando un minimo di serenità, forse faremo quel lavoro che il collega del MoVimento 5 Stelle dice che non siamo capaci di fare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, mi «incastro» molto volentieri in questo dibattito, soprattutto per ricordare un punto che, salvo mia disattenzione, non ho ancora sentito, e cioè – mi riferisco, ovviamente, a chi in quest'Aula, e quindi alla maggioranza, ha l'intenzione di modificare l'articolo 138 che serve per modificare la Costituzione – che questo percorso lo sta facendo una maggioranza che è stata votata con una legge costituzionalmente illegittima.
  Di conseguenza, una maggioranza votata con una legge costituzionalmente illegittima, innanzitutto, non dovrebbe neanche lontanamente pensare di modificare la Costituzione. Ma cosa fa di più ? Dopo questa prima «violenza», cioè il fatto che vi sia qui una maggioranza costituzionalmente illegittima, si vuole fare una modifica della Costituzione in deroga alla Costituzione stessa, seconda violenza alla Costituzione. È importante ricordarsi questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, devo dare atto al collega Bianconi di avere chiarito i termini della questione. Ecco, noi siamo divisi proprio sulla base di quanto egli correttamente e serenamente ha riassunto. Egli dice: ci siamo inventati uno strumento più celere che ponga riparo alla farraginosità delle procedure parlamentari e così via.
  Noi non riteniamo che le procedure parlamentari siano farraginose al punto tale da far abbandonare la strada dell'articolo 138 e prenderne un'altra. Noi non siamo d'accordo sul fatto che le riforme costituzionali non debbano farsi con il dovuto tempo, che non è il tempo soltanto spettante a noi, ma è il tempo che, dato a noi, consente al Paese di prendere coscienza di ciò che noi stiamo facendo. È chiaro ? Questa è la questione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) ! Quella aberrante norma per cui si riducono i tre mesi a 45 giorni, ma le pare niente ? Le pare niente ?
  Ma devo pensare che voi in cuor vostro non vi rendiate conto che quella almeno è una «violenza» rispetto all'articolo 138, o no ? Io non credo che lei non se ne renda conto, come non credo che non ci rendiamo conto che tutti questi paletti – questa sorta di «ora d'aria» che ci è concessa con tutti gli step che sono stati inseriti – sono contro l'articolo 72 della Costituzione che attribuisce la funzione legislativa integralmente, dall'iniziativa fino all'esito, a soggetti ben definiti, tra i quali non esiste questo comitato, questo «estraneo», ancorché fatto da deputati e da senatori. E lei, e anche altri colleghi, mi chiedete quali siano le norme che alterano il contenuto dell'articolo 138. Ma stiamo veramente scherzando ? E il collega Balducci dice «sarei stato il primo». Ma le dobbiamo fare l'elenco ? Qui non c’è un articolo che non tenti di ridurre l'articolo 138 ad altro ! Lei dice con una tranquillità «mi fate l'elenco ?» Glielo faccio: il cronoprogramma – per dirne una –, il privilegio che è attribuito al Governo, il fatto che il Governo ha legato la propria sorte all'approvazione di questo disegno di legge. Ma stiamo scherzando ? In sono un praticante, altri sono giuristi, e devo ascoltare queste cose in quest'Aula ? Ma stiamo veramente scherzando ? Un disegno di legge governativo, in parole povere: già questo la dice lunga su quello che è, senza offesa per nessuno, il golpe strisciante. È inutile che serenamente facciamo finta di non capirlo, (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle), tranquillamente, nel rispetto reciproco, nella buona educazione Pag. 52reciproca ! Però in questo ambiente, in questa «glassa» di buona educazione io ho ascoltato questa mattina un collega che ha detto in modo più soft ciò che è stato detto alla Camera dei deputati, e cioè che la Costituzione è un impedimento allo sviluppo dell'Italia; lo ha detto un nostro senatore della Repubblica. E ha detto – io l'ho ascoltato – «mi interrogo: come ha potuto l'Italia nonostante quella Costituzione – e ha aggiunto – nonostante noi, raggiungere il livello di sviluppo culturale, democratico ed economico che ha raggiunto ?» Ma guardate a che punto di sovversione della realtà ! È grazie a quella Costituzione che noi siamo arrivati ad essere quello che siamo (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle) e noi non possiamo tranquillamente buttare al macero quello che siamo, in omaggio ad una contingenza politica del Governo ! Io spero che, come l'uomo della provvidenza all'epoca fece saltare la bicamerale, chissà che non salti pure adesso (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ci sono altri due interventi, però credo che si sia abusato ampiamente della tolleranza negli interventi su questo emendamento, perché l'emendamento 1.15 – e lo ripeto a me stesso – recita: «al comma 3 sostituire le parole “la prima riunione del comitato ha luogo” con le seguenti “i Presidenti delle Camere convocano il comitato”». Io chiedo, e mi appello alla vostra responsabilità in questo momento, di fare interventi pertinenti a questo emendamento, perché la discussione generale ha già avuto luogo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, mi sono sempre rivolto all'Aula con rispetto, credo, dicendo le mie sensazioni. Mi dispiace questa volta andare contro la sua richiesta, ma sono troppo infuriato. Qui si chiede rispetto. Rispetto di chi e da parte di chi ? Chi state rappresentando ? Come siete arrivati qui ? Siete stati scelti dal popolo italiano ? Non mi pare. E siete qui a pretendere di cambiare la Costituzione (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

  PRESIDENTE. Deputati ! Deputato De Rosa, se non si attiene all'argomento dell'emendamento sono costretto a toglierle la parola. Vale per tutti d'ora in poi, come ho già annunciato. Non le posso ridare la parola se continua a rivolgersi non alla Presidenza e senza rispettare l'argomento dell'emendamento. Avevo già avvisato che se si abusa della tolleranza su questo aspetto, ci rimettiamo tutti, perché cambia il livello di tolleranza in questa discussione. Quindi, se lei vuole fare un intervento sull'argomento dell'emendamento, io sarò ben lieto di darle la parola. Prego...

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Va bene, parliamo degli emendamenti: per quanto riguarda gli emendamenti, ci siamo abbassati a cercare di migliorare questo schifo di norma che state cercando di far passare, e non ascoltate neanche la nostra voce (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico – Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Agostinelli. Ne ha facoltà.

  DONATELLA AGOSTINELLI. Signor Presidente, non si può veramente stare zitti di fronte allo scempio che sta accadendo qui, in quest'Aula questo pomeriggio. Ringrazio i colleghi di SEL per la difesa accorata che stanno tentando di fare insieme a noi. Mi auguro che non sia una farsa quella che si sta facendo qui questa sera e vorrei veramente lanciare un appello ai colleghi...

  PRESIDENTE. Deputata, come ho già avvisato...

  DONATELLA AGOSTINELLI. ... ai colleghi del PD. Dovete guardarvi dentro, Pag. 53colleghi del PD (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! Qui sta succedendo veramente una tragedia...

  PRESIDENTE. Deputati, per favore...

  DONATELLA AGOSTINELLI. ...guardatevi dentro, siete voi questa sera gli unici artefici di un possibile cambiamento, guardatevi dentro...

  PRESIDENTE. Le devo togliere la parola.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Vale la stessa raccomandazione.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Io mi appello a lei, più che altro il mio è un richiamo al Regolamento; le chiedo veramente di togliere la parola a chi va fuori dal tema degli emendamenti, perché altrimenti l’escalation porterebbe a una sorta di discorsi propagandistici. Io finisco qui, signor Presidente, le chiedo veramente di togliere la parola a chi non si attiene al merito.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 1.15, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Cassano, Sannicandro, Rostan, Cardinale, D'Attorre, Boccuzzi, Fossati, Palma.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  449   
   Votanti  448   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  129    
    Hanno votato no  319.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, intervengo per mettere chiarezza in quest'Aula. Noi, come sa, siamo favorevoli a questo provvedimento e vogliamo sia approvato. Però, al contempo, ritengo sia un precedente molto grave incominciare a dire ai deputati cosa possono dire nel loro intervento: se motivano e parlano del provvedimento, non penso che la Presidenza, così come i colleghi che ho visto lamentarsi in molte circostanze, possano dire se siano giusti o meno i concetti che si vogliono esprimere per motivare un emendamento o anche convincere i colleghi sulla bontà di un'azione emendativa.
  Questo lo dico perché rappresenterebbe un precedente a nostro avviso molto grave, considerando oltretutto che in questo provvedimento i tempi sono contingentati, non mi sembra che ci sia una questione di ostruzionismo. Quindi credo che intervenire nel merito del discorso del collega, che oltretutto parla del tema delle riforme costituzionali, sia non adeguato anche ai futuri lavori di quest'Aula perché si limiterebbe estremamente la libertà di ogni singolo deputato nel libero intervento che può fare nel rispetto del Regolamento e nel rispetto dei tempi (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. La ringrazio. Credo che ne sia testimonianza l'ampio dibattito che abbiamo fatto sull'emendamento precedente.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Dieni 1.16.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dieni. Ne ha facoltà.

Pag. 54

  FEDERICA DIENI. Poiché molto spesso mi sembra che in quest'Aula si stia votando senza conoscere appieno, quindi nel merito, i singoli emendamenti presentati, mi sembra opportuno fare riferimento a questo emendamento: «Gli Uffici di Presidenza delle Commissioni affari costituzionali possono chiedere, anche separatamente, di differire tale termine, per conciliare i lavori del Comitato con quelli delle rispettive Commissioni». In questo caso – poiché appunto non siamo in grado ad oggi di stabilire e di definire la data in cui successivamente entrerà in vigore questa legge costituzionale, proprio perché è impossibile adesso conoscere questa data – sembra illogico che si voglia fissare il giorno della prima riunione del Comitato sin da adesso.
  Quindi questo semplicemente stiamo chiedendo ed è questo il motivo per il quale non capiamo perché il Governo e anche il Presidente della Commissione abbiano dato un parere quindi che non sia favorevole, un parere contrario.
  Proprio per questo noi siamo indignati, siamo indignati perché molto spesso non possiamo valutare nel merito quelli che sono gli emendamenti perché ovviamente già di per sé i presupposti con cui si parte a lavorare sono negativi.
  Noi non siamo, ripeto, contrari ad una modifica della Costituzione, siamo contrari a questo tipo di procedura, questa costituzione di questo Comitato in deroga all'articolo 138, questo perché è vero che non si sta discutendo il provvedimento nel merito, come se la procedura fosse meno importante. La procedura in alcuni casi è anche più importante perché serve a garantire il rispetto dei principi fondamentali contenuti nella Costituzione.
  Quindi, facciamo la modifica della Costituzione, ma facciamola con i tempi adeguati, facciamola per parti separate, in modo tale che comunque non si possa modificare tutta insieme. È giusto che l'opinione pubblica sia messa a conoscenza di che cosa stiamo modificando e in che modo lo facciamo. Il Comitato non può essere al di sopra di tutto, non può essere al di sopra della stessa Commissione affari costituzionali e non è giusto che si intende la Costituzione ad uso e consumo della maggioranza o del Governo. La Costituzione non è di alcun partito e non è della maggioranza, la Costituzione appartiene a tutti gli italiani ed è per questo che noi in quest'Aula stiamo cercando di difenderla ed è per questo che i cittadini fuori si stanno mobilitando, stanno protestando e stanno raccogliendo firme (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Castelli. Ne ha facoltà.

  LAURA CASTELLI. Signor Presidente, volevo sottolineare che il collega che prima parlava di propaganda aveva assolutamente ragione. Non è giusto fare propaganda elettorale in questo momento, soprattutto sulla Costituzione e soprattutto davanti a questi colleghi che hanno sempre rispettato la Costituzione negli anni in cui hanno esercitato il loro mandato, perché hanno sempre rispettato la Costituzione quando votavano il fiscal compact, l'hanno rispettata anche quando chiudevano innumerevoli ospedali sul territorio italiano, l'hanno sempre rispettata quando facevano tagli alla cultura e alla ricerca (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). L'hanno sempre rispettata quando cercavano di spiegare l'uguaglianza e soprattutto la distinzione di sesso nelle discussioni sulla legge contro l'omofobia...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  LAURA CASTELLI. L'hanno sempre rispettata quando hanno votato il Porcellum e definitivamente hanno tolto la sovranità al popolo. Volevo «rassicurare» i colleghi che ancora una volta finirà tutto a tarallucci e vino (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dambruoso. Ne ha facoltà.

Pag. 55

  STEFANO DAMBRUOSO. Signor Presidente, intervengo per sollecitare proprio lei che è una persona molto sensibile al riguardo, lo ha dimostrato più d'una volta, di suggerire a chi sa lei che effettivamente questi emendamenti non realizzano esattamente il fine che il regolamento pone – lo dico proprio a lei che lo conosce molto bene, lo ha dimostrato in più di una circostanza – il fine che l'intervento deve ottenere quando si va ad intervenire sull'emendamento. Le rassicurazioni che ogni tanto ci vengono prospettate da questa parte dell'emiciclo davvero possono essere trattenute o comunque condivise con chi sta vicino, a fianco, nel banco dell'Aula.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 1.16, con parere contrario della Commissione e del Governo, e su cui i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vecchio, Piepoli, Lombardi, Rocchi, Gregori, Paola Bragantini, Pollastrini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  439   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  128    
    Hanno votato no  311.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Iacono ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 1.72, con parere contrario della Commissione e del Governo e su cui i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Duranti, Toninelli, Lombardi, Gregari, Manciulli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  437   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  128    
    Hanno votato no  309.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Iacono ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Lombardi 1.18, sul quale vi è un invito al ritiro, altrimenti parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lombardi. Ne ha facoltà.

  ROBERTA LOMBARDI. Signor Presidente, ovviamente non ritiro il mio emendamento e volevo invece illustrarlo, sperando di incontrare la comprensione dei colleghi, soprattutto di quelli più giovani dei partiti. Il presente emendamento fissa i criteri di composizione dell'ufficio di presidenza del Comitato, che deve essere formato da due vicepresidenti e due segretari, eletti durante la prima seduta. Inoltre l'emendamento sostituisce il criterio dell'anzianità con quello della giovinezza, per individuare l'eletto in caso di parità di voti. Precisa inoltre che il medesimo sistema di voto si applica per le eventuali elezioni suppletive, disposizione mancante nel testo del provvedimento. Il criterio di anzianità proposto dal Governo per la scelta dei vicepresidenti del Comitato in caso di parità di voti, evidentemente penalizza quei partiti e quelle forze politiche composte da parlamentari di giovane età ed attraverso questo emendamento si intende dunque eliminare alla radice qualsiasi forma di discriminazione nei confronti delle più giovani formazioni politiche.
  L'anzianità risulta essere un principio instauratosi quale escamotage nel caso di parità di voti. Esso ha in realtà una sua motivazione, che sicuramente risiede nell'atavica Pag. 56convinzione che la maturità, quando esiste, insieme all'esperienza, garantisca equilibrio e saggezza. L'anzianità quale principio per sparigliare è criterio applicato sia nel caso di anzianità anagrafica, sia nel caso di anzianità nel ruolo per il quale l'elezione o la nomina sono richieste. Ora nel Parlamento di questa legislatura l'età media, almeno alla Camera – grazie anche alla nostra presenza, ma non solo – risulta abbassata rispetto alle precedenti. Il contributo appunto del MoVimento 5 Stelle è stato sicuramente molto forte, ma non sono state da meno altre forze politiche, che hanno inteso rinnovare il loro parco.
  In un contesto del genere, applicare ovunque, in qualsiasi elezione o nomina, lo stesso criterio rischia quindi di essere penalizzante. Molte regole e molti principi ben più saldi e solidi risultano stravolti – e stiamo ai flash – a piacimento delle larghe maggioranze delle ultime due legislature. Potrebbe essere questo il momento – se non ora quando, verrebbe da dire, citando qualcun altro – di imporre un cambiamento e di rendere il criterio anagrafico favorevole al più giovane. Senza voler scalfire il concetto di saggezza ed esperienza che si lega alla maturità – sempre quando saggezza ed esperienza esistono – siamo dell'opinione che sia tempo di riconsiderare anche questi altri aspetti. Sono parole di un noto fisico quelle che sostengono che la mente che ha creato il problema non è da ritenersi adeguata a risolverlo. L'idea di ricominciare a rivolgersi ai più giovani o ai meno anziani si muove in questo senso: se l'esperienza è spesso da potersi riconnettere alla maturità – quando esiste – altrettanto non può dirsi dell'intelligenza, della competenza e della preparazione, senza parlare poi della possibilità di sguardi nuovi, di nuove prospettive, di nuovi approcci, un orizzonte temporale più ampio ed uno sguardo lungimirante al futuro, che guarda alle prossime generazioni e non alle prossime elezioni, e sarebbe una novità.
  Con riguardo all'ultimo periodo del nostro emendamento, in sostanza disponiamo che anche per le eventuali elezioni suppletive siano seguite le medesime regole disposte all'avvio del Comitato in ordine all'elezione dell'ufficio di presidenza. Tale inciso non è disposto dal testo dell'articolo, ma a noi sembra necessario farlo, anche a fronte del fatto che a maggioranza assoluta il Comitato può darsi le regole che vuole.
  Ora una precisazione, cogliendo lo spunto del collega Bianconi: qui non si tratta di esseri tifosi del Comitato o contrari al Comitato, si tratta di essere tifosi e rispettosi delle regole o contrari ed allergici ad ogni tipo di regola (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lombardi 1.18, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Pilozzi e con il parere favorevole del relatore di minoranza Fraccaro.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sbrollini, Caso, Grassi, Bargero, Paolo Bernini, Bianconi, Luciano Agostini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  442   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato   96    
    Hanno votato no  346.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Iacono ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 1.65, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.Pag. 57
  (Segue la votazione).

  Murer, Campana, Oliaro, Toninelli, Cancelleri, D'Attorre, Richetti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  438   
   Votanti  435   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato  122    
    Hanno votato no  313.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Iacono ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nuti 1.19.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Signor Presidente, questo emendamento chiede di inserire al comma 5 il seguente periodo: «L'Ufficio di presidenza è composto assicurando la presenza di tutti i gruppi di opposizione». Questo comma prevede, appunto, che i gruppi parlamentari potranno partecipare all'Ufficio di presidenza solo per la programmazione dei lavori. In questo modo si ridurranno i già fin troppo compressi diritti delle opposizioni, oltre a derogare fortemente ai Regolamenti parlamentari, creando intorno al Comitato e ai suoi lavori una sorta di sospensione del diritto costituzionale e parlamentare. L'intento sembra essere chiaro: non disturbare il manovratore.
  I componenti dell'Ufficio di presidenza sono sei (due presidenti, due vicepresidenti e due segretari). I due presidenti sono già espressione della maggioranza in quanto presidenti delle Commissioni affari costituzionali. È imprescindibile, quindi, che le restanti quattro cariche siano assegnate assicurando un'adeguata rappresentanza dei gruppi di opposizione. Tuttavia, il sistema di votazione a maggioranza semplice non fornisce alcuna garanzia in tal senso. Anzi, a questo Comitato sono dati poteri derogatori molto spinti. Esso può decidere di darsi, a maggioranza assoluta, nuove regole procedurali. In sostanza, tutte le regole delle quali ritiene di aver bisogno.
  Le deroghe, Presidente, potrebbero essere infinite. In particolare potrebbero toccare prerogative dei gruppi a tutto vantaggio naturalmente ed esclusivamente della maggioranza. Questo emendamento è dunque fondamentale per tutelare un'adeguata e legittima rappresentanza dei gruppi di opposizione e dell'Ufficio di presidenza.
  Concludo l'intervento dicendo che gradirei, quanto meno, che chi vota contro degli emendamenti, pur non essendo obbligato, abbia quanto meno la volontà di motivare il proprio voto, perché cercare di far passare un disegno di legge costituzionale di questo tipo e non dare nessuna motivazione, o quelle poche che sono state date in quest'Aula, denota quanto deboli siano le motivazioni da portare avanti da parte di questa maggioranza. Quando la collega Giulia Grillo dice: «è una buffonata, allora diciamocelo in faccia», io devo dire che non sono d'accordo con la mia collega Giulia Grillo perché, secondo me, per dirsi in faccia qualcosa servono almeno tre caratteristiche fondamentali: il coraggio di dire la propria opinione, la dignità, e soprattutto la volontà di non prendere in giro con le parole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, vorrei solo rilevare che, in effetti, le minoranze sono destinate ad essere escluse in quanto la larga maggioranza che è presente in quest'Aula, e che sarà presente anche nel Comitato, è in condizione di eleggersi i rappresentanti di maggioranza nell'Ufficio di presidenza e di minoranza, come può avvenire e normalmente accade, per esempio, in tutti i Pag. 58consigli comunali laddove la larga maggioranza che governa, in virtù sempre del premio di maggioranza, del «porcellum», chiamiamolo così, a livello locale, consente appunto alle maggioranze di nominarsi il rappresentante della maggioranza e quello della minoranza. Il voto limitato è stato inventato come strumento per garantire le minoranze quando c'era il sistema elettorale proporzionale. Allora, siccome era impensabile, normalmente, che una lista potesse prendere la maggioranza assoluta dei voti era, di conseguenza, quasi impossibile che un partito raggiungesse la maggioranza assoluta dei membri del consiglio comunale, provinciale e così via. Da quando si è sovvertito questo principio, lo si è sostituito con il principio maggioritario, è evidente che questa norma è, come dire, un inganno ormai perché non garantisce affatto le minoranze. Quindi, scriverlo esplicitamente è un fatto positivo. Per cui lo abbiamo, d'altra parte, già detto noi all'emendamento precedente; il nostro emendamento diceva la stessa cosa: «Al comma 4 aggiungere, in fine, il seguente periodo: In ogni caso un vicepresidente ed un segretario devono essere eletti tra i componenti dei gruppi di minoranza», perché la matematica, anche qui, ci porta certamente alla previsione che i gruppi di minoranza saranno esclusi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Signor Presidente, reputo questo emendamento particolarmente importante perché pone l'accento sulla garanzia della presenza dei gruppi di opposizione all'interno dell'Ufficio di presidenza. Sottolineo questo perché, guardando le facce dei colleghi, le posizioni, le posture, vedo che la maggior parte di loro è completamente disinteressata a quanto stiamo dicendo, continua a essere disinteressata mentre lo dico e sono sicura al 100 per cento che la maggioranza di loro non sa completamente cosa stiamo votando, però (Commenti)... però...

  PRESIDENTE. Non credo che questa sia una considerazione da poter condividere.

  GIULIA GRILLO. Sì, ma è personale.

  PRESIDENTE. Mi auguro, e credo che in quest'Aula sappiamo cosa stiamo votando.

  GIULIA GRILLO. Va bene, mi scusi, vorrei continuare. Allora visto che comunque questo emendamento non verrà votato positivamente, perché evidentemente dall'alto, dal basso, di lato, non so, qualcuno ha deciso così, vorrei sottolineare che se avessimo usato l'articolo 138 o il 72, questo problema non ci sarebbe neanche stato. Infine, volevo dire al collega Fiano, tramite lei, Presidente, che la preoccupazione del collega Fraccaro, non solo la condivido, non solo la esterno a tutte le persone che conosco, ma il fatto che il collega dica che non si discute nel merito, sinceramente mi spaventa ancora di più del metodo che stiamo scegliendo per portare avanti questo merito di riforma costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 1.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giachetti, Chaouki, Calabrò...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  438   
   Votanti  437   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  123    
    Hanno votato no  314.     

Pag. 59

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 1.20.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, anche questo emendamento riguarda un passaggio fondamentale di questo disegno di legge; questo emendamento chiede l'abrogazione dei commi 6 e 7 dell'articolo 1, che sono quei commi che dicono, il 6, che nessun membro del Comitato, deputato o senatore, può essere sostituito né in via definitiva né a livello temporaneo e, al comma 7, si prevede che nelle sedute delle rispettive Assemblee, i componenti del Comitato assenti, in quanto impegnati, non sono computati ai fini del numero legale.
  Allora andiamo ad affrontare la questione punto per punto. Innanzitutto la parte relativa alla non sostituzione né temporanea né permanente è una grave violazione del principio di rappresentanza dei gruppi e di mantenimento della proporzione dei gruppi in Parlamento e va ad incidere certamente sulle minoranze e sulle opposizioni. Non si può pensare che un membro di un Comitato non possa essere sostituito, ciò avviene nelle Commissioni d'inchiesta ma lì la ratio è differente, quelle hanno un'impostazione di natura collegiale non quella di una Commissione. Non si può non ipotizzare la classica transumanza dei parlamentari, cioè la migrazione dei parlamentari da un gruppo all'altro. Se ipotizziamo un gruppo parlamentare piccolo che ha solo un membro all'interno del Comitato e che in questi 18 mesi decide di passare ad altro gruppo, come può essere quel gruppo parlamentare piccolo rappresentato all'interno di quel Comitato ? Non può essere rappresentato. Così come, ad esempio, le dimissioni di un parlamentare farebbero venire meno il criterio di rappresentanza e di proporzione.
  Questi due commi sono stati inseriti al Senato, non fanno addirittura parte dell'iniziale testo del disegno di legge governativo ed è una violazione gravissima e questa Aula deve prenderne atto, deve tornare sui propri passi e nonostante le pessime caratteristiche di questa legge, almeno questa parte deve essere tolta perché rappresentanza e proporzione sono la base della democrazia di tutti i lavori parlamentari.
  Il secondo punto è invece quello del numero legale, anche qui seppur con norma costituzionale si va ancora una volta, come accade molte altre volte in questo disegno di legge, a derogare a norme regolamentari che durano da anni e che anche esse rappresentano la democrazia e gli effettivi lavori di questo Parlamento. È molto importante questo emendamento e chiedo agli altri gruppi parlamentari che vorranno mantenere il testo, di esprimere la loro opinione e di cercare di contraddire le mie parole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Condivido quanto è stato precedentemente esposto, è evidente che questo articolo è una ulteriore manifestazione della soppressione, diciamo così, della autonomia o della riduzione della autonomia dei gruppi e dei singoli parlamentari. Siamo stati in grado di fare, noi e gli altri... i parlamentari hanno messo su praticamente oltre 100 emendamenti.
  Quello che risalta è che non si tratta di emendamenti, come dire, ostruzionistici, ma che hanno ognuno una loro solida giustificazione, da parte di alcuni non accettabile, ma è evidente che non si tratta di emendamenti, come dire, inventati nel loro fondamento. Questo la dice lunga sul tipo di testo che stiamo esaminando. Ora, quale è la ratio di questo comma 6, se non quella appunto di soggiogare ulteriormente il Parlamento, in questo caso sub specie dei gruppi parlamentari ? Questa è la risposta che noi vorremmo avere.
  Per quanto riguarda, poi, il comma 7, «Nelle sedute delle rispettive Assemblee, i Pag. 60componenti del Comitato assenti, in quanto impegnati nei lavori del Comitato medesimo, non sono computati ai fini del numero legale», anche qui, come al solito, nell'ansia di strafare, di occupare tutti gli spazi possibili e di mantenere il guinzaglio – ho detto nel precedente intervento – sul Parlamento e sui singoli parlamentari, si introduce una norma che in fin dei conti è più di regolamento del Parlamento che non una norma che può essere assunta in un testo di legge. Ma, al di là della criticità tecnica, rimane sempre il problema principale, cioè che si cerca di ridurre tutti gli spazi di iniziativa e di autonomia dei singoli parlamentari, singoli o dei loro gruppi. Quindi noi voteremo per la soppressione di questi due commi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, signori colleghi, a ulteriore rafforzamento di quanto detto dai colleghi Toninelli e Sannicandro, vorrei dire che questo comma 6 è del tutto illogico, non presenta alcun elemento, alcun contenuto di razionalità, e tra l'altro cozza in modo violento con il Regolamento che disciplina i lavori della nostra Aula, che al comma 4 dell'articolo 19 recita «Un deputato che non possa intervenire ad una seduta della propria Commissione può essere sostituito, per l'intero corso della seduta, da un collega del suo stesso gruppo, appartenente ad altra Commissione (...)». Al comma 5: «Il Presidente dà notizia alla Commissione delle sostituzioni avvenute a norma dei precedenti commi». Ciò detto, io sfido chiunque a spiegarmi qual è il contenuto razionale e logico di questo comma.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, intervengo proprio per sollecitare un intervento chiarificatore della maggioranza per spiegare questo comma, perché credo che questo emendamento sia uno dei più balordi, per entrare nel merito della modifica del metodo. Quindi, prima che venga posto ai voti, vorrei veramente sollecitare qualche esponente, che magari ha ancora l'attenzione nei confronti del dibattito che c’è in questo momento in Aula, a spiegarci perché un componente non può essere sostituito.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 1.20, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Caso, Paris, Di Lello, Turco, Paola Bragantini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  422   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  115    
    Hanno votato no  307.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gianni Farina ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario)

  Prima di passare al prossimo emendamento, poiché mi è capitato già due volte di essere accecato da flash, ricordo che qui vige una prassi per la quale le fotografie e le riprese televisive non sono possibili all'interno dell'Aula. Questo non toglie che gli organi competenti della Camera possano rivedere questa regola, però intanto invito a non reiterare questi comportamenti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 1.53, con il parere contrario Pag. 61della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Paola Bragantini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  423   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  113    
    Hanno votato no  310.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Migliore 1.73.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, sono emendamenti che, in verità, noi abbiamo presentato non perché riteniamo che tecnicamente siano ineccepibili – perché ritengo che questa materia dovrebbe essere materia del Regolamento – d'altra parte, è scritto in un articolo che il Comitato applicherà il Regolamento della Camera dei deputati e, addirittura, il Comitato potrà ampliare il Regolamento stesso, quindi, questa è materia che dovrebbe essere disciplinata dal Regolamento stesso, per quello che è o per quello che potrebbe essere.
  La verità è che siccome voi avete introdotto, a livello di legge, una regola di gestione dei lavori del Comitato, delle Commissioni e dell'Aula, ecco perché noi li abbiamo riproposti. Ora l'assurdità del fatto che nessuno può essere sostituito credo che abbia bisogno di pochi commenti: immaginate un infortunio, una malattia, la morte addirittura (Commenti). Non scherzate perché tocchiamo ferro, ma può accadere. Potrebbe accadere...

  PRESIDENTE. Prego, vada avanti. Colleghi, facciamo esprimere il deputato.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Stavo dicendo, che potrebbe accadere indubitabilmente. Quindi, questa norma non dà scampo, la norma, così come l'abbiamo votata, non concede via d'uscita.
  Ovviamente, poi, c’è il problema delle Commissioni. Con questo articolo, noi cerchiamo, anche in questo caso, di dare una risposta a quella che è la presenza del gruppo a cui appartiene il deputato in quella Commissione. Diciamo che sostanzialmente vorremmo che la sostituzione, sub specie Commissione legislativa permanente, fosse permanente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 1.73, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sannicandro, Duranti, Rampi, Toninelli, Paris...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  416   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato  109    
    Hanno votato no  307.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Culotta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario)

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 1.21.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, trattandosi di nomina presidenziale, per la quale non è prevista la sostituzione, con questo emendamento, si introduce nel testo la previsione che il Pag. 62senatore o il deputato che cambia gruppo venga sostituito su designazione del gruppo di cui ha cessato di far parte. I componenti del Comitato non sono dipinti come componenti o addetti ai lavori del Comitato. Secondo il comma 6, che vi chiediamo di modificare, essi non possono essere sostituiti dai colleghi, neanche per una sola seduta. Questa disposizione non è solo irragionevole, ma è in contrasto con i principi del Regolamento della Camera e penalizza i gruppi piccoli. Gli ultimi commi dell'articolo 1 delineano un sistema del tutto irragionevole, una sorta di blindatura dell'appartenenza al Comitato che non ha precedenti e che si pone in contrasto con tutte le garanzie offerte dai Regolamenti per tutti i gruppi e in favore della migliore organizzazione dei lavori.
  Il testo del disegno di legge non regola neppure la cessazione dell'appartenenza del componente del Comitato alle rispettive Commissioni del Senato e della Camera.
  Inoltre, gli interventi che mi hanno preceduto hanno giustificato questa modifica dell'articolo 138 per la rigidità della Costituzione e noi andiamo a inserire due commi che rendono invece rigido il Comitato. Mi sembra un'assurdità, quindi invito la maggioranza a votare a favore di questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, si tratta di un punto importante di questo disegno di legge costituzionale, perché testimonia come ci sia una scelta che esautora il Parlamento violando il Regolamento della Camera che poi successivamente, nel comma 4 dell'articolo 2, viene assunto come regolatore dei lavori di questo Comitato.
  Siccome questo è un disegno di legge presentato dal Governo e porta la firma del Presidente Letta e dei Ministri Quagliarello e Franceschini, io chiedo sommessamente al Ministro Franceschini di dirci qual è la ratio di questo comma e di sapere per quale motivo non è possibile sostituire per i motivi più disparati, quelli di cui hanno parlato Sannicandro e il collega che mi ha preceduto, un componente del Comitato. Vorremmo capire, avere la spiegazione razionale di questa norma. Per quale motivo l'avete messa ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, noi in varie legislature abbiamo sempre cercato di limitare la possibilità, che peraltro è riconosciuta dalla Costituzione, al singolo parlamentare di fare un po’ di turismo, chiamiamolo così, cioè di passare, a volte per motivi neanche tanto nobili, da un gruppo all'altro.
  Pertanto, questo emendamento in realtà prevede soltanto la possibilità, nel caso in cui un parlamentare liberamente – e nessuno glielo può impedire vigendo l'attuale Costituzione – decida di cambiare gruppo e di modificare il suo rapporto con il partito che lo ha eletto, in quel caso il gruppo a cui apparteneva può indicare un altro componente. Mi sembra ragionevole, perché contempera sia il diritto del singolo parlamentare di potersi atteggiare come meglio ritiene, ma anche il diritto del gruppo di avere in questo speciale Comitato un solo rappresentante. Lo dico io che sarò, se passerà questo provvedimento, l'unico rappresentante del mio gruppo. Non lo farò, ma se io decidessi di farlo sarebbe addirittura la scomparsa della presenza di un gruppo all'interno di quel Comitato
  Pertanto, questo emendamento devo dire che mi sembra ragionevole e credo che il Governo possa, se non altro, lasciare libertà di voto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, noto che nonostante le pressioni di deputati del MoVimento 5 Stelle e di SEL, Pag. 63cui ora si è aggiunto anche il collega La Russa del gruppo di Fratelli d'Italia, il Governo ha scelto la facoltà di non rispondere. Normalmente sono degli indagati o degli imputati che non rispondono dinanzi ai PM. In questo caso quale vostro avvocato vi ha detto di non rispondere alle nostre sollecitazioni e di cosa avete paura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Signor Presidente, io penso che quando si fa un emendamento magari si fanno degli errori, si possono scrivere delle inesattezze, ci possono essere delle motivazioni che non abbiamo valutato nello scrivere l'emendamento e, quindi, si fa una proposta sbagliata. Ma è non solo buona educazione, ma anche un po’, diciamo, di intelligenza coinvolgere l'Aula nelle motivazioni che portano a votare contro o a dare un parere negativo. Ricordo che si tratta di un emendamento che chiede semplicemente la possibilità di sostituire uno dei componenti di questo Comitato.
  Gentilmente, Presidente, il Governo ci può rispondere e dare la sua motivazione ? Magari cambiamo anche noi l'opinione sul parere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sorial. Ne ha facoltà.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Signor Presidente, io non vorrei che le parole dei miei colleghi, appena dette, cadano così nel vuoto. Vedo la presenza del Ministro Franceschini. Molte volte noi qui in Aula non abbiamo visto i Ministri, che erano sostituiti dai sottosegretari e dai Viceministri. Quindi, anche loro penso che capiscano bene la necessità, nel caso in cui all'interno di un gruppo si abbia l'esigenza di sostituire in maniera definitiva un componente del Comitato, di dare questa possibilità al gruppo. È una questione di rispetto ed è una questione di maggiore rispetto rispondere. Infatti, se si volesse dimostrare che questo Parlamento ha un ruolo, una funzione, allora perlomeno una risposta è il minimo che si possa dare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, nonostante mi trovi in un gruppo differente rispetto a quello in cui sono stato eletto – e quindi in una condizione in cui non dovrei assolutamente difendere la bontà di questo emendamento – mi trovo invece a difendere questo emendamento e a votarlo positivamente, proprio perché credo che debba essere rispettata la rappresentanza in questo eventuale Comitato. Ciò che mi dispiace veramente è non trovare una risposta alla comprensione della ratio per cui viene negato questo emendamento dalla maggioranza.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Tofalo. Ne ha facoltà.

  ANGELO TOFALO. Signor Presidente, chiedo al Ministro Franceschini di prende la parola, di rispondere e di illuminare un po’ l'Aula. Oppure magari di portare qui i 35 saggi che da settimane si riuniscono in gran segreto. Dato che il dibattito è molto interessante, queste persone ci possono dire qualcosa in più. Quindi, invito, ripeto, il Ministro Franceschini, che non mi segue nemmeno, a rispondere, se sa rispondere e se ha studiato la cosa, o se viene imboccato da questi 35 saggi non eletti dal popolo, ma presi dal Governo e da questa maggioranza PD e PdL (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Tengo solo a precisare che il Governo non è tenuto a rispondere.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro per i rapporti con il Parlamento ed il coordinamento dell'attività di Governo. Chiedo di parlare.

Pag. 64

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro per i rapporti con il Parlamento ed il coordinamento dell'attività di Governo. Signor Presidente, questi due commi sono stati aggiunti al Senato e, quindi, sono frutto del lavoro parlamentare e non del testo iniziale del Governo. Quindi non è reticenza, ma è frutto del lavoro del Senato. Aggiungo evidentemente che il Senato ha ritenuto che è una materia che è necessario affrontare organicamente, nella quale in qualche modo i componenti sono anche chiamati ad un lavoro che non può essere esclusivamente condizionato alla possibilità dei gruppi parlamentari di revocarli durante il lavoro, nel caso in cui sostengano posizioni che non corrispondono alla volontà dei rispettivi gruppi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, apprezziamo la risposta del Ministro, però, proprio perché questo comma è frutto degli emendamenti al Senato, ancora più importante probabilmente diventa il nostro emendamento, perché ci poniamo una riflessione o, meglio, la poniamo all'Assemblea. Visto che si parlava prima della possibilità di perdere qualche membro di questo Comitato, qual è l'età media del Senato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, solo per dire che prima, per errore, avevo dato un parere contrario a questo emendamento. In realtà è un parere favorevole.

  PRESIDENTE. Credo di averlo già inteso come parere favorevole, quindi va bene così. L'errore nell'errore.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 1.21, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carfagna, Del Basso de Caro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  422   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  122    
    Hanno votato no  300.    
  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Dadone 1.22.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dadone. Ne ha facoltà.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 17,15)

  FABIANA DADONE. Signor Presidente, questo emendamento interessa sempre il sesto comma dell'articolo 1, però in maniera più delicata, tra virgolette. Mentre il sesto comma sostiene che i componenti del Comitato non possono essere sostituiti, il nostro emendamento semplicemente prevede la sostituzione in caso di impossibilità. Non riesco veramente a vedere dove sia la logicità di un parere negativo, come si possa votare contrariamente ad un emendamento di questo genere, anche perché le sostituzioni sono possibili nelle Commissioni e non capisco perché se un deputato, che tra l'altro compone un Comitato di così tanta importanza, abbia un impedimento per una volta non possa essere sostituito nemmeno per una singola seduta. Lo trovo abbastanza assurdo. Non è un emendamento che va a tutelare un Pag. 65gruppo grosso come quello che rappresento in questo momento, ma piuttosto i gruppi molto piccoli, che possono avere anche un solo componente all'interno del Comitato dei quarantadue. La volta che avessero qualsivoglia tipo di imprevisto non potrebbero essere sostituiti e – devo essere onesta – lo trovo abbastanza assurdo. Infatti, se non ricordo male, aveva suscitato anche diversi dibattiti in Commissione e qualche collega – non ricordo se fosse questo emendamento o quello del collega Toninelli o di Cozzolino, ma poco cambia perché riguarda di fatto la sostituzione di un membro – aveva affermato che nel merito sosteneva eccome l'emendamento, però non lo poteva votare perché altrimenti il testo sarebbe stato modificato e poi bisognava ritornare al Senato con un testo modificato e proprio per prassi parlamentare questa cosa non si può fare. Io la ritengo abbastanza assurda e spero che comunque in questo momento l'Assemblea cambi idea e voti questo emendamento visto che mi sembra il minimo della base della logica sostituire l'unico rappresentante che viene a mancare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 1.22, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vitelli, Toninelli, Di Lello, Della Valle, Martinelli, Nicchi, Capozzolo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  405   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato   97    
    Hanno votato no  308.    
  La Camera respinge (Vedi votazioni).
  (La deputata Gnecchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'emendamento Migliore 1.55. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, indubbiamente ne abbiamo già parlato: è evidente che non riusciamo a convincerci dell'assurdità della norma che vuole impedire ai gruppi di essere presenti in ogni caso nel Comitato anche quando eventi non di natura politica, addirittura, dovessero privare il gruppo del rappresentante all'interno del Comitato.
  Voglio fare una sottolineatura, come dire, ingenua e fare anche una battuta, se mi è consentito. Questo Comitato entrerà in funzione dopo che avremo seguito tutto l'iter, ovviamente, e sostanzialmente avremo 18 mesi di tempo per varare il nuovo testo della Costituzione. Ora, che, come io ritengo, il testo possa ritornare al Senato per rimediare a degli evidenti errori che il testo contiene e che all'attenzione del Senato sono sfuggiti, se posso fare una battuta, allunga la vita, visto che il Governo ha legato il proprio destino all'approvazione della riforma.
  Ma al di là della battuta, rimane, ripeto, questa assurdità. Io ritengo che tutti questi elementi di ambiguità, di criticità, che noi lasciamo, benché consapevoli, all'interno di questo testo, non consentiranno una procedura agevole, un cammino snello, così come si ritiene di dover fare.
  Per cui, insistiamo ancora una volta per dirvi: poniamo rimedio agli eventuali errori commessi dal Senato e alle eventuali aporie, incongruenze che in questo testo vi sono, a tutti i contrasti con il Regolamento, con la Carta costituzionale, con le leggi italiane, con i principi generali del nostro ordinamento. Ne trarrà frutto anche il disegno di riformare la Costituzione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

Pag. 66

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, nelle due scorse legislature, anche da quanto si è evinto da numerose inchieste, sia giornalistiche sia penali, vi è stato il cosiddetto fenomeno della compravendita dei parlamentari. Un parlamentare, da quello che affermava l'ex parlamentare De Gregorio, valeva sui 3-5 milioni di euro. Questo per un parlamentare semplice. Un parlamentare che fa parte di un comitato ristretto e che non può essere sostituito, quindi, immagino che valga almeno il triplo, il quadruplo. Forse vi state già predisponendo alla cosiddetta compravendita dei parlamentari per cambiare a vostro modo la Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti) ?

  PRESIDENTE. Onorevole Colletti !
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 1.55, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sannicandro, Piepoli, Madia, Sbrollini, Abrignani, Iacono, Vacca, Miotto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  403   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato   94    
    Hanno votato no  309.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento D'Ambrosio 1.23. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, con questo emendamento chiediamo al Governo, e quindi all'Assemblea, di inserire all'interno del Comitato quella che è una procedura che, alla fine, è uno, probabilmente, dei pilastri fondanti del MoVimento.
  Però, a guardare quelle che sono state le campagne elettorali dei partiti presenti all'interno di quest'Aula e, quindi, quelli che sono stati i contenuti, almeno apparenti, di questa campagna elettorale, anche per gli altri partiti questa questione è importante (parliamo, cioè, della partecipazione dei cittadini soprattutto tramite il web). Quindi noi chiediamo ancora una volta di inserire la partecipazione dei cittadini, addirittura anche dai sedici anni in su, all'interno del web, decidendo assieme a tutta l'Aula, poi, quelli che sono i criteri della partecipazione stessa, con alcune condizioni: innanzitutto tutti i lavori che vengono fatti attraverso il portale web, web eventuale, sia per Camera e Senato, devono comunque essere antecedenti rispetto a tutti i lavori del comitato stesso. Ma si era chiesta una cosa particolarmente importante. Qui non so, Presidente, se posso nominare il nostro Capo dello Stato, qui in quest'Aula, magari rischiando di essere ancora una volta bloccato nell'intervento, ma avevamo chiesto appunto che il Presidente della Repubblica in qualche modo si facesse garante, visto anche l'argomento importante delle riforme costituzionali, nei confronti dei cittadini italiani, e quindi della Costituzione, proprio per indire ogni volta un referendum in qualche modo di indirizzo nei confronti dei cittadini – e la metodologia la si può decidere assieme – secondo il quale poi sviluppare il lavoro del comitato stesso. Questo probabilmente potrebbe colmare tranquillamente il gap di rappresentanza che il comitato crea rispetto all'Assemblea. Sono sicuro, quindi, che un emendamento del genere, di buon senso, non possa essere non approvato da una maggioranza che realmente sia aperta agli interessi dei cittadini. Sentivo oggi in un'intervista un rappresentante della maggioranza dire che tutti i cittadini vogliono le riforme che questa maggioranza vuole realizzare. Quindi, alla fine, credo che non sia proprio Pag. 67un problema presentare attraverso un referendum di indirizzo quelle che possono essere le alternative, e quindi poi seguire il volere dei cittadini. Concludo con una notizia, un arricchimento per i colleghi: il ministro Franceschini prima ci diceva che quell'emendamento è stato fatto al Senato – mi riferisco all'emendamento che prevede di mantenere in qualche modo blindati i membri del comitato e quindi renderli non sostituibili –, proprio per evitare problemi di eventuali conflitti o possibili conflitti di interesse, in qualche modo. Io voglio ricordare che l'Assemblea dei Padri costituenti prevedeva, a suo tempo, la possibilità di sostituire i membri costituenti stessi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, io volevo riportare all'Assemblea un dato. Leggo un verbale: «il Presidente pone ai voti la proposta di ridurre la durata della carica di Presidente della Repubblica a cinque anni. Non è approvato. Pone ai voti la durata della carica in sei anni. Non è approvato. Pone in votazione la formula “il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni”. Approvato. Mette ai voti il seguente emendamento aggiuntivo “e non è rieleggibile”. Approvato.». Questo è il verbale della Commissione che si è occupata di redigere parte della nostra Costituzione. Qualcuno penserà: cosa c'entra questo con l'emendamento in corso d'esame ? Bene, io voglio ricordare che il Presidente della Repubblica in questa legislatura è stato eletto in qualche modo da una plutocrazia, da una oligarchia, mentre i cittadini avevano dato, con la partecipazione online, la dimostrazione di voler prendere parte alle decisioni.

  PRESIDENTE. La ringrazio, ha finito il suo tempo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Ambrosio 1.23, con l'invito al ritiro, altrimenti il parere contrario, della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  La votazione è aperta. Chiedo scusa, qual è il problema ?

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, il mio parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Chiedo scusa. Revoco la votazione e rettifico il parere. I pareri sono stati scritti e quindi poi bisognerebbe verificare.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Ambrosio 1.23, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Pilozzi e con il parere favorevole dell'altro relatore di minoranza Fraccaro.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris, Sannicandro, Ragosta, Giorgis, Di Lello, Bini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  396   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato   66    
    Hanno votato no  330.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Gullo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 1.54, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sannicandro, Preziosi, D'Attorre.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 68
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  407   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato   94    
    Hanno votato no  313.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, onorevoli componenti del Governo, onorevoli colleghi, noi onestamente, come Lega Nord, oggi non siamo intervenuti molto spesso su questo provvedimento, non perché non ci interessi questo provvedimento, anzi. Noi riteniamo che questo sia un provvedimento importante, che forse, forse, riuscirà a far partire un percorso di riforme di cui questo Stato necessita ormai da troppi anni. C’è stata una bella discussione in Commissione, sono stati accolti vari emendamenti – in Commissione al Senato – anche della Lega, si è tentato tutti insieme di fare un percorso più trasparente, ma nello stesso tempo anche più veloce, più fattibile, meno farraginoso di quello che prevede l'articolo 138 della Costituzione, perché noi riteniamo che lo Stato abbia bisogno di riforme.
  Ma è da troppi anni che si dice che bisogna cambiare la forma dello Stato, che bisogna finire con il bicameralismo perfetto, fare il Senato delle regioni, ridurre il numero dei parlamentari, dare veramente più competenze alle regioni, competenze legislative, competenze al territorio, dunque parlare di federalismo. Ma si è perso tanto tempo, si è perso troppo tempo, e dunque noi riteniamo che questo procedimento magari poteva essere migliorato – perché tutto può essere migliorato – però se non si comincia e si continua a cambiare, non si fanno le riforme, non si fa veramente quello che necessita a questo Stato, quello che chiedono i nostri cittadini, quello che chiedono i nostri imprenditori. Noi siamo indietro perché abbiamo uno Stato borbonico, centralista, dove la burocrazia e i boiardi di Stato contano ancora troppo.
  Dunque, noi siamo favorevoli a questo articolo 1 perché speriamo che con questa procedura più snella finalmente si cominci veramente a parlare di riforme e forse finalmente si riesca a portare a casa qualche riforma importante per questo Stato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giorgis... ma evidentemente si intende vi abbia rinunciato. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Signor Presidente, noi siamo contrari a questo articolo 1, del quale abbiamo chiesto la soppressione. Abbiamo infatti inoltre chiesto delle modifiche, abbiamo presentato vari emendamenti, e non ne è stato accolto neanche uno. Quindi, proprio per questo motivo intendiamo votare in maniera negativa a questo articolo, perché siamo anche contrari, come abbiamo più volte ribadito, all'istituzione del Comitato e vorremmo che si seguisse l'articolo 138 per modificare la Costituzione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente ed egregi colleghi, voteremo contro l'articolo 1 riassumendo velocemente quello che già abbiamo detto. Noi usciamo rafforzati nella nostra convinzione di votare contro l'articolo 1 dopo aver ascoltato il dibattito che si è svolto in quest'Aula. Abbiamo preso atto amaramente che una modifica, tra l'altro così ampia e profonda, della Costituzione, è ritenuta un affare normale, quasi che si trattasse di legge ordinaria. Abbiamo registrato che, ritenendola tale, si intende Pag. 69procedere, come è stato chiaramente espresso, con i tempi e le modalità di una procedura normale. Abbiamo constatato che questa sorta di indifferenza rispetto allo spessore della questione in ballo, già ci fa pensare a quello che sarà il domani, quando avremo in quest'aula la discussione di merito sui singoli progetti di revisione costituzionale. Nonostante gli sforzi che da parte del Governo e della maggioranza vengono compiuti per occultare le loro rispettive posizioni e per occultare la vera natura della Costituzione, così come oggi la concepiscono, è evidente che quanto è stato detto delinea un quadro di riforma costituzionale inaccettabile.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 17,35)

  ARCANGELO SANNICANDRO. Non si tratta innanzitutto di una revisione della Costituzione: si tratta di riscrivere ben 69 articoli, sostanzialmente l'intera seconda parte della Costituzione, e di riscriverla anche incidendo su tutte le leggi costituzionali e io dico su tutti gli articoli, perché se leggiamo il testo relativamente alla competenza che viene attribuita a questo Comitato, vedete che si richiamano anche articoli vari, che potrebbero avere attinenza alla riforma e quindi dico anche articoli relativi alla prima parte della Costituzione italiana, ammesso e non concesso che si possa mantenere in piedi una artificiosa e falsa distinzione fra prima e seconda parte della Costituzione. È evidente che i valori fondamentali della nostra Costituzione e i programmi io dico anche fondamentali di riforma sociale e di progresso sociale che sono contenuti e prospettati all'interno della prima parte della Costituzione, è evidente che se non hanno uno Stato che sia concepito nella sua strutturazione come idoneo per realizzare quegli ideali e quei progetti, è evidente, dicevo, che la prima parte della Costituzione è destinata ulteriormente ad affievolirsi nella sua valenza.
  D'altronde ho già ripetutamente sostenuto che noi oggi siamo ad un momento di svolta decisivo, perché per vent'anni si è scavato abbondantemente sotto le fondamenta della Costituzione. Io avevo preso un attimo di sollievo quando, nel 2006, quel referendum aveva messo a tacere qualunque ambizione e qualunque progetto di grande riforma. Però questo passaggio è tranquillamente pretermesso, tranquillamente messo da parte. Ci si ricorda del referendum del 1993, se non ricordo male, relativo al finanziamento pubblico dei partiti, che è una roba di vent'anni fa e forse più, e ci si dimentica invece del referendum del 2006, con il quale il popolo italiano ha detto «no» ad una riforma invasiva della seconda parte della Costituzione, o comunque della Costituzione.
  Noi non siamo contrari, com’è stato detto, ad una revisione, ma la legge costituzionale ci consente solo la revisione, non ci consente la manomissione né la creazione di una nuova Costituzione. Ho detto all'inizio stamattina e lo ripeto stasera: la Costituzione è affidata alla lealtà della classe politica. L'articolo 54 della Costituzione dice che la classe politica dovrebbe essere leale nell'applicarla e nell'osservarla. E ho ricordato come qualcuno, vedendo forse con lungimiranza, sia pure velleitariamente, all'interno dell'Assemblea Costituente voleva introdurre un secondo comma, che ho letto stamattina, con cui si dava il diritto e, anzi, si sanciva il diritto-dovere del popolo a sollevarsi di fronte ad abusi e ad attentati alla Costituzione italiana. Ovviamente, l'articolo non passò – e chiudo velocemente – semplicemente perché quando si arriva a questo punto c’è una rottura della Costituzione e se questa rottura fosse violenta, è evidente che non c’è Costituzione che tenga che assicuri l'impunità ai sovversivi oppure che assicuri la galera a coloro i quali hanno osato difendere la Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

Pag. 70

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, sarò molto breve. Fratelli d'Italia, pur avendo votato per alcuni emendamenti in difformità del parere della maggioranza e del Governo, voterà comunque a favore dell'articolo per le ragioni che ho esposto nel primo dei miei interventi e, cioè, perché riteniamo che la cosa più importante sia provare a farle queste riforme. E a volte notiamo in alcuni interventi il desiderio esattamente opposto, quello, cioè, di mettere qualsiasi freno, qualsiasi bastone nelle ruote di un possibile procedimento che renda più moderna e più adeguata la nostra Costituzione. Per cui voteremo a favore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lattuca. Ne ha facoltà.

  ENZO LATTUCA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, non è con la stessa autorevolezza che avrebbe avuto il collega Giorgis che tento di argomentare quali sono le motivazioni per cui il gruppo del Partito Democratico voterà favorevolmente all'articolo 1 di questo disegno di legge costituzionale recante istituzione del Comitato parlamentare. Avendo seguito con attenzione il dibattito sugli emendamenti, cosa che hanno fatto anche i colleghi di questo gruppo, ho percepito dagli interventi dei gruppi di minoranza che si sostiene che l'articolo 138, che è stato evocato come quella garanzia che tutti riconosciamo alla Costituzione, viene messo a repentaglio da questo disegno di legge costituzionale. Io sono invece convinto che il procedimento di revisione costituzionale descritto da questo disegno di legge costituzionale sia nel solco del 138 perché, nel solco del 138, i tre pilastri di questo articolo di garanzia sulla revisione costituzionale vengono mantenuti e il terzo di questi pilastri viene rafforzato. Li cito. Primo pilastro del 138: l'approvazione dei disegni di legge costituzionale e dei disegni di legge di revisione costituzionale con due successive deliberazioni delle Camere. Viene confermato. L'approvazione a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera e a maggioranza dei due terzi; la garanzia per le minoranze dell'approvazione con le maggioranze qualificate. Viene confermato. La possibilità di sottoporre a referendum popolare ciò che risulta dal procedimento di revisione costituzionale nelle due Camere. Non solo viene confermato, ma viene estesa la possibilità da parte dei cittadini, da parte dei consigli regionali, da parte di un quinto dei membri della Camera di richiedere questo tipo di referendum, questo tipo di prova, di consenso dal Parlamento al popolo.
  Se davvero vogliamo parlare di deroga, l'unica deroga è all'articolo 72, comma 4. E io non credo che si possa fare di questa deroga una questione pregiudiziale dal punto di vista costituzionale, della legittimità costituzionale di questo percorso.
  Qui, decidiamo di istituire un Comitato parlamentare con quei criteri di composizione che abbiamo, più volte, sottolineato, tendenti a sminuire quello che è stato il ruolo del premio di maggioranza sproporzionato, soprattutto per il PD, ci tengo a dirlo, che la legge elettorale vigente ha consentito; quindi, un Comitato parlamentare che includerà le minoranze, che garantirà la rappresentanza delle minoranze, ancor più di quanto siano rappresentate in quest'Aula e nelle Commissioni. Quindi, se davvero c’è una deroga è all'articolo 72, comma 4, e non al 138. Se vogliamo parlare di deroga al 138 ne possiamo parlare perché tra gli emendamenti che abbiamo discusso in quest'Aula c'erano proposte di deroga all'articolo 138 ed è abbastanza singolare che chi ci accusa di violare l'articolo 138, di modificarlo, di emendarlo, ci proponga, attraverso degli emendamenti, un aggravio della procedura, attraverso un coinvolgimento diretto di una parte dei cittadini via web, del percorso del 138; quella sì che sarebbe una deroga all'articolo 138 che snatura quello che è il percorso costituzionale. Non perché noi abbiamo paura del confronto con i cittadini, ma perché crediamo che il confronto con i cittadini debba essere quello descritto dall'articolo Pag. 71138 e non qualcosa di plebiscitario che può essere fatto attraverso brevi consultazioni on-line di notte o di giorno.
  Davvero, se c’è qualcuno, qui, che si vuole opporre allo stravolgimento della Costituzione, io credo che lo siamo tutti e davvero, potete stare certi, colleghi, anche i colleghi di SEL ne possono stare certi, che noi saremo dalla stessa parte. Non mi voglio rivolgere direttamente a un collega, ma attraverso lei, Presidente, vorrei rassicurare tutti che ben ci ricordiamo il referendum del 25 e del 26 giugno del 2006 con cui venne non confermato il disegno di legge n. 2544 del 2005 e vorrei rassicurare che i parlamentari del PD, anche quelli più giovani, così come i militanti, gli iscritti, gli elettori, erano a fianco di Scàlfaro e di tutti gli altri Padri costituenti che difesero la Costituzione da quello che, a nostro avviso, era uno stravolgimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Chiudo, Presidente, con una nota: mi è parso di capire dal dibattito su un emendamento che c’è una diffidenza da parte dei gruppi di minoranza rispetto all'assenza di garanzie sulla presenza degli stessi gruppi di minoranza nella composizione dell'Ufficio di presidenza. Ebbene, Presidente, a me preme ricordare quello che è stato un precedente in questa legislatura: i giorni nei quali abbiamo istituito gli Uffici di Presidenza dell'Assemblea, delle Commissioni, delle Giunte e delle Commissioni bicamerali. Ecco, in quell'occasione il gruppo del Partito Democratico, i componenti di questo gruppo, il sottoscritto, hanno votato, per rispetto del principio della rappresentanza delle minoranze, anche i rappresentanti del MoVimento 5 Stelle negli Uffici di Presidenza. Io personalmente ho votato l'onorevole Di Maio alla vicepresidenza della Camera, l'onorevole D'Ambrosio alla presidenza della Giunta delle elezioni e l'onorevole Bernini nell'Ufficio di presidenza della Commissione difesa. Negli stessi giorni abbiamo imparato che, da parte degli esponenti del MoVimento 5 Stelle, non c'era la disponibilità a votare per alcun altro parlamentare che non facesse parte di quel gruppo, perché ritenuto indegno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Allora, io vi dico che se il problema è quello della garanzia della rappresentanza negli Uffici di presidenza potete stare certi che, al di là delle regole, da questa parte dell'emiciclo troverete gentildonne e gentiluomini che non faranno passi indietro rispetto a quello che è un principio che fa parte della nostra cultura politica, perché la nostra cultura politica, che viene da lontano, ha sempre avuto un'attenzione particolare, sia in Parlamento, sia fuori dal Parlamento, nella società, per i diritti della minoranza.

  PRESIDENTE. Deputato Lattuca, concluda.

  ENZO LATTUCA. Concludo, Presidente, e da questo punto di vista credo sia necessario esigere, da parte nostra, un po’ di rispetto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Colonnese, Palmieri, Calabria, Di Lello, Senaldi, Carbone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  390   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
 296    
    Hanno votato
no   94).    

  Colleghi, prima di passare all'esame dell'articolo 2, vorrei ricordare un collega deputato tragicamente scomparso.

Pag. 72

In ricordo dell'onorevole Pierluigi Copercini.

  PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lei, l'intera Assemblea ed i membri del Governo). Colleghi, comunico all'Assemblea che lo scorso 3 settembre è venuto a mancare, a seguito di un tragico incidente in mare, l'onorevole Pierluigi Copercini, già membro della Camera dei deputati nella XIII legislatura e del Senato della Repubblica nella XII legislatura.
  Nato a Fontanellato, in provincia di Parma, il 12 gennaio 1945, laureato in ingegneria meccanica, imprenditore, eletto nelle liste della Lega Nord, nel corso della sua attività parlamentare è stato componente delle Commissioni giustizia, finanze e trasporti, nonché della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse. Al Senato è stato membro della Commissione bilancio e della Commissione parlamentare di inchiesta sulla cooperazione con i Paesi in via di sviluppo.
  Presentatore di proposte di legge, tra l'altro, in materia previdenziale e a tutela dei cittadini più deboli come, ad esempio, i portatori di handicap, ha sempre svolto una attività di parlamentare con equilibrio, tenacia e passione.
  Ho già fatto pervenire ai familiari l'espressione della più sentita partecipazione al loro dolore che desidero ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.
  Invito, quindi, questa Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio – Generali applausi, cui si associano i membri del Governo).

Si riprende la discussione (ore 17,55).

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 1359)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1359).
  Avverto che l'emendamento Zan 2.62 è stato ritirato dal presentatore.
  Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative il deputato Stefano Quaranta. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, con l'articolo 2, che recita «Competenze e lavori del Comitato», siamo nel cuore del disegno di legge costituzionale, cioè trattiamo dell'articolo che, a nostro giudizio, cela tutte le anomalie e i principi che contestiamo di questo disegno di legge costituzionale, a partire ovviamente dal fatto che queste riforme siano promosse da un'iniziativa di carattere governativo.
  Quindi, nell'illustrare gli emendamenti del nostro gruppo, inizierò con l'evidenziare quali sono i principi e i contenuti di questo articolo che non ci convincono e rispetto ai quali proveremo un'azione emendativa. Intanto il primo principio: noi non siamo d'accordo che questo tipo di riforma sia una priorità e vi sia un'urgenza di questo tipo di riforma costituzionale, che tra l'altro deroga all'articolo 138, per riforme di merito che non è ancora dato, peraltro, conoscere. Trovo che ci sia un'incoerenza lampante tra voler portare avanti un processo urgente di riforma e non essere ancora mai entrati nel merito delle questioni. Qualcuno forse lo sta facendo, forse in qualche altra stanza, ma nessun progetto è stato fino adesso presentato.
  Vorrei ricordare a tutti – secondo punto – che noi non abbiamo potere costituente ma di revisione costituzionale, ed invece lo spettro amplissimo delle riforme che si vogliono portare avanti con questo disegno di legge costituzionale anche qui, a nostro giudizio, è in gravissima incoerenza. Vorrei anche qui far notare tra l'altro che questo tipo di riforma la si propone senza alcun mandato degli elettori, rispetto ai quali non è stata fatta alcuna proposta in campagna elettorale, in presenza di un sistema iper-maggioritario che, come tutti noi sappiamo, ha eletto queste Camere, con una maggioranza anomala che ha commesso un'ulteriore anomalia Pag. 73nel fatto di inserire nel suo programma di Governo le riforme costituzionali.
  Altro punto, ovviamente noi queste cose le diciamo sapendo che – anche qui per contrastare cose che sono state dette in quest'Aula – di alcune riforme ci sarebbe bisogno, e noi abbiamo sempre detto che saremmo stati disponibili in caso di un percorso che avesse seguito le vie ordinarie, ad esempio per rafforzare il parlamentarismo, per correggere il bicameralismo perfetto, sul numero dei parlamentari, per la giusta applicazione dell'articolo 49, ma noi pretendiamo tempi e regole ordinarie, noi riteniamo che l'articolo 138 non sia modificabile, cioè che sia modificabile ma non derogabile, ed è su questo che vorrei porre l'attenzione visto che dell'articolo 138 tanto si è parlato. Io trovo anche qui paradossale che, proprio quando si pone all'attenzione del Parlamento un vastissimo spettro di titoli da riformare, si deroghi all'articolo 138, poi magari quando ci sarà qualche piccolo ritocco da fare allora utilizzeremo il percorso ordinario. Io credo, cari amici deputati, che bisognerebbe avere il coraggio, se lo si ritiene, di modificare l'articolo 138, avere il coraggio di farlo e non pretendere di derogarlo per poi però utilizzare questo strumento per modificare una parte così ampia della Carta costituzionale.
  Dicevo appunto dell'amplissimo spettro di materie, cui si è pensato di aggiungere anche la materia elettorale, altra cosa che, come abbiamo già spiegato altre volte, non c'entra assolutamente nulla con questi temi, che è grave che sia stato inserito in questo quadro, anche perché – anche qui nella discussione generale era venuto fuori con grande chiarezza – la legge elettorale non c'entra nulla con le riforme delle istituzioni, tanto che è noto che Governi forti come il cancellierato si accompagnano a sistemi proporzionali, o la Prima Repubblica italiana che invece era considerata un Governo debole aveva sistemi proporzionali, così come il maggioritario si sposa con il presidenzialismo alla francese ma anche con il parlamentarismo della Gran Bretagna, quindi a dimostrazione che forma di Governo e legge elettorale non c'entrano nulla fra loro.
  Quindi, anche da questo punto di vista, il ruolo privilegiato che il Governo ha, ad esempio sulla questione della possibilità di emendare il testo, ed i tempi infine, anche qui io mi stupisco, se si parla di riforma costituzionale i tempi non sono un fatto di forma, sono un fatto di sostanza, tanto più lo vorrei dire a chi sostiene che il referendum finale è garanzia per tutti, perché i tempi e la possibilità da dare ai cittadini di avere un giudizio ponderato sulle riforme che stiamo facendo sono due cose che si tengono insieme.
  Altrimenti, se il referendum si accompagna invece ad una grande velocità del processo riformatore, rischiamo di mettere davvero in difficoltà chi poi questo lavoro dovrà valutare attentamente, essendo tante le materie e tanti potenzialmente i referendum. Quindi, il tema di consentire ai cittadini di formarsi, in maniera autonoma e libera, un'opinione è fondamentale e di sostanza.
  Per questa ragione, noi abbiamo presentato due ordini di emendamenti a questo articolo 2 del disegno di legge: i primi più legati ovviamente alla nostra visione radicalmente alternativa a questo tipo di proposta, che quindi chiedono l'abolizione dell'articolo 2 e la sottrazione del maggior numero di titoli che si vuole portare all'opera riformatrice di questo Comitato e – diciamo – un secondo tipo di emendamenti, che sono più volti a limitare il danno, come si suol dire.
  In questo caso, soprattutto questi vorrei brevemente illustrare perché credo siano gli emendamenti che, con un po’ di saggezza e di attenzione, rispetto alle ragioni degli altri, potrebbero essere accolti da quest'Aula.
  Mi riferisco in particolare, da questo punto di vista, ad una serie di nostre proposte che sono volte innanzitutto alle regole di funzionamento del Comitato, che devono essere modificabili solo a maggioranza dei due terzi, ad eliminare il divieto di presentare pregiudiziali o sospensive sull'esame degli articoli e al fatto che le Pag. 74sedute pubbliche dei lavori del Comitato siano davvero trasparenti. Cioè, quanto meno, vorremmo dare un sistema di garanzie a questo percorso riformatore, che metta tutti nella condizione di dire: verifichiamo davvero cosa si farà nei prossimi mesi; vorremmo che fosse applicato l'articolo 79 del Regolamento, cioè le regole della sede referente, che tutti i parlamentari possano proporre emendamenti ai testi su cui il Comitato si pronuncia, che l'illustrazione al Comitato degli emendamenti a cura dei presentatori possa avvenire anche oralmente, in modo che ci sia la possibilità di discutere davvero, che ci sia una pubblicità del calendario dei lavori del Comitato e, ancora, che siano possibili subemendamenti a quelli del Governo, visto appunto che al Governo si è dato un ruolo così forte in questa vicenda, cosa che il Governo non dovrebbe avere, che non ci sia un contingentamento dei termini di discussione, cosa che è davvero grave per una riforma di carattere costituzionale. Ovviamente questo sulla base di un principio generale, che il Comitato non si può autoregolare, ma trae legittimazione dalla legge costituzionale.
  Ora, quindi, concludo con un appello: credo che, fino ad ora, si siano fatti dei pasticci, si siano fatti anche per ragioni che nulla hanno a che vedere con le riforme costituzionali, ma attengono di più alla tenuta di questa maggioranza.
  Io spero che, in un sussulto di responsabilità, almeno sulla questione di questi emendamenti che possono migliorare il lavoro, ci sia un'attenzione e sia possibile una discussione vera, non come quella che è stata fatta fino ad ora (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 2 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito i relatori e la sottosegretaria, Sesa Amici, ad esprimere il prescritto parere.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, esprimerò i pareri sugli emendamenti all'articolo 2. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli identici emendamenti Fraccaro 2.1 e Migliore 2.50, nonché sull'emendamento Rampelli 2.61. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Rampelli 2.60. La Commissione invita al ritiro dell'emendamento Migliore 2.51, nonché degli identici emendamenti Pilozzi 2.5 e Dadone 2.59, altrimenti il parere è contrario.
   La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Migliore 2.52 e 2.53.
  Comunico che l'emendamento Zan 2.62 è stato ritirato.
  La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Cozzolino 2.7 e Migliore 2.74, 2.75 e 2.76. La Commissione esprime, altresì, parere contrario sugli identici emendamenti Dadone 2.13 e Migliore 2.55. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli identici emendamenti Nuti 2.8 e Migliore 2.9.
  La Commissione invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento Toninelli 2.11; la Commissione esprime, poi, parere contrario sugli emendamenti Migliore 2.77, D'Ambrosio 2.14, Fraccaro 2.22 e Migliore 2.63.
  La Commissione invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, degli emendamenti Kronbichler 2.16 e Dieni 2.15; la Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Fraccaro 2.17 e Migliore 2.56, nonché sugli emendamenti Migliore 2.57 e Nuti 2.19; la Commissione invita al ritiro degli identici emendamenti Toninelli 2.20 e Migliore 2.58; la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Cozzolino 2.21, Migliore 2.78 e Nuti 2.105.
  La Commissione invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, degli emendamenti Lombardi 2.23 e Dadone 2.24; la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Lombardi 2.25 e D'Ambrosio 2.26; la Commissione invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, degli emendamenti Nuti 2.27, Dieni 2.28 e Migliore 2.67.Pag. 75
  La Commissione esprime, poi, parere contrario sull'emendamento Toninelli 2.35 e invita al ritiro dell'emendamento Fraccaro 2.33; la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Fraccaro 2.31, Lombardi 2.32, Migliore 2.64, 2.65 e 2.66; la Commissione invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, degli identici emendamenti Migliore 2.100 e Fraccaro 2.102 e invita altresì al ritiro dell'emendamento Migliore 2.79.
  Infine, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Nuti 2.37, Toninelli 2.38 e Cozzolino 2.39.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i relatori di minoranza non intendono intervenire.
  Qual è il parere del Governo sugli emendamenti riferiti all'articolo 2 ?

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Fraccaro 2.1 e Migliore 2.50.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, questo emendamento chiede la soppressione dell'articolo 2. Io credo che l'articolo 2 sia il più rappresentativo dello spirito di questo disegno di legge, perché è proprio l'articolo 2 che consentirà a questa maggioranza di poter modificare più di 60 articoli della Costituzione, con violazioni dei Regolamenti parlamentari, maggior speditezza, minori garanzie per i gruppi parlamentari e minori garanzie per i singoli parlamentari rispetto a quanto voluto dai Padri costituenti.
  Ora, sorvolo la questione della fiducia, che era stata sollevata precedentemente dal collega Fiano, che credo di potere liquidare velocemente ricordando al collega Fiano del PD e a tutti gli altri colleghi dello stesso partito che si stanno apprestando a modificare più di 60 articoli della Costituzione, con Silvio Berlusconi, l'uomo che fino a sei mesi fa lo stesso PD indicava come un pericolo per la democrazia. Credo che per comprendere la drammaticità e la pericolosità di questo disegno di legge dobbiamo indagare, ribadisco, lo scopo reale di questo «maxi inciucio» che è questa maggioranza.
  Per farlo mi rifarò direttamente alle parole del Presidente del Consiglio che ha affermato: la settimana vissuta a metà aprile per l'elezione del Capo dello Stato con le regole della Costituzione vigente è stata drammatica per la nostra democrazia. La fatica della nostra democrazia è emersa lì. Tuttavia non credo, Presidente, diceva il Presidente Letta, potremmo più eleggere il Presidente della Repubblica in quel modo lì. È cambiata la democrazia rappresentativa.
  Quindi, il Premier sostiene che, poiché il suo cosiddetto partito non è stato capace neppure di votare il Capo dello Stato, la Costituzione va cambiata, va smantellata. Anche perché sempre Letta, e cito, ritiene che non ha istituzioni questo Paese che lo rendano capace di decidere. Quindi, il Presidente del Consiglio ha parlato di situazione in affanno, di crisi di rappresentanza, di incapacità di decidere. Ma questo, Presidente, è il ritratto dei loro partiti, dei vostri partiti, non è il ritratto del Paese reale. Non è il ritratto della democrazia. State facendo un grave errore di persona: vi guardate allo specchio e pensate di guardare il Paese reale. Ma state guardando voi stessi e quello che vedete vi fa paura.
  Siete consapevoli della vostra imminente distruzione e state cercando di insozzare i valori della Carta costituzionale per mummificare il vostro potere. È chiaro, quindi, quello che volete: volete il semipresidenzialismo, non certo la riforma dello Stato federale, non certo la diminuzione dei parlamentari visto che sono stati nominati quattro nuovi senatori a vita. È evidente: questa riforma è dettata dalla necessità di accentrare ancora di più potere secondo una deriva autoritaria e antidemocratica. Pag. 76Questa riforma è dettata da un istinto, che comprendo, disperato di autoconservazione e sopravvivenza. Il primo passo di questo piano è la manomissione dell'articolo 138. Il secondo passo invece sarà l'approvazione del semipresidenzialismo che, in realtà, in questo contesto è solo un altro modo di chiamare il nuovo ordine antidemocratico voluto da Letta e dai suoi Ministri.
  Questo credo che sia dimostrato dallo stesso progetto di riforma della legge elettorale finalizzata a rendere marginali le forze che si oppongono al sistema, come il MoVimento 5 Stelle che ho l'onore di rappresentare. Mi riferisco, in particolare, alla proposta Violante, l'uomo del patto con il diavolo, che guarda caso è anche uno degli autori di questa controriforma della Carta. Allora, di fronte a questo scenario, Presidente, anche io voglio richiamare le parole del grande Piero Calamandrei e voglio assicurare quest'Aula che noi non faremo più ostruzionismo su questo disegno di legge, non faremo più ostruzionismo e non faremo opposizione, Presidente. Noi faremo resistenza come i partigiani con il cui sangue questa Costituzione è stata scritta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Fraccaro 2.1 e Migliore 2.50, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  366   
   Votanti  364   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato
  81    
    Hanno votato
no  283).    

  (La deputata Culotta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'emendamento Rampelli 2.61, su cui è stato formulato un invito al ritiro da parte della Commissione e del Governo, altrimenti il parere è contrario. Prendo atto che il presentatore lo ritira.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Rampelli 2.60.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rampelli 2.60, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Misuraca, De Micheli, Ferrari...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
   (Presenti e votanti  367   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato
   2    
    Hanno votato
no  365).    

  Passiamo all'emendamento Migliore 2.51, su cui è stato formulato un invito al ritiro da parte della Commissione e del Governo, altrimenti il parere è contrario. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, questo primo comma dell'articolo 2 in sostanza è la dimostrazione più palese della resa del Parlamento italiano di fronte al Governo, come abbiamo già illustrato questa mattina. Sostanzialmente con questo comma 1, in cui è contenuta appunto la possibilità per il Comitato di revisionare l'articolo 1, richiamo la vostra attenzione sul fatto che è una sorta di delega in bianco, perché l'articolo 1 assegna al Comitato senza alcun limite la competenza a modificare la normativa sul Parlamento della Repubblica, sul Presidente Pag. 77della Repubblica, sul Governo e sull'assetto delle autonomie locali, regioni, province e comuni. Quindi coloro i quali hanno detto: «voi siete animati dal sospetto» spero che non lo ripetano più, perché in questa normativa non vi è alcun criterio o principio direttivo assegnato al Comitato, cioè si dice al Comitato «puoi fare tutto quello che vuoi».
  Siccome mi hanno insegnato a leggere i testi di legge seguendo le parole così come sono spiegate nel vocabolario della lingua italiana e anche il loro collegamento, è evidente che questa è una sorta di delega in bianco.
  Nel caso di una legge delega al Governo, mentre, ad esempio, per le misure alternative al carcere, noi abbiamo dibattuto se i criteri e i principi direttivi fissati nell'articolo 1 di quella legge fossero sufficienti per orientare il Governo nella sua attività di delegazione legislativa, qui, addirittura, non diciamo una parola. Diciamo, sostanzialmente, al Comitato: fai quello che vuoi. Non solo, non solo. Poi attribuiamo anche la possibilità di intervenire sulla legge elettorale – ne abbiamo già parlato – e diciamo che può intervenire su tutte le leggi costituzionali connesse con la materia di cui si parla. Se stiamo bene attenti al testo della legge, si prevede anche di modificare quelle parti della Costituzione generalmente intesa, quindi anche la prima parte della Costituzione, qualora ciò si rendesse necessario per l'armonia del testo che dovrebbe scaturire dal Comitato.
  Faccio un esempio pratico di legge costituzionale connessa, nel nostro caso con il Titolo II, quello relativo al Presidente della Repubblica: le leggi che disciplinano l'attività e la costituzione del Consiglio superiore della magistratura, della stessa Corte costituzionale, non sono del tutto scollegate dal Titolo I e, soprattutto, dal Titolo II della Costituzione italiana.
  Quindi, alla luce di questo, è possibile mai che quest'Aula sia sorda e grigia rispetto a queste intimidazioni ? Badate che l'onorevole Rampelli, in un moto di sincerità, ha proposto, ha esplicitato ciò che qui è criptato, perché l'emendamento precedente, se vi è sfuggito, prevede esattamente questo: al comma 1, dopo le parole: «di cui ai», aggiungere le seguenti: «Principi Fondamentali (...)».
  Quindi, come vedete, la sponda, l'alibi, direttamente o indirettamente, occultamente o esplicitamente, lo stiamo prestando a chi volesse anche incidere, e non può che essere così, sulla prima parte della Costituzione.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, considerato che in quest'Aula gruppi di maggioranza e di opposizione stanno lavorando e collaborando per un testo importante di modifica della Costituzione che, come ricordato da più gruppi, è all'attenzione di tutti noi, nel senso che siamo qui per difenderla e lavoriamo per difenderla, mentre questo sta accadendo, invece è in corso una pagliacciata sul tetto del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Una pagliacciata in cui, evidentemente, qualcuno si è anche appropriato di una bandiera dei colleghi dei 5 Stelle, perché non posso credere che vi siano parlamentari che sono qui a dire di difendere la Costituzione e che poi fanno sventolare la bandiera del loro movimento politico su un palazzo istituzionale. È una cosa vergognosa e pregherei cortesemente che vi sia un intervento a tutela del Parlamento e anche del MoVimento 5 Stelle, a cui hanno sicuramente rubato una bandiera (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e Scelta Civica per l'Italia) !

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Rosato, per questa informazione. Invito i colleghi questori a occuparsi immediatamente di questa cosa. Noi continuiamo con i nostri lavori.

  ROBERTO FICO. Chiedo di parlare.

Pag. 78

  PRESIDENTE. A che titolo, deputato Fico ?

  ROBERTO FICO. Signor Presidente, chiedo di intervenire per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. In merito a quale articolo ?

  ROBERTO FICO. Gli articoli 53 e seguenti. Devo correggere l'informazione che è stata appena data dal deputato Rosato. Da questo palazzo sta sventolando la bandiera della nostra Costituzione, non del Movimento 5 Stelle. Sia ben chiaro. Perché noi siamo a difesa della Costituzione e di questo Parlamento sempre, ogni secondo della nostra vita (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Sì, ma quando si fa un richiamo all'articolo, dovrebbe essere così cortese e corretto da far riferimento a quell'articolo, per favore.
  Andiamo avanti per favore, colleghi.
  Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 2.51, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris, Di Lello, Catania, Giorgis, Brandolini, Grillo... abbiamo votato tutti ? Sannicandro... ecco, è riuscito a votare... chi altro ? Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  373   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato
  85    
    Hanno votato
no  288).    

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Pilozzi 2.5 e Dadone 2.59. Ricordo che il Governo e la Commissione hanno invitato al ritiro dell'emendamento. I presentatori cosa intendono fare ? Insistono ?
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dadone. Ne ha facoltà.

  FABIANA DADONE. Signor Presidente, colleghi, la figura del Presidente della Repubblica, come viene delineata dalla nostra Costituzione, non è casuale. È invece il frutto di una lunga e sofferta riflessione in sede di Assemblea costituente, che ha inteso guardare al futuro tenendo ben presente quanto era avvenuto in passato. In questa legge si prevede che possa essere oggetto di riforma costituzionale anche il Titolo II della nostra Carta costituzionale, ovvero il ruolo e il potere del Capo dello Stato. Il Movimento 5 Stelle è profondamente contrario anche alla sola ipotesi di porre mano ai poteri del Capo dello Stato e da ciò consegue l'emendamento che abbiamo presentato. Ma il nostro dissenso, prima ancora che su ragioni politiche – che peraltro ci sono – poggia in gran parte su valutazioni ben più generali. Il nostro sistema politico è troppo debole per poter reggere senza contraccolpi fortemente negativi un'eventuale riforma di simile portata. Noi siamo tra le poche forze politiche che, quando ha ritenuto che ce ne fossero gli estremi, non ha mancato di criticare il Capo dello Stato, per determinati atti e in merito ad alcune prese di posizione politica. Questo però non ci impedisce di affermare che nell'architettura costituzionale debba permanere una figura super partes, un arbitro, che magari commette anche degli errori, come è inevitabile per ciascuno di noi – siamo esseri umani –, ma rimanga al di fuori e al di sopra delle divisioni politiche e sia notaio che certifica in prima istanza il rispetto delle norme costituzionali. E tale imparzialità, ovviamente, la si può ottenere solamente con l'attuale metodo di elezione del Capo dello Stato, ovvero con la sua elezione da parte del Parlamento. Questo non è affatto in contraddizione con quanto proprio il Movimento 5 Stelle ha realizzato solo pochi mesi fa, ovvero la campagna più bella ed entusiasmante partecipata Pag. 79soprattutto da parte dei cittadini, che avevano provato ad eleggere il Presidente della Repubblica, ricorderete tutti il nome della professor Rodotà che uscì come risultato (Commenti).

  PRESIDENTE. Prego, continui.

  FABIANA DADONE. Proprio le vicende di questi giorni dimostrano che l'individuazione di un candidato alla Presidenza della Repubblica e l'eventuale elezione può essere condivisa e soprattutto partecipata dai cittadini, ma lasciando che l'elezione materiale rimanga di secondo livello e stia in capo al Parlamento. Noi riteniamo che è il Parlamento che deve essere cambiato e non certo le prerogative e i poteri in mano al Capo dello Stato.
  Vorrei ricordare a tutti che questo – almeno chi era nella Commissione affari costituzionali se lo ricorda – è l'emendamento sul quale siamo usciti dalla Commissione perché, dopo aver discusso per ore a vuoto, tra l'altro con la maggioranza che fissava un punto nel vuoto, senza minimamente ascoltarci, una serie di emendamenti di grande rilevanza, su questo abbiamo deciso di dire: «Basta !»; ora speriamo che qualcuno invece lo voti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Il nostro emendamento è praticamente identico a quello del MoVimento 5 Stelle. Nel testo del Governo si dice che il Comitato ha tutta la libertà possibile per modificare il Titolo II della Costituzione, quello appunto che parla del Presidente della Repubblica. Io ho letto abbastanza le relazioni di accompagnamento e sinceramente non sono riuscito ancora a capire cosa non va nella figura del Presidente della Repubblica così come disegnata dalla nostra Costituzione. Ma devo dedurne sostanzialmente che non si ha più bisogno di una figura super partes ? Non si ha più bisogno di un Presidente della Repubblica che rappresenti l'unità nazionale ? Cosa non va ?
  È evidente che nessuno si azzarda a dare una risposta a questa domanda, perché è evidente che in quest'Aula vi è chi, come i colleghi di Fratelli d'Italia, vuole un'elezione diretta del Capo dello Stato, ci sono altri che vogliono altre forme di figura presidenziale e ci sono altri ancora che vogliono difendere la figura del Capo dello Stato così com’è configurata nella nostra Costituzione.
  Ma allora dov’è lo spirito della grande riforma ? Dov’è la giustificazione storica che sta alla base di questa delega ampia al Comitato, a questo intruso del procedimento di riforma costituzionale ? La spiegazione non può essere che quella che ormai andiamo dandoci sempre di più, cioè sostanzialmente che in Italia le forze avverse alla Costituzione italiana, che tanto hanno lavorato per smontarla, prima per non attuarla, poi per ridurla ad una norma, sia pure di rango superiore, ma una mera norma giuridica, oggi si sentono «stretti» da una Costituzione che tutto sommato è il presidio delle libertà dei cittadini così come descritte nella prima parte della Costituzione.
  Oggi ne stiamo parlando con calma, senza troppa agitazione è evidente che la decostituzionalizzazione, la delegittimazione della Costituzione ormai è diventata senso comune dei cittadini. Esprimenti per una Costituzione materiale del tutto difforme da quella costituzionale ce ne sono tanti, sotto gli occhi di tutti. La Costituzione è stata sovvertita, anche nella parte politica, da tutta la legislazione sulla rappresentanza politica, che, come è noto a livelli più bassi è stata vilipesa, mortificata, compressa – parlo dei piccoli comuni, dei comuni medio-grandi, delle province e delle regioni –; il criterio della rappresentanza è stato alterato sino al punto che abbiamo dei premi di maggioranza abnormi.
  E così procedendo, qualcuno coglie l'occasione per dare l'ultima spallata alla nostra Costituzione. Ora, ormai questo scenario ci è chiaro, questo orientamento ci è chiaro. Interveniamo soltanto – mi si consenta – con amarezza, perché resti negli annali di questo Parlamento che un Pag. 80allarme è stato suscitato e comunque, quando le leggi figlie della legge madre che oggi stiamo approvando arriveranno in quest'Aula, avremo modo di vedere se eravamo dei pessimisti o lungimiranti.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signora Presidente, intervengo per un richiamo al Regolamento, articolo 59: abbiamo appreso, ed abbiamo visto anche sui siti, che sul palazzo di Montecitorio, per iniziativa di alcuni deputati – è irrilevante a quale griffe appartengano – che sono saliti sul tetto di Montecitorio, cioè sul nostro palazzo, signora Presidente, sono saliti sul nostro palazzo ed hanno appeso un cartello (è irrilevante quale possa essere il cartello). In quest'Aula abbiamo assistito ad interventi immediati dei commessi su chi, con cartelli di carta, ha protestato per determinati provvedimenti. Io credo che non ci si possa gloriare di un gesto di questo genere dicendo che è stato appeso un cartello su cui è scritto: «La Costituzione è di tutti», perché io ritengo che la discussione in quest'Aula da un gesto di questo genere sia turbata. Occupare il palazzo di Montecitorio non è consentito a nessuno (Applausi dei deputati dei gruppi Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).
  Io chiedo che immediatamente, ai sensi dell'articolo 59, il deputato che ha sbandierato, è il caso di dire, con una sicumera inaccettabile, compiendo un gesto di questo genere, sia segnalato alla Presidenza, che la Presidenza assuma provvedimenti e che inibisca a chiunque, di qualsiasi partito, l'occupazione del palazzo di Montecitorio, con l'esposizione di vessilli di qualsivoglia tipo o genere (Applausi dei deputati dei gruppi Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia). Noi abbiamo una dignità che non può essere assolutamente svenduta, per nessuna ragione (Applausi dei deputati dei gruppi Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Onorevole Sisto, ci stiamo occupando di questa vicenda. I questori sono intervenuti e i provvedimenti verranno presi in Ufficio di Presidenza.

  RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signora Presidente, innanzitutto questo palazzo non è nostro: è dei cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e Scelta Civica per l'Italia).
  In secondo luogo, forse non è chiaro, ma noi utilizzeremo ogni mezzo per impedirvi di stuprare la Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e Scelta Civica per l'Italia) ! Presidente, noi non faremo più ostruzionismo...

  PRESIDENTE. Non si può utilizzare ogni mezzo: si deve attenere al Regolamento !

  RICCARDO FRACCARO. ... noi faremo resistenza, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. C’è un Regolamento in questo Parlamento e in quest'Aula, quindi non sarà ammesso ogni mezzo. Non sarà ammesso ogni mezzo: ogni mezzo nel rispetto del Regolamento (Applausi).
  Procediamo con i nostri lavori.

  ALBERTO ZOLEZZI. Chiedo di parlare.

Pag. 81

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Signora Presidente, ci sono appunto pericoli per la nostra democrazia, probabilmente che vengono più da quello che avviene qui dentro rispetto a quello che avviene qui fuori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Per cui andiamo avanti e ricordiamoci che il rispetto è proprio la base della politica, ma il primo rispetto è appunto per i cittadini, la politica è questo, perché se ci rispettiamo solo fra di noi non ha alcun senso, e siamo davvero tutti antipolitici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PATRIZIA TERZONI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà (Proteste). Colleghi, per favore ! Prego, onorevole Terzoni.

  PATRIZIA TERZONI. Signora Presidente, vorrei ribadire che non è un semplice vessillo ed io sono onorata che al di fuori di questo palazzo venga sventolata la bandiera della nostra Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Preferirei non avere altre provocazioni in quest'Aula e convoco l'Ufficio di Presidenza alla fine di questa seduta. Procediamo con i lavori.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Pilozzi 2.5 e Dadone 2.59, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brandolin, Colonnese, Roberta Agostini, Di Lello, Boccuzzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  361   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato
  76    
    Hanno votato
no  285).    

  Passiamo all'emendamento Migliore 2.52, su cui è stato formulato un invito al ritiro da parte della Commissione e del Governo. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro.
  Passiamo quindi ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 2.52, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese, Cariello, Di Gioia, Di Lello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  358   
   Votanti  357   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato
  78    
    Hanno votato
no  279).    

  (La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo all'emendamento Migliore 2.53, su cui è stato formulato un invito al ritiro da parte della Commissione e del Governo. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro.
  Passiamo quindi ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 2.53,.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese, Grassi, D'Attorre, Chaouki, Di Lello, Rocchi, Vacca...

Pag. 82

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  359   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato
  78    
    Hanno votato
no  281).    

  Ricordo che l'emendamento Zan 2.62 è stato ritirato.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 2.7.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, considerata la nebulosità dei margini di intervento del Comitato sulla nostra Carta costituzionale, è opportuno ribadire in questa sede l'immodificabilità dei principi contenuti nella prima parte della Costituzione, presidio del nostro sistema democratico.
  La revisione costituzionale è prevista nel Titolo VI della Costituzione, tra le garanzie costituzionali della Costituzione, insieme con la Corte costituzionale. Il procedimento di revisione è previsto dall'articolo 138 ed ha lo scopo di adeguare, eventualmente, la Costituzione ai tempi mutati, ma non di sovvertire i valori su cui essa si basa. Il testo del Governo nel suo complesso, ancora peggio come ci è giunto dal Senato, apre a scenari di questo tipo, prevedendo di poter modificare parti strettamente connesse; e noi sappiamo che la prima e la seconda parte della Costituzione sono strettamente connesse, essendo la seconda parte attuativa, nelle modalità organizzative conformi e bilanciate, dei principi, dei diritti e dei doveri indicati nella prima parte. In sostanza, l'organizzazione dei poteri inerente alla parte seconda della Costituzione è strettamente connessa e condizionata dall'organizzazione dei diritti di cui alla parte prima. Ma non sono considerazioni isolate del MoVimento 5 Stelle, perché gran parte della dottrina costituzionalista ritiene imprescindibile e indissolubile il legame tra le due parti della Costituzione. Ci si accinge ad un processo che rischia di avere tutte le caratteristiche di un processo costituente dettato, però, dal Governo che rischia di travolgere l'insieme della Costituzione fin dalle sue fondamenta. Chiedo alla maggioranza di votare favorevolmente a questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 2.7, con parere contrario dalla Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia, Arlotti, Ascani, Paris, Capodicasa, Di Salvo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  355   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato
  78    
    Hanno votato
no  277).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Migliore 2.74, con parere contrario di Commissione e Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signora Presidente, ho già detto prima, commentando il primo comma dell'articolo 2, che la delega è troppo ampia, la delega non ha limiti; e allora noi, con questo emendamento e con gli altri che seguiranno, cerchiamo di porre dei limiti al potere del Comitato, come se fosse una legge delega, per capirci, anche perché riteniamo che non sarebbe comunque opportuno, anzi, non è ammissibile che gli articoli che abbiamo elencato, o le norme contenute in questi articoli, possano essere modificati.
  Il primo articolo in discussione è l'articolo 67, che dice che ogni membro del Pag. 83Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato. Vorrei sapere per quale motivo noi diciamo al Comitato: puoi modificare anche questo articolo. Poi c’è l'articolo 68, il quale dice che i membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni, (e poi continua). Vorrei capire per quale motivo noi diciamo al Comitato: puoi modificare questo articolo. Poi abbiamo l'articolo 69: «I membri del Parlamento ricevono un'indennità stabilita dalla legge». Voi sapete che questo è un articolo controverso, è chiaro; io per esempio sono per il suo mantenimento, ma so che in Italia vi sono altri che la pensano diversamente e vorrebbero che i deputati venissero qua gratis. È una variante della lotta contro il finanziamento pubblico alla politica, per esempio, e non dite che non è attuale questo problema; per cui sarebbe bene che la Camera dicesse come la pensa.
  Un altro articolo, l'articolo 71, in cui si parla della iniziativa legislativa: l'iniziativa delle leggi appartiene al Governo, a ciascun membro delle Camere e agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge costituzionale. È un articolo che per l'iniziativa legislativa pone sullo stesso piano Governo e Parlamento, invece noi nel Comitato sappiamo che quando si disciplinano i lavori del Comitato e nella relazione del Comitato con l'Assemblea, per esempio, noi già modifichiamo questo articolo sostanzialmente. Ecco perché ho detto in precedenza che noi stiamo già facendo la prova generale di ciò che vorremmo, e questo è un esempio specifico di prova generale che stiamo già facendo.
  Poi abbiamo l'articolo 75, che noi chiediamo di tenere fuori, quello relativo al referendum popolare. Noi sappiamo che ci sono alcuni che vogliono esaltare il referendum, però sappiamo anche che il referendum non è stato sempre ben visto da tutte le forze politiche italiane. Ricordiamoci che l'ostilità alla Costituzione italiana che prevede l'istituto già dal 1948, ha fatto sì che esso abbia trovato attuazione soltanto nel 1975, cioè praticamente oltre vent'anni dopo, perché in effetti era sì scritto nella Costituzione che fosse possibile un referendum, però in Italia vi erano forze che vedevano come il fumo negli occhi la possibilità che il popolo fosse consultato in via referendaria. Poi ci fu la faccenda del divorzio e siccome le vie del Signore sono infinite, proprio chi fu ostile poi alla fine diventò favorevole, perché riteneva che attraverso il referendum potesse sovvertire la legge approvata dal Parlamento in materia di divorzio.
  Poi abbiamo l'articolo 76, in cui si dice sostanzialmente che la funzione legislativa appartiene alle Camere e non al Governo. Qui dentro, e io sono preoccupato, si dice praticamente che la decretazione d'urgenza è una decretazione che può essere fatta in via eccezionale. Noi sappiamo già che siamo assuefatti a subire la decretazione d'urgenza nella misura, come dire, diffusa, ripetuta a cui assistiamo. In questa Aula io credo che non ci siano le forze, mi permetto di dire, sufficienti, per esempio, perché la decretazione d'urgenza venga riportata nel suo alveo naturale. La dimostrazione è data dal fatto che ogni volta che qui arriva un decreto-legge, ne lamentiamo l'emanazione, però non abbiamo mai il coraggio, anche quando questo non farebbe danno al Governo perché la materia non è né necessaria né straordinaria né urgente, di fare altro che piangere e tranquillamente però poi ratificare indiscutibilmente tutti i decreti-legge, anche nelle materie che potrebbero andare per via ordinaria.
  E potrei ancora continuare con gli articoli 77 e 78: le Camere deliberano lo stato di guerra e conferiscono al Governo i poteri necessari; anche questa è una norma importantissima. Le Camere deliberano lo stato di guerra. Voi capite, appunto, che l'Italia ha fatto già delle guerre, e probabilmente si accinge a farne già un'altra; ora anche qui non vorrei che siccome l'andazzo è che le Camere spesso soggiacciono alla volontà dei Governi, anche questa norma, che rappresenta comunque una specie di debole paravento, debole resistenza alla tendenza del Governo a fare da sé, fosse anche questa Pag. 84soppressa, anche perché le guerre molto spesso in questi anni le abbiamo fatte senza dichiararle e quindi l'articolo è stato già abrogato.
  Ora, chiudo veramente velocemente Presidente, queste sono delle eccezioni, dei paletti che noi abbiamo voluto porre, e vorremmo porre, al potere del Comitato, altrimenti veramente può uscire di tutto e di più da questo Comitato senza che noi ne affrontassimo preliminarmente i limiti eventualmente necessari. Grazie.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 2.74.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris, Duranti, Grassi, Labriola, Basilio, Dell'Orco, Grillo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  359   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato
  85    
    Hanno votato
no  274).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 2.75, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vitelli, Caso, Turco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  363   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato
  88    
    Hanno votato
no  275).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Migliore 2.76, sul quale Commissione e Governo hanno espresso parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, anche in questo caso, con questo emendamento, cerchiamo di limitare l'ampia competenza attribuita al Comitato. Prima abbiamo posto dei paletti alla competenza a modificare il Titolo I, poi dopo, anche se non abbiamo preso la parola, l'emendamento precedente riguardava il Titolo II, questo emendamento riguarda invece il Titolo III, cioè il Governo. Sostanzialmente noi cosa diciamo ?

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 18,55)

  ARCANGELO SANNICANDRO. Che bisogna salvaguardare in ogni caso l'articolo 92, che sancisce sostanzialmente la figura del Capo del Governo, che non è quella figura impotente, così spesso ridicolizzata in alcune trasmissioni televisive e in alcuni messaggi televisivi, come ben sapete. Poi soprattutto riteniamo che il Governo debba continuare ad avere la fiducia delle due Camere, perché voi capite bene, facendo riferimento all'esperienza per esempio dei comuni, delle province e delle regioni, che non conoscono più la fiducia delle assemblee elettive nei confronti del sindaco, del presidente della provincia e del presidente della regione. Ora, domanda, voi volete anche in questo caso un Capo del Governo che non abbia... se dite che bisogna possibilmente emendare anche questo articolo, sostanzialmente state dicendo che il Comitato può anche concepire un Governo che non abbia la fiducia delle Camere, questo è il testo della legge.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 18,56)

  ARCANGELO SANNICANDRO. Poi ci sono alcune norme che noi vorremmo salvare, alcuni principi contenuti in queste Pag. 85norme, che noi vorremo salvare comunque, a proposito di pubblica amministrazione, sempre nel titolo riguardante il Governo. Mi riferisco al fatto che i pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione, e qui tralascio tutto il dibattito intorno a questa figura, alla configurazione della natura dell'impiegato, allo spoils system e via discorrendo.
  Quindi, si tratta, in questo caso, di porre dei limiti alla straripante e illimitata competenza del Governo. Qualcuno – ripeto – ha detto: non vi preoccupate, questa è una legge sul metodo, però, quando arriveremo a discutere del merito, vedrete di che stoffa siamo. Qualcuno ha evocato anche dei precedenti: mi pare che sia scritto nei Promessi Sposi: quando la sventurata rispose, lì fu la sua fine. In questo caso, noi con questo disegno di legge, abbiamo già risposto e non fate finta che non avete risposto a delle proposte indecenti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 2.76, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese, Olearo, Luciano Agostini, Gnecchi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  347   
   Maggioranza  174   
    Hanno votato   80    
    Hanno votato no  267.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Dadone 2.13 e Migliore 2.55.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dadone. Ne ha facoltà.

  FABIANA DADONE. Signor Presidente, l'emendamento mira semplicemente ad escludere dalle competenze del Comitato il Titolo IV della Costituzione, ovvero quello che riguarda la magistratura. La Costituzione è una cosa troppo seria per esporla, senza alcuna difesa, agli umori mutevoli della politica. Lo dimostra l'articolo 138 della Costituzione stessa, che ha individuato la possibilità di riformarla, ma con una procedura talmente aggravata, da rendere difficili i colpi di mano delle maggioranze parlamentari di turno. Ovviamente questo valeva fino a quando la maggioranza era politica.
  Questo meccanismo di autodifesa ha perso un po’ di smalto da quando in Italia le maggioranze sono divenute dei cartelli numerici, politicamente indistinte e tenute insieme da quella che alcuni definiscono un'emergenza, ma che probabilmente è una progressiva debolezza.
  A tal proposito, è opportuno – credetemi – anche ai fini di questo emendamento, dedicare qualche minuto per ricordare i punti fondamentali della teoria classica delle élite politiche, elaborata da Pareto e Mosca.
  Ebbene, questa teoria è una fotografia straordinaria di quanto sta accadendo in Italia dal 1994 fino ad oggi. La crisi di un’élite è individuata in cinque fasi: la prima, riguarda l'invecchiamento anagrafico delle élite; la seconda fase, che ovviamente consegue alla prima, consiste in uno scadimento qualitativo del lavoro prodotto dalle élite, determinato dall'invecchiamento anagrafico e dagli anni passati al potere; la terza fase consiste nella modifica dei fattori che hanno contribuito a determinare e a giustificare il potere di una certa élite; la quarta fase, invece, consiste nella richiesta di nuove forze politiche da parte dei cittadini; la quinta e ultima fase consiste nell'arrivo sulla scena politica di nuovi attori diversi da quelli delle élite, che procedono a soppiantarla. A cosa serve questo esempio ? Serve perché, nel momento in cui la classe politica al potere in senso lato, si accorge che può essere soppiantata, o tenta di cooptare al suo interno i nuovi attori politici, oppure prova ad eliminare i fattori che ritiene la principale causa del suo indebolimento. Pag. 86Certamente, un assalto alla magistratura per via costituzionale non ci sentiamo affatto di escluderlo – salvo che includendo questo emendamento che, di fatto, ne prevede l'esclusione in maniera chiara – soprattutto nello scenario italiano, visto che c’è capitato di vedere, non solo onorevoli colleghi, ma anche Ministri protestare di fronte ai tribunali e, dato che la fiducia è qualcosa che va guadagnata di fatto, per il momento preferiremmo escluderla e gradiremmo che i colleghi votassero questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giorgis. Ne ha facoltà.

  ANDREA GIORGIS. Signor Presidente, vorrei solo fugare un equivoco, che mi sembra si stia ingenerando e che molti interventi che abbiamo ascoltato in quest'Aula contribuiscono ad alimentare.
  Ora l'equivoco è il seguente: la procedura che noi stiamo per approvare di deroga all'articolo 138 incontra i medesimi limiti costituzionali che incontrerebbe una riforma adottata secondo l'articolo 138 medesimo. Quando si paventa il rischio che il Comitato possa stravolgere contenuti essenziali, incidendo su articoli come quelli che venivano richiamati – il 74, il 75 e il 76 –, oppure quando si dice, come ho appena ascoltato adesso, che ci potrebbe essere un assalto al principio della separazione dei poteri e, in particolare, alla magistratura, io credo che si stia dicendo qualche cosa che non ha alcun tipo di fondamento in questo testo. Noi stiamo approvando una modalità per procedere a rivedere alcune parti della Costituzione e i limiti sostanziali che questa modalità incontra sono e non potrebbero che essere gli stessi limiti sostanziali di qualsiasi progetto di legge che seguisse in maniera letterale la procedura di cui all'articolo 138. Dunque, così come una modifica ai sensi dell'articolo 138 non potrebbe intaccare i principi fondamentali, pena l'incostituzionalità della stessa legge costituzionale, così le proposte che il Comitato presenterà alla Camera non potranno che muoversi nel rispetto della legalità costituzionale.
  Per quanto riguarda il rapporto tra prima e seconda parte dobbiamo intenderci perché è indubbio che c’è uno strettissimo rapporto e che incidere sulla seconda parte può significare incidere sulla prima parte e sui principi fondamentali. Ma il punto qui, se non vogliamo stravolgere la realtà, è che se noi abbiamo a cuore i principi della prima parte, se noi abbiamo a cuore quello che recita ad esempio l'articolo 1 («fondata sul lavoro») o quello che recita l'articolo 2, i diritti fondamentali riconosciuti e garantiti a ogni singolo cittadino o, soprattutto, l'articolo 3, secondo comma, che io so essere caro a molti parlamentari qui presenti («il compito di rimuovere gli ostacoli») allora noi non ci possiamo non rendere conto che oggi la nostra forma di governo, il nostro assetto istituzionale, il nostro sistema politico non riesce a dare vera ed effettiva attuazione a quei principi. Allora, mettere mano alla forma di governo e riorganizzare il nostro assetto istituzionale non è per intaccare quei principi ma è esattamente il contrario, cioè per renderli finalmente effettivi in un contesto nel quale le disuguaglianze sono cresciute e io sono stupito che chi denuncia la grave crisi del sistema politico italiano oggi qui in quest'Aula continui a presentare questo percorso di riforma come se fosse un attacco alla Costituzione anziché un modo necessario per garantirne la perdurante validità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, è evidente che io non metto in discussione né la buona fede né la buona volontà dei tanti colleghi che sono, come dire, legati ad una mera manutenzione della Costituzione italiana. Però, qui si salta a pie’ pari un fatto: noi con l'articolo 2 del disegno di legge diciamo, per iscritto e a chiare lettere, che il Comitato può fare Pag. 87tutto quello che vuole – e adesso preciso – per quanto riguarda il Titolo I, il Titolo II, il Titolo III e il Titolo V della Costituzione. Chiaro ? Quello sta scritto (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). ..

  PRESIDENTE. Facciamo esprimere il deputato Sannicandro, cortesemente. Poi, dopo chi vuole intervenire a titolo personale può farlo. Prego.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Sto parlando esattamente della seconda parte della Costituzione. Quello è scritto. Sul fatto che poi chi deve riformare quei titoli debba tenere presente i principi massimi della nostra Costituzione, quali la separazione dei poteri, l'indipendenza della magistratura e altro ancora, siamo perfettamente d'accordo. Ma se siamo d'accordo perché non lo scriviamo ? Perché facciamo meno di quanto facciamo quando approviamo una legge delega ? Questo è il punto.
  Perché io pongo una domanda: se il comitato propone qualcosa, ad esempio che il Governo non debba avere la fiducia delle Camere – faccio un esempio pratico – qualcuno dirà: questo forse contrasta con i principi costituzionali. Se qualcuno dovesse dire che il Capo dello Stato non è più il garante dell'unità nazionale ma il capo dell'Esecutivo e tutto quello che volete, qualcuno potrebbe tranquillamente dire: per me questo è incostituzionale. Ma se questo fosse varato – e il comitato ha il potere di vararlo – poi dobbiamo andare di fronte ad un giudice che certamente può dichiararlo incostituzionale, indubitabilmente. Ma noi stiamo parlando del testo che stiamo votando, non delle buone intenzioni o dell'ottimismo di ciascuno di noi e anche della buona fede. Perché anche quelli che vogliono il presidenzialismo, anche l'onorevole La Russa è in buona fede, mica non è in buona fede, lo ha detto chiaramente. Anche l'onorevole Rampelli è in buona fede quando ha detto che vorrebbe che introducessimo anche la modifica dei principi fondamentali. Per fortuna quest'ambito non è scritto nel testo che stiamo varando. Questa è la questione. Quindi non è che stiamo alterando: noi stiamo al testo. La buona fede ognuno se la tiene per conto proprio.
  D'altra parte, lo ribadisco soltanto perché lo voglio rafforzare, se così non è, possiamo benissimo fare la norma programmatica in cui vediamo se siamo in grado di ricavare i principi costituzionali che impediscono eventualmente alcune deviazioni. D'altronde, noi abbiamo fatto uno sforzo, non è che lo sforzo che abbiamo fatto non ammette errori o miglioramenti. Abbiamo detto, per quanto riguarda il Presidente della Repubblica, fai quello che vuoi ma non puoi fare questo, per quanto riguarda il Parlamento fai quello che vuoi ma non puoi fare questo, per quanto riguarda il Governo hai ampia discrezionalità ma non puoi fare questo. Non sarebbe stata una procedura più garantista e più tranquilla ? Questo è il punto della discussione, senza ricorrere al defunto onorevole Andreotti il quale diceva che a pensare male si sbaglia ma spesso ci si azzecca (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Dadone 2.13 e Migliore 2.55, con parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  Malisani, Pisano, Gnecchi, Roberta Agostini, Patriarca, D'Attorre, Savino, Duranti, Fico..
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   (Presenti e votanti  345   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato
  83    
    Hanno votato
no  262).    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Nuti 2.8 e Migliore 2.9 sui quali vi è un invito al ritiro da parte della Commissione e del Governo.Pag. 88
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, intervengo sull'emendamento Nuti 2.8. Dopo che avete deciso di conferire a questo comitato il potere di modificare in pratica quasi tutta la parte seconda della Costituzione, oltre ad una questione non costituzionale con una legge elettorale, con questo comma avete inserito una formulazione tanto insolita quanto giuridicamente ambigua: la modifica strettamente connessa ad un'altra. In altre parole, avete deciso di non porre limite alcuno alla vostra azione e lasciare ogni porta aperta in attesa degli eventi, muoversi repentinamente se si dovessero creare le condizioni favorevoli. È evidente l'intento: inserire un dispositivo normativo che funga da piede di porco per consentire e scardinare l'intera Costituzione. Se all'interno del comitato ci sarà chi sosterrà una modifica strettamente connessa e chi invece sosterrà il contrario, si voterà e la maggioranza avrà ragione. Certamente è legittimo ma si tratta di politica e non di dottrina.
  E così se ci sarà una maggioranza che politicamente ritiene che debba essere radicalmente modificata la Costituzione, per quanto riguarda la magistratura, agirà in modo da mettersi nelle condizioni che tale operazione, magari pianificata a tavolino, non sia altro che la conseguenza di un'altra ben più limitata riforma di un altro articolo della Costituzione che abbia in qualche modo a che fare con la magistratura. Un'altra questione che pone questo comma, del quale chiediamo la soppressione, riguarda la tempistica tra una prima riforma ed una strettamente connessa. Per riformare una parte della Costituzione che non rientrerebbe tra quelle consentite da questa legge, ma che è strettamente connessa ad un'altra, è necessario che il Comitato prima approvi un testo con dentro una serie di riforme e, alla luce di quel testo, si proceda a vararne di ulteriori, come prevede il presente comma ? Oppure la stretta connessione deve essere contestuale e dunque rientra in una operazione più organica dello stesso progetto di legge della Costituzione ? Se così fosse la funzione di grimaldello di questo comma risulterebbe ancora più accentuata, allora tanto varrebbe eliminare la delimitazione all'intervento riformatore individuato dal comma 1 e lasciare invece direttamente campo libero sull'intera Carta costituzionale, magari anche sulla prima parte già che ci siamo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, abbiamo presentato un emendamento sostanzialmente analogo e non mi soffermo più di tanto. Mi limito soltanto a leggere il comma che vogliamo emendare, perché credo che la semplice lettura più di ogni altra mia parola possa spiegare bene quanto sia vago e quanto sia ampia la discrezionalità che si attribuisce al Comitato. Il Comitato esamina o elabora in relazione ai progetti di legge costituzionale di cui al comma 1 anche le modificazioni strettamente connesse ad altre disposizioni della Costituzione o di leggi costituzionali. È un testo che tra l'altro io ritengo scritto male, perché vorrei anche capire qual è il soggetto e quale il predicato, qual è il soggetto e qual è l'oggetto, perché dice che il Comitato esamina o elabora anche le modificazioni strettamente connesse ad altre disposizioni della Costituzione. Che significa ? Chi diceva che l'articolo 1 non c'entra ? «della Costituzione oppure di legge costituzionale»: c’è qualcuno che me lo può spiegare ? Lo ringrazio in anticipo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Nuti 2.8 e Migliore 2.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 89

  Toninelli, Murer, Patriarca, Casati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  329   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato
  77    
    Hanno votato
no  252.    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 2.11.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, l'emendamento elimina la possibilità per il Comitato di elaborare, in relazione ai progetti di legge costituzionali previsti dal comma precedente, anche le modificazioni strettamente connesse ad altre disposizioni della Costituzione o di legge costituzionale. Il Comitato infatti dovrebbe limitarsi ad esaminare i progetti assegnati, mentre con questo termine sembra che si voglia assicurare al Comitato, formato da pochi elementi, una vera e propria iniziativa legislativa con totale autonomia. Questo non avrebbe alcun senso anche rispetto alla funzione stessa del Comitato. Il Comitato nasce con lo scopo di garantire tempi certi di approvazione ai progetti di legge di natura costituzionale, nulla più. Conservando la parola «elaborare» in questo testo, parola che peraltro è stata inserita durante l'esame al Senato e che non fa parte del provvedimento originario, si rischia di fatto che il Comitato possa sottoporre al Parlamento provvedimenti nati da una sua esclusiva iniziativa. Il presente emendamento è abbastanza chiaro nelle sue finalità e di fatto stabilisce che il Comitato si debba limitare ad esaminare solo le proposte di legge costituzionale già presentate in sede parlamentare, impedendogli un'iniziativa legislativa integrale come pure la lettera del comma 2 prevede.
  Riteniamo che la fantasia e l'esuberanza normativa e riformatrice di questo organo parlamentare debba essere contenuta, in particolare per quanto riguarda il tema assai controverso, e per noi del MoVimento 5 Stelle, estremamente sensibile, delle ulteriori riforme costituzionali strettamente connesse a quelle esplicitamente autorizzate dal comma 1. In questo senso, e se il disegno di legge che stiamo esaminando continuerà a consentirglielo, il Comitato potrà procedere ad apportare modifiche, si spera limitate, ad altre parti della nostra Costituzione, ma solo se saranno stati presentati in tal senso disegni di legge d'iniziativa parlamentare. Dunque, non potrà essere il Comitato per le riforme costituzionali ad arrogarsi il compito di procedere autonomamente in tal senso.
  A fronte di fin troppe forzature alle ordinarie procedure di riforma costituzionale, quello che proponiamo con questo emendamento ci sembra una sorta di presidio minimo, e non prevederlo sarebbe una grave carenza. In tal modo si regolerebbe, in qualche modo, la questione della tempistica tra la prima riforma ed una strettamente connessa. Per riformare una parte della Costituzione, che non rientrerebbe tra quelle consentite da questo disegno di legge, ma che è strettamente connessa ad un'altra, è necessario che il Comitato prima approvi un testo con dentro una serie di riforme e, alla luce di quel testo, si proceda a vararne di ulteriori, come prevede il presente comma, oppure la stretta connessione deve essere contestuale, e dunque rientra in un'operazione più organica, nello stesso progetto di legge di riforma della Costituzione ? Se così fosse, la funzione di grimaldello di questo comma risulterebbe ancora più accentuata. Allora tanto varrebbe eliminare la delimitazione dell'intervento riformatore individuata dal comma 1 e lasciare, invece, direttamente campo libero sull'intera Carta costituzionale, magari anche sulla prima parte, già che ci siamo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 2.11, con il parere contrario della Commissione e del Governo.Pag. 90
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marazziti, Gnecchi, Iacono...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  329   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato   79    
    Hanno votato no  250.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Migliore 2.77, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, il disegno di legge prevede la resa incondizionata, per tutta la legislatura, del Parlamento al Comitato per quanto riguarda le materie di cui al primo comma dell'articolo 2, e cioè i Titoli I, II e così via. Ora, sostanzialmente, è la manifestazione massima della sfiducia che noi abbiamo nei nostri confronti, nei confronti di noi stessi. Noi, cioè, sosteniamo, sostanzialmente, che non potremo più parlare di Governo, di Parlamento, di legge elettorale e così via, e non possiamo neanche più parlare di leggi connesse alla Costituzione italiana. Ci sembra troppo: già la delega è ampia. Se il delegato non si sbriga, credo che noi dovremmo licenziare al massimo il delegato e poi riprenderci il potere, e non qui, addirittura, stabilire che tutti i disegni di legge devono passare nelle mani del Comitato.
  Per cui, l'emendamento cosa dice ? Che i Presidenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica assegnano al Comitato i disegni e le proposte legge costituzionale relativi alle materie di cui al comma 1 presentati entro la data di entrata in vigore della presente legge costituzionale.
  Colgo l'occasione per dire che, per questo motivo, non voteremo l'emendamento dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, con il quale, praticamente, consentono al Comitato di appropriarsi dei disegni di legge presentati a queste Camere entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale. Non capiamo perché: o si è favorevoli o si è contrari a quella impostazione.
  Colgo anche l'occasione per dire che non ho capito bene perché mai al Senato pare che sia stata incardinata una proposta di legge elettorale, che si stia discutendo. Se così fosse, allora vuol dire o che ci stanno prendendo in giro là o che ci stiamo prendendo in giro qui. Perché questo io sostanzialmente non l'ho capito: noi diciamo che sia il Senato che la Camera dei deputati si spogliano della materia elettorale, quindi anche per una questione di correttezza e rispetto per il lavoro che stiamo facendo, non dovremmo teoricamente presentare disegni di legge in questa materia. A che scopo, se questi dovrebbero andare alla competenza del Comitato ? Perché se così non fosse, si potrebbe obiettare, da Azzeccagarbugli, che siccome la legge non è stata ancora approvata, noi quindi adesso possiamo approvare una legge elettorale. Ora, io ritengo che sarebbe più serio e più dignitoso stralciare qui, come abbiamo proposto questa mattina, la competenza del Comitato in materia elettorale e semmai lasciare libera, almeno sul piano dell'etica istituzionale, la Camera di provvedere a riformare la legge elettorale, come io ritengo che sia giusto e opportuno che debba essere fatto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lattuca. Ne ha facoltà.

  ENZO LATTUCA. Presidente, intervengo naturalmente sul merito dell'emendamento, solo per sottolineare che stiamo parlando di questo Comitato...

  PRESIDENTE. Deputati ! Presidente Giachetti... prego, deputato Lattuca.

Pag. 91

  ENZO LATTUCA. Grazie, Presidente. Intervengo solo per sottolineare che stiamo affrontando un tema importante, che è quello della competenza del Comitato che istituiamo con questo disegno di legge costituzionale. Si tratta di un Comitato – lo vorrei ricordare – parlamentare, composto in maniera paritetica da 21 senatori e 21 deputati, non da estranei alle Aule del Parlamento. E, tra l'altro, si tratta di 21 senatori e 21 deputati che, al momento dell'istituzione del Comitato stesso, devono far parte delle Commissioni affari costituzionali rispettivamente dello stesso Senato e della stessa Camera. In particolar modo per il Senato, il numero 21 corrisponde quasi per intero alla stessa composizione della Commissione affari costituzionali del Senato. Sapete bene che non sarebbe stato possibile – perché questo sì, costituzionalmente illegittimo – dare vita a un Comitato bicamerale composto da un numero di deputati doppio rispetto al numero dei senatori. Perché è evidente che se si fosse deciso di costituire un Comitato parlamentare mettendo insieme le due Commissioni affari costituzionali della Camera e del Senato ci sarebbe stato questo squilibrio tra la presenza e la rappresentanza dei senatori e quella dei deputati.
  Il mio intervento, quindi, cosa vuole sottolineare ? Vuole sottolineare che non stiamo togliendo competenze alle Commissioni di Camera e Senato per affidarle – come prevedeva ad esempio quel progetto che i saggi avevano elaborato – ad un organismo che è fuori dall'alveo parlamentare o che comunque comprende nella sua composizione parlamentari e non parlamentari, ma stiamo affidando queste competenze – che è vero sono tante e vaste – ad un organismo, il Comitato parlamentare, che è composto esclusivamente di senatori e di deputati e che ha una composizione – lo abbiamo più volte sottolineato in questo dibattito, lo abbiamo sottolineato anche durante la discussione sull'articolo 1 – che riequilibra quello squilibrio che esiste nelle attuali Commissioni affari costituzionali di Camera e Senato e che è dovuto a quello spropositato premio di maggioranza di cui – lo sottolineo ancora una volta – il PD è il primo ad avere beneficiato. Quindi, cosa stiamo facendo ? Stiamo mantenendo delle competenze fondamentali all'interno di un organismo che è nell'alveo del Parlamento e che ha una composizione ancora più proporzionale, ancora più democratica, ancora più rappresentativa di quello che è stato il reale esito delle elezioni. Non mi sembra che ci siano elementi per mettere in discussione questa scelta che è stata fatta nel disegno di legge.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 2.77, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris, Mosca, Miotto, Boccuzzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  328   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato   82    
    Hanno votato no  246.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).
  (Il deputato Rampi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Secondo le intese intercorse, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di lunedì 9 settembre, dalle ore 10,30. Avverto che, come già anticipato ai gruppi per le vie brevi, l'esame delle mozioni sulla crisi siriana, previsto per mercoledì 11 settembre, avrà luogo a partire dalle ore 10, anziché dalle ore 11 come originariamente stabilito.

Sull'ordine dei lavori (ore 19,30).

  ALESSIO TACCONI. Chiedo di parlare.

Pag. 92

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Chiedo ai colleghi di lasciare l'Aula a bassa voce e di far esprimere i deputati.

  ALESSIO TACCONI. Il più giovane, signor Presidente, aveva 19 anni. Vorrei ripeterlo ancora una volta, perché in quest'Aula credo che tutti quanti abbiano ormai superato da molto quella straordinaria età: il più giovane aveva 19 anni, si chiamava Aldo ed era originario della provincia di Belluno. Assieme ad altri 99 lavoratori è tragicamente morto il 30 agosto 1965 a Mattmark, in Svizzera, durante i lavori per la costruzione di una diga, a causa della caduta verso valle di una parte del ghiacciaio.
  Vorremmo ricordare oggi quella tragedia poco conosciuta – infatti è chiamata la «Marcinelle dimenticata» – perché di quelle 100 vittime 59 erano italiani. Facevano e fanno parte di quei milioni di italiani che nei decenni scorsi hanno dovuto a malincuore emigrare da questo Paese per trovare opportunità di lavoro e, quindi, di una vita dignitosa per le loro famiglie e che, d'altra parte, hanno contribuito alla crescita economica di questo Paese.
  A questi milioni di italiani emigrati ci si rivolge frequentemente come «l'altra Italia», di cui però questo Paese, quest'Aula e questa politica non sono mai arrivati ad avere completa coscienza, altrimenti, signor Presidente, non ci si spiega la costante scarsa attenzione verso gli italiani all'estero, le loro esigenze e le loro necessità. Tra gli esempi possiamo citare il voto agli italiani all'estero, che è stato concesso solo nel 2006 e già da molte parti minacciato di venire presto cancellato, oppure lo smantellamento della rete consolare proseguito recentemente con la chiusura di alcune sedi ed, infine, l'inaccettabile disparità di trattamento nel pagamento della recentemente scomparsa IMU, che inspiegabilmente trattava le proprietà degli italiani residenti all'estero in maniera diversa e vergognosamente discriminatoria rispetto a quello che succedeva per gli italiani residenti in Italia...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  ALESSIO TACCONI.... per poi venire perfino – e, a vedere i risultati ottenuti, esclusivamente – usata a soli scopi di propaganda elettorale dai miei colleghi eletti all'estero di questi altri cosiddetti «partiti» che ancora sono al Governo.
  Concludo dunque, signor Presidente, con un appello alla Presidenza di questa Camera perché vigili attentamente perché tali disattenzioni e disuguaglianze non avvengano più, a partire già dalla promessa service tax perché almeno, se proprio non sarà possibile fare a meno di questa nuova tassa, possa essere occasione di ristabilire una parità di trattamento tra tutti gli italiani e che non si trasformi nell'ulteriore indizio per pensare che effettivamente agli occhi dello Stato italiano ci siano cittadini di «serie A» e cittadini di «serie B».

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, io intervengo adesso, a fine seduta, dopo aver fatto un richiamo appena abbiamo avuto notizia rispetto a questa occupazione che c’è sul tetto di Montecitorio, perché episodi così gravi io non li ricordo negli ultimi anni. E che siano compiuti esponendo uno striscione – che non va esposto – e sventolando una bandiera di un partito sul palazzo delle istituzioni che è il palazzo di tutti i cittadini e non di un solo partito è un fatto che noi non possiamo accettare, signor Presidente (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà).
  Noi accettiamo il rispetto delle regole e chiediamo che siano i Questori a fare il loro lavoro, apprezziamo il fatto che la Presidente abbia convocato un Ufficio di Presidenza, ma chiediamo che le conseguenze che ha avuto quest'atto, che deve avere quest'atto, siano conseguenze molto serie, per evitare che questo si ripeta; e chiediamo anche a lei, con la sua saggezza e con il comportamento attento alle istituzioni che ha dimostrato in tante occasioni, di farsi portatore di un segnale per Pag. 93cercare di convincere i suoi colleghi che sono su, i nostri colleghi che sono su, i nostri colleghi deputati, colleghi di tutti noi, a scendere da un palazzo delle istituzioni, a non occupare un palazzo delle istituzioni e soprattutto a non occuparlo con una scusa che è veramente meschina, che è quella di voler difendere la Costituzione. Siamo noi qui che stiamo difendendo la Costituzione, non chi là, sul tetto, dà un messaggio ai cittadini che si possano occupare le istituzioni per motivi di parte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  GIULIA GRILLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Signor Presidente, la ringrazio della parola. Dopo aver sentito le solite parole finte e vuote, senza alcun significato, io invece voglio denunciare un fatto gravissimo...(Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Deputati ! Deputati ! Sapete bene che il Regolamento lo garantisce il Presidente. Se vogliamo censurare con le urla non ne usciamo (Commenti del deputato Fiano). Deputato Fiano ! Deputato Fiano ! Rivolgiamoci con correttezza e con rispetto agli altri deputati. Andiamo avanti. Prego, deputata Grillo.

  GIULIA GRILLO. Allora, denuncio un fatto che è appena accaduto...

  (Il deputato Burtone si avvicina ai banchi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e grida: «Rispetta chi lavora !»).

  PRESIDENTE. Un attimo: che sta succedendo ? Deputati ! Deputati ! Deputato Burtone, la richiamo all'ordine ! Deputato Burtone ! (Commenti del deputato Tofalo) Deputato Tofalo, la richiamo all'ordine ! Deputato Tofalo !
  Cortesemente, adesso stava intervenendo la deputata Grillo, prego.

  GIULIA GRILLO. Ci riprovo: è successo un fatto a mio avviso gravissimo, che significa che già la libertà in questo Paese l'abbiamo perduta. Stavo rientrando nella piazza di Montecitorio, avendo dimenticato il tesserino, e sono stata bloccata dalla polizia per il solo fatto di avere questa maglietta piegata nelle mani. Il poliziotto mi ha detto che il capo aveva detto che non poteva passare nessuno, neanche con la maglietta nelle mani, neanche un deputato e sono riuscita a passare solamente perché ho esposto ed espresso la volontà di parlare con chi aveva detto questo e sulla base di quale legge. Presidente, denuncio il fatto che è in atto in Italia una dittatura travestita da democrazia parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

  PRESIDENTE. Andiamo avanti. Prima di tutto voglio precisare una cosa: qualunque sia il clima in quest'Aula, i dipendenti fanno esclusivamente il loro lavoro (Applausi). Quindi le persone in questo momento che stanno facendo il loro lavoro sono prima di tutto i dipendenti della Camera (Applausi).
  Detto questo, è iscritta a parlare la deputata Giordano. Vorrei ricordare che c’è un Ufficio di Presidenza convocato dopo questa seduta, dove si affronterà la questione.
  Quindi, credo che sia anche un po’ ripetitivo continuarla ad affrontare qui con gli interventi di fine seduta. Quindi, se qualcuno pensa che sia meglio agevolare il dibattito nell'Ufficio di Presidenza, può anche rinunciare personalmente al proprio intervento. Constato l'assenza della deputata Silvia Giordano, che aveva chiesto di parlare: s'intende che vi abbia rinunziato.

  ROBERTO FICO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO FICO. Signor Presidente, sarò davvero velocissimo. Vorrei invitare tutti i deputati di quest'Aula a non scandalizzarsi per una bandiera che difende la Pag. 94Costituzione sopra il tetto di Montecitorio, ma vi invito, e invito soprattutto il deputato Rosato che ha parlato adesso – ma lo invito proprio con intelligenza e modestia – a leggere la sentenza Dell'Utri e capire con chi sta governando (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico – Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma di cosa ci dobbiamo vergognare ? Ci dobbiamo vergognare di uno striscione che è appeso fuori Montecitorio e che difende la nostra Costituzione o ci dobbiamo vergognare di governare con dei delinquenti (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico – Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Di cosa ? Rosato, di cosa ? (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico – Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Non urlate. Non si può continuare così. Deputati, deputati. Deputato Della Valle. Deputato Della Valle. Allora, andiamo avanti con gli interventi, altrimenti io mi alzo e la seduta si intende sospesa.

  ALFONSO BONAFEDE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, io credo che sia oggettivo il fatto che in quest'Aula sta succedendo qualcosa di importante. In quest'Aula sta iniziando un procedimento che mira a cambiare la Costituzione e mira a farlo cambiando le regole che i padri della Costituzione hanno previsto. Questo è un dato oggettivo. Di fronte a questo, noi che siamo all'opposizione, di fronte a una maggioranza bulgara, noi in quest'Aula siamo disposti a fare di tutto per difendere la Costituzione. E se pensate che qualche emendamento che si scontra contro un muro di cemento armato ci spaventi o ci demoralizzi o tre nottate passate a Montecitorio ci demoralizzano, allora forse non avete capito di che pasta siamo fatti. Noi siamo la gente che è arrivata qui per difendere la Costituzione, perché ama la Costituzione.
  Io non so quali motivazioni, quale convinzione vi porti a pensare che una classe politica come quella che per ora è alla maggioranza, che in questi giorni è concentrata a trovare un cavillo che possa salvare un pregiudicato senza perdere la faccia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), possa avere la maturità, la volontà, la serenità di cambiare la Costituzione. Io non so e non lo voglio nemmeno sapere, ma non ammetto che qui qualcuno pensi di poter fare la morale a noi. Andate nell'Ufficio di Presidenza, aggrappatevi a qualche cavillo e scandalizzatevi perché qualcuno è salito sul tetto di Montecitorio, ma risparmiateci almeno la morale mentre state dando l'ultimo colpo al cuore della democrazia di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  EMANUELE FIANO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Signor Presidente, solo per un chiarimento che non c'entra con la questione del tetto. Il collega Di Stefano, nell'intervento precedente, nel corso della seduta, rispondendo ad un mio intervento, esponendo opinioni legittimamente diverse dalle mie, ha detto che io davo e chiedevo rispetto a tutti i colleghi dell'Aula, ma ero quello che aveva cercato di dargli un pugno. Sinceramente io questo episodio non lo ricordo e non lo ricorda nessun verbale delle sedute della Camera di questa legislatura e, pertanto, ritengo che sia giusto, a rettifica di una notizia calunniosa che è stata qui espressa nei miei confronti, certificare quanto ho detto.

  PAOLA BINETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Signor Presidente, in diversi momenti della giornata di oggi ho anche fatto un gesto perché mi sarebbe piaciuto intervenire davanti ad una serie di sollecitazioni e di provocazioni che Pag. 95avevano davvero tutto il sapore di chi intendeva mettere, come dire, in una massacrante cattiva luce l'intero Parlamento, salvo una fetta dello stesso. Penso che domani, ritrovando nelle parole del resoconto gli accenti si potranno trovare moltissimi riferimenti di questo tipo, riferimenti all'incompetenza, riferimenti alla distrazione, riferimenti alla disonestà, riferimenti sistematici e assolutamente gratuiti. Questa provocazione viene senz'altro dai colleghi più giovani che sono presenti nell'Aula e che possono avere il diritto di esprimere il loro punto di vista; forse in tempi e in momenti in cui molti di noi, alla loro stessa età, avremmo voluto avere il diritto di esprimere queste parole di dissenso nei confronti di alcune istituzioni, questa possibilità non ci è stata data, abbiamo avuto altri gesti, altri modi, altri momenti, siamo dovuti crescere, crescere forse nello studio, crescere forse in esercitazioni pratiche di democrazia nella vita. Tutto questo si è sviluppato lungo l'arco della giornata e credo davvero che mi prenderò la briga, quando avremo l'esatto e preciso resoconto stenografico, di sottolinearle tutte queste cose, perché non si capisce come mai alla fine sia stato possibile tollerarne tante e una di seguito all'altra, fino a giungere a questo gesto. Guardi, non voglio fare riferimenti ai miei capelli bianchi, perché sono talmente evidenti che non c’è bisogno di sottolinearlo, ma all'inizio questo gesto mi è sembrato un gesto goliardico, però poi mi è venuta in mente una cosa, la sensazione di angoscia che voglio condividere con i colleghi che sono presenti qui in questo momento.

  PRESIDENTE. Deputata Binetti, concluda.

  PAOLA BINETTI. Forse sì, è un gesto goliardico salire sul tetto, metterci una bandiera; quelli che hanno un'età simile alla mia forse l'hanno fatto trenta, quarant'anni fa questo stesso tipo di gesti, però non nel Parlamento. Allora, in un momento di crisi generale come quello che viviamo, in un momento in cui i giornali ci rimandano un giorno sì e un giorno no l'idea della crisi delle istituzioni, il Governo cade, il Governo non cade, il Governo lo sosteniamo, io mi domando: ma cosa succederà ? Davvero è solo un gesto goliardico o questo è qualcosa di molto peggio per cui criticando la politica con l'antipolitica ci stanno dando un assaggio di quello che potrebbe accadere ? Non è una bambinata, non è uno scherzo, né loro pensano che sia una bambinata o uno scherzo perché loro gli attribuiscono un'importanza molto forte, però non credo che quelli di noi che hanno vissuto l’escalation di certe manifestazioni saranno decisi a rassegnarsi.

  PRESIDENTE. La ringrazio, deputata Binetti, ha esaurito il tempo. Come ultimo intervento, ha chiesto di parlare il deputato Marazziti dopodiché la collega Dieni vuole intervenire. Sappiate che più interventi facciamo, più si allontana l'Ufficio di Presidenza che deve affrontare la questione che stiamo discutendo.
  Deputato Marazziti, ha facoltà di parlare.

  MARIO MARAZZITI. Signor Presidente, vorrei solo intervenire alla fine di questa seduta perché i cittadini italiani sappiano qual è la partita in gioco. Il messaggio che è stato lanciato da molti colleghi, legittimamente secondo le loro convinzioni, che quello è il modo di difendere la Costituzione, è un messaggio che è, effettivamente, falso. Vorrei dire agli italiani che è falso perché alcuni dei colleghi che hanno fatto questo gesto dissacrante, quello di uno striscione sul tetto del Parlamento, di questo Parlamento, a nome di un partito, come se quel partito fosse il difensore della Costituzione, sono, vorrei dire, dal punto di vista personale, non solo per me colleghi, ma anche amici, sono persone con cui abbiamo un'interlocuzione frequente nella Commissione esteri, condividiamo alcune priorità per il ruolo dell'Italia nel mondo. Tuttavia, voglio dire che la Costituzione è figlia di questo Parlamento, dei partiti che stanno approvando questa legge. Anche io sono giovane nella legislatura, come tanti colleghi Pag. 96qui, non solo del MoVimento 5 Stelle, e abbiamo avuto l'onore di votare assieme a un padre della Costituzione come Emilio Colombo, una memoria storica, che ci ha insegnato delle cose, è morto poco tempo fa, lo abbiamo ricordato, bene, il Parlamento è più di tutti noi ed è più del partito che rappresentiamo.
  Allora, noi dobbiamo far sapere agli italiani che qui stiamo formando un Comitato per le riforme indispensabili per gli italiani, richieste dagli italiani e che questo è il modo di cambiare nel modo migliore la Costituzione.
  Concludo con un fatto: i miei colleghi del MoVimento 5 Stelle teorizzano la democrazia diretta, è una democrazia diretta che non prevede in futuro il ruolo del Parlamento. Ecco, noi in realtà stiamo difendendo la Costituzione (Applausi dei deputati dei gruppi Scelta Civica per l'Italia e Partito Democratico).

  PRESIDENTE. L'ultimo intervento che ho segnato è del deputato Rizzetto, che mi aveva chiesto la parola prima, dopodiché non consentirò certi interventi. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Signor Presidente, prendo spunto da quanto affermato poc'anzi dalla collega Giulia Grillo, prendo spunto rispetto a questa cosa perché i nostri colleghi si sono scandalizzati per un gesto tutto sommato non violento, per un gesto a fini dimostrativi, e prendo spunto da quanto diceva la collega Grillo perché ricordo che in questa Aula durante un altro passaggio istituzionalmente molto, molto importante, ovvero l'elezione del Presidente della Repubblica, il sottosegretario Vicari e la senatrice Mussolini sono entrati entro queste istituzioni con una maglietta con scritto «Il diavolo veste Prodi» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), non ho sentito levarsi gli scudi da parte del Partito Democratico (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Rassicuro tra l'altro il deputato Rosato...

  PRESIDENTE. Deputati...

  WALTER RIZZETTO. Rassicuro tra l'altro il deputato Rosato e tutti i facenti parte del Partito Democratico che l'Ufficio di Presidenza e i Questori sapranno svolgere egregiamente il proprio lavoro e quindi è ora di finirla che qualcuno in questa Aula si erga a paladino della giustizia, se avete avuto venti, venticinque anni per farlo, non l'avete mai fatto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Allora, l'ultimo intervento del gruppo MoVimento 5 Stelle era di Rizzetto. Adesso ha chiesto di intervenire per il gruppo PdL il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

  SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, prendo poco tempo anche per permettere poi lo svolgersi di un Ufficio di Presidenza che sembra ogni secondo che passa sempre più urgente. Solo per un paio di considerazioni: la prima è che credibilmente pagliacciate come quella di oggi dello striscione, dell'occupazione del tetto, danno la cifra della pochezza delle argomentazioni politiche di chi le mette in piedi (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e probabilmente saranno anche frutto della riflessione importante che è stata fatta e che ha condotto alla decisione e alla scelta che probabilmente si appare più credibili sopra un tetto che non dentro l'Aula di Montecitorio.
  In secondo luogo, Presidente, solo per dire che va rispettata la storia del PdL, di Forza Italia, di Berlusconi, con il rispetto che si deve a una storia politica di un grande partito e di un consenso di tanti milioni di elettori (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. Deputati...

  SIMONE BALDELLI. Sappiamo che voi avete questa allergia verso la democrazia, che non siete abituati ad avere rispetto dell'avversario.

  PRESIDENTE. Baldelli si rivolga alla Presidenza.

Pag. 97

Testo sostituito con errata corrige volante   SIMONE BALDELLI. Eppure, Presidente credo che il rispetto dell'avversario, anche quando l'avversario ha posizioni che non piacciono, anche quando l'avversario sta antipatico, anche quando l'avversario si considera il male assoluto, credo che sia alla base della democrazia. Quanta strada ancora dobbiamo veder fare a tanti turisti della democrazia che sono seduti in quest'Aula ?   SIMONE BALDELLI. Eppure, Presidente credo che il rispetto dell'avversario, anche quando l'avversario ha posizioni che non piacciono, anche quando l'avversario sta antipatico, anche quando l'avversario si considera il male assoluto, credo che sia alla base della democrazia. Quanta strada ancora dobbiamo veder fare a tanti turisti della democrazia che sono seduti in quest'Aula !

  PRESIDENTE. Come già annunciato dalla Presidente della Camera, l'Ufficio di Presidenza è immediatamente convocato presso la biblioteca del Presidente.

Ordine del giorno della prossima seduta.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

  Lunedì 9 settembre 2013, alle 10,30:

  Seguito della discussione del disegno di legge costituzionale:
   S. 813 – Istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali (Approvato, in prima deliberazione, dal Senato) (C. 1359).
  – Relatori: Sisto, per la maggioranza; Fraccaro e Pilozzi, di minoranza.

  La seduta termina alle 19,50.

Pag. 98

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 1359 – quest. preg. n. 1 484 483 1 242 132 351 44 Resp.
2 Nom. em. 1.1, 1.51 474 474 238 130 344 44 Resp.
3 Nom. em. 1.30 475 475 238 134 341 44 Resp.
4 Nom. em. 1.2 478 478 240 132 346 44 Resp.
5 Nom. em. 1.63 485 467 18 234 135 332 44 Resp.
6 Nom. em. 1.52 477 461 16 231 134 327 44 Resp.
7 Nom. em. 1.3 477 476 1 239 98 378 44 Resp.
8 Nom. em. 1.60 475 475 238 130 345 44 Resp.
9 Nom. em. 1.61 480 480 241 133 347 44 Resp.
10 Nom. em. 1.70 475 475 238 133 342 44 Resp.
11 Nom. em. 1.5 477 429 48 215 100 329 44 Resp.
12 Nom. em. 1.6 478 462 16 232 102 360 44 Resp.
13 Nom. em. 1.64 485 469 16 235 140 329 44 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.8 478 478 240 134 344 44 Resp.
15 Nom. em. 1.24 471 471 236 99 372 43 Resp.
16 Nom. Ddl 1359 – em. 1.9 391 391 196 87 304 53 Resp.
17 Nom. em. 1.10 440 440 221 98 342 52 Resp.
18 Nom. em. 1.62 441 441 221 131 310 52 Resp.
19 Nom. em. 1.50 453 451 2 226 139 312 52 Resp.
20 Nom. em. 1.71 454 454 228 136 318 52 Resp.
21 Nom. em. 1.13 454 454 228 101 353 52 Resp.
22 Nom. em. 1.25 459 459 230 102 357 52 Resp.
23 Nom. em. 1.14 451 451 226 133 318 52 Resp.
24 Nom. em. 1.15 449 448 1 225 129 319 51 Resp.
25 Nom. em. 1.16 439 439 220 128 311 51 Resp.
26 Nom. em. 1.72 437 437 219 128 309 51 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 1.18 442 442 222 96 346 50 Resp.
28 Nom. em. 1.65 438 435 3 218 122 313 50 Resp.
29 Nom. em. 1.19 438 437 1 219 123 314 50 Resp.
30 Nom. em. 1.20 422 422 212 115 307 50 Resp.
31 Nom. em. 1.53 423 423 212 113 310 50 Resp.
32 Nom. em. 1.73 416 416 209 109 307 49 Resp.
33 Nom. em. 1.21 424 422 2 212 122 300 48 Resp.
34 Nom. em. 1.22 409 405 4 203 97 308 48 Resp.
35 Nom. em. 1.55 404 403 1 202 94 309 48 Resp.
36 Nom. em. 1.23 396 396 199 66 330 48 Resp.
37 Nom. em. 1.54 407 407 204 94 313 48 Resp.
38 Nom. articolo 1 390 390 196 296 94 48 Appr.
39 Nom. em. 2.1, 2.50 366 364 2 183 81 283 48 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 2.60 367 367 184 2 365 48 Resp.
41 Nom. em. 2.51 373 373 187 85 288 48 Resp.
42 Nom. em. 2.5, 2.59 361 361 181 76 285 48 Resp.
43 Nom. em. 2.52 358 357 1 179 78 279 48 Resp.
44 Nom. em. 2.53 359 359 180 78 281 48 Resp.
45 Nom. em. 2.7 355 355 178 78 277 48 Resp.
46 Nom. em. 2.74 359 359 180 85 274 48 Resp.
47 Nom. em. 2.75 363 363 182 88 275 48 Resp.
48 Nom. em. 2.76 347 347 174 80 267 48 Resp.
49 Nom. em. 2.13, 2.55 345 345 173 83 262 48 Resp.
50 Nom. em. 2.8, 2.9 329 329 165 77 252 48 Resp.
51 Nom. em. 2.11 329 329 165 79 250 48 Resp.
52 Nom. em. 2.77 328 328 165 82 246 48 Resp.